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Fascicolo didattico - Centro on line Storia e Cultura dell'Industria

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Attratti dal minor costo degli affitti e dei generi alimentari (n<strong>on</strong> soggetti al dazio), dalle migliori c<strong>on</strong>dizi<strong>on</strong>i abitative e dallavicinanza al posto di lavoro, intere famiglie di lavoratori si trasferisc<strong>on</strong>o dai quartieri del centro storico nelle z<strong>on</strong>e periferiche,c<strong>on</strong>tribuendo n<strong>on</strong> solo all’incremento della popolazi<strong>on</strong>e, ma anche a dare ai nuovi spazi urbani una c<strong>on</strong>notazi<strong>on</strong>epalesemente operaia. Composizi<strong>on</strong>e sociale e isolamento urbanistico favorisc<strong>on</strong>o tra gli abitanti la nascita di forme disocialità incentrate sulla vita del borgo, c<strong>on</strong>tribuendo a cementare un forte senso di appartenenza al territorio dove sivive, si lavora e si trascorre il tempo libero. La città è un’entità l<strong>on</strong>tana, pressoché estranea, una sorta di sc<strong>on</strong>finamento ilcui senso trova la sua forma di espressi<strong>on</strong>e in un modo dire molto diffuso tra gli abitanti delle periferie che, per andare incentro, s<strong>on</strong>o soliti dire “’nduma a Turin”.BARRIERA DI MILANONell’ultimo ventennio del XIX secolo, la Barriera di Milano èancora un distretto agricolo dove campi e cascine accompagnanoun’urbanizzazi<strong>on</strong>e ancora disordinata e disc<strong>on</strong>tinua.C<strong>on</strong> una popolazi<strong>on</strong>e che nel 1881 raggiunge appena le 1.901unità, il quartiere ha il proprio nucleo principale nel territorioadiacente a piazza Crispi, sede dell’ufficio del dazio, dei postidi guardia, di magazzini, osterie e attività commerciali. Comeaccade in altre z<strong>on</strong>e periferiche della città, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, anche in Barriera di Milano si assiste aun rapido incremento della popolazi<strong>on</strong>e residente, costituita anche da immigrati veneti e toscani spinti a Torino dalla crisiagricola tra il 1871 e il 1891 e da motivi politici legati all’avvento del fascismo: si passa dai 5.747 abitanti del 1901 ai 17.791del 1911, fino ai 24.925 del 1921. L’aumento della popolazi<strong>on</strong>e si salda c<strong>on</strong> lo sviluppo industriale del territorio, che fino allafine del XIX secolo gravita sulle industrie tessili e c<strong>on</strong>ciarie di Borgo Dora e su altre realtà produttive poste fuori dalla cinta(Manifattura Tabacchi, Sclopis e Colla e C<strong>on</strong>cimi). La svolta arriva nel 1896 c<strong>on</strong> la f<strong>on</strong>dazi<strong>on</strong>e della Società Elettrica AltaItalia che, fornendo nuova energia, n<strong>on</strong> vincola le imprese alla dipendenza dall’energia idraulica, c<strong>on</strong>sentend<strong>on</strong>e l’ubicazi<strong>on</strong>ein ogni z<strong>on</strong>a della città e n<strong>on</strong> soltanto in prossimità dei corsi d’acqua. Oltre la cinta nel territorio della Barriera di Milano,nasc<strong>on</strong>o così i grandi stabilimenti tessili dei Fratelli Piacenza, della Giordano, il lanificio Hoffman, la Filatura di Tollegnoe altri ancora. A partire dai primi anni del Novecento, fino alla prima guerra m<strong>on</strong>diale, la Barriera di Milano vede nasceregrandi insediamenti metalmeccanici, che hanno nella fabbrica Michele Ansaldi, sorta nel 1884, il loro primo predecessore.In pochi anni le F<strong>on</strong>derie Subalpine, la Nebiolo, le Industrie Metallurgiche, l’Ansaldo San Giorgio, la Fiat Brevetti, leF<strong>on</strong>derie Fiat, la INCET e soprattutto la Fiat Grandi Motori, iniziano a scandire le giornate di molti abitanti del borgo, doveaccanto a quella metalmeccanica e metallurgica si sviluppano anche i settori chimico, c<strong>on</strong>ciario e delle fibre artificiali, chehanno nella Ceat, nella Gilardini e nella SNIA Viscosa gli stabilimenti più rappresentativi.BORGO SAN PAOLOAlla fine dell’Ottocento, borgo San Paolo presenta uno scenario n<strong>on</strong> molo diverso dagli altri quartieri cittadini posti al difuori della cinta daziaria: poche centinaia di abitanti, circ<strong>on</strong>dati da orti, bialere e cascine. Un equilibrio spezzato soltanto da6

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