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di ricordi - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori 21E se viaggiarefosse anche imparare?<strong>di</strong> DeboraAttanasioLe vacanze <strong>di</strong> Natalesono lontane e, da unpò, siamo ormai tornati,pieni <strong>di</strong> letizia, adare qualche altrabracciata nella motache ci arriva fino ametà busto. Scusate ilpessimismo, ma, mentrescrivo, sono appena rientrata da unpaese nordeuropeo che visito spesso perprendere una boccata <strong>di</strong> civiltà, e, ognivolta, il confronto è sempre più doloroso,specialmente quando, appena rincasatadall’aeroporto, trovi l’ennesima bollettatruffadella Telecom che, nel paesino doveabito, ha sventagliato abbonamenti AliceFlat a raffica (19 euro forfettari più le telefonate,due mesi gratis e installazione gratuita,<strong>di</strong>ceva la spacciatrice, e ci siamoritrovati tutti, senza aver ricevuto contrattida firmare, con bollette oltre i 250 eurodove, tra le voci, risulta anche il costo d’installazioneche ci siamo fatti da soli). Almomento <strong>di</strong> scrivere, al servizio assistenzacade la linea ogni volta che stanno perpassarci l’operatore e qualcuno pagheràper esasperazione. Agli altri staccherannola linea in attesa <strong>di</strong> chiarimenti (io sarò traquelli), e chissà come finirà. E’ inutile checerchiamo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderci (e so che i menoattenti, quelli che fanno i turisti, non gliesploratori, se la prenderanno): siamo trai peggiori dell’Unione Europea. Non vi <strong>di</strong>ròil nome della nazione che ho visitato, nonvoglio contribuire a farla <strong>di</strong>ventare oggettod’invasioni barbariche, ma vi <strong>di</strong>co soloche non è ricca, che da tre mandati il presidentedella loro Repubblica è una donna,e noi non riusciamo a farne eleggere unain Parlamento, a meno che non sia statauna soubrettina. D’altra parte, solo pochigiorni fa ho sentito un tale <strong>di</strong>re “Chiedo unparere ad un altro me<strong>di</strong>co perché quelloche mi ha fatto la <strong>di</strong>agnosi era una donna”.Parliamo dei mezzi pubblici <strong>di</strong> questanazione che, mi fa piacere sottolinearlo,negli anni ‘80 pativa il 20% <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazionee ora si avvia verso il 4%. Ho presomolti autobus, e arrivavano esattamenteall’ora segnata sulla tabella. Dalla fermataho notato un gruppo <strong>di</strong> selvaggi sguaiati,che si fotografavano a vicenda, mentreposavano a gestacci e cantavano inni.Erano romani: si notavano come una FordKa rossa nella neve. A bordo, tutto erapulitissimo, le anziane erano sedute e ibamboccioni in pie<strong>di</strong>, i biglietti li paghiinserendo le monete in un aggeggio e senon hai monete te le cambia l’autista,invece <strong>di</strong> andare a caccia <strong>di</strong> tabaccherie.Nessun maniaco palpeggiava le ragazze e,al momento <strong>di</strong> scendere, non c’è statobisogno <strong>di</strong> sfidare a duello nessuno, ancheperché le corse sono così frequenti chenon c’è calca. La sera i locali sono pieni <strong>di</strong>ubriachi, come capita in tutti i paesi delnord, ma, persino quando si trascinano, iclienti dei pub posano il bicchiere nel postogiusto, cercano <strong>di</strong> vomitare solo in bagnoe se ti danno fasti<strong>di</strong>o e glielo <strong>di</strong>ci, se nevanno. Nessuno guida il venerdì e il sabatosera: gli autobus che ti riportano in provinciafunzionano per tutta la notte (lanostra ferrovia Roma Nord ha l’ultimacorsa stirata alle 21.00 scarse nei giorniferiali, molto prima nei festivi), i taxi costanomeno e sono tantissimi (qui, a momentiscoppia la guerra civile perché volevanorilasciare nuove licenze) e la gente fa lafila educatamente per prenderli. La pubblicitàdella campagna contro la guida instato d’ebbrezza è shockante, con immagini<strong>di</strong> incidenti e gente sfigurata, robettache qui scatenerebbe le ire <strong>di</strong> tutte leassociazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dell’ipocrisia <strong>di</strong> cuiabbon<strong>di</strong>amo. Sulla tv <strong>di</strong> Stato ci sono cinquetipi <strong>di</strong> programmi: i notiziari (che spieganoi veri problemi sociali e non trasformanola cronaca nera in uno spettacolo),gli show musicali (veri), i film (belli), i quiz(veri), i documentari, soprattutto quellistorici. Stop. La tv trash non sanno nemmenocosa sia. Gli uomini fanno ancora ilbaciamano alle donne, le abbordano solose quelle hanno lanciato sguar<strong>di</strong> significativi,altrimenti rinunciano. Se gli lasciattaccare bottone, non ti mettono le maniaddosso prima <strong>di</strong> sapere come ti chiami, enonostante ciò non sentono la loro virilitàcompromessa. In un grande magazzino hopagato una buona camicetta (non cinese)5 euro, due paia <strong>di</strong> bei calzini <strong>di</strong> cotonecon pipistellini ricamati (non cinesi) 1,50,la sera <strong>di</strong> Capodanno non ho dovuto raccomandarmia nessuno per avere un tavoload un ristorante al centro: ho lasciato ilnome al <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> sala e dopo 3/4 d’ora,ragionevoli per la serata particolare, mihanno seduta, cibata e <strong>di</strong>ssetata. Conto:identico al giorno prima. I camerierinon grugnivano <strong>di</strong> malumore perché alle22.00 chiudevano le cucine e li mandavanoa <strong>di</strong>vertirsi dove gli pareva. Uscendo,ho notato che, in quasi tutti i locali, la raccoltadel vetro usato è <strong>di</strong>visa per colori(verde, bianco e marrone), e qui stiamoancora alle rivolte popolari per le <strong>di</strong>scariche,perché non ci entra in testa che laspazzatura andrebbe semplicemente riciclata(quanti <strong>di</strong> voi lo fanno già?). Sonouscita e sono stata al solito pub, dove nonc’era il biglietto d’ingresso speciale perCapodanno: si entrava gratis. Le consumazionicostavano la stessa cifra degli altrigiorni, a mezzanotte hanno spento lamusica e abbiamo fatto il conto alla rovescia,poi ci siamo abbracciati tutti, donnecomprese che non ti guardano dall’alto inbasso pensando “Io sono cento voltemeglio <strong>di</strong> te, nana me<strong>di</strong>terranea”. Vibasta? Aspetto già il commento acido dellasolita immancabile signora frustrata chemi consiglia “Tutti pronti a <strong>di</strong>re che l’esteroè meglio: e perché non te ne vai?”. Onemoment, please, datemi solo un minuto;ce la sto mettendo tutta per mettere insiemei pezzi, abbandonare questo catino <strong>di</strong>lacrime e non sentir più parlare <strong>di</strong> veline etronisti, <strong>di</strong> culturine e quote rosa, <strong>di</strong> parcheggie traffico, <strong>di</strong> benzina che aumentasolo qui (lo sapete che in Spagna costaancora 1 euro al litro?), <strong>di</strong> raccomandazionie presentazioni, <strong>di</strong> rivolte contro chi pretendeche le leggi siano applicate, <strong>di</strong> leggiBiagi e <strong>di</strong> inganni per scavalcarne gliemendamenti, <strong>di</strong> balzelli e gabelle.Credetemi, forse quando vi fate i vostriweekend all’estero con colazione compresa,<strong>di</strong>stratti dallo shopping, non avetemodo <strong>di</strong> rendervi conto delle <strong>di</strong>fferenze,soprattutto perché le lingue, in Italia, nonle stu<strong>di</strong>amo (non le stu<strong>di</strong>ate), nemmenosotto tortura. La prossima volta, guardatevimeglio intorno e cerchiamo <strong>di</strong> copiare.

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