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lotta alla tratta in capitanata - Progetto Roxana

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prostituisse con e per un pregiudicato del luogo; quest’uomo è proprietario dell’alloggio <strong>in</strong> cui la coppia ceca vive e socio <strong>in</strong> affaridel marito dell’amica, si presenta nell’alloggio a poche ore dall’arrivo della ragazza. Al rifiuto netto di Lucie sono seguiti, percossee violenza sessuale da parte del pregiudicato e <strong>in</strong> seguito segregazione <strong>in</strong> una camera dell’appartamento, dopo qualche giornosono com<strong>in</strong>ciate le visite di clienti portati a domicilio. A nulla sono servite le suppliche di Lucie all’amica, nei momenti <strong>in</strong> cuirestavano sole, perché la lasciasse tornare a casa, l’amica aveva troppa paura di suo marito e del pregiudicato.Dopo due mesi di reclusione a Lucie viene concessa una passeggiata, con la scorta di un amico fidato della coppia, lei però riescea rabbonirlo, concedendosi <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a, lo distrae e riesce a fuggire, l’amico la <strong>in</strong>segue ma lei si salva fermando una macch<strong>in</strong>adella polizia fortunosamente di passaggio. D<strong>alla</strong> polizia di Manfredonia passa poi a Foggia e al progetto “<strong>Roxana</strong>” che la prende<strong>in</strong> carico. Lucie risulta ai controlli sanitari affetta da gravi problemi di salute, subisce un piccolo <strong>in</strong>tervento e viene sottoposta adun serio programma terapeutico.A febbraio 2004, la ragazza f<strong>in</strong>almente sta abbastanza bene ma non è ancora <strong>in</strong> condizioni di lavorare, ma ha conosciuto negliambulatori che ha frequentato un ragazzo slavo non molto affidabile; lei è <strong>in</strong>namorata e <strong>in</strong>sieme fanno progetti matrimoniali.A ottobre 2004 fugge con il suo <strong>in</strong>namorato, la r<strong>in</strong>tracciamo telefonicamente e ci dice di essere a Roma presso una comunitàrom, <strong>in</strong>tanto ha <strong>in</strong>terrotto le cure che stava completando e che le erano necessarie. Siamo molto preoccupati per lei e cerchiamoattraverso la Questura di Roma, di r<strong>in</strong>tracciare il gruppo rom <strong>in</strong> cui ha detto di stare ma non ci riusciamo, dopo un po’ ci rendiamoconto che lei o chi per lei, ha cambiato la scheda telefonica e ne perdiamo per sempre le tracce.Lucy, così la chiamavamo noi, è stata uno dei nostri fallimenti, forse non abbiamo considerato abbastanza la sua appartenenzarom e certamente ne abbiamo sottovalutato il richiamo e la difficoltà, forse troppo gravosa per lei, di <strong>in</strong>serirsi <strong>in</strong> un contestoculturale diverso. Noi cont<strong>in</strong>uiamo a sperare che stia bene.RITA Rita entra nel progetto <strong>Roxana</strong> a novembre del 2008, arriva dal Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Borgo Mezzanone,presso Foggia, è una delle prime accoglienze che provengono dal lavoro che facciamo nel Centro. Nel Centro parliamo con leragazze presenti che hanno fatto richiesta di asilo e sono <strong>in</strong> attesa di sapere se lo otterranno o meno, molte come le nigerianesanno che è molto difficile che lo ottengano perché il loro non è un paese formalmente <strong>in</strong> guerra ed è raro che una di loropossa dimostrare di appartenere ad un gruppo perseguitato, capire se la loro richiesta è stata fatta <strong>in</strong> buona fede o se l’hannopresentata per ottenere la presenza legale sul territorio ed entrare a far parte del gruppo pronto ad <strong>in</strong>grossare le fila di quante siprostituiscono. La storia di Rita però è un po’ anomala rispetto alle altre connazionali.Nasce nel 1989 <strong>in</strong> un villaggio rurale <strong>in</strong> Delta State, <strong>in</strong> una famiglia povera ma non miserabile, il padre lavora <strong>in</strong> agricoltura maè anche il capo del villaggio, noto anche nei villaggi vic<strong>in</strong>i per il suo impegno sociale, la madre non lavora, lei e la sorella Joy, piùgiovane di due anni, fanno quando possono le parrucchiere, il fratell<strong>in</strong>o di dieci anni frequenta la scuola della vic<strong>in</strong>a città. InNigeria la situazione politica non è mai stabile e crea ripercussioni dirette sulla vita delle persone. Un gruppo di un villaggio vic<strong>in</strong>oattacca il loro villaggio per discordie politiche, irrompono violentemente <strong>in</strong> casa di Rita, rompono tutto, assalgono le ragazze, lepicchiano e le violentano, Rita ha ricevuto una coltellata nel fianco e perde conoscenza, quando r<strong>in</strong>viene il padre e il fratell<strong>in</strong>osono morti, la madre è scomparsa, solo molto tempo dopo saprà che, credendoli tutti morti, è fuggita rifugiandosi <strong>in</strong> un altrovillaggio. Rita e la sorella sono vive per miracolo ma molto malridotte e coperte di sangue, gli assalitori sono scomparsi ma siteme che torn<strong>in</strong>o. Le due sorelle e altri superstiti del villaggio fuggono verso il Lagos. Si rifugiano da una zia materna ma dopo unpo’ la situazione economica diventa <strong>in</strong>sostenibile e Rita e la sorella decidono di cercare riparo <strong>in</strong> altra zona e il 25 gennaio 2008partono da Lagos e dopo circa due settimane trascorse ad Agades <strong>in</strong> Niger, si dirigono <strong>in</strong> Libia.22Durante il viaggio attraversano zone impervie e faticose e <strong>in</strong> questi spostamenti <strong>in</strong>contrano uom<strong>in</strong>i che <strong>in</strong> cambio del trasportoa bordo di vecchi camion fatiscenti, chiedono alle ragazze un unico pedaggio, l’unico che sono <strong>in</strong> grado di pagare. Una violenzascontata, accettata come <strong>in</strong>evitabile ma che ogni volta porta via a quelle due giovani donne un pezzetto di dignità e di <strong>in</strong>tegritàfisica.Dopo tutta questa strada, fatta <strong>in</strong> questa maniera, arrivano al deserto che precede la via per Tripoli e lo sbocco al mare e sonomarce e passaggi <strong>in</strong> auto <strong>in</strong> giorni bollenti e fredde notti con poca acqua e poco cibo. La sorella di Rita, Joy non c’è la fa, muore

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