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jjFilosofia della Sicurezza Volo20☛ La Legge di Murphy e i suoi paradossierano stati prescritti), trascurandogli avvertimenti di un collega chegli aveva fatto notare il diametro<strong>in</strong>adeguato delle viti.Il tecnico co<strong>in</strong>volto <strong>in</strong> questoevento aveva all’epoca 22 annidi esperienza sulla macch<strong>in</strong>a edun curriculum esemplare.Qu<strong>in</strong>di, leggendo Murphy <strong>in</strong>chiave SV, il messaggio non èrivolto contro la competenza professionale<strong>in</strong> genere, bensì control’eccessiva sicurezza <strong>in</strong> sé stessiche talvolta caratterizza coloro chesono esperti. Lo stesso messaggioci raccomanda di usare la nostracompetenza/esperienza come unarisorsa, non come una zavorra.OSSERVAZIONE DI PETER“Se una cosa viene sbagliataab ba stanza a lungo, diventagiusta”.Questa affermazione ha molto<strong>in</strong> comune con la def<strong>in</strong>izione diWe<strong>in</strong>berg vista poco fa, perchétocca ancora il discorso dell’esperienza,stavolta però <strong>in</strong> un contestodi risk assessment.La valutazione del rischio, comeben noto, è uno degli strumenti piùefficaci della S.V., soprattutto quandoci si trova di fronte a situazion<strong>in</strong>uove o non completamente riconducibilia procedure note o esperienzepassate. Il risk assessment siarticola <strong>in</strong> più fasi fra le quali siannoverano l’identificazione dei pericoli,la loro valutazione (ossia irischi) e le decisioni volte a elim<strong>in</strong>areo portare i rischi a livello accettabile.In queste fasi i fattori determ<strong>in</strong>antisono: la preparazione professionale,il buon senso, le <strong>in</strong>formazioni disponibilisul contesto <strong>in</strong> cui si deve operare,la conoscenza dei limiti sia personaliche dell’organizzazione e l’esperienzapregressa, soprattuttoquando questa viene messa a fattorcomune fra più persone.Jens Rasmussen, studioso dell’erroreumano, diceva <strong>in</strong>fatti che difronte a situazioni nuove (dove nonesistono regole prontamente applicabili),l’<strong>in</strong>dividuo applica spessoun processo di similarity match<strong>in</strong>g,attraverso il quale cerca analogiecol passato, <strong>in</strong> modo da ricondurrela novità al bagaglio di esperienzepregresse.La valutazione del rischio è unprocesso razionale, ben collaudato<strong>in</strong> molte situazioni, ma è sempreun processo umano e <strong>in</strong> quantotale è suscettibiledi errori. Unodei modi percapire se il riskassessment èstato corretto edefficace è valutarnei risultati.Se non ci so -no stati <strong>in</strong>cidentiè lecito supporreche abbiamofatto un buonlavoro, tuttavial’equazione “NO<strong>in</strong>cidenti=ottimo Risk assessment”non è necessariamente valida. Daun risk assessment errato derivanorischi <strong>in</strong>aspettati più elevati, manon sempre un <strong>in</strong>cidente (per fortuna!!);se sbagliamo le nostrevalutazioni e non ci sono effett<strong>in</strong>egativi riceviamo una confermache arricchisce la nostra esperienza,ma <strong>in</strong> negativo! “Se èandato bene ora, potrà farlo altrevolte”; così facendo l’errore commessouna volta si può riverberare<strong>in</strong> situazioni future.E’ quello che è successo nell’<strong>in</strong>cidentedel Challenger. Gli <strong>in</strong>gegneridella NASA autorizzarono illancio dello Shuttle pur sapendoche la temperatura esterna eratroppo bassa per le guarnizioni <strong>in</strong>gomma dei razzi booster e alriguardo furono messi chiaramenteLa valutazionedel rischio è unprocesso razionale,ben collaudato <strong>in</strong> moltesituazioni, ma è sempreun processo umanoe <strong>in</strong> quanto tale èsuscettibile di errori<strong>in</strong> guardia dagli <strong>in</strong>gegneri dellaThiokol, la ditta costruttrice delleguarnizioni. Eppure fu deciso lostesso di procedere con il lancio.Ma perché accettare questi rischi?!La risposta è complessa; gli studiosici hanno lavorato per anni, comeDiane Vaughan. Alcuni aspetti peròsono chiari. Il risk assessmenteffettuato dai “tecnici” <strong>in</strong> quellaoccasione fu fortemente condizionatodalle pressioni esercitate daglialti vertici della NASA, che richiedevanoil lancio puntuale delloShuttle, per evitareripercussion<strong>in</strong>egative <strong>in</strong>term<strong>in</strong>i di immag<strong>in</strong>eper l’agenziaspaziale.Posti di fronte aldilemma delGO/NO-GO, gli<strong>in</strong>gegneri, con lospirito di assecondarele pressionioperative,cercarono dimettere <strong>in</strong>siemetutte le <strong>in</strong>formazioni necessarie adassicurare che i rischi legati alleguarnizioni fossero accettabili. E letrovarono!! In passato le guarnizioniavevano già avuto altri problemisenza effetti negativi sulla sicurezzadella missione (fu un problemalargamente sottovalutato); <strong>in</strong>oltre ilsistema era ridondante, nel sensoche i booster erano dotati di unsecondo set di guarnizioni che,secondo l’op<strong>in</strong>ione degli <strong>in</strong>gegneri,avrebbe supplito nel caso <strong>in</strong> cui ilprimo avesse avuto problemi.Secondo l’op<strong>in</strong>ione di DianeVaughan, la valutazione del rischio<strong>in</strong> questa circostanza fu sicuramentecondizionata da pressionioperative, tuttavia <strong>in</strong> un contestocomplesso e denso di rischi comequello delle missioni spaziali, dovel’<strong>in</strong>certezza è generalmente eleva-ta e l’esperienza pregressalimitata, la decisionedegli <strong>in</strong>gegneri fuformalmente corretta(ancorché di esito catastrofico).Secondo Murphy de -cisioni sbagliate che nondanno effetti negatividiventano giuste. Il riskassessment è uno strumentomolto potente mava utilizzato con obiettività,senza condizionamenti,sfruttando almeglio tutte le <strong>in</strong>formazionidisponibili e nonsolo quelle che ci fannopervenire alle conclusioniche preferiamo.PRIMA LEGGE DI SCOTTIncidente B-737 Aloha Airl<strong>in</strong>es - 28 aprile 1988“Qualsiasi cosa vada male, avràprobabilmente l’aria di andarebenissimo”.La legge di Scott presenta qualchecollegamento con il problemadelle aspettative di fronte a problemiconsiderati possibili, ma che <strong>in</strong>realtà si verificano molto raramente.In manutenzione questo generedi problema si può verificare con leispezioni visive. Fortunatamente<strong>in</strong>fatti i moderni criteri di progettofanno sì che la struttura sia uncomponente affidabile del velivolo;i danneggiamenti che derivano dall’<strong>in</strong>vecchiamento,dall’impiego edall’ambiente sono possibili mararamente portano a <strong>in</strong>cidenti. Casiclamorosi <strong>in</strong> tal senso sono statil’<strong>in</strong>cidente catastrofico avvenuto aun Comet nel 1954, la cui fusolieracedette <strong>in</strong> volo a causa del fenomenodella fatica.Un altro aspetto che contribuiscead <strong>in</strong>crementare la sicurezza dellestrutture aeronautiche è il piano dicontrolli previsto durante la manutenzioneprogrammata (ispezionieseguite visivamente o sfruttandometodologie non distruttive). Talicontrolli richiedono elevata concentrazioneed accuratezza da parte delpersonale. Da un punto di vistaHuman Factors, le ispezioni visivepresentano diversi aspetti critici (illum<strong>in</strong>azione,addestramento, procedure,stanchezza, ecc.), tra cui ilsoddisfacimento delle aspettative.A causa della bassa probabilitàdi riscontrare difetti nella struttura,durante i controlli su migliaia dirivetti può capitare che solo uno odue siano riscontrati danneggiati.Ciò potrebbe far maturare l’aspettativache il velivolo sia esente da problemi(“non l’ho mai trovato rotto”),con conseguente dim<strong>in</strong>uzione dellivello di attenzione. Qu<strong>in</strong>di se unispezione visiva comporta tempilunghi, la comb<strong>in</strong>azione di stanchezzaed aspettative positive sull’<strong>in</strong>tegritàdella struttura può pregiudicarel’accuratezza del controllo.Ricorderete l’<strong>in</strong>cidente che haco<strong>in</strong>volto un B-737 (Aloha Airl<strong>in</strong>es28 aprile 1988 - foto <strong>in</strong> alto), dalquale si distaccò <strong>in</strong> volo una considerevoleporzione della fusolierasuperiore. Un’hostess perse la vitae il velivolo riuscì ad effettuare unatterraggio di fortuna. Le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>iaccertarono che il cedimento dellafusoliera fu causato dall’<strong>in</strong>debolimentodella struttura dovuto allapresenza di 240 <strong>in</strong>cr<strong>in</strong>ature di fatica.Queste erano presenti datempo nella struttura e non eranostate rilevate durante i controlli visivieffettuati durante gli <strong>in</strong>terventi dimanutenzione programmata.I due tecnici che effettuarono icontrolli avevano 22 e 33 anni diesperienza ed un’elevata motivazione.Tra i fattori che contribuironoalla mancato riscontro delle <strong>in</strong>cr<strong>in</strong>aturevi fu la non ottimale accessibilitàdelle aree da ispezionare e,soprattutto, la lunga durata delcontrollo, che richiedeva l’ispezionevisiva di circa 1300 rivetti.I testi human factors <strong>in</strong> tema diispezioni visive raccomandano aitecnici di non dare mai per scontatoil buono stato del velivolo; alcontrario dovrebbero abituarsimentalmente all’idea di trovare undifetto ad ogni controllo.LEGGE DI SEGAL“Un uomo con un orologio sache ore sono. Un uomo con dueorologi non è mai sicuro”.Vale la pena soffermarsi brevementesu questa affermazione, chefa vagamente riferimento ai problemidella ridondanza, che è unametodologia largamente applicatanel settore aeronautico per aumen-Filosofia della Sicurezza Volo21Sicurezza del Volo n. 268/2008Sicurezza del Volo n. 268/2008

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