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Dall'Intelletto all'Intuizione.pdf - Alice Bailey

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Tutta la storia dell’evoluzione umana potrebbe essere studiata secondo questo concettodi Piano, e si noterebbe che l’interesse è concentrato nella coscienza, crescente124 nell’uomo, di un Universo che rivela una Vita e una Divinità, e nel quale il genere u-mano fa la sua parte nel Tutto più vasto. Ludwig Fischer richiama la nostra attenzionesul fatto che tutte le nostre facoltà “sono fondate sul “quid” misterioso e inconscio chedomina l’insieme della nostra vita intellettuale”, e segnala la necessità di ciò che eglichiama l’elemento non-razionale nelle risposte che diamo ai problemi complessi d’ognigiorno. Le sue conclusioni circa la condizione fondamentale che l’uomo deve fronteggiarein relazione al pensiero, nel procedere verso regni superiori e non-razionali, sonovere e convincenti:“Un solo modo di avanzare è possibile. La via è aperta dall’intuizione di mentiin possesso di una sensibilità istintiva superiore alla media: segue la ragione a-nalitica, che consolida la posizione e rende praticabile la via per il restodell’umanità. L’avanzata verso l’ignoto comincia con un’ipotesi, e l’ipotesi nonè altro che una struttura più o meno non-razionale, ottenuta per intuizione. Unavolta posta, è confrontata in ogni sua implicazione con l’esperienza in modoche, se possibile, possa essere provata e resa razionale” 68 .Nello studiare il processo del controllo mentale, siamo giunti allo stadio in cui dobbiamoappunto procedere per ipotesi. Si tratterà, naturalmente, di ipotesi soltanto perchi ha un orientamento materialistico, perché le conclusioni raggiunte e il campo conoscitivodi cui trattiamo sono riconosciuti come verità e fatti provati da migliaia di uominidi ogni tempo.125 Abbiamo delineato un metodo, antico e sperimentato, per mezzo del quale si sostieneche la mente possa essere padroneggiata ed usata a volontà, ed abbiamo inoltre indicatoun modo con cui i fattori che finora hanno assorbita la sua attenzione possono essereannullati, rendendo possibile un nuovo campo di consapevolezza. Prima di proseguire,sarà bene definire le ipotesi sulle quali ci baseremo. Potremmo esprimerle come segue:Esiste un regno dell’anima, chiamato spesso il regno di Dio, che in realtà è un altroregno della natura, un quinto regno.Penetrarvi è tanto normale quanto lo è stato il transito della vita da un regno di naturaall’altro nel corso dell’evoluzione.Quando i sensi, e tutto ciò che essi trasmettono, sono focalizzati nel “senso comune”,appellativo che mistici come Maestro Eckart attribuirono alla mente, quest’ultimasi arricchisce, aprendosi a molti stati di consapevolezza. Quando queste attività possonoessere annullate e la mente, ricca e sensibile, può focalizzarsi a sua volta, diventa unapparato sensibile (o sesto senso, se preferite) in grado di registrare “le cose del regnodi Dio”, aprendo all’uomo immerso in meditazione profonda stati di coscienza e ordinidi conoscenza fino a quel momento a lui preclusi, ma che, come ogni altro campod’indagine, fanno parte del Tutto e del contenuto mondiale. Ecco l’ipotesi sulla quale cibaseremo. La consapevolezza istintiva, nell’uomo, ha ceduto il posto alla conoscenzaintellettuale. Non è possibile che quest’ultima sia a sua volta trascesa e sostituita dallaconsapevolezza intuitiva?126 A questo punto della nostra trattazione, è necessario enunciare alcune proposizioniche meglio chiariscono il tema del quale ci occupiamo. Esse sono tre:Primo. Nel lungo processo evolutivo che ha condotto l’uomo dallo stadio animale aquello di essere umano, scopriamo di essere nella fase in cui l’uomo è cosciente di sé ecentrato su di sé. È al centro del proprio mondo e l’universo ruota attorno a lui. Tuttociò che avviene si riferisce a lui stesso, ai suoi affari, agli effetti che la vita e le circostanzehanno su di lui, quale fattore preminente.Secondo. Con l’aumento della conoscenza e della consapevolezza intellettualenell’uomo, il cervello e la mente si coordinano. Il primo diventa soltanto l’utensile o lostrumento degli istinti disciplinati e della mente controllata. Quest’ultima trae dal co-68 Fischer, Ludwig: La struttura del pensiero, pag. 361.48

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