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Dall'Intelletto all'Intuizione.pdf - Alice Bailey

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sono comprensione intellettuale” 100 . L’autore dice inoltre che l’intuizione “riguarda soloeffetti intangibili e, se è indipendente dal tempo, lo è anche dal sentimento” 101 . In unpassaggio particolarmente chiaro definisce, forse senza intenzione, poiché tratta altriargomenti, il mistico pratico coordinato, ovvero il conoscitore.“... l’ispirazione intuitiva e l’energia istintiva sono finalmente domate ed unificatenel sé compiuto, che infine forma una singola personalità” 102 .È il meccanismo guidato e diretto, nelle sue relazioni e reazioni fisiche, dallo apparatodegli istinti, che opera tramite i sensi e il cervello, mentre l’anima a sua volta guidae dirige la mente per mezzo dell’intuizione, il punto fisico di contatto essendo nel cervellosuperiore. G.B. Dibblee riassume questo concetto con le seguenti parole: “La conclusionecui sono giunto è la precisa ammissione di due distinti organi d’intelligenza164nell’essere umano, il talamo, sede dell’istinto, e la corteccia cerebrale, sede delle facoltàcollegate dell’intelletto e dell’intuizione” 103 . Questa affermazione coincide con gli insegnamentiorientali, che situano il centro che regola e coordina tutta la natura inferiorenella regione del corpo pituitario, e il punto di contatto con il Sé superiore e l’intuizionenella regione della glandola pineale.Il processo si svolge pertanto nel modo seguente: La mente riceve illuminazionedall’anima sotto forma d’idee che si riversano in essa o di intuizioni che le trasmettonouna conoscenza diretta ed esatta, giacché l’intuizione è sempre infallibile. Il procedimentoviene ripetuto dalla mente attiva, che comunica al cervello in attesa le intuizionie la conoscenza trasmesse dall’anima. Quando ciò si compie automaticamente e con e-sattezza, si ha l’uomo illuminato, il saggio.La seconda attività cui la mente reagisce, quale risultato dell’illuminazione, è la telepatia.È stato detto che “l’illuminazione stessa può essere considerata come il più elevatotipo di telepatia conosciuto, poiché nel risplendere di quella suprema illuminazione,l’anima umana è il percipiente, è il Padre delle Luci e l’agente”. Il trasmettitore può165anche agire per mezzo di molte menti, poiché il mondo dell’anima è quello della coscienzadi gruppo, e ciò apre un ampio campo di contatti. L’anima umana non è in rapportosoltanto con la Mente Universale, ma anche con tutte le menti tramite le quali ilDivino Proposito, che chiamiamo Dio, ritiene di operare. Possiamo in tal modo spiegarciil flusso costante degli scritti e dei messaggi illuminati d’ogni epoca che hanno guidatoil pensiero ed il destino degli uomini, conducendoli lungo il sentiero della realizzazionedallo stadio dell’animismo e del feticismo alla concezione attuale di una Divinitàimmanente. Dal punto di vista dell’uomo e della natura, abbiamo progredito fino a quellodi un Tutto divino, in cui viviamo, muoviamo e siamo, e con il quale la nostra coscienzas’identifica. Sappiamo di essere divini. Uno dopo l’altro, i Figli di Dio sono entratiin possesso del loro retaggio e divenuti sensibili al piano mondiale. Con la fermezzadella loro contemplazione, si sono messi in grado di agire da interpreti della MenteUniversale e da intermediari fra le moltitudini non telepatiche e l’eterna fonte di saggezza.Agli illuminati, ai pensatori intuitivi in ogni campo di conoscenza e ai comunicatoritelepatici e ispirati può esser fatto risalire il meglio di ciò che l’umanità odierna conosce,l’origine delle grandi religioni del mondo e il trionfo della scienza.166 Questa comunicazione telepatica non deve essere confusa con la medianità o con lenumerose scritture cosiddette ispirate che abbondano attualmente. La maggior parte diesse sono mediocri e non dicono nulla di nuovo, ne recano messaggi che ci permettanodi compiere altri passi verso la Nuova Era o ci guidino sulla scala che conduce ai LuoghiCelesti. Il novantotto per cento di queste comunicazioni attinge al subcosciente, o silimita ad espressioni di mentalità pur degne e rispettabili. Ciò dimostra che l’uomo hafatto molto e si sta coordinando. Non indicano però l’intuizione, ne l’attiva facoltà di te-100 Carr, H. Wildon: op. cit, pag. 21101 Dibblee, G. Binney: op. cit., pag. 132.102 Ibidem, pag. 30103 Ibidem, pag. 165.62

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