<strong>Premio</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>per</strong> <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> <strong>laurea</strong> sull’economia <strong>bellunese</strong> - 2ª e<strong>di</strong>zione___________________________________________________________________________LA RECENTE EVOLUZIONE DEL SISTEMA DISTRIBUTIVO IN VENETO E IL CASODELLA PROVINCIA DI BELLUNO<strong>di</strong> CHIARA CURTIRelatore: Prof. Mario VolpeUniversità <strong>di</strong> Venezia - Facoltà <strong>di</strong> EconomiaAnno accademico 2000-2001Il lavoro si chiede come sia possibile far convivere da una parte la necessità <strong>di</strong>favorire un logico sviluppo del commercio moderno caratterizzato dalle gran<strong>di</strong>strutture <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta e dall’altro il bisogno <strong>di</strong> conciliare tale evoluzione con l’esigenza<strong>di</strong> mantenere sul territorio servizi fondamentali a beneficio della popolazioneresidente.La situazione del mercato è caratterizzata oggi dall’accelerazione del processo<strong>di</strong> concentrazione e da una spinta verso l’internazionalizzazione della <strong>di</strong>stribuzionecommerciale. Ci si deve chiedere come tutto questo possa realizzarsi ed esserecompatibile in un ambiente montano, dove le caratteristiche morfologiche edemografiche sono del tutto particolari.Certamente lo sviluppo e la modernizzazione nel commercio, che già si sonoverificati e che in futuro proseguiranno, sono elementi naturali ed in<strong>di</strong>spensabili <strong>per</strong>l’economia moderna. I nuovi sistemi <strong>di</strong>stributivi presentano senz’altro vantaggieconomici e sociali: tra questi, minori costi <strong>per</strong> i consumatori, ampiezzadell'assortimento che consente <strong>di</strong> ridurre i tempi necessari <strong>per</strong> gli acquisti, orari <strong>di</strong>a<strong>per</strong>tura più compatibili con le esigenze dei consumatori. Nel contempo <strong>per</strong>ò vannoconsiderati anche gli effetti negativi <strong>di</strong> tale sviluppo, quali la <strong>di</strong>minuita presenzacapillare <strong>di</strong> esercizi commerciali sul territorio, l’impoverimento dei centri urbani, ilvenir meno <strong>di</strong> un servizio essenziale vicino alle classi più svantaggiate dellapopolazione.Per le zone <strong>di</strong> montagna questo è un elemento importante in quanto il piccolonegozio spesso costituisce un servizio essenziale <strong>per</strong> la <strong>per</strong>manenza <strong>di</strong> abitanti inluoghi <strong>per</strong>iferici e <strong>di</strong>sagiati.Lo stu<strong>di</strong>o cerca <strong>di</strong> cogliere quali effetti ha avuto sull’occupazione l’evoluzionedel sistema <strong>di</strong>stributivo. I dati sembrano <strong>di</strong>mostrare che finora la grande<strong>di</strong>stribuzione non sia stata in grado <strong>di</strong> assorbire i posti <strong>di</strong> lavoro <strong>per</strong>si con la<strong>di</strong>minuzione dei piccoli esercizi.L’analisi della provincia <strong>di</strong> Belluno, svolta <strong>per</strong> Comunità Montana, ha <strong>per</strong>messo<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nel tempo un deciso invecchiamento della popolazione: ogni 100soggetti giovani, trent’anni fa c’erano 63 anziani, oggi ce ne sono 143. Si tratta <strong>di</strong>mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>di</strong> forte impatto sul sistema sociale ed economico. La bassa natalità el’abbandono della montagna da parte dei più giovani hanno dato vita a un circolo
<strong>Premio</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>per</strong> <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> <strong>laurea</strong> sull’economia <strong>bellunese</strong> - 2ª e<strong>di</strong>zione___________________________________________________________________________vizioso che, alla situazione attuale, sembra condannare la provincia a un tristedeclino demografico e a un futuro incerto.L’attuale fase <strong>di</strong> declino non può ragionevolmente far pensare ad unainversione <strong>di</strong> tendenza nel breve termine: la contrazione delle classi giovanilicontinuerà ad accompagnarsi con l’aumento dell'incidenza <strong>di</strong> quelle anziane, ed intermini territoriali, con l’ulteriore spopolamento delle zone più “alte” ed isolate.Tenendo presenti queste caratteristiche, lo stu<strong>di</strong>o esamina l’evoluzionedel sistema <strong>di</strong>stributivo nei tempi recenti sia all’interno della provincia che in ambitoregionale, le cause interne ed esterne che hanno prodotto il cambiamento, il ruolosociale che assume il piccolo commercio al dettaglio nelle zone marginali montane.Parlando delle zone bellunesi non si può non far riferimento alla risorsa delturismo che può essere elemento <strong>di</strong> sostegno al commercio, mentre nel contempo ilcommercio deve essere visto come elemento <strong>di</strong> completamento e <strong>di</strong> arricchimentodell'offerta turistica.La parte finale del lavoro esamina l'evoluzione dei vari sistemi <strong>di</strong>stributivi,partendo dal presupposto che l’obiettivo <strong>di</strong> comune interesse sia quello <strong>di</strong> garantire,anche <strong>per</strong> il futuro, la compresenza <strong>di</strong> varie tipologie <strong>di</strong>stributive: piccoli, me<strong>di</strong>,gran<strong>di</strong> esercizi commerciali.Si tenta <strong>di</strong> dare una risposta a quale potrà essere il futuro ruolo delle piccoleimprese commerciali particolarmente importanti nell’ambiente montano.L’analisi condotta ha evidenziato una situazione <strong>di</strong> grande cambiamentoall’interno del settore commerciale.Le nuove forme <strong>di</strong>stributive, che negli ultimi 20 anni si sono <strong>di</strong>ffuse soprattuttoin Veneto, come <strong>di</strong>mostrano i dati (su<strong>per</strong>ficie totale della grande <strong>di</strong>stribuzione pari a1.048.966 e densità pari a 232,5 mq. rispetto a una me<strong>di</strong>a italiana <strong>di</strong> 155 mq <strong>per</strong>1.000 abitanti), hanno assunto una posizione <strong>di</strong> anti<strong>tesi</strong> rispetto al piccolo commerciotra<strong>di</strong>zionale prima privo <strong>di</strong> concorrenti.La maggior ampiezza dell'assortimento, la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> parcheggi ed i prezzipiù contenuti attraggono notevolmente la clientela, mo<strong>di</strong>ficando <strong>di</strong> fatto icomportamenti dei consumatori, che hanno abbandonato i piccoli negozi <strong>di</strong> vicinato.Tale trasformazione é ancor più evidente nelle zone montane, ove il piccolonegozio già doveva far fronte ad un esiguo numero <strong>di</strong> clienti, allo scarso assortimento<strong>di</strong> prodotti, alle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> trasporto <strong>per</strong> l’approvvigionamento delle merci e alconseguente aumento dei prezzi.Le particolari caratteristiche del commercio in montagna, alle quali si aggiungespesso l’anziana età dei titolari, rendono l‘attività poco produttiva e portano inmoltissimi casi alla chiusura del negozio, come evidenziato <strong>per</strong> la provincia <strong>di</strong>Belluno. In questa zona dal 1991 al 1996 sono stati chiusi 672 esercizi, con un calodel 22% delle imprese.La cessazione <strong>di</strong> un negozio nei piccoli centri é un fatto importante in quanto ilvenir meno della presenza commerciale in un paese <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna puòsignificare un grave impoverimento in termini <strong>di</strong> servizi, tale da con<strong>di</strong>zionare la<strong>per</strong>manenza degli abitanti in quel territorio.Il commercio svolge nei piccoli paesi un ruolo fondamentale <strong>per</strong> lavitalizzazione della società, in quanto <strong>per</strong>mette la creazione <strong>di</strong> rapporti sociali e dà