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ENTRATE IN UNA NUOVA ERA - LeasePlan

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PERIODICO TRIMESTRALE | 6,00 EURON.45APRILE 2012CITROËN DS5<strong>ENTRATE</strong> <strong>IN</strong> <strong>UNA</strong><strong>NUOVA</strong> <strong>ERA</strong>IL GRUPPO LEASEPLAN<strong>IN</strong> CONTROTENDENZAIntervista al Regional SeniorV.P. Southern Europe & Pacificdi <strong>LeasePlan</strong> CorporationLE AUTO BLU (E “GRIGIE”)Intervista al presidentedel FormezCONOSCERE È BENEIGNORARE È MALELa strategia My<strong>LeasePlan</strong>e la nuova app<strong>NUOVA</strong> FIAT PANDA:EVOLUZIONE O RIVOLUZIONE?Intervista con il ResponsabileMktg Prodotto di FiatSCATOLA N<strong>ERA</strong>Minaccia o opportunità?SIAMO SOLO NOIIl 45° Rapporto Censis sullasituazione sociale del PaeseL’AUTO USATA TIENE DUROAnalisi sul mercato nel 2011


PEOPLESE NON FAI POLVERE,MANGI POLVEREQuesto numero di Car Fleet si occupa molto di nuove tecnologie, sia riguardanti lacomunicazione all’interno della gestione delle flotte, sia riguardante i nuovi sistemidi propulsione, elettrico e elettrico plug-in.Non possiamo negare che queste innovazioni, per quanto affascinanti e utili, portino con séanche degli interrogativi: rendere gli spostamenti di una persona completamente conoscibiliattraverso una “scatola nera” è corretto, da un punto di vista del rispetto delle individualità(si legge “privacy”)? Non solo: associare a un comportamento di guida personale unavalutazione oggettiva di rischio è ammissibile o no? E ancora, accettare l’inserimento in flottadi veicoli diversi (a bassissime o zero emissioni) quali discriminazioni porta tra gli utilizzatori,considerando che si tratta pur sempre di retribuzione in natura?Mi sembra che i criteri di analisi per rispondere positivamente a queste e ad altre legittimedomande ruotino intorno alle utilità tangibili e intangibili per l’azienda e per il driver.Tutti concordiamo sul principio che un’informazione più puntuale sia generalmente positiva eche riesca a distribuire i costi in modo più equo. Tutti condividiamo l’interesse genuino perl’ambiente e saremmo disponibili a fare qualcosa, compatibilmente con le possibilità di ciascuno.Il punto è che questi vantaggi, siano ritorni di immagine oppure minori oneri assicurativi,non si applicano immediatamente e perfettamente a entrambi i portatori di interessi,né tantomeno a tutti allo stesso modo. Restando dentro gli schemi consueti, rischiamo diaccantonare – per molto o per poco tempo – alcune innovazioni che comunque faranno parte delnostro presente, prima o poi. Salvo poi doverle accettare comunque, senza aver predisposto unarisposta positiva agli interrogativi che pongono.Questo è uno di quei momenti in cui le soluzioni non vanno cercate dentro il problema, ma fuori.Ad esempio, guardare ai veicoli elettrici solo chiedendosi quali siano i costi aggiuntivi el’autonomia di percorrenza rispetto a quelli normali suona a conti fatti come un approccio miope,che non tiene in alcun conto la rivoluzione che si sta avviando sull’intero sistema di mobilitàstradale. Gli spostamenti saranno oggetto di grandi trasformazioni, perché le città e i lorosobborghi stanno cambiando pelle, perché le comunicazioni audio-visive interpersonali stannoavanzando, perché il luogo stesso di lavoro tende a diventare fluido e ubiquo, perché i tempi sistanno insieme appiattendo e dilatando.La sfida della mobilità aziendale e la sfida della gestione delle flotte è solo una parte di una sfidapiù vasta, che riguarda l’intera società e il suo modo di produrre. E che è appena cominciata.Nel far-west le strade non erano asfaltate e l’alternativa era correre avanti (facendo polvere),per evitare di stare dietro a qualcun altro (mangiando la sua, di polvere).Per quanto possa apparire (ed essere) difficile, assumere un atteggiamento positivo e ricettivoverso il cambiamento sarà sempre meglio che resistervi.Mauro Manzonidirettore responsabile di Car FleetCARFLEET 45 | APRILE 20121


SOMMARIOEDITORELEASEPLAN ITALIA SpaViale Alessandro Marchetti, 10500148 Romatelefono: +39 06 96707815email: carfleet@leaseplan.itwww.leaseplan.it/press/carfleet.phpDIRETTORE EDITORIALEAlfonso Martinez CorderoDIRETTORE RESPONSABILEMauro ManzoniNUMERO 45 | APRILE 20120509IL GRUPPO LEASEPLAN<strong>IN</strong> CONTROTENDENZAIntervista a Salkeld, RegionalSenior V.P. Southern Europe &Pacific di <strong>LeasePlan</strong> CorporationI NUMERI DELLE AUTO “BLU”E “GRIGIE”Intervista a Flamment,presidente del Formez30404244NEWS ON THE ROADIL POLO E IL MONDO DELL’AUTOIl legame tra sport e autoSCATOLA N<strong>ERA</strong>Minaccia o opportunità?SEAT ALTEA XL 2.0 TDI DSGLa dinamica dello spazioDIRETTORE SCIENTIFICOPier Luigi del ViscovoART DIRECTORIndro Uttinacci11IL WORLD ECONOMIC FORUMESALTA IL NUOVO PRESIDENTEDELLA BCEIl summit sull’economia mondiale48OPEL ZAFIRA TOURERPerennemente in viaggioHANNO COLLABORATOAndrea Barbieri CaronesGiampiero BottinoPier Luigi del ViscovoAlberto MottiPaolo MalagodiLeonardo PalosciaAlessandro PalumboMaurilio RigoFabio SalvoPROVE SU STRADAa cura di Nicola DesiderioPUBBLICITÀGDN Marketing & Comunicazione Srlgianpiero.denigro@libero.itSTAMPAModulgraf SrlVia di Santa Procula, 23/23A00040 Pomezia (Roma)RegistrazioneTribunale di Milano n.98/1997TIRATURA: 15.000 COPIE14172326<strong>NUOVA</strong> FIAT PANDA:EVOLUZIONE O RIVOLUZIONE?Intervista a Gagliardo,Responsabile Marketing Prodottodi Fiat AutomobilesPORSCHE PANAM<strong>ERA</strong> DIESELDivertimento in salottoCONOSCERE È BENEIGNORARE È MALELa strategia My<strong>LeasePlan</strong> ela nuova appNISSAN QASHQAI 1.6 DCIMa che bell’incrocio5255576062LE PIÚ BELLE DUCATI ALL’ASTAA MONTECARLOIn vendita le Ducati che hannofatto storiaL’AUTO USATA TIENE DUROAnalisi sul mercato usato nel 2011MILANO:PER IL CENTRO SI PAGACome funziona l’Area C?SIAMO SOLO NOIIL 45° rapporto Censissulla situazione sociale del PaeseLA MACCH<strong>IN</strong>A DEI NUMERIIl mercato società e noleggioe i prezzi dell’automotiveCARFLEET 45 | APRILE 20123


di Leonardo PalosciaPEOPLEIL GRUPPO LEASEPLAN<strong>IN</strong> CONTROTENDENZAIl Fondo Monetario Internazionale,nella sua ultima analisi per il 2012,taglia le stime di crescita del Pil mondialedal 4% al 3,3%. Il Pil dell’area euro si contrarràdello 0,5%, con paesi dove crescerà,come in Germania dello 0,3% e in Franciadello 0,2%, e con altri come la Spagnadove è prevista una flessione dell’1,7%,mentre in Italia la stima è del -2,2%. Partendoda queste considerazioni abbiamoapprofondito il tema con Nick Salkeld, RegionalSenior Vice-President Southern Europe& Pacific di <strong>LeasePlan</strong> Corporation.Mr. Salkeld, di fronte a queste prospettive,quali sono a suo giudizio gli interventimacro-economici che possono mettereal riparo una grande multinazionaledal rischio di potenziali ricadute?Indubbiamente, nel breve periodo le compagniemultinazionali, così come i loroclienti e fornitori, continueranno a doverfar fronte all’incertezza e alle sfide continueposte dal panorama economico e finanziarioglobale. Solo attraverso un impegnocostante a favore dell’eccellenzadel servizio, del valore aggiunto e dell’innovazionesi potrà uscire vincitori dal confrontocon questi tempi molto difficili perl’economia.Se da un lato le previsioni per il 2012 dellazona Euro prevedono una caduta del PIL,dall’altro si riscontra uno scenario decisamentepiù positivo per il PIL globale,un fattore, questo, che contribuirà acreare opportunità per molte società internazionali.Per quelle aziende dalla vastapresenza globale, quali ad esempio ilGruppo <strong>LeasePlan</strong>, si presenterà l’opportunitàdi reindirizzare le priorità strategichee gli investimenti verso mercati contraddistintida alto ritorno e alta crescitain modo da compensare le aspettative alribasso previste su altre piazze.Mentre nel 2011 la congiuntura mondialeaccusava un forte ridimensionamento,<strong>LeasePlan</strong> Corporation è andata in controtendenza,mostrando una crescita del13% dell’utile netto pari a 225 milioni dieuro, attestatosi quasi a livelli pre-crisi,e un aumento del numero totale dei veicolidel 2,7%, con più di 1,3 milioni diunità gestite nel mondo.➔CARFLEET 45 | APRILE 20125


PEOPLEQuali sono state le strategie finanziarie ecommerciali che hanno consentito questiimportanti risultati?Il 2011 è stato un anno straordinario peril Gruppo <strong>LeasePlan</strong>. Il raggiungimento diun utile netto - superiore al budget previsto- pari a 225 milioni di Euro, in chiarocontrasto con il clima globale d’incertezzaeconomica e finanziaria, rafforza ulteriormentela solidità del Gruppo <strong>LeasePlan</strong>nonché la costanza e l’eccellenza dellenostre performance economiche. I risultaticonfermano inoltre l’efficacia dellestrategie finanziarie e commerciali adottatedal Gruppo durante la recessionemondiale. Con lo scopo principe di diventarepiù forti e più competitivi sia nel mercatoitaliano che in quello mondiale, il2012 vedrà il Gruppo <strong>LeasePlan</strong> proseguirela strategia di diversificazione delleproprie fonti di finanziamento.Nonostante la crisi economica mondiale,il Gruppo <strong>LeasePlan</strong> ha continuato a concentrarei propri sforzi sulle priorità commercialie sul miglioramento qualitativodel business e dei servizi. Il CommercialTraining Programme (CTP – Programma diFormazione Commerciale) avviato dalGruppo nel 2011 ha contribuito alla crescitadell’investimento nella formazionedei nostri team commerciali, sia a livelloglobale che locale, con lo scopo di migliorareulteriormente la conoscenza del prodottoe l’approccio a un servizio semprepiù incentrato sul cliente. <strong>LeasePlan</strong> Italiaè stato scelto come paese pilota per questoprogramma e i risultati iniziali sonostati estremamente positivi. Questa strategiadel Gruppo ha conseguito risultaticoncreti, con un notevole aumento dellasoddisfazione del cliente e del conducentesia in Italia sia a livello globale. Tali sforzicontinueranno a essere profusi nel futuro,poiché è intorno al servizio e alla qualitàche gravita il prestigio del nostro brand.Per quanto riguarda il futuro, <strong>LeasePlan</strong>Italia sta lavorando al lancio di una seriedi novità; prodotti e servizi con cui i nostriclienti e conducenti potranno sfruttarenuove tecnologie allo scopo di ottimizzarela loro esperienza di mobilità.6 CARFLEET 45 | APRILE 2012


Il piano in questione include la possibilità,per clienti e conducenti, di accedere aiprincipali servizi “su richiesta”, attraversol’uso del Web e di dispositivi quali smartphonee tablet. I primi programmi pilotasono stati accolti con entusiasmo dai nostriclienti. Benché le sfide poste dall’attualepanorama finanziario ed economicosiano numerose, il Gruppo <strong>LeasePlan</strong> proseguiràil percorso dell’innovazione inmodo da rinforzare la nostra posizionequale leader globale nel noleggio di veicolie nel fleet management.Dal suo punto di osservazione privilegiato,quali previsioni si sente di fare peril settore delle auto aziendali ed in particolareper il fleet management sia a livelloglobale che in particolare per laRegione da lei guidata?Negli ultimi 12-18 mesi, il mercato automobilisticoha riscontrato una netta divergenzadi prestazioni fra il settore deiveicoli aziendali e quello dei privati. Ilbasso livello di fiducia del consumatore,abbinato a una limitazione della sua liquidità,ha portato a un forte declino degliacquisti per il settore dei veicoli privati.Allo stesso tempo, le prestazioni del settoredei veicoli aziendali si sono rivelaterelativamente robuste poiché le aziendehanno continuato ad acquistare mezzi perpoter rispondere alle loro costanti necessitàdi mobilità.In Italia, considerando la difficile situazioneeconomica e finanziaria, il rendimentodel mercato del noleggio a lungotermine e del fleet management è statopositivo. Dopo i buoni progressi registratinel 2011, anno in cui il mercato è cresciutodel 3% circa, le stime iniziali per il 2012parlano di un mercato che rimarrà stabile.Quali saranno le strategie che <strong>LeasePlan</strong>metterà in campo nel prossimo futuroper mantenere la leadership di mercato?La leadership globale di mercato di <strong>LeasePlan</strong>nel noleggio a lungo termine e nelfleet management non è stata conseguitada un giorno all’altro. L’azienda può contarecon orgoglio su una lunga serie disolidi successi in campo finanziario, ottenutigrazie a un’ottima visione strategicae una forte leadership. La strategiaglobale di <strong>LeasePlan</strong> per il 2012 e oltrecontinuerà a puntare su una crescita sostenibilee profittevole. Quest’obiettivosarà raggiunto mediante un mix di crescitaorganica e, se dovessero esserci le giustecondizioni, eventuali acquisizioni.In quanto a crescita organica, <strong>LeasePlan</strong>si concentrerà su una serie di potenzialiscenari che includono un maggior investimentosu PMI e Partite IVA e nel mercatodei veicoli commerciali leggeri oltreall’ingresso in nuovi paesi e regioni. È importantesottolineare come il Gruppo <strong>LeasePlan</strong>stia seguendo una politica di crescitapositiva che sia sostenibile e, allostesso tempo, garantisca una costanteeccellenza nel servizio erogato ai suoiclienti attuali e futuri.Molti sostengono che la green economypotrà dare un forte impulso alla ripresaeconomica. Pensa che questo sia veroanche per il vostro mercato di riferimento?E quali sono le strategie di <strong>LeasePlan</strong>in questa direzione?Il concetto di “mobilità sostenibile” è diventatosempre più importante sia per ilsettore automobilistico che per il mercatodel noleggio a lungo termine. Durante ilbiennio 2012-2013 ci aspettiamo un incrementodel numero dei veicoli “verdi”,sia ibridi che elettrici, lanciati sul mercato.Molti nostri clienti stanno già introducendoquesti veicoli in car policy. Un contributoalla ripresa economica sarà quindideterminato dagli investimenti da partedei costruttori per lo sviluppo e la commercializzazionedi veicoli ecosostenibili,ma anche dalla realizzazione delle infrastrutturerichieste dall’aumento di veicolielettrici in circolazione.Un fattore chiave per il successo dei veicoli“verdi” sarà il supporto fornito dalleIstituzioni verso l’implementazione diqueste nuove tecnologie. Numerosi governihanno già integrato incentivi economici/fiscalisia per le aziende che per iconducenti che scelgono vetture ecosostenibiliper i loro spostamenti. Questosostegno sarà necessario sia nel breveche nel medio termine, in modo da assicurarnela diffusione su vasta scala.Per incoraggiare anche le aziende versosoluzioni di mobilità sostenibile, da anni<strong>LeasePlan</strong> offre ai propri clienti GreenPlan.Si tratta di un progetto globale che, a partiredall’analisi delle emissioni di CO2 delparco auto, propone soluzioni finalizzatealla riduzione sia dell’impatto ambientaleche dei costi totali di gestione (TCO) dellaflotta. A livello internazionale, <strong>LeasePlan</strong>ha anche firmato un accordo di cooperazioneinternazionale con importanti costruttori– come Nissan, Opel e Toyota –per promuovere la mobilità ecosostenibilenel mercato del noleggio a lungo termine.Un’ulteriore prova del grande impegno edella ferma convinzione di <strong>LeasePlan</strong> dell’importanzadi ricoprire un ruolo attivonella promozione di soluzioni di mobilitàsostenibile per i propri clienti.CARFLEET 45 | APRILE 20127


di Pier Luigi del ViscovoPEOPLEI NUMERIDELLE “AUTO BLU”(E “GRIGIE”)Il Formez è da anni il braccio operativodel Ministro della FunzionePubblica per il monitoraggio delle “autoblu”. Abbiamo incontrato il presidenteCarlo Flamment.Presidente Flamment, quante sono leauto della Pubblica Amministrazione?64.524 di cui circa l’80% di proprietà dellaP.A. mentre le altre sono soprattutto noleggioe leasing. Tengo a precisare che oggi abbiamoil numero reale delle auto e siamoin testa nella UE come trasparenza in questosettore. Anni fa uscì il numero di 620milaauto blu, più degli USA. Allora inviammouna nota ai consolati per capire come venivaeffettuata la rilevazione e riscontrammo laCarlo Flamment, presidente del Formezparzialità dei dati degli altri Paesi, cheescludevano diversi settori. Dalla nostrarilevazione sono esclusi i veicoli usati perla sicurezza dello Stato (Guardia di Finanza,Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, ecc)che sono all’incirca altre 60 mila autovetture.Oggi abbiamo un censimento analitico,targa per targa, di tutte le auto della PAcon un’approssimazione al 98%. Nessunodei paesi intervistati era in grado di dareuna stima così precisa.Il fatto che non siano 600mila ma 60milasignifica che non c’è da attendersi grandirisparmi, pur da una gestione migliore?Assolutamente no. Riteniamo sia possibileeffettuare ulteriori riduzioni consistenti.Riduzioni di numero o di costo?Di entrambi. Perché la mappa che ne escefuori è a macchia di leopardo: alcune amministrazionihanno fatto riduzioni consistentiin pochi anni, hanno cambiato iltipo di approccio, usato il noleggio, impiegatomeno autovetture che consumanomeno.Nella gestione delle flotte i risparmi, oltreche dalla quantità, possono venireanche dalla qualità. Quanto sono anzianequeste auto?Il parco auto della P.A. è molto obsoleto. Il27% è fatto di auto precedenti il 2001 (conpiù di 11 anni), un terzo è compreso tra il2001 e il 2006 e solo il 40% dal 2007 in poi.Ma misurate anche le percorrenze?Il monitoraggio dei chilometri parte inquesti giorni sotto l’input del Ministro PatroniGriffi. Al momento stimiamo che lapercorrenza media sia di 10.000 km all’anno,che sale a 20.000 nelle auto chegirano di più.Come si suddividono le cosiddette “autoblu” in base alla funzione?Le “blu” (10.634) sono auto di rappresentanzautilizzate dai vertici delle istituzionie delle amministrazioni, mentre le “grigie”(53.890) sono le auto operative, non assegnate,usate per molteplici servizi (tipoASL, che fanno ispezioni sull’inquinamento,interventi di medicina legale, controllodel territorio). In alcuni casi ridurrei costi e il numero delle auto può esserecontroproducente. Se ad esempio unaASL taglia ma poi non fa i servizi di assistenzadomiciliare sociale non sta aiutandola comunità: ci deve essere anchelì efficienza e risparmio ma non la riduzionea tutti i costi come obiettivo. Invece,sulle auto blu abbiamo un obiettivo di riduzionesia del numero che del costo. ➔CARFLEET 45 | APRILE 20129


PEOPLE10.000 auto blu possono sembrare tante,ma possono anche essere poche, per unoStato. Dopotutto le flotte aziendali sononate proprio per ridurre i costi della mobilitàdelle persone. Se si eliminano adesempio 2.000 auto blu e poi quegli altidirigenti per spostarsi per lavoro usanoil taxi o l’auto propria con una notaspese, magari rischiamo un’emorragiadiversa. Qual è il criterio con cui si giudicala giusta quantità di auto blu?Con un ragionamento aziendalistico potrebbeessere equo questo numero. Madobbiamo arrivare al limite dell’inefficienzaper riconquistare la fiducia dellepersone; questo vale di più del costo aggiuntivoderivante dal fatto che se rinuncioall’auto blu la mobilità costa di più.Considero giusta la stretta, nonostante ilfenomeno non sia abnorme, perché oggila preoccupazione principale è ricucire lafiducia tra cittadini e istituzioni.Non lo si può fare meglio solo riducendoi costi?No, perché la macchina ha un impatto visibilee siccome ci sono stati abusi è giustoprocedere in direzione di una ossessivariduzione del numero delle auto. Diquelle 10.600 stimiamo che solo 5.300siano assegnate ad uso esclusivo di unapersona, mentre l’altra metà è a disposizionedi interi uffici. Noi stiamo lavorando,con gli ultimi due governi, per ridurre ilnumero degli assegnatari al massimo.Non sarebbe il caso di regolamentarequelli che definisce “abusi” assegnandole auto in uso promiscuo, applicando inbusta paga le normali trattenute fiscaliin base alle tabelle ACI?È possibile quando hai un rapporto di fiducia,allora una partecipazione ai costida parte di chi utilizza le auto potrebbeessere di vantaggio economico per loL’opera di razionalizzazione e ottimizzazione delle flottedella P.A. sta molto a cuore al Ministro Filippo PatroniGriffi, già artefice della prima parte del progetto, in qualitàdi Capo di Gabinetto, con il precedente Ministro per le riformedella pubblica amministrazione e l'innovazione.“In un momento di grandi sacrifici per decine di milionidi cittadini italiani ed europei – ha dichiarato – riteniamodi integrare ulteriormente le già rigide previsioni normativedi riduzione di utilizzo di auto blu da parte delle amministrazionipubbliche, prevedendo ulteriori azioni e senecessario disposizioni per accertare che le riduzioni previstesi traducano in effettivo risparmio permanente econtributo al risanamento dei conti pubblici.Sulla trasparenza in tema di uso di auto pubbliche l’Italiapuò diventare un esempio virtuoso per tutta l’Unione Europea,dove raramente esiste un monitoraggio continuo ecosì dettagliato”.Stato, però nella situazione in cui siamoservono regole rigide perché veniamo daun periodo di abusi: questo non renderebbenetto il recupero e potrebbe sembrare unbeneficio che la casta si dà da sola.In tutti i censimenti delle grandi flotteviene sempre fuori un numero considerevoledi macchine registrate ma di fattodimenticate, abbandonate e non più utilizzabili.Nella PA è un fenomeno diffuso?Le auto inutilizzate sono circa 800 su untot di 64 mila, l’1,5% circa.A fronte di auto blu poco o mal utilizzate,ci sono servizi di sicurezza che lamentanoinsufficienza e obsolescenza delle vetture.È possibile che una parte dei risparmidalle auto blu e grigie vada a potenziarela qualità delle auto di sicurezza?Potrebbe avvenire. Risparmi del parcoauto reinvestiti nel settore per migliorarei servizi. Questa azione non tocca i corpimilitari e di sicurezza, ma non c’è dubbioche molti dei criteri che emergeranno potrannoessere adottati per il parco autodi pubblica sicurezza.10 CARFLEET 45 | APRILE 2012


di Andrea Barbieri CaronesPROFITPer la Cina è l’anno del Dragone, per l’Europa è l’anno diDraghi: il summit in terra elvetica ha sancito l’apprezzamentodel banchiere da parte di capi di governo e guru della finanzainternazionale.IL WORLD ECONOMIC FORUM ESALTAIL NUOVO PRESIDENTE DELLA BCEMisure in favore della crescita e sostegnoall’occupazione, soprattuttonei giovani. Questi, in sintesi, i temiattorno ai quali è ruotata l’edizione 2012del World Economic Forum, concluso il 29gennaio fra le montagne svizzere di Davosdove capi di governo di oggi e di ieri, leaderdella finanza internazionale, imprenditori,presidenti di banche o di grandiaziende o businessman con contatti intutto il mondo hanno discusso su comerisolvere i problemi economici e finanziariche – soprattutto in questi anni – stannocolpendo quasi tutti i Paesi del mondo,con l’esclusione di poche aree in cui il PILcontinua a crescere a ritmo sostenuto.“La creazione di lavoro dovrebbe esserela nostra prima preoccupazione. E non c’ènulla di meglio della crescita per favorirequesto stato di cose” ha detto l’ameri-Mario Draghi, presidente della BCEcano di origine indiana Vikram Pandit, cheoltre a essere il CEO della multinazionaledi servizi finanziari Citigroup era ancheuno dei moderatori saliti sul palco di questoforum che con 2.600 accrediti ha superatoogni record di presenze.Certo, trovare la ricetta per portare anchel’Europa sulla strada della ripresa che èiniziata negli Stati Uniti – dove gli analistiritengono che il PIL 2012 possa aumentaredel 2-3% rispetto al 2011 - non è cosa semplice,come hanno affermato candidamentei leader che tengono in mano le redinidelle economie di mezzo mondo.“L’istruzione e gli investimenti in infrastrutturesono fondamentali” ha dettoSheryl Sandberg, COO di Facebook,azienda che si appresta a sbarcare inBorsa pronta a raccogliere miliardi di eurofacendo del suo creatore, Marck Zuckerberg,uno fra i più ricchi uomini del mondo.Se da più parti si ritiene che il capitalismoodierno deve avere come obiettivo quellodi farsi più sensibile ai bisogni delle personeripensandosi in maniera radicale –cercando di risolvere i problemi in manieracoordinata – da Mario Draghi è arrivatoun discorso che ha sottolineato la difficoltàche sta vivendo il settore bancarioin Europa, dove tra l’altro l’istituto da luidiretto – la Bce – ha appena visto la conclusionedella maxi asta finalizzata allaconcessione di nuovi fondi alle bancheeuropee, nelle cui casse arriveranno piùdi 529 miliardi di euro attraverso finanziamentia tasso agevolato dell’1%, darimborsare entro 3 anni. Gli istituti di creditoitaliani coinvolti sarebbero una settantina.Questa iniezione di fiducia si è aggiuntaai 489 miliardi decisi a fine anno."Abbiamo evitato un credit crunch gravissimoe una più grave crisi dei finanziamenti",ha detto Draghi il 28 gennaio a Davos.E sono state proprio le luci della ribaltadel Wolrd Economic Forum che hanno sancitouna sorta di debutto per l’ex governatoredella Banca d’Italia, che dal 1° novembreguida l’istituto europeo da “Eurotower”succedendo al francese Jean Claude Trichet,rimasto in carica 8 anni.È proprio il gotha intervenuto a Davos cheha espresso parere positivo sul 64ennebanchiere romano, al punto che c’è chiha detto che il 2012 non sarà l’anno delDragone (secondo il calendario cinese)ma l’anno di Draghi.Apprezzata soprattutto dalle imprese delvecchio continente la sua prima mossa ditagliare dello 0,25% il tasso di interessefino a farlo scendere a quota 1,25% perpoi, a dicembre, abbassarlo ulteriormentefino all’1% per rispondere alla “modestarecessione” (per usare le sue parole) cheaveva colpito l’Europa.➔CARFLEET 45 | APRILE 201211


CATEGORIAMario Draghi è arrivato a Davos dopo uncentinaio di giorni dalla sua investitura aFrancoforte, diventando l’uomo che rappresentail salvatore dell’Euro dal possibilecrollo, ricevendo il consenso deigrandi dell’Europa e anche dei forti gruppidi potere che spesso condizionano le decisionia livello nazionale e comunitario,anche in politica finanziaria.Certo, qualche critica è arrivata dalla Germania,dove si teme che la sua politicapunti a sostituirsi a quella di bilancio deisingoli Paesi. Ma i primi mesi di presidenzahanno dunque inciso molto sul contestoeconomico e finanziario europeo,come confermano le parole di elogio cheOlivier Blanchard, capo economista delFondo Monetario Internazionale, aveva riservatoal manager italiano il giorno dellasua nomina a capo della Bce: "Sarà unbanchiere centrale pragmatico".Uno degli speaker al World Economic ForumMa se Mario Draghi e la sua strategia raccolgonoil favore di economisti e politici,è l’Italia a mostrare una volta di più le suelacune in materia di modernizzazione e,soprattutto, di competitività: nel suo consuetorapporto Global CompetitivenessReport, il World Economic Forum ci metteal 43° posto al mondo per competitivitàglobale (i primi 3 posti sono occupati daSvizzera, Singapore e Svezia), al 92° perambiente macroeconomico, al 123° perefficienza del mercato del lavoro, al 97°per sviluppo dei mercati finanziari e al 43°per innovazione. Lo studio ha preso inconsiderazione 142 Paesi del mondo.I problemi maggiori per fare business inItalia? Una burocrazia inefficiente, altatassazione, difficoltà di accedere ai finanziamentie infrastrutture inadeguate. Maci sono altri dati sui quali riflettere e chefanno soccombere l’Italia davanti al restodel mondo: siamo al 140° posto per farraginositàdelle leggi, al 132° per crimineorganizzato, al 127° per la fiducia verso ipolitici, al 133° per efficienza nel dirimerele cause legali davanti al giudice, al 112°per qualità di protezione degli interessidegli azionisti di minoranza delle societàdi capitale e al 79° per qualità globaledelle infrastrutture, comprendenti strade,autostrade, ferrovie, porti e aeroporti.Tutti dati che fanno pensare a quantastrada ci sia da percorrere per portarel’Italia alla pari dei Paesi concorrenti perquanto riguarda servizi e infrastrutture.A livello di sviluppo economico, invece,la Penisola occupa posizioni di rilievo: idati del World Economic Forum, infatti, ciposizionano al secondo posto al mondoper “Cluster development”, indice dellapresenza di una fitta rete di aziende subuona parte del territorio. Piazzamenti discretianche per quanto riguarda la qualitàe (soprattutto) la quantità delle impreseitaliane in grado di fornire beni e servizi,che permettono all’economia italiana diposizionarsi nella top 10 mondiale in terminidi volume d’affari.12 CARFLEET 45 | APRILE 2012


DRIVEdi Paolo Malagodi<strong>NUOVA</strong> FIAT PANDA:EVOLUZIONEO RIVOLUZIONE?Una scelta che limiti a tre le vetturepiù rappresentative sia della motorizzazionedi massa in Italia sia dellefortune industriali della Fiat, con ogni probabilitàriguarderebbe tre grandi utilitarie:la Topolino del 1936 e la 500 del 1957, insiemealla Panda del 1980.Paolo Gagliardo,Responsabile Marketing Prodottodi Fiat AutomobilesCommissionata, quest’ultima, a GiorgettoGiugiaro, per sostituire le calanti fortunedella 126 con una vettura più abitabile edi maggiore praticità di utilizzo. Con unincarico che il designer torinese sviluppònel progetto di una due volumi dalla lineasquadrata, dotata di innovative soluzionidestinate a “ sacrificare il superfluo a favoredell’utile e del razionale”.Come annotava lo stesso progettistanell’agosto 1976, all’inizio di un lavoroculminato con la presentazione, nel marzo1980 al Salone di Ginevra, di un’automobiledenominata Panda, la cui originalitàdapprima provocò tiepide accoglienze daparte di una clientela ormai avvezza amaggiore ricchezza di dotazioni. Incertezzadurata poco, con il nuovo modellolesto a scalare le classifiche di vendita inun rapida sequenza che farà correggerea Giugiaro un suo diverso parere iniziale:“Mi aspettavo che fosse la clientela menoabbiente ad acquistarla subito ed ho invececonstatato che tra i primi acquirentic’erano architetti e professionisti, oltrealla buona borghesia della collina torinese.Con un fenomeno simile a quellodei jeans, che tutti hanno voluto indossaresulla scia di personaggi famosi. Cosìè esploso il fenomeno Panda, esaltatodalle doti di robustezza e di grande praticitàdella vettura”.Successo trasversale che continuerà sinoalla commercializzazione, nel settembre2003 della seconda serie già presentataal Salone di Ginevra nella primavera delmedesimo anno con un modello sviluppato,stavolta, dal Centro Stile Fiat anchese grazie a consulenze di Bertone e dellostesso Giugiaro, ma con il rischio di unincredibile errore di percorso. Per il nome“Gingo”, voluto da Fiat allo scopo dicreare un netto distacco rispetto alla precedentePanda considerata troppo spartana.Scelta che provocò una sorta di rivoltapopolare, con messaggi che si incrociavanosu internet in frequentati blogche difendevano la Panda come “una solidaicona del vivere quotidiano, che bisognerebbetutelare”. Reazioni che portaronoi piani alti del Lingotto a uncomunicato stampa Fiat nel quale, il 30luglio 2003, si prendevano a pretesto “lepreoccupazioni espresse da un concorrente(n.d.r. Renault, in relazione alla propriaTwingo) per l’assonanza tra il nomeGingo, con il quale era stata presentatala nuova vettura e un suo modello già incommercio”. Tanto bastò per recuperareanche per la seconda serie il nome Pandae con un rinvigorito successo commerciale,che ha reso l’utilitaria torinese unasorta di brand nel brand.Un aspetto confermato, per la recenteterza serie di Panda, da Paolo Gagliardoquale responsabile marketing prodottodi Fiat Automobiles e che, più di altri haseguito la genesi del nuovo modello:“Come coerente sviluppo di una vetturache in 31 anni di vita ha saputo interpretareun rapporto con l’auto disinvolto e pratico,divenendo sinonimo di simpatia e versatilitàd’uso. Prodotta, tra prima e secondaserie, in oltre 6,4 milioni di esemplari dicui 3,1 milioni tuttora in circolazione”.Oltre alla maggior lunghezza di qualchecentimetro, su quali altri contenuti si èpuntato?“La terza generazione di Panda compieun netto salto qualitativo non solo in temadi spazio, ma di comfort, tecnologia e dotazionidi sicurezza. In un passaggio generazionalenon tanto di tipo evolutivo,ma quasi rivoluzionario. Divenendo cosìla sintesi perfetta tra prima e secondaauto: con la maneggevolezza di una citycar, senza rinunciare alla comoda abitabilitàdi una compatta a cinque porte”.14 CARFLEET 45 | APRILE 2012


DRIVECosa ha guidato l’attuale scelta di stile?Si è lavorato sugli stilemi della precedentePanda, senza stravolgerli ma nel rispettodi un family feeling reso più moderno edarmonioso, per esaltare il patrimonio disimpatia di un prodotto ormai entratonella memoria collettiva al pari di altregrandi creazioni del design italiano, dallanostra 500 alla Vespa Piaggio.Perché resta a listino anche la serie precedente?In effetti ne continua la vendita, sia purenella sola versione 4x2 e in unico allestimentodenominato Classic.Per una questione di prezzo?Non necessariamente, perché sulla scortadei maggiori contenuti è più premiante ilprezzo della nuova Panda, che comunquecopre un range da 10mila euro, mentreper la più basilare Classic si è intorno agli8mila euro.A quando Gpl e metano sulla nuova Panda?Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco che,va ricordato, in soli 12 mesi e con un investimentodi 800 milioni di euro è statoportato all’eccellenza tecnologica ed organizzativa,si sta avviando al regime giornalierodi un migliaio di vetture, tra cui levarianti a Gpl e metano oltre alla 4x4,prima dell’estate.E per la versione elettrica?In tema ambientale Fiat continua a puntaresull’utilizzo in particolare del metano,oltre che del Gpl. Anche se, presentatanel febbraio 1990 e venduta regolarmenteda giugno, fu proprio la Panda Elettra adessere dotata di un motore a correntecontinua, con dispositivo di ricarica dellebatterie – allora tradizionali al piombo –nonché di recupero dell’energia in frenata.Un patrimonio che, come dimostrano anchele recenti proposte Fiat sull’auto elettrica,può essere rapidamente applicatoa nuova Panda con accumulatori al litiodi nuova generazione.Perché lo spot di lancio non segue il solitolinguaggio commerciale?In onda da fine gennaio, lo spot puntasul mondo del lavoro che realizza lanuova Panda. È una scelta carica di valorisimbolici, su un’Italia ricca di talento,passione, creatività e voglia di realizzarecose ben fatte. Per questo lo spot non faalcuna concessione al prodotto, ma trasmetteil messaggio di un Paese chevince le sfide nel saper fare prodotti digrande qualità, come nel caso della nostranuova Panda.CARFLEET 45 | APRILE 201215


di Nicola DesiderioDRIVEDIVERTIMENTO<strong>IN</strong> SALOTTOAmmiraglia e sportiva, la tedesca riesce ad essere entrambele cose garantendo status e piacere di guida con comfort econsumi sorprendenti, frutto di una tecnica sopraffina.Altrettanto sorprendente è il modo con il quale il prezzo dibase di 82.733 euro può lievitare, per completare la dotazioneo per soddisfare esigenze e capricci.In ogni caso si tratta di una vera PorscheQuattro posti secchi e tanto hi-tech: anche all’interno c’è sapore di PorscheLa Panamera è l’ammiraglia dellagamma Porsche con i suoi 4,97metri di lunghezza e le sue 5 porte anchese l’abitacolo è organizzato per ospitare 4persone. Arrivata nel 2009 come quintomodello della gamma tra lo scetticismogenerale, la Panamera è diventato un pilastrodel marchio di Zuffenhausen e offre unagamma completa di motori tra benzinaaspirati, turbo, ibrido e Diesel, con trazioneposteriore o integrale per un totale di 9 variantie potenze da 250 CV fino a 550 CV. Illistino parte da 79.163 euro e arriva fino a171.304. Abbiamo provato la Diesel.<strong>UNA</strong> 911 CON DUE PORTE <strong>IN</strong> PIÙCome ogni Porsche, anche la Panamerastilisticamente è figlia della 911 cui siispira con qualche ovvia forzatura nelleproporzioni. I fianchi, il gioco tra cofanoe passaruota e soprattutto i fari anteriorimostrano la loro affiliazione senza ombradi dubbio.La Diesel si riconosce per la scritta posteriore,per la tinta scura brunita dellacornice intorno alla finestratura e per idue terminali di scarico trapezoidali confinitura satinata.Sempre ben mimetizzato alla base del lunottolo spoiler a scomparsa che fuoriesceallargandosi oltre i 120 km/h. Quello checonta alla fine è che basta un colpo d’occhioper capire che è una Porsche. ➔CARFLEET 45 | APRILE 201217


DRIVEStile inconfondibile in cinque metri per l’ammiraglia di ZuffenhausenSENSAZIONI FORTI E TANTI PULSANTIL’abitacolo della Panamera è per 4 persone,tutte con sedili sportivi divisi al centro daun tunnel imponente pieno di comandi peroffrire a ciascuna le sensazioni di una veraPorsche. È chiaro però che quelle più fortisi avvertono al posto guida. Chiave sulla sinistradel piantone, volante verticale, strumentazionea 5 quadranti zeppa di lancettee display e una cascata di cursori e pulsantisono le caratteristiche salienti e che, inqualche modo, intimoriscono per poi esaltare.L’accessibilità è sportiva, ma non faticosae lo spazio a disposizione è buonoper una coupé, ma non certo quello diun’ammiraglia di pari dimensioni. Ma quinon contano quantità e centimetri quantoqualità e sensazioni. Impeccabili le finiture,con abbondanza di parti in metallo e pelleperfettamente accoppiate. Tipicamente Porschela moquette che riveste il bagagliaioda 445 a 1.263 litri, alto di bordo, ma rivestitocome un appartamento di lusso e provvistodi portellone elettrico. Inutile dire che ogniangolo e particolare tecnico, estetico e cheriguarda comfort e sicurezza può esserepersonalizzato e adattato.PRESTAZIONI NEL SEGNO DELL’EFFICIENZALa Panamera è stata lanciata con i motoriV8 4.8 a iniezione diretta: aspirato da400 CV e turbo da 500 CV che ha di serieil cambio PDK doppia frizione a 7 rapporti,la trazione integrale a controllo elettronicoe il telaio con sospensioni totalmente attive.Poi sono arrivate la Turbo S da 550CV (306 km/h e 0-100 km/h in 3,8 secondi),la V6 3.6 da 300 CV, l’ibrida con V6 concompressore ed elettrico da 380 CV e laDiesel, entrambe con cambio automaticoa 8 rapporti di serie, e infine la GTS V8 da430 CV. Queste ultime quattro solo a trazioneposteriore. Il V6 a gasolio 3 litri è diorigine Audi e, come gli altri, ha lostop&start e il recupero dell’energia, madifferisce per gli iniettori a 2.000 bar e lacoppia salita a 550 Nm. La Porsche PanameraDiesel raggiunge 242 km/h, accelerada 0 a 100 km/h in 6,8 secondi, consuma6,5 litri/100 km ed emette 172 g/km diCO2, valori limabili del 3% grazie a pneumaticia bassa resistenza di rotolamento.Altro elemento di efficienza è la scocca,in acciai ad altissima resistenza, per il22% in alluminio, per il 3% in magnesio el’1% in materie plastiche, il tutto unito attraversoprocedimenti assai sofisticati.BUON SANGUE NON MENTEIl V6 a gasolio ha metà cavalli della Turbo,ma la coppia è superiore a quella del V8aspirato, dunque spinta e brillantezzasono degne di una Porsche, distribuite inmodo magistrale dal cambio automaticoa 8 rapporti dotato di levette al volante,criticabili nella logica: tutte e due infattipossono salire o scalare di marcia confondendonella guida veloce. In questicasi risulta più intuitiva la classica levaed è quello il momento di premere i pulsantiSport e Sport Plus che adattano acceleratore,sterzo, sospensioni e cambiorendendoli più reattivi. Il bello della Panameraperò è che ti mette a tuo agiosempre, anche quando si va a passeggioo si sta compiendo un lungo viaggio. Suquesto terreno dimostra un grande comfort– anche se il profilo sportivo dei sedilivincola un po’ nei movimenti – e un’efficienzanei consumi straordinaria confermandouna caratteristica tipica delle Porsche:la versatilità. Allo stesso modo, èpronta in ogni momento a sfoderare lapropria identità nella guida veloce, conmargini di sicurezza davvero ampi, siaper la sincerità con la quale si lascia condurresia per la potenza dei suoi freni. Gliincontentabili possono avere naturalmenteanche l’impianto carboceramico.L’AUTO PER UN ALTRO MOMENTOLa Panamera Diesel costa 82.733 euro,ma aggiungendo accessori che su vetturecome queste dovrebbero essere di seriePosto guida sportivo e avvolgente, con tanti comandi concentrati sul tunnel centrale18 CARFLEET 45 | APRILE 2012


DRIVEo cedendo alle potenti seduzioni del listino,si arriva ai circa 110mila euro dell’esemplarein prova. E con i cataloghi Exclusivee Tequipment, si possono ottenerepersonalizzazioni tecniche ed esteticheancora più spinte.Elevati anche i costi di manutenzione,controbilanciati però da consumi davverocontenuti e da valori residui che – al nettodelle situazioni contingenti che si registranonel nostro paese – sono sicuramentepiù alti di qualsiasi ammiraglia eauto sportiva presente sul mercato.PORSCHE PANAM<strong>ERA</strong> DIESEL 3.0 V6 250 cvDATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALEcilindrata 2.967 ccpotenza 250 cvlungh./largh./alt. 4,97 x 1,93 x 1,42 mpeso 1.880 kgaccelerazione 6,8” (da 0 a 100 km/h)velocità massima 242 km/hcambio automatico a 8 rapportitrasmissione trazione posteriorecosto di esercizio al km (*) 0,78consumo medio 15,4 km/litrocapacità di carico da 445 a 1.263 litricomfort ★★★★★silenziosità ★★★★★ABS SIESP SIantislitt. SI(*) percorrenza annua 30.000 kmCARFLEET 45 | APRILE 201219


di Alessandro PalumboTOGETHERCONOSCERE È BENEIGNORARE È MALEC’è un solo bene: la conoscenza.E un solo male:l’ignoranza, diceva Socrate. Equesto non vale solo per gli uomini,ma anche per le organizzazionie le aziende.Ma come si fa a conoscere? Sideve ascoltare, stimolare, dubitare,parlare, controbattere,ribadire… E basta? No, è necessarioche la conoscenza, attraversola corrispondenza tra l’intellettoe la realtà, porti all’azionee all’esperienza nell’agire. È proprioattraverso questo processocontinuo di conoscenza e diazione che <strong>LeasePlan</strong> Italia sviluppale sue nuove soluzioniper Clienti e Prospect.Tra gli strumenti messi in campoda <strong>LeasePlan</strong> per conoscere c’èil CAB (Client Advisory Board),un selezionato e ristretto gruppodi fleet manager di aziende clientiche si incontra periodicamenteper condividere idee, esperienzee know-how. Il fine è definireun’innovativa strategia di approccioal noleggio a lungo terminee al fleet management, cheguardi realmente al futuro, anticipandonele tendenze attraversolo sviluppo di idee e soluzionicreative ed innovative.IL BILANCIAMENTO STRATE-GICO TRA PROFIT, PEOPLE EPLANET EMERSO NELL’ULTI-MO CABIn particolare, durante l’ultimoCAB dello scorso novembre, acui hanno partecipato 12 fleetmanager tra le più importantiaziende che operano in Italia,sono emersi spunti preziosi,la famosa conoscenza.In uno scenario economicocome quello attuale, chi nonconosce profondamente le dinamicheaziendali si sarebbepotuto aspettare un focus deifleet manager fortemente sbilanciatosui costi. Quanto èemerso, invece, ha smentitoquesto falso mito, perché laposizione delle aziende neiconfronti delle tre dimensionichiave nella gestione della flottaè di grande equilibrio. Perloro è infatti necessario bilanciareal meglio controllo deicosti (profit), rispetto per l’ambiente(planet) e attenzioneai conducenti (people).Soprattutto durante periodi direcessione, le aziende voglionoquindi continuare ad investiresulle proprie risorse, ricercandonela soddisfazione. Proprioa partire da questi punti fermi,l’attenzione dei fleet managerpresenti al CAB si è poi spostatain maniera più specificasulla dimensione “people”.Per migliorare la soddisfazionedei driver di auto aziendali, lepriorità su cui le aziende di noleggiodevono focalizzare laloro attenzione si concentranonell’ambito della sicurezza edell’ambiente e in quello delleattività di relazione, comunicazioneed erogazione di servizipersonalizzati.Per tradurre questa conoscenzain azione e rispondere almeglio alle esigenze manifestatedalla viva voce dei Clienti,quali la necessità di migliorareil contatto diretto tra il drivere la società di noleggio, soprattuttoper questioni operativee in mobilità, <strong>LeasePlan</strong>ha dato il via ad un ampio progettodedicato ai conducenti,denominato My<strong>LeasePlan</strong>.Il suo obiettivo è sfruttare almeglio le nuove tecnologie ➔CARFLEET 45 | APRILE 201223


TOGETHERin un’ottica di innovazione esemplificazione, per renderela fruizione dei servizi da partedei driver sempre più velocee personalizzata, ma soprattuttoper ottimizzare l’interazionee la comunicazione tra<strong>LeasePlan</strong> e i conducenti durantetutti i momenti di contatto,definiti “ciclo di vita deldriver”. Il primo prodotto natoda questo progetto è un’applicazioneper smartphone, abreve disponibile sia per iPhoneche per Android. La sua costruzioneè stata interamentebasata su questi momenti dicontatto, al fine di risponderea tutte le esigenze di informazioneproattiva e interazionecon il conducente, dal momentoin cui si mette alla guidadella sua vettura fino alla riconsegna.Con un click saràpossibile chiamare o scrivereal Customer Service, prenotareun tagliando, ricevere assistenzain caso di fermo vettura,scaricare il modulo di cui siha bisogno per denunciare unsinistro, trovare la stazione diservizio o il centro di riconsegnapiù vicini e l’itinerario perarrivarci. L’app dà quindi accessoa tutti i servizi <strong>LeasePlan</strong>,non solo in maniera semplicee rapida, ma soprattutto inmobilità, nel momento in cuise ne ha davvero bisogno.E la generazione di conoscenzanon si ferma qui perché, siaattraverso le opinioni dei Clientidel CAB che hanno provatol’applicazione in anteprima,ma in particolar modo attraversoi feedback che i driverdaranno all’applicazione -come ormai avviene abitualmentenel mondo degli smartphone- deriveranno prezioseindicazioni da trasformare inazione, per personalizzaresempre di più la fruizione el’erogazione dei servizi, attraversoil mobile e tutti i canalidi comunicazione che sarannorilasciati nell’ambito del progettoMy<strong>LeasePlan</strong>.24 CARFLEET 45 | APRILE 2012


DRIVEdi Nicola DesiderioIn inglese si dice crossover ed è il punto di incontro tra berlina,SUV e monovolume. Questa è la ricetta della giapponese cheha inventato un segmento solleticando chi vuole un’auto aruote alte, spaziosa, in un formato compatto e ad un prezzogiusto. Razionale, ma conquistatrice e con una buonadotazione, la Qashqai è pratica, divertente da guidare e conil nuovo motore ha grinta da vendereNISSAN QASHQAI 1.6 DC<strong>IN</strong>on è un SUV, non è una normale 5porte: è un crossover. La NissanQashqai è sicuramente uno dei più grandisuccessi degli ultimi anni. Nato nel 2007come una scommessa per sostituire l’anonimaAlmera, il crossover compatto giapponeseè stato prodotto in oltre un milionedi unità e ha fondato una nuovaformula per i veicoli a ruota alta che haemuli e clienti sempre più numerosi. Aggiornatanel 2010 nell’estetica, la Qashqaiparte da 19.150 euro in 4 allestimenti (Visia,Acenta, n-tec e Tekna), anche con carrozzeria+2, più lunga di 134 mm e abitacoloa 7 posti a 2.120 euro in più, el’abbiamo provata con il nuovo Diesel 1,6litri da 130 CV con trazione 4x2.SEMPLICEMENTE SE STESSAAuto vincente non si cambia. La Qashqaiha ricevuto un restyling nel 2010 che,tranne che nel frontale più affilato, l’hamodificata solo nei dettagli come la combinazionecromatica dei fari posteriori.Lunga 4,33 metri, alta 1,61 metri e larga1,78 metri, la nipponica ha un passo di2,63 metri e ha una fisionomia oramai inconfondibile.Ruote alte certo, ma con unandamento più leggero e filante di unSUV, quasi da monovolume a ruote alte,con una accenno di protezioni lungo ibordi inferiori per rafforzare quel sensodi sicurezza ispirato da questo tipo di veicolie che è sicuramente una delle motivazionidel loro successo.SPAZIO BEN PENSATOL’abitacolo della Qashqai è ampio, razionalenella disposizione dei vari elementi e offreanche un aspetto appagante grazie ad unastrumentazione completa e ad una planciache avvolge senza opprimere. Non mancalo spazio per gli oggetti e neppure per chivi si accomoda come passeggero, peccatosolo che quello anteriore si ritrovi unagobba sul tunnel centrale che restringe lalibertà di movimento per i piedi. Intuitivala funzione di pulsanti e manopole, facilela lettura di spie e quadranti, gradevole ilvolante ridotto nelle dimensioni e dotatodi diversi comandi. Apprezzabile anche laqualità di esecuzione, meno quella di alcuneplastiche. Il bagagliaio ha un’ottima capacità(380-1.513litri) con funzionalità normali eun’accessibilità compromessa solo parzialmentedal bordo esterno. La posizione diguida è adattabile con semplicità, offreuna pedaliera (in alluminio) leggermentedissassata verso il centro e un buon dominiodella situazione davanti e dietro, menosulla tre quarti posteriore a causa dei montantimassicci. Utili in questo caso i sensorie la telecamera di parcheggio incorporatanello schermo da 5 pollici del navigatore,facile da usare e con grafica semplificata.Non mancano i sensori per tergicristalli efari, neppure l’impianto audio con mp3 econnettività USB e Bluetooth.GUARDA AL SODOLa gamma motori comprende due unità abenzina e tre a gasolio condivise con l’alleataRenault. Per le prime, l’1,6 litri da 117CV è disponibile solo con trazione 4x2 ecambio manuale a 5 rapporti anche in versionebi-fuel GPL, il 2 litri da 140 CV c’è anchecon cambio CVT sequenziale a 6 rapporti.Per quella a gasolio si parte dall’1,5litri da 110 CV solo 4x2 e si arriva al 2 litrida 150 CV (anche con il cambio automatico)solo con la trazione integrale ➔MA CHE26 CARFLEET 45 | APRILE 2012


DRIVELinee semplici e dinamiche: anche a questo la Qashqai deve il proprio successoBELL’<strong>IN</strong>CROCIOCARFLEET 45 | APRILE 201227


DRIVEche sulle altre versioni costa 2.000 euroed è dotata di 3 programmi di funzionamento:2WD, Auto che distribuisce automaticamentela coppia alle ruote posteriorie Lock che simula il bloccaggio deldifferenziale fino a 40 km/h. Poi c’è ilnuovo 1,6 litri che ha 130 CV e la stessacoppia del 2 litri (320 Nm) a un regimepiù basso (1.750 giri/min invece di 2.000),entrambi valori al vertice della categoriaper prestazioni superiori e consumi inferioria quelli dell’1,5 litri grazie anche allostop&start e al recupero d’energia: La Qashqai1.6 dCi 4x2 raggiunge 190 km/h accelerada 0 a 100 km/h in 10,3 secondi econsuma 4,5 litri/100 km pari ad emissionidi 119 g/km di CO2.Posto guida razionale e quasi sportivo per il crossover giapponeseENTUSIASMANTE QUESTO MOTOREIl successo della Qashqai è dovuto ancheal suo comportamento stradale facile e sicuro.La giapponese si guida bene sul mistoe, sebbene rolli un po’, si appoggiasempre bene allargando con il muso inmodo progressivo e controllabile con losterzo, ben calibrato nella sua azione. Decisamenteefficienti i freni, buono l’assorbimentodelle sospensioni e apprezzabilela silenziosità di marcia, con qualche fruscioaerodinamico ad andature autostradali.Ma è il nuovo 1,6 litri a meritare unanota particolare. Pacioso e quasi ovattatonel suono, il 4 cilindri ha una risposta molto“turbo”, cioè acquista subito il massimodella spinta senza aumentarla sostanzialmentecon l’aumentare di giri, ma ha unallungo e un impeto quasi rabbiosi chescarica con veemenza sulle ruote anteriori,talvolta con qualche eccesso prontamenteripreso dal controllo elettronico di trazione.Il cambio, ben scalato, offre innesti precisi,ma un po’ lunghi e anche la frizione è pocoprogressiva. In accelerazione e ripresa laQashqai non teme molte auto 2 litri e, seguidata senza chiederle il massimo, assicuraanche ottimi consumi.NISSAN QASHQAI 1.6 dCi n-tec 130 cvDATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALEcilindrata 1.598 ccpotenza 130 cvlungh./largh./alt. 4,33 x 1,78 x 1,61 mpeso 1.498 kgaccelerazione 10,3” (da 0 a 100 km/h)velocità massima 190 km/hcambio manuale a 6 rapportitrasmissione trazione anteriorecosto di esercizio al km (*) N.D.consumo medio 22,2 km/litrocapacità di carico da 380 a 1.1513 litricomfort ★★★★★silenziosità ★★★★★ABS SIESP SIantislitt. SI(*) percorrenza annua 30.000 kmFURBA ANCHE NEL PREZZOLa Nissan Qashqai 1.6 dCi 4x2 nell’allestimenton-tec costa 27.690 euro, unprezzo giusto per il livello di dotazione(climatizzatore automatico bizona, navigatore,retrovisori elettrici, vetri posteriorioscurati, cerchi in lega da 18 pollici, etc.)e, considerando che parliamo della leaderincontrastata di mercato, gode di riflessoanche del miglior valore residuo che, sommatoai non esosi costi di manutenzione,ai bassi consumi e al favore del mercatoper questo tipo di vetture, rende questagiapponese un ottimo investimento.28 CARFLEET 45 | APRILE 2012


NEWS ON THE ROADdi Nicola DesiderioAUDI A1 SPORTBACK: C<strong>IN</strong>QUE PORTE CON QUATTRO ANELLILa piccola di Ingolstadt ora è anche a 5 porte econ ugual lunghezza (3,95 metri) offre 11 mmin più per chi siede dietro e il tetto verniciabilea contrasto in tre tinte. Novità nei motori conl’introduzione dell’1,4 litri TSI da 150 CV consistema Cylinder On Demand che disattiva duecilindri quando non servono, per ottenere piccoliconsumi (4,7 litri/100 km) e grandi prestazioni(212 km/h, 0-100 km/h in 8,1 secondi).Invariati gli altri motori, tutti turbo ad iniezionediretta e con stop&start, con potenze da 86CV dell’1.2 ai 185 CV dell’1.4 a doppio compressorecon cambio S tronic a 7 rapporti diserie. In arrivo anche un 2 litri TDI da 143 CV.La A1 Sportback parte da 17.830 euro, ovvero680 euro più della 3 porte, con dotazioni e finitureda vera Audi. Ideale come auto sostitutivadi cortesia.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★FORD FOCUS 1.0 ECOBOOST: IL NUMERO PERFETTOLa Ford Focus ha adottato un nuovo ed avanzato3 cilindri mille della famiglia EcoBoost da 100CV o 125 CV in grado di pareggiare le prestazionidel 4 cilindri 1.6, ma con 40 kg di peso in meno,consumi inferiori del 16-18%, risparmi medi perl’assicurazione di 500 euro annui e costa 1.500euro in meno rispetto alle corrispondenti versioniDiesel. Il 3 cilindri ha la potenza specificadi V8 Ferrari e un’ottima elasticità, grazie allacoppia di 170 Nm tra 1.400 e 4.500 giri/min,con vibrazioni e rumorosità ridotte senza l’adozionedel controalbero. La Ford Focus EcoBoost1.0 da 125 CV con cambio a 6 rapporti dichiara5 litri/100 km pari a 114 g/km di CO2 con unavelocità massima di 193 km/h e uno 0-100 km/hin 11,5 secondi. In arrivo anche con il cambio adoppia frizione. A partire da 18.250 euro. Perchi sa fare bene i conti.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★HYUNDAI ix20 1.6 CRDi: SALTO DI POTENZAIl piccolo monovolume coreano di successo – è laseconda auto più venduta del proprio segmento –completa la propria gamma motori con il Diesel 1,6litri offerto in versione da 115 CV o 128 CV che dichiara185 km/h, 0-100 km/h in 11,2 secondi e 4,7 litri/100km pari ad emissioni di 125 g/km di CO2. La nuovaunità si aggiunge a quelle già note a benzina (1.4 da90 CV, 1.6 da 125 CV) e a gasolio (1.4 da 77 CV e 90CV) ed è disponibile nella versione più potente a21.000 euro nel solo allestimento top denominatoStyle, mentre si può avere con il Comfort per quellada 115 CV a partire da 18.350 euro. La Hyundai ix20 èlunga 4,1 metri, ha un bagagliaio che va da 440 a1.486 litri, sicurezza 5 stelle EuroNCAP e la gammaparte da 13.800 euro e include la garanzia Tripla 5 (5anni di copertura a chilometraggio illimitato, di assistenzastradale e di controllo gratuiti). Piccola, mapensata in grande.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★30 CARFLEET 45 | APRILE 2012


FUTUREJAGUAR XF 2.2d 163 CV: SORNIONA E SOBRIAIl Giaguaro fa un ulteriore passo verso le flotteaziendali con un’altra versione con motore a 4cilindri della XF: la 2.2d da 163 CV che si aggiungea quella da 190 CV. Come per quest’ultima,c’è lo stop&start, il cambio è l’automaticoa 8 rapporti e le prestazioni sono naturalmenteinferiori (210 km/h, 0-100 in 9,8 secondi), macon consumi ed emissioni identiche: rispettivamente,5,4 litri/100 km e 149 g/km di CO2.Questa versione, recentemente lanciata nel RegnoUnito, è tutt’ora al vaglio di Jaguar Italiache potrebbe deciderne la commercializzazioneper offrire un prezzo di attacco più aggressivoe una risposta sia ai crescenti costi di gestionee del carburante sia all’ulteriore inasprimentofiscale che ha colpito l’automobile. La JaguarXF parte da 46.850 euro. Per le flotte che voglionorisparmiare e comparire.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★KIA SPORTAGE R: NEL SEGNO DELLE PRESTAZIONIIl fortunato SUV coreano aggiunge alla propriascelta di propulsori il Diesel 2 litri da 184 CVdisponibile in abbinamento con lo speciale allestimentoR a 37.000 euro. La Kia Sportage Rha la trazione integrale Dynamax AWD e il cambioautomatico-sequenziale a 6 rapporti di serie,raggiunge 195 km/h con consumi di 7,2 litri/100km ed emissioni di CO2 di 189 g/km.Assolutamente completa la dotazione che hacome optional solo la vernice metallizzata (610euro). Rimane invariato il resto della gammamotori: benzina 1.6 da 135 CV e 2 litri da 163CV, Diesel 1.7 da 115 CV e 2 litri da 136 CV. Leversioni meno potenti sono disponibili con lasola trazione anteriore. Due gli allestimenti (Activee Class) con prezzi a partire da 20.145 euroe garanzia di 7 anni o 150mila km. Dedicataagli amanti del tutto compreso.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★MAZDA CX-5: LA PRIMA EURO6 SENZA FILTROIl nuovo crossover compatto della casa di Hiroshimaporta al battesimo lo stile Kodo e le tecnologieSkyactiv, per migliorare l’efficienza generalesenza ricorrere all’ibrido e rendendo piùleggere le automobili. Innovativi nella concezionesia la scocca sia i motori: il 2 litri Sky-G a benzinada 165 CV (160 CV con la trazione integrale) e il2,2 litri biturbo a gasolio da 150 cv e 175 CV chefissa nuovi parametri in tema di efficienza e rispettoambientale: consuma infatti solo 4,5 litri/100km, emette 119 g/km di CO2 ed è il primoDiesel che consegue l’omologazione Euro6 senzafar ricorso a sistemi di post trattamento.Nota: avevamo già considerato la Mazda CX-5nel nostro notiziario, ma abbiamo ritenuto di riprenderladandole 5 stelle per l’Ecologia in virtùdell’ottenimento dell’omologazione Euro6 inmodo innovativo e vantaggioso per il cliente.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★CARFLEET 45 | APRILE 201231


NEWS ON THE ROADdi Nicola DesiderioPEUGEOT 208: <strong>UNA</strong> PICCOLA DA LEONESostituisce la 207 rispetto alla quale è più cortadi 7 cm, pesa 110 kg in meno e ha un cx di 0,29per una riduzione media della CO2 emessa diben 34 g/km (-25%) pari a consumi tagliati di1,5 litri/100 km. La Peugeot 208 ha stile sofisticatoed è campionessa di efficienza e rispettoambientale, anche grazie al 25% di plastiche“verdi” e ai nuovi motori 3 cilindri dellafamiglia EB: mille da 68 CV e 1.2 da 82 CV, insiemeai 4 cilindri (1.4 da 95 CV, 1.6 da 120 CVe turbo da 155 CV) e ai Diesel con sistema microibridoe-HDi (1.4 da 68 CV, 1.6 da 92 CV e114 CV). Migliorate anche abitabilità e capacitàdel bagagliaio (285-1.076 litri), avanzata l’ergonomiacon l’adozione dell’head-up displaye di uno schermo a sfioramento da 7 pollici.Già annunciati i prezzi: da 11.650 euro. Per chiil proprio parco (non) lo prende alla leggera.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★PORSCHE BOXSTER: LA <strong>NUOVA</strong> SI SCOPREIl roadster di Zuffenhausen è il frutto di un progettocompletamente nuovo che ha sigla di progetto981. Più grande, più leggera e rinnovatanell’abitacolo, la piccola Porsche ha un nuovotetto elettrico in tela senza tonneau cover, èpiù efficiente del 15% e monta motori 6 cilindriboxer ad iniezione diretta di 2,7 litri da 265 CVe 3,4 litri da 315 CV, con cambio a 6 rapporti oPDK doppia frizione a 7 rapporti. Con questaopzione la Boxster S accelera da 0 a 100 km/hin 5 secondi netti limitando i consumi di 8 litri/100km. Nuovi lo sterzo, ad assistenza elettromeccanica,i supporti motori attivi e il PTV,una funzione che frena la ruota interna in curvaintegrando l’azione del differenziale autobloccantemeccanico. La nuova Porsche Boxster costa49.884, la Boxster S sale a 61.076 euro. Danoleggiare come giocattolo per i fine settimana.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★RANGE ROVER SPORT S: SUPER OFFROAD SENZA SUPERBOLLOLa fuoristrada britannica prende le misure al fiscoitaliano e appronta la versione S con unmotore da 211 CV e 520 Nm di coppia che affiancale SE e HSE da 255 CV e 600 Nm e la V85.0 Supercharged a benzina da 510 CV. LaRange Rover Sport S monta come la SE un DieselV6 3 litri biturbo accoppiato al cambio automaticoad 8 rapporti e al sistema di trazioneintegrale a controllo elettronico adattabile su5 posizioni attraverso il Terrain Response. LaSport S raggiunge 193 km/h e accelera da 0 a100 km/h in 10,3 secondi. Prestazioni dunqueinferiori, in compenso dichiara un consumo di8,5 litri/100 km (-3%) per emissioni di 224 g/kmdi CO2 (-8%) e si abbassa anche la soglia di accessoper il fuoristrada britannico che è fissataa 58.343 euro, circa 7mila in meno rispetto allaSE. Per non mandare la flotta fuoristrada.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★34 CARFLEET 45 | APRILE 2012


FUTURERENAULT SCENIC E XMOD: DUE MODI DI DIRE SPAZIOLe note monovolume francesi si aggiornanocon un nuovo frontale, completo di fari diurnia LED, qualche ritocco all’abitacolo nelle tintee nelle finiture e una diversa articolazione digamma che prevede ora 3 allestimenti: Live,Wave e Bose dotato dell’omonimo sistema audio,interni in pelle e tetto panoramico. Aggiornatianche i motori, tutti ora con stop&start:1.2 TCE turbo a benzina da 115 CV, 1.5 dCi da110 CV con consumi di 4,1 litri/100 km (-16%) e1.6 dCi da 130 CV. Rimangono in gamma l’1.6da 110 CV e l’1.4 TCE da 130 CV. Introdotto ancheil Visio System, ovvero una telecamera cheimpedisce il superamento involontario delle lineedi carreggiata e commuta automaticamentei fari abbaglianti. La Scénic X-Mod parteda 20.500, la Scenic 7 posti da 22.000 euro.Un classico per il long e lo short.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★SEAT IBIZA: CI METTE FACCIA E CUORELa spagnola ha ora un nuovo frontale, nuovifari (disponibili anche a LED), interni rivisti euna gamma motori più efficiente grazie allostop&start di serie. Per quelli a benzina si partedal 3 cilindri 1.2 da 60 o 70 CV, si proseguecon l’1,4 litri da 85 CV e TSI turbo ad iniezionediretta 1.4 da 150 CV disponibile con DSG acambio 7 rapporti come l’1.2 da 105 CV anchein versione Ecomotive. Per i Diesel ci sono i 4cilindri (2 litri da 143 CV, 1.6 da 90 CV o 105 CV)e il tre cilindri 1.2 da 75 CV anche in versioneE-Ecomotive che consuma 3,4 litri/100 km conemissioni di CO2 di 89 g/km. Presto in arrivoaggiornamenti anche per le versioni sportiveFR e Cupra. Prezzi a partire da 11.450 euro perla coupè 3 porte SC, da 12.100 euro per la 5porte e da 12.750 euro per la station wagonST. Jolly di flotta da considerare attentamente.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★SUBARU XV: IL CROSSOVER DALLE PLEIADILa casa delle Pleiadi entra nel settore dei crossovercompatti con la XV mantenendosi fedelealla propria ricetta tecnica ovvero motore boxere trazione integrale permanente, ma con un’immaginepiù fresca e meno seriosa. La SubaruXV è lunga 4,45 metri, è alta da terra ben 22cm, ha un bagagliaio da 385 a 1.170 litri e unasicurezza a 5 stelle EuroNCAP grazie anche ai7 airbag di serie. Due i motori a benzina (1.6da 114 CV e 2 litri da 150 CV) presto disponibilianche con il GPL insieme all’ottimo Diesel 2litri da 147 CV che offre il meglio come prestazioni(198 km/h, 0-100 in 9,3 secondi) e consumi(5,6 litri/100 km, 146 g/km di CO2). Duele trasmissioni (manuale a 6 rapporti o CVT Lineartronic)e tre gli allestimenti (Comfort, Trended Exclusive) a partire da 22.990 euro. Animaleurbano e pedemontano.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★CARFLEET 45 | APRILE 201235


NEWS ON THE ROADTOYOTA YARIS HYBRID: LA PICCOLA DEI RECORDLo specialista dell’ibrido lo offre anche sullasua best seller in Europa applicando lo stessoschema che ha fatto la fortuna di Prius, ma rendendolopiù leggero e compatto per mantenereinalterate sia l’abitabilità sia la capacità del bagagliaioin un’auto lunga 3,89 metri. La YarisHybrid è costruita a Valenciennes, in Francia, eha un 1,5 litri a benzina a ciclo Atkinson affiancatoda un motore elettrico alimentato da unabatteria al Nickel-Metal-Idruro per una potenzatotale di 100 CV e la possibilità di viaggiare perbrevi tratti a emissioni zero. L’efficienza è darecord: solo 3,5 litri/100km e 79 g/km di CO2.La Toyota Yaris Hybrid si differenzia per alcuniparticolari come la calandra unica trapezoidalee arriverà a settembre ad un prezzo (a equipaggiamentocomparato) pari a quello dellaDiesel. Ideale per il rent-a-car in città.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★VOLKSWAGEN PASSAT ALLTRACK: ANCHE LEI A RUOTE ALTEAnche la regina delle station wagon diventa aruote alte. La Passat Alltrack ha un assetto rialzatodi 30 mm e protezioni varie ed è dotatadel programma Offroad che adatta motore,cambio e telaio per il fuoristrada con il contributodel differenziale elettronico XDS e l’assistenzadella frenata in discesa. Identiche allaPassat Variant la lunghezza (4,77 metri), la capacitàdel bagagliaio (603-1.731 litri) e la tecnologiaper il comfort e la sicurezza. Simili anchei motori a benzina (1.8 da 160 CV e 2 litri da210 CV) e Diesel (2 litri da 140 CV o 170 CV), mala Passat Alltrack sarà proposta in Italia solo inversione 2.0 TDI 170 CV con trazione integrale4Motion e cambio DSG a 6 rapporti a 38.100euro, capace di prestazioni brillanti (200 km/h,0-100 km/h in 8,9 secondi) e consumi di 5,9 litri/100km. Per le aziende larghe di policy.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★VOLKSWAGEN up! 5 PORTE: QUELLA CHE MANCAVALa piccola di Wolfsburg aggiunge al listino laversione 5 porte seguita dalle gemelle Seat Miie Skoda Citigo. Stessa lunghezza di 3,54 metri,stesso bagagliaio (da 251 a 951 litri), ma dueporte in più, la Volkswagen up! 5 porte offreuna migliore accessibilità, gli stessi allestimenti,con ampie possibilità di personalizzazione cromatica,e lo stesso motore 3 cilindri mille da75 CV che con il pacchetto BlueMotion Technology(stop&start, recupero dell’energia, pneumaticia bassa resistenza e altro ancora) fa registrareconsumi di 4,2 l/100 km ed emissionidi 98 g/km di CO2. In arrivo anche il cambio robotizzato.L’ESP è di serie e la sicurezza è a 5stelle Euro NCAP. La up! 5 porte dovrebbe partireda 11.100 euro, 500 euro in più rispetto alla3 porte. Per il noleggio a breve e il car sharing.ECOLOGIA ★★★★★/ SICUREZZA ★★★★★/ COMFORT ★★★★★/ CAPACITÀ DI CARICO ★★★★★/ COSTO D’ESERCIZIO ★★★★★36 CARFLEET 45 | APRILE 2012


PLANETdi Maurilio RigoIL POLOE IL MONDO DELL’AUTOUn lungo legame uniscelo sport equestre delpolo al mondo dell’automobile.Cavalli protagonisti in entrambii casi, sotto al cofano per leauto e nel campo per l’affascinantedisciplina sportiva, insiemeper un grande spettacolosull’erba, sulla sabbia oppuresulla neve. E se il rapporto trala casa automobilistica tedescaAudi è ormai consolidato conl’organizzazione di diverse competizioni,anche il marchio italianoMaserati si è recentementeinnamorato di questo sportscegliendo di sostenere la nazionaleitaliana di polo, senzadimenticare poi uno dei piùpopolari modelli della Volkswagenche si chiama proprio Polo.Insomma l’antica disciplinaequestre è amata dal mondodei motori condividendone valoricome agilità, potenza, controllo,ovvero le caratteristicheprincipali dei cavalli che animanoquesto sport molto apprezzatodal pubblico che accorresempre numeroso per assistereallo svolgimento deivari tornei. E che la sua popolaritàsia in crescita lo dimostraanche la “Snow Polo World Cup2012” che per la prima voltanella storia si è svolta a Tianjin,in Cina, presso il Goldin MetropolitanPolo Club, un mercato,quello asiatico, che per ilmondo dell’auto non è piùemergente ma che rappresentala maggiore realtà su cui puntare.Sempre a febbraio in unadelle più esclusive località italiane,sul lago ghiacciato di Misurina(Auronzo di Cadore), siè svolto il tradizionale torneoinvernale “Cortina Winter PoloAudi Gold Cup”, uno degli eventisostenuti proprio dalla casadi Ingolstadt.E la vicinanza tra il marchio deiquattro anelli e il mondo delpolo è sottolineata da MichaelFrisch, direttore di Audi Italia:“Investire nello sport è un tassellofondamentale della nostrastrategia di comunicazione. Ilpolo, in particolare, è una disciplinache riesce a unire tecnicae passione, in un contestodi esclusiva eleganza e con unaaudience di notevole rilevanzaa livello mediatico. Grazie aquesto importante investimentovogliamo trasmettere efficacementeai nostri clienti i valorisui quali si fonda il marchio


dei quattro anelli”.Le tappe successive dell’“AudiPolo Gold Cup”, passano dallaneve alla sabbia (Forte dei Marmi),per concludersi sull’erbadello storico Roma Polo Clubdell’Acqua Acetosa per l’attofinale della manifestazione chesi giocherà dal 19 al 23 giugnocon le spettacolari partire innotturna. In campo internazionaleinvece Maserati, dopo latrasferta cinese di Tianjin, scenderàin campo a supportare gliazzurri agli European Championshipdi Hannover, in Germania(6-16 settembre), dovecercheranno di bissare il successodello scorso anno, oltreche nei grandi tornei di Miami(26 - 29 aprile), Londra (8 - 10giugno), per il “Polo in thePark”, Parigi, sempre a giugno,per l’Open de Paris e, infine, anovembre, ad Abu Dhabi.Passiamo ora a un po’ di storiaper comprende meglio il polo,antico sport praticato da testecoronate di mezzo mondo epassatempo preferito del principeCarlo d’Inghilterra. Le originidi questa disciplina equestresembra risalgano al VII secoloa.c. in Persia, l’attuale Iran.Nato come attività per mantenerein forma i reggimenti militaridi cavalleria, il polo approdain occidente nella seconda metàdell’ottocento in India quandoil paese era una colonia britannica.L’Argentina è la patria perelezione del polo dove questadisciplina è considerata unosport popolare secondo soltantoal calcio. In Italia il polo fece lasua comparsa nel 1924 ad operadel duca di Spoleto, Aimone diSavoia-Aosta, che nel 1930 conl’aiuto del capitano R. Lodi fondòa Roma anche il primo PoloClub. Non disponendo di unproprio campo da gioco il RomaPolo Club fu inizialmente ospitatopresso l’ippodromo di VillaGlori, successivamente in seguitoalle Olimpiadi del 1960 ilcircolo trovò la sua sede definitivaall’Acqua Acetosa. Il meritodel successo del polo nellaCapitale va invece al baroneFrancesco Antonelli Incalzi chenel 1976 organizzò corsi perLE REGOLE DEL POLO: Di seguito riportiamo alcuni elementifondamentali per capire meglio lo svolgimento delle gare. Ilgioco del polo si svolge su un campo d’erba che misura230/275 metri di lunghezza e 146/180 di larghezza. In camposi affrontano due squadre composte da quattro giocatori conl’obiettivo di mandare una palla di legno, del diametro di78/90 millimetri e dal peso di 120/135 grammi, nella portaavversaria larga 7,30 metri segnalata da pali alti almeno tremetri e sufficientemente leggeri da rompersi in caso di collisione.I giocatori colpiscono la palla attraverso una "stecca",canna di bambù a cui al termine è fissato un mazzuolo di legno.Per proteggersi dai colpi usano un casco con grata di sicurezzaper il volto, e ginocchiere di cuoio imbottito. I torneivengono organizzati in base all’handicap che deve avere lasquadra; la somma dell’handicap dei singoli giocatori, cheva da -2 dei principianti a +10 dei campioni, determina l’handicapdella squadra. Le partite sono composte da un numeroche varia dai 4 agli 8 "chukker", tempi di gioco di sette minuticiascuno, in Italia si giocano partite da 4 chukker.studenti e giovanissimi formandouna buona scuola da cuiuscirono molti giocatori che ancoraoggi restano tra i migliorid’Italia.Per diventare un giocatore dipolo prima bisogna possedereuna buona padronanza del cavallopoiché non è come andarein automobile che se ci si vuolfermare basta premere il frenoed il gioco è fatto, bisogna instaurareun rapporto di simbiosicon il cavallo in modo da preoccuparsiesclusivamente dellapalla. Ovviamente i cavalli peril polo sono addestrati in modoparticolare e rispondono ai comandidel cavaliere in modopronto ed adeguato, infatti èpiù facile imparare ad andarea cavallo con un razza equinada polo piuttosto che con unada equitazione classica. Bisognapoi possedere ottime dotidi controllo di se stessi ed unabuona preparazione fisica perchéil polo è uno sport moltoimpegnativo basato spesso sulcontatto fisico anche se esistonodelle regole molto rigideche tendono a garantire la sicurezzadei giocatori. Non bisognadimenticare che la massadel cavallo oscilla tra i quattrocentoed i cinquecento chilied una volta che è lanciato algaloppo e nella mischia delgioco la caduta è sempre inagguato, e poi la palla raggiungevelocità molto elevate, oltrecento chilometri l’ora. Quindioccorre avere molto controlloe sangue freddo, anche un pizzicodi spregiudicatezza nonguasta mai, basta sapere mantenerlatale, senza però trasformarlain spericolatezza.CARFLEET 45 | APRILE 201241


Dobbiamo abituarci all’idea.Seppur su basevolontaria – almeno per ora –la scatola nera sta per irromperenelle abitudini quotidianedegli automobilisti italiani. Iquali, stando alle prime reazioni,sembrano talvolta scetticie spesso fieramente contraria quella che ritengono unapotenziale violazione della privacy,una specie di grande fratello– quello di Orwell, non ilreality – capace di rivelare almondo chissà quali inconfessabilisegreti riguardanti la nostracondotta di guida.In realtà, la disposizione previstanella corposa sezione riguardantele assicurazioni delDecreto sulle Liberalizzazionifaticosamente messo a puntodal Governo Monti non nasceaffatto – a differenza di altreopinabili iniziative come quelleche di fatto etichettano comeevasore chiunque viaggi suun’auto di alta gamma – daintenti indagatori nei confrontidei poveri cittadini.L’intento è quello di combatterealcune cattive abitudinitipicamente italiane, come lefrequenti truffe ai danni delleassicurazioni auto e la diffusapratica dell’evasione della Rcaobbligatoria. Si tratta di unasoluzione che se da un latosembra un favore fatto allecompagnie – in assenza di unacompleta liberalizzazione delsettore che neppure il Governotecnico ha la forza di portarea termine – dall’altro toglieM<strong>IN</strong>ACCIA O OPPORTUNITÀ?loro un alibi, eliminando sulnascere la giustificazione principaleda sempre addotta dalleimprese del settore per giustificareun’escalation dei premiche non ha eguali in Europa.In effetti ogni automobilista,e a maggior ragione chi è chiamatoa gestire delle flotteaziendali, sa benissimo quantoelevato – e costantemente crescente– sia il peso del certificatoassicurativo sui costi digestione di una vettura. Forsesoltanto i carburanti, soprattuttonegli ultimi mesi, hannotenuto un ritmo altrettanto sostenuto.E sono espressione,forse non a caso, di un altrocomparto merceologico i cuicomportamenti nei confrontidella collettività non sempresembrano al di sopra di ognisospetto. Per molti osservatorinon bastano le truffe a giustificareaumenti dei premi cheLa Telematic Box Magneti Marelli è davvero una scatola nerasecondo Adiconsum sononell’ordine del 5% annuo conun +145% nell’ultimo decennio.Chiunque abbia ragione in questaormai annosa e insuperabile“querelle”, resta il fattoche qualsiasi tentativo – perquanto timido – di ridurre ungap davvero intollerabile meritadi essere seguito con simpatiae attenzione, anche perchéogni contributo alla riduzionedei costi di gestione èparticolarmente gradito achiunque, privato o impresa,debba far quadrare i conti inmomenti difficili come quelliche stiamo vivendo.Per tranquillizzare i difensoria oltranza (chiamiamoli così)della privacy possiamo portarel’esempio della nostra esperienzapersonale maturata intempi non sospetti – quandodi governo tecnico neppure siparlava – come sottoscrittoridi una polizza assicurativa abbinataa un dispositivo telematicoper certi versi assimilabilealla scatola nera, anchese finalizzato più al rischio furtoche alle problematiche connessecon la Rca. Resta il fattoche lo sconto sul premio relativoalla garanzia furto incendioè stato significativo, e non abbiamomai avuto sentore cheun grande fratello, nascostochissà dove, stesse spiando inostri movimenti.La paura di eventuali, indebiteintromissioni nella nostra vitaprivata è a nostro avviso eccessivaanche se la scatolanera dovesse diventare obbligatoria(l’attuale formulazioneprevede la possibilità per leassicurazioni di offrirla a costozero e la libertà per i clienti diaccettarla o meno) come hasostenuto autorevolmentel’ex ministro Matteoli e comegià avviene in Brasile.42 CARFLEET 45 | APRILE 2012


di Giampiero BottinoPEOPLEA differenza dell’omonimo strumentoutilizzato sui veicoli pesanti,infatti, la cosiddettablack box per auto non registra– con buona pace dei guidatoripiù spigliati – costantementeil comportamento di chi sta alvolante e le sue possibili esuberanze,ma tiene in memoriasolo i 40 secondi precedentie i 10 successivi all’eventualeincidente. Solo in tal caso idati – non accessibili a chicchessia,ma solo agli interessati,all’assicurazione e ovviamenteai tutori dell’ordine –consentono di valutare l’entitàdell’impatto e la sua effettivadinamica (ecco la funzioneanti-truffa).Dal punto di vista tecnico, l’apparatoprevisto nel Decreto sibasa sulla sperimentazioneCheck Box promossa dall’Isvape condotta nell’arco di tre annidalla OctoTelematics, societàdel gruppo Metasystem di ReggioEmilia che ha sfruttatol’esperienza già maturata nelsettore con la sua Clear Box.Un player agguerrito e ambizioso,ma non l’unico inun’area di business ricca dipromesse: si stima infatti chenel 2016 il valore della telematicasatellitare supererà alivello mondiale i 70 miliardidi euro. Su questa strada sonoavviati, per esempio, la varesinaCobra, la Viasat – il cuiAlla guida della Classe E Mercedes. Dal 2009 il dispositivo del controllo dell’attenzione delconducente è di serie su questo modello caro alle flotte.dispositivo prevede 70 secondidi memorizzazione prima edopo l’impatto – piuttosto cheMagneti Marelli con la TelematicBox.Il cuore di questi sistemi è costituitoda dispositivi estremamenteversatili capaci diregistrare – a seconda delleconfigurazioni – una grandequantità di informazioni e digarantire numerose funzioniquali la localizzazione dellavettura tramite GPS piuttostoche l’invio anche automaticodi una richiesta di soccorsotramite scheda Gsm in casod’incidente. La spinta del decretoministeriale, che potrebbegarantire a chi accetta l’installazionerisparmi sui premiassicurativi nell’ordine del 25-30%, può essere importanteanche per favorire la diffusionedi altre soluzioni hi-tech ingrado di migliorare la sicurezzadi chi viaggia in auto. Pensiamoad esempio ai dispositivi dimonitoraggio del grado di attenzionedel guidatore attraversovarie tecnologie (dallatelecamera che “sorveglia” ilbattito delle ciglia al sistemache rileva improvvisi e sospetticambiamenti nello stile di guida),intervenendo con un allarmeottico o acustico e suggerendoall’automobilista chedà segni di stanchezza o didistrazione l’opportunità diuna ristoratrice e salutare pausacaffè. Apparati decisamentesofisticati, ma destinati a diventaresempre più democratici:dopo l’esordio avvenutosu vetture esclusive come leLexus o le Mercedes di fasciaalta, stanno progressivamentemigrando verso il basso, e orasono disponibili su modelli divolume, e di notevole appealper gli utenti di vetture aziendali,come la Volkswagen Passate la Ford Focus.La LS, ammiraglia Lexus, è stata la prima a monitorare il livello di attenzione del guidatore tramite una telecameraCARFLEET 45 | APRILE 201243


DRIVEdi Nicola DesiderioSEAT ALTEA XL 2.0 TDI DSGLA D<strong>IN</strong>AMICA DELLOLa Seat Altea XL è una vettura dallatipologia difficile da definire. Dellestation wagon ha il dinamismo, dei monovolumela flessibilità e lo spazio, il tuttovestito da uno stile senz’altro originale icui canoni sono stati originariamente fissatida un certo Walter de’ Silva.Derivata dal pianale della VolkswagenGolf, la spagnola è in realtà una famigliadi tre modelli: Altea, Altea XL più lunga di21 cm e Freetrack con assetto rialzato etrazione integrale. Le potenze vanno da85 a 211 CV e tre sono gli allestimenti(base, Reference e Style) con prezzi a partireda 18.050 euro. Abbiamo provato laAltea XL 2.0 TDI Style da 140 CV con cambioDSG a 6 rapporti.STILE CONTROVERSO, FILIAZIONE ILLUSTREL’Altea XL è lunga 4,47 metri, ha un passodi 2,58 metri ed è alta 1,58 metri. Musobasso e appuntito con calandra stretta,l’iberica ha di lato un corpo piuttosto massiccio,alleggerito dalla linea del tetto,dall’andamento a cuneo della finestraturae dalla cosiddetta linea dinamica che tagliadiscendente l’intero fianco a partiredal faro anteriore e risale avvolgendo ilpassaruota posteriore. I fari posterioriSe volete abitabilità prendete il monovolume,per il dinamismo meglio la station wagon. Per avere tutte edue basta prendere la Seat Altea XL, auto tuttora incompresaper il suo stile, ma molto pratica ed ospitale nel carattere edalle grandi qualità stradali, esaltate da un buon motore e daun cambio che sa coniugare comfort e sportività come pochi.Come quelli che finora l’hanno capita.sono trapezoidali ad andamento orizzontale,interrotti dal taglio del portellone dotatodi lunotto bombato. L’insieme nonmette d’accordo tutti, ma è indubbiamenteoriginale ed esprime una certasportività.SPAZIO DI UN ALTRO PIANETASe fuori non convince tutti, lo spazio offertoda questa Seat va oltre ogni dubbiotranne che per il tunnel posteriore che sacrifical’eventuale quinto passeggero. Glialtri due invece hanno abbondante agiosoprattutto quando si trasla per 14 cm all’indietroil divano posteriore riducendoil vano bagagli da 732 a 532 litri, capienzacomunque ottima e che arriva abbattendogli schienali a ben 1.604 litri, tutti bensfruttabili e accessibili. Ulteriori comfortsono le tendine per i cristalli laterali, i tavolinidietro gli schienali e il tunnel sistematosul tetto nel quale ci sono 3 cassettiapribili a compasso e lo schermo collegabilea consolle o lettori di DVD. Mancanoperò le bocchette di aerazione. Davantiil poggiabraccia è duro e basso, mai sedili sono generosi nelle dimensioni eil posto guida ha un sapore sportivo grazieal volante dalla corona massiccia, allastrumentazione incassata e alla retroilluminazionerossa dei comandi.Alcuni, come quelli della climatizzazionebi-zona, sono un po’ piccoli mentre apparepoco chiaro e troppo semplificato ilnavigatore satellitare. Non soddisfano laqualità di alcune plastiche – troppo dure– e la visibilità: colpa dei montanti massicci,anche quelli anteriori che custodisconoi due tergicristalli a scomparsa,davvero molto efficaci.➔Schermo posteriore per giochi o filmAnche i più alti si trovano a proprio agio all’interno dell’Altea44 CARFLEET 45 | APRILE 2012


DRIVESPAZIOCARFLEET 45 | APRILE 201245


DRIVEDietro aiutano i sensori mentre non sipuò avere la telecamera. Per concludere,la sicurezza è a 5 stelle Euro NCAP con ilvecchio sistema di valutazione.PRESTITI DALLA GERMANIAL’Altea XL ha una gamma propulsori moltoampia di origine Volkswagen. Si partedall’1,4 litri da 85 CV, si prosegue con l’1,6litri da 102 CV anche GPL e poi con gli eccellentiTSI turbo a iniezione diretta 1.2 da105 CV e 1.4 da 125 CV fino al 2 litri da ben211 CV riservato alla Freetrack e accoppiatoa trazione integrale e cambio DSG a 6 rapportidi serie. Quest’ultimo è disponibilein optional alle Diesel: a 7 rapporti con frizionia secco sulla 1.6 da 105 CV e di nuovoa 6 rapporti per la 2 litri da 140 CV, combinazioneoggetto della nostra prova. L’AlteaXL 2.0 TDI DSG raggiunge 201 km/h, accelerada 0 a 100 km/h in 9,8 secondi consumando5,5 litri/100 km pari a emissioni dig/km di CO2 ovvero il 12% in più rispettoalla versione con cambio manuale checosta 1.500 euro in meno.veloce, ubbidiente e, una volta sotterratal’ascia di guerra, in città rappresenta unelemento di comfort fondamentale. Meritoanche del buon assorbimento – purchéle sconnessioni non siano troppo marcate– cui fa da contrappunto una certa rumorositàdi fondo a velocità autostradali. Il2 litri ha una buona erogazione, sale volentieridi giri in modo discreto e infine saSEAT ALTEA XL 2.0 TDI DSG 140 cvDATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALEessere moderato anche nella sete. Convincentiinfine i freni che completano unquadro telaistico tutt’ora altamente competitivoe che, chilometro dopo chilometro,ispira piacere e fiducia.SE SOLO FOSSE TEDESCA…L’Altea XL 2.0 TDI DSG costa 24.450 euro,un prezzo decisamente interessante seconfrontato con le station wagon di paricaratteristiche, ancora di più verso le monovolume.Certo lo stile è controverso, lefiniture non sono eccelse e neppure ledotazioni di sicurezza non sono quelledelle concorrenti più moderne, ma pervoci quali abitabilità, posto guida, bagagliaioe qualità stradali la spagnola sembranata ieri e la tecnologia applicata a pianalee meccanica è quella Volkswagen. Purtroppoil marchio sulla calandra è un altro e questosi ripercuote sui valori residui.LE METTE TUTTE <strong>IN</strong> RIGALa strada è l’altro terreno dove la spagnolastupisce. La XL ha infatti un comportamentoche ha poco a che fare con le monovolume:è piatta, svelta negli inserimentie risponde con precisione alle manovredello sterzo elettromeccanico. È davveroun piacere guidarla sul misto usando lelevette dietro al volante per il comandosequenziale del cambio. Il DSG è morbido,cilindrata 1.968 ccpotenza 140 cvlungh./largh./alt. 4,47 x 1,77 x 1,58 mpeso 1.501 kgaccelerazione 9,8” (da 0 a 100 km/h)velocità massima 201 km/hcambio manuale a 6 rapportitrasmissione trazione anteriorecosto di esercizio al km (*) 0,46consumo medio 18,2 km/litrocapacità di carico da 532 a 1.602 litricomfort ★★★★★silenziosità ★★★★★ABS SIESP SIantislitt. SI(*) percorrenza annua 20.000 kmL’Altea XL è originale nella formula e nello stile, ma spazio e qualità stradali sono indiscutibili46 CARFLEET 45 | APRILE 2012


DRIVEOPEL ZAFIRA TOURER48 CARFLEET 45 | APRILE 2012


di Nicola DesiderioDRIVEL’Opel Zafira di terza generazione diventa anche Tourerevolvendo il proprio posizionamento per andare a caccia anchedelle concorrenti di segmento superiore grazie a dimensionipiù generose e tecnologie più avanzate senza dimenticarei suoi tradizionali punti di forza: gamma motori ampia eflessibilità dell’abitacolo che diventa più sofisticato nel looke nelle soluzioni.PERENNEMENTE <strong>IN</strong> VIAGGIOL’Opel Zafira ha inventato nel 1999 ilmonovolume compatto a 7 posticon sedili a scomparsa collezionando ben2,2 milioni di clienti (270 mila dei quali inItalia) e per la terza generazione cercanuovi orizzonti con dimensioni più abbondanti,tecnologie più avanzate e flessibilitàmigliorata completate da un carattere piùsofisticato. La tedesca – che affianca e nonsostituisce la precedente Zafira rimasta inlistino – è offerta negli allestimenti Electivee Cosmo con una gamma motori benzina,Diesel, GPL e potenze da 110 CV a 165 CVcon prezzi che partono da 23.700 euro. Laversione provata è la 2.0 CDTI da 165 CV.CRESCE <strong>IN</strong> ELEGANZALa Zafira Tourer nello stile prende il megliodalle sorelle. I fari anteriori a boomerangsono quelli dell’Ampera mentre il resto èuna combinazione tra Insignia e Astra, impreziositoda qualche cromatura e da finiturein nero lucido. L’incrocio è in veritàanche a livello meccanico e telaistico. LaZafira infatti riprende dalla compatta ilpianale e della media le sospensioni anteriorie i freni. Rispetto a chi l’ha precedutala Tourer punta su linee più elegantie raccordate e cresce notevolmente nelledimensioni. È infatti lunga 4.658 mm (+191mm), larga 1.928 mm (+127 mm) e alta1.685 mm (+50 mm) con un passo di 2.760mm (+57 mm). La Zafira Tourer segnalaanche in questo modo la sua evoluzione.LOUNGE SU QUATTRO RUOTEAnche l’interno segue la stessa ispirazionecon un po’ di Meriva nella FlexConsole,un modulo che fa da bracciolo e portaoggettituttofare scorrendo su binari in alluminiopercorsi da strisce luminose rosseche illuminano l’abitacolo in modo suggestivodi sera mentre di giorno ci sono ilparabrezza e il tetto panoramico a dareluce all’abitacolo pieno di cassetti e vani,ben fatto e in calda tinta bicolore. In temadi flessibilità, oltre agli scontati sedili ascomparsa, la novità è nell’escursionemaxi dei sedili di prima e seconda fila –ben 280 mm! – e nel sistema Lounge Seating:le porzioni laterali del divano posteriorearretrando rientrano di 50 mm e sitrasformano in un sofà per 2. Il vano dicarico va da 152 a 1.860 litri passandoper i 710 litri se si viaggia in 5. C’è ancheil FlexFix, il portabiciclette a scomparsaall’interno del paraurti posteriore sufficienteper 4 biciclette. Al vertice le dotazionidi sicurezza guidate dall’occhio vigiledell’Opel Eye e dal radar che insiemefanno di tutto: regolano il fascio dei fari ela velocità di crociera, evitano di superareinavvertitamente la linea di mezzeria, leggonoi cartelli stradali (anche quelli luminosivariabili) e misurano la distanza dall’autoche precede avvertendo dapprimail guidatore se la distanza di sicurezzanon è prudenziale, ma se questo nonbasta, l’auto frena se c’è il rischio di incidente.Ottima la visibilità e in ogni casoc’è il controllo dell’angolo cieco e l’aiutodi sensori, telecamera posteriore e sistemadi parcheggio automatico. Tanti i pulsantial posto guida che consente a tutti di trovarela propria posizione. La configurazione5 posti fa risparmiare 250 euro. ➔CARFLEET 45 | APRILE 201249


DRIVELa Zafira Tourer cresce nelle dimensioni adottando linee più raccordate ed elegantiTURBO <strong>IN</strong> TUTTE LE SALSEI motori sono tutti turbo e accoppiati concambi a 6 rapporti. Si parte dall’1,4 litri abenzina da 120 CV o 140 CV (disponibileanche con cambio automatico) e il 2 litria gasolio disponibile in tre livelli di potenza:110 CV, 130 CV in versione Ecoflexa bassi consumi (4,5 litri/100 km per 119g/km di CO2) o 165 CV con stop&start oggettodella nostra prova, anche’essa disponibilecon l’automatico.La Zafira Tourer 2.0 CDTI da 165 CV dichiara5,2 litri/100 km pari a 137 g/km diCO2 con una velocità massima di 208km/h e uno 0-100 km/h in 9,8 secondi.Immancabile la versione Turbo EcoM ametano da 1,6 litri con 150 CV. In arrivoanche la versione a GPL in autunno conl’1,4 litri turbo da 140 CV.TOURER DI NOME E DI FATTOLe Opel di ultima generazione hanno unottimo comportamento stradale e l’ultimaarrivata conferma la regola.La Zafira è infatti molto stabile, ben piantataa terra e governabile con precisionee sicurezza attraverso lo sterzo. Meritoanche delle carreggiate allargate e delleraffinate sospensioni a controllo elettronicoche, insieme a motore e sterzo, cambianonella risposta con due pulsanti. Sesi preme Sport la marcia si fa più dinamica,se si preme Tour si esalta la naturalevocazione al comfort e al viaggio del monovolumetedesco.Ottimo l’isolamento dai rumori e dallastrada, mentre il motore, sornione a velocitàcostante, romba e vibra un po’ sesollecitato a tirare fuori cavalli e coppia(360 Nm che diventano 380 con l’overboost).I consumi sono buoni per un’auto diqueste dimensioni e i freni garantisconosicurezza a tutta prova, mentre il cambioè un po’ gommoso e la frizione lunga epiuttosto pesante.OPEL ZAFIRA TOURER 2.0 CDTI 165 cvDATI TECNICI E PER L’IMPIEGO AZIENDALEÈ DIVENTATA GRANDELa Zafira si chiama Tourer non per caso e,come i modelli più recenti del Fulmine,punta al vertice del segmento per dotazioni,allestimenti e tecnologia gettando unponte verso la fascia di mercato superiore.Il prezzo di 29.550 euro per la versione inprova è adeguato anche se i “gioielli”(Opel Eye, AFL+, parabrezza panoramico...)sono a parte. Parliamo tuttavia di cifre ragionevoli,per un prodotto che vale e prometteanche costi di esercizio equilibratie valori residui elevati. Resta da vederese il cliente storico di Zafira accetterà diguidarne una più lunga di 20 cm.cilindrata 1.956 ccpotenza 165 cvlungh./largh./alt. 4,66 x 1,93 x 1,68 mpeso 1.733 kgaccelerazione 9,8” (da 0 a 100 km/h)velocità massima 208 km/hcambio manuale a 6 rapportitrasmissione trazione anteriorecosto di esercizio al km (*) 0,51consumo medio 19,2 km/litrocapacità di carico da 152 a 1.860 litricomfort ★★★★★silenziosità ★★★★★ABS SIESP SIantislitt. SI(*) percorrenza annua 20.000 km50 CARFLEET 45 | APRILE 2012


TOGETHERdi Maurilio RigoDUCATILE PIU’ BELLEALL’ASTA A MONTECARLONel mondo dell’autoquando si parla di “rosse”il riferimento ai bolidi Ferrariè sottinteso. L’eccellenzadei prodotti della casa del cavallinorampante è riconosciutauniversalmente sia per quantoriguarda le vetture stradali,sia per le monoposto di FormulaUno trionfatrici sui circuitidi tutto il mondo.Anche il settore delle dueruote ha però le sue “rosse”facilmente identificabili nellemoto Ducati. La casa di BorgoPanigale, altro orgoglio del1992 DUCATI 888 SBK CORSA“made in Italy”, ha in comunecon la Ferrari, oltre alla condivisionedella “motor valley”nazionale, l’apprezzamentoplanetario dei suoi prodotti eper rendersene conto bastapartecipare a un’edizione del“World Ducati Week”, l’annualeraduno mondiale chevede la partecipazione di unamarea di ducatisti con le loromoto provenienti da tutte lelatitudini (il prossimo si terràsul circuito di Misano dal 21al 24 giugno). L’altro “filrouge” con la casa di Maranelloè quello delle competizionisportive dove la factorybolognese ha fatto incetta dititoli monopolizzando per anniil Campionato mondiale Superbikecollezionando ben 17titoli costruttori su 24 edizionifino a oggi disputate e conl’indimenticabile Carl “theking” Fogarty autore di un ineguagliatopoker nel mondialepiloti. Senza dimenticare poiche nella massima espressionesportiva motociclistica,la MotoGp, un signore dalnome Valentino Rossi in sellaalla Desmosedici GP12 hatutta l’intenzione di dire ancorala sua nel motomondiale.52 CARFLEET 45 | APRILE 2012


TOGETHER1973 DUCATI 450 DESMO SCRAMBLERInsomma il marchio Ducati allapopolarità abbina il meritatorispetto guadagnato a suon divittorie. Ma la storia delle “rosse”bolognesi è lunga e costellataanche di successi commercialiche mossero i primipassi con “Cucciolo”, il piccolopropulsore ausiliario realizzatonel 1946 per soddisfare le esigenzedi mobilità motorizzatadel primo dopoguerra (il motoreera concepito per essereapplicato alle normali biciclette).Logico quindi che l’attenzionedegli appassionati nonsia focalizzata solo sulla produzionepiù recente (e l’ultimameraviglia porta il nome di1199 Panigale, un mostro chesfiora i 200 Cv), ma abbraccianche la ricerca di modelli chehanno fatto la storia del motociclismoitaliano e internazionale.L’occasione per metterele mani su qualche pezzoraro della ricca gamma di modellisfornati nell’arco dellasua storia dallo stabilimentodi Borgo Panigale arriva conuna singolare asta che si svolgeràa Montecarlo, nel Principatodi Monaco, nella prestigiosacornice del Grimaldi Forumil 10 e il 12 maggio prossimi.A curare la vendita all’incantoè RM Auctions, una dellepiù importanti casa d’aste, cheproporrà la vendita di un’importantecollezione di centomoto Ducati appartenenti a unsingolo collezionista.La kermesse monegasca è giàun evento molto atteso, e cosìanche la vendita della collezioneSaltarelli, che sarà a suavolta un “evento nell’evento”e si articolerà in due giornatedurante il Gran Premio Storicodi Monaco. Queste magnifichemoto completeranno l’offertadi automobili prestigiose presentateda RM che verrannobattute all’asta a Montecarlo.Oltre alla collezione Saltarelli,sia la Fabbrica sia il MuseoDucati, proporranno un’importanteselezione di splendidemoto e di memorabilia provenientidirettamente dal RepartoCorse Ducati, il tutto a corollariodi un evento unico e irripetibile,insomma un’occasione da non1947 DUCATI CUCCIOLO 48perdere. Da segnalare inoltreche le magnifiche moto dellacollezione Saltarelli completerannol’offerta di automobiliprestigiose presentate sempreda RM Auctions che verrannobattute all’asta a Montecarlo.L’evento di maggio è motivodi orgoglio per la casa d’astecome sottolineato da Max Girardo,direttore di RM Europa:“Siamo onorati di essere statiincaricati dal signor Saltarellidi offrire la sua eccezionalecollezione durante la nostraprossima asta di Monaco. Pernoi annunciare la presenza dellaDucati, che metterà all’astaalcune meravigliose moto dacorsa ex-ufficiali, renderà l’astadi Monaco un’opportunità unicaper i collezionisti e gli appassionatiDucati. Siamo entusiastidell’opportunità di lavorarecon il team Ducati, continueremoa collaborare conle migliori fabbriche a livellomondiale”.Soddisfazione è stata espressaanche da Gabriele del Torchio,presidente e CEO della DucatiMotor Holding: “Siamo feliciche una così prestigiosa casad’aste come RM Auctions offriràla collezione Saltarelli di motoDucati storiche e sono orgogliosodi comunicare che percompletare l’evento, offriremoalcune moto molto specialiprovenienti direttamente dalnostro reparto Ducati Corse.Questa vendita incredibile consentiràai collezionisti di potersiaggiudicare alcuni pezzi unicidella storia Ducati, dal CuccioloDucati ad una MotoGP DucatiDesmosedici”.La collezione è di proprietà diCarlo Saltarelli che ha vestitoi panni di pilota e collaudatoredella Ducati, oltre ad esserestato concessionario della marca,ed ha raccolto con curanegli ultimi 30 anni la sua formidabilecollezione di moto.Delle splendide 100 motocicletteofferte senza prezzo diriserva, il lotto più importante,che sicuramente attirerà l’attenzionedei maggiori collezionistidi moto, sarà la Ducati450 Desmo Corsa, una motopresente nel libro sul MuseoDucati, ed esposta nel Museodi Bologna negli ultimi anni. ➔CARFLEET 45 | APRILE 201253


TOGETHERFoto di gruppo per le ducati da corsaNella collezione Saltarelli èpresente anche una bellissimaDucati 888 SBK ex ufficialedel 1990, pilotata ai tempi daGiancarlo Falappa e come sottolineanogli organizzatori, trovarein vendita una 888 ex ufficialeè un’opportunità davverorara, ed è una ghiotta occasioneda non perdere pertutti i collezionisti dei “gioielli”della casa bolognese.Tra gli altri importanti modelliofferti spicca una coppia di 750SS da corsa del 1970, una Ducati750 SS ex-ufficiale dellastagione 1973/4, pilotata daFranco Uncini con il numero digara 1, che si aggiudicò numerosipodi anche durante la stagione1975, e poi ancora unaltro lotto è costituito da unaDucati 750 SS del 1974, numerodi gara 23, che vanta una storiasportiva illustre per aver segnatoun buon numero di vittoriee podi durante le stagioni1974 e 1975, spesso pilotatadallo stesso Carlo Saltarelli.Scorrendo l’elenco si trova unaDucati 125 Moto Giro F3 del1956, preparata dalla casa, insplendide condizioni originali,una Ducati 860 Mike HailwoodReplica Serie 1 del 1979 in ottimecondizioni, una Ducati900 MH del 2000, costruitaper il Motor Show di Bologna,precedentemente espostapresso la Fabbrica Ducati, unararissima Ducati 450 DesmoScrambler del 1970, in condizionioriginali, di colore giallo,una originalissima Ducati 748R, ex Team Gio.Ca.Moto nellalivrea gialla originale e unastupenda Ducati 250 DesmoShotgun Argento, restaurataai massimi livelli.Per partecipare all’asta la cosamigliore è presenziare alla venditaa Montecarlo in modo cosìda poter ammirare dal vivotante meraviglie tutte insieme,ma se non è possibile esserepresenti in prima persona saràpossibile anche fare offerteonline. Per tutte le informazionisi può contattare l’ufficio londinesedella RM Auctions alnumero +44 20 7851 7070 oppurevisitate il sito internetwww.rmauctions.com.Carlo SaltarelliNato a Ostra (nelle Marche) nel 1949, Carlo Saltarelliha passato tutta la sua vita in mezzo alle moto. Ha iniziatola sua carriera lavorando per una concessionariaall’età di 16 anni, e negli stessi anni ha acquistato lasua prima moto, una 125 Sport. La sua abilità sia dimeccanico sia di pilota è subito emersa, e nei primianni ‘70 acquistò il negozio dove aveva lavorato. Nel1971 ha acquistato una Ducati 750 S color arancio e,nel 1972 iniziò a gareggiare.La Ducati fu così impressionata dalla sua guida che glioffrì di diventare un collaudatore ufficiale per le nuovemoto stradali. Carlo Saltarelli ha progredito rapidamentefino a diventare un collaudatore della Squadra Corse, enel 1974 ha fondato il Team Saltarelli, ritirandosi dallecorse nel 1980. La sua impressionante collezione di Ducatiè stata accuratamente raccolta negli ultimi tre decenni,e rappresenta tutta la storia delle moto Ducati,comprese quelle stradali e da corsa.RM AuctionsCon oltre 30 anni di esperienza nel mercato delle automobilida collezione, RM Auctions e le proprie societàassociate si occupano dell’acquisto, del restauro e dellavendita delle vetture d’epoca più ricercate e prestigiose.RM può vantare cinque tra le dieci maggiori venditemondiali di automobili da collezione. Il Centro Restaurodi RM ha ottenuto grandiosi riconoscimenti, meritandoil titolo di “Best of Show” in occasione di alcune delleprincipali esposizioni mondiali di automobili.54 CARFLEET 45 | APRILE 2012


di Alessandro PalumboPROFITL’AUTO USATA TIENE DUROUsato 2011 vs usato 2010:poco più di un pareggio.Il mercato cresce dello 0,6%.In verità il risultato non è statosempre neutro nel corso dell’anno.I primi due trimestrihanno fatto registrare una crescitapositiva rispettivamentedel 6% e del 3%. A partire daluglio in poi, tutti i mesi hannoregistrato il segno negativo,ad eccezione di agosto. Il risultatofinale è stato di oltre4.571.000 passaggi di proprietàlordi, contro quasi4.545.000 del 2010, con unacrescita dello 0,59%, e 26.664passaggi in più rispetto all’intero2010.TABELLA 1: Passaggi di proprietà lordi 2011Dall’analisi dei brand emergeche 6 marche sulle 15 analizzate(vedi tabella 1) hanno ottenutorisultati peggiori rispettoal 2011. Peggio di tutte AlfaRomeo che ha perso il 9%, seguitada BMW (-7%), da Lancia,Mercedes e Smart che hannoperso il 3%, e da Fiat con l’1%di flessione. I migliori risultatirispetto al 2010 sono stati ottenutida Citroen (+11,9%), daNissan (+11,7%), da Ford (+11%)e da Peugeot (+6%).Secondo Franco Oltolini direttoregenerale di CarNext (societàspecializzata nella venditadi vetture usate provenientidalle flotte in noleggio a lungoMarca 12 mesi 2011 12 mesi 2010 Var QuotaFiat 1.152.668 1.169.645 -1,45% 25,20%Volkswagen 302.145 296.033 2,06% 6,60%Ford 300.194 270.341 11,04% 6,60%Lancia 241.833 249.779 -3,18% 5,30%Opel 238.232 231.396 2,95% 5,20%Mercedes 235.981 243.537 -3,10% 5,20%Renault 233.705 229.614 1,78% 5,10%Bmw 202.601 217.918 -7,03% 4,40%Alfa Romeo 183.611 201.290 -8,78% 4,00%Peugeot 177.746 168.393 5,55% 3,90%Audi 172.780 168.060 2,81% 3,80%Citroen 168.066 150.275 11,84% 3,70%Toyota/Lexus 136.960 133.985 2,22% 3,00%Smart 126.317 130.079 -2,89% 2,80%Nissan 81.680 73.121 11,71% 1,80%Altre 616.663 611.052 0,92% 13,50%Totale 4.571.182 4.544.518 0,59% 100%Fonte: Ministero delle Infrastrutture e dei Trasportitermine di <strong>LeasePlan</strong> Italia) “il2011 è stato contraddistintofino ad agosto da un’alternanzadi mesi con segno positivo enegativo.Poi da settembre fino a dicembrei risultati sono stati ognimese con il segno negativo. Ilclima di incertezza sulla situazionefinanziaria futura del paeseha prodotto un inevitabileperiodo di “riflessione sui consumi”.Bisogna considerarel’impatto negativo dei diversiprovvedimenti legislativi tracui l’inasprimento dell’IPT el’aumento delle accise sullabenzina. Nonostante ciò il mercatodell’usato ha retto”.Un’analisi più approfondita delmercato dell’usato impone unasuddivisione dei trasferimentidi proprietà in tre componentidiverse:• Le minivolture: si tratta dellepermute, cioè le vetture usateche i privati e le società trasferisconoai concessionari al finedi ottenere sconti sull’acquistodelle auto nuove, e che successivamentei concessionaririvendono. Nel 2011 sono cresciutedel 5%, probabilmentegrazie anche a valutazioni vantaggiosedell’usato del clienteda parte dei dealer (sostenutea loro volta dalle Case madri)resesi necessarie per incentivarel’acquisto del nuovo.• I passaggi di proprietà netti:si ottengono sottraendo ai passaggidi proprietà (lordi) le minivolture.Rappresentano l’usatoreale, gli scambi effettivi diprodotto usato. E’ l’indicatoreda utilizzare per valutare laperformance effettiva dell’usato.Nel 2011 i passaggi nettihanno registrato una lieve perditadel 0,1%.• I Km 0: si tratta di vetturenuove immatricolate dai concessionari,“spinte” dalle Caseautomobilistiche con uno ➔CARFLEET 45 | APRILE 201255


PROFITsconto superiore a quello standard.Tali vetture diventanousato quando vengono successivamenterivendute daiconcessionari ai clienti finalicon un prezzo più basso rispettoalle vetture nuove esenza aver percorso chilometri.Ora non possiamo saperequante di queste siano statevendute nel 2011 generandopassaggi di proprietà, ma unaparte di queste sicuramentelo sono state. Tecnicamentesi tratta di vetture usate, perchésono state già immatricolate,ma dal punto di vistadell’utilizzo si tratta di vetturenuove. I Km 0 sono stati il 18%in più rispetto al 2010.Un discorso a parte va fattoper le vendite di usato che provienedalle società di noleggioa lungo termine.Nel 2011 sonostate vendute 109.000 vettureimmatricolate da noleggiatoria lungo termine, di queste il33% aveva un’anzianità di 3anni, il 29% di 4 anni, e il 16%dai 5 ai 7 anni.Il 13% aveva un’anzianità diun anno, dato un po’ stranose si pensa all’attività di noleggioa lungo termine; la spiegazioneè che si tratta di vetturedi alcune società di noleggioa lungo termine, strettamentecollegate con alcuneLE FACCE DELL’USATO 2011 2010 VAR %Minivolture 1.880.244 1.796.132 4,70%Passaggi di proprietà netti 2.798.741 2.802.829 -0,10%Km 0 rivenduti al cliente finale 123.000 104.000 18%Case automobilistiche, checomprano le vetture con contrattodi buy back ad un anno,le noleggiano ad operatori dinoleggio a breve termine e lerivendono alle case automobilisticheentro l’anno.Spostando l’analisi dai volumiai valori dell’usato, abbiamosentito Stefano Ferruzzi, SeniorMarket & Valuation ManagerI valori residui per il mercato retail di un panel di modelli a 36 mesi 60.0000 km.di EurotaxGlass’s International,che si occupa delle previsionidei valori residui per ilsettore automotive. Ferruzziafferma che “l’attesa ripresadei valori residui nel 2011 perl’esaurimento dell’effetto depressivodegli incentivi allarottamazione sul nuovo non èavvenuta a causa principalmentedel perdurare della crisiSegmento Alim Media 2011 % Media 2010 % Delta ptsB BZ 36,7 37,9 -1,2B DS 38,5 39,8 -1,3C BZ 37,5 39,2 -1,7C DS 44,4 45,6 -1,2C SW BZ 38,7 39,8 -1C SW DS 43,5 44,8 -1,2D berlina BZ 38,2 40,2 -2D berlina DS 41,5 42,3 -0,8D SW BZ 40,8 39 1,8D SW DS 41,4 41,8 -0,4SUV DS 52,9 52,7 0,2SUV BZ 44,1 44,3 -0,2Fonte: Elaborazione Fleet&Mobility su dati Eurotax InternationalFonti: ACI e Interautoeconomica e della accresciutatassazione che hanno avutoimpatto negativo. Rispetto al2010 infatti si è vista un generalecalo dei Valori Residuimedi, anche se di modestaentità.Per un panel di vetture di anzianità36 mesi e con 60.000km possiamo notare che:• Il segmento B, tradizionaleleader di vendita sul nuovo inItalia, perde oltre 1 punto percentualedi Valore Residuo medio.La previsione di VR è distabilità poiché le vetture diquesto segmento beneficianosolo in parte delle nuove regoledi tassazione.Tali regole, invece, privilegianole vetture del segmento A perle quali ci si attende nel 2012una ripresa dei VR.• Il segmento C ha perso nel2011 quasi 2 punti percentualiper le benzina, e poco più di 1punto per le vetture diesel;inoltre il calo è più accentuatoper le berline, mentre le stationwagon mostrano VR più viciniall’anno precedente. Questamaggiore tenuta è indice dimaggiore aderenza alle esigenzedel cliente medio italianoin termini di funzionalità.• Nel segmento D il calo neiVR del 2011 rispetto al 2010 èleggermente più accentuatoper le berline mentre per lestation wagon si nota una certastabilità con persino qualchesegnale di ripresa (vetture benzina).Nella media il segmentoD risulta essersi stabilizzatodopo la grave crisi del 2009legata anche alla rottamazioneche ha penalizzato di molto ivalori residui.• I SUV rimangono circa suglistessi livelli di VR del 2010confermando l’interesse deiclienti per questa categoria diveicoli.”56 CARFLEET 45 | APRILE 2012


di Alberto MottiPLANETArea C prende il posto di Ecopass. Primapagava solo chi inquinava, ora pagano le autopiù moderne e quelle meno recenti restanofuori. Cinque euro per una giornata nella“Cerchia dei bastioni”, dalle 7.30 alle 19.30.Via libera solo a elettrici e moto (fino al 31/12anche ibride, GPL e Metano).MILANO, PER IL CENTRO SI PAGATra mille polemiche ilneo sindaco di Milano,Giuliano Pisapia, ha trasformatola zona Ecopass del precedentesindaco Letizia Morattiin Area C. Non è cambiatal’estensione della zona a trafficolimitato, ma la sostanzasì: Ecopass rendeva a pagamentol’ingresso nella “cerchiadei bastioni” di Milano soloper le auto più inquinanti,mentre le Euro4, la maggioranzaa Milano, potevano entraresenza pagare. Con AreaC, invece, i veicoli più inquinantinon possono più entrare,mentre (quasi tutti) gli altridevono pagare. La pollutioncharge – il pedaggio sull’inquinamentodell’era Moratti -è diventato congestion charge,cioè un pedaggio sul traffico,come a Londra.Cinque euro al giorno, da lunedìa venerdìIl centro è chiuso dal lunedì alvenerdì (festivi esclusi), dalle7.30 alle 19.30. Per le automobiliil pedaggio è unico, 5euro per una giornata di ingressiin centro. I veicoli commerciali,invece, hanno dueopzioni: 5 euro, incluse dueore di parcheggio gratuito sullestrisce blu, che di norma costano1,5 euro l’ora, oppuresolamente ingresso a 3 euro.I residenti dispongono di 40ingressi gratuiti l’anno, mentrei successivi sono a prezzo ridottodi 2 euro.Sempre gratis solo moto edelettriciL’ingresso è completamentevietato ai benzina Euro 0, aidiesel Euro 0, 1, 2 e, se prividi filtro antiparticolato, Euro3 (solo per quest’ultima categoriasono ammesse delle eccezioni,ma esclusivamenteper i residenti). Possono accederesenza pedaggio ad AreaC i veicoli elettrici, mentre quelliibridi, a GPL e a metano,possono entrare senza aggravi,ma solamente in via sperimentalefino al 31 dicembre 2012.Possono inoltre accedere tuttele moto e i ciclomotori, conl’esclusione di quelli dotati dimotori Euro 0 due tempi, bloccatiin maniera permanentedalla Regione Lombardia sututto il proprio territorio, anchese è prevista una deroga perle due ruote di interesse storicoe collezionistico iscritte ai variGiuliano Pisapia,sindaco di Milanoregistri storici. Non paganoneppure le auto del car sharingmilanese GuidaMi.Dal telepass ai parcometriIl Comune di Milano mette adisposizione una vasta gammadi opzioni per effettuare il pagamentodell’accesso ad AreaC. Il pagamento può essereperfezionato entro le ore 24del giorno successivo all’ingresso,ma sicuramente il metodopiù pratico è quello dipagare attraverso il Telepass,possibilità di recente introduzione,per la quale occorre registrarela propria targa sulsito www.telepass.it, oppure,per i frequentatori abituali, attraversol’addebito diretto inbanca con RID. Si può pagarecon i contanti presso le rivenditee i parcometri (che accettanoanche carte di credito ebancomat). Solamente con cartadi credito sul sito webwww.comune.milano.it nellasezione dedicata ad Area C,chiamando il call center o aglisportelli Intesa San Paolo. ➔CARFLEET 45 | APRILE 201257


PLANETTraffico in calo del 30%Area C è stata inaugurata il 16gennaio, per cui i risultati disponibilial momento sono assolutamenteprovvisori. Allametà di febbraio, dopo unmese pieno di utilizzo, si registraun calo di ingressi in centroquantificabile nel 30%, ma chesale quasi al 50% analizzandole sole automobili private dinon residenti, cioè quelle chepagano la tariffa piena. In lineacon il 30% di calo generale ladiminuzione di accessi da partedei residenti, mentre quelladei veicoli commerciali è quantificabilenel 20% circa. Salgonodel 15% gli ingressi diveicoli ecologici, mentre i datisulle due ruote non sono attendibilia causa dei numerosigiorni di freddo intenso e neveche hanno limitato l’utilizzodi una importante categoriaantitraffico come quella dellemoto, il cui utilizzo cresceràsicuramente, anche visto chenella sola provincia di Milanole vendite di due ruote sonocresciute in gennaio del 7%,a fronte di un mercato che sulpiano nazionale è in profondacrisi e registra un -9%.Fase sperimentaleIl Comune di Milano ha decisoche Area C sarà una sperimentazionedi 18 mesi, durante laquale, in base ai dati raccolti,saranno possibili eventuali modifiche.Da una parte si puòregistrare il drammatico miglioramentodelle condizionidel traffico in centro, dove cisi muove con una facilità e unarapidità assolutamente inaspettate,anche con i mezzipubblici. Questo perché, spieganodall’amministrazione meneghina,una riduzione del 30%di ingressi non significa unariduzione dei tempi di percorrenzadel 30%, bensì superiore,perché non esistono più i collidi bottiglia che generavano lecode. Inoltre, Area C, insiemeal pesante incremento del costodei carburanti, ha ridotto anchegli ingressi (e di conseguenzail traffico) in tutta la città. Maalcuni motivi di perplessità restano:i residenti, pur con i 40ingressi gratuiti e gli altri a 2euro, potrebbero trovarsi a pagareuna sorta di tassa occultadi importo superiore a 350euro/anno, mentre una buonaparte dei commercianti si èapertamente schierata controil provvedimento e – complicela crisi – registra importanticali negli affari.Possibili modificheProprio le due categorie piùpesantemente coinvolte, residentie commercianti, sonoquelle che presumibilmentevedranno qualche modifica aloro vantaggio della gestioneArea C: per quanto riguarda inegozi una delle possibili soluzionipotrebbe essere il “giovedìdi shopping”, con le telecameredi controllo che sispengono alla 17.30 inveceche alle 19.30. Mentre per iresidenti-pendolari si è ipotizzatoil rientro in centro gratuitoa partire dalle 17 o 18 inveceche alle 19.30. Altra categoriapenalizzata è quella dei gestoridi autosilo, che hanno vistol’occupazione degli stalli ridursidi oltre il 50%: per loro sarebbein dirittura d’arrivo una tariffaagevolata di 10 euro che includeingresso in Area C (daattivarsi a carico dell’autosilo)e 4 ore di parcheggio (10 europer 4 ore era una tariffa nontroppo alta prima dell’introduzionedi Area C).Il futuroOltre al destino di residenti ecommercianti, il futuro di AreaC – che verrà delineato nell’estate2013, alla fine degliattuali 18 mesi di sperimentazione– si giocherà tutto sulleeventuali decisioni di allargamento.E sui criteri che si applicheranno:se in centro abitauna piccola parte di milanesi,mediamente benestanti, allargandol’area si includerebberomolte altre migliaia di cittadini,per i quali il pagamento di unatariffa giornaliera per rientraredal lavoro rappresenterebbeun balzello ancora più ingiustodi quello che grava sui residentidi Area C. Senza contare cheandrebbero ulteriormente incrementatii mezzi pubblici(tutti i proventi di Area C sonodestinati al potenziamento deimezzi di trasporto collettivi)per tutti i non residenti cheverrebbero “tagliati fuori” dailoro luoghi di lavoro. Sembraormai chiaro che Milano haimboccato la strada di far pagare“l’utilizzo” della città achi sceglie di usare l’auto.58 CARFLEET 45 | APRILE 2012


TOGETHERdi Pier Luigi del ViscovoSIAMO SOLO NOIIn questi mesi la societàitaliana si è rivelata fragile,isolata e eterodiretta. Nelpicco della crisi 2008-2009avevamo dimostrato una tenutasuperiore a tutti gli altri,guadagnandoci una good reputationinternazionale. Maora siamo fragili a causa diuna crisi che viene dal non governodella finanza globalizzatae che si esprime sul pianointerno con un sentimento distanchezza collettiva e diinerte fatalismo rispetto alproblema del debito pubblico.Siamo isolati, perché restiamofuori dai grandi processi internazionali(rispetto all’Unioneeuropea, alle alleanze occidentali,ai mutamenti in corsonel vicino Nord Africa, ai rampantifree rider dell’economiamondiale). E siamo eterodiretti,vista la propensione degliuffici europei a dettarcil’agenda. I nostri antichi puntidi forza (la capacità di adattamentoe i processi spontaneidi autoregolazione nel welfare,nei consumi, nelle strategied’impresa) non riesconopiù a funzionare.Il 45° Rapporto sulla Società Italiana del Censis fotografa un paesefragile e sfilacciato, ma individua anche le risorse, in suo possesso,da attivare per poter uscire dalla crisiEra prevedibile che la verticalizzazionee la personalizzazionedel potere coltivate negliultimi vent’anni avrebbero impoveritonel tempo la nostraforza di governo.Si è così creato un deficit politicoche ha favorito una logicadi polarizzazione decisionale:in basso vince il primatodel mercato, in alto il primatodegli organismi apicali del poterefinanziario.«Ognuno per sé e Francoforteper tutti» sembra il messaggiocorrente, per De Rita. «Ma unasocietà complessa come lanostra non può vivere e crescererelegando milioni di personea essere una moltitudineegoista affidata a un mercatoturbolento e sregolato, e affidandola tenuta dell’ordineminimale a vertici e circuiti finanziariristretti e non sempretrasparenti».Oggi la dialettica politica sembraprigioniera del primato,anche lessicale, della regolazionefinanziaria di vertice,che però può esprimere solouna dimensione di controllo,non di evoluzione e crescita.È illusorio pensare che i poterifinanziari disegnino sviluppo.«Perché lo sviluppo si fa conenergie, mobilitazioni, convergenzecollettive, quindi soltantose si è in grado di faregoverno politico della realtà».Per uscire dalla crisi, coltivarela lunga durata della nostralinea evolutiva.Il solido «scheletro contadino»,metafora della nostra culturadi continuo adattamento, restail riferimento della nostra evoluzionesociale. Siamo ancorauna realtà in cui vige il primatodell’economia reale, nonostantel’attuale trionfo dell’economiafinanziaria. La nostra crescitadell’ultimo mezzo secoloè stata il frutto di processi disviluppo della soggettività individuale(iniziativa imprenditorialedi piccola e media dimensione,vitalità delle diverserealtà territoriali, coesione sociale,forza economica e finanziariadelle famiglie, diffusapatrimonializzazione immobiliare,radicamento sul territoriodel sistema bancario, responsabilecopertura pubblica eprivata dei bisogni sociali):fattori ancora essenziali persuperare la congiuntura negativae il declinismo. «Potremosuperare la crisi attualese, accanto all’impegno di difesadei nostri interessi internazionali,sapremo mettere incampo la nostra vitalità, rispettarnee valorizzarne le radici,capirne le ulteriori direzionidi marcia».Una forte articolazione socioeconomicainterna.«La vitalità è sempre tesa almolteplice e la lunga duratasi associa progressivamenteai processi di articolazione».Così, alla crisi non ha corrispostouna reazione omogenea,60 CARFLEET 45 | APRILE 2012


TOGETHERma una risposta articolata edifferenziata. Ci sono le «minoranzeattive» che restanofedeli alla sfida imprenditoriale,ma non riescono a trainare ilresto della società; i «borghigiani»,che hanno scelto diperseguire una più alta qualitàdella vita; il «ceto medio», impauritodalla prospettiva diuscire dalla fascia intermediadella composizione sociale; laparte marginale della società,resa ancora più fragile dallacrisi. Nel prossimo futuro potrebberoessere incubati germidi tensione sociale e di conflittoa causa dell’aumento delle diseguaglianzee dei processiche creano emarginazione.QUEL CHE RESTA DEL MODELLO ITALIANOIdentità plurime e interessi: gli italiani in recupero di serietà. In tempi difficili come quelliattuali, c’è una responsabilità collettiva pronta a entrare in gioco che, come spesso è accadutonei passaggi chiave della storia nazionale, può essere decisiva nel fronteggiare le difficoltà. Il57,3% degli italiani è disponibile a sacrificare il proprio tornaconto personale per l’interessegenerale del Paese (anche se, di questi, il 45,7% limita la propria disponibilità ai soli casieccezionali).Cosa dovrebbe essere messo subito al centro dell’attenzione collettiva per costruire un’Italiapiù forte? Per più del 50% la riduzione delle diseguaglianze economiche. Moralità e onestà(56%) e rispetto per gli altri (54%) sono i valori guida indicati dalla maggioranza degli italiani.Emerge la stanchezza per le tante furbizie e violazioni delle regole. L’81% condanna l’evasionefiscale: per il 43% è moralmente inaccettabile (le tasse vanno pagate tutte e per intero), per il38% chi non le paga arreca un danno ai cittadini onesti.L’erosione del modello di sviluppo fondato sulla famiglia. È vero che all’82% di famiglieitaliane proprietarie della loro abitazione corrispondono percentuali molto più basse negli altriPaesi europei: nel Regno Unito si raggiunge il 70% circa, quasi il 60% in Francia e il 45% inGermania. L’attivo finanziario delle famiglie, al netto dei debiti, ammonta al 175% del Pil, ma invalore assoluto c’è stata una erosione significativa di questo patrimonio, dai 3.042 miliardi dieuro del 2006 a 2.722 miliardi: -11%, ma in valori reali -16%.La rivincita della razionalità sull’emozione. Da una ricerca del Censis sulla popolazione conpiù di 50 anni emergono le basi profonde dell’identità: al primo posto l’esperienza del singolo(45%), seguita dall’eredità culturale familiare (43%) e dal carattere (42%), mentre raccolgonopercentuali irrisorie la classe socio-economica (5%), l’appartenenza religiosa (4%), politica(1%), etnica (0,2%). Dopo anni di emotività confusa, il primato della ragione e dell’esperienza sitraduce anche in un nuovo atteggiamento verso la politica. Gli eccessi del passato danno menopresa all’adesione per simpatia, fascinazione e carisma. Si chiede una classe dirigente dispecchiata onestà sia in pubblico che in privato (59%), che i leader siano preparati (43%),illuminati da saggezza e consapevolezza (43%).Lo sviluppo delle relazioni.Il disinnesco delle tensioni passaattraverso l’arricchimentodei rapporti sociali. La lungadurata porta infatti alla differenziazionedei soggetti e deiloro comportamenti, ma la societàè fatta di relazioni frasoggetti. È nel binomio «piùarticolazione, più relazione»che la società italiana può riprendererespiro. Lo si vedenella ricerca di nuovi formatrelazionali: l’esplosione deitanti social network, la diffusionedi aggregazioni spirituali,la crescita di forme amicali collettive(le crociere, le movide,le sagre), lo sviluppo di aggregazionicapaci di supplire allecarenze del welfare pubblico(asili nido, mense scolastiche,esperienze mutualistiche), lapartecipazione comunitaria alivello di quartiere urbano o diarea agricola, i borghi risistematie le medie città di anticoprestigio, la tenuta di tutti isoggetti intermedi portatori diinteressi o di istanze civili.LE CAUSE DEL RISTAGNO ECONOMICOIl deficit di classi dirigenti. Nel nostro Paese i vertici decisionali si sono ridotti di oltre 100.000unità tra il 2007 e il 2010. In più, le donne sono poche, l’età media è elevata e solo un terzo èlaureato: a conferma che il fenomeno è dovuto non solo ai comportamenti dei vertici piùelevati, ma anche alla sterilità dello strato sociale che dovrebbe esprimere il ricambio.La parabola declinante della produttività. Mentre nell’ultimo decennio gli occupati sono aumentatidel 7,5%, il Pil è cresciuto in termini reali solo del 4%. Si è ridotta la nostra capacità digenerare valore. La produttività oraria è andata progressivamente calando. Nel 2000, fatto 100il livello di produttività medio europeo, l’Italia presentava un valore pari a 117, sceso nel 2010a 101. Tale dinamica è stata condizionata dalla qualità della crescita occupazionale degli ultimianni, con un aumento dei lavori a bassa o nulla qualificazione a scapito di quelli più qualificati.Segnali di deterioramento nei servizi. I cittadini e le imprese si trovano a fare i conti con un sistemadei servizi che mostra evidenti segnali di criticità. Il trasporto pubblico locale soffrivagià di una grave inadeguatezza dell’offerta. Tra il 2007 e il 2010 i passeggeri trasportati daibus urbani sono aumentati del 2%, mentre i posti/km offerti sono diminuiti del 3%; nelleferrovie regionali e metropolitane +10% di passeggeri e -1% di posti. Ma nel 2011 il trasportopubblico ha subito mancati trasferimenti in attuazione dell’accordo Stato-Regioni, con questeultime costrette ad aumentare le tariffe e a ridurre i servizi.Un’Italia in sospensione, ma di fronte all’emergenza c’è una responsabilità collettiva prontaa entrare in gioco.La difesa e valorizzazione dellarappresentanza.Un sistema che vive nel quotidianosvolgersi dell’articolazionee delle relazioni esprimeil bisogno di sedi e meccanismidi rappresentanza, dove le partipossono contribuire ai processidecisionali ai vari livelli.«Il vuoto lasciato nella fasciaintermedia della società dallapolarizzazione fra il mercato(e il soggettivismo etico cheesso produce) e la verticalizzazionefinanziaria (e i suoispazi astrali, ma non trasparenti)può essere riempito soltantodalla rappresentanza».Senza il funzionamento dellarappresentanza, sociale e politica,la società sarebbe privadi vitalità dialettica e dinamicasociale, oltre che di un indispensabiletessuto socio-politicointermedio.CARFLEET 45 | APRILE 201261


LA MACCH<strong>IN</strong>A DEI NUMERIdi Alessandro PalumboIMMATRICOLAZIONI <strong>IN</strong> ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA di imprese e societàElaborazioni Centro Studi UNRAE al 29/2/2012Marca 2011 2010 var % Peso % 2011 Peso % 2010FIAT 87.136 83.299 5% 27,9% 27,6%VOLKSWAGEN 18.469 16.443 12% 5,9% 5,4%FORD 17.942 13.819 30% 5,7% 4,6%BMW 17.431 20.203 -14% 5,6% 6,7%MERCEDES 16.776 13.629 23% 5,4% 4,5%AUDI 15.145 14.756 3% 4,8% 4,9%SMART 11.541 4.197 175% 3,7% 1,4%PEUGEOT 11.347 15.071 -25% 3,6% 5,0%LANCIA 11.123 9.984 11% 3,6% 3,3%CITROEN 10.960 13.550 -19% 3,5% 4,5%RENAULT 9.772 9.055 8% 3,1% 3,0%OPEL 9.740 9.505 2% 3,1% 3,1%NISSAN 8.819 7.657 15% 2,8% 2,5%TOYOTA 7.617 7.801 -2% 2,4% 2,6%ALFA ROMEO 7.432 10.353 -28% 2,4% 3,4%M<strong>IN</strong>I 5.775 5.662 2% 1,8% 1,9%VOLVO 4.577 4.077 12% 1,5% 1,4%LAND ROVER 4.235 4.162 2% 1,4% 1,4%HYUNDAI 3.968 5.862 -32% 1,3% 1,9%HONDA 3.707 5.445 -32% 1,2% 1,8%SKODA 2.731 2.678 2% 0,9% 0,9%MAZDA 2.527 2.808 -10% 0,8% 0,9%JEEP 2.432 954 155% 0,8% 0,3%MITSUBISHI 2.351 2.231 5% 0,8% 0,7%SEAT 2.318 1.843 26% 0,7% 0,6%CHEVROLET 2.219 2.916 -24% 0,7% 1,0%PORSCHE 2.175 1.794 21% 0,7% 0,6%KIA 2.126 1.480 44% 0,7% 0,5%SUZUKI 1.714 1.628 5% 0,5% 0,5%DACIA 1.253 943 33% 0,4% 0,3%SUBARU 1.223 1.107 10% 0,4% 0,4%JAGUAR 685 778 -12% 0,2% 0,3%LEXUS 608 427 42% 0,2% 0,1%TATA 537 450 19% 0,2% 0,1%GREAT WALL 526 431 22% 0,2% 0,1%DAIHATSU 520 763 -32% 0,2% 0,3%ISUZU 419 541 -23% 0,1% 0,2%SSANGYONG 397 220 80% 0,1% 0,1%SAAB 310 180 72% 0,1% 0,1%MAS<strong>ERA</strong>TI 295 299 -1% 0,1% 0,1%MAH<strong>IN</strong>DRA 272 203 34% 0,1% 0,1%FERRARI 263 317 -17% 0,1% 0,1%<strong>IN</strong>F<strong>IN</strong>ITI 238 212 12% 0,1% 0,1%CHRYSLER 188 527 -64% 0,1% 0,2%DR 170 490 -65% 0,1% 0,2%ALTRE 387 1.228 -68% 0,1% 0,4%TOTALE 312.396 301.978 3% 100% 100%IMMATRICOLAZIONI <strong>IN</strong> ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA di imprese e società - TOP 20Elaborazioni Centro Studi UNRAE al 29/2/2012n. marca modello 2011 peso % n. marca modello 2010 peso %1 FIAT PANDA 27.021 8,6% 1 FIAT PUNTO 26.393 8,7%2 FIAT PUNTO 23.960 7,7% 2 FIAT PANDA 21.331 7,1%3 FIAT 500 11.542 3,7% 3 FIAT 500 9.250 3,1%4 SMART FORTWO 11.539 3,7% 4 M<strong>IN</strong>I M<strong>IN</strong>I 5.662 1,9%5 FIAT BRAVO 6.946 2,2% 5 FIAT BRAVO 5.458 1,8%6 LANCIA YPSILON 6.107 2,0% 6 VOLKSWAGEN GOLF 5.435 1,8%7 FORD FIESTA 6.081 1,9% 7 LANCIA YPSILON 5.049 1,7%8 M<strong>IN</strong>I M<strong>IN</strong>I 5.775 1,8% 8 BMW SERIE 3 4.842 1,6%9 FORD FOCUS 5.413 1,7% 9 CITROEN C3 4.715 1,6%10 FIAT SEDICI 5.286 1,7% 10 FIAT MULTIPLA 4.320 1,4%11 VOLKSWAGEN GOLF 5.132 1,6% 11 SMART FORTWO 4.195 1,4%12 MERCEDES CLASSE A 4.969 1,6% 12 BMW SERIE 1 3.974 1,3%13 FIAT IDEA 4.922 1,6% 13 FIAT SEICENTO 3.953 1,3%14 BMW SERIE 5 3.779 1,2% 14 AUDI A4 3.803 1,3%15 VOLKSWAGEN POLO 3.712 1,2% 15 MERCEDES CLASSE A 3.545 1,2%16 AUDI A4 3.299 1,1% 16 ALFA ROMEO MI.TO 3.440 1,1%17 ALFA ROMEO GIULIETTA 3.027 1,0% 17 VOLKSWAGEN POLO 3.404 1,1%18 CITROEN C3 3.007 1,0% 18 FORD FOCUS 3.233 1,1%19 ALFA ROMEO MI.TO 2.921 0,9% 19 FORD FIESTA 3.211 1,1%20 FIAT QUBO 2.887 0,9% 20 FIAT IDEA 3.149 1,0%ALTRE 165.071 52,8% ALTRE 173.616 57,5%TOTALE 312.396 100,0% TOTALE 301.978 100%62 CARFLEET 45 | APRILE 2012


PROFITIMMATRICOLAZIONI <strong>IN</strong> ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA per uso noleggioElaborazioni Centro Studi UNRAE al 29/2/2012Marca 2011 2010 var % Peso % 2011 Peso % 2010FIAT 74.198 78.551 -6% 26,5% 30,2%VOLKSWAGEN 22.009 18.019 22% 7,9% 6,9%FORD 20.202 18.943 7% 7,2% 7,3%OPEL 17.991 8.643 108% 6,4% 3,3%AUDI 17.335 16.123 8% 6,2% 6,2%PEUGEOT 16.922 14.063 20% 6,1% 5,4%RENAULT 16.718 17.873 -6% 6,0% 6,9%LANCIA 15.129 16.369 -8% 5,4% 6,3%ALFA ROMEO 12.143 8.768 38% 4,3% 3,4%BMW 11.676 9.721 20% 4,2% 3,7%CITROEN 11.587 9.293 25% 4,1% 3,6%MERCEDES 10.988 10.687 3% 3,9% 4,1%NISSAN 4.611 4.478 3% 1,6% 1,7%VOLVO 4.140 2.865 45% 1,5% 1,1%HYUNDAI 4.058 892 355% 1,5% 0,3%SMART 3.878 9.786 -60% 1,4% 3,8%SKODA 2.545 1.977 29% 0,9% 0,8%SEAT 2.016 1.477 36% 0,7% 0,6%TOYOTA 1.939 1.497 30% 0,7% 0,6%M<strong>IN</strong>I 1.547 2.221 -30% 0,6% 0,9%CHEVROLET 1.099 1.125 -2% 0,4% 0,4%SUBARU 1.047 837 25% 0,4% 0,3%HONDA 832 504 65% 0,3% 0,2%LAND ROVER 830 530 57% 0,3% 0,2%GREAT WALL 820 5 16300% 0,3% 0,0%MAZDA 628 608 3% 0,2% 0,2%JEEP 524 209 151% 0,2% 0,1%CHRYSLER 330 393 -16% 0,1% 0,2%MITSUBISHI 298 317 -6% 0,1% 0,1%SUZUKI 293 227 29% 0,1% 0,1%PORSCHE 254 328 -23% 0,1% 0,1%KIA 231 1.050 -78% 0,1% 0,4%JAGUAR 195 260 -25% 0,1% 0,1%ALTRE 558 1.167 -52% 0,2% 0,4%TOTALE 279.571 259.806 8% 100,0% 100,0%IMMATRICOLAZIONI <strong>IN</strong> ITALIA DI AUTOVETTURE E FUORISTRADA per uso noleggio - TOP 20Elaborazioni Centro Studi UNRAE al 29/2/2012n. marca modello 2011 peso % n. marca modello 2010 peso %1 FIAT PUNTO 24.439 8,7% 1 FIAT PUNTO 25.729 9,9%2 FIAT PANDA 19.719 7,1% 2 FIAT PANDA 22.653 8,7%3 FIAT 500 17.074 6,1% 3 FIAT 500 13.884 5,3%4 ALFA ROMEO GIULIETTA 9.243 3,3% 4 SMART FORTWO 9.786 3,8%5 FIAT BRAVO 8.131 2,9% 5 AUDI A4 7.737 3,0%6 OPEL ASTRA 7.567 2,7% 6 RENAULT MEGANE 7.425 2,9%7 VOLKSWAGEN PASSAT 7.227 2,6% 7 FIAT BRAVO 7.365 2,8%8 AUDI A4 6.983 2,5% 8 VOLKSWAGEN GOLF 7.167 2,8%9 LANCIA DELTA 6.736 2,4% 9 LANCIA DELTA 6.634 2,6%10 VOLKSWAGEN GOLF 6.679 2,4% 10 FORD FOCUS 5.987 2,3%11 RENAULT MEGANE 6.476 2,3% 11 LANCIA MUSA 5.837 2,2%12 OPEL <strong>IN</strong>SIGNIA 6.173 2,2% 12 OPEL <strong>IN</strong>SIGNIA 5.226 2,0%13 FORD FIESTA 5.678 2,0% 13 FORD FIESTA 4.584 1,8%14 CITROEN C3 4.480 1,6% 14 FIAT CROMA 4.091 1,6%15 LANCIA MUSA 4.440 1,6% 15 VOLKSWAGEN PASSAT 4.056 1,6%16 FORD C-MAX 4.191 1,5% 16 RENAULT SCENIC 3.988 1,5%17 RENAULT CLIO 3.950 1,4% 17 ALFA ROMEO MI.TO 3.703 1,4%18 CITROEN C4 3.944 1,4% 18 PEUGEOT 308 3.700 1,4%19 FORD FOCUS 3.942 1,4% 19 CITROEN C3 3.513 1,4%20 PEUGEOT 308 3.882 1,4% 20 BMW SERIE 3 3.489 1,3%ALTRE 118.617 42,4% ALTRE 103.252 39,7%TOTALE 279.571 100% TOTALE 259.806 100CARFLEET 45 | APRILE 201263


LA MACCH<strong>IN</strong>A DEI NUMERIPREZZI MACRO VOCI SETTORE AUTOMOTIVEvar. % vs mese anno precedentefonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTATPREZZI VOCE “SPESE DI ESERCIZIO”var. % vs mese anno precedente (non è evidenziata la voce “carburanti e lubrificanti”)fonte: elaborazioni Fleet&Mobility su dati ISTAT64 CARFLEET 45 | APRILE 2012

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