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ENTRATE IN UNA NUOVA ERA - LeasePlan

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CATEGORIAMario Draghi è arrivato a Davos dopo uncentinaio di giorni dalla sua investitura aFrancoforte, diventando l’uomo che rappresentail salvatore dell’Euro dal possibilecrollo, ricevendo il consenso deigrandi dell’Europa e anche dei forti gruppidi potere che spesso condizionano le decisionia livello nazionale e comunitario,anche in politica finanziaria.Certo, qualche critica è arrivata dalla Germania,dove si teme che la sua politicapunti a sostituirsi a quella di bilancio deisingoli Paesi. Ma i primi mesi di presidenzahanno dunque inciso molto sul contestoeconomico e finanziario europeo,come confermano le parole di elogio cheOlivier Blanchard, capo economista delFondo Monetario Internazionale, aveva riservatoal manager italiano il giorno dellasua nomina a capo della Bce: "Sarà unbanchiere centrale pragmatico".Uno degli speaker al World Economic ForumMa se Mario Draghi e la sua strategia raccolgonoil favore di economisti e politici,è l’Italia a mostrare una volta di più le suelacune in materia di modernizzazione e,soprattutto, di competitività: nel suo consuetorapporto Global CompetitivenessReport, il World Economic Forum ci metteal 43° posto al mondo per competitivitàglobale (i primi 3 posti sono occupati daSvizzera, Singapore e Svezia), al 92° perambiente macroeconomico, al 123° perefficienza del mercato del lavoro, al 97°per sviluppo dei mercati finanziari e al 43°per innovazione. Lo studio ha preso inconsiderazione 142 Paesi del mondo.I problemi maggiori per fare business inItalia? Una burocrazia inefficiente, altatassazione, difficoltà di accedere ai finanziamentie infrastrutture inadeguate. Maci sono altri dati sui quali riflettere e chefanno soccombere l’Italia davanti al restodel mondo: siamo al 140° posto per farraginositàdelle leggi, al 132° per crimineorganizzato, al 127° per la fiducia verso ipolitici, al 133° per efficienza nel dirimerele cause legali davanti al giudice, al 112°per qualità di protezione degli interessidegli azionisti di minoranza delle societàdi capitale e al 79° per qualità globaledelle infrastrutture, comprendenti strade,autostrade, ferrovie, porti e aeroporti.Tutti dati che fanno pensare a quantastrada ci sia da percorrere per portarel’Italia alla pari dei Paesi concorrenti perquanto riguarda servizi e infrastrutture.A livello di sviluppo economico, invece,la Penisola occupa posizioni di rilievo: idati del World Economic Forum, infatti, ciposizionano al secondo posto al mondoper “Cluster development”, indice dellapresenza di una fitta rete di aziende subuona parte del territorio. Piazzamenti discretianche per quanto riguarda la qualitàe (soprattutto) la quantità delle impreseitaliane in grado di fornire beni e servizi,che permettono all’economia italiana diposizionarsi nella top 10 mondiale in terminidi volume d’affari.12 CARFLEET 45 | APRILE 2012

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