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Organo ufficiale della Società Italiana di Vittimologia (S.I.V.)

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due soggetti, i <strong>di</strong>versi ruoli che occupano sono ilrisultato dell’interruzione e/o <strong>della</strong> risoluzione <strong>di</strong>quel processo <strong>di</strong> interazione circolare all’interno<strong>di</strong> un sistema, un sistema cui ha partecipatoattivamente anche la vittima ed eventuali altrisoggetti presenti sulla scena. La relazione travittima e offender verrà dunque osservata nellasua complessità tentando <strong>di</strong> esplorare i processiche sottendono la percezione <strong>di</strong> realtà e icomportamenti <strong>di</strong> risposta dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>osservazione <strong>della</strong> vittima, delle sue modalità <strong>di</strong>coping e <strong>di</strong> comunicazione. Von Hentig ha ilmerito <strong>di</strong> aver per primo osservato chefrequentemente esiste reciprocità nel legame chesi stabilisce tra agente e vittima, elaborando ilconcetto <strong>di</strong> “relazione” tra criminale e vittima.Così avviene il passaggio storico in cui lo stu<strong>di</strong>oscientifico del crimine smette <strong>di</strong> essere orientatosolo sull’autore del reato così come la relazionetra criminale e vittima non è più letta solo in unaprospettiva uni<strong>di</strong>mensionale come tra “soggetto eoggetto”. Da questo punto <strong>di</strong> vista ricor<strong>di</strong>amoanche il lavoro <strong>di</strong> M. Wolfgang che nel 1958coniò il termine <strong>di</strong> “victim-precipitation”,analizzando 588 omici<strong>di</strong> tratti dagli archivi <strong>della</strong>polizia <strong>di</strong> Filadelfia dal 1948 al 1952, si concentròsoprattutto sui casi in cui la vittima fosse stata laprima a mettere in atto un’azione violenta neiconfronti del suo aggressore: «casi in cui sarebbestata proprio la vittima a determinare il propriorischio <strong>di</strong> vittimizzazione».Tra le più recenti teorizzazioni da questo punto <strong>di</strong>vista ricor<strong>di</strong>amo la teoria elaborata da Sparks(1982) che considera l’importanza <strong>di</strong> sei fattori inambito vittimologico: 1) Vulnerabilità (riguardasoggetti ad alto rischio <strong>di</strong> vittimizzazione); 2)Opportunità (si riferisce alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> unbene); 3) Attrazione (si riferisce alla tentazioneche un certo bene esercita sul criminale); 4)Facilitazione (in<strong>di</strong>ca una situazione rischiosacreata dai comportamenti <strong>della</strong> vittima pernegligenza ed imprudenza); 5) Precipitazione(concetto già analizzato); 6) Impunità (in<strong>di</strong>casituazioni in cui la vittima è improbabile chedenunci l’evento). I fattori <strong>della</strong> “victimprecipitation” come componenti dell’azionecriminale sono importanti, ma non sononaturalmente da considerarsi la causa scatenantedel crimine, l’oggetto <strong>di</strong> interesse scientifico è ilrapporto tra aggressore e vittima. In ambitovittimologico concetti <strong>di</strong> “criminalità scatenata,facilitata, iniziata, causata o consentita” dallavittima non implicano assolutamente attribuzione<strong>di</strong> responsabilità alla vittima stessa, interessanosolo in termini <strong>di</strong> “agito” all’interno <strong>di</strong> unarelazione <strong>di</strong>a<strong>di</strong>ca tra “autore del reato-vittima” nelcontesto <strong>della</strong> scena del crimine che in un’otticasistemica non può che tenere conto <strong>di</strong> tutte le partiin termini <strong>di</strong> processualità e circolarità nelcontesto dell’azione criminale. Sarebbe altrimentiimpossibile tentare <strong>di</strong> spiegare/comprendere ilcomportamento criminale senza valutare lapsico<strong>di</strong>namica degli attori principali (autorevittima)in relazione tra loro e la socio-<strong>di</strong>namica<strong>della</strong> situazione.Il concetto <strong>di</strong> “reato scatenato dalla vittima” nellostu<strong>di</strong>o eziologico del comportamento criminalenon ha nulla a che fare con il concetto giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong>“provocazione <strong>della</strong> vittima” utilizzato in ambitogiuri<strong>di</strong>co-penale, la maggior parte delle vittime,secondo B. Mendelsohn, considerato autore deltermine “vittimologia”, non giocano un ruoloattivo nella loro “vittimizzazione” e in<strong>di</strong>viduanella causa più importante del ruolo <strong>di</strong> vittimaRivista <strong>di</strong> Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. VI – N. 3 – Settembre-Dicembre 2012 50

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