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aprile - Fraternità San Carlo

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MENSILE DELLA FRATERNITÀ SACERDOTALE DEI MISSIONARI DI SAN CARLO BORROMEOAnno XVII, n. 4<strong>aprile</strong> 2013 - € 1,50fraternitàemissionePoste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art 1, comma 1, LO/MI4www.sancarlo.orgLA FRATERNITÀ SAN CARLO NEL MONDO: ALVERCA PORTOGALLO ASUNCIÓN PARAGUAY BOLOGNA ITALIA BOSTON USA BUDAPEST UNGHERIA CHIETI ITALIA CITTÀ DEL MESSICO MESSICO COLONIA GERMANIA CONCEPCIÓN CILE DENVERUSA FROSINONE ITALIA FUENLABRADA SPAGNA GROSSETO ITALIA GROTTAMMARE ITALIA LONDRA GRAN BRETAGNA MILANO ITALIA MOSCA RUSSIA NAIROBI KENYA NAPOLI ITALIA NOVOSIBIRSK SIBERIA PESARO ITALIA PRAGA REPUBBLICACECA REGGIO EMILIA ITALIA ROMA ITALIA SAN PAOLO BRASILE SAN QUIRICO ITALIA SANTIAGO DEL CILE CILE ‘S-HERTOGENBOSCH OLANDA TAIPEI TAIWAN TRIESTE ITALIA VIENNA AUSTRIA VIGEVANO ITALIA WASHINGTON USALa nostrapreghieraPapa Francesco.Nella foto grande, piazza sanPietro la sera del 13 marzo 2013(Servizio Fotograficodell’Os servatore Romano).Ringraziamo il Signore per il dono del nuovoPapa che ha concesso alla sua Chiesa. Donoper cui tanto abbiamo pregato.Nella sua storia bimillenaria la Chiesa stupiscesempre per la sua freschezza, per la sua forza diriforma, per il suo desiderio di riandare all’originedella sua vicenda, all’evento dell’Incarnazionee così ripresentarlo all’uomo di ogni tempo.La Chiesa compie un cammino verso ciò che èessenziale, la persona di Gesù Cristo, unico salvatore.Questa è stata l’intenzione profonda di Benedettoda Norcia, il cui nome – ad esempio –aveva scelto Benedetto XVI. Questa è stata lavita e la figura di Francesco d’Assisi, che vieneposta oggi al centro dell’attenzione del mondodal nuovo Papa.Preghiamo perché lo Spirito di Dio lo accompagnie lo sostenga nella sua opera di Vescovo diRoma e Pastore universale.Mons. Massimo CamisascaPASSIONE PER LA GLORIA DI CRISTO


Quando preghi, chiedi le cose grandi.<strong>San</strong>t’Ambrogio2 fraternitàemissione APRILELa preghiera di Gesùdi Paolo SottopietraIvangeli ci hanno descritto solo pochi movimenti fisicidi Cristo e tra questi hanno privilegiato quelli del suosguardo.A volte alzava il capo e gli occhi sulla folla, sui discepolio semplicemente su ciò che aveva davanti: comeuscendo dalla sua concentrazione, rispondeva allora achi lo interrogava, o prendeva la parola. Luca è il piùattento a questo gesto, assieme a Giovanni. Ecco comelo ritrae, per esempio, mentre inizia il grande discorsodelle beatitudini: Alzati gli occhi verso i suoi discepoli,Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno diDio» (Lc 6,20). Oppure, nel tempio: Alzati gli occhi, videalcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro (Lc21,1). E Giovanni annota, raccontando la moltiplicazionedei pani: Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grandefolla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprareil pane perché costoro abbiano da mangiare?» (Gv6,5). A Giovanni sono rimaste impresse nella memoriaaltre due occasioni. Quella della risurrezione di Lazzaro:Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi edisse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato» (Gv 11,41).E poi la grande preghiera sacerdotale, durante l’ultimacena. Qui il gesto di Gesù esprime il suo essere proteso,spiritualmente e fisicamente, nel dialogo con la personavivente del Padre: Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhial cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo,perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1).Perché gli evangelisti sono stati colpiti da questomovimento del capo di Cristo che si leva e indirizza loLo starecon un Altro,l’unità con il Padrelo immergevanella realtàcon forzaNella foto, Praga, la piazzadella Cattedrale di <strong>San</strong> Vito(foto Nick Olejniczak).sguardo verso l’alto? Perché i discepoli intuivano che,quando parlava, egli usciva da un raccoglimento permanentee traeva da lì le sue parole. Era con loro, mastava con un Altro. Di qui veniva l’intelligenza e la pertinenzadei suoi interventi. Di qui anche la dolcezza,l’ironia, oppure l’energia e l’ira che di volta in volta connotavanole sue parole. L’unità con il Padre, la sua preghiera,lungi dall’estraniarlo, lo immergeva nella realtàcon tanta più forza. Egli infatti viveva il presente conun’intensità pacata e straordinaria.Ciò che Cristo comunicava era un tutt’uno con il suo rapportocon il Padre, con la sua preghiera al Padre. Io dicoal mondo le cose che ho udito da lui (Gv 8,26), la verità uditada Dio (Gv 8,40). A volte la sua predicazione diventavaspontaneamente una preghiera esplicita (cfr. Lc 10,17-22),ma tutta la sua comunicazione agli uomini, anche quandorimaneva oggettiva, manteneva la forma della preghiera.Don Giussani ha scritto che «l’uomo consapevole»,ovvero l’uomo cosciente della sua dipendenza da Dio,«è uno spettacolo», perché la sua dimensione spiritualeinveste la materia, «gli stessi dati fisici e biologici», e litrascina dentro di sé. Per questo, «quando l’uomo incominciaa diventare stabilmente uomo, comincia a esercitareun fascino che nessuno conosce di noi, tra i proprisimili, perché è così raro». Questa è la promessadella preghiera: essere un avvenimento di profonda unificazionedella nostra persona, attraverso l’abbandonoa Dio, la disponibilità, la docilità di chi spera tutto da Lui.La preghiera ci trasforma.Aut. del Trib. di Cassino n. 51827 del 2-6-1997 - DIRETTORE RESPONSABILE: Paolo Sottopietra REDAZIONE: Fabrizio Cavaliere, Jonah Lynch,Francesco Montini, Marco Sampognaro HANNO COLLABORATO Marco Aleo, Andrea Barbero, <strong>San</strong>dro Bonicalzi, Massimo Camisasca,Giuseppe Cassina, Eleonora Ceresoli, <strong>Carlo</strong> Fumagalli, PROGETTO GRAFICO: G&C IMPAGINAZIONE: Fabrizio Cavaliere STAMPA: Arti GraficheFiorin <strong>San</strong> Giuliano Milanese (Mi) REDAZIONE E UFFICIO ABBONAMENTI: Via Boccea 761 - 00166 Roma Tel. + 39 0661571400 - fm@sancarlo.org ABBONAMENTIbase € 15 - sostenitore € 50 C/C 72854979 IBAN: IT44X0521603206000000098780 OFFERTE c/c postale 43262005IBAN: IT08A0521603206000000018620WWW.SANCARLO.ORG


ANNO DELLAFEDE>>Jonah LynchEgli canta ogni cosaImprovvisazione libera su Dio,la musica, la scienza e l’amoreLindau 2013pp. 132 - € 10Ad alcuni dei miei amici ho raccontato come ho imparato a credere. Ad altri ho parlato deidettagli della scienza, per indebolire l’arroganza di chi crede che essa possa spiegare tutto,e per aprire varchi liberi verso i bellissimi misteri che la scienza è in grado di svelare. Altriancora ho cercato di aiutarli a capire che cosa è l’amore, o se erano pronti per sposare laloro fidanzata, o a dedicarsi a Dio in una vocazione religiosa. In ognuno di loro ho visto qualcosadi me stesso. (J. Lynch)APRILEfraternitàemissione 7CASA DI FORMAZIONEIl fuoco nella nevedi Giuseppe CassinaNotizie Flasha cura di Marco SampognaroNuOVI INCARIChITaipeiEmanuele Angiola è diventatoparroco di <strong>San</strong> Francesco Saverioa Taishan. Donato Contuzziha cominciato a insegnarepresso il dipartimento di italianodell’università Fu Jen.RomaFrancesco Ferrari è stato nominatovicerettore della Casa diformazione di Roma.«Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiungel’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore» .L’ultima volta che ho letto nel breviario questa frase delsalmo 19 non nascondo di aver provato un certo sussulto.Ho guardato fuori dalla finestra e ho visto quelloche ormai vedo da mesi: neve! Il termometro impietosamentesegnava meno 30 gradi. Subito ho pensato alleparole che don Massimo mi disse prima di partire:«Grande sarà il tuo sacrificio ma ancora più grande è lapromessa!».Sono passati ormai più di quattro mesidall’arrivo mio e di Paolo Bizzocchi aNovosibirsk, ma anche io, come il salmista,posso dire con la stessa commozionee con un certo timore che il caloredi Dio si sente sempre, anche durantel’inverno siberiano. Le nostre giornatesono molto semplici, tutti i giorniandiamo all’università di Akademgorodok(quartiere universitario a un’ora emezza da casa) dove seguiamo un corsodi russo. Finite le lezioni, compiti e poi acasa.Non nascondo che qui la vita, a volte,è dura. Uscire di casa tutti i giorni presto,quando fuori ci sono trenta gradi sottozero, mi obbliga a riscoprire e ridire quel“sì” detto a don Massimo un anno fa: èmolto difficile iniziare la giornata dandoper scontato il mio essere qui.I quindici minuti a piedi per raggiungerela metropolitana li facciamo insilenzio e sono l’occasione, durante larecita del Rosario, per offrire questa piccolafatica per la mia famiglia, per i miei«Grande saràil tuo sacrificio,ma ancorapiù grandeè la promessa»Giuseppe Cassina, seminaristadel quarto anno, è a Novosibirskper studiare il russo, insiemea Paolo Bizzocchi del terzo anno.amici, per la casa e per tutta la Fraternità. È incredibilecome nell’offerta quelli che sono lontani diventanomisteriosamente vicini. Dicendo “si” il Signore non citoglie nulla, ma ci libera da quello che è superfluo perpoter riconoscere più facilmente l’Essenziale. Il freddorimane intenso, ma diventa paradossalmente occasionedi memoria. Sono grato al Signore che in questo modomi obbliga tutti i giorni a ricordarmi di Lui. Nei luoghipiù bui e freddi è più facile accorgersi del Sole!E soprattutto questo scenario glaciale,quasi apocalittico, impallidisce e perdedi forza in confronto alla bellezza dellavita della casa, che di questi mesi è ilfiore più bello. Siamo in cinque:Fecondo, Francesco, Javier, Paolo ed io. Ilfreddo ci costringe ad una vita moltoessenziale, le uscite sono poche e passiamomolto tempo insieme, dalle ore dipreghiera fino alle cene. La vita comuneè per me segno evidente del fatto cheDio si è fatto realmente uomo e compagno.Come in ogni rapporto, ma ancoradi più nella vita di ogni casa e di questacasa è necessario il sacrificio più vertiginoso,che a volte è il più doloroso masicuramente il più desiderabile: quellodi servire la comunione tra i fratelli,uscire fuori da se stessi, dalle proprieidee, convinzioni e pregiudizi, e abbracciarel’altro così com’è, in tutti i suoipregi e difetti. In questo modo il cielo ècome se si aprisse dentro la lotta di ognigiorno, e ci facesse pregustare la bellezzadella comunione che vivremodefinitivamente in paradiso.


A chi chiede le cose spirituali, le materiali vengono date in aggiunta.Origene8fraternitàemissioneAPRILENOVITÀ IN LIBRERIALa vita è un dialogodi Massimo CamisascaProponiamo un estratto del nuovo libro di Massimo Camisasca,«Benvenuto a casa», nato da colloqui con i responsabilidell’associazione Famiglie per l’Accoglienza.Occorre sempre rientrare nella memoria del dono cheabbiamo ricevuto.Quando, anche solo per un istante, ci apriamo allaconsiderazione di essere voluti come frutto di un amoreche ci ha portato dal nulla all’essere, e ci mantiene nell’esistenzacon la promessa di una novità continua, talepositività arricchisce la nostra vita.Quando mi alzo al mattino, ho bisogno di uscire dallascontatezza. Lo stesso in tanti altri istanti della mia giornata.Posso farlo, se riconosco l’origine gratuita e personaleda cui sono nato. Non sono polvere nell’universo.Non siamo lanciati nell’ignoto da un ignoto, nonsiamo «soli nella notte oscura». Siamo voluti da un Tuche ci ha desiderati capaci di coscienza, di libertà, dirisposta.Nell’immagine, «Golden Box»,Filippo Rossi, 2009 (collezioneprivata, Firenze).Quando perdo questa consapevolezza di me stesso,perdo tutto. Quando invece mi apro allo stupore dell’esserefatto, scopro che non ci sono io solo. In fondo,tutta la verità della vita consiste nella scoperta che esistonogli altri. La vita è un dialogo, il mio io ha un tu a cuiparlare. A un certo punto, colui che da sempre esiste havoluto che all’interno del suo dialogo ci fosse anche lamia voce. Anche la tua, anche la nostra.Il dialogo tra il mio io e Dio non rende meno misteriosoquesto Tu: misterioso non vuol dire inconoscibile,piuttosto significa infinitamente conoscibile. È un rapportoche non finisce mai. Dallo stupore nasce un colloquioche anima la mia vita. Se non c’è questo dialogo,ogni parola diventa chiacchiera. Negli altri e nelle cosevedremmo soltanto noi stessi e l’esistenza perderebbetutto il suo aspetto più profondo, di scoperta e di avventura.Siamo sempre tentati di ridurre tutto alla nostramisura, al nostro pensiero, al nostro progetto. L’unicaradicale conversione dell’esistenza consiste nella scopertache esistono gli altri.All’inizio della storia dell’uomo, nel momento in cuiha creato l’uomo e poi la donna, Dio ha detto: Non è̀bene che l’uomo sia solo (Gen 2,18). Dunque, fin dall’originel’uomo e la donna desiderano compiersi inaltro, in altri. Questo movimento verso gli altri ci costituiscepiù del colore dei nostri occhi, delle fattezze delnostro volto, dei lineamenti del nostro corpo, più ancoradi nostro padre e di nostra madre, ci costituisce nelleprofondità ultime del nostro essere. C’è nella nostranatura una «costitutiva urgenza di reciprocità». Siamofatti perché la nostra voce sia ascoltata da un altro, perchécamminando la nostra vita possa incrociare altrevite. Alcune attese nella nostra esistenza determinanole nostre azioni durante ore, giorni, talvolta anni. La primaria,fondamentale attesa della nostra vita è quella dipoter essere amati. Non ce n’è un’altra, più profonda,più inestirpabile. Quando viene meno la possibilità diamare, quando non c’è questa reciprocità, accade undramma: la persona viene meno, si inaridisce, si intristisce,si deprime, cade preda delle più terribili malattie.Comprendiamo noi stessi soltanto nel momento incui vediamo il nostro volto sul volto dell’altro. Il bambinosi apre alla coscienza di sé evocato dalla vocedella mamma, dalla progressiva scoperta della presenzadelle cose. Se togliamo alla nostra vita la possibilitàdi queste connessioni, essa rimane traumatizzata.Dentro tutto ciò vive un’irresistibile domanda di eternità:nella reciprocità degli affetti, avvertiamo la certezzache la nostra vita non finirà. Scopriamo di potercontinuare ad esistere, e poi, di poter trasformare,almeno un po’, il mondo.Massimo CamisascaBenvenuto a casaLe ragioni dell’accoglienza<strong>San</strong> Paolo 2013pp. 98 - euro 7,90

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