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NONOSTANTE IL CALO EURO CONTINUA L’EXPLOITDELLA MECCANICA MADE IN ITALY NEI PAESI EXTRAUENei primi 10 mesi del 2007 la crescita è stata del 12,6%, conun miglioramento del saldo commerciale di ben 6,4 miliardidi euro rispetto allo stesso periodo del 2006.La bilancia commerciale con i Paesi extra UE al netto deiminerali energetici è ampiamente in surplus per 25,8 miliardi,soprattutto per merito dei prodotti industriali manufatti, ilcui saldo attivo ha raggiunto i 31 miliardi di euro, in aumentodi ben 4,7 miliardi rispetto ai primi 10 mesi del 2006.L’export di macchine e apparecchi meccanici (esclusi i prodottielettrici ed elettronici) è cresciuto ancora ad ottobre del19,4% consolidando nei primi 10 mesi del 2007 un gigantescosurplus con i Paesi extra UE di 22,9 miliardi di euro, inaumento di ben 3,1 miliardi rispetto allo stesso periodo del2006”.Nel periodo gennaio-agosto 2007, secondo i dati Eurostat,l’aumento in valore assoluto dell’intero export della Franciaverso il mondo rispetto all’analogo periodo del 2006 é statodi 7,4 miliardi di euro. L’export italiano verso il mondo dellasola meccanica (macchine ed apparecchi e prodotti in metallo)è aumentato di ben 7,9 miliardi. Più in generale, sirilevano formidabili incrementi delle esportazioni ad ottobreverso la Russia (+29,6%), i Paesi OPEC (+25,6%) e i Paesidel Mercosur (+29,4%) : tutti mercati su cui siconsolidano miglioramenti “record” sull’arco dei primi 10mesi.E’ aumentato ad ottobre anche l’export verso la Cina(+24,7%), ma a fronte di un incremento analogo dell’importche in valore assoluto è ben più rilevante dell’export.Da notare la tenuta del surplus commerciale con gli StatiUniti (11,3 miliardi di euro nei primi 10 mesi dell’anno), sostanzialmentein linea con i valori del 2006 nonostante ilnotevole apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○PER QUANTO RIGUARDA IL SETTORE LAPIDEOUno studio di UniCredit Banca d’Impresa – Progetti Speciali,realizzato per conto di Marmomacc, su un campione rappresentativodi 362 aziende del settore marmo-lapideo, evidenziaparametri positivi,ma anche un’eccessiva frammentazione delcomparto, che indebolisce la competitività sui mercati internazionali.Dall’analisi, intitolata “Marmo, tendenze e fattori di sviluppo”emerge che, in un contesto di domanda mondiale di marmi egraniti sempre sostenuta, la qualità e la tradizione delle lavorazioniitaliane rimangono elementi chiave nelle decisioni d’acquistodei buyer internazionali. Per contro lo studio sottolinea ledifficoltà competitive del sistema Italia e la concorrenza dei Paesiemergenti (Cina, India, Brasile, Turchia, ecc.), dovute a fattoridi carattere generale per le imprese italiane: alto costo dellamanodopera, dei trasporti e dell’energia, fiscalità e burocrazia,norme ambientali rigorose. A questi si aggiungono il rialzo deiprezzi delle materie prime, l’euro forte e la dimensione ridottadelle aziende nazionali.Ed è proprio su quest’ultimo punto che insiste lo studio.Delle 362 aziende analizzate, di cui 196 operanti nel campodelle materie prime e prodotti finiti, e 166 in quello dei macchinari,utensili, il 94% ha un fatturato inferiore o uguale a 25 milionidi euro, mentre quelle che generano ricavi per più di 25 milionidi euro (numericamente il 6% del campione) rappresentanoil 59,1% del fatturato complessivo.Le imprese “small Business”, sotto i tre milioni di euro di fatturato,sono il 44% del campione ma rappresentano solo il 5,5%del fatturato complessivo. Le imprese medio-grandi (sopra i100 milioni di euro di fatturato) sono soltanto l’1% del campione,ma rappresentano il 40,3% del fatturato complessivo.La dimensione ridotta delle imprese risulta più accentuata nelsettore “Materie prime e prodotti finiti”, che registrano un fatturatomedio di circa la metà rispetto al settore Macchinari, Utensilie Materiali.Lo studio, che ha incrociato i dati dei fatturati con la performance,l’efficienza e la sostenibilità finanziaria delle aziende, ponel’accento sulla dimensione aziendale e sulla sua evidente correlazionecon le performance e l’efficienza.Una certa crescita dimensionale sarebbe infatti auspicabile perrimanere concorrenziali sia nei mercati tradizionali sia in quelliemergenti. Altro tema toccato dallo studio quello dell’eccessivaconcentrazione dei mercati di sbocco: Stati Uniti e Germaniaassorbono il 43% delle esportazioni, una quota, troppo alta che,secondo gli analisti di UniCredit, dovrebbe essere diversificatain modo da ridurre il rischio-volatilità del singolo mercato.LE CONCLUSIONI SUL SETTOREITALIANO DELLA PIETRA NATURALELE OPPORTUNITÀper il settore della lavorazione delle pietre sono: Forza della domanda di marmi e graniti. Flessibilità ed efficienza del sistema dei distretti. Margini di miglioramento delle politiche di marketing:❖ rifocalizzazione su mercati a maggior valore aggiunto (lusso; componente servizi) Margini di efficienza sul ciclo operativo:❖ magazzino e circolante Opportunità di efficientamento della catena distributiva:❖ avvicinare il cliente finale;❖ reti complementari. Opportunità di efficientamento nell’approvvigionamento:❖ gruppi di acquisto Spazi di innovazione:❖ di processo e di prodotto.LE DEBOLEZZE Ridotta massa critica aziendale:❖ Efficienza;❖ Capacità promozionale;❖ Managerialità. Scarsa competitività sistema Italia❖ Manodopera❖ Fiscalità❖ Burocrazia❖ Costo energia❖ Norme ambientali severe❖ Alto costo trasporto Concentrazione su mercati di destinazione chiave:❖ Germania e USA (43% dell’export italiano)LE MINACCE Aggressività dei nuovi competitor internazionali❖ estrazione;❖ trasformazione.... Rialzo prezzi materie prime (guidato della domanda) Forza dell’euro.LA FORZA Tradizione riconoscita a livello mondiale Capacità imprenditoriale e tecnologica di innovazione nei❖ processi produttivi Distretti industriali vitali9

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