13.07.2015 Views

le fratture del femore nelle protesi d'anca - Giornale Italiano di ...

le fratture del femore nelle protesi d'anca - Giornale Italiano di ...

le fratture del femore nelle protesi d'anca - Giornale Italiano di ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L. Del Sasso et al.Il trattamento incruento è in<strong>di</strong>cato soltanto per <strong>le</strong> <strong>fratture</strong><strong>del</strong> tipo I, cioè per quel<strong>le</strong> <strong>fratture</strong> che non sono associatea mobilizzazione <strong>del</strong>la <strong>protesi</strong>, oppure per <strong>le</strong> <strong>fratture</strong> <strong>del</strong>Tipo II e III nei pazienti più compromessi dal punto <strong>di</strong>vista <strong>del</strong><strong>le</strong> con<strong>di</strong>zioni generali e <strong>del</strong>la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> autonomia,cioè per i pazienti che non sopporterebbero un interventochirurgico con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sangue e che sono giàlimitati ad una vita tra <strong>le</strong>tto e poltrona, per i quali la mobilizzazione<strong>del</strong>la <strong>protesi</strong> non può più rappresentare unaggravamento funziona<strong>le</strong> 10 15 . Bisogna però considerareche <strong>le</strong> <strong>fratture</strong> in corrispondenza <strong>del</strong>l’apice <strong>del</strong>lo stelo <strong>di</strong>una <strong>protesi</strong> standard (Tipo III-A e III-B) sono <strong>le</strong> più <strong>di</strong>fficilida controllare con il metodo conservativo. Le <strong>fratture</strong>a livello <strong>del</strong>la regione sovracon<strong>di</strong>lica <strong>del</strong> <strong>femore</strong> (TipoIII-C e IV), nei pressi <strong>del</strong>l’apice <strong>di</strong> uno stelo lungo o lontanedall’apice <strong>di</strong> uno stelo standard, spesso sono solominimamente scomposte e producono minori complicanzese trattate incruentemente 15 .Il trattamento con stelo da revisione è in<strong>di</strong>cato nel<strong>le</strong> <strong>fratture</strong>peri<strong>protesi</strong>che associate ad uno stelo mobilizzato oche hanno prodotto un’importante <strong>di</strong>struzione <strong>del</strong>l’interfaccia<strong>protesi</strong>/osso o cemento/osso 15 : questo aspetto ètipico <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>fratture</strong> <strong>del</strong> Tipo III-B, nel<strong>le</strong> quali anche se iltrattamento può portare a consolidazione la frattura, nonè però in grado <strong>di</strong> scongiurare la progressiva mobilizzazione<strong>del</strong>la <strong>protesi</strong>. I pareri non sono tuttora univoci suquesta in<strong>di</strong>cazione e noi, <strong>di</strong> fronte ad uno stelo stabi<strong>le</strong>,abbiamo finora sempre optato per l’osteosintesi, cercando<strong>di</strong> ricostruire adeguatamente l’area fratturata in vista <strong>di</strong>un’eventua<strong>le</strong> revisione futura. Abbiamo invece eseguitoin tre casi la revisione <strong>di</strong> altrettanti steli non cementati,che non davano garanzie <strong>di</strong> stabilità futura, me<strong>di</strong>antesostituzione con stelo cementato standard associato adosteosintesi. In un solo caso <strong>di</strong> evidente mobilizzazione inuna frattura Tipo III-B abbiamo effettuato la revisionecon stelo lungo non cementato.La riduzione e osteosintesi interna rappresenta il trattamento<strong>di</strong> scelta <strong>di</strong> molti chirurghi 2 17-22 per <strong>le</strong> <strong>fratture</strong> <strong>del</strong>Tipo II e III, che sono <strong>le</strong> più frequenti. Ciò è vero in particolarenel caso <strong>di</strong> impianti <strong>protesi</strong>ci estesamenteosteointegrati, <strong>di</strong>fficili da rimuovere o che richiederebberoestese osteotomie <strong>del</strong> <strong>femore</strong> prossima<strong>le</strong> per la lororimozione. La riduzione-osteosintesi è senz’altro preferibi<strong>le</strong>alla revisione nei pazienti anziani o in con<strong>di</strong>zionigenerali instabili 15 . Anche nella nostra serie è stato questoil tipo <strong>di</strong> trattamento <strong>di</strong> gran lunga più praticato e irisultati ottenuti sembrano darci ragione <strong>del</strong>la scelta. Per<strong>le</strong> <strong>fratture</strong> <strong>del</strong> Tipo II, intrinsecamente abbastanza stabili,sono sufficienti i cerchiaggi da soli (Fig. 3). Le <strong>fratture</strong><strong>del</strong>la regione sovracon<strong>di</strong>lica <strong>del</strong> <strong>femore</strong> possono esseresintetizzate con placca se si presentano come <strong>le</strong>sioniinstabili da trauma ad alta energia o nel caso <strong>di</strong> fallimento<strong>del</strong> trattamento conservativo 15 . Le restanti <strong>fratture</strong> <strong>del</strong>Tipo III si giovano <strong>del</strong><strong>le</strong> tecniche con placche standard(AO) o placche de<strong>di</strong>cate (Dall-Mi<strong>le</strong>s) associate a viti ocerchiaggi (Fig. 4) o ancora con placche speciali, come adesempio la Mennen (Fig. 5). Il punto crucia<strong>le</strong> <strong>del</strong>l’osteosintesicon placche risiede nella riduzione <strong>del</strong>la frattura,che deve essere la più anatomica possibi<strong>le</strong> per consentirela corretta aderenza <strong>del</strong>la placca all’osso: ciò serve a prevenireil verificarsi <strong>di</strong> una nuova frattura tra il bordo latera<strong>le</strong><strong>del</strong>la placca e lo stelo <strong>protesi</strong>co 23 , ma anche a creare<strong>le</strong> migliori con<strong>di</strong>zioni per un’eventua<strong>le</strong> futura revisione<strong>del</strong>la <strong>protesi</strong>. La placca Mennen, che può entusiasmareper la semplicità teorica <strong>del</strong>la sua applicazione 21 , in realtànon garantisce sempre la buona riduzione <strong>del</strong>la frattura edè afflitta da un’e<strong>le</strong>vata incidenza <strong>di</strong> deformazione in varismoassociata a pseudoartrosi: fino al 75% dei casi 17 .La varietà <strong>del</strong><strong>le</strong> <strong>fratture</strong> peri<strong>protesi</strong>che <strong>del</strong> <strong>femore</strong> e laFig. 5. C.I, frattura Tipo III-B trattata con placca Mennen. Risultato funziona<strong>le</strong> sod<strong>di</strong>sfacente eclinico-ra<strong>di</strong>ografico eccel<strong>le</strong>nte.65

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!