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IL CALITRANO N. 40.qxd - Ilcalitrano.it

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N. 40 n.s. – Gennaio-Aprile 2009 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong>TESSERE MANCANTIa cura dei Prof.ri Alfonso Nannariello e Concetta ZarrilliLA CROCIFISSIONEulla parete di sinistra della navata centraleSdell’Immacolata Concezione di Cal<strong>it</strong>ri, propriodi fronte alla Deposizione fatta realizzareda Maria Concetta Zarrilli in memoria del mar<strong>it</strong>oEugenio De Rosa 1 , v’era un’altra p<strong>it</strong>turaparietale dalle stesse identiche dimensioni. Raffiguravauna Crocifissione di cui solo ci avanzauna parziale raffigurazione in una foto espostanel cost<strong>it</strong>uendo museo dell’Immacolata.La compostezza accademica della composizione,la costruzione delle figure, che esprimonouna drammatic<strong>it</strong>à composta, e la scelta della tavolozzadichiarano inequivocabilmente che unoè l’autore di entrambe le p<strong>it</strong>ture. Il nome scr<strong>it</strong>toin rosso in basso a sinistra dei dipinti se era leggibilesul muro non lo è dalle foto. Speriamo diappurarlo dalla ricerca negli archivi.Pur nella sostanziale omogene<strong>it</strong>à degli elementisu indicati, le due opere si differenziano. La tattil<strong>it</strong>àe la drammatic<strong>it</strong>à già controllate nella Deposizione,sono stemperate nella Crocifissione.Se nella Deposizione è evidenziata la tridimensional<strong>it</strong>à,la Crocifissione, pur conservando lastessa solid<strong>it</strong>à, è risolta su un unico piano. Letre dimensioni spaziali della Deposizione sonorese, rispettivamente, dalle figure in piedi e dallavertical<strong>it</strong>à del legno della croce (asse long<strong>it</strong>udinale),dall’ampiezza delle braccia spalancatedi Giuseppe di Arimatea, postura che mentreserve a dargli un ruolo nella scena, sembraservire pure a mostrare i bracci non visibili della croce (asse trasversale),dalla forte teatral<strong>it</strong>à del gesto della Veronica con le braccia massimamentespalancate nel senso dell’asse sag<strong>it</strong>tale.Una ulteriore differenza tra i due dipinti di questo breve ciclo parietaledella Passione è da rilevare nella tattil<strong>it</strong>à. La composizione della Deposizioneè sviluppata seguendo gli atti funzionali alla calata dalla crocedel corpo di Gesù. Poiché i personaggi presenti nella scena hanno partecipatoa questa operazione, tutti hanno avuto un contatto con il corpomorto. È per questo che tutte le figure, pur separate, sembrano addossate.La dimensione tattile, necessaria all’operazione che dà il t<strong>it</strong>olo aldipinto, è evidente anche da altri elementi: dalla messa in mostra dellemani dei due terzi dei personaggi, e dalla Madonna, che in più modi conil proprio corpo tocca quello del figlio.Nella Crocifissione, come si diceva, le figure sono disegnate in modo taleda sembrare risolte su un unico piano, in sole due dimensioni. In certamisura sembrano fuori dal dramma della storia. In effetti, uno dei personaggiè un angelo che, a sinistra del Cristo morto piegato su un ginocchiatoio,sembra in adorazione. Gli altri personaggi, a destra, pur essendouno la madre del Crocifisso accosciata, quasi accasciata fisicamentedal dolore espresso dalle vesti scure di un abbigliamento chel’assomiglia alla Veronica della Deposizione, e l’altro, Giovanni, il discepolotanto amato dal Maestro, che, pur con le vesti livide del suo doloreinteriore, non mostra di soffrire dal volto, si piega su Maria per sollevarladalla sua prostrazione, sembrano distaccati. Maria, più che sofferente,a tratti sembra più in med<strong>it</strong>azione. Anchequste figure pur separate, appaiono addossatetra loro, mentre il Cristo resta staccato dalresto, persino dal cielo. In effetti, l’immaginedel Crocifisso, come tante opere occidentali,isola Cristo nella sua uman<strong>it</strong>à sofferente, manon lo chiude nel dolore della carne. Il sentimentodel dolore che attraversa la scena si trasformain intens<strong>it</strong>à interiore. E il Calvario nonrisulta il lugubre “luogo del cranio”.Concorda con tutto questo il cielo fisico, il quale,per quanto sia caliginoso come quello dellaDeposizione, sparge calma. Se Giovanni sembrarassegnato alla morte del suo Signore e l’angeloin med<strong>it</strong>azione, Maria, la madre del morto, piegatadall’evento cerca di capirne e comprenderneil mistero. Per tutti, loro la morte di Cristo,consumata, è stata accettata.La bidimensional<strong>it</strong>à dell’opera indica bene chel’attiv<strong>it</strong>à dei soggetti è tutta risolta a livello interiore,che non è più storica ma, se si vuole,mentale o razionale. Le figure sono colte in unmomento di raccoglimento, di adorazione diun mistero che nessuno, al momento, capisce.Sembrerebbe strano, allora, che nella scenasuccessiva alla morte in croce, quella della deposizione,l’artista faccia ricomparire la drammatic<strong>it</strong>àche aveva accompagnato l’atto dellamessa in croce, e ripropone, specie nella gestual<strong>it</strong>àdella Veronica, il dramma dell’uman<strong>it</strong>àdinanzi agli interrogativi posti dalla sofferenza.Noi crediamo che questo r<strong>it</strong>orno del drammatico non debba risultarestrano, perché nella Crocifissione tutto ormai era compiuto e le figure inessa presenti si sono rinvenute, oltre che estranee alla morte, per quantopartecipi, anche impotenti.Noi crediamo che questo r<strong>it</strong>orno del drammatico non debba risultarestrano, anche perché nella Deposizione il contatto fisico con il corpo delmorto riconquista alla corpore<strong>it</strong>à, e le emozioni ad essa legate vengonorecuperate, espresse e rappresentate.Nella Crocifissione anche il corpo del Cristo suggerisce una letturasenza profond<strong>it</strong>à. Per quanto evidente nella sua realtà carnale, è un sepolcrovuoto. Il corpo che appeso si vede è solo corpo che riposa nelsonno della morte. Il Cristo vivo, morto, sembra già disceso agli inferi,tanto nell’opera c’è un senso di dolore senza strazio, di vuoto.Nella Deposizione la scena successiva, quando «già splendevano le lucidel sabato» (Lc 23,54) Gesù venne calato dalla croce. Compiuta ogni suaopera nella v<strong>it</strong>a terrena, riposa nel sonno della morte. La Madre accogliesuo figlio e vi appoggia il suo viso con materna tenerezza. La sua testaabbassata e i suoi occhi socchiusi sembrano ripetere: «Ecco la serva delSignore, si faccia di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).NOTA1 Vedi questa rubrica in Il Cal<strong>it</strong>rano, anno XXVIII, n° 39 (n. s.), settembre-dicembre2008, 9.21

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