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ROCCA mag/giu 2004 - La Rocca - il giornale di Sant'Agata Feltria

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<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Settembre/Ottobre <strong>2004</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong><strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Il prof. Cappelli<strong>di</strong> Ro<strong>mag</strong>nanoSegnaliamo ai lettori della <strong>Rocca</strong> che <strong>il</strong> dr. Piero Raggi <strong>di</strong>Ravenna ha pubblicato su <strong>La</strong> Piè (n. 2, <strong>2004</strong>) una interessantebiografia del prof. Lorenzo Cappelli, chirurgo nato aRo<strong>mag</strong>nano <strong>di</strong> S. Agata <strong>Feltria</strong> nel 1868, e morto nel 1949.Grazie alla documentazione raccolta da Raggi anche <strong>il</strong> nostro<strong>giornale</strong>, in passato, nell’apr<strong>il</strong>e del 1997, ha raccontato brevementela vita dell’<strong>il</strong>lustre concitta<strong>di</strong>no, ma ora la bibliografiasu Cappelli si è arricchita <strong>di</strong> un lavoro al tempo stessoscientifico e <strong>di</strong>vulgativo. Nel 1955 a Mercato Saraceno allapresenza del sen. Aldo Spallacci, venne de<strong>di</strong>cato un busto alprof. Cappelli; chi desiderasse vederlo lo trova nell’Ospedale<strong>di</strong> Mercato Saraceno.Riconoscimento perSan Leo, Mercatellosul Metauro e GradaraIl 21 luglio sono state assegnate tre Ban<strong>di</strong>ere Arancioni, <strong>il</strong>riconoscimento cioè della qualità turistica e ambientale ideatodal Touring Club Italiano, in Provincia <strong>di</strong> Pesaro. I comuniche d’ora in poi possono esibire questo riconoscimentosono San Leo, Mercatello sul Metauro e Gradara. Alla premiazioneerano presenti <strong>il</strong> presidente della Provincia <strong>di</strong>Pesaro-Urbino, l’assessore provinciale al Turismo, <strong>il</strong> sindaco<strong>di</strong> Mercatello sul Metauro, l’assessore al Turismo <strong>di</strong> Gradara,l’assessore al Turismo <strong>di</strong> San Leo.Gli amici ricordanoEnzo AntinoriPerticara 5 agosto. Gli amici ricordano Enzo Antinori. È statoquesto <strong>il</strong> tema della bella serata organizzata dalla Pro Loco <strong>di</strong>Perticara, nella sala del Minatore strapiena per l’occasione.Efrem Satanassi ha fatto da f<strong>il</strong>o conduttore delle emozioni“messe in scena”, o raccontate da Eva Mariani (con FabioFabbri alla chitarra), Letizia Valli, Pierluigi Vicini, Caterina <strong>di</strong>Lucignano, don Pietro Cappella e poi a seguire i tanti amici<strong>di</strong> Enzo. Per chi non avesse avuto la fortuna <strong>di</strong> conoscerlo c<strong>il</strong>imitiamo a <strong>di</strong>re che Enzo Antinori era persona dal “multiformeingegno”, piena <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> <strong>di</strong>screzione in tutte le coseche faceva. Sapeva scrivere (<strong>il</strong> suo libro <strong>La</strong> Buga si leggetutto d’un fiato), sapeva suonare e comporre musica, sapevaag<strong>giu</strong>stare qualsiasi cosa (dagli orologi a pendolo ai registratori);era creativo, come <strong>di</strong>mostrano le sue invenzioni (celebrel’orologio “a patate”), appassionato <strong>di</strong> storia locale, <strong>di</strong>vulgatoredella storia e della cultura della miniera <strong>di</strong> zolfo <strong>di</strong>Perticara. Le annate della <strong>Rocca</strong>, e ancor prima le annate <strong>di</strong>“Qui Perticara”, raccolgono molti suoi articoli che testimonianola varietà dei suoi interessi.Va anche detto che era generoso e sempre <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e, anchese <strong>di</strong>rlo può sembrare retorica, ma è la verità. Per molti <strong>di</strong> noiATTUALITÀè stato non solo un amico, ma un esempio: mai sopra lerighe. Della sua “um<strong>il</strong>tà” è testimone tutta la sua vita, con lafamiglia e i tanti amici al centro dei suoi affetti. Provate a leggere<strong>il</strong> racconto dell’incontro, tra lui e suo padre, con <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettoredella Miniera <strong>di</strong> Perticara, nel 1940, contenuto nel libro<strong>La</strong> Buga, e ritroverete tutta la sua sensib<strong>il</strong>ità.Un’ultima annotazione: un particolare ringraziamento allaPro Loco <strong>di</strong> Perticara e al Museo storico minerario che peruna iniziativa organizzata nei primi giorni dello scorso mese<strong>di</strong> luglio, hanno voluto ut<strong>il</strong>izzare una frase <strong>di</strong> Enzo Antinori,stampandola sul depliant dell’evento. Ecco la frase “(1964)C’ero anch’io a murare, ma in ogni muro lasciavo un foroaperto, un buco perché la nostra buga potesse respirare equin<strong>di</strong> vivere”. (g.d.)Scopertauna V<strong>il</strong>la romanaUna v<strong>il</strong>la romana imperiale, con una superficie <strong>di</strong> 800 metriquadrati, e pavimenti a mosaico stupendamente conservatiper uno spazio <strong>di</strong> 500 metri quadrati. <strong>La</strong> scoperta archeologicapiù sensazionale degli ultimi anni è stata effettuata nonlontano da noi, a Sant’Angelo in Vado. Chi conosceSant’Angelo sa già che si tratta <strong>di</strong> una splen<strong>di</strong>da citta<strong>di</strong>na delMontefeltro, ma oggi questa realtà si è arricchita <strong>di</strong> un complessoarcheologico <strong>di</strong> grande importanza. <strong>La</strong> scoperta <strong>di</strong> unav<strong>il</strong>la <strong>di</strong> epoca romana, una domus imperiale, la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>visitare una ventina <strong>di</strong> vani, gran parte dei quali presentanodei mosaici così belli da fare invi<strong>di</strong>a a quelli <strong>di</strong> PiazzaArmerina, fanno <strong>di</strong> Sant’Angelo in Vado una meta archeologica,e più esattamente un “Municipio romano”che non haconfronti a livello regionale. Gli scavi avviati nel 2003 sottola <strong>di</strong>rezione della dottoressa Michela Tornatore stanno proseguendoalacremente. <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> terrà informati i suoi lettorisull’andamento degli scavi e sui nuovi sv<strong>il</strong>uppi.I Cappuccinia TeatroSabato 21 agosto in Teatro si è fatto <strong>il</strong> punto sulla storia deiCappuccini in Em<strong>il</strong>ia Ro<strong>mag</strong>na. I relatori p. Prospero Rivi ep. Andrea Maggioli hanno descritto l’importanza del movimentofrancescano a livello nazionale (nella storia, nella cultura,nell’arte), e a livello provinciale. Per i Cappuccini laProvincia dell’Em<strong>il</strong>ia Ro<strong>mag</strong>na tra<strong>di</strong>zionalmente comprendeanche S. Agata. Nel nostro paese i frati cappuccini sono presentidal 1500, chiamati da Lucrezia Vitelli Fregoso, e da alloraa decine i giovani del nostro paese hanno seguito lasequela <strong>di</strong> Cristo sulle orme <strong>di</strong> San Francesco. Chi fosse interessatopuò chiedere <strong>il</strong> volume a padre Giacomo presso <strong>il</strong>convento <strong>di</strong> S. Agata. <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> desidera ringraziare p. AndreaMaggioli per la ricerca che ha fatto sui frati originari <strong>di</strong> S.Agata, e per averci messo a <strong>di</strong>sposizione la sua relazione, cheviene pubblicata a puntate su questo <strong>giornale</strong> a partire daquesto numero.ATTUALITÀIl contributo dell’entroterraallo sv<strong>il</strong>uppo del turismo ro<strong>mag</strong>noloVallino alla Festa degli Aqu<strong>il</strong>oniNel 1700 a Rimini, in piazzaCavour, <strong>di</strong> fianco alla pescheriac’era uno degli alberghi piùimportanti della città. Il suo nome era“albergo del Montefeltro”. Un caso? Oinvece la prova <strong>di</strong> un legame storicoprofondo tra l’entroterra e <strong>il</strong> mareanche nella <strong>di</strong>mensione dei viaggi edel turismo?Certo quella del contributo che l’entroterrariminese, e la Valmarecchia inparticolare, hanno dato allo sv<strong>il</strong>uppodel turismo nella riviera ro<strong>mag</strong>nola èuna storia ancora tutta da scrivere.Tutti sappiamo che lungo <strong>il</strong> corso del‘900 generazioni <strong>di</strong> persone si sonotrasferite dall’entroterra al mare portandola loro cultura, la loro capacità<strong>di</strong> esprimersi in attività e ritmi <strong>di</strong> lavorocha hanno permesso la nascita <strong>di</strong>un modello <strong>di</strong> ospitalità molto particolarecome è quello ro<strong>mag</strong>nolo. Lo stu<strong>di</strong>osoriminese Oreste Delucca ha raccontatoquella storia con queste parole:“E’ una vera migrazione, una <strong>di</strong>scesaalla marina <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni epocali:tale dunque da introdurre largamente,nel nuovo comparto turistico, mentalità,abitu<strong>di</strong>ni, esperienze e modelliorganizzativi tipici del mondo <strong>di</strong> provenienza,in sostanza <strong>il</strong> retaggio culturalematurato per generazioni durantesette secoli <strong>di</strong> vita conta<strong>di</strong>na”. In altreparole <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> mostrano come laforza lavoro del turismo riminese provienein gran parte dall’esperienzamezzadr<strong>il</strong>e, una formula che realizzauna forte saldatura tra casa e terreno,tra azienda e famiglia, fra vita e lavoro”,e nell’esperienza mezzadr<strong>il</strong>e stannole ra<strong>di</strong>ci del modello turisticoro<strong>mag</strong>nolo.“Nel dopoguerra la riviera si trasformain un grande cantiere. Tutti sonomuratori, molti <strong>di</strong>ventano capomastridalla sera alla mattina (...) Da secoli,nella cultura consolidata e nell’operareconcreto del mezzadro, la casa e <strong>il</strong>terreno sono strettamente legati, quasiuna cosa sola. Per lui, i lavori <strong>di</strong>costruzione, riparazione e manutenzionedell’e<strong>di</strong>ficio rurale o dei suoiannessi, sono quasi un tutt’uno conl’impegno <strong>di</strong> conduzione e sistemazionefon<strong>di</strong>aria. Egli non è solo agricoltore,ma anche muratore, manovale,falegname, carpentiere, imbianchino.(...) Ecco perché nel secondo dopoguerra<strong>il</strong> boom del settore ed<strong>il</strong>izio puòavvenire con celerità e fac<strong>il</strong>ità adopera <strong>di</strong> personale proveniente dall’agricoltura.Per la stessa ragione <strong>il</strong> mezzadroche <strong>di</strong>viene albergatore assumeun ruolo tutto particolare nei confrontidell’e<strong>di</strong>ficio in cui esercita la nuovaprofessione”. Anche le cambiali chesono state in<strong>di</strong>cate come uno dei simbolidel modello hanno attinenza conla cultura mezzadr<strong>il</strong>e. “È storicamentedocumentato che la famiglia del mezzadroha vissuto coi debiti”, coi prestiti,stagione dopo stagione, a partiredal Me<strong>di</strong>oevo. Il mezzadro-albergatorenon ama i mutui a lungo termine enon è solito fare progetti <strong>di</strong> ampiorespiro. <strong>La</strong> sua gittata è annuale; egliragiona da un raccolto all’atro, comeera abituato sul podere”, ed i debitinon lo spaventano. “Il risultato ultimo<strong>di</strong> un sim<strong>il</strong>e percorso, fatto <strong>di</strong> piccolibalzi possiamo constatarlo ancoraoggi: è la tipica pensione costruita suun lotto troppo piccolo per contenerla,ricavata sacrificando anche glispazi destinati a funzioni essenziali; èun fabbricato sorto senza un progettoorganico, in virtù <strong>di</strong> successiveag<strong>giu</strong>nte e superfetazioni; è un palinsestocosì tormentato da <strong>di</strong>venire coltempo irreformab<strong>il</strong>e”.Anche la gestione dell’albergo ricalcala gestione dell’azienda mezzadr<strong>il</strong>e; <strong>il</strong>titolare è in realtà <strong>il</strong> tuttofare dell’aziendaal quale competono i lavorimanuali più pesanti, pur controllandol’intera azienda, mentre la moglie continuaad essere l’azdòra, dell’azienda,lavora in cucina, ma da lì si raccordacon <strong>il</strong> marito ed i figli, che pensanoalla sala, o alle camere...A parere <strong>di</strong>Delucca la cultura storicamente acquisitasul piccolo podere contribuisce aspiegare le peculiarità del boom realizzatodalla riviera riminese, e mostraanche come l’esperienza degli annidel pionierismo sia irripetib<strong>il</strong>e.Sarebbe interessante riuscire a ricostruirecosa è avvenuto in Rivieradopo la chiusura della Miniera <strong>di</strong>Perticara, un episo<strong>di</strong>o che rappresentòun nuovo motivo per emigrare, e cheportò a Rimini e <strong>di</strong>ntorni nuove capacità,competenze e spirito <strong>di</strong> sacrificio.Mi limito a ricordare che se nel 1968 aRimini nacque la prima cooperativa <strong>di</strong>albergatori d’Italia (PromozioneAlberghiera), <strong>il</strong> merito fu anche delsantagatese Gino Gosti, che se Riminiè oggi la capitale del turismo congressuale,ciò è avvenuto anche perchénei primi anni ‘80, per merito delnostro concitta<strong>di</strong>no Davide Magnani,cominciò ad ospitare congressi edeventi con migliaia <strong>di</strong> partecipanti,fino ai 13m<strong>il</strong>a <strong>di</strong> un celebre convegnoIMCO. Molti dei <strong>di</strong>rettori degli alberghipiù prestigiosi della costa sononati nell’area che va da Pennab<strong>il</strong>li aNovafeltria (<strong>il</strong> povero Corazza era <strong>di</strong>Soanne), l’attuale vicepresidente deglialbergatori <strong>di</strong> Riccione è <strong>di</strong>Casteldelci; e se oggi girate nelleagenzie <strong>di</strong> viaggio tra Cattolica eRimini, o andate nelle strutture pubblicheche si occupano <strong>di</strong> promozioneturistica vedrete che molti giovani <strong>di</strong>successo sono delle vostre parti.Insomma la Valmarecchia ha dato ungrande contributo al turismo riminese,e continua a farlo. Aspettiamo dai lettoridella <strong>Rocca</strong> qualche spunto percontinuare a raccontarlo. (g.d.)23

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