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Diamo una mano ai nostri ragazzi - La Rocca - il giornale di Sant ...

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1/2009NOTIZIARIO DI STORIA E ATTUALITÀ SANTAGATESE n. 5 reg. trib. ps nr. 427 - Dir. Resp. G. Dall’Ara. Redazione <strong>Sant</strong>’Agata FeltriaFax 0541/929744 - Grafica e fotocomposizione: <strong>il</strong> Ponte - Stampa: <strong>La</strong> Pieve poligrafica e<strong>di</strong>tore, V. Verucchio - em<strong>ai</strong>l: gda@glomanet.comSommario2Il crollo dello Zingone3Il bassor<strong>il</strong>ievo che piace4Faustino Vitali, maestro <strong>di</strong> musica5Un’incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e operazione al cuore6Francesco Orazio Olivieri7Il Mattatore a S. Agata8L’Arciprete <strong>di</strong> Petrella9Fotocronaca10Fra Giancarlo da Pereto11Peppino Urbini12San DonatoROCCA È UN’INIZIATIVAComitato FiereEd Iniziative Promozionali<strong>Diamo</strong> <strong>una</strong> <strong>mano</strong><strong>ai</strong> <strong>nostri</strong> <strong>ragazzi</strong>“Sta crescendo <strong>una</strong> generazione <strong>di</strong>Italiani che uscendo dall’infanziasi dà all’alcool,canne, e amfetamine”.Ragazzi, dunque,che secondo le piùautorevoli ricerche rischiano<strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppare,anche prima dei 20anni, <strong>di</strong>sturbi mentaligravi. Eppure,malgrado l’allarme, igiornali continuano abuttarla sul costume.Come se si trattasse<strong>di</strong> intemperanze, enon <strong>di</strong> malattia, e futurihan<strong>di</strong>cap. Si è recentementeespressocon queste parole lopsicanalista Clau<strong>di</strong>oRisè nella sua rubricapubblicata dal quoti<strong>di</strong>ano Il Mattino.L’ultima r<strong>il</strong>evazione sugli adolescentiitaliani della «Società italiana <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria»<strong>di</strong>ce che “i comportamenti rischiosiadesso cominciano fin dall’infanzia.Un’età che ha ancora meno strumentidell’adolescenza per resistere <strong>ai</strong> comportamentiauto<strong>di</strong>struttivi, se accompagnatida promesse <strong>di</strong> piacere. Il bambino,infatti, vuole godere: è questo unodei lati più affascinanti, e in sé anchesani, dell’infanzia, ancora immune d<strong>ai</strong>rovelli problematici del resto della vita,su cui più fac<strong>il</strong>mente si impiantano lenevrosi. Se però le proposte <strong>di</strong> piaceree <strong>di</strong> go<strong>di</strong>mento che <strong>il</strong> bambino incontrasono anche portatrici <strong>di</strong> malattia eIl libro <strong>di</strong> Franco Dall’Ara,appena pubblicato<strong>di</strong>struzione, egli rischia più fac<strong>il</strong>mente<strong>di</strong> cadervi, proprio perché <strong>il</strong> suo principaleorientamentoè, a livello istintivo, <strong>il</strong>principio <strong>di</strong> piacere”.Nella ricerca, citatada Risè, condottasu un campione <strong>di</strong>studenti delle scuoleme<strong>di</strong>e inferiori, <strong>di</strong> etàcompresa fra i 12 e 14anni, emerge che i fumatori<strong>di</strong> marijuana ehashish sono passatidal 2007 al 2008 dal34,9% al 41,7%, conun aumento del 19%.“Come m<strong>ai</strong> gli Istitutinazionali della sanitàsono così preoccupati(anche quello italianofin dal 2003 lanciòun documento inquietante intitolato«<strong>La</strong> cannabis non è <strong>una</strong> droga leggera»),al contrario della maggioranza dei politicie me<strong>di</strong>a, della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questadroga (la più consumata nel mondo equella con cui inizia oltre l’80% dei futuri<strong>di</strong>pendenti da coc<strong>ai</strong>na ed eroina)?chiede Risè. Uno dei motivi principaliè che in tutto <strong>il</strong> mondo l’inizio del consumo<strong>di</strong> spinelli avviene in età semprepiù precoce. Orm<strong>ai</strong> però è <strong>di</strong>mostratoche, data la maggiore plasticità del cervelloal <strong>di</strong> sotto dei 15 anni, l’abitu<strong>di</strong>neprecoce alla cannabis aumenta molto <strong>il</strong>rischio che nei 5 anni successivi si sv<strong>il</strong>uppinomalattie psichiatriche, e schi-Segue a pag. 2


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>zofrenie. Questo ha fatto sì che Paesi in passatomolto liberali verso l’uso <strong>di</strong> cannabis,come Spagna, Ingh<strong>il</strong>terra e Olanda, lanciasserocampagne <strong>di</strong> informazione sui danni<strong>ai</strong> principali organi del corpo, dal cervello,<strong>ai</strong> polmoni, all’apparato riproduttivo. <strong>La</strong>cannabis, con l’abitu<strong>di</strong>ne allo «sballo», al<strong>di</strong>stacco dalla realtà che produce, apre lastrada alle altre sostanze che alterano la personalità,a cominciare dall’alcol. ConcludeRisè: “Tossicomani e alcolizzati: li vogliamocosì, i <strong>nostri</strong> <strong>ragazzi</strong>?”.Ripreso liberamente da un articolo<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Risè apparso su“Il Mattino <strong>di</strong> Napoli” l’8 <strong>di</strong>cembre 2008Monte Castello: sono circa le17 quando la grande arcata<strong>di</strong> cemento e le impalcature<strong>di</strong> sostegno dell’imponente ponte sulfiume Savio improvvisamente crollano,seppellendo gli oper<strong>ai</strong> che stavanolavorando alla ricostruzione dello stessodopo i danni subiti nel bombardamentodel 1944 ad opera delle truppe tedeschein ritirata verso nord. Nella trage<strong>di</strong>adello Zingone persero la vita 19STORIA LETTEREE ATTUALITà<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> compie 16 anniCari Lettori, con questo numero comincia <strong>il</strong> 16° anno <strong>di</strong> pubblicazionidella <strong>Rocca</strong>. Non pochi per un <strong>giornale</strong> completamente autofinanziatocome <strong>il</strong> nostro. Considerate che tra stampa e spese <strong>di</strong>spe<strong>di</strong>zione (inviamo <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> non solo in Italia, ma anche in Francia,Belgio, Gran Bretagna e perfino degli Stati Uniti) ogni numero costa oggipiù <strong>di</strong> 700 euro.Come sempre continuiamo a <strong>di</strong>stribuire gran parte delle copie gratuitamente,per far conoscere <strong>il</strong> nostro paese e quelli vicini al maggior numero <strong>di</strong>persone. Grazie <strong>di</strong> cuore <strong>ai</strong> sottoscrittori e a quanti vorranno continuare adarci <strong>una</strong> <strong>mano</strong> inviando articoli, fotografie e lettere.<strong>La</strong> RedazioneRicordato <strong>il</strong> crollo dello ZingoneUna poesia<strong>di</strong> CrescentinoEcco <strong>il</strong> testo scritto sul quadro che sitrova nella chiesa <strong>di</strong> S. Francesco dellaRosa de<strong>di</strong>cato a Luigi Bonelli, da CrescentinoGiannini.A Luigi BonelliGrande f<strong>il</strong>osofo esempio <strong>di</strong> virtù / Maestroper facon<strong>di</strong>a ed amorevolezzaRaro e carissimo / con improvviso dolore<strong>di</strong> tutta Italia / Morto in Roma <strong>di</strong> X<strong>La</strong>nni, <strong>il</strong> 27 ottobreMDCCCXL / “Con desidero inestinguib<strong>il</strong>e/ fece questa memoria / CRESCEN-TINO GIANNINIPerchè dell’Onore e dell’Ut<strong>il</strong>e / venutoglidalle lezioni <strong>di</strong> quel sommo / no paressesconoscente”Tu che occupasti sempre l’ingegno / nellaricerca della verità / tu queta ora nell’eternovero”lavoratori provenienti d<strong>ai</strong> Comuni <strong>di</strong>Mercato Saraceno, Sogliano, <strong>Sant</strong>’AgataFeltria e Sarsina. Si è trattato <strong>di</strong> unepiso<strong>di</strong>o drammatico, che ancora oggiè ricordato come la più grave trage<strong>di</strong>adel lavoro dell’Italia repubblicana. Nel2008, a &0 anni dal crollo del ponteche faceva da via <strong>di</strong> comunicazione fraMercato Saraceno e Sarsina, <strong>il</strong> Comune<strong>di</strong> Mercato Saraceno ha organizzatodal 29 apr<strong>il</strong>e al 1 maggio <strong>una</strong> tre giorni<strong>di</strong> incontri, convegni e celebrazioni persensib<strong>il</strong>izzare la popolazione nel ricordo<strong>di</strong> un evento che ha caratterizzato lastoria del territorio nel dopoguerra. TraGenn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009 Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009l’altro è stato presentato un lungometraggiode<strong>di</strong>cato alle vittime dello Zingonecon f<strong>il</strong>mati storici dall’Archiviodell’Istituto Luce e interviste <strong>ai</strong> superstitie <strong>ai</strong> parenti degli oper<strong>ai</strong> che persero lavita nella trage<strong>di</strong>a. Le commemorazioniper l’anniversario del crollo dello Zingonesi sono chiuse a Monte Castellocon la <strong>Sant</strong>a Messa in ricordo <strong>di</strong> tuttii caduti sul lavoro. Per approfon<strong>di</strong>re laconoscenza storica <strong>di</strong> questa trage<strong>di</strong>a,ricor<strong>di</strong>amo <strong>il</strong> libro “<strong>il</strong> crollo dello Zingone”,curato <strong>di</strong> Edoardo Turci e MarioProli (società e<strong>di</strong>trice Il Ponte Vecchio- Cesena 1999).Chi era Luigi Bonelli?Nacque a Roma nel 1797 e <strong>di</strong>venne docente nel Pontificio Seminarioro<strong>mano</strong> <strong>di</strong> Fisica e <strong>di</strong> F<strong>il</strong>osofia. Unì alla grande cultura f<strong>il</strong>osofica estorica anche <strong>una</strong> notevole sensib<strong>il</strong>ità per le problematiche scientifiche.Infatti scrisse delle r<strong>il</strong>evanti Institutiones logico-metaphysicae, Roma1833-1834, ed <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> articoli <strong>di</strong> natura metafisica e scientifica, raccoltipoi, dopo la morte, a cura <strong>di</strong> Placido Petacci, con <strong>il</strong> titolo: Metaphysicae particularis<strong>di</strong>ssertationes, Romae 1864. Si desume da questi scritti un in<strong>di</strong>rizzo sostanzialmenteeclettico: nelle dottrine fisico-cosmologiche Bonelli “combina”<strong>di</strong>namismo e meccanicismo atomistico; nelle dottrine gnoseologiche prestamolta attenzione alla corrente empiristica, ma non trascura altre posizioni,compresa quelle <strong>di</strong> Galluppi e <strong>di</strong> Rosmini. Bonelli continuò ad avere per lunghianni, in Roma, un influsso a motivo del suo “<strong>di</strong>namismo” fisico: lo testimonianogli insegnamenti, nel Pontificio Seminario ro<strong>mano</strong>, <strong>di</strong> Petacci, <strong>di</strong>Francesco Segna e <strong>di</strong> Francesco Regnani. Morì nel 1840.Grazie all’infaticab<strong>il</strong>elavoro delprof. AlessandroMarchi <strong>il</strong> bassor<strong>il</strong>ievoche ritrae la“Madonna in tronocol bambino” conservatonella chiesa<strong>di</strong> San Girolamo, èoggi da tutti riconosciutocome capolavoro<strong>di</strong> Niccolò <strong>di</strong>Giovanni Fiorentino(1462 – 1505).Dopo l’esposizionein occasione dellamostra “Il Rinascimento a Urbino”,la sua notorietà si è <strong>di</strong>ffusa e la su<strong>ai</strong>mmagine è stata pubblicata <strong>di</strong>versevolte: nel catalogo della mostra “Arteper Mare”, nella strenna della Bancadelle Marche “Pittori ad Anconanel Quattrocento” e ad<strong>di</strong>rittura nelbiglietto <strong>di</strong> auguri natalizi della Fondazionedella Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong>Rimini.Mentre scriviamo queste righe <strong>una</strong>splen<strong>di</strong>da immagine è pubblicataanche sul sito web del quoti<strong>di</strong>anoLETTERE ARTEIl bassor<strong>il</strong>ievo che piaceNicolò <strong>di</strong> Giovanni Fiorentino,Madonna col Bambino.Pietra d’Istria, sec. XVS.Agata - chiesa <strong>di</strong> San GirolamoG<strong>il</strong>berto Mor<strong>di</strong>ni: la colonna sonora... e non solo,dei pasqualotti <strong>di</strong> S. Agata Feltriaeconomico Il Sole24 Ore all’interno <strong>di</strong><strong>una</strong> galleria fotograficache ha per titolo“<strong>La</strong> prima via <strong>di</strong> fedee <strong>di</strong> arte: l’Adriatico”.Il bassor<strong>il</strong>ievo inpietra d’Istria è <strong>una</strong>delle poche gemmesopravvissute allarovina dell’anticoconvento <strong>di</strong> Fontescarino(assieme all<strong>ai</strong>mmagine miracolosadella Madonnache viene venerataogni 8 <strong>di</strong> settembre,e assieme al piccolo capitello trasformatoin acquasantiera, anch’essomurato nella chiesa <strong>di</strong> San Girolamo).<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> aveva anticipato qualcheanno fa <strong>una</strong> prima ipotesi del prof.Matteo Ceriana che tendeva ad attribuirel’opera ad Agostino <strong>di</strong> Duccio,ma successivamente Matteo Cerianae Alessandro Marchi sono concordementegiunti ad attribuirla a Niccolò<strong>di</strong> Giovanni Fiorentino.Sottoscrivianche tuper la <strong>Rocca</strong>Sostenitore 15 EuroBenemerito 25 EuroLe sottoscrizionipossono essereinviate alla redazionedella <strong>Rocca</strong>, CasellaPostale 26, 61019S. Agata Feltria(Pesaro), oppurepresso la nuovacartolibreria inPiazza Garibal<strong>di</strong>a S. Agata Feltria.SOTTOSCRIZIONIIl <strong>giornale</strong>del tuo paese<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Grazie <strong>ai</strong> volontari che hanno provveduto ascrivere e <strong>di</strong>stribuire <strong>il</strong> <strong>giornale</strong>, grazie al lavoro<strong>di</strong> redazione <strong>di</strong> Enzo Liverani che tra l’altro<strong>di</strong>gita gli articoli e cura l’archivio dei sottoscrittori,a Paola Boldrini che <strong>di</strong>stribuisce la<strong>Rocca</strong> dal primo numero, a Mario Nalin chesi occupa della tipografia e della piegatura deigiornali, ad Alessia Dellamea che <strong>di</strong>stribuisce<strong>il</strong> <strong>giornale</strong> e raccoglie le sottoscrizioni nellacartoleria <strong>di</strong> piazza Garibal<strong>di</strong>, ad Arrigo Bonciche coor<strong>di</strong>na la <strong>di</strong>stribuzione, alle fotografie<strong>di</strong> Marco Zanchini e <strong>di</strong> Emanuela Liverani, egrazie <strong>ai</strong> lettori e sostenitori, numerosi comesempre. Se <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> vi piace <strong>di</strong>telo <strong>ai</strong> vostriamici, e chiedete loro <strong>di</strong> sottoscrivere, per ricevereregolarmente la <strong>Rocca</strong>! Se volete <strong>ai</strong>utarcia fare più bello questo <strong>giornale</strong>, inviateci articoli,fotografie, ricor<strong>di</strong>, lettere e commenti.Aspettiamo la vostra opinioneSe non siete d’accordo con <strong>il</strong> contenuto degliarticoli pubblicati, se volete rettificare lenotizie riportate o dare la vostra versione deifatti, o più semplicemente volete <strong>di</strong>re la vostraopinione, scriveteci, saremo lieti <strong>di</strong> pubblicarei vostri testi.Le vostre foto, <strong>il</strong> nostro sito webAvete scattato delle belle fotografie? Inviatecelesubito. Le pubblicheremo sul <strong>giornale</strong> e nel nostrosito web. Il sito web curato da Gino Sampaoliè ora pieno <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> fotografie ine<strong>di</strong>tedel nostro paese. Nel sito trovate i numeri della<strong>Rocca</strong> usciti dal 2001 ad oggi. Ecco l’in<strong>di</strong>rizzo:http://santagata.altervista.orgSartini Agata, S. <strong>La</strong>zzaro (Bo)Sartini Maria, Balze <strong>di</strong> VergheretoFam. Barone – Bolelli, S. <strong>La</strong>zzaro (Bo)Cappelli Nevina, LimbiateGorza Renato, S. <strong>La</strong>zzaro (Bo)Van<strong>di</strong>ni Maria, <strong>Sant</strong>’Agata FeltriaCappelli Maria, Cividale del FriuliFrattini Carlo, <strong>Sant</strong>’Agata FeltriaMariani Palezzato Isabella, PesaroRinal<strong>di</strong> Nofri Maria, BolognaMontecchi Domenico, RiminiGabellini Roberto, RiminiGorrieri Ugo, San LeoBonetti Giancarlo, RiminiGiorgini Loris, Pennab<strong>il</strong>liSergio Lolletti, ForlìUgo Gorrieri, San LeoLino Cappelli Alessandria,Gino Sampaoli, Corsico (MI)Annamaria Peruzzi, S. AgataGiuseppe Peruzzi, Igea Marina


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>PERSONAGGI LETTEREFaustino Vitali, compositore e maestro <strong>di</strong> musicaSu queste pagine abbiamo tra<strong>di</strong>zionalmenteriservato <strong>una</strong> attenzionespeciale alla storia della musica nelnostro paese. Abbiamo riscoperto e r<strong>il</strong>anciato<strong>il</strong> genio musicale <strong>di</strong> Angelo Berar<strong>di</strong>,abbiamo stimolato l’attenzione suAngelo Mariani e parlato dei tanti santagatesiche hanno dato un contributo allamusica del loro tempo e lustro al paese.Faustino Vitali però è sinora rimasto inombra. Eppure fu lui a prendere le re<strong>di</strong>nidella f<strong>il</strong>armonica dopo la partenza <strong>di</strong>Mariani, e come vedremo non fu affatto<strong>una</strong> figura <strong>di</strong> secondo piano nella storiadel nostro paese. Ma an<strong>di</strong>amo per or<strong>di</strong>ne.Ricor<strong>di</strong>amo al lettore che Le feste aS. Agata nell’800 prevedevano semprela presenza della banda, anzi <strong>di</strong> almeno<strong>una</strong> banda (ne venivano anche da Rimini,Sarsina, Miniera <strong>di</strong> Perticara, Pennab<strong>il</strong>li,Verucchio, Talamello….). A Teatrovenivano poi rappresentate recite <strong>di</strong> professionistio d<strong>il</strong>ettanti, oppure veglionidetti “popolari”, a volte preceduti da <strong>una</strong>Accademia, cioè da <strong>una</strong> rappresentazionemusicale della f<strong>il</strong>armonica locale.Faustino Vitali è <strong>di</strong> origine bolognese,stu<strong>di</strong>a Conservatorio nella sua città,dove si conservano ancora alcune suecomposizioni, e viene chiamato a S.Agata Feltria per sostituire Angelo Marianinel 1842. <strong>La</strong> banda musicale sottola guida <strong>di</strong> Faustino Vitali cresce e si organizzastab<strong>il</strong>mente.Quando nel 1866 si rifanno le <strong>di</strong>viseper i suonatori, l’or<strong>di</strong>ne al sarto <strong>di</strong> Fossombroneincaricato, è per 24 <strong>di</strong>vise,modello cappotto <strong>di</strong> Kepy. Vitali è assuntodall’Amministrazione Com<strong>una</strong>le,percepisce uno stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 685 lire(non poco considerato che <strong>il</strong> SegretarioCom<strong>una</strong>le Celli prendeva 900 lire)e svolge la sua attività come impiegatocon <strong>il</strong> titolo <strong>di</strong> maestro <strong>di</strong> musica. Comefosse composta la banda possiamo soloin parte dedurlo da <strong>una</strong> istanza del 1870che riporta gli strumenti <strong>di</strong> proprietà delComune, conservato da Vitali: 1) Ensonio(?) in Si b, suonato da Berti Egi<strong>di</strong>o;2) Tre genis, suonati da Vicini Severino,Prosperi Antonio ed Ercolani Emi<strong>di</strong>o(comprate per (?) <strong>di</strong> <strong>una</strong> privata Societànel 1861); 3) Cassa e Piatti suonati daBellini Cleto; 4) Tamburo, battuto daN.N. Che <strong>il</strong> lavoro <strong>di</strong> Vitali non dovesseessere un hobby lo <strong>di</strong>mostra <strong>il</strong> fattoche quando nel 1871 l’AmministrazioneCom<strong>una</strong>le, dalla quale <strong>di</strong>pende <strong>di</strong>rettamentela Banda, approva <strong>il</strong> regolamento“Disciplinare del Concerto citta<strong>di</strong>no”,<strong>il</strong> documento consta <strong>di</strong> ben 62 articoli.Ma Vitali è anche compositore, sappiamoad esempio che l’1 settembre 1872musicò e <strong>di</strong>resse <strong>una</strong> messa solenne, chesarà celebrata dal Vescovo del Montefeltro,a seguito della quale <strong>il</strong> dr. GiuseppeRaggi compose <strong>una</strong> poesia, poi stampatacon questo titolo “a Faustino Vitali, bolognese,maestro <strong>di</strong> musica espertissimoin S. Agata Feltria”. Ma Vitali a S. Agatatrovò <strong>il</strong> modo <strong>di</strong> occuparsi anche <strong>di</strong>altro. Nel 1865 firma assieme a FrancescoBuffoni un manifesto a favore dellaguerra contro l’Austria per la liberazionedel Veneto. Nel 1876 figura tra i 40Promotori della Società <strong>di</strong> Mutuo Soccorso,<strong>una</strong> iniziativa <strong>di</strong>retta dal SindacoLuigi Luchesi, e anche quando <strong>il</strong> MutuoSoccorso <strong>di</strong>venta politicamente più “ra<strong>di</strong>cale”i rapporti non si interrompono.Ed anzi nel 1888 <strong>il</strong> Mutuo Soccorso <strong>di</strong>S. Agata all’<strong>una</strong>nimità lo nomina socioonorario assieme <strong>ai</strong> concitta<strong>di</strong>ni piùimportanti del periodo <strong>il</strong> Senatore Cav.Cosimo Fabri, <strong>il</strong> dottor Giuseppe Raggi,<strong>il</strong> dottor. Evandro Bellocchi, l’ex sindacoGiuseppe Maffei, Giuseppe Celli, <strong>il</strong>Cav. Enea Nastasini, l’ex Sindaco LuigiLucesi e l’ing. Giovanni <strong>Sant</strong>i. Amicodel garibal<strong>di</strong>no Francesco Buffoni firmaassieme a lui un manifesto a favore dellaguerra contro l’Austria per la liberazionedel Veneto (nel 1865), <strong>di</strong>rige la banda inoccasione dell’inaugurazione della lapidea Mazzini e Garibal<strong>di</strong> (1885) fortementevoluta da Buffoni, e infine firma assiemead altri 500 santagatesi un documento<strong>di</strong> solidarietà a Buffoni quando quest’ultimofu sospeso dalla carica <strong>di</strong> Sindaco<strong>di</strong> S. Agata (v. riquadro in questa stessapagina). A riprova del suo impegno civ<strong>il</strong>eè anche la funzione che esercitò fino <strong>ai</strong>primi anni del ‘900 nella Congregazione<strong>di</strong> Carità, assieme a Severino Celli e aCiro Ragazzini.<strong>La</strong> Congregazione <strong>di</strong> Carità era l’Ente attraverso<strong>il</strong> quale <strong>il</strong> Comune amministrav<strong>ai</strong> beni espropriati alle organizzazionireligiose (dal convento <strong>di</strong> San Girolamoalla <strong>Rocca</strong>, alla chiesa <strong>di</strong> San Francescoe del Soccorso) nonché <strong>il</strong> Ricovero dei“vecchi poveri” come si <strong>di</strong>ceva allora.Faustino Vitali muore <strong>il</strong> 31 <strong>di</strong>cembre1910, <strong>il</strong> Sindaco <strong>di</strong> allora annuncia che“l’esimio Maestro <strong>di</strong> musica, per <strong>di</strong>sposizionetestamentaria, ha legato a questoMunicipio tutte le opere musicali da luipossedute ed esistenti in casa sua. Chegià l’Ente <strong>di</strong> lui ne ha fatte le debite consegnee che, quin<strong>di</strong>, sono state depositatenella Biblioteca Popolare Com<strong>una</strong>le”(grazie a Franco Vicini e Enzo Liveraniper la ricerca).Fin qui la storia. Sarebbe bello de<strong>di</strong>careun ricordo istituzionale a Vitali.Solidarietà a BuffoniEgregio Signor Buffoni Francesco <strong>Sant</strong>agata FeltriaIl Decreto Prefettizio 25 Novembre, che, per motivi esclusivamente politici, Vi<strong>di</strong>chiara sospeso dall’Ufficio <strong>di</strong> Sindaco <strong>di</strong> questo Comune, ha più che sorpresa,addolorata la citta<strong>di</strong>nanza d’ogni or<strong>di</strong>ne, classe e partito <strong>di</strong> questo Paese e Comune,usa om<strong>ai</strong> da un anno ad ammirare in Voi l’integro magistrato, <strong>il</strong> saggioamministratore, l’attivo ed energico funzionario. Impotenti a trattenere la <strong>mano</strong>che con tanta jattura pubblica così inesorab<strong>il</strong>mente Vi colpisce; altamente deplorandola designazione dei motivi posti a base del Vostro allontanamento dalla<strong>di</strong>rezione della cosa pubblica del nostro Paese. Noi qui sottoscritti Vi attestiamopubblicamente <strong>il</strong> nostro più vivo rincrescimento, augurandoci che in qualunquecircostanza non sia m<strong>ai</strong> per mancare al Paese nostro la cooperazione <strong>di</strong> uno fra imigliori, più intelligenti e bene affetti suoi concitta<strong>di</strong>ni. 7 <strong>di</strong>cembre 1890Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009 Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009Il ricordo del prof. dott. LorenzoCappelli (Romagnano1868 – Ancona 1949), <strong>il</strong>lustrefiglio <strong>di</strong> <strong>Sant</strong>’Agata Feltria, èancor vivo e permane tra quantiebbero benefici dalle sue cure edalla sua profonda umanità. DiLorenzo Cappelli si può <strong>di</strong>re chefu uno dei chirurghi italiani, cheha dato un grande contributoalla chirurgia, sia per <strong>il</strong> numeroimponente degli atti operatoricompiuti, che per l’importanzae l’innovazione dei medesimi,ed ha rappresentato la perfettafigura del chirurgo “classico”lavorando in tutti i campi dellachirurgia, con lode e apprezzamento<strong>di</strong> autorevoli personalitàdella chirurgia italiana quali: Nigrisoli,Schiassi, Ruggi, Giordano,Carle, Novaro.Volontario nella Grande Guerrapur conservando <strong>il</strong> primariatodell’ospedale Civ<strong>il</strong>e <strong>di</strong> Fano,ebbe, con la nomina a tenente colonnellome<strong>di</strong>co, la Direzione dell’OspedaleM<strong>il</strong>itare <strong>di</strong> Fano, dando vita alla “SezioneStorpi e Mut<strong>il</strong>ati” primo nucleoneuro chirurgico in Italia; in tale compitoebbe occasione <strong>di</strong> operare trecentom<strong>il</strong>itari con lesioni al sistema nervosoperiferico.Descrivere <strong>il</strong> contributo operativo escientifico del prof. Lorenzo Cappelli,occuperebbe un’intera monografia, noncertamente questi brevi cenni. Altri, inparticolare i suoi allievi, hanno voluto,in più occasioni, rendere onore al loroMaestro. Questa premessa nasce dal desiderio<strong>di</strong> ricordare un intervanto cheallora suscitò ammirazione e vasta eco:la sutura del cuore. Ecco come descrive<strong>il</strong> memorab<strong>il</strong>e atto operatorio <strong>il</strong> suo assistenteprof. Gualfardo Tonnini: «Il prof.Cappelli ha praticato la sutura del cuoreper ferita penetrante nel ventricolo destro<strong>il</strong> 17 maggio 1912 nell’Ospedale S.Croce <strong>di</strong> Fano. Si trattava <strong>di</strong> un oper<strong>ai</strong>o,certo Z.N. <strong>il</strong> quale aveva riportato <strong>una</strong>ferita <strong>di</strong> coltello che dal margine sternaledestro, in <strong>di</strong>rezione obliqua da destraLETTERE STORIA<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Una incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e operazione al cuoreIl gruppo Musicall e<strong>di</strong>zione 2008verso sinistra, aveva leso <strong>il</strong> pericar<strong>di</strong>o e<strong>il</strong> cuore. <strong>La</strong> ferita, interessante <strong>il</strong> ventricolodestro, era larga più <strong>di</strong> uncentimetro. Il Cappelli praticò<strong>una</strong> me<strong>di</strong>astinotomia anterioretransternale e creò uno sportelloa cerniera esterna a sinistra.Praticò la pericar<strong>di</strong>otomia e, fattoafferrare <strong>il</strong> cuore all’<strong>ai</strong>uto (dott.Edoardo Torre) con la presaclassica <strong>di</strong> Rehn, comprimente igrossi vasi della base per impe<strong>di</strong>rel’afflusso <strong>di</strong> sangue nelle vene,fece la sutura in seta dal ventricolodestro. Dopo aver fatta accuratapulizia del pericar<strong>di</strong>o, vi lasciòun piccolo drenaggio e, dopoaver provveduto con suture allalesione pleuro polmonare, chiuselo sportello». L’esito fu ottimo. <strong>La</strong>citta<strong>di</strong>nanza fanese era esultanteper questo br<strong>il</strong>lante e tempestivoatto operatorio eseguito dal SuoChirurgo Primario! Scienza e coscienza,presto e bene, rapi<strong>di</strong>tàsorprendente, questi gli attributidell’in<strong>di</strong>menticab<strong>il</strong>e Maestro!Piero Raggi


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Francesco Orazio Olivieri nasce aPennab<strong>il</strong>li nel 1680 da <strong>una</strong> famiglianob<strong>il</strong>e. A vent’anni entra nelconvento dei frati Cappuccini <strong>di</strong> Pietrarubbia.Nel 1712 parte missionarioper <strong>il</strong> Tibet. Vi giunge nel 1716 dopoun durissimo viaggio. Stu<strong>di</strong>a la lingua,e comp<strong>il</strong>a un vocabolario italiano-tibetano,<strong>il</strong> primo in <strong>una</strong> lingua occidentale,ricco <strong>di</strong> 35 m<strong>il</strong>a vocaboli. Riesce adacquistare un terreno e ad e<strong>di</strong>ficare unconvento a Lhasa e a pre<strong>di</strong>care liberamente<strong>il</strong> cristianesimo e fare proselitismo.Il popolo rispetta fra Orazio comePERSONAGGILETTEREDa Pennab<strong>il</strong>li al TibetGenn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009un uomo santo. Si forma presto <strong>una</strong>piccola comunità <strong>di</strong> convertiti, però, <strong>il</strong>proselitismo dei cappuccini preoccup<strong>ai</strong> monaci bud<strong>di</strong>sti e i cristiani vengonoduramente puniti. Fra’ Orazio nel 1745è costretto ad abbandonare <strong>il</strong> Tibet,e morirà <strong>di</strong> lì a poco per le sofferenzepatite e anche per <strong>il</strong> <strong>di</strong>spiacere dovutoall’impossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> portare avanti la suamissione.Quella <strong>di</strong> Orazio Olivieri fu <strong>una</strong> vitaricca <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> testimonianza. Nonesitò a rientrare in Italia per perorare<strong>ai</strong>uti alla causa della conversione dei tibetanie poi a tornare <strong>di</strong> nuovo in Tibetnonostante la consapevolezza che viaggi<strong>di</strong> quel genere costavano spesso la vita achi li compiva. Da qualche anno vieneproposta <strong>una</strong> immagine <strong>di</strong> Orazio comeuomo del <strong>di</strong>alogo, o meglio <strong>di</strong> un <strong>di</strong>alogofine a sé stesso, mentre invece tutti isuoi sforzi erano per la conversione alla“vera fede”, pur nel rispetto degli altri,e <strong>di</strong> confutazione degli errori del bud<strong>di</strong>smo.Le sue sofferenze e le sue speranzesono in parte visib<strong>il</strong>i anche nella letterache ripren<strong>di</strong>amo “liberamente” in questastessa pagina.Una lettera <strong>di</strong> Orazio Olivieri da “Catmandù”APietro Leone Olivieri Arcipretedella Cattedrale <strong>di</strong> Penna deB<strong>il</strong>liCarissimi Fratelli, da un’altra mia viavvis<strong>ai</strong> che per grazia <strong>di</strong> Dio, ed intercessionedella B:ma Vergine ero giuntoin detto luogo assieme con altri 10Compagni tutti sani e salvi essendostati sopra <strong>il</strong> mare 6 mesi e 18 giorni;dopo riposati alcuni giorni, ci portassimoa Patnà 28 giorni mettessimoper <strong>il</strong> viaggio, dove giungessimo li 6decembre e nel mese <strong>di</strong> Gen<strong>ai</strong>o partissimoper Nepal, ove arrivassimo li6 Febraro, e per Apr<strong>il</strong>e volevamo partireper Lhasa nel Thibet, ma stantel’influenza de V<strong>ai</strong>oli, che da 30 anniin quà non erano stati nel Thibet, nesono morti <strong>una</strong> gran quantità, che hacausato come <strong>una</strong> peste, che perciò <strong>il</strong>Re ha proibito, che Nessuno possa entraredentro <strong>il</strong> Thibet, onde con <strong>una</strong>mia lo supplic<strong>ai</strong> della permissione, ed<strong>il</strong> Re benignamente ci ha mandato unPassaporto amplo per potere andare aLhasa, ed un altro Passaporto ancoraci ha mandato <strong>il</strong> suo Primogenito; cheperciò <strong>il</strong> giorno del nostro glorioso PatriarcaS. Francesco dopo la S.Messapartiremo per Lhasa, che perciò vi pregotutti a tenerci continuamente raccomandatinelle vostre orazioni acciòci <strong>di</strong>a grazia, e forza <strong>di</strong> resistere a tuttii travagli, e patimenti, e che Id<strong>di</strong>o sicompiaccia <strong>di</strong> <strong>il</strong>luminare queste povereAnime per conoscere la vera Leggeper evitare le pene dell’Inferno ed acquistarela gloria del Para<strong>di</strong>so.Qui in Necpal dopo <strong>il</strong> mio arrivo siè presentato un libro tradotto in questalingua sopra la cognizione del veroDio, che in lui solo si deve sperare, equello unicamente si deve amare, qualefu letto alla presenza del medesimoRe, Vice Re, e Sacerdoti degli Idoli, erispose, che avrebbe fatto congregare isacerdoti degli Idoli e piu virtuosi per<strong>di</strong>sputare coi Padri; e dopo molte <strong>di</strong>sputese si conoscerà, e risolverà, che lanostra Legge sia la vera esso medesimola prenderà assieme <strong>ai</strong> suoi Sud<strong>di</strong>ti, <strong>di</strong>poi ci ha dato <strong>il</strong> Priv<strong>il</strong>egio della Libertà<strong>di</strong> Coscienza, ed anche ci ha donato<strong>una</strong> casa con l’Instrumento che nepotiamo farne, che voliamo, ed anchevenderla: <strong>il</strong> Re <strong>di</strong> Catmandù ancoraci ha dato <strong>il</strong> Priv<strong>il</strong>egio della libertà <strong>di</strong>Coscienza, e quanto prima se li presenterà<strong>il</strong> suddetto libro, ed anche <strong>una</strong>ltro che confuta gli errori <strong>di</strong> questaLegge.Io poi come ho detto <strong>di</strong> sopra partoper <strong>il</strong> Thibet li 4 Ottobre 1740: conun gran peso <strong>di</strong> 60 anni che un mesee pochi giorni doppo finisco, e benchèsia <strong>il</strong> minore <strong>di</strong> età <strong>di</strong> tutti loro altritre, nulla<strong>di</strong>meno perchè nescitis <strong>di</strong>em,neque horam, mi vado ogni giornopreparando per <strong>il</strong> tremendo passo perl’altra vita, e così credo faccino loroaltri ancora, ma però Pietro Leonecome Ecclesiastico non ho dubbio alcunoche non stia sempre preparato,ma Antonio come Secolare, è che credonon pensi molto alla morte, però alui principalmente è in<strong>di</strong>rizata la miaesortazione, che perciò l’esorto ad accomodarepresto i suoi figli (giacchènon ho potuto avere la consolazione<strong>di</strong> vederne accomodato qualched’unoprima <strong>di</strong> partire dall’Italia, come sempreavrei creduto per tante persuasionid’altri e mie) perchè alla morte gli saràd’un gran travaglio e pena, ma adessoche avete tempo premonitevi per queltremendo passo con fare <strong>una</strong> buonaConfessione generale, e poi frequentatespesso i <strong>Sant</strong>i Sacramenti dellaPenitenza ed Eucarestia, con accomodareben bene tutte le cose vostre inquanto prima all’anima, e poi dellaCasa per <strong>il</strong> non avere in quel passo apensare ad altro che all’anima, e conpregarvi a tutti a tenermi raccomandaticaldamente nelle vostre orazioni,e particolarmente alla B:ma V:e restocon supplicare um<strong>il</strong>mente la SS:ma V:e acciò vi tenga tutti sotto <strong>il</strong> suo SS:mo Manto, e vi prego a riverirmi tuttii Parenti ed Amici D.Vs. Aff:mo FratelloF. Francesco Orazio.19 Sett. 1740Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009RASSEGNA LETTERE STAMPAIl Mattatore a S. AgataRipren<strong>di</strong>amo un articolo del2000 senza commenti per leimprecisioni contenute.Una sera <strong>il</strong> viaggio si fermò in un piccolopaese vicino a San Marino, <strong>Sant</strong>’AgataFeltria. Arrivarono lì perchéc’era un teatro che non era stato piùriaperto dal Settecento (sic!). Il luogoideale per <strong>il</strong> progetto dantesco cheVittorio Gassman stava elaborandoper la R<strong>ai</strong> con l’ <strong>ai</strong>uto del regista RubinoRubini: «<strong>La</strong> lettura <strong>di</strong> Vittorioracconta Rubinidoveva avere comunqueun percorsoteatrale, chesi concretizzav<strong>ai</strong>n riprese in questipiccoli gioielli<strong>di</strong>menticati dellaprovincia italiana.Ricordo ancora <strong>il</strong>volto turbato delsindaco del paese,quando si vide arrivareun non an-Rino e Teresa Borghesinunciato Gassmanche gli chiedeva in prestito <strong>il</strong> teatrino.E ricordo ancora ciò che Vittorio mi<strong>di</strong>sse quando abbandonammo <strong>il</strong> paese:“Rubino, quando scoprì Troia,Schliemann dovette sentirsi più omeno come noi due oggi”. Aveva ragione:aprendo le porte <strong>di</strong> quel teatrosi <strong>di</strong>schiuse <strong>di</strong> fronte a noi un mondofermo nel tempo; avremmo fattobene a richiuderle perché poi la politicaci ha messo le mani e non so cosasia accaduto a quel piccolo gioiello».Rubini (che si definisce un «portatoresano <strong>di</strong> Dante: ne so alcune parti amemoria per mia passione e non persfoggio, ricordo serate in cui, nellestorie, io e Vittorio facevamo a garachi se ne ricordava <strong>di</strong> più. Ovviamentevinceva lui») farà da introduttore,domani, alla lettura «virtuale» cheGassman darà in piazza della Signoria.Si tratta, infatti, della proiezione<strong>di</strong> alcune puntate R<strong>ai</strong> in cui <strong>il</strong> Mattatoresprofondava nei versi con <strong>una</strong>voluttà senza pari: «Gassman spiegaRubini è stato l’ultimo grande <strong>di</strong>citoreottocentesco nel senso più alto deltermine. Sapeva che <strong>di</strong>re significa <strong>il</strong>luminare.Vittorio aveva capito tutto<strong>di</strong> Dante. Aveva tutto chiaro, e la suadeclamazione era al tempo stesso <strong>di</strong>grande qualità estetica senza tra<strong>di</strong>re <strong>il</strong>contenuto. Era, in poche parole, <strong>una</strong>forma raffinatissima <strong>di</strong> informazioneculturale».Fulvio Paloscia Repubblica17 settembre 2000pagina FIRENZESotto, riconoscib<strong>il</strong>i: <strong>il</strong> Card. Lercaro, P. GiulioMambelli, P. Gianfranco Liveranie don Paolo Rabitti, <strong>di</strong>venuto poi Vescovodella nostra Diocesi<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Padre Piotra Marellae LercaroCosì s’intitola un album popolare (E<strong>di</strong>zioniTempi Nuovi) che, attraverso l’alternanza<strong>di</strong> testi e <strong>di</strong>segni, racconta l’amicizia del<strong>Sant</strong>o con due figure emblematiche dellaChiesa bolognese: <strong>il</strong> prete che raccoglieval’obolo per i suoi poveri, stendendo davanti<strong>ai</strong> passanti <strong>il</strong> suo mitico cappello e <strong>il</strong>car<strong>di</strong>nale, protagonista del Conc<strong>il</strong>io, chegovernò la <strong>di</strong>ocesi petroniana per 16 anni.L’opera e<strong>di</strong>toriale, curata da Giusy Ferro eCarlo Vietti (<strong>il</strong>lustrazioni <strong>di</strong> Rachele Ferro)è stata presentata sabato nella CappellaFarnese <strong>di</strong> Palazzo d’Accursio.Spiegano gli autori: «Abbiamo cercato <strong>di</strong>portare <strong>una</strong> piccola pietra alla storia <strong>di</strong> sanPio, ripercorrendo <strong>il</strong> suo rapporto con duebolognesi d’azione, come Lercaro e donOlinto Marella, accom<strong>una</strong>ti dal fatto <strong>di</strong>aver lasciato <strong>una</strong> traccia indeleb<strong>il</strong>e e originale<strong>di</strong> spiritualità e <strong>di</strong> opere concrete».Nella prefazione monsignor DomenicoD’Ambrosio, arcivescovo <strong>di</strong> Manfredonia,ricorda che i tre protagonisti del libro«secondo la particolarità della loro testimonianza,ci hanno raccontato le “gran<strong>di</strong>opere” del Signore». (S.Andr.)


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Oggi meco accolti siete,cari amici, a lieta mensa,dove cibo e vin <strong>di</strong>spensa<strong>di</strong> Petrella l’Arcipretein onor del Forte e Giusto<strong>di</strong> cui porta <strong>il</strong> nome augusto.Il gran martir Sebastiano,fu valente condottiere<strong>di</strong> romane, elette schieresotto l’empio Diocleziano,che punia <strong>di</strong> morte atrocei seguaci della Croce.Alla barba <strong>di</strong> quel tristoche l’aveva in alto posto,Sebastiano <strong>di</strong> nascosto<strong>il</strong> vess<strong>il</strong> seguia <strong>di</strong> Cristo:nei tormenti e nei flagelliconfortava i suoi fratelli.Ad un’egra donna un giornoridonò l’estinta voce:del pro<strong>di</strong>gio andò velocela notizia d’ogn’intorno,talchè n’ebbe alfin sentore<strong>il</strong> malvagio imperatore.Quel pagano maledetto,pien <strong>di</strong> rabbia e <strong>di</strong> velenoper la fè del NazarenoPetrella LETTERE Gui<strong>di</strong>Per l’Onomastico <strong>di</strong> Don Sebastiano Flenghi, Arciprete <strong>di</strong> Petrella Gui<strong>di</strong>BRINDISI NON INCRIMINABILELetto alla mensa solenne che l’ottimo e cortese sacerdotein tal circostanza imban<strong>di</strong>va a’ suoi amici tra i quali si compiace <strong>di</strong> essere<strong>il</strong> sottoscritto autoreche sorgeva a suo <strong>di</strong>spetto,fè chiamare <strong>il</strong> neofitoe gli <strong>di</strong>sse inviperito:«Il tuo Dio rinega tosto,o ti passo per le picche!».«Tu rinega <strong>il</strong> tuo Berlicche»,dal sant’uom gli fu risposto;«Tu, se perder non ti vuoi,spezza i falsi idoli tuoi!»Da Berlicche quel protervogià tenuto era pel ciuffo;on l’un ultimo rabbuffo<strong>di</strong>è <strong>di</strong> Cristo al fedel servoe lo fece trarre ignudoa supplizio iniquo e crudo!Ad un palo avvinto <strong>il</strong> forte,verso <strong>il</strong> ciel volti gli sguar<strong>di</strong>,da feral nembo <strong>di</strong> dar<strong>di</strong><strong>il</strong> martirio ebbe e la morte!Il suo spirto invitto e piovolò tosto in grembo a Dio!Anche <strong>il</strong> nostro buon Pievano<strong>una</strong> volta ebbe a patireun martirio orrendo a <strong>di</strong>recome quel <strong>di</strong> San Bastiano!De’ suoi panni e de’ suoi sol<strong>di</strong>da uno stuol <strong>di</strong> manigol<strong>di</strong>,Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009 Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009fu spogliato e <strong>mano</strong>messo;poi, legato e al suol <strong>di</strong>steso,fu, mercè <strong>di</strong> lardo acceso,così nudo, sottomessoa crudel pioggia <strong>di</strong> fuocoche cadeva a poco a poco! 1Se in quel dì San Sebastianod<strong>ai</strong> beati, eterni scanninon scendea d’amor sui vanniin <strong>ai</strong>uto al buon Pievano,egli, dopo un tal supplizio,non <strong>di</strong>rebbe più l’uffizio!Non è dunque senza mertoche al suo <strong>Sant</strong>o, al suo Patronoin quest’oggi un sacro donoha d’incensi e canti offerto;ed accolto ne’ suoi lariha un gruppel d’amici cari!Io, che son tra questi assiso,porto un brin<strong>di</strong>si festivoal Bastian defunto e al vivo:Gloria ull’Uno in Para<strong>di</strong>so,pace all’altro, umor giocondoe salute in questo mondo!Dr. G. Raggi1Ciò avvenne <strong>il</strong> 10 apr<strong>il</strong>e 1857Quando nacque, <strong>il</strong> 15 genn<strong>ai</strong>o1919, in Italia governava Giolittie a <strong>Sant</strong>’Agata Feltria erasindaco Fer<strong>di</strong>nando Goretti, che si eratrasferito a San Donato proprio perchéaveva sposata <strong>una</strong> Mariani, zia dell’Antonia.L’anno 1909 venne a lungo ricordatoperché <strong>una</strong> furiosa nevicata fuori stagione,<strong>il</strong> 3 maggio, rovinò tante piante,in particolare in piazza del Mercato e aSan Girolamo.Cose <strong>di</strong> un secolo fa che ricor<strong>di</strong>amoproprio perché, all’invi<strong>di</strong>ab<strong>il</strong>e traguardodei 100 anni, è felicemente giunta la piùlongeva del nostro Comune che, nativa<strong>di</strong> San Donato, ora risiede nel capoluogoassieme a Peppino, <strong>il</strong> più piccolo deisuoi figli.Dal primo marito, che si chiamava ValliAntonio, e la lasciò vedova a soli 28anni, ebbe i due figli maggiori: Mario eGiuseppina.Risposatasi con Bartolini Primo, minatorea Perticara proprio come <strong>il</strong> primomarito, ne ebbe altri cinque: Antonio,Luigina, Paola, Gabriella e, appunto,Peppino.<strong>La</strong> nascita successiva <strong>di</strong> 10 nipoti e cinquepronipoti ha allietato la sua lungaesistenza, della quale, peraltro, ricordaogni particolare, perché dotata <strong>di</strong> <strong>una</strong>memoria da fare invi<strong>di</strong>a <strong>ai</strong> giovani.FotocronacaLETTEREI cento anni <strong>di</strong> Antonia MarianiI festeggiamenti per le cento candeline,si sono conclusi domenica 18 genn<strong>ai</strong>o;prima tutta la famiglia ha accompagnatola neocentenaria alla S. Messa, nellachiesa <strong>di</strong> San Girolamo, poi tutti apranzo, con <strong>il</strong> gra<strong>di</strong>to intervento delleautorità Com<strong>una</strong>li, nel Ristorante “Perlini”e, per finire, <strong>una</strong> Super Torta beneaugurante!Franco Vicini<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Antonia Mariani con le figlie Paola, Luigina, Giuseppina, Gabriella e <strong>il</strong> figlio PeppinoPadre Agostino, gratisTutti i <strong>nostri</strong> lettori interessati allepre<strong>di</strong>che <strong>di</strong> P. Agostino possono farnerichiesta alla redazione. Siamoin grado <strong>di</strong> inviare gratuitamente letrascrizioni via e.m<strong>ai</strong>l. L’infaticab<strong>il</strong>eEnzo Liverani ha già <strong>di</strong>gitato <strong>il</strong> Quaresimale<strong>di</strong> Roma del 1889.<strong>La</strong> ristrutturazionedel Monasterodelle ClarisseChi volesse contribuire alle opere <strong>di</strong>ristrutturazione del Convento delleClarisse <strong>di</strong> S. Agata F. può versare uncontributo ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> c/c postalen 90807637 intestato al Monastero.<strong>La</strong> foto è del 1910 Da sinistra: Giuseppe Cima, Pippo Ermeti, Francesco Celli, Domenico Urbini(conta<strong>di</strong>no alla Croce), Romolo Grifoni, Romeo Greci, Giuseppe Greci, Don Baldassini,Natale Cedrini, moglie del cantoniere Casadei, <strong>il</strong> ragazzo dovrebbe essere S<strong>il</strong>vio Greci.(Le due bambine??). Grazie agli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sergio Vicini.Squadra <strong>di</strong> calcio della Indel srl, 1972In basso da sinistra: Luigi Ricchi,Luciano Urbini, Giancarlo Astorri,Angelo Costantini, Giancarlo Zanchini.In alto da sinistra: Giancarlo Baroni,Fermino Giovanetti, Tonino Sartini, EnzoLiverani, Angelo Manzi, Ezio Agostini.Notare la grande affluenza <strong>di</strong> pubblico!


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Personaggi LETTERE <strong>di</strong> oggiL’angelo dei Rumeni è <strong>di</strong> Pereto“I poveri che premono alla portadella parrocchia, anziani che nonarrivano alla metà del mese conla pensione minima, sono <strong>una</strong> ventina,questo pomeriggio. Aspettano la consueta<strong>di</strong>stribuzione delle borsine conpasta e altro. Li osserva frate Giancarlo,che calcola: «Sabato mattina invecearrivano gli stranieri. Sono tra i quattrocentoe i seicento. Rumeni, ucr<strong>ai</strong>ni,moldavi. Anche a loro la parrocchia dà<strong>una</strong> borsina con generi <strong>di</strong> prima necessità».Fra’ Giancarlo Ciccioni è <strong>il</strong> frateportin<strong>ai</strong>o del convento dei Cappuccini<strong>di</strong> San Giuseppe, fuori porta Saragozza.Il frate dei rumeni che vivono neiboschi sul colle <strong>di</strong> San Luca, che quasiogni mattina scendono a valle e prima<strong>di</strong> andare a lavorare (o a cercare <strong>di</strong> farlo)prendono dalle sue mani, allungatodallo spioncino del gabbiotto, un sacchettinobianco contenente due paninie <strong>una</strong> scatoletta <strong>di</strong> tonno. Nativo <strong>di</strong>Pereto <strong>di</strong> <strong>Sant</strong>’ Agata Feltria (<strong>il</strong> paeseche <strong>di</strong>sta tre ch<strong>il</strong>ometri dalla casa dovenacque Matteo Da Bascio, <strong>il</strong> fondatoredei Cappuccini), frà Giancarlo cominciòa <strong>ai</strong>utare i poveri nel ‘62, quandofaceva <strong>il</strong> cuciniere. «Mi ricordo certipentoloni <strong>di</strong> alluminio dove si cuocevala pasta per almeno cinquanta persone,<strong>di</strong>cevano che <strong>il</strong> nostro ragù era <strong>il</strong>migliore, nelle altre parrocchie non simangiava così bene. Si facevano riempirecerte tazzone <strong>di</strong> coccio anche dueo tre volte». Poi i poveri italiani sono<strong>di</strong>minuiti e oggi <strong>il</strong> problema più grossosono gli immigrati dell’ Est europeo.«Tra <strong>di</strong> loro ci sono tantissime personebuone, non solo furbi e delinquenti. Mihanno invitato nei boschi qui sopra avedere le tende dove dormono, ma nonci sono m<strong>ai</strong> andato. Dovrebbe essere loStato a <strong>ai</strong>utarli, a dargli <strong>una</strong> tetto, documentiin regola, se sono qui per lavorare.Siamo molto in<strong>di</strong>etro. Noi, comeconvento, cosa possiamo fare? A partepane e scatolame, non c’ è tanta genteche ci lascia delle offerte. Un giu<strong>di</strong>ce cidà 100 euro al mese, non si va oltre i 3o 400 euro al mese. Pochi giorni fa, hoconvinto due rumeni appena arrivati atornare a casa. Gli ho spiegatoche è meglio vivere con poco inRomania che allo sbando nei boschia Bologna. Avevano la macchina,gli ho pagato la benzinaper <strong>il</strong> ritorno. Il fatto è che inRomania vedono o sentono chequalcuno si arricchisce, cominciaa risparmiare e a pensare <strong>di</strong> comprarsi<strong>una</strong> casa e così continuanoa venire giù in continuazione, arincorrere un miraggio». FrateGiancarlo cerca anche <strong>di</strong> collocarequalcuno nelle famiglie. «Lebadanti sono molto richieste, mitelefonano persino da Imola perfarle lavorare. Prendono d<strong>ai</strong> 900<strong>ai</strong> 1000 euro, sol<strong>di</strong> che finisconoquasi tutti all’ estero. Quandonevica, qualcuno va a spalare laneve nelle case qui vicino, oppurea qualcun altro do <strong>di</strong>eci europer pulire <strong>il</strong> giar<strong>di</strong>no». Giancarloè anche <strong>il</strong> frate giar<strong>di</strong>niere che1966: Guar<strong>di</strong>e svizzereMaurizio Giuliani e Gabriele CinarelliGenn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009 Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009cura questo bellissimo spazio verde chedal convento scende in via Saragozza,un microcosmo da stu<strong>di</strong>o sociologicodove si incontrano (e qualche volta siscontrano) barboni italiani, gruppi <strong>di</strong><strong>di</strong>soccupati dell’ est, badanti ucr<strong>ai</strong>ne erusse, abitanti <strong>di</strong> un quartiere esclusivonon sempre ben <strong>di</strong>sposti. Sono invecescomparse le torme <strong>di</strong> spacciatori magrebini,che per un certo periodo avevanotrasformato <strong>il</strong> giar<strong>di</strong>no nelle retrovie<strong>di</strong> piazza XX Settembre. Un intreccio<strong>di</strong> microstorie <strong>di</strong> speranza sciupatache si legge nelle rughe dei barboni e<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e speranza nel futuro nei voltichiari dei giovani e nelle giovani rumenee slave. «Qui ne succedono <strong>di</strong> tuttii colori, a cominciare dalle volpi - raccontafrate Giancarlo - . Hanno fatto<strong>una</strong> covata nel giar<strong>di</strong>no interno delchiostro. A Giuseppe, un barbone chequalche volta dorme sulle panchine, glihanno portato via <strong>il</strong> cappello. E gli hannosmangiucchiato lo z<strong>ai</strong>no. Giuseppe èlo stesso che pochi giorni fa l’ abbiamotrovato con le gambe rovinate, perchéun gruppo <strong>di</strong> rumeni con <strong>il</strong> quale halitigato gliel’ ha fatta pagare». Un altrobarbone, un certo Antoine, l’ ha convintoa costituirsi. «è stato lo scorso inverno- ricorda <strong>il</strong> frate - quando gli hodetto che sarebbe stato meglio al caldo.“Buona idea”, mi ha risposto “ho giustoun annetto ancora da scontare”. “Allorav<strong>ai</strong> subito in Questura”, gli ho suggeritoio». Ogni tanto qualcuno arriva con<strong>il</strong> naso rotto, oppure <strong>una</strong> volta <strong>il</strong> frateportin<strong>ai</strong>o si è visto passare nell’ androneun rumeno che f<strong>il</strong>ava come un razzo.L’ ha capito subito dopo, <strong>il</strong> perché,quando sono sfrecciati tre poliziotti:«Aveva rubato al supermercato, ma nonl’ hanno arrestato perché era riuscito a<strong>di</strong>sfarsi dei pezzi <strong>di</strong> prosciutto. Ma, aparte questi inconvenienti, fare <strong>il</strong> frate èla vita più bella del mondo. Vivi per glialtri». E per questo serve anche piantarecentin<strong>ai</strong>a <strong>di</strong> rose nel giar<strong>di</strong>no, «perché ifiori fanno bene a tutti».Tratto da un articolo<strong>di</strong> Luigi Speziapubblicato da Repubblica4 giugno 2005 cronaca BOLOGNAIl giorno 4 genn<strong>ai</strong>o 2009 è venuto a mancare alla suafamiglia e a tanti suoi amici, Peppino Urbini, notoristoratore <strong>di</strong> <strong>Sant</strong>’Agata Feltria, da tutti apprezzato estimato operatore economico della nostra zona. Peppino,per noi amici, “Bal<strong>di</strong>ni”, per più <strong>di</strong> trent’anni ha gestitoe <strong>di</strong>retto, dapprima con la moglie Elena, poi con le figlieFrancesca e Cinzia, <strong>il</strong> Ristorante «Tre Castagni» rendendolo,nel tempo, uno dei locali più conosciuti ed apprezzatidella vallata. Impren<strong>di</strong>tore attivo e soprattutto amante delsuo lavoro, attento ricercatore delle tra<strong>di</strong>zioni gastronomichedel nostro territorio, Peppino ha sempre creduto nellapossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> creare in <strong>Sant</strong>’Agata, iniziative volte al r<strong>il</strong>ancioturistico ed economico del nostro paese, ed ha appoggiatocon grande slancio, entusiasmo ed effettiva collaborazione,la nascita della “Fiera Nazionale del Tartufo” e del “Paesedel Natale” ed altre attività che favorissero lo sv<strong>il</strong>uppo turistico<strong>di</strong> <strong>Sant</strong>’Agata Feltria.Ciao, caro Peppino, ci mancheranno la tua generosità, latua arguzia ed anche la tua immensa passione calcistica, <strong>di</strong>tenace, irriducib<strong>il</strong>e tifoso dell’Inter, che per tanti anni ci havisto su opposti fronti, ad accalorarci, a ‘sfotterci’ e patire egioire per le nostre squadre del cuore.Ora, senza <strong>di</strong> te, siamo ancora più soli!Arrigo BonciAnche la Redazione della <strong>Rocca</strong> vuole ricordare l’amico Peppino,persona squisita, sostenitore da sempre del nostro perio<strong>di</strong>coal quale era molto affezionato, e porge alla famiglia le piùsentite condoglianze.Ricordo LETTEREUn altro amico ci ha lasciatoin ricordo <strong>di</strong> Peppino UrbiniPresto si andràa lezione <strong>di</strong> tartufo<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Se <strong>il</strong> tartufo è <strong>il</strong> re della tavola, sono le Marche a proporsi sempre più seriamentecome <strong>il</strong> suo regno. Vale, in particolare per le zone del Piceno e delMontefeltro, uniche al mondo a vantare la produzione <strong>di</strong> ben quattro qualitàdel pregiato tubero, e al centro orm<strong>ai</strong> <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> grande r<strong>il</strong>evanza non solo gastronomica.Si parla, per <strong>il</strong> solo triangolo compreso fra Acqualagna, <strong>Sant</strong>’Angelo inVado e <strong>Sant</strong>’Agata Feltria, <strong>di</strong> un giro d’affari <strong>di</strong> circa 168 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> euro annui, con<strong>una</strong> produzione <strong>di</strong> 1200 quintali l’anno. Si moltiplicano, dunque, le iniziative legatealla promozione del particolare alimento. Proprio in questi giorni <strong>una</strong> delegazione<strong>di</strong> produttori marchigiani è in Aquitania per <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> incontri con esperti locali.Già in programma, inoltre, la pubblicazione <strong>di</strong> un libro che raccoglie miti e leggendesul tartufo, <strong>il</strong> quale, nel 2009, arriverà anche sui banchi <strong>di</strong> scuola, grazie a lezioniorganizzate presso alcuni istituti alberghieri romani. Così che i futuri chef sappianoessere anche buoni ambasciatori del made in Italy. Riccardo SpagnoloTratto da “Avvenire” del 23 novembre 20081011


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>LETTEREStoria Azione CattolicaBrava San Donato!Genn<strong>ai</strong>o / Febbr<strong>ai</strong>o 2009L’Azione Cattolica <strong>di</strong> <strong>Sant</strong>’Agatacon ogni probab<strong>il</strong>ità è stata laprima del Montefeltro. Fu fondatanel 1919 da Cec<strong>il</strong>ia S<strong>il</strong>vestrini,come risulta d<strong>ai</strong> verbali, ed ebbe tra leattiviste la nob<strong>il</strong>donna Giannina Luchesi,Anna Leda Farini, Teresina Ospici,e Rosa Masini Ospici. D<strong>ai</strong> verbaliappren<strong>di</strong>amo che <strong>il</strong> 2 genn<strong>ai</strong>o del 1920si tenne la 4 a ad<strong>una</strong>nza <strong>di</strong> Circolo, inCanonica. Relatrice è Margherita Palagi,<strong>di</strong> Sogliano al Rubicone, che spiegache ogni iscritta deve farsi propagan<strong>di</strong>stadella buona idea anche organizzandoconferenze rivolte <strong>ai</strong> giovani. <strong>La</strong>relatrice spiega che le giovani sono piùlibere delle spose, e che per far tornare<strong>il</strong> regno <strong>di</strong> Dio sopra la terra deve cooperarein modo speciale la donna, a cuisono affidati i destini della famiglia. Insisteanche che “ciasc<strong>una</strong> socia si acquistiun grado <strong>di</strong> cultura, perché <strong>il</strong> nostronemico è astuto e sofista, per scoprirel’errore bisogna essere santamente audacie confidare molto nel Sacro Cuore<strong>di</strong> Gesù, che sa far trovare i mezzi per leopere <strong>di</strong> carità”. Nell’incontro è elettacassiera Anita Librari, e si determina <strong>di</strong>ripristinare l’ora <strong>di</strong> adorazione mens<strong>il</strong>e.Il 12 <strong>di</strong>cembre dello stesso anno si <strong>di</strong>scutela proposta del Can.co Pistocchi<strong>di</strong> creare in seno al Circolo <strong>una</strong> Mutuaper le Socie, in caso <strong>di</strong> malattia. Nellaconsiderazione che <strong>il</strong> Circolo ancoraera poco numeroso e che gli introitisarebbero stati limitati, si decise <strong>di</strong> rimandaread altro tempo lo stu<strong>di</strong>o perl’attuazione <strong>di</strong> quel progetto. Nel 1924l’Azione Cattolica si espande e nasce<strong>il</strong> Circolo <strong>di</strong> San Donato, e d<strong>ai</strong> verbalisi apprende che nel 1929 è attivo inpaese anche un circolo masch<strong>il</strong>e. Nel1930 da Aspiranti passano ad effettive:Lupi Mafalda, Magnani Elia, BartolettiElisa, mentre <strong>di</strong>ventano Aspiranti:Paci Ester, Para Maria, Capanelli Pia,Borghesi Teresa, Rinal<strong>di</strong> Tina, MasiniAnna, Berar<strong>di</strong> Giuseppina. Successivamenteentrano nell’Azione CattolicaElvina ed Emma, <strong>di</strong> Rina Rinal<strong>di</strong> e <strong>di</strong>Vanda Partisani. L’attività dell’associazioneprevede anche passeggiate a Ba<strong>di</strong>aMontercole, letture e<strong>di</strong>ficanti e gitea Pennab<strong>il</strong>li. Dell’importanza della sede<strong>di</strong> <strong>Sant</strong>’Agata nella storia dell’A.C. parlaanche Maria Venturi, nel suo librode<strong>di</strong>cato all’Azione Cattolica, pubblicatonel 2000, e riferendosi a metà deglianni ’50 scrive: le socie erano molte.Presidente era Maria Sartini che abitavaall’inizio del paese ed era tanto gent<strong>il</strong>eed accogliente, tutta de<strong>di</strong>ta alla famigliae alla parrocchia. Eravamo felici quandopotevamo vederci e parlare un pò.Delegate erano: Oliva Rinal<strong>di</strong>, TeresaSartini, Flora e Teresina Mancini, sorelle<strong>di</strong> don Vittorio Mancini. Quandoritorn<strong>ai</strong> dopo <strong>il</strong> 1957, conobbi TeresaPerugini e Vittoria Boldrini. Da <strong>Sant</strong>’Agataandavo poi a San Donato, <strong>una</strong>delle Associazioni rurali modello, inparticolare nel periodo in cui era parrocoDon Elio Ciacci, e Presidente erala sorella Tosca, insegnante elementare.Tutte le sezioni erano rappresentatecomprese le piccolissime e in numeror<strong>il</strong>evante. Tutte si preparavano con entusiasmoalla gara <strong>di</strong> cultura religiosache si teneva ogni anno. Mi <strong>di</strong>spiacevapartire da San Donato perché lì vivevoun clima ideale <strong>di</strong> giovinezza pura, operosa,allegra, entusiasta del bello e delbene, <strong>il</strong> tutto dovuto, penso, alla curacostante dell’Assistente Don Ciacci, alla<strong>di</strong>rezione spirituale e anche alle <strong>di</strong>rigent<strong>il</strong>ocali. Maria Venturi ricorda che nel1955-56 <strong>il</strong> Centro Nazionale ha <strong>di</strong>chiaratol’ASSOCIAZIONE RURALE DIS. DONATO VINCITRICE REGIO-NALE DELLA GARA DI CULTURARELIGIOSA. “Inut<strong>il</strong>e sottolineare <strong>il</strong>valore del riconoscimento e del premio:su tutte le <strong>di</strong>ocesi delle Marche, è cadutala scelta sul nostro Montefeltro; fra le30 associazioni rurali feretrane, S. Donatoha meritato – e ben meritato – <strong>il</strong>giu<strong>di</strong>zio migliore. Brava San Donato!Sempre meglio e sempre più in alto”.(EL)SoccorsoStiamo cercando <strong>di</strong> organizzare <strong>una</strong>cena per raccogliere contributi per<strong>il</strong> restauro della Chiesa del Soccorso.Chi fosse interessato a saperne <strong>di</strong>più può contattare: Primo Gent<strong>il</strong>i,Manlio Flenghi, o Mariolino Nalin.Se invece desiderate ricevere <strong>il</strong>libretto “Il <strong>Sant</strong>uario della Madonnadel Soccorso <strong>di</strong> S. Agata F.” scrittoda Manlio Flenghi, chiedetelo allaredazione della <strong>Rocca</strong>1965 Corona <strong>ai</strong> cadutiRiconoscib<strong>il</strong>i: Pietro Bartolini?, DarioMarini, Pietro Ricci, Giuseppe De Marco,Mario Marani, Sergio Vicini, Mario Valli,Carlo Peruzzi, Pino Liverani, S<strong>il</strong>vio Succi,Cassio Botticelli, Adolfo Piacenti, nonsappiamo i nomi dei carabinieri presenti.12

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