Sapere, Passato e Bellezza - La Rocca - il giornale di Sant'Agata ...
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4/2008<br />
NOTIZIARIO DI STORIA E ATTUALITÀ SANTAGATESE n. 4 reg. trib. ps nr. 427 - Dir. Resp. G. Dall’Ara. Redazione Sant’Agata Feltria<br />
Fax 0541/929744 - Grafica e fotocomposizione: <strong>il</strong> Ponte - Stampa: <strong>La</strong> Pieve poligrafica e<strong>di</strong>tore, V. Verucchio - ema<strong>il</strong>: gda@glomanet.com<br />
Sommario <strong>Sapere</strong>, <strong>Passato</strong><br />
2<br />
e <strong>Bellezza</strong><br />
Dateci una mano a restaurare<br />
la Chiesa del Soccorso<br />
3<br />
Un’estate coi fiocchi<br />
4<br />
Una medaglia d’argento <strong>di</strong>menticata<br />
5<br />
<strong>La</strong> Pieve <strong>di</strong> Ponte Messa<br />
6<br />
Notizie dell’800<br />
7<br />
<strong>La</strong> storia del Rettorato<br />
8<br />
Francesco Buffoni <strong>il</strong> repubblicano<br />
9<br />
Parliamo <strong>di</strong> calcio<br />
10<br />
Un libro <strong>di</strong> Efrem Satanassi<br />
11<br />
Fotocronaca<br />
12<br />
Una giornata con Angelo Berar<strong>di</strong><br />
ROCCA È UN’INIZIATIVA<br />
Comitato Fiere<br />
ed iniziative Promozionali<br />
“Il momento straor<strong>di</strong>nario che stiamo<br />
vivendo e le necessità che esso<br />
pone sono fatti apposta per attribuire<br />
all’Istruzione e alla Cultura (...)<br />
un grande compito politico: quello <strong>di</strong><br />
rianimare <strong>il</strong> Paese tutto, <strong>di</strong> aiutarlo a<br />
riannodare <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o della sua storia, e dunque<br />
a ritrovare senso e identità, alla fine<br />
fiducia in se stesso. Istruzione e Cultura,<br />
infatti, hanno a che fare nella loro<br />
essenza con <strong>il</strong> <strong>Sapere</strong>, <strong>il</strong> <strong>Passato</strong> e la <strong>Bellezza</strong>,<br />
cioè con <strong>il</strong> cuore dell’ identità<br />
italiana. <strong>Sapere</strong>, <strong>Passato</strong> e <strong>Bellezza</strong> rappresentano<br />
le tre gran<strong>di</strong> prospettive che<br />
da sempre caratterizzano e per più versi<br />
racchiudono l’intera nostra vicenda,<br />
le tre prospettive che da secoli sono<br />
valse a mantenere questa piccola penisola<br />
me<strong>di</strong>terranea al centro dell’attenzione<br />
del mondo, portando <strong>il</strong> nome<br />
italiano oltre ogni confine. Sappiamo<br />
bene l’uso insopportab<strong>il</strong>mente retorico<br />
che tante volte <strong>di</strong> quelle tre parole si è<br />
fatto, ma ciò non toglie che è proprio<br />
da esse che possiamo, e in certo senso<br />
dobbiamo, ripartire. L’Italia esiste, infatti,<br />
ha una compattezza identitaria e<br />
civ<strong>il</strong>e che adeguatamente sollecitata è<br />
capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare lavoro, impegno, industriosità,<br />
fantasia <strong>di</strong> costruzioni istituzionali<br />
e sociali, solo in forza del legame<br />
che riesce a mantenere con quel<br />
cuore della sua storia. Ciò che la tiene<br />
insieme e la sua anima sono lì: nel <strong>Sapere</strong>,<br />
nel <strong>Passato</strong>, nella <strong>Bellezza</strong>. Il conoscere,<br />
<strong>il</strong> portare a sé <strong>il</strong> mondo e ripensarlo<br />
dentro <strong>di</strong> sé, che ha rappresentato<br />
lo strumento costante della multiforme<br />
crescita delle nostre collettività; e poi <strong>il</strong><br />
rapporto con l’Antichità, con le origini<br />
classiche e cristiane, che continua ad<br />
essere per noi non solo fonte <strong>di</strong> un pre-<br />
stigio planetario ma anche motivo non<br />
estinguib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> autoriconoscimento, <strong>di</strong><br />
una pietas del Ricordare e del Custo<strong>di</strong>re<br />
in cui si riassume un tratto universale <strong>di</strong><br />
civ<strong>il</strong>tà; e infine la singolare vocazione<br />
italiana all’invenzione e all’armonia<br />
delle forme che, a partire dal paesaggio<br />
e dai m<strong>il</strong>le mo<strong>di</strong> della quoti<strong>di</strong>anità,<br />
si è riversata poi in una vicenda<br />
artistica immensa: quanto ci piacerebbe<br />
che i nostri ministri dell’Istruzione e<br />
della Cultura ricordassero al Paese queste<br />
cose! Quanto ci piacerebbe che se<br />
ne ricordassero essi per primi quando<br />
si tratta <strong>di</strong> organizzare la scuola, l’università,<br />
i musei, la tutela del nostro patrimonio<br />
culturale, superando i m<strong>il</strong>le<br />
inciampi burocratici <strong>di</strong> ogni giorno!<br />
Quanto ci piacerebbe, soprattutto, che<br />
essi riuscissero a parlare al Paese per<br />
l’appunto mettendo <strong>il</strong> <strong>Sapere</strong>, <strong>il</strong> <strong>Passato</strong><br />
e la <strong>Bellezza</strong> al centro <strong>di</strong> un alto <strong>di</strong>scorso<br />
politico rivolto al futuro della collettività<br />
nazionale! Forse essi non sospettano<br />
neppure l’ascolto che potrebbero<br />
ottenere. Forse la politica, questa triste<br />
generazione politica a cui è toccato in<br />
sorte <strong>di</strong> governare l’Italia <strong>di</strong>sanimata attuale,<br />
neppure immagina le energie che<br />
essa potrebbe suscitare solo che sapesse<br />
trovare le parole, le immagini e le idee<br />
giuste!”.<br />
Queste righe sono una parte dell’e<strong>di</strong>toriale<br />
che Ernesto Galli della Loggia ha pubblicato<br />
sul Corriere della Sera <strong>il</strong> 22 luglio<br />
2008. Cre<strong>di</strong>amo che l’invito contenuto<br />
nell’articolo sia valido per ogni realtà del<br />
nostro Paese, e anche per la nostra, naturalmente.
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
<strong>La</strong> Chiesa della Madonna del<br />
Soccorso è una dei tanti luoghi<br />
<strong>di</strong> devozione mariana del nostro<br />
paese: un tesoro enorme che un giorno<br />
speriamo <strong>di</strong> valorizzare in modo adeguato.<br />
E’ appena stato pubblicato un libro<br />
<strong>di</strong> Manlio Flenghi (<strong>il</strong> nono volume<br />
della nostra collana <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> storici<br />
santagatesi) che racconta <strong>il</strong> legame <strong>di</strong><br />
S. Agata Feltria con la Chiesa della<br />
Madonna del Soccorso. In passato<br />
quel legame era più evidente <strong>di</strong> oggi<br />
perché la vecchia strada per andare da<br />
S. Agata verso Rimini passava <strong>di</strong> fianco<br />
alla chiesa, che oggi invece resta isolata.<br />
Tutti i santagatesi peraltro conoscono<br />
l’immagine della Madonna che salva<br />
<strong>il</strong> bambino dalle mani del demonio,<br />
una immagine promossa dalla Chiesa<br />
che voleva affermare come la Vergine,<br />
o meglio Dio attraverso <strong>di</strong> lei, vince <strong>il</strong><br />
male.<br />
Tutti conoscono <strong>il</strong> corsetto con i fori<br />
<strong>di</strong> proiett<strong>il</strong>e conservato in chiesa (la<br />
vicenda andò così: nel 1893 Elisa Para<br />
transitava sul ponte <strong>di</strong> San Giovanni<br />
dal quale proveniva un losco figuro; <strong>di</strong><br />
fronte al pericolo pregò la Madonna<br />
del Soccorso, e così rimase <strong>il</strong>lesa<br />
nonostante 5 proiett<strong>il</strong>i le avessero<br />
attraversato <strong>il</strong> corsetto). Tutti poi<br />
conosciamo la festa attuale con la<br />
bene<strong>di</strong>zione delle automob<strong>il</strong>i, ma non<br />
tutti ricor<strong>di</strong>amo le origini della festa<br />
che risalgono al passato. Già nell’800<br />
si celebrava nel mese <strong>di</strong> agosto la festa<br />
dei marinai. <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> ha pubblicato<br />
nel 1994 un racconto <strong>di</strong> Alvaro Masi<br />
che gli era stato raccontato dal nonno<br />
nato nel 1862. <strong>La</strong> cosa interessante è<br />
che quel racconto che parla <strong>di</strong> marinai<br />
salvati dopo aver pregato la Madonna<br />
del Soccorso, e che proprio per questo<br />
ogni anno venivano a S. Agata per<br />
la festa, ha trovato conferma grazie<br />
a Bruno Baroncelli che ha scovato<br />
a Ravenna un documento del 1881<br />
(pubblicato anch’esso dal nostro<br />
<strong>giornale</strong>) che attesta che la Madonna<br />
del Soccorso <strong>di</strong> S. Agata è all’origine del<br />
culto analogo <strong>di</strong> Ravenna, nella Chiesa<br />
<strong>di</strong> San Biagio, introdotto proprio<br />
dai marinai. Il culto della Madonna<br />
ATTUALITÀ<br />
Restauriamo l’altare<br />
della Chiesa del Soccorso<br />
del Soccorso <strong>di</strong> S. Agata a Ravenna<br />
è precedente al 1828, ed era molto<br />
<strong>di</strong>ffuso, tanto che nei secoli scorsi la<br />
nostra chiesa era tappezzata <strong>di</strong> tavolette<br />
nelle quali erano <strong>di</strong>segnate delle barche<br />
in mezzo al mare burrascoso, portate<br />
come ex voto dai marinai salvati dai<br />
pericoli. Il libro <strong>di</strong> Flenghi, che è stato<br />
Settembre/Ottobre 2008<br />
“Bentornati a casa” anno 1979<br />
Riconoscib<strong>il</strong>i:<br />
Prof. Fausto Rinal<strong>di</strong>,<br />
Federica Gui<strong>di</strong>, Leonardo<br />
Gui<strong>di</strong>, Beatrice<br />
Bonci, Michela Magnani,<br />
<strong>La</strong>ura Boldrini,<br />
Federica Migliarini,<br />
Andrea Salone, Andrea<br />
Rinal<strong>di</strong>,Massim<strong>il</strong>iano<br />
Sartini, Morena Celli,<br />
Romina Valli, Gabriele<br />
Sartini, Alessandro<br />
Cappelli, Sabrina<br />
Alessandrini, Elena<br />
Marchetti, Francesco<br />
Bonci.<br />
presentato in Teatro l’11 settembre<br />
scorso, raccoglie queste ed altre vicende<br />
legate alla Chiesa del Soccorso, e serve<br />
a finanziarne i lavori. Chi volesse<br />
contribuire al restauro dell’altare può<br />
contattare Enzo Gent<strong>il</strong>i, o rivolgersi<br />
al Comitato Beni Culturali che ha la<br />
sede in piazza Garibal<strong>di</strong>.<br />
Le scherzose definizioni dei nostri antenati<br />
Schèvli arpnet Scavolo rupinato (causa le molte frane)<br />
Prét bruset Pereto bruciato<br />
Roca spiantéta (<strong>Rocca</strong> Pratiffi) Forse per le gran<strong>di</strong> famiglie<br />
<strong>di</strong> una volta, finite in miseria<br />
I rapei dla Ptréla Per l’ottimo terreno <strong>di</strong> Petrella adatto alla<br />
coltivazione delle rape. (Da una rapa avevano<br />
ricavato un confessionale!)<br />
I castagnèr ad Montbandet Sicuramente si ricordano le squisite<br />
castagne <strong>di</strong> Monte Benedetto.<br />
Libièn selta grepp Per <strong>il</strong> terreno alquanto scosceso della zona <strong>di</strong><br />
Libiano. (Libiano, come Torricella e Sartiano,<br />
faceva parte del rettorato <strong>di</strong> Sant’Agata)<br />
I ranuchièi dla Turcèla Nella zona <strong>di</strong> Torricella c’erano <strong>di</strong>versi laghetti<br />
con ottime rane.<br />
I lumachèi ad Sartièn Ricercatissime le lumache <strong>di</strong> Sartiano.<br />
I brêcch ad Scavlèn I somari <strong>di</strong> Scavolino.<br />
Ptrèla squaiunèta Forse perché prendevano in giro i forestieri?<br />
Al bèli done ad Macién Maciano era famoso (ed ancora è)<br />
per le sue belle donne.<br />
I gat ad Macién Ricordato anche per i gatti.<br />
I capron ad Suan I caproni <strong>di</strong> Soanne.<br />
Dai ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Giocondo Bartolini<br />
2
Settembre/Ottobre 2008<br />
SOTTOSCRIZIONI<br />
Un’estate<br />
coi fiocchi<br />
Buda Pietro, 48100 Ravenna<br />
Mor<strong>di</strong>ni Dorina, San Donato<br />
Mariani Eva, Novafeltria<br />
Vicini Giovanni, Sant’Agata Feltria<br />
Marani Pietro, Pegli (Ge)<br />
Marani Tonino, Pegli (Ge)<br />
Vicini Anna, Sant’Agata Feltria<br />
Bartolini Ada, Verucchio<br />
Valli Pierangelo, Sant’Agata Feltria<br />
Masini Michelle, Sant’Agata Feltria<br />
Astorri Ennio, Sant’Agata Feltria<br />
Diana Florindo, Sant’Agata Feltria<br />
Paci Gina, Sant’Agata Feltria<br />
Mancini Augusto, Sant’Agata Feltria<br />
Masini Rollo Chiara, M<strong>il</strong>ano<br />
Masini Enrica, Sant’Agata Feltria<br />
Ruffini Marino, Sant’Agata Feltria<br />
Zanotti Osvaldo, Sant’Agata Feltria<br />
NEwS<br />
Se guar<strong>di</strong>amo alle iniziative che si sono svolte nel territorio santagatese<br />
l’estate 2008 ha segnato una piccola svolta. Il merito va<br />
tutto ai Comitati <strong>di</strong> Petrella, Pereto, S. Agata e Maiano, ognuno<br />
dei quali è riuscito ad organizzare iniziative ra<strong>di</strong>cate nel territorio, e<br />
talvolta <strong>di</strong> spessore. Per intenderci niente a che vedere con le iniziative<br />
calate dall’alto che caratterizzano <strong>di</strong> solito <strong>il</strong> cartellone degli eventi della<br />
Provincia <strong>di</strong> Pesaro, o <strong>il</strong> costosissimo cartellone teatrale invernale del<br />
Comune, e niente a che vedere con <strong>il</strong> costante declino che purtroppo<br />
caratterizza le manifestazioni commerciali della locale pro loco.<br />
Il Comitato <strong>di</strong> Petrella ha consolidato la manifestazione “El temp ad<br />
prima”, giunta alla terza e<strong>di</strong>zione che coinvolge tutti gli abitanti del<br />
borgo – e <strong>di</strong> quelli vicini - e attira un pubblico sempre più numeroso.<br />
Il Comitato <strong>di</strong> Maiano anche quest’anno ha puntato tutto su sulla<br />
festa paesana dal 12 al 16 agosto, una serie <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> comunità<br />
sullo st<strong>il</strong>e dei “bentornati a casa”. Il Comitato <strong>di</strong> Pereto ha ideato due<br />
belle manifestazioni, “Pereto off road” e <strong>il</strong> Palio <strong>di</strong> Pereto, che sono<br />
piaciute moltissimo e che siamo certi cresceranno ulteriormente già<br />
l’anno prossimo. Il Comitato <strong>di</strong> S. Agata oltre alla mostra su don<br />
Marella tenuta aperta tutta l’estate e visitata da duem<strong>il</strong>a persone, ha<br />
organizzato una iniziativa teatrale (l’opera “Rita <strong>di</strong> Donizzetti), ha<br />
collaborato alla presentazione del libro sulla Chiesa della Madonna del<br />
Soccorso, ha collaborato con <strong>il</strong> Comitato <strong>di</strong> Petrella rappresentando la<br />
comme<strong>di</strong>a “Il paese più bello del mondo”, e ha organizzato una serata<br />
sul quadro <strong>di</strong> Pedro Berruguete trafugato a San Girolamo 200 anni<br />
fa.<br />
Sul versante giovani molto apprezzate anche le iniziative musicali del<br />
Gruppo Giovani <strong>di</strong> S. Agata che ha promosso una bella serie <strong>di</strong> martedì<br />
musicali, e del gruppo giovani dell’Oratorio che in luglio ha messo in<br />
scena <strong>il</strong> musical su S. Teresa <strong>di</strong> Calcutta, che ha avuto 4 repliche (una<br />
a San Marino), ed ha coinvolto più <strong>di</strong> 40 persone sul palcoscenico.<br />
Insomma, anche se <strong>il</strong> paese propone ancora poco rispetto alla<br />
programmazione <strong>di</strong> altre realtà, o rispetto alle iniziative <strong>di</strong> qualche<br />
tempo fa, <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio è positivo.<br />
Marini Rina, Genova<br />
Vicini Arnaldo, Longiano<br />
Sartini Fosco, Sant’Agata Feltria<br />
Camporesi Orlando, Sant’Agata Feltria<br />
Boschi Gerardo, Sant’Agata Feltria<br />
Simoncelli Pinedo, Ferrara<br />
Valli Giuseppina, Genova<br />
Baroncelli Bruno, Ravenna<br />
Bartolini Antonio, Sestri Ponente<br />
Rinal<strong>di</strong> Corrado, Sant’Agata Feltria<br />
Paolucci Riceputi Maria, Certosa <strong>di</strong> Rivarolo<br />
Gui<strong>di</strong> Gabriele, Rimini<br />
Cangini Marie Joelle, Sant’Agata Feltria<br />
Liverani Giorgio, Sant’Agata Feltria<br />
Cappelli Luciano, 6031 Charleroi<br />
Pettinelli – Nesti Franca, 50134 Firenze<br />
Della Bella Antonio, Pontassieve<br />
Enzo Montironi, Fontaine l’Eveque - Belgique<br />
3<br />
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
Il <strong>giornale</strong><br />
del tuo paese<br />
Grazie ai volontari che hanno provveduto a scrivere e<br />
<strong>di</strong>stribuire <strong>il</strong> <strong>giornale</strong>, grazie al lavoro <strong>di</strong> redazione <strong>di</strong><br />
Enzo Liverani che <strong>di</strong>gita gli articoli e cura l’archivio<br />
dei sottoscrittori, a Paola Boldrini che <strong>di</strong>stribuisce la<br />
<strong>Rocca</strong> dal primo numero, cioè da sempre, a Mario Nalin<br />
che si occupa della tipografia e della piegatura dei<br />
giornali, ad Alessia Dellamea che <strong>di</strong>stribuisce <strong>il</strong> <strong>giornale</strong><br />
e raccoglie le adesioni nella cartoleria <strong>di</strong> piazza Garibal<strong>di</strong>,<br />
ad Arrigo Bonci che coor<strong>di</strong>na la <strong>di</strong>stribuzione,<br />
alle fotografie <strong>di</strong> Marco Zanchini e <strong>di</strong> Emanala Liverani,<br />
e grazie ai lettori e sostenitori, numerosi come<br />
sempre. Se <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> vi piace <strong>di</strong>telo ai vostri amici, e<br />
chiedete loro <strong>di</strong> sottoscrivere, per ricevere regolarmente<br />
la <strong>Rocca</strong>! Se volete aiutarci a fare più bello questo<br />
<strong>giornale</strong>, inviateci articoli, fotografie, ricor<strong>di</strong>, lettere e<br />
commenti. Se non siete d’accordo con <strong>il</strong> contenuto degli<br />
articoli pubblicati, o più semplicemente volete <strong>di</strong>re<br />
la vostra opinione, scriveteci.<br />
Le vostre foto, <strong>il</strong> nostro sito web<br />
Avete scattato delle belle fotografie? Inviatecele subito.<br />
Le pubblicheremo sul <strong>giornale</strong> e nel nostro sito web.<br />
Se è da molto tempo che non lo visitate fatelo subito!<br />
Il sito web curato da Gino Sampaoli è ora pieno <strong>di</strong> informazioni<br />
e <strong>di</strong> fotografie ine<strong>di</strong>te del nostro paese. Nel<br />
sito trovate i numeri della <strong>Rocca</strong> usciti dal 2001 ad<br />
oggi. Ecco l’in<strong>di</strong>rizzo http://santagata.altervista.org.<br />
Sottoscrivi anche tu per la <strong>Rocca</strong><br />
Sostenitore 15 Euro<br />
Benemerito 25 Euro<br />
Le sottoscrizioni possono essere inviate alla redazione<br />
della <strong>Rocca</strong>, Casella Postale 26, 61019 S.<br />
Agata Feltria (Pesaro), oppure presso la nuova cartolibreria<br />
in Piazza Garibal<strong>di</strong> a S. Agata Feltria.<br />
Masetti Zannini, Roma<br />
Alessandro Croce, Casarza Ligure<br />
Em<strong>il</strong>io Faeti, Sesto San Giovanni<br />
Liverani Fernando, Bologna<br />
Urbini Luigi, Livry-Gargan<br />
Mastini Anna Marina, Casteldelci<br />
Cecchi Rosa Anna, Rimini<br />
Gasperoni Gabriella, Casarza Ligure<br />
Manni Marco, Brescia<br />
Don Piero Perego, Treviglio<br />
Narducci Quinto, Rimini<br />
Ronchi Marisa, Sant’Agata Feltria<br />
Rinal<strong>di</strong> dott. Maurizio, Rimini<br />
Rinal<strong>di</strong> Piero, Bologna<br />
Sacchini Pierluigi, Rimini<br />
Chiari Cinzia, Gualdo <strong>di</strong> Roncofreddo
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
Ricor<strong>di</strong>amo in questa<br />
pagina un personaggio<br />
<strong>di</strong>menticato, un<br />
soldato, decorato, che per<br />
una serie <strong>di</strong> motivi non compare<br />
nell’elenco dei caduti in<br />
guerra in nessuno dei paesi<br />
dove è nato e ha vissuto, e<br />
forse per questo la sua memoria<br />
ci è ancora più cara.<br />
Sergente maggiore, motorista<br />
<strong>di</strong> aeros<strong>il</strong>urante della famosa<br />
squadriglia “Gruppo<br />
Buscaglia”, dove non erano<br />
accettati né piantagrane, né<br />
fifoni, né lavativi, ma p<strong>il</strong>oti<br />
e personale con grinta ed<br />
esperienza<br />
Gregorio Buda nasce a Sarsina<br />
l’11 settembre 1907<br />
decorato della medaglia<br />
d’argento al valore m<strong>il</strong>itare<br />
“sul campo” con la seguente<br />
motivazione:<br />
«Partecipava quale motorista<br />
mitragliere <strong>di</strong> velivolo<br />
aeros<strong>il</strong>urante alla luminosa<br />
vittoria dell’ala d’Italia nei<br />
giorni 14-15 giugno 1942<br />
nel Me<strong>di</strong>terraneo.<br />
Incurante della violentissima<br />
PERSONAGGI<br />
4<br />
Settembre/Ottobre 2008<br />
Gregorio Buda<br />
Una Medaglia d’Argento <strong>di</strong>menticata<br />
e precisa reazione contraerea,<br />
che colpiva gravemente <strong>il</strong> velivolo<br />
durante l’attacco ad<br />
un incrociatore pesante, assolveva<br />
con serena fermezza<br />
<strong>il</strong> suo compito, respingendo<br />
<strong>il</strong> prolungato attacco della<br />
caccia avversaria e contribuendo<br />
all’abbattimento <strong>di</strong><br />
due velivoli, fino a quando<br />
cadeva sulla sua arma, gravemente<br />
ferito».<br />
Nipote <strong>di</strong> Decio Raggi,<br />
medaglia d’oro della I a<br />
Guerra Mon<strong>di</strong>ale; era residente<br />
a Miniera <strong>di</strong> Perticara<br />
dal 1937. Impiegato alla<br />
Montecatini, nell’ufficio<br />
stipen<strong>di</strong> e paghe.<br />
Deceduto a Castelvetrano<br />
(TP) <strong>il</strong> 18 giugno 1942 in<br />
seguito a ferite riportate in<br />
combattimento.<br />
<strong>La</strong>scia la moglie Docci<br />
Ottavia Maria, insegnate<br />
elementare prima ad<br />
Ugrigno e poi a Miniera <strong>di</strong><br />
Perticara, e i figli Pietro <strong>il</strong><br />
più grande (<strong>di</strong> sette anni),<br />
Maria Santa, Simonetta e<br />
Maria Teresa.<br />
Racconto dell’atterraggio dell’aeros<strong>il</strong>urante<br />
con a bordo Gregorio Buda, mortalmente ferito<br />
Rimango impietrito; poco dopo passa con un’altra camionetta Buscaglia che mi fa segno <strong>di</strong> avvicinarmi: «Moretti<br />
è stato colpito gravemente» mi <strong>di</strong>ce, «e non so se ce la farà a rientrare; se riuscirà, arriverà malconcio,<br />
per prudenza bisogna togliere tutto ciò che è vicino alla pista».<br />
Poco dopo si sente un rumore <strong>di</strong> motori al massimo, non è <strong>il</strong> caratteristico ritmico suono dell’S 79 quando i tre<br />
motori sono regolati allo stesso numero <strong>di</strong> giri. Questo è <strong>il</strong> rumore rabbioso <strong>di</strong> uno sforzo teso al massimo.<br />
Ecco che all’orizzonte si prof<strong>il</strong>a l’S 79 <strong>di</strong> Moretti, riesce a malapena a superare la collinetta in fondo al campo e<br />
subito sprofonda e atterra duro sulla pista.<br />
Dopo poche decine <strong>di</strong> metri <strong>di</strong> rullaggio comincia a imbardare sulla destra, si sposta al limite della pista, una ruota<br />
sprofonda in una buca e fa perno, tutto <strong>il</strong> velivolo compie un paio <strong>di</strong> giri pazzi e si schianta sul terreno in un turbinio<br />
<strong>di</strong> polvere che sembra fumo.<br />
I mezzi <strong>di</strong> soccorso si precipitano e io sono tra i primi ad arrivare; Moretti è già fuori ed aiuta a portar giù uno dei<br />
suoi che, privo <strong>di</strong> sensi, sembra quasi morto; è <strong>il</strong> sergente maggiore Gregorio Buda che viene subito adagiato sulla<br />
barella, col viso sanguinante.
Settembre/Ottobre 2008<br />
ATTUALITÀ<br />
<strong>La</strong> Pieve <strong>di</strong> Ponte Messa<br />
riapre dopo due anni <strong>di</strong> restauri<br />
L’antica chiesa era stata chiusa in<br />
seguito ad una scossa <strong>di</strong> terremoto<br />
che ne aveva compromesso<br />
la stab<strong>il</strong>ità e aveva reso impraticab<strong>il</strong>i le<br />
due navate laterali ed <strong>il</strong> presbiterio.<br />
Le origini della Pieve risalgono alla fine<br />
del XII secolo, ma da antiche pergamene<br />
conservate nell’archivio arcivescov<strong>il</strong>e<br />
<strong>di</strong> Ravenna, risulta che alcuni secoli<br />
prima, ne esisteva una precedente.<br />
<strong>La</strong> pergamena più antica risale all’anno<br />
912 e parla chiaramente della «Plebe<br />
sancti Petri ad Missa».<br />
Questa faceva parte delle <strong>di</strong>ciotto pievi<br />
che sud<strong>di</strong>videvano in circoscrizioni<br />
<strong>il</strong> territorio dell’antica <strong>di</strong>ocesi del<br />
Montefeltro.<br />
Basta fermarsi a guardare le pietre<br />
della facciata per rimanere colpiti ed<br />
affascinati dalla storia e dall’arte che<br />
viene evocata dalla Pieve <strong>di</strong> Ponte<br />
Messa: dalla bifora, alle decorazioni<br />
lungo le pareti; sul portale, immagini <strong>di</strong><br />
angeli e <strong>di</strong> animali con <strong>il</strong> loro carattere<br />
simbolico, che nel me<strong>di</strong>oevo erano vere<br />
e proprie catechesi.<br />
All’interno le tre navate con l’alto<br />
presbiterio, ed in basso la cripta che<br />
invita a rimanere in s<strong>il</strong>enzio <strong>di</strong> fronte a<br />
Dio, nella preghiera.<br />
<strong>La</strong> riapertura della pieve porta con se<br />
anche una grande novità: <strong>il</strong> campan<strong>il</strong>e.<br />
Non è stato voluto per capriccio <strong>di</strong><br />
qualcuno né semplicemente perché<br />
servivano le campane, ma già nell’antica<br />
struttura si notava sul lato sinistro<br />
una torre come “mozzata” che, fatte<br />
le dovute ispezioni, si è capito doveva<br />
essere un’antica torre campanaria. Una<br />
prova stava nel fatto che nella volta più<br />
alta si vedevano i fori dove passavano le<br />
corde delle campane.<br />
Tra la gente non sono mancati momenti<br />
<strong>di</strong> commozione, quando <strong>il</strong> suono delle<br />
tre campane, de<strong>di</strong>cate alla Santissima<br />
Trinità, alla Beata Vergine Maria e a<br />
san Pietro Apostolo – seppure per una<br />
semplice prova tecnica – ha riempito <strong>di</strong><br />
una nuova atmosfera <strong>il</strong> paese <strong>di</strong> Ponte<br />
Messa, segno dell’attaccamento della<br />
gente alla loro Pieve.<br />
<strong>La</strong> riapertura della chiesa è avvenuta<br />
<strong>il</strong> 29 giugno, festa dei santi Pietro e<br />
Paolo, con una Messa solenne celebrata<br />
dal Vescovo della <strong>di</strong>ocesi, Mons. Luigi<br />
Negri.<br />
Liberamente tratto da un articolo<br />
<strong>di</strong> Maurizio Farneti - Avvenire -<br />
Domenica 15 giugno 2008<br />
la foto è del 1933<br />
e ritrae Giannina<br />
Ronchi, moglie<br />
<strong>di</strong> Em<strong>il</strong>io Faeti,<br />
con panorama<br />
<strong>di</strong> Perticara<br />
e calcaroni<br />
alle spalle<br />
5<br />
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
Limbiate<br />
premia <strong>il</strong> nostro<br />
concitta<strong>di</strong>no<br />
RICCI<br />
È<br />
la più prestigiosa benemerenza<br />
civica che la città <strong>di</strong> Limbiate<br />
consegna ogni anno a citta<strong>di</strong>ni e<br />
associazioni che, con <strong>il</strong> loro impegno e<br />
lavoro, hanno contribuito alla crescita<br />
della comunità limbiatese.<br />
Si tratta <strong>di</strong> una miniatura d’oro<br />
che riproduce un’ape che, oltre a<br />
rappresentare l’operosità, è anche <strong>il</strong><br />
simbolo <strong>di</strong> Limbiate.<br />
«Sono orgoglioso <strong>di</strong> consegnare questa<br />
onorificenza – ha detto <strong>il</strong> Sindaco,<br />
Antonio Romeo – ad una persona che<br />
ha meritato questo premio e per <strong>il</strong> bene<br />
che ha fatto a Limbiate».<br />
Luigi Ricci (sostenitore <strong>di</strong> “<strong>Rocca</strong>” fin<br />
dagli inizi) nel 1969 fondò <strong>il</strong> Corpo<br />
Ban<strong>di</strong>stico “Corrado Rinal<strong>di</strong>” nel<br />
tentativo <strong>di</strong> dar vita ad una realtà locale<br />
da tempo attesa in una Limbiate che<br />
offriva ancor ben poco ai giovani, in<br />
termini <strong>di</strong> opportunità <strong>di</strong> socializzazione<br />
e aggregazione.<br />
Ragazzi e ragazze delle scuole elementari,<br />
adolescenti e qualche adulto: si formò<br />
ben presto un gruppo <strong>di</strong> persone<br />
accomunate dalla volontà <strong>di</strong> imparare<br />
l’arte meravigliosa della musica.<br />
Per questi giovani, <strong>il</strong> nostro Luigi<br />
Ricci è stato un vero insegnante e un<br />
padre attento e premuroso. Tenace e<br />
determinato, portò <strong>il</strong> corpo ban<strong>di</strong>stico<br />
a consolidarsi negli anni, fino a<br />
raggiungere alti livelli professionali,<br />
<strong>di</strong>ventando un importante punto <strong>di</strong><br />
riferimento per la città <strong>di</strong> Limbiate.<br />
Il premio è conferito al Cav. maestro<br />
Luigi Ricci, per l’impegno profuso<br />
e la collaborazione <strong>di</strong>sinteressata e<br />
generosa offerta in tanti anni alla città<br />
<strong>di</strong> Limbiate.<br />
Complimenti e tanti auguri anche dalla<br />
redazione <strong>di</strong> «<strong>Rocca</strong>».<br />
Tratto da LIMBIATE notizie<br />
Perio<strong>di</strong>co a cura dell’Amministrazione<br />
comunale <strong>di</strong> Limbiate<br />
.
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
BREVI DI STORIA<br />
Anche Mercato Saraceno<br />
voleva i Cappuccini<br />
Gli abitanti <strong>di</strong> Mercato Saraceno si lamentano che i frati<br />
cappuccini <strong>di</strong> Sant’Agata (Stato Pontificio) si rechino a questuare<br />
nel loro territorio, facente parte <strong>di</strong> altro Stato, e che<br />
da questo fatto, non ricavino nessun beneficio. Vorrebbero a Mercato<br />
un certo numero <strong>di</strong> religiosi, in permanenza.<br />
All’Amministrazione Centrale dell’Em<strong>il</strong>ia.<br />
Qui abbiamo un Ospizio, che è abitato soltanto in occasione del<br />
Perdono, da due, o tre Frati Cappuccini. Dal nostro Territorio, e<br />
dal contiguo dell’Em<strong>il</strong>ia ricavano, li Cappuccini <strong>di</strong> S.Agata Feltria<br />
stato Pontificio, <strong>il</strong> sostentamento per la maggior parte dell’anno.<br />
Di mal occhio si vede dal Popolo, e da Noi, che vada così malamente<br />
fuori <strong>di</strong> Stato, e vino, e grano, e tant’altro. <strong>La</strong> Popolazione<br />
desidera ardentemente <strong>di</strong> veder qui permanere un certo numero<br />
<strong>di</strong> detti Frati, e ci tormentano <strong>di</strong> continuo.<br />
Non ignoriamo quanto pericoloso potrebbe essere questo passo, e<br />
che potressimo con ciò dar ricetto alla serpe entro <strong>il</strong> nostro serbo;<br />
ma non sappiamo come resistere alle replicate istanze del Popolo,<br />
che in realtà trovasi necessitato per la mancanza quasi totale <strong>di</strong><br />
Preti, che confessano, e che ufficiano la Chiesa.<br />
Permetteteci dunque <strong>di</strong> potere intimare ai Cappuccini <strong>di</strong> S.Agata,<br />
che venghino stab<strong>il</strong>irsi in quest’Ospizio in quel dato numero, onde<br />
bastar possa la questua, che raccolgono nel Territorio dell’Em<strong>il</strong>ia,<br />
sotto pena <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> più questuare nel Territorio dell’Em<strong>il</strong>ia.<br />
Questi, o verranno, ed ecco paga la popolazione, e smentita dal<br />
fatto la calunnia aristocratica, che si cerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere la Religione,<br />
o non verranno, ed eccoci al coperto delle importunità del<br />
Popolo, e giustamente impe<strong>di</strong>ta la questua, ed <strong>il</strong> trasporto in altro<br />
stato delle nostre derrate.<br />
Sarà nostro pensiero d’invig<strong>il</strong>are sulla condotta <strong>di</strong> tali In<strong>di</strong>vidui,<br />
ed in attenzione <strong>di</strong> grato riscontro vi auguriamo.<br />
Salute Rispetto,<br />
Giuseppe Bufalini per <strong>il</strong> Presidente,<br />
Gio. Mami per <strong>il</strong> Segretario,<br />
Municipalità <strong>di</strong> Mercato Saraceno, 5 agosto 1797<br />
Ecco l’immagine del vecchio Campan<strong>il</strong>e <strong>di</strong> S. Agata crollato nell’800<br />
6<br />
Il Campan<strong>il</strong>e<br />
<strong>di</strong> una volta<br />
Settembre/Ottobre 2008<br />
Dovendosi provvedere adeguatamente alla demolizione<br />
del Campan<strong>il</strong>e, già <strong>di</strong>ruto in gran<br />
parte, con sommo pericolo della sottostante<br />
casa, la Giunta delibera sentire, anche più, <strong>il</strong> parere dell’ing.<br />
Botticelli Santi, quin<strong>di</strong> adottare quelle misure che<br />
l’urgenza…<br />
Allo scopo <strong>di</strong> adottare un qualche tamponamento in<br />
proposito alla demolizione del Campan<strong>il</strong>e della Chiesa<br />
Collegiata, già in gran parte <strong>di</strong>ruto e minacciante, nel<br />
resto, <strong>di</strong> precipitare, da un momento all’altro, con manifesto<br />
pericolo dei sottoposti fabbricati e con certa ruina<br />
delle Campane, sul medesimo apposte.<br />
Il sig.Sindaco dà, sull’argomento, comunicazione <strong>di</strong><br />
una dettagliata relazione, prodotta dall’ing Dr. Giovanni<br />
Santi, per la quale si conclude essere impossib<strong>il</strong>e <strong>il</strong><br />
tentarne una regolare demolizione, senza certo pericolo<br />
della vita degli operatori, essendo che la base del p<strong>il</strong>astro,<br />
che da sulla Sacristia, è del tutto screpolata e sconnessa,<br />
per modo da presentare lo spettacolo <strong>di</strong> una rovina imminente.<br />
Prima, però, <strong>di</strong> adottare l’ultimo espe<strong>di</strong>ente della demolizione<br />
totale, a forza <strong>di</strong> funi, del Campan<strong>il</strong>e, propone<br />
<strong>il</strong> tentativo <strong>di</strong> far leva in uno dei posti su cui poggia,<br />
attualmente, <strong>il</strong> p<strong>il</strong>astro in pericolo, cadendo <strong>il</strong> quale<br />
senza travaglio, l’intero sovrastante p<strong>il</strong>astro stesso potrà<br />
giu<strong>di</strong>carsi, dall’interno dello stesso, sia, tuttora, in buon<br />
stato da assicurare le operazioni <strong>di</strong> smantellamento e <strong>di</strong><br />
una regolare demolizione. Osserva poi, infine, che, nello<br />
stato presente del fabbricato, qualunque sia <strong>il</strong> mezzo<br />
<strong>di</strong> demolizione, non si può, a meno <strong>di</strong> non correre nel<br />
pericolo …(?)<br />
<strong>La</strong> Giunta, sentita la relazione dell’Ingegnere, visto non<br />
esservi altro mezzo adottab<strong>il</strong>e per tentare un tale demolizione,<br />
considerato l’estremo pericolo che, anche attualmente,<br />
vengono i sottoposti fabbricati e le Campane,<br />
considerato, infine, non potersi lasciare <strong>il</strong> Campan<strong>il</strong>e<br />
nello stato attuale senza adottare un qualche tamponamento,<br />
anche per motivo <strong>di</strong> sicurezza pubblica, delibera,<br />
unanimemente, <strong>di</strong> adottare <strong>il</strong> progetto presentato dall’ing.<br />
Santi, affidandone l’incarico della esecuzione ai<br />
muratori Tonti Luigi e Buccin Giovanni.<br />
Agosto 1865 Sulla domanda avanzata dal canonico don<br />
Francesco Narducci che sia fatto sgombrare dalle macerie<br />
e dai sassi <strong>il</strong> fondo del capitolo sottoposto alla loro<br />
nuova Sacristia, ivi depositate per or<strong>di</strong>ne del Municipio,<br />
nell’atto della demolizione del Campan<strong>il</strong>e, la Giunta<br />
stab<strong>il</strong>isce commettere allo stesso sig. don Narducci tale<br />
incarico salvo al medesimo le spese rimborsate dal Comune<br />
<strong>di</strong> quanto dovrà spendere.<br />
16 marzo 1865<br />
Le notizie brevi <strong>di</strong> storia sono a cura <strong>di</strong> Franco Vicini
Settembre/Ottobre 2008<br />
Per una sfortunata serie <strong>di</strong> circostanze<br />
storiche e storiografiche <strong>il</strong><br />
rettorato <strong>di</strong> Sant’Agata Feltria risulta<br />
un organismo comunitario pressoché<br />
nebuloso. Infatti, nonostante le migliaia<br />
<strong>di</strong> documenti per lo più ine<strong>di</strong>ti,<br />
fra fonti pontificie, atti imperiali, rogiti<br />
notar<strong>il</strong>i, lettere pubbliche e private che<br />
– <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente – nell’arco<br />
<strong>di</strong> oltre sei secoli facciano menzione<br />
<strong>di</strong> questa antica e originale forma<br />
istituzionale, la stessa nella sua vera sostanza<br />
non è conosciuta a livello pubblicistico<br />
ed è raramente riconosciuta<br />
anche in stu<strong>di</strong> specifici su tali or<strong>di</strong>namenti<br />
giuri<strong>di</strong>ci. Certamente l’istituzione<br />
nasce come rettorato autonomo con<br />
un proprio titolare.<br />
Ma nei tempi della sua origine i documenti<br />
sono quasi del tutto carenti, per<br />
cui tale nome non viene mai ad emergere,<br />
pur trattandosi <strong>di</strong> una entità che –<br />
come territorio della Chiesa a sé stante<br />
STORIA<br />
– presuppone la presenza <strong>di</strong> un delegato<br />
papale in loco.<br />
… A fronte <strong>di</strong> ciò bisogna invece ammettere<br />
che – nonostante la natura <strong>di</strong><br />
piccola ed isolata unità periferica dello<br />
Stato della Chiesa – <strong>il</strong> rettorato <strong>di</strong> Sant’Agata<br />
Feltria si è tramandato in una<br />
forma politico istituzionale, amministrativa,<br />
economica e sociale forse unica,<br />
che ha avuto una continuità plurisecolare<br />
e che ha costituito <strong>il</strong> legame consolidato<br />
<strong>di</strong> più comunità minori attorno<br />
ad un centro «capitale», conservando<br />
significative connotazioni <strong>di</strong> unitarietà<br />
anche nell’attuale contesto storico.<br />
… Ed ecco cosa ne pensava Papa Urbano<br />
IV nel 1264, nel conferire la rettoria<br />
del ducato <strong>di</strong> Spoleto e della Marca<br />
Anconetana: «Poiché noi non possiamo<br />
trovarci contemporaneamente in <strong>di</strong>verse<br />
parti per esercitarvi <strong>il</strong> nostro ufficio,<br />
<strong>di</strong> conseguenza come noi rappresentiamo<br />
Cristo in terra, così i rettori rappre-<br />
7<br />
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
L’antico rettorato <strong>di</strong> Sant’Agata Feltria<br />
Francesco Lombar<strong>di</strong> ha pubblicato un interessante saggio sulla storia antica <strong>di</strong> S. Agata.<br />
Enzo Liverani ne ha tratto alcuni stralci che pubblichiamo <strong>di</strong> seguito.<br />
A<br />
Franco Dall’Ara, che sta ultimando le ricerche in previsione<br />
della pubblicazione <strong>di</strong> una nuova storia <strong>di</strong> Sant’Agata,<br />
abbiamo chiesto un breve commento alle tesi<br />
contenute nel saggio <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>.<br />
Quando è sorto <strong>il</strong> Rettorato <strong>di</strong> Sant’Agata, che è “una ripartizione<br />
politica dello stato me<strong>di</strong>evale della Chiesa”?<br />
Lombar<strong>di</strong> scrive <strong>di</strong> un “lungo periodo <strong>di</strong> gestazione dello<br />
Stato della Chiesa (dalla donazione <strong>di</strong> re Pipino dell’anno<br />
756)” fino al “Concordato <strong>di</strong> worms, 23 sett. 1122”. Per<br />
Sant’Agata la situazione era molto più complessa “e occorsero<br />
ancora molti decenni”.<br />
Personalmente <strong>di</strong>stinguerei lo Stato della Chiesa /Patrimonio<br />
<strong>di</strong> San Pietro (= Chiesa <strong>di</strong> Roma) che, a parte Pipino,<br />
ha già una precedente donazione <strong>di</strong> Liutprando del 728, e<br />
che <strong>di</strong> fatto esiste da alcuni secoli (ve<strong>di</strong> gli atti amministrativi<br />
<strong>di</strong> Gregorio Magno, 600), dal Patrimonio della Chiesa<br />
<strong>di</strong> Ravenna, del quale fa parte <strong>il</strong> territorio santagatese. Il<br />
Rector è una figura dell’amministrazione periferica romana,<br />
sopravvissuta anche all’arrivo <strong>di</strong> popoli nuovi (barbari)<br />
quali i Franchi, che per es. nelle province a maggioranza<br />
romana <strong>il</strong> rappresentante del potere non lo chiamano conte<br />
o duca ma rector (ve<strong>di</strong> la Provenza). <strong>La</strong> Chiesa <strong>di</strong> Ravenna,<br />
erede dell’amministrazione bizantina (=romana) che ha <strong>il</strong><br />
proprio patrimonio aggregato per masse, mette a capo delle<br />
masse un amministratore che chiama Rettore.<br />
sentano noi dove la nostra presenza è<br />
necessaria». Sono espressioni che sintetizzano<br />
la teoria teocratica del potere<br />
temporale dei papi: e questo può estendersi<br />
a pieno <strong>di</strong>ritto al rettorato delle<br />
terre <strong>di</strong> Sant’Agata Feltria, che costituì<br />
fin dall’origine un’entità autonoma rispetto<br />
alle altre ripartizioni legionarie<br />
dello Stato della Chiesa, come la Massa,<br />
la Marca, <strong>il</strong> Patrimonio <strong>di</strong> S. Pietro in<br />
Tuscia, la Campagna e Marittima, <strong>il</strong> ducato<br />
<strong>di</strong> Spoleto e quello <strong>di</strong> Benevento.<br />
… Anche solo dopo questa prima ricognizione,<br />
si può concludere che <strong>il</strong> rettorato<br />
<strong>di</strong> Sant’Agata Feltria rappresenta<br />
una <strong>di</strong>mensione politica originale,<br />
emblematica e unica nel suo genere, nel<br />
quadro della storia locale fra Marche,<br />
Romagna e Toscana. Sorse in piena epoca<br />
feudale, come territorio non feudalizzato,<br />
in un ambiente circondato dai<br />
più fieri feudatari imperiali e ghibellini,<br />
come i conti <strong>di</strong> Montefeltro, i signori<br />
della Faggiola, i Gui<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bagno, e fu<br />
quasi sempre <strong>di</strong> parte papale e guelfa.<br />
Il Rettorato <strong>di</strong> S. Agata nelle ricerche <strong>di</strong> Franco Dall’Ara<br />
Le masse sono all’origine anche della comunità <strong>di</strong> Sant’Agata,<br />
in particolare quella <strong>di</strong> Cella Fausti, in cui troviamo <strong>il</strong><br />
più antico monastero (IX secolo, dopo <strong>il</strong> conc<strong>il</strong>io <strong>di</strong> Aquisgrana<br />
dell’817).<br />
Vedrei quin<strong>di</strong> una costituzione graduale del Rettorato <strong>di</strong><br />
Sant’Agata, in più fasi:<br />
1- nel sec. IX la Massa <strong>di</strong> Cella Fausti, amministrata da un<br />
Rettore, presumib<strong>il</strong>mente l’abate <strong>di</strong> San Salvatore. E prima<br />
ancora <strong>il</strong> cellario del monastero ravennate (mensa <strong>di</strong> Sant’Apollinare).<br />
2- 997: Ugo, nel 1004 poi conte <strong>di</strong> Bertinoro, ottiene in<br />
feudo dall’Arcivescovo <strong>di</strong> Ravenna alcune masse nel Montefeltro,<br />
fra le quali Cella Fausti e altre <strong>di</strong> quelle che saranno<br />
le Terre <strong>di</strong> Sant’Agata<br />
3- nel 1153 Rettore è l’abate <strong>di</strong> Mont’Ercole<br />
4- alla fine dei Cavalca (1177) e del potere del Barbarossa<br />
(1202) gradualmente la Chiesa <strong>di</strong> Roma incamera <strong>il</strong> patrimonio<br />
della Chiesa <strong>di</strong> Ravenna, inglobandolo nel Patrimonio<br />
<strong>di</strong> San Pietro: lo Stato della Chiesa sarà poi regolamentato<br />
dalle Costituzioni del <strong>La</strong>utrec (1318) e dell’Albornoz<br />
(1355).<br />
5- nelle varie riorganizzazioni dello Stato, le Terre <strong>di</strong> Sant’Agata<br />
mantengono una loro autonomia amministrativa,<br />
anche se aggregate sotto un unico Rettore prima della Massa<br />
Trabaria, poi della Marca <strong>di</strong> Ancona.
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
Vi fingete montanaro e non lo<br />
siete; io invece che lo sono, ho<br />
toccato con mano i frutti prodotti<br />
dalla propaganda anticlericale e<br />
repubblicana. Ai tempi famosi dei lavoratori<br />
<strong>di</strong> Boratella, era la repubblica che<br />
comandava sovrana ed educava la classe<br />
lavoratrice alla scuola anticlericale.<br />
Se dalle cupe e s<strong>il</strong>enziose gallerie <strong>di</strong> quelle<br />
abbandonate miniere, uscisse la voce<br />
degli infelici uccisi a tra<strong>di</strong>mento e laggiù<br />
sepolti inven<strong>di</strong>cati, allora intendereste<br />
quali effetti produceva la propaganda<br />
anticlericale del partito repubblicano. E<br />
questa propaganda <strong>di</strong> cui fate uso oggi<br />
per galvanizzare <strong>il</strong> vostro partito che<br />
intristisce, servirà al lavoratore per suggestionare<br />
i suoi istinti brutali e ridurlo<br />
al vizio. Non si rendeva dunque buffo<br />
<strong>il</strong> Buffoni quando a Boratella, proprio<br />
a Boratella, in una pubblica conferenza,<br />
osava <strong>di</strong>re che «<strong>il</strong> prete è ostacolo ad ogni<br />
civ<strong>il</strong>e progresso»?<br />
Il Buffoni doveva <strong>di</strong>mostrare oggettivamente<br />
a base <strong>di</strong> argomenti tolti dalla<br />
storia <strong>di</strong> quel luogo, <strong>il</strong> «progresso civ<strong>il</strong>e»<br />
<strong>di</strong> quei lavoratori dominati dalla repubblica<br />
romagnola, ed allora anche i muri<br />
delle case – testimoni s<strong>il</strong>enziosi <strong>di</strong> tanti<br />
delitti – gli avrebbero dato ragione.<br />
Sant’Agata Feltria, 30 <strong>di</strong>cembre 1905.<br />
Il giorno 12 corrente fu <strong>di</strong>scussa in questa<br />
Pretura una causa che aveva suscitato<br />
gran<strong>di</strong>ssimo interesse, non tanto<br />
pel fatto da cui aveva avuto origine,<br />
quanto per le circostanze e significato<br />
annessovi. Il fatto, in breve, riportato<br />
anche dall’Avvenire d’Italia, è questo:<br />
L’arciprete <strong>di</strong> Montepetra, D. Francesco<br />
Giannini, trovatosi come <strong>di</strong> consueto, <strong>il</strong><br />
15 agosto u.s. alla Fiera dell’Assunta a<br />
Romagnano, frazione <strong>di</strong> questo comune,<br />
allorché rincasando co’ suoi fratelli<br />
Sisto ed Ermeneg<strong>il</strong>do ed alcuni altri<br />
della parrocchia, veniva v<strong>il</strong>lanamente<br />
insultato con triviali ingiurie ed anche<br />
v<strong>il</strong>mente aggre<strong>di</strong>to con bastoni e con<br />
PERSONAGGI<br />
sassi che gli vennero lanciati contro. I<br />
nob<strong>il</strong>i eroi <strong>di</strong> questa gloriosa impresa<br />
furono: Valgiusti Giuseppe – Poggioli<br />
Giuseppe – Macherozzi Isidoro – Narducci<br />
Giuseppe – Ortolani Giovanni e<br />
Gori S<strong>il</strong>vestro, i quali non ristavano dal<br />
gridare: È ora <strong>di</strong> finirla coi preti e colla<br />
loro bottega! Come era da aspettarsela, <strong>il</strong><br />
D. Giannini sporse querela contro quei<br />
rustici teppisti <strong>di</strong> nuovo genere. L’attesa<br />
pel <strong>di</strong>battimento era vivissima, poiché<br />
v’entrava <strong>di</strong> mezzo un prete, e gli imputati,<br />
appartenendo ad una società socialistoide-anarchica,<br />
s’erano posti sotto la<br />
tutela <strong>di</strong> patrocinatori dello stesso colore,<br />
<strong>di</strong> Francesco Buffoni santagatese e<br />
dell’Avv. Gino Giommi <strong>di</strong> Cesena.<br />
E si andava montando l’ambiente col<br />
<strong>di</strong>pingere a foschi colori <strong>il</strong> D. Giannini,<br />
col ripetere <strong>il</strong> sentimentale ritornello:<br />
«trattarsi <strong>di</strong> poveri lavoratori della terra<br />
e doversi perdonare come perdonò Cristo<br />
ecc. ecc.». Ma intanto si mettevano su<br />
prove false, intanto si facevano pressioni,<br />
si voleva ad ogni costo la sconfitta<br />
<strong>di</strong> D. Giannini e si cantava già vittoria,<br />
preludendo al trionfo che avrebbero celebrato<br />
in mezzo a desideratissimo banchetto,<br />
mentre sulla agognata preda, <strong>il</strong><br />
prete, si riserbavano <strong>di</strong> sfogare le generose<br />
loro espansioni, con una solennissima<br />
fischiata…<br />
<strong>La</strong> soluzione però della causa <strong>di</strong>mostrò<br />
che v’è ancora un po’ <strong>di</strong> giustizia a questo<br />
mondo. <strong>La</strong> seduta fu tenuta nell’aula<br />
del Consiglio Comunale, stante <strong>il</strong><br />
numero considerevole delle prove che<br />
erano una trentina e la folla stragrande<br />
che era accorsa da ogni parte, avida<br />
d’assistere all’um<strong>il</strong>iante sconfitta del<br />
prete! E le smargiassate del Buffoni, uno<br />
dei <strong>di</strong>fensori degli imputati, ne mettevano<br />
già bella e spacciata la causa… È<br />
vero che sfoderò tutta la sua ineffab<strong>il</strong>e<br />
eru<strong>di</strong>zione coll’esumare rancide e decrepite<br />
tirate anticlericali; è vero che tuonava<br />
come un semi<strong>di</strong>o furente, contro<br />
l’anima nera che ar<strong>di</strong>va lottare coi numi<br />
8<br />
Settembre/Ottobre 2008<br />
Francesco Buffoni, <strong>il</strong> repubblicano<br />
Pubblichiamo <strong>di</strong> seguito due articoli dei primi del ‘900 sul garibal<strong>di</strong>no santagatese<br />
Francesco Buffoni. Grazie a Franco Dall’Ara che ce li ha segnalati<br />
della democrazia rossa; è vero che a corto<br />
d’argomenti, scagliava improperi ed<br />
ingiurie, ma che monta? Non è qui <strong>il</strong><br />
loro forte? Ebbe un contegno più educato<br />
<strong>il</strong> suo collega, Avv. Gino Giommi,<br />
quantunque <strong>di</strong>vagasse fuori dal seminato<br />
e si perdesse a far della politica, approfittando<br />
dell’occasione, per far propaganda<br />
pro domo sua socialistica! Non<br />
sfuggì però ad alcuno la ineccepib<strong>il</strong>e<br />
correttezza del metodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa seguito<br />
dall’egregio Avvocato della P. C. sig. Innocenzo<br />
Storni-Ringhieri <strong>di</strong> Bologna,<br />
<strong>il</strong> quale con profonda conoscenza del<br />
giure, con attraente e persuasiva logica,<br />
seppe ad<strong>di</strong>mostrare evidentemente la<br />
reità degli imputati, mettendo al muro<br />
con soli<strong>di</strong> argomenti le scariche elettriche<br />
dei contrad<strong>di</strong>tori.<br />
Ed oltre alla non comune eru<strong>di</strong>zione<br />
palesò <strong>di</strong> possedere anche una buona<br />
dose <strong>di</strong> pazienza nel sopportare così a<br />
lungo le invettive del Buffoni, che in<br />
un momento <strong>di</strong> parossismo pretofobo,<br />
lo invitò fuori dall’aula e minacciò <strong>di</strong><br />
lanciargli contro <strong>il</strong> calamaio!!!<br />
Degno <strong>di</strong> ammirazione fu <strong>il</strong> Sig. Pretore<br />
Dott. Severino Celli, magistrato veramente<br />
saggio ed integerrimo, che non<br />
si lasciò imporre da prepotenza alcuna<br />
e seppe far doverosa giustizia, malgrado<br />
l’aperta ost<strong>il</strong>ità dei piazzaioli ivi raccolti<br />
per gridare <strong>il</strong> crucifige addosso al prete!<br />
Ma <strong>il</strong> prete riportò vittoria giuri<strong>di</strong>camente<br />
non solo, ma anche moralmente,<br />
giacchè fu riconosciuto che <strong>il</strong> D. Giannini,<br />
per la sua irreprensib<strong>il</strong>e condotta<br />
sia <strong>di</strong> Sacerdote, come <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no, non<br />
aveva dato motivo a <strong>di</strong>venir vittima <strong>di</strong><br />
quegli sfregi codar<strong>di</strong>.<br />
<strong>La</strong> sentenza condannava gli imputati a<br />
25 giorni <strong>di</strong> reclusione, oltre i danni e<br />
le spese, applicando tuttavia la legge del<br />
perdono. Questo dovrebbe servire al reciproco<br />
rispetto e delle persone e delle<br />
opinioni; ma, come suol <strong>di</strong>rsi, purtroppo<br />
la botte dà <strong>il</strong> vino che ha!<br />
Le previste foto del Musical<br />
dei giovani dell’Oratorio saranno<br />
pubblicate sul prossimo numero
Settembre/Ottobre 2008<br />
<strong>La</strong> notizia era nell’aria da tempo,<br />
ma ora è <strong>di</strong>ventata ufficiale:<br />
la squadra <strong>di</strong> calcio del nostro<br />
paese, la Santagatese, nella prossima<br />
stagione 2008-2009 giocherà in seconda<br />
categoria. Sarà inserita nel girone<br />
S. Lo scorso 9 maggio i giallorossi<br />
<strong>di</strong>sputarono la finale <strong>di</strong> Coppa città <strong>di</strong><br />
Rimini, contro <strong>il</strong> Torconca, allo sta<strong>di</strong>o<br />
“Romeo Neri”. Un traguardo prestigioso<br />
raggiunto per la prima volta nella<br />
storia dei nostri portacolori. Una serata<br />
sicuramente in<strong>di</strong>menticab<strong>il</strong>e; quasi<br />
cinquecento santagatesi erano presenti<br />
sulle tribune dello sta<strong>di</strong>o romagnolo,<br />
compreso <strong>il</strong> primo citta<strong>di</strong>no Goffredo<br />
LA SANTAGATESE IN SECONDA CATEGORIA<br />
Il sogno <strong>di</strong>venta realtà<br />
Polidori.<br />
Gli ultras “ I FALCHI” muniti <strong>di</strong> tamburi<br />
e megafono, allestirono una coreografia<br />
splen<strong>di</strong>da, con ban<strong>di</strong>ere, striscioni<br />
e oltre cento sciarpe da sventolare.<br />
Un tifo incessante dal primo all’ultimo<br />
minuto. Purtroppo, con un perentorio<br />
2-0, la coppa l’ha portata a casa <strong>il</strong> Torconca,<br />
ma rimane <strong>il</strong> ricordo indeleb<strong>il</strong>e<br />
<strong>di</strong> un sogno sportivo.<br />
Avendo raggiunto la finale, la Santagatese,<br />
che nella scorsa stagione m<strong>il</strong>itava<br />
in terza categoria, è stata ripescata, grazie<br />
anche alla rinuncia d’iscrizione <strong>di</strong><br />
una squadra riminese.<br />
Ora bisogna sicuramente rimboccarsi<br />
9<br />
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
le maniche perché sarà un campionato<br />
spettacolare ma molto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e. Il presidente<br />
Olivieri sta rinforzando la squadra<br />
in ogni reparto, e verrà presentata allo<br />
sta<strong>di</strong>o in occasione della prima partita<br />
<strong>di</strong> coppa. L’impegno della società però<br />
non basta, c’è bisogno del sostegno <strong>di</strong><br />
tutti; l’apporto dei tifosi e degli ultras “I<br />
FALCHI” sarà fondamentale.<br />
<strong>La</strong> campagna abbonamenti è aperta.<br />
Per prenotare la tessera rivolgersi all’amministrazione:<br />
Tel. 3339237805.<br />
Prezzi abbonamento per tutte le partite<br />
in casa: Adulti 29,00 euro – Ragazzi<br />
(dai 14 ai 18 anni) euro 19,00<br />
Raffaele Bartolini<br />
Anche quest’anno<br />
eravamo tutti<br />
al tra<strong>di</strong>zionale<br />
pranzo “dai frati”
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
EFREM SATANASSI<br />
Mistico Dolore,<br />
un libro da non perdere<br />
Presentiamo qualche frase dell’ultimo libro <strong>di</strong> Efrem Satanassi, Mistico Dolore, e<strong>di</strong>to<br />
da Il Ponte Vecchio, e in parte ambientato a S. Agata. Davvero una bella storia<br />
(...) Furio ed Andreina in quieta passeggiata<br />
guardano dall’alto la bellezza<br />
notturna da un poggio che sovrasta<br />
Sant’Agata Feltria, una località del<br />
Montefeltro dove vive da clarissa l’amica<br />
<strong>di</strong> Andreina che ha assunto <strong>il</strong> nome<br />
<strong>di</strong> Suor Elisabetta, al secolo Monica<br />
Porzio, grande latinista <strong>di</strong> fine novecento.<br />
Tre ore e mezza da Roma, si potrebbe<br />
<strong>di</strong>re una periferia decentrata della<br />
capitale e già l’occhio, ma soprattutto<br />
l’anima si espande in un respiro ampio,<br />
purificato. I segni essenziali della vita<br />
naturale ci sono tutti: un firmamento<br />
lindo e vicino <strong>di</strong>pinto nella volta scura<br />
che si può ammirare nella completezza<br />
del suo ampio mantello. (...) Si muovono<br />
lentamente, quasi fossero trattenuti<br />
da un’inerzia felice. L’albergo grande<br />
emana intorno un ovattato biancore e<br />
non rut<strong>il</strong>a <strong>di</strong> luci profane. Quasi una<br />
notte <strong>di</strong> sempre se non ci fosse lo sfolgorìo<br />
opulento <strong>di</strong> San Marino, quasi<br />
un’immensa luce accesa sopra l’Adriatico.<br />
E poi nel cielo d’oriente la vampa<br />
arancione della notte anche troppo viva<br />
<strong>di</strong> Rimini a non dare pausa all’ansito<br />
del giorno. Quassù la notte ha mantenuto<br />
parte dei suoi <strong>di</strong>ritti. Il giorno per<br />
la vita, la notte per <strong>il</strong> riposo, <strong>il</strong> sogno.<br />
Giunti davanti all’hotel Falcon i due si<br />
lasciano. Furio a gironzolare per le viuz-<br />
Un monastero<br />
da ristrutturare<br />
Il Monastero delle Clarisse <strong>di</strong> S. Agata ha avviato un progetto<br />
<strong>di</strong> restauro e <strong>di</strong> ampliamento dei locali. Per chi volesse<br />
dare un contributo per la ristrutturazione del Monastero<br />
delle Clarisse ecco i dati: Monastero S. Maria Maddalena,<br />
via A. Battelli 12, 61019, S. Agata F. – PU, tel e fax<br />
0541929622; e.ma<strong>il</strong> santagata.lavori@gma<strong>il</strong>.com<br />
ze solitarie del paese, strette fen<strong>di</strong>ture<br />
poste a separazione delle case alte, solide<br />
nel tempo con i loro muri <strong>di</strong> pietra fluviale<br />
e rossicci mattoni coperti da una<br />
scura patina <strong>di</strong> antico. In alto, resa più<br />
imponente dai fari che ne <strong>il</strong>luminano<br />
tutta la vertiginosa incollatura ad un<br />
piede <strong>di</strong> roccia, troneggia la <strong>di</strong>mora dei<br />
nob<strong>il</strong>i Fregoso, un castello arcigno come<br />
i tempi e le vicende che ne giustificarono<br />
la costruzione. Furio si ferma ad ammirare<br />
quel compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> storia, <strong>di</strong> lotte,<br />
<strong>di</strong> passaggi <strong>di</strong> proprietà, <strong>di</strong> laboriosi<br />
rogiti notar<strong>il</strong>i. (...) Andreina ha bussato<br />
con tocco misurato<br />
ad una porticina<br />
scura, favorita nel<br />
suo incedere dall’aiuto<br />
della <strong>il</strong>luminazione<br />
pubblica.<br />
Si apre una grata<br />
oltre la quale appare<br />
<strong>il</strong> volto sfuocato<br />
<strong>di</strong> una monaca che<br />
le parla sottovoce.<br />
- Suor Elisabetta<br />
sa <strong>di</strong> questa visita?<br />
Bene, allora vado ad<br />
avvertirla, si trova<br />
in cappella per l’ora<br />
del s<strong>il</strong>enzio.<br />
- Tante grazie.<br />
10<br />
Settembre/Ottobre 2008<br />
Scompare <strong>il</strong> volto della suora e rimane<br />
aperta la grata attraverso la quale si può<br />
scorgere un corridoio spoglio. Giunge<br />
con piede s<strong>il</strong>enzioso e leggero sventolìo<br />
della tonaca la clarissa desiderata. Si<br />
apre la porta dall’interno. <strong>La</strong> monaca<br />
chiude la bocca <strong>di</strong> Andreina con una<br />
mano, la prende poi a braccetto e la<br />
conduce svelta in una piccola stanza<br />
dove <strong>il</strong> buio viene persuaso a non essere<br />
assoluto da una microlampada posta<br />
sotto l’immagine <strong>di</strong> una Madonnina<br />
<strong>di</strong> gesso. Due seggiole pesanti accanto<br />
ad un tavolo massiccio. Ora la monaca<br />
abbraccia con calore la vecchia compagna.<br />
<strong>La</strong> conduce accanto al fleb<strong>il</strong>e lucignolo.<br />
Ecco un’immagine dei lavori <strong>di</strong> restauro al campan<strong>il</strong>e della Chiesa<br />
Collegiata (estate 2008)
Settembre/Ottobre 2008<br />
Feste in piazza<br />
nel mese<br />
<strong>di</strong> agosto.<br />
Sul palco i<br />
Romagna Trio<br />
Settembre 1864. Nota del Sindaco <strong>di</strong><br />
Sarsina, colla quale stimola <strong>il</strong> Municipio<br />
<strong>di</strong> Sant’Agata a provvedere, con<br />
sollecitu<strong>di</strong>ne, a che vengano eseguiti<br />
gli stu<strong>di</strong> della strada del Fanante, che<br />
dovrà congiungere i due Paesi, come<br />
all’accordo stab<strong>il</strong>ito tra i due Comuni.<br />
In essa nota si osserva poi che, nel caso<br />
<strong>il</strong> Municipio <strong>di</strong> S. Agata non avesse<br />
rinvenuto l’ingegnere cui commettere<br />
FOTOCRONACA<br />
Note <strong>di</strong> Storia: Strada S.Agata – Sarsina<br />
gli stu<strong>di</strong> in parola, della intera linea,<br />
<strong>il</strong> Comune <strong>di</strong> Sarsina si assumerà, egli<br />
stesso, l’incarico <strong>di</strong> ritrovare un ingegnere<br />
per tale operazione, purché ne<br />
venga autorizzato da quello <strong>di</strong> S. Agata.<br />
<strong>La</strong> Giunta, considerato essergli,<br />
per ora, impossib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> rinvenire un ingegnere<br />
cui commettergli gli stu<strong>di</strong> in<br />
parola, essendo che la Provincia <strong>di</strong> Pesaro,<br />
cui venne richiesto, non può met-<br />
11<br />
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
Ecco come<br />
si mieteva<br />
<strong>il</strong> grano<br />
negli anni ‘60<br />
Foto concessa da Maria Cappelli<br />
<strong>di</strong> Ca’ <strong>di</strong> Vico (Maiano).<br />
Da sinistra: Federico Cappelli,<br />
Arnaldo Rossi, Renato Rosati,<br />
Armando Cappelli, Gino Giorgi<br />
tere a <strong>di</strong>sposizione del Comune alcun<br />
ingegnere del Genio Civ<strong>il</strong>e, delibera<br />
<strong>di</strong> facoltizzare <strong>il</strong> Municipio <strong>di</strong> Sarsina<br />
a rintracciare un ingegnere, cui venga<br />
commesso, senz’altro, lo stu<strong>di</strong>o della linea<br />
stradale che, da Sarsina, mette a S.<br />
Agata per la via del Fanante, compartecipando<br />
alle spese relative occorrenti, e<br />
ciò in esecuzione dell’or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> questo<br />
Consiglio in data 10-11-1863
<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><br />
ANGELO BERARDI<br />
12<br />
Settembre/Ottobre 2008<br />
Due episo<strong>di</strong> ine<strong>di</strong>ti su Angelo Berar<strong>di</strong><br />
da S. Agata Feltria<br />
In una lettera, allegata nei decreti<br />
capitolari della cattedrale <strong>di</strong> Viterbo<br />
del 1688, leggiamo che <strong>il</strong> signor<br />
Domenico Rampiccia, allora maestro<br />
della cattedrale, si lamentava per <strong>il</strong><br />
comportamento del canonico Angelo<br />
Berar<strong>di</strong> <strong>di</strong> S. Agata Feltria per <strong>il</strong> fatto<br />
che, «andava facendo le musiche per le<br />
chiese <strong>di</strong> Viterbo, non solo le regolari, ma<br />
anche le secolari...» 1 <strong>di</strong>ritto che spettava<br />
solo alla sua persona. Invoca quin<strong>di</strong> <strong>il</strong><br />
personale rimprovero del Vescovo (in<br />
quel periodo era Urbano Sacchetti),<br />
perché le precedenti lamentele non<br />
avevano sortito alcun effetto. Sappiamo<br />
che in questa data <strong>il</strong> Berar<strong>di</strong> era cononico<br />
della collegiata <strong>di</strong> S. Angelo, e<br />
da questa lettera si capisce chiaramente<br />
che «l’otio del canonicato» non era certo<br />
vita per lui. Quin<strong>di</strong>, noncurante delle<br />
conseguenze delle ammonizioni più<br />
volte ricevute, si <strong>di</strong>vertiva a comporre<br />
ed a far eseguire le sue musiche, pur<br />
non avendone <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto, con sommo<br />
fasti<strong>di</strong>o degli altri musici che vedevano<br />
in lui un pericoloso rivale. Questo vuole<br />
anche significare che in quel tempo,<br />
nelle chiese viterbesi, si faceva un largo<br />
uso <strong>di</strong> musica e visto che <strong>il</strong> signor<br />
Domenico Rampiccia<br />
non riusciva a sod<strong>di</strong>sfare<br />
completamente<br />
le esigenze <strong>di</strong> tutti,<br />
la soluzione migliore<br />
era quella <strong>di</strong> rivolgersi<br />
a qualcun altro che<br />
(come in questo caso <strong>il</strong><br />
Berar<strong>di</strong>) non <strong>di</strong>sdegnava<br />
certo tali incarichi.<br />
Un altro episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
vita musicale profana,<br />
ci è dato sapere dalla<br />
prefazione delle Sinfonie<br />
a violino solo, <strong>di</strong><br />
Angelo Berar<strong>di</strong>. Queste<br />
sinfonie, <strong>di</strong> carattere<br />
indubbiamente<br />
piacevole e alla moda,<br />
furono composte da<br />
Berar<strong>di</strong> per una cer-<br />
Il 27 settembre Vi aspettiamo<br />
al Teatro Angelo Mariani,<br />
per un nuovo incontro su Angelo Berar<strong>di</strong><br />
Il 27 settembre Vi aspettiamo al Teatro Angelo Mariani, per un nuovo incontro<br />
su Angelo Berar<strong>di</strong><br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quattro secoli Berar<strong>di</strong> torna a far parlare <strong>di</strong> sé e la sua musica<br />
torna ad essere suonata, come testimonia la giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nata dal<br />
Comitato per la <strong>di</strong>fesa dei Beni Culturali <strong>di</strong> S. Agata Feltria che si terrà <strong>il</strong> 27<br />
settembre 2008 nella splen<strong>di</strong>da cornice del teatro Angelo Mariani <strong>di</strong> Sant’Agata<br />
Feltria. A partire dalle 15,30 un gruppo <strong>di</strong> esperti e <strong>di</strong> musicologi rispolvererà<br />
la memoria <strong>di</strong> questo importante compositore e stu<strong>di</strong>oso che <strong>di</strong>ede vita a<br />
13 collezioni <strong>di</strong> musica pratica e 6 trattati teorici. L’iniziativa è parte della Sagra<br />
Musicale Malatestiana.<br />
Al termine dell’incontro sarà proposto un concerto <strong>di</strong> musiche <strong>di</strong> Angelo Berar<strong>di</strong>.<br />
ta Suor Anna Maria Francesca Rossi,<br />
monaca del monastero <strong>di</strong> S. Agostino<br />
<strong>di</strong> Viterbo, e per le sue compagne, che<br />
a quanto pare, si d<strong>il</strong>ettavano tutte <strong>di</strong><br />
musica. I1 grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà delle sei<br />
sinfonie (che in realtà possiamo definire<br />
canzoni, com’è in<strong>di</strong>cato dall’in<strong>di</strong>ce)<br />
è alquanto elevato; quin<strong>di</strong>, sia la de<strong>di</strong>cataria<br />
che le sue compagne, dovevano<br />
essere delle buone violiniste. E che dentro<br />
le mura <strong>di</strong> un monastero si facesse<br />
questo tipo <strong>di</strong> musica è abbastanza<br />
in<strong>di</strong>cativo per poter immaginare tutto<br />
quello che succedeva al <strong>di</strong> fuori, cosa<br />
del resto già riscontrab<strong>il</strong>e dal materiale<br />
finora emerso delle numerose feste e<br />
rappresentazioni musicali che allietavano<br />
la vita della città <strong>di</strong> Viterbo.<br />
Dichiarazione <strong>di</strong> buona salute<br />
Ecco l’immagine <strong>di</strong><br />
un vecchio documento<br />
santagatese scovato<br />
da Franco Vicini