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Confermato il sindaco Polidori - La Rocca - il giornale di Sant'Agata ...

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3/2004NOTIZIARIO DI STORIA E ATTUALITÀ SANTAGATESE N. 4 REG. TRIB. PS NR. 427 - DIR. RESP. G. DALL’ARA REDAZIONE SANT’AGATA FELTRIAFAX 0541/929744 - GRAFICA E FOTOCOMPOSIZIONE IL PONTE STAMPA LA PIEVE POLIGRAFICA EDITORIALE, V. VERUCCHIO - EMAIL gda@glomanet.coSommario2Cronaca3PersonaggiElezioni 2004<strong>Confermato</strong> <strong>il</strong><strong>sindaco</strong> <strong>Polidori</strong>4Ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra5Formula 16Il parroco che <strong>di</strong>videva7Le chiese mignon8L’arma<strong>di</strong>o poetico9<strong>La</strong> cronaca <strong>di</strong> Benedetta10Storia antica11<strong>La</strong> tomba <strong>di</strong> Sveva12Perticara e l’OlandaUn sentito ringraziamento all’interacitta<strong>di</strong>nanza per l’importantesuccesso, <strong>di</strong> proporzioni chevanno al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni più rosea aspettativa,della lista civica “Insieme per losv<strong>il</strong>uppo del comune”. È quanto desideraesprimere <strong>il</strong> <strong>sindaco</strong>, riconfermato,Goffredo <strong>Polidori</strong>. “Sono molto sod<strong>di</strong>sfatto- <strong>di</strong>chiara <strong>il</strong> primo citta<strong>di</strong>nosantagatese - del br<strong>il</strong>lante risultato ottenutodalla nostra lista, lista in cui sonorappresentate <strong>di</strong>verse componenti <strong>di</strong>forze politiche. Si tratta infatti <strong>di</strong> unalista civica trasversale con rappresentantiche vanno dal centro destra alcentro sinistra, vincente per la cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>itàdelle persone e dei can<strong>di</strong>dati piuttostoche per lo schieramento politico.Abbiamo ottenuto l’appoggio della citta<strong>di</strong>nanzache ha capito l’operazionepolitica complessiva portata avanti graziead un programma elettorale con<strong>di</strong>visodalla maggioranza dei citta<strong>di</strong>ni cheha visto unirsi forze politiche anchenon convergenti, su <strong>di</strong> un progettopolitico comune. Dai risultati elettoraliè emerso anche un appoggio complessivodel centro destra che evidentementesi è sentito rappresentato e hacontribuito in modo importante alla vittoriasull’altra lista. Tutto ciò - conclude<strong>Polidori</strong> - aumenta la responsab<strong>il</strong>ità del<strong>sindaco</strong> e della nuova amministrazioneperché i problemi sono tangib<strong>il</strong>i eurgenti. Basti pensare ai temi della viab<strong>il</strong>ità,dei servizi, alle ristrutturazioni <strong>di</strong>importanti beni immob<strong>il</strong>i come adesempio la casa <strong>di</strong> riposo i cui lavoriinizieranno a breve e comporteranno laquestione del trasferimento degli anzianiospiti. Dobbiamo rimboccarci subitole mani senza crogiolarci sugli allori”.Benedetta Rinal<strong>di</strong>ROCCAÈ UN’INIZIATIVACOMITATO FIEREED INIZIATIVE PROMOZIONALI


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Maggio/Giugno 2004Un cappellopieno <strong>di</strong> sogni“Un cappello pieno <strong>di</strong> sogni” è <strong>il</strong> titolo del libro appena uscitosu Padre Marella (Minerva E<strong>di</strong>zioni). Si tratta <strong>di</strong> uno splen<strong>di</strong>dolibro con delle stupende fotografie <strong>di</strong> Walter Breveglieri.Nel libro si può leggere un breve prof<strong>il</strong>o della vita, della f<strong>il</strong>osofia,e delle opere realizzate da Padre Marella che tutti i lettoridella <strong>Rocca</strong> ricordano bene.Tra le testimonianze citate nel testo si trovano quelle <strong>di</strong> IndroMontanelli, <strong>di</strong> don Dossetti e anche <strong>di</strong> Antonio Faeti, professoreuniversitario <strong>di</strong> Bologna, <strong>di</strong> origini santagatesi.Ventidue Euro spesi bene.(Tra le tante idee che circolano tra i lettori della <strong>Rocca</strong> cisarebbe quella <strong>di</strong> organizzare, dopo l’incontro promosso loscorso anno su Padre Marella, una piccola mostra. C’è qualcunointeressato a dare una mano?)L’antica colombaia<strong>di</strong> TramontoSe non avete letto la guida “<strong>La</strong> Valmarecchia delle colombaie”e<strong>di</strong>ta da Maggioli qualche anno fa a cura <strong>di</strong> GianniVolpe, è ora <strong>di</strong> farlo. Troverete descritte e fotografate colombaie<strong>di</strong> Casteldelci, San Leo, Petrella Gui<strong>di</strong>, Pereto, Torriana,San Marino, Val Certajo, Miratoio, Talamello e tante altreancora. Qualche poesia <strong>di</strong> Tonino Guerra, vecchi documenti,<strong>di</strong>segni, qualche episo<strong>di</strong>o legato alla presenza dei piccioninell’antichità, qualche mistero, stimoleranno la vostracuriosità e la conoscenza del nostro territorio. Ecco un branotratto dal libro, riguarda l’antica colombaia <strong>di</strong> PalazzoTramonto: “<strong>La</strong> casa si trova, con altre costruzioni rurali, inlocalità Tramonto, al confine tra S. Agata Feltria eCasteldelci, poco <strong>di</strong>stante dalla precedente torre <strong>di</strong> ValCertajo in alto, sul versante opposto del torrente delleAvezzane. Il toponimo Tramonto o Tramonti è molto antico epuò essere ricollegab<strong>il</strong>e, come hanno già segnalato altri stu<strong>di</strong>osi,a tal Pellegrino de Turmonte che nel 1360 ne era <strong>sindaco</strong>.Nonostante l’arcaicità del sito, l’e<strong>di</strong>ficio e i suoi annessi sonorelativamente recenti, come testimoniano l’architettura eancor più chiaramente la chiave <strong>di</strong> volta con le iniziali F.G.(Federico Giovannetti) datata 1892, collocata sul portale. Pursenza gran<strong>di</strong> pretese formali, l’e<strong>di</strong>ficio si fa comunque notareper la piccola graziosa altana sul tetto che, per essere statain seguito trasformata in colombaia, permette <strong>di</strong> inserire questacasa modesta e appartata, fuori da ogni circuito, in unitinerario particolare dei luoghi che in passato hanno ospitatogli uccelli della pace”.Gli eroi <strong>di</strong> MaianoCRONACAhanno sacrificato la loro vita per <strong>il</strong> lavoro e per un ideale d<strong>il</strong>ibertà. Se avete in casa fotografie, ricor<strong>di</strong>, attestati e desiderateaiutare <strong>il</strong> Comitato che sta organizzando la tra<strong>di</strong>zionalefesta <strong>di</strong> ferragosto, prendete contatto con Manlio Flenghi inComune, o con Mario Nalin.<strong>La</strong> pergamenedelle ClarissePensiamo <strong>di</strong> fare cosa gra<strong>di</strong>ta ai lettori delle <strong>Rocca</strong> informandoliche è cominciata la trascrizione delle pergameneappartenute al convento delle Clarisse <strong>di</strong> S. Agata. Si tratta <strong>di</strong>una settantina <strong>di</strong> pergamene le più antiche delle quali sonodel 1100. L’augurio è che la loro lettura, che avviene per laprima volta in maniera scientifica, <strong>di</strong>a nuove informazionisulla storia del nostro paese, e del convento in particolare,così vedremo se sarà confermata l’ipotesi che <strong>il</strong> conventodelle Clarisse sia stato fondato da S. Agnese, sorella <strong>di</strong> SantaChiara.… e la Pro Loco lo ha chiamato“vicolo del bacio”Il Comitato Pro Maiano, sta preparando un opuscolo de<strong>di</strong>catoagli Eroi <strong>di</strong> Maiano, che si sono <strong>di</strong>stinti durante <strong>il</strong> serviziom<strong>il</strong>itare e in guerra, e ai caduti in miniera, nel passato. <strong>La</strong>pubblicazione intende riaccendere la memoria su quanti(foto Serafini)2


Maggio/Giugno 2004<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>PERSONAGGIAntonio Gabrielli <strong>di</strong> FraghetoHo letto sul <strong>giornale</strong> <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>2/2004 a riguardo dellaminiera <strong>di</strong> Marcinelle e hotrovato una imprecisione: perché nonsono due i montefeltrani deceduti inquella sciagura, ma tre: mio fratelloAntonio <strong>di</strong> Sant’Agata Feltria Sapigno,Bianconi Giovanni <strong>di</strong> Novafeltria eGabrielli Antonio <strong>di</strong> CasteldelciFragheto. Il Gabrielli, ragazzo intelligentee pieno <strong>di</strong> iniziative, volevacreare energia elettrica con <strong>il</strong> montaggio<strong>di</strong> una turbina alla frazione <strong>di</strong>Fragheto. Iniziò i lavori ma non giunsea termine per mancanza <strong>di</strong> denaroe fece anche qualche piccolo debitoed è per questo che emigrò in Belgiocon la speranza <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>are i sol<strong>di</strong>per portare a termine <strong>il</strong> suo sogno.Purtroppo la trage<strong>di</strong>a spense per semprelui e i suoi sogni e fu ancora piùCome e quanto sottoscrivere?Or<strong>di</strong>nario 13 EuroSostenitore 15 EuroBenemerito 25 EuroLe sottoscrizioni possono essere inviatealla redazione della <strong>Rocca</strong>, CasellaPostale 26, 61019 S. Agata Feltria(Pesaro), oppure possono essere consegnateai vari collaboratori che <strong>di</strong>stribuiscono(volontariamente) <strong>il</strong> <strong>giornale</strong>a S. Agata, Novafeltria e nei paesi vicini.Se siete alla ricerca <strong>di</strong> un numero arretratodella <strong>Rocca</strong> potete rivolgervi adArrigo Bonci, o a Paola Boldrini, neirispettivi negozi in piazza Garibal<strong>di</strong> a S.Agata.triste la sua fine perché non avevanessun fam<strong>il</strong>iare a piangere la suamorte.Solo qualche lontano parente era presentealla consegna della bara contenentela sua salma al rientro in Italia,come non c’era nessuno al ritiro dellasua medaglia dei Maestri del <strong>La</strong>voro aMiniera <strong>di</strong> Perticara <strong>il</strong> 27 marzo, masolo <strong>il</strong> <strong>sindaco</strong> del suo paese.Ludovico MolariGrazie all’amico Molari che ci permette<strong>di</strong> correggere una imprecisione,contenuta nel comunicato stamparelativo all’iniziativa della RegioneMarche che si è svolta a Miniera, inricordo della trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Marcinelle.In passato (1997) la <strong>Rocca</strong> ha pubblicatole fotografie <strong>di</strong> Antonio Molari e<strong>di</strong> Giovanni Bianconi, due giovaniminatori morti a Marcinelle; ci piacerebbepubblicare anche la foto <strong>di</strong>Antonio Gabrielli, magari in occasionedella Giornata Nazionale del sacrificiodel lavoro italiano nel mondo,che lo scorso anno fu celebrata dalMinistro Tremaglia proprio aMarcinelle.<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>, <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> del tuo paeseLe vostre foto nel nostro sito, prendete nota del nuovo in<strong>di</strong>rizzoTutti i sottoscrittori che ci faranno avere la loro fotografia, potranno rivedersinel sito web della <strong>Rocca</strong>. Se è da molto tempo che non lo visitate fatelosubito! Il sito web curato da Gino Sampaoli è ora pieno <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong>fotografie ine<strong>di</strong>te del nostro paese. Aiutateci a realizzare la sezione in <strong>di</strong>alettoe prendete nota del nuovo in<strong>di</strong>rizzo - http://santagata.altervista.org/Abbiamo bisogno del tuo contributo!Grazie ai volontari che hanno provveduto a scrivere e <strong>di</strong>stribuire <strong>il</strong> <strong>giornale</strong>,grazie alle fotografie <strong>di</strong> Enzo Liverani e Marco Zanchini, ad Arrigo Bonci checoor<strong>di</strong>na la <strong>di</strong>stribuzione, e grazie ai lettori e sostenitori, numerosi come sempre.Se <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> vi piace <strong>di</strong>telo ai vostri amici, e chiedete loro <strong>di</strong> sottoscrivere,per ricevere regolarmente la <strong>Rocca</strong>! Se volete aiutarci a fare più belloquesto <strong>giornale</strong>, inviateci articoli, fotografie, ricor<strong>di</strong>, lettere e commenti. Senon siete d’accordo con <strong>il</strong> contenuto degli articoli pubblicati, o più semplicementevolete <strong>di</strong>re la vostra opinione, scriveteci.Scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>alettoA Gino Sampaoli piacerebbe organizzare, da M<strong>il</strong>ano, una nuova sezione delsito web: “A scuola <strong>di</strong> Dialetto” ma per fare questo avrebbe bisogno della“materia prima” e cioè <strong>di</strong> qualcuno <strong>di</strong> S. Agata che sappia parlare <strong>il</strong> bel <strong>di</strong>alettoSantagatese. Un’idea potrebbe essere quella <strong>di</strong> coinvolgere gli insegnantied i bambini delle Scuole per aiutare <strong>il</strong> sito a documentare <strong>il</strong> nostro <strong>di</strong>aletto.Tra i nostri lettori c’è qualche volenteroso?SOTTOSCRIZIONIAngelo Masini, ben. M<strong>il</strong>anoFlora Bossari, S. AgataAlberto Simoncini (benemerito), S. AgataAnna Vicini (sost), S. AgataTiziana Tontoni (sost) S. AgataBruno Sorbini (sost) PesaroMarie Joelle Cangini (sost) S. AgataFlorindo Diana (ben) BolognaEva Mariani (sost) NovafeltriaSandra Torri (sost), UgrignoAntonio Sartini (sost), S. AgataEttore Sampaoli (sost), M<strong>il</strong>anoErs<strong>il</strong>ia Paci (sost), PeretoAdriano Mazzini (sost), S. AgataArnaldo Vicini (sost), Ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> LongianoFausto Rinal<strong>di</strong> (sost), PesaroMarco Gui<strong>di</strong>(sost), NovafeltriaDomenico Cappelli (sost), S. AgataRoberto Giovannini (sost), S. AgataEnzo Gent<strong>il</strong>i (ben) S. AgataRiccardo Boldrini (sost), S. AgataDecio Valli (sost), S. AgataMartino Valli (sost), S. AgataLeon<strong>il</strong>de M<strong>il</strong>iani (sost), S. AgataNicoletta paci (sost), S. AgataMario Nalin (sost), BolognaGigliola Fabbretti (sost), S. AgataDomenico Magnani (sost), S. AgataPietro bartolini (sost), S. AgataRina Mariani (sost), GenovaFranco Gui<strong>di</strong> (sost), RiminiTosca Ciacci (sost), S. AgataDon Elio Ciacci (sost), S. AgataLuigi Ricci (sost), LimbiateTeresa Borghesi (sost), S. AgataRenzo Giovannetti (sost), PesaroMirella Opran<strong>di</strong> (sost), S. AgataMarco Manni (sost), BresciaSergio Salone (sost), S. AgataPaola Piacenti (sost), TalamelloGraziella Piacenti (sost), S. AgataGugliemnina Rossi (sost), S. AgataGrazia Bartolini (ben) S. AgataFosco Sartini (sost), S. AgataEdgardo Paolucci (sost), S. AgataFederico Manzi (sost), S. AgataEdgardo Bossari (sost), SarsinaGianfranco Ramberti (sost), S. AgataFamiglia Luigi Ospici (sost), S. AgataMaurizio Rinal<strong>di</strong> (sost), Rimini3


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Maggio/Giugno 2004Abitavo a Molino del Rio e allaGiar<strong>di</strong>niera, da piccolo, sulfinire della guerra. Ascoltavodai gran<strong>di</strong> orren<strong>di</strong> fatti <strong>di</strong> sangue avvenutinel territorio <strong>di</strong> Casteldelci.Una “maestra”: Assunta Paggetti, tuttele mattine dal <strong>La</strong>mone andava a farescuola a Ca’ Marcello accompagnatada una nipote giovanetta. Un giornofatale si avviò da sola: la nipote l’avrebbeseguita. Nascosto <strong>di</strong>etro uno“scalandro” qualcuno l’aspettava datempo: è stata afferrata da <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro esgozzata con uno scannino per maiali.Aveva le mani tutte tagliate nel tentativo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi. Buttata da una partein mezzo ai cespugli, venne ritrovatadalla nipote <strong>di</strong> ritorno dalla scuola,dove la zia non era mai arrivata. Sifecero indagini, naturalmente, ma nessunodegli assassini <strong>di</strong> quegli anni èstato scoperto e punito.Qualche tempo prima, proprio pocolontano dalla casa del <strong>La</strong>mone, eraSTORIA“Il sangue dei vinti”Ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerrastato torturato per ore MarcelliGettulio, un giovane renitente <strong>di</strong> leva,uno dei tanti che aveva allacciata aipantaloni la cintura <strong>di</strong> un tedescoscomparso. Seviziato in tutti i mo<strong>di</strong>possib<strong>il</strong>i, non ha raccontato la storiadella cintura.Ancora, qualche tempo prima alla“Crocina” <strong>di</strong> Frassineto, un “partigiano”aveva sparato, si <strong>di</strong>ce per gelosia,ad un soldato tedesco. Ma questa storiaè abbastanza nota perché, come alsolito, ha portato ad una rappresaglia,durante la quale sono stati fuc<strong>il</strong>ati daitedeschi, vari inoocenti della zona,oggi sepolti nel cimitero <strong>di</strong> Santa SofiaValmarecchia. Ma <strong>il</strong> nome del “partigiano”quantomeno imprudente èrimasto ufficialmente nascosto.Ora, che mi sto avviando alla vecchiaia,voglio dare una mano alla storiae ricordare tutti questi senza giustizia,e lasciare ai posteri “l’ardua sentenza”,Vorrei anche far sapere al PresidenteCiampi, sempre che legga la <strong>Rocca</strong>,che anche questa è “resistenza”, anzi èl’unica che conosciamo noi montanari.Ho tralasciato <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> Fragheto,perché i fatti sono, apparentemente,noti. Vorrei chiedere però a DomenicaBuriani, due volte in Gabrielli, che soin buona salute, che racconti su “IlPonte” perché i Tedeschi se la sonopresa tanto con i Fraghetini!Vorrei anche far riflettere Ciampi, sempreche legga la <strong>Rocca</strong>, che se in uncomune così piccolo come Casteldelcici sono da scoprire tante “resistenze”quante ce ne saranno in tutta Italia?Dopo sessantant’anni credo sia ora <strong>di</strong>tirare fuori i cadaveri dagli arma<strong>di</strong> edare sì <strong>il</strong> giusto amore agli eroi <strong>di</strong> queitempi, ma anche smettere <strong>di</strong> far passareper eroismi quelle che sono statesoltanto vigliaccate.Marino MorettiSettembre 1943Un breve periodo <strong>di</strong> speranzaSi era sentita, anche a Maiano, lara<strong>di</strong>o che avvertiva dell’armistizioavvenuto. Per tutti fu come<strong>di</strong>re: la guerra è finita.Qualche soldato tornò a casa, aMaiano, e ciò dette ancora più speranzaalla gente, che aveva figlie e fratellitanto lontano. Al monte vennerodue sloveni, che fuggirono dal campo<strong>di</strong> prigionia <strong>di</strong> Fanoli. In attesa ancheloro della fine della guerra furonoospitati da Felice C. al monte, in attesa<strong>di</strong> tempi più sicuri. Felice, cheaveva anche lui un figlio soldato, neiBalcani, li ospitò in cambio dei lavorinei campi. Si era creata simpatia conquesti due uomini e la gente pensava:anche i nostri figlioli così lontani dacasa potrebbero trovare aiuto, pressole famiglie del posto, in attesa delritorno a casa.Questa situazioni aveva acceso moltesperanze nella gente.Ricordo nei lavori dei campi la laboriosità<strong>di</strong> questi uomini. Parlavanospesso della loro casa, i loro cari. <strong>La</strong>gente, fra l’altro, non vedeva più girarei soliti uomini in <strong>di</strong>visa, col pantalonealla zuava e <strong>il</strong> fez in testa.A fine settembre, una sera, sotto laloggia del monte, i vicini tutti, gran<strong>di</strong>e piccoli, spannocchiavano <strong>il</strong> granoturco.Una grande compagnia, rumorosaed allegra. Tutti ascoltavano questidue slavi, che avevano tante coseda raccontare. C’era chi cantava, chisuonava, era una festa laboriosa, cosìcome ogni occasione valida per cacciarestanchezza, preoccupazioni, e<strong>di</strong>nvitare invece una speranza <strong>di</strong> serenità.A metà serata venne un uomo, chericordo benissimo, che portò una tristenotizia. <strong>La</strong> guerra continua, i dueuomini dovevano andare via subito,non importa come: era nata la “repubblica<strong>di</strong> Salò”.Tornarono, nei giorni seguenti, ancorale <strong>di</strong>vise <strong>di</strong> prima: camicia nera, pantalonealla zuava, ribattezzati cosìdalla gente dopo <strong>il</strong> 25 luglio. I dueuomini partirono la notte stessa.Crollò la speranza <strong>di</strong> pace a breve. Anovembre anch’io partii per Roma; manessuno, credo, avrebbe potuto prevederecosa ci sarebbe toccato neidue anni a venire: due eserciti agguerritiche combatterono sulla nostraterra, con l’aggravante <strong>di</strong> una guerrafratricida, e venne l’infernoRizziero Angeli4


Maggio/Giugno 2004<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>PERSONAGGIDalla Valmarecchial’ingegnere <strong>di</strong> FisichellaQuando nei gran premi del2004 vedrete un ragazzo <strong>di</strong> 35anni chino sulla Sauber <strong>di</strong>Formula 1 <strong>di</strong> Giancarlo Fisichella,vedrete anche un pezzo <strong>di</strong> Romagna.“Ho vissuto poco da queste parti, imiei genitori per lavorare hanno fattospesso la valigia, ma ciò non toglieche io mi senta e quin<strong>di</strong> sia romagnolo”.Più dell’anagrafe, insomma, poté <strong>il</strong>sangue per questo ex bambino chenei suoi primi anni <strong>di</strong> vita passatifra,Sant’Agata, Miniera (dove abitava <strong>il</strong>padre) e Miramare <strong>di</strong> Rimini giocavacon le macchinine, le macchinine e lemacchinine. Un gioco <strong>di</strong>venuto passionee poi mestiere. Da quest’annoGiampaolo Dall’Ara, laurea al politecnico<strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano in ingegneria meccanica,è <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e tecnico dellaSauber <strong>di</strong> Giancarlo Fisichella. Tantoper capirci, queisignori che parlanospesso ad unmicrofono <strong>di</strong>gitandoqualcosa su un pcportat<strong>il</strong>e. “Le automob<strong>il</strong>isono semprestate <strong>il</strong> mio pallino.Quando mio padresi è trasferito vicinoa Monza, i miei giriin bici finivano sempredavanti alle retidell’autodromo.Certo, quando misono iscritto all’universitàpensavo <strong>di</strong>finire a progettareauto <strong>di</strong> serie”.E invece?“E invece è andataproprio così... nelsenso che subitodopo la laurea e unanno fra gli alpini hovinto una borsa <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o in Fiat. <strong>La</strong>voroappassionante, ma<strong>di</strong> quattrini pochi. Lìho conosciuto tecnicidel reparto corse e così, nel 1994, èpartita la mia avventura sugli autodromi.Seguivo le alfa 155 del campionatoDtm tedesco, poi affossato nel1996. A quel punto sono passato alSuperturismo, con le Alfa 156. Ma èchiaro che quando sei nelle corseguar<strong>di</strong> sempre alla F1”.E da dove è arrivata la spinta giustaper entrare in Sauber?“Che ci cre<strong>di</strong>ate o no, ho mandato curriculumin giro. <strong>La</strong> prima risposta dallaSvizzera, anzi, fu negativa. Poi, dopoqualche mese, quando non ci pensavopiù, mi hanno chiamato. E così, nel1999 mi sono trasferito in Svizzera a<strong>di</strong>rigere <strong>il</strong> team che si occupa dei test”.E quin<strong>di</strong> si è trovato a fianco dell’astronascente della Mc<strong>La</strong>ren,Kimi Raikkonen...“Siamo i primi ad averlo portato inpista. Più del talento stupisce la freddezza<strong>di</strong> questo ragazzo. E’ più forte<strong>di</strong> Montoya, ma forse inferiore adAlonso. Comunque sono arrivato dovevolevo, ma quest’anno perderò <strong>il</strong>conto dei ch<strong>il</strong>ometri dovendo seguiretutti i gran premi”.Ottimista per Fisichella?“speriamo nella macchina nuova, nellanuova galleria del vento costata 40m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> euro e nei nuovi motoriFerrari che, ci assicurano, sarannouguali a quelli <strong>di</strong> Schumy eBarrichello”.Ma come vive un romagnolo inSvizzera?“Bene, molto bene. <strong>La</strong> Sauber è unambiente straor<strong>di</strong>nario dove lavoranotecnici <strong>di</strong> 20 nazioni. Ho una moglie euna bimba <strong>di</strong> 15 mesi che si godono laqualità della vita <strong>di</strong> questa terra. Siachiaro, però. Mia figlia è nata in Italia”.(da Il Resto delCarlino)GiampaoloDall’Ara, 35anni, ingegnerenel team dellaSauber <strong>di</strong>Formula 1,nato dagenitoriromagnoli eper molti annivissuto fraSavignano<strong>di</strong> Rigo eMiramare.Quest’anno èl’ingegnere <strong>di</strong>pista del p<strong>il</strong>otaitalianoGiancarloFisichella,passato allacasa svizzerae ai motoriFerrari.5


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Maggio/Giugno 2004STORIAIl parroco che <strong>di</strong>videva <strong>il</strong> paeseNelle prime tre puntate la <strong>Rocca</strong>ha raccontato come DonBonaccorsi sia riuscito a<strong>di</strong>ventare parroco <strong>di</strong> S. Agata <strong>di</strong>videndo<strong>il</strong> paese, creando scandali e grossiproblemi alla Giunta Comunale, alleorganizzazioni politiche guidate dairepubblicani e al Vescovo, al punto chela Curia decise <strong>di</strong> inviare in paese DonBaldassini per rimettere or<strong>di</strong>ne . Il giovanesacerdote però non riesce a tenerea freno <strong>il</strong> più “navigato” DonBonaccorsi. Ecco l’ultima puntata.Il 9 marzo del 1912 la GiuntaComunale <strong>di</strong> S. Agata esprime compiacimentoal Vicario della Diocesi perl’apertura del concorso per laParrocchia <strong>di</strong> S. Agata che ha bisogno“<strong>di</strong> un degno pastore”, dopo “le lunghesofferenze patite dalla popolazioneper una scelta infelice”. <strong>La</strong> GiuntaComunale guidata da Giuseppe Celliinvita a considerare se in paese tra iSacerdoti della Parrocchia non vi siagià “la persona adatta”. Tra le firmedella giunta quella <strong>di</strong> Rodolfo Luchesi.Il 25 marzo un elenco <strong>di</strong> 146 firme <strong>di</strong>“signore e signorine” parte da S. Agataper chiedere al Vicario che la Chiesanon resti chiusa durante la settimanasanta come accaduto l’anno precedente.Tra le firmatarie troviamo AdeleBuffoni vedova Celli, Maria Ragazzinie Maria Bellocchi.Il 30 dello stesso mese <strong>il</strong> sacerdoteF<strong>il</strong>ippo Baldassini, inviato dalla Curia aseguire <strong>di</strong> persona gli avvenimenti,invia una lunga lettera nella qualedescrive la situazione che si è venutaa creare in paese: “Riguardo allaProcessione, non so come potrà andare.Se Bonaccorsi chiude la Chiesa gliandrà male. Se apre la Chiesa ma, onasconde, o non vuol dare gli oggettie la cera solita, andrà egualmentemale. Certo che esso sceglie una <strong>di</strong>queste due vie”, e inoltre i preti litiganotra loro creando scandalo nelpopolo che non sa più chi sia <strong>il</strong> veroGiuda, molti fedeli non voglionoandare in Collegiata dal Bonaccorsi elui impe<strong>di</strong>sce ai frati <strong>di</strong> fare comunionipasquali. Pare ad<strong>di</strong>rittura che colpretesto della richiesta <strong>di</strong> permessoper la processione <strong>il</strong> Bonaccorsi facciafirmare un foglio che non si sa cosacontenga, e voci a non finire. “Siamoin piena Tripolitana” - conclude - e luistesso corre <strong>il</strong> rischio <strong>di</strong> finire in galeraper le querele del Bonaccorsi o <strong>di</strong>perdere la fede.<strong>La</strong> situazione sembra precipitare allorquando<strong>il</strong> Bonaccorsi nel mese <strong>di</strong> apr<strong>il</strong>edel 1912 chiede all’AmministrazioneComunale <strong>di</strong> S.Agata <strong>di</strong> poter effettuarela processione del Venerdì Santo (<strong>il</strong>giorno 14 alle ore 20). Alla vig<strong>il</strong>ia delVenerdì Santo <strong>il</strong> Sindaco in considerazionedel fatto che “per la persona delpromotore della processione detta delVenerdì Santo, Sig. Bonaccorsi DonCarlo, la processione suddetta può darluogo a serie perturbazioni dell’or<strong>di</strong>nepubblico” vieta clamorosamente laprocessione.Visto poi come la citta<strong>di</strong>nanza accoglie<strong>il</strong> decreto <strong>il</strong> Sindaco fa almeno in partemarcia in<strong>di</strong>etro: <strong>il</strong> giorno dopochiarisce pubblicamente che qualunquealtro sacerdote avrebbe potutopromuovere la processione tranqu<strong>il</strong>lamente.Ed invita la popolazione a noninterpretare male <strong>il</strong> decreto delSindaco.Quel che accadde lo appren<strong>di</strong>amo dauna lettera del 4 maggio che VittorioBuffoni e Paolo Bartoletti scrivono alVicario. I due lamentano che la promessa<strong>di</strong> allontanare Don Bonaccorsinon sia ancora stata mantenuta, “inveceegli è ancora qui”. Se la processionedel Venerdì Santo è stata fatta e tuttoè proceduto senza <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni - <strong>di</strong>cono- è merito <strong>di</strong> don Baldassini, sacerdoteamato dal popolo “che ad ognicosto voleva sollevarsi”. Ma <strong>il</strong> futuronon è roseo perché si attende la festadel Corpus Domini, “guai se quel giornochiesa e canonica non sarannolibere”.Il 25 giugno 1912 Don ErcoleBartolini, cappellano della Collegiata,scrive da S. Agata al Vicario Generale<strong>di</strong> Pennab<strong>il</strong>li. Don Ercole sostiene <strong>di</strong>aver prestato 300 lire a DonBonaccorsi, <strong>il</strong> quale però <strong>di</strong>sse inseguito che <strong>il</strong> biglietto da 100 lire erafalso (ed accusò per questo donErcole) e aggiunse <strong>di</strong> aver restituito le200 lire. In più don Bartolini si trovaora citato in Tribunale con una richiesta<strong>di</strong> danni per 40 m<strong>il</strong>a lire. “Mi consigliMonsignore come agire” conclude.<strong>La</strong> situazione si ingarbuglia ulteriormente:<strong>il</strong> 9 <strong>di</strong>cembre arriva infatti aDon Bonaccorsi la tanto attesa BollaPontificia, manca ancora però l’exequatur.Ormai sotto accusa è lo stesso Vicarioal quale giungono lettere <strong>di</strong> santagatesiche lo accusano apertamente <strong>di</strong> nonaver mantenuto e fatto quanto promesso.Girolama Rossi in Celli chiede<strong>di</strong> “smettere questa prudenza” chepermette ad un “sacerdote indegno <strong>di</strong>tenere in agitazione <strong>il</strong> paese”, e <strong>di</strong>chiarache farà conoscere a Roma <strong>il</strong> “contegnopoco decoroso del VicarioVescov<strong>il</strong>e” che si limita a cercare <strong>di</strong>accontentare con buone parole.Lo stesso Don Baldassini si ribella alVicario e scrive <strong>il</strong> 16 febbraio 1913:“Da oggi non farò più cose o<strong>di</strong>osecontro Bonaccorsi, siano pure comandatedai Superiori: Esso ha tentatoogni via per sacrificarmi, ed io horimesso anche <strong>di</strong> salute; ma è giustoperò che io non sia sempre lo strumentoin mano ai Superiori che offendeBonaccorsi, e nello stesso tempo iSuperiori si <strong>di</strong>cono salvi”.Una lettera datata 23 gennaio 1913, efirmata Brigida Buffoni, sembra spezzareuna lancia a favore <strong>di</strong> DonBonaccorsi. In essa infatti si accusaDon Baldassini <strong>di</strong> volere “<strong>il</strong> dominiodella Parrocchia”, e per far questomina la cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> Don Bonaccorsicon <strong>di</strong>ffamazioni e calunnie “insinuandoal popolo che egli è scomunicato esospeso, che la sua Messa non è valida”.Senonchè, pochi giorni dopo,un’altra lettera - che chiarisce i fatti -giunge al Vicario. <strong>La</strong> scrive ClementinaMazzoni Casadei “Il 23 scorso hodovuto ricopiare una lettera a lei <strong>di</strong>retta.Non volevo farlo ma non ho potutoesimermi riguardo che ho un interessecon la Signora che gliel’ha spe<strong>di</strong>ta,quin<strong>di</strong> ho dovuto farlo controvolontà. Da quel giorno non ho piùavuto l’animo contento essendo <strong>il</strong> contenutodella lettera una calunnia contro<strong>il</strong> Cappellano <strong>di</strong> qui (cioè donBaldassini), buono e zelante sacerdote.Il mio confessore mi ha detto <strong>di</strong>scrivere a lei e <strong>di</strong> farle conoscere laverità. <strong>La</strong> lettera che ho dovuto ricopiareera stata scritta da Donsegue nella pagina a fianco6


Maggio/Giugno 2004Bonaccorsi, ne ho conosciuta la calligrafia,e la Signora stessa me l’ha confermato.I documenti che abbiamo potuto consultarefiniscono qui. Il prete contestatorimarrà a S. Agata ancora qualchetempo, poi finalmente se ne andrà.G.D.Qualche considerazione finaleC’è poco da <strong>di</strong>re a proposito del comportamentopoco cristallino delBonaccorsi e dei suoi evidenti limiti <strong>di</strong>carattere, anche se in molte delle accusesi sente <strong>il</strong> clima culturale <strong>di</strong> queglianni, ed anche <strong>il</strong> clima del piccolopaese pieno <strong>di</strong> rancori personali. Vadetto che alcune accuse mosse contro<strong>di</strong> lui sono poco cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i come <strong>il</strong> fattoche abbia sostenuto la campagna elettoraledei socialisti. Ciò che meraviglia<strong>di</strong> più è <strong>il</strong> lento <strong>di</strong>panarsi della vicenda,dovuto tra l’altro:- al fatto che <strong>il</strong> Bonaccorsi aveva rottoi ponti alle spalle e non aveva alternative<strong>di</strong> impiego,- al fatto che <strong>il</strong> Vescovo prima, e <strong>il</strong>Vicario successivamente, portati a temporeggiarenon affrontarono nei terminidovuti la questione. Meraviglia <strong>il</strong>tono quasi ricattatorio più che <strong>di</strong>sperato<strong>di</strong> alcune lettere del Bonaccorsi alsuo Vescovo, ma meravigliano anchele ripicche personali non degne <strong>di</strong> unsacerdote (come quando impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong>far suonare le campane a mezzanottein occasione della messa solenne perl’ottavo centenario <strong>di</strong> santa Chiaracelebrato presso le Clarisse da DonBartolini, o durante le solennitàpasquali, o le infinite querele cheminaccia e sporge).Restano come macigni i pareri negatividei Tribunali, e soprattutto la conclusionedella “conc<strong>il</strong>iazione” avvenutaprima <strong>di</strong> quel che avrebbe potutoessere un processo spettacolare.Quanto alla Curia, resta inspiegab<strong>il</strong>e<strong>il</strong> fatto che fosse stato dato l’incarico <strong>di</strong>Economo Spirituale a Bonaccorsiquando era ancora Parroco aMontriolo, un incarico che finiva pertenerlo lontano e gli impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong>rispettare gli impegni con <strong>il</strong> Vescovo <strong>di</strong>Mo<strong>di</strong>gliana. <strong>La</strong> lettera <strong>di</strong> DonBaldassini del 1913 apre uno squarciosu un atteggiamento p<strong>il</strong>atesco che finoad allora si era solo potuto intravvedere,che è in fondo, forse, <strong>il</strong> vero granderesponsab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> tutta la vicenda..STORIA<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Valmarecchia:viaggio nelle chiese mignonSi è rimboccato <strong>il</strong> saio, ha reclutatoun secchio, una cazzuola ecoppi a volontà con un obiettivo:curare <strong>il</strong> tetto della chiesa. “<strong>il</strong>luogo è incantevole, l’e<strong>di</strong>ficio pure:non meritava una fine ingloriosa -spiega <strong>il</strong> frate cappuccino - così nel1995, ho sistemato <strong>il</strong> tetto e ripulito lafacciata”. Il restauro non è completo,ma padre Giacomo, cappuccino <strong>di</strong>Sant’Agata Feltria, <strong>il</strong> suo dovere l’hafatto. Casciaio oggi può accogliereanche piccoli gruppi <strong>di</strong> ospiti. <strong>La</strong>canonica <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> mansarda, cucinae legnaia e un pavimento in legnoche “regge” fino a quin<strong>di</strong>ci persone.“In estate ci vengono i ragazzi” confessasod<strong>di</strong>sfatto <strong>il</strong> frate 60enne.Casciato, nel bosco a venti minutid’auto da Sant’Agata Feltria, non èl’unico esempio <strong>di</strong> chiesette mignonin alta Valmarecchia. Si tratta <strong>di</strong> curiositàarchitettonica e <strong>di</strong> culto <strong>di</strong>ffusa atappeto in tutta la vallata. Chiese piccolecosì che avrebbero fatto cantare<strong>di</strong> stupore anche Fred Buscaglione.Non si tratta infatti, <strong>di</strong> cellette votivema <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto veri e propri, ma<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione mignon. Se Cà Rosellodetiene a due passi da Secchiano <strong>il</strong>primato per <strong>di</strong>mensioni ridotte, la storia<strong>di</strong> questi e<strong>di</strong>fici e soprattutto laloro “resurrezione” è spesso fruttodella passione dei residenti e dellafedeltà <strong>di</strong> emigranti che in questafetta <strong>di</strong> terra hanno lasciato almeno <strong>il</strong>cuore. Pie<strong>di</strong>monte ad esempio. Inquella proprietà battente ban<strong>di</strong>eraperticarese i cappuccini hanno piantatole tende per nove anni, prima <strong>di</strong>cedere <strong>il</strong> testimone ai ragazzi <strong>di</strong> donOreste Benzi. Ripulita e sistemata, lacasa ospita sei giovani dell’associazionepapa Giovanni XXIII, mentre lachiesa arriva a contenere venti persone.Qualcuno <strong>di</strong> questi a Botticelladovrebbe star fuori: capienza massimaquin<strong>di</strong>ci fedeli. Dimensioni piùcomunitarie si ritrovano a Schigno,Senatello e alla Madonna del Piano,in comune <strong>di</strong> Casteldelci. Stesso<strong>di</strong>scorso a Uffogliano mentre aMonterotondo, patria del “mago”Gambetti, la chiesa <strong>di</strong> forma romanicaè uno spettacolo per gli occhi eper <strong>il</strong> cuore.(p.g.)Il Maestro FaustoRinal<strong>di</strong> agli inizidella sua carrieracostellata<strong>di</strong> successi7


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Maggio/Giugno 2004ATTUALITÀL’arma<strong>di</strong>o poetico<strong>di</strong> Pennab<strong>il</strong>liÈuscito da poco un libro <strong>di</strong>sociologia del turismo che contieneun bel riconoscimentoalla città <strong>di</strong> Pennab<strong>il</strong>li ed ai suoi personaggi.L’autore è un famoso giornalistatedesco, Roland Gunter.Pensiamo <strong>di</strong> fare cosa gra<strong>di</strong>ta ainostri lettori proponendo una paginadel libro.Io ho una casa ad Anghiari, inToscana. Un mio amico faceva <strong>il</strong> serviziociv<strong>il</strong>e a Santarcangelo, siamoandati là, al festival “Teatro sul posto”(nel 1987). Ho dormito a casa dell’architettoClau<strong>di</strong>o <strong>La</strong>zzarini, che èresponsab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> molti progetti <strong>di</strong> spazipubblici, e l’ho conosciuto: da allora <strong>il</strong>suo lavoro mi ha conquistato. Lui miha portato da un suo amico: ToninoGuerra, un poeta e regista. L’ho intervistato:ha lavorato con Antonioni,Fellini, Rosi, i fratelli Taviani,Tarkofskji, Anghelopous.All’inizio mi trattava in modo un po’<strong>di</strong>staccato. Lo capisco: viene infattistrumentalizzato da molte persone.Poi ho scritto una pagina sul quoti<strong>di</strong>anotedesco Frankfurter Allgemeine,un’altra sul <strong>giornale</strong> <strong>di</strong> Bas<strong>il</strong>ea e inseguito ho scritto molto altro. In moltianni mi sono attenuto a questo tema;Tonino lo apprezzava, e così siamo<strong>di</strong>ventati amici.Ho poi fatto una mostra all’hotel“<strong>La</strong>go Verde” a Pennab<strong>il</strong>li, con foto etesti in italiano e in tedesco: si trattava<strong>di</strong> una visione d’insieme, fino ai giorninostri, dei circa trenta “luoghi poetici”in val Marecchia. Da qui ci sonopoi state altre piccole mostre nei corridoie stanze a tema. Nasce così unhotel culturale. Regalo all’hotel moltimiei testi che avevo comprato in vista<strong>di</strong> un impegnativo libro <strong>di</strong> viaggiosulla regione. Si crea una piccolabiblioteca in un arma<strong>di</strong>o poetico <strong>di</strong>Marco Brogi. Dopo<strong>di</strong>chè faccio portaredalla Germania una grossa lumaca<strong>di</strong> ferro <strong>di</strong> Horst Wolframm e la facciosistemare sul prato davanti all’hotel.Diventa la beniamina dei bambini.Anche i ricevimenti <strong>di</strong> nozze voglionoaverla nelle loro fotografie. E più <strong>di</strong>una persona si è piazzata tra le sueantenne a forma <strong>di</strong> corna: per <strong>di</strong>vertirsial gioco del “cornuto”! Per lafamiglia che gestisce l’hotel ormai nonsono più un ospite, ma un amico.Quando vado a stare là - due voltel’anno - ogni mattina verso le 11 vadodal mio amico Tonino e ci mettiamo ariflettere insieme. Io tengo sulle ginocchiadei foglietti e a volte anche unnastro magnetico e una macchinafotografica. Tonino Guerra è infatti unvulcano <strong>di</strong> idee e ne raccolgo a pienemani.Tonino Guerra visse per qualchetempo nella città tedesca <strong>di</strong> Troisdorfsul Reno - oltre 50 anni fa - in con<strong>di</strong>zionidurissime: lavorando in uncampo <strong>di</strong> concentramento, destinato amorire per fame e per <strong>il</strong> troppo lavoro.Fu là che scrisse le sue prime poesie,e un me<strong>di</strong>co che era con lui nelcampo le raccolse.Feci in modo che la città <strong>di</strong> Troisdorfnel 1992 invitasse <strong>il</strong> poeta e regista.Nelle conferenze io traducevo le<strong>di</strong>scussioni e le <strong>di</strong>vagazioni e poi loportavo in giro per la regione dellaRuhr.Da questo evento pubblico nacque <strong>il</strong>mio primo libro su Tonino Guerra:“Partenza a Troisdorf” (Essen 1992). Ilpoeta racconta la terrib<strong>il</strong>e guerra,mentre io presento uno schizzo biograficodella sua vita.Dal 1998 osservo quanto segue:Tonino Guerra e <strong>il</strong> suo amico GianniGiannini, con qualche aiuto hannosalvato la valle Marecchia grazie aduna visione artistico-letteraria dei“luoghi poetici”, che rappresentanoanche una nuova <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> untipo <strong>di</strong> architettura basato sulla semplicità.In quella valle infatti i paesiormai vuoti - cadevano a pezzi - offrivanouno spettacolo crudele, cheintristiva. Ma Tonino Guerra ha mo<strong>di</strong>ficatolo sguardo, è un fantastico creatore<strong>di</strong> euforia. Da molti anni osservocome la valle a poco a poco torna afiorire. Alla visione poetica segue <strong>il</strong>lavoro <strong>di</strong> pianificazione, all’insegnadella tutela e dello sv<strong>il</strong>uppo.In seguito ho scritto un secondo librosu Tonino Guerra: sui “Luoghi Poetici”(Essen, 1998). Ed ora ci sono altre 300pagine <strong>di</strong> manoscritto per un terzolibro.Nel 1992, in Germania, ho iniziato conalcuni amici - soprattutto con JanneGunter e Horst Wolframm - a crearequalcosa <strong>di</strong> sim<strong>il</strong>e nella mia regione,ad Eisenheim, vicino al Reno, nelcuore della grande città <strong>di</strong>Oberhausen, vicino a Dusseldorf.Eisenheim è un luogo storico, pieno<strong>di</strong> turisti: è l’inse<strong>di</strong>amento più anticonella regione della Ruhr. Abbiamo trapiantatolì le idee <strong>di</strong> Tonino Guerra.Ne sono risultati dei “luoghi poetici” -su terreni privi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici, in giar<strong>di</strong>ni edavanti alla casa del popolo: “Il boscodei Taubenhauser”, “Il viaggio spazialesulla terra”, “L’idea”, “<strong>La</strong> musica dell’acqua”,un ricordo del poetaHeinrich Heine e altri.Tratto da Roland Gunter “Viaggi <strong>di</strong>conoscenza”, in “Lo sguardo del turistae <strong>il</strong> racconto dei luoghi” a cura <strong>di</strong>Rossana Bonadei e Ugo Volli, FrancoAngeli M<strong>il</strong>ano 2003.L’ancora <strong>di</strong>NovafeltriaUn gruppo <strong>di</strong> studenti e <strong>di</strong> insegnantidell’Istituto d’IstruzioneSuperiore “Einau<strong>di</strong>” <strong>di</strong> Novafeltriaha redatto, e pubblicato alla finedel mese <strong>di</strong> apr<strong>il</strong>e, un <strong>giornale</strong> <strong>di</strong>16 pagine dal titolo L’Ancora. Il<strong>giornale</strong> è ricco <strong>di</strong> informazioni,poesie, lettere e cronaca. Se voleteleggere qualcosa <strong>di</strong> piacevole cercate<strong>di</strong> farvene dare una copia. Daparte nostra complimenti alla redazionedell’Ancora.8


Maggio/Giugno 2004ATTUALITÀRosanaAAttendo che <strong>il</strong> mare mi <strong>di</strong>a unsegnale per capire dove arriverò/ Forse ad un porto sicuroo in un’isola tutta mia / Voglio sentirela mia voce femmin<strong>il</strong>e / Sono stanca<strong>di</strong> fare l’uomo e derubare con latenerezza tutte le frontiere del cuore /Non voglio né un marito né un amantema sì, un’anima per tutta la vita.” E’una forza serena e fremente allo stessotempo quella racchiusa nella poesia<strong>di</strong> Rosana Crispim da Costa, poetessabras<strong>il</strong>iana <strong>di</strong> San Paolo che vive inItalia da quattor<strong>di</strong>ci anni, metà deiquali trascorsi a Sant’Agata Feltriadove attualmente risiede. “Può esserescontato per una poetessa - <strong>di</strong>chiaraRosana - ma la mia vita è sempre stataguidata dall’amore e in Italia inizialmentemi ha portato l’amore per la linguaitaliana. Ho poi scelto, felicemente,<strong>di</strong> rimanere in questo paese peramore nei confronti <strong>di</strong> una persona”.Rosana Crispim da Costa è <strong>di</strong>ventatapoetessa all‚età <strong>di</strong> venticinque anni mascrive da quando ne aveva do<strong>di</strong>ci. Hagià all’attivo un libro <strong>di</strong> poesie uscitonel 1996 (“Il mio corpo traduce moltelingue” Fara Ed.), partecipa a quattroantologie <strong>di</strong> autori italiani e stranieri,insegna intercultura nelle scuole, hacollaborato con <strong>di</strong>verse ra<strong>di</strong>o e televisioniprivate e partecipa all’associazioneinterculturale Eks&Tra, dalla qualeè stata premiata, che ogni anno e dapiù <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni organizza un concorso-festivalinternazionale <strong>di</strong> letteratura<strong>di</strong> migrazioni patrocinato dalla provincia<strong>di</strong> Mantova, manifestazione cheraccoglie scrittori che oggi sono premiimportanti come <strong>il</strong> premio Montale.Oltre ai componimenti poetici si de<strong>di</strong>caanche a racconti e prosa poetica eda qualche tempo è <strong>di</strong>ventata inoltrecompositrice <strong>di</strong> canzoni. “<strong>La</strong> poesia -prosegue la scrittrice - è <strong>il</strong> modo <strong>di</strong>retto<strong>di</strong> esprimere i miei sentimenti e hola pretesa <strong>di</strong> scrivere per gli altri perchévorrei che si rispecchiassero in ciòche scrivo. Nell’ultimo seminario organizzatodall’Università dell’autobiografiaad Anghiari, abbiamo <strong>di</strong>scussodella contaminazione nella lingua italiana,del contributo che uno scrittorestraniero può apportare alla lingua italianaarricchendola <strong>di</strong> metafore, fantasia,nuove espressioni, <strong>il</strong> bagaglio culturaleche ogni straniero porta con sé.<strong>La</strong> grande <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ogni scrittore ètrovare un e<strong>di</strong>tore <strong>di</strong>sposto a pubblicarele proprie opere. Io ho già terminato<strong>il</strong> mio secondo lavoro e spero <strong>di</strong>pubblicarlo entro l’anno. Gli strumentidella mia ispirazione sono le cose chevivo nel quoti<strong>di</strong>ano e Sant’AgataFeltria è la fonte <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> ispirazionenella mia vita, l’aria che mi circonda,la campagna, i fiori, le lucciole.Scrivere è vivere, è <strong>il</strong> mio sfogo <strong>di</strong>gioia, <strong>di</strong> tristezza, <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong>integrazione. Il mio progetto per <strong>il</strong>futuro è <strong>di</strong> trovare più tempo per scriveree trasformare in poesia la gioiache mio figlio Julio Cesar, che ha quasitre anni, sa trasmettermi”.Benedetta Rinal<strong>di</strong>Il volo <strong>di</strong>GerardoImmagine <strong>di</strong>S. Agata vistadal parapen<strong>di</strong>oa motore <strong>di</strong> GabrieleBoldrini.Foto <strong>di</strong> Gerardo Boschi<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong><strong>La</strong> nuovaGiuntaVolti e nomi nuovi fra i consiglieridella giunta del comune <strong>di</strong>Sant‚Agata Feltria e atti <strong>di</strong> nominaanche nei confronti <strong>di</strong> due “vecchieconoscenze”, Francesco Bagnolicon delega a vice <strong>sindaco</strong> e assessoreper le attività produttive, scuolae sport, e Andrea Rinal<strong>di</strong>, riconfermatoall’assessorato per <strong>il</strong>Turismo e la cultura. Costituita apoco meno <strong>di</strong> due settimane dallavittoria della lista civica no. 2“Insieme per lo sv<strong>il</strong>uppo delComune” capeggiata da Goffredo<strong>Polidori</strong>, la nuova squadra <strong>di</strong> giuntache peraltro era stata preannunciatadurante gli incontri nelle frazioni enel capoluogo durante la campagnaelettorale. Consiglieri <strong>di</strong> maggioranza,oltre ai menzionati Bagnoli eRinal<strong>di</strong>, Guglielmino Cerbara, condelega ai lavori pubblici, urbanistica,agricoltura, personale e protezioneciv<strong>il</strong>e, Roberto D’Orazi, GloriaManzi, G<strong>il</strong>berto Piccini, GiancarloMarinelli e Daniele Paci. Nominatoinoltre un assessore esterno,Giampaolo Ugolini, con delega aiservizi sociali. Consiglieri <strong>di</strong> minoranzasaranno invece GianfrancoMarini, Ulderico Sabba, OmbrettaFabbri e Paolo Ricci.Benedetta Rinal<strong>di</strong>9


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Maggio/Giugno 2004STORIAIl cancelliere esecratoCristoforo Beni, notaio in S.Agata dal 1775 al 1821, è nel1802 da 16 anni cancelliere deltribunale podestar<strong>il</strong>e dello stessoluogo, “contro le leggi fatte ab immemorab<strong>il</strong>iche li paesani non possino,né debbino servire in detti impieghi”.Pare che egli impe<strong>di</strong>sca con sotterfugie raggiri che <strong>il</strong> podestà amministri con<strong>il</strong> dovuto rigore la giustizia.L’anonimo scrivente, avverso all’operatodel Beni, avverte <strong>il</strong> delegato apostolico<strong>di</strong> Urbino dei “<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni” edelle ingiustizie commesse da quelcancelliere. Egli propone anche unesempio: “Pochi anni or sono un certoLuca Perruzzi della Comunità <strong>di</strong>Rusciano subor<strong>di</strong>nata a questa <strong>di</strong> S.Agata, fece <strong>di</strong> giorno un omici<strong>di</strong>o, contorcere <strong>il</strong> collo ad un giovinetto <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>cianni senza alcun motivo (sic).Questo Peruzzi è <strong>di</strong> una famigliarispettab<strong>il</strong>e de’ nostri monti, <strong>di</strong> possidenzae <strong>di</strong> denaro. Il cancelliere Beniunito col gius<strong>di</strong>cente li vuotarono laborsa, e neppure presero <strong>il</strong> corpo deldelitto; <strong>il</strong> delinquente fece un annocirca <strong>di</strong> contumacia, poi ritornò allasua casa senza che la giustizia lo perseguitasse.Lo scopo dello scrivente è <strong>di</strong> voler sollecitare<strong>il</strong> presidente della provincia avoler rime<strong>di</strong>are ai <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni creati dalBeni col rimuoverlo dall’incarico affinchéin avvenire la giustizia in S. Agatasia ripristinata.Un altro scrivente, anch’egli anonimo,informa lo stesso alto prelato sulmodo in cui si vive nella “terra” <strong>di</strong> S.Agata Feltria e sua giuris<strong>di</strong>zione.Molte persone, sebbene non munitedelle opportune licenze - riferisce l’ignotodenigratore dell’operato delBeni -, non si peritano <strong>di</strong> mostrarsi inpubblico con armi da fuoco e dataglio, ignorando <strong>il</strong> recente e<strong>di</strong>tto chene vieta <strong>il</strong> porto abusivo. Alcuni <strong>di</strong>questi, contro le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>antichi e recenti, hanno l’ar<strong>di</strong>re <strong>di</strong>andare a caccia <strong>di</strong> starne e lepri intempo <strong>di</strong> neve, e nel contempo <strong>di</strong>uccidere i colombi, dei quali hannoassottigliato <strong>di</strong> molto <strong>il</strong> numero, congrave danno dei loro proprietari e privandoin tal modo anche l’ingrassamentodella terra da lavoro in unpaese così montuoso e d<strong>il</strong>avato dalleacque come <strong>il</strong> Santagatese.“Cacciando costoro devastano siepi,calpestano seminati, ed introducendosianche ne’ grani in tempo che sonoprossimi a maturare, ne fanno unastrage esecrab<strong>il</strong>e atterrandoli e coipie<strong>di</strong> e coi cani che v’introducono;penetrando altresì nelle vigne, e primache si maturano le uve, scelti alcunigrani, si osservano i grappoli gettatiper terra, e giunto <strong>il</strong> tempo della vendemmiasi sa che alcuni ne hanno trasportatatanta quantità alle propriecase, colla quale non solo hannopotuto fare l’acquato per uso dell’interaloro famiglia, ma anche <strong>il</strong> vino davendere”.Ovunque regna <strong>il</strong> ladroneggio “e lasoperchieria, formatasi non già dallaforza dell’in<strong>di</strong>genza, ma dell’indolenza<strong>di</strong> questo Tribunale”, dove pare dominiincontrastato <strong>il</strong> tristo e forse corrottocancelliere, e non i podestà protempore,“e passano mesi ed annisenza potersi ottenere un semplicedecreto”. Un fatto presenta <strong>il</strong> nostro aldelegato apostolico, ond’egli possavenire a conoscenza degli arbitri chesi perpetrano nel tribunale <strong>di</strong> S. Agata,che egli chiama <strong>il</strong> tribunale <strong>di</strong> P<strong>il</strong>ato:“Sorpreso da birri un certo Gio. Paracol corpo del delitto indosso, cioè conla refurtiva <strong>di</strong> alcuni panni <strong>di</strong> qualcheconseguenza, senza consultare, chepur doveasi, fu benignamente <strong>di</strong>messola notte istessa in cui seguì <strong>il</strong> suoaresto. Prese costui magior ansia adelinquere, onde, trascorsi pochi giorni,si avanzò a comettere un furtosacr<strong>il</strong>ego e qualificato coll’asportaredalla chiesa <strong>di</strong> S. Cristoforo un calicee patena, per cui arrestato nella città<strong>di</strong> Rimini ne l’atto che stavalo contraendo,ove resta per anche detenutoin quelle carceri”.Anche questo anonimo brama la rimozionedei Beni dall’incarico <strong>di</strong> cancelliere,considerato che <strong>il</strong> nuovo bargello,intraprendente e coraggioso edattorniato da bravi sbirri, sarebbe sufficientea far rispettare l’e<strong>di</strong>tto sul<strong>di</strong>sarmo recentemente promulgato seun ufficiale forestiero, <strong>di</strong>verso dall’attuale,“non si faccia <strong>di</strong>fensore della10v<strong>il</strong>e marmaglia, che sempre più infoltisce”.Chi scrive però pecca senz’altro <strong>di</strong>parzialità nel descrivere la figura e l’operatodel cancelliere santagatese perchéegli stesso si propone come can<strong>di</strong>datoa sostituirlo. E facendolo rivelasegretamente <strong>il</strong> suo nome al solo delegatoapostolico perché sospetta che isuoi u<strong>di</strong>tori possano proteggere e<strong>di</strong>fendere l’aborrito preteso rivale.<strong>La</strong> figura a tinte fosche che alcunihanno voluto <strong>di</strong>pingere <strong>di</strong> CristoforoBeni è messa in forse da una letteradel 1806 che lo stesso in<strong>di</strong>rizza aldelegato apostolico. Egli è stato destinatoalla cancelleria <strong>di</strong> Pennab<strong>il</strong>li, masupplica l’alto prelato <strong>di</strong> rimanere a S.Agata Feltria e <strong>di</strong> mandare in quellasede colui che al suo posto era destinato.Egli precisa <strong>di</strong> non essere nativo<strong>di</strong> S. Agata Feltria, bensì <strong>di</strong> Pietracutae <strong>di</strong> avere ottenuto la cancelleria <strong>di</strong>quella terra, e <strong>di</strong> esservi stato riconfermato,non per <strong>il</strong> “servizio prestato per20 anni nel giro de’ vicari, ma peravere eseguito tutte le confinazioni <strong>di</strong>questa Legazione colli Stati esteriquasi gratuitamente, cioè per solibaiocchi 75 al giorno, compresa lacavalcatura e cibarie”.Egli è convinto che, per i <strong>di</strong>ritti acquisitiin quegli anni, meriti <strong>di</strong> rimanerenella stessa cancelleria e perciò neimplora la conferma, anche perché glisarebbe <strong>di</strong> grave pregiu<strong>di</strong>zio muoversiora da detto luogo con la famiglia,dove svolge anche la funzione <strong>di</strong>computista e <strong>di</strong> notaio.E lì sarebbe rimasto, come testimoniauna lettera del podestà <strong>di</strong> Sant’Agataal delegato apostolico del 26 gennaio1808: “A fronte della stravaganza dellastagione e della grossa neve questomio cancelliere Beni si è portato collasquadra feretrana nel vicariato <strong>di</strong>Montegelli per eseguire la commissioneaddossatagli dall’eccellenza vostrareveren<strong>di</strong>ssima con lettera facoltativadei 16 andante, toccante l’espulsionedei coscritti del Regno Italico rifugiatisiin detto luogo”.Marco Battistelli


Maggio/Giugno 2004<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>STORIA<strong>La</strong> misteriosa tomba<strong>di</strong> SvevaNell’Alta Val Marecchia, più omeno a metà strada traNovafeltria e Pennab<strong>il</strong>li, c’èun’antica chiesa del Quattrocento,s<strong>il</strong>enziosa custode <strong>di</strong> una splen<strong>di</strong>daMadonna in ceramica <strong>di</strong> Luca DellaRobbia e dei resti <strong>di</strong> un’altra“Madonna” molto più misteriosa.Posta su <strong>di</strong> un piccolo declivio fra ungruppo <strong>di</strong> case, la chiesa <strong>di</strong> SantaMaria D’antico è datata 1484, ma <strong>il</strong>suo aspetto esterno in conci <strong>di</strong> pietra,soprattutto la facciata con <strong>il</strong> bel rosonetipicamente gotico (anche se qui èattribuito allo st<strong>il</strong>e Romanico, forsetardo, e datato XIII sec.), la lunettascolpita in pietra arenaria - raffigurantela Vergine che bene<strong>di</strong>ce e proteggesotto <strong>il</strong> suo mantello i soldati - come <strong>il</strong>bel portale su cui è posta (anche sedatati XV secolo) fanno pensare all’esistenza<strong>di</strong> una chiesa ancora più antica,ingran<strong>di</strong>ta e rimodernata verso lafine del XV secolo. Qui nasce la leggendache la vuole innalzata dal conteGian Francesco Oliva, signore <strong>di</strong> quelleterre, in onore della sua amata <strong>di</strong>cui custo<strong>di</strong>rebbe le spoglie.Si narra che <strong>il</strong> giovane conte avesseuna relazione con una donna <strong>di</strong> nomeSveva (pare una cognata) <strong>di</strong> cui eramolto innamorato, tanto da non riuscirea rassegnarsi alla sua prematurae improvvisa morte, avvenuta in unanevosa notte <strong>di</strong> febbraio.Cadeva fitta la neve quella notte e legrida <strong>di</strong>sperate del conte squarciavano<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio calato sul paese d’Antico(oggi Santa Maria <strong>di</strong> Maiolo). Gli abitanticorsi fuori dalle case si recaronoal castello per rendersi conto dell’accadutoe vi trovarono <strong>il</strong> loro signorein lacrime, straziato sopra <strong>il</strong> corpoormai senza vita dell’amata Sveva.Piangeva e urlava <strong>di</strong>sperato <strong>il</strong> conte enon si rassegnava a quella per<strong>di</strong>ta.Andò avanti per ore, finché a mezzanotte,un giovane e misterioso messaggerosuggerì al giovane feudatario<strong>di</strong> re<strong>di</strong>mersi da tutti i suoi peccati eglorificare questo grande amore innalzandoun tempio sacro alla VergineMaria come tomba per la poveraSveva. Così fu detto, ed ecco la chiesa<strong>di</strong> Santa Maria de<strong>di</strong>cata alla BeataVergine del Carmine, nel cui presbiterioin perfetto st<strong>il</strong>e brunelleschiano,<strong>di</strong>etro all’altare <strong>di</strong> pietra, è posta lapreziosa Madonna delle Grazie conBambino del Della Robbia (uno degliartisti che lavorò nel TempioMalatestiano <strong>di</strong> Rimini).Costruita nel 1484, ma consacrata nel1509 e restaurata nel 1908, in questapiccola e affascinante chiesa dall’esternome<strong>di</strong>evale e l’interno cinquecentesco,non c’è traccia però dellapresenza <strong>di</strong> Sveva. Nessun segno.Niente tomba. Né un’iscrizione, unastatua, una lapide, un <strong>di</strong>pinto... Si <strong>di</strong>ceche in uno dei trentasei rosoni in stuccoche decorano <strong>il</strong> soffitto a cassettonidel presbiterio Cinquecentesco, siaraffigurata un’immagine <strong>di</strong> donna...beato chi l’ha vista, perché io no.In compenso, si <strong>di</strong>ce anche, a completarela leggenda, che nelle notti <strong>di</strong>febbraio quando nevica e spira la gelidatramontana, vicino alla chiesaappare una can<strong>di</strong>da ombra gemente echina come su una tomba, finché s’allontanalentamente sull’aspro sentieroche sale verso <strong>il</strong> monte. In cerca <strong>di</strong>quella pace che mai trovò.<strong>La</strong>ra Fabbri(Tratto da Ariminum n. 3 - 2004)Igea Marina1956Prima f<strong>il</strong>a in basso,abbiamo riconosciuto:Wally D’Orazio,Eva Mariani(grazie per la foto),Anna Dorazi,Gugliemina Rossi,Anna Bettini.Seconda f<strong>il</strong>a:Elvina Ciccioni,Carla Cerbara,Anna Sartini,Paola Ricci,Li<strong>di</strong>a Sampaoli (?)Terza f<strong>il</strong>a:Maria Marani, Sabba,Piacenti, AlbarosaCinarelli, Lina Ciccioni11


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Maggio/Giugno 2004CRONACALe origini della Indel BGrazie a Saro Di Bartolo per aver rintracciato e fotografato la locan<strong>di</strong>na chericorda <strong>il</strong> contributo dato dalla Indel B ai viaggi nello spazio, con <strong>il</strong> brevettorelativo al sistema refrigerante orbitale.In riferimento all’articolo pubblicato sull’ultimo numero de <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>, al giànutrito numero <strong>di</strong> persone che si recarono a lavorare alla Mivis (ora Indel B) <strong>di</strong>Ravenna nel lontano 1969/70, vanno aggiunti i seguenti nominativi, con i qualici scusiamo per la <strong>di</strong>menticanza:Sergio Salone (ora novello pensionato)Calogero VironeAngelo CostantiniPaolo <strong>Polidori</strong>Giacomo BartoliniArnaldo Campitelli12Perticaracapitaled’OlandaCarta geografica alla manol’Olanda <strong>di</strong>sta 1500 km.Attraversare mezza Europanon è certo una passeggiata, soprattuttoin estate con le interminab<strong>il</strong>icode in autostrada. Il classico esodoestivo però non riguarda le assolatespiagge <strong>di</strong> Rimini o Riccione bensìPerticara, piccolo paese dalle gran<strong>di</strong>tra<strong>di</strong>zioni minerarie. Sono sempre <strong>di</strong>più i turisti olandesi (soprattutto),tedeschi e danesi che preferisconoalla frenesia della riviera un’oasi <strong>di</strong>tranqu<strong>il</strong>lità nell’alta Valmarecchia. Iprimi a scegliere questa meta sonostati Bert e Nel Eigenbrood, coniugiolandesi <strong>di</strong> Lisse (“la patria dei tulipani”,racconta fiera Nel) che duranteuna vacanza si sono innamorati <strong>di</strong>questi posti al punto da volerci viveree lavorare. Così è nata l’idea delcamping: “Questo è un posto meravigliosocon un panorama stupendo -si entusiasma Bert - e credo che uncamping mancasse in questa zona”. “Quando siamo arrivati qui nel ‘98c’era solo un capannone con quattromuri e <strong>il</strong> tetto - prosegue Nel -.Mancava l’acqua, la luce e <strong>il</strong> gas maci siamo dati da fare e nel maggio ‘99abbiamo aperto. I turisti vengono quiper r<strong>il</strong>assarsi, per <strong>il</strong> cibo - le cuochesono rigorosamente italiane - e per lacultura”. Con l’aiuto <strong>di</strong> Internet Bert eNel si sono fatti conoscere in patria eda maggio a settembre <strong>di</strong> ogni annoparte una lunga processione <strong>di</strong> connazionalialla ricerca <strong>di</strong> relax. “Questo è <strong>il</strong> secondo anno che vengoe sicuramente in futuro ci tornerò -racconta Hans Kippers <strong>di</strong> Maastricht -<strong>il</strong> panorama è incantevole e poi lapasta, <strong>il</strong> formaggio <strong>di</strong> fossa, i dolcisono ottimi motivi per passare levacanze qui”. Intenti a smontare laloro tenda due ragazzi <strong>di</strong> Haarlem,Maurice e Monique: “Siamo statimolto bene, <strong>il</strong> cibo è buono e soprattuttorispetto a Roma è molto piùeconomico”: Mentre ci allontaniamo,Bert <strong>di</strong>ce convinto: “Torneranno”. C’èda credergli, ormai Perticara è unfeudo olandese.

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