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ROCCA mag/giu 2004 - La Rocca - il giornale di Sant'Agata Feltria

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4/<strong>2004</strong>NOTIZIARIO DI STORIA E ATTUALITÀ SANTAGATESE n. 4 reg. trib. ps nr. 427 - Dir. Resp. G. Dall’Ara redazione Sant’Agata <strong>Feltria</strong>Fax 0541/929744 - Grafica e fotocomposizione <strong>il</strong>ponte - Stampa <strong>La</strong> Pieve poligrafica e<strong>di</strong>toriale, V. Verucchio - ema<strong>il</strong> gda@glomanet.coSommario2Attualità3Entroterra e turismo4I Giovanetti <strong>di</strong> Tramonto5Soldati in rivolta6San Donato, mappa del 18007Maiano, elementare!8Frati santagatesi9Abbiamo bisogno <strong>di</strong> te<strong>La</strong> chiesa“restituisce”due fosseNel triangolo compreso traTalamello-Sant’Agata-Sogliano,le fosse sono <strong>di</strong>sseminate unpo’ ovunque. Ma in chiesa, in un luogo<strong>di</strong> culto, ancora non si erano scoperte.Il ritrovamento è avvenuto a Sant’Agata<strong>Feltria</strong>, proprio all’ombra <strong>di</strong> <strong>Rocca</strong>Fregoso. In occasione dei lavori <strong>di</strong>restauro (un finanziamento m<strong>il</strong>ionarioche arriva dall’Europa), gli operai sison trovati <strong>di</strong> fronte a due buche sottola pavimentazione all’interno dellachiesa <strong>di</strong> San Francesco della Rosa,eretta nel 1700 dai frati minori conventuali.Le due fosse sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensionipiù ridotte rispetto a quelle rinvenutein paese: potrebbero contenere circa 12quintali ciascuna <strong>di</strong> for<strong>mag</strong>gio contro i23 delle “sorelle”. Fosse <strong>di</strong>mensionate,<strong>di</strong> uso casalingo e non da affitto,insomma. “È un ritrovamento importante,- ammette Franco Vicini che daassessore in Comunità Montana hasostenuto <strong>di</strong>verse battaglie per l’alleanzadel fossa - che conferma la larga <strong>di</strong>ffusionein paese dell’attività del for<strong>mag</strong>gio.<strong>La</strong> quantità <strong>di</strong> buche <strong>di</strong>sseminateal riparo delle mura, infatti, è altissima”.Con quelle della chiesa salgonoa 26 le fosse nel borgo feretrano (<strong>di</strong> cui19 in attività), che fanno <strong>di</strong> Sant’Agata<strong>il</strong> comune più “prolifico”. Ora si dovràdecidere della sorte dei nuovi pertugi:San Francesco della Rosa resta unluogo <strong>di</strong> culto. E c’è già chi propendeper due lastre <strong>di</strong> vetro per lasciareaffiorare alla vista la memoria storica <strong>di</strong>una pratica <strong>di</strong>ffusa. (p.g.)10Gatti, fantasmi e castelli11Mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re12Fatevi sentire<strong>ROCCA</strong>È UN’INIZIATIVACOMITATO FIEREED INIZIATIVE PROMOZIONALI


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Settembre/Ottobre <strong>2004</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong><strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Il prof. Cappelli<strong>di</strong> Ro<strong>mag</strong>nanoSegnaliamo ai lettori della <strong>Rocca</strong> che <strong>il</strong> dr. Piero Raggi <strong>di</strong>Ravenna ha pubblicato su <strong>La</strong> Piè (n. 2, <strong>2004</strong>) una interessantebiografia del prof. Lorenzo Cappelli, chirurgo nato aRo<strong>mag</strong>nano <strong>di</strong> S. Agata <strong>Feltria</strong> nel 1868, e morto nel 1949.Grazie alla documentazione raccolta da Raggi anche <strong>il</strong> nostro<strong>giornale</strong>, in passato, nell’apr<strong>il</strong>e del 1997, ha raccontato brevementela vita dell’<strong>il</strong>lustre concitta<strong>di</strong>no, ma ora la bibliografiasu Cappelli si è arricchita <strong>di</strong> un lavoro al tempo stessoscientifico e <strong>di</strong>vulgativo. Nel 1955 a Mercato Saraceno allapresenza del sen. Aldo Spallacci, venne de<strong>di</strong>cato un busto alprof. Cappelli; chi desiderasse vederlo lo trova nell’Ospedale<strong>di</strong> Mercato Saraceno.Riconoscimento perSan Leo, Mercatellosul Metauro e GradaraIl 21 luglio sono state assegnate tre Ban<strong>di</strong>ere Arancioni, <strong>il</strong>riconoscimento cioè della qualità turistica e ambientale ideatodal Touring Club Italiano, in Provincia <strong>di</strong> Pesaro. I comuniche d’ora in poi possono esibire questo riconoscimentosono San Leo, Mercatello sul Metauro e Gradara. Alla premiazioneerano presenti <strong>il</strong> presidente della Provincia <strong>di</strong>Pesaro-Urbino, l’assessore provinciale al Turismo, <strong>il</strong> sindaco<strong>di</strong> Mercatello sul Metauro, l’assessore al Turismo <strong>di</strong> Gradara,l’assessore al Turismo <strong>di</strong> San Leo.Gli amici ricordanoEnzo AntinoriPerticara 5 agosto. Gli amici ricordano Enzo Antinori. È statoquesto <strong>il</strong> tema della bella serata organizzata dalla Pro Loco <strong>di</strong>Perticara, nella sala del Minatore strapiena per l’occasione.Efrem Satanassi ha fatto da f<strong>il</strong>o conduttore delle emozioni“messe in scena”, o raccontate da Eva Mariani (con FabioFabbri alla chitarra), Letizia Valli, Pierluigi Vicini, Caterina <strong>di</strong>Lucignano, don Pietro Cappella e poi a seguire i tanti amici<strong>di</strong> Enzo. Per chi non avesse avuto la fortuna <strong>di</strong> conoscerlo c<strong>il</strong>imitiamo a <strong>di</strong>re che Enzo Antinori era persona dal “multiformeingegno”, piena <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> <strong>di</strong>screzione in tutte le coseche faceva. Sapeva scrivere (<strong>il</strong> suo libro <strong>La</strong> Buga si leggetutto d’un fiato), sapeva suonare e comporre musica, sapevaag<strong>giu</strong>stare qualsiasi cosa (dagli orologi a pendolo ai registratori);era creativo, come <strong>di</strong>mostrano le sue invenzioni (celebrel’orologio “a patate”), appassionato <strong>di</strong> storia locale, <strong>di</strong>vulgatoredella storia e della cultura della miniera <strong>di</strong> zolfo <strong>di</strong>Perticara. Le annate della <strong>Rocca</strong>, e ancor prima le annate <strong>di</strong>“Qui Perticara”, raccolgono molti suoi articoli che testimonianola varietà dei suoi interessi.Va anche detto che era generoso e sempre <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e, anchese <strong>di</strong>rlo può sembrare retorica, ma è la verità. Per molti <strong>di</strong> noiATTUALITÀè stato non solo un amico, ma un esempio: mai sopra lerighe. Della sua “um<strong>il</strong>tà” è testimone tutta la sua vita, con lafamiglia e i tanti amici al centro dei suoi affetti. Provate a leggere<strong>il</strong> racconto dell’incontro, tra lui e suo padre, con <strong>il</strong> <strong>di</strong>rettoredella Miniera <strong>di</strong> Perticara, nel 1940, contenuto nel libro<strong>La</strong> Buga, e ritroverete tutta la sua sensib<strong>il</strong>ità.Un’ultima annotazione: un particolare ringraziamento allaPro Loco <strong>di</strong> Perticara e al Museo storico minerario che peruna iniziativa organizzata nei primi giorni dello scorso mese<strong>di</strong> luglio, hanno voluto ut<strong>il</strong>izzare una frase <strong>di</strong> Enzo Antinori,stampandola sul depliant dell’evento. Ecco la frase “(1964)C’ero anch’io a murare, ma in ogni muro lasciavo un foroaperto, un buco perché la nostra buga potesse respirare equin<strong>di</strong> vivere”. (g.d.)Scopertauna V<strong>il</strong>la romanaUna v<strong>il</strong>la romana imperiale, con una superficie <strong>di</strong> 800 metriquadrati, e pavimenti a mosaico stupendamente conservatiper uno spazio <strong>di</strong> 500 metri quadrati. <strong>La</strong> scoperta archeologicapiù sensazionale degli ultimi anni è stata effettuata nonlontano da noi, a Sant’Angelo in Vado. Chi conosceSant’Angelo sa già che si tratta <strong>di</strong> una splen<strong>di</strong>da citta<strong>di</strong>na delMontefeltro, ma oggi questa realtà si è arricchita <strong>di</strong> un complessoarcheologico <strong>di</strong> grande importanza. <strong>La</strong> scoperta <strong>di</strong> unav<strong>il</strong>la <strong>di</strong> epoca romana, una domus imperiale, la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>visitare una ventina <strong>di</strong> vani, gran parte dei quali presentanodei mosaici così belli da fare invi<strong>di</strong>a a quelli <strong>di</strong> PiazzaArmerina, fanno <strong>di</strong> Sant’Angelo in Vado una meta archeologica,e più esattamente un “Municipio romano”che non haconfronti a livello regionale. Gli scavi avviati nel 2003 sottola <strong>di</strong>rezione della dottoressa Michela Tornatore stanno proseguendoalacremente. <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> terrà informati i suoi lettorisull’andamento degli scavi e sui nuovi sv<strong>il</strong>uppi.I Cappuccinia TeatroSabato 21 agosto in Teatro si è fatto <strong>il</strong> punto sulla storia deiCappuccini in Em<strong>il</strong>ia Ro<strong>mag</strong>na. I relatori p. Prospero Rivi ep. Andrea Maggioli hanno descritto l’importanza del movimentofrancescano a livello nazionale (nella storia, nella cultura,nell’arte), e a livello provinciale. Per i Cappuccini laProvincia dell’Em<strong>il</strong>ia Ro<strong>mag</strong>na tra<strong>di</strong>zionalmente comprendeanche S. Agata. Nel nostro paese i frati cappuccini sono presentidal 1500, chiamati da Lucrezia Vitelli Fregoso, e da alloraa decine i giovani del nostro paese hanno seguito lasequela <strong>di</strong> Cristo sulle orme <strong>di</strong> San Francesco. Chi fosse interessatopuò chiedere <strong>il</strong> volume a padre Giacomo presso <strong>il</strong>convento <strong>di</strong> S. Agata. <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> desidera ringraziare p. AndreaMaggioli per la ricerca che ha fatto sui frati originari <strong>di</strong> S.Agata, e per averci messo a <strong>di</strong>sposizione la sua relazione, cheviene pubblicata a puntate su questo <strong>giornale</strong> a partire daquesto numero.ATTUALITÀIl contributo dell’entroterraallo sv<strong>il</strong>uppo del turismo ro<strong>mag</strong>noloVallino alla Festa degli Aqu<strong>il</strong>oniNel 1700 a Rimini, in piazzaCavour, <strong>di</strong> fianco alla pescheriac’era uno degli alberghi piùimportanti della città. Il suo nome era“albergo del Montefeltro”. Un caso? Oinvece la prova <strong>di</strong> un legame storicoprofondo tra l’entroterra e <strong>il</strong> mareanche nella <strong>di</strong>mensione dei viaggi edel turismo?Certo quella del contributo che l’entroterrariminese, e la Valmarecchia inparticolare, hanno dato allo sv<strong>il</strong>uppodel turismo nella riviera ro<strong>mag</strong>nola èuna storia ancora tutta da scrivere.Tutti sappiamo che lungo <strong>il</strong> corso del‘900 generazioni <strong>di</strong> persone si sonotrasferite dall’entroterra al mare portandola loro cultura, la loro capacità<strong>di</strong> esprimersi in attività e ritmi <strong>di</strong> lavorocha hanno permesso la nascita <strong>di</strong>un modello <strong>di</strong> ospitalità molto particolarecome è quello ro<strong>mag</strong>nolo. Lo stu<strong>di</strong>osoriminese Oreste Delucca ha raccontatoquella storia con queste parole:“E’ una vera migrazione, una <strong>di</strong>scesaalla marina <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni epocali:tale dunque da introdurre largamente,nel nuovo comparto turistico, mentalità,abitu<strong>di</strong>ni, esperienze e modelliorganizzativi tipici del mondo <strong>di</strong> provenienza,in sostanza <strong>il</strong> retaggio culturalematurato per generazioni durantesette secoli <strong>di</strong> vita conta<strong>di</strong>na”. In altreparole <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> mostrano come laforza lavoro del turismo riminese provienein gran parte dall’esperienzamezzadr<strong>il</strong>e, una formula che realizzauna forte saldatura tra casa e terreno,tra azienda e famiglia, fra vita e lavoro”,e nell’esperienza mezzadr<strong>il</strong>e stannole ra<strong>di</strong>ci del modello turisticoro<strong>mag</strong>nolo.“Nel dopoguerra la riviera si trasformain un grande cantiere. Tutti sonomuratori, molti <strong>di</strong>ventano capomastridalla sera alla mattina (...) Da secoli,nella cultura consolidata e nell’operareconcreto del mezzadro, la casa e <strong>il</strong>terreno sono strettamente legati, quasiuna cosa sola. Per lui, i lavori <strong>di</strong>costruzione, riparazione e manutenzionedell’e<strong>di</strong>ficio rurale o dei suoiannessi, sono quasi un tutt’uno conl’impegno <strong>di</strong> conduzione e sistemazionefon<strong>di</strong>aria. Egli non è solo agricoltore,ma anche muratore, manovale,falegname, carpentiere, imbianchino.(...) Ecco perché nel secondo dopoguerra<strong>il</strong> boom del settore ed<strong>il</strong>izio puòavvenire con celerità e fac<strong>il</strong>ità adopera <strong>di</strong> personale proveniente dall’agricoltura.Per la stessa ragione <strong>il</strong> mezzadroche <strong>di</strong>viene albergatore assumeun ruolo tutto particolare nei confrontidell’e<strong>di</strong>ficio in cui esercita la nuovaprofessione”. Anche le cambiali chesono state in<strong>di</strong>cate come uno dei simbolidel modello hanno attinenza conla cultura mezzadr<strong>il</strong>e. “È storicamentedocumentato che la famiglia del mezzadroha vissuto coi debiti”, coi prestiti,stagione dopo stagione, a partiredal Me<strong>di</strong>oevo. Il mezzadro-albergatorenon ama i mutui a lungo termine enon è solito fare progetti <strong>di</strong> ampiorespiro. <strong>La</strong> sua gittata è annuale; egliragiona da un raccolto all’atro, comeera abituato sul podere”, ed i debitinon lo spaventano. “Il risultato ultimo<strong>di</strong> un sim<strong>il</strong>e percorso, fatto <strong>di</strong> piccolibalzi possiamo constatarlo ancoraoggi: è la tipica pensione costruita suun lotto troppo piccolo per contenerla,ricavata sacrificando anche glispazi destinati a funzioni essenziali; èun fabbricato sorto senza un progettoorganico, in virtù <strong>di</strong> successiveag<strong>giu</strong>nte e superfetazioni; è un palinsestocosì tormentato da <strong>di</strong>venire coltempo irreformab<strong>il</strong>e”.Anche la gestione dell’albergo ricalcala gestione dell’azienda mezzadr<strong>il</strong>e; <strong>il</strong>titolare è in realtà <strong>il</strong> tuttofare dell’aziendaal quale competono i lavorimanuali più pesanti, pur controllandol’intera azienda, mentre la moglie continuaad essere l’azdòra, dell’azienda,lavora in cucina, ma da lì si raccordacon <strong>il</strong> marito ed i figli, che pensanoalla sala, o alle camere...A parere <strong>di</strong>Delucca la cultura storicamente acquisitasul piccolo podere contribuisce aspiegare le peculiarità del boom realizzatodalla riviera riminese, e mostraanche come l’esperienza degli annidel pionierismo sia irripetib<strong>il</strong>e.Sarebbe interessante riuscire a ricostruirecosa è avvenuto in Rivieradopo la chiusura della Miniera <strong>di</strong>Perticara, un episo<strong>di</strong>o che rappresentòun nuovo motivo per emigrare, e cheportò a Rimini e <strong>di</strong>ntorni nuove capacità,competenze e spirito <strong>di</strong> sacrificio.Mi limito a ricordare che se nel 1968 aRimini nacque la prima cooperativa <strong>di</strong>albergatori d’Italia (PromozioneAlberghiera), <strong>il</strong> merito fu anche delsantagatese Gino Gosti, che se Riminiè oggi la capitale del turismo congressuale,ciò è avvenuto anche perchénei primi anni ‘80, per merito delnostro concitta<strong>di</strong>no Davide Magnani,cominciò ad ospitare congressi edeventi con migliaia <strong>di</strong> partecipanti,fino ai 13m<strong>il</strong>a <strong>di</strong> un celebre convegnoIMCO. Molti dei <strong>di</strong>rettori degli alberghipiù prestigiosi della costa sononati nell’area che va da Pennab<strong>il</strong>li aNovafeltria (<strong>il</strong> povero Corazza era <strong>di</strong>Soanne), l’attuale vicepresidente deglialbergatori <strong>di</strong> Riccione è <strong>di</strong>Casteldelci; e se oggi girate nelleagenzie <strong>di</strong> viaggio tra Cattolica eRimini, o andate nelle strutture pubblicheche si occupano <strong>di</strong> promozioneturistica vedrete che molti giovani <strong>di</strong>successo sono delle vostre parti.Insomma la Valmarecchia ha dato ungrande contributo al turismo riminese,e continua a farlo. Aspettiamo dai lettoridella <strong>Rocca</strong> qualche spunto percontinuare a raccontarlo. (g.d.)23


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Settembre/Ottobre <strong>2004</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong><strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>CRONACATerrore e amarezza<strong>La</strong> tragica uccisione <strong>di</strong> AlessandroGiorgioni ha lasciato nel cuore<strong>di</strong> ognuno una traccia indeleb<strong>il</strong>ea cui spesso dovremmo tornare colpensiero e con <strong>il</strong> cuore.Tutte le volte in cui ci sentiamo“poco” fortunati.Quel giorno, oltre al sentimento <strong>di</strong>pietà, tristezza, tenerezza versoAlessandro e la sua famiglia, ho avutopaura, e come me credo molte altrepersone: mi trovavo barricata in casacon mia figlia <strong>di</strong> pochi anni, sapendoche in giro c’era un pazzo criminale.Quello che ho provato l’ho espressosul sito degli amici <strong>di</strong> Sant’Agata<strong>Feltria</strong>, e solo per un motivo: ancoraadesso non riesco a spiegarmi come aqualcuno, titolare <strong>di</strong> insana superficialitàe <strong>di</strong> bieca inclinazione al folcloristicogossip da dopolavoro, sia venutoin mente, anche in un momento delgenere, <strong>di</strong> mettere in giro una vocetanto assurda quanto terrib<strong>il</strong>e (pernoi!): leggere per credere.Alessandra FantiniGiovedì pomeriggio.Caldo asfissiante,elicotteri sulle nostre teste, <strong>giu</strong>ngonole prime notizie. Ci barrichiamo incasa: CHIUDI TUTTO, PORCA PUTTA-NA, questo è un pazzo, ma cosa cifaceva un tipo del genere a Pereto?Od<strong>di</strong>o, è successo ad Alessandro, <strong>il</strong>toscano, quello alto. Madonna, cosaI Giovanetti<strong>di</strong> TramontoEgr. Direttore,come sempreleggo congrande piacere <strong>il</strong>suo <strong>giornale</strong> <strong>Rocca</strong>e nel numero <strong>di</strong><strong>mag</strong>gio/<strong>giu</strong>gno holetto l’articolo trattodalla guida <strong>La</strong>Valmarecchia dellecolombaie a cura <strong>di</strong>Gianni Volpe.Qui si scrive sullacolombaia <strong>di</strong>Tramonto, <strong>di</strong> cuisono comproprietarioe si descrive lachiave <strong>di</strong> volta conle iniziali F.G.( F e d e r i c oGiovannetti) datata1892 che si trova sulportale.Vorrei però precisare che nella miafamiglia dalla metà del 1700 in poinon c’è mai stato un Federico e che <strong>il</strong>cognome contiene una sola “n”:Giovanetti.Sulla chiave <strong>di</strong> volta, come da <strong>di</strong>segnoallegato, la “F” è scolpita in manieradoppia e speculare. Questo potrebbesignificare, invece dell’iniziale <strong>di</strong> unnome, la parola “Fratelli”.Infatti in quel periodovivevano aTramonto i figli <strong>di</strong>Francesco (1819):Marco (1873),Tomaso (1867) eAgostino (1860).Ho tentato a piùriprese <strong>di</strong> trovaredocumenti più completi,ma questi probab<strong>il</strong>mentesonostati <strong>di</strong>strutti daglieventi bellici o<strong>di</strong>spersi a seguitodell’omici<strong>di</strong>o delparroco <strong>di</strong> Peretoche sicuramentedeteneva le documentazionirelativealle genti <strong>di</strong> quellecontrade.Certamente sareimolto lieto se qualcuno <strong>di</strong> sua conoscenza,in possesso <strong>di</strong> documenti enotizie sia sulla località citata che sullafamiglia Giovanetti, me lo facessesapere.<strong>La</strong> ringrazio dell’attenzione ricevutacon i complimenti per <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> <strong>La</strong><strong>Rocca</strong>.<strong>La</strong> saluto cor<strong>di</strong>almente.Renzo Giovanetti4facciamo se viene qui?Poi le prime telefonate <strong>di</strong> amici preoccupati,o forse incuriositi, ma è veroche hanno trovato la moto del k<strong>il</strong>ler lìda voi a Montalcino? QUI DA NOI,QUI DA NOI, QUI DA NOI. Terrorecieco, la bambina dorme, Montalcinonon è un cort<strong>il</strong>etto, sono 50 ettari <strong>di</strong>bosco e pascoli, quello potrebbe esseredovunque, chiamo i carabinieri <strong>di</strong>Novafeltria, piango, mi tranqu<strong>il</strong>lizzano,mi rassicurano, signora, <strong>mag</strong>ariavessimo trovato la moto, sapremmodove cercare. Resto chiusa fino alle19.00, poi arrivano i clienti e mitocca: esco fuori e respiro.Che <strong>di</strong>re?Gli eroi<strong>di</strong> MaianoÈuscito <strong>il</strong> libro sugli eroi <strong>di</strong>Maiano, così come anticipatodalla <strong>Rocca</strong>. <strong>La</strong> pubblicazioneè a cura del Comitato citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong>Maiano che lo ha presentato nelcorso della tra<strong>di</strong>zionale festa <strong>di</strong> ferragosto.Il volumetto è <strong>di</strong>viso in 5parti (Campagne d’Africa, Cadutiprima guerra mon<strong>di</strong>ale, cadutiseconda guerra mon<strong>di</strong>ale,caduti sullavoro, e documenti). L’intento dellapubblicazione è quello <strong>di</strong> non<strong>di</strong>menticare le persone scomparse, ipiccoli ed i gran<strong>di</strong> atti <strong>di</strong> eroismo,ed <strong>il</strong> dolore <strong>di</strong> un popolo più volteferito. Grazie al lavoro degli organizzatorisono venuti alla luce tantiepiso<strong>di</strong> che saranno raccontati inuna prossima e<strong>di</strong>zione. Anzi: tuttisono invitati a chiedere <strong>il</strong> volume ea collaborare per la prossima e<strong>di</strong>zione.È sufficiente prendere contatticon <strong>il</strong> Comitato <strong>di</strong> Maiano o conMario Nalin, Riziero Angeli, MariaNicosanti, o Manlio Flenghi che hacurato i testi e la ricerca. Per fineottobre è prevista la presentazionein Teatro. S. Agata e le altre frazioniseguiranno l’esempio <strong>di</strong> Maiano?DOCUMENTI<strong>La</strong> rivolta dei soldatiSi temeva ne’ scorsi giorni qualchetumulto popolare per essereridotto <strong>il</strong> peso del pane aoncie due e mezzo a bai (occo), eche in breve doveva ridursi a onciedue, per cui questo Consiglio credettene’ giorni festivi tenere nella loggia<strong>di</strong> questo palazzo otto soldati circa <strong>di</strong>questa guar<strong>di</strong>a urbana armati <strong>di</strong> fuc<strong>il</strong>eper mantenimento della pubblicatranqu<strong>il</strong>lità”, relaziona <strong>il</strong> podestà <strong>di</strong>Sant’Agata al delegato apostolico <strong>di</strong>Urbino in data 16 marzo 1802.Il giorno precedente, su mandato delprimo funzionario pubblico, <strong>il</strong> bargelloe uno sbirro avevano arrestatoin strada un certo Sebastiano Brigi<strong>di</strong>per la trasgressione <strong>di</strong> un precettor<strong>il</strong>asciato dallo stesso funzionario eper avere scritto una lettera in<strong>giu</strong>riosaa un cisalpino <strong>di</strong> Montesasso.Gli esecutori dell’arresto avevanoappena condotto <strong>il</strong> Brigi<strong>di</strong> nella cancelleriadel tribunale quando <strong>il</strong> tenenteed alcuni soldati della guar<strong>di</strong>acominciarono a minacciare <strong>di</strong> volereuccidere quegli esecutori, per cui <strong>il</strong>podestà ritenne prudente r<strong>il</strong>asciare“con sigurtà” l’arrestato. Ma questaconcessione era risultata inut<strong>il</strong>e perchéi soldati avevano continuato, esempre con <strong>mag</strong>gior foga, a pretendere<strong>di</strong> avere nelle loro mani i dueesecutori della legge.In quei momenti <strong>di</strong> forte concitazione<strong>il</strong> capitano della guar<strong>di</strong>a si presentòal podestà per riferire <strong>di</strong> nonessere in grado <strong>di</strong> frenare i suoi soldati,che pare fossero anche sostenutidalla numerosa folla che si eraradunata davanti al palazzo, e perproporre, onde risolvere la situazione,<strong>di</strong> rinchiudere per quella notte <strong>il</strong>bargello e lo sbirro in carcere. Ilpodestà si era rifiutato <strong>di</strong> prenderetale risoluzione, ma quando <strong>il</strong> capitano,ritornato in piazza per tentare <strong>di</strong>sedare <strong>il</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, gli si presentòdavanti affermando <strong>il</strong> suo fallimentoe paventando che poteva succederequalche grave incidente, poiché i soldatiribelli bran<strong>di</strong>vano minacciosamentele armi, egli non potè che aderirealla sua richiesta. Durante lanotte, come si sperava, gli animi sicalmarono e <strong>il</strong> mattino seguente idue insoliti prigionieri sarebberoritornati senza timore e ostacoli inlibertà.<strong>La</strong> relazione del podestà si concludecon parole <strong>di</strong> pretesa rivincita erichiesta <strong>di</strong> aiuto: “Un tal’attentatocommesso contro li esecutori perragione del loro ufficio, e contro lamia rappresentanza nel medesimomio tribunale in o<strong>di</strong>o alla <strong>giu</strong>stizia,fatto da quelli che erano destinati almantenimento della pubblica tranqu<strong>il</strong>lità,merita <strong>il</strong> <strong>giu</strong>sto risentimento<strong>di</strong> Vostra Eminenza, a cui mi fò undovere significarle che qui è tropponecessario un po’ <strong>di</strong> forza armataonde tenere a dovere alcuni spiritivertiginosi, che per essere questa<strong>giu</strong>ris<strong>di</strong>zione limitrofa alla Toscana eCisalpina, e per non esser così fac<strong>il</strong>eaver la forza all’occorrenza li rendeinsubor<strong>di</strong>nati e baldanzosi, e talverità è stata riconosciuta anche daquesto medesimo Consiglio”.Nella risposta, imme<strong>di</strong>ata, del delegatoapostolico, vi è <strong>di</strong>sapprovazioneverso l’operato del podestà, al qualesi biasima la poca prudenza usatanell’or<strong>di</strong>nare la cattura del Brigi<strong>di</strong> peri due motivi che l’alto prelato consideraleggeri, rapportati a un momentocosì delicato (la popolazione che“sussurra” per <strong>il</strong> calo del peso delpane). Nella missiva, oltre all’avvertimento<strong>di</strong> essere più prudente in casisim<strong>il</strong>i, vi è l’in<strong>giu</strong>nzione <strong>di</strong> “far sapereal comandante <strong>di</strong> detta guar<strong>di</strong>ache per l’avanti tenga più in doveregl’in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> essa onde non abbianoa nascere nuovi sconcerti, altrimentiegli ne sarà responsab<strong>il</strong>e” e <strong>di</strong> istruireun processo contro i soldati insubor<strong>di</strong>nati,per poi spe<strong>di</strong>rgli, al suocompimento, <strong>il</strong> corrispondenteristretto affinché egli possa deciderequale castigo infliggere.Il podestà non rimane impassib<strong>il</strong>ealla riprovazione del suo operato erisponde al legato apostolico, in data26 marzo, che <strong>il</strong> mandato <strong>di</strong> cattura5era stato da lui consegnato al bargelloalcuni giorni prima della sua esecuzionee che nel giorno in cui lastessa fu eseguita aveva or<strong>di</strong>nato allostesso <strong>di</strong> agire con prudenza “equando non eravi più alcuno”. Eglinon ometterà <strong>di</strong> informare quantoprima <strong>il</strong> processo, ma per farlo gliabbisogneranno speciali facoltà perprocessare <strong>il</strong> tenente poiché questi èchierico e, quin<strong>di</strong>, soggetto al tribunaleecclesiastico.Marco BattistelliEden,ciao e grazie<strong>di</strong> tutto<strong>La</strong> gente <strong>di</strong> Petrella Ti saluta,piccola “grande donna”!Quanti sorrisi, quanta forzad’animo;Quante risate ci hai regalatoin questi anni!Nei momenti <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i,hai saputo confortarci;nei momenti <strong>di</strong> gioia,ci hai rallegrato con le tue arguzie.Nei momenti <strong>di</strong> bisognoci hai dato la tua esperienza:e <strong>di</strong> donna e <strong>di</strong> mamma.Hai saputo tenerci uniti etrovare la forza per costruirecose nuove.Quanta amicizia ci hai donatosenza mai chiedere nulla!Il nostro amore ed <strong>il</strong> nostro grazieti accompagnino in questonuovo viaggioEDEN, ti vogliamo bene!EDEN, ti vorremo sempre bene!i tuoi amici <strong>di</strong> Petrella


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Settembre/Ottobre <strong>2004</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong><strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>STORIASTORIASan Donato nel 1871Maiano - 1 a elementare 1950-1951Da sinistra verso destra in pie<strong>di</strong>:Anna Maria Bior<strong>di</strong>, Anna Maria Rinal<strong>di</strong>,Gabriella Bolognesi, Elsa Vitali, Marzia Valli,l’insegnante Carolina Dell’Angelo, Renata Bologna,Mafalda Paci, Annamaria Dallara, Lea Rinal<strong>di</strong>,Volga Gui<strong>di</strong>, Maria Gasperoni.Sempre da sinistra verso destra, seduti:Gianpiero Rinal<strong>di</strong>, Alfio Piacenti, OsvaldoCamporesi, Otello Zanghini.Grazie a Franco Vicini peraver scovato questa im<strong>mag</strong>ineMaiano - 2 a elementare 1951-1952In prima f<strong>il</strong>a da sinistra verso destra:Zelinda Rosselli, Gabriella Bolognesi, Anna MariaRinal<strong>di</strong>, Gianfranco (Franco) Rinal<strong>di</strong>, Anna MariaDallara, Renata Bologna, Maria Bucci, IglianaAntinori.Seconda f<strong>il</strong>a, da sinistra verso destra:Lea Rinal<strong>di</strong>, Marzia Valli, Anna Maria Bior<strong>di</strong>.6 7


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> Settembre/Ottobre <strong>2004</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong><strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Il francescanesimo a S. Agata trovale sue origini nel passaggio <strong>di</strong> SanFrancesco durante le sue peregrinazionitra Umbria e Nord-Italia, ed inparticolare nel 1213 quando fu a SanLeo, come ha messo ben in evidenza <strong>il</strong>p. Arsenio Gui<strong>di</strong> nell’opuscolo Dimora<strong>di</strong> S. Francesco d’Assisi presso S. Agata<strong>Feltria</strong>, del 1919.Nel giro <strong>di</strong> pochi anni (prima del 1230)vi <strong>giu</strong>nsero i primi frati che si inse<strong>di</strong>aronopresso la “Cella Fausti” fino al1781 quando i frati conventuali si trasferirononella <strong>Rocca</strong> affidata loro dalComune e qui rimasero fino alla soppressionenapoleonica del 1810.Nel XIII secolo trovarono <strong>di</strong>mora nelrettorato <strong>di</strong> S. Agata anche le clarissecon due case: una a S. Antimo <strong>di</strong>Pereto e l’altro S. Vincenzo <strong>di</strong> <strong>Rocca</strong>Pratiffi quando poi verso la fine delsecolo XV si unirono e si trasferironoin città, superarono le <strong>di</strong>fficoltà dellesoppressioni ed ancora oggi è unmonastero vitale. (cfr. Benigno da S.Agata F., S. Agata <strong>Feltria</strong> e la Madonnadei Cappuccini, Rimini 2000; ICappuccini nel Montefeltro - Atti delconvegno del 1980 -, San Leo 1982: V.Cini, A. Rocchi, Il santuario dellaMadonna dei cappuccini a Sant’Agata<strong>Feltria</strong>, Bologna 1975).Nell’ambito della riforma sociale i marchesiFregoso r<strong>il</strong>anciarono l’economiae segno del buon andamento fu la fondazionenel 1560 del convento <strong>di</strong> S.Girolamo (soppresso nel 1805) e pocopiù tar<strong>di</strong> nel 1575 la fondazione delconvento dei Cappuccini, voluto dallamarchesa Lucrezia Vitelli Fregoso. Unacomunità che nel giro <strong>di</strong> poco tempovedeva sorgere 2 conventi era segno <strong>di</strong>un buon andamento economico.Parlando ora dei cappuccini non possiamofare a meno <strong>di</strong> partire dal suoiniziatore: Matteo Serafini da Bascio(morto nel 1552), non lontano da qui,dove anche svolse la sua forte pre<strong>di</strong>cazionee nel 1528 iniziò la nuova riformafrancescana dei cappuccini che,passate le traversie dei primi anni, dal1550 fu un continuo aumentare <strong>di</strong>numero e un apprezzato istituto religiosoper santità <strong>di</strong> vita e attività sociale.<strong>La</strong> presenza dei cappuccini a S. Agata,STORIAFrati santagatesicome detto, risale al 1575, riuscì amantenere una presenza anche durantela soppressione del 1810 con p.Vincenzo Giannini <strong>di</strong> S. Agata, un cappuccinodella Provincia Picena. Il convento<strong>di</strong> S. Agata <strong>Feltria</strong> fu <strong>il</strong> primodella Provincia <strong>di</strong> Bologna, a cuiapparteneva, ad essere ufficialmenteriaperto e dove si recarono i primi fratibolognesi a rivestire l’abito cappuccino.<strong>La</strong> presenza rimase anche durante lasoppressione italica del 1866 e passatialcuni anni si riprese la vita conventuale,che continua tutt’oggi.VocazioniEssendo S. Agata ai confini tra leProvince cappuccine <strong>di</strong> Ancona e <strong>di</strong>Bologna e delle regioni Marche eRo<strong>mag</strong>na, le vocazioni religiose “cadono”o verso Pesaro o verso Rimini. Nonmolto lontano vi è anche <strong>il</strong> conventodei cappuccini <strong>di</strong> Pietrarubbia.Io, per motivi <strong>di</strong> conoscenza, trattoprincipalmente la parte bolognese.Di quelli che sono entrati nei cappuccininella Provincia Picena, dalNecrologio, ho ricavato solo 3 frati:Giovanni Battista da S. Agata F. (mortonel 1603) ed altro Giovanni Battista(morto <strong>il</strong> 10-12-1674); a questi siag<strong>giu</strong>nge <strong>il</strong> p. Vincenzo Giannini da S.Agata che durante la soppressionenapoleonica si ritirò al paese natale emantenne aperto, anche se in abito daprete, la chiesa conventuale <strong>di</strong> S.Agata. Nel Necrologio della Provinciatoscana troviamo un certo Andrea da S.Agata <strong>Feltria</strong>, morto <strong>il</strong> 28.2.1625.L’elenco anche dei santagatesi entratinei cappuccini della Provincia <strong>di</strong>Bologna comunque non è tanto lungo,ma ha avuto personaggi significativi.L’elenco delle vocazioni cappuccineinizia nel secolo XVI col p. Giuseppeda S. Agata, <strong>di</strong> lui abbiamo pochissimenotizie, ma importanti per cogliere lequalità del religioso: infatti fu tra i cappucciniscelti, per dottrina e santità <strong>di</strong>vita, quali cappellani della flotta pontificianella famosa battaglia <strong>di</strong> Lepandonella quale stremato morì a Can<strong>di</strong>a(Isola <strong>di</strong> Creta) <strong>il</strong> 5 luglio 1570.Nel secolo XVII emerge la figura <strong>di</strong>Giuseppe Coreali (Giovanni Battista)da S. Agata <strong>Feltria</strong>, nato nel 1628 nelterritorio <strong>di</strong> S. Agata <strong>Feltria</strong>, nel 1645 èammesso nel noviziato dei cappuccini<strong>di</strong> Carpi ove professa <strong>il</strong> 3 <strong>mag</strong>gio 1646,nel 1651 riceve <strong>il</strong> sacerdozio. Si deveessere ben presto messo in evidenzaper le sue doti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso e <strong>di</strong> equ<strong>il</strong>ibriopoiché nel 1660 inizia la carriera<strong>di</strong> lettore, cioè insegnante <strong>di</strong> f<strong>il</strong>osofia eteologia nei luighi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o dei cappuccinidell’Em<strong>il</strong>ia Ro<strong>mag</strong>na. Lo troviamoa Parma (1660-1662) e Piacenza(1661-63), città ducali, poi a Forlì dal1663 al 1669. Anno in cui sceglie unpo’ <strong>di</strong> quiete dall’insegnamento, ma isuoi superiori non lo lasciano in pacedel tutto: lo inviano a S.Agata superioredel convento (1669-70), ma trascorsoun anno, nel 1670, lo trasferisconoa Ravenna sempre come superiore delconvento fino al 1672, quando gliviene affidata la cattedra più <strong>il</strong>lustredella regione, cioè quella <strong>di</strong> Bolognache tiene fino al 1675.Tra la fine degli anni 60 e i primi deglianni 70 del secolo XVII, inziano i fermentiper <strong>di</strong>videre la provincia cappuccina<strong>di</strong> Bologna, che si estendevaper tutta l’Em<strong>il</strong>ia Ro<strong>mag</strong>na, al fine <strong>di</strong>crearne una em<strong>il</strong>iana che comprende iducati e l’altra bolognese-ro<strong>mag</strong>nolache si estende nello stato pontificio. Inquesti avvenimenti <strong>il</strong> p. Giuseppeviene ad avere un ruolo importante.Prima come consigliere della provincia(1673-1675) e poi come superiore <strong>di</strong>tutta la provincia (col titolo <strong>di</strong> vicarioprovinciale), nominato <strong>di</strong>rettamentedal ministro generale non volendoconvocare <strong>il</strong> capitolo della provincia.Coreali governò la provinciale dal 1675al 1678, gli anni più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i: da un latocercare <strong>di</strong> calmare i duchi <strong>di</strong> Parma(Ranuccio II Farnese n. 1630, duca1646, m. 1694) e <strong>di</strong> Modena (FrancescoII d’Este n. 1660, duca 1662, m. 1694),i principali fautori, che vogliono la<strong>di</strong>visione e dall’altra parte <strong>il</strong> ministrogenerale che è assolutamente contrario.Nel 1678 termina <strong>il</strong> suo mandato <strong>di</strong>governo e riesce a convocare <strong>il</strong> capitolodella Provincia, sperando ancora <strong>di</strong>riuscire ad evitare la <strong>di</strong>visione, ma questaavverrà nel 1679 e solo oggi vaverso l’unificazione.P. Andrea Maggiolifine prima parte - continuaAgriturismoe B&B nellaValmarecchiaIl panorama ricettivo della nostra zonasi <strong>di</strong>versifica. Oltre agli alberghi nascono<strong>di</strong>verse altri luoghi ospitali. È uscitoda poco un depliant sulle aziende agrituristichee sui Bed & Breakfast nell’altaValmarecchia. Si tratta <strong>di</strong> quattrorealtà: la casa Ugolina <strong>di</strong> Perticara (agriturismo,329.9715171), la Brusaia <strong>di</strong>Miniera (B&B, 0721.50671), la Sequoia<strong>di</strong> Rosicano (agriturismo 0541.929134),e Montalcino <strong>di</strong> S. Agata F. (agriturismoe Parco Faunistico 0541.848049).Un’idea in più per le vostre vacanze equelle dei vostri amici.Sagra o fiera?Leggiamo sull’ultimo opuscolo pubblicitariode<strong>di</strong>cato al turismo all’aria aperta(“Plein Air regione Marche Italia”),e<strong>di</strong>to dalla Regione Marche: a S. Agata<strong>Feltria</strong> “in ottobre e novembre si svolgonola sagra e la mostra mercato deltartufo bianco, prelibata ricchezza dellazona”. Avete letto bene! <strong>La</strong> Fiera nazionaledel tartufo è stata definita “sagra”,come quella della ranocchia o dell’uvasultanina. Ora sarebbe interessanteSOTTOSCRIZIONIOrlando Camporesi, S. AgataLorenzina Para (sost) Ponte MessaChiara Masini (sost) M<strong>il</strong>anoRossella Masini Migliarini (sost)S. AgataMauro Mariani (sost) Pieve <strong>di</strong>QuintaAlessandro Paci (sost) S. AgataBruno Baroncelli (ben) RavennaMaria Paolucci Riceputi (sost)Certosa <strong>di</strong> Rivarolo (GE)AnnaMaria Pastorelli Campana(sost) Solaro (MI)Corrado Rinal<strong>di</strong> (sost) S. AgataGianLudovico Masetti Tannini(ben.), RomaDomenico Montecchi (ben) RiminiM.Joelle Cangini (sost) S. AgataOsvaldo Canotti (sost) S. AgataMaria Valli (sost) S. AgataEdgardo Bucci (ben) SarsinaErika Caminati (ben) S. AgataGuglielmo Ciccioni, PeretoATTUALITÀsapere se la responsab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> questa“promozione” (ma sarebbe meglio <strong>di</strong>re<strong>di</strong> questa “bocciatura”), è dellaRegione, oppure è <strong>di</strong> S. Agata che nonsi fa valere, o più semplicemente dell’autoredel testo, che <strong>mag</strong>ari in quelmomento era <strong>di</strong>sattento. Ai lettori l’arduarisposta. Intanto l’opuscolo circola.L’orchestra<strong>di</strong> LimbiateNon perdete <strong>il</strong> prossimo numero della<strong>Rocca</strong>, troverete un articolo sulla Banda<strong>di</strong> Limbiate, ed un ricordo del nostroconcitta<strong>di</strong>no Corrado Rinal<strong>di</strong>, che lafondò nel 1968.<strong>Rocca</strong>, <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> del tuo paeseLe vostre foto nel nostro sito, prendete nota del nuovo in<strong>di</strong>rizzoTutti i sottoscrittori che ci faranno avere la loro fotografia, potranno rivedersinel sito web della <strong>Rocca</strong>. Se è da molto tempo che non lo visitate fatelosubito! Il sito web curato da Gino Sampaoli è ora pieno <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong>fotografie ine<strong>di</strong>te del nostro paese. Aiutateci a realizzare la sezione in <strong>di</strong>alettoe prendete nota del nuovo in<strong>di</strong>rizzo - http://santagata.altervista.org/Abbiamo bisogno del tuo contributo!Grazie ai volontari che hanno provveduto a scrivere e <strong>di</strong>stribuire <strong>il</strong> <strong>giornale</strong>,grazie alle fotografie <strong>di</strong> Enzo Liverani e Marco Zanchini, ad Arrigo Bonci checoor<strong>di</strong>na la <strong>di</strong>stribuzione, e grazie ai lettori e sostenitori, numerosi come sempre.Se <strong>il</strong> <strong>giornale</strong> vi piace <strong>di</strong>telo ai vostri amici, e chiedete loro <strong>di</strong> sottoscrivere,per ricevere regolarmente la <strong>Rocca</strong>! Se volete aiutarci a fare più belloquesto <strong>giornale</strong>, inviateci articoli, fotografie, ricor<strong>di</strong>, lettere e commenti. Senon siete d’accordo con <strong>il</strong> contenuto degli articoli pubblicati, o più semplicementevolete <strong>di</strong>re la vostra opinione, scriveteci.Scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>alettoA Gino Sampaoli piacerebbe organizzare, da M<strong>il</strong>ano, una nuova sezione delsito web: “A scuola <strong>di</strong> Dialetto” ma per fare questo avrebbe bisogno della“materia prima” e cioè <strong>di</strong> qualcuno <strong>di</strong> S. Agata che sappia parlare <strong>il</strong> bel <strong>di</strong>alettoSantagatese. Un’idea potrebbe essere quella <strong>di</strong> coinvolgere gli insegnantied i bambini delle Scuole per aiutare <strong>il</strong> sito a documentare <strong>il</strong> nostro <strong>di</strong>aletto.Tra i nostri lettori c’è qualche volenteroso?Pietro Marani (Ben) GenovaAntonio Marani (ben) GenovaStenvinkel Bengt (sost) S. AgataMaria Cerbara (sost) RiminiGiovanni Vicini (sost) S. AgataVallino Rinal<strong>di</strong> (sost) S. AgataMassim<strong>il</strong>iano Sartini (sost) SanDonatoGianluca Tonelli (sost) S. AgataLeda Mazzini (sost) S. Agata<strong>La</strong>zzaro Cappelli (sost) M<strong>il</strong>anoMiclelle Masini (sost) S. AgataGiancarlo Masini (sost) RiminiFernando Gianessi (ben) NovafeltriaAlma Morris (sost) Gran BretagnaQuinto Narducci (sost) RiminiRizziero Angeli (ben) LimbiateMarisa Ronchi (sost) S. AgataPinedo Simoncelli (sost) FerraraRenato Borghesi (sost) S. AgataAntonio Barrtolini (sost) SestriPonenteFernando Liverani (sost) BolognaMaria Paci (sost) GenovaGerardo Boschi (ben) S. AgataAndrea Bal<strong>di</strong> (sost) PerticaraPaolo Marani (sost) S. AgataEm<strong>il</strong>io Faesti (Ben) Sesto SanGiovanniAgata Paci (sost) BelgioPiero Rinal<strong>di</strong> (sost) BolognaMoreno Albini (sost) SecchianoStefano Paci (sost) PesaroNerina Cappelli (sost) LimbiateLuigi Urbini (sost) Livry Gargan (F.)Rosanna Gui<strong>di</strong> (sost) FirenzeOtello Giovanetti (sost) S. AntimoRosa Anna Cecchi (sost) RiminiAnnamarina Mastini (sost)CasteldelciGabriele Gui<strong>di</strong> (sost) RiminiGiovanna Poggioli (sost) RavennaCleto Vicini (sost) RavennaRenzo Giannotti (sost) CesenaAgata Sartini Brogiotti (sost) San<strong>La</strong>zzaro <strong>di</strong> Savena89


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong><strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>CRONACARICORDISi parla <strong>di</strong> gatti, fantasmi,castelli e quant’altro...Cristoforo Beni, notaio in S.Agata dal 1775 al 1821, è nel1802 da 16 anni cancelliere deltribunale podestar<strong>il</strong>e dello stessoluogo, “contro le leggi fatte ab immemorab<strong>il</strong>iche li paesani non possino,né debbino servire in detti impieghi”.Pare che egli impe<strong>di</strong>sca con sotterfugie raggiri che <strong>il</strong> podestà amministri con<strong>il</strong> dovuto rigore la <strong>giu</strong>stizia.Una delle ultime mie visite nel santagateseè stata piuttosto insolita e triste:ho sepolto lassù <strong>il</strong> mio gatto! Beh, nonc’è stato da ridere, dopo 17 anni <strong>di</strong>vita assieme, vi <strong>di</strong>rò che è stato moltodoloroso, ma <strong>il</strong> motivo che mi spingea scrivere anche <strong>di</strong> lui, <strong>di</strong> Bir<strong>il</strong>lo, èmolto semplice. Era un gatto speciale,nato in un territorio speciale: natoinfatti nel Montefeltro, esattamentealla confluenza tra <strong>il</strong> Senatello e <strong>il</strong> (ola) Marecchia presso l’antica casa <strong>di</strong>San Floriano, ora casa Carattoni, vicinoal ponte Otto Martiri - <strong>di</strong> cui vi<strong>di</strong>rò. Bir<strong>il</strong>lo era speciale per l’intelligenzae la vivacità, gli occhi ver<strong>di</strong>scint<strong>il</strong>lanti, manto grigio marmorizzato-tigrato<strong>di</strong> un colore bellissimo!Devo <strong>di</strong>re che ho visto vari esemplarisim<strong>il</strong>i, in passato, a Pennab<strong>il</strong>li, aSant’Agata, a Casteldelci, per cuipotrei ipotizzare una “razza sorianomontefeltrino ro<strong>mag</strong>nola” che noncompare in nessun manuale, credo,dei gatti, ma che esiste, eccome!Dove è nato Bir<strong>il</strong>lo era un anticomonastero <strong>di</strong> monaci agostiniani, aquanto sembra, <strong>di</strong>venuto poi coltempo abitazione - osteria - poi casaprivata.In questa casa, <strong>di</strong>versi anni fa, incontrai...l’ammazza pegral (o mazapedaro mazapegul) o forse, no, <strong>il</strong> fantasma<strong>di</strong> un Cavaliere antico! Il fatto, vero,andò così. Quell’inverno 1962-1963venne tantissima neve e, durante <strong>il</strong>periodo natalizio, ero ospite con altriboy-scout, <strong>di</strong> Tonino C. che allora stu<strong>di</strong>avaa Ravenna - io ero <strong>il</strong> suo capo!Quel giorno avevamo fatto una singolareB.A. (Buona Azione che ogniboy-scout deve compiere ogni giorno)cioè <strong>di</strong>stribuire la posta, facendo leveci del postino o portalettere che,guarda caso, era in<strong>di</strong>sposto (teneval’ufficio postale <strong>di</strong> Ponte Messa lamamma <strong>di</strong> Tonino, la mai <strong>di</strong>menticatacarissima Mat<strong>il</strong>de). Causa la neve alta,ci aveva affidato questa Buona Azionefuori dell’or<strong>di</strong>nario. Così, da braviboy-scout, da Ponte Messa a PetrellaGui<strong>di</strong>, a <strong>Rocca</strong> Pratiffi e Pereto e nonso più dove, a pie<strong>di</strong>, sempre con laneve ben alta, <strong>giu</strong>ngemmo alla Torre<strong>di</strong> Capramozza - cui de<strong>di</strong>cherò un’altrastoria! - dove abitava la nonna <strong>di</strong>Tonino. Naturalmente eravamo bagnatifra<strong>di</strong>ci, infreddoliti ed affamati. Ciasciugammo al fuoco scoppiettantedel camino e, rifoc<strong>il</strong>lati, <strong>il</strong> sole stavaormai tramontando, scendemmo aSant’Antimo e vi<strong>di</strong> per prima quellache poi sarebbe <strong>di</strong>ventata la nostracasa montefeltrana. Mi colpì, con leloggette me<strong>di</strong>evali e <strong>il</strong> tetto <strong>di</strong> lastre, e<strong>il</strong> paesaggio innevato, s<strong>il</strong>enzioso,quasi <strong>mag</strong>ico che spaziava daTramonti a Caioletto, daMontevecchio a Monte Rotondo aCasteldelci. Insomma, uno spettacolo.Le prime stelle argentee punteggiavanoun cielo limpi<strong>di</strong>ssimo quando arrivammoa casa. Ci aspettavano tutti, efu una cena... memorab<strong>il</strong>e: polenta,braciole, intingoli vari, dolci, masoprattutto le piè, o piade, o pia<strong>di</strong>necotte... e <strong>di</strong>vorate! Insomma, per farlabreve, io che sono tuttora un “pia<strong>di</strong>naro”sfegatato, non finivo più <strong>di</strong>mangiare. E <strong>il</strong> tutto annaffiato <strong>di</strong> buonsangiovese. Infine si andò a dormire...cioè, loro dormirono!Io non prendevo sonno, mi giravo erigiravo nel letto con alcuni presagi,sudavo e fremevo e mi <strong>di</strong>battevoinsonnolito ma vig<strong>il</strong>e quando, verso <strong>il</strong>mattino, vi<strong>di</strong> un’enorme figura conarmatura, elmo, celata, corazza, spadone,che avanza dall’angolo <strong>di</strong> frontea me e mi veniva addosso minacciosa...due occhi rossi fiammeggianti...un peso enorme si abbatté su <strong>di</strong>me <strong>di</strong> colpo... Urlai come un pazzo,urlai a squarciagola a tal punto chetutti si svegliarono, tutti corsero concandele accese, si accesero altre luci...Naturalmente nessuno credeva allamia “visione”: “hai mangiato troppapia<strong>di</strong>na... eri troppo stanco... haisognato... non hai <strong>di</strong>gerito”. Beh, lovolete sapere come andò a finire? Almattino dopo che soprag<strong>giu</strong>nse velocissimodato <strong>il</strong> terrore notturno! <strong>La</strong>nonna Deperii <strong>di</strong> Fracassi Pratiffi (questo <strong>il</strong> nome... che è un cognome:della Fenice! Le fu dato perché <strong>il</strong>padre proprietario della <strong>Rocca</strong> Pratiff<strong>il</strong>’aveva trovato inciso in una “segreta”della <strong>Rocca</strong> stessa e gli era tanto piaciutoche l’aveva imposto alla bimbaappena nata). <strong>La</strong> nonna, dunque -ripren<strong>di</strong>amo <strong>il</strong> lungo f<strong>il</strong>o del <strong>di</strong>scorso- sorda e tranqu<strong>il</strong>lissima, ignara <strong>di</strong>tutto <strong>il</strong> trambusto notturno, alle miedomande sull’origine della casa eccecc, rispose serenamente che nelrestaurare le stanze ove eravamo temporaneamentealloggiati quella notte,tanti anni prima erano stati rinvenutisotto le lastre del pavimento armi antiche,pugnali, spade, armature arrugginitee resti, ahimé! umani, risalenti,chissà, al me<strong>di</strong>oevo. Allora, che <strong>di</strong>re?Un fantasma, l’amazapegul... o che?L’enigma rimane, ma <strong>il</strong> sottoscritto èconvinto che fu un cavaliere a farglivisita quella notte! E tanto per staretranqu<strong>il</strong>li feci <strong>di</strong>re una messa per quell’anima<strong>di</strong>menticata, ma in quellacamera non entrai più!Bruno BaroncelliCome e quanto sottoscrivere?Or<strong>di</strong>nario 13 EuroSostenitore 15 EuroBenemerito 25 EuroLe sottoscrizioni possono essere inviatealla redazione della <strong>Rocca</strong>, CasellaPostale 26, 61019 S. Agata <strong>Feltria</strong>(Pesaro), oppure possono essere consegnateai vari collaboratori che <strong>di</strong>stribuiscono(volontariamente) <strong>il</strong> <strong>giornale</strong>a S. Agata, Novafeltria e nei paesi vicini.Se siete alla ricerca <strong>di</strong> un numero arretratodella <strong>Rocca</strong> potete rivolgervi adArrigo Bonci, o a Paola Boldrini, neirispettivi negozi in piazza Garibal<strong>di</strong> a S.Agata.A teatroneglianni 60Mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>rea cura <strong>di</strong> Maria Belloni1) Quant’è sona l’Ave Maria chi è atchesa at chielt chi vaga via.2) Dal zoc ui scapa i stlunc.3) Dei larmirt.4) E’ mel cus vò un è mai trop.5) Chi va in te mulin us si infarena.6) Galena chè l’an becca segn cla giàbichet.7) Chi va con è zop e impera a zopè.8) Dem sa chi trat e me at <strong>di</strong>rò chit’chè.9) L’arcobaleno ad sereta e <strong>di</strong>c acquatermineta.10) Agli ori dla matena a gli ha l’or inbocca.11) Se lè ad bon acquest e torna.12) L’uccel in gabia o che chenta peramor o per rabia.13) Ros ad sera bon temp u si spera.14) E ciel a pecurel acqua a catinel.15) E seren fat ad nota e dura comeuna mela cota.16) L’acqua cheta la romp i pont.17) Una lengua muta lan straca cent.18) Le mei avè un ov og che una galenaad men.Una gitaa Pesarodatata 26<strong>mag</strong>gio 1957Da sinistra:Adua Sartini, MirellaOpran<strong>di</strong>, GabriellaFlenghi, AssuntinaMagnani, WandaAstorri, Adua Mariani,Paola Ramberti, AnnieOpran<strong>di</strong>, Gina Bossari,Maria Belloni, AnnaValli, Rita Giuliani.1011


<strong>La</strong> <strong>Rocca</strong>Settembre/Ottobre <strong>2004</strong>CRONACACari concitta<strong>di</strong>ni, fatevi sentire!Una casa <strong>di</strong> V<strong>il</strong>le <strong>di</strong> MontebenedettoCari citta<strong>di</strong>ni, dopo la pausa estivaed i tragici lutti che hannocolpito la nostra Comunità edhanno condotto le menti altrove, apensieri sicuramente più degni <strong>di</strong> esserepensati, siamo qui con i nostriConsiglieri <strong>di</strong> minoranza (Sabba,Marini, Ricci, Fabbri), ospiti <strong>di</strong> questo<strong>giornale</strong> imparziale e libero, perchédesideriamo farvi sapere che siamopronti a lavorare insieme, perché solo“insieme si può”.Vogliamo quin<strong>di</strong> informarvi <strong>di</strong> alcunequestioni per le quali i nostriConsiglieri hanno richiesto l’in<strong>di</strong>zionedel Consiglio Comunale e che riguardano:1. <strong>La</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> ottenere uno spazioadeguato per l’esercizio delle funzionidel gruppo consigliare <strong>di</strong> minoranza(un ufficio, una bacheca, ecc)2. <strong>La</strong> costituzione <strong>di</strong> un’appositaCommissione Cons<strong>il</strong>iare al fine <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gereun nuovo Statuto Comunale,dopo l’entrata in vigore del Testounico sull’Or<strong>di</strong>namento degli EntiLocali avvenuta già quattro anni fa!3. L’elezione del Difensore Civico, <strong>di</strong>cui Sant’Agata è attualmente sprovvista,figura necessaria che dovrà esseregarante dell’imparzialità e del buonandamento dell’AmministrazioneComunale, me<strong>di</strong>are controversie fra icitta<strong>di</strong>ni e gli uffici comunali, interveniresu richiesta dei citta<strong>di</strong>ni se sidovessero verificare negligenze nellosvolgimento delle attività dei vari settoricomunali, ritar<strong>di</strong> nell’emanazione<strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti richiesti, omissioni <strong>di</strong>atti d’ufficio, nonché svolgere la funzione<strong>di</strong> controllo sugli atti dellaGiunta o del Consiglio.È chiaro che è nostra intenzione portareavanti gli impegni presi, e cioè <strong>di</strong>affrontare da subito tante altre questionidelle quali l’Amministrazone sembra<strong>di</strong>sinteressarsi e che comunque anostro avviso non affronta nel modo<strong>giu</strong>sto: scuola (scuole materne...), servizi(trasporto alunni...), igieneambientale (bagni pubblici, verde...),sicurezza (traffico...), attività promozionali(gestione manifestazioni...),lavori pubblici (manutenzione strade,cimiteri...), attività amministrativacomunale (efficienza servizi ed uffici...)etc.Cari citta<strong>di</strong>ni, partecipate già al prossimoConsiglio Comunale, fatevi vederee sentire. Solo così <strong>il</strong> lavoro dei nostriConsiglieri avrà un senso e potrà essereproficuo per <strong>il</strong> bene della nostraintera comunità.A presto.Il Gruppo <strong>di</strong> minoranzaal Comune <strong>di</strong> Sant’Agata <strong>Feltria</strong>Anche la Protezione Civ<strong>il</strong>e<strong>di</strong> S.Agata era presentea Loreto allagiornata presenziata dalPapa <strong>il</strong> 5 settembre <strong>2004</strong>.12

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