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Giobbe Covatta. SESSO? FAI DA TE! Tradotto da Paola Catella ...

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di sei-sette ragazzi, ovvero l'indispensabile per fare una<br />

partita a pallone in cortile! In effetti il problema maggiore<br />

era proprio quello: la cronica mancanza di femmine. Cioè, le<br />

ragazze c'erano anche, ma non ne volevano sapere di contribuire<br />

di<strong>da</strong>tticamente al corretto sviluppo delle nostre conoscenze<br />

sessuali. E così dovevamo arrangiarci <strong>da</strong> soli.<br />

Fortunatamente c'erano le "fotografie", che <strong>da</strong> sempre<br />

rappresentano un indispensabile sussidio alla conoscenza. Fin<br />

<strong>da</strong>i dieci anni si intuisce come è fatta una zizza, ma solo la<br />

fotografia ti dà un'immagine reale della medesima, tale che<br />

quando arrivi a toccarne una, molti lustri dopo sai già molte<br />

cose. Le fotografie hanno anche una grande praticità: sarebbe<br />

infatti impossibile entrare in bagno con una T.V. a colori e un<br />

videoregistratore. Le fotografie scatenano fantasie magiche: ci<br />

bastava la fototessera di una commessa dell'Upim o la pubblicità<br />

di un detersivo ad opera di un'avvenente casalinga per ricavarne<br />

fantastiche immagini mentali ed avere così materiale sufficiente<br />

per toccarci freneticamente fino allo svenimento.<br />

Un'altra fon<strong>da</strong>mentale fonte di informazioni sessuali<br />

nell'infanzia sono i "giornali". Quando eravamo ragazzi noi, «Le<br />

Ore» e «Gin Fizz» non esistevano: i giornali erano molto più<br />

castigati, il massimo dell'erotismo erano delle poverette con<br />

delle magliette bagnate che interrompevano la carriera di<br />

pornostar a ventritré anni per via dei reumatismi. Perfino<br />

«L'Espresso» e «Panorama» in quegli anni pubblicavano in<br />

copertina caricature di uomini politici e, nonostante la buona<br />

volontà, toccarsi con la faccia di Leone era impossibile. Con<br />

una copertina di un settimanale di oggi ci saremmo potuti an<strong>da</strong>re<br />

avanti per sedici-diciotto mesi.<br />

Il problema, dopo tanta attività, era il famigerato incontro<br />

settimanale con il prete della PARROCCHIA.<br />

Il ricordo vola a don Ginepro e a quando mi an<strong>da</strong>vo a confessare:<br />

«Da quanto tempo non ti confessi?», chiedeva lui.<br />

«Due settimane», rispondevo io.<br />

«Hai formicato?» chiedeva lui.<br />

«Ho ammazzato due o tre formiche», rispondevo io perplesso,<br />

chiedendomi cosa gliene fregasse a lui delle formiche. «Cretino!<br />

Hai commesso atti impuri?»<br />

Io tenevo un braccio come Wilander e rispondevo: «Sì».<br />

«Quante volte?» chiedeva lui.<br />

E io pensavo: «Saranno stati tremila o quattromila nell'arco di

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