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Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 4/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
URBANISTICA<br />
GNSS<br />
BIM<br />
RILIEVO TOPOGRAFIA<br />
CAD<br />
REMOTE SENSING SPAZIO<br />
EDILIZIA<br />
WEBGIS<br />
UAV<br />
SMART CITY<br />
AMBIENTE<br />
NETWORKS<br />
BENI CULTURALI<br />
LBS<br />
LiDAR<br />
Lug/Ago <strong>2015</strong> anno XIX N°4<br />
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />
Smart<br />
Road Sense<br />
GUEST PAPER:<br />
Amazonia Sin Fuego<br />
Recenti sviluppi nel<br />
Mobile Mapping Systems<br />
Vulnerabilità e<br />
Sicurezza con i GIS
GEOMAX<br />
works when you do<br />
Anche nelle condizioni atmosferiche più avverse,<br />
GeoMax fornisce le migliori soluzioni<br />
prezzo-prestazioni, works when you do.<br />
info@geomax-positioning.it - www.geomax-positioning.it
3D. Una invasione annunciata da tempo.<br />
Le tecnologie del 3D stanno per<br />
invaderci sul serio e lo dimostra il fatto<br />
che da diversi ambiti giungono fortissimi segnali<br />
che ci spingono a guardare future possibilità di acquisto<br />
di semplici stampanti 3D, capaci ormai anche di “stampare”<br />
biscotti per la produzione alimentare casalinga. Evidentemente<br />
il mondo piatto descritto in Flatland (https://it.wikipedia.<br />
org/wiki/Flatlandia) non esiste o ha terminato di esistere appena si è<br />
reso conto (1884) che di fatto il mondo reale ha necessità della terza e<br />
della quarta dimensione come non mai. I cultori della fotogrammetria aerea,<br />
terrestre, speciale, architettonica, archeologica o che dir si voglia, lo sanno bene<br />
e da tempo si prodigano a ricavare il 3D da immagini piatte. Insieme alla nostra<br />
visione cambierà forse anche il nostro DNA con l'impellente necessità di immettere<br />
sul mercato nuove tecnologie delle quali il 3D “easy”, come possiamo definirlo oggi,<br />
conquisterà nuove coscienze tecnologiche aprendo nuovi mercati prima impensabili.<br />
Avevamo da tempo visto le risultanze del 3D nei videogiochi ma ora ci troviamo a usare<br />
le interfacce 3D tutti i giorni davanti al nostro PC o al nostro smartphone. Il passo è stato<br />
effettuato e varcata la frontiera della limitazione dell’hardware, nuovi orizzonti si sono<br />
aperti, basta pensare ai piccoli laser scanner che funzionano sugli smartphone Android<br />
e iPhone. Ma al 3D ci riportano fortemente anche tutte le novità di quest'anno, legate<br />
soprattutto alla stampa additiva, che sta superando i limiti incredibili del molto piccolo<br />
e del tanto grande. Con la stampa additiva si riesce a stampare il tessuto molecolare, ma<br />
al contempo l'azienda italiana WASP (http://www.wasproject.it/w/) sta sperimentando<br />
le tecniche di stampa del tanto grande, fino a poter stampare in scala 1:1. Non vedo<br />
lontana l’epoca in cui i monumenti distrutti dai nuovi barbari dell'ISIS potranno essere<br />
ricostruiti come erano attraverso il 3D. L’Italia tramite la Cooperazione Internazionale<br />
sta affrontando in questo momento l’acquisizione dei dati 3D in Iraq, proprio in quei<br />
siti archeologici, come la città di UR, ove si disporrà di dati 3D atti a visualizzazioni<br />
virtuali o a ricostruzioni in caso di crollo. In questo numero la somma dei valori<br />
delle proposte editoriali si fa interessante, non solo per i progetti e le tecnologie,<br />
ma anche per alcuni articoli che scavano nel profondo di questioni mai sopite,<br />
come quello affrontato da Selvini intorno al ruolo dei moderni geomatici,<br />
oppure l’interessante tema della Amazzonia senza Fuochi, prima<br />
guest paper in lingua spagnola e infine uno dei progetti innovativi<br />
che mette insieme il crowd-sensing al servizio della pubblica utilità<br />
come quello del progetto Smart Road Sense che trovate<br />
nella sezione interviste a cura di Santarsiero.<br />
Buona lettura, Renzo Carlucci
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REPORTS<br />
GUEST paper<br />
Mobile Mapping<br />
Systems:<br />
recenti sviluppi e<br />
caso applicativo<br />
di Isabella Toschi, Fabio<br />
Remondino e Simone<br />
Orlandini<br />
6<br />
INTERVISTA<br />
LE RUBRICHE<br />
26 IMMAGINE ESA<br />
36 SMART CITY<br />
38 MERCATO<br />
48 GI IN EUROPE<br />
12<br />
Metodología para<br />
la detección y<br />
cuantificación de<br />
incendios forestales<br />
por anomalías<br />
térmicas detectadas<br />
por satélite en la<br />
Amazonía boliviana<br />
di Programa Amazonía Sin Fuego<br />
50 AGENDA<br />
Quo usque<br />
tandem<br />
abutere……<br />
di Attilio Selvini<br />
16<br />
In copertina un’immagine acquisita<br />
da autovettura nell’autunno 2014<br />
nel centro storico di Trento con<br />
piattaforma RIEGL VMX-450.<br />
La nuvola di punti acquisita<br />
con Mobile Mapping System<br />
rappresenta la mappa di altezza<br />
all’interno della area storica.<br />
www.rivistageomedia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
GISMaker,<br />
22<br />
programma per<br />
l'elaborazione e<br />
la manipolazione<br />
di dati geometrici<br />
georeferenziati<br />
di ProgeSOFT<br />
28<br />
Image courtesy the SeaWiFS Project, NASA/Goddard Space<br />
Flight Center, and ORBIMAGE<br />
Sant’Agata "sicura":<br />
un’applicazione GIS<br />
per l’analisi del<br />
rischio e la gestione<br />
dei soccorsi<br />
di Paola Costantino, Carmelo<br />
Ignaccolo, Martina Mangani,<br />
Michele Mangiameli e Giuseppe<br />
Mussumeci<br />
INSERZIONISTI<br />
aerRobotix 10<br />
Codevintec 52<br />
EPSILON 42<br />
ESRI 11<br />
Flytop 25<br />
Geogrà 46<br />
Geomax 2<br />
Gistam 39<br />
Intergraph 37<br />
MESA 38<br />
Microgeo 47<br />
Planetek 35<br />
ProgeSOFT 40<br />
Sinergis 51<br />
Sistemi Territoriali 41<br />
SPAR Europe and EMLF 43<br />
Teorema 50<br />
Topcon 49<br />
44<br />
di<br />
SmartRoadSense (SRS)<br />
Il crowd-sensing per<br />
monitorare il fondo<br />
stradale. Sinergie di<br />
ricerca dalla geomatica<br />
al mapping, dai sensori<br />
alla statistica.<br />
Domenico Santarsiero<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
Direttore<br />
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />
Comitato editoriale<br />
Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi,<br />
Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo,<br />
Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />
Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />
Direttore Responsabile<br />
FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />
Redazione<br />
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />
redazione@rivistageomedia.it<br />
Diffusione e Amministrazione<br />
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Comunicazione e marketing<br />
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Progetto grafico e impaginazione<br />
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Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
Stampa: SPADAMEDIA srl<br />
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Editore: mediaGEO soc. coop.<br />
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Science<br />
è di €<br />
&<br />
45,00.<br />
Technology Communication<br />
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Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />
riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />
qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />
sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />
Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 21 settembre <strong>2015</strong>.
FOCUS<br />
Mobile Mapping Systems:<br />
recenti sviluppi e caso applicativo<br />
di Isabella Toschi, Fabio Remondino e Simone Orlandini<br />
I sistemi di rilievo Mobile Mapping<br />
(MMS) costituiscono una tecnologia<br />
emergente che permette di rilevare,<br />
in modalità dinamica, dati metrici<br />
2D/3D geo-referenziati, ad altissima<br />
risoluzione ed elevata accuratezza.<br />
Di seguito vengono descritte le<br />
loro principali caratteristiche<br />
tecniche/tecnologiche e un esempio<br />
applicativo finalizzato al rilievo 3D di<br />
un centro storico cittadino.<br />
Fig. 1 – Nuvola di punti acquisita da MMS nel centro storico di Trento: mappa di intensità<br />
(sinistra) e di altezza (destra).<br />
Si definisce Mobile Mapping<br />
System (MMS) una piattaforma<br />
mobile, sia essa aerea<br />
oppure terrestre, sulla quale<br />
sono integrati sistemi e sensori<br />
di misura atti ad acquisire, contemporaneamente,<br />
la posizione<br />
3D quasi-continua della piattaforma<br />
e dati metrici 2D/3D<br />
geo-referenziati. A tale scopo,<br />
dal punto di vista tecnologico,<br />
un MMS è costituito dall’integrazione<br />
di tre principali componenti<br />
hardware: sensori ottici<br />
(laser scanner e/o fotocamere<br />
digitali), sensori di navigazione/<br />
posizionamento (IMU/GNSS)<br />
e un’unità di controllo e sincronizzazione.<br />
A seconda dell’ambito<br />
applicativo e del tipo di<br />
piattaforma mobile adottata, si<br />
possono citare diversi esempi<br />
di MMS, quali: gravimetria da<br />
aereo, laser scanning da aereo,<br />
mobile mapping trains, mobile<br />
mapping vans, etc. Elemento<br />
in comune tra tutte queste<br />
applicazioni è l’importanza fondamentale<br />
di una rigorosa sincronizzazione<br />
del flusso di dati<br />
tramite un’elevata integrazione<br />
dei differenti processi di misura.<br />
Questo permette generalmente<br />
di ridurre il lavoro di post-processing<br />
e fornire in tempo reale<br />
stime attendibili delle misure<br />
effettuate. Dal punto di vista<br />
dell’utente finale, ciò si traduce<br />
nella possibilità di acquisire<br />
velocemente e a costi contenuti<br />
dati 3D geografici ad elevata<br />
risoluzione ed accuratezza.<br />
Limitando lo sguardo alle piattaforme<br />
terrestri, storicamente<br />
lo sviluppo dei MMS risale<br />
all’inizio degli anni ’90 quando<br />
le prime sperimentazioni mostrarono<br />
le loro potenzialità per<br />
l’acquisizione di informazioni<br />
geografiche (Bossler e Novak,<br />
1993; El-Sheimy, 1996). Il primo<br />
MMS terrestre fu sviluppato<br />
dal Center for Mapping presso<br />
l’università dell’Ohio (USA). Il<br />
sistema, chiamato GPSVan TM,<br />
comprendeva un ricevitore GPS<br />
a misura di codice, due fotocamere<br />
digitali, due videocamere<br />
e un sistema di giroscopi e<br />
odometri. Da allora, lo sviluppo<br />
dei MMS ha coinciso con<br />
l’avanzamento tecnologico dei<br />
ricevitori GPS, la definizione di<br />
nuovi metodi per fornire la correzione<br />
differenziale e l’impiego<br />
di più accurati sistemi IMU.<br />
Ciò ha permesso la diffusione<br />
dei MMS e la loro piena maturazione<br />
dall’ambito puramente<br />
accademico a quello commerciale.<br />
Esempi di altri sistemi<br />
finalizzati all’acquisizione in<br />
movimento di immagini digitali<br />
sono: GIMTM, GPSVision,<br />
VISATTM, KiSSTM e GI-<br />
EYETM (Grejner-Brzezinska,<br />
2001).<br />
I sistemi di mobile mapping che<br />
utilizzano la tecnologia LiDAR<br />
(anche chiamati sistemi di<br />
Mobile Laser Scanning - MLS)<br />
rappresentano la soluzione più<br />
recente. Essi acquisiscono in<br />
tempo reale dense nuvole di<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
punti (Fig. 1) e offrono importanti<br />
vantaggi, quali: (i) elevata<br />
velocità di acquisizione dei dati,<br />
con conseguente riduzione dei<br />
costi e del tempo necessari; (ii)<br />
elevata densità spaziale dei dati<br />
misurati, che permette una<br />
ricostruzione 3D densa della<br />
scena rilevata; (iii) acquisizione<br />
dei dati da remoto, che garantisce<br />
l’efficienza e la sicurezza<br />
del rilievo. Grazie a questi benefici<br />
e al continuo sviluppo<br />
delle tecnologie laser scanning e<br />
di navigazione, l’attuale trend<br />
della richiesta di rilievi tramite<br />
MMS è in costante salita, anche<br />
se il trattamento e la gestione<br />
dei dati raccolti scoraggia spesso<br />
i possibili utenti. In Tabella 1<br />
e Figura 2 vengono riportati<br />
i principali sistemi MMS<br />
commerciali, mentre esistono<br />
diverse altre soluzioni in-house<br />
sviluppate da PMI e centri di<br />
ricerca. Le applicazioni sono<br />
svariate: dalla mappatura delle<br />
strade a fini catastali, al rilievo<br />
di infrastrutture urbane, reti<br />
elettriche, gas/metanodotti, fino<br />
alla ricostruzione 3D di vaste<br />
aree urbane per applicazioni di<br />
city modelling.<br />
Distributore<br />
Nome<br />
TOPCON IP-S3 1 scanner<br />
TRIMBLE<br />
3D Laser<br />
Mapping<br />
MX8<br />
Street<br />
Mapper<br />
Laser Scanner IMU/GNSS Camera Digitale<br />
Sensore/i Portata Accuratezza<br />
1-2 VQ-250<br />
1-2 VQ-450<br />
1-2 VUX-<br />
1HA<br />
RIEGL (2) VMX-250 2 VQ-250<br />
Renishaw<br />
TELEDYNE<br />
OPTECH<br />
MITSUBISHI<br />
ELECTRIC<br />
Leica<br />
Geosystems<br />
Dynascan<br />
S250<br />
100 m,<br />
@ ρ100<br />
100%<br />
500 m,<br />
@ ρ80%<br />
800 m,<br />
@ ρ80%<br />
400 m,<br />
@ ρ80%<br />
500 m,<br />
@ ρ80%<br />
1-2 scanner 250 m<br />
50 mm,<br />
@ 10 m (1σ)<br />
Pos.<br />
Assoluta (1)<br />
0.015-<br />
0.025 m<br />
10 mm,<br />
@ 50 m (1) 0.020-<br />
8 mm, 0.025 m<br />
@ 50 m (1σ)<br />
5 mm,<br />
(1σ)<br />
10 mm,<br />
@ 50 m (1σ)<br />
10 mm,<br />
@ 50 m (1σ)<br />
0.050 m<br />
0.020-<br />
0.050 m<br />
0.020-<br />
0.050 m<br />
Lynx SG1 2 scanner<br />
250 m, 5 mm,<br />
0.050 m<br />
Lynx MG1 1 scanner<br />
@ ρ10% (1σ)<br />
0.200 m<br />
MMS-X<br />
MMS-<br />
X320R<br />
MMS-K320<br />
Leica<br />
Pegasus:<br />
Two<br />
2-4 scanner<br />
standard<br />
2 scanner<br />
standard /<br />
1 scanner<br />
long-range<br />
2 scanner<br />
standard<br />
ZF 9012<br />
Leica<br />
Scanstation<br />
P20<br />
65 m<br />
65 m /<br />
200 m<br />
Scanner<br />
standard:<br />
10 mm,<br />
@ 7 m (1σ)<br />
Scanner<br />
long-range:<br />
10 mm,<br />
@ 80 m (1σ)<br />
0.060 m<br />
Risoluzione<br />
Camera sferica,<br />
8000 x 4000 px<br />
Fino a 7 camere,<br />
5 Mpx<br />
Camera<br />
panoramica,<br />
12 Mpx<br />
Fino a 6 camere,<br />
5 Mpx<br />
-<br />
Fino a 5 camere,<br />
5 Mpx<br />
e/o camera<br />
panoramica<br />
Fino a 6 camere,<br />
5 Mpx<br />
3 camere, 5 Mpx<br />
65 m 3 camere, 5 Mpx<br />
119 m<br />
120 m,<br />
@ 18%<br />
0.9 mm,<br />
@ 50 m,<br />
80% (1) 0.015-<br />
0.020 m<br />
6 mm,<br />
@ 100 m (1)<br />
Tab. 1 – Le principali soluzioni di sistemi mobile mapping disponibili sul mercato ( (1) valori<br />
di RMS in post-processing; (2) le specifiche di RIEGL VMX-450 sono fornite di seguito).<br />
8 camere,<br />
2000x2000 px<br />
RIEGL VMX-450<br />
Tra i sistemi MMS commerciali<br />
disponibili sul mercato,<br />
la piattaforma RIEGL VMX-<br />
450 rappresenta una delle più<br />
recenti soluzioni e si distingue<br />
per la sua altissima velocità di<br />
scansione ed elevata qualità,<br />
completezza e densità del dato.<br />
Essa integra due laser scanner<br />
VQ-450, un’unità di controllo<br />
VMX-450-CU e una soluzione<br />
integrata GNSS/INS per il<br />
posizionamento. Il sistema (2<br />
scanner) è in grado di acquisire<br />
fino a 1.1 milioni di punti e<br />
400 profili al secondo e utilizza<br />
l’ultima generazione RIEGL di<br />
laser scanner (multiple target capability<br />
grazie alla digitalizzazione<br />
dell’eco del segnale riflesso).<br />
La piattaforma è anche dotata<br />
di un’unità modulare di fotocamere<br />
digitali VMX-450-CS6,<br />
Fig. 2 – Immagini di alcuni sistemi MMS commerciali.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 7
FOCUS<br />
che completa l’acquisizione dei<br />
dati geometrici con immagini<br />
digitali co-registrate alla geometria.<br />
E’ possibile integrare<br />
fino a sei camere industriali,<br />
precedentemente calibrate dal<br />
costruttore.<br />
Tutti i sensori e le apparecchiature<br />
per l’acquisizione dei dati<br />
(laser scanner, fotocamere e<br />
antenna GNSS) sono integrati<br />
in un apposito nucleo che viene<br />
normalmente posizionato sul<br />
tetto di una vettura (Fig. 3). Il<br />
computer con i dischi per il salvataggio<br />
dei dati e l’alimentazione<br />
sono assemblati nel gruppo<br />
alloggiato nel bagagliaio. Infine,<br />
il monitor per il controllo della<br />
fase di acquisizione è ospitato<br />
Fig. 4 – La traiettoria percorsa con MMS nel centro storico di Trento e gli edifici selezionati per le<br />
valutazioni statistiche in Piazza Duomo (simboli rosso e blu) e nelle strade strette circostanti (simbolo<br />
verde). In legenda si riporta anche la tecnica usata per acquisire i dati di riferimento.<br />
Sensore<br />
VQ-450<br />
Principio di misura Time-of-Flight Pulsed-Wave<br />
Lunghezza d’onda<br />
Vicino infrarosso<br />
Frequenza<br />
300 – 1100 kHz<br />
Distanza massima (portata) 800 m<br />
Distanza minima<br />
1.5 m<br />
Accuratezza<br />
8 mm, 1σ<br />
Precisione<br />
5 mm, 1σ<br />
Sensore<br />
IMU/GNSS<br />
Posizione (assoluta) 0.020 – 0.050 m<br />
Posizione (relativa) 0.010 m<br />
Roll & Pitch 0.005 º<br />
True Heading 0.015 º<br />
Sensore<br />
VMX-450-CS6<br />
Risoluzione<br />
5 Mpx (2452 x 2056 px)<br />
Dimensione del pixel 3.45 μm<br />
Lunghezza focale nominale 5 mm<br />
Tab. 2 – Le principali caratteristiche tecniche del sistema RIEGL VMX-450.<br />
Fig. 3 – RIEGL VMX-450.<br />
all’interno dell’abitacolo.<br />
Dal punto<br />
di vista software,<br />
la suite RIEGL<br />
permette di gestire<br />
ogni fase del rilievo,<br />
dall’acquisizione<br />
dei dati (modulo<br />
RiACQUIRE), al<br />
processamento delle<br />
osservazioni (modulo<br />
RiPROCESS),<br />
fino alla correzione<br />
della traiettoria e<br />
orientamento della<br />
piattaforma mobile<br />
all’interno di un<br />
particolare sistema<br />
di coordinate (modulo<br />
RiWORLD).<br />
Il prodotto finale<br />
è rappresentato<br />
da dense nuvole<br />
di punti colorate<br />
e geo-referenziate,<br />
che possono essere<br />
visualizzate e analizzate<br />
in software<br />
di modellazione e<br />
progettazione CAD<br />
per l’estrazione di<br />
informazioni di interesse<br />
(profili stradali,<br />
mappatura di<br />
infrastrutture, ecc.). Le principali<br />
caratteristiche tecniche del<br />
sistema RIEGL VMX-450 sono<br />
riassunte nella Tabella 2.<br />
Rilievo mobile mapping del<br />
centro storico di Trento<br />
Nell’autunno 2014 è stato progettato<br />
e realizzato un rilievo<br />
MMS da autovettura nel centro<br />
storico di Trento al fine di (i)<br />
analizzare le prestazioni metriche<br />
della piattaforma RIEGL<br />
VMX-450 all’interno di un’area<br />
cittadina storica e (ii) valutare<br />
l’impiego dei dati MMS a scopi<br />
di cartografia, restituzione architettonica,<br />
3D city modelling e<br />
catasto strade.<br />
La sperimentazione ha interessato<br />
un’area di circa 700 m<br />
(ovest-est) x 500 m (nord-sud)<br />
nel centro storico di Trento,<br />
comprendente: (i) Piazza<br />
Duomo (80 m x 70 m, Fig. 1),<br />
sulla quale si affacciano alcuni<br />
dei più importanti edifici storici<br />
della città; (ii) un complesso di<br />
strade strette e articolate, che<br />
si diramano dalla piazza verso<br />
l’esterno e vedono l’alternarsi di<br />
alti edifici storici, chiese e case<br />
residenziali. Le aree selezionate<br />
(Fig. 4) costituiscono uno<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
Fig. 5 – Mappe delle differenze<br />
(errori) derivanti dai confronti<br />
tra i dati MMS e Fotogrammetria<br />
per il Duomo (a), Palazzo<br />
Pretorio (b) e case residenziali<br />
(c). La scala va da –0.01 m<br />
(blu) a 0.01 m (rosso). Le corrispondenti<br />
nuvole di punti<br />
ottenute tramite dense image<br />
matching sono riportate nella<br />
parte inferiore.<br />
scenario difficile e impegnativo<br />
per un rilievo MMS, la cui<br />
performance metrica dipende<br />
principalmente dall’accurata<br />
determinazione della posizione<br />
e dell’orientamento della piattaforma<br />
mobile. All’interno dei<br />
cosiddetti canyon urbani, infatti,<br />
effetti di multipath e perdite di<br />
segnale causati dalla presenza di<br />
alti edifici in spazi ristretti possono<br />
deteriorare le condizioni<br />
GNSS e, di conseguenza, il calcolo<br />
della traiettoria.<br />
I dati raccolti sono stati processati<br />
senza l’ausilio di punti di<br />
controllo ed esportati sotto forma<br />
di nuvole di punti (formato<br />
LAS) inquadrate nel sistema<br />
di coordinate WGS84. Queste<br />
sono caratterizzate da una risoluzione<br />
spaziale media di 2-3<br />
cm e sono state fornite separatamente<br />
per ciascuno dei due<br />
laser scanner integrati nella piattaforma<br />
mobile. Per valutare la<br />
precisione interna e la ripetibilità<br />
del sistema di misura, il rilievo<br />
di Piazza Duomo è stato ripetuto<br />
in tre passaggi successivi.<br />
Valutazione della precisione<br />
e dell’accuratezza<br />
Per valutare metricamente<br />
i risultati del rilievo MMS,<br />
sono stati acquisiti dati esterni<br />
di riferimento tramite tecnica<br />
fotogrammetrica (dense<br />
image matching) e tecnologia<br />
Laser Scanner Terrestre (TLS).<br />
Quando si confrontano nuvole<br />
di punti acquisite da strumenti<br />
e tecniche diversi tra loro, alcuni<br />
aspetti devono essere sempre<br />
considerati, ovvero: (i) è necessario<br />
definire le incertezze che<br />
caratterizzano ciascun sistema;<br />
(ii) i punti 3D che vengono<br />
confrontati non corrispondono<br />
mai esattamente tra loro; (iii)<br />
dato che le posizioni di acquisizione<br />
sono diverse, le superfici<br />
ricostruite sono digitalizzate<br />
in modo differente. Partendo<br />
da tali considerazioni, si è evidenziata<br />
l’esigenza di definire<br />
una metodologia di valutazione<br />
nuova, basata su metodi statistici<br />
avanzati e su una rigorosa<br />
analisi della distribuzione statistica<br />
che caratterizza la popolazione<br />
di osservazioni (Toschi et<br />
al., <strong>2015</strong>).<br />
I confronti tra le nuvole di<br />
punti acquisite contemporaneamente<br />
dai due laser scanner<br />
sono caratterizzati da una stima<br />
gaussiana della MAD (Median<br />
Absolute Deviation) nell’ordine<br />
di ± 5,2 mm, che è coerente<br />
con la precisione (valore 1σ) dichiarato<br />
dalla scheda tecnica del<br />
sistema MMS.<br />
L’errore aumenta fino a ± 8,6<br />
mm se si confrontano le acquisizioni<br />
effettuate in due epoche<br />
diverse. Queste differenze, che<br />
permettono di valutare la precisione<br />
del sistema, possono<br />
essere ricondotte a errori residui<br />
di geo-referenziazione, effetti<br />
di multipath e problemi legati<br />
alle caratteristiche intrinsiche<br />
delle superfici rilevate. L’utilizzo<br />
di punti di controllo nella fase<br />
di post-elaborazione potrebbe<br />
quindi, almeno in parte, mitigare<br />
queste problematiche.<br />
La valutazione dell’accuratezza<br />
di una singola nuvola di punti<br />
mostra infine le buone potenzialità<br />
metriche del sistema<br />
RIEGL adottato. Gli errori<br />
stimati per gli edifici che si<br />
affacciano sulla Piazza Duomo<br />
sono caratterizzati da una dispersione<br />
media di ± 5,9 mm<br />
(MMS vs. fotogrammetria, Fig.<br />
5) e ± 3,6 mm (MMS vs. TLS).<br />
Questi valori sono coerenti<br />
con l’incertezza indicata dal<br />
costruttore (8 mm 1σσ). Come<br />
previsto, gli errori aumentano se<br />
il rilievo MMS viene eseguito in<br />
strade strette con edifici alti che<br />
deteriorano il segnale GNSS.<br />
Tuttavia, il valore di errore risultante<br />
in quelle aree (± 7,4 mm)<br />
rappresenta ancora un compromesso<br />
accettabile.<br />
Conclusioni<br />
Al giorno d’oggi le numerose<br />
soluzioni commerciali di sistemi<br />
MMS presenti sul mercato rappresentano<br />
il miglior esempio di<br />
integrazione tra diverse tecniche<br />
e sistemi di acquisizione di dati<br />
territoriali geo-referenziati, grazie<br />
a un’efficiente combinazione<br />
di sensori ottici passivi (fotocamera),<br />
attivi (laser scanner<br />
a lunga portata) e sensori di<br />
posizionamento (GNSS/IMU).<br />
L’attuale trend positivo della<br />
richiesta di rilievi tramite MMS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 9
FOCUS<br />
è anche accompagnato da un<br />
crescente interesse della comunità<br />
scientifica nei confronti di<br />
tali sistemi, come dimostrato<br />
dalle iniziative presentate da<br />
associazioni internazionali<br />
quali EuroSDR (Kaartinen et<br />
al., 2013). Risulta però ancora<br />
aperto il problema di gestione<br />
dei dati MMS da parte degli<br />
utilizzatori finali (amministrazioni<br />
pubbliche, studi,<br />
soprintendenze, ecc.): possibili<br />
desiderata rimangono la facile<br />
fruizione delle enormi nuvole di<br />
punti, l’estrazione automatica<br />
di informazioni vettoriali, la<br />
classificazione degli elementi<br />
urbani, l’integrazione con dati<br />
aereo- o tele-rilevati, ecc.<br />
I requisiti di precisione e accuratezza<br />
per i dati acquisiti con<br />
sistemi MMS variano in funzione<br />
dell’applicazione e comportano<br />
la distinzione tra due<br />
principali categorie di MMS,<br />
ovvero: (i) sistemi per la mappatura<br />
cartografica e (ii) sistemi<br />
per il rilievo di infrastrutture<br />
(strade, ferrovie, tunnel, ecc.) a<br />
scopi di monitoraggio e verifica.<br />
Le specifiche tecniche dei vari<br />
MMS commerciali dovrebbero<br />
dunque essere attentamente<br />
valutate a priori per scegliere di<br />
volta in volta la soluzione più<br />
adatta all’applicazione prevista.<br />
Dato che spesso le caratteristiche<br />
tecniche dichiarate sono<br />
definite in base a test eseguiti<br />
internamente dal costruttore<br />
e non esplicitamente spiegate<br />
all’utente, è consigliabile valutare<br />
le prestazioni metriche<br />
del sistema tramite confronto<br />
con dati di riferimento esterni.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Bossler, J.D. & Novak, K. (1993), Mobile Mapping System:<br />
new tools for the data collection of GIS information.<br />
Canadian conference on GIS’93, Ottawa, Canada,<br />
306-315.<br />
D.A. Grejner-Brzezinska (2001), Mobile mapping<br />
technology: ten years later, Part I, Survey. Land Inform.<br />
Syst. 61 (2), 75–91.<br />
El-Sheimy, N. (1996), A mobile multi-sensor system for<br />
GIS applications in urban centers. The International Archives<br />
of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial<br />
Information Sciences, XXXI/ B2, 95-100.<br />
Kaartinen, H., Hyyppä, J., Kukko, A., Lehtomaki, M.,<br />
Jaakkola, J., Vosselman, G., Elberink, S.O., Rutzinger,<br />
M., Pu, S. & Vaaja, M. (2013), Mobile mapping – Road<br />
environment mapping using mobile laser scanning. EuroSDR<br />
Official Publication N. 62.<br />
Tao, V. & Li, J. (2007), Advances in Mobile Mapping<br />
Technology. London: Taylor & Francis Group.<br />
Toschi, I., Rodríguez-Gonzálvez, P., Remondino, F.,<br />
Minto, S., Orlandini, S. & Fuller, A. (<strong>2015</strong>), Accuracy<br />
evaluation of a mobile mapping system with advanced<br />
statistical methods. The International Archives of the<br />
Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information<br />
Sciences, XL-5/W4, 245-253.<br />
ABSTRACT<br />
MMS is nowadays an emerging technology, whose<br />
development goes back to the 90’s and is constantly<br />
growing. From a technological point of view, it is the<br />
best example of sensor integration and cost-effective<br />
L’utilizzo di metodi statistici<br />
avanzati e di un rigoroso filtraggio<br />
degli outliers risultano<br />
a tale scopo essenziali e devono<br />
sempre essere accompagnati da<br />
un’adeguata analisi delle fonti<br />
di incertezze che caratterizzano<br />
ciascun sistema di misura confrontato.<br />
acquisition of geo-referenced spatial data, with a combination<br />
of digital imaging devices, long-range laser<br />
scanners and GNSS/IMU positioning sensors. The<br />
accuracy requirements for the acquired data is substantially<br />
different in each application, with road or rail<br />
infrastructure surveying being much more demanding<br />
in this particular respect. Thus, every scanner specification<br />
should be taken into account in order to obtain<br />
the best solution according to the intended application.<br />
Additionally, a proper evaluation procedure should be<br />
carried out by adopting external reference datasets. In<br />
this work, a review of the MMS technology is given,<br />
together with results achieved with RIEGL VMX-450<br />
in the city center of Trento.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Sistemi Mobile Mapping; Laser Scanner; Fotogrammetria;<br />
Nuvole di Punti; 3D<br />
AUTORE<br />
Isabella Toschi<br />
toschi@fbk.eu<br />
Fabio Remondino<br />
remondino@fbk.eu<br />
3D Optical Metrology (3DOM), Fondazione<br />
Bruno Kessler (FBK), Trento<br />
Simone Orlandini<br />
simone@microgeo.it<br />
Microgeo, Firenze<br />
• Rilievi batimetrici automatizzati<br />
• Fotogrammetria delle sponde<br />
• Acquisizione dati e immagini<br />
• Mappatura parametri ambientali<br />
• Attività di ricerca<br />
Vendita – Noleggio - Servizi chiavi in mano, anche con strumentazione cliente<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 11
GUEST PAPER<br />
Metodología para la detección y cuantificación<br />
de incendios forestales por anomalías térmicas<br />
detectadas por satélite en la Amazonía boliviana<br />
di Programa Amazonía Sin Fuego<br />
En Bolivia, el Programa Amazonía Sin Fuego<br />
(PASF), es una iniciativa ejecutada por la<br />
Autoridad Plurinacional de la Madre Tierra,<br />
entidad autárquica bajo tuición del Ministerio de<br />
Medio Ambiente y Agua, con el financiamiento y<br />
asistencia técnica de los Gobiernos de Italia, Brasil<br />
y del Banco de Desarrollo de América Latina (CAF).<br />
La misión del PASF es contribuir a la reducción de<br />
la incidencia de incendios forestales en la región<br />
amazónica, promoviendo prácticas de desarrollo<br />
sustentable en el bosque amazónico.<br />
El PASF está integrado por<br />
un equipo multidisciplinario<br />
y de especialistas que,<br />
desde una oficina central de coordinación<br />
ubicada en la ciudad<br />
de La Paz, se organizan bajo una<br />
estructura modular: 5 oficinas<br />
con sede en distintos puntos<br />
estratégicos de la Amazonía<br />
Boliviana, en los Departamentos<br />
de La Paz, Beni, Pando,<br />
Cochabamba y Santa Cruz. El<br />
Programa trabaja en 49 municipios<br />
y más de 400 comunidades<br />
indígenas y rurales, desarrollando<br />
colaboraciones institucionales con<br />
diferentes entidades, comunidades,<br />
asociaciones de productores y<br />
ganaderos, municipios y universidades,<br />
entre otros. En su primera<br />
fase (2012-<strong>2015</strong>) el PASF ha contado,<br />
en este sentido, con el apoyo<br />
del Istituto per la Cooperazione<br />
Universitaria (ICU) y de<br />
INFOGEONATURA, para la<br />
ejecución de un conjunto de actividades<br />
complementarias.<br />
El PASF considera prioritaria la<br />
formación y su estrategia prevé<br />
la integración de actividades<br />
referidas a sensibilización, concientización<br />
y fortalecimiento de<br />
capacidades en distintos niveles,<br />
desde los comunitarios hasta los<br />
gubernamentales, para reforzar los<br />
componentes locales de prevención<br />
y respuesta a los incendios<br />
forestales. A través de los procesos<br />
de capacitación (más de 700 talleres<br />
organizados y 23.000 participantes<br />
en el periodo 2012-<strong>2015</strong>),<br />
la iniciativa promueve la difusión<br />
de alternativas al uso del fuego en<br />
las prácticas agropecuarias.<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
GUEST PAPER<br />
En este marco se ha desarrollado<br />
la metodología para la detección,<br />
diferenciación y cuantificación de<br />
incendios forestales por anomalías<br />
térmicas (focos de calor vs. incendios<br />
forestales) detectadas por el<br />
satélite.<br />
Paso 1<br />
Lectura de datos y diferenciación<br />
entre focos de calor e incendios<br />
forestales en el Programa<br />
“Amazonía Sin Fuego”: se basa<br />
en la utilización de los datos de<br />
satélite de las anomalías térmicas<br />
(Focos de Calor) que se descargan<br />
de forma continua desde el sitio<br />
del INPE http://www.dpi.inpe.<br />
br/proarco/bdqueimadas/.<br />
Paso 2<br />
La primera discriminación de<br />
anomalías térmicas (focos de<br />
calor) se llevó a cabo en base a<br />
los mapas de susceptibilidad a<br />
“Incendios” y “Quemas”, preparados<br />
durante el módulo denominado<br />
“Construcción de un<br />
algoritmo computacional de discriminación<br />
entre focos de calor<br />
e incendios forestales y quemas”.<br />
Los mapas de susceptibilidad se<br />
formulan según el método de<br />
estimación por máxima verosimilitud<br />
de las variables, lo que<br />
permite determinar las probabilidades<br />
que se produzcan eventos<br />
de incendios o focos de calor. La<br />
estimación por máxima verosimilitud<br />
se computa por medio de la<br />
medición de las variables<br />
en los puntos en los que<br />
se registran incendios o<br />
quemas, con respecto al<br />
conjunto del territorio<br />
analizado.<br />
Posteriormente los datos<br />
relacionados con estos<br />
dos eventos (incendios y<br />
quemas) fueron proporcionados<br />
por la Autoridad<br />
de Fiscalización y Control<br />
Social de Bosques y<br />
Tierra (ABT), habiendo<br />
sido utilizados en un 70% para<br />
la creación de los mapas de susceptibilidad,<br />
y en un 30% como<br />
prueba independiente los mapas<br />
producidos. Las variables utilizadas<br />
incluyen a la información<br />
obtenida a partir del mapa de<br />
vegetación de Navarro, los datos<br />
sobre uso del suelo y los valores<br />
geomorfológicos disponibles en<br />
la página GeoBolivia, así como<br />
los datos climáticos extraídos del<br />
dataset WorldClim.<br />
Para poder procesar los datos registrados<br />
por satélite - inclusivos de<br />
todas las anomalías térmicas – e<br />
identificar los incendios forestales<br />
en el marco de los mapas de<br />
susceptibilidad a “Incendios” y<br />
“Quemas”, se elaboró la Wildfire<br />
Net Area.<br />
La WNA se realizó en entorno<br />
GIS, para de esta forma evidenciar<br />
la susceptibilidad a incendios<br />
y excluir las probabilidades de<br />
ocurrencia de quemas.<br />
El conjunto de “focos de calor”<br />
así obtenido fue superpuesto a<br />
los píxeles con WNA positiva y,<br />
al mismo tiempo, a los mapas de<br />
vegetación forestal, siendo finalmente<br />
considerados como posibles<br />
incendios forestales.<br />
Paso 3<br />
Con el fin de compensar el hecho<br />
de que una misma anomalía térmica<br />
es registrada por diferentes<br />
sensores, así como para reducir los<br />
errores de proyección (ínsitos en<br />
los sensores), es necesario realizar<br />
una agregación de los puntos<br />
sobre una base espacial; posteriormente,<br />
para relacionar con<br />
un mismo evento las medición<br />
registradas en días sucesivos (por<br />
ejemplo en el caso de incendios<br />
cuya duración es da varios días y<br />
que se mueven hacia áreas adyacentes),<br />
fue oportuno efectuar<br />
una agregación sobre una base<br />
temporal.<br />
Número de “Focos de calor” registrado<br />
por todos los satélites<br />
en el database (INPE): 222351.<br />
Número de focos de calor en<br />
áreas de “vegetación forestal” y<br />
con WNA positiva: 47877.<br />
Número total de incendios forestales<br />
en agregación diaria:<br />
12610.<br />
Superficie mínima medida (sobre<br />
la base de la zona mínima<br />
detectable de sensores iguales a<br />
5000 m2): 6265 hectáreas.<br />
Estimación de la superficie<br />
máxima (con buffer 1,3 km):<br />
1730998 hectáreas.<br />
Estimación de la superficie realística<br />
de incendios (con buffer<br />
medio 0,4 km, probabilidad<br />
>0,8): 532615 hectáreas.<br />
Número total de incendios forestales<br />
con agregación semanal:<br />
8770<br />
Superficie mínima medida interesada<br />
por incendios forestales:<br />
(sobre la base de la zona mínima<br />
detectable de sensores iguales a<br />
5.000 m2): 4336 hectáreas.<br />
Estimación de la superficie<br />
máxima (con buffer 1,3 km):<br />
1383543 hectáreas.<br />
Estimación de la superficie realística<br />
de incendios (con buffer<br />
medio 0,4 km, probabilidad<br />
>0,8): 425705 hectáreas.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 13
GUEST PAPER<br />
La agregación espacial se realiza<br />
mediante la creación de un buffer<br />
de distancia fija (radio de 1,5<br />
km) para cada punto; la distancia<br />
es determinada por el error de<br />
proyección y registración de los<br />
medidores satelitales, estimado<br />
hasta un máximo de 3 veces la resolución<br />
de los sensores (alrededor<br />
de 500 metros).<br />
Paso 4<br />
Los buffers así creados se agregaron<br />
nuevamente en el plazo de<br />
una semana. Este procedimiento<br />
se realizó para incluir en el mismo<br />
evento de incendio las diferentes<br />
grabaciones de focos de<br />
calor registradas secuencialmente<br />
durante varios días. De esta manera<br />
se puede formular el análisis<br />
de las situaciones en las que el<br />
mismo incendio “se mueve” en el<br />
espacio y en el tiempo (hasta una<br />
semana).<br />
Paso 5<br />
De la extrapolación de los centroides<br />
de los buffers semanales<br />
fue posible estimar el número de<br />
incendios forestales.<br />
Paso 6<br />
Del cálculo de las áreas de los buffers<br />
agregados para evento único<br />
de incendio forestal, se procedió<br />
a estimar el área interesada por<br />
incendios forestales en la zona de<br />
intervención del PASF relativamente<br />
al periodo objeto del estudio<br />
(2012-2014).<br />
Paso 7<br />
Es se hizo una base de datos integrada<br />
“user’s friendly “ para la discriminación<br />
de los tipos de focos<br />
de calor orientado a la utilizacion<br />
en las instituciones bolivianas con<br />
responsabilidad activa en temas de<br />
planificación, el uso del suelo y los<br />
incendios forestales (ABT, Madre<br />
Tierra, MMAYA, Dirección<br />
Forestal, Gobiernos Regionales<br />
y Alcaldías). El subproducto de<br />
esta etapa es el de facilitar la creación<br />
de un lenguaje común en<br />
la discusión de los aspectos de la<br />
planificación, gestión y diseño determinado<br />
por el tema “incendios<br />
forestales”.<br />
Recurrencia espacial de<br />
incendios forestales en<br />
la misma zona durante el<br />
período analizado (enero<br />
2012 - noviembre 2014)<br />
Para evaluar la ocurrencia de<br />
eventos de incendios forestales en<br />
la misma zona se construyó<br />
una malla de recurrencia kilométrica.<br />
Sucesivamente fueron<br />
contabilizados los incendios (focos<br />
de calor en agregación semanal)<br />
por cada km2 (célula unidad)<br />
como se muestra a continuación<br />
(Tab. 1).<br />
Número de repetición de los incendios Número de celulas unitaria (km 2 ) %<br />
1<br />
2<br />
6898<br />
722<br />
89,029<br />
9,319<br />
3 99 1,278<br />
4 21 0,271<br />
5 5 0,065<br />
6 1 0,013<br />
7 1 0,013<br />
8 1 0,013<br />
TOTALE 7748 100,000<br />
Tab. 1 – Número de repetición de los incendios.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Amazonía; incendios; gis; satélite<br />
ABSTRACT<br />
In questo articolo si illustra un contributo di ricerca richiesto al Dipartimento di Gestione<br />
dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) dell’Università di Firenze nell’ambito<br />
delle attività di cooperazione internazionale afferenti il progetto “Amazzonia senza Fuoco:<br />
analisi dei dati volti alla modellizzazione dei fuochi di calore e degli incendi forestali nella<br />
Bolivia amazzonica”, effettuato anche a corredo di precedenti contratti e<br />
convenzioni, in particolare il progetto INTERREG IVC - EUFOFINET:<br />
Europe Forest Fire Network e il progetto PRIN 2009 “Sviluppo di modelli<br />
di gestione combustibile e sistemi di raccolta della biomassa” (responsabile<br />
di unità scientifica: prof. Enrico Marchi).<br />
AUTORE<br />
Programma Amazzonia senza Fuoco<br />
PASF<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
GUEST PAPER<br />
Proposta metodologica e algoritmo per la lettura<br />
critica dei dati e la discriminazione di hotspot e incendi<br />
forestali<br />
Attività sviluppata nel quadro del Programma<br />
“Amazonía Sin Fuego”. “Construcción de un modelo<br />
lógico-interpretativo y de un programa computacional<br />
asociado de lectura de datos diferenciados entre focos de<br />
calor e incendios forestales”.<br />
Il Programma Amazonía sin Fuego (PASF) è eseguito<br />
in Bolivia dall’Autorità Plurinazionale della Madre<br />
Terra, organo autarchico dello Stato boliviano dipendente<br />
dal Ministero dell’Ambiente e Acqua, grazie al<br />
finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della<br />
Cooperazione Internazionale (Cooperazione Italiano<br />
allo Sviluppo), ed ai contributi del Governo Brasiliano<br />
e della Banca di Sviluppo dell’America Latina (CAF).<br />
L’obiettivo generale del Programma è quello di ridurre<br />
l’incidenza di incendi nella regione amazzonica della<br />
Bolivia, attraverso la promozione e diffusione di pratiche<br />
alternative all’uso del fuoco nelle attività agricole,<br />
contribuendo a proteggere l’ambiente ed a migliorare<br />
le condizioni di vita delle comunità indigene e rurali.<br />
L’iniziativa, eseguita in gestione diretta e coordinata<br />
dall’Ufficio PASF di La Paz, si avvale anche della collaborazione<br />
dell’Istituto per la Cooperazione Universitaria<br />
(ICU) e dell’entità boliviana INFOGEONATURA,<br />
responsabili dell’esecuzione di una serie di attività complementari.<br />
La strategia del PASF, che opera in 49 Municipi e 440<br />
comunità della regione amazzonica boliviana, si concentra<br />
sulla formazione delle capacità a diversi livelli<br />
- dal produttore alle comunità indigene, dai tecnici<br />
municipali agli organi statali – con lo scopo di rafforzare<br />
le componenti locali di prevenzione e risposta agli<br />
incendi boschivi. Attraverso diversi moduli formativi<br />
(più di 700 corsi organizzati e 23.000 partecipanti nel<br />
periodo 2012-<strong>2015</strong>), l’iniziativa promuove l’adozione<br />
di alternative all’uso del fuoco nelle attività agricole e<br />
zoo-tecniche.<br />
Un ulteriore componente del PASF – sviluppata in collaborazione<br />
con ICU ed il Dipartimento di Gestione<br />
dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF)<br />
dell’Università di Firenze - ha riguardato la proposta<br />
metodologica per lo sviluppo di un software per la lettura<br />
e differenziazione dei dati relativi a hotspot e incendi<br />
boschivi, articolatasi in tre momenti:<br />
A) Linea base e definizione delle conoscenze di base;<br />
B) Proposta metodologica e sviluppo di un algoritmo<br />
per la lettura critica dei dati e la discriminazione di<br />
hotspot e incendi forestali;<br />
C) Validazione e verifica della funzionalità dell’algoritmo<br />
e applicazioni specifiche.<br />
Nell’ambito della fase di formulazione della Linea base<br />
è emerso come il modello di calcolo dovesse affrontare<br />
e risolvere una serie di problemi specifici correlati all’incidenza<br />
del fuoco quale fattore di disturbo ricorrente, e<br />
che tale modello non potesse limitarsi solo a differenziare<br />
gli hotspot (focos de calor) da fenomeni che venissero<br />
ascritti ad un generica categoria “incendi”.<br />
Infatti, allorché i modelli interpretativi di dati satellitari<br />
disponibili (ad es. MODIS, INPE) riportano gli<br />
hotspot quali alterazioni termiche della superficie terrestre<br />
(pixel “caldi”), una volta filtrate le discrepanze<br />
più evidenti (ad esempio i falsi dovuti alla riflettanza<br />
dei corpi idrici in particolari situazioni stagionali e di<br />
incidenza dei raggi solari), è necessario determinare il<br />
tipo di evento di fuoco. In questo senso si può fare riferimento,<br />
in via preliminare, a due classi: a. incendio<br />
libero di coperture vegetali (incendio d’ora in avanti);<br />
b. hotspots: fuoco controllato (debbio) condotto con<br />
obiettivi agronomici (quema d’ora in avanti). Gli eventi<br />
così riclassificati dovranno quindi essere sottoposti ad<br />
analisi geostatistiche che mettano in evidenza la probabilità<br />
di associare un hotspot ad un evento appartenente<br />
alla classe a. oppure b.<br />
Tale assunto richiede l’adozione di una metodologia<br />
non lineare, in modo da evitare il rischio di un autoreferenzialità<br />
dei dati di base disponibili. I dati informativi<br />
relativi a incendi e quemas sono, infatti, estratti<br />
come derivato dai database internazionali (in particolare<br />
MODIS) di hotspots: agire secondo discriminanti<br />
statistiche lineari comporterebbe quindi l’accettazione<br />
di un errore di fondo (hotspot = incendio; hotspot =<br />
quema) che è esattamente antitetico all’obbiettivo di<br />
questa fase del PASF.<br />
Sulla base di tali premesse si configura il contributo di<br />
ricerca in oggetto richiesto al GESAAF, sia a completamento<br />
del precedente contratto fra ICU e GESAAF<br />
“Amazonía sin Fuego: analisi dei dati volti alla modellizzazione<br />
dei fuochi di calore e degli incendi forestali<br />
nella Bolivia amazzonica” teso alla definizione della<br />
linea base, sia a corredo di precedenti contratti e convenzioni,<br />
in particolare il progetto INTERREG IVC<br />
- EUFOFINET: Europe Forest Fire Network (responsabile<br />
scientifico prof. Enrico Marchi) ed il progetto<br />
PRIN 2009 “Sviluppo di modelli di gestione combustibile<br />
e sistemi di raccolta della biomassa” (responsabile<br />
di unità scientifica: prof. Enrico Marchi).<br />
La configurazione del modello di calcolo non ha seguito<br />
un metodo classico di adozione e aggiustamento<br />
di algoritmi discriminanti hotspot da incendi. L’analisi<br />
bibliografica (vedi: ICU, 2014, Diagnostico situacional<br />
§ 5.1) a livello boliviano e internazionale, ha messo in<br />
luce che gli algoritmi progettati per discriminazioni tra<br />
hotspots e incendi, così come le mappe di rischio di incendio,<br />
si basano principalmente sui seguenti criteri: a)<br />
proprietà di risoluzione delle immagini; b) analisi delle<br />
bande spettrali; c) caratteristiche geofisiche di acquisizione<br />
delle immagini e tempo di ritorno del satellite<br />
sullo stesso punto della terra.<br />
Gli algoritmi di discriminazione degli hotspots (piuttosto<br />
rari) possono utilizzare: i. dati biometeorologici<br />
derivati da satelliti geostazionari di seconda generazione<br />
(ad esempio Meteosat II della Agenzia Spaziale<br />
Europea); ii. Dati Lidar che restituiscano il modello<br />
digitale della superficie e della struttura della vegetazione<br />
volti a generare modelli realistici di carburante;<br />
iii. immagini satellitari ad alta risoluzione con tempi<br />
di rivisitazione tra 24 ore. L’utilizzo di tali dati in aree<br />
del mondo in cui la frequenza di fuoco prescritto come<br />
tecnica agronomica è trascurabile, portano ad una probabilità<br />
massima di coincidenza tra hotspot e incendio<br />
pari al 90%. In Bolivia tali dati non sono attualmente<br />
disponibili.<br />
E’ stato quindi necessario operare con una metodologia<br />
differente. Attualmente, la stima di<br />
affidabilità dei dati hotspot come indicatori diagnostici<br />
degli incendi forestali non supera il 50%. Questo dato<br />
rappresenta un risultato di massima incertezza (1:1)<br />
nell’interpretazione<br />
sicura di un incendio forestale. La metodologia proposta<br />
nell’ambito di questo contributo di<br />
ricerca ha previsto l’adozione di un modello logico sviluppato<br />
in quattro momenti integrati:<br />
A) Valutazione critica delle variabili informative disponibili;<br />
B) Modellazione statistica e restituzione cartografica<br />
delle variabili più informative<br />
e significative per la probabilità del verificarsi di un<br />
incendio, di una quema o di un<br />
hotspot;<br />
C) Elaborazione di cartografie tematiche probabilistiche<br />
di ricorrenza dei fenomeni di fuoco (incendi,<br />
hotspot) in dipendenza della capacità di relazione<br />
statistica fra le variabili e gli eventi storici riportanti<br />
secondo serie di dati disponibili;<br />
D) Comparazione ponderata dell’importanza relativa<br />
delle variabili e degli attributi di ciascuna variabile,<br />
finalizzata a discriminare il peso potenziale che<br />
i singoli strati informativi (tipo di vegetazione, tipo<br />
di land cover; caratteri bioclimatici; presenza di insediamenti<br />
e infrastrutture) possono generare sulla<br />
suscettibilità di qualsiasi tratto di territorio amazzonico<br />
(unità minima: pixel a risoluzione nota) ad<br />
essere percorso da incendi o a ospitare quemas.<br />
L’applicazione del modello ha previsto prima una verifica<br />
e validazione per casi di studio selezionando un<br />
minimo di tre comuni afferenti al progetto PASF. Sulla<br />
base di tale validazione (attualmente in fase di svolgimento)<br />
verrà sviluppata la versione finale del modulo<br />
computazionale di previsione e discriminazione degli<br />
hotspots in relazione alla suscettibilità a incendi e quemas.<br />
La ricerca prevede, infine, uno spazio conclusivo<br />
orientato alla presentazione degli output di progetto ed<br />
alla predisposizione di materiale divulgativo e di facilitazione<br />
per l’applicazione operativa del modello computazionale<br />
(fig. 1).<br />
Attraverso questa attività, il programma finanziato dalla<br />
Cooperazione Italiana trasferirà allo Stato boliviano<br />
un sistema per la lettura dei dati che attualmente non<br />
esiste nel Paese, e che potrà essere uno strumento utile<br />
alla programmazione strategica del settore nell’ottica di<br />
rispondere a emergenze e criticità causate dagli incendi<br />
boschivi.<br />
Il prodotto sviluppato offre inoltre un sostanzioso contributo<br />
sul piano della standardizzazione e unificazione<br />
di dati e processi, considerato che le diverse istituzioni<br />
operanti nel campo della classificazione dei valori relativi<br />
agli incendi dispongono attualmente di studi e documenti<br />
d’analisi discrepanti tra loro, in ragione dell’alta<br />
disomogeneità esistente in Bolivia a livello di raccolta e<br />
registrazione di dati afferenti gli incendi forestali.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 15
REPORTS<br />
QUO USQUE TANDEM ABUTERE…<br />
di Attilio Selvini<br />
Riflessioni e<br />
considerazioni<br />
sull’assenza del laureato<br />
in discipline geomatiche<br />
in Italia, confronti e<br />
paragoni con alcuni paesi<br />
del panorama europeo.<br />
Non se ne può più!<br />
L’orazione ciceroniana<br />
risuona continuamente<br />
nella mia mente di vecchio<br />
topografo, deluso e illuso dai<br />
reggitori di un Paese un tempo<br />
(non lontano) ammirato ovunque,<br />
prima e dopo la seconda<br />
guerra mondiale, per il suo<br />
contributo prioritario al divenire<br />
delle discipline geodetiche<br />
intese in senso generale.<br />
Mi fornisce lo spunto per questo<br />
articolo, l’intervista condotta<br />
dal direttore di <strong>GEOmedia</strong><br />
al professor Mattia Crespi (1),<br />
nella vecchia e storica sede della<br />
“Sapienza”, sede che vide fra i<br />
tanti Giovanni Boaga con i suoi<br />
studi sulla cartografia italiana<br />
degli anni quaranta, che da lui<br />
(e da Carl Friedrich Gauss)<br />
prende il nome. Mi si permetta<br />
di riportare qui un lungo passo<br />
dell’intervista, ripreso dal numero<br />
uno di quest’anno della<br />
rivista:<br />
Fig. 1 - Antonio Marussi Presidente della<br />
Commissione Geodetica Italiana. (Credits:<br />
http://www2.units.it/geodin/Marussi.html).<br />
“Un argomento di sicuro vivo interesse<br />
è poi stato quello della ex-<br />
Commissione Geodetica Italiana,<br />
per la quale si tentò tempo fa di<br />
colmare il vuoto della sua abolizione,<br />
senza successo.<br />
Un argomento ancora valido, da<br />
non lasciare nell’oblio del caos<br />
legislativo del momento, considerando<br />
che il tema dell’ambiente<br />
e del territorio riesce a ritagliarsi<br />
con difficoltà qualche spazio.<br />
Una carenza di regia caratterizza<br />
fortemente il settore e un<br />
eventuale intervento di governo si<br />
dovrebbe inquadrare non nascendo<br />
da eventi straordinari o dalla<br />
volontà di gruppi di studio che, a<br />
carattere volontario e quindi saltuario,<br />
cercano di recuperare delle<br />
situazioni di emergenza, che è sì<br />
presente nel territorio lacerato,<br />
ma anche nell’attuale sistema delle<br />
informazioni territoriali.<br />
La legislazione italiana tratta i<br />
problemi del rilevamento e della<br />
rappresentazione del territorio<br />
con una miriade di leggi che<br />
affidano competenze ad enti e<br />
strutture nazionali e locali, senza<br />
una logica unitaria di efficienza<br />
e di utilità collettiva. In Italia,<br />
caso forse unico al mondo di<br />
mancanza di coordinamento di<br />
tale livello, vi sono cinque organi<br />
cartografici dello Stato, vari servizi<br />
tecnici nazionali in costante<br />
ristrutturazione o abolizione,<br />
venti organi cartografici regionali<br />
e poi una moltitudine di ministeri,<br />
enti, agenzie, istituti che<br />
sarebbe impossibile enumerare<br />
tutti, che raccolgono e producono<br />
dati territoriali in un contesto<br />
di norme e di regole spesso tra<br />
loro contrastanti, con conseguenti<br />
duplicazioni, sovrapposizioni e<br />
sprechi di risorse pubbliche. Esce<br />
riconfermata ancora ad oggi la<br />
necessita di colmare tale carenza.”<br />
A questo punto non posso che<br />
ricordare con disappunto, come<br />
l’Italia non sia ancora, e non<br />
solo per ciò che riguarda il nostro<br />
settore, allineata col resto<br />
della Comunità. Incominciamo<br />
con le questioni di carattere<br />
generale riferite ai titoli di studio.<br />
In un bel libro ormai quasi<br />
introvabile (2), Dino Provenzal<br />
dice:<br />
“…Sono passati appena quarant’anni<br />
dacchè il Carducci<br />
rampognava la vanità del secolo<br />
che i maestri dei ginnasi battezzava<br />
professori … i maestri<br />
elementari sono diventati<br />
professori,gli insegnanti medi<br />
hanno subito messo fuori sulle<br />
placche e sui biglietti da visita il<br />
titolo dottorale … i liberi docenti,<br />
tolto il sacro aggettivo ,<br />
firmarono uguagliandosi<br />
così del tutto ai cattedranti …<br />
oggi per lo più … professori sono<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
rimasti, nel linguaggio comune,<br />
gli insegnati medi …”.<br />
Riflessione ulteriore: nel resto<br />
dell’Europa, ma direi nell’intero<br />
mondo, il titolo universitario<br />
non dà diritto a quello dottorale.<br />
Ne ho scritto in diverse<br />
occasioni (3), (4) e non voglio<br />
ripetermi: non solo, nessuno<br />
chiama “ingegnere”, “dottore”, e<br />
peggio “ragioniere”, “geometra”<br />
fuor dai confini italici una persona<br />
che abbia terminato favorevolmente<br />
l’università (o, ripeto,<br />
peggio) la scuola secondaria<br />
superiore, bensì lo appella con<br />
“Herr”, “Mister”, “Monsieur”,<br />
“Señor” e così via. Ricordo ancora<br />
con un tantino di vergogna<br />
le risate dei miei ospitanti, lassù<br />
nel Baden-Württemberg, molti<br />
e molti anni fa, quando nel vedere<br />
in TV un “giallo” (“Krimi”,<br />
in tedesco) e in particolare “Der<br />
Fall Mattei”, il caso Mattei, si<br />
sentiva chiamare “Doktor” un<br />
commissario di Polizia, cosa<br />
impensabile non solo nella<br />
Repubblica Federale ma in tutta<br />
la Comunità Europea. Con la<br />
tardiva scoperta del “dottore di<br />
ricerca”, l’Italia ha oggi due tipi<br />
di “dottore”, il primo fasullo<br />
(con l’eccezione universale dei<br />
medici), il secondo pari a quello<br />
del mondo intero. Però quelli<br />
che ne sono titolari, si affrettano<br />
a farsi appellare “PhD”, anche<br />
se poco sanno di inglese, per<br />
differenziarsi dagli altri, dottori<br />
solo all’italiana.<br />
A questo punto il lettore spazientito<br />
e un tantino seccato,<br />
si chiederà: “ ma che c’entra<br />
tutto questo con le discipline<br />
del rilevamento e della rappresentazione,<br />
insomma con la<br />
geomatica e annessi?”. C’entra,<br />
e come. Dicevo più sopra del<br />
mancato “allineamento” col<br />
modo di fare, di pensare, di amministrare,<br />
di gestire del nostro<br />
Paese, in termini europei. Quale<br />
divario, per restare nell’ambito<br />
del nostro piccolo mondo di topografi,<br />
rispetto alla Comunità!<br />
Oltre alla soppressione della<br />
Commissione Geodetica, organo<br />
di alto valore scientifico<br />
(e pratico, essendo cogente)<br />
presente in tutti gli altri stati<br />
dell’Europa, Confederazione<br />
Elvetica compresa, pur non<br />
entrata nella Comunità (in<br />
Germania addirittura ve ne<br />
sono due “divisioni”, a Monaco<br />
di Baviera e a Francoforte sul<br />
Meno), soppressione che va a<br />
disdoro di un governo e poi di<br />
un parlamento che la hanno<br />
definita “ente inutile” (!) la<br />
povera Italia si distingue anche<br />
per non avere un laureato in discipline<br />
geomatiche. Tale figura<br />
esiste, e non da oggi, in tutto<br />
il resto del vecchio continente,<br />
dalla Francia al Regno Unito,<br />
dai Paesi Bassi alla Polonia,<br />
dalla Romania alla Slovenia alla<br />
Grecia et coetera alia.. Mi limiterò<br />
a dare qualche informazione<br />
in proposito, riferendomi ai<br />
Paesi che sono la sede delle cinque<br />
lingue europee più diffuse;<br />
lascerò l’Italia per ultima.<br />
Iniziamo dalla Francia, la ”sorella<br />
latina”, anche perché vi è<br />
nata oltre un secolo fa la “FIG”,<br />
Federazione Internazionale<br />
Geometri” (5).<br />
I percorsi per divenire<br />
“Géomètre Expert” sono in<br />
Francia diversi, e li indico qui<br />
avanti:<br />
1) Titolo di “Ingegnere<br />
Geometra” rilasciato da<br />
una delle seguenti scuole<br />
universitarie: ESGT (Ecole<br />
Superieur des Géomètre<br />
et Topographes); ESTP<br />
(Ecole Spéciale des Traveaux<br />
Publique); INSA Strasbourg<br />
( Institut National des<br />
Sciences Appliquées).<br />
2) Titolo di “ingegnere” rilasciato<br />
da altre scuole universitarie.<br />
3) Master universitario in:<br />
urbanistica, paesaggistica,<br />
architettura, geomatica,<br />
topografia, scienze ingegneristiche.<br />
4) Diplomi universitari inferiori<br />
a “master”: licenza più 5<br />
anni di pratica professionale;<br />
BTS (Brevet de Tecnicien<br />
Superiéur, 2 anni dopo la<br />
media superiore) più sei anni<br />
di pratica; (BAC +2), più<br />
otto anni di pratica; infine<br />
licenza tecnica più quindici<br />
anni di pratica (!) (BAC in<br />
francese equivale al nostro<br />
diploma liceale).<br />
5) Diplomi universitari europei,<br />
(BAC +3) più esercizio<br />
di una professione regolata<br />
dal Paese d’origine.<br />
A conclusione di uno di questi<br />
percorsi, si riceve il brevetto<br />
di “DPLG” (Diplômé Par Le<br />
Gouvernement) e si diventa<br />
quindi “Geométre Expert”. Alla<br />
faccia dei nostri “geometri” licenziati<br />
dalla scuola secondaria<br />
superiore e con due (!) anni di<br />
tirocinio più o meno ben fatto.<br />
Secondo le informazioni più<br />
recenti, i Geomètres Expert<br />
sono oggi in Francia poco più<br />
di tremila.<br />
Passo ora ai topografi del<br />
Regno Unito. Nasce a Londra<br />
nel 1868 la “Institution of<br />
Surveyors”, che diventa poi nel<br />
1930 “Chartered Surveyors’<br />
Institution” e infine, nel 1947<br />
“Royal Institution of Chartered<br />
Surveyors”, RICS. Va premesso<br />
che in tutto il mondo anglosassone<br />
(Commonwealth, USA)<br />
le professioni sono regolate<br />
diversamente rispetto alla vecchia<br />
Europa, ove in generale le<br />
professioni e i titoli universitari<br />
sono “protetti” dalle leggi<br />
e dagli “ordini” o simili. Pur<br />
essendo la “RICS” legata alle<br />
molte università inglesi, le vie<br />
per diventarne membro sono<br />
quattro: “academic, graduate,<br />
technical, professional”. E’ forse<br />
curioso notare che il motto<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 17
REPORTS<br />
dell’istituzione è in latino: “Est<br />
modus in rebus”, o se preferite,<br />
in inglese “There is measure in<br />
all things”. Gli aderenti all’associazione<br />
(perché di ciò si tratta)<br />
sono di tre tipi:”MRICS” (effettivi),<br />
“FRICS” (fellows, ovvero<br />
colleghi), e infine “AssocRICS”.<br />
Va sottolineato che anche qui,<br />
del resto come in Francia, i<br />
“surveyors” si occupano di misure,<br />
di rappresentazione, di<br />
catasto, di cartografia, di estimo<br />
in generale, di urbanistica, di ricomposizione<br />
fondiaria, ma non<br />
di progettazione di edifici, come<br />
avviene invece per i geometri<br />
italiani. RICS ha molte “filiali”<br />
in Europa, anche in Italia; gli<br />
aderenti in UK sono all’incirca<br />
3000.<br />
Parliamo ora della Germania,<br />
ma ciò vale anche con pochissime<br />
differenze per Austria e<br />
Svizzera (6). Dall’adesione della<br />
Repubblica Federale Tedesca al<br />
sistema universitario europeo<br />
(Riunione di Bologna) due<br />
sono diventati i gradi universitari:<br />
“Bachelor” e “Master”.<br />
Il primo richiede studi per sei<br />
semestri, il secondo ne aggiunge<br />
altri quattro. In genere e prima<br />
dell’esame finale, vi è poi<br />
un semestre di “Praktikum”<br />
in aziende o in organi statali o<br />
regionali. Formano in generale<br />
ingegneri le Università Tecniche<br />
“TU” (un tempo “TH”,<br />
Technische Hochschulen: oggi<br />
la denominazione la porta solo<br />
la “ETHZ”, Eidgenössische<br />
Technische Hochschule Zürich,<br />
il Politecnico di Zurigo) oppure<br />
le “FH”, Fachochschulen; per<br />
le differenze vedasi in (6). Il<br />
titolo di ingegnere tradizionale<br />
è “Dipl.Ing.” seguito da “FH”<br />
oppure “TU” in dipendenza<br />
del sito che lo ha rilasciato;<br />
l’associazione generale degli ingegneri<br />
è il “Verein Deutscher<br />
Ingenieure, VDI” (chi scrive<br />
ne è stato socio ordinario per<br />
51 anni). Gli ingegneri topografi<br />
(Vermessungingenieure)<br />
hanno un loro programma<br />
accademico (6) e aderiscono<br />
al “VdV, Verband der<br />
Vermessungsingenieure”, che<br />
conta circa 6.500 iscritti. La<br />
loro attività copre tutti i settori<br />
della geomatica, dal catasto alla<br />
geodesia, dalla fotogrammetria<br />
al telerilevamento.<br />
Una particolare forma degli ingegneri<br />
topografi, estesa a tutta<br />
la Repubblica Federale con l’eccezione<br />
della Baviera, è costituita<br />
dagli “ÖbVI, Öffentlich bestellte<br />
Vermessungsingenieure”,<br />
topografi liberi professionisti<br />
ma con attività e mansioni paragonabili<br />
a quelle dei nostri<br />
Fig. 2 – Rilievi sul campo (Credits: mediaGEO TECHONOLOGYforALL <strong>2015</strong>).<br />
funzionari pubblici: si occupano<br />
di questioni catastali, di contese<br />
per i confini, di ricomposizione<br />
fondiaria e urbanistica;<br />
le loro decisioni hanno valore<br />
giuridico. Sono circa quattromila<br />
in Germania (compresi<br />
nei 6.500 di cui sopra), e<br />
hanno equivalenti in Austria<br />
(Ingenieur Konsulent für<br />
Vermessungswesen), in Svizzera<br />
(Patentierte Ingenieurgeometer)<br />
e in Lussemburgo (Géometre-<br />
Officiel). L’organo di appartenenza<br />
nella Repubblica Federale<br />
è il “Bund der Öffentlich bestellten<br />
Vermessungsingenieure<br />
(BDVI e.V.)“; la sigla “e.V.“<br />
significa “eingetragener Verein“,<br />
e corrisponde al nostro “legalmente<br />
riconosciuto“.<br />
Gli ingegneri che hanno “promoviert”,<br />
ovvero che hanno<br />
conseguito il titolo dottorale,<br />
sono in Germania una modestissima<br />
percentuale dei “Dipl.<br />
Ing.” e si fregiano del titolo<br />
“Dr.-Ing.”; il titolo di “dottore”<br />
in Germania “appartiene al<br />
nome” e sarebbe maleducato<br />
rivolgersi alla persona corrispondente<br />
senza far precedere il<br />
nome da “Herr Doktor”.<br />
Veniamo ora alla Spagna.<br />
L’ingegnere topografo odierno,<br />
nasce come tale nel 1954, nella<br />
“Esquela de Topogràfia” all’Università<br />
Politecnica di Madrid,<br />
in dipendenza del Ministero<br />
della Educazione Nazionale.<br />
Oggi vi è in quell’Ateneo il<br />
Departemento de Ingegnéria<br />
Topogràfica y Cadastral; le<br />
discipline formative di questo<br />
tipo di ingegnere sono allineate<br />
con quelle del resto della<br />
Comunità: matematica generale,<br />
topografia, geodesia, geofisica,<br />
telerilevamento e Lidar<br />
aereo, fotogrammetria generale<br />
e Lidar terrestre, cartografia,<br />
sistemi informativi geografici,<br />
geoinformatica e<br />
tecnica dell’informazione<br />
geospaziale (TIG), analisi<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
e gestione del territorio, progettazione<br />
ingegneristica territoriale.<br />
I gradi accademici sono<br />
quelli previsti dall’incontro di<br />
Bologna: diploma, master, dottorato;<br />
per il diploma occorrono<br />
ben quattro anni di corso, per<br />
il master altri due semestri. Le<br />
università che formano attualmente<br />
ingegneri topografi sono<br />
le seguenti: Asturias, Avila,<br />
Barcelona, Jaén, Las Palmas<br />
De Gran Canaria, Leon, Lugo,<br />
Madrid, Mérida, Valencia,<br />
Vitoria-Gasteiz. L’associazione<br />
che raggruppa questi ingegneri<br />
si chiama “Colegio Oficial<br />
De Ingenierìa Geomàtica Y<br />
Topogràfica”; gli aderenti sono<br />
oggi circa 4.500.<br />
E veniamo all’Italia, alla povera<br />
Italia che anche in questo (sia<br />
pur modesto) settore è fuori<br />
dall’Europa.<br />
La crescita impressionante e<br />
anomala dei geometri, data dal<br />
1947, a guerra appena finita.<br />
Sino ad allora i geometri italiani<br />
erano perlopiù topografi e nel<br />
1940 quelli esercitanti la professione<br />
assommavano a poco<br />
più di un migliaio, aderenti al<br />
Sindacato Fascista dei Geometri<br />
Liberi Professionisti (7). Poi,<br />
il disastro. Quasi di colpo, le<br />
necessità della ricostruzione<br />
del Paese mutarono i geometri<br />
di fatto in periti edili (8) e il<br />
loro numero crebbe in modo<br />
impressionante. A titolo di cronaca,<br />
occorre ricordare analogo<br />
fenomeno (purtroppo ancora<br />
italiano) accaduto negli anni<br />
settanta: la crescita a dismisura<br />
degli architetti, allorché migliaia<br />
di geometri si trovarono<br />
quasi d’incanto “dottori in<br />
architettura” dopo corsi più<br />
o meno serali ed esami più<br />
o meno di gruppo. Poi, le<br />
vicende sono note. Oggi i<br />
geometri iscritti agli albi<br />
sono circa 110.000; ma<br />
l’associazione dei “geometri<br />
topografi”, AGIT<br />
(come non notare la tautologia:<br />
geometra equivale a topografo!)<br />
nata circa un ventennio fa<br />
ne conta meno di mille. La<br />
lunga via per formare un topografo<br />
a livello universitario<br />
anche nel Bel Paese è costellata<br />
di insuccessi. Al tempo della<br />
nascita dei diplomi universitari<br />
biennali (dagli anni settanta ai<br />
novanta del secolo scorso) ci<br />
provammo in molti, sotto la<br />
spinta di un Maestro di vaglia<br />
come fu Mariano Cunietti<br />
nel Politecnico milanese, di<br />
altri amici e colleghi di buona<br />
volontà e dalle idee chiare, e<br />
col sostegno di due presidenti<br />
del Consiglio Nazionale dei<br />
Geometri veramente bravi<br />
e volti al futuro: Raffaelli e<br />
Borsalino. Fu un lungo lavoro,<br />
osteggiato da altre categorie<br />
professionali e dagli stessi geometri,<br />
intestarditi sulla via della<br />
“polivalenza”, evidentemente<br />
con accento sul mondo delle<br />
costruzioni a discapito della topografia.<br />
Ricordo con amarezza<br />
(e nostalgia) l’intervento di un<br />
grande topografo, il professor<br />
Giuseppe Inghilleri, allora preside<br />
della Facoltà di Ingegneria a<br />
Torino, che a un convegno dove<br />
per l’appunto di parlava di competenze<br />
dei geometri, disse chiaramente.<br />
“… meno metri cubi<br />
e più metri quadrati”, schierandosi<br />
per l’ampliamento delle<br />
mansioni e della formazione del<br />
geometra nell’ambito topografico<br />
e cartografico. Ma fu tutto<br />
inutile. Verso la fine del secolo,<br />
e sotto la spinta di chi scrive,<br />
un piccolo gruppo di professori<br />
del Politecnico milanese venne<br />
ricevuto dal rettore di allora,<br />
uomo probo e di larghe vedute,<br />
il professor Adriano De Maio.<br />
Del gruppo faceva parte oltre a<br />
chi scrive anche un geodeta di<br />
valore, poi presidente della IAG,<br />
la “International Association of<br />
Geodesy” e membro dell’Accademia<br />
dei Lincei: il professor<br />
Ferdinando Sansò, insieme ad<br />
alcuni colleghi di vaglia, fra<br />
i quali cito Carlo Monti, per<br />
due volte direttore del nostro<br />
Dipartimento. Si esaminò la<br />
possibilità di aprire a Milano<br />
una sezione topocartografica<br />
nell’ambito del corso di laurea<br />
in ingegneria civile. Ma anche<br />
questa iniziativa fallì quasi subito,<br />
nonostante fosse appoggiata<br />
dal CNG per opera del bravissimo<br />
segretario di allora, Fiorenzo<br />
Fig. 3 – Rilievi presso i Mercati Traianei. (Credits: mediaGEO TECHONOLOGYforALL<br />
<strong>2015</strong>).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 19
REPORTS<br />
Guaralda. Ne nacque soltanto<br />
un corso di diploma biennale e<br />
poi di laurea triennale in ingegneria<br />
dell’ambiente e del territorio,<br />
presso la sede di Como,<br />
per l’appunto diretta da Sansò.<br />
Tutto qui.<br />
Poi, quasi d’improvviso, molte<br />
facoltà di ingegneria scopersero<br />
l’indirizzo di laurea proprio<br />
in “ambiente e territorio”, che<br />
nulla o quasi ha in comune con<br />
l’indirizzo generale europeo di<br />
tipo geomatico. Se ci riferiamo<br />
al Politecnico di Milano, questa<br />
laurea magistrale si propone di<br />
operare per:<br />
o Difesa del Suolo e<br />
Prevenzione dai Rischi<br />
Naturali<br />
o Pianificazione e Gestione<br />
delle Risorse Naturali<br />
o Tecnologie di Risanamento<br />
Ambientale<br />
o Monitoraggio e Diagnostica<br />
Ambientale<br />
o Environmental Engineering<br />
for Sustainability..<br />
(la serie austera di “maiuscole”<br />
non è mia, è del testo ufficiale).<br />
E per ottenere tali ambiziosi<br />
traguardi, le discipline del<br />
gruppo “ICAR 06”, ovvero<br />
quelle di tipo geomatico,<br />
sono esattamente ben<br />
QUATTRO (!), in ordine:<br />
Tecniche di posizionamento e<br />
controllo (quindi una modestissima<br />
parte della topografia, del<br />
resto assente), Fotogrammetria<br />
e Fotointerpretazione,<br />
Telerilevamento, Sistemi<br />
Informativi Territoriali. Sic et<br />
simpliciter. Dove stiano geodesia,<br />
topografia, cartografia,<br />
sistemi catastali, posizionamento<br />
satellitare e altro ancora, nessuno<br />
lo sa. Vorrei qui riportare<br />
il piano di studi del Politecnico<br />
di Zurigo (9), nel quale peraltro<br />
hanno lavorato e lavorano a diversi<br />
livelli molti italiani di varia<br />
estrazione, ma ci rinuncio e mi<br />
limito a rimandare alla bibliografia<br />
in (6), ove si troveranno<br />
i piani di una TU e di una FH<br />
tedesche: che abisso!<br />
Quindi l’Italia, unico Paese europeo<br />
(ma vorrei dire dell’intero<br />
mondo) non possiede non solo<br />
una Commissione Geodetica<br />
o comunque un unico organo<br />
scientifico ufficiale, cogente<br />
e dirimente che si occupi del<br />
rilevamento e della rappresentazione,<br />
ma nemmeno una figura<br />
professionale corrispondente<br />
a quelle presenti nella FIG.<br />
Nella quale, è vero, ci sono ufficialmente<br />
per noi i geometri<br />
(diplomati di scuola secondaria,<br />
ovvero alla francese provvisti di<br />
solo BAC!): ma come e in che<br />
modo? In (10) ho citato un caso<br />
tipico: quello del congresso internazionale<br />
di tale associazione<br />
svoltosi l’anno scorso a Kuala<br />
Lumpur, al quale partecipavano<br />
TRE delegati ufficiali italiani:<br />
Enrico Rispoli e Maria Grazia<br />
Scorza del CNG, Alessandro<br />
Capra allora presidente della<br />
SIFET, oltre al geometra<br />
Johan Lun, ottimo topografo<br />
altoatesino (che vi partecipava<br />
a sue spese, solo per il suo<br />
amore per le nostre discipline!).<br />
I delegati della Nigeria erano<br />
TRECENTOCINQUANTA:<br />
incredibile!<br />
Eppure l’Italia è zeppa di figure<br />
professionali che si occupano<br />
di misura e di rappresentazione;<br />
circa ottomilacento sono i<br />
Comuni, e se anche non tutti<br />
hanno un Piano di Governo del<br />
Territorio (PGT) e un Ufficio<br />
Tecnico che se ne occupi, quanto<br />
meno la metà lo avranno.<br />
Le Regioni sono venti, di cui<br />
cinque a statuto speciale, e tutte<br />
hanno uffici cartografici più o<br />
meno ben messi. Le Provincie<br />
(in fase di abolizione, pare)<br />
sono centodieci. Si occupano<br />
anche di strade e quindi di cose<br />
topografiche (e fotogrammetriche,<br />
e cartografiche). In tutto<br />
lo stivale e isole comprese, vi<br />
sono quindi a livello pubblico<br />
almeno alcune migliaia di tecnici,<br />
ma come e dove formati<br />
e qualificati? Molti sono i geometri,<br />
pochi gli ingegneri, in<br />
numero elevato gli architetti,<br />
soprattutto già geometri e poi<br />
laureati nei tempi belli degli<br />
esami di gruppo. Intendiamoci:<br />
molti di questi tecnici si sono<br />
poi perfezionati sul campo,<br />
sbagliando, imparando, facendo<br />
e disfacendo. Ma a che prezzo,<br />
per la società?<br />
E poi ci sono i professionisti,<br />
che si occupano delle vicende<br />
usuali: catasto e sua gestione,<br />
liti di confine, assistenza ai<br />
notai nei trasferimenti di proprietà<br />
fra vivi e “mortis causa”,<br />
e via dicendo. Ho già detto che<br />
i geometri aderenti alla AGIT<br />
sono meno di mille; molti altri<br />
fanno “anche” lavori del settore.<br />
Pochi sono gli ingegneri che si<br />
occupano del campo topocartografico,<br />
e ovviamente fra questi<br />
vanno annoverati i professori e<br />
ricercatori universitari, che sono<br />
all’incirca cento, nonché gli<br />
insegnati degli Istituti Tecnici,<br />
alcune centinaia in totale. Molti<br />
anni fa mi ero occupato della<br />
situazione della topografia in<br />
Italia (11), e avevo fornito dati<br />
sicuri su chi allora si occupava<br />
di tale disciplina: ma oggi parecchio<br />
è cambiato e i dati che<br />
indico qui sopra sono approssimati,<br />
anche se immagino che<br />
non siano molto lontani dalla<br />
realtà.<br />
Un altro fenomeno del tutto<br />
italiano ha avuto breve vita.<br />
Dalla nascita delle Regioni in<br />
poi, e per tre decenni, sono<br />
cresciute a dismisura le piccole<br />
e minime imprese di cartografia<br />
aerofotogrammetrica; ne<br />
posso ben dire, dal momento<br />
che per alcuni anni sono stato<br />
presidente di UNIGEO, associazione<br />
che ne abbracciava<br />
parecchie, ormai verso la fine<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
degli anni d’oro (12). Anni<br />
d’oro sì, perché da un lato la<br />
confusione generata dalla mancanza<br />
di un organo ufficiale<br />
(la Commissione Geodetica<br />
Italiana, soppressa il 4 luglio<br />
1977 con DPR: chi avrà mal<br />
consigliato quel Presidente?) e<br />
dall’altro la miriade di appalti<br />
mal regolamentati e su capitolati<br />
il più delle volte impensati<br />
(cioè letteralmente “non pensati”)<br />
trasformarono il mercato<br />
in una selva selvaggia ove ci si<br />
combatteva a colpi di sconti del<br />
trenta, quaranta e più per cento,<br />
senza che nessuno eccepisse.<br />
Ma poi la “bolla” svanì quasi<br />
d’improvviso, molti fallirono,<br />
altri semplicemente chiusero<br />
e buttarono sul lastrico molte<br />
decine (forse alcune centinaia)<br />
di buoni operatori fotogrammetrici<br />
misti a bravi topografi:<br />
tutti quasi di colpo storditi<br />
anche dal mutare dei capitolati,<br />
più rivolti alla parte meramente<br />
informatica che non a quella<br />
topografica e dimensionale del<br />
rappresentato (e, aggiungo, dal<br />
mutare della tecnica fotogrammetrica<br />
stessa, passata dopo settant’anni,<br />
dalla forma analogica<br />
a quella analitica e subito dopo<br />
divenuta digitale).<br />
In definitiva, gli “operatori” geomatici<br />
(usiamo questa dizione<br />
generale, per adeguarci all’attualità)<br />
sono oggi anche in Italia in<br />
via approssimativa, tanti quanti<br />
quelli che abbiamo indicato<br />
negli altri quattro Paesi dell’Unione.<br />
E allora, perché non formarli<br />
finalmente come si fa in<br />
questi? Perché questa resistenza,<br />
questa ostilità alla creazione di<br />
un indirizzo geomatico nelle<br />
facoltà (mi scuso: la dizione che<br />
oggi va per la maggiore, almeno<br />
a Milano e dintorni, non è più<br />
questa, ma è quella di “scuola”):<br />
ovvero nelle “scuole” di ingegneria)?<br />
I geometri da quest’anno negli<br />
“Istituti di Istruzione Superiore”<br />
sono sostituiti dai “periti delle<br />
costruzioni, dell’ambiente e del<br />
territorio” (anche se pare che il<br />
CNG sia pronto ad accoglierli,<br />
a esame di stato concluso, si<br />
veda in (13)). Finalmente la<br />
“polivalenza” ha vinto, anche<br />
se difficilmente i nuovi “CAT”<br />
potranno fare come liberi professionisti,<br />
quel che fanno oggi<br />
in gran maggioranza i geometri.<br />
E allora, coraggio: quale<br />
università, pubblica o privata,<br />
avrà il coraggio di istituire un<br />
corso per ingegneri geomatici?<br />
Potrebbe anche essere un buon<br />
affare, dal punto di vista economico!<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1)Carlucci, Renzo<br />
Un incontro con Mattia Crespi, docente di<br />
Geomatica alla Sapienza di Roma. <strong>GEOmedia</strong>, Roma, n°<br />
1/<strong>2015</strong>.<br />
2) Provenzal, Dino<br />
Manuale del professore. Ed. Monanni,<br />
Milano, 1930.<br />
3) Selvini, Attilio<br />
Appunti per una storia della topografia in<br />
Italia nel ventesimo secolo. Maggioli ed.<br />
Rimini, 2013.<br />
4) Selvini, Attilio<br />
La topografia nella Repubblica Federale Tedesca.<br />
Boll. SIFET, Milano, n.3/1972.<br />
5) Monti, Carlo, Selvini, Attilio<br />
Riflessioni su un programma ministeriale.<br />
<strong>GEOmedia</strong>, Roma, n° 6/2012.<br />
6) Selvini, Attilio<br />
Formazione dell’ingegnere topografo in<br />
Germania. Boll. SIFET, Milano, n° 1/1996.<br />
7) Selvini, Attilio<br />
Quando i Geometri erano “Geometri”.<br />
Il Seprio, Varese, n° 3/2013.<br />
8) Selvini, Attilio<br />
Geometri o periti edili? Il Seprio, Varese,<br />
n° 4/2009.<br />
9) Carosio, Alessandro<br />
Die Professur für Geoinformationssysteme<br />
und Fehelertheorie im Institut für Geodäsie und<br />
Photogrammetrie ETHZ. IGP Bericht, 2008.<br />
10) Selvini, Attilio<br />
La presenza italiana nelle organizzazioni<br />
internazionali di Geomatica. GeoMedia,<br />
Roma, n° 4/2014.<br />
11) Donnini, Sergio, Selvini, Attilio<br />
Rapporto sulla situazione della topografia in<br />
Italia, Boll. SIFET, Milano, n.3/1967.<br />
12) Selvini, Attilio<br />
UNIGEO, una nuova associazione. Rivista<br />
del Dipartimento del Territorio, Roma, n°3/<br />
2004.<br />
13) Selvini, Attilio<br />
Lettera aperta al direttore di Geomedia.<br />
<strong>GEOmedia</strong>, Roma, n° 3/<strong>2015</strong>.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geomatica; Istruzione; Italia; Europa<br />
ABSTRACT<br />
Reflections and considerations on the absence of a degree in Geomatics<br />
disciplines in Italy. Comparison with some countries in the European scene<br />
about this profession.<br />
AUTORE<br />
Attilio Selvini, attilio.selvini@polimi.it<br />
già presidente della Società Italiana di Fotogrammetria<br />
e Topografia, SIFET<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 21
REPORTS<br />
GISMaker, programma per<br />
l'elaborazione e la manipolazione<br />
di dati geometrici georeferenziati<br />
di ProgeSOFT<br />
Urbanisti, Architetti, Geometri, Agronomi,<br />
Ingegneri, Geologi, Periti Edili, lavorano<br />
spesso su progetti incentrati sulla<br />
rappresentazione e la gestione del territorio<br />
con dati di natura diversa: disegni CAD, dati<br />
raster (ortofoto digitali o immagini da satellite)<br />
e layer GIS. Una valida soluzione per gestire<br />
tutti questi dati con un unico software è<br />
GISMaker, programma per l'elaborazione<br />
e la manipolazione di dati geometrici<br />
georeferenziati.<br />
Fig. 1 - Interfaccia GISMaker.<br />
GISMaker è un CAD<br />
GIS alternativo ai comuni<br />
software per la<br />
progettazione tecnica, ed è compatibile<br />
con tutti gli applicativi<br />
GIS presenti sul mercato internazionale.<br />
Il programma si rivolge<br />
anche a tutti gli operatori che<br />
attraverso l’elaborazione di dati<br />
cartografici producono analisi e<br />
strumenti nell’ambito comunale,<br />
provinciale, all’interno di comunità<br />
montane, consorzi di bonifica<br />
ed aziende municipalizzate.<br />
L’utente può accedere facilmente<br />
ai dati GIS e CAD per la pianificazione,<br />
la progettazione e la gestione<br />
di tutti gli elementi grafici<br />
e di testo. GISMaker può essere<br />
installato su tutte le versioni di<br />
Windows, da XP, sp3 a 8.1 ed<br />
è completamente conforme agli<br />
standard internazionali nella gestione<br />
e trasmissione di dati<br />
geografici. La peculiarità di<br />
questo software innovativo è la<br />
combinazione dei benefici tipici<br />
del CAD con quelli dei GIS, in<br />
un programma 2D che include<br />
funzionalità specifiche per l’editing<br />
cartografico. La componente<br />
CAD prevede l’importazione<br />
ed esportazione nei formati<br />
DXF/DWG e l’importazione dei<br />
file in formato CXF, il formato<br />
originario della mappe catastali<br />
italiane. La componente GIS<br />
consente sia l’importazione che<br />
l’esportazione nei seguenti formati:<br />
Shapefile, GML, MapInfo,<br />
GPX, KML, Geodb Esri, Geodb<br />
Geomedia, WFS ecc …<br />
Il programma presenta un’interfaccia<br />
standard già conosciuta<br />
dagli utenti abituati a lavorare<br />
con applicazioni GIS ed il disegno<br />
tecnico. GISMaker consente di:<br />
4Trasformare facilmente un<br />
disegno CAD in progetto<br />
GIS e viceversa. Guarda il<br />
video<br />
4Importare direttamente i<br />
disegni nei formati DWG/<br />
DXF<br />
4Rispettare gli standard internazionali<br />
per l’import/export<br />
dei dati: shapefile, gml, kml,<br />
geomedia, geo+db, esri.<br />
4Importare e gestire direttamente<br />
i dati cartografici catastali<br />
(mappe CXF) forniti dal<br />
Dipartimento del Territorio<br />
4Copiare elementi da progetti<br />
CAD ed incollarli sui layer<br />
GIS<br />
4Gestire simultaneamente più<br />
mappe sovrapposte CAD-<br />
GIS-RASTER<br />
4Utilizzare funzioni specifiche<br />
per gestire in modo semplice<br />
ed intuitivo la creazione di<br />
maschere dati.<br />
4Generare carte tematiche con<br />
possibilità di filtrare i dati da<br />
rappresentare mediante query<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
con la creazione delle relative<br />
legende.<br />
4Eseguire l’analisi spaziale<br />
mediante funzioni di<br />
geoquery sugli attributi<br />
alfanumerici e sulle caratteristiche<br />
geometriche dei layer<br />
GIS.<br />
4Eseguire l’analisi spaziale<br />
mediante funzioni di geoprocessing<br />
tra layer GIS con<br />
generazione di nuovo layer<br />
prodotto dell’elaborazione.<br />
Le funzioni disponibili sono:<br />
taglio, intersezione, sottrazione,<br />
buffer.<br />
4Disporre di librerie di simboli:<br />
oltre 500 stili di riempimento<br />
per gli elementi<br />
areali, oltre 1500 tipi di linea<br />
per gli elementi lineari e più<br />
di 4000 simboli per gli elementi<br />
puntuali.<br />
4Gestire le funzioni per la<br />
produzione dei layout di<br />
stampa.<br />
Tra le tante funzionalità che<br />
caratterizzano GISMaker ce ne<br />
sono alcune che incuriosiscono<br />
particolarmente l’utente che<br />
lavora a progetti in cui sono<br />
presenti sia dati CAD che GIS,<br />
di cui si riporta qui di seguito<br />
un breve approfondimento:<br />
Mappatura<br />
Mappare un territorio significa<br />
raccogliere i dati territoriali<br />
per monitorare l’evoluzione<br />
urbanistica resa disponibile<br />
attraverso servizi cartografici<br />
GIS. GISMaker è particolarmente<br />
efficace per mappare: i<br />
punti luce, la toponomastica,<br />
il verde pubblico, le reti tecnologiche,<br />
la numerazione civica<br />
in quanto può operare in un<br />
unico ambiente con dati CAD<br />
con la possibilità di editing<br />
avanzato,trasformazione degli<br />
stessi dati in features GIS... e<br />
modifica della struttura delle tabelle<br />
dati mediante lo strumento<br />
di gestione db.<br />
Fig. 2 – Mappatura.<br />
Import/export dati<br />
Il programma è in grado di importare<br />
ed esportare shapefile,<br />
DWG e di trasformare facilmente<br />
disegni CAD in layer<br />
GIS. Nel caso di dati in formato<br />
DXF/DWG, la fase di esportazione<br />
mantiene le vestizioni<br />
generate nel GIS e suddivide gli<br />
oggetti in layer con nome uguale<br />
alle classi della legenda-GIS.<br />
Gli altri formati importati ed<br />
esportati sono: i CXF relativi alle<br />
mappe catastali, i file GML, MapInfo,<br />
GPX, Esri geodatabase,<br />
geomedia, postgis, KML (formato<br />
di Google Earth, si esporta<br />
sia la parte geometrica che gli<br />
attributi associati), dati GIS su<br />
Fig. 3 - CAD e GIS.<br />
geodb. GISMaker è lo strumento<br />
più semplice per passare da<br />
un sistema all'altro e viceversa,<br />
nello specifico i passaggi possibili<br />
possono essere due:<br />
4DA CAD A GIS: trasformazione<br />
di un file CAD in layer<br />
GIS<br />
4DA GIS A CAD: trasformazione<br />
di un layer GIS<br />
classificato in file CAD che<br />
mantenga l’aspetto della classificazione<br />
GIS.<br />
Trasformazione di coordinate<br />
È noto che i programmi GIS<br />
siano in grado di gestire contemporaneamente<br />
dati provenienti<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 23
REPORTS<br />
Fig. 4 - Trasformazione di coordinate.<br />
Fig. 5 – Stampe.<br />
da diversi sistemi<br />
di proiezione<br />
e riferimento e di<br />
effettuare conversioni fra i vari<br />
sistemi. La trasformazione di<br />
coordinate di GISMaker consente<br />
la conversione dei layer<br />
GIS e CAD tra i diversi sistemi<br />
di proiezione geografica. Questa<br />
funzionalità è articolata nella:<br />
4Conversione dei dati CAD e<br />
dei layer GIS tra diversi sistemi<br />
di proiezione geografica,<br />
anche catastali italiani<br />
4Possibilità di definire un nuovo<br />
sistema di proiezione tramite<br />
i parametri del “datum”<br />
4Possibilità di definire in fase di<br />
conversione, se gli attributi alfanumerici<br />
(record di database<br />
saranno associati al layer GIS<br />
rispettivamente di partenza o<br />
di arrivo<br />
Non va dimenticato che per<br />
effettuare una trasformazione di<br />
coordinate è importante conoscere<br />
i parametri che definiscono<br />
un’origine catastale. La cartografia<br />
catastale è policentrica, cioè<br />
presenta numerose origini per il<br />
territorio Italiano e questo pone<br />
il problema di conoscere esattamente<br />
a quale origine appartiene<br />
il territorio sul quale si opera e i<br />
parametri, latitudine e longitudine,<br />
dell’origine catastale interessata.<br />
Se mancano questi parametri<br />
non sarà possibile eseguire<br />
correttamente la trasformazione<br />
di coordinate. Ci sono degli<br />
appositi portali dove reperire<br />
esattamente l’origine catastale<br />
al quale il comune interessato<br />
afferisce.<br />
Stampe<br />
GISMaker dispone di un tool<br />
avanzato di facile utilizzo mediante<br />
wizard per la gestione<br />
delle stampe. E’ possibile combinare<br />
a piacere disegni cad, feature<br />
class, dati raster, legende e<br />
tabelle dati. Permette di inserire<br />
nel layout di stampa più viste<br />
delle stesso progetto con scale e<br />
rappresentazioni diverse. E’ possibile<br />
definire in modo interattivo<br />
l’area di stampa e generare<br />
automaticamente sul documento<br />
di stampa le legende attive. Permette<br />
l’editing del documento di<br />
stampa mediante funzioni CAD<br />
avanzate e di memorizzare il layout<br />
generato come modello per<br />
nuove stampe.<br />
L’analisi dei dati<br />
GISMaker permette la generazione<br />
di carte tematiche con<br />
possibilità di filtrare i dati da rappresentare<br />
mediante query con<br />
relative legende selezionando le<br />
modalità di rappresentazione tra:<br />
4Layer GIS con selezione del<br />
modello di visualizzazione<br />
normale o a simboli<br />
4Categorie con selezione del<br />
modello di visualizzazione che<br />
può essere a valori unici su più<br />
campi o a simboli<br />
4Quantità con selezione del<br />
modello di rappresentazione<br />
che può essere o a gradazione<br />
di colore oppure a simboli<br />
graduati o proporzionali<br />
Altra tipologia di analisi prevista<br />
dal software è l’analisi spaziale<br />
mediante funzioni di:<br />
4GEOQUERY sugli attributi<br />
alfanumerici o sulle caratteristiche<br />
geometriche dei layer<br />
GIS.<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
4GEOPROCESSING tra<br />
layer GIS con generazione<br />
di un nuovo layer prodotto<br />
dall’elaborazione. Le funzioni<br />
disponibili sono: taglio, intersezione,<br />
sottrazione, buffer.<br />
GISMaker è un software disponibile<br />
in formula Try&Buy:<br />
può essere provato, senza alcuna<br />
limitazione, prima di essere acquistato.<br />
La versione di prova<br />
gratuita valida per 30 giorni è<br />
scaricabile al seguente link:<br />
http://www.progesoft.com/it/<br />
download/gis-maker<br />
Per ulteriori informazioni visitare<br />
il sito www.progesoft.com e<br />
il canale ufficiale YouTube dove<br />
sono presenti numerosi video e<br />
tutorial che guidano l’utente nella<br />
conoscenza del prodotto.<br />
Fig. 6 - Analisi dei dati.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; GISMaker; CAD<br />
ABSTRACT<br />
Urban Planners, Architects, Surveyors, Agronomists, Engineers, geologists,<br />
surveyors Construction, work often on projects focusing on representation<br />
and land management with various data: CAD drawings, data<br />
raster (digital orthophotos or satellite images) and GIS layers. A valid solution<br />
to manage all these data with a single software is GISMaker, editing<br />
program and the manipulation of geometric data georeferenced.<br />
AUTORE<br />
Ufficio Stampa ProgeSOFT Italia<br />
info@progesoft-italia.com<br />
http://www.progesoft.com/it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 25
I laghi del nord Italia<br />
L’immagine satellitare mostra alcuni laghi del settore<br />
meridionale delle Alpi Italiane: si tratta di una delle prime<br />
acquisizioni del satellite Sentinel-2A.<br />
L’immagine è stata ottenuta con l’impiego del canale infrarosso ad alta<br />
risoluzione del sensore multispettrale ad immagini che si trova a bordo del<br />
satellite e mostra in rosso la vegetazione in buono stato di salute, come pure<br />
colline e montagne nella parte alta dell’inquadratura.<br />
A partire dal bordo superiore dell’immagine si può osservare la parte meridionale del<br />
Lago Maggiore. Il lago sorge sul confine tra le regioni italiane della Lombardia e del<br />
Piemonte, con la sua parte più settentrionale (qui non visibile) che si trova in Svizzera:<br />
complessivamente, copre una superficie di circa 210 kmq.<br />
Dal lago fuoriesce il fiume Ticino, che si snoda verso sud con una serpentina, oltrepassando<br />
l’aeroporto di Milano-Malpensa visibile in fondo all’immagine.<br />
In prossimità del centro dell’immagine si può osservare il lago di Varese ghiacciato, che appare<br />
di colore blu più chiaro rispetto a quello degli altri laghi presenti nell’immagine. Tale<br />
circostanza dimostra la capacità di Sentinel-2A di misurare le differenze delle condizioni dei<br />
corpi d’acqua interni al territorio, uno dei principali obiettivi applicativi della missione,<br />
assieme a quelli sulle coperture del suolo, sull’agricoltura e sulle foreste.<br />
Questa immagine è tratta dalla prima acquisizione di Sentinel-2A effettuata il 27 Giugno<br />
<strong>2015</strong>, appena quattro giorni dopo il lancio.<br />
Il satellite si trova nella sua fase di ‘commissioning’, che include la calibrazione del<br />
suo sensore ad immagini multispettrale. Ma le immagini iniziali ottenute con<br />
la prima scansione della Terra già prefigurano le applicazioni della missione<br />
nel monitoraggio del territorio particolarmente in ambito agricolo, nel<br />
monitoraggio dei bacini idrici interni e costieri e nella mappatura<br />
della copertura del suolo.<br />
(Credits: ESA, traduzione G. Pititto)
REPORTS<br />
Sant’Agata "sicura": un’applicazione GIS per<br />
l’analisi del rischio e la gestione dei soccorsi<br />
di Paola Costantino, Carmelo Ignaccolo, Martina Mangani, Michele Mangiameli e Giuseppe Mussumeci<br />
Si presenta un’applicazione GIS per l’analisi del rischio<br />
e la gestione dei soccorsi durante la celebrazione della<br />
festa patronale della città di Catania.<br />
Il progetto è stato sviluppato nell’ambito del Laboratorio<br />
di Telerilevamento e GIS previsto nel piano di studi<br />
del Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il<br />
Territorio erogato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e<br />
Architettura dell’Università degli Studi di Catania.<br />
Fig. 1 - Area UNESCO Città di Catania<br />
(www.unesco.org/en/list/1024/documents)<br />
Fig. 2 - Via Etnea durante la processione del 5 febbraio<br />
Scenario degli eventi<br />
La Festa di Sant’Agata, Patrona<br />
della città di Catania, si svolge<br />
nei giorni 3,4,5 febbraio e attira<br />
ogni anno sino a 700.000 persone<br />
tra devoti e curiosi. Tale è,<br />
appunto, la quantità di persone<br />
coinvolte durante le celebrazioni<br />
che la festa può essere paragonata<br />
soltanto alla Settimana<br />
Santa di Siviglia o al Corpus<br />
Domini di Cuzco, in Perù.<br />
Dal giugno del 2002 Catania è<br />
stata inserita nel distretto delle<br />
città barocche del Val di Noto<br />
all’interno della lista World Heritage<br />
List UNESCO (www.whc.<br />
unesco.org/en/list/1024). Il documento<br />
UNESCO n. 1024rev<br />
fornisce le motivazioni e i criteri<br />
che hanno portato alla scelta dei<br />
suddetti siti. All’interno del Piano<br />
di Gestione ad essi relativo,<br />
coordinato dall’arch. Mariella<br />
Muti (Soprintendenza di Siracusa)<br />
viene trattata la festa di<br />
Sant’Agata come Bene Etnoantropologico<br />
da salvaguardare e<br />
valorizzare.<br />
In questi tre giorni la città<br />
dimentica ogni cosa per concentrarsi<br />
sulla festa, misto di<br />
devozione e di folklore.<br />
Il 3 febbraio è riservato all’offerta<br />
della cera. Alla processione<br />
per la raccolta della cera partecipano<br />
le maggiori autorità<br />
religiose, civili e militari. Due<br />
carrozze settecentesche, che un<br />
tempo appartenevano al senato<br />
che governava la città, e dodici<br />
candelore (grossi ceri rappresentativi<br />
delle corporazioni e dei<br />
mestieri) vengono portate in<br />
corteo. Questa prima giornata<br />
di festa si conclude in serata<br />
con un grandioso spettacolo<br />
di giochi pirotecnici in piazza<br />
Duomo, ricordando la patrona<br />
martirizzata sulla brace, che veglia<br />
sempre sull’Etna e su tutti<br />
gli incendi. Il 4 febbraio segna<br />
il primo incontro della città con<br />
la Santa Patrona. Le strade di<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Fig. 3 - Anello di<br />
sicurezza del giorno<br />
4 febbraio elaborato<br />
dalla Questura di<br />
Catania.<br />
Fig. 4 - Anello di<br />
sicurezza del giorno<br />
5 febbraio elaborato<br />
dalla Questura di<br />
Catania<br />
Catania si popolano di devoti<br />
che indossano il tradizionale<br />
sacco, costituito da un camice<br />
di tela bianca. Tale veste ricorda<br />
l’abbigliamento notturno che i<br />
catanesi indossavano nel 1126,<br />
quando corsero incontro alle<br />
reliquie che due soldati dell’esercito<br />
bizantino riportarono<br />
da Costantinopoli. Nei secoli<br />
l’originario camice da notte si è<br />
arricchito anche del significato<br />
di veste penitenziale.<br />
Una volta aperto il sacello alle<br />
prime luci dell’alba, il busto<br />
di sant’Agata viene issato sul<br />
fercolo d’argento e trainato da<br />
quattro/cinquemila fedeli.<br />
Prima di lasciare la cattedrale<br />
per la tradizionale processione<br />
lungo le vie della città, Catania<br />
dà il benvenuto alla sua patrona<br />
con una messa solenne, celebrata<br />
dall'arcivescovo. Il giro<br />
esterno, che ripercorre la cortina<br />
muraria della città cinquecentesca,<br />
dura l’intera giornata.<br />
Il fercolo attraversa i luoghi della<br />
storia della Santa, dalla prigionia<br />
presso l’odierna Sant’Agata<br />
al Carcere al martirio presso<br />
la chiesa di San Biagio, detta<br />
anche Sant’Agata alla Fornace.<br />
Il giro si conclude a notte fonda<br />
quando il fercolo ritorna in cattedrale.<br />
Nella tarda mattinata del 5 febbraio,<br />
in cattedrale viene celebrato<br />
il pontificale. AI tramonto<br />
ha inizio la seconda parte della<br />
processione, il cosiddetto giro<br />
interno che si snoda per le vie<br />
dell'antica città conclusa dalle<br />
mura di Carlo V attraversando<br />
anche il quartiere Borgo. Nonostante<br />
le recenti ordinanze<br />
del Sindaco, che hanno introdotto<br />
il divieto di accensione<br />
dei ceri votivi, la maggior parte<br />
dei fedeli non ha interrotto<br />
l'antica tradizione, ricoprendo<br />
le vie della città di un considerevole<br />
strato di cera. Dopo<br />
aver omaggiato la Patrona di un<br />
ulteriore spettacolo pirotecnico,<br />
il momento più significativo di<br />
questa seconda processione ha<br />
luogo subito dopo aver ripercorso<br />
la via Etnea quando il fercolo<br />
viene trainato dai devoti in<br />
corsa per la ’cchianata ‘i Sangiulianu<br />
(la salita di Sangiuliano).<br />
Durante il passaggio per via dei<br />
Crociferi, strada barocca patrimonio<br />
UNESCO dal 2002,<br />
viene raggiunto un momento<br />
di incredibile pathos, suggellato<br />
dal canto delle monache benedettine<br />
di clausura.<br />
Fig. 5 - Piazza<br />
Duomo durante<br />
l'inizio della processione<br />
di giorno<br />
5 febbraio.<br />
Fig. 6 - La salita<br />
di Sangiuliano<br />
durante la mattina<br />
del 6 febbraio.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 29
REPORTS<br />
La processione si conclude nella<br />
mattinata del 6 febbraio, riponendo<br />
le reliquie in Cattedrale.<br />
Negli ultimi vent’anni la folla<br />
di fedeli si è fatta sempre più<br />
numerosa, fino a raggiungere<br />
l’attuale stima di 700.000 partecipanti,<br />
rendendo la festa un<br />
evento unico ed estremamente<br />
coinvolgente, ma allo stesso<br />
tempo soggetto a svariati rischi.<br />
Obiettivi<br />
L’idea progettuale scaturisce<br />
dalla necessità di assicurare un<br />
immediato soccorso ed un’adeguata<br />
assistenza medica ai<br />
partecipanti alla manifestazione<br />
religiosa del giorno 5 febbraio.<br />
Si tratta, come precedentemente<br />
descritto, della giornata conclusiva<br />
della festa, durante la quale<br />
il fercolo della Santa Patrona<br />
compie il cosiddetto giro interno.<br />
La scelta di trattare questo<br />
specifico intervallo temporale<br />
delle celebrazioni, è stata dettata<br />
da tre motivazioni:<br />
4la processione si svolge quasi<br />
nella sua totalità in orario<br />
notturno;<br />
4dai dati di cronaca si deduce<br />
che sia il giorno con massima<br />
affluenza di partecipanti;<br />
4la pavimentazione è resa particolarmente<br />
scivolosa dalla<br />
copiosa presenza di cera.<br />
Il Comune di Catania a partire<br />
dall’edizione 2010 si è già<br />
occupato di redigere un Piano<br />
di intervento operativo per<br />
l'assistenza alla popolazione,<br />
connesso allo svolgimento delle<br />
celebrazioni religiose in onore<br />
di Sant’Agata. Gli accadimenti<br />
ipotizzati riguardano l’assistenza<br />
in favore della popolazione<br />
presente alle varie celebrazioni e<br />
manifestazioni; le patologie più<br />
frequentemente accusate sono<br />
state: lipotimia, crisi di panico,<br />
scottature da petardi e cera,<br />
traumi.<br />
Fig 7. - Percentuale degli interventi sanitari<br />
effettuati.<br />
(http://www.comune.catania.it/il_comune/organizzazione/protezione_civile/santagata-sicura/<br />
report-sant-agata-sicura-2010)<br />
Fig. 9 - Layers: Percorso_fercolo, Percorso_ambulanza,<br />
Nodo_ambulanza.<br />
Fig. 8 - Numero delle patologie riscontrate.<br />
Fig. 10 - Layers: Percorso_fercolo, Percorso_ambulanza, Nodo_<br />
ambulanza, Nodo_grafo, Arco_stradale, Presidio_ospedaliero.<br />
Nodo_accesso_ospedale.<br />
Fig. 11 - Layers di GRASS 6.4.2: percorso_ottimo, percorso_fercolo,<br />
nodo_ambulanza, rete_unita, ospedali.<br />
(http://www.comune.catania.it/il_comune/organizzazione/protezione_civile/santagata-sicura/<br />
report-sant-agata-sicura-2010).<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
ENTITA’ DESCRIZIONE ATTRIBUTI IDENTIFICATORE<br />
NOME<br />
NOME<br />
CIV_I_DX<br />
CIV_I_DX<br />
CIV_I_SN<br />
CIV_I_SN<br />
CIV_F_DX<br />
CIV_F_DX<br />
CIV_F_SN<br />
CIV_F_SN<br />
Percorso_<br />
fercolo<br />
Percorso_<br />
ambulanza<br />
Nodo_<br />
ambulanza<br />
Arco_stradale<br />
Nodo_grafo<br />
Presidio_<br />
ospedaliero<br />
Nodo_accesso_<br />
ospedale<br />
Arco compreso tra due nodi<br />
Nodo_ambulanza.<br />
Arco compreso traNodo_<br />
ambulanza e/o Nodo_ grafo.<br />
Nodo connettore Percorso_<br />
fercolo e/o Percorso_<br />
ambulanza.<br />
Arco compreso tra due nodi<br />
Nodo_grafo.<br />
Nodo connettore tra Percorso_<br />
ambulanzaeGrafo_stradale.<br />
Istituzione per l’assistenza<br />
sanitaria in cui personale<br />
specializzato fornisce<br />
trattamenti per curare<br />
pazienti affetti da malattie.<br />
Collegato al Grafo_<br />
stradaletramite Nodo_accesso_<br />
ospedale.<br />
Nodo di accesso del Grafo_<br />
stradale al Presidio_<br />
ospedaliero.<br />
LUNGHEZZA<br />
AMPIEZZA<br />
PAVIMENTAZ<br />
PENDENZA %<br />
SUPERFICIE<br />
DENSITÀ<br />
PERSONE<br />
NOME<br />
LUNGHEZZA<br />
CIV_I_DX<br />
CIV_I_SN<br />
CIV_F_DX<br />
CIV_F_SN<br />
INTERSEZ_1<br />
INTERSEZ_2<br />
PERTINENZA<br />
NOME<br />
NODO_I<br />
NODO_F<br />
AMPIEZZA<br />
LUGHEZZA<br />
CODICE<br />
PERTINENZA<br />
INTERSEZ_1<br />
INTERSEZ_2<br />
NOME<br />
INDIRIZZO<br />
TIPOLOGIA<br />
INTERVENTO<br />
NOME<br />
INDIRIZZO<br />
NOME<br />
CIV_I_DX<br />
CIV_I_SN<br />
CIV_F_DX<br />
CIV_F_SN<br />
INTERSEZ_1<br />
INTERSEZ_2<br />
NOME<br />
NODO_I<br />
NODO_F<br />
CODICE<br />
NOME<br />
NOME<br />
INDIRIZZO<br />
Descrizione del progetto<br />
Lidea progettuale è stata condotta<br />
applicando tecnologie<br />
GIS free and open source, utilizzando<br />
la versione 2.0.1 del<br />
Software Quantum GIS. Come<br />
supporto cartografico è stata<br />
utilizzata l’ortofoto disponibile<br />
sul Geoportale della Regione<br />
Sicilia (S.I.T.R.) tramite servizio<br />
WMS.<br />
L’applicazione prevede l’individuazione<br />
di un percorso<br />
concentrico a quello del fercolo,<br />
dedicato esclusivamente al<br />
passaggio delle ambulanze di<br />
pronto soccorso, le quali possono<br />
procedere sincronicamente<br />
alla processione e nel momento<br />
di intervento condurre il paziente<br />
al presidio assistenziale<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 31
REPORTS<br />
più idoneo. L’idoneità viene determinata<br />
in base alla patologia<br />
e alla capienza della struttura.<br />
Dai piani precedentemente redatti<br />
dalla Protezione Civile del<br />
Comune di Catania si evince<br />
una categorizzazione dei presidi<br />
medici, come segue:<br />
4PMA, posto medico avanzato<br />
di primo livello, sito in Piazza<br />
Spirito Santo per l’intera<br />
durata delle celebrazioni (fisso_provvisorio)<br />
4MSA, mezzo di soccorso<br />
avanzato itinerante (mobile)<br />
4Aziende Ospedaliere (fisso).<br />
Nell'ambito dell'applicazione in<br />
oggetto si è tenuto conto della<br />
gerarchizzazione assistenziale<br />
esistente tramite la tipologia di<br />
presidio (fisso_provvisorio, mobile,<br />
fisso) e l’intervento richiesto<br />
(specialistico, base).<br />
Dopo aver tracciato il Percorso_fercolo<br />
tramite una struttura<br />
arco-nodo, l’analisi valutativa del<br />
Fig. 12 - Tabella attributi del layer: Percorso_fercolo<br />
Figura 13. Diagramma Entità - Relazione<br />
RELAZIONE DESCRIZIONE ENTITA’ COINVOLTE<br />
Ingresso<br />
Connesso<br />
Associa il Nodo_accesso_ospedale al<br />
Presidio_ospedaliero.<br />
Associa un nodo a un arco.<br />
Nodo_accesso_ospedale<br />
Presidio_ospedaliero<br />
Nodo_accesso_ospedale<br />
Grafo_stradale<br />
Nodo_grafo<br />
Percorso_ambulanza<br />
Nodo_ambulanza<br />
Percorso_fercolo<br />
PAVIMENTAZIONE PENDENZA DENSITA’<br />
B bituminoso nuovo 0.0 % - 3.0 % 3.5 pers/m 2<br />
M<br />
bituminoso<br />
ammalorato<br />
3.1 % - 5.0 % 8.5 pers/m 2<br />
A basolato 5.1 % - 8.6 % 9.0 - 10.0 pers/m 2<br />
pendenza (0.0 % - 3.0<br />
%)<br />
pendenza (3.1 % - 5.0<br />
%)<br />
pendenza (5.1 % - 8.6<br />
%)<br />
bituminoso nuovo Vuln_B Vuln_M Vuln_M<br />
bituminoso<br />
ammalorato<br />
Vuln_M Vuln_M Vuln_A<br />
basolato lavico Vuln_M Vuln_A Vuln_A<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
densità (3.5 pers/m 2 ) densità (8.5 pers/m 2 ) densità (9-10 pers/m 2 )<br />
vulnerabilità bassa Rischio_B Rischio_M Rischio_M<br />
vulnerabilità media Rischio_M Rischio_M Rischio_A<br />
vulnerabilità alta Rischio_M Rischio_A Rischio_A<br />
reticolo urbano ha condotto a<br />
proporre uno schema di soccorso<br />
ad anello Percorso_ambulanza<br />
(anch’esso arco-nodo) che coinvolga<br />
l’intero giro interno.<br />
Il Percorso_fercolo e il Percorso_<br />
ambulanza sono stati collegati<br />
in 41 punti (Nodo_ambulanza),<br />
attraverso i quali le ambulanze<br />
hanno la possibilità di raggiungere<br />
rapidamente chi necessita<br />
di soccorso. Si ipotizza che con<br />
l’ausilio di uno strumento GPS<br />
la squadra di soccorso itinerante<br />
a seguito della processione, segnali<br />
le coordinate del luogo di<br />
intervento alla squadra dell’ambulanza,<br />
la quale raggiungerà il<br />
Nodo_ambuanza che rispetto<br />
al senso di avanzamento della<br />
processione si troverà immediatamente<br />
a monte. Tale scelta è<br />
stata dettata da esigenza di visibilità<br />
della squadra di soccorso,<br />
che provenendo in senso opposto<br />
alla processione, risulterà<br />
immediatamente individuabile<br />
dalla folla.<br />
Diagramma entita’-relazione<br />
La modellazione concettuale<br />
conduce ad una descrizione<br />
formale e completa della realtà:<br />
il diagramma entità-relazioni<br />
(E-R). Essa è propedeutica alla<br />
definizione della struttura delle<br />
tabelle in cui vengono organizzati<br />
i dati (modellazione logica)<br />
ed alla implementazione del DB<br />
in uno specifico ambiente di lavoro<br />
(modellazione fisica).<br />
Regole di vincolo<br />
RV1: L'intervento dell'ambulanza<br />
avverrà tramite il Nodo_<br />
processione immediatamente<br />
a monte, rispetto al verso di<br />
avanzamento della processione,<br />
della posizione segnalata dalla<br />
squadra di soccorso itinerante.<br />
RV2: Il Percorso_fercolo si svolge<br />
in senso antiorario.<br />
RV3: Il Percorso_ambulanza si<br />
svolge in senso antiorario.<br />
Analisi dei rischi<br />
Interrogando la piattaforma<br />
GIS sono stati identificati gli<br />
archi del Percorso_fercolo più<br />
problematici secondo una<br />
gerarchizzazione di criticità<br />
(Bassa, Media, Alta) di seguito<br />
riportata.<br />
Fig. 14 - Tematismo pavimentazione.<br />
Fig. 15 - Tematismo pendenza.<br />
Fig. 16 - Tematismo densità.<br />
Fig. 17 - Tematismo vulnerabilità.<br />
Figura 18 - Tematismo rischio complessivo<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 33
REPORTS<br />
La suddetta tabella ha permesso<br />
di definire i parametri di pavimentazione,<br />
pendenza e densità<br />
in ambiente GIS tramite le proprietà<br />
del tematismo vettoriale<br />
Percorso_fercolo, impostando<br />
uno stile di rappresentazione<br />
graduato con un’appropriata<br />
scala cromatica volta a rappresentare<br />
senza ambiguità le tre<br />
classi di criticità.<br />
Tenendo conto della precedente<br />
organizzazione dei dati si è proceduto<br />
alla creazione del tematismo<br />
vulnerabilità, derivante<br />
dall'incrocio dei rispettivi valori<br />
di pavimentazione e pendenza.<br />
VULNERABILITA’ PER PER-<br />
CORSO (pavimentazione x<br />
pendenza)<br />
Il risultato della tabella relativa<br />
alla vulnerabilità del percorso<br />
processionale è stato quindi<br />
incrociato con i dati relativi alle<br />
caratteristiche di densità del<br />
Percorso_fercolo, così da ottenere<br />
i valori di rischio complessivo<br />
(vulnerabilità x densità)<br />
Dall’analisi in ambiente Gis del<br />
tematismo relativo al rischio<br />
complessivo, appare evidente<br />
come l'intero percorso processionale<br />
del giorno 5 febbraio<br />
risulti caratterizzato da valori<br />
di rischio medio-alti. Gli archi<br />
maggiormente esposti a tale<br />
criticità sono riconducibili a tre<br />
distinti gruppi:<br />
1. Fase iniziale (piazza Duomo,<br />
piazza Università);<br />
2. Fase intermedia (via Caronda,<br />
piazza Cavour);<br />
3. Fase conclusiva (via Sangiuliano,<br />
via Crociferi).<br />
Dallo scenario progettuale,<br />
quindi, si evince la necessità di<br />
ampliare lo studio conoscitivo<br />
in diverse aree tematiche:<br />
4Estensione del progetto alle<br />
precedenti giornate di celebrazione<br />
agatine del 3 e 4<br />
febbraio;<br />
4Approfondimento riguardo<br />
la classificazione dei presidi<br />
ospedalieri in relazione alle tipologie<br />
di intervento medico<br />
che possono offrire (reparti,<br />
attrezzature, ecc..);<br />
4Arricchimento del DB tramite<br />
l'inserimento della disponibilità<br />
di posti letto offerta da<br />
ogni presidio medico fisso;<br />
4Monitoraggio dell’affluenza<br />
di partecipanti alle celebrazioni<br />
agatine tramite tecnologie<br />
di video mapping, per ricavare<br />
valori certi riguardanti<br />
il numero di fedeli e velocità<br />
della processione;<br />
4Approfondimento riguardo<br />
la rimozione dei ceri votivi<br />
dal fercolo.<br />
RIFERIMENTI<br />
LE CITTÀ TARDO BAROCCHE DEL VAL DI NOTO<br />
(SICILIA SUD-ORIENTALE), PIANO DI GESTIONE<br />
Comune di Catania - Manifestazioni religiose, folkloristiche<br />
ed eventi culturali - p.37 (http://www.lasiciliainrete.it/<br />
VALDINOTO/piano_gestione/cap1.pdf)<br />
Report Operazione Sant'Agata Sicura 2010, COMUNE DI<br />
CATANIA.<br />
(http://www.comune.catania.it/il_comune/organizzazione/<br />
protezione_civile/santagata-sicura/report-sant-agata-sicura-2010/)<br />
ATA 2007/2008 in UTM WGS84<br />
www.sitr.regione.sicilia.it/geoportale<br />
Gli anelli di sicurezza definiti nelle figure 2 e 3 sono riferiti<br />
alla Operazione Sant’Agata sicura 2014, COMUNE DI<br />
CATANIA, Direzione LL.PP.-SS.TT. e Manutenzioni,<br />
Servizio Tutela e Salvaguardia del Territorio, P.O: Protezione<br />
Civile e supporto operativo alla Pubblica Incolumità.<br />
Responsabile P.O.: Geom. Salvatore Fiscella. Dirigente:<br />
Arch. Maria Luisa Areddia.<br />
(http://www.comune.catania.it/informazioni/news/<br />
protezione-civile/allegati/piano_s._agata_2014.pdf)<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; vulnerabilità; sicurezza; analisi del rischio; gestione dei<br />
soccorsi; comune di Catania<br />
ABSTRACT<br />
On 3rd, 4th and 5th of February Catania celebrates its Patron Saint Agata<br />
with a religious festival gathering every year more than 700,000 people.<br />
The scientific article below reports an experimental approach of Saint<br />
Agata celebration, analyzing risks and excellent relief routes on Q-GIS<br />
platform. The starting point of the project has been the collection of data<br />
about the street path of the celebration, such as paving materials, slope<br />
average and people density. All this information has been used to produce<br />
a risk scale to highlight the most dangerous phases of the procession. An<br />
example of excellent (relief routes) optimal path has been produced to<br />
reach the nearest hospitals. The project has been implemented using Q-<br />
GIS 2.0.1 and GRASS GIS.<br />
AUTORE<br />
Paola Costantino<br />
paola.costantino@fastwebnet.it<br />
Carmelo Ignaccolo<br />
carmelo.ignaccolo@gmail.com<br />
Martina Mangani<br />
martina.mangani@libero.it<br />
laureandi in Ingegneria Edile – Architettura<br />
Università degli Studi di Catania<br />
Michele Mangiameli<br />
assegnista di ricerca<br />
michele.mangiameli@dica.unict.it.<br />
Giuseppe Mussumeci<br />
professore associato<br />
g.mussumeci@dica.unict.it.<br />
settore ICAR06-Topografia e Cartografia<br />
Università degli Studi di Catania<br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 35
SMART CITIES<br />
Smart cities<br />
or dumb cities?<br />
Smart communities, Participatory<br />
Planning, Volunteered geographic<br />
information e Participatory<br />
Mapping<br />
di Beniamino Murgante e<br />
Giuseppe Borruso<br />
Nonostante gli impulsi ed i progressi<br />
degli ultimi anni non è<br />
ancora possibile riscontrare una<br />
sistematica integrazione di processi<br />
partecipativi a supporto delle<br />
scelte di piano ed esperienze di<br />
participatory mapping.<br />
In particolar modo si tratta di integrare<br />
la conoscenza derivante<br />
dall’ascolto dei principali fruitori<br />
della città, i suoi abitanti, con<br />
quadri conoscitivi costruiti grazie<br />
ad attività volontarie dei cittadini.<br />
Vari autori hanno analizzato<br />
il livello di completezza di dati<br />
geografici generati medianti VGI<br />
(Haklay 2010, Neis et al. 2011,<br />
Koukoletsos et al 2012) riscontrando<br />
delle enormi discrepanze<br />
tra le aree densamente popolate e<br />
facilmente accessibili rispetto ad<br />
aree più remote composte da aree<br />
urbane di piccole medie dimensioni<br />
ed insediamenti dispersi.<br />
Per sopperire a questo gap nella<br />
citta di Potenza in maniera del<br />
tutto informale associazioni,<br />
singoli cittadini, università e digital<br />
champion si sono attivati,<br />
in maniera del tutto volontaria,<br />
creando il gruppo open data<br />
Potenza https://www.facebook.<br />
com/groups/798383043510708/<br />
con il fine di organizzare sviluppare<br />
una serie di iniziative di innovazione<br />
sociale nella comunità<br />
cittadina.<br />
Il problema di partenza era la<br />
quasi totale assenza di edifici<br />
su OpenStreetMap. A partire da<br />
mese di Marzo <strong>2015</strong> Francesco<br />
tweetmap di #lumi<strong>2015</strong> http://147.163.135.69/umi<strong>2015</strong>/app/<br />
Loponte ha sviluppato parte della<br />
sua tesi di Laurea triennale in<br />
Ingegneria Ambiente e Territorio<br />
presso l’Università degli Studi<br />
della Basilicata inserendo la quasi<br />
totalità degli edifici della città<br />
(vedi figura 1). Il lavoro di completamento<br />
di OpenStreetMap<br />
sulla città verrà completato da<br />
Lucia D’elia nei prossimi mesi.<br />
Questo lavoro ha valorizzato<br />
alcune iniziative interessanti sviluppate<br />
in precedenza dal gruppo<br />
#Potenzadigitale come la mappatura<br />
delle #centoscale. Questa<br />
attività, oltre a produrre cartografia<br />
di dettagli di tutte le scalinate<br />
cittadine corredate da bellissime<br />
foto su Instagram con l’hashtag<br />
#centoscale, ha consentito anche<br />
di riscontrare in molti casi la<br />
mancanza di toponomastica.<br />
La costruzione di una cartografia<br />
di base condivisa in ambiente<br />
open ha rappresentato un punto<br />
di partenza per ulteriori attività.<br />
Gli operatori economici della<br />
città hanno incominciato ad inserire<br />
online le proprie attività<br />
considerando OpenStreetMap<br />
una importante vetrina. La prima<br />
occasione per combinare<br />
processi partecipativi ed innovazione<br />
sociale è stata il #lumi<strong>2015</strong><br />
Laboratorio Urbano in Materia<br />
di Innovazione (http://oldwww.<br />
unibas.it/utenti/murgante/lumi.<br />
html https://www.facebook.com/<br />
events/497826777060832/). Si è<br />
realizzato un laboratorio aperto<br />
a tutte le persone intenzionate a<br />
dare un contributo di idee per il<br />
miglioramento di un quartiere<br />
di edilizia popolare realizzato<br />
nel secondo dopoguerra. Lo<br />
strumento per raggiungere l’obiettivo<br />
è stato un hackathon di<br />
48 ore realizzato nella piazza<br />
principale del quartiere al quale<br />
hanno partecipato circa quaranta<br />
persone. I lavori sono iniziati<br />
con due seminari il primo<br />
Evoluzione di OpenStreetMap sul<br />
comune di Potenza<br />
della comunità #TriesteSocial<br />
(https://www.facebook.com/<br />
TriesteSocial?fref=ts) che ha illustrato<br />
l’esperienza sviluppata<br />
nel capoluogo del Friuli Venezia<br />
Giulia, il secondo di Ivan Blečić<br />
della Facoltà di Architettura di<br />
Alghero sul tema walkability<br />
(Blečić et al. 2014, Blečić et al.<br />
<strong>2015</strong>). In particolare il gruppo<br />
#TriesteSocial, presente via<br />
hangout con Rosy Russo (cofondatrice<br />
assieme a Giovanna<br />
Tinunin), Anna Wittreich e<br />
uno degli scriventi, ha focalizzato<br />
l’attenzione sul<br />
tema del racconto del territorio.<br />
#TriesteSocial si<br />
caratterizza infatti per la<br />
presenza di un ampio Social<br />
Media Team, in grado di<br />
spaziale su temi e spunti molto<br />
diversi della città, raccontandola<br />
in modo personale e ‘georeferenziato’<br />
sul territorio. Ciò consente<br />
un racconto del territorio<br />
da parte di chi lo vive quotidianamente,<br />
così come dai visitatori<br />
e dai turisti. In particolare<br />
nella ‘diretta’ via hangout sono<br />
stati riportati alcuni casi, ovvero<br />
l’impegno di #TriesteSocial<br />
durante alcuni eventi, come la<br />
Barcolana (#BarcoanaLive e<br />
#FuoriRegata), evento velico<br />
triestino che ogni anno raccoglie<br />
nel Golfo di Trieste migliaia<br />
di vele, o le Invasioni digitali o,<br />
ancora, nell’impegno durante<br />
iniziative come le allerta meteo<br />
(#AllertaMeteoTS).<br />
Il tema walkability aveva una<br />
forte connessione con il quartiere<br />
oggetto di studio, trattandosi di<br />
un area di buona qualità urbana<br />
dove negli ultimi tempi si è potuto<br />
riscontrare una totale occupazione<br />
dello spazio pubblico da<br />
parte delle automobili.<br />
Dopo i seminari si è partiti con<br />
la fase di analisi nella quale si<br />
è verificata una integrazione di<br />
approcci tradizionali, basati su<br />
supporti cartacei ed innovativi<br />
utilizzando in modo intensivo<br />
i social media. In particolare la<br />
tweetmap è diventata una importante<br />
base conoscitiva. Twittando<br />
foto significative, commenti ed<br />
osservazioni, disegni, video, ecc.<br />
con il GPS attivato ed utilizzando<br />
l’hashtag #lumi<strong>2015</strong> è stato<br />
possibile raccogliere parte<br />
delle analisi sviluppate dai<br />
partecipanti all’hackathon<br />
in una tweetmap<br />
(http://147.163.135.69/<br />
lumi<strong>2015</strong>/app/) .<br />
L’hashtag #lumi<strong>2015</strong> è<br />
stato tra i primi dieci trending<br />
topic su twitter durante le<br />
due giornate dell’hackathon.<br />
I settori analizzati sono stati: la<br />
rete pedonale, le aree verdi, le<br />
modalità di uso degli spazi pubblici<br />
e la descrizione dei luoghi.<br />
Particolare attenzione è stata<br />
prestata al rapporto tra strade,<br />
marciapiedi, altezza degli edifici<br />
e verde. Il giorno seguente a<br />
partire dai quadri conoscitivi, costruiti<br />
con strumenti tradizionali<br />
e social, delle idee progettuali.<br />
L’esperienza non si è conclusa<br />
con le 48 ore di hackathon, ma<br />
il processo partecipativo continuerà<br />
nei prossimi mesi e si<br />
cercherà di candidare alcuni progetti<br />
utilizzando le linee di finanziamento<br />
più adeguate al lavoro<br />
effettuato.<br />
Riferimenti Bibliografici<br />
Neis, P., Zielstra, D., Zipf, A. (2011) The street network<br />
evolution of crowdsourced maps: OpenStreetMap<br />
in Germany 2007–2011. Future Internet, 4, 1–21.<br />
doi:10.3390/fi4010001.<br />
Koukoletsos, T., Haklay, M. and Ellul, C. (2012),<br />
Assessing Data Completeness of VGI through an<br />
Automated Matching Procedure for Linear Data.<br />
Transactions in GIS, 16: 477–498. doi: 10.1111/j.1467-<br />
9671.2012.01304.x<br />
Haklay, M. (2010) How good is volunteered<br />
geographical information? A comparative study of<br />
OpenStreetMap and ordnance survey datasets. Environ.<br />
Plan. B, 37, 682–703<br />
Ivan Blecic, Arnaldo Cecchini, Tania Congiu, Giovanna<br />
Fancello, and Giuseppe A. Trunfio. Evaluating<br />
walkability: A capability-wise planning and design<br />
support system. International Journal<br />
of Geographical Information Science, (in press), <strong>2015</strong>.<br />
Ivan Blecic, Arnaldo Cecchini, Tanja Congiu, Giovanna<br />
Fancello, and Giuseppe A. Trunfio. Walkability<br />
explorer: An evaluation and design support tool for<br />
walkability. volume 8582 of Lecture<br />
Notes in Computer Science, pages 511–521. Springer,<br />
2014.<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 37<br />
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MERCATO<br />
La prima mappatura geografica di Plutone<br />
La sonda interplanetaria New Horizons da diversi giorni sta eseguendo<br />
la cosiddetta “encounter sequence”, ovvero la sequenza di comandi<br />
accuratamente composta per trarre il massimo in termini scientifici del<br />
rapidissimo passaggio che, in data 14 Luglio, il veicolo ha fatto in prossimità<br />
di Plutone. Per le caratteristiche della missione e della traiettoria<br />
utilizzata, questo unico passaggio costituirà il momento della verità per<br />
una missione iniziata più di quindici anni fa (dalla proposta alla sua<br />
messa in pratica) e che vedrà l’umanità raggiungere anche quest’ultimo<br />
avamposto del Sistema Solare.<br />
New Horizons è stata la soluzione ad alta velocità che ha preferito scommettere<br />
su un unico passaggio, detto “fly-by”, del sistema plutonico,<br />
piuttosto che spendere altri decenni per un avvicinamento più lento.<br />
Il Sistema Solare è ancora troppo grande per la nostra tecnologia e passeranno<br />
molti anni prima che un robot dalla Terra passi di nuovo per<br />
queste zone dello spazio.<br />
Partita il 19 gennaio 2006 da Cape Canaveral, a bordo di un vettore Atlas<br />
V, la sonda era in viaggio solo da pochi mesi quando ha visto cambiare<br />
lo status del suo target: il 24 agosto dello stesso anno, infatti, l’Unione<br />
Astronomica Internazionale decise di adottare una nuova classificazione<br />
dei pianeti e di declassare Plutone a pianeta nano. Adesso dopo i dati ottenuti<br />
dal passaggio di NH la struttura del pianete piuttosto complessa è<br />
sicuramente da porre in esame per ulteriori aggiornamenti.<br />
Il flyby, che riguarda anche Caronte (la più grande luna di Plutone), è<br />
avvenuto a circa 50.000 km orari, dopo 9 anni abbondanti di un viaggio<br />
siderale in cui New Horizons ha percorso l’enorme distanza di 4,9<br />
miliardi di km.<br />
Durante il rendez-vous la sonda è stata impegnata con i suoi sette strumenti<br />
scientifici per scattare fotografie ai due corpi celesti, mapparne la<br />
superficie e analizzarne la composizione chimica. Plutone, il cui diametro<br />
è pari a 2.368 km, presenta infatti sulla sua superficie alcune particolari<br />
strutture, una a forma di cuore e quattro grandi macchie scure<br />
ubicate alla stessa distanza fra loro, che hanno destato notevole curiosità.<br />
Inoltre, il pianeta ancora definito nano si trova in una zona di "confine"<br />
del Sistema Solare ritenuta di particolare interesse, la "fascia di Kuiper",<br />
gremita da corpi ghiacciati di svariate dimensioni. Un altro elemento di<br />
grande rilievo di Plutone è rappresentato dal fatto che con la sua luna<br />
Caronte costituisce un sistema binario in quanto i due corpi, benché<br />
posti ad una distanza di 19.636 km, girano intorno ad un punto di<br />
gravità comune.<br />
Mentre New Horizons era in viaggio, venivano individuate altre quattro<br />
lune di Plutone: oltre al già citato Caronte, il pianeta nano annovera<br />
Stige, Idra, Cerbero e Notte, i cui nomi, in omaggio al signore dell’Ade,<br />
sono appunto connessi al mondo dell’oltretomba.<br />
Dopo aver compiuto lo storico flyby, la sonda ha osservato un’eclisse<br />
solare e solo allora ha iniziato a trasmettere i dati raccolti al suo centro<br />
di controllo. Ci sono volute ben 4 ore e mezza per il contatto, data la<br />
distanza, e le prime immagini sono rese disponibili sul sito della NASA<br />
nella sezione dedicata a NH. Si tratta di un mosaico di foto.<br />
New Horizons ha portato con sé nel lungo viaggio una serie di oggetti<br />
e testimonianze, connessi all’esplorazione umana dello spazio tra cui un<br />
contenitore con le ceneri dell’astronomo statunitense Clyde Tombaugh,<br />
lo scopritore di Plutone nel 1930, un cd con 434.000 firme raccolte<br />
durante l’iniziativa “Spedisci il tuo nome su Plutone”, la foto del team<br />
scientifico della missione e un francobollo americano del 1991 dedicato<br />
al pianeta nano.<br />
Nel 1991 Plutone rappresentava ancora una realtà assai remota, tanto<br />
che il francobollo reca la scritta "Plutone: non ancora esplorato".<br />
Fonte: (ASI e BIS-Italia)<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 39
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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 41
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stradale. Sinergie di ricerca dalla geomatica<br />
al mapping, dai sensori alla statistica.<br />
Fig. 1 - Il prof.A.Bogliolo e<br />
E.Lattanzi del team SRS.<br />
di Domenico Santarsiero<br />
Le frontiere delle tecnologie sono nulle di fronte alla fantasia applicativa, alle potenzialità di integrazione,<br />
e alla disponibilità delle tecnologie di base. Ciò è tanto più vero nell'era della "IoT" e della disponibilità di<br />
sensori avanzatissimi come MEMS e GPS, di cui i nostri smartPhone sono pieni.<br />
Ma le buone<br />
idee vengono<br />
da lontano,<br />
e l’Università di Urbino<br />
conta una lunga e antica<br />
tradizione, così come<br />
l’associazione NeuNet<br />
che già nel 2012 metteva<br />
le basi del progetto SRS,<br />
presentato ufficialmente<br />
lo scorso 21 febbraio durante<br />
la giornata mondiale<br />
degli Open Data.<br />
Il team di ricerca si compone<br />
di una decina di<br />
persone, attive nei diversi<br />
domini di interesse, e<br />
la cui mappa è sintetizzata<br />
nella penultima<br />
slide di presentazione del<br />
progetto, all’url http://<br />
smartroadsense.it/blog/<br />
it/si-parte/. Il riferimento<br />
completo del team di<br />
ricerca è al Dipartimento<br />
di Scienze di Base e<br />
Fondamenti -> Scuola<br />
di Scienze e tecnologie<br />
dell’Informazione ---<br />
-> Corso di Laurea in<br />
Informatica Applicata.<br />
Ma veniamo a noi con<br />
questa breve intervista<br />
al project leader prof.<br />
Alessandro Bogliolo.<br />
<strong>GEOmedia</strong>: Il vs. progetto<br />
é un po una chimera<br />
per chi dall’Italia é<br />
abituato a vedere l’innovazione<br />
basata soprattutto<br />
nel contesto internazionale<br />
europeo e d’oltreoceano.<br />
Puo’ raccontarci<br />
in breve come nasce<br />
l’idea di SRS e come siete<br />
riusciti a mettere insieme<br />
così tante competenze e<br />
specificità su tecnologie<br />
così trasversali come<br />
quelle del Geo-IT, dei<br />
sensori e delle competenze<br />
sulla gestione delle reti<br />
stradali ?<br />
A.Bogliolo: L’idea di<br />
Smart Road Sense parte<br />
dalla cosapevolezza che<br />
il cloud computing e i<br />
dispositivi mobili siano<br />
arrivati ad un grado di<br />
maturazione tale da offrire<br />
una infrastruttura<br />
pervasiva e diffusa, che<br />
permette di fare innovazione<br />
sviluppando applicazioni<br />
che usano risorse<br />
già esistenti.<br />
Con SRS sfruttiamo il<br />
cloud e gli smartphone<br />
per risolvere un problema<br />
aperto. Infatti non ci<br />
sono tecnologie alternative<br />
per effettuare un<br />
monitoraggio a tappeto<br />
e costante dello stato<br />
delle strade, benchè questo<br />
sia sotto gli occhi di<br />
tutti. Tra l’altro le strade<br />
rappresentano l’asset di<br />
maggior valore di ogni<br />
nazione: il valore del<br />
solo asfalto delle strade<br />
italiane è stimato a circa<br />
1200 miliardi di euro,<br />
con un tempo di rinnovo<br />
di circa 10 anni. Gli accelerometri<br />
già presenti<br />
nei cellulari erano quello<br />
di cui avevamo bisogno<br />
per risolvere il problema<br />
a costo zero.<br />
Avuta l’idea abbiamo<br />
avuto la fortuna di<br />
trovate all’interno del<br />
Dipartimento di Scienze<br />
di Base e Fondamenti<br />
dell’Università di Urbino<br />
tutte le numerose competenze<br />
necessarie a svilupparla.<br />
Gli aspetti del<br />
problema, sia tecnici che<br />
teorici, sono tanti e oltre<br />
a me lavorano al progetto<br />
Alessandro Aldini,<br />
Giacomo Alessandroni,<br />
Alberto Carini, Saverio<br />
Delpriori, Valerio<br />
Freschi, Lorenz Cuno<br />
Klopfenstein, Emanuele<br />
Lattanzi, Gioele Luchetti,<br />
Brendan D. Paolini e<br />
Andrea Seraghiti. [n.d.r.<br />
le competenze e i ruoli<br />
sono rappresentati in una<br />
delle ultime slide di presentazione<br />
del progetto<br />
http://www.slideshare.<br />
net/alessandrobogliolo/<br />
srs-44954749].<br />
I primi test li abbiamo<br />
messi in piedi in pochi<br />
giorni e abbiamo subito<br />
verificato che gli accelerometri<br />
fornivano tutte<br />
le informazioni di cui<br />
avevamo bisogno. Ma ci<br />
sono voluti tre anni per<br />
affrontare con metodo<br />
e rigore tutti i problemi<br />
scientifici e tecnologici<br />
che SRS implica a livello<br />
di elaborazione dei segnali,<br />
di calcolo distribuito,<br />
di applicazioni mobili, di<br />
gestione dei dati, di georeferenziazione,<br />
di gestione<br />
degli utenti, ecc.<br />
<strong>GEOmedia</strong>: in breve,<br />
come funziona il progetto<br />
e da chi potrà essere<br />
impiegato utilmente.<br />
A.Bogliolo:<br />
L’appicazione SRS campiona<br />
gli accelerometri<br />
100 volte al secondo e<br />
usa tecniche di predizione<br />
di cui è esperto il<br />
collega Alberto Carini<br />
per cercare di prevedere<br />
tutte le vibrazioni regolari.<br />
La potenza del residuo<br />
di predizione è l’indice di<br />
irregolarità dell’asfalto (in<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
INTERVISTA<br />
gergo, PPE) che SRS calcola<br />
una volta al secondo.<br />
Ogni 1000 secondi SRS<br />
registra i valori calcolati<br />
e georeferenziati e li trasmette<br />
al server appena<br />
trova una connessione<br />
utile. Il server li riporta<br />
su Open Street Map<br />
con tecniche di Map<br />
Matching e li aggrega<br />
a quelli forniti da altri<br />
utenti per dare robustezza<br />
statistica al dato.<br />
I destinatari principali<br />
sono due. In primis chi<br />
ha la responsabilità della<br />
manutenzione delle strade,<br />
che con SRS potrà<br />
avere a disposizione un<br />
cruscotto per monitorarne<br />
la condizione, pianificare<br />
gli interventi e anche<br />
chiedere aiuto ai cittadini<br />
per monitorare zone<br />
poco frequentate.<br />
Poi ci sono gli automobilisti<br />
e i cittadini in genere,<br />
che possono utilizzare<br />
i dati che la piattaforma<br />
mette a dispozione in<br />
modalità aperta. Questo<br />
consente a chiunque di<br />
sviluppare applicazioni<br />
che sfruttino i dati prodotti<br />
da SRS mentre noi<br />
ci concentriamo a rendere<br />
sempre più efficiente<br />
il sistema di raccolta dei<br />
dati stessi.<br />
Ben vengano quindi altri<br />
sviluppatori e innovatori<br />
che usino SRS come<br />
piattaforma. Ad esempio<br />
siamo già a a conoscenza<br />
di gruppi che stanno<br />
sviluppando plugin per<br />
sistemi GIS e algoritmi di<br />
ottimizzazione di interventi<br />
di manutenzione.<br />
<strong>GEOmedia</strong>: SRS nasce<br />
nella scia di una convergenza<br />
strategica tra<br />
crowd-sensing, applicazioni<br />
LBS e l’uso social degli<br />
abbondanti sensori di<br />
attitude a bordo di ogni<br />
smartphone di ultima<br />
generazione. Gli aspetti<br />
social e di geografia intelligente<br />
del progetto sono<br />
più che evidenti. Pensate<br />
che il progetto possa contribuire<br />
a stimolare una<br />
nuova coscienza techno<br />
& social (location-based<br />
social networks) e perché<br />
no contribuire anche in<br />
Italia alla cultura delle<br />
Smart City ?<br />
A.Bogliolo: La domanda<br />
è cosi ben posta che la<br />
risposta potrebbe essere<br />
un semplice sì. Infatti<br />
l’architettura del progetto<br />
è già così organizzata e<br />
pensata per sviluppare<br />
anche altre applicazioni,<br />
mettendo insieme le<br />
potenzialità di una infrastruttura<br />
come cloud<br />
computing, smartphone e<br />
gli utenti che in qualche<br />
maniera partecipano o<br />
sono coinvolti in diverse<br />
tipologie di azioni.<br />
Questo progetto fa parte<br />
quindi di una nostra<br />
visione più ampia che abbiamo<br />
chiamato you sense.it,<br />
che si collega a sua<br />
volta ad un altro progetto<br />
universitario denominato<br />
VirtualSense. Ma lavorare<br />
su un framework generale<br />
appesantisce il processo,<br />
e così al momento SRS<br />
vive di vita autonoma e<br />
sta diventando a sua volta<br />
una piattaforma messa<br />
a disposizione di chi ha<br />
voglia di continuare a sviluppare<br />
in altre direzioni,<br />
per altri scopi.<br />
Indubbiamente SRS<br />
si colloca in ambito<br />
SmartCity e può contribuire<br />
al coinvolgimento<br />
attivo degli utenti.<br />
<strong>GEOmedia</strong>: nel progetto<br />
SRS vi è già un<br />
abbondante uso del<br />
prodotto principe del<br />
crowd-mapping come<br />
Open Street Map. Pensate<br />
che SRS in futuro possa<br />
allargare le sue funzionalità<br />
nell’ambito degli ITS<br />
su problematiche come<br />
flussi di traffico, o altre<br />
informazioni ?<br />
A.Bogliolo: In parte a<br />
questa domanda ho già<br />
risposto, ma la questione<br />
dei flussi di traffico merita<br />
un approfondimento,<br />
in quanto i dati che noi<br />
rilasciamo, o meglio che<br />
calcoliamo, presentano<br />
un flusso per così dire<br />
quasi statico o meglio<br />
ancora “lentamente variabile”,<br />
cosa che non si<br />
sposa con la tipologia di<br />
dinamicità tipica dei flussi<br />
di traffico.<br />
Invece le potenzialità di<br />
SRS sono più legate alla<br />
capacità di vedere lo stato<br />
della strada come una<br />
evoluzione nel tempo.<br />
Tutto ciò non è ancora<br />
visibile nel sito, ma<br />
immaginiamo che con<br />
i dati raccolti è come se<br />
facessimo una fotografia<br />
a settimana dello stato<br />
di manutenzione delle<br />
strade, per vedere poi<br />
come evolve la situazione<br />
e valutare quindi l’ammaloramento<br />
del manto<br />
stradale. Il monitoraggio<br />
del traffico è invece una<br />
cosa che bisogna fare in<br />
tempo reale, e la nostra<br />
applicazione non è concepita<br />
per questo.<br />
<strong>GEOmedia</strong>: il vostro<br />
progetto ha le caratteristiche<br />
per candidarsi<br />
a diventare un raro e<br />
vero spin-off o startup<br />
italiano nel contesto internazionale.<br />
A parte la<br />
vostra road map già ben<br />
definita, e il supporto degli<br />
attori locali della mobilità<br />
come la Provincia<br />
di Pesaro e Urbino, la<br />
Fondazione Cassa di<br />
Risparmio di Pesaro e le<br />
Autolinee Vitali. Avete<br />
già trovato il vostro ambasciatore<br />
per l’internazionalizzazione<br />
di questa<br />
affascinante idea?<br />
Fig. 2 - La cover page del progetto di crowdsensing civico SRS.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 45
MERCATO INTERVISTA<br />
Fig. 3 - Una prima mappa nazionale dello stato di manutenzione delle strade.<br />
A.Bogliolo: Direi proprio<br />
di si e il nostro<br />
ambasciatore si chiama<br />
HORIZON 2020,<br />
il programma della<br />
Commissione Europea<br />
nel cui ambito abbiamo<br />
appena ottenuto un<br />
finanziamento per un<br />
progetto internazionale<br />
basato su SRS. Preferisco<br />
non svelare la partnership<br />
perchè siamo nella fase di<br />
stipula dell’accordo preliminare<br />
e non lo ritengo<br />
corretto, ma lo annunceremo<br />
nelle prossime<br />
settimane.<br />
<strong>GEOmedia</strong>: a questo<br />
punto un’ultima domanda.<br />
Quali sono i tempi<br />
per il consolidamento<br />
del progetto e la messa a<br />
regime dopo le fasi sperimentali.<br />
E chi gli attori e<br />
la forma che assumerà il<br />
progetto in un contesto<br />
sempre più di cultura<br />
dell’open source e degli<br />
open data ?<br />
A.Bogliolo: Il progetto<br />
fin dall’inizio ha scelto di<br />
navigare lungo i sentieri<br />
degli open data, non a<br />
caso la prima uscita pubblica<br />
è stata proprio il 21<br />
Febbraio scorso a Pesaro<br />
nel corso della giornata<br />
degli Open Data. Ma<br />
l’aspetto che più si sposa<br />
con l’ambito di questa<br />
domanda, è la prossima<br />
fase di gamification del<br />
progetto, in cui gli utenti<br />
saranno coinvolti in maniera<br />
attiva e con un obbiettivo<br />
specifico; quello<br />
di conquistare una strada,<br />
un settore della mappa<br />
di SRS.<br />
Ma v’è di più, le amministrazioni<br />
pubbliche<br />
che gestiscono la manutenzione<br />
delle strade,<br />
potranno usare questa<br />
opzione per creare delle<br />
specifiche community<br />
di utenti/automobilisti,<br />
che in base alla quantità<br />
di informazioni inviate,<br />
potranno acquisire dei<br />
crediti che enti terzi<br />
potranno decidere di<br />
monetizzare per attuare<br />
le proprie strategie e<br />
premiare questa forma di<br />
cittadinanza attiva..<br />
Immaginiamo una zona<br />
della città le cui strade<br />
sono poco frequentate,<br />
quindi con pochi dati<br />
per capire lo stato di<br />
ammaloramento del<br />
fondo stradale. A questo<br />
punto l’amministrazione<br />
potrebbe incentivare<br />
gli utenti a passare per<br />
quelle strade, magari<br />
offrendo in cambio ore<br />
di parcheggio gratuito.<br />
In sostanza l’aspetto della<br />
gamification serve a fidelizzare<br />
l’utente, il quale<br />
potrà usare SRS come<br />
un gioco nel cui ambito<br />
conquisterà le strade e ci<br />
metterà sopra la propria<br />
bandiera in una sorta di<br />
competizione che ha per<br />
oggetto il senso civico e il<br />
bene comune.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geomatica; ricerca; Horizon<br />
2020; crowdsensing; SRS<br />
ABSTRACT<br />
<strong>GEOmedia</strong> interview the project<br />
leader SmartRoadSense (SRS) Alessandro<br />
Bogliolo. SmartRoadSense<br />
(SRS) is the crowdsensing to monitor<br />
the road surface. Research synergies<br />
from geomatics to mapping,<br />
from sensors to statistics.<br />
AUTORE<br />
Domenico Santarsiero<br />
dsgeo57@gmail.com<br />
46 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
• Durata volo 30’ a pieno carico<br />
• Payload 600 gr.<br />
• Struttura in carbonio<br />
• Ingombro 1 mt.<br />
• Camera 20 MPX con Gimbal dedicata<br />
AEROMAX NT6<br />
30 minuti di autonomia<br />
con 600 gr di carico<br />
• Possibilità d’uso in aree critiche (Enac)<br />
• Massima elevazione a 13,5 m.<br />
• Modalità d’uso orizzontale e verticale<br />
• Controllo del sistema tramite App 3D EYE Control<br />
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MERCATO GI IN EUROPE<br />
Digital Single Market,<br />
Nazioni Unite ed informazioni<br />
geografica:<br />
dove stiamo andando?<br />
di Mauro Salvemini<br />
Una delle più importanti impressioni<br />
che ebbi durante la recente<br />
conferenza INSPIRE di maggio a<br />
Lisbona era stata che il posizionamento<br />
strategico ed operativo del<br />
DSM ( Digital Single Market)<br />
nei confronti dei dati geografici<br />
e cartografici digitali necessitasse<br />
profondi affinamenti da parte di<br />
chi nell’ambito della commissione<br />
ha in carico INSPIRE.<br />
Il DSM della Commissione Junker,<br />
pur invocando la importanza<br />
dei dati di localizzazione per l’ecommerce,<br />
stenta infatti a concretizzare<br />
un modello nel quale<br />
direttive quali INSPIRE possano<br />
direttamente essere integrate.<br />
Del resto le differenze tra gli Stati<br />
Membri (SM) sono e rimangono<br />
notevoli nell’ambito dei dati geografici.<br />
L’Italia partecipa con circa<br />
280 data set al repertorio europeo<br />
di dati e servizi geografici<br />
mentre altri SM pubblicano migliaia<br />
o decine di migliaia di data<br />
set e di servizi. Qualcuno potrebbe<br />
sostenere che è un problema<br />
italiano ed infatti questa estate<br />
esso è circolato abbondantemente<br />
su Twitter dove si è perorata la<br />
causa che il nostro governo (per<br />
il tramite del Ministero dell’Ambiente)<br />
autorizzi la pubblicazione<br />
sul portale di INSPIRE delle<br />
migliaia di data set e di servizi<br />
catalogati dal RNDT ( http://<br />
www.rndt.gov.it/RNDT/home/<br />
index.php) dell’AGID. Sinora è<br />
stata vox clamans in deserto: non<br />
è successo niente e sulla base della<br />
nostra storia nazionale di INSPI-<br />
RE le speranze che la questione<br />
si risolva ritengo siano scarse, pur<br />
non volendo essere tacciato di<br />
cassandrismo.<br />
Ma dalla UE in quanto entità<br />
politica, ci si aspetta una visione<br />
politica anche sul tema della<br />
informazione geografica dopo<br />
l’insediamento della nuova CE,<br />
ma a questo riguardo sembra<br />
che il tavolo delle strategie si sia<br />
spostato al piano superiore visto<br />
l’impegno che le Nazioni Unite<br />
per il tramite dell’UN GGIM sta<br />
ponendo sulle raccomandazioni<br />
legate all’informazione geografica<br />
. Regionalmente, a livello globale,<br />
è stato creato il UN-GGIM<br />
Europe (http://un-ggim-europe.<br />
org) e proprio in un suo recentissimo<br />
documento appare lo<br />
schema che potrebbe dare qualche<br />
dritta di dove e come stiamo<br />
andando con DSM ed INSPIRE<br />
per la IG<br />
(http://un-ggim-europe.org/<br />
sites/default/files/<strong>2015</strong>-07-08_<br />
UN-GGIM-Europe_Report<br />
from SWG B1 on Priority User<br />
Needs ver 1.0.pdf).<br />
Il rapporto, che nell’allegato<br />
contiene circa 40 casi di studio<br />
compreso quello dell’Italia eseguito<br />
dall’ISTAT sul “commuting<br />
people”, evidenzia l’importanza<br />
degli istituti nazionali di statistica<br />
anche per gli sviluppi futuri.<br />
“The Census 2021 will be a big<br />
undertaking for the NSIs as geospatial<br />
workflows and technology<br />
can increase the usefulness of the<br />
results and make them point-based<br />
rather than census-area based.”<br />
L’altro rapporto prodotto dall’<br />
UN GGIM Europe è sulla “Data<br />
Definition and Access Conditions”,<br />
il punto cruciale a livello<br />
europeo per fare circolare i dati<br />
prodotti dagli Stati Membri<br />
(SM) e per influire sulle politiche<br />
e attuazioni di ciascun SM relativamente<br />
alla IG<br />
(http://un-ggim-europe.org/si-<br />
tes/default/files/GGIM-Europe-<br />
Working Group 1 - Report –<br />
20140411.pdf).<br />
Qui la trattazione scende nuovamente<br />
al piano inferiore dei goal<br />
globali. Il comitato UN GGIM<br />
Europe, formato dai rappresentanti<br />
delle Agenzie cartografiche<br />
nazionali, e nato per il tramite<br />
della associazione EUROGEO-<br />
GRAPHICS alla quale partecipano<br />
onerosamente l’IGM ed il<br />
Catasto italiano. E’ opportuno<br />
citare qualche tema caldo trattato<br />
nel report: i “free core data”,<br />
come definire i dati di base e<br />
quale modello usare per distribuire<br />
“gratis” i dati o loro parti;<br />
come considerare e che cosa fare<br />
nei confronti dei “collaborative<br />
data” una volta chiamati “ open<br />
source data”. Questi inglesi bisogna<br />
lasciarli proprio fare quando<br />
si tratta di coniare nuovi termini<br />
tecnologici!<br />
Si ipotizza e si tratta anche della<br />
possibilità che i data set di base<br />
possano essere distribuiti in una<br />
versione “ light” gratis ed in una<br />
versione “premium” a pagamento.<br />
Nelle more di una situazione<br />
riconosciuta come non completamente<br />
definita, nonostante<br />
INSPIRE, il comitato auspica<br />
un dialogo tra “chi” ha bisogno<br />
dei dati cartografici di base e le<br />
agenzie cartografiche nazionali.<br />
Si evidenzia peraltro che tale<br />
dialogo non è ancora iniziato e<br />
manca un luogo deputato a farlo.<br />
Che si stiano candidando a<br />
tale proposito? Si evidenzia in tal<br />
modo un punto a svantaggio dei<br />
risultati raggiunti dalla policy di<br />
INSPIRE.<br />
Su tutto incombe la definizione<br />
“authoritative data” che sono<br />
quelli che le agenzie o enti cartografici<br />
degli stati membri riconoscono<br />
come di loro competenza.<br />
Ma in italiano che cosa sono?<br />
Come traduciamo la definizione?<br />
Sarebbe certamente di grande<br />
aiuto conoscere il punto di vista<br />
e la traduzione usata dai rappresentanti<br />
italiani e dai nostri enti<br />
cartografici. Se traduciamo con<br />
“ufficiale” sorge la domanda: i<br />
dati prodotti dalle regioni, giusto<br />
per considerare gli enti non<br />
ufficialmente cartografici ma<br />
certamente autorevoli, sono “ authoritative<br />
data” o no? Se lo sono<br />
non si capisce perché in Italia il<br />
RNDT, che contiene tra l’altro<br />
anche i dati regionali, non sia<br />
stato ancora trasmesso ad INSPI-<br />
RE; se non lo sono si pone il problema<br />
di quale sia il modello di<br />
produzione, il flusso, la diffusione<br />
e il business che oggi esiste in<br />
Italia relativamente all’informazione<br />
geografica. Ritengo di non<br />
rischiare molto nell’affermare che<br />
ad una domanda di questo genere<br />
la maggioranza degli addetti risponderebbe<br />
che questo modello<br />
in Italia non è chiaro o non esiste.<br />
Certo è stata un vera sfortuna<br />
che il gruppo di lavoro 3, presieduto<br />
proprio dall’Italia, sugli<br />
“ institutional arrangements” 1 che<br />
UN GGIM Europe pose in essere<br />
nel 2013 sia scomparso nel<br />
prosieguo dei lavori. L’Italia per<br />
prima ne avrebbe potuto trarre<br />
vantaggio.<br />
Riferimenti<br />
1) Italy will lead working<br />
group 3, dealing with institutional<br />
arrangements? Working<br />
group 3 will, among other<br />
topics, work on a governance<br />
structure for UN-GGIM- Europe<br />
(including the future role<br />
of the European Commission<br />
and other relevant bodies).<br />
http://www.eurogeographics.<br />
org/sites/default/files/Notes-<br />
UN-GGIM-Europe-Meeting-<br />
20130725-V4.pdf<br />
48 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>
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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 49
AGENDA<br />
25-26 settembre <strong>2015</strong><br />
Dronitaly<br />
Milano<br />
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28-30 settembre <strong>2015</strong><br />
ISPRS Laser Scanning <strong>2015</strong> e<br />
GeoSpatial Week<br />
La Grande Motte (Francia)<br />
www.geoforall.it/kkwq9<br />
29 settembre-1 ottobre <strong>2015</strong><br />
XIX Conferenza Nazionale ASITA<br />
Lecco<br />
www.geoforall.it/frca<br />
8 ottobre <strong>2015</strong><br />
ENVI e SARscape User Group<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/k349y<br />
14-16 Ottobre <strong>2015</strong><br />
Esri European User Conference<br />
<strong>2015</strong><br />
Salzburg (Austria)<br />
www.geoforall.it/k3r8p<br />
19-20 October <strong>2015</strong><br />
Southampton (UK)<br />
“Oblique camera and dense image<br />
matching” EuroSDR / ISPRS<br />
Workshop<br />
www.geoforall.it/k34wa<br />
20-22 ottobre<br />
Simposio Europeo AFCEA in<br />
“Urbanisation, Migration, Disaster<br />
Relief: Key Challenges of the<br />
Future”<br />
Berlino (Germania)<br />
www.geoforall.it/k34xu<br />
20-23 October <strong>2015</strong><br />
Earth Observation for Water Cycle<br />
Science <strong>2015</strong><br />
Frascati<br />
www.geoforall.it/kk8x4<br />
21-23 ottobre <strong>2015</strong><br />
Space Week <strong>2015</strong><br />
Roma<br />
www.geoforall.it/k33qy<br />
24-25 ottobre <strong>2015</strong><br />
SpaceUp Rome<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/k3h4u<br />
27-29 Ottobre <strong>2015</strong><br />
5th International Galileo Science<br />
Colloquium<br />
Braunschweig (Germany)<br />
www.geoforall.it/kk6cc<br />
28-30 ottobre <strong>2015</strong><br />
Smart Mobility World <strong>2015</strong><br />
Monza<br />
www.geoforall.it/k36cr<br />
4-5 novembre <strong>2015</strong><br />
Mapping Urban Areas from Space<br />
Conference<br />
Frascati (Roma)<br />
www.geoforall.it/k3h8r<br />
12 - 13 November <strong>2015</strong><br />
ESA - ESRIN - V EARSeL<br />
workshop Remote Sensing for<br />
Cultural Heritage<br />
Frascati (Roma)<br />
www.geoforall.it/k3k4w<br />
23 novembre <strong>2015</strong><br />
Third Eurographics Workshop<br />
on Urban Data Modelling and<br />
Visualisation<br />
Delft (The Netherlands)<br />
www.geoforall.it/kkc39<br />
10-12 febbraio 2016<br />
GIM International Summit<br />
Amsterdam (The Netherlands)<br />
www.geoforall.it/k38cy<br />
26-27 Aprile 2016<br />
GISTAM 2016<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/k3hd4<br />
14-16 ottobre <strong>2015</strong><br />
Smart City Exhibition <strong>2015</strong><br />
“Citizen Data Festival”<br />
Bologna<br />
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