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GEOmedia 4 2015

La prima rivista italiana di geomatica

La prima rivista italiana di geomatica

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Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 4/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

LiDAR<br />

Lug/Ago <strong>2015</strong> anno XIX N°4<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

Smart<br />

Road Sense<br />

GUEST PAPER:<br />

Amazonia Sin Fuego<br />

Recenti sviluppi nel<br />

Mobile Mapping Systems<br />

Vulnerabilità e<br />

Sicurezza con i GIS


GEOMAX<br />

works when you do<br />

Anche nelle condizioni atmosferiche più avverse,<br />

GeoMax fornisce le migliori soluzioni<br />

prezzo-prestazioni, works when you do.<br />

info@geomax-positioning.it - www.geomax-positioning.it


3D. Una invasione annunciata da tempo.<br />

Le tecnologie del 3D stanno per<br />

invaderci sul serio e lo dimostra il fatto<br />

che da diversi ambiti giungono fortissimi segnali<br />

che ci spingono a guardare future possibilità di acquisto<br />

di semplici stampanti 3D, capaci ormai anche di “stampare”<br />

biscotti per la produzione alimentare casalinga. Evidentemente<br />

il mondo piatto descritto in Flatland (https://it.wikipedia.<br />

org/wiki/Flatlandia) non esiste o ha terminato di esistere appena si è<br />

reso conto (1884) che di fatto il mondo reale ha necessità della terza e<br />

della quarta dimensione come non mai. I cultori della fotogrammetria aerea,<br />

terrestre, speciale, architettonica, archeologica o che dir si voglia, lo sanno bene<br />

e da tempo si prodigano a ricavare il 3D da immagini piatte. Insieme alla nostra<br />

visione cambierà forse anche il nostro DNA con l'impellente necessità di immettere<br />

sul mercato nuove tecnologie delle quali il 3D “easy”, come possiamo definirlo oggi,<br />

conquisterà nuove coscienze tecnologiche aprendo nuovi mercati prima impensabili.<br />

Avevamo da tempo visto le risultanze del 3D nei videogiochi ma ora ci troviamo a usare<br />

le interfacce 3D tutti i giorni davanti al nostro PC o al nostro smartphone. Il passo è stato<br />

effettuato e varcata la frontiera della limitazione dell’hardware, nuovi orizzonti si sono<br />

aperti, basta pensare ai piccoli laser scanner che funzionano sugli smartphone Android<br />

e iPhone. Ma al 3D ci riportano fortemente anche tutte le novità di quest'anno, legate<br />

soprattutto alla stampa additiva, che sta superando i limiti incredibili del molto piccolo<br />

e del tanto grande. Con la stampa additiva si riesce a stampare il tessuto molecolare, ma<br />

al contempo l'azienda italiana WASP (http://www.wasproject.it/w/) sta sperimentando<br />

le tecniche di stampa del tanto grande, fino a poter stampare in scala 1:1. Non vedo<br />

lontana l’epoca in cui i monumenti distrutti dai nuovi barbari dell'ISIS potranno essere<br />

ricostruiti come erano attraverso il 3D. L’Italia tramite la Cooperazione Internazionale<br />

sta affrontando in questo momento l’acquisizione dei dati 3D in Iraq, proprio in quei<br />

siti archeologici, come la città di UR, ove si disporrà di dati 3D atti a visualizzazioni<br />

virtuali o a ricostruzioni in caso di crollo. In questo numero la somma dei valori<br />

delle proposte editoriali si fa interessante, non solo per i progetti e le tecnologie,<br />

ma anche per alcuni articoli che scavano nel profondo di questioni mai sopite,<br />

come quello affrontato da Selvini intorno al ruolo dei moderni geomatici,<br />

oppure l’interessante tema della Amazzonia senza Fuochi, prima<br />

guest paper in lingua spagnola e infine uno dei progetti innovativi<br />

che mette insieme il crowd-sensing al servizio della pubblica utilità<br />

come quello del progetto Smart Road Sense che trovate<br />

nella sezione interviste a cura di Santarsiero.<br />

Buona lettura, Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORTS<br />

GUEST paper<br />

Mobile Mapping<br />

Systems:<br />

recenti sviluppi e<br />

caso applicativo<br />

di Isabella Toschi, Fabio<br />

Remondino e Simone<br />

Orlandini<br />

6<br />

INTERVISTA<br />

LE RUBRICHE<br />

26 IMMAGINE ESA<br />

36 SMART CITY<br />

38 MERCATO<br />

48 GI IN EUROPE<br />

12<br />

Metodología para<br />

la detección y<br />

cuantificación de<br />

incendios forestales<br />

por anomalías<br />

térmicas detectadas<br />

por satélite en la<br />

Amazonía boliviana<br />

di Programa Amazonía Sin Fuego<br />

50 AGENDA<br />

Quo usque<br />

tandem<br />

abutere……<br />

di Attilio Selvini<br />

16<br />

In copertina un’immagine acquisita<br />

da autovettura nell’autunno 2014<br />

nel centro storico di Trento con<br />

piattaforma RIEGL VMX-450.<br />

La nuvola di punti acquisita<br />

con Mobile Mapping System<br />

rappresenta la mappa di altezza<br />

all’interno della area storica.<br />

www.rivistageomedia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


GISMaker,<br />

22<br />

programma per<br />

l'elaborazione e<br />

la manipolazione<br />

di dati geometrici<br />

georeferenziati<br />

di ProgeSOFT<br />

28<br />

Image courtesy the SeaWiFS Project, NASA/Goddard Space<br />

Flight Center, and ORBIMAGE<br />

Sant’Agata "sicura":<br />

un’applicazione GIS<br />

per l’analisi del<br />

rischio e la gestione<br />

dei soccorsi<br />

di Paola Costantino, Carmelo<br />

Ignaccolo, Martina Mangani,<br />

Michele Mangiameli e Giuseppe<br />

Mussumeci<br />

INSERZIONISTI<br />

aerRobotix 10<br />

Codevintec 52<br />

EPSILON 42<br />

ESRI 11<br />

Flytop 25<br />

Geogrà 46<br />

Geomax 2<br />

Gistam 39<br />

Intergraph 37<br />

MESA 38<br />

Microgeo 47<br />

Planetek 35<br />

ProgeSOFT 40<br />

Sinergis 51<br />

Sistemi Territoriali 41<br />

SPAR Europe and EMLF 43<br />

Teorema 50<br />

Topcon 49<br />

44<br />

di<br />

SmartRoadSense (SRS)<br />

Il crowd-sensing per<br />

monitorare il fondo<br />

stradale. Sinergie di<br />

ricerca dalla geomatica<br />

al mapping, dai sensori<br />

alla statistica.<br />

Domenico Santarsiero<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi,<br />

Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo,<br />

Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />

Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.62279612 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

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La quota annuale di abbonamento alla rivista<br />

Science<br />

è di €<br />

&<br />

45,00.<br />

Technology Communication<br />

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ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.<br />

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revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza<br />

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richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.<br />

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />

riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 21 settembre <strong>2015</strong>.


FOCUS<br />

Mobile Mapping Systems:<br />

recenti sviluppi e caso applicativo<br />

di Isabella Toschi, Fabio Remondino e Simone Orlandini<br />

I sistemi di rilievo Mobile Mapping<br />

(MMS) costituiscono una tecnologia<br />

emergente che permette di rilevare,<br />

in modalità dinamica, dati metrici<br />

2D/3D geo-referenziati, ad altissima<br />

risoluzione ed elevata accuratezza.<br />

Di seguito vengono descritte le<br />

loro principali caratteristiche<br />

tecniche/tecnologiche e un esempio<br />

applicativo finalizzato al rilievo 3D di<br />

un centro storico cittadino.<br />

Fig. 1 – Nuvola di punti acquisita da MMS nel centro storico di Trento: mappa di intensità<br />

(sinistra) e di altezza (destra).<br />

Si definisce Mobile Mapping<br />

System (MMS) una piattaforma<br />

mobile, sia essa aerea<br />

oppure terrestre, sulla quale<br />

sono integrati sistemi e sensori<br />

di misura atti ad acquisire, contemporaneamente,<br />

la posizione<br />

3D quasi-continua della piattaforma<br />

e dati metrici 2D/3D<br />

geo-referenziati. A tale scopo,<br />

dal punto di vista tecnologico,<br />

un MMS è costituito dall’integrazione<br />

di tre principali componenti<br />

hardware: sensori ottici<br />

(laser scanner e/o fotocamere<br />

digitali), sensori di navigazione/<br />

posizionamento (IMU/GNSS)<br />

e un’unità di controllo e sincronizzazione.<br />

A seconda dell’ambito<br />

applicativo e del tipo di<br />

piattaforma mobile adottata, si<br />

possono citare diversi esempi<br />

di MMS, quali: gravimetria da<br />

aereo, laser scanning da aereo,<br />

mobile mapping trains, mobile<br />

mapping vans, etc. Elemento<br />

in comune tra tutte queste<br />

applicazioni è l’importanza fondamentale<br />

di una rigorosa sincronizzazione<br />

del flusso di dati<br />

tramite un’elevata integrazione<br />

dei differenti processi di misura.<br />

Questo permette generalmente<br />

di ridurre il lavoro di post-processing<br />

e fornire in tempo reale<br />

stime attendibili delle misure<br />

effettuate. Dal punto di vista<br />

dell’utente finale, ciò si traduce<br />

nella possibilità di acquisire<br />

velocemente e a costi contenuti<br />

dati 3D geografici ad elevata<br />

risoluzione ed accuratezza.<br />

Limitando lo sguardo alle piattaforme<br />

terrestri, storicamente<br />

lo sviluppo dei MMS risale<br />

all’inizio degli anni ’90 quando<br />

le prime sperimentazioni mostrarono<br />

le loro potenzialità per<br />

l’acquisizione di informazioni<br />

geografiche (Bossler e Novak,<br />

1993; El-Sheimy, 1996). Il primo<br />

MMS terrestre fu sviluppato<br />

dal Center for Mapping presso<br />

l’università dell’Ohio (USA). Il<br />

sistema, chiamato GPSVan TM,<br />

comprendeva un ricevitore GPS<br />

a misura di codice, due fotocamere<br />

digitali, due videocamere<br />

e un sistema di giroscopi e<br />

odometri. Da allora, lo sviluppo<br />

dei MMS ha coinciso con<br />

l’avanzamento tecnologico dei<br />

ricevitori GPS, la definizione di<br />

nuovi metodi per fornire la correzione<br />

differenziale e l’impiego<br />

di più accurati sistemi IMU.<br />

Ciò ha permesso la diffusione<br />

dei MMS e la loro piena maturazione<br />

dall’ambito puramente<br />

accademico a quello commerciale.<br />

Esempi di altri sistemi<br />

finalizzati all’acquisizione in<br />

movimento di immagini digitali<br />

sono: GIMTM, GPSVision,<br />

VISATTM, KiSSTM e GI-<br />

EYETM (Grejner-Brzezinska,<br />

2001).<br />

I sistemi di mobile mapping che<br />

utilizzano la tecnologia LiDAR<br />

(anche chiamati sistemi di<br />

Mobile Laser Scanning - MLS)<br />

rappresentano la soluzione più<br />

recente. Essi acquisiscono in<br />

tempo reale dense nuvole di<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

punti (Fig. 1) e offrono importanti<br />

vantaggi, quali: (i) elevata<br />

velocità di acquisizione dei dati,<br />

con conseguente riduzione dei<br />

costi e del tempo necessari; (ii)<br />

elevata densità spaziale dei dati<br />

misurati, che permette una<br />

ricostruzione 3D densa della<br />

scena rilevata; (iii) acquisizione<br />

dei dati da remoto, che garantisce<br />

l’efficienza e la sicurezza<br />

del rilievo. Grazie a questi benefici<br />

e al continuo sviluppo<br />

delle tecnologie laser scanning e<br />

di navigazione, l’attuale trend<br />

della richiesta di rilievi tramite<br />

MMS è in costante salita, anche<br />

se il trattamento e la gestione<br />

dei dati raccolti scoraggia spesso<br />

i possibili utenti. In Tabella 1<br />

e Figura 2 vengono riportati<br />

i principali sistemi MMS<br />

commerciali, mentre esistono<br />

diverse altre soluzioni in-house<br />

sviluppate da PMI e centri di<br />

ricerca. Le applicazioni sono<br />

svariate: dalla mappatura delle<br />

strade a fini catastali, al rilievo<br />

di infrastrutture urbane, reti<br />

elettriche, gas/metanodotti, fino<br />

alla ricostruzione 3D di vaste<br />

aree urbane per applicazioni di<br />

city modelling.<br />

Distributore<br />

Nome<br />

TOPCON IP-S3 1 scanner<br />

TRIMBLE<br />

3D Laser<br />

Mapping<br />

MX8<br />

Street<br />

Mapper<br />

Laser Scanner IMU/GNSS Camera Digitale<br />

Sensore/i Portata Accuratezza<br />

1-2 VQ-250<br />

1-2 VQ-450<br />

1-2 VUX-<br />

1HA<br />

RIEGL (2) VMX-250 2 VQ-250<br />

Renishaw<br />

TELEDYNE<br />

OPTECH<br />

MITSUBISHI<br />

ELECTRIC<br />

Leica<br />

Geosystems<br />

Dynascan<br />

S250<br />

100 m,<br />

@ ρ100<br />

100%<br />

500 m,<br />

@ ρ80%<br />

800 m,<br />

@ ρ80%<br />

400 m,<br />

@ ρ80%<br />

500 m,<br />

@ ρ80%<br />

1-2 scanner 250 m<br />

50 mm,<br />

@ 10 m (1σ)<br />

Pos.<br />

Assoluta (1)<br />

0.015-<br />

0.025 m<br />

10 mm,<br />

@ 50 m (1) 0.020-<br />

8 mm, 0.025 m<br />

@ 50 m (1σ)<br />

5 mm,<br />

(1σ)<br />

10 mm,<br />

@ 50 m (1σ)<br />

10 mm,<br />

@ 50 m (1σ)<br />

0.050 m<br />

0.020-<br />

0.050 m<br />

0.020-<br />

0.050 m<br />

Lynx SG1 2 scanner<br />

250 m, 5 mm,<br />

0.050 m<br />

Lynx MG1 1 scanner<br />

@ ρ10% (1σ)<br />

0.200 m<br />

MMS-X<br />

MMS-<br />

X320R<br />

MMS-K320<br />

Leica<br />

Pegasus:<br />

Two<br />

2-4 scanner<br />

standard<br />

2 scanner<br />

standard /<br />

1 scanner<br />

long-range<br />

2 scanner<br />

standard<br />

ZF 9012<br />

Leica<br />

Scanstation<br />

P20<br />

65 m<br />

65 m /<br />

200 m<br />

Scanner<br />

standard:<br />

10 mm,<br />

@ 7 m (1σ)<br />

Scanner<br />

long-range:<br />

10 mm,<br />

@ 80 m (1σ)<br />

0.060 m<br />

Risoluzione<br />

Camera sferica,<br />

8000 x 4000 px<br />

Fino a 7 camere,<br />

5 Mpx<br />

Camera<br />

panoramica,<br />

12 Mpx<br />

Fino a 6 camere,<br />

5 Mpx<br />

-<br />

Fino a 5 camere,<br />

5 Mpx<br />

e/o camera<br />

panoramica<br />

Fino a 6 camere,<br />

5 Mpx<br />

3 camere, 5 Mpx<br />

65 m 3 camere, 5 Mpx<br />

119 m<br />

120 m,<br />

@ 18%<br />

0.9 mm,<br />

@ 50 m,<br />

80% (1) 0.015-<br />

0.020 m<br />

6 mm,<br />

@ 100 m (1)<br />

Tab. 1 – Le principali soluzioni di sistemi mobile mapping disponibili sul mercato ( (1) valori<br />

di RMS in post-processing; (2) le specifiche di RIEGL VMX-450 sono fornite di seguito).<br />

8 camere,<br />

2000x2000 px<br />

RIEGL VMX-450<br />

Tra i sistemi MMS commerciali<br />

disponibili sul mercato,<br />

la piattaforma RIEGL VMX-<br />

450 rappresenta una delle più<br />

recenti soluzioni e si distingue<br />

per la sua altissima velocità di<br />

scansione ed elevata qualità,<br />

completezza e densità del dato.<br />

Essa integra due laser scanner<br />

VQ-450, un’unità di controllo<br />

VMX-450-CU e una soluzione<br />

integrata GNSS/INS per il<br />

posizionamento. Il sistema (2<br />

scanner) è in grado di acquisire<br />

fino a 1.1 milioni di punti e<br />

400 profili al secondo e utilizza<br />

l’ultima generazione RIEGL di<br />

laser scanner (multiple target capability<br />

grazie alla digitalizzazione<br />

dell’eco del segnale riflesso).<br />

La piattaforma è anche dotata<br />

di un’unità modulare di fotocamere<br />

digitali VMX-450-CS6,<br />

Fig. 2 – Immagini di alcuni sistemi MMS commerciali.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 7


FOCUS<br />

che completa l’acquisizione dei<br />

dati geometrici con immagini<br />

digitali co-registrate alla geometria.<br />

E’ possibile integrare<br />

fino a sei camere industriali,<br />

precedentemente calibrate dal<br />

costruttore.<br />

Tutti i sensori e le apparecchiature<br />

per l’acquisizione dei dati<br />

(laser scanner, fotocamere e<br />

antenna GNSS) sono integrati<br />

in un apposito nucleo che viene<br />

normalmente posizionato sul<br />

tetto di una vettura (Fig. 3). Il<br />

computer con i dischi per il salvataggio<br />

dei dati e l’alimentazione<br />

sono assemblati nel gruppo<br />

alloggiato nel bagagliaio. Infine,<br />

il monitor per il controllo della<br />

fase di acquisizione è ospitato<br />

Fig. 4 – La traiettoria percorsa con MMS nel centro storico di Trento e gli edifici selezionati per le<br />

valutazioni statistiche in Piazza Duomo (simboli rosso e blu) e nelle strade strette circostanti (simbolo<br />

verde). In legenda si riporta anche la tecnica usata per acquisire i dati di riferimento.<br />

Sensore<br />

VQ-450<br />

Principio di misura Time-of-Flight Pulsed-Wave<br />

Lunghezza d’onda<br />

Vicino infrarosso<br />

Frequenza<br />

300 – 1100 kHz<br />

Distanza massima (portata) 800 m<br />

Distanza minima<br />

1.5 m<br />

Accuratezza<br />

8 mm, 1σ<br />

Precisione<br />

5 mm, 1σ<br />

Sensore<br />

IMU/GNSS<br />

Posizione (assoluta) 0.020 – 0.050 m<br />

Posizione (relativa) 0.010 m<br />

Roll & Pitch 0.005 º<br />

True Heading 0.015 º<br />

Sensore<br />

VMX-450-CS6<br />

Risoluzione<br />

5 Mpx (2452 x 2056 px)<br />

Dimensione del pixel 3.45 μm<br />

Lunghezza focale nominale 5 mm<br />

Tab. 2 – Le principali caratteristiche tecniche del sistema RIEGL VMX-450.<br />

Fig. 3 – RIEGL VMX-450.<br />

all’interno dell’abitacolo.<br />

Dal punto<br />

di vista software,<br />

la suite RIEGL<br />

permette di gestire<br />

ogni fase del rilievo,<br />

dall’acquisizione<br />

dei dati (modulo<br />

RiACQUIRE), al<br />

processamento delle<br />

osservazioni (modulo<br />

RiPROCESS),<br />

fino alla correzione<br />

della traiettoria e<br />

orientamento della<br />

piattaforma mobile<br />

all’interno di un<br />

particolare sistema<br />

di coordinate (modulo<br />

RiWORLD).<br />

Il prodotto finale<br />

è rappresentato<br />

da dense nuvole<br />

di punti colorate<br />

e geo-referenziate,<br />

che possono essere<br />

visualizzate e analizzate<br />

in software<br />

di modellazione e<br />

progettazione CAD<br />

per l’estrazione di<br />

informazioni di interesse<br />

(profili stradali,<br />

mappatura di<br />

infrastrutture, ecc.). Le principali<br />

caratteristiche tecniche del<br />

sistema RIEGL VMX-450 sono<br />

riassunte nella Tabella 2.<br />

Rilievo mobile mapping del<br />

centro storico di Trento<br />

Nell’autunno 2014 è stato progettato<br />

e realizzato un rilievo<br />

MMS da autovettura nel centro<br />

storico di Trento al fine di (i)<br />

analizzare le prestazioni metriche<br />

della piattaforma RIEGL<br />

VMX-450 all’interno di un’area<br />

cittadina storica e (ii) valutare<br />

l’impiego dei dati MMS a scopi<br />

di cartografia, restituzione architettonica,<br />

3D city modelling e<br />

catasto strade.<br />

La sperimentazione ha interessato<br />

un’area di circa 700 m<br />

(ovest-est) x 500 m (nord-sud)<br />

nel centro storico di Trento,<br />

comprendente: (i) Piazza<br />

Duomo (80 m x 70 m, Fig. 1),<br />

sulla quale si affacciano alcuni<br />

dei più importanti edifici storici<br />

della città; (ii) un complesso di<br />

strade strette e articolate, che<br />

si diramano dalla piazza verso<br />

l’esterno e vedono l’alternarsi di<br />

alti edifici storici, chiese e case<br />

residenziali. Le aree selezionate<br />

(Fig. 4) costituiscono uno<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

Fig. 5 – Mappe delle differenze<br />

(errori) derivanti dai confronti<br />

tra i dati MMS e Fotogrammetria<br />

per il Duomo (a), Palazzo<br />

Pretorio (b) e case residenziali<br />

(c). La scala va da –0.01 m<br />

(blu) a 0.01 m (rosso). Le corrispondenti<br />

nuvole di punti<br />

ottenute tramite dense image<br />

matching sono riportate nella<br />

parte inferiore.<br />

scenario difficile e impegnativo<br />

per un rilievo MMS, la cui<br />

performance metrica dipende<br />

principalmente dall’accurata<br />

determinazione della posizione<br />

e dell’orientamento della piattaforma<br />

mobile. All’interno dei<br />

cosiddetti canyon urbani, infatti,<br />

effetti di multipath e perdite di<br />

segnale causati dalla presenza di<br />

alti edifici in spazi ristretti possono<br />

deteriorare le condizioni<br />

GNSS e, di conseguenza, il calcolo<br />

della traiettoria.<br />

I dati raccolti sono stati processati<br />

senza l’ausilio di punti di<br />

controllo ed esportati sotto forma<br />

di nuvole di punti (formato<br />

LAS) inquadrate nel sistema<br />

di coordinate WGS84. Queste<br />

sono caratterizzate da una risoluzione<br />

spaziale media di 2-3<br />

cm e sono state fornite separatamente<br />

per ciascuno dei due<br />

laser scanner integrati nella piattaforma<br />

mobile. Per valutare la<br />

precisione interna e la ripetibilità<br />

del sistema di misura, il rilievo<br />

di Piazza Duomo è stato ripetuto<br />

in tre passaggi successivi.<br />

Valutazione della precisione<br />

e dell’accuratezza<br />

Per valutare metricamente<br />

i risultati del rilievo MMS,<br />

sono stati acquisiti dati esterni<br />

di riferimento tramite tecnica<br />

fotogrammetrica (dense<br />

image matching) e tecnologia<br />

Laser Scanner Terrestre (TLS).<br />

Quando si confrontano nuvole<br />

di punti acquisite da strumenti<br />

e tecniche diversi tra loro, alcuni<br />

aspetti devono essere sempre<br />

considerati, ovvero: (i) è necessario<br />

definire le incertezze che<br />

caratterizzano ciascun sistema;<br />

(ii) i punti 3D che vengono<br />

confrontati non corrispondono<br />

mai esattamente tra loro; (iii)<br />

dato che le posizioni di acquisizione<br />

sono diverse, le superfici<br />

ricostruite sono digitalizzate<br />

in modo differente. Partendo<br />

da tali considerazioni, si è evidenziata<br />

l’esigenza di definire<br />

una metodologia di valutazione<br />

nuova, basata su metodi statistici<br />

avanzati e su una rigorosa<br />

analisi della distribuzione statistica<br />

che caratterizza la popolazione<br />

di osservazioni (Toschi et<br />

al., <strong>2015</strong>).<br />

I confronti tra le nuvole di<br />

punti acquisite contemporaneamente<br />

dai due laser scanner<br />

sono caratterizzati da una stima<br />

gaussiana della MAD (Median<br />

Absolute Deviation) nell’ordine<br />

di ± 5,2 mm, che è coerente<br />

con la precisione (valore 1σ) dichiarato<br />

dalla scheda tecnica del<br />

sistema MMS.<br />

L’errore aumenta fino a ± 8,6<br />

mm se si confrontano le acquisizioni<br />

effettuate in due epoche<br />

diverse. Queste differenze, che<br />

permettono di valutare la precisione<br />

del sistema, possono<br />

essere ricondotte a errori residui<br />

di geo-referenziazione, effetti<br />

di multipath e problemi legati<br />

alle caratteristiche intrinsiche<br />

delle superfici rilevate. L’utilizzo<br />

di punti di controllo nella fase<br />

di post-elaborazione potrebbe<br />

quindi, almeno in parte, mitigare<br />

queste problematiche.<br />

La valutazione dell’accuratezza<br />

di una singola nuvola di punti<br />

mostra infine le buone potenzialità<br />

metriche del sistema<br />

RIEGL adottato. Gli errori<br />

stimati per gli edifici che si<br />

affacciano sulla Piazza Duomo<br />

sono caratterizzati da una dispersione<br />

media di ± 5,9 mm<br />

(MMS vs. fotogrammetria, Fig.<br />

5) e ± 3,6 mm (MMS vs. TLS).<br />

Questi valori sono coerenti<br />

con l’incertezza indicata dal<br />

costruttore (8 mm 1σσ). Come<br />

previsto, gli errori aumentano se<br />

il rilievo MMS viene eseguito in<br />

strade strette con edifici alti che<br />

deteriorano il segnale GNSS.<br />

Tuttavia, il valore di errore risultante<br />

in quelle aree (± 7,4 mm)<br />

rappresenta ancora un compromesso<br />

accettabile.<br />

Conclusioni<br />

Al giorno d’oggi le numerose<br />

soluzioni commerciali di sistemi<br />

MMS presenti sul mercato rappresentano<br />

il miglior esempio di<br />

integrazione tra diverse tecniche<br />

e sistemi di acquisizione di dati<br />

territoriali geo-referenziati, grazie<br />

a un’efficiente combinazione<br />

di sensori ottici passivi (fotocamera),<br />

attivi (laser scanner<br />

a lunga portata) e sensori di<br />

posizionamento (GNSS/IMU).<br />

L’attuale trend positivo della<br />

richiesta di rilievi tramite MMS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 9


FOCUS<br />

è anche accompagnato da un<br />

crescente interesse della comunità<br />

scientifica nei confronti di<br />

tali sistemi, come dimostrato<br />

dalle iniziative presentate da<br />

associazioni internazionali<br />

quali EuroSDR (Kaartinen et<br />

al., 2013). Risulta però ancora<br />

aperto il problema di gestione<br />

dei dati MMS da parte degli<br />

utilizzatori finali (amministrazioni<br />

pubbliche, studi,<br />

soprintendenze, ecc.): possibili<br />

desiderata rimangono la facile<br />

fruizione delle enormi nuvole di<br />

punti, l’estrazione automatica<br />

di informazioni vettoriali, la<br />

classificazione degli elementi<br />

urbani, l’integrazione con dati<br />

aereo- o tele-rilevati, ecc.<br />

I requisiti di precisione e accuratezza<br />

per i dati acquisiti con<br />

sistemi MMS variano in funzione<br />

dell’applicazione e comportano<br />

la distinzione tra due<br />

principali categorie di MMS,<br />

ovvero: (i) sistemi per la mappatura<br />

cartografica e (ii) sistemi<br />

per il rilievo di infrastrutture<br />

(strade, ferrovie, tunnel, ecc.) a<br />

scopi di monitoraggio e verifica.<br />

Le specifiche tecniche dei vari<br />

MMS commerciali dovrebbero<br />

dunque essere attentamente<br />

valutate a priori per scegliere di<br />

volta in volta la soluzione più<br />

adatta all’applicazione prevista.<br />

Dato che spesso le caratteristiche<br />

tecniche dichiarate sono<br />

definite in base a test eseguiti<br />

internamente dal costruttore<br />

e non esplicitamente spiegate<br />

all’utente, è consigliabile valutare<br />

le prestazioni metriche<br />

del sistema tramite confronto<br />

con dati di riferimento esterni.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Bossler, J.D. & Novak, K. (1993), Mobile Mapping System:<br />

new tools for the data collection of GIS information.<br />

Canadian conference on GIS’93, Ottawa, Canada,<br />

306-315.<br />

D.A. Grejner-Brzezinska (2001), Mobile mapping<br />

technology: ten years later, Part I, Survey. Land Inform.<br />

Syst. 61 (2), 75–91.<br />

El-Sheimy, N. (1996), A mobile multi-sensor system for<br />

GIS applications in urban centers. The International Archives<br />

of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial<br />

Information Sciences, XXXI/ B2, 95-100.<br />

Kaartinen, H., Hyyppä, J., Kukko, A., Lehtomaki, M.,<br />

Jaakkola, J., Vosselman, G., Elberink, S.O., Rutzinger,<br />

M., Pu, S. & Vaaja, M. (2013), Mobile mapping – Road<br />

environment mapping using mobile laser scanning. EuroSDR<br />

Official Publication N. 62.<br />

Tao, V. & Li, J. (2007), Advances in Mobile Mapping<br />

Technology. London: Taylor & Francis Group.<br />

Toschi, I., Rodríguez-Gonzálvez, P., Remondino, F.,<br />

Minto, S., Orlandini, S. & Fuller, A. (<strong>2015</strong>), Accuracy<br />

evaluation of a mobile mapping system with advanced<br />

statistical methods. The International Archives of the<br />

Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information<br />

Sciences, XL-5/W4, 245-253.<br />

ABSTRACT<br />

MMS is nowadays an emerging technology, whose<br />

development goes back to the 90’s and is constantly<br />

growing. From a technological point of view, it is the<br />

best example of sensor integration and cost-effective<br />

L’utilizzo di metodi statistici<br />

avanzati e di un rigoroso filtraggio<br />

degli outliers risultano<br />

a tale scopo essenziali e devono<br />

sempre essere accompagnati da<br />

un’adeguata analisi delle fonti<br />

di incertezze che caratterizzano<br />

ciascun sistema di misura confrontato.<br />

acquisition of geo-referenced spatial data, with a combination<br />

of digital imaging devices, long-range laser<br />

scanners and GNSS/IMU positioning sensors. The<br />

accuracy requirements for the acquired data is substantially<br />

different in each application, with road or rail<br />

infrastructure surveying being much more demanding<br />

in this particular respect. Thus, every scanner specification<br />

should be taken into account in order to obtain<br />

the best solution according to the intended application.<br />

Additionally, a proper evaluation procedure should be<br />

carried out by adopting external reference datasets. In<br />

this work, a review of the MMS technology is given,<br />

together with results achieved with RIEGL VMX-450<br />

in the city center of Trento.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Sistemi Mobile Mapping; Laser Scanner; Fotogrammetria;<br />

Nuvole di Punti; 3D<br />

AUTORE<br />

Isabella Toschi<br />

toschi@fbk.eu<br />

Fabio Remondino<br />

remondino@fbk.eu<br />

3D Optical Metrology (3DOM), Fondazione<br />

Bruno Kessler (FBK), Trento<br />

Simone Orlandini<br />

simone@microgeo.it<br />

Microgeo, Firenze<br />

• Rilievi batimetrici automatizzati<br />

• Fotogrammetria delle sponde<br />

• Acquisizione dati e immagini<br />

• Mappatura parametri ambientali<br />

• Attività di ricerca<br />

Vendita – Noleggio - Servizi chiavi in mano, anche con strumentazione cliente<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 11


GUEST PAPER<br />

Metodología para la detección y cuantificación<br />

de incendios forestales por anomalías térmicas<br />

detectadas por satélite en la Amazonía boliviana<br />

di Programa Amazonía Sin Fuego<br />

En Bolivia, el Programa Amazonía Sin Fuego<br />

(PASF), es una iniciativa ejecutada por la<br />

Autoridad Plurinacional de la Madre Tierra,<br />

entidad autárquica bajo tuición del Ministerio de<br />

Medio Ambiente y Agua, con el financiamiento y<br />

asistencia técnica de los Gobiernos de Italia, Brasil<br />

y del Banco de Desarrollo de América Latina (CAF).<br />

La misión del PASF es contribuir a la reducción de<br />

la incidencia de incendios forestales en la región<br />

amazónica, promoviendo prácticas de desarrollo<br />

sustentable en el bosque amazónico.<br />

El PASF está integrado por<br />

un equipo multidisciplinario<br />

y de especialistas que,<br />

desde una oficina central de coordinación<br />

ubicada en la ciudad<br />

de La Paz, se organizan bajo una<br />

estructura modular: 5 oficinas<br />

con sede en distintos puntos<br />

estratégicos de la Amazonía<br />

Boliviana, en los Departamentos<br />

de La Paz, Beni, Pando,<br />

Cochabamba y Santa Cruz. El<br />

Programa trabaja en 49 municipios<br />

y más de 400 comunidades<br />

indígenas y rurales, desarrollando<br />

colaboraciones institucionales con<br />

diferentes entidades, comunidades,<br />

asociaciones de productores y<br />

ganaderos, municipios y universidades,<br />

entre otros. En su primera<br />

fase (2012-<strong>2015</strong>) el PASF ha contado,<br />

en este sentido, con el apoyo<br />

del Istituto per la Cooperazione<br />

Universitaria (ICU) y de<br />

INFOGEONATURA, para la<br />

ejecución de un conjunto de actividades<br />

complementarias.<br />

El PASF considera prioritaria la<br />

formación y su estrategia prevé<br />

la integración de actividades<br />

referidas a sensibilización, concientización<br />

y fortalecimiento de<br />

capacidades en distintos niveles,<br />

desde los comunitarios hasta los<br />

gubernamentales, para reforzar los<br />

componentes locales de prevención<br />

y respuesta a los incendios<br />

forestales. A través de los procesos<br />

de capacitación (más de 700 talleres<br />

organizados y 23.000 participantes<br />

en el periodo 2012-<strong>2015</strong>),<br />

la iniciativa promueve la difusión<br />

de alternativas al uso del fuego en<br />

las prácticas agropecuarias.<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


GUEST PAPER<br />

En este marco se ha desarrollado<br />

la metodología para la detección,<br />

diferenciación y cuantificación de<br />

incendios forestales por anomalías<br />

térmicas (focos de calor vs. incendios<br />

forestales) detectadas por el<br />

satélite.<br />

Paso 1<br />

Lectura de datos y diferenciación<br />

entre focos de calor e incendios<br />

forestales en el Programa<br />

“Amazonía Sin Fuego”: se basa<br />

en la utilización de los datos de<br />

satélite de las anomalías térmicas<br />

(Focos de Calor) que se descargan<br />

de forma continua desde el sitio<br />

del INPE http://www.dpi.inpe.<br />

br/proarco/bdqueimadas/.<br />

Paso 2<br />

La primera discriminación de<br />

anomalías térmicas (focos de<br />

calor) se llevó a cabo en base a<br />

los mapas de susceptibilidad a<br />

“Incendios” y “Quemas”, preparados<br />

durante el módulo denominado<br />

“Construcción de un<br />

algoritmo computacional de discriminación<br />

entre focos de calor<br />

e incendios forestales y quemas”.<br />

Los mapas de susceptibilidad se<br />

formulan según el método de<br />

estimación por máxima verosimilitud<br />

de las variables, lo que<br />

permite determinar las probabilidades<br />

que se produzcan eventos<br />

de incendios o focos de calor. La<br />

estimación por máxima verosimilitud<br />

se computa por medio de la<br />

medición de las variables<br />

en los puntos en los que<br />

se registran incendios o<br />

quemas, con respecto al<br />

conjunto del territorio<br />

analizado.<br />

Posteriormente los datos<br />

relacionados con estos<br />

dos eventos (incendios y<br />

quemas) fueron proporcionados<br />

por la Autoridad<br />

de Fiscalización y Control<br />

Social de Bosques y<br />

Tierra (ABT), habiendo<br />

sido utilizados en un 70% para<br />

la creación de los mapas de susceptibilidad,<br />

y en un 30% como<br />

prueba independiente los mapas<br />

producidos. Las variables utilizadas<br />

incluyen a la información<br />

obtenida a partir del mapa de<br />

vegetación de Navarro, los datos<br />

sobre uso del suelo y los valores<br />

geomorfológicos disponibles en<br />

la página GeoBolivia, así como<br />

los datos climáticos extraídos del<br />

dataset WorldClim.<br />

Para poder procesar los datos registrados<br />

por satélite - inclusivos de<br />

todas las anomalías térmicas – e<br />

identificar los incendios forestales<br />

en el marco de los mapas de<br />

susceptibilidad a “Incendios” y<br />

“Quemas”, se elaboró la Wildfire<br />

Net Area.<br />

La WNA se realizó en entorno<br />

GIS, para de esta forma evidenciar<br />

la susceptibilidad a incendios<br />

y excluir las probabilidades de<br />

ocurrencia de quemas.<br />

El conjunto de “focos de calor”<br />

así obtenido fue superpuesto a<br />

los píxeles con WNA positiva y,<br />

al mismo tiempo, a los mapas de<br />

vegetación forestal, siendo finalmente<br />

considerados como posibles<br />

incendios forestales.<br />

Paso 3<br />

Con el fin de compensar el hecho<br />

de que una misma anomalía térmica<br />

es registrada por diferentes<br />

sensores, así como para reducir los<br />

errores de proyección (ínsitos en<br />

los sensores), es necesario realizar<br />

una agregación de los puntos<br />

sobre una base espacial; posteriormente,<br />

para relacionar con<br />

un mismo evento las medición<br />

registradas en días sucesivos (por<br />

ejemplo en el caso de incendios<br />

cuya duración es da varios días y<br />

que se mueven hacia áreas adyacentes),<br />

fue oportuno efectuar<br />

una agregación sobre una base<br />

temporal.<br />

Número de “Focos de calor” registrado<br />

por todos los satélites<br />

en el database (INPE): 222351.<br />

Número de focos de calor en<br />

áreas de “vegetación forestal” y<br />

con WNA positiva: 47877.<br />

Número total de incendios forestales<br />

en agregación diaria:<br />

12610.<br />

Superficie mínima medida (sobre<br />

la base de la zona mínima<br />

detectable de sensores iguales a<br />

5000 m2): 6265 hectáreas.<br />

Estimación de la superficie<br />

máxima (con buffer 1,3 km):<br />

1730998 hectáreas.<br />

Estimación de la superficie realística<br />

de incendios (con buffer<br />

medio 0,4 km, probabilidad<br />

>0,8): 532615 hectáreas.<br />

Número total de incendios forestales<br />

con agregación semanal:<br />

8770<br />

Superficie mínima medida interesada<br />

por incendios forestales:<br />

(sobre la base de la zona mínima<br />

detectable de sensores iguales a<br />

5.000 m2): 4336 hectáreas.<br />

Estimación de la superficie<br />

máxima (con buffer 1,3 km):<br />

1383543 hectáreas.<br />

Estimación de la superficie realística<br />

de incendios (con buffer<br />

medio 0,4 km, probabilidad<br />

>0,8): 425705 hectáreas.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 13


GUEST PAPER<br />

La agregación espacial se realiza<br />

mediante la creación de un buffer<br />

de distancia fija (radio de 1,5<br />

km) para cada punto; la distancia<br />

es determinada por el error de<br />

proyección y registración de los<br />

medidores satelitales, estimado<br />

hasta un máximo de 3 veces la resolución<br />

de los sensores (alrededor<br />

de 500 metros).<br />

Paso 4<br />

Los buffers así creados se agregaron<br />

nuevamente en el plazo de<br />

una semana. Este procedimiento<br />

se realizó para incluir en el mismo<br />

evento de incendio las diferentes<br />

grabaciones de focos de<br />

calor registradas secuencialmente<br />

durante varios días. De esta manera<br />

se puede formular el análisis<br />

de las situaciones en las que el<br />

mismo incendio “se mueve” en el<br />

espacio y en el tiempo (hasta una<br />

semana).<br />

Paso 5<br />

De la extrapolación de los centroides<br />

de los buffers semanales<br />

fue posible estimar el número de<br />

incendios forestales.<br />

Paso 6<br />

Del cálculo de las áreas de los buffers<br />

agregados para evento único<br />

de incendio forestal, se procedió<br />

a estimar el área interesada por<br />

incendios forestales en la zona de<br />

intervención del PASF relativamente<br />

al periodo objeto del estudio<br />

(2012-2014).<br />

Paso 7<br />

Es se hizo una base de datos integrada<br />

“user’s friendly “ para la discriminación<br />

de los tipos de focos<br />

de calor orientado a la utilizacion<br />

en las instituciones bolivianas con<br />

responsabilidad activa en temas de<br />

planificación, el uso del suelo y los<br />

incendios forestales (ABT, Madre<br />

Tierra, MMAYA, Dirección<br />

Forestal, Gobiernos Regionales<br />

y Alcaldías). El subproducto de<br />

esta etapa es el de facilitar la creación<br />

de un lenguaje común en<br />

la discusión de los aspectos de la<br />

planificación, gestión y diseño determinado<br />

por el tema “incendios<br />

forestales”.<br />

Recurrencia espacial de<br />

incendios forestales en<br />

la misma zona durante el<br />

período analizado (enero<br />

2012 - noviembre 2014)<br />

Para evaluar la ocurrencia de<br />

eventos de incendios forestales en<br />

la misma zona se construyó<br />

una malla de recurrencia kilométrica.<br />

Sucesivamente fueron<br />

contabilizados los incendios (focos<br />

de calor en agregación semanal)<br />

por cada km2 (célula unidad)<br />

como se muestra a continuación<br />

(Tab. 1).<br />

Número de repetición de los incendios Número de celulas unitaria (km 2 ) %<br />

1<br />

2<br />

6898<br />

722<br />

89,029<br />

9,319<br />

3 99 1,278<br />

4 21 0,271<br />

5 5 0,065<br />

6 1 0,013<br />

7 1 0,013<br />

8 1 0,013<br />

TOTALE 7748 100,000<br />

Tab. 1 – Número de repetición de los incendios.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Amazonía; incendios; gis; satélite<br />

ABSTRACT<br />

In questo articolo si illustra un contributo di ricerca richiesto al Dipartimento di Gestione<br />

dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) dell’Università di Firenze nell’ambito<br />

delle attività di cooperazione internazionale afferenti il progetto “Amazzonia senza Fuoco:<br />

analisi dei dati volti alla modellizzazione dei fuochi di calore e degli incendi forestali nella<br />

Bolivia amazzonica”, effettuato anche a corredo di precedenti contratti e<br />

convenzioni, in particolare il progetto INTERREG IVC - EUFOFINET:<br />

Europe Forest Fire Network e il progetto PRIN 2009 “Sviluppo di modelli<br />

di gestione combustibile e sistemi di raccolta della biomassa” (responsabile<br />

di unità scientifica: prof. Enrico Marchi).<br />

AUTORE<br />

Programma Amazzonia senza Fuoco<br />

PASF<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


GUEST PAPER<br />

Proposta metodologica e algoritmo per la lettura<br />

critica dei dati e la discriminazione di hotspot e incendi<br />

forestali<br />

Attività sviluppata nel quadro del Programma<br />

“Amazonía Sin Fuego”. “Construcción de un modelo<br />

lógico-interpretativo y de un programa computacional<br />

asociado de lectura de datos diferenciados entre focos de<br />

calor e incendios forestales”.<br />

Il Programma Amazonía sin Fuego (PASF) è eseguito<br />

in Bolivia dall’Autorità Plurinazionale della Madre<br />

Terra, organo autarchico dello Stato boliviano dipendente<br />

dal Ministero dell’Ambiente e Acqua, grazie al<br />

finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della<br />

Cooperazione Internazionale (Cooperazione Italiano<br />

allo Sviluppo), ed ai contributi del Governo Brasiliano<br />

e della Banca di Sviluppo dell’America Latina (CAF).<br />

L’obiettivo generale del Programma è quello di ridurre<br />

l’incidenza di incendi nella regione amazzonica della<br />

Bolivia, attraverso la promozione e diffusione di pratiche<br />

alternative all’uso del fuoco nelle attività agricole,<br />

contribuendo a proteggere l’ambiente ed a migliorare<br />

le condizioni di vita delle comunità indigene e rurali.<br />

L’iniziativa, eseguita in gestione diretta e coordinata<br />

dall’Ufficio PASF di La Paz, si avvale anche della collaborazione<br />

dell’Istituto per la Cooperazione Universitaria<br />

(ICU) e dell’entità boliviana INFOGEONATURA,<br />

responsabili dell’esecuzione di una serie di attività complementari.<br />

La strategia del PASF, che opera in 49 Municipi e 440<br />

comunità della regione amazzonica boliviana, si concentra<br />

sulla formazione delle capacità a diversi livelli<br />

- dal produttore alle comunità indigene, dai tecnici<br />

municipali agli organi statali – con lo scopo di rafforzare<br />

le componenti locali di prevenzione e risposta agli<br />

incendi boschivi. Attraverso diversi moduli formativi<br />

(più di 700 corsi organizzati e 23.000 partecipanti nel<br />

periodo 2012-<strong>2015</strong>), l’iniziativa promuove l’adozione<br />

di alternative all’uso del fuoco nelle attività agricole e<br />

zoo-tecniche.<br />

Un ulteriore componente del PASF – sviluppata in collaborazione<br />

con ICU ed il Dipartimento di Gestione<br />

dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF)<br />

dell’Università di Firenze - ha riguardato la proposta<br />

metodologica per lo sviluppo di un software per la lettura<br />

e differenziazione dei dati relativi a hotspot e incendi<br />

boschivi, articolatasi in tre momenti:<br />

A) Linea base e definizione delle conoscenze di base;<br />

B) Proposta metodologica e sviluppo di un algoritmo<br />

per la lettura critica dei dati e la discriminazione di<br />

hotspot e incendi forestali;<br />

C) Validazione e verifica della funzionalità dell’algoritmo<br />

e applicazioni specifiche.<br />

Nell’ambito della fase di formulazione della Linea base<br />

è emerso come il modello di calcolo dovesse affrontare<br />

e risolvere una serie di problemi specifici correlati all’incidenza<br />

del fuoco quale fattore di disturbo ricorrente, e<br />

che tale modello non potesse limitarsi solo a differenziare<br />

gli hotspot (focos de calor) da fenomeni che venissero<br />

ascritti ad un generica categoria “incendi”.<br />

Infatti, allorché i modelli interpretativi di dati satellitari<br />

disponibili (ad es. MODIS, INPE) riportano gli<br />

hotspot quali alterazioni termiche della superficie terrestre<br />

(pixel “caldi”), una volta filtrate le discrepanze<br />

più evidenti (ad esempio i falsi dovuti alla riflettanza<br />

dei corpi idrici in particolari situazioni stagionali e di<br />

incidenza dei raggi solari), è necessario determinare il<br />

tipo di evento di fuoco. In questo senso si può fare riferimento,<br />

in via preliminare, a due classi: a. incendio<br />

libero di coperture vegetali (incendio d’ora in avanti);<br />

b. hotspots: fuoco controllato (debbio) condotto con<br />

obiettivi agronomici (quema d’ora in avanti). Gli eventi<br />

così riclassificati dovranno quindi essere sottoposti ad<br />

analisi geostatistiche che mettano in evidenza la probabilità<br />

di associare un hotspot ad un evento appartenente<br />

alla classe a. oppure b.<br />

Tale assunto richiede l’adozione di una metodologia<br />

non lineare, in modo da evitare il rischio di un autoreferenzialità<br />

dei dati di base disponibili. I dati informativi<br />

relativi a incendi e quemas sono, infatti, estratti<br />

come derivato dai database internazionali (in particolare<br />

MODIS) di hotspots: agire secondo discriminanti<br />

statistiche lineari comporterebbe quindi l’accettazione<br />

di un errore di fondo (hotspot = incendio; hotspot =<br />

quema) che è esattamente antitetico all’obbiettivo di<br />

questa fase del PASF.<br />

Sulla base di tali premesse si configura il contributo di<br />

ricerca in oggetto richiesto al GESAAF, sia a completamento<br />

del precedente contratto fra ICU e GESAAF<br />

“Amazonía sin Fuego: analisi dei dati volti alla modellizzazione<br />

dei fuochi di calore e degli incendi forestali<br />

nella Bolivia amazzonica” teso alla definizione della<br />

linea base, sia a corredo di precedenti contratti e convenzioni,<br />

in particolare il progetto INTERREG IVC<br />

- EUFOFINET: Europe Forest Fire Network (responsabile<br />

scientifico prof. Enrico Marchi) ed il progetto<br />

PRIN 2009 “Sviluppo di modelli di gestione combustibile<br />

e sistemi di raccolta della biomassa” (responsabile<br />

di unità scientifica: prof. Enrico Marchi).<br />

La configurazione del modello di calcolo non ha seguito<br />

un metodo classico di adozione e aggiustamento<br />

di algoritmi discriminanti hotspot da incendi. L’analisi<br />

bibliografica (vedi: ICU, 2014, Diagnostico situacional<br />

§ 5.1) a livello boliviano e internazionale, ha messo in<br />

luce che gli algoritmi progettati per discriminazioni tra<br />

hotspots e incendi, così come le mappe di rischio di incendio,<br />

si basano principalmente sui seguenti criteri: a)<br />

proprietà di risoluzione delle immagini; b) analisi delle<br />

bande spettrali; c) caratteristiche geofisiche di acquisizione<br />

delle immagini e tempo di ritorno del satellite<br />

sullo stesso punto della terra.<br />

Gli algoritmi di discriminazione degli hotspots (piuttosto<br />

rari) possono utilizzare: i. dati biometeorologici<br />

derivati da satelliti geostazionari di seconda generazione<br />

(ad esempio Meteosat II della Agenzia Spaziale<br />

Europea); ii. Dati Lidar che restituiscano il modello<br />

digitale della superficie e della struttura della vegetazione<br />

volti a generare modelli realistici di carburante;<br />

iii. immagini satellitari ad alta risoluzione con tempi<br />

di rivisitazione tra 24 ore. L’utilizzo di tali dati in aree<br />

del mondo in cui la frequenza di fuoco prescritto come<br />

tecnica agronomica è trascurabile, portano ad una probabilità<br />

massima di coincidenza tra hotspot e incendio<br />

pari al 90%. In Bolivia tali dati non sono attualmente<br />

disponibili.<br />

E’ stato quindi necessario operare con una metodologia<br />

differente. Attualmente, la stima di<br />

affidabilità dei dati hotspot come indicatori diagnostici<br />

degli incendi forestali non supera il 50%. Questo dato<br />

rappresenta un risultato di massima incertezza (1:1)<br />

nell’interpretazione<br />

sicura di un incendio forestale. La metodologia proposta<br />

nell’ambito di questo contributo di<br />

ricerca ha previsto l’adozione di un modello logico sviluppato<br />

in quattro momenti integrati:<br />

A) Valutazione critica delle variabili informative disponibili;<br />

B) Modellazione statistica e restituzione cartografica<br />

delle variabili più informative<br />

e significative per la probabilità del verificarsi di un<br />

incendio, di una quema o di un<br />

hotspot;<br />

C) Elaborazione di cartografie tematiche probabilistiche<br />

di ricorrenza dei fenomeni di fuoco (incendi,<br />

hotspot) in dipendenza della capacità di relazione<br />

statistica fra le variabili e gli eventi storici riportanti<br />

secondo serie di dati disponibili;<br />

D) Comparazione ponderata dell’importanza relativa<br />

delle variabili e degli attributi di ciascuna variabile,<br />

finalizzata a discriminare il peso potenziale che<br />

i singoli strati informativi (tipo di vegetazione, tipo<br />

di land cover; caratteri bioclimatici; presenza di insediamenti<br />

e infrastrutture) possono generare sulla<br />

suscettibilità di qualsiasi tratto di territorio amazzonico<br />

(unità minima: pixel a risoluzione nota) ad<br />

essere percorso da incendi o a ospitare quemas.<br />

L’applicazione del modello ha previsto prima una verifica<br />

e validazione per casi di studio selezionando un<br />

minimo di tre comuni afferenti al progetto PASF. Sulla<br />

base di tale validazione (attualmente in fase di svolgimento)<br />

verrà sviluppata la versione finale del modulo<br />

computazionale di previsione e discriminazione degli<br />

hotspots in relazione alla suscettibilità a incendi e quemas.<br />

La ricerca prevede, infine, uno spazio conclusivo<br />

orientato alla presentazione degli output di progetto ed<br />

alla predisposizione di materiale divulgativo e di facilitazione<br />

per l’applicazione operativa del modello computazionale<br />

(fig. 1).<br />

Attraverso questa attività, il programma finanziato dalla<br />

Cooperazione Italiana trasferirà allo Stato boliviano<br />

un sistema per la lettura dei dati che attualmente non<br />

esiste nel Paese, e che potrà essere uno strumento utile<br />

alla programmazione strategica del settore nell’ottica di<br />

rispondere a emergenze e criticità causate dagli incendi<br />

boschivi.<br />

Il prodotto sviluppato offre inoltre un sostanzioso contributo<br />

sul piano della standardizzazione e unificazione<br />

di dati e processi, considerato che le diverse istituzioni<br />

operanti nel campo della classificazione dei valori relativi<br />

agli incendi dispongono attualmente di studi e documenti<br />

d’analisi discrepanti tra loro, in ragione dell’alta<br />

disomogeneità esistente in Bolivia a livello di raccolta e<br />

registrazione di dati afferenti gli incendi forestali.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 15


REPORTS<br />

QUO USQUE TANDEM ABUTERE…<br />

di Attilio Selvini<br />

Riflessioni e<br />

considerazioni<br />

sull’assenza del laureato<br />

in discipline geomatiche<br />

in Italia, confronti e<br />

paragoni con alcuni paesi<br />

del panorama europeo.<br />

Non se ne può più!<br />

L’orazione ciceroniana<br />

risuona continuamente<br />

nella mia mente di vecchio<br />

topografo, deluso e illuso dai<br />

reggitori di un Paese un tempo<br />

(non lontano) ammirato ovunque,<br />

prima e dopo la seconda<br />

guerra mondiale, per il suo<br />

contributo prioritario al divenire<br />

delle discipline geodetiche<br />

intese in senso generale.<br />

Mi fornisce lo spunto per questo<br />

articolo, l’intervista condotta<br />

dal direttore di <strong>GEOmedia</strong><br />

al professor Mattia Crespi (1),<br />

nella vecchia e storica sede della<br />

“Sapienza”, sede che vide fra i<br />

tanti Giovanni Boaga con i suoi<br />

studi sulla cartografia italiana<br />

degli anni quaranta, che da lui<br />

(e da Carl Friedrich Gauss)<br />

prende il nome. Mi si permetta<br />

di riportare qui un lungo passo<br />

dell’intervista, ripreso dal numero<br />

uno di quest’anno della<br />

rivista:<br />

Fig. 1 - Antonio Marussi Presidente della<br />

Commissione Geodetica Italiana. (Credits:<br />

http://www2.units.it/geodin/Marussi.html).<br />

“Un argomento di sicuro vivo interesse<br />

è poi stato quello della ex-<br />

Commissione Geodetica Italiana,<br />

per la quale si tentò tempo fa di<br />

colmare il vuoto della sua abolizione,<br />

senza successo.<br />

Un argomento ancora valido, da<br />

non lasciare nell’oblio del caos<br />

legislativo del momento, considerando<br />

che il tema dell’ambiente<br />

e del territorio riesce a ritagliarsi<br />

con difficoltà qualche spazio.<br />

Una carenza di regia caratterizza<br />

fortemente il settore e un<br />

eventuale intervento di governo si<br />

dovrebbe inquadrare non nascendo<br />

da eventi straordinari o dalla<br />

volontà di gruppi di studio che, a<br />

carattere volontario e quindi saltuario,<br />

cercano di recuperare delle<br />

situazioni di emergenza, che è sì<br />

presente nel territorio lacerato,<br />

ma anche nell’attuale sistema delle<br />

informazioni territoriali.<br />

La legislazione italiana tratta i<br />

problemi del rilevamento e della<br />

rappresentazione del territorio<br />

con una miriade di leggi che<br />

affidano competenze ad enti e<br />

strutture nazionali e locali, senza<br />

una logica unitaria di efficienza<br />

e di utilità collettiva. In Italia,<br />

caso forse unico al mondo di<br />

mancanza di coordinamento di<br />

tale livello, vi sono cinque organi<br />

cartografici dello Stato, vari servizi<br />

tecnici nazionali in costante<br />

ristrutturazione o abolizione,<br />

venti organi cartografici regionali<br />

e poi una moltitudine di ministeri,<br />

enti, agenzie, istituti che<br />

sarebbe impossibile enumerare<br />

tutti, che raccolgono e producono<br />

dati territoriali in un contesto<br />

di norme e di regole spesso tra<br />

loro contrastanti, con conseguenti<br />

duplicazioni, sovrapposizioni e<br />

sprechi di risorse pubbliche. Esce<br />

riconfermata ancora ad oggi la<br />

necessita di colmare tale carenza.”<br />

A questo punto non posso che<br />

ricordare con disappunto, come<br />

l’Italia non sia ancora, e non<br />

solo per ciò che riguarda il nostro<br />

settore, allineata col resto<br />

della Comunità. Incominciamo<br />

con le questioni di carattere<br />

generale riferite ai titoli di studio.<br />

In un bel libro ormai quasi<br />

introvabile (2), Dino Provenzal<br />

dice:<br />

“…Sono passati appena quarant’anni<br />

dacchè il Carducci<br />

rampognava la vanità del secolo<br />

che i maestri dei ginnasi battezzava<br />

professori … i maestri<br />

elementari sono diventati<br />

professori,gli insegnanti medi<br />

hanno subito messo fuori sulle<br />

placche e sui biglietti da visita il<br />

titolo dottorale … i liberi docenti,<br />

tolto il sacro aggettivo ,<br />

firmarono uguagliandosi<br />

così del tutto ai cattedranti …<br />

oggi per lo più … professori sono<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

rimasti, nel linguaggio comune,<br />

gli insegnati medi …”.<br />

Riflessione ulteriore: nel resto<br />

dell’Europa, ma direi nell’intero<br />

mondo, il titolo universitario<br />

non dà diritto a quello dottorale.<br />

Ne ho scritto in diverse<br />

occasioni (3), (4) e non voglio<br />

ripetermi: non solo, nessuno<br />

chiama “ingegnere”, “dottore”, e<br />

peggio “ragioniere”, “geometra”<br />

fuor dai confini italici una persona<br />

che abbia terminato favorevolmente<br />

l’università (o, ripeto,<br />

peggio) la scuola secondaria<br />

superiore, bensì lo appella con<br />

“Herr”, “Mister”, “Monsieur”,<br />

“Señor” e così via. Ricordo ancora<br />

con un tantino di vergogna<br />

le risate dei miei ospitanti, lassù<br />

nel Baden-Württemberg, molti<br />

e molti anni fa, quando nel vedere<br />

in TV un “giallo” (“Krimi”,<br />

in tedesco) e in particolare “Der<br />

Fall Mattei”, il caso Mattei, si<br />

sentiva chiamare “Doktor” un<br />

commissario di Polizia, cosa<br />

impensabile non solo nella<br />

Repubblica Federale ma in tutta<br />

la Comunità Europea. Con la<br />

tardiva scoperta del “dottore di<br />

ricerca”, l’Italia ha oggi due tipi<br />

di “dottore”, il primo fasullo<br />

(con l’eccezione universale dei<br />

medici), il secondo pari a quello<br />

del mondo intero. Però quelli<br />

che ne sono titolari, si affrettano<br />

a farsi appellare “PhD”, anche<br />

se poco sanno di inglese, per<br />

differenziarsi dagli altri, dottori<br />

solo all’italiana.<br />

A questo punto il lettore spazientito<br />

e un tantino seccato,<br />

si chiederà: “ ma che c’entra<br />

tutto questo con le discipline<br />

del rilevamento e della rappresentazione,<br />

insomma con la<br />

geomatica e annessi?”. C’entra,<br />

e come. Dicevo più sopra del<br />

mancato “allineamento” col<br />

modo di fare, di pensare, di amministrare,<br />

di gestire del nostro<br />

Paese, in termini europei. Quale<br />

divario, per restare nell’ambito<br />

del nostro piccolo mondo di topografi,<br />

rispetto alla Comunità!<br />

Oltre alla soppressione della<br />

Commissione Geodetica, organo<br />

di alto valore scientifico<br />

(e pratico, essendo cogente)<br />

presente in tutti gli altri stati<br />

dell’Europa, Confederazione<br />

Elvetica compresa, pur non<br />

entrata nella Comunità (in<br />

Germania addirittura ve ne<br />

sono due “divisioni”, a Monaco<br />

di Baviera e a Francoforte sul<br />

Meno), soppressione che va a<br />

disdoro di un governo e poi di<br />

un parlamento che la hanno<br />

definita “ente inutile” (!) la<br />

povera Italia si distingue anche<br />

per non avere un laureato in discipline<br />

geomatiche. Tale figura<br />

esiste, e non da oggi, in tutto<br />

il resto del vecchio continente,<br />

dalla Francia al Regno Unito,<br />

dai Paesi Bassi alla Polonia,<br />

dalla Romania alla Slovenia alla<br />

Grecia et coetera alia.. Mi limiterò<br />

a dare qualche informazione<br />

in proposito, riferendomi ai<br />

Paesi che sono la sede delle cinque<br />

lingue europee più diffuse;<br />

lascerò l’Italia per ultima.<br />

Iniziamo dalla Francia, la ”sorella<br />

latina”, anche perché vi è<br />

nata oltre un secolo fa la “FIG”,<br />

Federazione Internazionale<br />

Geometri” (5).<br />

I percorsi per divenire<br />

“Géomètre Expert” sono in<br />

Francia diversi, e li indico qui<br />

avanti:<br />

1) Titolo di “Ingegnere<br />

Geometra” rilasciato da<br />

una delle seguenti scuole<br />

universitarie: ESGT (Ecole<br />

Superieur des Géomètre<br />

et Topographes); ESTP<br />

(Ecole Spéciale des Traveaux<br />

Publique); INSA Strasbourg<br />

( Institut National des<br />

Sciences Appliquées).<br />

2) Titolo di “ingegnere” rilasciato<br />

da altre scuole universitarie.<br />

3) Master universitario in:<br />

urbanistica, paesaggistica,<br />

architettura, geomatica,<br />

topografia, scienze ingegneristiche.<br />

4) Diplomi universitari inferiori<br />

a “master”: licenza più 5<br />

anni di pratica professionale;<br />

BTS (Brevet de Tecnicien<br />

Superiéur, 2 anni dopo la<br />

media superiore) più sei anni<br />

di pratica; (BAC +2), più<br />

otto anni di pratica; infine<br />

licenza tecnica più quindici<br />

anni di pratica (!) (BAC in<br />

francese equivale al nostro<br />

diploma liceale).<br />

5) Diplomi universitari europei,<br />

(BAC +3) più esercizio<br />

di una professione regolata<br />

dal Paese d’origine.<br />

A conclusione di uno di questi<br />

percorsi, si riceve il brevetto<br />

di “DPLG” (Diplômé Par Le<br />

Gouvernement) e si diventa<br />

quindi “Geométre Expert”. Alla<br />

faccia dei nostri “geometri” licenziati<br />

dalla scuola secondaria<br />

superiore e con due (!) anni di<br />

tirocinio più o meno ben fatto.<br />

Secondo le informazioni più<br />

recenti, i Geomètres Expert<br />

sono oggi in Francia poco più<br />

di tremila.<br />

Passo ora ai topografi del<br />

Regno Unito. Nasce a Londra<br />

nel 1868 la “Institution of<br />

Surveyors”, che diventa poi nel<br />

1930 “Chartered Surveyors’<br />

Institution” e infine, nel 1947<br />

“Royal Institution of Chartered<br />

Surveyors”, RICS. Va premesso<br />

che in tutto il mondo anglosassone<br />

(Commonwealth, USA)<br />

le professioni sono regolate<br />

diversamente rispetto alla vecchia<br />

Europa, ove in generale le<br />

professioni e i titoli universitari<br />

sono “protetti” dalle leggi<br />

e dagli “ordini” o simili. Pur<br />

essendo la “RICS” legata alle<br />

molte università inglesi, le vie<br />

per diventarne membro sono<br />

quattro: “academic, graduate,<br />

technical, professional”. E’ forse<br />

curioso notare che il motto<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 17


REPORTS<br />

dell’istituzione è in latino: “Est<br />

modus in rebus”, o se preferite,<br />

in inglese “There is measure in<br />

all things”. Gli aderenti all’associazione<br />

(perché di ciò si tratta)<br />

sono di tre tipi:”MRICS” (effettivi),<br />

“FRICS” (fellows, ovvero<br />

colleghi), e infine “AssocRICS”.<br />

Va sottolineato che anche qui,<br />

del resto come in Francia, i<br />

“surveyors” si occupano di misure,<br />

di rappresentazione, di<br />

catasto, di cartografia, di estimo<br />

in generale, di urbanistica, di ricomposizione<br />

fondiaria, ma non<br />

di progettazione di edifici, come<br />

avviene invece per i geometri<br />

italiani. RICS ha molte “filiali”<br />

in Europa, anche in Italia; gli<br />

aderenti in UK sono all’incirca<br />

3000.<br />

Parliamo ora della Germania,<br />

ma ciò vale anche con pochissime<br />

differenze per Austria e<br />

Svizzera (6). Dall’adesione della<br />

Repubblica Federale Tedesca al<br />

sistema universitario europeo<br />

(Riunione di Bologna) due<br />

sono diventati i gradi universitari:<br />

“Bachelor” e “Master”.<br />

Il primo richiede studi per sei<br />

semestri, il secondo ne aggiunge<br />

altri quattro. In genere e prima<br />

dell’esame finale, vi è poi<br />

un semestre di “Praktikum”<br />

in aziende o in organi statali o<br />

regionali. Formano in generale<br />

ingegneri le Università Tecniche<br />

“TU” (un tempo “TH”,<br />

Technische Hochschulen: oggi<br />

la denominazione la porta solo<br />

la “ETHZ”, Eidgenössische<br />

Technische Hochschule Zürich,<br />

il Politecnico di Zurigo) oppure<br />

le “FH”, Fachochschulen; per<br />

le differenze vedasi in (6). Il<br />

titolo di ingegnere tradizionale<br />

è “Dipl.Ing.” seguito da “FH”<br />

oppure “TU” in dipendenza<br />

del sito che lo ha rilasciato;<br />

l’associazione generale degli ingegneri<br />

è il “Verein Deutscher<br />

Ingenieure, VDI” (chi scrive<br />

ne è stato socio ordinario per<br />

51 anni). Gli ingegneri topografi<br />

(Vermessungingenieure)<br />

hanno un loro programma<br />

accademico (6) e aderiscono<br />

al “VdV, Verband der<br />

Vermessungsingenieure”, che<br />

conta circa 6.500 iscritti. La<br />

loro attività copre tutti i settori<br />

della geomatica, dal catasto alla<br />

geodesia, dalla fotogrammetria<br />

al telerilevamento.<br />

Una particolare forma degli ingegneri<br />

topografi, estesa a tutta<br />

la Repubblica Federale con l’eccezione<br />

della Baviera, è costituita<br />

dagli “ÖbVI, Öffentlich bestellte<br />

Vermessungsingenieure”,<br />

topografi liberi professionisti<br />

ma con attività e mansioni paragonabili<br />

a quelle dei nostri<br />

Fig. 2 – Rilievi sul campo (Credits: mediaGEO TECHONOLOGYforALL <strong>2015</strong>).<br />

funzionari pubblici: si occupano<br />

di questioni catastali, di contese<br />

per i confini, di ricomposizione<br />

fondiaria e urbanistica;<br />

le loro decisioni hanno valore<br />

giuridico. Sono circa quattromila<br />

in Germania (compresi<br />

nei 6.500 di cui sopra), e<br />

hanno equivalenti in Austria<br />

(Ingenieur Konsulent für<br />

Vermessungswesen), in Svizzera<br />

(Patentierte Ingenieurgeometer)<br />

e in Lussemburgo (Géometre-<br />

Officiel). L’organo di appartenenza<br />

nella Repubblica Federale<br />

è il “Bund der Öffentlich bestellten<br />

Vermessungsingenieure<br />

(BDVI e.V.)“; la sigla “e.V.“<br />

significa “eingetragener Verein“,<br />

e corrisponde al nostro “legalmente<br />

riconosciuto“.<br />

Gli ingegneri che hanno “promoviert”,<br />

ovvero che hanno<br />

conseguito il titolo dottorale,<br />

sono in Germania una modestissima<br />

percentuale dei “Dipl.<br />

Ing.” e si fregiano del titolo<br />

“Dr.-Ing.”; il titolo di “dottore”<br />

in Germania “appartiene al<br />

nome” e sarebbe maleducato<br />

rivolgersi alla persona corrispondente<br />

senza far precedere il<br />

nome da “Herr Doktor”.<br />

Veniamo ora alla Spagna.<br />

L’ingegnere topografo odierno,<br />

nasce come tale nel 1954, nella<br />

“Esquela de Topogràfia” all’Università<br />

Politecnica di Madrid,<br />

in dipendenza del Ministero<br />

della Educazione Nazionale.<br />

Oggi vi è in quell’Ateneo il<br />

Departemento de Ingegnéria<br />

Topogràfica y Cadastral; le<br />

discipline formative di questo<br />

tipo di ingegnere sono allineate<br />

con quelle del resto della<br />

Comunità: matematica generale,<br />

topografia, geodesia, geofisica,<br />

telerilevamento e Lidar<br />

aereo, fotogrammetria generale<br />

e Lidar terrestre, cartografia,<br />

sistemi informativi geografici,<br />

geoinformatica e<br />

tecnica dell’informazione<br />

geospaziale (TIG), analisi<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

e gestione del territorio, progettazione<br />

ingegneristica territoriale.<br />

I gradi accademici sono<br />

quelli previsti dall’incontro di<br />

Bologna: diploma, master, dottorato;<br />

per il diploma occorrono<br />

ben quattro anni di corso, per<br />

il master altri due semestri. Le<br />

università che formano attualmente<br />

ingegneri topografi sono<br />

le seguenti: Asturias, Avila,<br />

Barcelona, Jaén, Las Palmas<br />

De Gran Canaria, Leon, Lugo,<br />

Madrid, Mérida, Valencia,<br />

Vitoria-Gasteiz. L’associazione<br />

che raggruppa questi ingegneri<br />

si chiama “Colegio Oficial<br />

De Ingenierìa Geomàtica Y<br />

Topogràfica”; gli aderenti sono<br />

oggi circa 4.500.<br />

E veniamo all’Italia, alla povera<br />

Italia che anche in questo (sia<br />

pur modesto) settore è fuori<br />

dall’Europa.<br />

La crescita impressionante e<br />

anomala dei geometri, data dal<br />

1947, a guerra appena finita.<br />

Sino ad allora i geometri italiani<br />

erano perlopiù topografi e nel<br />

1940 quelli esercitanti la professione<br />

assommavano a poco<br />

più di un migliaio, aderenti al<br />

Sindacato Fascista dei Geometri<br />

Liberi Professionisti (7). Poi,<br />

il disastro. Quasi di colpo, le<br />

necessità della ricostruzione<br />

del Paese mutarono i geometri<br />

di fatto in periti edili (8) e il<br />

loro numero crebbe in modo<br />

impressionante. A titolo di cronaca,<br />

occorre ricordare analogo<br />

fenomeno (purtroppo ancora<br />

italiano) accaduto negli anni<br />

settanta: la crescita a dismisura<br />

degli architetti, allorché migliaia<br />

di geometri si trovarono<br />

quasi d’incanto “dottori in<br />

architettura” dopo corsi più<br />

o meno serali ed esami più<br />

o meno di gruppo. Poi, le<br />

vicende sono note. Oggi i<br />

geometri iscritti agli albi<br />

sono circa 110.000; ma<br />

l’associazione dei “geometri<br />

topografi”, AGIT<br />

(come non notare la tautologia:<br />

geometra equivale a topografo!)<br />

nata circa un ventennio fa<br />

ne conta meno di mille. La<br />

lunga via per formare un topografo<br />

a livello universitario<br />

anche nel Bel Paese è costellata<br />

di insuccessi. Al tempo della<br />

nascita dei diplomi universitari<br />

biennali (dagli anni settanta ai<br />

novanta del secolo scorso) ci<br />

provammo in molti, sotto la<br />

spinta di un Maestro di vaglia<br />

come fu Mariano Cunietti<br />

nel Politecnico milanese, di<br />

altri amici e colleghi di buona<br />

volontà e dalle idee chiare, e<br />

col sostegno di due presidenti<br />

del Consiglio Nazionale dei<br />

Geometri veramente bravi<br />

e volti al futuro: Raffaelli e<br />

Borsalino. Fu un lungo lavoro,<br />

osteggiato da altre categorie<br />

professionali e dagli stessi geometri,<br />

intestarditi sulla via della<br />

“polivalenza”, evidentemente<br />

con accento sul mondo delle<br />

costruzioni a discapito della topografia.<br />

Ricordo con amarezza<br />

(e nostalgia) l’intervento di un<br />

grande topografo, il professor<br />

Giuseppe Inghilleri, allora preside<br />

della Facoltà di Ingegneria a<br />

Torino, che a un convegno dove<br />

per l’appunto di parlava di competenze<br />

dei geometri, disse chiaramente.<br />

“… meno metri cubi<br />

e più metri quadrati”, schierandosi<br />

per l’ampliamento delle<br />

mansioni e della formazione del<br />

geometra nell’ambito topografico<br />

e cartografico. Ma fu tutto<br />

inutile. Verso la fine del secolo,<br />

e sotto la spinta di chi scrive,<br />

un piccolo gruppo di professori<br />

del Politecnico milanese venne<br />

ricevuto dal rettore di allora,<br />

uomo probo e di larghe vedute,<br />

il professor Adriano De Maio.<br />

Del gruppo faceva parte oltre a<br />

chi scrive anche un geodeta di<br />

valore, poi presidente della IAG,<br />

la “International Association of<br />

Geodesy” e membro dell’Accademia<br />

dei Lincei: il professor<br />

Ferdinando Sansò, insieme ad<br />

alcuni colleghi di vaglia, fra<br />

i quali cito Carlo Monti, per<br />

due volte direttore del nostro<br />

Dipartimento. Si esaminò la<br />

possibilità di aprire a Milano<br />

una sezione topocartografica<br />

nell’ambito del corso di laurea<br />

in ingegneria civile. Ma anche<br />

questa iniziativa fallì quasi subito,<br />

nonostante fosse appoggiata<br />

dal CNG per opera del bravissimo<br />

segretario di allora, Fiorenzo<br />

Fig. 3 – Rilievi presso i Mercati Traianei. (Credits: mediaGEO TECHONOLOGYforALL<br />

<strong>2015</strong>).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 19


REPORTS<br />

Guaralda. Ne nacque soltanto<br />

un corso di diploma biennale e<br />

poi di laurea triennale in ingegneria<br />

dell’ambiente e del territorio,<br />

presso la sede di Como,<br />

per l’appunto diretta da Sansò.<br />

Tutto qui.<br />

Poi, quasi d’improvviso, molte<br />

facoltà di ingegneria scopersero<br />

l’indirizzo di laurea proprio<br />

in “ambiente e territorio”, che<br />

nulla o quasi ha in comune con<br />

l’indirizzo generale europeo di<br />

tipo geomatico. Se ci riferiamo<br />

al Politecnico di Milano, questa<br />

laurea magistrale si propone di<br />

operare per:<br />

o Difesa del Suolo e<br />

Prevenzione dai Rischi<br />

Naturali<br />

o Pianificazione e Gestione<br />

delle Risorse Naturali<br />

o Tecnologie di Risanamento<br />

Ambientale<br />

o Monitoraggio e Diagnostica<br />

Ambientale<br />

o Environmental Engineering<br />

for Sustainability..<br />

(la serie austera di “maiuscole”<br />

non è mia, è del testo ufficiale).<br />

E per ottenere tali ambiziosi<br />

traguardi, le discipline del<br />

gruppo “ICAR 06”, ovvero<br />

quelle di tipo geomatico,<br />

sono esattamente ben<br />

QUATTRO (!), in ordine:<br />

Tecniche di posizionamento e<br />

controllo (quindi una modestissima<br />

parte della topografia, del<br />

resto assente), Fotogrammetria<br />

e Fotointerpretazione,<br />

Telerilevamento, Sistemi<br />

Informativi Territoriali. Sic et<br />

simpliciter. Dove stiano geodesia,<br />

topografia, cartografia,<br />

sistemi catastali, posizionamento<br />

satellitare e altro ancora, nessuno<br />

lo sa. Vorrei qui riportare<br />

il piano di studi del Politecnico<br />

di Zurigo (9), nel quale peraltro<br />

hanno lavorato e lavorano a diversi<br />

livelli molti italiani di varia<br />

estrazione, ma ci rinuncio e mi<br />

limito a rimandare alla bibliografia<br />

in (6), ove si troveranno<br />

i piani di una TU e di una FH<br />

tedesche: che abisso!<br />

Quindi l’Italia, unico Paese europeo<br />

(ma vorrei dire dell’intero<br />

mondo) non possiede non solo<br />

una Commissione Geodetica<br />

o comunque un unico organo<br />

scientifico ufficiale, cogente<br />

e dirimente che si occupi del<br />

rilevamento e della rappresentazione,<br />

ma nemmeno una figura<br />

professionale corrispondente<br />

a quelle presenti nella FIG.<br />

Nella quale, è vero, ci sono ufficialmente<br />

per noi i geometri<br />

(diplomati di scuola secondaria,<br />

ovvero alla francese provvisti di<br />

solo BAC!): ma come e in che<br />

modo? In (10) ho citato un caso<br />

tipico: quello del congresso internazionale<br />

di tale associazione<br />

svoltosi l’anno scorso a Kuala<br />

Lumpur, al quale partecipavano<br />

TRE delegati ufficiali italiani:<br />

Enrico Rispoli e Maria Grazia<br />

Scorza del CNG, Alessandro<br />

Capra allora presidente della<br />

SIFET, oltre al geometra<br />

Johan Lun, ottimo topografo<br />

altoatesino (che vi partecipava<br />

a sue spese, solo per il suo<br />

amore per le nostre discipline!).<br />

I delegati della Nigeria erano<br />

TRECENTOCINQUANTA:<br />

incredibile!<br />

Eppure l’Italia è zeppa di figure<br />

professionali che si occupano<br />

di misura e di rappresentazione;<br />

circa ottomilacento sono i<br />

Comuni, e se anche non tutti<br />

hanno un Piano di Governo del<br />

Territorio (PGT) e un Ufficio<br />

Tecnico che se ne occupi, quanto<br />

meno la metà lo avranno.<br />

Le Regioni sono venti, di cui<br />

cinque a statuto speciale, e tutte<br />

hanno uffici cartografici più o<br />

meno ben messi. Le Provincie<br />

(in fase di abolizione, pare)<br />

sono centodieci. Si occupano<br />

anche di strade e quindi di cose<br />

topografiche (e fotogrammetriche,<br />

e cartografiche). In tutto<br />

lo stivale e isole comprese, vi<br />

sono quindi a livello pubblico<br />

almeno alcune migliaia di tecnici,<br />

ma come e dove formati<br />

e qualificati? Molti sono i geometri,<br />

pochi gli ingegneri, in<br />

numero elevato gli architetti,<br />

soprattutto già geometri e poi<br />

laureati nei tempi belli degli<br />

esami di gruppo. Intendiamoci:<br />

molti di questi tecnici si sono<br />

poi perfezionati sul campo,<br />

sbagliando, imparando, facendo<br />

e disfacendo. Ma a che prezzo,<br />

per la società?<br />

E poi ci sono i professionisti,<br />

che si occupano delle vicende<br />

usuali: catasto e sua gestione,<br />

liti di confine, assistenza ai<br />

notai nei trasferimenti di proprietà<br />

fra vivi e “mortis causa”,<br />

e via dicendo. Ho già detto che<br />

i geometri aderenti alla AGIT<br />

sono meno di mille; molti altri<br />

fanno “anche” lavori del settore.<br />

Pochi sono gli ingegneri che si<br />

occupano del campo topocartografico,<br />

e ovviamente fra questi<br />

vanno annoverati i professori e<br />

ricercatori universitari, che sono<br />

all’incirca cento, nonché gli<br />

insegnati degli Istituti Tecnici,<br />

alcune centinaia in totale. Molti<br />

anni fa mi ero occupato della<br />

situazione della topografia in<br />

Italia (11), e avevo fornito dati<br />

sicuri su chi allora si occupava<br />

di tale disciplina: ma oggi parecchio<br />

è cambiato e i dati che<br />

indico qui sopra sono approssimati,<br />

anche se immagino che<br />

non siano molto lontani dalla<br />

realtà.<br />

Un altro fenomeno del tutto<br />

italiano ha avuto breve vita.<br />

Dalla nascita delle Regioni in<br />

poi, e per tre decenni, sono<br />

cresciute a dismisura le piccole<br />

e minime imprese di cartografia<br />

aerofotogrammetrica; ne<br />

posso ben dire, dal momento<br />

che per alcuni anni sono stato<br />

presidente di UNIGEO, associazione<br />

che ne abbracciava<br />

parecchie, ormai verso la fine<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

degli anni d’oro (12). Anni<br />

d’oro sì, perché da un lato la<br />

confusione generata dalla mancanza<br />

di un organo ufficiale<br />

(la Commissione Geodetica<br />

Italiana, soppressa il 4 luglio<br />

1977 con DPR: chi avrà mal<br />

consigliato quel Presidente?) e<br />

dall’altro la miriade di appalti<br />

mal regolamentati e su capitolati<br />

il più delle volte impensati<br />

(cioè letteralmente “non pensati”)<br />

trasformarono il mercato<br />

in una selva selvaggia ove ci si<br />

combatteva a colpi di sconti del<br />

trenta, quaranta e più per cento,<br />

senza che nessuno eccepisse.<br />

Ma poi la “bolla” svanì quasi<br />

d’improvviso, molti fallirono,<br />

altri semplicemente chiusero<br />

e buttarono sul lastrico molte<br />

decine (forse alcune centinaia)<br />

di buoni operatori fotogrammetrici<br />

misti a bravi topografi:<br />

tutti quasi di colpo storditi<br />

anche dal mutare dei capitolati,<br />

più rivolti alla parte meramente<br />

informatica che non a quella<br />

topografica e dimensionale del<br />

rappresentato (e, aggiungo, dal<br />

mutare della tecnica fotogrammetrica<br />

stessa, passata dopo settant’anni,<br />

dalla forma analogica<br />

a quella analitica e subito dopo<br />

divenuta digitale).<br />

In definitiva, gli “operatori” geomatici<br />

(usiamo questa dizione<br />

generale, per adeguarci all’attualità)<br />

sono oggi anche in Italia in<br />

via approssimativa, tanti quanti<br />

quelli che abbiamo indicato<br />

negli altri quattro Paesi dell’Unione.<br />

E allora, perché non formarli<br />

finalmente come si fa in<br />

questi? Perché questa resistenza,<br />

questa ostilità alla creazione di<br />

un indirizzo geomatico nelle<br />

facoltà (mi scuso: la dizione che<br />

oggi va per la maggiore, almeno<br />

a Milano e dintorni, non è più<br />

questa, ma è quella di “scuola”):<br />

ovvero nelle “scuole” di ingegneria)?<br />

I geometri da quest’anno negli<br />

“Istituti di Istruzione Superiore”<br />

sono sostituiti dai “periti delle<br />

costruzioni, dell’ambiente e del<br />

territorio” (anche se pare che il<br />

CNG sia pronto ad accoglierli,<br />

a esame di stato concluso, si<br />

veda in (13)). Finalmente la<br />

“polivalenza” ha vinto, anche<br />

se difficilmente i nuovi “CAT”<br />

potranno fare come liberi professionisti,<br />

quel che fanno oggi<br />

in gran maggioranza i geometri.<br />

E allora, coraggio: quale<br />

università, pubblica o privata,<br />

avrà il coraggio di istituire un<br />

corso per ingegneri geomatici?<br />

Potrebbe anche essere un buon<br />

affare, dal punto di vista economico!<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1)Carlucci, Renzo<br />

Un incontro con Mattia Crespi, docente di<br />

Geomatica alla Sapienza di Roma. <strong>GEOmedia</strong>, Roma, n°<br />

1/<strong>2015</strong>.<br />

2) Provenzal, Dino<br />

Manuale del professore. Ed. Monanni,<br />

Milano, 1930.<br />

3) Selvini, Attilio<br />

Appunti per una storia della topografia in<br />

Italia nel ventesimo secolo. Maggioli ed.<br />

Rimini, 2013.<br />

4) Selvini, Attilio<br />

La topografia nella Repubblica Federale Tedesca.<br />

Boll. SIFET, Milano, n.3/1972.<br />

5) Monti, Carlo, Selvini, Attilio<br />

Riflessioni su un programma ministeriale.<br />

<strong>GEOmedia</strong>, Roma, n° 6/2012.<br />

6) Selvini, Attilio<br />

Formazione dell’ingegnere topografo in<br />

Germania. Boll. SIFET, Milano, n° 1/1996.<br />

7) Selvini, Attilio<br />

Quando i Geometri erano “Geometri”.<br />

Il Seprio, Varese, n° 3/2013.<br />

8) Selvini, Attilio<br />

Geometri o periti edili? Il Seprio, Varese,<br />

n° 4/2009.<br />

9) Carosio, Alessandro<br />

Die Professur für Geoinformationssysteme<br />

und Fehelertheorie im Institut für Geodäsie und<br />

Photogrammetrie ETHZ. IGP Bericht, 2008.<br />

10) Selvini, Attilio<br />

La presenza italiana nelle organizzazioni<br />

internazionali di Geomatica. GeoMedia,<br />

Roma, n° 4/2014.<br />

11) Donnini, Sergio, Selvini, Attilio<br />

Rapporto sulla situazione della topografia in<br />

Italia, Boll. SIFET, Milano, n.3/1967.<br />

12) Selvini, Attilio<br />

UNIGEO, una nuova associazione. Rivista<br />

del Dipartimento del Territorio, Roma, n°3/<br />

2004.<br />

13) Selvini, Attilio<br />

Lettera aperta al direttore di Geomedia.<br />

<strong>GEOmedia</strong>, Roma, n° 3/<strong>2015</strong>.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geomatica; Istruzione; Italia; Europa<br />

ABSTRACT<br />

Reflections and considerations on the absence of a degree in Geomatics<br />

disciplines in Italy. Comparison with some countries in the European scene<br />

about this profession.<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini, attilio.selvini@polimi.it<br />

già presidente della Società Italiana di Fotogrammetria<br />

e Topografia, SIFET<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 21


REPORTS<br />

GISMaker, programma per<br />

l'elaborazione e la manipolazione<br />

di dati geometrici georeferenziati<br />

di ProgeSOFT<br />

Urbanisti, Architetti, Geometri, Agronomi,<br />

Ingegneri, Geologi, Periti Edili, lavorano<br />

spesso su progetti incentrati sulla<br />

rappresentazione e la gestione del territorio<br />

con dati di natura diversa: disegni CAD, dati<br />

raster (ortofoto digitali o immagini da satellite)<br />

e layer GIS. Una valida soluzione per gestire<br />

tutti questi dati con un unico software è<br />

GISMaker, programma per l'elaborazione<br />

e la manipolazione di dati geometrici<br />

georeferenziati.<br />

Fig. 1 - Interfaccia GISMaker.<br />

GISMaker è un CAD<br />

GIS alternativo ai comuni<br />

software per la<br />

progettazione tecnica, ed è compatibile<br />

con tutti gli applicativi<br />

GIS presenti sul mercato internazionale.<br />

Il programma si rivolge<br />

anche a tutti gli operatori che<br />

attraverso l’elaborazione di dati<br />

cartografici producono analisi e<br />

strumenti nell’ambito comunale,<br />

provinciale, all’interno di comunità<br />

montane, consorzi di bonifica<br />

ed aziende municipalizzate.<br />

L’utente può accedere facilmente<br />

ai dati GIS e CAD per la pianificazione,<br />

la progettazione e la gestione<br />

di tutti gli elementi grafici<br />

e di testo. GISMaker può essere<br />

installato su tutte le versioni di<br />

Windows, da XP, sp3 a 8.1 ed<br />

è completamente conforme agli<br />

standard internazionali nella gestione<br />

e trasmissione di dati<br />

geografici. La peculiarità di<br />

questo software innovativo è la<br />

combinazione dei benefici tipici<br />

del CAD con quelli dei GIS, in<br />

un programma 2D che include<br />

funzionalità specifiche per l’editing<br />

cartografico. La componente<br />

CAD prevede l’importazione<br />

ed esportazione nei formati<br />

DXF/DWG e l’importazione dei<br />

file in formato CXF, il formato<br />

originario della mappe catastali<br />

italiane. La componente GIS<br />

consente sia l’importazione che<br />

l’esportazione nei seguenti formati:<br />

Shapefile, GML, MapInfo,<br />

GPX, KML, Geodb Esri, Geodb<br />

Geomedia, WFS ecc …<br />

Il programma presenta un’interfaccia<br />

standard già conosciuta<br />

dagli utenti abituati a lavorare<br />

con applicazioni GIS ed il disegno<br />

tecnico. GISMaker consente di:<br />

4Trasformare facilmente un<br />

disegno CAD in progetto<br />

GIS e viceversa. Guarda il<br />

video<br />

4Importare direttamente i<br />

disegni nei formati DWG/<br />

DXF<br />

4Rispettare gli standard internazionali<br />

per l’import/export<br />

dei dati: shapefile, gml, kml,<br />

geomedia, geo+db, esri.<br />

4Importare e gestire direttamente<br />

i dati cartografici catastali<br />

(mappe CXF) forniti dal<br />

Dipartimento del Territorio<br />

4Copiare elementi da progetti<br />

CAD ed incollarli sui layer<br />

GIS<br />

4Gestire simultaneamente più<br />

mappe sovrapposte CAD-<br />

GIS-RASTER<br />

4Utilizzare funzioni specifiche<br />

per gestire in modo semplice<br />

ed intuitivo la creazione di<br />

maschere dati.<br />

4Generare carte tematiche con<br />

possibilità di filtrare i dati da<br />

rappresentare mediante query<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

con la creazione delle relative<br />

legende.<br />

4Eseguire l’analisi spaziale<br />

mediante funzioni di<br />

geoquery sugli attributi<br />

alfanumerici e sulle caratteristiche<br />

geometriche dei layer<br />

GIS.<br />

4Eseguire l’analisi spaziale<br />

mediante funzioni di geoprocessing<br />

tra layer GIS con<br />

generazione di nuovo layer<br />

prodotto dell’elaborazione.<br />

Le funzioni disponibili sono:<br />

taglio, intersezione, sottrazione,<br />

buffer.<br />

4Disporre di librerie di simboli:<br />

oltre 500 stili di riempimento<br />

per gli elementi<br />

areali, oltre 1500 tipi di linea<br />

per gli elementi lineari e più<br />

di 4000 simboli per gli elementi<br />

puntuali.<br />

4Gestire le funzioni per la<br />

produzione dei layout di<br />

stampa.<br />

Tra le tante funzionalità che<br />

caratterizzano GISMaker ce ne<br />

sono alcune che incuriosiscono<br />

particolarmente l’utente che<br />

lavora a progetti in cui sono<br />

presenti sia dati CAD che GIS,<br />

di cui si riporta qui di seguito<br />

un breve approfondimento:<br />

Mappatura<br />

Mappare un territorio significa<br />

raccogliere i dati territoriali<br />

per monitorare l’evoluzione<br />

urbanistica resa disponibile<br />

attraverso servizi cartografici<br />

GIS. GISMaker è particolarmente<br />

efficace per mappare: i<br />

punti luce, la toponomastica,<br />

il verde pubblico, le reti tecnologiche,<br />

la numerazione civica<br />

in quanto può operare in un<br />

unico ambiente con dati CAD<br />

con la possibilità di editing<br />

avanzato,trasformazione degli<br />

stessi dati in features GIS... e<br />

modifica della struttura delle tabelle<br />

dati mediante lo strumento<br />

di gestione db.<br />

Fig. 2 – Mappatura.<br />

Import/export dati<br />

Il programma è in grado di importare<br />

ed esportare shapefile,<br />

DWG e di trasformare facilmente<br />

disegni CAD in layer<br />

GIS. Nel caso di dati in formato<br />

DXF/DWG, la fase di esportazione<br />

mantiene le vestizioni<br />

generate nel GIS e suddivide gli<br />

oggetti in layer con nome uguale<br />

alle classi della legenda-GIS.<br />

Gli altri formati importati ed<br />

esportati sono: i CXF relativi alle<br />

mappe catastali, i file GML, MapInfo,<br />

GPX, Esri geodatabase,<br />

geomedia, postgis, KML (formato<br />

di Google Earth, si esporta<br />

sia la parte geometrica che gli<br />

attributi associati), dati GIS su<br />

Fig. 3 - CAD e GIS.<br />

geodb. GISMaker è lo strumento<br />

più semplice per passare da<br />

un sistema all'altro e viceversa,<br />

nello specifico i passaggi possibili<br />

possono essere due:<br />

4DA CAD A GIS: trasformazione<br />

di un file CAD in layer<br />

GIS<br />

4DA GIS A CAD: trasformazione<br />

di un layer GIS<br />

classificato in file CAD che<br />

mantenga l’aspetto della classificazione<br />

GIS.<br />

Trasformazione di coordinate<br />

È noto che i programmi GIS<br />

siano in grado di gestire contemporaneamente<br />

dati provenienti<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 23


REPORTS<br />

Fig. 4 - Trasformazione di coordinate.<br />

Fig. 5 – Stampe.<br />

da diversi sistemi<br />

di proiezione<br />

e riferimento e di<br />

effettuare conversioni fra i vari<br />

sistemi. La trasformazione di<br />

coordinate di GISMaker consente<br />

la conversione dei layer<br />

GIS e CAD tra i diversi sistemi<br />

di proiezione geografica. Questa<br />

funzionalità è articolata nella:<br />

4Conversione dei dati CAD e<br />

dei layer GIS tra diversi sistemi<br />

di proiezione geografica,<br />

anche catastali italiani<br />

4Possibilità di definire un nuovo<br />

sistema di proiezione tramite<br />

i parametri del “datum”<br />

4Possibilità di definire in fase di<br />

conversione, se gli attributi alfanumerici<br />

(record di database<br />

saranno associati al layer GIS<br />

rispettivamente di partenza o<br />

di arrivo<br />

Non va dimenticato che per<br />

effettuare una trasformazione di<br />

coordinate è importante conoscere<br />

i parametri che definiscono<br />

un’origine catastale. La cartografia<br />

catastale è policentrica, cioè<br />

presenta numerose origini per il<br />

territorio Italiano e questo pone<br />

il problema di conoscere esattamente<br />

a quale origine appartiene<br />

il territorio sul quale si opera e i<br />

parametri, latitudine e longitudine,<br />

dell’origine catastale interessata.<br />

Se mancano questi parametri<br />

non sarà possibile eseguire<br />

correttamente la trasformazione<br />

di coordinate. Ci sono degli<br />

appositi portali dove reperire<br />

esattamente l’origine catastale<br />

al quale il comune interessato<br />

afferisce.<br />

Stampe<br />

GISMaker dispone di un tool<br />

avanzato di facile utilizzo mediante<br />

wizard per la gestione<br />

delle stampe. E’ possibile combinare<br />

a piacere disegni cad, feature<br />

class, dati raster, legende e<br />

tabelle dati. Permette di inserire<br />

nel layout di stampa più viste<br />

delle stesso progetto con scale e<br />

rappresentazioni diverse. E’ possibile<br />

definire in modo interattivo<br />

l’area di stampa e generare<br />

automaticamente sul documento<br />

di stampa le legende attive. Permette<br />

l’editing del documento di<br />

stampa mediante funzioni CAD<br />

avanzate e di memorizzare il layout<br />

generato come modello per<br />

nuove stampe.<br />

L’analisi dei dati<br />

GISMaker permette la generazione<br />

di carte tematiche con<br />

possibilità di filtrare i dati da rappresentare<br />

mediante query con<br />

relative legende selezionando le<br />

modalità di rappresentazione tra:<br />

4Layer GIS con selezione del<br />

modello di visualizzazione<br />

normale o a simboli<br />

4Categorie con selezione del<br />

modello di visualizzazione che<br />

può essere a valori unici su più<br />

campi o a simboli<br />

4Quantità con selezione del<br />

modello di rappresentazione<br />

che può essere o a gradazione<br />

di colore oppure a simboli<br />

graduati o proporzionali<br />

Altra tipologia di analisi prevista<br />

dal software è l’analisi spaziale<br />

mediante funzioni di:<br />

4GEOQUERY sugli attributi<br />

alfanumerici o sulle caratteristiche<br />

geometriche dei layer<br />

GIS.<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

4GEOPROCESSING tra<br />

layer GIS con generazione<br />

di un nuovo layer prodotto<br />

dall’elaborazione. Le funzioni<br />

disponibili sono: taglio, intersezione,<br />

sottrazione, buffer.<br />

GISMaker è un software disponibile<br />

in formula Try&Buy:<br />

può essere provato, senza alcuna<br />

limitazione, prima di essere acquistato.<br />

La versione di prova<br />

gratuita valida per 30 giorni è<br />

scaricabile al seguente link:<br />

http://www.progesoft.com/it/<br />

download/gis-maker<br />

Per ulteriori informazioni visitare<br />

il sito www.progesoft.com e<br />

il canale ufficiale YouTube dove<br />

sono presenti numerosi video e<br />

tutorial che guidano l’utente nella<br />

conoscenza del prodotto.<br />

Fig. 6 - Analisi dei dati.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; GISMaker; CAD<br />

ABSTRACT<br />

Urban Planners, Architects, Surveyors, Agronomists, Engineers, geologists,<br />

surveyors Construction, work often on projects focusing on representation<br />

and land management with various data: CAD drawings, data<br />

raster (digital orthophotos or satellite images) and GIS layers. A valid solution<br />

to manage all these data with a single software is GISMaker, editing<br />

program and the manipulation of geometric data georeferenced.<br />

AUTORE<br />

Ufficio Stampa ProgeSOFT Italia<br />

info@progesoft-italia.com<br />

http://www.progesoft.com/it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 25


I laghi del nord Italia<br />

L’immagine satellitare mostra alcuni laghi del settore<br />

meridionale delle Alpi Italiane: si tratta di una delle prime<br />

acquisizioni del satellite Sentinel-2A.<br />

L’immagine è stata ottenuta con l’impiego del canale infrarosso ad alta<br />

risoluzione del sensore multispettrale ad immagini che si trova a bordo del<br />

satellite e mostra in rosso la vegetazione in buono stato di salute, come pure<br />

colline e montagne nella parte alta dell’inquadratura.<br />

A partire dal bordo superiore dell’immagine si può osservare la parte meridionale del<br />

Lago Maggiore. Il lago sorge sul confine tra le regioni italiane della Lombardia e del<br />

Piemonte, con la sua parte più settentrionale (qui non visibile) che si trova in Svizzera:<br />

complessivamente, copre una superficie di circa 210 kmq.<br />

Dal lago fuoriesce il fiume Ticino, che si snoda verso sud con una serpentina, oltrepassando<br />

l’aeroporto di Milano-Malpensa visibile in fondo all’immagine.<br />

In prossimità del centro dell’immagine si può osservare il lago di Varese ghiacciato, che appare<br />

di colore blu più chiaro rispetto a quello degli altri laghi presenti nell’immagine. Tale<br />

circostanza dimostra la capacità di Sentinel-2A di misurare le differenze delle condizioni dei<br />

corpi d’acqua interni al territorio, uno dei principali obiettivi applicativi della missione,<br />

assieme a quelli sulle coperture del suolo, sull’agricoltura e sulle foreste.<br />

Questa immagine è tratta dalla prima acquisizione di Sentinel-2A effettuata il 27 Giugno<br />

<strong>2015</strong>, appena quattro giorni dopo il lancio.<br />

Il satellite si trova nella sua fase di ‘commissioning’, che include la calibrazione del<br />

suo sensore ad immagini multispettrale. Ma le immagini iniziali ottenute con<br />

la prima scansione della Terra già prefigurano le applicazioni della missione<br />

nel monitoraggio del territorio particolarmente in ambito agricolo, nel<br />

monitoraggio dei bacini idrici interni e costieri e nella mappatura<br />

della copertura del suolo.<br />

(Credits: ESA, traduzione G. Pititto)


REPORTS<br />

Sant’Agata "sicura": un’applicazione GIS per<br />

l’analisi del rischio e la gestione dei soccorsi<br />

di Paola Costantino, Carmelo Ignaccolo, Martina Mangani, Michele Mangiameli e Giuseppe Mussumeci<br />

Si presenta un’applicazione GIS per l’analisi del rischio<br />

e la gestione dei soccorsi durante la celebrazione della<br />

festa patronale della città di Catania.<br />

Il progetto è stato sviluppato nell’ambito del Laboratorio<br />

di Telerilevamento e GIS previsto nel piano di studi<br />

del Corso di Laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il<br />

Territorio erogato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e<br />

Architettura dell’Università degli Studi di Catania.<br />

Fig. 1 - Area UNESCO Città di Catania<br />

(www.unesco.org/en/list/1024/documents)<br />

Fig. 2 - Via Etnea durante la processione del 5 febbraio<br />

Scenario degli eventi<br />

La Festa di Sant’Agata, Patrona<br />

della città di Catania, si svolge<br />

nei giorni 3,4,5 febbraio e attira<br />

ogni anno sino a 700.000 persone<br />

tra devoti e curiosi. Tale è,<br />

appunto, la quantità di persone<br />

coinvolte durante le celebrazioni<br />

che la festa può essere paragonata<br />

soltanto alla Settimana<br />

Santa di Siviglia o al Corpus<br />

Domini di Cuzco, in Perù.<br />

Dal giugno del 2002 Catania è<br />

stata inserita nel distretto delle<br />

città barocche del Val di Noto<br />

all’interno della lista World Heritage<br />

List UNESCO (www.whc.<br />

unesco.org/en/list/1024). Il documento<br />

UNESCO n. 1024rev<br />

fornisce le motivazioni e i criteri<br />

che hanno portato alla scelta dei<br />

suddetti siti. All’interno del Piano<br />

di Gestione ad essi relativo,<br />

coordinato dall’arch. Mariella<br />

Muti (Soprintendenza di Siracusa)<br />

viene trattata la festa di<br />

Sant’Agata come Bene Etnoantropologico<br />

da salvaguardare e<br />

valorizzare.<br />

In questi tre giorni la città<br />

dimentica ogni cosa per concentrarsi<br />

sulla festa, misto di<br />

devozione e di folklore.<br />

Il 3 febbraio è riservato all’offerta<br />

della cera. Alla processione<br />

per la raccolta della cera partecipano<br />

le maggiori autorità<br />

religiose, civili e militari. Due<br />

carrozze settecentesche, che un<br />

tempo appartenevano al senato<br />

che governava la città, e dodici<br />

candelore (grossi ceri rappresentativi<br />

delle corporazioni e dei<br />

mestieri) vengono portate in<br />

corteo. Questa prima giornata<br />

di festa si conclude in serata<br />

con un grandioso spettacolo<br />

di giochi pirotecnici in piazza<br />

Duomo, ricordando la patrona<br />

martirizzata sulla brace, che veglia<br />

sempre sull’Etna e su tutti<br />

gli incendi. Il 4 febbraio segna<br />

il primo incontro della città con<br />

la Santa Patrona. Le strade di<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Fig. 3 - Anello di<br />

sicurezza del giorno<br />

4 febbraio elaborato<br />

dalla Questura di<br />

Catania.<br />

Fig. 4 - Anello di<br />

sicurezza del giorno<br />

5 febbraio elaborato<br />

dalla Questura di<br />

Catania<br />

Catania si popolano di devoti<br />

che indossano il tradizionale<br />

sacco, costituito da un camice<br />

di tela bianca. Tale veste ricorda<br />

l’abbigliamento notturno che i<br />

catanesi indossavano nel 1126,<br />

quando corsero incontro alle<br />

reliquie che due soldati dell’esercito<br />

bizantino riportarono<br />

da Costantinopoli. Nei secoli<br />

l’originario camice da notte si è<br />

arricchito anche del significato<br />

di veste penitenziale.<br />

Una volta aperto il sacello alle<br />

prime luci dell’alba, il busto<br />

di sant’Agata viene issato sul<br />

fercolo d’argento e trainato da<br />

quattro/cinquemila fedeli.<br />

Prima di lasciare la cattedrale<br />

per la tradizionale processione<br />

lungo le vie della città, Catania<br />

dà il benvenuto alla sua patrona<br />

con una messa solenne, celebrata<br />

dall'arcivescovo. Il giro<br />

esterno, che ripercorre la cortina<br />

muraria della città cinquecentesca,<br />

dura l’intera giornata.<br />

Il fercolo attraversa i luoghi della<br />

storia della Santa, dalla prigionia<br />

presso l’odierna Sant’Agata<br />

al Carcere al martirio presso<br />

la chiesa di San Biagio, detta<br />

anche Sant’Agata alla Fornace.<br />

Il giro si conclude a notte fonda<br />

quando il fercolo ritorna in cattedrale.<br />

Nella tarda mattinata del 5 febbraio,<br />

in cattedrale viene celebrato<br />

il pontificale. AI tramonto<br />

ha inizio la seconda parte della<br />

processione, il cosiddetto giro<br />

interno che si snoda per le vie<br />

dell'antica città conclusa dalle<br />

mura di Carlo V attraversando<br />

anche il quartiere Borgo. Nonostante<br />

le recenti ordinanze<br />

del Sindaco, che hanno introdotto<br />

il divieto di accensione<br />

dei ceri votivi, la maggior parte<br />

dei fedeli non ha interrotto<br />

l'antica tradizione, ricoprendo<br />

le vie della città di un considerevole<br />

strato di cera. Dopo<br />

aver omaggiato la Patrona di un<br />

ulteriore spettacolo pirotecnico,<br />

il momento più significativo di<br />

questa seconda processione ha<br />

luogo subito dopo aver ripercorso<br />

la via Etnea quando il fercolo<br />

viene trainato dai devoti in<br />

corsa per la ’cchianata ‘i Sangiulianu<br />

(la salita di Sangiuliano).<br />

Durante il passaggio per via dei<br />

Crociferi, strada barocca patrimonio<br />

UNESCO dal 2002,<br />

viene raggiunto un momento<br />

di incredibile pathos, suggellato<br />

dal canto delle monache benedettine<br />

di clausura.<br />

Fig. 5 - Piazza<br />

Duomo durante<br />

l'inizio della processione<br />

di giorno<br />

5 febbraio.<br />

Fig. 6 - La salita<br />

di Sangiuliano<br />

durante la mattina<br />

del 6 febbraio.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 29


REPORTS<br />

La processione si conclude nella<br />

mattinata del 6 febbraio, riponendo<br />

le reliquie in Cattedrale.<br />

Negli ultimi vent’anni la folla<br />

di fedeli si è fatta sempre più<br />

numerosa, fino a raggiungere<br />

l’attuale stima di 700.000 partecipanti,<br />

rendendo la festa un<br />

evento unico ed estremamente<br />

coinvolgente, ma allo stesso<br />

tempo soggetto a svariati rischi.<br />

Obiettivi<br />

L’idea progettuale scaturisce<br />

dalla necessità di assicurare un<br />

immediato soccorso ed un’adeguata<br />

assistenza medica ai<br />

partecipanti alla manifestazione<br />

religiosa del giorno 5 febbraio.<br />

Si tratta, come precedentemente<br />

descritto, della giornata conclusiva<br />

della festa, durante la quale<br />

il fercolo della Santa Patrona<br />

compie il cosiddetto giro interno.<br />

La scelta di trattare questo<br />

specifico intervallo temporale<br />

delle celebrazioni, è stata dettata<br />

da tre motivazioni:<br />

4la processione si svolge quasi<br />

nella sua totalità in orario<br />

notturno;<br />

4dai dati di cronaca si deduce<br />

che sia il giorno con massima<br />

affluenza di partecipanti;<br />

4la pavimentazione è resa particolarmente<br />

scivolosa dalla<br />

copiosa presenza di cera.<br />

Il Comune di Catania a partire<br />

dall’edizione 2010 si è già<br />

occupato di redigere un Piano<br />

di intervento operativo per<br />

l'assistenza alla popolazione,<br />

connesso allo svolgimento delle<br />

celebrazioni religiose in onore<br />

di Sant’Agata. Gli accadimenti<br />

ipotizzati riguardano l’assistenza<br />

in favore della popolazione<br />

presente alle varie celebrazioni e<br />

manifestazioni; le patologie più<br />

frequentemente accusate sono<br />

state: lipotimia, crisi di panico,<br />

scottature da petardi e cera,<br />

traumi.<br />

Fig 7. - Percentuale degli interventi sanitari<br />

effettuati.<br />

(http://www.comune.catania.it/il_comune/organizzazione/protezione_civile/santagata-sicura/<br />

report-sant-agata-sicura-2010)<br />

Fig. 9 - Layers: Percorso_fercolo, Percorso_ambulanza,<br />

Nodo_ambulanza.<br />

Fig. 8 - Numero delle patologie riscontrate.<br />

Fig. 10 - Layers: Percorso_fercolo, Percorso_ambulanza, Nodo_<br />

ambulanza, Nodo_grafo, Arco_stradale, Presidio_ospedaliero.<br />

Nodo_accesso_ospedale.<br />

Fig. 11 - Layers di GRASS 6.4.2: percorso_ottimo, percorso_fercolo,<br />

nodo_ambulanza, rete_unita, ospedali.<br />

(http://www.comune.catania.it/il_comune/organizzazione/protezione_civile/santagata-sicura/<br />

report-sant-agata-sicura-2010).<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

ENTITA’ DESCRIZIONE ATTRIBUTI IDENTIFICATORE<br />

NOME<br />

NOME<br />

CIV_I_DX<br />

CIV_I_DX<br />

CIV_I_SN<br />

CIV_I_SN<br />

CIV_F_DX<br />

CIV_F_DX<br />

CIV_F_SN<br />

CIV_F_SN<br />

Percorso_<br />

fercolo<br />

Percorso_<br />

ambulanza<br />

Nodo_<br />

ambulanza<br />

Arco_stradale<br />

Nodo_grafo<br />

Presidio_<br />

ospedaliero<br />

Nodo_accesso_<br />

ospedale<br />

Arco compreso tra due nodi<br />

Nodo_ambulanza.<br />

Arco compreso traNodo_<br />

ambulanza e/o Nodo_ grafo.<br />

Nodo connettore Percorso_<br />

fercolo e/o Percorso_<br />

ambulanza.<br />

Arco compreso tra due nodi<br />

Nodo_grafo.<br />

Nodo connettore tra Percorso_<br />

ambulanzaeGrafo_stradale.<br />

Istituzione per l’assistenza<br />

sanitaria in cui personale<br />

specializzato fornisce<br />

trattamenti per curare<br />

pazienti affetti da malattie.<br />

Collegato al Grafo_<br />

stradaletramite Nodo_accesso_<br />

ospedale.<br />

Nodo di accesso del Grafo_<br />

stradale al Presidio_<br />

ospedaliero.<br />

LUNGHEZZA<br />

AMPIEZZA<br />

PAVIMENTAZ<br />

PENDENZA %<br />

SUPERFICIE<br />

DENSITÀ<br />

PERSONE<br />

NOME<br />

LUNGHEZZA<br />

CIV_I_DX<br />

CIV_I_SN<br />

CIV_F_DX<br />

CIV_F_SN<br />

INTERSEZ_1<br />

INTERSEZ_2<br />

PERTINENZA<br />

NOME<br />

NODO_I<br />

NODO_F<br />

AMPIEZZA<br />

LUGHEZZA<br />

CODICE<br />

PERTINENZA<br />

INTERSEZ_1<br />

INTERSEZ_2<br />

NOME<br />

INDIRIZZO<br />

TIPOLOGIA<br />

INTERVENTO<br />

NOME<br />

INDIRIZZO<br />

NOME<br />

CIV_I_DX<br />

CIV_I_SN<br />

CIV_F_DX<br />

CIV_F_SN<br />

INTERSEZ_1<br />

INTERSEZ_2<br />

NOME<br />

NODO_I<br />

NODO_F<br />

CODICE<br />

NOME<br />

NOME<br />

INDIRIZZO<br />

Descrizione del progetto<br />

Lidea progettuale è stata condotta<br />

applicando tecnologie<br />

GIS free and open source, utilizzando<br />

la versione 2.0.1 del<br />

Software Quantum GIS. Come<br />

supporto cartografico è stata<br />

utilizzata l’ortofoto disponibile<br />

sul Geoportale della Regione<br />

Sicilia (S.I.T.R.) tramite servizio<br />

WMS.<br />

L’applicazione prevede l’individuazione<br />

di un percorso<br />

concentrico a quello del fercolo,<br />

dedicato esclusivamente al<br />

passaggio delle ambulanze di<br />

pronto soccorso, le quali possono<br />

procedere sincronicamente<br />

alla processione e nel momento<br />

di intervento condurre il paziente<br />

al presidio assistenziale<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 31


REPORTS<br />

più idoneo. L’idoneità viene determinata<br />

in base alla patologia<br />

e alla capienza della struttura.<br />

Dai piani precedentemente redatti<br />

dalla Protezione Civile del<br />

Comune di Catania si evince<br />

una categorizzazione dei presidi<br />

medici, come segue:<br />

4PMA, posto medico avanzato<br />

di primo livello, sito in Piazza<br />

Spirito Santo per l’intera<br />

durata delle celebrazioni (fisso_provvisorio)<br />

4MSA, mezzo di soccorso<br />

avanzato itinerante (mobile)<br />

4Aziende Ospedaliere (fisso).<br />

Nell'ambito dell'applicazione in<br />

oggetto si è tenuto conto della<br />

gerarchizzazione assistenziale<br />

esistente tramite la tipologia di<br />

presidio (fisso_provvisorio, mobile,<br />

fisso) e l’intervento richiesto<br />

(specialistico, base).<br />

Dopo aver tracciato il Percorso_fercolo<br />

tramite una struttura<br />

arco-nodo, l’analisi valutativa del<br />

Fig. 12 - Tabella attributi del layer: Percorso_fercolo<br />

Figura 13. Diagramma Entità - Relazione<br />

RELAZIONE DESCRIZIONE ENTITA’ COINVOLTE<br />

Ingresso<br />

Connesso<br />

Associa il Nodo_accesso_ospedale al<br />

Presidio_ospedaliero.<br />

Associa un nodo a un arco.<br />

Nodo_accesso_ospedale<br />

Presidio_ospedaliero<br />

Nodo_accesso_ospedale<br />

Grafo_stradale<br />

Nodo_grafo<br />

Percorso_ambulanza<br />

Nodo_ambulanza<br />

Percorso_fercolo<br />

PAVIMENTAZIONE PENDENZA DENSITA’<br />

B bituminoso nuovo 0.0 % - 3.0 % 3.5 pers/m 2<br />

M<br />

bituminoso<br />

ammalorato<br />

3.1 % - 5.0 % 8.5 pers/m 2<br />

A basolato 5.1 % - 8.6 % 9.0 - 10.0 pers/m 2<br />

pendenza (0.0 % - 3.0<br />

%)<br />

pendenza (3.1 % - 5.0<br />

%)<br />

pendenza (5.1 % - 8.6<br />

%)<br />

bituminoso nuovo Vuln_B Vuln_M Vuln_M<br />

bituminoso<br />

ammalorato<br />

Vuln_M Vuln_M Vuln_A<br />

basolato lavico Vuln_M Vuln_A Vuln_A<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

densità (3.5 pers/m 2 ) densità (8.5 pers/m 2 ) densità (9-10 pers/m 2 )<br />

vulnerabilità bassa Rischio_B Rischio_M Rischio_M<br />

vulnerabilità media Rischio_M Rischio_M Rischio_A<br />

vulnerabilità alta Rischio_M Rischio_A Rischio_A<br />

reticolo urbano ha condotto a<br />

proporre uno schema di soccorso<br />

ad anello Percorso_ambulanza<br />

(anch’esso arco-nodo) che coinvolga<br />

l’intero giro interno.<br />

Il Percorso_fercolo e il Percorso_<br />

ambulanza sono stati collegati<br />

in 41 punti (Nodo_ambulanza),<br />

attraverso i quali le ambulanze<br />

hanno la possibilità di raggiungere<br />

rapidamente chi necessita<br />

di soccorso. Si ipotizza che con<br />

l’ausilio di uno strumento GPS<br />

la squadra di soccorso itinerante<br />

a seguito della processione, segnali<br />

le coordinate del luogo di<br />

intervento alla squadra dell’ambulanza,<br />

la quale raggiungerà il<br />

Nodo_ambuanza che rispetto<br />

al senso di avanzamento della<br />

processione si troverà immediatamente<br />

a monte. Tale scelta è<br />

stata dettata da esigenza di visibilità<br />

della squadra di soccorso,<br />

che provenendo in senso opposto<br />

alla processione, risulterà<br />

immediatamente individuabile<br />

dalla folla.<br />

Diagramma entita’-relazione<br />

La modellazione concettuale<br />

conduce ad una descrizione<br />

formale e completa della realtà:<br />

il diagramma entità-relazioni<br />

(E-R). Essa è propedeutica alla<br />

definizione della struttura delle<br />

tabelle in cui vengono organizzati<br />

i dati (modellazione logica)<br />

ed alla implementazione del DB<br />

in uno specifico ambiente di lavoro<br />

(modellazione fisica).<br />

Regole di vincolo<br />

RV1: L'intervento dell'ambulanza<br />

avverrà tramite il Nodo_<br />

processione immediatamente<br />

a monte, rispetto al verso di<br />

avanzamento della processione,<br />

della posizione segnalata dalla<br />

squadra di soccorso itinerante.<br />

RV2: Il Percorso_fercolo si svolge<br />

in senso antiorario.<br />

RV3: Il Percorso_ambulanza si<br />

svolge in senso antiorario.<br />

Analisi dei rischi<br />

Interrogando la piattaforma<br />

GIS sono stati identificati gli<br />

archi del Percorso_fercolo più<br />

problematici secondo una<br />

gerarchizzazione di criticità<br />

(Bassa, Media, Alta) di seguito<br />

riportata.<br />

Fig. 14 - Tematismo pavimentazione.<br />

Fig. 15 - Tematismo pendenza.<br />

Fig. 16 - Tematismo densità.<br />

Fig. 17 - Tematismo vulnerabilità.<br />

Figura 18 - Tematismo rischio complessivo<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 33


REPORTS<br />

La suddetta tabella ha permesso<br />

di definire i parametri di pavimentazione,<br />

pendenza e densità<br />

in ambiente GIS tramite le proprietà<br />

del tematismo vettoriale<br />

Percorso_fercolo, impostando<br />

uno stile di rappresentazione<br />

graduato con un’appropriata<br />

scala cromatica volta a rappresentare<br />

senza ambiguità le tre<br />

classi di criticità.<br />

Tenendo conto della precedente<br />

organizzazione dei dati si è proceduto<br />

alla creazione del tematismo<br />

vulnerabilità, derivante<br />

dall'incrocio dei rispettivi valori<br />

di pavimentazione e pendenza.<br />

VULNERABILITA’ PER PER-<br />

CORSO (pavimentazione x<br />

pendenza)<br />

Il risultato della tabella relativa<br />

alla vulnerabilità del percorso<br />

processionale è stato quindi<br />

incrociato con i dati relativi alle<br />

caratteristiche di densità del<br />

Percorso_fercolo, così da ottenere<br />

i valori di rischio complessivo<br />

(vulnerabilità x densità)<br />

Dall’analisi in ambiente Gis del<br />

tematismo relativo al rischio<br />

complessivo, appare evidente<br />

come l'intero percorso processionale<br />

del giorno 5 febbraio<br />

risulti caratterizzato da valori<br />

di rischio medio-alti. Gli archi<br />

maggiormente esposti a tale<br />

criticità sono riconducibili a tre<br />

distinti gruppi:<br />

1. Fase iniziale (piazza Duomo,<br />

piazza Università);<br />

2. Fase intermedia (via Caronda,<br />

piazza Cavour);<br />

3. Fase conclusiva (via Sangiuliano,<br />

via Crociferi).<br />

Dallo scenario progettuale,<br />

quindi, si evince la necessità di<br />

ampliare lo studio conoscitivo<br />

in diverse aree tematiche:<br />

4Estensione del progetto alle<br />

precedenti giornate di celebrazione<br />

agatine del 3 e 4<br />

febbraio;<br />

4Approfondimento riguardo<br />

la classificazione dei presidi<br />

ospedalieri in relazione alle tipologie<br />

di intervento medico<br />

che possono offrire (reparti,<br />

attrezzature, ecc..);<br />

4Arricchimento del DB tramite<br />

l'inserimento della disponibilità<br />

di posti letto offerta da<br />

ogni presidio medico fisso;<br />

4Monitoraggio dell’affluenza<br />

di partecipanti alle celebrazioni<br />

agatine tramite tecnologie<br />

di video mapping, per ricavare<br />

valori certi riguardanti<br />

il numero di fedeli e velocità<br />

della processione;<br />

4Approfondimento riguardo<br />

la rimozione dei ceri votivi<br />

dal fercolo.<br />

RIFERIMENTI<br />

LE CITTÀ TARDO BAROCCHE DEL VAL DI NOTO<br />

(SICILIA SUD-ORIENTALE), PIANO DI GESTIONE<br />

Comune di Catania - Manifestazioni religiose, folkloristiche<br />

ed eventi culturali - p.37 (http://www.lasiciliainrete.it/<br />

VALDINOTO/piano_gestione/cap1.pdf)<br />

Report Operazione Sant'Agata Sicura 2010, COMUNE DI<br />

CATANIA.<br />

(http://www.comune.catania.it/il_comune/organizzazione/<br />

protezione_civile/santagata-sicura/report-sant-agata-sicura-2010/)<br />

ATA 2007/2008 in UTM WGS84<br />

www.sitr.regione.sicilia.it/geoportale‎<br />

Gli anelli di sicurezza definiti nelle figure 2 e 3 sono riferiti<br />

alla Operazione Sant’Agata sicura 2014, COMUNE DI<br />

CATANIA, Direzione LL.PP.-SS.TT. e Manutenzioni,<br />

Servizio Tutela e Salvaguardia del Territorio, P.O: Protezione<br />

Civile e supporto operativo alla Pubblica Incolumità.<br />

Responsabile P.O.: Geom. Salvatore Fiscella. Dirigente:<br />

Arch. Maria Luisa Areddia.<br />

(http://www.comune.catania.it/informazioni/news/<br />

protezione-civile/allegati/piano_s._agata_2014.pdf)<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; vulnerabilità; sicurezza; analisi del rischio; gestione dei<br />

soccorsi; comune di Catania<br />

ABSTRACT<br />

On 3rd, 4th and 5th of February Catania celebrates its Patron Saint Agata<br />

with a religious festival gathering every year more than 700,000 people.<br />

The scientific article below reports an experimental approach of Saint<br />

Agata celebration, analyzing risks and excellent relief routes on Q-GIS<br />

platform. The starting point of the project has been the collection of data<br />

about the street path of the celebration, such as paving materials, slope<br />

average and people density. All this information has been used to produce<br />

a risk scale to highlight the most dangerous phases of the procession. An<br />

example of excellent (relief routes) optimal path has been produced to<br />

reach the nearest hospitals. The project has been implemented using Q-<br />

GIS 2.0.1 and GRASS GIS.<br />

AUTORE<br />

Paola Costantino<br />

paola.costantino@fastwebnet.it<br />

Carmelo Ignaccolo<br />

carmelo.ignaccolo@gmail.com<br />

Martina Mangani<br />

martina.mangani@libero.it<br />

laureandi in Ingegneria Edile – Architettura<br />

Università degli Studi di Catania<br />

Michele Mangiameli<br />

assegnista di ricerca<br />

michele.mangiameli@dica.unict.it.<br />

Giuseppe Mussumeci<br />

professore associato<br />

g.mussumeci@dica.unict.it.<br />

settore ICAR06-Topografia e Cartografia<br />

Università degli Studi di Catania<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 35


SMART CITIES<br />

Smart cities<br />

or dumb cities?<br />

Smart communities, Participatory<br />

Planning, Volunteered geographic<br />

information e Participatory<br />

Mapping<br />

di Beniamino Murgante e<br />

Giuseppe Borruso<br />

Nonostante gli impulsi ed i progressi<br />

degli ultimi anni non è<br />

ancora possibile riscontrare una<br />

sistematica integrazione di processi<br />

partecipativi a supporto delle<br />

scelte di piano ed esperienze di<br />

participatory mapping.<br />

In particolar modo si tratta di integrare<br />

la conoscenza derivante<br />

dall’ascolto dei principali fruitori<br />

della città, i suoi abitanti, con<br />

quadri conoscitivi costruiti grazie<br />

ad attività volontarie dei cittadini.<br />

Vari autori hanno analizzato<br />

il livello di completezza di dati<br />

geografici generati medianti VGI<br />

(Haklay 2010, Neis et al. 2011,<br />

Koukoletsos et al 2012) riscontrando<br />

delle enormi discrepanze<br />

tra le aree densamente popolate e<br />

facilmente accessibili rispetto ad<br />

aree più remote composte da aree<br />

urbane di piccole medie dimensioni<br />

ed insediamenti dispersi.<br />

Per sopperire a questo gap nella<br />

citta di Potenza in maniera del<br />

tutto informale associazioni,<br />

singoli cittadini, università e digital<br />

champion si sono attivati,<br />

in maniera del tutto volontaria,<br />

creando il gruppo open data<br />

Potenza https://www.facebook.<br />

com/groups/798383043510708/<br />

con il fine di organizzare sviluppare<br />

una serie di iniziative di innovazione<br />

sociale nella comunità<br />

cittadina.<br />

Il problema di partenza era la<br />

quasi totale assenza di edifici<br />

su OpenStreetMap. A partire da<br />

mese di Marzo <strong>2015</strong> Francesco<br />

tweetmap di #lumi<strong>2015</strong> http://147.163.135.69/umi<strong>2015</strong>/app/<br />

Loponte ha sviluppato parte della<br />

sua tesi di Laurea triennale in<br />

Ingegneria Ambiente e Territorio<br />

presso l’Università degli Studi<br />

della Basilicata inserendo la quasi<br />

totalità degli edifici della città<br />

(vedi figura 1). Il lavoro di completamento<br />

di OpenStreetMap<br />

sulla città verrà completato da<br />

Lucia D’elia nei prossimi mesi.<br />

Questo lavoro ha valorizzato<br />

alcune iniziative interessanti sviluppate<br />

in precedenza dal gruppo<br />

#Potenzadigitale come la mappatura<br />

delle #centoscale. Questa<br />

attività, oltre a produrre cartografia<br />

di dettagli di tutte le scalinate<br />

cittadine corredate da bellissime<br />

foto su Instagram con l’hashtag<br />

#centoscale, ha consentito anche<br />

di riscontrare in molti casi la<br />

mancanza di toponomastica.<br />

La costruzione di una cartografia<br />

di base condivisa in ambiente<br />

open ha rappresentato un punto<br />

di partenza per ulteriori attività.<br />

Gli operatori economici della<br />

città hanno incominciato ad inserire<br />

online le proprie attività<br />

considerando OpenStreetMap<br />

una importante vetrina. La prima<br />

occasione per combinare<br />

processi partecipativi ed innovazione<br />

sociale è stata il #lumi<strong>2015</strong><br />

Laboratorio Urbano in Materia<br />

di Innovazione (http://oldwww.<br />

unibas.it/utenti/murgante/lumi.<br />

html https://www.facebook.com/<br />

events/497826777060832/). Si è<br />

realizzato un laboratorio aperto<br />

a tutte le persone intenzionate a<br />

dare un contributo di idee per il<br />

miglioramento di un quartiere<br />

di edilizia popolare realizzato<br />

nel secondo dopoguerra. Lo<br />

strumento per raggiungere l’obiettivo<br />

è stato un hackathon di<br />

48 ore realizzato nella piazza<br />

principale del quartiere al quale<br />

hanno partecipato circa quaranta<br />

persone. I lavori sono iniziati<br />

con due seminari il primo<br />

Evoluzione di OpenStreetMap sul<br />

comune di Potenza<br />

della comunità #TriesteSocial<br />

(https://www.facebook.com/<br />

TriesteSocial?fref=ts) che ha illustrato<br />

l’esperienza sviluppata<br />

nel capoluogo del Friuli Venezia<br />

Giulia, il secondo di Ivan Blečić<br />

della Facoltà di Architettura di<br />

Alghero sul tema walkability<br />

(Blečić et al. 2014, Blečić et al.<br />

<strong>2015</strong>). In particolare il gruppo<br />

#TriesteSocial, presente via<br />

hangout con Rosy Russo (cofondatrice<br />

assieme a Giovanna<br />

Tinunin), Anna Wittreich e<br />

uno degli scriventi, ha focalizzato<br />

l’attenzione sul<br />

tema del racconto del territorio.<br />

#TriesteSocial si<br />

caratterizza infatti per la<br />

presenza di un ampio Social<br />

Media Team, in grado di<br />

spaziale su temi e spunti molto<br />

diversi della città, raccontandola<br />

in modo personale e ‘georeferenziato’<br />

sul territorio. Ciò consente<br />

un racconto del territorio<br />

da parte di chi lo vive quotidianamente,<br />

così come dai visitatori<br />

e dai turisti. In particolare<br />

nella ‘diretta’ via hangout sono<br />

stati riportati alcuni casi, ovvero<br />

l’impegno di #TriesteSocial<br />

durante alcuni eventi, come la<br />

Barcolana (#BarcoanaLive e<br />

#FuoriRegata), evento velico<br />

triestino che ogni anno raccoglie<br />

nel Golfo di Trieste migliaia<br />

di vele, o le Invasioni digitali o,<br />

ancora, nell’impegno durante<br />

iniziative come le allerta meteo<br />

(#AllertaMeteoTS).<br />

Il tema walkability aveva una<br />

forte connessione con il quartiere<br />

oggetto di studio, trattandosi di<br />

un area di buona qualità urbana<br />

dove negli ultimi tempi si è potuto<br />

riscontrare una totale occupazione<br />

dello spazio pubblico da<br />

parte delle automobili.<br />

Dopo i seminari si è partiti con<br />

la fase di analisi nella quale si<br />

è verificata una integrazione di<br />

approcci tradizionali, basati su<br />

supporti cartacei ed innovativi<br />

utilizzando in modo intensivo<br />

i social media. In particolare la<br />

tweetmap è diventata una importante<br />

base conoscitiva. Twittando<br />

foto significative, commenti ed<br />

osservazioni, disegni, video, ecc.<br />

con il GPS attivato ed utilizzando<br />

l’hashtag #lumi<strong>2015</strong> è stato<br />

possibile raccogliere parte<br />

delle analisi sviluppate dai<br />

partecipanti all’hackathon<br />

in una tweetmap<br />

(http://147.163.135.69/<br />

lumi<strong>2015</strong>/app/) .<br />

L’hashtag #lumi<strong>2015</strong> è<br />

stato tra i primi dieci trending<br />

topic su twitter durante le<br />

due giornate dell’hackathon.<br />

I settori analizzati sono stati: la<br />

rete pedonale, le aree verdi, le<br />

modalità di uso degli spazi pubblici<br />

e la descrizione dei luoghi.<br />

Particolare attenzione è stata<br />

prestata al rapporto tra strade,<br />

marciapiedi, altezza degli edifici<br />

e verde. Il giorno seguente a<br />

partire dai quadri conoscitivi, costruiti<br />

con strumenti tradizionali<br />

e social, delle idee progettuali.<br />

L’esperienza non si è conclusa<br />

con le 48 ore di hackathon, ma<br />

il processo partecipativo continuerà<br />

nei prossimi mesi e si<br />

cercherà di candidare alcuni progetti<br />

utilizzando le linee di finanziamento<br />

più adeguate al lavoro<br />

effettuato.<br />

Riferimenti Bibliografici<br />

Neis, P., Zielstra, D., Zipf, A. (2011) The street network<br />

evolution of crowdsourced maps: OpenStreetMap<br />

in Germany 2007–2011. Future Internet, 4, 1–21.<br />

doi:10.3390/fi4010001.<br />

Koukoletsos, T., Haklay, M. and Ellul, C. (2012),<br />

Assessing Data Completeness of VGI through an<br />

Automated Matching Procedure for Linear Data.<br />

Transactions in GIS, 16: 477–498. doi: 10.1111/j.1467-<br />

9671.2012.01304.x<br />

Haklay, M. (2010) How good is volunteered<br />

geographical information? A comparative study of<br />

OpenStreetMap and ordnance survey datasets. Environ.<br />

Plan. B, 37, 682–703<br />

Ivan Blecic, Arnaldo Cecchini, Tania Congiu, Giovanna<br />

Fancello, and Giuseppe A. Trunfio. Evaluating<br />

walkability: A capability-wise planning and design<br />

support system. International Journal<br />

of Geographical Information Science, (in press), <strong>2015</strong>.<br />

Ivan Blecic, Arnaldo Cecchini, Tanja Congiu, Giovanna<br />

Fancello, and Giuseppe A. Trunfio. Walkability<br />

explorer: An evaluation and design support tool for<br />

walkability. volume 8582 of Lecture<br />

Notes in Computer Science, pages 511–521. Springer,<br />

2014.<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 37<br />

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Intergraph Corporation or its subsidiaries in the United States and in other countries.


MERCATO<br />

La prima mappatura geografica di Plutone<br />

La sonda interplanetaria New Horizons da diversi giorni sta eseguendo<br />

la cosiddetta “encounter sequence”, ovvero la sequenza di comandi<br />

accuratamente composta per trarre il massimo in termini scientifici del<br />

rapidissimo passaggio che, in data 14 Luglio, il veicolo ha fatto in prossimità<br />

di Plutone. Per le caratteristiche della missione e della traiettoria<br />

utilizzata, questo unico passaggio costituirà il momento della verità per<br />

una missione iniziata più di quindici anni fa (dalla proposta alla sua<br />

messa in pratica) e che vedrà l’umanità raggiungere anche quest’ultimo<br />

avamposto del Sistema Solare.<br />

New Horizons è stata la soluzione ad alta velocità che ha preferito scommettere<br />

su un unico passaggio, detto “fly-by”, del sistema plutonico,<br />

piuttosto che spendere altri decenni per un avvicinamento più lento.<br />

Il Sistema Solare è ancora troppo grande per la nostra tecnologia e passeranno<br />

molti anni prima che un robot dalla Terra passi di nuovo per<br />

queste zone dello spazio.<br />

Partita il 19 gennaio 2006 da Cape Canaveral, a bordo di un vettore Atlas<br />

V, la sonda era in viaggio solo da pochi mesi quando ha visto cambiare<br />

lo status del suo target: il 24 agosto dello stesso anno, infatti, l’Unione<br />

Astronomica Internazionale decise di adottare una nuova classificazione<br />

dei pianeti e di declassare Plutone a pianeta nano. Adesso dopo i dati ottenuti<br />

dal passaggio di NH la struttura del pianete piuttosto complessa è<br />

sicuramente da porre in esame per ulteriori aggiornamenti.<br />

Il flyby, che riguarda anche Caronte (la più grande luna di Plutone), è<br />

avvenuto a circa 50.000 km orari, dopo 9 anni abbondanti di un viaggio<br />

siderale in cui New Horizons ha percorso l’enorme distanza di 4,9<br />

miliardi di km.<br />

Durante il rendez-vous la sonda è stata impegnata con i suoi sette strumenti<br />

scientifici per scattare fotografie ai due corpi celesti, mapparne la<br />

superficie e analizzarne la composizione chimica. Plutone, il cui diametro<br />

è pari a 2.368 km, presenta infatti sulla sua superficie alcune particolari<br />

strutture, una a forma di cuore e quattro grandi macchie scure<br />

ubicate alla stessa distanza fra loro, che hanno destato notevole curiosità.<br />

Inoltre, il pianeta ancora definito nano si trova in una zona di "confine"<br />

del Sistema Solare ritenuta di particolare interesse, la "fascia di Kuiper",<br />

gremita da corpi ghiacciati di svariate dimensioni. Un altro elemento di<br />

grande rilievo di Plutone è rappresentato dal fatto che con la sua luna<br />

Caronte costituisce un sistema binario in quanto i due corpi, benché<br />

posti ad una distanza di 19.636 km, girano intorno ad un punto di<br />

gravità comune.<br />

Mentre New Horizons era in viaggio, venivano individuate altre quattro<br />

lune di Plutone: oltre al già citato Caronte, il pianeta nano annovera<br />

Stige, Idra, Cerbero e Notte, i cui nomi, in omaggio al signore dell’Ade,<br />

sono appunto connessi al mondo dell’oltretomba.<br />

Dopo aver compiuto lo storico flyby, la sonda ha osservato un’eclisse<br />

solare e solo allora ha iniziato a trasmettere i dati raccolti al suo centro<br />

di controllo. Ci sono volute ben 4 ore e mezza per il contatto, data la<br />

distanza, e le prime immagini sono rese disponibili sul sito della NASA<br />

nella sezione dedicata a NH. Si tratta di un mosaico di foto.<br />

New Horizons ha portato con sé nel lungo viaggio una serie di oggetti<br />

e testimonianze, connessi all’esplorazione umana dello spazio tra cui un<br />

contenitore con le ceneri dell’astronomo statunitense Clyde Tombaugh,<br />

lo scopritore di Plutone nel 1930, un cd con 434.000 firme raccolte<br />

durante l’iniziativa “Spedisci il tuo nome su Plutone”, la foto del team<br />

scientifico della missione e un francobollo americano del 1991 dedicato<br />

al pianeta nano.<br />

Nel 1991 Plutone rappresentava ancora una realtà assai remota, tanto<br />

che il francobollo reca la scritta "Plutone: non ancora esplorato".<br />

Fonte: (ASI e BIS-Italia)<br />

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38 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong><br />

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MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 39


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40 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


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e ambientali, abbracciano: impianti di produzione<br />

e stoccaggio, settore forense per la scansione di<br />

incidenti stradali, settore navale. La condivisione dei dati<br />

di scansione attraverso SCENE WebShare Cloud, rende<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 41


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42 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


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Il crowd-sensing per monitorare il fondo<br />

stradale. Sinergie di ricerca dalla geomatica<br />

al mapping, dai sensori alla statistica.<br />

Fig. 1 - Il prof.A.Bogliolo e<br />

E.Lattanzi del team SRS.<br />

di Domenico Santarsiero<br />

Le frontiere delle tecnologie sono nulle di fronte alla fantasia applicativa, alle potenzialità di integrazione,<br />

e alla disponibilità delle tecnologie di base. Ciò è tanto più vero nell'era della "IoT" e della disponibilità di<br />

sensori avanzatissimi come MEMS e GPS, di cui i nostri smartPhone sono pieni.<br />

Ma le buone<br />

idee vengono<br />

da lontano,<br />

e l’Università di Urbino<br />

conta una lunga e antica<br />

tradizione, così come<br />

l’associazione NeuNet<br />

che già nel 2012 metteva<br />

le basi del progetto SRS,<br />

presentato ufficialmente<br />

lo scorso 21 febbraio durante<br />

la giornata mondiale<br />

degli Open Data.<br />

Il team di ricerca si compone<br />

di una decina di<br />

persone, attive nei diversi<br />

domini di interesse, e<br />

la cui mappa è sintetizzata<br />

nella penultima<br />

slide di presentazione del<br />

progetto, all’url http://<br />

smartroadsense.it/blog/<br />

it/si-parte/. Il riferimento<br />

completo del team di<br />

ricerca è al Dipartimento<br />

di Scienze di Base e<br />

Fondamenti -> Scuola<br />

di Scienze e tecnologie<br />

dell’Informazione ---<br />

-> Corso di Laurea in<br />

Informatica Applicata.<br />

Ma veniamo a noi con<br />

questa breve intervista<br />

al project leader prof.<br />

Alessandro Bogliolo.<br />

<strong>GEOmedia</strong>: Il vs. progetto<br />

é un po una chimera<br />

per chi dall’Italia é<br />

abituato a vedere l’innovazione<br />

basata soprattutto<br />

nel contesto internazionale<br />

europeo e d’oltreoceano.<br />

Puo’ raccontarci<br />

in breve come nasce<br />

l’idea di SRS e come siete<br />

riusciti a mettere insieme<br />

così tante competenze e<br />

specificità su tecnologie<br />

così trasversali come<br />

quelle del Geo-IT, dei<br />

sensori e delle competenze<br />

sulla gestione delle reti<br />

stradali ?<br />

A.Bogliolo: L’idea di<br />

Smart Road Sense parte<br />

dalla cosapevolezza che<br />

il cloud computing e i<br />

dispositivi mobili siano<br />

arrivati ad un grado di<br />

maturazione tale da offrire<br />

una infrastruttura<br />

pervasiva e diffusa, che<br />

permette di fare innovazione<br />

sviluppando applicazioni<br />

che usano risorse<br />

già esistenti.<br />

Con SRS sfruttiamo il<br />

cloud e gli smartphone<br />

per risolvere un problema<br />

aperto. Infatti non ci<br />

sono tecnologie alternative<br />

per effettuare un<br />

monitoraggio a tappeto<br />

e costante dello stato<br />

delle strade, benchè questo<br />

sia sotto gli occhi di<br />

tutti. Tra l’altro le strade<br />

rappresentano l’asset di<br />

maggior valore di ogni<br />

nazione: il valore del<br />

solo asfalto delle strade<br />

italiane è stimato a circa<br />

1200 miliardi di euro,<br />

con un tempo di rinnovo<br />

di circa 10 anni. Gli accelerometri<br />

già presenti<br />

nei cellulari erano quello<br />

di cui avevamo bisogno<br />

per risolvere il problema<br />

a costo zero.<br />

Avuta l’idea abbiamo<br />

avuto la fortuna di<br />

trovate all’interno del<br />

Dipartimento di Scienze<br />

di Base e Fondamenti<br />

dell’Università di Urbino<br />

tutte le numerose competenze<br />

necessarie a svilupparla.<br />

Gli aspetti del<br />

problema, sia tecnici che<br />

teorici, sono tanti e oltre<br />

a me lavorano al progetto<br />

Alessandro Aldini,<br />

Giacomo Alessandroni,<br />

Alberto Carini, Saverio<br />

Delpriori, Valerio<br />

Freschi, Lorenz Cuno<br />

Klopfenstein, Emanuele<br />

Lattanzi, Gioele Luchetti,<br />

Brendan D. Paolini e<br />

Andrea Seraghiti. [n.d.r.<br />

le competenze e i ruoli<br />

sono rappresentati in una<br />

delle ultime slide di presentazione<br />

del progetto<br />

http://www.slideshare.<br />

net/alessandrobogliolo/<br />

srs-44954749].<br />

I primi test li abbiamo<br />

messi in piedi in pochi<br />

giorni e abbiamo subito<br />

verificato che gli accelerometri<br />

fornivano tutte<br />

le informazioni di cui<br />

avevamo bisogno. Ma ci<br />

sono voluti tre anni per<br />

affrontare con metodo<br />

e rigore tutti i problemi<br />

scientifici e tecnologici<br />

che SRS implica a livello<br />

di elaborazione dei segnali,<br />

di calcolo distribuito,<br />

di applicazioni mobili, di<br />

gestione dei dati, di georeferenziazione,<br />

di gestione<br />

degli utenti, ecc.<br />

<strong>GEOmedia</strong>: in breve,<br />

come funziona il progetto<br />

e da chi potrà essere<br />

impiegato utilmente.<br />

A.Bogliolo:<br />

L’appicazione SRS campiona<br />

gli accelerometri<br />

100 volte al secondo e<br />

usa tecniche di predizione<br />

di cui è esperto il<br />

collega Alberto Carini<br />

per cercare di prevedere<br />

tutte le vibrazioni regolari.<br />

La potenza del residuo<br />

di predizione è l’indice di<br />

irregolarità dell’asfalto (in<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

INTERVISTA<br />

gergo, PPE) che SRS calcola<br />

una volta al secondo.<br />

Ogni 1000 secondi SRS<br />

registra i valori calcolati<br />

e georeferenziati e li trasmette<br />

al server appena<br />

trova una connessione<br />

utile. Il server li riporta<br />

su Open Street Map<br />

con tecniche di Map<br />

Matching e li aggrega<br />

a quelli forniti da altri<br />

utenti per dare robustezza<br />

statistica al dato.<br />

I destinatari principali<br />

sono due. In primis chi<br />

ha la responsabilità della<br />

manutenzione delle strade,<br />

che con SRS potrà<br />

avere a disposizione un<br />

cruscotto per monitorarne<br />

la condizione, pianificare<br />

gli interventi e anche<br />

chiedere aiuto ai cittadini<br />

per monitorare zone<br />

poco frequentate.<br />

Poi ci sono gli automobilisti<br />

e i cittadini in genere,<br />

che possono utilizzare<br />

i dati che la piattaforma<br />

mette a dispozione in<br />

modalità aperta. Questo<br />

consente a chiunque di<br />

sviluppare applicazioni<br />

che sfruttino i dati prodotti<br />

da SRS mentre noi<br />

ci concentriamo a rendere<br />

sempre più efficiente<br />

il sistema di raccolta dei<br />

dati stessi.<br />

Ben vengano quindi altri<br />

sviluppatori e innovatori<br />

che usino SRS come<br />

piattaforma. Ad esempio<br />

siamo già a a conoscenza<br />

di gruppi che stanno<br />

sviluppando plugin per<br />

sistemi GIS e algoritmi di<br />

ottimizzazione di interventi<br />

di manutenzione.<br />

<strong>GEOmedia</strong>: SRS nasce<br />

nella scia di una convergenza<br />

strategica tra<br />

crowd-sensing, applicazioni<br />

LBS e l’uso social degli<br />

abbondanti sensori di<br />

attitude a bordo di ogni<br />

smartphone di ultima<br />

generazione. Gli aspetti<br />

social e di geografia intelligente<br />

del progetto sono<br />

più che evidenti. Pensate<br />

che il progetto possa contribuire<br />

a stimolare una<br />

nuova coscienza techno<br />

& social (location-based<br />

social networks) e perché<br />

no contribuire anche in<br />

Italia alla cultura delle<br />

Smart City ?<br />

A.Bogliolo: La domanda<br />

è cosi ben posta che la<br />

risposta potrebbe essere<br />

un semplice sì. Infatti<br />

l’architettura del progetto<br />

è già così organizzata e<br />

pensata per sviluppare<br />

anche altre applicazioni,<br />

mettendo insieme le<br />

potenzialità di una infrastruttura<br />

come cloud<br />

computing, smartphone e<br />

gli utenti che in qualche<br />

maniera partecipano o<br />

sono coinvolti in diverse<br />

tipologie di azioni.<br />

Questo progetto fa parte<br />

quindi di una nostra<br />

visione più ampia che abbiamo<br />

chiamato you sense.it,<br />

che si collega a sua<br />

volta ad un altro progetto<br />

universitario denominato<br />

VirtualSense. Ma lavorare<br />

su un framework generale<br />

appesantisce il processo,<br />

e così al momento SRS<br />

vive di vita autonoma e<br />

sta diventando a sua volta<br />

una piattaforma messa<br />

a disposizione di chi ha<br />

voglia di continuare a sviluppare<br />

in altre direzioni,<br />

per altri scopi.<br />

Indubbiamente SRS<br />

si colloca in ambito<br />

SmartCity e può contribuire<br />

al coinvolgimento<br />

attivo degli utenti.<br />

<strong>GEOmedia</strong>: nel progetto<br />

SRS vi è già un<br />

abbondante uso del<br />

prodotto principe del<br />

crowd-mapping come<br />

Open Street Map. Pensate<br />

che SRS in futuro possa<br />

allargare le sue funzionalità<br />

nell’ambito degli ITS<br />

su problematiche come<br />

flussi di traffico, o altre<br />

informazioni ?<br />

A.Bogliolo: In parte a<br />

questa domanda ho già<br />

risposto, ma la questione<br />

dei flussi di traffico merita<br />

un approfondimento,<br />

in quanto i dati che noi<br />

rilasciamo, o meglio che<br />

calcoliamo, presentano<br />

un flusso per così dire<br />

quasi statico o meglio<br />

ancora “lentamente variabile”,<br />

cosa che non si<br />

sposa con la tipologia di<br />

dinamicità tipica dei flussi<br />

di traffico.<br />

Invece le potenzialità di<br />

SRS sono più legate alla<br />

capacità di vedere lo stato<br />

della strada come una<br />

evoluzione nel tempo.<br />

Tutto ciò non è ancora<br />

visibile nel sito, ma<br />

immaginiamo che con<br />

i dati raccolti è come se<br />

facessimo una fotografia<br />

a settimana dello stato<br />

di manutenzione delle<br />

strade, per vedere poi<br />

come evolve la situazione<br />

e valutare quindi l’ammaloramento<br />

del manto<br />

stradale. Il monitoraggio<br />

del traffico è invece una<br />

cosa che bisogna fare in<br />

tempo reale, e la nostra<br />

applicazione non è concepita<br />

per questo.<br />

<strong>GEOmedia</strong>: il vostro<br />

progetto ha le caratteristiche<br />

per candidarsi<br />

a diventare un raro e<br />

vero spin-off o startup<br />

italiano nel contesto internazionale.<br />

A parte la<br />

vostra road map già ben<br />

definita, e il supporto degli<br />

attori locali della mobilità<br />

come la Provincia<br />

di Pesaro e Urbino, la<br />

Fondazione Cassa di<br />

Risparmio di Pesaro e le<br />

Autolinee Vitali. Avete<br />

già trovato il vostro ambasciatore<br />

per l’internazionalizzazione<br />

di questa<br />

affascinante idea?<br />

Fig. 2 - La cover page del progetto di crowdsensing civico SRS.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 45


MERCATO INTERVISTA<br />

Fig. 3 - Una prima mappa nazionale dello stato di manutenzione delle strade.<br />

A.Bogliolo: Direi proprio<br />

di si e il nostro<br />

ambasciatore si chiama<br />

HORIZON 2020,<br />

il programma della<br />

Commissione Europea<br />

nel cui ambito abbiamo<br />

appena ottenuto un<br />

finanziamento per un<br />

progetto internazionale<br />

basato su SRS. Preferisco<br />

non svelare la partnership<br />

perchè siamo nella fase di<br />

stipula dell’accordo preliminare<br />

e non lo ritengo<br />

corretto, ma lo annunceremo<br />

nelle prossime<br />

settimane.<br />

<strong>GEOmedia</strong>: a questo<br />

punto un’ultima domanda.<br />

Quali sono i tempi<br />

per il consolidamento<br />

del progetto e la messa a<br />

regime dopo le fasi sperimentali.<br />

E chi gli attori e<br />

la forma che assumerà il<br />

progetto in un contesto<br />

sempre più di cultura<br />

dell’open source e degli<br />

open data ?<br />

A.Bogliolo: Il progetto<br />

fin dall’inizio ha scelto di<br />

navigare lungo i sentieri<br />

degli open data, non a<br />

caso la prima uscita pubblica<br />

è stata proprio il 21<br />

Febbraio scorso a Pesaro<br />

nel corso della giornata<br />

degli Open Data. Ma<br />

l’aspetto che più si sposa<br />

con l’ambito di questa<br />

domanda, è la prossima<br />

fase di gamification del<br />

progetto, in cui gli utenti<br />

saranno coinvolti in maniera<br />

attiva e con un obbiettivo<br />

specifico; quello<br />

di conquistare una strada,<br />

un settore della mappa<br />

di SRS.<br />

Ma v’è di più, le amministrazioni<br />

pubbliche<br />

che gestiscono la manutenzione<br />

delle strade,<br />

potranno usare questa<br />

opzione per creare delle<br />

specifiche community<br />

di utenti/automobilisti,<br />

che in base alla quantità<br />

di informazioni inviate,<br />

potranno acquisire dei<br />

crediti che enti terzi<br />

potranno decidere di<br />

monetizzare per attuare<br />

le proprie strategie e<br />

premiare questa forma di<br />

cittadinanza attiva..<br />

Immaginiamo una zona<br />

della città le cui strade<br />

sono poco frequentate,<br />

quindi con pochi dati<br />

per capire lo stato di<br />

ammaloramento del<br />

fondo stradale. A questo<br />

punto l’amministrazione<br />

potrebbe incentivare<br />

gli utenti a passare per<br />

quelle strade, magari<br />

offrendo in cambio ore<br />

di parcheggio gratuito.<br />

In sostanza l’aspetto della<br />

gamification serve a fidelizzare<br />

l’utente, il quale<br />

potrà usare SRS come<br />

un gioco nel cui ambito<br />

conquisterà le strade e ci<br />

metterà sopra la propria<br />

bandiera in una sorta di<br />

competizione che ha per<br />

oggetto il senso civico e il<br />

bene comune.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geomatica; ricerca; Horizon<br />

2020; crowdsensing; SRS<br />

ABSTRACT<br />

<strong>GEOmedia</strong> interview the project<br />

leader SmartRoadSense (SRS) Alessandro<br />

Bogliolo. SmartRoadSense<br />

(SRS) is the crowdsensing to monitor<br />

the road surface. Research synergies<br />

from geomatics to mapping,<br />

from sensors to statistics.<br />

AUTORE<br />

Domenico Santarsiero<br />

dsgeo57@gmail.com<br />

46 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


• Durata volo 30’ a pieno carico<br />

• Payload 600 gr.<br />

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30 minuti di autonomia<br />

con 600 gr di carico<br />

• Possibilità d’uso in aree critiche (Enac)<br />

• Massima elevazione a 13,5 m.<br />

• Modalità d’uso orizzontale e verticale<br />

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MERCATO GI IN EUROPE<br />

Digital Single Market,<br />

Nazioni Unite ed informazioni<br />

geografica:<br />

dove stiamo andando?<br />

di Mauro Salvemini<br />

Una delle più importanti impressioni<br />

che ebbi durante la recente<br />

conferenza INSPIRE di maggio a<br />

Lisbona era stata che il posizionamento<br />

strategico ed operativo del<br />

DSM ( Digital Single Market)<br />

nei confronti dei dati geografici<br />

e cartografici digitali necessitasse<br />

profondi affinamenti da parte di<br />

chi nell’ambito della commissione<br />

ha in carico INSPIRE.<br />

Il DSM della Commissione Junker,<br />

pur invocando la importanza<br />

dei dati di localizzazione per l’ecommerce,<br />

stenta infatti a concretizzare<br />

un modello nel quale<br />

direttive quali INSPIRE possano<br />

direttamente essere integrate.<br />

Del resto le differenze tra gli Stati<br />

Membri (SM) sono e rimangono<br />

notevoli nell’ambito dei dati geografici.<br />

L’Italia partecipa con circa<br />

280 data set al repertorio europeo<br />

di dati e servizi geografici<br />

mentre altri SM pubblicano migliaia<br />

o decine di migliaia di data<br />

set e di servizi. Qualcuno potrebbe<br />

sostenere che è un problema<br />

italiano ed infatti questa estate<br />

esso è circolato abbondantemente<br />

su Twitter dove si è perorata la<br />

causa che il nostro governo (per<br />

il tramite del Ministero dell’Ambiente)<br />

autorizzi la pubblicazione<br />

sul portale di INSPIRE delle<br />

migliaia di data set e di servizi<br />

catalogati dal RNDT ( http://<br />

www.rndt.gov.it/RNDT/home/<br />

index.php) dell’AGID. Sinora è<br />

stata vox clamans in deserto: non<br />

è successo niente e sulla base della<br />

nostra storia nazionale di INSPI-<br />

RE le speranze che la questione<br />

si risolva ritengo siano scarse, pur<br />

non volendo essere tacciato di<br />

cassandrismo.<br />

Ma dalla UE in quanto entità<br />

politica, ci si aspetta una visione<br />

politica anche sul tema della<br />

informazione geografica dopo<br />

l’insediamento della nuova CE,<br />

ma a questo riguardo sembra<br />

che il tavolo delle strategie si sia<br />

spostato al piano superiore visto<br />

l’impegno che le Nazioni Unite<br />

per il tramite dell’UN GGIM sta<br />

ponendo sulle raccomandazioni<br />

legate all’informazione geografica<br />

. Regionalmente, a livello globale,<br />

è stato creato il UN-GGIM<br />

Europe (http://un-ggim-europe.<br />

org) e proprio in un suo recentissimo<br />

documento appare lo<br />

schema che potrebbe dare qualche<br />

dritta di dove e come stiamo<br />

andando con DSM ed INSPIRE<br />

per la IG<br />

(http://un-ggim-europe.org/<br />

sites/default/files/<strong>2015</strong>-07-08_<br />

UN-GGIM-Europe_Report<br />

from SWG B1 on Priority User<br />

Needs ver 1.0.pdf).<br />

Il rapporto, che nell’allegato<br />

contiene circa 40 casi di studio<br />

compreso quello dell’Italia eseguito<br />

dall’ISTAT sul “commuting<br />

people”, evidenzia l’importanza<br />

degli istituti nazionali di statistica<br />

anche per gli sviluppi futuri.<br />

“The Census 2021 will be a big<br />

undertaking for the NSIs as geospatial<br />

workflows and technology<br />

can increase the usefulness of the<br />

results and make them point-based<br />

rather than census-area based.”<br />

L’altro rapporto prodotto dall’<br />

UN GGIM Europe è sulla “Data<br />

Definition and Access Conditions”,<br />

il punto cruciale a livello<br />

europeo per fare circolare i dati<br />

prodotti dagli Stati Membri<br />

(SM) e per influire sulle politiche<br />

e attuazioni di ciascun SM relativamente<br />

alla IG<br />

(http://un-ggim-europe.org/si-<br />

tes/default/files/GGIM-Europe-<br />

Working Group 1 - Report –<br />

20140411.pdf).<br />

Qui la trattazione scende nuovamente<br />

al piano inferiore dei goal<br />

globali. Il comitato UN GGIM<br />

Europe, formato dai rappresentanti<br />

delle Agenzie cartografiche<br />

nazionali, e nato per il tramite<br />

della associazione EUROGEO-<br />

GRAPHICS alla quale partecipano<br />

onerosamente l’IGM ed il<br />

Catasto italiano. E’ opportuno<br />

citare qualche tema caldo trattato<br />

nel report: i “free core data”,<br />

come definire i dati di base e<br />

quale modello usare per distribuire<br />

“gratis” i dati o loro parti;<br />

come considerare e che cosa fare<br />

nei confronti dei “collaborative<br />

data” una volta chiamati “ open<br />

source data”. Questi inglesi bisogna<br />

lasciarli proprio fare quando<br />

si tratta di coniare nuovi termini<br />

tecnologici!<br />

Si ipotizza e si tratta anche della<br />

possibilità che i data set di base<br />

possano essere distribuiti in una<br />

versione “ light” gratis ed in una<br />

versione “premium” a pagamento.<br />

Nelle more di una situazione<br />

riconosciuta come non completamente<br />

definita, nonostante<br />

INSPIRE, il comitato auspica<br />

un dialogo tra “chi” ha bisogno<br />

dei dati cartografici di base e le<br />

agenzie cartografiche nazionali.<br />

Si evidenzia peraltro che tale<br />

dialogo non è ancora iniziato e<br />

manca un luogo deputato a farlo.<br />

Che si stiano candidando a<br />

tale proposito? Si evidenzia in tal<br />

modo un punto a svantaggio dei<br />

risultati raggiunti dalla policy di<br />

INSPIRE.<br />

Su tutto incombe la definizione<br />

“authoritative data” che sono<br />

quelli che le agenzie o enti cartografici<br />

degli stati membri riconoscono<br />

come di loro competenza.<br />

Ma in italiano che cosa sono?<br />

Come traduciamo la definizione?<br />

Sarebbe certamente di grande<br />

aiuto conoscere il punto di vista<br />

e la traduzione usata dai rappresentanti<br />

italiani e dai nostri enti<br />

cartografici. Se traduciamo con<br />

“ufficiale” sorge la domanda: i<br />

dati prodotti dalle regioni, giusto<br />

per considerare gli enti non<br />

ufficialmente cartografici ma<br />

certamente autorevoli, sono “ authoritative<br />

data” o no? Se lo sono<br />

non si capisce perché in Italia il<br />

RNDT, che contiene tra l’altro<br />

anche i dati regionali, non sia<br />

stato ancora trasmesso ad INSPI-<br />

RE; se non lo sono si pone il problema<br />

di quale sia il modello di<br />

produzione, il flusso, la diffusione<br />

e il business che oggi esiste in<br />

Italia relativamente all’informazione<br />

geografica. Ritengo di non<br />

rischiare molto nell’affermare che<br />

ad una domanda di questo genere<br />

la maggioranza degli addetti risponderebbe<br />

che questo modello<br />

in Italia non è chiaro o non esiste.<br />

Certo è stata un vera sfortuna<br />

che il gruppo di lavoro 3, presieduto<br />

proprio dall’Italia, sugli<br />

“ institutional arrangements” 1 che<br />

UN GGIM Europe pose in essere<br />

nel 2013 sia scomparso nel<br />

prosieguo dei lavori. L’Italia per<br />

prima ne avrebbe potuto trarre<br />

vantaggio.<br />

Riferimenti<br />

1) Italy will lead working<br />

group 3, dealing with institutional<br />

arrangements? Working<br />

group 3 will, among other<br />

topics, work on a governance<br />

structure for UN-GGIM- Europe<br />

(including the future role<br />

of the European Commission<br />

and other relevant bodies).<br />

http://www.eurogeographics.<br />

org/sites/default/files/Notes-<br />

UN-GGIM-Europe-Meeting-<br />

20130725-V4.pdf<br />

48 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2015</strong> 49


AGENDA<br />

25-26 settembre <strong>2015</strong><br />

Dronitaly<br />

Milano<br />

www.geoforall.it/k364u<br />

28-30 settembre <strong>2015</strong><br />

ISPRS Laser Scanning <strong>2015</strong> e<br />

GeoSpatial Week<br />

La Grande Motte (Francia)<br />

www.geoforall.it/kkwq9<br />

29 settembre-1 ottobre <strong>2015</strong><br />

XIX Conferenza Nazionale ASITA<br />

Lecco<br />

www.geoforall.it/frca<br />

8 ottobre <strong>2015</strong><br />

ENVI e SARscape User Group<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/k349y<br />

14-16 Ottobre <strong>2015</strong><br />

Esri European User Conference<br />

<strong>2015</strong><br />

Salzburg (Austria)<br />

www.geoforall.it/k3r8p<br />

19-20 October <strong>2015</strong><br />

Southampton (UK)<br />

“Oblique camera and dense image<br />

matching” EuroSDR / ISPRS<br />

Workshop<br />

www.geoforall.it/k34wa<br />

20-22 ottobre<br />

Simposio Europeo AFCEA in<br />

“Urbanisation, Migration, Disaster<br />

Relief: Key Challenges of the<br />

Future”<br />

Berlino (Germania)<br />

www.geoforall.it/k34xu<br />

20-23 October <strong>2015</strong><br />

Earth Observation for Water Cycle<br />

Science <strong>2015</strong><br />

Frascati<br />

www.geoforall.it/kk8x4<br />

21-23 ottobre <strong>2015</strong><br />

Space Week <strong>2015</strong><br />

Roma<br />

www.geoforall.it/k33qy<br />

24-25 ottobre <strong>2015</strong><br />

SpaceUp Rome<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/k3h4u<br />

27-29 Ottobre <strong>2015</strong><br />

5th International Galileo Science<br />

Colloquium<br />

Braunschweig (Germany)<br />

www.geoforall.it/kk6cc<br />

28-30 ottobre <strong>2015</strong><br />

Smart Mobility World <strong>2015</strong><br />

Monza<br />

www.geoforall.it/k36cr<br />

4-5 novembre <strong>2015</strong><br />

Mapping Urban Areas from Space<br />

Conference<br />

Frascati (Roma)<br />

www.geoforall.it/k3h8r<br />

12 - 13 November <strong>2015</strong><br />

ESA - ESRIN - V EARSeL<br />

workshop Remote Sensing for<br />

Cultural Heritage<br />

Frascati (Roma)<br />

www.geoforall.it/k3k4w<br />

23 novembre <strong>2015</strong><br />

Third Eurographics Workshop<br />

on Urban Data Modelling and<br />

Visualisation<br />

Delft (The Netherlands)<br />

www.geoforall.it/kkc39<br />

10-12 febbraio 2016<br />

GIM International Summit<br />

Amsterdam (The Netherlands)<br />

www.geoforall.it/k38cy<br />

26-27 Aprile 2016<br />

GISTAM 2016<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/k3hd4<br />

14-16 ottobre <strong>2015</strong><br />

Smart City Exhibition <strong>2015</strong><br />

“Citizen Data Festival”<br />

Bologna<br />

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