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Archeomatica_2_2023

Tecnologie per i beni culturali

Tecnologie per i beni culturali

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ivista trimestrale, Anno XV - Numero 2 <strong>2023</strong><br />

www.archeomatica.it<br />

ArcheomaticA<br />

Tecnologie per i Beni Culturali<br />

Intelligenza Artificiale<br />

Applicata al Patrimonio Culturale<br />

Fotogrammetria di Bassorilievi<br />

Assiri recentemente scoperti<br />

Il Supercalcolatore<br />

Pre-Exascale Leonardo<br />

Handwritten Text<br />

and Music Recognition


Tecnologie<br />

per le Scienze<br />

della Terra e del Mare<br />

Magnetometri<br />

terrestri<br />

Magnetometri<br />

marini<br />

Magnetometri<br />

per drone<br />

Leggeri e intuitivi per rilievi<br />

ambientali e geologici: progetto<br />

preimpostato, dati visualizzati<br />

a colori e con il rumore di<br />

fondo più basso del mercato.<br />

Rapidi, accurati, acquisiscono dati<br />

ad altissima risoluzione in acque<br />

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La parola ai robot<br />

EDITORIALE<br />

Ancora un’altra rilevante scoperta archeologica a Faida, nei pressi di Duhok, nella regione<br />

settentrionale del Kurdistan iracheno. Con la collaborazione italiana dell’Universita’ di Udine<br />

il Kurdish Italian Faida Collaboration Project (KIFAP), solo nella campagna di scavo del 2019,<br />

ha portato alla luce una decina di inediti bassorilievi rupestri realizzati (VIII-VII sec.) con una<br />

tecnica scultorea che potremmo definire di stiacciato donatelliano, lungo la monumentale opera<br />

ingegneristica di un canale d’irrigazione, fatto scavare probabilmente dal re Sennacherib e forse già<br />

da suo padre Sargon II.<br />

Nelle lastre scultoree che costituiscono il Parco Archeologico Moderno di Fuida, inaugurato<br />

nell’ottobre del 2022 - un’altra delle meraviglie del mondo - sfila l’intero Pantheon astronomico<br />

assiro della terra di Ninive. Nel 2020, come hanno illustrato Alberto Savioli e Federica Murana in<br />

questo numero di ARCHEOMATICA, Daniele Morandi Bonacossi, che ha diretto l’intera missione con<br />

il Dipartimento alle Antichità iracheno, ha ricevuto il premio International Archeological Discovery<br />

Award Kaled Al Asaad e nei due anni successivi altri tre pannelli sono ricomparsi dalla prospezione<br />

archeologica eseguita sia con scansioni Laser che con riprese fotogrammetriche, continuando le<br />

ricerche nella zona post bellica, con tutti gli accorgimenti necessari per il volo da drone di ripresa<br />

aerea e senza alcun automatismo possibile.<br />

Dedicato inoltre agli studi di alcuni tra i più accreditati interpreti dell’Intelligenza Artificiale,<br />

questo numero di ARCHEOMATICA si addentra nel passato prossimo più sostanzioso, da più di mezzo<br />

secolo, di una delle tecnologie oggi tra le più discretamente proiettate a livello istituzionale non<br />

solo nella conservazione e nell’archiviazione dei beni culturali, ma anche nella valorizzazione<br />

(o diffusione, o divulgazione) e sempre più addentrata nel futuribile della storia e della critica<br />

dell’arte, arte classica compresa.<br />

Ne da’ in questo numero un penetrante campo lungo l’articolo di Luca Papi ed Antonella Petrillo,<br />

nel quale non poteva mancare il riferimento al MAV, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano,<br />

una delle iniziative istituzionali pionieristiche nell’impiego della tecnologia digitale ed una scatola<br />

delle meraviglie, che non ha nulla da invidiare alla spettacolarità teatrale dei primi passi della<br />

cinematografia di ricostruzione storica, anche italiana, fra gli altri, quella pionieristica del Colossal<br />

di Gli Ultimi giorni di Pompei del regista Mario Caserini nel 1913. Se ne diversifica per il rigore del<br />

recupero archeologico, reso sempre più immune da leziose stilizzazioni e da anacronismi di dettagli<br />

e scenari anastilotici, anche se non scevra da ogni sensazionalismo nella finalità di potenziare la<br />

fruizione del visitatore. E, forse, con minore commovente passione nei dialoghi, come pure di<br />

capacità di sintesi e di astrazione, quindi di programmazione, anche per le attività gestionali, la cui<br />

logistica inoltre contribuisce ad espandere e non solo a sviluppare e progettare.<br />

Fondamentale a questo proposito nel presente numero di ARCHEOMATICA ricordare il Cloud<br />

Computer Leonardo nell’articolo di Antonella Guidazzoli e Maria Chiara Liguori, inaugurato al<br />

Tecnopolo Cineca di Bologna alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel<br />

novembre 2022.<br />

AI o IA non è soltanto la tecnologia che consente al ricercatore di scovare, immagazzinare e<br />

trasmettere al futuro il leggibile, nel quale ora sono inclusi dalle tecnologie di riconoscimento come<br />

Handwritten Text (HTR) e Optical Music Recognition (OMR) anche manoscritti, papiri e pentagrammi<br />

musicali o il visibile, in cui è compreso l’invisibile fino a ieri, ma è anche una tecnologia che<br />

supporterà i lettori, mutuando dall’intelligenza umana la capacità di apprendimento.<br />

Saranno le IA tra non molto non solo l’obbiettivo e il drone a documentare le realtà di un fenomeno,<br />

della vita comune e di un fatto di cronaca o lo schedatore di opere d’arte che le collaziona o il<br />

bibliotecario che sistematizza il libro nella sintesi di una scheda, cioè un monumentale catalogo<br />

on line, ma saranno anche il bibliotecario perduto a leggerle: chi le opere, che contribuisce a<br />

conservare, sarà in grado di analizzare e studiare. IA non è soltanto un competitor della nostra<br />

autostima come il gioco o un’estensione della nostra attività contemplativa come il film o lo<br />

streaming musicale, ma ci informa, vanaglorioso, che ogni giorno che passa sempre di più impara a<br />

parlare.<br />

Buona lettura,<br />

Valerio Carlucci


IN QUESTO NUMERO<br />

DOCUMENTAZIONE<br />

6 Alla scoperta dei bassorilievi<br />

di Faida. Il Kurdish-Italian<br />

Faida Archaeological Project<br />

(KIFAP)<br />

Di Alberto Savioli, Federica Murana<br />

In copertina particolare delle elaborazioni<br />

geometriche e mesh con texture del bassorilievo<br />

“R8” dei rilievi Assiri di Faida nel<br />

cuore dell'antica Assiria, eseguito con prese<br />

fotogrammetriche con drone, processate<br />

con software 3Dflow 3DF Zephyr, grazie al<br />

quale è stato possibile estrarre dalle foto<br />

le rispettive nuvole di punti e modelli 3D.<br />

©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />

12 Il Supercalcolatore<br />

Pre-Exascale Leonardo:<br />

Contributi al Mondo del<br />

Patrimonio Culturale<br />

di Antonella Guidazzoli,<br />

Maria Chiara Liguori<br />

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ArcheomaticA<br />

Tecnologie per i Beni Culturali<br />

Anno XV, N° 2 - <strong>2023</strong><br />

<strong>Archeomatica</strong>, trimestrale pubblicata dal 2009, è la prima rivista<br />

italiana interamente dedicata alla divulgazione, promozione<br />

e interscambio di conoscenze sulle tecnologie per la tutela,<br />

la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio<br />

culturale italiano ed internazionale. Pubblica argomenti su<br />

tecnologie per il rilievo e la documentazione, per l'analisi e la<br />

diagnosi, per l'intervento di restauro o per la manutenzione e,<br />

in ultimo, per la fruizione legata all'indotto dei musei e dei<br />

parchi archeologici, senza tralasciare le modalità di fruizione<br />

avanzata del web con il suo social networking e le periferiche<br />

"smart". Collabora con tutti i riferimenti del settore sia italiani<br />

che stranieri, tra i quali professionisti, istituzioni, accademia,<br />

enti di ricerca e pubbliche amministrazioni.<br />

Direttore<br />

Renzo Carlucci<br />

dir@archeomatica.it<br />

Direttore Responsabile<br />

Michele Fasolo<br />

michele.fasolo@archeomatica.it<br />

Comitato scientifico<br />

Giuseppe Ceraudo, Annalisa Cipriani, Maurizio<br />

Forte, Bernard Frischer, Giovanni Ettore<br />

Gigante, Mario Micheli, Stefano Monti,<br />

Luca Papi, Marco Ramazzotti,<br />

Antonino Saggio, Francesca Salvemini,<br />

Rodolfo Maria Strollo<br />

Redazione<br />

Valerio Carlucci<br />

valerio.carlucci@archeomatica.it<br />

redazione@archeomatica.it<br />

Matteo Serpetti<br />

matteo.serpetti@archeomatica.it<br />

Maria Chiara Spezia<br />

chiaraspiezia@archeomatica.it


16 L’intelligenza<br />

artificiale applicata al<br />

patrimonio culturale<br />

- Una innovazione<br />

tecnologica per la<br />

conservazione e la<br />

valorizzazione del<br />

patrimomio culturale<br />

di Luca Papi, Antonella Petrillo<br />

RUBRICHE<br />

24 AZIENDE E<br />

PRODOTTI<br />

Soluzioni allo Stato<br />

dell'Arte<br />

28 AGORÀ<br />

Notizie dal mondo delle<br />

Tecnologie dei Beni<br />

Culturali<br />

MUSEI<br />

20 Handwritten Text and<br />

Music Recognition come<br />

risorsa per il Patrimonio<br />

Culturale<br />

di Roberto Ribuoli<br />

34 EVENTI<br />

INSERZIONISTI<br />

CHNT 33<br />

Cipa Heritage 27<br />

Codevintec 2<br />

Esri 34<br />

Gter 10<br />

Planetek 2<br />

Stonex 11<br />

Strumenti Topografici 35<br />

TechnologyForAll 36<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Science & Technology Communication<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

Tatiana Iasillo<br />

t.iasillo@mediageo.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95<br />

00185 Roma<br />

tel. 06.64.87.12.09<br />

fax. 06.62.20.95.10<br />

www.archeomatica.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

Daniele Carlucci<br />

daniele@archeomatica.it<br />

Editore<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

<strong>Archeomatica</strong> è una testata registrata al<br />

Tribunale di Roma con il numero 395/2009<br />

del 19 novembre 2009<br />

ISSN 2037-2485<br />

Stampato da Bona Digital Print Srl<br />

Condizioni di abbonamento<br />

La quota annuale di abbonamento alla rivista è di<br />

€ 45,00. Il prezzo di ciascun fascicolo compreso<br />

nell’abbonamento è di € 12,00.<br />

Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato è di<br />

€ 15,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.Per<br />

abbonarsi: www.archeomatica.it<br />

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità<br />

dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale<br />

del contenuto di questo numero della Rivista<br />

in qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento<br />

elettronico o meccanico, ivi inclusi i sistemi di<br />

archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto<br />

dell’editore.<br />

Data chiusura in redazione: 30 giugno <strong>2023</strong>


DOCUMENTAZIONE<br />

Alla scoperta dei bassorilievi di<br />

Faida. Il Kurdish-Italian Faida<br />

Archaeological Project (KIFAP)<br />

di Alberto Savioli, Federica Murana<br />

Fig. 1 - Foto del bassorilievo “R4”, particolare. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />

Nel 2019, il team del Kurdish-<br />

Italian Faida Archaeological Project<br />

ha riportato alla luce un gruppo<br />

di bassorilievi Assiri a Faida, in<br />

Iraq. La missione archeologica,<br />

coordinata dal Professor Daniele<br />

Morandi Bonacossi dell’Università di<br />

Udine insieme alla Direzione delle<br />

Antichità di Duhok, si è aggiudicata<br />

il titolo di scoperta archeologica più<br />

importante del 2019, vincendo il<br />

premio mondiale per l’archeologia<br />

Khaled al-Asaad.<br />

La scoperta a cui si fa riferimento<br />

in questo articolo<br />

riguarda dieci imponenti<br />

bassorilievi assiri rinvenuti a<br />

Faida, nel Kurdistan Iracheno<br />

settentrionale, grazie al Kurdish-Italian<br />

Faida Archaeological<br />

Project (KIFAP), un progetto<br />

congiunto condotto da Daniele<br />

Morandi Bonacossi dell’Università<br />

di Udine e da Bekas<br />

Jamaluddin Hasan della Direzione<br />

delle Antichità di Duhok.<br />

Il ritrovamento di questi rilievi<br />

rupestri dell’VIII secolo a.C. si è<br />

aggiudicato il titolo di scoperta<br />

archeologica più importante del<br />

2019 a livello mondiale, vincendo<br />

nel 2020 il prestigioso International<br />

Archaeological Discovery<br />

Award Khaled al-Asaad.<br />

Questo incredibile ritrovamento<br />

è stato riconosciuto anche<br />

dalla Fondazione International<br />

alliance for the protection<br />

of heritage in conflict areas<br />

(ALIPH), l’unico fondo globale<br />

dedicato esclusivamente alla<br />

protezione e riabilitazione del<br />

patrimonio culturale in aree<br />

di conflitto e post-conflitto.<br />

Daniele Morandi Bonacossi,<br />

professore del Dipartimento di<br />

Studi Umanistici e del Patrimonio<br />

Culturale (DIUM) dell’Università<br />

di Udine e coordinatore<br />

della missione archeologica,<br />

ha ricevuto il premio da parte<br />

della giuria internazionale nel<br />

novembre 2020 a Paestum, in<br />

occasione della XXIII Borsa Mediterranea<br />

del Turismo Archeologico<br />

(BMTA).<br />

I RILIEVI ASSIRI DI FAIDA NEL<br />

CUORE DELL’ANTICA ASSIRIA<br />

Tutto ebbe inizio tra l’estate<br />

e l’autunno del 2019, in cui<br />

un gruppo di archeologi della<br />

missione italo-curda individuarono<br />

durante gli scavi nel sito<br />

di Faida, un complesso di dieci<br />

bassorilievi risalenti all’epoca<br />

assira (VIII-VII secolo a.C.).<br />

6 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 7<br />

Di dimensione imponente – lunghezza<br />

di quasi 5 metri e altezza<br />

di 2 metri - essi si estendono<br />

lungo un antico canale di irrigazione<br />

di quasi 10 km di lunghezza<br />

che venne probabilmente<br />

progettato durante il regno del<br />

sovrano Sennacherib (704-681<br />

a.C.) o, forse, già da suo padre<br />

re Sargon II (721-705 a.C.): scolpite<br />

nella roccia, si stagliano la<br />

figura del re e tutta una serie di<br />

divinità e animali sacri (Fig. 1),<br />

atti ad indicare la venerazione<br />

per il grande pantheon assiro da<br />

parte del popolo, e a celebrare<br />

la costruzione del canale d’irrigazione<br />

che avrebbe garantito<br />

fertilità al terreno e prosperità<br />

per coloro che abitavano quelle<br />

terre. Oggi il canale si trova<br />

quasi completamente sepolto<br />

da diversi strati di terra depositati<br />

dall’erosione del fianco<br />

della collina, i quali hanno ricoperto<br />

alcuni dei pannelli assiri.<br />

Gli scavi archeologici sono proseguiti<br />

anche negli anni successivi,<br />

riportando alla luce altri<br />

tre bassorilievi tra il 2021 e il<br />

2022, per un totale di tredici<br />

pannelli. Queste opere hanno in<br />

comune la stessa composizione,<br />

che raffigura il sovrano assiro<br />

ritratto ad entrambe le estremità<br />

di ciascuno dei pannelli,<br />

mentre al centro troviamo rappresentate<br />

delle statue di sette<br />

divinità su dei piedistalli posti a<br />

loro volta sul dorso di animali.<br />

Si nota come gli animali avanzino<br />

verso destra, richiamando<br />

il senso della corrente dell’acqua<br />

che anticamente scorreva<br />

nel canale. Tra le figure divine<br />

raffigurate vediamo il dio Assur,<br />

la più importante divinità del<br />

pantheon assiro, su un dragone<br />

e un leone con corna, seguita<br />

da sua moglie Mullissu, seduta<br />

Fig. 2 - Mesh con texture del bassorilievo “R4”, vista dall’alto. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />

su un elaborato trono sorretto<br />

da un leone; vi è poi il dio della<br />

luna, Sin, anch’egli su un leone<br />

con corna, il dio della sapienza,<br />

Nabu, su un dragone, il dio del<br />

sole, Shamash, su un cavallo,<br />

seguiti dal dio della tempesta,<br />

Adad, su un leone con corna e<br />

un toro, e infine Ishtar, la dea<br />

dell’amore e della guerra seduta<br />

su un leone.<br />

IL RILIEVO FOTOGRAMMETRICO<br />

E IL PROCESSAMENTO DEI DATI<br />

Una volta rinvenuti gli imponenti<br />

bassorilievi rupestri, è stato<br />

necessario pianificare una serie<br />

di rilievi con drone da effettuare<br />

per digitalizzare in 3D i pannelli<br />

a fini di documentazione,<br />

analisi, restauro e salvaguardia<br />

degli stessi. Infatti, il team di<br />

archeologi che si è occupato<br />

Fig. 3 - Mesh con texture del bassorilievo “R4”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.


Fig. 4 - Mesh con texture dei bassorilievi “R6 – R7”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />

dell’acquisizione fotografica dei<br />

bassorilievi, ha incontrato non<br />

poche difficoltà e ostacoli nell’esecuzione<br />

a causa di un contesto<br />

non certamente ottimale data<br />

la complessa situazione politica<br />

presente in Iraq. Faida, nello<br />

specifico, si trova in una zona<br />

post-bellica, in cui atti vandalici<br />

e scavi clandestini sono ancora<br />

all’ordine del giorno. La situazione<br />

già complessa è aggravata<br />

anche dall’espansione del villaggio<br />

adiacente e delle sue attività<br />

produttive che hanno gravemente<br />

danneggiato l’area.<br />

Tutti questi fattori hanno influenzato<br />

le diverse fasi di realizzazione<br />

del rilievo, svolto con<br />

il drone DJI Phantom Pro 4 RTK<br />

(dotato di antenna D-RTK 2) e<br />

fotocamera integrata di 20 MP,<br />

tra cui la costante perdita di segnale<br />

a causa dell’interferenza<br />

con onde radio e la conseguente<br />

impossibilità di effettuare<br />

missioni di volo automatiche<br />

seguendo una griglia regolare.<br />

Le foto sono state scattate a<br />

più intervalli tra le 7 del mattino<br />

e mezzogiorno, in modalità<br />

manuale e con luce diretta, sia<br />

Fig. 5 - Geometria (sx) e mesh con texture (dx) del bassorilievo “R8”. ©Alberto Savioli –<br />

DIUM, UniUD.<br />

perpendicolari al terreno che<br />

frontali al bassorilievo a circa 1<br />

metro di distanza.<br />

Al termine dell’acquisizione fotografica<br />

con drone, le foto di<br />

ciascun bassorilievo sono state<br />

utilizzate per la successiva<br />

fase di processamento dati. A<br />

tale scopo, l’azienda italiana<br />

di sviluppo software 3Dflow ha<br />

supportato il progetto con il<br />

proprio software di fotogrammetria<br />

3DF Zephyr, grazie al<br />

quale è stato possibile estrarre<br />

dalle foto le rispettive nuvole<br />

di punti e modelli 3D ai fini di<br />

un’adeguata documentazione.<br />

In particolare, per i quattro<br />

bassorilievi conservati meglio,<br />

chiamati “R4”, “R6-7” (questi<br />

due pannelli sono stati rilevati<br />

e processati in un unico progetto)<br />

e “R8”, sono state scattate<br />

rispettivamente 185, 350 e 170<br />

foto in formato JPG. Per migliorare<br />

ulteriormente l’accuratezza<br />

degli output 3D, sono stati<br />

posizionati intorno ai pannelli<br />

anche i marker codificati di 3DF<br />

Zephyr per ricavarne automaticamente<br />

i corrispondenti punti<br />

di controllo 2D (Fig. 2), mentre<br />

le coordinate 3D sono state ricavate<br />

con un GPS differenziale.<br />

Per tutti i progetti, non si è<br />

superato 1 cm di errore medio<br />

finale.<br />

IL PREMIO KHALED AL-ASAAD E<br />

IL RUOLO DI SCOPERTA ARCHE-<br />

OLOGICA MONDIALE<br />

Khaled al-Asaad fu un archeologo<br />

siriano che nel 2015 ha<br />

pagato con la sua vita al fine di<br />

proteggere l’antico patrimonio<br />

culturale della città di Palmira.<br />

Da allora, il premio che si<br />

identifica come tributo alla sua<br />

memoria, è diventato l’unico<br />

riconoscimento mondiale de-<br />

8 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 9<br />

dicato agli archeologi che con<br />

la loro dedizione e competenza<br />

scientifica si impegnano ogni<br />

giorno a scoprire, e al tempo<br />

stesso proteggere, il patrimonio<br />

culturale di zone a rischio.<br />

Il progetto KIFAP rispondeva<br />

appieno a questi requisiti, grazie<br />

ai suoi due obiettivi precisi<br />

a far da filo conduttore: il primo<br />

era quello di rilevare con<br />

un approccio scientifico un sito<br />

archeologico unico in tutto il<br />

Vicino Oriente mediante l’utilizzo<br />

di tecnologie avanzate<br />

come le scansioni laser, la fotogrammetria<br />

e i droni; il secondo,<br />

a monte dell’intero progetto,<br />

era quello di salvaguardare<br />

con ogni mezzo possibile il patrimonio<br />

culturale rinvenuto in<br />

una zona post-bellica.<br />

La vittoria del premio nel novembre<br />

del 2020 ha portato alla<br />

successiva collaborazione e sostegno<br />

da parte di diversi partner<br />

che ne condividono i valori<br />

e che hanno consentito di mettere<br />

a punto un piano concreto<br />

di tutela e restauro dei bassorilievi<br />

assiri di Faida. Nello specifico,<br />

Il progetto è supportato<br />

dal Ministero degli Affari Esteri<br />

e della Cooperazione Internazionale,<br />

ALIPH Foundation,<br />

Gerda Henkel Stiftung, Regione<br />

Friuli Venezia Giulia, Fondazione<br />

Friuli, Agenzia Italiana per<br />

la Cooperazione allo Sviluppo,<br />

3D Target, 3Dflow. Inoltre,<br />

si avvale della collaborazione<br />

tecnica di numerose altre istituzioni,<br />

quali l’Università degli<br />

Studi di Roma Tre, il Politecnico<br />

di Milano e l’Istituto Veneto<br />

per i Beni Culturali.<br />

Fig. 6 - Il taglio del nastro il giorno dell’inaugurazione del Parco. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />

L’INAUGURAZIONE UFFICIALE<br />

DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI<br />

FAIDA E LE MOSTRE CORRELATE<br />

Dopo quattro anni dall’inizio<br />

della campagna di scavi, domenica<br />

16 ottobre 2022 è stato ufficialmente<br />

inaugurato il nuovo<br />

Parco Archeologico Moderno di<br />

Faida, il primo del suo genere<br />

non solo nella regione del Kurdistan,<br />

ma nell’intero Iraq (Fig.<br />

6). Il parco è nato con l’intento<br />

di valorizzare e rendere accessibile<br />

al pubblico il sito in cui<br />

sono stati scoperti, restaurati e<br />

documentati questi imponenti<br />

bassorilievi Assiri, veri e propri<br />

tesori antichi di 2700 anni fa,<br />

suggellando la lunga opera di<br />

salvataggio del patrimonio culturale<br />

della zona. La cerimonia<br />

d’inaugurazione ha visto il riunirsi<br />

dei diversi esponenti delle<br />

realtà sopracitate coinvolte<br />

nel progetto, tra cui il rettore<br />

dell’Università di Udine Roberto<br />

Pinton e la direttrice del Dipartimento<br />

di Studi umanistici e<br />

del patrimonio culturale Linda<br />

Borean. Hanno poi partecipato<br />

diverse centinaia di persone che<br />

hanno potuto ammirare dal vivo<br />

gli straordinari rilievi rupestri<br />

di Faida. Il taglio del nastro e<br />

la seguente visita guidata sono<br />

state seguite da numerose testate<br />

giornalistiche e televisive<br />

nazionali e internazionali.<br />

E non è finita qui: dal 17 dicembre<br />

2022 fino al 4 giugno <strong>2023</strong> è<br />

possibile visitare la nuova mostra<br />

archeologica ai Civici Musei<br />

del Castello di Udine, la quale<br />

consente ai visitatori di essere<br />

trasportati nel cuore dell’impero<br />

Assiro, a Faida. La mostra<br />

rende accessibile a tutti i risultati<br />

scientifici e le incredibili<br />

scoperte effettuate dai team<br />

di archeologi dell’Università di<br />

Udine attraverso un percorso<br />

innovativo fra materiali documentari,<br />

reperti archeologici e<br />

immagini fotografiche, il tutto<br />

corredato da una comunicazione<br />

multimediale che porta a<br />

vivere la visita come una vera<br />

esperienza immersiva e interat-


TELERILEVAMENTO<br />

tiva. Ultima ma non ultima<br />

per importanza, è inoltre<br />

possibile ammirare in anteprima<br />

l’installazione più importante<br />

della mostra, una<br />

replica in 3D a grandezza naturale<br />

di uno degli imponenti<br />

bassorilievi rupestri di Faida,<br />

realizzata da Serena del Piccolo.<br />

La mostra e gli incontri<br />

sono tutti volti ad avvicinare<br />

il grande pubblico alla conoscenza<br />

di questa scoperta incredibile,<br />

motivo di orgoglio<br />

italiano nel panorama archeologico<br />

mondiale, grazie alla<br />

collaborazione fra il Dipartimento<br />

di Studi Umanistici<br />

e del Patrimonio Culturale<br />

dell’Università di Udine e il<br />

Museo Archeologico di Udine<br />

con il sostegno della Regione<br />

Autonoma Friuli Venezia<br />

Giulia. L’esposizione e gli<br />

eventi sono a cura di Daniele<br />

Morandi Bonacossi, Francesca<br />

Simi, Luigi Turri e Paola<br />

Visentini.<br />

Sitografia<br />

https://qui.uniud.it/ricerca-einnovazione/la-scoperta-dei-rilievi-rupestri-di-faida-insignita-delpremio-mondiale-per-larcheologiaintitolato-a-khaled-al-asaad/<br />

https://www.3dflow.net/it/casidi-studio/premio-mondiale-allascoperta-dei-bassorilievi-a-faida/<br />

http://www.terradininive.com/ilcomplesso-archeologico-di-faida/<br />

https://www.borsaturismoarcheologico.it/wp-content/uploads/2020/10/gazzettino_8-10.pdf<br />

https://qui.uniud.it/cultura/kurdistan-iracheno-inaugurato-il-parcoarcheologico-assiro-studiato-dallateneo-friulano/<br />

https://qui.uniud.it/ricerca-einnovazione/dal-centro-dellimpero-nuove-scoperte-archeologichedelluniversita-di-udine-nellanticaassiria/<br />

https://www.civicimuseiudine.it/<br />

it/mostre-eventi/19-il-castello/<br />

museo-archeologico/1191-dal-centro-dell-impero-nuove-scopertearcheologiche-dell-universita-diudine<br />

Abstract<br />

Between 2019 and 2022, the team of<br />

the Kurdish-Italian Faida Archaeological<br />

Project (KIFAP) found thirteen<br />

Assyrian rock reliefs in Faida, Northern<br />

Iraqi Kurdistan. The archaeological<br />

mission was conducted by<br />

Professor Daniele Morandi Bonacossi<br />

from the Department of Humanities<br />

and Cultural Heritage (DIUM)<br />

of the University of Udine together<br />

with the Directorate of Antiquities<br />

of Duhok. The finding of the first<br />

ten rock reliefs of the VIII Century<br />

BC earned the title of the most important<br />

archaeological discovery of<br />

2019, winning the prestigious 2020<br />

International Archaeological Discovery<br />

Award Khaled al-Asaad. Four<br />

years later, on October 16th, 2022,<br />

the Faida Archaeological Park was<br />

officially opened, the first of its<br />

kind in Iraq.<br />

Parole Chiave<br />

Archeologia; Bassorilievi Rupestri;<br />

Fotogrammetria Aerea; UAV; Patrimonio<br />

Culturale<br />

Autore<br />

Alberto Savioli<br />

alberto.savioli@uniud.it<br />

Università degli Studi di Udine<br />

Federica Murana<br />

federica.murana@3dflow.net<br />

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10 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong><br />

RICERCA E INNOVAZIONE


Tecnologie per i Beni Culturali 11<br />

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DOCUMENTAZIONE<br />

Il Supercalcolatore Pre-Exascale<br />

Leonardo: Contributi al Mondo<br />

del Patrimonio Culturale<br />

di Antonella Guidazzoli, Maria Chiara Liguori<br />

Fig. 1 - Il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini inaugura il supercomputer<br />

Leonardo alla presenza del Presidente Sergio Mattarella.<br />

Il nuovo supercalcolatore<br />

pre-exascale Leonardo,<br />

recentemente inaugurato<br />

presso il Tecnopolo di Bologna,<br />

è un potente strumento<br />

al servizio della ricerca e<br />

anche delle applicazioni per<br />

i Beni Culturali. Molte sono<br />

le opportunità che rende<br />

disponibili, tra Big Data ed<br />

Intelligenza Artificiale.<br />

LEONARDO A SOSTEGNO<br />

DELLA RICERCA<br />

Nel novembre 2022 è stato<br />

ufficialmente inaugurato il supercalcolatore<br />

pre-exascale<br />

Leonardo presso gli spazi Cineca<br />

del Tecnopolo di Bologna [1,<br />

2]. Leonardo, che si è classificato<br />

al 4° posto nella Top500<br />

mondiale [3] per potenza di<br />

calcolo, ha l'obiettivo di fornire<br />

al mondo della ricerca<br />

risorse di calcolo sempre più<br />

performanti [4]. Tra i possibili<br />

campi di applicazione ci sono<br />

l'osservazione del cosmo, la<br />

scienza dei materiali, i gemelli<br />

digitali (digital twin) di realtà<br />

estremamente complesse,<br />

la mitigazione e la gestione<br />

dei rischi in ambito meteoclimatico,<br />

la lotta contro pandemie<br />

ed epidemie, solo per<br />

citarne alcuni. Lo spazio del<br />

Tecnopolo si sta rapidamente<br />

sviluppando come un grande<br />

hub per i Big Data, l'Intelligenza<br />

Artificiale, l'innovazione e<br />

il calcolo quantistico. Insieme<br />

ad Ecmwf - il Centro di supercalcolo<br />

del Centro europeo di<br />

previsioni meteorologiche a<br />

medio termine -, all'Agenzia<br />

regionale per la prevenzione,<br />

l'ambiente e l'energia (Arpae)<br />

e alla neocostituita Agenzia<br />

Italia meteo, che troveranno<br />

anch’essi presto posto al<br />

Tecnopolo, si realizzerà, per<br />

esempio, un vero e proprio<br />

polo europeo per la meteorologia<br />

e la climatologia.<br />

Tuttavia, i contesti di ricerca<br />

prettamente scientifici non<br />

saranno gli unici a beneficiare<br />

delle capacità di calcolo di Leonardo.<br />

I campi di applicazione<br />

potenziali includono anche<br />

le discipline umanistiche, e in<br />

questo contesto, anche i Beni<br />

Culturali.<br />

12 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 13<br />

IL SUPERCALCOLO PER I BENI<br />

CULTURALI<br />

Ci sono due campi in particolare<br />

in cui il supercalcolatore<br />

Leonardo può offrire contributi<br />

significativi: l'analisi e la<br />

gestione di Big Data e l'addestramento<br />

di reti di intelligenza<br />

artificiale, nonché la loro<br />

applicazione a grandi moli di<br />

dati.<br />

Cineca ha già utilizzato il supercalcolo<br />

in progetti come<br />

I-Media-cities [5], che ha raccolto<br />

risorse audiovisive dedicate<br />

al contesto urbano provenienti<br />

da nove archivi europei.<br />

Gli algoritmi di intelligenza<br />

artificiale sono stati utilizzati<br />

per intervenire sul materiale<br />

audiovisivo, individuando<br />

automaticamente gli shot dei<br />

video, tagliandoli e metadatandoli<br />

con l'uso di sistemi di<br />

object detection. Una volta<br />

caricati i contenuti audiovisivi<br />

sulla piattaforma, il workflow<br />

procede a fare girare gli algoritmi,<br />

forniti da Fraunhofer, e<br />

che, nel caso dell’object detection,<br />

possono riconoscere<br />

e taggare 78 tipologie di oggetti<br />

differenti, dal cavallo<br />

alla bicicletta, dalla sedia alla<br />

borsa. Il processo di arricchimento<br />

si è svolto in parallelo<br />

con quello messo in campo dai<br />

ricercatori. Ciascuna cineteca<br />

si è infatti collegata ad un<br />

istituto di ricerca incaricato<br />

di svolgere questa attività di<br />

metadatazione sui propri contenuti.<br />

Al momento la piattaforma<br />

registra 729.462 tag automatici<br />

e 32.760 tag manuali.<br />

L’arricchimento dei metadati,<br />

applicati al singolo shot,<br />

agevola notevolmente la successiva<br />

attività dei ricercatori<br />

che, per esempio, potrebbe-<br />

ro desiderare di individuare<br />

specifici elementi iconografici<br />

utili alle loro ricerche,<br />

evitando però le lunghe ore<br />

di consultazione di contenuti<br />

audiovisivii. In I-Media-Cities<br />

i tag aggiunti dagli algoritmi<br />

sono esplicitamente presentati<br />

come automatici, in modo<br />

che il fruitore sia consapevole<br />

che per quell’elemento ci possa<br />

essere un certo margine di<br />

errore [6; 7]. La trasparenza,<br />

per quel che riguarda l’intelligenza<br />

artificiale, è una condizione<br />

imprescindibile dato che<br />

la grande massa di elaborato,<br />

rapidamente fornita in maniera<br />

automatica, anche quando<br />

non è validata da un ricercatore<br />

successivamente, supplisce<br />

ai possibili errori prodotti, ed<br />

è indispensabile essere consapevoli<br />

dei limiti nel processo<br />

di arricchimento. Con l’intelligenza<br />

artificiale “trasparente”<br />

si può creare fiducia nei<br />

sistemi di AI e garantire che<br />

vengano utilizzati in modo etico,<br />

equo ed efficace.<br />

La piattaforma I-Media-Cities,<br />

giudicata come market ready<br />

dallo European Innovation<br />

Radar, è già stata applicata<br />

ad un altro progetto, ovvero<br />

DARE (Digital Environment<br />

for Collaborative Alliances to<br />

Regenerate Urban Ecosystem<br />

in middle-sized cities) [8],<br />

senza però l’inserimento degli<br />

algoritmi di AI. Tuttavia, la<br />

flessibilità della piattaforma,<br />

disponibile in formato open<br />

[9], consente l’inserimento<br />

di qualsiasi algoritmo adatto<br />

all’analisi di audiovisivi,<br />

aspetto che sarà testato in un<br />

progetto di prossima realizzazione.<br />

L’attività di processamento<br />

dei dati mediante gli<br />

algoritmi ritenuti più opportuni,<br />

ed in breve tempo, è proprio<br />

ciò che rende indispensabile<br />

il supporto dell’HPC per<br />

progetti come questo.<br />

L’addestramento di reti neurali<br />

è un altro settore estremamente<br />

utile e promettente per<br />

Fig. 2 - Processo di object detection. I riquadri presentano una colorazione diversa tanto<br />

maggiore è il grado di confidenza dell’algoritmo nel riconoscere correttamente l’elemento.


il mondo dei Beni Culturali. Il<br />

tagging automatico di risorse<br />

digitali audiovisive, come per<br />

il progetto I-Media-Cities, si<br />

basa come detto sul procedimento<br />

di object detection,<br />

ovvero il riconoscimento dei<br />

contenuti che saranno poi taggati,<br />

consentendone un facile<br />

recupero. Gli algoritmi, per<br />

poter individuare e riconoscere<br />

gli oggetti, devono essere<br />

allenati: ovvero devono essere<br />

sottoposti a dataset molto<br />

voluminosi con esempi di ciò<br />

che si desidera venga poi riconosciuto<br />

automaticamente<br />

dall’algoritmo.<br />

Attualmente le reti sono allenate<br />

prevalentemente su contenuti<br />

della contemporaneità.<br />

Ciò è inevitabile, dato che per<br />

allenare una rete e riuscire<br />

a conseguire un alto livello<br />

di efficacia è indispensabile<br />

fornire un dataset estremamente<br />

ampio. La stragrande<br />

maggioranza di queste reti è<br />

stata perciò allenata a partire<br />

da materiale reperibile liberamente<br />

in rete, vale a dire immagini<br />

e video relativamente<br />

recenti. Ciò ha comportato, di<br />

conseguenza, il fatto di riuscire<br />

a riconoscere facilmente se<br />

un semaforo o un’automobile<br />

sono contenuti in un’immagine.<br />

Tuttavia, il patrimonio<br />

dei Beni Culturali non si ferma<br />

agli ultimi trenta o quarant'anni,<br />

rendendo quindi di<br />

difficile utilizzo le reti già addestrate<br />

disponibili. Una rete<br />

addestrata a partire da un dataset<br />

contemporaneo, se applicata<br />

ad un’opera d’arte sacra<br />

del ‘400, non riconoscerà,<br />

per esempio, la presenza di<br />

tavole bibliche nelle mani di<br />

un santo ma, anzi, le taggherà<br />

probabilmente riconoscendole<br />

come uno smartphone. Da ciò<br />

deriva l’importanza di allenare<br />

nuove reti adatte a contenuti<br />

che siano più significativi<br />

per la successiva analisi delle<br />

varie risorse del patrimonio<br />

dei Beni Culturali.<br />

In un contesto caratterizzato<br />

da uno spostamento verso<br />

quello che potremmo chiamare<br />

cyberspazio, con i suoi metaversi,<br />

anche per i Beni Culturali<br />

- si pensi per esempio<br />

ad applicazioni come Occupy<br />

White Walls [10] - le risorse<br />

di supercalcolo e i framework<br />

XR (Extended Reality) possono<br />

cooperare in diversi modi<br />

per migliorare l'esperienza e<br />

le capacità delle applicazioni<br />

XR.<br />

Innanzitutto, le risorse di supercalcolo<br />

possono essere utilizzate<br />

per fornire la potenza<br />

di elaborazione necessaria per<br />

eseguire simulazioni e modelli<br />

complessi in tempo reale<br />

all'interno di ambienti XR,<br />

consentendo un rendering più<br />

rapido e accurato di scene e<br />

interazioni dinamiche, creando,<br />

conseguentemente, la<br />

creazione di ambienti e interazioni<br />

più realistici e dettagliati.<br />

Inoltre, le applicazioni<br />

XR richiedono spesso l'elaborazione<br />

di grandi quantità di<br />

dati e le risorse di supercalcolo<br />

possono aiutare a gestire<br />

questi dati in modo efficiente<br />

ed efficace. Queste possono<br />

essere utilizzate anche a<br />

sostegno della creazione di<br />

ambienti virtuali collaborativi,<br />

consentendo a più utenti<br />

di interagire all'interno dello<br />

stesso ambiente XR.<br />

Collaborando, le risorse di supercalcolo<br />

e i framework XR<br />

possono creare esperienze XR<br />

potenti e coinvolgenti prima<br />

inimmaginabili.<br />

Fig. 3 - Workshop “AI e Beni Culturali. Tra ricerca e creatività” tenutosi presso Cineca<br />

nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori. La storica dell’arte Rebecca Pedrazzi<br />

interviene sul tema AI e creatività.<br />

CONCLUSIONI<br />

Per massimizzare i benefici<br />

del supercalcolo per il settore<br />

del patrimonio culturale,<br />

è sempre più importante<br />

coinvolgere una vasta gamma<br />

di parti interessate. Non solo<br />

esperti nei campi dell'intelli-<br />

14 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 15<br />

genza artificiale e dell'informatica,<br />

ma anche curatori,<br />

storici e altri professionisti<br />

con una profonda conoscenza<br />

del patrimonio culturale<br />

oggetto di studio. Inoltre, è<br />

necessario sviluppare nuovi<br />

metodi per l'elaborazione e<br />

l'analisi delle grandi quantità<br />

di dati generati da questi sistemi.<br />

Ciò potrebbe includere<br />

lo sviluppo di nuovi algoritmi<br />

specificamente progettati per<br />

le applicazioni del patrimonio<br />

culturale o l'incorporazione di<br />

metodi e competenze tradizionali<br />

nel processo di analisi.<br />

Un'altra considerazione importante<br />

è come garantire che i<br />

risultati di queste analisi siano<br />

comunicati in modo efficace e<br />

tradotti in azioni. Ciò potrebbe<br />

comportare lo sviluppo di<br />

nuovi metodi di visualizzazione<br />

dei dati generati dai supercomputer<br />

o la collaborazione<br />

con musei e altre istituzioni<br />

culturali per sviluppare nuove<br />

mostre e materiali didattici<br />

che aiutino a rendere comprensibili<br />

queste scoperte.<br />

Una prospettiva che si sta facendo<br />

sempre più strada per<br />

raggiungere questi obiettivi<br />

è l’inserimento degli artisti e<br />

della loro capacità interpretativa<br />

nel trattamento e nella<br />

comunicazione di dati scientifici<br />

e di ricerca. Progetti europei<br />

come GRIN - Art-driven innovation<br />

for digital and green<br />

transition in European Regions<br />

- mirano espressamente ad inserire<br />

gli artisti nel loop comunicativo,<br />

favorendone la collaborazione<br />

con team scientifici.<br />

Anche esperienze come la<br />

Notte Europea dei Ricercatori,<br />

anch’essa finanziata a livello<br />

comunitario, si stanno rivelando<br />

sempre più una risorsa<br />

fondamentale nell’attività divulgativa<br />

e nell’impegno per<br />

aiutare le persone a familiarizzare<br />

con temi complessi<br />

come, per esempio, l’intelligenza<br />

artificiale.<br />

A tale proposito, VisitLab Cineca<br />

ha avviato una serie di<br />

eventi bi-annuali dedicati<br />

proprio alle sinergie possibili<br />

tra AI e Beni Culturali, intesi<br />

in senso ampio. Il 20 gennaio<br />

scorso si è tenuto il primo<br />

workshop dal tema “AI e Beni<br />

Culturali". Tra ricerca e creatività”<br />

- di cui è disponibile la<br />

registrazione video [11] - a cui<br />

Bibliografia<br />

[1] Sito supercomputer Leonardo:<br />

https://leonardo-supercomputer.<br />

cineca.eu<br />

[2] Inaugurazione supercomputer<br />

Leonardo: https://www.cineca.<br />

it/temi-caldi/inaugurazione-presidente-mattarella<br />

[3] Top 500: https://www.top500.<br />

org/lists/top500/2022/11/<br />

[4] F. Ubertini, L'intelligenza non<br />

è artificiale. Il supercalcolatore<br />

di Bologna. Una risorsa per l’Italia,<br />

in Limes, Dicembre 2022, pp.<br />

153-158.<br />

[5] I-Media-Cities: www.imediacities.eu<br />

[6] S. Caraceni et al., "I-media-cities,<br />

a searchable platform on moving<br />

images with automatic and<br />

manual annotations," 2017 23rd<br />

International Conference on Virtual<br />

System & Multimedia (VSMM),<br />

Dublin, Ireland, 2017, pp. 1-8, doi:<br />

10.1109/VSMM.2017.8346274.<br />

[7] Teresa-M. Sala, Mariona Bruzzo<br />

(eds.), I-Media-Cities Innovative<br />

e-Environment for Research on Cities<br />

and the Media, 2019.<br />

[8] Darsena Ravenna Approdo Comune:<br />

https://www.darsenaravenna.it/<br />

[9] https://gitlab.hpc.cineca.it/<br />

imediacities<br />

farà seguito il secondo appuntamento<br />

dell’anno a settembre.<br />

In un settore così in fermento,<br />

l’arrivo di Leonardo non poteva<br />

che essere il benvenuto.<br />

[10] Occupy White Walls: https://<br />

www.oww.io/<br />

[11] https://www.cineca.it/<br />

news/workshop-ai-e-beni-culturali-tra-ricerca-e-creativita<br />

Abstract<br />

In late 2022, the Bologna Technopole<br />

unveiled its latest pre-exascale<br />

supercomputer, Leonardo.<br />

This new supercomputer facility<br />

will support a wide range of<br />

scientific research and Cultural<br />

Heritage initiatives, offering<br />

exciting possibilities for various<br />

fields of knowledge, particularly<br />

in the areas of Big Data and Artificial<br />

Intelligence. Cineca VisitLab<br />

is actively engaged in multiple<br />

EU projects that are expected to<br />

greatly benefit from the cuttingedge<br />

capabilities of this advanced<br />

technology.<br />

Parole Chiave<br />

Supercalcolo; Beni Culturali; Intelligenza<br />

Artificiale; Big Data; divulgazione<br />

scientifica<br />

Autore<br />

Antonella Guidazzoli<br />

Maria Chiara Liguori<br />

visitlab@cineca.it<br />

VisitLab Cineca


DOCUMENTAZIONE<br />

L’intelligenza artificiale<br />

applicata al patrimonio culturale<br />

Una innovazione tecnologica per la conservazione<br />

e la valorizzazione del patrimomio culturale<br />

di Luca Papi, Antonella Petrillo<br />

Fig. 1 - Esempio di opere d’arte che sono state oggetto di sperimentazioni attraverso applicazioni di AI.<br />

L'intelligenza artificiale<br />

rappresenta una delle<br />

più grandi innovazioni<br />

tecnologiche degli ultimi<br />

decenni con il potenziale<br />

di trasformare molteplici<br />

settori compreso quello del<br />

patrimonio culturale.<br />

L’<br />

L'intelligenza artificiale affonda le sue radici<br />

nella metà del XX secolo quando gli scienziati<br />

informatici iniziarono a esplorare la possibilità<br />

di avere macchine in grado di “pensare” e imparare<br />

come gli esseri umani. Uno dei primi pionieri dell'AI fu<br />

Alan Turing, che propose il concetto di "macchina universale"<br />

in grado di eseguire qualsiasi calcolo [1].<br />

Negli anni '50, l'informatico John McCarthy coniò il termine<br />

"intelligenza artificiale" e organizzò la Conferenza<br />

di Dartmouth, considerata il luogo di nascita della ricerca<br />

sull'AI.<br />

16 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 17<br />

Nel corso degli anni l'AI ha subito<br />

trasformazioni significative.<br />

Dopo gli anni 2000, è incrementato<br />

l’utilizzo dell'apprendimento<br />

automatico (Machine<br />

Learning – ML), un sottoinsieme<br />

dell'AI che si concentra «sull'addestramento»<br />

di algoritmi per<br />

imparare dai dati. Ciò è stato<br />

reso possibile dall'aumento della<br />

potenza di calcolo e dalla disponibilità<br />

di big data.<br />

Nel settore della cultura l’integrazione<br />

delle tecnologie basate<br />

sull’intelligenza artificiale<br />

con le competenze e relative<br />

esperienze dei vari esperti può<br />

supportare tutte le attività finalizzate<br />

alla tutela, conservazione<br />

e valorizzazione del patrimonio<br />

culturale declinando<br />

sia i beni culturali sia i beni paesaggistici,<br />

rispettando tutte le<br />

questioni etiche, la proprietà<br />

intellettuale e garantendo un<br />

controllo umano considerando<br />

tutte le possibili implicazioni<br />

morali che tali tecnologie possono<br />

apportare in questo contesto<br />

culturale.<br />

Miliardi di sensori, dispositivi<br />

basati sull’Internet of Things<br />

(IoT) connessi producono nei<br />

luoghi della cultura (musei,<br />

parchi archeologici, biblioteche,<br />

…) e nei territori limitrofi<br />

enormi quantità di dati e informazioni<br />

[3] archiviati attraverso<br />

il cloud computing ed elaborati<br />

anche oltre i limiti fisici dei<br />

server tradizionali da software<br />

di data analytics e interpretati<br />

utilizzando l’intelligenza artificiale<br />

e visualizzati, per esempio,<br />

con la realtà aumentata<br />

(AR) in modo sempre più dettagliato<br />

affinché uomini e macchine<br />

possano prendere decisioni<br />

sempre insieme più consapevoli<br />

sia in condizioni normali<br />

sia in condizioni di emergenza.<br />

Le nuove tecnologie basate<br />

sull’intelligenza artificiale e<br />

Advanced HMI (Human Machine<br />

Interface) offrono quindi nuove<br />

possibilità di comunicazione e<br />

interazione (vocale, fisica, visuale)<br />

tra uomo, macchina e<br />

reperti o opere d’arte custoditi<br />

, ad esempio, all’interno di un<br />

museo.<br />

Tali innovazioni tecnologiche<br />

generano nuovi prodotti, nuovi<br />

servizi e nuovi modelli di business<br />

per il patrimonio culturale,<br />

cambiando anche il comportamento,<br />

le abitudini e le<br />

aspettative degli esseri umani,<br />

cercando di estrapolare eventuali<br />

spostamenti del valore.<br />

POSSIBILI APPLICAZIONI E VAN-<br />

TAGGI DELL’UTILIZZO DELL’AI<br />

Oggi l’AI e i suoi sottosistemi<br />

(cognitive computing, computer<br />

vision, machine learning,<br />

natural language processing,<br />

deep learning, neural networks)<br />

vengono applicati in molti<br />

settori della cultura orientati<br />

alla diagnosi, conservazione e<br />

restauro di opere d’arte, alla<br />

catalogazione di reperti, alle<br />

ricostruzioni virtuali di siti archeologici,<br />

alle esperienze interattive<br />

nei musei e molto altro<br />

ancora.<br />

Con la tecnologia digitale si è<br />

riusciti a “dar vita”” ad alcune<br />

opere d’arte (Fig.1). L’esempio<br />

più famoso è il video di<br />

Samsung che fa muovere e parlare<br />

la Gioconda [2].<br />

È bene precisare che, tra le<br />

numerose applicazioni, l'AI<br />

offre strumenti e approcci innovativi<br />

con la possibilità di<br />

creare esperienze immersive<br />

e fruizione interattiva. Infatti,<br />

l'AI può alimentare esperienze<br />

immersive e interattive in musei<br />

o siti storici. Ad esempio,<br />

attraverso l'utilizzo di algoritmi<br />

di visione computerizzata e<br />

realtà aumentata, è possibile<br />

fornire visite virtuali guidate<br />

che permettono ai visitatori di<br />

esplorare luoghi storici nel loro<br />

stato originale o di interagire<br />

con personaggi storici ricostruiti<br />

digitalmente. Un esempio è<br />

il MAV di Ercolano, museo che<br />

sorge a pochi passi dagli scavi<br />

archeologici dell’antica Herculaneum.<br />

Il MAV rappresenta un<br />

centro di cultura e di tecnologia<br />

applicata ai Beni Culturali<br />

e alla comunicazione, tra i più<br />

all’avanguardia in Italia (Fig.<br />

2).<br />

OPPORTUNITÀ E SFIDE<br />

Sono numerose le opportunità e<br />

le potenzialità offerte dall’intelligenza<br />

artificiale. L’AI può<br />

migliorare l’efficienza degli<br />

impianti di un parco archeologico,<br />

automatizzare compiti ripetitivi,<br />

potenziare il processo<br />

decisionale in caso di emergenza,<br />

l'esperienza dei visitatori di<br />

un museo, di un archivio o di<br />

una biblioteca.<br />

Attraverso l’analisi delle immagini<br />

ad alta risoluzione di<br />

quadri, dipinti, affreschi, l’intelligenza<br />

artificiale può rilevare<br />

eventuali forme di deterioramento<br />

orientando gli esperti<br />

nella pianificazione di interventi<br />

mirati.<br />

Con l’AI si possono tradurre<br />

automaticamente testi storici<br />

(e non) in diverse lingue, creare<br />

modelli virtuali di parchi<br />

archeologici o centri storici<br />

danneggiati, le chatbot possono<br />

fornire informazioni e/o<br />

rispondere a domande offren-


Fig. 2 - Alcune foto del MAV.<br />

do anche visite virtuali personalizzate.<br />

Si possono altresì<br />

condurre complesse ricerche<br />

archivistiche identificando correlazioni,<br />

modelli, tendenze,<br />

influenze stilistiche, scoprendo<br />

nuove informazioni sulle opere<br />

e/o sugli artisti.<br />

Suscitano particolare interesse<br />

le applicazioni dell’intelligenza<br />

artificiale ai sistemi integrati di<br />

sicurezza per aumentare l’efficienza<br />

e l’efficacia attraverso<br />

l’analisi dei flussi di dati provenienti<br />

da diversi dispositivi IoT,<br />

quali telecamere di videosorveglianza,<br />

sistemi antintrusione,<br />

controllo accessi, sensoristica<br />

per il monitoraggio (analisi dei<br />

dati relativi a sensori biologici<br />

come rilevatori di gas, di radiazioni<br />

per individuare immediatamente<br />

la presenza di minacce<br />

biologiche o ambientali), droni,<br />

generando allarmi in caso di<br />

sforamento delle soglie limite<br />

identificando comportamenti<br />

anomali (per esempio visitatori<br />

che entrano in aree proibite<br />

lasciando oggetti sospetti) e<br />

intervenendo tempestivamente<br />

attivando misure di mitigazione<br />

per prevenire eventuali danni<br />

sia a persone sia a cose.<br />

In tale contesto, per mezzo<br />

dell’intelligenza artificiale è<br />

possibile analizzare le preferenze<br />

e gli interessi dei visitatori<br />

di un luogo della cultura,<br />

confrontarli con comportamenti<br />

passati di turisti e fornire<br />

raccomandazioni, orientamenti<br />

e indicazioni personalizzate al<br />

fine di migliorare la fruizione<br />

ampliata a tutti gli utenti e di<br />

conseguenza l’esperienza complessiva<br />

della visita.<br />

RISCHI E SPUNTI DI RIFLESSIONE<br />

L'AI è potente e adattabile,<br />

ma non può fare tutto quello<br />

che fanno gli essere umani. Ci<br />

sono infatti alcuni punti deboli<br />

dell'AI soprattutto nelle prestazioni<br />

lavorative:<br />

• L'intelligenza artificiale non<br />

può (ancora) creare, concettualizzare<br />

o gestire una pianificazione<br />

strategica complessa;<br />

• L'intelligenza artificiale non<br />

può, a differenza degli esseri<br />

umani, sentire o interagire<br />

con empatia o compassione;<br />

è improbabile che gli esseri<br />

umani optino per l'interazione<br />

con un robot.<br />

Sfortunatamente la velocità<br />

alla quale la trasformazione<br />

tecnologica, di business e digitale<br />

sta cambiando il nostro<br />

modo di lavorare, crea anche<br />

nuove aree di rischio cui i business<br />

tradizionali non erano<br />

esposti:<br />

• la security;<br />

• la garanzia della privacy delle<br />

persone coinvolte;<br />

18 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 19<br />

• l’uso responsabile e trasparente<br />

dei dati raccolti;<br />

• l’uso etico, morale delle<br />

nuove tecnologie;<br />

• l’etica digitale.<br />

La security, la privacy e l’etica<br />

digitale non possono essere inserite<br />

a posteriori in un progetto:<br />

tali elementi devono essere<br />

parte integrante del processo<br />

di sviluppo fin dall’inizio.<br />

Infatti, bisogna evidenziare<br />

che uno degli attuali svantaggi<br />

dell'AI è che richiede l'accesso<br />

a grandi quantità di dati, inclusi<br />

dati personali e sensibili.<br />

Ciò solleva preoccupazioni<br />

sulla privacy e sulla sicurezza<br />

dei dati, specialmente quando<br />

si tratta di informazioni riguardanti<br />

opere d'arte o documenti<br />

storici.<br />

Per mitigare questi rischi, è<br />

fondamentale adottare un approccio<br />

etico nell'applicazione<br />

dell'AI al patrimonio culturale.<br />

Inoltre, è importante promuovere<br />

la consapevolezza e<br />

la comprensione dell'AI tra gli<br />

operatori culturali e il pubblico<br />

al fine di favorire un utilizzo<br />

responsabile e consapevole di<br />

questa tecnologia.<br />

CONCLUSIONI<br />

Dalle sue origini a metà del XX<br />

secolo a oggi, l'AI ha subito trasformazioni<br />

significative e ha il<br />

potenziale per rivoluzionare il<br />

nostro mondo in modi che possiamo<br />

solo immaginare. Mentre<br />

continuiamo a esplorare le possibilità<br />

dell'AI, è importante rimanere<br />

vigili sulle implicazioni<br />

etiche e morali di questa tecnologia<br />

e lavorare per garantire<br />

che si operi per il beneficio<br />

di tutti i membri della società,<br />

del miglioramento della nostra<br />

vita in generale, e soprattutto<br />

delle generazioni future.<br />

Questo non significa adottare<br />

un approccio negativo, ma solo<br />

essere consapevoli di tutti (o<br />

quasi) i fatti di una possibile<br />

scelta. L’AI può fare cose meravigliose<br />

per noi, a qualsiasi<br />

livello, individuale, professionale,<br />

sociale. È sicuramente<br />

uno dei motori della modernizzazione<br />

e della prosperità,<br />

svolgendo molteplici ruoli nel<br />

benessere in senso lato. Tuttavia<br />

non possiamo non tenere in<br />

considerazione le conseguenze<br />

di un uso non regolamentato<br />

che necessariamente incide<br />

nella riduzione dell'interazione<br />

umana alla diminuzione della<br />

creatività, al disallineamento<br />

degli obiettivi di business dai<br />

Bibliografia<br />

[1] Alan M. Turing (1950), Computing<br />

machinery and intelligence, Mind,<br />

Volume LIX, Issue 236, O Pages<br />

433–460, https://doi.org/10.1093/<br />

mind/LIX.236.433<br />

[2] Egor Zakharov, Aliaksandra<br />

Shysheya, Egor Burkov, Victor Lempitsky<br />

(2019), Few-Shot Adversarial<br />

Learning of Realistic Neural Talking<br />

Head Models (https://arxiv.org/<br />

abs/1905.08233).[<br />

[3] Luca Papi, Francesco Paolo Russo<br />

(<strong>2023</strong>), Verso la tecnologia 6G per<br />

i luoghi della cultura, <strong>Archeomatica</strong>,<br />

pp.6-9 - ISSN 2037-2485<br />

Abstract<br />

Artificial intelligence (AI) represents<br />

a promising frontier for<br />

cultural heritage, offering new<br />

perspectives for conservation,<br />

cataloguing, research and valorisation.<br />

AI can allow us to preserve<br />

and pass on our cultural roots<br />

to future generations. However,<br />

a "balanced" approach is needed,<br />

in which technological innovation<br />

is embraced while preserving the<br />

integrity and value of the works<br />

of art and of history itself. With<br />

valori e dai comportamenti<br />

delle persone, e così via.<br />

In sintesi, possiamo concludere,<br />

che il patrimonio culturale<br />

è un sistema complesso,<br />

che comprende opere d'arte,<br />

manufatti storici, conoscenze<br />

culturali e interazioni sociali.<br />

In tale contesto, l'AI può essere<br />

utilizzata per analizzare e<br />

comprendere i modelli, le connessioni<br />

e le dinamiche all'interno<br />

di questo sistema: come<br />

supporto decisionale al fine di<br />

integrare l’approccio antropico<br />

– tecnologico e preservare le<br />

competenze umane finalizzate<br />

a tutelare, conservare e valorizzare<br />

i luoghi della cultura.<br />

careful management, artificial intelligence<br />

can become a valuable<br />

tool for preserving and enhancing<br />

our cultural heritage for future<br />

generations. What are the benefits,<br />

challenges and future developments<br />

of AI in the context of<br />

cultural heritage?<br />

Parole Chiave<br />

Artificial Intelligence; cloud computing;<br />

big data; data analytics; advanced<br />

HMI (Human<br />

Machine Interface); robotica<br />

Autore<br />

Luca Papi<br />

luca.papi@cnr.it<br />

Ingegnere della Sicurezza e Protezione<br />

Civile<br />

Primo Tecnologo del Dipartimento<br />

Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale<br />

del CNR - Roma<br />

Antonella Petrillo<br />

antonella.petrillo@uniparthenope.it<br />

Università degli Studi di Napoli "PAR-<br />

THENOPE"<br />

Dipartimento di Ingegneria<br />

Isola C4 Centro Direzionale Napoli


MUSEI<br />

Handwritten Text and Music<br />

Recognition come risorsa per<br />

il Patrimonio Culturale<br />

di Roberto Ribuoli<br />

Le tecnologie di riconoscimento del testo manoscritto, Handwritten<br />

Text Recognition, così come quelle di riconoscimento della notazione<br />

musicale, Optical Music Recognition, nell’ultimo quinquennio hanno<br />

accelerato la propria evoluzione, trascinate dall’affermazione<br />

dell’Intelligenza Artificiale e dal miglioramento delle proprietà di<br />

calcolo e archiviazione dei computer.<br />

La loro applicabilità su scala rappresenta una risorsa cruciale per il<br />

patrimonio culturale, in quanto capace di offrire una connessione<br />

solida nel punto di discontinuità tra bene materiale ed immateriale.<br />

Presentiamo in quest’articolo il loro funzionamento e le prospettive<br />

di utilizzo, dialogando con Günter Mülberger e Andy Stauder di<br />

Transkribus, software leader nell’HTR per documenti storici, e Jorge<br />

Calvo-Zaragoza, una delle voci più autorevoli nell’OMR per la ricerca.<br />

HTR e OMR condividono,<br />

pur nella diversità degli<br />

oggetti di analisi, un’architettura<br />

analoga, articolata<br />

in input, processing e output. Al<br />

sistema viene presentata un’immagine<br />

di manoscritto, l’input,<br />

che, processata, viene restituita<br />

in un formato codificato (output)<br />

che conserva le informazioni significative<br />

dell’originale.<br />

Entrambe le tecnologie si basano,<br />

all’attuale stato dell’arte,<br />

sul Deep Learning e dipendono<br />

da dati annotati sui quali il sistema<br />

viene allenato. Nel nostro<br />

caso, tale base dati è costituita<br />

da immagini di pagine corredate<br />

della loro forma codificata:<br />

il processo di annotazione deve<br />

essere realizzato, o supervisionato<br />

perlomeno, da un esperto.<br />

In questo modo il sistema<br />

“impara” a leggere documenti<br />

con scritture o notazioni analoghe,<br />

migliorando la sua efficacia<br />

all’aumento della quantità dei<br />

dati, che sono generati ad ogni<br />

nuovo utilizzo. Come in altri settori<br />

dell’AI, è importante ricordare<br />

che i processi definiti apprendimento<br />

e comprensione da<br />

parte del sistema consistono più<br />

propriamente in un’affinamento<br />

progressivo di una curva probabilistica:<br />

gli elementi in input<br />

vengono ricondotti alla catego-<br />

20 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 21<br />

ria più plausibile disponibile nel<br />

modello allenato, e il perfezionamento<br />

del modello corrisponde<br />

ad una percentuale maggiore<br />

di assegnazioni corrette.<br />

HTR e OMR hanno suscitato l’interesse<br />

della comunità scientifica<br />

per le loro applicazioni in<br />

ricerche storico-linguistiche e<br />

musicologiche di diverse dimensioni,<br />

come supporto all’indicizzazione<br />

e all’analisi degli oggetti<br />

di studio. Nel <strong>2023</strong> grazie<br />

all’HTR è stato individuato un<br />

dramma attribuibile a Lope de<br />

Vega 1 in un fondo della Biblioteca<br />

Nazionale di Spagna, è stata<br />

provata definitivamente la falsità<br />

dei cosiddetti Diari di Hitler 2 ,<br />

e grazie alla disponibilità di una<br />

tecnologia OMR avanzata è stato<br />

avviato l’ambizioso progetto RE-<br />

PERTORIUM, che si propone di digitalizzare<br />

e rendere accessibile<br />

l’intero corpus del canto gregoriano<br />

3 . Questi contributi alla ricerca<br />

costituiscono però solo un<br />

lato delle potenzialità di HTR e<br />

OMR che, per quanto nate in un<br />

diverso contesto, possono essere<br />

considerate oggi a pieno titolo<br />

risorse per la valorizzazione digitale<br />

del patrimonio culturale.<br />

La digitalizzazione resa possibile<br />

da HTR e OMR è una digitalizzazione<br />

di seconda generazione, in<br />

quanto non si limita al confezionamento<br />

di una rappresentazione<br />

digitale dei documenti, ma<br />

correda tale rappresentazione<br />

di un’interpretazione del suo<br />

contenuto: all’immagine di un<br />

manoscritto scansionato sono<br />

ancorate, in un file abbinato,<br />

informazioni relative al testo<br />

contenuto, al tipo di scrittura,<br />

alla plausibile datazione. Questo<br />

consente di tutelare pienamente<br />

il valore culturale immateriale<br />

del documento, il significato<br />

che trasmette, e non solo, attraverso<br />

la sua scansione digitale,<br />

il documento in quanto bene<br />

materiale. Se, come suggerisce<br />

Lorenzo Casini, l'immaterialità<br />

è connaturata ai beni culturali,<br />

anche perché immateriale e intangibile<br />

è, al fondo, il motivo<br />

più alto che spinge a proteggerli<br />

e a favorirne la conoscenza 4, una<br />

tutela dei beni che si arresti a<br />

una digitalizzazione muta, alla<br />

mera copia del documento, non<br />

ne tutela allora pienamente il<br />

valore. HTR e OMR offrono una<br />

risorsa per risolvere la discontinuità<br />

tra materiale e immateriale<br />

che si crea nella digitalizzazione<br />

di prima generazione e<br />

risultano particolarmente utili<br />

nei casi in cui il valore culturale<br />

dei beni conservati sia diffuso.<br />

Cosa si intende qui per diffuso?<br />

Un manoscritto che conserva<br />

l’unica testimonianza di un testo<br />

classico concentra in sé un valore<br />

importante, irrelato rispetto<br />

ad altri oggetti, a bassa diffusione;<br />

un archivio di libri contabili<br />

seicenteschi di un comune italiano<br />

ha invece un valore diffuso,<br />

in quanto ogni libro preso singolarmente<br />

ha una bassa importanza,<br />

ma il loro insieme conserva<br />

informazioni rilevanti per la ricostruzione<br />

di quel periodo storico.<br />

Un autografo di Bach ha un<br />

valore culturale poco o per nulla<br />

diffuso; il corpus di composizioni<br />

polifoniche liturgiche di un archivio<br />

diocesano poco indagato<br />

ha un valore diffuso, perché è da<br />

un’analisi d’insieme che si possono<br />

evincere informazioni significative<br />

sulla pratica musicale<br />

testimoniata dai componimenti,<br />

singolarmente pur di limitato<br />

valore.<br />

HTR e OMR permettono dunque<br />

di agevolare la tutela del patrimonio<br />

culturale in situazioni di<br />

diffusione complesse: in molti<br />

casi infatti estrarre manualmente<br />

informazioni dai singoli documenti<br />

— trascriverli, annotarli —<br />

ha un costo alto e difficilmente<br />

finanziabile. L’effettiva messa<br />

in atto delle potenzialità di queste<br />

tecnologie dipende però da<br />

come verranno risolte questioni<br />

ancora aperte: la definizione di<br />

standard e la condivisione dei<br />

dati, il coinvolgimento della comunità<br />

accademica, la cooperazione<br />

tra istituzioni private e<br />

università. Su tali questioni ho<br />

dialogato, in momenti diversi,<br />

con Günter Mülberger e Andy<br />

Stauder per l’HTR, e con Jorge<br />

Calvo-Zaragoza per l’OMR. Stauder<br />

e Mülberger sono rispettivamente<br />

managing director e chair<br />

nel board di ReadCOOP, società<br />

cooperativa che sviluppa il software<br />

HTR Transkribus, Calvo-<br />

Zaragoza è professore associato<br />

all’Università di Alicante e guida<br />

uno dei principali team di ricerca<br />

sull’OMR, responsabile dello<br />

sviluppo del sistema MuRET e<br />

dell’attuale stato dell’arte.<br />

Il primo argomento di conversazione<br />

che affrontiamo è il<br />

contributo specifico alla tutela<br />

dei beni culturali in contesti biblioteconomici<br />

e museali. Stauder<br />

suggerisce un parallelo tra<br />

l’affermazione dell’HTR e l'invenzione<br />

del telescopio per gli<br />

astronomi o del microscopio per<br />

i biologi. Come questi strumenti<br />

hanno permesso ai ricercatori<br />

in quei campi di superare i loro<br />

limiti fisici nell’osservazione,<br />

così anche le scienze umane e<br />

sociali possono ora lavorare su<br />

quantità di informazioni altri-


menti impossibili da elaborare.<br />

Integrare in una biblioteca digitale<br />

un sistema HTR significa<br />

garantire la piena accessibilità e<br />

valorizzazione delle informazioni<br />

che custodisce. A volte, come<br />

Calvo-Zaragoza nota per il caso<br />

specifico degli archivi musicali,<br />

le istituzioni hanno speso, e<br />

continuano a spendere, risorse<br />

ingenti per conservare i supporti<br />

materiali, ma sono poco propense<br />

a investire nella conoscenza<br />

del loro contenuto. Elaborando<br />

il suo spunto potremmo definire<br />

queste situazioni di tutela come<br />

incompiute, perché conservano<br />

il bene materiale ma non valorizzano<br />

il bene immateriale del<br />

quale il supporto è latore. Mülberger<br />

invece presenta due casi<br />

pratici di utilizzo dell’HTR nei<br />

musei: l’informatizzazione dei<br />

diari di viaggio e dei resoconti<br />

delle esplorazioni, particolarmente<br />

utile per ricostruire la<br />

provenienza di oggetti e manufatti<br />

e accelerarne il processo di<br />

restituzione nel quadro della decolonizzazione<br />

dei musei europei,<br />

e la lettura delle etichette<br />

negli archivi dei musei naturali,<br />

per la quale è in fase di sperimentazione<br />

una soluzione robotica<br />

e informatica integrata.<br />

La parte successiva della discussione<br />

si sviluppa sui limiti attuali<br />

della tecnologia e sulle prospettive<br />

future. Attualmente tra HTR<br />

e OMR vi è un’apparente asimmetria:<br />

l’HTR risulta più affidabile<br />

ed è più utilizzato dalla comunità<br />

scientifica di riferimento,<br />

mentre l’OMR è meno conosciuto,<br />

e sembra meno flessibile<br />

ai musicologi che vi si approcciano<br />

come utilizzatori. Questo potrebbe<br />

indurre alla valutazione,<br />

erronea, che la tecnologia utilizzata<br />

per l’OMR sia meno evoluta<br />

di quella soggiacente all’HTR: il<br />

motore neurale alla base di entrambi<br />

è però sostanzialmente<br />

lo stesso. Quale allora la ragione<br />

di questa asimmetria apparente?<br />

Calvo-Zaragoza scompone il<br />

problema in tre aspetti distinti e<br />

correlati.<br />

In primo luogo, l’oggetto di analisi<br />

dell’OMR è più complesso,<br />

non solo per la natura più articolata<br />

della scrittura musicale<br />

ma anche per la sua mutevolezza<br />

nel tempo. Per buona parte<br />

delle funzioni HTR è sufficiente<br />

il riconoscimento di un gruppo<br />

circoscritto di caratteri, che l’evoluzione<br />

della lingua nei secoli<br />

non ha modificato; la storia della<br />

musica occidentale è invece<br />

segnata da aggiornamenti e revisioni<br />

della semiografia musicale,<br />

per cui è difficile allenare un<br />

modello OMR unico che funzioni<br />

diacronicamente per notazioni<br />

diverse.<br />

Il secondo punto è la limitata<br />

consapevolezza da parte della<br />

comunità accademica interessata,<br />

che oscilla tra la diffidenza<br />

sulle possibilità applicative<br />

dell’OMR e il sottostimare il ruolo<br />

dell’annotazione dei dati. A<br />

volte, racconta Calvo-Zaragoza,<br />

chi contatta il suo gruppo di ricerca<br />

immagina di poter fornire<br />

una serie di pagine in una data<br />

notazione e di ottenere dal sistema<br />

direttamente una lettura<br />

codificata. La grande variabilità<br />

delle notazioni implica però che<br />

un modello allenato su manoscritti<br />

del settecento, ad esempio,<br />

non riuscirà in alcun modo<br />

a leggere un frammento di canto<br />

gregoriano. Questo rende ancora<br />

più cruciale la questione della<br />

conservazione e standardizzazione<br />

dei dati di allenamento,<br />

condivisa con l’HTR. Stauder<br />

auspica a questo riguardo la creazione<br />

di un quadro normativo<br />

che ne faciliti la condivisione e<br />

garantisca allo stesso tempo il rispetto<br />

della privacy e dei diritti<br />

di proprietà intellettuale.<br />

Il terzo aspetto del problema è<br />

il finanziamento dei progetti.<br />

Solo l’avviamento di progetti<br />

di ampio respiro consente di<br />

produrre materiale annotato di<br />

dimensioni significative, porre<br />

all’attenzione della comunità<br />

accademica la questione della<br />

condivisione dei dati, e raggiungere<br />

i potenziali utilizzatori del<br />

software. L’integrazione, spesso<br />

più che altro nominale, dell’OMR<br />

in progetti Digital Humanities di<br />

piccole dimensioni rischia invece<br />

di frazionare la ricerca nel campo<br />

e creare modelli e database<br />

incompatibili. Il beneficio mag-<br />

22 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 23<br />

giore di un progetto di ampio respiro<br />

in questo settore è quello<br />

di segnare un riferimento per le<br />

esperienze successive. Nell’HTR<br />

è già accaduto: un progetto<br />

che prendesse avvio oggi difficilmente<br />

potrebbe ignorare gli<br />

standard posti da Transkribus, o<br />

eScriptorium, e dove decidesse<br />

di sviluppare un sistema proprietario<br />

faticherebbe a trovarne la<br />

giustificazione.<br />

HTR e OMR, in quanto tecnologie<br />

la cui efficacia dipende dai<br />

dati e dalla loro gestione, hanno<br />

bisogno di uno sviluppo al contempo<br />

accentrato e cooperativo:<br />

accentrato per garantire uno<br />

standard di riferimento e non<br />

moltiplicare i costi di gestione<br />

della tecnologia, cooperativo<br />

per consentire a tutti i contributi<br />

di concorrere all’efficienza del<br />

sistema.<br />

L’HTR di ultima generazione è<br />

costruito sull’architettura del<br />

transformer, che ha rimpiazzato<br />

i modelli precedenti basati<br />

sui Recurrent Neural Network<br />

(RNN). Mi incuriosisce il fatto<br />

che nell’OMR risultino tuttora<br />

più performanti: Calvo-Zaragoza<br />

spiega che questo accade per il<br />

loro intrinseco bias sequenziale<br />

— apprendono secondo una direzione,<br />

prima una parte del documento<br />

poi la successiva — utile<br />

per guidare la lettura di una<br />

pagina musicale. Nondimeno,<br />

architetture trasformer-based<br />

potrebbero superare la performance<br />

dei RNN in presenza di<br />

una quantità sufficiente di dati<br />

d’allenamento, come è già accaduto<br />

in altri settori.<br />

Parlando di Transformer non<br />

possiamo non menzionare GPT-<br />

4, superstar dell’AI che sta accentrando<br />

l’attenzione della<br />

stampa, inaccessibile dall’Italia<br />

in questi giorni per sospetti sulla<br />

gestione della privacy. Domando<br />

se l’ultima creazione di OpenAI<br />

possa essere considerata il capostipite<br />

di una nuova generazione<br />

di grandi modelli linguistici<br />

(LLM) polifunzionali, capaci di<br />

competere in efficacia con sistemi<br />

specializzati di HTR e OMR.<br />

Al momento della discussione<br />

non sono ancora disponibili dati<br />

sperimentali, per cui le ipotesi<br />

si basano sulla performance di<br />

GPT-4 osservate in altri ambiti.<br />

Mülberger non ha dubbi sulle<br />

potenzialità di GPT-4, e prevede<br />

che presto incorporerà una<br />

funzione di riconoscimento del<br />

testo manoscritto base molto<br />

potente, per di più perfezionabile<br />

con allenamenti specifici. Osservo<br />

d’altro canto che molti dei<br />

compiti per i quali è utilizzato<br />

l’HTR oggi sono legati a scritture<br />

di nicchia per le quali è difficile<br />

trovare dati d’allenamento sul<br />

Note<br />

1 https://www.theguardian.com/<br />

world/<strong>2023</strong>/feb/05/artificial-intelligenceuncovers-lost-work-bytitanofspains-golden-age<br />

2 https://www.ndr.de/geschichte/<br />

tagebuecher/Gefaelschte-Hitler-<br />

Tagebuecher-So-gefaehrlich-war-<br />

der-<br />

Fake,hitlertagebuecher108.<br />

3 html https://neumz.com/repertorium/<br />

4 Lorenzo Casini. 2014. «“Noli<br />

me tangere”: i beni culturali tra<br />

materialità e immaterialità». Aedon,<br />

fasc. 1: 0–0. https://doi.<br />

org/10.7390/76262.<br />

Abstract<br />

Data driven knowledge is revolutionizing<br />

many field of research,<br />

but handwritten cultural heritage<br />

doesn’t seem to be able to<br />

benefit from this innovation. But<br />

what if AI itself could provide a<br />

web, che è il database di allenamento<br />

di GPT-4. Calvo-Zaragoza<br />

ricorda, a questo proposito, che<br />

se il web è pieno di parole, lo è<br />

un po’ meno di musica. La percentuale<br />

di persone capaci di<br />

leggere la notazione musicale è<br />

molto minore di quella di persone<br />

alfabetizzate, e questo, mi<br />

dice scherzando, lo rassicura:<br />

se chat-gpt gli ruberà il lavoro,<br />

ci metterà almeno un anno o un<br />

paio. Per ora può stare tranquillo.<br />

Dal mio punto di vista, non solo<br />

mi auguro questo non accada,<br />

ma ne dubito sinceramente. Il<br />

mio augurio è piuttosto che il<br />

mondo accademico e culturale<br />

colga l’occasione offerta da HTR<br />

e OMR per superare la visione,<br />

esatta ma limitata, dell’eredità<br />

testuale e musicale come oggetto<br />

di studio, valorizzandola invece<br />

in quanto patrimonio culturale<br />

condiviso.<br />

solution for the accessibility of<br />

documents? This article introduces<br />

the basic functioning and the<br />

latest developments of Handwritten<br />

Text and Music Recognition,<br />

Ai-based technologies that could<br />

provide archives and libraries, as<br />

well as museums, with a powerful<br />

tool to access on a scale their<br />

written content. We discuss the<br />

future perspectives with some of<br />

the leading experts in the field,<br />

focusing on the role this technology<br />

may play in connecting tangible<br />

documents and intangible<br />

cultural heritage.<br />

Parole Chiave<br />

Handwritten Text Recognition; Optical<br />

Music Recognition; AI; Deep Learning;<br />

Intangible Cultural Heritage<br />

Autore<br />

Roberto Ribuoli<br />

roberto.ribuoli@uniroma1.it


AZIENDE E PRODOTTI<br />

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di ambienti indoor.<br />

Sono disponibili 5 modelli multiparametrici<br />

e le grandezze<br />

misurate sono:<br />

• temperatura;<br />

• umidità relativa;<br />

• pressione atmosferica;<br />

• illuminamento;<br />

• radiazione UV-A;<br />

• componente organica volatile<br />

es. VOCs;<br />

• anidride carbonica;<br />

• particolato PM (1, 2.5, 4,<br />

10).<br />

I sensori comunicano via radio<br />

sulla frequenza 2.4Ghz, trasmettendo<br />

i dati alla piattaforma<br />

cloud INDOOR³, fruibile su<br />

desktop e mobile, attraverso il<br />

router Sphensor Gateway.<br />

La piattaforma cloud permette,<br />

oltre alla visualizzazione dei<br />

dati, anche la configurazione<br />

della rete dei sensori attraverso<br />

un’interfaccia moderna e userfriendly.<br />

Le principali funzionalità sono:<br />

• visualizzazione e download<br />

dei dati istantanei e storici;<br />

• calcolo di grandezze derivate<br />

a partire dai dati misurati;<br />

• visualizzazione di informazioni<br />

di diagnostica;<br />

• impostazione allarmi.<br />

A breve saranno disponibili ulteriori<br />

nuove funzionalità, quali:<br />

• creazione di progetti di<br />

monitoraggio per ambienti<br />

complessi attraverso la configurazione<br />

delle planimetrie<br />

degli ambienti da monitorare;<br />

• produzione di report scaricabili;<br />

• calcolo di indici microclimatici.<br />

Che cosa rende la linea Sphensor<br />

unica nel panorama del monitoraggio<br />

indoor?<br />

L’accuratezza delle misure<br />

Le misure dei sensori multi-parametrici<br />

Sphensor rispondono<br />

ai più alti standard di accuratezza<br />

del mercato. Questa caratteristica<br />

li rende ideali per<br />

il monitoraggio professionale di<br />

ambienti critici, come musei,<br />

camere bianche e laboratori<br />

oppure in tutti quei casi dove<br />

si desidera monitorare le condizioni<br />

di salubrità degli ambienti<br />

indoor, come edifici pubblici,<br />

ambienti di lavoro, ospedali,<br />

scuole etc.<br />

Scopri le caratteristiche tecniche<br />

nel datasheet dei sensori.<br />

Il design elegante e moderno<br />

Per realizzare un qualunque<br />

monitoraggio ambientale di alto<br />

livello qualitativo è fondamentale<br />

collocare i sensori quanto<br />

più vicino possibile ai punti di<br />

misura “significativi” rispetto<br />

agli obiettivi del monitoraggio<br />

stesso, ad esempio in prossimità<br />

di un’opera d’arte o sulla<br />

scrivania di una postazione lavorativa,<br />

e non certo nascosti<br />

dietro una porta o a contatto di<br />

un muro. Per questo motivo la<br />

linea di sensori Sphensor è stata<br />

sviluppata con un design elegante<br />

e moderno, facilmente<br />

integrabile in un qualunque ambiente<br />

indoor. I sensori Sphensor<br />

non debbono essere “nascosti”<br />

perché sono belli da vedere.<br />

La piattaforma cloud evoluta<br />

A differenza di altri prodotti la<br />

cui piattaforma software consente<br />

la sola visualizzazione dei<br />

dati, i sensori della linea Sphensor<br />

possono contare su una<br />

piattaforma cloud professionale,<br />

che permette la gestione<br />

24 24 ArcheomaticA ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong> N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per per i Beni i Beni Culturali Culturali 25 25<br />

Tecnologie per i Beni Culturali 25<br />

integrata di reti di sensori, la<br />

creazione di progetti di monitoraggio,<br />

l’analisi e il confronto<br />

di dati storici, il download dei<br />

dati, l’impostazione di allarmi.<br />

I sensori della linea Sphensor<br />

hanno trovato applicazione in<br />

importanti progetti di monitoraggio<br />

indoor sia in Italia che<br />

all’estero. Li puoi trovare, ad<br />

esempio, nelle sale dei Musei<br />

Vaticani di Roma così come in<br />

quelle del Museo Archeologico<br />

Nazionale di Napoli, oppure in<br />

scuole, università, case di riposo,<br />

edifici residenziali, in Norvegia,<br />

Francia e Cipro nell’ambito<br />

del Progetto Europeo H2020<br />

COLLECTiEF per la qualificazione<br />

degli ambienti indoor, dal<br />

punto di vista della salubrità e<br />

dell’efficienza energetica.<br />

I sensori della linea Sphensor<br />

sono strumenti professionali<br />

pensati per essere applicati in<br />

contesti critici da parte di tutti<br />

quegli operatori che fanno della<br />

preservazione degli ambienti<br />

indoor e della salubrità degli<br />

stessi elementi imprescindibili.<br />

Fonte:https://www.lsi-lastem.com/<br />

MAKROS, LA CONSERVAZIONE<br />

INTELLIGENTE DEL PATRIMO-<br />

NIO CULTURALE<br />

A inizio <strong>2023</strong> è stata selezionata<br />

da Fassa Bortolo e Symbola –<br />

Fondazione per le qualità italiane<br />

per una ricerca che la vede<br />

tra le 100 aziende eccellenti in<br />

Italia nell'ambito della tecnologia<br />

applicata alla cultura.<br />

Si parla di Makros SRL, fondata<br />

da Massimo Luise, ideatore<br />

nel 2011 del brevetto Blockfire<br />

per la protezione del patrimonio<br />

culturale dal fuoco, con cui<br />

l'azienda è conosciuta a livello<br />

mondiale. Di brevetti ora ne<br />

conta sei, contro fuoco, acqua,<br />

batteri, tutti abbinabili tra loro<br />

e nazionalizzati in 15 Paesi<br />

d'Europa oltre che in Cina, Stati<br />

Uniti, Canada. Makros realizza<br />

sistemi archivistici per la protezione<br />

e salvaguardia dei beni<br />

artistici e culturali misurabili in<br />

decine e centinaia di metri, se<br />

non in chilometri.<br />

Moltissimi gli interventi effettuati<br />

in Italia e all'estero.<br />

Circa 200 sono i progetti annui<br />

che segue, avvalendosi di<br />

professionisti come architetti,<br />

biologi, matematici, informatici<br />

che compongono lo staff e<br />

il comitato tecnico scientifico,<br />

che orienta ricerca e sviluppo.<br />

Tra le convenzioni in essere, il<br />

CNR di Firenze. Ad accogliere<br />

le installazioni Makros, da bandi<br />

nazionali e internazionali,<br />

sono musei, biblioteche, tribunali,<br />

procure della repubblica,<br />

scuole, Atenei. Per citare alcuni<br />

siti nella sola Italia: Istituto di<br />

Scienza a Brera, Politecnico di<br />

Milano, Tribunale di Torino, Leonardo<br />

Aerospazio di Roma, Procura<br />

di Ancona, Banca d'Italia a<br />

Roma, laboratorio di restauro<br />

del libro antico San Nilo di Grottaferrata,<br />

la Regione Toscana.<br />

Nella fattispecie di quest'ultima,<br />

nel 2022 Makros ha realizzato<br />

per la sede di Arezzo 6<br />

chilometri di archivi suddivisi in<br />

4 blocchi di 1500 metri ciascuno,<br />

alti 5 metri, per una portata<br />

complessiva di 270 tonnellate<br />

di peso, quindi, di documenti.<br />

L'intervento, validato a norma<br />

di legge ed effettuato coi<br />

sistemi di protezione passiva<br />

Blokfire, che preserva dal fuoco<br />

i contenuti senza impianti di<br />

spegnimento esterni (evitando<br />

così possibili effetti collaterali a<br />

cose e persone), prevede la possibilità<br />

di controllo da remoto.<br />

L'operazione, dall'installazione<br />

al collaudo, ha previsto 3 mesi<br />

di lavoro. Makros SRL, sede via<br />

Saragat, 9, 44122 Ferrara.<br />

https://www.blockfire.it


AZIENDE E PRODOTTI<br />

ART-UP - ARTE DA SENTIRE.<br />

DUOMO DI BENEVENTO LA<br />

PORTA DI BRONZO<br />

Art-up è un progetto di ricerca<br />

che nasce dall'idea che, un<br />

uso sapiente della tecnologia<br />

e dell’innovazione possa rappresentare<br />

un'opportunità di<br />

rinnovamento nel campo delle<br />

arti e della cultura. Tra le opere<br />

protagoniste del progetto Artup<br />

vi è un capolavoro dell’arte<br />

Medievale: la Janua Major del<br />

Duomo di Benevento.<br />

La Janua Major di Benevento<br />

con i suoi tre metri e mezzo<br />

di larghezza e ben cinque di<br />

altezza rappresenta una delle<br />

più belle e maestose opere lasciateci<br />

in eredità. Formata da<br />

72 formelle scolpite, sovrasta<br />

chi accede al limitato spazio<br />

dell’atrio.<br />

Di tutte le porte medievali conosciute,<br />

soltanto queste raccontano<br />

in 43 formelle del registro<br />

superiore, a rilievo e in<br />

forte aggetto, gli episodi della<br />

vita di Cristo esplicitando così<br />

il mistero dell’ Incarnazione;<br />

nelle 25 formelle del registro<br />

inferiore, più antiche rispetto<br />

a quelle del registro superiore,<br />

raffigurano l’arcivescovo metropolita<br />

e i 24 vescovi suffraganei,<br />

un chiaro messaggio del<br />

potere, in campo temporale oltre<br />

che spirituale, della chiesa<br />

beneventana, enclave nell’ambito<br />

dei domini della dinastia<br />

normanna. Le ultime 4 formelle<br />

raffigurano teste di leone con<br />

anelli.<br />

L’ignoto autore tradusse figurativamente<br />

il racconto evangelico<br />

contribuendo per secoli<br />

a formare l’immaginario sacro<br />

dell’occidente europeo, soprattutto<br />

per il tramite dei pellegrini<br />

transitanti sull’Appia verso<br />

il Gargano e la Terrasanta.<br />

E’ proprio questo il capolavoro<br />

con cui il Medioevo italiano si<br />

oppose definitivamente ai tentativi<br />

di Bisanzio di imporre anche<br />

nel Mezzogiorno la sua arte<br />

astratta priva di volumi, ombre<br />

e prospettiva. Il Maestro della<br />

Janua Major ideò invece una<br />

sequenza di scene dal rilievo<br />

impressionante e dalla spazialità<br />

profonda, popolate da personaggi<br />

espressivi, da animali<br />

ed elementi della natura fisicamente<br />

concreti. Questo geniale<br />

Artista, diede alla scultura italiana<br />

in bronzo una sua identità<br />

definitiva.<br />

Non si sa esattamente quando<br />

iniziò il lavoro, ma dalle epigrafi<br />

incise accanto alle figure dei<br />

vescovi, è possibile affermare<br />

che la porta fu scolpita dal 1179<br />

al 1221.<br />

Progetto cofinanziato dall’Unione<br />

Europea, dallo Stato Italiano<br />

e dalla Regione Campania,<br />

nell’ambito del POR Campania<br />

FESR 2014-2020 – “AVVISO<br />

PUBBLICO PER IL SOSTEGNO<br />

ALLE MPMI CAMPANE NELLA<br />

REALIZZAZIONE DI PROGETTI<br />

DI TRASFERIMENTO TECNOLO-<br />

GICO E INDUSTRIALIZZAZIO-<br />

NE PROGETTO ART-UP” – CUP<br />

B87H22002590007 – SURF<br />

22012BP000000038<br />

26 26 ArcheomaticA ArcheomaticA N°2 N°1 <strong>2023</strong> N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 27<br />

CIPA <strong>2023</strong> symposium intends to<br />

combine scientific, technological<br />

and humanistic skills and promote<br />

interactions with the institutions<br />

responsible for conservation and<br />

restoration, with the aim of defining<br />

documentation systems that address<br />

the entire life cycle of artefacts,<br />

archaeological sites, historic buildings<br />

and landscapes, using new digital<br />

technologies.<br />

There is a need to develop risk<br />

reduction and preventive and<br />

sustainable conservation models<br />

that support cultural participation,<br />

accessibility and enhancement of<br />

cultural diversity and expression.<br />

MAIN TOPICS<br />

Digital Heritage and Preservation<br />

Cultural Heritage Risk Assessment<br />

Documenting Archaeological sites<br />

Documenting Underwater Heritage<br />

Virtual, Augmented and Extended<br />

Reality for Cultural Heritage<br />

Heritage Documentation Training<br />

Experiences<br />

Technologies Changing Education<br />

Artificial Intelligence and<br />

documentation of Cultural Heritage<br />

New Technologies for New<br />

Museums Accessibility<br />

Digital Technologies Countering<br />

Wars Destruction<br />

Cultural Heritage 3D<br />

reproduction: techniques<br />

and methods<br />

3D technology supporting<br />

Heritage<br />

Management and<br />

maintenance activity<br />

Virtual Conservation<br />

Documenting Modern<br />

Architecture<br />

Digital Twins<br />

Sharing information and<br />

3D data<br />

Co-creation Communities<br />

and Living Labs<br />

Built Heritage Monitoring<br />

SUPPORTING ORGANISATIONS<br />

FOR UPDATES AND INFORMATIONS<br />

cipa<strong>2023</strong>florence.org<br />

ORGANISED BY<br />

CO-ORGANISED BY<br />

UNDER THE AUSPICES OF<br />

GOLD SPONSOR<br />

SILVER SPONSOR<br />

MEDIA PARTNER


AGORÀ<br />

Righe e Colonne sui Papiri di<br />

Ercolano – Una ricerca condotta<br />

da Università di Pisa, CNR e<br />

INFN e pubblicata in Scientific<br />

Reports dimostra che anche gli<br />

scribi antichi utilizzavano diversi<br />

tipi di griglie per delimitare lo<br />

specchio di scrittura. Gli esperimenti<br />

di macro-fluorescenza<br />

a raggi X a scansione eseguiti<br />

su papiri ercolanesi della Biblioteca<br />

Nazionale di Napoli<br />

dal gruppo del dottor Paolo Romano,<br />

dell’Istituto di scienze<br />

del patrimonio culturale del<br />

Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e dei<br />

Laboratori Nazionali del Sud<br />

dell’INFN Istituto Nazionale di<br />

Fisica Nucleare hanno fornito<br />

la prova sperimentale della correttezza<br />

di queste informazioni.<br />

“Lo sviluppo di strumentazioni e<br />

metodi non invasivi per l’analisi<br />

in situ sta portando importanti<br />

avanzamenti nella diagnostica<br />

dei beni culturali, – continua la<br />

dottoressa Costanza Miliani, direttrice<br />

del Cnr-Ispc – in particolare<br />

lo scanner XRF”.<br />

La pubblicazione, frutto della<br />

collaborazione di fisici, chimici<br />

e papirologi, ha evidenziato<br />

per la prima volta la presenza<br />

di vari tipi di griglie nei rotoli<br />

dell’antichità. Era già noto dagli<br />

autori classici che gli scribi antichi<br />

utilizzavano a questo scopo<br />

un righello e una rondella di<br />

piombo, la quale strofinata sulla<br />

superficie del papiro lasciava<br />

un’esile traccia appena visibile,<br />

che serviva a indicare i confini<br />

dello specchio di scrittura. Mai<br />

finora ne era stata evinta traccia<br />

nei numerosissimi papiri a<br />

noi pervenuti dall’antichità, al<br />

punto che i moderni studiosi si<br />

sono arrovellati per decenni sul<br />

significato di tali testimonianze.<br />

Gli esperimenti di macrofluorescenza<br />

a raggi X a scansione<br />

eseguiti su papiri ercolanesi<br />

della Biblioteca Nazionale<br />

di Napoli dal gruppo del dottor<br />

Paolo Romano, dell’Istituto di<br />

scienze del patrimonio culturale<br />

del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania,<br />

e dei Laboratori Nazionali del<br />

Sud dell’INFN Istituto Nazionale<br />

di Fisica Nucleare hanno fornito<br />

la prova sperimentale della<br />

correttezza di queste informazioni.<br />

Grazie alla strumentazione<br />

portatile sviluppata in Cnr-<br />

Ispc con il progetto MUR PON IR<br />

SHINE, sono stati rivelati per la<br />

prima volta diversi tipi di griglie<br />

costituite da linee di piombo<br />

disposte in senso ortogonale<br />

al fine evidente di delimitare<br />

spazi intercolonnari, colonne,<br />

intercolunni e singole linee di<br />

scrittura.<br />

“Si tratta di una scoperta sensazionale<br />

per la papirologia, – afferma<br />

il professor Graziano Ranocchia<br />

– ora abbiamo conferma<br />

di quanto prima potevamo solo<br />

immaginare. È inoltre finalmente<br />

dimostrato che la sistematica<br />

inclinazione delle colonne di<br />

scrittura nei rotoli letterari, la<br />

cosiddetta Legge di Maas, era<br />

un fatto estetico intenzionale<br />

degli scribi antichi, e non un<br />

segno di mancata accuratezza<br />

grafica, come è stato da alcuni<br />

ipotizzato”.<br />

“Lo sviluppo di strumentazioni e<br />

metodi non invasivi per l’analisi<br />

in situ sta portando importanti<br />

avanzamenti nella diagnostica<br />

dei beni culturali, – continua la<br />

dottoressa Costanza Miliani, direttrice<br />

del Cnr-Ispc – in particolare<br />

lo scanner XRF sviluppato<br />

da Ispc-Cnr per la piattaforma di<br />

accesso MOLAB dell’infrastruttura<br />

di ricerca E-RIHS permette<br />

di rivelare informazioni preziose<br />

sulla composizione chimica e<br />

la distribuzione degli elementi<br />

grazie a sensibilità e risoluzione<br />

spaziale senza pari, come per le<br />

ultra-tracce di piombo residuale<br />

delle linee di scrittura dei papiri<br />

di Ercolano”.<br />

Grande soddisfazione è stata<br />

espressa anche dalla direttrice<br />

della Biblioteca Nazionale di<br />

Napoli, la dottoressa Maria Iannotti,<br />

che fin dall’inizio del suo<br />

mandato ha fortemente creduto<br />

nella necessità di stringere<br />

collaborazioni con università ed<br />

enti di ricerca per la valorizzazione<br />

dell’ingente patrimonio<br />

dell’Istituto da lei guidato, il<br />

quale comprende, oltre ai pa-<br />

28 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 29<br />

piri, un’importante collezione<br />

di manoscritti antichi e incunaboli<br />

e, tra gli altri, importanti<br />

autografi di Giacomo Leopardi<br />

e Benedetto Croce: “Questo<br />

è un nuovo inizio per gli studi<br />

concernenti le nostre collezioni<br />

e un modello di cooperazione<br />

istituzionale da estendere ad<br />

altri casi dello stesso genere. A<br />

mio giudizio, la conservazione e<br />

la ricerca devono andare di pari<br />

passo e devono comunicare tra<br />

di loro a vantaggio sia dell’una<br />

che dell’altra”.<br />

Questa collaborazione, che vede<br />

la Biblioteca Nazionale di Napoli<br />

per la prima volta cobeneficiaria<br />

di un progetto finanziato<br />

dalla Commissione Europea, è<br />

rafforzata anche dalla recente<br />

sottoscrizione di apposite convezioni<br />

sia con il Cnr-Ispc, sia<br />

con l’Università di Pisa.<br />

“Da quando il Dipartimento da<br />

me guidato ha deciso di ospitare<br />

il Progetto GreekSchools – conclude<br />

la direttrice del Dipartimento<br />

di Filologia, Letteratura<br />

e Linguistica, la professoressa<br />

Roberta Ferrari – le occasioni di<br />

collaborazione istituzionale e di<br />

visibilità pubblica delle nostre<br />

attività di ricerca sono notevolmente<br />

aumentate, anche con<br />

l’attrazione di altri progetti finanziati<br />

e il recente importante<br />

riconoscimento ministeriale<br />

del Dipartimento di Eccellenza<br />

<strong>2023</strong>-2027, che con il Progetto<br />

CECIL si propone come avanguardia<br />

nel contrasto all’impoverimento<br />

linguistico”.<br />

Fonte: (Comunicato Stampa INFN)<br />

ARGILETUM: un viaggio dalle<br />

stratificazioni del passato al<br />

metaverso – Inaugurata il 15<br />

maggio a Roma la mostra “AR-<br />

GILETUM: un viaggio dalle stratificazioni<br />

del passato al metaverso”<br />

è un’esperienza immersiva<br />

e sensoriale, che mixa<br />

metaverso e realtà storica. Il<br />

progetto è organizzato ed ospitato<br />

dall’Università di Roma<br />

Tre nell’ambito del workshop<br />

“PAESAGGIO E STRATIFICAZIO-<br />

NI SPAZIALI NEL WEB 3.0 Arte,<br />

architettura e nuove forme di<br />

interazione”, e vedrà tra i protagonisti<br />

Matteo Mauro, artista<br />

siciliano di fama mondiale, tra<br />

i più apprezzati nell’ambito<br />

della crypto arte.<br />

Dopo aver esposto in location<br />

prestigiose di tutto il mondo,<br />

da New York a Sidney, Matteo<br />

Mauro porterà nella Capitale la<br />

sua arte digitale ed innovativa.<br />

L’artista utilizza programmi<br />

di modellazione low-poly e di<br />

sculpting con “argilla digitale”<br />

per creare le sue Micromegalic<br />

Inscriptions, che evolvono<br />

la tecnica dell’intaglio tradizionale.<br />

Le sue creazioni si<br />

collocano nel campo dell’Arte<br />

Generativa, essendo riproducibili<br />

infinitamente, così da<br />

esemplificare l’evoluzione delle<br />

pratiche di produzione di<br />

massa e l’inevitabile simbiosi<br />

tra l’uomo e la macchina. Un<br />

linguaggio stilistico che lo rende<br />

inconfondibile ed unico sul<br />

panorama artistico mondiale.<br />

“Per me è un onore ed una gioia<br />

partecipare a questo progetto,<br />

nel quale ritrovo moltissimi<br />

punti di contatto con la mia<br />

arte. – Spiega Matteo Mauro –<br />

Per me storia e innovazione,<br />

come analogico e metaverso,<br />

non sono due concetti da tenere<br />

distinti, ma elementi da fondere<br />

insieme, per creare qualcosa<br />

di nuovo ed autentico, in<br />

continua evoluzione”.<br />

Oltre a Matteo Mauro, esposti<br />

anche i lavori di Emanuele Dascanio<br />

che, in collaborazione<br />

con Kipu Quantum e Insighbart,<br />

ha generato opere iperrealistiche<br />

attraverso i processi<br />

estetici dei computer quantistici<br />

tramite l'assistenza di<br />

AI, trasformando la sua opera<br />

fisica The Father in una nuova<br />

opera chiamata The Quantum<br />

Prophet. La sua ricerca poetica<br />

è incentrata sull’analisi e l’utilizzo<br />

delle nuove tecnologie<br />

in rapporto con la cultura, in<br />

grado di esprimere e generare<br />

esperienze sempre più innovative.<br />

Inoltre è stato pensato un secondo<br />

ambiente, animato da<br />

una collettiva di artisti emergenti<br />

molto diversi tra loro dal<br />

punto di vista stilistico: Dvrk,<br />

You, Marcello Baldari e Fabiola<br />

Sangineto. L'elemento che<br />

li accomuna è l'utilizzo della<br />

luce, che assume per tutti e<br />

quattro un significato simbolico<br />

di rinascita, metamorfosi e<br />

contatto con una realtà superiore<br />

ma impalpabile.


AGORÀ<br />

la complessità delle indagini<br />

all’interno di un contesto delicato<br />

come quello descritto, In<br />

Situ ha prediletto un approccio<br />

da azienda-partner della<br />

committenza, piuttosto che<br />

azienda-fornitore. Ha infatti<br />

collaborato attivamente dalla<br />

programmazione iniziale della<br />

campagna di prove, fino alla<br />

progettazione e consolidamento<br />

strutturale nelle fasi successive.<br />

Di seguito alcune immagini<br />

interessanti durante la realizzazione<br />

del restauro.<br />

Sopralzo monumentale oggetto<br />

di indagine (prima della realizzazione<br />

dell’impalcatura di<br />

messa in sicurezza):<br />

Indagini non invasive a Palazzo<br />

Stampa di Soncino – Nel 2022 In<br />

Situ ha eseguito una campagna<br />

di indagini per verificare lo stato<br />

di conservazione del sopralzo<br />

monumentale del Palazzo Stampa<br />

di Soncino a Milano al fine di<br />

un successivo progetto di recupero<br />

strutturale. Il manufatto<br />

è stato suddiviso in tre aree di<br />

indagine.<br />

La parte superiore, caratterizzata<br />

dal podio con il globo e l’aquila<br />

bicipite, realizzata in onore<br />

dell’imperatore Carlo V. Su<br />

questa è stata svolta un’accurata<br />

ispezione visiva e strumentale<br />

(endoscopica, spessimetrica<br />

a ultrasuoni, potenziale di<br />

corrosione) per la verifica degli<br />

spessori residui degli elementi<br />

metallici, dell’umidità residua<br />

e dello stato fessurativo delle<br />

parti murarie.<br />

La parte centrale, costituita<br />

dalla coppia di colonne lapidee.<br />

Oltre un’accurata ispezione visiva,<br />

le indagini strumentali eseguite<br />

(termografica, ultrasonica<br />

e georadar ad alta frequenza)<br />

hanno permesso di tracciare lo<br />

sviluppo delle lesioni superficiali<br />

anche all’interno delle colonne,<br />

oltre che identificare la<br />

presenza e le dimensioni delle<br />

connessioni metalliche, non visibili,<br />

tra colonne stesse e basamento.<br />

La parte inferiore, rappresentata<br />

dal basamento, costituita<br />

da un unico monolite lapideo.<br />

Anche qui, oltre alla valutazione<br />

preliminare dello stato<br />

di degrado mediante ispezione<br />

visiva, sono state effettuate<br />

ulteriori analisi strumentali<br />

(termografia e radio detection)<br />

grazie alle quali è stato possibile<br />

valutare l’adesione residua<br />

dell’intonachino di rivestimento<br />

e lo stato di conservazione delle<br />

“bretelle” (elementi metallici)<br />

di ancoraggio tra il basamento<br />

e l’interno della copertura della<br />

torre.<br />

Considerata l’eterogeneità e<br />

• Indagine endoscopica e verifica<br />

del potenziale di corrosione,<br />

rispettivamente<br />

all’interno del globo e sul<br />

suo podio di supporto;<br />

• Indagini georadar ad alta<br />

frequenza (3GHz), ultrasuoni<br />

e indagine spessimetrica<br />

sui fusti delle colonne e sulla<br />

loro base;<br />

• Indagine con radio detector<br />

e termografica, rispettivamente<br />

all’interno della<br />

torre e su una porzione del<br />

basamento soprastante.<br />

IN SITU è un’azienda che da<br />

20 anni si occupa di diagnostica<br />

strutturale e di verifica dei<br />

materiali operando nel settore<br />

dei controlli non distruttivi e<br />

minimamente invasivi applicati<br />

alle opere civili e monumentali,<br />

alle infrastrutture e agli impianti<br />

industriali. È attiva in Italia e<br />

all’estero, opera nei seguenti<br />

ambiti coinvolgendo personale<br />

specializzato e certificato: beni<br />

monumentali, infrastrutture,<br />

patrimoni immobiliari, industria,<br />

energia e ambiente.<br />

Fonte: www.proveinsitu.it<br />

30 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong><br />

30 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 31<br />

Tecnologie per i Beni Culturali 31<br />

Scanner 3D vSLAM Stonex XVS<br />

usato per i rilievi della Basilìca<br />

del Trampal – Negli ultimi anni<br />

abbiamo visto come la tecnologia<br />

Lidar abbia conquistato<br />

sempre più mercato e venga<br />

utilizzata in svariate applicazioni.<br />

L'affidabilità della cattura,<br />

l'accuratezza e la velocità di acquisizione<br />

sono fattori che sono<br />

stati determinanti nella sua.<br />

Inoltre, negli ultimi 10 anni [ref<br />

1], grazie al progresso tecnologico,<br />

è stato possibile produrre<br />

Scanner Lidar portatili; ciò ha<br />

comportato una moderata perdita<br />

di precisione, ma ha aumentato<br />

la dinamicità e la velocità<br />

di acquisizione.<br />

Anche la fotogrammetria e la<br />

visione artificiale nel campo del<br />

rilevamento basato su immagini<br />

si sono evolute in modo impressionante<br />

negli ultimi anni. Ora è<br />

possibile calcolare punti omologhi<br />

da centinaia di immagini con<br />

notevole affidabilità e flessibilità.<br />

I processi sono ora molto più<br />

veloci e accurati, grazie anche<br />

al miglioramento delle tecniche<br />

di orientamento interno, e le<br />

texture hanno una risoluzione<br />

maggiore con un bilanciamento<br />

migliore.<br />

Questo scenario ha permesso lo<br />

sviluppo di un nuovo scanner:<br />

Stonex XVS vSLAM 3D Scanner;<br />

un nuovo strumento che incorpora<br />

un sistema di scansione 3D<br />

basato su immagini in tempo<br />

reale. XVS utilizza due fotocamere:<br />

la prima per la localizzazione<br />

simultanea dello strumento<br />

in tempo reale (Visual<br />

SLAM) e l'altra per l'acquisizione<br />

di immagini ad alta risoluzione<br />

e massima qualità. Lo scanner è<br />

collegato via cavo ad un tablet<br />

dotato di un software in grado<br />

di guidare l'utente durante l'acquisizione,<br />

fornendo in tempo<br />

reale tutte le informazioni riguardanti<br />

i dati raccolti e la traiettoria.<br />

L’uso di questo scanner è molto<br />

semplice, la scansione si acquisisce<br />

mentre si cammina in<br />

modo naturale, aiutati dalle indicazioni<br />

del software. Questa<br />

semplicità di utilizzo permette<br />

di effettuare scansioni molto<br />

lunghe senza affaticarsi e senza<br />

perdere alcun dato (noi abbiamo<br />

effettuato acquisizioni di<br />

più di un'ora). Ciò non significa<br />

che non sia possibile acquisire<br />

scansioni diverse che possono<br />

poi essere unite automaticamente<br />

in un secondo momento.<br />

Fotocamere e vSLAM<br />

XVS è dotato di due fotocamere<br />

e di un sistema di misurazione<br />

inerziale (IMU). La fotocamera<br />

vSLAM insieme al sistema IMU,<br />

lavorando insieme, garantiscono<br />

che l'acquisizione sul campo<br />

avvenga in modo tale che i dati<br />

elaborati risultino di alta qualità.<br />

Questo metodo di raccolta<br />

permette di essere sicuri che i<br />

modelli finali saranno sempre<br />

collegati e che non ci saranno<br />

errori durante l'elaborazione.<br />

Questo è un fattore molto importante,<br />

poiché la fotogrammetria<br />

classica e la maggior<br />

parte dei sensori basati su immagini<br />

non possono garantire la<br />

stessa qualità unita alla facilità<br />

e alla velocità di acquisizione.<br />

Con altri strumenti c'è sempre<br />

l'incertezza di aver raccolto<br />

dati precisi e il rischio di dover<br />

tornare sul sito per riacquisire i<br />

dati mancanti.<br />

L'altra fotocamera ha una risoluzione<br />

di 5 megapixel con un<br />

sensore da 2/3″ e una dimensione<br />

dei pixel di 3,45 micron. Il<br />

sensore è un “global shutter”,<br />

ciò significa che non c’è distorsione<br />

nell’immagine finale<br />

quando si scattano foto in movimento.<br />

È importante notare<br />

che i sensori di smartphone e<br />

tablet utilizzano la tecnologia<br />

“rolling shutter” e possono presentare<br />

piccole deformazioni<br />

nell'immagine che pregiudicano<br />

la precisione delle misurazioni,<br />

se si decide di raccogliere dati<br />

fotogrammetrici con questi dispositivi.<br />

Il sistema di misura inerziale<br />

(IMU) viene utilizzato per livellare<br />

lo scanner e per stabilire i


AGORÀ<br />

valori iniziali di orientamento<br />

interno che, insieme a quelli<br />

risultanti dal Visual SLAM, massimizzano<br />

le possibilità di successo<br />

nelle ricostruzioni 3D con<br />

traiettorie molto complesse.<br />

Selezione automatica<br />

delle immagini<br />

Durante la raccolta dati, XVS<br />

acquisisce centinaia di immagini<br />

al minuto. È comprensibile<br />

pensare che né la lavorazione<br />

di tutte le immagini né la selezione<br />

sistematica possano<br />

essere soluzioni accettabili ai<br />

fini dell'elaborazione dei dati.<br />

Pertanto, durante la progettazione<br />

dello scanner XVS, è stato<br />

sviluppato un sistema intelligente<br />

di selezione automatica<br />

delle immagini. Questo sistema<br />

è frutto della tesi di dottorato<br />

di Pedro Ortiz Coder [Ref 2], e<br />

garantisce i migliori risultati<br />

possibili, massimizzando l'accuratezza<br />

e la risoluzione dei modelli.<br />

Non si tratta di utilizzare<br />

il numero minimo di immagini<br />

possibile, ma piuttosto il numero<br />

ottimale di immagini in modo<br />

che i risultati abbiano la migliore<br />

qualità possibile.<br />

Questa selezione automatica<br />

viene eseguita con cura, l'algoritmo<br />

proprietario seleziona le<br />

immagini migliori in base a molteplici<br />

fattori: distanza dell'oggetto,<br />

velocità dell'utente,<br />

corrispondenza delle immagini,<br />

qualità dell'immagine/campo<br />

visivo, ecc.<br />

Ricostruzione Specifica 3D<br />

La procedura continua con l'orientamento<br />

interno delle immagini.<br />

A questo punto viene<br />

utilizzata la calibrazione interna<br />

della fotocamera fotogrammetrica<br />

e viene prestata<br />

particolare attenzione per massimizzare<br />

la precisione. L'orientamento<br />

interno ricalcola i<br />

punti omologhi raccolti durante<br />

la ripresa videogrammetrica in<br />

cattura continua.<br />

Caso studio: Basilìca del<br />

Trampal<br />

Per dimostrare le capacità di<br />

questo nuovo sistema videogrammetrico,<br />

è stata eseguita<br />

una scansione dell'interno e<br />

dell'esterno della Basilica visigota<br />

di Santa Lucia del Trampal,<br />

ad Alcuescar, in Spagna. Questa<br />

basilica risale originariamente<br />

al VII secolo, anche se da allora<br />

ha subito diversi importanti<br />

cambiamenti. Attualmente è<br />

l'unico edificio visigoto in buone<br />

condizioni situato nella parte<br />

meridionale della penisola iberica.<br />

Per questa scansione è stato utilizzato<br />

lo scanner Stonex XVS e<br />

sono stati raccolti 10 punti con<br />

un ricevitore GNSS all'esterno<br />

della basilica. La scansione<br />

esterna ha richiesto 5 minuti e<br />

la scansione interna ha richiesto<br />

9 minuti. L’acquisizione della<br />

scansione interna è iniziata e<br />

terminata sulla facciata esterna,<br />

con l'obiettivo di allineare<br />

automaticamente entrambe le<br />

aree. Durante la scansione è<br />

stato utilizzato per la raccolta<br />

dati il software XVSapp (installato<br />

su un tablet Microsoft Surface<br />

Pro) che permette di gestire<br />

tutti i parametri e avere tutte<br />

le informazioni fondamentali in<br />

tempo reale. Per l'elaborazione<br />

dei dati è stato utilizzato il software<br />

XVScloud, che raccoglie<br />

le informazioni e le invia ad un<br />

server con i parametri impostati<br />

dall'utente. Tra gli altri parametri<br />

è possibile selezionare la<br />

qualità della mesh, che in questo<br />

caso era di qualità media.<br />

Per confrontare i dati, è stata<br />

eseguita una scansione con uno<br />

scanner laser terrestre ad alta<br />

precisione, che è stato posizionato<br />

in 16 diverse posizioni e<br />

sono state utilizzate sfere per<br />

aumentare la precisione della<br />

registrazione. Il risultato del<br />

confronto tra i modelli di scanner<br />

(laser scanner e scanner<br />

videogrammetrico) mostra uno<br />

scostamento minimo:<br />

La distanza media tra i due modelli<br />

è di 4 mm all'esterno (Sigma=0.07)<br />

e di 10 mm all'interno<br />

(Sigma=0.04).<br />

In conclusione, lo scanner videogrammetrico<br />

è senza dubbio<br />

un'alternativa veloce e precisa<br />

agli scanner statici e dinamici<br />

disponibili sul mercato, con risultati<br />

fantastici in termini di<br />

qualità delle texture. Lo scanner<br />

videogrammetrico XVS si è<br />

dimostrato maneggevole, leggero<br />

e facile da usare. Grazie<br />

alla sua facilità d'uso, è uno<br />

strumento che può essere utilizzato<br />

anche da persone non<br />

specializzate nel campo delle<br />

misurazioni.<br />

Per le sue caratteristiche, XVS<br />

lavora molto bene con texture<br />

eterogenee, motivo per cui i<br />

principali campi di applicazione<br />

includono l'archeologia, l'edilizia,<br />

l'architettura, i beni culturali,<br />

l'urbanistica, la ricostruzione<br />

degli incidenti e la geologia.<br />

Bibliografia<br />

[1]. Bosse, Michael & Zlot,<br />

Robert & Flick, Paul. (2012).<br />

Zebedee: Design of a Spring-<br />

Mounted 3-D Range Sensor with<br />

Application to Mobile Mapping.<br />

IEEE Transactions on Robotics.<br />

28. 1104–1119. 10.1109/<br />

TRO.2012.2200990.<br />

[2]. Pedro Ortiz Coder. Year<br />

2021. Title: Reconstrucción 3d<br />

a través de un sistema videogramétrico<br />

basado en la utilización<br />

de visualslam y un procedimiento<br />

específico de selección<br />

de imágenes. Dehesa Repositorio.<br />

ID: http://hdl.handle.<br />

net/10662/12319<br />

32 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong><br />

32<br />

ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Conference on Cultural Heritage and New Technologies<br />

November, 15 - 17 <strong>2023</strong> | Vienna,<br />

CHNT28<br />

Austria<br />

Cultural Heritage as a Resource<br />

Technologies for the Paradigm Shift in Archaeology, Conservation and Education<br />

Call for Papers: April 15 to June 30<br />

Notification: from July 14<br />

Early Bird Tickets: until October 18<br />

The association CHNT-ICOMOS Austria was founded<br />

in early 2021 to organise the annual Conference<br />

on Cultural Heritage and New Technologies. It is<br />

a sister association of the Austrian National Committee<br />

of the International Council on Monuments<br />

and Sites (ICOMOS). The association has around 20<br />

members who contribute to the continuous<br />

development of the conference and participate<br />

intensively in the preparations.<br />

The City of Vienna (Department 7 – Cultural<br />

Affairs) is the association’s cooperation partner and<br />

is hosting the event in the Vienna City Hall.<br />

CHNT28: November 15 - 17<br />

CHNT provides a platform for exchanging views on<br />

the Cultural Heritage protection agenda and enables<br />

discussions among colleagues from a wide<br />

range of disciplines. During the conference the<br />

latest approaches to the research, management<br />

and monitoring of world heritage sites, cultural<br />

assets and archaeological monuments will be<br />

presented. The focus is primarily on interdisciplinary<br />

cooperation between experts with a strong<br />

interest in the application of new<br />

technologies in the field of cultural heritage.<br />

This year at CHNT we will be looking at how to<br />

change the way we perceive and handle upcoming<br />

challenges and crises while focusing on archaeology<br />

and cultural heritage as a resource.<br />

CALL FOR PAPERS<br />

The CHNT Committee invites you to submit a contribution<br />

in the form of a long abstract that relate to<br />

a specific session (lecture of max. 20 minutes) or<br />

round table (short talks of about 5 to 10 minutes).<br />

In addition, you can participate in various panels<br />

and workshops.<br />

Please find further information online:<br />

www.chnt.at/call-for-papers<br />

Presenters and session chairs who participated in<br />

CHNT 28 have the possibility to publish their contributions<br />

in the proceedings of the conference.<br />

The Call is open from April 15 to June 30, <strong>2023</strong>!<br />

„We believe that technology can make a difference and help to protect,<br />

research and valorize Cultural Heritage in a sustainable way<br />

and to thereby preserve it for the next generation.“<br />

CHNT-ICOMOS Austria • Karlsplatz 13, 1040 Vienna • www.chnt.at • info@chnt.at


EVENTI<br />

25 - 30 GIUGNO <strong>2023</strong><br />

CIPA <strong>2023</strong><br />

Firenze (Italia)<br />

https://www.cipa<strong>2023</strong>florence.org/<br />

SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

ArcheoFOSS <strong>2023</strong><br />

Torino (Italia)<br />

https://www.archeofoss.org/<br />

28 – 29 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

LUBEC <strong>2023</strong><br />

Lucca (Italia)<br />

https://www.lubec.it/<br />

27 - 29 settembre <strong>2023</strong><br />

SIFET <strong>2023</strong><br />

Arezzo (Italia)<br />

https://www.sifet.org/<br />

11 - 13 OTTOBRE <strong>2023</strong><br />

INTERGEO<br />

Berlino (Germania)<br />

https://www.intergeo.de/en/<br />

11 - 13 OTTOBRE <strong>2023</strong><br />

DRONITALY<br />

Bologna (Italia)<br />

https://www.dronitaly.it<br />

2 – 5 NOVEMBRE <strong>2023</strong><br />

BMTA PAESTUM <strong>2023</strong><br />

Paestum, SALERNO (Italia)<br />

https://www.<br />

borsaturismoarcheologico.it/<br />

8 NOVEMBRE <strong>2023</strong><br />

ROMADRONE<br />

Roma (Italia)<br />

https://www.romadrone.it/<br />

34 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>


Tecnologie per i Beni Culturali 35


Il Forum dell'Innovazione<br />

Tecnologie per il Territorio, Beni Culturali e Smart Cities<br />

14 - 16 NOV <strong>2023</strong><br />

www.technologyforall.it

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