Archeomatica_2_2023
Tecnologie per i beni culturali
Tecnologie per i beni culturali
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ivista trimestrale, Anno XV - Numero 2 <strong>2023</strong><br />
www.archeomatica.it<br />
ArcheomaticA<br />
Tecnologie per i Beni Culturali<br />
Intelligenza Artificiale<br />
Applicata al Patrimonio Culturale<br />
Fotogrammetria di Bassorilievi<br />
Assiri recentemente scoperti<br />
Il Supercalcolatore<br />
Pre-Exascale Leonardo<br />
Handwritten Text<br />
and Music Recognition
Tecnologie<br />
per le Scienze<br />
della Terra e del Mare<br />
Magnetometri<br />
terrestri<br />
Magnetometri<br />
marini<br />
Magnetometri<br />
per drone<br />
Leggeri e intuitivi per rilievi<br />
ambientali e geologici: progetto<br />
preimpostato, dati visualizzati<br />
a colori e con il rumore di<br />
fondo più basso del mercato.<br />
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La parola ai robot<br />
EDITORIALE<br />
Ancora un’altra rilevante scoperta archeologica a Faida, nei pressi di Duhok, nella regione<br />
settentrionale del Kurdistan iracheno. Con la collaborazione italiana dell’Universita’ di Udine<br />
il Kurdish Italian Faida Collaboration Project (KIFAP), solo nella campagna di scavo del 2019,<br />
ha portato alla luce una decina di inediti bassorilievi rupestri realizzati (VIII-VII sec.) con una<br />
tecnica scultorea che potremmo definire di stiacciato donatelliano, lungo la monumentale opera<br />
ingegneristica di un canale d’irrigazione, fatto scavare probabilmente dal re Sennacherib e forse già<br />
da suo padre Sargon II.<br />
Nelle lastre scultoree che costituiscono il Parco Archeologico Moderno di Fuida, inaugurato<br />
nell’ottobre del 2022 - un’altra delle meraviglie del mondo - sfila l’intero Pantheon astronomico<br />
assiro della terra di Ninive. Nel 2020, come hanno illustrato Alberto Savioli e Federica Murana in<br />
questo numero di ARCHEOMATICA, Daniele Morandi Bonacossi, che ha diretto l’intera missione con<br />
il Dipartimento alle Antichità iracheno, ha ricevuto il premio International Archeological Discovery<br />
Award Kaled Al Asaad e nei due anni successivi altri tre pannelli sono ricomparsi dalla prospezione<br />
archeologica eseguita sia con scansioni Laser che con riprese fotogrammetriche, continuando le<br />
ricerche nella zona post bellica, con tutti gli accorgimenti necessari per il volo da drone di ripresa<br />
aerea e senza alcun automatismo possibile.<br />
Dedicato inoltre agli studi di alcuni tra i più accreditati interpreti dell’Intelligenza Artificiale,<br />
questo numero di ARCHEOMATICA si addentra nel passato prossimo più sostanzioso, da più di mezzo<br />
secolo, di una delle tecnologie oggi tra le più discretamente proiettate a livello istituzionale non<br />
solo nella conservazione e nell’archiviazione dei beni culturali, ma anche nella valorizzazione<br />
(o diffusione, o divulgazione) e sempre più addentrata nel futuribile della storia e della critica<br />
dell’arte, arte classica compresa.<br />
Ne da’ in questo numero un penetrante campo lungo l’articolo di Luca Papi ed Antonella Petrillo,<br />
nel quale non poteva mancare il riferimento al MAV, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano,<br />
una delle iniziative istituzionali pionieristiche nell’impiego della tecnologia digitale ed una scatola<br />
delle meraviglie, che non ha nulla da invidiare alla spettacolarità teatrale dei primi passi della<br />
cinematografia di ricostruzione storica, anche italiana, fra gli altri, quella pionieristica del Colossal<br />
di Gli Ultimi giorni di Pompei del regista Mario Caserini nel 1913. Se ne diversifica per il rigore del<br />
recupero archeologico, reso sempre più immune da leziose stilizzazioni e da anacronismi di dettagli<br />
e scenari anastilotici, anche se non scevra da ogni sensazionalismo nella finalità di potenziare la<br />
fruizione del visitatore. E, forse, con minore commovente passione nei dialoghi, come pure di<br />
capacità di sintesi e di astrazione, quindi di programmazione, anche per le attività gestionali, la cui<br />
logistica inoltre contribuisce ad espandere e non solo a sviluppare e progettare.<br />
Fondamentale a questo proposito nel presente numero di ARCHEOMATICA ricordare il Cloud<br />
Computer Leonardo nell’articolo di Antonella Guidazzoli e Maria Chiara Liguori, inaugurato al<br />
Tecnopolo Cineca di Bologna alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel<br />
novembre 2022.<br />
AI o IA non è soltanto la tecnologia che consente al ricercatore di scovare, immagazzinare e<br />
trasmettere al futuro il leggibile, nel quale ora sono inclusi dalle tecnologie di riconoscimento come<br />
Handwritten Text (HTR) e Optical Music Recognition (OMR) anche manoscritti, papiri e pentagrammi<br />
musicali o il visibile, in cui è compreso l’invisibile fino a ieri, ma è anche una tecnologia che<br />
supporterà i lettori, mutuando dall’intelligenza umana la capacità di apprendimento.<br />
Saranno le IA tra non molto non solo l’obbiettivo e il drone a documentare le realtà di un fenomeno,<br />
della vita comune e di un fatto di cronaca o lo schedatore di opere d’arte che le collaziona o il<br />
bibliotecario che sistematizza il libro nella sintesi di una scheda, cioè un monumentale catalogo<br />
on line, ma saranno anche il bibliotecario perduto a leggerle: chi le opere, che contribuisce a<br />
conservare, sarà in grado di analizzare e studiare. IA non è soltanto un competitor della nostra<br />
autostima come il gioco o un’estensione della nostra attività contemplativa come il film o lo<br />
streaming musicale, ma ci informa, vanaglorioso, che ogni giorno che passa sempre di più impara a<br />
parlare.<br />
Buona lettura,<br />
Valerio Carlucci
IN QUESTO NUMERO<br />
DOCUMENTAZIONE<br />
6 Alla scoperta dei bassorilievi<br />
di Faida. Il Kurdish-Italian<br />
Faida Archaeological Project<br />
(KIFAP)<br />
Di Alberto Savioli, Federica Murana<br />
In copertina particolare delle elaborazioni<br />
geometriche e mesh con texture del bassorilievo<br />
“R8” dei rilievi Assiri di Faida nel<br />
cuore dell'antica Assiria, eseguito con prese<br />
fotogrammetriche con drone, processate<br />
con software 3Dflow 3DF Zephyr, grazie al<br />
quale è stato possibile estrarre dalle foto<br />
le rispettive nuvole di punti e modelli 3D.<br />
©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />
12 Il Supercalcolatore<br />
Pre-Exascale Leonardo:<br />
Contributi al Mondo del<br />
Patrimonio Culturale<br />
di Antonella Guidazzoli,<br />
Maria Chiara Liguori<br />
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ArcheomaticA<br />
Tecnologie per i Beni Culturali<br />
Anno XV, N° 2 - <strong>2023</strong><br />
<strong>Archeomatica</strong>, trimestrale pubblicata dal 2009, è la prima rivista<br />
italiana interamente dedicata alla divulgazione, promozione<br />
e interscambio di conoscenze sulle tecnologie per la tutela,<br />
la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio<br />
culturale italiano ed internazionale. Pubblica argomenti su<br />
tecnologie per il rilievo e la documentazione, per l'analisi e la<br />
diagnosi, per l'intervento di restauro o per la manutenzione e,<br />
in ultimo, per la fruizione legata all'indotto dei musei e dei<br />
parchi archeologici, senza tralasciare le modalità di fruizione<br />
avanzata del web con il suo social networking e le periferiche<br />
"smart". Collabora con tutti i riferimenti del settore sia italiani<br />
che stranieri, tra i quali professionisti, istituzioni, accademia,<br />
enti di ricerca e pubbliche amministrazioni.<br />
Direttore<br />
Renzo Carlucci<br />
dir@archeomatica.it<br />
Direttore Responsabile<br />
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michele.fasolo@archeomatica.it<br />
Comitato scientifico<br />
Giuseppe Ceraudo, Annalisa Cipriani, Maurizio<br />
Forte, Bernard Frischer, Giovanni Ettore<br />
Gigante, Mario Micheli, Stefano Monti,<br />
Luca Papi, Marco Ramazzotti,<br />
Antonino Saggio, Francesca Salvemini,<br />
Rodolfo Maria Strollo<br />
Redazione<br />
Valerio Carlucci<br />
valerio.carlucci@archeomatica.it<br />
redazione@archeomatica.it<br />
Matteo Serpetti<br />
matteo.serpetti@archeomatica.it<br />
Maria Chiara Spezia<br />
chiaraspiezia@archeomatica.it
16 L’intelligenza<br />
artificiale applicata al<br />
patrimonio culturale<br />
- Una innovazione<br />
tecnologica per la<br />
conservazione e la<br />
valorizzazione del<br />
patrimomio culturale<br />
di Luca Papi, Antonella Petrillo<br />
RUBRICHE<br />
24 AZIENDE E<br />
PRODOTTI<br />
Soluzioni allo Stato<br />
dell'Arte<br />
28 AGORÀ<br />
Notizie dal mondo delle<br />
Tecnologie dei Beni<br />
Culturali<br />
MUSEI<br />
20 Handwritten Text and<br />
Music Recognition come<br />
risorsa per il Patrimonio<br />
Culturale<br />
di Roberto Ribuoli<br />
34 EVENTI<br />
INSERZIONISTI<br />
CHNT 33<br />
Cipa Heritage 27<br />
Codevintec 2<br />
Esri 34<br />
Gter 10<br />
Planetek 2<br />
Stonex 11<br />
Strumenti Topografici 35<br />
TechnologyForAll 36<br />
una pubblicazione<br />
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<strong>Archeomatica</strong> è una testata registrata al<br />
Tribunale di Roma con il numero 395/2009<br />
del 19 novembre 2009<br />
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dell’editore.<br />
Data chiusura in redazione: 30 giugno <strong>2023</strong>
DOCUMENTAZIONE<br />
Alla scoperta dei bassorilievi di<br />
Faida. Il Kurdish-Italian Faida<br />
Archaeological Project (KIFAP)<br />
di Alberto Savioli, Federica Murana<br />
Fig. 1 - Foto del bassorilievo “R4”, particolare. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />
Nel 2019, il team del Kurdish-<br />
Italian Faida Archaeological Project<br />
ha riportato alla luce un gruppo<br />
di bassorilievi Assiri a Faida, in<br />
Iraq. La missione archeologica,<br />
coordinata dal Professor Daniele<br />
Morandi Bonacossi dell’Università di<br />
Udine insieme alla Direzione delle<br />
Antichità di Duhok, si è aggiudicata<br />
il titolo di scoperta archeologica più<br />
importante del 2019, vincendo il<br />
premio mondiale per l’archeologia<br />
Khaled al-Asaad.<br />
La scoperta a cui si fa riferimento<br />
in questo articolo<br />
riguarda dieci imponenti<br />
bassorilievi assiri rinvenuti a<br />
Faida, nel Kurdistan Iracheno<br />
settentrionale, grazie al Kurdish-Italian<br />
Faida Archaeological<br />
Project (KIFAP), un progetto<br />
congiunto condotto da Daniele<br />
Morandi Bonacossi dell’Università<br />
di Udine e da Bekas<br />
Jamaluddin Hasan della Direzione<br />
delle Antichità di Duhok.<br />
Il ritrovamento di questi rilievi<br />
rupestri dell’VIII secolo a.C. si è<br />
aggiudicato il titolo di scoperta<br />
archeologica più importante del<br />
2019 a livello mondiale, vincendo<br />
nel 2020 il prestigioso International<br />
Archaeological Discovery<br />
Award Khaled al-Asaad.<br />
Questo incredibile ritrovamento<br />
è stato riconosciuto anche<br />
dalla Fondazione International<br />
alliance for the protection<br />
of heritage in conflict areas<br />
(ALIPH), l’unico fondo globale<br />
dedicato esclusivamente alla<br />
protezione e riabilitazione del<br />
patrimonio culturale in aree<br />
di conflitto e post-conflitto.<br />
Daniele Morandi Bonacossi,<br />
professore del Dipartimento di<br />
Studi Umanistici e del Patrimonio<br />
Culturale (DIUM) dell’Università<br />
di Udine e coordinatore<br />
della missione archeologica,<br />
ha ricevuto il premio da parte<br />
della giuria internazionale nel<br />
novembre 2020 a Paestum, in<br />
occasione della XXIII Borsa Mediterranea<br />
del Turismo Archeologico<br />
(BMTA).<br />
I RILIEVI ASSIRI DI FAIDA NEL<br />
CUORE DELL’ANTICA ASSIRIA<br />
Tutto ebbe inizio tra l’estate<br />
e l’autunno del 2019, in cui<br />
un gruppo di archeologi della<br />
missione italo-curda individuarono<br />
durante gli scavi nel sito<br />
di Faida, un complesso di dieci<br />
bassorilievi risalenti all’epoca<br />
assira (VIII-VII secolo a.C.).<br />
6 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 7<br />
Di dimensione imponente – lunghezza<br />
di quasi 5 metri e altezza<br />
di 2 metri - essi si estendono<br />
lungo un antico canale di irrigazione<br />
di quasi 10 km di lunghezza<br />
che venne probabilmente<br />
progettato durante il regno del<br />
sovrano Sennacherib (704-681<br />
a.C.) o, forse, già da suo padre<br />
re Sargon II (721-705 a.C.): scolpite<br />
nella roccia, si stagliano la<br />
figura del re e tutta una serie di<br />
divinità e animali sacri (Fig. 1),<br />
atti ad indicare la venerazione<br />
per il grande pantheon assiro da<br />
parte del popolo, e a celebrare<br />
la costruzione del canale d’irrigazione<br />
che avrebbe garantito<br />
fertilità al terreno e prosperità<br />
per coloro che abitavano quelle<br />
terre. Oggi il canale si trova<br />
quasi completamente sepolto<br />
da diversi strati di terra depositati<br />
dall’erosione del fianco<br />
della collina, i quali hanno ricoperto<br />
alcuni dei pannelli assiri.<br />
Gli scavi archeologici sono proseguiti<br />
anche negli anni successivi,<br />
riportando alla luce altri<br />
tre bassorilievi tra il 2021 e il<br />
2022, per un totale di tredici<br />
pannelli. Queste opere hanno in<br />
comune la stessa composizione,<br />
che raffigura il sovrano assiro<br />
ritratto ad entrambe le estremità<br />
di ciascuno dei pannelli,<br />
mentre al centro troviamo rappresentate<br />
delle statue di sette<br />
divinità su dei piedistalli posti a<br />
loro volta sul dorso di animali.<br />
Si nota come gli animali avanzino<br />
verso destra, richiamando<br />
il senso della corrente dell’acqua<br />
che anticamente scorreva<br />
nel canale. Tra le figure divine<br />
raffigurate vediamo il dio Assur,<br />
la più importante divinità del<br />
pantheon assiro, su un dragone<br />
e un leone con corna, seguita<br />
da sua moglie Mullissu, seduta<br />
Fig. 2 - Mesh con texture del bassorilievo “R4”, vista dall’alto. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />
su un elaborato trono sorretto<br />
da un leone; vi è poi il dio della<br />
luna, Sin, anch’egli su un leone<br />
con corna, il dio della sapienza,<br />
Nabu, su un dragone, il dio del<br />
sole, Shamash, su un cavallo,<br />
seguiti dal dio della tempesta,<br />
Adad, su un leone con corna e<br />
un toro, e infine Ishtar, la dea<br />
dell’amore e della guerra seduta<br />
su un leone.<br />
IL RILIEVO FOTOGRAMMETRICO<br />
E IL PROCESSAMENTO DEI DATI<br />
Una volta rinvenuti gli imponenti<br />
bassorilievi rupestri, è stato<br />
necessario pianificare una serie<br />
di rilievi con drone da effettuare<br />
per digitalizzare in 3D i pannelli<br />
a fini di documentazione,<br />
analisi, restauro e salvaguardia<br />
degli stessi. Infatti, il team di<br />
archeologi che si è occupato<br />
Fig. 3 - Mesh con texture del bassorilievo “R4”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.
Fig. 4 - Mesh con texture dei bassorilievi “R6 – R7”. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />
dell’acquisizione fotografica dei<br />
bassorilievi, ha incontrato non<br />
poche difficoltà e ostacoli nell’esecuzione<br />
a causa di un contesto<br />
non certamente ottimale data<br />
la complessa situazione politica<br />
presente in Iraq. Faida, nello<br />
specifico, si trova in una zona<br />
post-bellica, in cui atti vandalici<br />
e scavi clandestini sono ancora<br />
all’ordine del giorno. La situazione<br />
già complessa è aggravata<br />
anche dall’espansione del villaggio<br />
adiacente e delle sue attività<br />
produttive che hanno gravemente<br />
danneggiato l’area.<br />
Tutti questi fattori hanno influenzato<br />
le diverse fasi di realizzazione<br />
del rilievo, svolto con<br />
il drone DJI Phantom Pro 4 RTK<br />
(dotato di antenna D-RTK 2) e<br />
fotocamera integrata di 20 MP,<br />
tra cui la costante perdita di segnale<br />
a causa dell’interferenza<br />
con onde radio e la conseguente<br />
impossibilità di effettuare<br />
missioni di volo automatiche<br />
seguendo una griglia regolare.<br />
Le foto sono state scattate a<br />
più intervalli tra le 7 del mattino<br />
e mezzogiorno, in modalità<br />
manuale e con luce diretta, sia<br />
Fig. 5 - Geometria (sx) e mesh con texture (dx) del bassorilievo “R8”. ©Alberto Savioli –<br />
DIUM, UniUD.<br />
perpendicolari al terreno che<br />
frontali al bassorilievo a circa 1<br />
metro di distanza.<br />
Al termine dell’acquisizione fotografica<br />
con drone, le foto di<br />
ciascun bassorilievo sono state<br />
utilizzate per la successiva<br />
fase di processamento dati. A<br />
tale scopo, l’azienda italiana<br />
di sviluppo software 3Dflow ha<br />
supportato il progetto con il<br />
proprio software di fotogrammetria<br />
3DF Zephyr, grazie al<br />
quale è stato possibile estrarre<br />
dalle foto le rispettive nuvole<br />
di punti e modelli 3D ai fini di<br />
un’adeguata documentazione.<br />
In particolare, per i quattro<br />
bassorilievi conservati meglio,<br />
chiamati “R4”, “R6-7” (questi<br />
due pannelli sono stati rilevati<br />
e processati in un unico progetto)<br />
e “R8”, sono state scattate<br />
rispettivamente 185, 350 e 170<br />
foto in formato JPG. Per migliorare<br />
ulteriormente l’accuratezza<br />
degli output 3D, sono stati<br />
posizionati intorno ai pannelli<br />
anche i marker codificati di 3DF<br />
Zephyr per ricavarne automaticamente<br />
i corrispondenti punti<br />
di controllo 2D (Fig. 2), mentre<br />
le coordinate 3D sono state ricavate<br />
con un GPS differenziale.<br />
Per tutti i progetti, non si è<br />
superato 1 cm di errore medio<br />
finale.<br />
IL PREMIO KHALED AL-ASAAD E<br />
IL RUOLO DI SCOPERTA ARCHE-<br />
OLOGICA MONDIALE<br />
Khaled al-Asaad fu un archeologo<br />
siriano che nel 2015 ha<br />
pagato con la sua vita al fine di<br />
proteggere l’antico patrimonio<br />
culturale della città di Palmira.<br />
Da allora, il premio che si<br />
identifica come tributo alla sua<br />
memoria, è diventato l’unico<br />
riconoscimento mondiale de-<br />
8 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 9<br />
dicato agli archeologi che con<br />
la loro dedizione e competenza<br />
scientifica si impegnano ogni<br />
giorno a scoprire, e al tempo<br />
stesso proteggere, il patrimonio<br />
culturale di zone a rischio.<br />
Il progetto KIFAP rispondeva<br />
appieno a questi requisiti, grazie<br />
ai suoi due obiettivi precisi<br />
a far da filo conduttore: il primo<br />
era quello di rilevare con<br />
un approccio scientifico un sito<br />
archeologico unico in tutto il<br />
Vicino Oriente mediante l’utilizzo<br />
di tecnologie avanzate<br />
come le scansioni laser, la fotogrammetria<br />
e i droni; il secondo,<br />
a monte dell’intero progetto,<br />
era quello di salvaguardare<br />
con ogni mezzo possibile il patrimonio<br />
culturale rinvenuto in<br />
una zona post-bellica.<br />
La vittoria del premio nel novembre<br />
del 2020 ha portato alla<br />
successiva collaborazione e sostegno<br />
da parte di diversi partner<br />
che ne condividono i valori<br />
e che hanno consentito di mettere<br />
a punto un piano concreto<br />
di tutela e restauro dei bassorilievi<br />
assiri di Faida. Nello specifico,<br />
Il progetto è supportato<br />
dal Ministero degli Affari Esteri<br />
e della Cooperazione Internazionale,<br />
ALIPH Foundation,<br />
Gerda Henkel Stiftung, Regione<br />
Friuli Venezia Giulia, Fondazione<br />
Friuli, Agenzia Italiana per<br />
la Cooperazione allo Sviluppo,<br />
3D Target, 3Dflow. Inoltre,<br />
si avvale della collaborazione<br />
tecnica di numerose altre istituzioni,<br />
quali l’Università degli<br />
Studi di Roma Tre, il Politecnico<br />
di Milano e l’Istituto Veneto<br />
per i Beni Culturali.<br />
Fig. 6 - Il taglio del nastro il giorno dell’inaugurazione del Parco. ©Alberto Savioli – DIUM, UniUD.<br />
L’INAUGURAZIONE UFFICIALE<br />
DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI<br />
FAIDA E LE MOSTRE CORRELATE<br />
Dopo quattro anni dall’inizio<br />
della campagna di scavi, domenica<br />
16 ottobre 2022 è stato ufficialmente<br />
inaugurato il nuovo<br />
Parco Archeologico Moderno di<br />
Faida, il primo del suo genere<br />
non solo nella regione del Kurdistan,<br />
ma nell’intero Iraq (Fig.<br />
6). Il parco è nato con l’intento<br />
di valorizzare e rendere accessibile<br />
al pubblico il sito in cui<br />
sono stati scoperti, restaurati e<br />
documentati questi imponenti<br />
bassorilievi Assiri, veri e propri<br />
tesori antichi di 2700 anni fa,<br />
suggellando la lunga opera di<br />
salvataggio del patrimonio culturale<br />
della zona. La cerimonia<br />
d’inaugurazione ha visto il riunirsi<br />
dei diversi esponenti delle<br />
realtà sopracitate coinvolte<br />
nel progetto, tra cui il rettore<br />
dell’Università di Udine Roberto<br />
Pinton e la direttrice del Dipartimento<br />
di Studi umanistici e<br />
del patrimonio culturale Linda<br />
Borean. Hanno poi partecipato<br />
diverse centinaia di persone che<br />
hanno potuto ammirare dal vivo<br />
gli straordinari rilievi rupestri<br />
di Faida. Il taglio del nastro e<br />
la seguente visita guidata sono<br />
state seguite da numerose testate<br />
giornalistiche e televisive<br />
nazionali e internazionali.<br />
E non è finita qui: dal 17 dicembre<br />
2022 fino al 4 giugno <strong>2023</strong> è<br />
possibile visitare la nuova mostra<br />
archeologica ai Civici Musei<br />
del Castello di Udine, la quale<br />
consente ai visitatori di essere<br />
trasportati nel cuore dell’impero<br />
Assiro, a Faida. La mostra<br />
rende accessibile a tutti i risultati<br />
scientifici e le incredibili<br />
scoperte effettuate dai team<br />
di archeologi dell’Università di<br />
Udine attraverso un percorso<br />
innovativo fra materiali documentari,<br />
reperti archeologici e<br />
immagini fotografiche, il tutto<br />
corredato da una comunicazione<br />
multimediale che porta a<br />
vivere la visita come una vera<br />
esperienza immersiva e interat-
TELERILEVAMENTO<br />
tiva. Ultima ma non ultima<br />
per importanza, è inoltre<br />
possibile ammirare in anteprima<br />
l’installazione più importante<br />
della mostra, una<br />
replica in 3D a grandezza naturale<br />
di uno degli imponenti<br />
bassorilievi rupestri di Faida,<br />
realizzata da Serena del Piccolo.<br />
La mostra e gli incontri<br />
sono tutti volti ad avvicinare<br />
il grande pubblico alla conoscenza<br />
di questa scoperta incredibile,<br />
motivo di orgoglio<br />
italiano nel panorama archeologico<br />
mondiale, grazie alla<br />
collaborazione fra il Dipartimento<br />
di Studi Umanistici<br />
e del Patrimonio Culturale<br />
dell’Università di Udine e il<br />
Museo Archeologico di Udine<br />
con il sostegno della Regione<br />
Autonoma Friuli Venezia<br />
Giulia. L’esposizione e gli<br />
eventi sono a cura di Daniele<br />
Morandi Bonacossi, Francesca<br />
Simi, Luigi Turri e Paola<br />
Visentini.<br />
Sitografia<br />
https://qui.uniud.it/ricerca-einnovazione/la-scoperta-dei-rilievi-rupestri-di-faida-insignita-delpremio-mondiale-per-larcheologiaintitolato-a-khaled-al-asaad/<br />
https://www.3dflow.net/it/casidi-studio/premio-mondiale-allascoperta-dei-bassorilievi-a-faida/<br />
http://www.terradininive.com/ilcomplesso-archeologico-di-faida/<br />
https://www.borsaturismoarcheologico.it/wp-content/uploads/2020/10/gazzettino_8-10.pdf<br />
https://qui.uniud.it/cultura/kurdistan-iracheno-inaugurato-il-parcoarcheologico-assiro-studiato-dallateneo-friulano/<br />
https://qui.uniud.it/ricerca-einnovazione/dal-centro-dellimpero-nuove-scoperte-archeologichedelluniversita-di-udine-nellanticaassiria/<br />
https://www.civicimuseiudine.it/<br />
it/mostre-eventi/19-il-castello/<br />
museo-archeologico/1191-dal-centro-dell-impero-nuove-scopertearcheologiche-dell-universita-diudine<br />
Abstract<br />
Between 2019 and 2022, the team of<br />
the Kurdish-Italian Faida Archaeological<br />
Project (KIFAP) found thirteen<br />
Assyrian rock reliefs in Faida, Northern<br />
Iraqi Kurdistan. The archaeological<br />
mission was conducted by<br />
Professor Daniele Morandi Bonacossi<br />
from the Department of Humanities<br />
and Cultural Heritage (DIUM)<br />
of the University of Udine together<br />
with the Directorate of Antiquities<br />
of Duhok. The finding of the first<br />
ten rock reliefs of the VIII Century<br />
BC earned the title of the most important<br />
archaeological discovery of<br />
2019, winning the prestigious 2020<br />
International Archaeological Discovery<br />
Award Khaled al-Asaad. Four<br />
years later, on October 16th, 2022,<br />
the Faida Archaeological Park was<br />
officially opened, the first of its<br />
kind in Iraq.<br />
Parole Chiave<br />
Archeologia; Bassorilievi Rupestri;<br />
Fotogrammetria Aerea; UAV; Patrimonio<br />
Culturale<br />
Autore<br />
Alberto Savioli<br />
alberto.savioli@uniud.it<br />
Università degli Studi di Udine<br />
Federica Murana<br />
federica.murana@3dflow.net<br />
3Dflow<br />
MONITORAGGIO 3D<br />
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10 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong><br />
RICERCA E INNOVAZIONE
Tecnologie per i Beni Culturali 11<br />
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DOCUMENTAZIONE<br />
Il Supercalcolatore Pre-Exascale<br />
Leonardo: Contributi al Mondo<br />
del Patrimonio Culturale<br />
di Antonella Guidazzoli, Maria Chiara Liguori<br />
Fig. 1 - Il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini inaugura il supercomputer<br />
Leonardo alla presenza del Presidente Sergio Mattarella.<br />
Il nuovo supercalcolatore<br />
pre-exascale Leonardo,<br />
recentemente inaugurato<br />
presso il Tecnopolo di Bologna,<br />
è un potente strumento<br />
al servizio della ricerca e<br />
anche delle applicazioni per<br />
i Beni Culturali. Molte sono<br />
le opportunità che rende<br />
disponibili, tra Big Data ed<br />
Intelligenza Artificiale.<br />
LEONARDO A SOSTEGNO<br />
DELLA RICERCA<br />
Nel novembre 2022 è stato<br />
ufficialmente inaugurato il supercalcolatore<br />
pre-exascale<br />
Leonardo presso gli spazi Cineca<br />
del Tecnopolo di Bologna [1,<br />
2]. Leonardo, che si è classificato<br />
al 4° posto nella Top500<br />
mondiale [3] per potenza di<br />
calcolo, ha l'obiettivo di fornire<br />
al mondo della ricerca<br />
risorse di calcolo sempre più<br />
performanti [4]. Tra i possibili<br />
campi di applicazione ci sono<br />
l'osservazione del cosmo, la<br />
scienza dei materiali, i gemelli<br />
digitali (digital twin) di realtà<br />
estremamente complesse,<br />
la mitigazione e la gestione<br />
dei rischi in ambito meteoclimatico,<br />
la lotta contro pandemie<br />
ed epidemie, solo per<br />
citarne alcuni. Lo spazio del<br />
Tecnopolo si sta rapidamente<br />
sviluppando come un grande<br />
hub per i Big Data, l'Intelligenza<br />
Artificiale, l'innovazione e<br />
il calcolo quantistico. Insieme<br />
ad Ecmwf - il Centro di supercalcolo<br />
del Centro europeo di<br />
previsioni meteorologiche a<br />
medio termine -, all'Agenzia<br />
regionale per la prevenzione,<br />
l'ambiente e l'energia (Arpae)<br />
e alla neocostituita Agenzia<br />
Italia meteo, che troveranno<br />
anch’essi presto posto al<br />
Tecnopolo, si realizzerà, per<br />
esempio, un vero e proprio<br />
polo europeo per la meteorologia<br />
e la climatologia.<br />
Tuttavia, i contesti di ricerca<br />
prettamente scientifici non<br />
saranno gli unici a beneficiare<br />
delle capacità di calcolo di Leonardo.<br />
I campi di applicazione<br />
potenziali includono anche<br />
le discipline umanistiche, e in<br />
questo contesto, anche i Beni<br />
Culturali.<br />
12 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 13<br />
IL SUPERCALCOLO PER I BENI<br />
CULTURALI<br />
Ci sono due campi in particolare<br />
in cui il supercalcolatore<br />
Leonardo può offrire contributi<br />
significativi: l'analisi e la<br />
gestione di Big Data e l'addestramento<br />
di reti di intelligenza<br />
artificiale, nonché la loro<br />
applicazione a grandi moli di<br />
dati.<br />
Cineca ha già utilizzato il supercalcolo<br />
in progetti come<br />
I-Media-cities [5], che ha raccolto<br />
risorse audiovisive dedicate<br />
al contesto urbano provenienti<br />
da nove archivi europei.<br />
Gli algoritmi di intelligenza<br />
artificiale sono stati utilizzati<br />
per intervenire sul materiale<br />
audiovisivo, individuando<br />
automaticamente gli shot dei<br />
video, tagliandoli e metadatandoli<br />
con l'uso di sistemi di<br />
object detection. Una volta<br />
caricati i contenuti audiovisivi<br />
sulla piattaforma, il workflow<br />
procede a fare girare gli algoritmi,<br />
forniti da Fraunhofer, e<br />
che, nel caso dell’object detection,<br />
possono riconoscere<br />
e taggare 78 tipologie di oggetti<br />
differenti, dal cavallo<br />
alla bicicletta, dalla sedia alla<br />
borsa. Il processo di arricchimento<br />
si è svolto in parallelo<br />
con quello messo in campo dai<br />
ricercatori. Ciascuna cineteca<br />
si è infatti collegata ad un<br />
istituto di ricerca incaricato<br />
di svolgere questa attività di<br />
metadatazione sui propri contenuti.<br />
Al momento la piattaforma<br />
registra 729.462 tag automatici<br />
e 32.760 tag manuali.<br />
L’arricchimento dei metadati,<br />
applicati al singolo shot,<br />
agevola notevolmente la successiva<br />
attività dei ricercatori<br />
che, per esempio, potrebbe-<br />
ro desiderare di individuare<br />
specifici elementi iconografici<br />
utili alle loro ricerche,<br />
evitando però le lunghe ore<br />
di consultazione di contenuti<br />
audiovisivii. In I-Media-Cities<br />
i tag aggiunti dagli algoritmi<br />
sono esplicitamente presentati<br />
come automatici, in modo<br />
che il fruitore sia consapevole<br />
che per quell’elemento ci possa<br />
essere un certo margine di<br />
errore [6; 7]. La trasparenza,<br />
per quel che riguarda l’intelligenza<br />
artificiale, è una condizione<br />
imprescindibile dato che<br />
la grande massa di elaborato,<br />
rapidamente fornita in maniera<br />
automatica, anche quando<br />
non è validata da un ricercatore<br />
successivamente, supplisce<br />
ai possibili errori prodotti, ed<br />
è indispensabile essere consapevoli<br />
dei limiti nel processo<br />
di arricchimento. Con l’intelligenza<br />
artificiale “trasparente”<br />
si può creare fiducia nei<br />
sistemi di AI e garantire che<br />
vengano utilizzati in modo etico,<br />
equo ed efficace.<br />
La piattaforma I-Media-Cities,<br />
giudicata come market ready<br />
dallo European Innovation<br />
Radar, è già stata applicata<br />
ad un altro progetto, ovvero<br />
DARE (Digital Environment<br />
for Collaborative Alliances to<br />
Regenerate Urban Ecosystem<br />
in middle-sized cities) [8],<br />
senza però l’inserimento degli<br />
algoritmi di AI. Tuttavia, la<br />
flessibilità della piattaforma,<br />
disponibile in formato open<br />
[9], consente l’inserimento<br />
di qualsiasi algoritmo adatto<br />
all’analisi di audiovisivi,<br />
aspetto che sarà testato in un<br />
progetto di prossima realizzazione.<br />
L’attività di processamento<br />
dei dati mediante gli<br />
algoritmi ritenuti più opportuni,<br />
ed in breve tempo, è proprio<br />
ciò che rende indispensabile<br />
il supporto dell’HPC per<br />
progetti come questo.<br />
L’addestramento di reti neurali<br />
è un altro settore estremamente<br />
utile e promettente per<br />
Fig. 2 - Processo di object detection. I riquadri presentano una colorazione diversa tanto<br />
maggiore è il grado di confidenza dell’algoritmo nel riconoscere correttamente l’elemento.
il mondo dei Beni Culturali. Il<br />
tagging automatico di risorse<br />
digitali audiovisive, come per<br />
il progetto I-Media-Cities, si<br />
basa come detto sul procedimento<br />
di object detection,<br />
ovvero il riconoscimento dei<br />
contenuti che saranno poi taggati,<br />
consentendone un facile<br />
recupero. Gli algoritmi, per<br />
poter individuare e riconoscere<br />
gli oggetti, devono essere<br />
allenati: ovvero devono essere<br />
sottoposti a dataset molto<br />
voluminosi con esempi di ciò<br />
che si desidera venga poi riconosciuto<br />
automaticamente<br />
dall’algoritmo.<br />
Attualmente le reti sono allenate<br />
prevalentemente su contenuti<br />
della contemporaneità.<br />
Ciò è inevitabile, dato che per<br />
allenare una rete e riuscire<br />
a conseguire un alto livello<br />
di efficacia è indispensabile<br />
fornire un dataset estremamente<br />
ampio. La stragrande<br />
maggioranza di queste reti è<br />
stata perciò allenata a partire<br />
da materiale reperibile liberamente<br />
in rete, vale a dire immagini<br />
e video relativamente<br />
recenti. Ciò ha comportato, di<br />
conseguenza, il fatto di riuscire<br />
a riconoscere facilmente se<br />
un semaforo o un’automobile<br />
sono contenuti in un’immagine.<br />
Tuttavia, il patrimonio<br />
dei Beni Culturali non si ferma<br />
agli ultimi trenta o quarant'anni,<br />
rendendo quindi di<br />
difficile utilizzo le reti già addestrate<br />
disponibili. Una rete<br />
addestrata a partire da un dataset<br />
contemporaneo, se applicata<br />
ad un’opera d’arte sacra<br />
del ‘400, non riconoscerà,<br />
per esempio, la presenza di<br />
tavole bibliche nelle mani di<br />
un santo ma, anzi, le taggherà<br />
probabilmente riconoscendole<br />
come uno smartphone. Da ciò<br />
deriva l’importanza di allenare<br />
nuove reti adatte a contenuti<br />
che siano più significativi<br />
per la successiva analisi delle<br />
varie risorse del patrimonio<br />
dei Beni Culturali.<br />
In un contesto caratterizzato<br />
da uno spostamento verso<br />
quello che potremmo chiamare<br />
cyberspazio, con i suoi metaversi,<br />
anche per i Beni Culturali<br />
- si pensi per esempio<br />
ad applicazioni come Occupy<br />
White Walls [10] - le risorse<br />
di supercalcolo e i framework<br />
XR (Extended Reality) possono<br />
cooperare in diversi modi<br />
per migliorare l'esperienza e<br />
le capacità delle applicazioni<br />
XR.<br />
Innanzitutto, le risorse di supercalcolo<br />
possono essere utilizzate<br />
per fornire la potenza<br />
di elaborazione necessaria per<br />
eseguire simulazioni e modelli<br />
complessi in tempo reale<br />
all'interno di ambienti XR,<br />
consentendo un rendering più<br />
rapido e accurato di scene e<br />
interazioni dinamiche, creando,<br />
conseguentemente, la<br />
creazione di ambienti e interazioni<br />
più realistici e dettagliati.<br />
Inoltre, le applicazioni<br />
XR richiedono spesso l'elaborazione<br />
di grandi quantità di<br />
dati e le risorse di supercalcolo<br />
possono aiutare a gestire<br />
questi dati in modo efficiente<br />
ed efficace. Queste possono<br />
essere utilizzate anche a<br />
sostegno della creazione di<br />
ambienti virtuali collaborativi,<br />
consentendo a più utenti<br />
di interagire all'interno dello<br />
stesso ambiente XR.<br />
Collaborando, le risorse di supercalcolo<br />
e i framework XR<br />
possono creare esperienze XR<br />
potenti e coinvolgenti prima<br />
inimmaginabili.<br />
Fig. 3 - Workshop “AI e Beni Culturali. Tra ricerca e creatività” tenutosi presso Cineca<br />
nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori. La storica dell’arte Rebecca Pedrazzi<br />
interviene sul tema AI e creatività.<br />
CONCLUSIONI<br />
Per massimizzare i benefici<br />
del supercalcolo per il settore<br />
del patrimonio culturale,<br />
è sempre più importante<br />
coinvolgere una vasta gamma<br />
di parti interessate. Non solo<br />
esperti nei campi dell'intelli-<br />
14 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 15<br />
genza artificiale e dell'informatica,<br />
ma anche curatori,<br />
storici e altri professionisti<br />
con una profonda conoscenza<br />
del patrimonio culturale<br />
oggetto di studio. Inoltre, è<br />
necessario sviluppare nuovi<br />
metodi per l'elaborazione e<br />
l'analisi delle grandi quantità<br />
di dati generati da questi sistemi.<br />
Ciò potrebbe includere<br />
lo sviluppo di nuovi algoritmi<br />
specificamente progettati per<br />
le applicazioni del patrimonio<br />
culturale o l'incorporazione di<br />
metodi e competenze tradizionali<br />
nel processo di analisi.<br />
Un'altra considerazione importante<br />
è come garantire che i<br />
risultati di queste analisi siano<br />
comunicati in modo efficace e<br />
tradotti in azioni. Ciò potrebbe<br />
comportare lo sviluppo di<br />
nuovi metodi di visualizzazione<br />
dei dati generati dai supercomputer<br />
o la collaborazione<br />
con musei e altre istituzioni<br />
culturali per sviluppare nuove<br />
mostre e materiali didattici<br />
che aiutino a rendere comprensibili<br />
queste scoperte.<br />
Una prospettiva che si sta facendo<br />
sempre più strada per<br />
raggiungere questi obiettivi<br />
è l’inserimento degli artisti e<br />
della loro capacità interpretativa<br />
nel trattamento e nella<br />
comunicazione di dati scientifici<br />
e di ricerca. Progetti europei<br />
come GRIN - Art-driven innovation<br />
for digital and green<br />
transition in European Regions<br />
- mirano espressamente ad inserire<br />
gli artisti nel loop comunicativo,<br />
favorendone la collaborazione<br />
con team scientifici.<br />
Anche esperienze come la<br />
Notte Europea dei Ricercatori,<br />
anch’essa finanziata a livello<br />
comunitario, si stanno rivelando<br />
sempre più una risorsa<br />
fondamentale nell’attività divulgativa<br />
e nell’impegno per<br />
aiutare le persone a familiarizzare<br />
con temi complessi<br />
come, per esempio, l’intelligenza<br />
artificiale.<br />
A tale proposito, VisitLab Cineca<br />
ha avviato una serie di<br />
eventi bi-annuali dedicati<br />
proprio alle sinergie possibili<br />
tra AI e Beni Culturali, intesi<br />
in senso ampio. Il 20 gennaio<br />
scorso si è tenuto il primo<br />
workshop dal tema “AI e Beni<br />
Culturali". Tra ricerca e creatività”<br />
- di cui è disponibile la<br />
registrazione video [11] - a cui<br />
Bibliografia<br />
[1] Sito supercomputer Leonardo:<br />
https://leonardo-supercomputer.<br />
cineca.eu<br />
[2] Inaugurazione supercomputer<br />
Leonardo: https://www.cineca.<br />
it/temi-caldi/inaugurazione-presidente-mattarella<br />
[3] Top 500: https://www.top500.<br />
org/lists/top500/2022/11/<br />
[4] F. Ubertini, L'intelligenza non<br />
è artificiale. Il supercalcolatore<br />
di Bologna. Una risorsa per l’Italia,<br />
in Limes, Dicembre 2022, pp.<br />
153-158.<br />
[5] I-Media-Cities: www.imediacities.eu<br />
[6] S. Caraceni et al., "I-media-cities,<br />
a searchable platform on moving<br />
images with automatic and<br />
manual annotations," 2017 23rd<br />
International Conference on Virtual<br />
System & Multimedia (VSMM),<br />
Dublin, Ireland, 2017, pp. 1-8, doi:<br />
10.1109/VSMM.2017.8346274.<br />
[7] Teresa-M. Sala, Mariona Bruzzo<br />
(eds.), I-Media-Cities Innovative<br />
e-Environment for Research on Cities<br />
and the Media, 2019.<br />
[8] Darsena Ravenna Approdo Comune:<br />
https://www.darsenaravenna.it/<br />
[9] https://gitlab.hpc.cineca.it/<br />
imediacities<br />
farà seguito il secondo appuntamento<br />
dell’anno a settembre.<br />
In un settore così in fermento,<br />
l’arrivo di Leonardo non poteva<br />
che essere il benvenuto.<br />
[10] Occupy White Walls: https://<br />
www.oww.io/<br />
[11] https://www.cineca.it/<br />
news/workshop-ai-e-beni-culturali-tra-ricerca-e-creativita<br />
Abstract<br />
In late 2022, the Bologna Technopole<br />
unveiled its latest pre-exascale<br />
supercomputer, Leonardo.<br />
This new supercomputer facility<br />
will support a wide range of<br />
scientific research and Cultural<br />
Heritage initiatives, offering<br />
exciting possibilities for various<br />
fields of knowledge, particularly<br />
in the areas of Big Data and Artificial<br />
Intelligence. Cineca VisitLab<br />
is actively engaged in multiple<br />
EU projects that are expected to<br />
greatly benefit from the cuttingedge<br />
capabilities of this advanced<br />
technology.<br />
Parole Chiave<br />
Supercalcolo; Beni Culturali; Intelligenza<br />
Artificiale; Big Data; divulgazione<br />
scientifica<br />
Autore<br />
Antonella Guidazzoli<br />
Maria Chiara Liguori<br />
visitlab@cineca.it<br />
VisitLab Cineca
DOCUMENTAZIONE<br />
L’intelligenza artificiale<br />
applicata al patrimonio culturale<br />
Una innovazione tecnologica per la conservazione<br />
e la valorizzazione del patrimomio culturale<br />
di Luca Papi, Antonella Petrillo<br />
Fig. 1 - Esempio di opere d’arte che sono state oggetto di sperimentazioni attraverso applicazioni di AI.<br />
L'intelligenza artificiale<br />
rappresenta una delle<br />
più grandi innovazioni<br />
tecnologiche degli ultimi<br />
decenni con il potenziale<br />
di trasformare molteplici<br />
settori compreso quello del<br />
patrimonio culturale.<br />
L’<br />
L'intelligenza artificiale affonda le sue radici<br />
nella metà del XX secolo quando gli scienziati<br />
informatici iniziarono a esplorare la possibilità<br />
di avere macchine in grado di “pensare” e imparare<br />
come gli esseri umani. Uno dei primi pionieri dell'AI fu<br />
Alan Turing, che propose il concetto di "macchina universale"<br />
in grado di eseguire qualsiasi calcolo [1].<br />
Negli anni '50, l'informatico John McCarthy coniò il termine<br />
"intelligenza artificiale" e organizzò la Conferenza<br />
di Dartmouth, considerata il luogo di nascita della ricerca<br />
sull'AI.<br />
16 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 17<br />
Nel corso degli anni l'AI ha subito<br />
trasformazioni significative.<br />
Dopo gli anni 2000, è incrementato<br />
l’utilizzo dell'apprendimento<br />
automatico (Machine<br />
Learning – ML), un sottoinsieme<br />
dell'AI che si concentra «sull'addestramento»<br />
di algoritmi per<br />
imparare dai dati. Ciò è stato<br />
reso possibile dall'aumento della<br />
potenza di calcolo e dalla disponibilità<br />
di big data.<br />
Nel settore della cultura l’integrazione<br />
delle tecnologie basate<br />
sull’intelligenza artificiale<br />
con le competenze e relative<br />
esperienze dei vari esperti può<br />
supportare tutte le attività finalizzate<br />
alla tutela, conservazione<br />
e valorizzazione del patrimonio<br />
culturale declinando<br />
sia i beni culturali sia i beni paesaggistici,<br />
rispettando tutte le<br />
questioni etiche, la proprietà<br />
intellettuale e garantendo un<br />
controllo umano considerando<br />
tutte le possibili implicazioni<br />
morali che tali tecnologie possono<br />
apportare in questo contesto<br />
culturale.<br />
Miliardi di sensori, dispositivi<br />
basati sull’Internet of Things<br />
(IoT) connessi producono nei<br />
luoghi della cultura (musei,<br />
parchi archeologici, biblioteche,<br />
…) e nei territori limitrofi<br />
enormi quantità di dati e informazioni<br />
[3] archiviati attraverso<br />
il cloud computing ed elaborati<br />
anche oltre i limiti fisici dei<br />
server tradizionali da software<br />
di data analytics e interpretati<br />
utilizzando l’intelligenza artificiale<br />
e visualizzati, per esempio,<br />
con la realtà aumentata<br />
(AR) in modo sempre più dettagliato<br />
affinché uomini e macchine<br />
possano prendere decisioni<br />
sempre insieme più consapevoli<br />
sia in condizioni normali<br />
sia in condizioni di emergenza.<br />
Le nuove tecnologie basate<br />
sull’intelligenza artificiale e<br />
Advanced HMI (Human Machine<br />
Interface) offrono quindi nuove<br />
possibilità di comunicazione e<br />
interazione (vocale, fisica, visuale)<br />
tra uomo, macchina e<br />
reperti o opere d’arte custoditi<br />
, ad esempio, all’interno di un<br />
museo.<br />
Tali innovazioni tecnologiche<br />
generano nuovi prodotti, nuovi<br />
servizi e nuovi modelli di business<br />
per il patrimonio culturale,<br />
cambiando anche il comportamento,<br />
le abitudini e le<br />
aspettative degli esseri umani,<br />
cercando di estrapolare eventuali<br />
spostamenti del valore.<br />
POSSIBILI APPLICAZIONI E VAN-<br />
TAGGI DELL’UTILIZZO DELL’AI<br />
Oggi l’AI e i suoi sottosistemi<br />
(cognitive computing, computer<br />
vision, machine learning,<br />
natural language processing,<br />
deep learning, neural networks)<br />
vengono applicati in molti<br />
settori della cultura orientati<br />
alla diagnosi, conservazione e<br />
restauro di opere d’arte, alla<br />
catalogazione di reperti, alle<br />
ricostruzioni virtuali di siti archeologici,<br />
alle esperienze interattive<br />
nei musei e molto altro<br />
ancora.<br />
Con la tecnologia digitale si è<br />
riusciti a “dar vita”” ad alcune<br />
opere d’arte (Fig.1). L’esempio<br />
più famoso è il video di<br />
Samsung che fa muovere e parlare<br />
la Gioconda [2].<br />
È bene precisare che, tra le<br />
numerose applicazioni, l'AI<br />
offre strumenti e approcci innovativi<br />
con la possibilità di<br />
creare esperienze immersive<br />
e fruizione interattiva. Infatti,<br />
l'AI può alimentare esperienze<br />
immersive e interattive in musei<br />
o siti storici. Ad esempio,<br />
attraverso l'utilizzo di algoritmi<br />
di visione computerizzata e<br />
realtà aumentata, è possibile<br />
fornire visite virtuali guidate<br />
che permettono ai visitatori di<br />
esplorare luoghi storici nel loro<br />
stato originale o di interagire<br />
con personaggi storici ricostruiti<br />
digitalmente. Un esempio è<br />
il MAV di Ercolano, museo che<br />
sorge a pochi passi dagli scavi<br />
archeologici dell’antica Herculaneum.<br />
Il MAV rappresenta un<br />
centro di cultura e di tecnologia<br />
applicata ai Beni Culturali<br />
e alla comunicazione, tra i più<br />
all’avanguardia in Italia (Fig.<br />
2).<br />
OPPORTUNITÀ E SFIDE<br />
Sono numerose le opportunità e<br />
le potenzialità offerte dall’intelligenza<br />
artificiale. L’AI può<br />
migliorare l’efficienza degli<br />
impianti di un parco archeologico,<br />
automatizzare compiti ripetitivi,<br />
potenziare il processo<br />
decisionale in caso di emergenza,<br />
l'esperienza dei visitatori di<br />
un museo, di un archivio o di<br />
una biblioteca.<br />
Attraverso l’analisi delle immagini<br />
ad alta risoluzione di<br />
quadri, dipinti, affreschi, l’intelligenza<br />
artificiale può rilevare<br />
eventuali forme di deterioramento<br />
orientando gli esperti<br />
nella pianificazione di interventi<br />
mirati.<br />
Con l’AI si possono tradurre<br />
automaticamente testi storici<br />
(e non) in diverse lingue, creare<br />
modelli virtuali di parchi<br />
archeologici o centri storici<br />
danneggiati, le chatbot possono<br />
fornire informazioni e/o<br />
rispondere a domande offren-
Fig. 2 - Alcune foto del MAV.<br />
do anche visite virtuali personalizzate.<br />
Si possono altresì<br />
condurre complesse ricerche<br />
archivistiche identificando correlazioni,<br />
modelli, tendenze,<br />
influenze stilistiche, scoprendo<br />
nuove informazioni sulle opere<br />
e/o sugli artisti.<br />
Suscitano particolare interesse<br />
le applicazioni dell’intelligenza<br />
artificiale ai sistemi integrati di<br />
sicurezza per aumentare l’efficienza<br />
e l’efficacia attraverso<br />
l’analisi dei flussi di dati provenienti<br />
da diversi dispositivi IoT,<br />
quali telecamere di videosorveglianza,<br />
sistemi antintrusione,<br />
controllo accessi, sensoristica<br />
per il monitoraggio (analisi dei<br />
dati relativi a sensori biologici<br />
come rilevatori di gas, di radiazioni<br />
per individuare immediatamente<br />
la presenza di minacce<br />
biologiche o ambientali), droni,<br />
generando allarmi in caso di<br />
sforamento delle soglie limite<br />
identificando comportamenti<br />
anomali (per esempio visitatori<br />
che entrano in aree proibite<br />
lasciando oggetti sospetti) e<br />
intervenendo tempestivamente<br />
attivando misure di mitigazione<br />
per prevenire eventuali danni<br />
sia a persone sia a cose.<br />
In tale contesto, per mezzo<br />
dell’intelligenza artificiale è<br />
possibile analizzare le preferenze<br />
e gli interessi dei visitatori<br />
di un luogo della cultura,<br />
confrontarli con comportamenti<br />
passati di turisti e fornire<br />
raccomandazioni, orientamenti<br />
e indicazioni personalizzate al<br />
fine di migliorare la fruizione<br />
ampliata a tutti gli utenti e di<br />
conseguenza l’esperienza complessiva<br />
della visita.<br />
RISCHI E SPUNTI DI RIFLESSIONE<br />
L'AI è potente e adattabile,<br />
ma non può fare tutto quello<br />
che fanno gli essere umani. Ci<br />
sono infatti alcuni punti deboli<br />
dell'AI soprattutto nelle prestazioni<br />
lavorative:<br />
• L'intelligenza artificiale non<br />
può (ancora) creare, concettualizzare<br />
o gestire una pianificazione<br />
strategica complessa;<br />
• L'intelligenza artificiale non<br />
può, a differenza degli esseri<br />
umani, sentire o interagire<br />
con empatia o compassione;<br />
è improbabile che gli esseri<br />
umani optino per l'interazione<br />
con un robot.<br />
Sfortunatamente la velocità<br />
alla quale la trasformazione<br />
tecnologica, di business e digitale<br />
sta cambiando il nostro<br />
modo di lavorare, crea anche<br />
nuove aree di rischio cui i business<br />
tradizionali non erano<br />
esposti:<br />
• la security;<br />
• la garanzia della privacy delle<br />
persone coinvolte;<br />
18 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 19<br />
• l’uso responsabile e trasparente<br />
dei dati raccolti;<br />
• l’uso etico, morale delle<br />
nuove tecnologie;<br />
• l’etica digitale.<br />
La security, la privacy e l’etica<br />
digitale non possono essere inserite<br />
a posteriori in un progetto:<br />
tali elementi devono essere<br />
parte integrante del processo<br />
di sviluppo fin dall’inizio.<br />
Infatti, bisogna evidenziare<br />
che uno degli attuali svantaggi<br />
dell'AI è che richiede l'accesso<br />
a grandi quantità di dati, inclusi<br />
dati personali e sensibili.<br />
Ciò solleva preoccupazioni<br />
sulla privacy e sulla sicurezza<br />
dei dati, specialmente quando<br />
si tratta di informazioni riguardanti<br />
opere d'arte o documenti<br />
storici.<br />
Per mitigare questi rischi, è<br />
fondamentale adottare un approccio<br />
etico nell'applicazione<br />
dell'AI al patrimonio culturale.<br />
Inoltre, è importante promuovere<br />
la consapevolezza e<br />
la comprensione dell'AI tra gli<br />
operatori culturali e il pubblico<br />
al fine di favorire un utilizzo<br />
responsabile e consapevole di<br />
questa tecnologia.<br />
CONCLUSIONI<br />
Dalle sue origini a metà del XX<br />
secolo a oggi, l'AI ha subito trasformazioni<br />
significative e ha il<br />
potenziale per rivoluzionare il<br />
nostro mondo in modi che possiamo<br />
solo immaginare. Mentre<br />
continuiamo a esplorare le possibilità<br />
dell'AI, è importante rimanere<br />
vigili sulle implicazioni<br />
etiche e morali di questa tecnologia<br />
e lavorare per garantire<br />
che si operi per il beneficio<br />
di tutti i membri della società,<br />
del miglioramento della nostra<br />
vita in generale, e soprattutto<br />
delle generazioni future.<br />
Questo non significa adottare<br />
un approccio negativo, ma solo<br />
essere consapevoli di tutti (o<br />
quasi) i fatti di una possibile<br />
scelta. L’AI può fare cose meravigliose<br />
per noi, a qualsiasi<br />
livello, individuale, professionale,<br />
sociale. È sicuramente<br />
uno dei motori della modernizzazione<br />
e della prosperità,<br />
svolgendo molteplici ruoli nel<br />
benessere in senso lato. Tuttavia<br />
non possiamo non tenere in<br />
considerazione le conseguenze<br />
di un uso non regolamentato<br />
che necessariamente incide<br />
nella riduzione dell'interazione<br />
umana alla diminuzione della<br />
creatività, al disallineamento<br />
degli obiettivi di business dai<br />
Bibliografia<br />
[1] Alan M. Turing (1950), Computing<br />
machinery and intelligence, Mind,<br />
Volume LIX, Issue 236, O Pages<br />
433–460, https://doi.org/10.1093/<br />
mind/LIX.236.433<br />
[2] Egor Zakharov, Aliaksandra<br />
Shysheya, Egor Burkov, Victor Lempitsky<br />
(2019), Few-Shot Adversarial<br />
Learning of Realistic Neural Talking<br />
Head Models (https://arxiv.org/<br />
abs/1905.08233).[<br />
[3] Luca Papi, Francesco Paolo Russo<br />
(<strong>2023</strong>), Verso la tecnologia 6G per<br />
i luoghi della cultura, <strong>Archeomatica</strong>,<br />
pp.6-9 - ISSN 2037-2485<br />
Abstract<br />
Artificial intelligence (AI) represents<br />
a promising frontier for<br />
cultural heritage, offering new<br />
perspectives for conservation,<br />
cataloguing, research and valorisation.<br />
AI can allow us to preserve<br />
and pass on our cultural roots<br />
to future generations. However,<br />
a "balanced" approach is needed,<br />
in which technological innovation<br />
is embraced while preserving the<br />
integrity and value of the works<br />
of art and of history itself. With<br />
valori e dai comportamenti<br />
delle persone, e così via.<br />
In sintesi, possiamo concludere,<br />
che il patrimonio culturale<br />
è un sistema complesso,<br />
che comprende opere d'arte,<br />
manufatti storici, conoscenze<br />
culturali e interazioni sociali.<br />
In tale contesto, l'AI può essere<br />
utilizzata per analizzare e<br />
comprendere i modelli, le connessioni<br />
e le dinamiche all'interno<br />
di questo sistema: come<br />
supporto decisionale al fine di<br />
integrare l’approccio antropico<br />
– tecnologico e preservare le<br />
competenze umane finalizzate<br />
a tutelare, conservare e valorizzare<br />
i luoghi della cultura.<br />
careful management, artificial intelligence<br />
can become a valuable<br />
tool for preserving and enhancing<br />
our cultural heritage for future<br />
generations. What are the benefits,<br />
challenges and future developments<br />
of AI in the context of<br />
cultural heritage?<br />
Parole Chiave<br />
Artificial Intelligence; cloud computing;<br />
big data; data analytics; advanced<br />
HMI (Human<br />
Machine Interface); robotica<br />
Autore<br />
Luca Papi<br />
luca.papi@cnr.it<br />
Ingegnere della Sicurezza e Protezione<br />
Civile<br />
Primo Tecnologo del Dipartimento<br />
Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale<br />
del CNR - Roma<br />
Antonella Petrillo<br />
antonella.petrillo@uniparthenope.it<br />
Università degli Studi di Napoli "PAR-<br />
THENOPE"<br />
Dipartimento di Ingegneria<br />
Isola C4 Centro Direzionale Napoli
MUSEI<br />
Handwritten Text and Music<br />
Recognition come risorsa per<br />
il Patrimonio Culturale<br />
di Roberto Ribuoli<br />
Le tecnologie di riconoscimento del testo manoscritto, Handwritten<br />
Text Recognition, così come quelle di riconoscimento della notazione<br />
musicale, Optical Music Recognition, nell’ultimo quinquennio hanno<br />
accelerato la propria evoluzione, trascinate dall’affermazione<br />
dell’Intelligenza Artificiale e dal miglioramento delle proprietà di<br />
calcolo e archiviazione dei computer.<br />
La loro applicabilità su scala rappresenta una risorsa cruciale per il<br />
patrimonio culturale, in quanto capace di offrire una connessione<br />
solida nel punto di discontinuità tra bene materiale ed immateriale.<br />
Presentiamo in quest’articolo il loro funzionamento e le prospettive<br />
di utilizzo, dialogando con Günter Mülberger e Andy Stauder di<br />
Transkribus, software leader nell’HTR per documenti storici, e Jorge<br />
Calvo-Zaragoza, una delle voci più autorevoli nell’OMR per la ricerca.<br />
HTR e OMR condividono,<br />
pur nella diversità degli<br />
oggetti di analisi, un’architettura<br />
analoga, articolata<br />
in input, processing e output. Al<br />
sistema viene presentata un’immagine<br />
di manoscritto, l’input,<br />
che, processata, viene restituita<br />
in un formato codificato (output)<br />
che conserva le informazioni significative<br />
dell’originale.<br />
Entrambe le tecnologie si basano,<br />
all’attuale stato dell’arte,<br />
sul Deep Learning e dipendono<br />
da dati annotati sui quali il sistema<br />
viene allenato. Nel nostro<br />
caso, tale base dati è costituita<br />
da immagini di pagine corredate<br />
della loro forma codificata:<br />
il processo di annotazione deve<br />
essere realizzato, o supervisionato<br />
perlomeno, da un esperto.<br />
In questo modo il sistema<br />
“impara” a leggere documenti<br />
con scritture o notazioni analoghe,<br />
migliorando la sua efficacia<br />
all’aumento della quantità dei<br />
dati, che sono generati ad ogni<br />
nuovo utilizzo. Come in altri settori<br />
dell’AI, è importante ricordare<br />
che i processi definiti apprendimento<br />
e comprensione da<br />
parte del sistema consistono più<br />
propriamente in un’affinamento<br />
progressivo di una curva probabilistica:<br />
gli elementi in input<br />
vengono ricondotti alla catego-<br />
20 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 21<br />
ria più plausibile disponibile nel<br />
modello allenato, e il perfezionamento<br />
del modello corrisponde<br />
ad una percentuale maggiore<br />
di assegnazioni corrette.<br />
HTR e OMR hanno suscitato l’interesse<br />
della comunità scientifica<br />
per le loro applicazioni in<br />
ricerche storico-linguistiche e<br />
musicologiche di diverse dimensioni,<br />
come supporto all’indicizzazione<br />
e all’analisi degli oggetti<br />
di studio. Nel <strong>2023</strong> grazie<br />
all’HTR è stato individuato un<br />
dramma attribuibile a Lope de<br />
Vega 1 in un fondo della Biblioteca<br />
Nazionale di Spagna, è stata<br />
provata definitivamente la falsità<br />
dei cosiddetti Diari di Hitler 2 ,<br />
e grazie alla disponibilità di una<br />
tecnologia OMR avanzata è stato<br />
avviato l’ambizioso progetto RE-<br />
PERTORIUM, che si propone di digitalizzare<br />
e rendere accessibile<br />
l’intero corpus del canto gregoriano<br />
3 . Questi contributi alla ricerca<br />
costituiscono però solo un<br />
lato delle potenzialità di HTR e<br />
OMR che, per quanto nate in un<br />
diverso contesto, possono essere<br />
considerate oggi a pieno titolo<br />
risorse per la valorizzazione digitale<br />
del patrimonio culturale.<br />
La digitalizzazione resa possibile<br />
da HTR e OMR è una digitalizzazione<br />
di seconda generazione, in<br />
quanto non si limita al confezionamento<br />
di una rappresentazione<br />
digitale dei documenti, ma<br />
correda tale rappresentazione<br />
di un’interpretazione del suo<br />
contenuto: all’immagine di un<br />
manoscritto scansionato sono<br />
ancorate, in un file abbinato,<br />
informazioni relative al testo<br />
contenuto, al tipo di scrittura,<br />
alla plausibile datazione. Questo<br />
consente di tutelare pienamente<br />
il valore culturale immateriale<br />
del documento, il significato<br />
che trasmette, e non solo, attraverso<br />
la sua scansione digitale,<br />
il documento in quanto bene<br />
materiale. Se, come suggerisce<br />
Lorenzo Casini, l'immaterialità<br />
è connaturata ai beni culturali,<br />
anche perché immateriale e intangibile<br />
è, al fondo, il motivo<br />
più alto che spinge a proteggerli<br />
e a favorirne la conoscenza 4, una<br />
tutela dei beni che si arresti a<br />
una digitalizzazione muta, alla<br />
mera copia del documento, non<br />
ne tutela allora pienamente il<br />
valore. HTR e OMR offrono una<br />
risorsa per risolvere la discontinuità<br />
tra materiale e immateriale<br />
che si crea nella digitalizzazione<br />
di prima generazione e<br />
risultano particolarmente utili<br />
nei casi in cui il valore culturale<br />
dei beni conservati sia diffuso.<br />
Cosa si intende qui per diffuso?<br />
Un manoscritto che conserva<br />
l’unica testimonianza di un testo<br />
classico concentra in sé un valore<br />
importante, irrelato rispetto<br />
ad altri oggetti, a bassa diffusione;<br />
un archivio di libri contabili<br />
seicenteschi di un comune italiano<br />
ha invece un valore diffuso,<br />
in quanto ogni libro preso singolarmente<br />
ha una bassa importanza,<br />
ma il loro insieme conserva<br />
informazioni rilevanti per la ricostruzione<br />
di quel periodo storico.<br />
Un autografo di Bach ha un<br />
valore culturale poco o per nulla<br />
diffuso; il corpus di composizioni<br />
polifoniche liturgiche di un archivio<br />
diocesano poco indagato<br />
ha un valore diffuso, perché è da<br />
un’analisi d’insieme che si possono<br />
evincere informazioni significative<br />
sulla pratica musicale<br />
testimoniata dai componimenti,<br />
singolarmente pur di limitato<br />
valore.<br />
HTR e OMR permettono dunque<br />
di agevolare la tutela del patrimonio<br />
culturale in situazioni di<br />
diffusione complesse: in molti<br />
casi infatti estrarre manualmente<br />
informazioni dai singoli documenti<br />
— trascriverli, annotarli —<br />
ha un costo alto e difficilmente<br />
finanziabile. L’effettiva messa<br />
in atto delle potenzialità di queste<br />
tecnologie dipende però da<br />
come verranno risolte questioni<br />
ancora aperte: la definizione di<br />
standard e la condivisione dei<br />
dati, il coinvolgimento della comunità<br />
accademica, la cooperazione<br />
tra istituzioni private e<br />
università. Su tali questioni ho<br />
dialogato, in momenti diversi,<br />
con Günter Mülberger e Andy<br />
Stauder per l’HTR, e con Jorge<br />
Calvo-Zaragoza per l’OMR. Stauder<br />
e Mülberger sono rispettivamente<br />
managing director e chair<br />
nel board di ReadCOOP, società<br />
cooperativa che sviluppa il software<br />
HTR Transkribus, Calvo-<br />
Zaragoza è professore associato<br />
all’Università di Alicante e guida<br />
uno dei principali team di ricerca<br />
sull’OMR, responsabile dello<br />
sviluppo del sistema MuRET e<br />
dell’attuale stato dell’arte.<br />
Il primo argomento di conversazione<br />
che affrontiamo è il<br />
contributo specifico alla tutela<br />
dei beni culturali in contesti biblioteconomici<br />
e museali. Stauder<br />
suggerisce un parallelo tra<br />
l’affermazione dell’HTR e l'invenzione<br />
del telescopio per gli<br />
astronomi o del microscopio per<br />
i biologi. Come questi strumenti<br />
hanno permesso ai ricercatori<br />
in quei campi di superare i loro<br />
limiti fisici nell’osservazione,<br />
così anche le scienze umane e<br />
sociali possono ora lavorare su<br />
quantità di informazioni altri-
menti impossibili da elaborare.<br />
Integrare in una biblioteca digitale<br />
un sistema HTR significa<br />
garantire la piena accessibilità e<br />
valorizzazione delle informazioni<br />
che custodisce. A volte, come<br />
Calvo-Zaragoza nota per il caso<br />
specifico degli archivi musicali,<br />
le istituzioni hanno speso, e<br />
continuano a spendere, risorse<br />
ingenti per conservare i supporti<br />
materiali, ma sono poco propense<br />
a investire nella conoscenza<br />
del loro contenuto. Elaborando<br />
il suo spunto potremmo definire<br />
queste situazioni di tutela come<br />
incompiute, perché conservano<br />
il bene materiale ma non valorizzano<br />
il bene immateriale del<br />
quale il supporto è latore. Mülberger<br />
invece presenta due casi<br />
pratici di utilizzo dell’HTR nei<br />
musei: l’informatizzazione dei<br />
diari di viaggio e dei resoconti<br />
delle esplorazioni, particolarmente<br />
utile per ricostruire la<br />
provenienza di oggetti e manufatti<br />
e accelerarne il processo di<br />
restituzione nel quadro della decolonizzazione<br />
dei musei europei,<br />
e la lettura delle etichette<br />
negli archivi dei musei naturali,<br />
per la quale è in fase di sperimentazione<br />
una soluzione robotica<br />
e informatica integrata.<br />
La parte successiva della discussione<br />
si sviluppa sui limiti attuali<br />
della tecnologia e sulle prospettive<br />
future. Attualmente tra HTR<br />
e OMR vi è un’apparente asimmetria:<br />
l’HTR risulta più affidabile<br />
ed è più utilizzato dalla comunità<br />
scientifica di riferimento,<br />
mentre l’OMR è meno conosciuto,<br />
e sembra meno flessibile<br />
ai musicologi che vi si approcciano<br />
come utilizzatori. Questo potrebbe<br />
indurre alla valutazione,<br />
erronea, che la tecnologia utilizzata<br />
per l’OMR sia meno evoluta<br />
di quella soggiacente all’HTR: il<br />
motore neurale alla base di entrambi<br />
è però sostanzialmente<br />
lo stesso. Quale allora la ragione<br />
di questa asimmetria apparente?<br />
Calvo-Zaragoza scompone il<br />
problema in tre aspetti distinti e<br />
correlati.<br />
In primo luogo, l’oggetto di analisi<br />
dell’OMR è più complesso,<br />
non solo per la natura più articolata<br />
della scrittura musicale<br />
ma anche per la sua mutevolezza<br />
nel tempo. Per buona parte<br />
delle funzioni HTR è sufficiente<br />
il riconoscimento di un gruppo<br />
circoscritto di caratteri, che l’evoluzione<br />
della lingua nei secoli<br />
non ha modificato; la storia della<br />
musica occidentale è invece<br />
segnata da aggiornamenti e revisioni<br />
della semiografia musicale,<br />
per cui è difficile allenare un<br />
modello OMR unico che funzioni<br />
diacronicamente per notazioni<br />
diverse.<br />
Il secondo punto è la limitata<br />
consapevolezza da parte della<br />
comunità accademica interessata,<br />
che oscilla tra la diffidenza<br />
sulle possibilità applicative<br />
dell’OMR e il sottostimare il ruolo<br />
dell’annotazione dei dati. A<br />
volte, racconta Calvo-Zaragoza,<br />
chi contatta il suo gruppo di ricerca<br />
immagina di poter fornire<br />
una serie di pagine in una data<br />
notazione e di ottenere dal sistema<br />
direttamente una lettura<br />
codificata. La grande variabilità<br />
delle notazioni implica però che<br />
un modello allenato su manoscritti<br />
del settecento, ad esempio,<br />
non riuscirà in alcun modo<br />
a leggere un frammento di canto<br />
gregoriano. Questo rende ancora<br />
più cruciale la questione della<br />
conservazione e standardizzazione<br />
dei dati di allenamento,<br />
condivisa con l’HTR. Stauder<br />
auspica a questo riguardo la creazione<br />
di un quadro normativo<br />
che ne faciliti la condivisione e<br />
garantisca allo stesso tempo il rispetto<br />
della privacy e dei diritti<br />
di proprietà intellettuale.<br />
Il terzo aspetto del problema è<br />
il finanziamento dei progetti.<br />
Solo l’avviamento di progetti<br />
di ampio respiro consente di<br />
produrre materiale annotato di<br />
dimensioni significative, porre<br />
all’attenzione della comunità<br />
accademica la questione della<br />
condivisione dei dati, e raggiungere<br />
i potenziali utilizzatori del<br />
software. L’integrazione, spesso<br />
più che altro nominale, dell’OMR<br />
in progetti Digital Humanities di<br />
piccole dimensioni rischia invece<br />
di frazionare la ricerca nel campo<br />
e creare modelli e database<br />
incompatibili. Il beneficio mag-<br />
22 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 23<br />
giore di un progetto di ampio respiro<br />
in questo settore è quello<br />
di segnare un riferimento per le<br />
esperienze successive. Nell’HTR<br />
è già accaduto: un progetto<br />
che prendesse avvio oggi difficilmente<br />
potrebbe ignorare gli<br />
standard posti da Transkribus, o<br />
eScriptorium, e dove decidesse<br />
di sviluppare un sistema proprietario<br />
faticherebbe a trovarne la<br />
giustificazione.<br />
HTR e OMR, in quanto tecnologie<br />
la cui efficacia dipende dai<br />
dati e dalla loro gestione, hanno<br />
bisogno di uno sviluppo al contempo<br />
accentrato e cooperativo:<br />
accentrato per garantire uno<br />
standard di riferimento e non<br />
moltiplicare i costi di gestione<br />
della tecnologia, cooperativo<br />
per consentire a tutti i contributi<br />
di concorrere all’efficienza del<br />
sistema.<br />
L’HTR di ultima generazione è<br />
costruito sull’architettura del<br />
transformer, che ha rimpiazzato<br />
i modelli precedenti basati<br />
sui Recurrent Neural Network<br />
(RNN). Mi incuriosisce il fatto<br />
che nell’OMR risultino tuttora<br />
più performanti: Calvo-Zaragoza<br />
spiega che questo accade per il<br />
loro intrinseco bias sequenziale<br />
— apprendono secondo una direzione,<br />
prima una parte del documento<br />
poi la successiva — utile<br />
per guidare la lettura di una<br />
pagina musicale. Nondimeno,<br />
architetture trasformer-based<br />
potrebbero superare la performance<br />
dei RNN in presenza di<br />
una quantità sufficiente di dati<br />
d’allenamento, come è già accaduto<br />
in altri settori.<br />
Parlando di Transformer non<br />
possiamo non menzionare GPT-<br />
4, superstar dell’AI che sta accentrando<br />
l’attenzione della<br />
stampa, inaccessibile dall’Italia<br />
in questi giorni per sospetti sulla<br />
gestione della privacy. Domando<br />
se l’ultima creazione di OpenAI<br />
possa essere considerata il capostipite<br />
di una nuova generazione<br />
di grandi modelli linguistici<br />
(LLM) polifunzionali, capaci di<br />
competere in efficacia con sistemi<br />
specializzati di HTR e OMR.<br />
Al momento della discussione<br />
non sono ancora disponibili dati<br />
sperimentali, per cui le ipotesi<br />
si basano sulla performance di<br />
GPT-4 osservate in altri ambiti.<br />
Mülberger non ha dubbi sulle<br />
potenzialità di GPT-4, e prevede<br />
che presto incorporerà una<br />
funzione di riconoscimento del<br />
testo manoscritto base molto<br />
potente, per di più perfezionabile<br />
con allenamenti specifici. Osservo<br />
d’altro canto che molti dei<br />
compiti per i quali è utilizzato<br />
l’HTR oggi sono legati a scritture<br />
di nicchia per le quali è difficile<br />
trovare dati d’allenamento sul<br />
Note<br />
1 https://www.theguardian.com/<br />
world/<strong>2023</strong>/feb/05/artificial-intelligenceuncovers-lost-work-bytitanofspains-golden-age<br />
2 https://www.ndr.de/geschichte/<br />
tagebuecher/Gefaelschte-Hitler-<br />
Tagebuecher-So-gefaehrlich-war-<br />
der-<br />
Fake,hitlertagebuecher108.<br />
3 html https://neumz.com/repertorium/<br />
4 Lorenzo Casini. 2014. «“Noli<br />
me tangere”: i beni culturali tra<br />
materialità e immaterialità». Aedon,<br />
fasc. 1: 0–0. https://doi.<br />
org/10.7390/76262.<br />
Abstract<br />
Data driven knowledge is revolutionizing<br />
many field of research,<br />
but handwritten cultural heritage<br />
doesn’t seem to be able to<br />
benefit from this innovation. But<br />
what if AI itself could provide a<br />
web, che è il database di allenamento<br />
di GPT-4. Calvo-Zaragoza<br />
ricorda, a questo proposito, che<br />
se il web è pieno di parole, lo è<br />
un po’ meno di musica. La percentuale<br />
di persone capaci di<br />
leggere la notazione musicale è<br />
molto minore di quella di persone<br />
alfabetizzate, e questo, mi<br />
dice scherzando, lo rassicura:<br />
se chat-gpt gli ruberà il lavoro,<br />
ci metterà almeno un anno o un<br />
paio. Per ora può stare tranquillo.<br />
Dal mio punto di vista, non solo<br />
mi auguro questo non accada,<br />
ma ne dubito sinceramente. Il<br />
mio augurio è piuttosto che il<br />
mondo accademico e culturale<br />
colga l’occasione offerta da HTR<br />
e OMR per superare la visione,<br />
esatta ma limitata, dell’eredità<br />
testuale e musicale come oggetto<br />
di studio, valorizzandola invece<br />
in quanto patrimonio culturale<br />
condiviso.<br />
solution for the accessibility of<br />
documents? This article introduces<br />
the basic functioning and the<br />
latest developments of Handwritten<br />
Text and Music Recognition,<br />
Ai-based technologies that could<br />
provide archives and libraries, as<br />
well as museums, with a powerful<br />
tool to access on a scale their<br />
written content. We discuss the<br />
future perspectives with some of<br />
the leading experts in the field,<br />
focusing on the role this technology<br />
may play in connecting tangible<br />
documents and intangible<br />
cultural heritage.<br />
Parole Chiave<br />
Handwritten Text Recognition; Optical<br />
Music Recognition; AI; Deep Learning;<br />
Intangible Cultural Heritage<br />
Autore<br />
Roberto Ribuoli<br />
roberto.ribuoli@uniroma1.it
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di ambienti indoor.<br />
Sono disponibili 5 modelli multiparametrici<br />
e le grandezze<br />
misurate sono:<br />
• temperatura;<br />
• umidità relativa;<br />
• pressione atmosferica;<br />
• illuminamento;<br />
• radiazione UV-A;<br />
• componente organica volatile<br />
es. VOCs;<br />
• anidride carbonica;<br />
• particolato PM (1, 2.5, 4,<br />
10).<br />
I sensori comunicano via radio<br />
sulla frequenza 2.4Ghz, trasmettendo<br />
i dati alla piattaforma<br />
cloud INDOOR³, fruibile su<br />
desktop e mobile, attraverso il<br />
router Sphensor Gateway.<br />
La piattaforma cloud permette,<br />
oltre alla visualizzazione dei<br />
dati, anche la configurazione<br />
della rete dei sensori attraverso<br />
un’interfaccia moderna e userfriendly.<br />
Le principali funzionalità sono:<br />
• visualizzazione e download<br />
dei dati istantanei e storici;<br />
• calcolo di grandezze derivate<br />
a partire dai dati misurati;<br />
• visualizzazione di informazioni<br />
di diagnostica;<br />
• impostazione allarmi.<br />
A breve saranno disponibili ulteriori<br />
nuove funzionalità, quali:<br />
• creazione di progetti di<br />
monitoraggio per ambienti<br />
complessi attraverso la configurazione<br />
delle planimetrie<br />
degli ambienti da monitorare;<br />
• produzione di report scaricabili;<br />
• calcolo di indici microclimatici.<br />
Che cosa rende la linea Sphensor<br />
unica nel panorama del monitoraggio<br />
indoor?<br />
L’accuratezza delle misure<br />
Le misure dei sensori multi-parametrici<br />
Sphensor rispondono<br />
ai più alti standard di accuratezza<br />
del mercato. Questa caratteristica<br />
li rende ideali per<br />
il monitoraggio professionale di<br />
ambienti critici, come musei,<br />
camere bianche e laboratori<br />
oppure in tutti quei casi dove<br />
si desidera monitorare le condizioni<br />
di salubrità degli ambienti<br />
indoor, come edifici pubblici,<br />
ambienti di lavoro, ospedali,<br />
scuole etc.<br />
Scopri le caratteristiche tecniche<br />
nel datasheet dei sensori.<br />
Il design elegante e moderno<br />
Per realizzare un qualunque<br />
monitoraggio ambientale di alto<br />
livello qualitativo è fondamentale<br />
collocare i sensori quanto<br />
più vicino possibile ai punti di<br />
misura “significativi” rispetto<br />
agli obiettivi del monitoraggio<br />
stesso, ad esempio in prossimità<br />
di un’opera d’arte o sulla<br />
scrivania di una postazione lavorativa,<br />
e non certo nascosti<br />
dietro una porta o a contatto di<br />
un muro. Per questo motivo la<br />
linea di sensori Sphensor è stata<br />
sviluppata con un design elegante<br />
e moderno, facilmente<br />
integrabile in un qualunque ambiente<br />
indoor. I sensori Sphensor<br />
non debbono essere “nascosti”<br />
perché sono belli da vedere.<br />
La piattaforma cloud evoluta<br />
A differenza di altri prodotti la<br />
cui piattaforma software consente<br />
la sola visualizzazione dei<br />
dati, i sensori della linea Sphensor<br />
possono contare su una<br />
piattaforma cloud professionale,<br />
che permette la gestione<br />
24 24 ArcheomaticA ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong> N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per per i Beni i Beni Culturali Culturali 25 25<br />
Tecnologie per i Beni Culturali 25<br />
integrata di reti di sensori, la<br />
creazione di progetti di monitoraggio,<br />
l’analisi e il confronto<br />
di dati storici, il download dei<br />
dati, l’impostazione di allarmi.<br />
I sensori della linea Sphensor<br />
hanno trovato applicazione in<br />
importanti progetti di monitoraggio<br />
indoor sia in Italia che<br />
all’estero. Li puoi trovare, ad<br />
esempio, nelle sale dei Musei<br />
Vaticani di Roma così come in<br />
quelle del Museo Archeologico<br />
Nazionale di Napoli, oppure in<br />
scuole, università, case di riposo,<br />
edifici residenziali, in Norvegia,<br />
Francia e Cipro nell’ambito<br />
del Progetto Europeo H2020<br />
COLLECTiEF per la qualificazione<br />
degli ambienti indoor, dal<br />
punto di vista della salubrità e<br />
dell’efficienza energetica.<br />
I sensori della linea Sphensor<br />
sono strumenti professionali<br />
pensati per essere applicati in<br />
contesti critici da parte di tutti<br />
quegli operatori che fanno della<br />
preservazione degli ambienti<br />
indoor e della salubrità degli<br />
stessi elementi imprescindibili.<br />
Fonte:https://www.lsi-lastem.com/<br />
MAKROS, LA CONSERVAZIONE<br />
INTELLIGENTE DEL PATRIMO-<br />
NIO CULTURALE<br />
A inizio <strong>2023</strong> è stata selezionata<br />
da Fassa Bortolo e Symbola –<br />
Fondazione per le qualità italiane<br />
per una ricerca che la vede<br />
tra le 100 aziende eccellenti in<br />
Italia nell'ambito della tecnologia<br />
applicata alla cultura.<br />
Si parla di Makros SRL, fondata<br />
da Massimo Luise, ideatore<br />
nel 2011 del brevetto Blockfire<br />
per la protezione del patrimonio<br />
culturale dal fuoco, con cui<br />
l'azienda è conosciuta a livello<br />
mondiale. Di brevetti ora ne<br />
conta sei, contro fuoco, acqua,<br />
batteri, tutti abbinabili tra loro<br />
e nazionalizzati in 15 Paesi<br />
d'Europa oltre che in Cina, Stati<br />
Uniti, Canada. Makros realizza<br />
sistemi archivistici per la protezione<br />
e salvaguardia dei beni<br />
artistici e culturali misurabili in<br />
decine e centinaia di metri, se<br />
non in chilometri.<br />
Moltissimi gli interventi effettuati<br />
in Italia e all'estero.<br />
Circa 200 sono i progetti annui<br />
che segue, avvalendosi di<br />
professionisti come architetti,<br />
biologi, matematici, informatici<br />
che compongono lo staff e<br />
il comitato tecnico scientifico,<br />
che orienta ricerca e sviluppo.<br />
Tra le convenzioni in essere, il<br />
CNR di Firenze. Ad accogliere<br />
le installazioni Makros, da bandi<br />
nazionali e internazionali,<br />
sono musei, biblioteche, tribunali,<br />
procure della repubblica,<br />
scuole, Atenei. Per citare alcuni<br />
siti nella sola Italia: Istituto di<br />
Scienza a Brera, Politecnico di<br />
Milano, Tribunale di Torino, Leonardo<br />
Aerospazio di Roma, Procura<br />
di Ancona, Banca d'Italia a<br />
Roma, laboratorio di restauro<br />
del libro antico San Nilo di Grottaferrata,<br />
la Regione Toscana.<br />
Nella fattispecie di quest'ultima,<br />
nel 2022 Makros ha realizzato<br />
per la sede di Arezzo 6<br />
chilometri di archivi suddivisi in<br />
4 blocchi di 1500 metri ciascuno,<br />
alti 5 metri, per una portata<br />
complessiva di 270 tonnellate<br />
di peso, quindi, di documenti.<br />
L'intervento, validato a norma<br />
di legge ed effettuato coi<br />
sistemi di protezione passiva<br />
Blokfire, che preserva dal fuoco<br />
i contenuti senza impianti di<br />
spegnimento esterni (evitando<br />
così possibili effetti collaterali a<br />
cose e persone), prevede la possibilità<br />
di controllo da remoto.<br />
L'operazione, dall'installazione<br />
al collaudo, ha previsto 3 mesi<br />
di lavoro. Makros SRL, sede via<br />
Saragat, 9, 44122 Ferrara.<br />
https://www.blockfire.it
AZIENDE E PRODOTTI<br />
ART-UP - ARTE DA SENTIRE.<br />
DUOMO DI BENEVENTO LA<br />
PORTA DI BRONZO<br />
Art-up è un progetto di ricerca<br />
che nasce dall'idea che, un<br />
uso sapiente della tecnologia<br />
e dell’innovazione possa rappresentare<br />
un'opportunità di<br />
rinnovamento nel campo delle<br />
arti e della cultura. Tra le opere<br />
protagoniste del progetto Artup<br />
vi è un capolavoro dell’arte<br />
Medievale: la Janua Major del<br />
Duomo di Benevento.<br />
La Janua Major di Benevento<br />
con i suoi tre metri e mezzo<br />
di larghezza e ben cinque di<br />
altezza rappresenta una delle<br />
più belle e maestose opere lasciateci<br />
in eredità. Formata da<br />
72 formelle scolpite, sovrasta<br />
chi accede al limitato spazio<br />
dell’atrio.<br />
Di tutte le porte medievali conosciute,<br />
soltanto queste raccontano<br />
in 43 formelle del registro<br />
superiore, a rilievo e in<br />
forte aggetto, gli episodi della<br />
vita di Cristo esplicitando così<br />
il mistero dell’ Incarnazione;<br />
nelle 25 formelle del registro<br />
inferiore, più antiche rispetto<br />
a quelle del registro superiore,<br />
raffigurano l’arcivescovo metropolita<br />
e i 24 vescovi suffraganei,<br />
un chiaro messaggio del<br />
potere, in campo temporale oltre<br />
che spirituale, della chiesa<br />
beneventana, enclave nell’ambito<br />
dei domini della dinastia<br />
normanna. Le ultime 4 formelle<br />
raffigurano teste di leone con<br />
anelli.<br />
L’ignoto autore tradusse figurativamente<br />
il racconto evangelico<br />
contribuendo per secoli<br />
a formare l’immaginario sacro<br />
dell’occidente europeo, soprattutto<br />
per il tramite dei pellegrini<br />
transitanti sull’Appia verso<br />
il Gargano e la Terrasanta.<br />
E’ proprio questo il capolavoro<br />
con cui il Medioevo italiano si<br />
oppose definitivamente ai tentativi<br />
di Bisanzio di imporre anche<br />
nel Mezzogiorno la sua arte<br />
astratta priva di volumi, ombre<br />
e prospettiva. Il Maestro della<br />
Janua Major ideò invece una<br />
sequenza di scene dal rilievo<br />
impressionante e dalla spazialità<br />
profonda, popolate da personaggi<br />
espressivi, da animali<br />
ed elementi della natura fisicamente<br />
concreti. Questo geniale<br />
Artista, diede alla scultura italiana<br />
in bronzo una sua identità<br />
definitiva.<br />
Non si sa esattamente quando<br />
iniziò il lavoro, ma dalle epigrafi<br />
incise accanto alle figure dei<br />
vescovi, è possibile affermare<br />
che la porta fu scolpita dal 1179<br />
al 1221.<br />
Progetto cofinanziato dall’Unione<br />
Europea, dallo Stato Italiano<br />
e dalla Regione Campania,<br />
nell’ambito del POR Campania<br />
FESR 2014-2020 – “AVVISO<br />
PUBBLICO PER IL SOSTEGNO<br />
ALLE MPMI CAMPANE NELLA<br />
REALIZZAZIONE DI PROGETTI<br />
DI TRASFERIMENTO TECNOLO-<br />
GICO E INDUSTRIALIZZAZIO-<br />
NE PROGETTO ART-UP” – CUP<br />
B87H22002590007 – SURF<br />
22012BP000000038<br />
26 26 ArcheomaticA ArcheomaticA N°2 N°1 <strong>2023</strong> N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 27<br />
CIPA <strong>2023</strong> symposium intends to<br />
combine scientific, technological<br />
and humanistic skills and promote<br />
interactions with the institutions<br />
responsible for conservation and<br />
restoration, with the aim of defining<br />
documentation systems that address<br />
the entire life cycle of artefacts,<br />
archaeological sites, historic buildings<br />
and landscapes, using new digital<br />
technologies.<br />
There is a need to develop risk<br />
reduction and preventive and<br />
sustainable conservation models<br />
that support cultural participation,<br />
accessibility and enhancement of<br />
cultural diversity and expression.<br />
MAIN TOPICS<br />
Digital Heritage and Preservation<br />
Cultural Heritage Risk Assessment<br />
Documenting Archaeological sites<br />
Documenting Underwater Heritage<br />
Virtual, Augmented and Extended<br />
Reality for Cultural Heritage<br />
Heritage Documentation Training<br />
Experiences<br />
Technologies Changing Education<br />
Artificial Intelligence and<br />
documentation of Cultural Heritage<br />
New Technologies for New<br />
Museums Accessibility<br />
Digital Technologies Countering<br />
Wars Destruction<br />
Cultural Heritage 3D<br />
reproduction: techniques<br />
and methods<br />
3D technology supporting<br />
Heritage<br />
Management and<br />
maintenance activity<br />
Virtual Conservation<br />
Documenting Modern<br />
Architecture<br />
Digital Twins<br />
Sharing information and<br />
3D data<br />
Co-creation Communities<br />
and Living Labs<br />
Built Heritage Monitoring<br />
SUPPORTING ORGANISATIONS<br />
FOR UPDATES AND INFORMATIONS<br />
cipa<strong>2023</strong>florence.org<br />
ORGANISED BY<br />
CO-ORGANISED BY<br />
UNDER THE AUSPICES OF<br />
GOLD SPONSOR<br />
SILVER SPONSOR<br />
MEDIA PARTNER
AGORÀ<br />
Righe e Colonne sui Papiri di<br />
Ercolano – Una ricerca condotta<br />
da Università di Pisa, CNR e<br />
INFN e pubblicata in Scientific<br />
Reports dimostra che anche gli<br />
scribi antichi utilizzavano diversi<br />
tipi di griglie per delimitare lo<br />
specchio di scrittura. Gli esperimenti<br />
di macro-fluorescenza<br />
a raggi X a scansione eseguiti<br />
su papiri ercolanesi della Biblioteca<br />
Nazionale di Napoli<br />
dal gruppo del dottor Paolo Romano,<br />
dell’Istituto di scienze<br />
del patrimonio culturale del<br />
Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e dei<br />
Laboratori Nazionali del Sud<br />
dell’INFN Istituto Nazionale di<br />
Fisica Nucleare hanno fornito<br />
la prova sperimentale della correttezza<br />
di queste informazioni.<br />
“Lo sviluppo di strumentazioni e<br />
metodi non invasivi per l’analisi<br />
in situ sta portando importanti<br />
avanzamenti nella diagnostica<br />
dei beni culturali, – continua la<br />
dottoressa Costanza Miliani, direttrice<br />
del Cnr-Ispc – in particolare<br />
lo scanner XRF”.<br />
La pubblicazione, frutto della<br />
collaborazione di fisici, chimici<br />
e papirologi, ha evidenziato<br />
per la prima volta la presenza<br />
di vari tipi di griglie nei rotoli<br />
dell’antichità. Era già noto dagli<br />
autori classici che gli scribi antichi<br />
utilizzavano a questo scopo<br />
un righello e una rondella di<br />
piombo, la quale strofinata sulla<br />
superficie del papiro lasciava<br />
un’esile traccia appena visibile,<br />
che serviva a indicare i confini<br />
dello specchio di scrittura. Mai<br />
finora ne era stata evinta traccia<br />
nei numerosissimi papiri a<br />
noi pervenuti dall’antichità, al<br />
punto che i moderni studiosi si<br />
sono arrovellati per decenni sul<br />
significato di tali testimonianze.<br />
Gli esperimenti di macrofluorescenza<br />
a raggi X a scansione<br />
eseguiti su papiri ercolanesi<br />
della Biblioteca Nazionale<br />
di Napoli dal gruppo del dottor<br />
Paolo Romano, dell’Istituto di<br />
scienze del patrimonio culturale<br />
del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania,<br />
e dei Laboratori Nazionali del<br />
Sud dell’INFN Istituto Nazionale<br />
di Fisica Nucleare hanno fornito<br />
la prova sperimentale della<br />
correttezza di queste informazioni.<br />
Grazie alla strumentazione<br />
portatile sviluppata in Cnr-<br />
Ispc con il progetto MUR PON IR<br />
SHINE, sono stati rivelati per la<br />
prima volta diversi tipi di griglie<br />
costituite da linee di piombo<br />
disposte in senso ortogonale<br />
al fine evidente di delimitare<br />
spazi intercolonnari, colonne,<br />
intercolunni e singole linee di<br />
scrittura.<br />
“Si tratta di una scoperta sensazionale<br />
per la papirologia, – afferma<br />
il professor Graziano Ranocchia<br />
– ora abbiamo conferma<br />
di quanto prima potevamo solo<br />
immaginare. È inoltre finalmente<br />
dimostrato che la sistematica<br />
inclinazione delle colonne di<br />
scrittura nei rotoli letterari, la<br />
cosiddetta Legge di Maas, era<br />
un fatto estetico intenzionale<br />
degli scribi antichi, e non un<br />
segno di mancata accuratezza<br />
grafica, come è stato da alcuni<br />
ipotizzato”.<br />
“Lo sviluppo di strumentazioni e<br />
metodi non invasivi per l’analisi<br />
in situ sta portando importanti<br />
avanzamenti nella diagnostica<br />
dei beni culturali, – continua la<br />
dottoressa Costanza Miliani, direttrice<br />
del Cnr-Ispc – in particolare<br />
lo scanner XRF sviluppato<br />
da Ispc-Cnr per la piattaforma di<br />
accesso MOLAB dell’infrastruttura<br />
di ricerca E-RIHS permette<br />
di rivelare informazioni preziose<br />
sulla composizione chimica e<br />
la distribuzione degli elementi<br />
grazie a sensibilità e risoluzione<br />
spaziale senza pari, come per le<br />
ultra-tracce di piombo residuale<br />
delle linee di scrittura dei papiri<br />
di Ercolano”.<br />
Grande soddisfazione è stata<br />
espressa anche dalla direttrice<br />
della Biblioteca Nazionale di<br />
Napoli, la dottoressa Maria Iannotti,<br />
che fin dall’inizio del suo<br />
mandato ha fortemente creduto<br />
nella necessità di stringere<br />
collaborazioni con università ed<br />
enti di ricerca per la valorizzazione<br />
dell’ingente patrimonio<br />
dell’Istituto da lei guidato, il<br />
quale comprende, oltre ai pa-<br />
28 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 29<br />
piri, un’importante collezione<br />
di manoscritti antichi e incunaboli<br />
e, tra gli altri, importanti<br />
autografi di Giacomo Leopardi<br />
e Benedetto Croce: “Questo<br />
è un nuovo inizio per gli studi<br />
concernenti le nostre collezioni<br />
e un modello di cooperazione<br />
istituzionale da estendere ad<br />
altri casi dello stesso genere. A<br />
mio giudizio, la conservazione e<br />
la ricerca devono andare di pari<br />
passo e devono comunicare tra<br />
di loro a vantaggio sia dell’una<br />
che dell’altra”.<br />
Questa collaborazione, che vede<br />
la Biblioteca Nazionale di Napoli<br />
per la prima volta cobeneficiaria<br />
di un progetto finanziato<br />
dalla Commissione Europea, è<br />
rafforzata anche dalla recente<br />
sottoscrizione di apposite convezioni<br />
sia con il Cnr-Ispc, sia<br />
con l’Università di Pisa.<br />
“Da quando il Dipartimento da<br />
me guidato ha deciso di ospitare<br />
il Progetto GreekSchools – conclude<br />
la direttrice del Dipartimento<br />
di Filologia, Letteratura<br />
e Linguistica, la professoressa<br />
Roberta Ferrari – le occasioni di<br />
collaborazione istituzionale e di<br />
visibilità pubblica delle nostre<br />
attività di ricerca sono notevolmente<br />
aumentate, anche con<br />
l’attrazione di altri progetti finanziati<br />
e il recente importante<br />
riconoscimento ministeriale<br />
del Dipartimento di Eccellenza<br />
<strong>2023</strong>-2027, che con il Progetto<br />
CECIL si propone come avanguardia<br />
nel contrasto all’impoverimento<br />
linguistico”.<br />
Fonte: (Comunicato Stampa INFN)<br />
ARGILETUM: un viaggio dalle<br />
stratificazioni del passato al<br />
metaverso – Inaugurata il 15<br />
maggio a Roma la mostra “AR-<br />
GILETUM: un viaggio dalle stratificazioni<br />
del passato al metaverso”<br />
è un’esperienza immersiva<br />
e sensoriale, che mixa<br />
metaverso e realtà storica. Il<br />
progetto è organizzato ed ospitato<br />
dall’Università di Roma<br />
Tre nell’ambito del workshop<br />
“PAESAGGIO E STRATIFICAZIO-<br />
NI SPAZIALI NEL WEB 3.0 Arte,<br />
architettura e nuove forme di<br />
interazione”, e vedrà tra i protagonisti<br />
Matteo Mauro, artista<br />
siciliano di fama mondiale, tra<br />
i più apprezzati nell’ambito<br />
della crypto arte.<br />
Dopo aver esposto in location<br />
prestigiose di tutto il mondo,<br />
da New York a Sidney, Matteo<br />
Mauro porterà nella Capitale la<br />
sua arte digitale ed innovativa.<br />
L’artista utilizza programmi<br />
di modellazione low-poly e di<br />
sculpting con “argilla digitale”<br />
per creare le sue Micromegalic<br />
Inscriptions, che evolvono<br />
la tecnica dell’intaglio tradizionale.<br />
Le sue creazioni si<br />
collocano nel campo dell’Arte<br />
Generativa, essendo riproducibili<br />
infinitamente, così da<br />
esemplificare l’evoluzione delle<br />
pratiche di produzione di<br />
massa e l’inevitabile simbiosi<br />
tra l’uomo e la macchina. Un<br />
linguaggio stilistico che lo rende<br />
inconfondibile ed unico sul<br />
panorama artistico mondiale.<br />
“Per me è un onore ed una gioia<br />
partecipare a questo progetto,<br />
nel quale ritrovo moltissimi<br />
punti di contatto con la mia<br />
arte. – Spiega Matteo Mauro –<br />
Per me storia e innovazione,<br />
come analogico e metaverso,<br />
non sono due concetti da tenere<br />
distinti, ma elementi da fondere<br />
insieme, per creare qualcosa<br />
di nuovo ed autentico, in<br />
continua evoluzione”.<br />
Oltre a Matteo Mauro, esposti<br />
anche i lavori di Emanuele Dascanio<br />
che, in collaborazione<br />
con Kipu Quantum e Insighbart,<br />
ha generato opere iperrealistiche<br />
attraverso i processi<br />
estetici dei computer quantistici<br />
tramite l'assistenza di<br />
AI, trasformando la sua opera<br />
fisica The Father in una nuova<br />
opera chiamata The Quantum<br />
Prophet. La sua ricerca poetica<br />
è incentrata sull’analisi e l’utilizzo<br />
delle nuove tecnologie<br />
in rapporto con la cultura, in<br />
grado di esprimere e generare<br />
esperienze sempre più innovative.<br />
Inoltre è stato pensato un secondo<br />
ambiente, animato da<br />
una collettiva di artisti emergenti<br />
molto diversi tra loro dal<br />
punto di vista stilistico: Dvrk,<br />
You, Marcello Baldari e Fabiola<br />
Sangineto. L'elemento che<br />
li accomuna è l'utilizzo della<br />
luce, che assume per tutti e<br />
quattro un significato simbolico<br />
di rinascita, metamorfosi e<br />
contatto con una realtà superiore<br />
ma impalpabile.
AGORÀ<br />
la complessità delle indagini<br />
all’interno di un contesto delicato<br />
come quello descritto, In<br />
Situ ha prediletto un approccio<br />
da azienda-partner della<br />
committenza, piuttosto che<br />
azienda-fornitore. Ha infatti<br />
collaborato attivamente dalla<br />
programmazione iniziale della<br />
campagna di prove, fino alla<br />
progettazione e consolidamento<br />
strutturale nelle fasi successive.<br />
Di seguito alcune immagini<br />
interessanti durante la realizzazione<br />
del restauro.<br />
Sopralzo monumentale oggetto<br />
di indagine (prima della realizzazione<br />
dell’impalcatura di<br />
messa in sicurezza):<br />
Indagini non invasive a Palazzo<br />
Stampa di Soncino – Nel 2022 In<br />
Situ ha eseguito una campagna<br />
di indagini per verificare lo stato<br />
di conservazione del sopralzo<br />
monumentale del Palazzo Stampa<br />
di Soncino a Milano al fine di<br />
un successivo progetto di recupero<br />
strutturale. Il manufatto<br />
è stato suddiviso in tre aree di<br />
indagine.<br />
La parte superiore, caratterizzata<br />
dal podio con il globo e l’aquila<br />
bicipite, realizzata in onore<br />
dell’imperatore Carlo V. Su<br />
questa è stata svolta un’accurata<br />
ispezione visiva e strumentale<br />
(endoscopica, spessimetrica<br />
a ultrasuoni, potenziale di<br />
corrosione) per la verifica degli<br />
spessori residui degli elementi<br />
metallici, dell’umidità residua<br />
e dello stato fessurativo delle<br />
parti murarie.<br />
La parte centrale, costituita<br />
dalla coppia di colonne lapidee.<br />
Oltre un’accurata ispezione visiva,<br />
le indagini strumentali eseguite<br />
(termografica, ultrasonica<br />
e georadar ad alta frequenza)<br />
hanno permesso di tracciare lo<br />
sviluppo delle lesioni superficiali<br />
anche all’interno delle colonne,<br />
oltre che identificare la<br />
presenza e le dimensioni delle<br />
connessioni metalliche, non visibili,<br />
tra colonne stesse e basamento.<br />
La parte inferiore, rappresentata<br />
dal basamento, costituita<br />
da un unico monolite lapideo.<br />
Anche qui, oltre alla valutazione<br />
preliminare dello stato<br />
di degrado mediante ispezione<br />
visiva, sono state effettuate<br />
ulteriori analisi strumentali<br />
(termografia e radio detection)<br />
grazie alle quali è stato possibile<br />
valutare l’adesione residua<br />
dell’intonachino di rivestimento<br />
e lo stato di conservazione delle<br />
“bretelle” (elementi metallici)<br />
di ancoraggio tra il basamento<br />
e l’interno della copertura della<br />
torre.<br />
Considerata l’eterogeneità e<br />
• Indagine endoscopica e verifica<br />
del potenziale di corrosione,<br />
rispettivamente<br />
all’interno del globo e sul<br />
suo podio di supporto;<br />
• Indagini georadar ad alta<br />
frequenza (3GHz), ultrasuoni<br />
e indagine spessimetrica<br />
sui fusti delle colonne e sulla<br />
loro base;<br />
• Indagine con radio detector<br />
e termografica, rispettivamente<br />
all’interno della<br />
torre e su una porzione del<br />
basamento soprastante.<br />
IN SITU è un’azienda che da<br />
20 anni si occupa di diagnostica<br />
strutturale e di verifica dei<br />
materiali operando nel settore<br />
dei controlli non distruttivi e<br />
minimamente invasivi applicati<br />
alle opere civili e monumentali,<br />
alle infrastrutture e agli impianti<br />
industriali. È attiva in Italia e<br />
all’estero, opera nei seguenti<br />
ambiti coinvolgendo personale<br />
specializzato e certificato: beni<br />
monumentali, infrastrutture,<br />
patrimoni immobiliari, industria,<br />
energia e ambiente.<br />
Fonte: www.proveinsitu.it<br />
30 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong><br />
30 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 31<br />
Tecnologie per i Beni Culturali 31<br />
Scanner 3D vSLAM Stonex XVS<br />
usato per i rilievi della Basilìca<br />
del Trampal – Negli ultimi anni<br />
abbiamo visto come la tecnologia<br />
Lidar abbia conquistato<br />
sempre più mercato e venga<br />
utilizzata in svariate applicazioni.<br />
L'affidabilità della cattura,<br />
l'accuratezza e la velocità di acquisizione<br />
sono fattori che sono<br />
stati determinanti nella sua.<br />
Inoltre, negli ultimi 10 anni [ref<br />
1], grazie al progresso tecnologico,<br />
è stato possibile produrre<br />
Scanner Lidar portatili; ciò ha<br />
comportato una moderata perdita<br />
di precisione, ma ha aumentato<br />
la dinamicità e la velocità<br />
di acquisizione.<br />
Anche la fotogrammetria e la<br />
visione artificiale nel campo del<br />
rilevamento basato su immagini<br />
si sono evolute in modo impressionante<br />
negli ultimi anni. Ora è<br />
possibile calcolare punti omologhi<br />
da centinaia di immagini con<br />
notevole affidabilità e flessibilità.<br />
I processi sono ora molto più<br />
veloci e accurati, grazie anche<br />
al miglioramento delle tecniche<br />
di orientamento interno, e le<br />
texture hanno una risoluzione<br />
maggiore con un bilanciamento<br />
migliore.<br />
Questo scenario ha permesso lo<br />
sviluppo di un nuovo scanner:<br />
Stonex XVS vSLAM 3D Scanner;<br />
un nuovo strumento che incorpora<br />
un sistema di scansione 3D<br />
basato su immagini in tempo<br />
reale. XVS utilizza due fotocamere:<br />
la prima per la localizzazione<br />
simultanea dello strumento<br />
in tempo reale (Visual<br />
SLAM) e l'altra per l'acquisizione<br />
di immagini ad alta risoluzione<br />
e massima qualità. Lo scanner è<br />
collegato via cavo ad un tablet<br />
dotato di un software in grado<br />
di guidare l'utente durante l'acquisizione,<br />
fornendo in tempo<br />
reale tutte le informazioni riguardanti<br />
i dati raccolti e la traiettoria.<br />
L’uso di questo scanner è molto<br />
semplice, la scansione si acquisisce<br />
mentre si cammina in<br />
modo naturale, aiutati dalle indicazioni<br />
del software. Questa<br />
semplicità di utilizzo permette<br />
di effettuare scansioni molto<br />
lunghe senza affaticarsi e senza<br />
perdere alcun dato (noi abbiamo<br />
effettuato acquisizioni di<br />
più di un'ora). Ciò non significa<br />
che non sia possibile acquisire<br />
scansioni diverse che possono<br />
poi essere unite automaticamente<br />
in un secondo momento.<br />
Fotocamere e vSLAM<br />
XVS è dotato di due fotocamere<br />
e di un sistema di misurazione<br />
inerziale (IMU). La fotocamera<br />
vSLAM insieme al sistema IMU,<br />
lavorando insieme, garantiscono<br />
che l'acquisizione sul campo<br />
avvenga in modo tale che i dati<br />
elaborati risultino di alta qualità.<br />
Questo metodo di raccolta<br />
permette di essere sicuri che i<br />
modelli finali saranno sempre<br />
collegati e che non ci saranno<br />
errori durante l'elaborazione.<br />
Questo è un fattore molto importante,<br />
poiché la fotogrammetria<br />
classica e la maggior<br />
parte dei sensori basati su immagini<br />
non possono garantire la<br />
stessa qualità unita alla facilità<br />
e alla velocità di acquisizione.<br />
Con altri strumenti c'è sempre<br />
l'incertezza di aver raccolto<br />
dati precisi e il rischio di dover<br />
tornare sul sito per riacquisire i<br />
dati mancanti.<br />
L'altra fotocamera ha una risoluzione<br />
di 5 megapixel con un<br />
sensore da 2/3″ e una dimensione<br />
dei pixel di 3,45 micron. Il<br />
sensore è un “global shutter”,<br />
ciò significa che non c’è distorsione<br />
nell’immagine finale<br />
quando si scattano foto in movimento.<br />
È importante notare<br />
che i sensori di smartphone e<br />
tablet utilizzano la tecnologia<br />
“rolling shutter” e possono presentare<br />
piccole deformazioni<br />
nell'immagine che pregiudicano<br />
la precisione delle misurazioni,<br />
se si decide di raccogliere dati<br />
fotogrammetrici con questi dispositivi.<br />
Il sistema di misura inerziale<br />
(IMU) viene utilizzato per livellare<br />
lo scanner e per stabilire i
AGORÀ<br />
valori iniziali di orientamento<br />
interno che, insieme a quelli<br />
risultanti dal Visual SLAM, massimizzano<br />
le possibilità di successo<br />
nelle ricostruzioni 3D con<br />
traiettorie molto complesse.<br />
Selezione automatica<br />
delle immagini<br />
Durante la raccolta dati, XVS<br />
acquisisce centinaia di immagini<br />
al minuto. È comprensibile<br />
pensare che né la lavorazione<br />
di tutte le immagini né la selezione<br />
sistematica possano<br />
essere soluzioni accettabili ai<br />
fini dell'elaborazione dei dati.<br />
Pertanto, durante la progettazione<br />
dello scanner XVS, è stato<br />
sviluppato un sistema intelligente<br />
di selezione automatica<br />
delle immagini. Questo sistema<br />
è frutto della tesi di dottorato<br />
di Pedro Ortiz Coder [Ref 2], e<br />
garantisce i migliori risultati<br />
possibili, massimizzando l'accuratezza<br />
e la risoluzione dei modelli.<br />
Non si tratta di utilizzare<br />
il numero minimo di immagini<br />
possibile, ma piuttosto il numero<br />
ottimale di immagini in modo<br />
che i risultati abbiano la migliore<br />
qualità possibile.<br />
Questa selezione automatica<br />
viene eseguita con cura, l'algoritmo<br />
proprietario seleziona le<br />
immagini migliori in base a molteplici<br />
fattori: distanza dell'oggetto,<br />
velocità dell'utente,<br />
corrispondenza delle immagini,<br />
qualità dell'immagine/campo<br />
visivo, ecc.<br />
Ricostruzione Specifica 3D<br />
La procedura continua con l'orientamento<br />
interno delle immagini.<br />
A questo punto viene<br />
utilizzata la calibrazione interna<br />
della fotocamera fotogrammetrica<br />
e viene prestata<br />
particolare attenzione per massimizzare<br />
la precisione. L'orientamento<br />
interno ricalcola i<br />
punti omologhi raccolti durante<br />
la ripresa videogrammetrica in<br />
cattura continua.<br />
Caso studio: Basilìca del<br />
Trampal<br />
Per dimostrare le capacità di<br />
questo nuovo sistema videogrammetrico,<br />
è stata eseguita<br />
una scansione dell'interno e<br />
dell'esterno della Basilica visigota<br />
di Santa Lucia del Trampal,<br />
ad Alcuescar, in Spagna. Questa<br />
basilica risale originariamente<br />
al VII secolo, anche se da allora<br />
ha subito diversi importanti<br />
cambiamenti. Attualmente è<br />
l'unico edificio visigoto in buone<br />
condizioni situato nella parte<br />
meridionale della penisola iberica.<br />
Per questa scansione è stato utilizzato<br />
lo scanner Stonex XVS e<br />
sono stati raccolti 10 punti con<br />
un ricevitore GNSS all'esterno<br />
della basilica. La scansione<br />
esterna ha richiesto 5 minuti e<br />
la scansione interna ha richiesto<br />
9 minuti. L’acquisizione della<br />
scansione interna è iniziata e<br />
terminata sulla facciata esterna,<br />
con l'obiettivo di allineare<br />
automaticamente entrambe le<br />
aree. Durante la scansione è<br />
stato utilizzato per la raccolta<br />
dati il software XVSapp (installato<br />
su un tablet Microsoft Surface<br />
Pro) che permette di gestire<br />
tutti i parametri e avere tutte<br />
le informazioni fondamentali in<br />
tempo reale. Per l'elaborazione<br />
dei dati è stato utilizzato il software<br />
XVScloud, che raccoglie<br />
le informazioni e le invia ad un<br />
server con i parametri impostati<br />
dall'utente. Tra gli altri parametri<br />
è possibile selezionare la<br />
qualità della mesh, che in questo<br />
caso era di qualità media.<br />
Per confrontare i dati, è stata<br />
eseguita una scansione con uno<br />
scanner laser terrestre ad alta<br />
precisione, che è stato posizionato<br />
in 16 diverse posizioni e<br />
sono state utilizzate sfere per<br />
aumentare la precisione della<br />
registrazione. Il risultato del<br />
confronto tra i modelli di scanner<br />
(laser scanner e scanner<br />
videogrammetrico) mostra uno<br />
scostamento minimo:<br />
La distanza media tra i due modelli<br />
è di 4 mm all'esterno (Sigma=0.07)<br />
e di 10 mm all'interno<br />
(Sigma=0.04).<br />
In conclusione, lo scanner videogrammetrico<br />
è senza dubbio<br />
un'alternativa veloce e precisa<br />
agli scanner statici e dinamici<br />
disponibili sul mercato, con risultati<br />
fantastici in termini di<br />
qualità delle texture. Lo scanner<br />
videogrammetrico XVS si è<br />
dimostrato maneggevole, leggero<br />
e facile da usare. Grazie<br />
alla sua facilità d'uso, è uno<br />
strumento che può essere utilizzato<br />
anche da persone non<br />
specializzate nel campo delle<br />
misurazioni.<br />
Per le sue caratteristiche, XVS<br />
lavora molto bene con texture<br />
eterogenee, motivo per cui i<br />
principali campi di applicazione<br />
includono l'archeologia, l'edilizia,<br />
l'architettura, i beni culturali,<br />
l'urbanistica, la ricostruzione<br />
degli incidenti e la geologia.<br />
Bibliografia<br />
[1]. Bosse, Michael & Zlot,<br />
Robert & Flick, Paul. (2012).<br />
Zebedee: Design of a Spring-<br />
Mounted 3-D Range Sensor with<br />
Application to Mobile Mapping.<br />
IEEE Transactions on Robotics.<br />
28. 1104–1119. 10.1109/<br />
TRO.2012.2200990.<br />
[2]. Pedro Ortiz Coder. Year<br />
2021. Title: Reconstrucción 3d<br />
a través de un sistema videogramétrico<br />
basado en la utilización<br />
de visualslam y un procedimiento<br />
específico de selección<br />
de imágenes. Dehesa Repositorio.<br />
ID: http://hdl.handle.<br />
net/10662/12319<br />
32 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong><br />
32<br />
ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Conference on Cultural Heritage and New Technologies<br />
November, 15 - 17 <strong>2023</strong> | Vienna,<br />
CHNT28<br />
Austria<br />
Cultural Heritage as a Resource<br />
Technologies for the Paradigm Shift in Archaeology, Conservation and Education<br />
Call for Papers: April 15 to June 30<br />
Notification: from July 14<br />
Early Bird Tickets: until October 18<br />
The association CHNT-ICOMOS Austria was founded<br />
in early 2021 to organise the annual Conference<br />
on Cultural Heritage and New Technologies. It is<br />
a sister association of the Austrian National Committee<br />
of the International Council on Monuments<br />
and Sites (ICOMOS). The association has around 20<br />
members who contribute to the continuous<br />
development of the conference and participate<br />
intensively in the preparations.<br />
The City of Vienna (Department 7 – Cultural<br />
Affairs) is the association’s cooperation partner and<br />
is hosting the event in the Vienna City Hall.<br />
CHNT28: November 15 - 17<br />
CHNT provides a platform for exchanging views on<br />
the Cultural Heritage protection agenda and enables<br />
discussions among colleagues from a wide<br />
range of disciplines. During the conference the<br />
latest approaches to the research, management<br />
and monitoring of world heritage sites, cultural<br />
assets and archaeological monuments will be<br />
presented. The focus is primarily on interdisciplinary<br />
cooperation between experts with a strong<br />
interest in the application of new<br />
technologies in the field of cultural heritage.<br />
This year at CHNT we will be looking at how to<br />
change the way we perceive and handle upcoming<br />
challenges and crises while focusing on archaeology<br />
and cultural heritage as a resource.<br />
CALL FOR PAPERS<br />
The CHNT Committee invites you to submit a contribution<br />
in the form of a long abstract that relate to<br />
a specific session (lecture of max. 20 minutes) or<br />
round table (short talks of about 5 to 10 minutes).<br />
In addition, you can participate in various panels<br />
and workshops.<br />
Please find further information online:<br />
www.chnt.at/call-for-papers<br />
Presenters and session chairs who participated in<br />
CHNT 28 have the possibility to publish their contributions<br />
in the proceedings of the conference.<br />
The Call is open from April 15 to June 30, <strong>2023</strong>!<br />
„We believe that technology can make a difference and help to protect,<br />
research and valorize Cultural Heritage in a sustainable way<br />
and to thereby preserve it for the next generation.“<br />
CHNT-ICOMOS Austria • Karlsplatz 13, 1040 Vienna • www.chnt.at • info@chnt.at
EVENTI<br />
25 - 30 GIUGNO <strong>2023</strong><br />
CIPA <strong>2023</strong><br />
Firenze (Italia)<br />
https://www.cipa<strong>2023</strong>florence.org/<br />
SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />
ArcheoFOSS <strong>2023</strong><br />
Torino (Italia)<br />
https://www.archeofoss.org/<br />
28 – 29 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />
LUBEC <strong>2023</strong><br />
Lucca (Italia)<br />
https://www.lubec.it/<br />
27 - 29 settembre <strong>2023</strong><br />
SIFET <strong>2023</strong><br />
Arezzo (Italia)<br />
https://www.sifet.org/<br />
11 - 13 OTTOBRE <strong>2023</strong><br />
INTERGEO<br />
Berlino (Germania)<br />
https://www.intergeo.de/en/<br />
11 - 13 OTTOBRE <strong>2023</strong><br />
DRONITALY<br />
Bologna (Italia)<br />
https://www.dronitaly.it<br />
2 – 5 NOVEMBRE <strong>2023</strong><br />
BMTA PAESTUM <strong>2023</strong><br />
Paestum, SALERNO (Italia)<br />
https://www.<br />
borsaturismoarcheologico.it/<br />
8 NOVEMBRE <strong>2023</strong><br />
ROMADRONE<br />
Roma (Italia)<br />
https://www.romadrone.it/<br />
34 ArcheomaticA N°2 <strong>2023</strong>
Tecnologie per i Beni Culturali 35
Il Forum dell'Innovazione<br />
Tecnologie per il Territorio, Beni Culturali e Smart Cities<br />
14 - 16 NOV <strong>2023</strong><br />
www.technologyforall.it