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GEOmedia_2_2023

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

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Rivista bimestrale - anno XXVII - Numero - 2/<strong>2023</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D CITY<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA EDILIZIA<br />

URBANISTICA DIGITAL TWIN<br />

LASER SCANNING<br />

REMOTE SENSING<br />

GNSS<br />

SPAZIO<br />

RILIEVO AMBIENTE TOPOGRAFIA<br />

LiDAR<br />

GEOBIM<br />

BENI CULTURALI<br />

SMART CITY<br />

Mar/Apr <strong>2023</strong> anno XXVII N°2<br />

Speciale Incendi Boschivi<br />

ed Emergenza Ambientale<br />

PEDROS UN PROGETTO<br />

PER PERIMETRARE<br />

INCENDI CON DRONE<br />

INTELLIGENZA ARTIFICIALE<br />

PER PROTEGGERE LE<br />

INFRASTRUTTURE DAGLI INCENDI<br />

DAL SIMULATORE DEGLI INCENDI<br />

BOSCHIVI AL CONTRASTO DEL<br />

DISSESTO IDROGEOLOGICO


DWG


Ancora sul Catasto Incendi<br />

Vale ricordare che per la prevenzione fu attivato, con la legge quadro in materia di incendi boschivi<br />

n. 353/2000, il Catasto Incendi, che ha introdotto un vincolo quindicennale per le zone boschive<br />

ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco: non potranno avere una destinazione<br />

diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. Per l’apposizione dei vincoli la<br />

legge stabilisce che i Comuni provvedano al censimento, tramite apposito catasto, dei soprassuoli già<br />

percorsi dal fuoco, avvalendosi dei rilievi effettuati dall'Arma dei Carabinieri - Comando Unità per la<br />

Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare.<br />

Ciononostante gli incendi continuano, come si può vedere nel recente geoportale degli incendi<br />

boschivi, perché le cause a cui possono essere attribuiti sono molteplici e ''variano da Regione a<br />

Regione, - ci riferisce il comandante Marco Di Fonzo - da provincia a provincia, fino ad avere una<br />

connotazione di carattere comunale: ci sono aree maggiormente interessate da incendi boschivi che<br />

nascono per dolo e altre per colpa, imperizia, imprudenza, negligenza e scarso senso civico''. I casi<br />

possono essere ''lavori stradali, ripulitura degli incolti, bruciature delle biomasse dopo aver fatto le<br />

potature, risentimenti contro la pubblica amministrazione o persone che sono affette da patologie<br />

come i piromani, anche se in Italia questo è un fenomeno marginale''. Inoltre, ''la situazione è<br />

molto articolata, bisogna conoscere il territorio anche dal punto di vista socio-economico per poter<br />

contrastare il fenomeno in maniera efficace, quindi conoscere gli usi e le consuetudini e far partecipe<br />

la popolazione sui comportamenti più idonei''.<br />

Le tecnologie di indagine e monitoraggio utilizzate sono numerose, a partire dalle tecniche di<br />

georeferenziazione accurata del perimetro degli incendi, che si avvale di competenze professionali<br />

specifiche e ha dato vita alla più grande rete di analisti specialisti (Niab) degli incendi boschivi. Si<br />

tratta di professionisti altamente specializzati che intervengono a fiamme spente, interpretano i segni<br />

e svolgono a ritroso il cammino delle fiamme, analizzando a tappeto il percorso degli incendi boschivi<br />

e sfruttando le opportunità offerte dagli assetti satellitari, in particolare quelli della costellazione<br />

Copernicus. Il monitoraggio preventivo ha cambiato totalmente il modo di operare nella protezione<br />

ambientale grazie al potenziamento degli assetti satellitari. Droni e satelliti saranno sempre più<br />

importanti per combattere gli incendi boschivi.<br />

La geomatica, nelle sue varie declinazioni, svolge perciò un ruolo fondamentale. Il Corpo Forestale<br />

ha anche un grande valore aggiunto per il settore del classico Telerilevamento, o Remote Sensing,<br />

che ha bisogno di quella che comunemente gli specialisti chiamano la “verità a terra”, una prova cioè<br />

che confermi le analisi predittive tele-rilevate dai sensori (si veda a proposito il recente articolo di G.<br />

Papitto sulle Foreste Urbane: https://www.carabinieri.it/media---comunicazione/natura/la-rivista/<br />

home/tematiche/boschi/le-foreste-urbane).<br />

Ed in questa indagine il Corpo dispone forse della più grande risorsa di controllo, verifica e<br />

potenziamento del tele-rilevato, costituita dai suoi operatori che percorrono continuamente i luoghi<br />

individuati dai satelliti e verificano con droni, lidar e altri mezzi geomatici quanto individuato dal<br />

satellite o sull’immagine aerea in genere.<br />

L’azione di verifica terrestre potrebbe portare ad un grande contributo di dati nella ricerca scientifica<br />

associata al Telerilevamento in genere, dal momento che il Corpo Forestale dei Carabinieri è<br />

forse l’unica istituzione a disporre di un così alto numero di operatori, i carabinieri forestali, che,<br />

utilizzando tecnologie da ufficio in dotazione, operano, calandosi quotidianamente nella realtà “a<br />

terra”.<br />

Potenziare le competenze e le tecnologie geomatiche per operatori emergenziali, coinvolti nelle<br />

attività di difesa forestale, porterebbe vantaggio non solo alle foreste e al territorio, ma a tutta la<br />

comunità scientifica nazionale, che potrebbe ottenere i famosi “riscontri in situ”, indispensabili per<br />

calibrare i rilevamenti di intere costellazioni di satelliti come i Copernicus o anche i nuovi che sono<br />

arrivati e stanno arrivando.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


FOCUS<br />

In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORT<br />

ALTRE<br />

RUBRICHE<br />

21, 45 MERCATO<br />

Progetto PEDROS.<br />

Perimetrazione<br />

automatica di<br />

incEndi con DRone<br />

equipaggiato con<br />

sensOre Specifico<br />

di Edoardo Carlucci, Alessio<br />

Di Iorio, Roberto Filippone,<br />

Tonino Giagnacovo, Giovanni<br />

Laneve, Tommaso Murolo<br />

6<br />

42 NON TROPPO<br />

GEORIFERITO<br />

50 AGENDA<br />

16<br />

Il progetto AI-RON<br />

MAN: come l’unione<br />

di dati satellitari ed<br />

Intelligenza Artificiale<br />

ci aiuterà a proteggere<br />

le infrastrutture dagli<br />

incendi.<br />

In copertina una serie di immagini<br />

registrate durante le operazioni<br />

di test del progetto PEDROS,<br />

nato nell’ambito dell’area<br />

disciplinare dedicata alla prevenzione<br />

ai crimini ambientali da parte della<br />

Agenzia Spaziale Italiana (bando ASI<br />

CI-UTN-2020-29), per realizzare<br />

strumenti per telerilevamento<br />

e perimetrazione automatica di<br />

ecosistemi forestali interessati da<br />

incendi colposi o dolosi e/o aggrediti<br />

biologicamente, tramite un sistema<br />

a pilotaggio remoto (drone) per<br />

il riconoscimento in tempo reale<br />

di zone vegetazionali deteriorate,<br />

assistito da sensore aviotrasportato e<br />

sistema satellitare.<br />

Di Davide Ottonello, Tiziano<br />

Cosso, Simone Parmeggiani,<br />

Alessandra Speranza<br />

4 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong><br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da oltre 25 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


INSERZIONISTI<br />

22<br />

Un sensore<br />

aviotrasportato per<br />

analisi immagini a<br />

supporto degli incendi<br />

di Giovanni Laneve,<br />

Ramon Bueno Morles,<br />

Valerio Pampanoni<br />

Epsilon 45<br />

Esri 32<br />

Gter 21<br />

Pedros 25, 48<br />

Planetek 33<br />

Stonex 47<br />

Strumenti Topografici 2<br />

TechnologyForAll 15<br />

Teorema 46<br />

In cammino dal<br />

Forest Fire Area<br />

Simulator al nuovo<br />

Simulatore FFAS-<br />

PLUS a supporto<br />

delle attività<br />

addestrative di<br />

contrasto al Dissesto<br />

Idrogeologico<br />

di Marco Di Fonzo<br />

26<br />

Sullo sfondo un'immagine<br />

dell'incendio che ha colpito<br />

la città portuale greca<br />

di Alessandropoli, uno dei<br />

più grandi incendi mai<br />

registrati in Europa che<br />

finora ha causato la morte<br />

di 21 persone mentre<br />

15.000 persone sono state<br />

evacuate.<br />

Questa immagine catturata<br />

da uno dei satelliti Copernicus<br />

Sentinel-2 il 25<br />

agosto <strong>2023</strong> mostra le anomalie<br />

termiche dei fronti<br />

di fuoco vicino alla città di<br />

Dadia e le cicatrici bruciate<br />

nel Parco Nazionale di<br />

Dadia.<br />

I dati open di Copernicus<br />

forniscono informazioni<br />

cruciali sugli impatti degli<br />

incendi grazie alle sue immagini<br />

satellitari e ai prodotti<br />

di mappatura delle<br />

emergenze.<br />

Credit: European Union,<br />

Copernicus Sentinel-2<br />

imagery<br />

34<br />

Il ruolo delle<br />

Osservazioni della<br />

Terra dallo spazio<br />

nelle emergenze<br />

ambientali<br />

Di Emiliano Agrillo, Federico<br />

Filipponi, Roberto Inghilesi,<br />

Alessandro Mercatini, Alice<br />

Pezzarossa, Nazario Tartaglione<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

<strong>GEOmedia</strong>, la prima rivista italiana di geomatica.<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Caterina Balletti,<br />

Roberto Capua, Mattia Crespi, Fabio Crosilla, Donatella<br />

Dominici, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio<br />

Lupia, Luigi Mundula, Beniamino Murgante, Aldo Riggio,<br />

Monica Sebillo, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

Gabriele Bagnulo, Valerio Carlucci, Massimo Morigi<br />

Gianluca Pititto, Maria Chiara Spiezia<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, t.iasillo@mediageo.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

Editore<br />

MediaGEO soc. coop. - Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />

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Science & Technology Communication<br />

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riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Numero chiuso in redazione il 24 luglio <strong>2023</strong>.


FOCUS<br />

Progetto PEDROS<br />

Perimetrazione automatica di incEndi con<br />

DRone equipaggiato con sensOre Specifico<br />

di Edoardo Carlucci, Alessio Di Iorio, Roberto Filippone, Tonino Giagnacovo, Giovanni Laneve, Tommaso Murolo<br />

Il sistema proposto prevede la<br />

messa a punto di un sistema<br />

SAPR (Sistema Aviotrasportato<br />

a Pilotaggio Remoto) che<br />

possa essere di ausilio alla<br />

perimetrazione dettagliata, di<br />

aree boschive aggredite da<br />

insetti/patogeni e/o da incendi<br />

boschivi al fine di trasmettere<br />

alle competenti autorità la<br />

certificazione di dette aree<br />

colpite da danno ambientale,<br />

in ottemperanza alla attuale<br />

legislazione. Tale attività viene<br />

In figura sono rappresentate le tipologie tipiche di 4 scenari di test del progetto PEDROS<br />

normalmente realizzata tramite<br />

l’interpretazione di analisi<br />

di immagini satellitari con<br />

risoluzioni spaziali non sempre<br />

adeguate allo scopo, il che<br />

comporta spesso la necessità<br />

di ri-perimetrazione sul campo<br />

effettuata da operatori dotati di<br />

sistemi palmari GNSS.<br />

La normativa vigente in<br />

materia di incendi boschivi<br />

prevede l’istituzione<br />

da parte degli Enti Locali di<br />

una cartografia di tutte le aree<br />

percorse dal fuoco che consenta<br />

di vincolare le particelle catastali<br />

del tutto o in parte interessate<br />

dal fenomeno fino al completo<br />

ripristino della vegetazione preesistente<br />

al passaggio del fuoco.<br />

Le linee guida in materia di<br />

incendi boschivi prevedono la<br />

mappatura annuale delle aree<br />

percorse dal fuoco utilizzando le<br />

informazioni già raccolte dalle<br />

unità forestali ed arricchendole<br />

di indicazioni di georeferenziazione<br />

in ambiente GIS.<br />

Negli ultimi decenni, lo stato<br />

di salute degli ecosistemi è stato<br />

influenzato dai cambiamenti<br />

globali in atto ed è quindi fondamentale<br />

monitorare questi<br />

cambiamenti e i loro effetti<br />

sugli ecosistemi per permetterne<br />

una gestione informata.<br />

Per questo, dal 1997, il Corpo<br />

Forestale dello Stato prima e<br />

l’Arma dei Carabinieri oggi<br />

coordina le strategiche reti di<br />

monitoraggio degli ecosistemi<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


FOCUS<br />

Fig.1 - Indice normalizzato di bruciatura (NBR). La vegetazione sana ha un elevato indice<br />

di riflessione sulla banda dell’infrarosso vicino (NIR), e bassa riflessione nella banda<br />

dell’infrarosso a lunghezza d’onda più piccole (SWIR, short wave infrared). Aree del suolo<br />

bruciate (burned areas) hanno invece bassa riflessione nella banda NIR, e alta riflessione<br />

nella banda SWIR. Un elevato valore dell’indice NBR in genere indica vegetazione sana<br />

(healthy vegetation), mentre un basso valore indica suolo arido o bruciato.<br />

forestali nazionali. L’inquinamento<br />

atmosferico e i cambiamenti<br />

climatici hanno effetti<br />

sulle foreste - risorsa strategica<br />

del Paese - che solo un monitoraggio<br />

attento, professionale<br />

e continuo può permettere di<br />

verificare.<br />

Nello stesso ambito si collocano<br />

gli incendi boschivi, che<br />

in Italia, negli ultimi 20 anni,<br />

hanno distrutto circa 760.000<br />

ettari di foresta, il 7,5% della<br />

superficie forestale nazionale.<br />

Per dare un elemento che consente<br />

un immediato termine<br />

di paragone è come se fossero<br />

andati bruciati 760.000 campi<br />

di calcio “coltivati” a bosco.<br />

Il danno economico causato<br />

dal fenomeno è stimato in circa<br />

un miliardo di euro l'anno,<br />

limitando questo conteggio alla<br />

sola analisi della perdita della<br />

produzione legnosa, ai costi<br />

collegati alla tutela idrogeologica,<br />

alla perdita della funzione<br />

cosiddetta ricreativa ed ai servizi<br />

ecosistemici di stabilizzazione<br />

climatica.<br />

In questo calcolo non sono ricompresi<br />

i costi per la lotta attiva<br />

(spegnimento) pari a circa 200<br />

mln di Euro/annui sostenuto<br />

dagli organi preposti.<br />

Tutta l’Italia è interessata dagli<br />

incendi boschivi anche se con<br />

intensità diverse; infatti ogni<br />

Regione ha una sua caratterizzazione<br />

che funge da detonatore e<br />

l'analisi criminale svolta dai Carabinieri<br />

Forestali in questi anni<br />

ha evidenziato che all'interno di<br />

ogni Regione ciascuna provincia<br />

brucia per motivazioni proprie<br />

e differenti dalle altre. È importante<br />

sottolineare che alle nostre<br />

latitudini, gli incendi boschivi<br />

non sono causati da calamità<br />

naturali o da fatalità, ma da<br />

comportamenti sociali volontari<br />

o involontari.<br />

In Italia l’Arma dei Carabinieri,<br />

ai sensi del decreto legislativo<br />

177/2016, ha il compito di reprimere<br />

il fenomeno, effettuare<br />

gli accertamenti tecnici di polizia<br />

giudiziaria conseguenti gli incendi<br />

boschivi che prevedono:<br />

• attività di rilievo delle aree percorse<br />

dal fuoco (R.a.p.f.);<br />

• rilievo della vegetazione danneggiata;<br />

• individuazione delle cause e dei<br />

responsabili;<br />

• arresto degli autori.<br />

I dati georeferenziati, relativi<br />

alle perimetrazioni delle aree<br />

percorse dal fuoco, effettuate dai<br />

militari percorrendo il delimitare<br />

del bosco bruciato con i GPS in<br />

dotazione ai Reparti, vengono<br />

riportati sul sistema informativo<br />

dell’Arma e sono messi a disposizione<br />

dei Comuni ai fini della<br />

Fig.2 – Spettro della vegetazione, suddiviso nelle bande VIS, NIR, SWIR 8.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 7


FOCUS<br />

redazione del catasto comunale<br />

delle aree percorse dal fuoco,<br />

previsto dall’art. 10 della L.<br />

353/2000.<br />

In questo contesto si colloca il<br />

progetto PEDROS (PErimetrazione<br />

automatica di incendi con<br />

DROne equipaggiato con Sensore<br />

specifico), il cui obiettivo è<br />

quello di fornire uno strumento<br />

di telerilevamento “automatico”<br />

che sia in grado di operare in<br />

qualsiasi condizione per approfondire<br />

il dettaglio e confermare<br />

le analisi prodotte con sistemi di<br />

rilevamento satellitare classici.<br />

Il sistema sarà sviluppato con<br />

sviluppo di software particolare<br />

che oltre a prevedere analisi di<br />

immagini telerilevate (satellite<br />

o aerofotogrammetriche), per<br />

l’individuazione dei confini delle<br />

aree forestali colpite, sia in grado<br />

di operare in qualsiasi condizione<br />

ambientale, anche in assenza<br />

di comunicazione GSM, avvalendosi<br />

di comunicazione satellitare<br />

(tipo Thuraya / Immarsat)<br />

e posizionamento satellitare, in<br />

particolare del sistema ad alta<br />

precisione europeo Galileo.<br />

La realizzazione è proposta dalla<br />

società ALMA SISTEMI srl di<br />

Guidonia (RM), in risposta al<br />

bando di finanziamento dell'Agenzia<br />

Spaziale Italiana (ASI)<br />

per progetti di ricerca industriale<br />

e sviluppo sperimentale, in<br />

cooperazione con la Scuola di<br />

Ingegneria Aerospaziale della<br />

Sapienza Università di Roma e la<br />

società cooperativa mediaGEO,<br />

che opera nel settore della comunicazione<br />

scientifica e tecnologica.<br />

ALMA SISTEMI, curerà la progettazione<br />

e realizzazione di un<br />

prototipo di SAPR basato su un<br />

modello open source offerto con<br />

hardware DJI. Il Laboratorio<br />

della Scuola di Ingegneria Aerospaziale<br />

curerà la definizione<br />

degli algoritmi per il riconoscimento<br />

delle immagini, mentre<br />

la mediaGEO progetterà e realizzerà<br />

i test di campo e le fasi di<br />

disseminazione e comunicazione<br />

dei risultati.<br />

Il Corpo Forestale dell’Arma dei<br />

Carabinieri, per il tramite dei<br />

suoi nuclei addetti alla investigazione<br />

antincendi e monitoraggio<br />

ambientale, parteciperà all'iniziativa<br />

con appoggio e effettivo<br />

coinvolgimento nella fase di definizione<br />

dei requisiti e nella fase<br />

di verifica e validazione del sistema<br />

in ambiente rappresentativo<br />

partecipando alla selezione delle<br />

aree di test, all’esecuzione dei<br />

test stessi e all’analisi dei risultati<br />

finali anche al fine di validare il<br />

sistema negli scenari operativi.<br />

Fig.3 – I valori NBR sono stati moltiplicati per 1000 e convertiti in formato intero<br />

per seguire la convenzione stabilita da Key e Benson" in coerenza con l'articolo<br />

citato.<br />

Il Geoportale Incendi Boschivi<br />

e loro perimetrazione con<br />

drone<br />

L’aumento delle temperature<br />

estive e della siccità ha allertato<br />

negli ultimi decenni l’intera<br />

Europa con particolare riguardo<br />

ai paesi dell’area mediterranea.<br />

Basti pensare agli incendi del<br />

2018, che, meno estesi in totale<br />

per superficie di quelli degli anni<br />

precedenti con 178.000 ettari<br />

bruciati, hanno interessato un<br />

numero più ragguardevole di<br />

paesi, non solo Italia, Spagna<br />

e Grecia, con zone forestali<br />

singolarmente più grandi che<br />

mai, andate in fumo, paesi mediorientali<br />

e nordafricani, ma<br />

anche Svezia, Portogallo e Regno<br />

Unito.<br />

Gli otto mesi consecutivi di<br />

incendi che nel 2019-20 hanno<br />

devastato 170 milioni di ettari<br />

del territorio sud-orientale au-<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


FOCUS<br />

straliano hanno comportato un<br />

aumento del livello d’inquinamento<br />

dell’atmosfera al rilievo<br />

satellitare, che ha reso Melbourne<br />

per giorni la città più inquinata<br />

del mondo, ma soprattutto<br />

le forze nazionali dei VV FF e<br />

della Protezione Civile hanno<br />

soccorso nell’emergenza la popolazione<br />

resiliente di fronte alle<br />

proporzioni del disastro, dovendo<br />

desistere dal poterne spegnere<br />

la potenza massiva e subitanea<br />

dovuta all’andamento ciclonico<br />

ventoso: vale a dire un uragano<br />

di fuoco.<br />

Nel 2021 l’Italian Institute for<br />

Planetary Health (IIPH) ha<br />

dichiarato che l’Italia è stata<br />

il primo paese in Europa e il<br />

secondo nel mondo per la frequenza<br />

del fenomeno di incendio<br />

boschivo superiore ai mille<br />

ettari, senza considerare che il<br />

Belpaese ha una delle flottiglie<br />

aeree antincendio boschivo più<br />

efficienti e consistenti a livello<br />

planetario all’attivo della Protezione<br />

Civile. Quest’anno anche<br />

Grecia e Spagna hanno già subito<br />

la devastazione di migliaia<br />

di ettari di boschi e di macchia<br />

mediterranea incendiati nel solo<br />

mese di luglio, portando in EU<br />

il fenomeno estivo, con il caldo<br />

torrido e la penuria d’acqua,<br />

nuovamente alle proporzioni<br />

di disastro ambientale, per di<br />

più sempre più vicino alle aree<br />

metropolitane, come nel Lazio,<br />

tra le regioni italiane più colpite.<br />

Mentre l’European Forest Fire<br />

Information System (EFFIS)<br />

ha reso noto che sono 19, cioè<br />

la maggioranza, i paesi a rischio<br />

grandi incendi di mille ettari e<br />

oltre nella Comunità europea e<br />

che quella che stiamo vivendo è<br />

la più grande siccità mai verificatasi<br />

da 76 anni a questa parte.<br />

Riguardo le misure di prevenzione<br />

l’istituzione europea ha<br />

posto l’accento sul progressivo<br />

abbandono delle campagne<br />

all’origine del mancato controllo<br />

sul territorio da parte dei<br />

suoi abitanti verso il rischio di<br />

sviluppo rapido di focolai dolosi,<br />

anche se la loro insistente<br />

prossimità ai centri urbani lascia<br />

immaginare che possa essere attribuito<br />

all’intento di eliminare<br />

rapidamente col fuoco ingombranti<br />

discariche altrettanto improvvisate<br />

o l’accumulo di detriti<br />

e materiali inquinanti. Forse<br />

l’Europa dovrebbe proporsi un’agenda<br />

più pragmatica riguardo le<br />

nuove produzioni di inquinanti,<br />

invece di sbandierare green, sia<br />

pure temporaneamente, quello<br />

che, come le centrali nucleari,<br />

non può smantellare senza costi<br />

elevatissimi, superiori ai benefici<br />

prodotti, tra i quali, cosa che<br />

beneficio non è, tutt’altro, il surriscaldamento<br />

terrestre.<br />

Certamente fondamentale può<br />

dirsi quanto l’Italia sta facendo<br />

sul piano della prevenzione e<br />

della difesa del patrimonio boschivo<br />

e forestale, parallelamente<br />

e di supporto agli interventi<br />

nell’ambito della Protezione Civile<br />

e ambientale.<br />

Il Comando Unità Forestali<br />

Ambientali e Agroalimentari<br />

(CUFA) dal 2019, di concerto<br />

con l’Arma dei Carabinieri ha<br />

avanzato, nel settore della Space<br />

Economy e nei termini dell’ecosostenibilità,<br />

l’individuazione<br />

degli assetti satellitari più mirati<br />

al contrasto del fenomeno degli<br />

incendi boschivi per mezzo, in<br />

attuazione del D.L. 120/2021,<br />

del Geoportale degli Incendi Boschivi,<br />

in esercizio dallo scorso<br />

1 aprile 2022. L’iniziativa consente<br />

di mappare e riversare nel<br />

database i percorsi degli incendi<br />

boschivi identificati da satellite<br />

e da terra, di verificare a ritroso<br />

nelle condizioni meteo di direzione<br />

del vento e di espansione<br />

naturale del sossuolo boschivo<br />

dove più attecchisce, i focolai<br />

originari dell’incendio e di verificarli.<br />

Sottoponendo con questa<br />

tecnologia sensibile l’area interessata<br />

al diretto controllo, oltre<br />

Fig. 4 - In questa figura viene riportato l'elaborazione dell'indice RBR (Relativized<br />

Burn Ratio). Questo indice prevede nella sua formula l'analisi di una immagine preincendio<br />

e post-incendio, diversamente dall’approccio del progetto Pedros.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 9


FOCUS<br />

Economy, al pari dei Bio Parchi<br />

e dei Parchi Marini.<br />

Il Geoportale degli Incendi Boschivi<br />

in qualche misura anticipa<br />

gli intenti a livello mondiale e<br />

soprattutto europeo che ricercano<br />

le linee guida nella prevenzione.<br />

Fra queste s’inserisce il Progetto<br />

di ricerca PEDROS per la<br />

sorveglianza delle zone boschive,<br />

protette e non, e le limitrofe, al<br />

fine di migliorare con droni pilota,<br />

senza il rischio di perdita di<br />

vite umane nell’avvicinamento,<br />

il pronto intervento per la delimitazione<br />

delle aree percorse dal<br />

fuoco. PEDROS è un acronimo<br />

che sta per: PErimetrazione automatica<br />

di incendi con DROne<br />

equipaggiato con Sensore specifico,<br />

dove la tecnologia sostituisce<br />

l’elemento umano nell’esposizione<br />

al pericolo, consentendo<br />

di tracciare in automazione le<br />

aree percorse dal fuoco subito<br />

dopo il loro spegnimento, consentendo<br />

anche di circoscrivere<br />

l’area di innesco, per le successive<br />

indagini volte ad individuarne<br />

le cause.<br />

Il progetto, finanziato dall’Agenzia<br />

Spaziale Italiana (ASI), in via<br />

di sviluppo da parte di tre componenti<br />

il Consorzio d’imprese<br />

e cioè: Alma Sistemi, Mediageo<br />

e Sapienza Università di Roma,<br />

ha individuato quattro principali<br />

Test di volo praticabili dal<br />

modello di drone altamente robotizzato<br />

, che sono in corso di<br />

realizzazione.<br />

Fig.5 – Curva sensibilità sensore a basso costo TEC-less(senza sistema di raffreddamento),<br />

bande VIS/NIR/SWIR,modello Owl 640 M (Raptor Photonics, UK).<br />

che degli organi di tutela, dei<br />

Comuni preposti all’attivazione<br />

dei vincoli di inedificabilità normativi<br />

per i dieci anni successivi<br />

all’incendio, previsti dalle normative<br />

vigenti e nei quali l’ecosistema<br />

boschivo protetto potrà<br />

rigenerarsi spontaneamente,<br />

fungendo da deterrente ad ogni<br />

altro proposito degenerativo di<br />

malitenzionati incorrenti nella<br />

medesima ipotesi di reato di distruzione.<br />

Nella sezione Catasto Incendi<br />

del Sistema informativo<br />

della Montagna (SIM) le perimetrazioni<br />

a titolo gratuito,<br />

resteranno a disposizione dei<br />

Comuni coinvolti per l’apposizione<br />

e il rispetto delle misure<br />

di protezione e salvaguardia e le<br />

azioni repressive delle violazioni<br />

eventuali, che non possano più<br />

dirsi isolate. Previdenze analoghe<br />

interesseranno il formarsi di discariche<br />

abusive nel patrimonio<br />

forestale, boschivo e delle acque,<br />

insieme all’ambiente marino, al<br />

patrimonio di bacini fluviali e<br />

lacustri e ai ghiacciai, influenti<br />

l’andamento climatico e le risorse<br />

energetiche rinnovabili del<br />

paese, nei termini della Space<br />

Sensori NIR/SWIR per UAV<br />

ad alte prestazioni<br />

a cura di T. Giagnacovo<br />

Tra i vari indicatori dello stato di<br />

salute della vegetazione, ottenuti<br />

elaborando immagini satellitari<br />

su varie bande di frequenza,<br />

il “Normalized Burn Ratio”<br />

(NBR) si è rilevato particolarmente<br />

utile, per rilevare le tracce<br />

lasciate dal fuoco a seguito di un<br />

incendio.<br />

Lo NBR viene elaborato a partire<br />

da due specifiche bande di frequenza,<br />

come ad esempio quelle<br />

ottenute dal Thematic Mapper<br />

(TM) di Landsat 4-5:<br />

• banda 4: 0.76-0.90 μm (NIR)<br />

• banda 7: 2.08-2.35 μm<br />

(SWIR)<br />

L’indice così determinato è<br />

quello che mostra la maggior<br />

differenza tra le immagini pre e<br />

post-incendio, specialmente su<br />

suolo coperto da boschi 2 3 4 .<br />

La banda 4 (NIR) è sensibile<br />

al contenuto di clorofilla nella<br />

vegetazione sana. La banda 7<br />

(SWIR) è sensibile al contenuto<br />

di acqua sia nel suolo che<br />

nella vegetazione, al contenuto<br />

di legno nella vegetazione non<br />

fotosintetica, e ai minerali idrati<br />

come argilla, mica e alcuni ossidi<br />

e solfati 5 . E’stato dimostrato che<br />

le lunghezze d'onda della banda<br />

7 sono sensibili nel separare vegetazione<br />

ricca di legno non fotosinteticamente<br />

attiva (morta)<br />

dal suolo, dalla cenere e<br />

dal legno carbonizzato in un ambiente<br />

post-incendio 6 .<br />

Come risultato dell'utilizzo<br />

di queste due bande, l'NBR<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


FOCUS<br />

Tab.1 – selezione sensori VIS/NIR/SWIR adatti ad essere impiegati su UAV.<br />

è particolarmente sensibile ai<br />

cambiamenti nella quantità di<br />

vegetazione verde, contenuto di<br />

umidità e alcune condizioni del<br />

suolo che possono verificarsi in<br />

seguito ad un incendio.<br />

Se si analizza in dettaglio lo<br />

spettro riflesso dalla vegetazione,<br />

è possibile identificare alcune<br />

lunghezze d'onda di interesse.<br />

Da 0.75 a 1.3 μm lo spettro è<br />

dominato dalla struttura cellulare<br />

della vegetazione sana. Successivamente<br />

si hanno le bande di<br />

assorbimento del vapore acqueo<br />

in atmosfera (circa 1.38, 1.87,<br />

2.7 μm), banda quindi sensibile<br />

al contenuto di acqua nella vegetazione.<br />

Sovrapponendo a questo spettro<br />

quello di aree del suolo bruciate,<br />

si possono ricavare una serie di<br />

markers o indici a specifiche lunghezze<br />

d’onda che consentono di<br />

discriminare aree del suolo con<br />

vegetazione sana da quelle che<br />

hanno subito un’incendio.<br />

In fig.4 è riportato un esempio<br />

di elaborazione di immagini<br />

satellitari facendo uso dell’indice<br />

NBR, e della sovrapposizione del<br />

risultato su una immagine in 3D<br />

tramite Google Earth.<br />

Scelta del Sensore<br />

Per determinare un indice NBR<br />

sulle immagini da acquisire, le<br />

bande di frequenza di interesse<br />

sono:<br />

• NIR, filtro passa-banda a 800<br />

nm<br />

• SWIR, filtro passa-banda a<br />

1380 nm<br />

• SWIR, filtro passa-banda a<br />

1870 nm<br />

Dal punto di vista tecnologico,<br />

sono disponibili commercialmente<br />

una varietà di sensori che<br />

coprono le bande di interesse.<br />

La banda NIR può essere coperta<br />

da un economico sensore<br />

CMOS. La banda SWIR fino a<br />

1.7 μm può essere coperta da un<br />

sensore InGaAs (raffreddato con<br />

TEC 11 ). La banda SWIR fino a<br />

2.5 μm può essere coperta solo<br />

da sensori del tipo MCT12 con<br />

raffreddamento a TEC o LN<br />

(Azoto liquido). Sono comunque<br />

disponibili alcuni sensori<br />

in banda SWIR (0.9-1.7 μm) o<br />

NIR/SWIR (0.6-1.7 um) senza<br />

raffreddamento (TEC-less, rif.<br />

fig.5), quindi con un ridottissimo<br />

consumo di potenza.<br />

APR ad alte prestazioni<br />

I criteri di selezione per un velivolo<br />

APR (drone) adatto ai<br />

requisiti del progetto PEDROS<br />

sono i seguenti:<br />

1. Elevata autonomia di volo<br />

2. Elevata capacità di carico<br />

3. Quota di tangenza pratica<br />

4. Guida autonoma<br />

5. Grado di tenuta IP<br />

L’autonomia è necessaria per<br />

poter compiere una missione di<br />

ricognizione di un territorio, in<br />

genere in zone impervie, considerando<br />

anche il tempo neces-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 11


FOCUS<br />

Tab.2 – Filtri di banda ottici con attacco 12.5 mm (C-Mount)<br />

sario al rientro. Inoltre, APR ad<br />

elevata autonomia consentono<br />

di avere ancora un buon margine<br />

sull’autonomia di volo pur<br />

con un carico pari al massimo<br />

previsto dal velivolo.<br />

La capacità di carico deve poter<br />

consentire di allocare i sensori,<br />

costituiti da una o più telecamere<br />

operanti nelle bande VIS,<br />

NIR e SWIR, e l’unità di elaborazione,<br />

registrazione dati, e<br />

controllo del volo.<br />

La quota di tangenza pratica<br />

consente di operare il velivolo<br />

anche in zone di montagna, con<br />

sito di decollo posto quindi già a<br />

quote elevate, pur conservando<br />

un buon rateo di salita.<br />

La guida autonoma deve consentire<br />

al sistema di elaborazione<br />

di bordo di poter inviare comandi<br />

all’autopilota del velivolo, e di<br />

ricevere informazioni di stato. Il<br />

profilo della missione prevede la<br />

navigazione guidata da una serie<br />

di waypoints pre-programmati,<br />

con la possibilità di inserire variazioni<br />

in base alle immagini<br />

acquisite.<br />

Il grado di tenuta IP17. Consente<br />

di operare il velivolo in<br />

Tab.3 – Rassegna velivoli APR ad alte prestazioni disponibili commercialmente.<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


FOCUS<br />

condizioni meteo tipiche di un<br />

ambiente impervio, e su terreni<br />

sui quali si è sviluppato un incendio,<br />

quindi ricchi di ceneri.<br />

Da una prima ricognizione dei<br />

modelli attualmente disponibili<br />

sul mercato, sono state estrapolate<br />

le seguenti caratteristiche<br />

tecniche di massima.<br />

• Autonomia di volo: da 30 a 50<br />

minuti.<br />

• Capacità di carico (payload):<br />

fino a 3 kg.<br />

• Tangenza pratica: fino a 5000<br />

m (parametro non disponibile<br />

da tutti i costruttori).<br />

• Guida autonoma: predisposizione<br />

kit SDK (DJI), o uso di<br />

sistemi “open-source”.<br />

• Grado IP: 43 – 45 (con un<br />

modello che dichiara 63).<br />

La scelta del tipo di eliche da<br />

installare determina la massima<br />

quota di volo del velivolo. Detta<br />

quota, definita anche come<br />

tangenza pratica, è quella nella<br />

quale il velivolo ha ancora sufficiente<br />

controllo sulla velocità di<br />

salita.<br />

La massima quota di volo è<br />

importante se si deve operare in<br />

zone di montagna, quindi con<br />

altezze sul livello del mare di<br />

1000 – 2000 metri, fino a 3000<br />

metri. Le attuali normative stabiliscono<br />

una quota di volo dal<br />

livello del suolo (AGL) massima<br />

di 70 m per voli amatoriali, e<br />

150 m per piloti professionisti<br />

con attestato.<br />

Fig.6 – Rapporto peso al decollo vs. max. carico utile<br />

Fig.7 – Rapporto autonomia di volo con max.carico utile 18 .<br />

Algoritmo sviluppato<br />

Il progetto PEDROS (PErimetrazione<br />

automatica di incendi<br />

con DROne equipaggiato con<br />

Sensore specifico) prevede la<br />

realizzazione di un sistema di<br />

supporto alle attività operative<br />

di perimetrazione dettagliata<br />

di aree boschive aggredite da<br />

Fig.8 – Curve autonomia in funzione del carico utile per i tre modelli Explorer<br />

1000 (dronebase), Matrice 300 (DJI), Evoluzione 4HSE (italdron).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 13


FOCUS<br />

insetti/patogeni e/o da incendi<br />

boschivi. Con riferimento al problema<br />

della perimetrazione delle<br />

aree percorse dal fuoco l’algoritmo<br />

sviluppato nell’ambito del<br />

progetto si basa su un approccio<br />

già largamente applicato nell’ambito<br />

del telerilevamento satellitare.<br />

La sua applicazione nel caso<br />

specifico dell’osservazione da<br />

drone richiede alcune modifiche,<br />

in particolare legate all’impossibilità<br />

di applicare tecniche di<br />

change detection e alla necessità<br />

di realizzare l’elaborazione delle<br />

immagini in real time a bordo<br />

del drone. Nel corso del tempo<br />

sono stati sviluppati una serie di<br />

indici specializzati per la mappatura<br />

delle aree affette da incendio<br />

da dati telerilevati, tra questi: il<br />

Normalized Burn Ratio (NBR),<br />

il Burned Area Index (BAI),<br />

il Mid Infrared Burn Index<br />

(MIRBI). L’implementazione di<br />

un algoritmo automatizzato in<br />

grado di analizzare (on board) le<br />

immagini acquisite da un drone<br />

in tempo reale e fornire mappe<br />

delle aree percorse dal fuoco<br />

risulta fondamentale per supportare<br />

il servizio fornito dal progetto<br />

PEDROS. L’algoritmo deve<br />

garantire la interoperabilità dei<br />

dati, deve essere capace di gestire<br />

un significativo flusso di dati<br />

ma soprattutto costituire una<br />

significativa evoluzione rispetto<br />

allo stato dell’arte nel processo<br />

di rilevamento remoto dei cambiamenti,<br />

permettendo la identificazione<br />

da immagini acquisite<br />

in tempo reale dei cambiamenti<br />

nella vegetazione. Prevedendo<br />

che la elaborazione delle immagini<br />

acquisite dal drone sia operata<br />

a bordo dello stesso, l’algoritmo<br />

di individuazione delle aree<br />

bruciate è stato implementato<br />

su un computer adatto ad essere<br />

installato a bordo di un drone.<br />

Le immagini acquisite dal drone<br />

sono elaborate su un Raspberry<br />

Pi-400 con uno script scritto in<br />

Python. Un’analisi preliminare<br />

è stata condotta utilizzando le<br />

immagini multispettrali ottenute<br />

da drone equipaggiato con una<br />

fotocamera MicaSense RedEdge-<br />

MX.<br />

Ulteriori dettagli sono nell’articolo<br />

“Un sensore aviotrasportato<br />

per analisi immagini a supporto<br />

degli incendi” di Giovanni Laneve,<br />

Ramon Bueno Morles,<br />

Valerio Pampanoni, sempre su<br />

questo numero a pag. 22.<br />

RIFERIMENTI<br />

1 Key, C. H., & Benson, N. C. (2005). Landscape<br />

assessment: Remote sensing of severity,<br />

the Normalized Burn Ratio. In D. C. Lutes<br />

(Ed.), FIREMON: Fire effects monitoring<br />

and inventory system. General Technical<br />

Report, RMRS- GTR-164-CD:LA1-LA51.<br />

(pp.) Ogden, UT: USDA Forest Service,<br />

Rocky Mountain Research Station.<br />

2 Key, C. H., & Benson, N. C. (2005).<br />

Landscape assessment: ground measure of<br />

severity, the Composite Burn Index. In D. C.<br />

Lutes (Ed.), FIREMON: Fire effects monitoring<br />

and inventory system. General Technical<br />

Report, RMRS- GTR-164-CD:LA1-<br />

LA51. (pp.) Ogden, UT: USDA Forest<br />

Service, Rocky Mountain Research Station.<br />

3 Lopez Garcia, M. J., & Caselles, V. (1991).<br />

Mapping burns and natural reforestation<br />

using Thematic Mapper data. Geocarto International,<br />

1, 31-37.<br />

4 Miller, J. D., & Yool, S. R. (2002). Mapping<br />

forest post-fire canopy consumption in<br />

several overstory types using multi-temporal<br />

Landsat TM and ETM data. Remote Sensing<br />

of Environment, 82(2-3), 481-496.<br />

5 Avery & Berlino, 1992; Elvidge, 1990.<br />

6 Jia et al., 2006; Kokaly et al.<br />

7 Rif.immagine: “Burned Area Mapping<br />

with Sentinel-2 using SNAP” Corus ESA<br />

Copernicus, Portugal, 2017<br />

8 Rif.immagine (modificata dall’autore):<br />

Elowitz, Mark R. “What is Imaging Spectroscopy<br />

(Hyperspectral Imaging)?, republished in<br />

“Vegetation Analysis: Using Vegetation Indices<br />

in ENVI”, L3-Harris whitepaper.<br />

9 Jay D. Miller, Andrea E. Thode (2006).<br />

Quantifying burn severity in a heterogeneous<br />

landscape with a relative version of the delta<br />

Normalized Burn Ratio (dNBR). Remote<br />

Sensing of Environment 109 (2007) 66-80,<br />

Elsevier.<br />

10 Rif.immagine: “Burned Area Mapping<br />

with Sentinel-2 using SNAP” Corus ESA<br />

Copernicus, Portugal, 2017.<br />

11 TEC – Thermo-Electric Cooler. Modulo<br />

di raffreddamento a cella di Peltier.<br />

12 Il grado di protezione IP si compone di<br />

2 cifre. La prima indica il grado di protezione<br />

da corpi solidi (4 indica protezione da<br />

oggetti solidi maggiori di 1 mm). La seconda<br />

cifra indica la protezione da liquidi (3: vapori<br />

d’acqua, 4: spruzzi d’acqua, 5: getti d’acqua).<br />

13 modelli DJI (Matrice 200 e 300), Explorer<br />

1000 (dronebase), e Durante (italdron):<br />

autonomiadi volo a pieno carico da specifica.<br />

Per gli altri modelli è stata stimata in rapporto<br />

alla massima autonomia di volo dichiarata.<br />

KEYWORDS<br />

UAV; incendi boschivi, Sensori ottici;<br />

NIR; SWIR; algoritmo; GNSS<br />

ABSTRACT<br />

The proposed system provides for the development<br />

of a SAPR system (Airborne<br />

Remote Pilotage System) which can be<br />

of assistance to the detailed perimeter, of<br />

wooded areas attacked by insects/pathogens<br />

and/or by forest fires in order to<br />

transmit to the competent authorities the<br />

certification of these areas affected by environmental<br />

damage, in compliance with<br />

current legislation. This activity is normally<br />

carried out through the interpretation of<br />

satellite image analyzes with spatial resolutions<br />

that are not always adequate for the<br />

purpose, which often entails the need for<br />

re-perimeteration in the field carried out<br />

by operators equipped with GNSS handheld<br />

systems.<br />

AUTORE<br />

Alessio Di Iorio,<br />

adi@alma-sistemi.com<br />

Roberto Filippone,<br />

Tommaso Murolo<br />

Roberto Filippone,<br />

Tonino Giagnacovo<br />

ALMA SISTEMI s.r.l.<br />

Edoardo Carlucci<br />

MediaGEO sooc. cop.<br />

Giovanni Laneve<br />

SIA (Scuola di Ingegneria Aerospaziale)<br />

Earth Observation Satellite Images<br />

Applications Lab (EOSIAL)<br />

Sapienza Università di Roma<br />

Il Progetto Perimetrazione automatica di<br />

incEndi con DROne equipaggiato con<br />

Sensore specifico (PEDROS) è stato finanziato<br />

dall'Agenzia Spaziale Italiana<br />

(ASI) nell'ambito del bando di finanziamento<br />

di progetti di ricerca industriale,<br />

sviluppo sperimentale (504/2020) per<br />

“Nuove idee di applicazioni integrate,<br />

servizi e prodotti innovativi basati sull’uso<br />

dei dati satellitari di telecomunicazioni<br />

(TLC)/navigazione (NAV)<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


FOCUS<br />

Il Forum dell'Innovazione<br />

Tecnologie per il Territorio, Beni Culturali e Smart Cities<br />

Roma<br />

14 - 16 NOV <strong>2023</strong><br />

www.technologyforall.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 15


REPORT<br />

Il progetto AI-RON MAN:<br />

come l’unione di dati satellitari ed<br />

Intelligenza Artificiale ci aiuterà a<br />

proteggere le infrastrutture dagli incendi<br />

di Davide Ottonello, Tiziano Cosso, Simone Parmeggiani, Alessandra Speranza<br />

Un consorzio di PMI italiane<br />

sta lavorando per sfruttare<br />

le immagini catturate dai<br />

satelliti Copernicus al fine<br />

di creare un algoritmo di<br />

Intelligenza Artificiale che<br />

possa prevedere il rischio di<br />

incendi boschivi e proteggere<br />

le nostre infrastrutture di<br />

telecomunicazione sparse sul<br />

territorio.<br />

Fig. 1 - Una stazione radio base distrutta da un incendio, California Luglio 2019.<br />

Il progetto “AI-RON MAN:<br />

AI-based wildfiRe predictiON<br />

for the risk MANagement<br />

of TLC Infrastructures”<br />

nasce ufficialmente a Settembre<br />

2022 grazie ai finanziamenti<br />

della quarta Open Call del progetto<br />

Horizon 2020 “AI4Copernicus”<br />

(www.ai4copernicusproject.eu).<br />

Il consorzio è formato<br />

da tre PMI italiane, nello<br />

specifico: STAM S.r.l., società<br />

di innovazione tecnologica con<br />

esperienza nel campo dell’Intelligenza<br />

Artificiale, GTER<br />

S.r.l., esperti nel campo dei GIS<br />

e Earth Observation, e LA SIA<br />

S.p.A., società di ingegneria che<br />

progetta e gestisce infrastrutture<br />

di telecomunicazione.<br />

AI-RON MAN coniuga l’utilizzo<br />

di dati satellitari e i modelli<br />

di intelligenza artificiale per<br />

prevedere il rischio di incendi<br />

boschivi nelle aree dove sono<br />

presenti le infrastrutture di telecomunicazione,<br />

ovvero una<br />

delle spine dorsali su cui si basa<br />

la nostra società ed il nostro<br />

sistema economico. Il prodotto<br />

finale sarà dunque un sistema<br />

software di monitoraggio del<br />

rischio incendi e alerting per i<br />

gestori dell’infrastruttura.<br />

La minaccia (crescente)<br />

degli incendi boschivi e<br />

le ripercussioni sul mondo<br />

Telecomunicazioni<br />

Il cambiamento climatico e i<br />

suoi effetti negativi sull’ambiente<br />

e sulla nostra società<br />

sono ormai noti, anche grazie<br />

ai sempre più frequenti episodi<br />

di cronaca che riportano l’accadimento<br />

di eventi estremi dalle<br />

conseguenze nefaste in termini<br />

economici e di vite umane. Secondo<br />

l’European Environment<br />

Agency, il riscaldamento globale<br />

ha notevolmente aumentato<br />

il rischio di incendi boschivi<br />

su tutto il territorio Europe,<br />

determinando le condizioni<br />

per cui l'estensione e l'intensità<br />

degli incendi boschivi nell'Unione<br />

Europea aumenteranno<br />

nei prossimi anni. A riprova di<br />

quanto appena scritto, il 2019<br />

è stato l'anno peggiore della<br />

storia recente per numero di<br />

incendi, con oltre 400.000 ettari<br />

di terreno naturale bruciato<br />

in Europa.<br />

Di conseguenza, gli incendi<br />

nelle foreste e nelle aree selvag-<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

ge europee hanno e avranno<br />

un grande impatto sulle risorse<br />

agricole e sugli insediamenti<br />

urbani, con conseguenze critiche<br />

per la sicurezza e la salute<br />

dei cittadini, la salvaguardia dei<br />

beni economici e la fornitura di<br />

servizi essenziali dagli ecosistemi<br />

danneggiati dal fuoco. Tra<br />

tutte le infrastrutture critiche<br />

minacciate dagli incendi, le<br />

infrastrutture di telecomunicazione<br />

(TLC) come le stazioni<br />

radio base (BTS) sono particolarmente<br />

esposte poiché sono<br />

tipicamente collocate in luoghi<br />

remoti vicino o addirittura<br />

all'interno delle foreste.<br />

Seppur sia un problema ancora<br />

poco sentito in Europa, negli<br />

USA le ripercussioni degli incendi<br />

sulle infrastrutture TLC<br />

in anni recenti sono state devastanti.<br />

In particolare, gli incendi<br />

avvenuti nel 2019 in California<br />

hanno causato ingenti danni e<br />

disservizi alla rete di telefonia<br />

mobile dello stato.<br />

La portata del problema non è<br />

da sottovalutare. Secondo uno<br />

studio, circa una persona su<br />

quattro negli Stati Uniti vive<br />

in un'area servita da torri di<br />

telefonia cellulare a rischio di<br />

interruzione causata da incendi,<br />

e ciò è dovuto al fatto che più<br />

di 430.000 ricetrasmittenti di<br />

rete cellulare coprono circa 85<br />

milioni di persone si trovano<br />

in aree che il servizio forestale<br />

degli Stati Uniti considera a<br />

rischio di incendio moderato<br />

o elevato. Allo stesso modo, in<br />

tutta Europa ci sono 426.000<br />

siti di torri e la maggior parte di<br />

essi sono di categoria rawland<br />

(quindi installate sul terreno)<br />

e situati al di fuori del tessuto<br />

urbano, in zone remote come<br />

monti e foreste.<br />

Le interruzioni dell'infrastruttura<br />

TLC possono causare gravi<br />

conseguenze per la popolazione,<br />

i servizi essenziali e altri settori<br />

economici, ma anche problemi<br />

a breve termine dovuti all'indisponibilità<br />

della rete di telefonia<br />

cellulare su cui i primi soccorritori<br />

si affidano principalmente<br />

per la gestione delle emergenze<br />

e la comunicazione durante le<br />

missioni di soccorso.<br />

I dati satellitari come fonte di<br />

informazioni<br />

Esistono migliaia di dataset<br />

contenenti informazioni riguardanti<br />

l’osservazione della terra,<br />

che beneficiano diversi campi<br />

della scienza umana. Questi<br />

dati sono, per la maggior parte,<br />

open source e lo rimarranno<br />

almeno fino al 2037, motivo<br />

per cui intorno a questi progetti<br />

(NOAA EUMETSAT etc) sono<br />

nati alcuni servizi cosiddetti di<br />

rianalisi (reanalysis) che altro<br />

non sono che modelli costruiti<br />

sulla base di questi dati per<br />

fornire informazioni pronte da<br />

utilizzare.<br />

ERA5-Land, ad esempio, è<br />

un set di dati di rianalisi che<br />

fornisce una visione coerente<br />

dell'evoluzione delle variabili<br />

del terreno nel corso di diversi<br />

decenni con una risoluzione<br />

migliorata rispetto a ERA5.<br />

ERA5-Land è stato prodotto<br />

riproducendo la componente<br />

terrestre della rianalisi climatica<br />

ERA5 dell'ECMWF (European<br />

Centre for Medium-Range<br />

Fig. 2 - La rete neurale alla base del progetto AI-RON MAN.<br />

Weather Forecasts). La rianalisi<br />

combina i dati del modello con<br />

le osservazioni provenienti da<br />

tutto il mondo in un set di dati<br />

completo e coerente a livello<br />

globale utilizzando le leggi della<br />

fisica. La rianalisi produce dati<br />

che risalgono a diversi decenni<br />

indietro nel tempo, fornendo<br />

una descrizione accurata del clima<br />

del passato.<br />

All’interno del progetto AI-<br />

RON MAN, sono stati analizzati<br />

ed utilizzati alcuni dati<br />

satellitari ritenuti rilevanti per<br />

studiare il fenomeno degli incendi<br />

boschivi. Tali dati riguardano<br />

principalmente le condizioni<br />

dell’aria, della vegetazione<br />

e del suolo.<br />

Ad esempio, sono stati presi in<br />

considerazione i dati relativi<br />

alla temperatura rilevata a 2<br />

metri da terra (t2m, calcolato<br />

per interpolazione tra il livello<br />

più basso del modello e la superficie<br />

terrestre, tenendo conto<br />

delle condizioni atmosferiche) e<br />

temperatura al suolo lvl 1 (ossia<br />

la temperatura del suolo nello<br />

strato 0 - 7 cm del sistema di<br />

previsione integrato ECMWF).<br />

Questi dati sono forniti attraverso<br />

la piattaforma CDS<br />

(Climate Data Storage), da cui<br />

è possibile leggere anche documentazione<br />

aggiuntiva.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 17


REPORT<br />

In aggiunta ai dati di temperatura,<br />

sono stati presi in considerazione<br />

altri due modelli,<br />

riguardanti il Burned Area<br />

Index (BAI) ossia il numero di<br />

giorni in cui una determinata<br />

zona del globo è andata a fuoco<br />

(dato calcolato ogni 15 giorni)<br />

e il dato relativo all’umidità del<br />

suolo di superficie (Surface Soil<br />

Moisture). È bene sottolineare<br />

che tali dati devono spesso essere<br />

post-processati per renderli<br />

omogenei ed utilizzabili. Infatti,<br />

sebbene i 3 dataset descritti in<br />

precedenza provengano tutti<br />

dalla stessa piattaforma cds e<br />

siano accessibili tramite lo stesso<br />

servizio API, la risoluzione<br />

spaziale e temporale non era<br />

omogenea. Pertanto, è stato necessario<br />

effettuare un ricampionamento<br />

al fine di armonizzare<br />

i dati alla stessa risoluzione spaziale<br />

di 0.25x0.25 gradi (circa<br />

250x250m per cella).<br />

L’intelligenza artificiale per<br />

predire il rischio di eventi<br />

estremi<br />

L’intelligenza artificiale (IA) è<br />

al giorno d’oggi una tecnologia<br />

ormai consolidata, anche<br />

se ancora con grandi margini<br />

di miglioramento e con infinite<br />

nuove possibili applicazioni<br />

alla portata di utenti<br />

Fig. 3 - L'interfaccia dell'applicazione AI-RON MAN.<br />

senza particolari abilità che la<br />

renderanno incredibilmente<br />

pervasiva. Alla fine del 2022,<br />

ad esempio, è stato lanciato il<br />

servizio ChatGPT di OpenAI,<br />

ovvero un chatbot in grado di<br />

rispondere alle domande dell’utente,<br />

nonché di instaurare una<br />

vera e propria conversazione.<br />

ChatGPT è alimentato da un<br />

motore di intelligenza artificiale,<br />

nello specifico utilizza<br />

tecniche di supervised e reinforcement<br />

learning.<br />

Uno dei filoni principali<br />

dell’IA, ed anche uno dei più<br />

affascinanti, riguarda la previsione<br />

del futuro tramite l’apprendimento<br />

della macchina<br />

di ciò che è stato nel passato.<br />

Un’applicazione che sicuramente<br />

la maggior parte della popolazione<br />

utilizza è, ad esempio, la<br />

funzionalità che predice le prossime<br />

parole (il completamento<br />

della frase) mentre stiamo scrivendo<br />

un testo sullo smartphone.<br />

Questi modelli di IA sono<br />

solitamente basati su Machine<br />

Learning, ovvero alle macchine<br />

vengono dati in pasto migliaia<br />

(a volte centinaia di migliaia)<br />

di dati per far sì che esse apprendano<br />

il comportamento di<br />

un determinato sistema. Molto<br />

spesso questi modelli vengono<br />

definiti supervisionati perché<br />

alle macchine viene fornito<br />

sia l’input che l’output atteso,<br />

in modo che esse sviluppino<br />

una logica di elaborazione che<br />

rappresenti il rapporto causaeffetto.<br />

Tali modelli, negli ultimi anni,<br />

sono applicati allo studio degli<br />

eventi meteo e in particolare a<br />

quelli estremi. Chiaramente, il<br />

cambiamento climatico sta esacerbando<br />

la frequenza e i danni<br />

provocati da questi eventi,<br />

quindi ciò rappresenta un traino<br />

significativo per il mondo<br />

della ricerca.<br />

Ad esempio, l’Università del<br />

Minnesota ha elaborato un<br />

modello di machine learning<br />

in grado di prevedere i flussi<br />

e le temperature delle reti fluviali.<br />

Tale modello può venire<br />

sfruttato per prevedere alluvioni<br />

fluviali ma anche per studiare il<br />

cambiamento dell’habitat e prevedere<br />

la produzione di centrali<br />

idroelettriche.<br />

Mentre il servizio ClimateAI,<br />

già online e in commercio, promette<br />

agli utenti delle previsioni<br />

meteo affidabili sia nel breve<br />

che nel lungo periodo grazie<br />

all’utilizzo di modelli di reti<br />

generativa avversarie. Tali previsioni<br />

si limitano non solo al<br />

meteo, ma anche a come gli effetti<br />

del cambiamento climatico<br />

impatteranno su infrastrutture,<br />

servizi e operazioni.<br />

Uno dei limiti di questo approccio<br />

è la scarsità di dati, che<br />

sono necessari in grandi quantità<br />

per addestrare e poi validare<br />

i modelli sviluppati. Tuttavia,<br />

anche su questo punto la comunità<br />

scientifica sta lavorando per<br />

rendere i modelli sempre più<br />

efficienti, dunque in grado di<br />

produrre risultati affidabili con<br />

un allenamento su un dataset<br />

ridotto.<br />

Nel progetto AI-RON MAN,<br />

dunque, tali tecniche di machine<br />

learning sono impiegate<br />

per “insegnare” alle macchine<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


Fig. 4 - Una delle stazioni radio base considerate nel progetto AI-RON MAN.<br />

quali sono state in passato le<br />

condizioni favorevoli che hanno<br />

facilitato l’innesco di un incendio,<br />

e quali no. Nello specifico,<br />

il modello sviluppato è basato<br />

sulla rete U-Net, che è nata<br />

proprio per risolvere problemi<br />

di nowcasting in ambito meteorologico<br />

ed è adatta a questo<br />

scopo in quanto in grado di<br />

imparare pattern complessi con<br />

diverse grandezze in gioco.<br />

Essendo U-Net un modello supervisionato,<br />

l’addestramento in<br />

AI-RON MAN viene eseguito<br />

alimentando le macchine sia<br />

con i dati in input (condizioni<br />

climatiche, della vegetazione e<br />

del suolo) che in output (informazioni<br />

sugli incendi passato,<br />

come l’estensione). Collegando<br />

queste informazioni nello stesso<br />

arco temporale, il modello<br />

risale dunque alle condizioni in<br />

input che hanno originato un<br />

incendio. Pertanto, esso può<br />

imparare a dare un’ indicazione<br />

sul rischio che si verifichi un<br />

incendio boschivo, considerando<br />

entrambi le componenti in<br />

cui è classicamente definito il<br />

rischio: probabilità di accadimento<br />

(quanto è probabile che<br />

si verificherà il fenomeno) e<br />

impatto (quanto sarà severo il<br />

fenomeno, ad esempio quanto<br />

sarà esteso l’incendio).<br />

Obiettivi e risultati attesi<br />

Il progetto AI-RON MAN<br />

mira, dunque, a fornire uno<br />

strumento digitale per prevedere<br />

dinamicamente il rischio di<br />

incendi boschivi nelle aree in<br />

cui si trovano le infrastrutture<br />

TLC, aiutando i gestori di tali<br />

infrastrutture ad intervenire<br />

preventivamente per evitare<br />

l'interruzione dei servizi di<br />

comunicazione mobile oltre ai<br />

danni alle infrastrutture stesse.<br />

Il cuore di AI-RON MAN si<br />

basa su tecniche di Intelligenza<br />

Artificiale che consentono<br />

di sfruttare i set di dati storici<br />

esistenti relativi agli incendi<br />

boschivi per prevedere la probabilità<br />

di accadimento di un<br />

incendio e la relativa gravità in<br />

una determinata zona sotto osservazione.<br />

Inoltre, un modello<br />

dettagliato delle infrastrutture<br />

di TLC basato su standard (modelli<br />

BIM e ontologie esistenti)<br />

sarà utilizzato per valutare la<br />

rilevanza, la criticità e il valore<br />

degli asset minacciati. Le previsioni<br />

saranno prodotte considerando<br />

un orizzonte temporale<br />

sufficiente affinché i primi soccorritori<br />

intraprendano le azioni<br />

preventive necessarie (tra le 24 e<br />

le 48 ore) e saranno aggiornate<br />

con una frequenza elevata per<br />

riflettere cambiamenti significativi<br />

nella situazione in corso.<br />

Una parte significativa del set<br />

di dati tramite il quale viene allenato<br />

il modello AI è ottenuto<br />

dai servizi Copernicus, poiché<br />

le tecnologie di osservazione<br />

della Terra (EO) possono fornire<br />

preziose informazioni che<br />

caratterizzano la vegetazione e le<br />

condizioni del suolo, così come<br />

gli eventi di incendio passati.<br />

Anche le previsioni metereologiche<br />

saranno poi sfruttate per<br />

includere parametri meteorologici<br />

rilevanti nella predizione<br />

degli incendi, che potranno essere<br />

aggiornati molteplici volte<br />

durante il giorno.<br />

Gli output principali del progetto<br />

saranno dunque due prodotti<br />

software:<br />

• Un motore di intelligenza<br />

artificiale pensato per essere<br />

alimentato con dati aggiornati<br />

(anche in tempo reale) e prevedere<br />

il rischio di incendi boschivi<br />

a breve termine;


REPORT<br />

• Una web application dedicata<br />

ai gestori delle infrastrutture di<br />

telecomunicazione che permetterà<br />

un monitoraggio del rischio<br />

incendi continuo e preciso.<br />

L’utente potrà caricare i modelli<br />

BIM ed altri dati delle torri<br />

da monitorare e potrà in ogni<br />

momento vedere la situazione<br />

attuale su un layer cartografico.<br />

Nel caso di torri con rischio<br />

elevato, verranno generati degli<br />

alert per avvisare l’utente di potenziali<br />

situazioni di pericolo su<br />

cui intervenire.<br />

Entrambi i prodotti saranno<br />

testati e validati nella fase finale<br />

del progetto AI-RON MAN.<br />

Sono state scelte infatti come<br />

casi d’uso tre stazioni radio base<br />

collocate nella regione Lazio,<br />

che si occupano sia di telefonia<br />

mobile che di comunicazioni<br />

radio. I modelli BIM di queste<br />

torri saranno caricati sulla app<br />

di AI-RON MAN e verrà effettuata<br />

una duplice validazione:<br />

su dati storici, analizzando<br />

quindi il rischio incendi a ritroso<br />

nel tempo, e tramite una<br />

campagna di monitoraggio in<br />

tempo reale della durata di un<br />

mese.<br />

Gli output previsti prodotti dal<br />

Fig.5v- xxxxx<br />

progetto, seppur già ambiziosi<br />

e di portata significativamente<br />

innovativa, potranno poi essere<br />

ulteriormente ampliati e<br />

potenziati dopo il termine del<br />

progetto. Ad esempio, il motore<br />

di previsione del rischio<br />

potrà essere applicato non solo<br />

su un punto (dove vi è la torre<br />

di telecomunicazione), ma su<br />

aree vaste (anche regioni) per<br />

supportare le amministrazioni<br />

locali e i vigili del fuoco nel<br />

controllo del territorio. Mentre<br />

la web application potrà essere<br />

facilmente ampliata per considerare<br />

altri tipi di infrastrutture<br />

collocate in aree remote, come<br />

ad esempio quelle elettriche (cabine,<br />

tralicci, etc.).<br />

In conclusione, il progetto AI-<br />

RON MAN rappresenterà un<br />

piccolo passo in avanti nella<br />

prevenzione e gestione dell’emergenza<br />

incendi e più in generale<br />

degli eventi estremi causati<br />

dal cambiamento climatico.<br />

Tale risultato sarà reso possibile<br />

solo grazie alle nuove tecnologie<br />

emergenti, come l’intelligenza<br />

artificiale, che abiliteranno nuove<br />

funzionalità e possibilità per<br />

migliorare la vita della popolazione<br />

e addirittura salvarla.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

European Environment Agency, «EEA,»<br />

November 18th 2021. [Online]. Available:<br />

https://www.eea.europa.eu/ims/forest-fires-ineurope#footnote-JQYK6UAN.<br />

Gomes Da Costa Hugo; De Rigo Daniele; Libertà<br />

Giorgio; Durrant Tracy; San-Miguel-Ayanz<br />

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in a changing climate: towards integrating<br />

risk dimensions» 2020. Available: https://www.<br />

adaptecca.es/sites/default/files/documentos/pesetaiv_task_9_forest_fires_final_report.pdf.<br />

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Africa 2019,» 2020. Available: https://effis-gwiscms.s3-eu-west-1.amazonaws.com/effis/reportsand-publications/annual-fire-reports/2019_<br />

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Annual_Report_2019_final_topdf_2.pdf.<br />

S. Anderson, C. Barford e P. Barford, «Five<br />

Alarms: Assessing the Vulnerability of US Cellular<br />

Communication Infrastructure to Wildfires,»<br />

IMC '20: Proceedings of the ACM Internet<br />

Measurement Conference, 2020.<br />

S. M. Jesús García Fernández, “Broad-UNet:<br />

Multi-scale feature learning for nowcasting<br />

tasks,” Neural Networks, 2021.<br />

Ernest & Young, «The economic contribution<br />

of the European tower sector,» 2020.<br />

AI4Copernicus project website, https://ai4copernicus-project.eu/<br />

Pictet, Il machine learning può predire il futuro<br />

del pianeta (2021), https://am.pictet/it/blog/<br />

articoli/tecnologia-e-innovazione/il-machinelearning-puo-predire-il-futuro-del-pianeta<br />

ClimateAI website, https://climate.ai/<br />

ANSA, Con l’IA, prevedere gli eventi climatici<br />

estremi è più facile (2022), https://www.<br />

ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/<br />

notizie/societa/2022/03/25/con-lia-prevedere-gli-eventi-climatici-estremi-e-piu-facile_<br />

fed93b22-7f10-487f-a1d6-a397adbf5a7c.html<br />

Sandonnini P., ChatGPT, impariamo tutto sulla<br />

grande novità di OpenAI (<strong>2023</strong>), https://www.<br />

ai4business.it/intelligenza-artificiale/chatgptopenai/<br />

Climate Data Storage website, cds.climate.copernicus.eu<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Artificial Intelligence; Earth Observation;<br />

Wildfire; Risk; Critical Infrastructure<br />

ABSTRACT<br />

Climate change has significantly increased forest<br />

fire risk across EU, threatening our critical<br />

infrastructures providing essential for services,<br />

e.g. mobile telecommunication. AI-RON MAN<br />

project aims to deliver a tool to dynamically predict<br />

wildfire risk in areas where such infrastructures<br />

are located, supporting first responders to<br />

preventively intervene and avoiding service disruption.<br />

The tool will be based on AI techniques<br />

that enable the exploitation of existing historical<br />

datasets (including satellite images from Copernicus)<br />

to forecast future wildfire likelihood and<br />

expected severity.<br />

AUTORE<br />

Davide Ottonello<br />

d.ottonello@stamtech.com<br />

STAM S.r.l.<br />

Tiziano Cosso<br />

tiziano.cosso@gter.it<br />

Simone Parmeggiani<br />

simone.parmeggiani@gter.it<br />

Gter S.r.l.<br />

Alessandra Speranza<br />

alessandra.speranza@lasia.it<br />

La Sia S.p.A.<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


TELERILEVAMENTO<br />

MERCATO<br />

CON I RILIEVI AEREI IPERSPETTRALI<br />

MONITORIAMO L’AMBIENTE URBANO<br />

E PROPRIETÀ NON VISIBILI ALL’OCCHIO<br />

UMANO<br />

Programmare missioni di volo su terreni inclinati è un procedimento<br />

molto complesso ma, al tempo stesso, di fondamentale<br />

importanza. Per effettuare missioni di volo che<br />

seguano il terreno con GSD costante, in caso di terreni con<br />

inclinazioni variabili, si ha la necessità di utilizzare un programma<br />

che tenga conto di questo parametro.<br />

Ma che cos’è il GSD?<br />

Il GSD o Ground Sample Distance rappresenta la distanza<br />

tra il centro di due pixel consecutivi, espressa in unità di<br />

misura territoriale; in altre parole, è la quantità di “terreno”<br />

contenuta in un campione di immagine, ossia nella più piccola<br />

entità che compone l’immagine stessa: il pixel.<br />

Nel calcolo del GSD, il pixel (inteso come unità di misura<br />

dell’immagine) è espresso in centimetri ed è inversamente<br />

proporzionale alla qualità dell’immagine: più grande è il<br />

pixel, minore è il livello di dettaglio dell’immagine; al contrario,<br />

più piccolo è il pixel, più dettagliata è l’informazione<br />

contenuta nel pixel stesso dell’immagine.<br />

Nell’ottica del rilevamento fotogrammetrico, un GSD corretto<br />

e costante è il parametro più importante da impostare<br />

quando si pianifica un’acquisizione fotogrammetrica.<br />

UGCs, il software professionale di progettazione delle<br />

missioni di volo, è uno dei pochi in grado di progettare<br />

missioni di volo su superfici con pendenza variabile consentendo<br />

al drone di mantenere automaticamente un’altitudine<br />

costante dal livello del suolo. Oltre ad impostare il<br />

GSD, UGCs permette di definire tantissimi altri settaggi<br />

che risultano estremamente importanti quando si vola con<br />

un drone come, solo a titolo esemplificativo, la sovrapposizione<br />

frontale e laterale delle immagini, la velocità di volo<br />

ecc...<br />

Per quanto riguarda i droni del colosso cinese DJI, questo<br />

software semplifica in maniera totale la progettazione<br />

di missioni “Terrain Follow” grazie ad una semplice esportazione<br />

KML che DJI Pilot 2 è capace di importare, garantendo<br />

la massima sicurezza di volo e tutti i parametri<br />

accessori in precedenza impostati. Dopo l’importazione in<br />

DJI Pilot 2, è possibile visualizzare la missione di volo con<br />

i diversi waypoint creati e le quote ad essi associati a cui<br />

il drone deve fare riferimento per volare. Inoltre, tramite<br />

l’app della DJI, direttamente dal radiocomando, è possibile<br />

modificare tutte le opzioni che si trovano sulla route<br />

o sui singoli waypoint, come, ad esempio, la calibrazione<br />

dell’IMU, parametro fondamentale se si lavora con un DJI<br />

Matrice 300 RTK e un lidar DJI Zenmuse L1.<br />

Il team di Strumenti Topografici ha realizzato una videoguida<br />

in cui vengono spiegati, nel dettaglio, tutti i settaggi<br />

per importare missioni di volo su terreni inclinati progettate<br />

con UGCs in DJI Pilot 2, utile per coloro che utilizzano i<br />

droni DJI della serie Enterprise (M300 RTK e Mavic 3 con<br />

modulo RTK a bordo).<br />

Attenzione però perché la cosa importante quando si è sul<br />

campo è decollare con il drone molto vicino al punto di<br />

inizio della missione in quanto la differenza di quota dei<br />

waypoint rispetto al terreno è calcolata a partire dal punto<br />

di partenza e quindi dal cosiddetto “Start” della missione.<br />

Guarda il video sul canale YouTube a questo link:<br />

https://www.youtube.com/watch?v=bVRNs3QGMgs<br />

MONITORAGGIO 3D<br />

GIS E WEBGIS<br />

www.gter.it info@gter.it<br />

GNSS<br />

FORMAZIONE<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 21<br />

RICERCA E INNOVAZIONE


REPORT<br />

Un sensore aviotrasportato<br />

per analisi immagini a<br />

supporto degli incendi<br />

di Giovanni Laneve, Ramon Bueno Morles, Valerio Pampanoni<br />

Fig. 1 -Sensore Owl con le sue principali caratteristiche.<br />

Il progetto PEDROS<br />

(Sistema di PErimetrazione<br />

automatica di incendi con<br />

DROne equipaggiato con<br />

Sensore specifico) prevede<br />

la realizzazione di un sistema<br />

di supporto alle attività<br />

operative di perimetrazione<br />

dettagliata di aree boschive<br />

aggredite da insetti/patogeni<br />

e/o da incendi boschivi, per<br />

mezzo di un SAPR (Sistema<br />

Aviotrasportato a Pilotaggio<br />

Remoto) con definizione della<br />

traiettoria in automazione<br />

tramite riconoscimento in<br />

tempo reale assistito da<br />

sensore aviotrasportato e<br />

sistema satellitare.<br />

PEDROS si inserisce nel<br />

contesto generale dello<br />

sviluppo di metodiche<br />

innovative per il rilievo delle<br />

aree boschive aggredite da insetti<br />

o percorse dal fuoco, basate<br />

sull’uso integrato di tecnologie<br />

satellitari ed impiego di SAPR,<br />

opportunamente allestiti e progettati,<br />

in grado di effettuare<br />

in modo automatico la perimetrazione<br />

in contesti rurali e<br />

montani, con un elevato livello<br />

di accuratezza e precisione submetrica.<br />

I satelliti oggigiorno utilizzano<br />

sensori sofisticati che forniscono<br />

dati con risoluzioni spaziali,<br />

temporali e radiometriche sempre<br />

più elevate ma hanno usi<br />

limitati in base alle condizioni<br />

meteorologiche e alla risoluzione<br />

dell'immagine.<br />

I Droni sono diventati popolari<br />

negli ultimi anni e sono ora<br />

utilizzati in un'ampia varietà di<br />

applicazioni. Questo è il logico<br />

risultato di alcuni sviluppi tecnologici<br />

avvenuti negli ultimi<br />

anni, che hanno consentito ai<br />

droni di essere dotati di diversi<br />

tipi di sensori in grado di fornire<br />

dati ad altissima risoluzione<br />

spaziale e capaci di registrare<br />

l’energia riflessa da oggetti della<br />

superficie terrestre nelle diverse<br />

lunghezze d'onda dello spettro<br />

elettromagnetico (generalmente<br />

visibile e infrarosso) permettendo<br />

di misurare gli indici chiave<br />

relativi ai parametri biofisici<br />

delle colture e nella vegetazione.<br />

I sensori che coprono<br />

anche l'infrarosso a onde corte<br />

(SWIR) sono raramente disponibile<br />

per applicazioni basate su<br />

SAPR. Il dominio SWIR fornisce<br />

per le applicazioni di telerilevamento<br />

ulteriori significative<br />

caratteristiche di assorbimento<br />

spettrale, ad esempio per applicazioni<br />

di geologia, stima dello<br />

stress idrico, così come per determinare<br />

le caratteristiche della<br />

vegetazione.<br />

Progettazione hardware<br />

La configurazione del sistema è<br />

stata progettata è divisa in due<br />

moduli:<br />

1. Il sensore, costituito da un<br />

modulo telecamera OWL 640<br />

Mini VIS-SWIR SWaP prodotto<br />

da Raptor Fotonica (Raptor<br />

Photonics, 2019). Le telecamere<br />

SWaP (size, weight and power)<br />

rappresentano l'ultima tendenza<br />

in questo processo di ottimizzazione,<br />

che si concentra sulla<br />

riduzione di “dimensioni, peso e<br />

potenza”, con lunghezze d'onda<br />

comprese tra 900 nm e 1700<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

nm, da cui si possono ricavare<br />

informazioni per rilevare un’area<br />

bruciata.<br />

2. L'unità di gestione del<br />

sensore, che combina tutti<br />

componenti necessari per il<br />

funzionamento complessivo del<br />

sistema. L'unità è composta da<br />

tre componenti principali:<br />

• Frame grabber<br />

• Scheda adattatore<br />

• Unità di calcolo<br />

Indici Spettrali<br />

La stima delle aree bruciate da<br />

satellite costituisce una delle<br />

applicazioni forse più semplici<br />

e più utili poiché l’osservazione<br />

remota da satellite permette di<br />

rilevare l’estensione delle aree<br />

bruciate senza risentire di alcun<br />

limite legato alla difficoltà di<br />

accesso dell’area interessata. Nel<br />

corso del tempo sono stati sviluppati<br />

una serie di indici specializzati<br />

per la mappatura delle<br />

aree affette da incendio da dati<br />

telerilevati, tra questi: il Normalized<br />

Burn Ratio (NBR), il<br />

Burned Area Index (BAI), il Mid<br />

Infrared Burn Index (MIRBI).<br />

Il Normalized Burn Ratio<br />

(NBR) è un indice che combina<br />

le bande del vicino infrarosso<br />

(NIR, Near InfraRed) e dell’infrarosso<br />

a onda corta (SWIR,<br />

Short Wave InfraRed) per distinguere<br />

tra aree bruciate e non<br />

bruciate. In particolare, la individuazione<br />

delle aree bruciate<br />

viene effettuata confrontando il<br />

valore dell’NBR stimato su ogni<br />

pixel dell’immagine post-incendio<br />

con quello ottenuto dall’immagine<br />

pre-incendio (Fig. 2).<br />

Lo NBR ha una formulazione<br />

del tutto simile a quella del<br />

Normalized Difference Vegetation<br />

Index (NDVI), tranne per il<br />

fatto che utilizza le lunghezze<br />

d’onda nell’infrarosso a onde<br />

corte (SWIR) anziché la banda<br />

del rosso:<br />

Fig. 2 - Esempio di calcolo del NBR pre-incendio (sinistra) e NBR post-incendio (destra).<br />

Nell’immagine post-incendio i pixel più scuri generalmente indicano le aree bruciate.<br />

La figura 3 mostra una vegetazione<br />

sana con una riflettanza<br />

nel vicino infrarosso molto alta<br />

e una bassa riflettanza nella parte<br />

SWIR dello spettro. Le aree<br />

bruciate al contrario presentano<br />

Fig. 3 - Workfow della procedura di calcolo delle aree bruciate.<br />

una riflettanza relativamente<br />

bassa nell’infrarosso vicino e<br />

un’alta riflettanza nella banda<br />

dello SWIR. Un valore elevato<br />

del NBR indica generalmente<br />

una vegetazione sana mentre<br />

un valore basso indica un suolo<br />

nudo e/o le aree bruciate di<br />

recente.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 23


REPORT<br />

Fig. 4 - Raspberry Pi 400.<br />

Sviluppo Algoritmo<br />

Con riferimento al problema<br />

della perimetrazione delle aree<br />

percorse dal fuoco l’algoritmo<br />

sviluppato nell’ambito del<br />

progetto si basa su un approccio<br />

già largamente applicato<br />

nell’ambito del telerilevamento<br />

satellitare. La sua applicazione<br />

nel caso specifico dell’osservazione<br />

da drone richiede alcune<br />

modifiche, in particolare legate<br />

all’impossibilità di applicare<br />

tecniche di change detection e<br />

alla necessità di realizzare l’elaborazione<br />

delle immagini in<br />

real time a bordo del drone.<br />

L’implementazione di un<br />

algoritmo automatizzato in<br />

grado di analizzare (on board)<br />

le immagini acquisite da un<br />

drone in tempo reale e fornire<br />

mappe delle aree percorse dal<br />

fuoco risulta fondamentale per<br />

supportare il servizio fornito<br />

dal progetto PEDROS. Questo<br />

algoritmo deve garantire la<br />

interoperabilità dei dati, deve<br />

essere capace di gestire un significativo<br />

flusso di dati ma<br />

soprattutto costituire una significativa<br />

evoluzione rispetto allo<br />

stato dell’arte nel processo di<br />

rilevamento remoto dei cambiamenti,<br />

permettendo la identificazione<br />

da immagini acquisite<br />

in tempo reale dei cambiamenti<br />

nella vegetazione.<br />

L’algoritmo è composto da 4<br />

sottosistemi principali:<br />

1. Sistema di elaborazione dati:<br />

Una volta acquisita una immagine<br />

dal sensore a bordo del<br />

drone, il file viene elaborato<br />

tramite gli algoritmi dedicati<br />

alla generazione di prodotti,<br />

che includono il calcolo di una<br />

serie di indici per mappare e<br />

monitorare gli effetti degli incendi<br />

in tempo reale.<br />

2. Soglie Ottimali e Classificazione:<br />

Il flusso dell’algoritmo<br />

continua applicando soglie<br />

fisse, basate su statistiche con<br />

l’intento di stabilire quali siano<br />

le migliori soglie delle bande<br />

spettrali e degli indici calcolati<br />

per classificare le classi: bruciato,<br />

non bruciato. Questa parte<br />

dell’algoritmo si è resa necessaria<br />

in assenza della immagine<br />

pre-incendio normalmente<br />

utilizzata per stimare le aree<br />

bruciate da dato satellitare.<br />

3. Poligonizzazione e Way<br />

Point: Successivamente, l'algoritmo<br />

poligonizza l'immagine<br />

raster binaria (bruciato/non<br />

bruciato) ed estrae il poligono<br />

relativo ai pixel con valore diverso<br />

da zero. Viene creato anche<br />

un file di testo che contiene<br />

le coordinate dei vertici del poligono,<br />

che servono al sistema<br />

di guida del drone per acquisire<br />

nuove immagini.<br />

4. Perimetrazione: Infine,<br />

quando il ciclo di acquisizione<br />

delle immagini è chiuso, l'algoritmo<br />

unisce i file poligonizzati<br />

dell'area percorsa dal fuoco in<br />

un unico dataset vettoriale. Il<br />

formato utilizzato è lo Shapefile<br />

(.shx, .dbf, .shp, .prj)."<br />

L’algoritmo di individuazione<br />

delle aree bruciate è stato implementato<br />

su un computer adatto<br />

ad essere installato a bordo di<br />

un drone. Le immagini acquisite<br />

dal drone sono elaborate su<br />

un Raspberry Pi-400 con uno<br />

script scritto in Python.<br />

Fig. 5 - Estrazione della superficie priva di vegetazione.<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


Fig. 6 - Serie di punti elaborati come guida drone(sinistra). Perimetrazione in formato shapefile (destra).<br />

Risultati<br />

Un’analisi preliminare è stata<br />

condotta utilizzando le immagini<br />

multispettrali ottenute da<br />

drone equipaggiato con una fotocamera<br />

MicaSense RedEdge-<br />

MX. Questo strumento ad alte<br />

prestazioni cattura sia le bande<br />

spettrali necessarie per generare<br />

indici dello stato di salute delle<br />

piante (verde, rosso, bordo<br />

rosso e vicino infrarosso), sia<br />

una banda blu, utile per altre<br />

applicazioni, nonché per la<br />

costruzione di immagini RGB<br />

composite.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

incendi, sensori, SAPR,<br />

ABSTRACT<br />

This contribution describes the creation of a support system for the operational<br />

activities of detailed perimeter of wooded areas attacked by insects/<br />

pathogens and/or forest fires, by means of a SAPR (Airborne System with<br />

Remote Piloting) with definition of the trajectory in automation via realtime<br />

recognition assisted by an airborne sensor and satellite system.<br />

AUTORE<br />

Giovanni Laneve,<br />

giovanni.laneve@uniroma1.it<br />

Ramon Bueno Morles,<br />

Valerio Pampanoni<br />

SIA (Scuola di Ingegneria Aerospaziale)<br />

Earth Observation Satellite Images Applications Lab (EOSIAL)<br />

Sapienza Università di Roma


REPORT<br />

In cammino dal Forest Fire Area<br />

Simulator al nuovo Simulatore FFAS-PLUS<br />

a supporto delle attività addestrative di<br />

contrasto al Dissesto Idrogeologico<br />

di Marco Di Fonzo<br />

Piattaforma di simulazione<br />

ecosistemica basata<br />

su algoritmi scientifici<br />

in grado di riprodurrei i<br />

comportamenti naturali<br />

del fuoco sulle foreste e di<br />

dissesto idrogeologico.<br />

Il progetto FFAS.<br />

In Italia, la repressione del<br />

fenomeno degli incendi<br />

boschivi passa anche per<br />

la realtà virtuale, grazie al<br />

Forest Fire Area Simulator (di<br />

seguito FFAS), una piattaforma<br />

tecnologica unica nel suo<br />

genere, con cui l’Arma dei<br />

Carabinieri forma i militari<br />

specializzati nelle investigazioni<br />

post incendio boschivo.<br />

Realizzato presso la sede della<br />

Scuola Forestale Carabinieri<br />

di Castel Volturno, il sistema<br />

è in grado di generare scenari<br />

immersivi ed interattivi di<br />

ecosistemi forestali aggrediti dal<br />

fuoco e consente lo svolgimento<br />

simulato delle attività tecniche<br />

di polizia giudiziaria.<br />

Il progetto FFAS<br />

L’incipit al progetto scaturì nel<br />

2014, dalla volontà del Corpo<br />

forestale dello Stato di sostenere<br />

il processo di revisione dei<br />

costi dell’Amministrazione nel<br />

contrasto al fenomeno degli<br />

incendi boschivi.<br />

Consapevoli che il processo<br />

di autentica modernizzazione<br />

della nostra organizzazione<br />

doveva necessariamente passare<br />

per la valorizzazione del suo<br />

bene più prezioso, il capitale<br />

umano, si individuò nel settore<br />

dell’addestramento per la lotta<br />

attiva agli incendi boschivi<br />

un’area di intervento con grandi<br />

potenzialità di razionalizzazione<br />

della spesa e di risparmi.<br />

Per sostenere le attività<br />

investigative dei Direttori delle<br />

attività di spegnimento (D.O.S.),<br />

e di quelle dei Repertatori<br />

Incendio Boschivo, militari<br />

specializzati che intervengono<br />

sulla scena del crimine<br />

ambientale (Art.423 bis C.p.)<br />

per ricostruire le dinamiche<br />

dei fatti ed accertarne le<br />

cause, era necessario mettere<br />

a disposizione qualcosa di<br />

speciale ed innovativo che non<br />

fosse il solito manuale.<br />

Dovevamo trovare il modo<br />

di far vivere, in sicurezza,<br />

la dinamica delle fiamme<br />

sui soprassuoli boschivi e<br />

mostrare cosa può accadere<br />

nel corso delle operazioni di<br />

spegnimento e come saper<br />

“interpretare”, i segni che il<br />

fuoco lascia sulle specie forestali<br />

interessate dall’incendio, nel<br />

corso della propagazione delle<br />

fiamme, fino a risalire all’area<br />

di insorgenza ed individuarne<br />

la cause.<br />

Perché tutti gli addetti al<br />

sistema nazionale di Protezione<br />

civile sanno che ogni incendio<br />

boschivo è un evento unico<br />

ed irripetibile, considerata la<br />

molteplicità delle variabili in<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

gioco come quelle, a titolo<br />

non esaustivo, di carattere eco<br />

sistemico, meteoclimatico,<br />

orografico ed altimetrico ecc.<br />

Operare su un incendio<br />

boschivo è una attività<br />

estremamente rischiosa e<br />

di grande responsabilità nei<br />

confronti dei propri colleghi e<br />

delle popolazioni coinvolte.<br />

E’ una competenza che<br />

si acquisisce con metodo,<br />

disciplina, consapevolezza<br />

dei mezzi e delle decisioni da<br />

assumere dove la capacità di<br />

saper efficacemente cooperare<br />

è vitale, se non si vuole che<br />

l’evento incendio finisca in<br />

tragedia.<br />

Occorreva pertanto creare un<br />

sistema “immersivo”, capace<br />

non solo di simulare i flussi<br />

delle comunicazioni, ma anche<br />

la propagazione delle fiamme ,<br />

la gestione operativa sul campo<br />

degli automezzi, elicotteri,<br />

canadair, ecc.<br />

Una “palestra virtuale”<br />

che mettesse l’allievo nelle<br />

condizioni di sperimentare cosa<br />

significa essere, ad esempio, un<br />

DOS di fronte ad un fronte<br />

di fuoco ed al calore che esso<br />

emana, così da comprendere<br />

come e perché possono<br />

accadere errori di valutazione<br />

e come, a fronte di improvvisi<br />

cambiamenti, correggere<br />

decisioni già assunte.<br />

Insomma: una cosa mai fatta<br />

prima!<br />

Quando abbiamo iniziato<br />

a mettere in piedi l’idea<br />

progettuale ci siamo resi conto<br />

che, per attuare una reale<br />

innovazione, non bastava<br />

solo l’idea ma occorrevano<br />

tecnologie adeguate e tanto,<br />

tanto coraggio, perché nessuno<br />

fino ad allora aveva mai<br />

realizzato nulla del genere.<br />

Non essendoci modelli di<br />

riferimento, ci si domandava<br />

se avremmo trovato qualcuno<br />

realmente in grado di<br />

ingegnerizzarlo.<br />

A ben guardare, la tecnologia<br />

per farlo c’era, così come gli<br />

scienziati.<br />

Infatti, grazie anche al lavoro<br />

del Prof. Stefano Mazzoleni,<br />

dell’Università Federico II di<br />

Napoli e del suo straordinario<br />

gruppo di ricercatori, composto<br />

in gran parte da matematici<br />

appassionati, come il Prof.<br />

Francesco Giannino, è stato<br />

possibile realizzare una vera e<br />

propria “rivoluzione”.<br />

L’idea divenne così progetto,<br />

il progetto una gara e la gara<br />

generò un sistema tecnologico<br />

evoluto; una macchina reale,<br />

capace di produrre incendi<br />

virtuali e formare esperienze,<br />

consapevolezza e fiducia.<br />

Per poter conseguire questi<br />

risultati, furono realizzate<br />

fedeli copie digitali di 10<br />

km² cadauna, di due località<br />

del Parco del Cilento,<br />

Campora e Licosa, in quanto<br />

rappresentative degli ecosistemi<br />

forestali mediterranei.<br />

Ripensandoci adesso, quella<br />

non fu solo una vicenda di<br />

innovazione, bensì un grande<br />

e profondo cambiamento,<br />

basato sulle migliori tecnologie<br />

a servizio della protezione degli<br />

ecosistemi forestali italiani.<br />

Un risultato importante non<br />

solo per l’Amministrazione, ma<br />

per tutti coloro che ci aiutarono<br />

a realizzarlo.<br />

Esso dimostra cosa siamo capaci<br />

di fare, noi italiani, quando<br />

ci crediamo fino in fondo e<br />

Operatore in azione nella sala immersiva.<br />

ci deve far riflettere sulla<br />

nostra capacità di coniugare<br />

conoscenza, competenza e<br />

abilità pubbliche e private,<br />

sulla frontiera dell’innovazione<br />

asservita agli ecosistemi<br />

forestali.<br />

Il FFAS rappresenta non<br />

solo un modo nuovo di fare<br />

formazione, ma un modo<br />

completamente diverso per la<br />

pubblica amministrazione di<br />

integrarsi con il mondo della<br />

ricerca universitaria applicata.<br />

La prima realizzazione<br />

del FFAS<br />

Si è preso spunto dai<br />

cosiddetti “Serious Games”,<br />

frequentemente impiegati in<br />

settori come quello militare,<br />

della sicurezza, dell’aviazione,<br />

della medicina e della gestione<br />

delle emergenze. Questi sistemi<br />

consentono l’addestramento<br />

allo svolgimento di attività<br />

complesse in ambienti estremii<br />

o impossibili da ricreare in<br />

contesti reali, il tutto in<br />

condizioni di sicurezza.<br />

I principali benefici si possono<br />

così riassumere:<br />

4Addestramento di tutti i<br />

livelli, dall’unità ai posti di<br />

comando;<br />

4Adattamento degli scenari/<br />

palestre addestrativi in<br />

funzione delle esigenze;<br />

4Garanzia della sicurezza del<br />

personale addestrato;<br />

4Riduzione dei costi di<br />

addestramento del personale;<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 27


REPORT<br />

4Sperimentazione di sistemi<br />

innovativi per il contrasto<br />

agli incendi;<br />

4Affinamento delle<br />

tecniche investigative per<br />

l’individuazione degli autori<br />

del reato;<br />

4Sviluppo di modelli<br />

previsionali simulati e<br />

ottimizzazione di protocolli<br />

operativi.<br />

L’attuale installazione si<br />

sviluppa su un’area di circa 200<br />

m² e si compone di:<br />

Una Sala Regia, nella quale i<br />

tutor progettano, gestiscono<br />

e controllano l’andamento<br />

dell’esercitazione simulando gli<br />

eventi di emergenza ambientale<br />

e le azioni di contenimento<br />

e contrasto. Nel corso<br />

dell’esercitazione è possibile<br />

variare, in tempo reale, sia i<br />

APPLICAZIONE DELL’ALGORITMO TIGER<br />

Individuazione dell’area di interesse<br />

Quantizzazione del territorio<br />

parametri ambientali di<br />

contesto, che il posizionamento<br />

delle risorse umane e<br />

strumentali d’intervento, così<br />

da introdurre imprevisti e<br />

variabili che simulano la realtà.<br />

Una Sala Immersiva di 24 m²,<br />

nella quale uno schermo ad<br />

altissima risoluzione riproduce<br />

lo scenario simulato dell’area<br />

di intervento. L’operatore può<br />

interagire con la sua proiezione<br />

virtuale, utilizzando dotazioni<br />

operative reali quali il binocolo<br />

elettronico, il tablet, il telefono<br />

cellulare e le radio tattiche,<br />

al fine di coordinare i mezzi<br />

che gli sono stati messi a<br />

disposizione, attraverso i quali<br />

dirigere, ad esempio, i lanci di<br />

estinguente di un Canadair.<br />

Una Sala Debriefing, in cui<br />

un sofisticato modulo di<br />

registrazione, detto “After Action<br />

Review”, permette di rivivere<br />

tutte le fasi dell’esercitazione, al<br />

fine di comprendere eventuali<br />

errori commessi, evidenziare i<br />

punti di forza e identificare le<br />

aree di miglioramento.<br />

Le tecnologie impiegate<br />

Il sistema consente due<br />

tipologie di simulazione: la<br />

simulazione della propagazione<br />

del fuoco ed il metodo delle<br />

Evidenze Geometriche.<br />

Applicazione della mappa del vento<br />

Avvio dell’elaborazione e previsione di espansione del fuoco<br />

Inserimento del punto di insorgenza<br />

Simulazione della propagazione<br />

del fuoco<br />

In letteratura la modellizzazione<br />

della propagazione dell’incendio<br />

si basa principalmente sui<br />

modelli semi-empirici di<br />

superficie, maggiormente<br />

utilizzati a livello internazionale,<br />

il cui caposaldo è il modello<br />

di Rothermel (attualmente<br />

implementato nei software<br />

Behave e Farsite, utilizzati dal<br />

US Forest Service).<br />

Quest’ultimo modello descrive<br />

la velocità di propagazione del<br />

fuoco in base ai tre principali<br />

fattori che influenzano<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


l’incendio boschivo:<br />

4Tipo di vegetazionecombustibile;<br />

4Velocità e direzione del<br />

vento;<br />

4Pendenza del terreno.<br />

Su questo indirizzo è<br />

nato il progetto Tiger del<br />

Dipartimento di Agraria<br />

dell’Università di Napoli<br />

- Federico II, un sistema<br />

integrato per la simulazione<br />

di propagazione di incendi<br />

boschivi in contesti<br />

mediterranei.<br />

Tiger genera il perimetro del<br />

fuoco sullo scenario mediante<br />

l’utilizzo di due algoritmi:<br />

4Algoritmo “Rate of Spread”<br />

(ROS): fornisce la velocità<br />

dei nodi caratterizzanti il<br />

perimetro dell’incendio e<br />

quindi è una grandezza di<br />

riferimento per la velocità di<br />

avanzamento del fuoco;<br />

4Algoritmo “FireLine”:<br />

descrive l’avanzare nello<br />

spazio del fuoco mediante<br />

la creazione di un perimetro<br />

i cui nodi avanzano con la<br />

velocità data dall’algoritmo<br />

ROS.<br />

combustibile per determinare<br />

la velocità di propagazione<br />

mediante l’algoritmo Ros;<br />

4Calcolo del perimetro del<br />

fuoco mediante l’algoritmo<br />

FireLine.<br />

Metodo delle Evidenze<br />

Geometriche<br />

Al contrario dell’algoritmo<br />

Tiger, l’applicativo MEG<br />

(Metodo delle Evidenze<br />

Geometriche) consente di<br />

effettuare una sorta di “reverseengeneering”<br />

delle dinamiche<br />

di un incendio boschivo,<br />

partendo dal perimetro<br />

totale dell’area interessata<br />

dall’incendio, tenendo conto<br />

delle caratteristiche del<br />

territorio (conformazione,<br />

tipo di vegetazione…) e delle<br />

informazioni metereologiche.<br />

Il MEG consente di<br />

circoscrivere la zona di innesco<br />

dell’incendio ad una superficie<br />

di circa 300 m².<br />

Ricordiamo che l’obiettivo<br />

dell’investigazione sugli eventi<br />

di incendio boschivo è quello<br />

di determinarne le cause e le<br />

eventuali responsabilità, siano<br />

esse di natura volontaria o<br />

accidentale.<br />

In quest’ottica risulta, quindi,<br />

fondamentale il supporto<br />

strumentale del MEG che<br />

agevola notevolmente il<br />

complesso lavoro di ricerca<br />

ed individuazione del punto<br />

di insorgenza delle fiamme<br />

svolto dai militari Repertatori,<br />

apportando tra l’atro un<br />

notevole risparmio in termini di<br />

tempo e costi.<br />

Il modello di riferimento<br />

adottato è stato messo a<br />

punto dal “Dipartimento<br />

di Arboricoltura, Botanica<br />

e Patologia Vegetale”<br />

dell’Università degli Studi<br />

di Napoli Federico II, polo<br />

di eccellenza della ricerca<br />

universitaria in questo settore.<br />

Scenari e specie vegetali<br />

Negli scenari tridimensionali<br />

APPLICAZIONE DELL’ALGORITMO MEG<br />

La “regia” può inserire il punto<br />

di innesco direttamente sullo<br />

scenario, settare i parametri<br />

della simulazione e dare il via<br />

all’incendio.<br />

Il modello matematico<br />

implementato segue, per il<br />

calcolo del perimetro del fuoco,<br />

i seguenti passi:<br />

4Calcolo del campo di vento<br />

(direzione e intensità) su<br />

tutta l’area interessata dalla<br />

simulazione in relazione alla<br />

pendenza del suolo;<br />

4Combinazione degli<br />

effetti del vento e della<br />

pendenza con le tipologie di<br />

Posizionamento della forma finale dell’incendio<br />

Elaborazione<br />

Avvio dell’elaborazione<br />

Individuazione probabile area di insorgenza


REPORT<br />

sono state inserite le specie<br />

vegetali rappresentative<br />

degli ecosistemi forestali<br />

del mezzogiorno d’Italia,<br />

riassunte nella tabella di seguito<br />

riportata:<br />

ALBERI<br />

Olivo<br />

Quercia<br />

Pino<br />

Castagno<br />

Leccio<br />

Il nuovo FFAS PLUS<br />

Forti dei risultati e<br />

dell’esperienza maturata in<br />

questi anni di impiego del<br />

FFAS, il NIAB ha elaborato il<br />

concept di un nuovo simulatore<br />

denominato FFAS PLUS .<br />

Il sistema si baserà su tecnologie<br />

di Intelligenza Artificiale e<br />

nuovi algoritmi dedicati, capaci<br />

di simulare ed interpretare i<br />

fenomeni naturali.<br />

Verranno sfruttate linee di<br />

trasmissione dati ad altissima<br />

velocità correlate a sistemi<br />

cloud di elevata capacità<br />

elaborativa, per la generazione<br />

degli scenari. In questo<br />

modo, l’utilizzo della nuova<br />

piattaforma di simulazione<br />

potrà avvenire in maniera<br />

distribuita, a differenza<br />

dell’attuale sistema che richiede<br />

un’infrastruttura dedicata.<br />

Le nuove macro funzioni<br />

di cui sarà dotato il FFAS<br />

PLAS saranno incentrate sulle<br />

simulazioni anche di dissesto<br />

Acquisizione dei dati di appoggio alla fotogrammetria<br />

relativi al territorio di Ischia<br />

idrogeologico, che hanno una<br />

significativa correlazione con<br />

la perdita di copertura forestale<br />

a seguito di eventi di incendio<br />

boschivo.<br />

La perdita del manto vegetale,<br />

CESPUGLI E ARBUSTI<br />

Cisto<br />

Erica<br />

Lentisco<br />

Mirto<br />

Spartium<br />

infatti, determina la mancata<br />

regimazione del deflusso<br />

superficiale della acque<br />

meteoriche e della forza<br />

erosiva delle piogge a carattere<br />

torrentizio.<br />

Entro pochi anni dall’evento<br />

incendio, gli apparati radicali<br />

sono soggetti a fenomeni di<br />

putrefazione e perdono la<br />

loro capacità meccanica di<br />

trattenimento dei suoli.<br />

Rappresentativo di quanto<br />

sopra esposto è ciò che è<br />

avvenuto presso il Parco<br />

Nazionale del Vesuvio dopo il<br />

devastante incendio del 2017<br />

dove, a distanza di poche<br />

settimane dall’evento, a causa<br />

del dilavamento innescato da<br />

fenomeni di ruscellamento sul<br />

soprassuolo ormai spoglio di<br />

ogni presenza forestale, sono<br />

addirittura venute alla luce le<br />

colate laviche dell’eruzione del<br />

1942.<br />

La catena di eventi, che parte<br />

dall’antropizzazione degli<br />

ecosistemi e si conclude, sempre<br />

con maggiore frequenza con le<br />

frane conseguenti le alluvioni,<br />

sta provocando un sempre<br />

maggiore allarme sociale a<br />

causa degli ingenti danni subiti<br />

dai territori interessati e dalle<br />

comunità residenti.<br />

In un contesto come questo,<br />

risulta essenziale, per specialità<br />

forestale dell’Arma, essere in<br />

grado di valutare e gestire con<br />

prontezza anche il rischio di<br />

dissesto idrogeologico.<br />

Per la gestione di tale rischio si<br />

ritiene necessaria la formazione<br />

dei militari che, a vario titolo,<br />

concorrono al monitoraggio e<br />

al controllo del territorio ai fini<br />

della prevenzione e mitigazione<br />

del dissesto idrogeologico<br />

(Competenza dell’Arma dei<br />

Carabinieri ai sensi dell’art.7<br />

del Decreto legislativo<br />

n.177/2016) e alla gestione<br />

dell’emergenza idraulico/<br />

idrogeologica (Protocollo<br />

d’intesa tra l’Arma dei<br />

Carabinieri e il Dipartimento<br />

della Protezione Civile),<br />

procedendo all’aggiornamento<br />

degli attuali algoritmi e creando<br />

nuovi scenari virtuali in grado<br />

di rappresentare la vulnerabilità<br />

delle aree minacciate dal rischio<br />

idrogeologico e di evidenziare<br />

i punti critici in cui possono<br />

innescarsi e propagarsi eventi o<br />

catastrofi naturali e antropiche.<br />

Attraverso questo nuovo<br />

progetto ci si propone,<br />

innanzitutto, di conseguire<br />

un utilizzo pratico delle<br />

tecnologie innovative digitali, di<br />

elaborazione e visualizzazione,<br />

per la simulazione di eventi di<br />

natura idrogeologica.<br />

Il fine è quello di sviluppare<br />

attività di formazione e<br />

apprendimento pratico<br />

riguardante possibili dinamiche<br />

evolutive degli eventi ,<br />

consentendo l’addestramento<br />

al controllo, all’analisi, e allo<br />

sviluppo di capacità decisionali<br />

in situazione critiche di alta<br />

pericolosità e complessità<br />

ambientale connesse al<br />

fenomeno dei disastri<br />

idrogeologici.<br />

La simulazione, applicata<br />

al fenomeno del dissesto<br />

idrogeologico, costituisce<br />

quindi uno strumento<br />

importante dal punto di vista<br />

dell’analisi e del monitoraggio<br />

del fenomeno e consente al<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

personale operante di esperire<br />

quelli che sono i fattori<br />

determinanti nella gestione di<br />

situazioni critiche, conferendo<br />

loro:<br />

4Conoscenza diffusa delle<br />

tecniche e delle procedure per<br />

la gestione in sicurezza delle<br />

operazioni;<br />

4Padronanza degli strumenti e<br />

delle tecnologie disponibili;<br />

4Capacità di collaborazione<br />

tra le persone coinvolte nel<br />

lavoro di squadra;<br />

4Capacità di mantenere<br />

relazioni positive e di<br />

comunicare in modo efficace;<br />

4Capacità di valutare<br />

oggettivamente le<br />

caratteristiche della situazione<br />

critica;<br />

4Capacità di prendere<br />

decisioni in situazioni di<br />

incertezza valutandone i<br />

rischi;<br />

4Gestione delle emozioni<br />

e dello stress da parte del<br />

responsabile della conduzione<br />

delle operazioni.<br />

Nuovi scenari<br />

Le nuove “palestre” virtuali si<br />

affiancheranno a quelle esistenti<br />

per ampliare la casistica degli<br />

scenari da impiegare nell’ambito<br />

delle sessioni di addestramento.<br />

Gli ambienti generati<br />

rappresenteranno scenari di<br />

circa 300 ettari e riprodurranno,<br />

con elevato dettaglio, la reale<br />

conformazione dei territori,<br />

grazie a rilievi fotogrammetrici<br />

eseguiti attraverso l’uso di<br />

velivoli a pilotaggio remoto<br />

(APR) dotati di sensore Lidar.<br />

Saranno introdotte nuove<br />

mappe di combustibile relative<br />

a specie forestali di tipologia<br />

opportuna ed opportunamente<br />

modellate dal punto di vista del<br />

comportamento nei confronti<br />

di un incendio, con almeno<br />

quattro stadi di bruciatura.<br />

A differenza di quanto<br />

Ricostruzione digitale del territorio<br />

avviene nell’attuale sistema<br />

di simulazione, le foreste<br />

non saranno costituite da<br />

blocchi unici non interattivi,<br />

ma saranno composte da<br />

centinaia di migliaia di singoli<br />

alberi, ciascuno in grado di<br />

rappresentare gli effetti subiti<br />

dalle sollecitazioni.<br />

Per raggiungere quest’obiettivo,<br />

si prevede di realizzare i modelli<br />

di 20 diverse nuove tipologie di<br />

albero e, per ognuna, realizzare<br />

Carte dei modelli di combustibile realizzate<br />

tramite Corine Land Cover<br />

un modello sano e quattro<br />

differenti modelli bruciati.<br />

Il sottobosco sarà rappresentato<br />

con l’uso di almeno 6 nuove<br />

tipologie di arbusto.<br />

L’effetto del fuoco sugli alberi e<br />

sugli arbusti sarà rappresentato<br />

da modelli delle varie fasi della<br />

bruciatura, per rendere ancora<br />

più realistico l’effetto del<br />

passaggio dell’incendio.<br />

Faranno parte integrante<br />

degli scenari anche le varie<br />

Carte dei modelli di combustibile realizzate<br />

tramite scansione con sistemi APR<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 31


REPORT<br />

strutture antropiche presenti<br />

quali strade, centri abitati,<br />

segnaletica stradale, centrali<br />

elettriche, ecc.<br />

Considerazioni finali<br />

L’avvento dell’Intelligenza<br />

Artificiale, anche nei contesti<br />

più ordinari della società,<br />

ben rappresenta la tendenza<br />

dell’uomo a demandare “alla<br />

tecnologia” compiti sempre più<br />

complessi.<br />

Nonostante l’impegno verso il<br />

progresso ed il miglioramento<br />

che l’Arma dei Carabinieri<br />

sempre persegue, è nostra<br />

convinzione che le opportunità<br />

tecnologiche, presenti e<br />

future, non vadano intese<br />

a sollevare gli operatori del<br />

settore dall’impegno e dalle<br />

responsabilità.<br />

Per quanto le “palestre<br />

virtuali” finora descritte,<br />

così come le numerose<br />

altre tecnologie messe in<br />

campo nella salvaguardia del<br />

territorio e della collettività,<br />

possano aiutare ad individuare<br />

tempestivamente possibili<br />

soluzioni, senza essere bloccati<br />

o deviati dall’emotività e dal<br />

timore di sbagliare, sempre<br />

determinante rimarrà la<br />

capacità del militare di<br />

agire secondo il proprio<br />

intendimento, la propria<br />

esperienza ed il proprio<br />

senso etico di vicinanza alla<br />

comunità.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geomatica; incendi boschivi;<br />

prevenzione; realtà virtuale;<br />

simulatore; FFAS<br />

ABSTRACT<br />

In Italy, the repression of forest fires<br />

also involves virtual reality, thanks<br />

to the Forest Fire Area Simulator<br />

(FFAS), a unique technological<br />

platform of its kind, with which<br />

the “Arma dei Carabinieri” trains<br />

soldiers specialized in investigations<br />

post forest fire.<br />

Realized at the headquarters of the<br />

“Scuola Forestale Carabinieri di<br />

Castel Volturno”, the system is able<br />

to generate immersive and interactive<br />

scenarios of forest ecosystems<br />

attacked by fire and allows the simulated<br />

execution of the technical activities<br />

of the judicial police.<br />

AUTORE<br />

Gen. B. Marco di Fonzo<br />

difonzo.m@gmail.com<br />

Comandante del Nucleo Informativo<br />

Antincendio Boschivo<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

Il ruolo delle Osservazioni<br />

della Terra dallo spazio nelle<br />

emergenze ambientali<br />

di Emiliano Agrillo, Federico Filipponi, Roberto Inghilesi, Alessandro Mercatini,<br />

Alice Pezzarossa, Nazario Tartaglione<br />

Le osservazioni della Terra dallo spazio sono diventate uno<br />

strumento indispensabile per il monitoraggio ambientale e per far<br />

fronte a crisi ed emergenze ambientali. Vengono mostrati alcuni<br />

esempi di applicazione di queste osservazioni durante emergenze<br />

ambientali affrontate dal Centro operativo per la Sorveglianza<br />

Ambientale di ISPRA, dovute a inquinamento marino o atmosferico,<br />

incendi e casi di forti mareggiate.<br />

Fig. 1. Immagine Air Mass RGB delle 06:15 UTC del 10/02/<strong>2023</strong> ottenuta dal sensore<br />

SEVIRI montato sul satellite METEOSAT-11 (pannello superiore) e previsione<br />

ondametrica per le ore 08:00 UTC ottenuta dal sistema idro-meteo-mare ISPRA.<br />

Negli ultimi anni le<br />

tecnologie per l’Osservazione<br />

della Terra<br />

(OT), in particolare le elaborazioni<br />

di dati acquisiti da<br />

sensori montati su piattaforme<br />

satellitari, sono diventate<br />

uno strumento indispensabile<br />

per la gestione delle emergenze<br />

(Cumbane and Gidófalvi<br />

2019).<br />

Recentemente, diversi paesi<br />

europei hanno costruito o potenziato<br />

servizi di sorveglianza<br />

ambientale con il supporto di<br />

dati satellitari, con il fine di<br />

monitorare elementi di crisi<br />

ed effetti dannosi per diverse<br />

matrici ambientali. A titolo di<br />

esempio, da più di dieci anni<br />

in Germania è attivo l’Earth<br />

Observation Center (https://<br />

www.dlr.de/eoc/en/) e in<br />

Francia è operativo l’Institute<br />

Pierre-Simon Laplace (IPSL -<br />

https://www.ipsl.fr/), mentre<br />

a livello continentale sono disponibili<br />

i servizi prodotti da<br />

ESRIN (ESA Centre for Earth<br />

- https://www.esa.int/About_<br />

Us/ESRIN) e da Copernicus<br />

Emergency Management Service<br />

(EMS - https://emergency.<br />

copernicus.eu/).<br />

Nello specifico contesto di<br />

situazioni di crisi ed emergenze<br />

di tipo ambientale in<br />

ambito nazionale, il Centro<br />

operativo per la Sorveglianza<br />

Ambientale (CSA), dell’Istituto<br />

Superiore per la Protezione<br />

e la Ricerca Ambientale<br />

(ISPRA), sviluppa prodotti di<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

Fig. 2. Immagine true color è il risultato dell’immagine acquisita dal sensore MSI installato sul satellite Sentinel-2. Nel pannello centrale si<br />

mostra uno zoom dell’immagine true color, mentre il pannello di destra mostra l’attenuazione delle bande spettrali del blu e del verde a causa<br />

della presenza di una sostanza potenzialmente inquinante visibili in prossimità della foce del Canale Aniena (provincia di Caserta).<br />

sorveglianza a partire da dati di<br />

OT. Il CSA è parte integrante<br />

del Centro Nazionale per le<br />

CRisi e le Emergenze ambientali<br />

e il danno (CN-CRE). Il CN-<br />

CRE, insieme alle altre strutture<br />

dell’ISPRA e alle agenzie del<br />

Servizio Nazionale Protezione<br />

Ambiente (SNPA), fornisce il<br />

supporto tecnico scientifico al<br />

Ministero dell'Ambiente e della<br />

Sicurezza Energetica (MASE) e<br />

partecipa al Sistema Nazionale<br />

di Protezione Civile (SNPC).<br />

I principali prodotti sviluppati<br />

nel CSA sono ottenuti dall'elaborazione<br />

dei dati OT da<br />

synthetic aperture radar (SAR –<br />

Copernicus Sentinel-1) e da radiometri<br />

a differente risoluzione<br />

spaziale come VIIRS (Visible<br />

Infrared Imaging Radiometer Suite<br />

- NASA), MODIS (Moderate<br />

Resolution Imaging Spectroradiometer<br />

- NASA), MSI (MultiSpectral<br />

Instrument Copernicus Sentinel-2),<br />

OLI (Operational Land<br />

Imager - NASA), OLCI (Ocean<br />

and Land Colour Instrument,<br />

Copernicus- Sentinel-3), SEVIRI<br />

(Spinning Enhanced Visible and<br />

InfraRed Imager EUMETSAT<br />

- MSG2) montati su satelliti<br />

gestiti da diverse organizzazioni,<br />

tra cui ESA (European Space<br />

Agency), EUMETSAT (European<br />

Organisation for the Exploitation<br />

of Meteorological Satellites)<br />

e NASA (National Aeronautics<br />

and Space Administration). Questi<br />

dati satellitari sono integrati<br />

con sistemi informativi e banche<br />

dati ambientali e processati<br />

con sistemi di elaborazione di<br />

tipo machine learning.<br />

Tra le altre attività di monitoraggio,<br />

descritte in dettaglio nel<br />

seguito, da oltre un decennio<br />

il CSA è attivo nella previsione<br />

dello stato del mare, sia utilizzando<br />

dati satellitari che modelli<br />

meteo-marini a scala regionale<br />

e costiera su tutti i mari italiani.<br />

Queste informazioni vengono<br />

comunicate al pubblico attraverso<br />

un bollettino (https://www.<br />

isprambiente.gov.it/it/attivita/<br />

Crisi-Emergenze-ambientali-e-<br />

Danno/centro-operativo-perla-sorveglianza-ambientale/<br />

bollettino-meteo-marino-giornaliero)<br />

e un apposito sito con<br />

le previsioni<br />

(https://www.isprambiente.gov.<br />

it/pre_mare/coastal_system/<br />

maps/first.html).<br />

Una parte integrante dell'analisi<br />

del Centro è basata su metodi<br />

di geo-interpretazione delle<br />

immagini, finalizzati all’individuazione<br />

di elementi di riconoscimento<br />

o descrizione delle<br />

crisi ambientali, poiché uno dei<br />

compiti principali dell’ISPRA<br />

è la tutela dell’ambiente. In<br />

questo ambito, il Centro ha<br />

sviluppato procedure in grado<br />

di caratterizzare: eventi di dispersione<br />

di inquinanti in acque<br />

costiere associate a canali o<br />

estuari, eventi di dispersione in<br />

atmosfera, riversamento in mare<br />

di olii combustibili (oil spill),<br />

monitoraggio dell’evoluzione di<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 35


REPORT<br />

vasti incendi, individuandone i<br />

fronti attivi. In aggiunta, al fine<br />

di monitorare gli ecosistemi forestali<br />

che sono ritenuti tra i sistemi<br />

ambientali più vulnerabili<br />

(Lindner et al., 2010), il CSA<br />

ha predisposto specifiche metodiche<br />

per l’analisi post-evento,<br />

come l’elaborazione delle stime<br />

sulle coperture naturali delle<br />

aree precorse dall’incendio, sia<br />

a livello di unità amministrative<br />

(Nazionali, Regionali, Comunali)<br />

che di aree protette regionali<br />

e nazionali.<br />

Osservazioni della terra nella<br />

gestione delle emergenze ambientali:<br />

La stazione di ricezione<br />

satellitare real-time.<br />

Nell’ambito delle funzioni attribuite<br />

al CSA è operativa in<br />

ISPRA dal 2021 un sistema di<br />

ricezione satellitare dello stream<br />

High Volume Service-2 EU-<br />

METCast. EUMETCast è un<br />

sistema di disseminazione che<br />

comprende un grande volume<br />

di dati satellitari di interesse<br />

meteorologico, atmosferico<br />

e marino provenienti non<br />

solo dall’agenzia europea EU-<br />

METSAT ma anche dalla rete<br />

europea dei Sentinel-Copernius,<br />

dai dati elaborati dai Satellite<br />

Application Facilities (SAF),<br />

dalla NASA e dalla NOAA. Tra<br />

i dati ricevuti in continuo sono<br />

i prodotti del SEVIRI del ME-<br />

TEOSAT MS 2G (e in prossimo<br />

futuro METEOSAT 3G)<br />

dati AVHRR METOP, MODIS<br />

Terra ed Aqua, TROPOMI Sentinel-5P,<br />

Poseidon-4, Sentinel-6<br />

ed OLCI Sentinel-3. Il servizio<br />

è importante per garantire il<br />

monitoraggio in tempo reale<br />

dello stato dell'atmosfera e del<br />

mare in Europa e nel Mediterraneo.<br />

Il sistema è il complemento<br />

fondamentale del Sistema<br />

Idro-Meteo-Mare (SIMM) per<br />

la previsione numerica meteomarina<br />

dell’ISPRA. Viene riportato<br />

ad esempio il caso recente<br />

delle previsioni dello sviluppo<br />

di un ciclone mediterraneo sulla<br />

Sicilia orientale per il 10 febbraio<br />

<strong>2023</strong>. Sono rappresentate le<br />

previsioni a 24 ore dello stato<br />

del mare in termini di altezza<br />

significativa sulla Sicilia e le<br />

osservazioni da satellite con il<br />

prodotto Air Mass RGB sull'Europa<br />

che dimostra la presenza<br />

del ciclone nel Mediterraneo<br />

Centrale. Il prodotto Air Mass<br />

RGB usa i due canali di assorbimento<br />

del vapore acqueo e<br />

quello dell’ozono nella parte<br />

dello spettro infrarosso ed è in<br />

grado di distinguere le masse<br />

d’aria fredda di origine polare<br />

(viola-blu) da quelle più calde<br />

di origine tropicale (verde).<br />

Fig. 3. Distribuzione areale degli inquinanti provenienti dal rogo di Centocelle (Roma), tra le<br />

18.45 4 le 19.30 del 09/07/2022, osservata dalle anomalie radiometriche. Le immagini sono<br />

l’elaborazione del segnale proveniente dal sensore SEVIRI del satellite EUMETSAT MSG. Il<br />

valore di riferimento utilizzato per il calcolo dell’anomalia è stato individuato sulla base di dati<br />

satellitari acquisiti sullo stesso punto in un giorno privo di copertura nuvolosa e analoghe condizioni<br />

stagionali (5 luglio 2022).<br />

Gestione delle emergenze<br />

ambientali in ambito marino:<br />

Sversamento di inquinanti alla<br />

foce del canale Agnena (Provincia<br />

di Caserta)<br />

Tra il 4 ed il 7 maggio del 2020<br />

è stata segnalata la presenza di<br />

un’estesa macchia scura nell’area<br />

costiera del Litorale Domizio<br />

nel Mar Tirreno meridionale<br />

alla foce del canale Agnena,<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

causata da uno sversamento<br />

di inquinanti proveniente dal<br />

canale. Il CSA ha provveduto<br />

all’ analisi dei dati OT disponibili<br />

nell’area marina costiera<br />

considerata, in corrispondenza<br />

della foce del canale Agnena in<br />

provincia di Caserta.<br />

In particolare, è stata effettuata<br />

una ricognizione dei cataloghi<br />

di dati satellitari OT distribuiti<br />

in modalità ‘open-access’ dal<br />

programma europeo Copernicus,<br />

da NASA e da USGS, per<br />

verificare la disponibilità di<br />

immagini satellitari acquisite<br />

da satelliti con orbita polare ad<br />

alta risoluzione spaziale sull’area<br />

interessata dall’evento. La<br />

ricerca nel catalogo Copernicus<br />

ha permesso di ottenere una<br />

serie di immagini acquisite<br />

dal sensore MSI, montato<br />

sulle piattaforme satellitari<br />

Sentinel-2A e Sentinel-2B. Dal<br />

catalogo dati USGS Earth Resources<br />

Observation and Science<br />

(EROS) è stata acquisita un’immagine<br />

acquisita con sensore<br />

ottico multispettrale OLI montato<br />

sulla piattaforma satellitare<br />

della NASA Landsat-8.<br />

Le immagini ottenute dello<br />

sversamento sono disponibili a<br />

partire dal 4 maggio 2020. Da<br />

queste è stato possibile individuare<br />

delle anomalie radiometriche<br />

nelle bande spettrali alla<br />

lunghezza d’onda del visibile, in<br />

particolare del blu e del verde<br />

(482-562 nm).<br />

La grandezza fisica considerata<br />

nell’elaborazione dei dati<br />

di ciascuna banda spettrale è<br />

chiamata water-leaving radiance<br />

reflectance, ρw, e rappresenta la<br />

misura del rapporto tra la radiazione<br />

elettromagnetica riflessa<br />

dalla colonna d’acqua e quella<br />

irradiata dal sole, escludendo<br />

l’assorbimento atmosferico.<br />

Questo dato si può ottenere<br />

da dati L1 MSI, per esempio,<br />

con l’uso di processori standard<br />

Fig. 4. Rilevazione di sversamento di carburante avvenuta il 7/10/2018 a largo della Corsica<br />

mediante l’applicazione di prodotti satellitari dal sensore MSI di Sentinel-2 (pannello superiore)<br />

e dal sensore SAR di Sentinel-1, con l’indicazione (punto rosso, in basso a destra) del<br />

luogo dell’incidente (pannello inferiore).<br />

specifici per l’ambiente marino<br />

per la correzione atmosferica<br />

distribuiti da ESA (Sen2Cor,<br />

SNAP). Dalle mappe di ρw<br />

è stato possibile identificare<br />

le anomalie radiometriche,<br />

in particolare le riduzioni di<br />

ρw, utili a determinare l’areale<br />

di distribuzione del plume in<br />

ambiente acquatico, originato<br />

dallo sversamento di materiale<br />

inquinante in prossimità della<br />

foce del canale Agnena, e monitorarne<br />

la sua evoluzione nel<br />

tempo. Dopo aver processato le<br />

immagini con un algoritmo di<br />

correzione atmosferica per target<br />

radiometrico acquatico denominato<br />

C2RCC (Brockmann<br />

et al. 2016), l’identificazione<br />

delle anomalie radiometriche<br />

nelle immagini è stata effettuata<br />

utilizzando una metodologia<br />

basata sull’impiego di un campo<br />

di riferimento. Si stima quindi<br />

il valore di assorbimento ∆ρw<br />

dal calcolo della differenza radiometrica<br />

tra il valore ρw nei<br />

pixel dell’immagine e un valore<br />

ρwRef di riferimento secondo la<br />

formula ∆ρw = ρw − ρwRef.<br />

Il valore di riferimento è stato<br />

selezionato sulla base del criterio<br />

di vicinanza geografica,<br />

identificato a partire dal valore<br />

dai pixel nell’intorno spaziale<br />

dell’area interessata dalla dispersione<br />

del plume. L’anomalia radiometrica<br />

dovuta al passaggio<br />

del plume scuro corrisponde a<br />

valori negativi di ∆ρw, calcolati<br />

dalla differenza con il valore<br />

ρwRef di riferimento, determinando<br />

quindi un’attenuazione<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 37


REPORT<br />

radiometrica. Allo scopo di<br />

garantire maggiore robustezza<br />

nella stima quantitativa, il calcolo<br />

di ∆ρw è stato effettuato a<br />

partire da due bande spettrali.<br />

Un esempio del risultato dell’elaborazione<br />

è riportato nella Figura<br />

2 che mostra, per il giorno<br />

05/05/2020, l’immagine true<br />

color e l’attenuazione radiometrica<br />

(anomalia) ricavata dall’analisi<br />

dei dati del Sentinel-2A<br />

MSI. È visibile il plume che<br />

abbraccia la foce del canale<br />

Agnena e si distribuisce lungo la<br />

costa. La forma simmetrica del<br />

plume intorno alla foce, stante<br />

le condizioni meteo-marine, è<br />

associata ad uno sversamento<br />

prolungato continuamente nel<br />

tempo in assenza di correnti locali<br />

e di vento, come osservato<br />

presso le stazioni della rete mareografica<br />

nazionale di ISPRA<br />

nei giorni dell’evento.<br />

Fig. 5. Rilevazione dell’incendio di Montiferru del 25 luglio 2021 come visto dal sensore MSI<br />

di Sentinel-2 (pannello in alto a sinistra) e l’elaborazione per ottenere i fronti di incendio<br />

(pannello in alto a destra), superficie percorse da incendio (aree in grigio) e distribuzione degli<br />

ecosistemi terresti (aree colorate) nel caso dell’incendio di Montiferru occorso tra il 23 e 30<br />

luglio del 2021 in Sardegna (pannelli in basso).<br />

Gestione delle emergenze<br />

ambientali in ambito terrestre:<br />

l’incendio alla periferia<br />

di Roma del 9 luglio 2022<br />

Il CSA, il giorno 9 luglio 2022,<br />

si è attivato per seguire la dispersione<br />

in atmosfera di una<br />

nube (plume atmosferico) generata<br />

dall’incendio avvenuto in<br />

località Centocelle, un quartiere<br />

periferico di Roma. Per monitorare<br />

l’evento sono state utilizzati<br />

i dati SEVIRI del Meteosat<br />

Second Generation (MSG2-10)<br />

rapid scan con frequenza a cinque<br />

minuti, con una tecnica di<br />

analisi basata sull’individuazione<br />

di anomalie radiometriche<br />

riconducibili a nubi di materiale<br />

in sospensione di origine artificiale.<br />

Dai dati acquisiti dal<br />

sensore ottico multispettrale<br />

SEVIRI (maggiori informazioni<br />

sullo strumento SEVIRI<br />

sono descritte in Schmetz et<br />

al. 2002), ricevuti ed elaborati<br />

dalla stazione di ricezione<br />

di ISPRA, è stato possibile individuare<br />

le anomalie radiometriche<br />

nelle bande spettrali alla<br />

lunghezza d'onda del visibile e<br />

infrarosso vicino (0.635, 0.81,<br />

1.64 e canale HRV).<br />

L’identificazione delle anomalie<br />

radiometriche dalle immagini<br />

SEVIRI è stata effettuata utilizzando<br />

una metodologia basata<br />

sul confronto tra le immagini<br />

dell’evento e un’immagine di<br />

riferimento acquisita prima che<br />

l’evento si verificasse (Kluser<br />

et al. 2008). I valori negativi<br />

riscontrati sono corrispondenti<br />

alla presenza del plume atmosferico.<br />

Dall’analisi delle attenuazioni<br />

radiometriche riscontrate<br />

dal processamento delle immagini<br />

è stato possibile individuare<br />

l’estensione e lo spostamento<br />

della nube prodotta dall’incendio<br />

di depositi di autovetture in<br />

fase di demolizione. In Figura<br />

3, viene mostrata l’evoluzione<br />

temporale del plume atmosferico<br />

a partire dalle 18:45 fino alle<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

19:30 con mappe aggiornate<br />

ogni 15 minuti.<br />

Gestione delle emergenze<br />

ambientali in ambito marino:<br />

individuazione sversamento<br />

di olio combustibile nel Mare<br />

Ligure<br />

Il 7 ottobre 2018 è avvenuta<br />

una collisione tra la motonave<br />

Ulisse e la nave portacontainer<br />

Cls Virginia al largo della Corsica.<br />

L'incidente ha provocato<br />

la fuoriuscita di centinaia di<br />

metri cubi di 'fuel oil' (olio carburante)<br />

dalla portacontainer,<br />

che ha prodotto una chiazza<br />

che si è estesa in mare per circa<br />

venti chilometri. Il Centro ha<br />

utilizzato per la caratterizzazione<br />

dello sversamento in mare<br />

di olii combustibili (oil spill) sia<br />

analisi basate su dati spettrali<br />

provenienti dal MSI Sentinel-2<br />

che dal radar SAR Sentinel-1.<br />

Le sostanze oleose galleggianti<br />

mostrano una risposta radiometrica<br />

e meccanica differente<br />

da quella tipica della superficie<br />

d’acqua, soprattutto alle lunghezze<br />

d’onda del visibile e vicino<br />

infrarosso, che può consentire<br />

l’individuazione dell’area di<br />

dispersione e in certe circostanze<br />

la stima dello spessore delle<br />

sostanze oleose galleggianti. In<br />

Figura 4 vengono mostrati i risultati<br />

ottenuti dalla rilevazione<br />

di una macchia di carburante<br />

fuoriuscito dai serbatoi di una<br />

delle motonavi speronata nel<br />

Mar Ligure.<br />

Gestione delle emergenze<br />

ambientali in ambito terrestre:<br />

monitoraggio incendi<br />

boschivi, il caso di Montiferru<br />

(provincia di Oristano)<br />

A seguito dell’innesco di numerosi<br />

incendi nel mese di luglio<br />

2021, il CSA ha generato prodotti<br />

di sorveglianza ambientale<br />

a supporto delle attività di<br />

contrasto agli incendi operate<br />

dal Dipartimento di Protezione<br />

Civile e Regione Sardegna.<br />

Gli elaborati cartografici sono<br />

stati generati a partire da dati<br />

ottici multispettrali ad elevata<br />

risoluzione spaziale acquisiti dal<br />

sensore MSI Sentinel-2, dal sensore<br />

Enhanced Thematic Mapper<br />

Plus Landsat-7 e da sensore OLI<br />

Landsat-8. I dataset sono stati<br />

ottenuti dai cataloghi Copernicus<br />

Sentinel Hub ed EROS<br />

quando disponibili, tipicamente<br />

nella finestra temporale di 3-6<br />

ore dopo l’orario di acquisizione<br />

dello strumento.<br />

Il Centro ha fornito al SNPC<br />

elaborati cartografici relativi alla<br />

localizzazione dei fronti di fuoco<br />

attivi e alla perimetrazione<br />

delle aree percorse da fuoco, in<br />

diverse fasi di evoluzione degli<br />

eventi incendiari, allo scopo di<br />

fornire informazioni per il monitoraggio<br />

dell’avanzamento dei<br />

fronti di fiamma e supportare il<br />

coordinamento delle operazioni<br />

di spegnimento con l’utilizzo<br />

anche dei mezzi aerei.<br />

Le aree caratterizzate da fronti<br />

di fuoco attivo dell’incendio<br />

sono state individuate attraverso<br />

l’utilizzo delle bande spettrali<br />

nell’intervallo radiometrico<br />

dell’infrarosso a onde corte, che<br />

registra valori di radianza elevati<br />

in caso di emissività dovuta<br />

alla presenza fiamme. Le aree<br />

percorse da incendio sono state<br />

identificate attraverso la comparazione<br />

dei valori di diversi<br />

FIG. 6. Struttura di elaborazione per la mappatura degli ecosistemi forestali Ecosystem Classification Model - ECM-F4. Scelta delle variabili<br />

(pannello di sinistra), algoritmo di classificazione (pannello centrale) e risultato a scala nazionale ed a scala locale: la regione Lazio<br />

(pannello di destra).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 39


REPORT<br />

indici spettrali, calcolati come<br />

differenza tra l’acquisizione satellitare<br />

in corso evento (o postevento)<br />

e l’acquisizione satellitare<br />

prima dell’evento. I valori di<br />

differenza tra gli indici spettrali,<br />

selezionati sulla base della risposta<br />

radiometrica caratteristica<br />

delle aree percorse da incendio<br />

sono stati combinati attraverso<br />

l’impiego di un Agreement Index<br />

(Smiraglia et al. 2020). La<br />

selezione effettuata da operatori<br />

esperti degli indici spettrali più<br />

adatti per ciascuna acquisizione<br />

satellitare, con bande spettrali<br />

affette in maniera minore dalla<br />

presenza di aerosol atmosferico,<br />

ha consentito in alcuni casi<br />

l’individuazione della superficie<br />

percorsa da incendio in aree<br />

caratterizzate dalla presenza<br />

di plume atmosferico generato<br />

dalla combustione della vegetazione.<br />

Inoltre, le informazioni<br />

relative alle aree percorse da incendio<br />

sono state integrate con<br />

informazioni tematiche relative<br />

alla presenza di aree protette e<br />

le coperture vegetali derivate<br />

da specifici prodotti di mappatura.<br />

Come riportato in Figura<br />

5, sono mostrati gli elaborati<br />

cartografici relativi a fronti di<br />

fiamma attivi e aree percorse da<br />

fuoco, dell’incendio avvenuto<br />

nell’area di Montiferru (provincia<br />

di Nuoro) nel periodo 23-<br />

30 luglio 2021, generati a partire<br />

dall’analisi di acquisizioni<br />

satellitari Sentinel-2 MSI. Come<br />

analisi post-evento sono state<br />

analizzate le coperture vegetali<br />

bruciate dall’incendio sulla base<br />

della classificazione degli habitat<br />

con il metodo descritto nel<br />

paragrafo successivo.<br />

Supporto alle crisi ambientali:<br />

superficie boschiva percorsa<br />

da incendi in Italia<br />

Fornire esplicite informazioni<br />

spaziali riguardanti i diversi<br />

tipi di ecosistemi permette di<br />

Fig. 7. Distribuzione spaziale degli incendi nel 2022 su base regionale.<br />

supportare una buona gestione<br />

delle foreste e di prendere delle<br />

decisioni bilanciate in termini<br />

di sostenibilità. Le foreste forniscono<br />

legname per attività<br />

industriale, luoghi per attività<br />

turistico-ricreative, permettono<br />

il sequestro dell’anidride carbonica,<br />

sono funzionali alla tutela<br />

della biodiversità, e riducono il<br />

rischio dovuto a valanghe o frane.<br />

Diventa così indispensabile<br />

la conservazione del patrimonio<br />

boschivo nazionale.<br />

Il CSA ha sviluppato un sistema<br />

per la stima delle superfici<br />

di ecosistemi forestali presenti<br />

nelle aree percorse da incendi.<br />

Al fine di poter valutare gli<br />

effetti sugli ecosistemi forestali<br />

degli incendi boschivi in Italia<br />

è stato in primo luogo necessario<br />

mappare la superficie degli<br />

ecosistemi boschivi e forestali.<br />

Il Centro, a tale scopo, ha sviluppato<br />

un modello ad hoc di<br />

classificazione basato su metodi<br />

di machine learning. In questo<br />

modello le classi forestali da<br />

classificare sono ottenute da<br />

un geo-database di presenze<br />

di ecosistemi forestali e il set<br />

di variabili di predizione sono<br />

variabili ambientali relative<br />

alle caratteristiche geomorfologiche,<br />

climatiche e spettrali<br />

(es. indici di vigoria vegetale).<br />

Queste ultime sono state ottenute<br />

da dati ottici multispettrali<br />

ad elevata risoluzione spaziale<br />

acquisiti dal sensore MSI<br />

Sentinel-2. L’insieme dei dati<br />

predittori è stato usato per<br />

calibrare un modello con algoritmo<br />

Random Forest (Breiman2001)<br />

ed individuare così<br />

la relazione con la variabile di<br />

risposta che definisce le varie<br />

classi di ecosistemi forestali<br />

(Agrillo et al. 2021).<br />

Il modello permette di classificare<br />

le foreste italiane in 4<br />

tipologie, latifoglie decidue<br />

(T1), latifoglie sempreverdi<br />

(T2), aghifoglie semprever-<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


REPORT<br />

di (T3) e aghifoglie decidue<br />

(T34). Il prodotto di classificazione<br />

ottenuto è stato definito<br />

Ecosystem Classification Model<br />

- ECM-F4. La Figura 6 mostra,<br />

in forma sintetica, le fasi di<br />

elaborazione che permettono<br />

la realizzazione del prodotto di<br />

classificazione degli ecosistemi<br />

forestali sul territorio italiano.<br />

Il secondo elemento del sistema<br />

è la distribuzione spaziotemporale<br />

delle superfici<br />

incendiate basata sui prodotti<br />

del catalogo europeo in ambito<br />

Copernicus-Emergency denominato<br />

European Forest Fires<br />

Information System (EFFIS, San-<br />

Miguel-Ayanz2012), sviluppato<br />

grazie alle risorse dell’Unione<br />

Europea che si sta impegnando<br />

da tempo per proteggere le<br />

foreste continentali e renderle<br />

più resilienti contro i rischi<br />

dettati dagli incendi. Il CSA ha<br />

sviluppato una procedura per<br />

definire la stima delle superfici<br />

boschive incendiate annualmente<br />

e stagionalmente per l’Italia.<br />

La sovrapposizione tra le informazioni<br />

sulle aree interessate da<br />

incendio distribuite da EFFIS<br />

e le informazioni fornite dal<br />

prodotto ECM-F4 per le stesse<br />

aree, permette di ottenere le informazioni<br />

sulle superfici degli<br />

ecosistemi forestali che sono<br />

stati interessate dagli incendi<br />

a livello nazionale, regionale,<br />

comunale e nelle aree protette.<br />

Queste informazioni vengono<br />

elaborate e collezionate all’interno<br />

di un database relativo<br />

alle aree percorse da incendio<br />

Burnt Areas Database (BAD).<br />

I dati vengono collezionati<br />

giornalmente e messi a sistema<br />

con altri dataset spazializzati,<br />

permettendo il monitoraggio<br />

delle aree percorse da incendio<br />

in tempo quasi reale (in termini<br />

di superficie bruciata) e delle<br />

relative componenti naturali<br />

(ecosistemi) a diverse scale amministrative<br />

(comunali, provinciali,<br />

regionali e nazionali). Un<br />

esempio di questa applicazione<br />

sono le statistiche prodotte per<br />

l’anno 2022, anno in cui in Italia<br />

hanno bruciato più di 68000<br />

ettari di superficie, di cui oltre il<br />

20% appartenente alle coperture<br />

forestali. La Figura 7 mostra<br />

la superficie percorsa da incendio<br />

nel 2022 su base regionale.<br />

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3. https://www.dlr.de/eoc/en/<br />

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Satellite Images. Remote Sens. 12, 1862.<br />

https://doi.org/10.3390/rs12111862<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Sorveglianza ambientale; osservazione<br />

della terra; osservazione dallo<br />

spazio; ambiente; incendi<br />

ABSTRACT<br />

Some environmental critical situations<br />

such as air and water pollution, forest fires<br />

and exceptional Mediterranean cyclones<br />

are presented to highlight the importance<br />

of Earth Observation (EO) techniques for<br />

environmental protection and monitoring.<br />

Methods based on EO and the use<br />

of machine learning techniques for land,<br />

marine and air quality observations are<br />

operationally implemented by the CSA<br />

(Centro operativo di Sorveglianza Ambientale)<br />

at ISPRA (Istituto Superiore per<br />

la Protezione e la Ricerca Ambientale) to<br />

provide support for environmental protection<br />

and in the event of environmental<br />

crisis or emergency.<br />

AUTORE<br />

Emiliano Agrillo<br />

CSA, CN-CRE, ISPRA,<br />

emiliano.agrillo@isprambiente.it<br />

Federico Filipponi<br />

CSA, CN-CRE, ISPRA,<br />

federico.filipponi@isprambiente.it<br />

Roberto Inghilesi<br />

CSA, CN-CRE, ISPRA,<br />

roberto.inghilesi@isprambiente.it<br />

Alessandro Mercatini<br />

CSA, CN-CRE, ISPRA,<br />

alessandro.mercatini@isprambiente.it<br />

Alice Pezzarossa<br />

CSA, CN-CRE, ISPRA, alice.pezzarossa@isprambiente.it<br />

Nazario Tartaglione CSA, CN-CRE,<br />

ISPRA,<br />

nazario.tartaglione@isprambiente.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 41


NON TROPPO GEORIFERITO<br />

LIDAR IS DEAD ?<br />

Piena operatività delivery<br />

in Cina, esperimenti in USA<br />

e a Milano. Il fondamento<br />

dell'impianto cartografico<br />

3D si fa stringente, necessario<br />

e improrogabile<br />

a cura di<br />

Valerio Zunino<br />

Provate a immaginare. Nuvole di<br />

punti a densità elevata, georiferite<br />

a un livello di accuracy importante<br />

e ottenute semplicemente<br />

da una sequenza di immagini rgb<br />

scattate da una camera non necessariamente<br />

metrica, dotata di<br />

un ricevitore gnss professionale.<br />

E Reti Neurali, in grado di calcolare<br />

dati potenzialmente geografici<br />

provenienti da quelle immagini<br />

di cui siamo e saremo circondati<br />

anche ove ritenessimo di non<br />

aver prestato il consenso, anche<br />

se non saremo noi a rilevarle<br />

nonostante ci venga in qualche<br />

modo richiesto (Mapillary, etc..)<br />

ed anche, soprattutto, se saremo<br />

invece noi a risultare gli unici inconsapevoli<br />

rilevatori a pagamento,<br />

poichè pagheremo (paghiamo)<br />

per eseguire rilevamenti di cui<br />

altri beneficeranno molto più di<br />

quanto verrà concesso a noi. Sta<br />

già succedendo, certamente e in<br />

misura per molti inimmaginabile<br />

(Tesla, etc..).<br />

Presto non faremo neanche<br />

in tempo a tenere traccia<br />

del numero di soggetti<br />

economici che fonderanno tutto<br />

o parte, anche una piccola parte,<br />

del loro core sull'archiviazione<br />

ed eventualmente pubblicazione<br />

di sequenze di immagini archiviate<br />

e di proprietà. Quale che<br />

sia la provenienza di queste, in<br />

un futuro decisamente prossimo<br />

saremo sommersi da immagini<br />

di qualità più o meno elevata,<br />

riferite ai nostri territori ed<br />

espresse ad una qualsivoglia definizione,<br />

scala, orientamento e<br />

numero di dimensioni.<br />

Se qualcuno di noi può ottenere<br />

nuvole di punti georiferite utilizzando<br />

semplici sequenze di<br />

immagini, significa innanzitutto<br />

che esistono modelli di business<br />

che si fondano su questo, e per<br />

conseguenza esistono potenziali<br />

clienti che proprio in questo<br />

momento stanno pensando di<br />

concertarne uno, cucito addosso<br />

alle proprie necessità d'impresa,<br />

persone che magari qualche settimana<br />

o mese prima di ritenere<br />

interessante o necessario un<br />

proprio modello in quest'ottica<br />

(è proprio il caso di dirlo), avevano<br />

posto all'ordine del giorno<br />

dei rispettivi CdA l'opzione<br />

strategica dell'investimento in<br />

strumentazioni LIDAR.<br />

Sono cresciuto all'interno del<br />

mercato dei dati geografici e<br />

presto o tardi compresi che esiste<br />

una cosa chiamata fattore di<br />

scala, che già di per sé rappresenta<br />

l'elemento più rilevante<br />

dell'esistenza stessa di una molteplicità<br />

di segmenti produttivi<br />

nel tempo generati da questo<br />

mercato, la quale a sua volta è<br />

evidentemente in grado di condizionare<br />

le scelte di produttori<br />

e di fruitori della geoinformazione<br />

e che costituisce l'unico<br />

crocevia davvero fondamentale<br />

nella rete infrastrutturale degli<br />

investimenti, dell'equilibrio costi<br />

e ricavi, della tecnologia e, al<br />

momento sopra ogni altra cosa,<br />

della ricerca.<br />

Un fattore di scala definito permette<br />

di comprendere che cosa<br />

si può fare con un dato geografico<br />

piuttosto che con un altro.<br />

Un rilievo topografico al 1:200<br />

o al 1:500 permette di gestire e<br />

manutenere interi edifici, mentre<br />

una carta al 1:2000 o 1:5000<br />

consente attività pianificatorie<br />

o di controllo e gestione sugli<br />

edifici stessi, non operazioni di<br />

intervento. Natturalmente l'accuracy<br />

si paga, poiché gli strumenti<br />

e il tempo necessari per<br />

coprire una certa superficie ai<br />

diversi fattori di scala sono differenti.<br />

Da almeno 15 anni, almeno in<br />

ambito aerofotogrammetrico<br />

e satellitare, il fattore di scala<br />

si esprime diversamente: con<br />

l'avvento dei sensori digitali fu<br />

introdotto il concetto di GSD<br />

(Ground Sampling Distance),<br />

ovvero la distanza a terra tra<br />

i punti centrali di due pixel<br />

consecutivi che sono parte di<br />

un'immagine telerilevata. Più<br />

di recente, in ambito LIDAR, le<br />

point clouds sono valutate, fra<br />

l'altro, in termini di densità di<br />

punti per metro quadrato.<br />

Mentre in tutto questo frattempo,<br />

i diversi ricevitori GPS-<br />

GNSS hanno prodotto e producono<br />

precisioni misurate sulla<br />

base dei centimetri di errore<br />

medio di una sessione di rilevamento.<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong>


NON TROPPO GEORIFERITO<br />

Ma la questione è sempre quella.<br />

A parità di livello qualitativo del<br />

sensore utilizzato per le varie tipologie<br />

di rilevamento, almeno<br />

in termini di accuracy geometrica<br />

proposta o garantita, la sessione<br />

di lavoro consentirà un dettaglio<br />

e una precisione migliori<br />

con l'avvicinarsi dello strumento<br />

all'area da rilevare. E oggi,<br />

il riconoscimento delle entità<br />

geografiche tramite utilizzo di<br />

sistemi di Artificial Intelligence<br />

e delle discendenti Reti Neurali,<br />

segue le stesse medesime regole;<br />

solo, non richiede né offre l'utilizzo<br />

di strumentazioni di nuova<br />

concezione, apportando invece<br />

un cambio di passo tecnologico<br />

realizzato in gran parte attraverso<br />

attrezzature già esistenti e<br />

non necessariamente di ultima<br />

generazione. Questa è la rivoluzione<br />

più eclatante degli ultimi<br />

tempi in materia GEO-IT, lo<br />

stacco più significativo, il solco<br />

ideologico più profondo.<br />

Fin dai primi anni '90, noi tutti<br />

eravamo stati testimoni di ben<br />

poche effettive innovazioni e<br />

la tecnologia GIS è rimasta sostanzialmente<br />

sempre la stessa:<br />

molti esperti di lungo corso,<br />

ancora pochi anni fa ricordavano<br />

quanto continuasse a cambiare<br />

poco o niente in fatto di<br />

software capabilities, di ambiti<br />

applicativi, e in un certo senso<br />

per conseguenza, anche in fatto<br />

di skills professionali. Cosi,<br />

ci si arrovellava per trovare aree<br />

di interesse nuove utilizzando la<br />

medesima tecnologia di venti o<br />

trenta anni prima, interrotta per<br />

così dire soltanto dalla comparsa<br />

del world wide web, la quale<br />

aveva indotto le grandi software<br />

house globali alla creazione di<br />

linguaggi in grado di “semplicemente”<br />

consentire la migrazione<br />

della fruizione software in<br />

ambiente Internet per tutti quei<br />

settori produttivi che ne avrebbero<br />

ottenuto almeno un qualche<br />

beneficio.<br />

E poi, e siamo nel 2018 o giù<br />

di li, è partito il cambiamento,<br />

quello vero, progressivo, coinvolgente.<br />

L'operatività pratica<br />

delle tecnologie LIDAR e<br />

LIDAR SLAM si era dapprima<br />

affermata e poi diffusa nell'impiantistica,<br />

nei servizi a rete,<br />

nell'edilizia e nel BIM, e oggi<br />

fa capolino nell'urbanistica e<br />

nella cartografia, dove sta funzionando,<br />

seppure alla grande e<br />

grandissima scala. Ed è proprio<br />

questo il punto sul quale dobbiamo<br />

soffermarci con un po' di<br />

attenzione in più.<br />

Rappresentazione 3D, Digital<br />

Twin o Metaverso, quale che sia<br />

l'obiettivo finale (per quanto ci<br />

riguarda, dal punto di vista dei<br />

dati strettamente geografici utilizzati<br />

cambia piuttosto poco),<br />

oggigiorno un numero ridottissimo<br />

di Local Governments ha<br />

desiderato e al contempo potuto<br />

investire le ingenti risorse economiche<br />

necessarie per raggiungere<br />

gli obiettivi di cui sopra in relazione<br />

ai rispettivi territori amministrati:<br />

almeno in quest'ambito,<br />

il LIDAR costa troppo. Un<br />

territorio comunale può essere<br />

volato in poco tempo e restituito<br />

senza troppi patemi, ma la<br />

cartografia 2D non è più l'obiettivo<br />

di tutti come una volta<br />

e le riprese oblique non consentono<br />

la realizzazione del modello<br />

3D completo di un edificio,<br />

tantomeno nel totale rispetto<br />

delle specifiche LOD2 e LOD3<br />

definite dall'Open Geospatial<br />

Consortium. Di conseguenza<br />

occorre integrare con significative<br />

sessioni di rilevamento a<br />

terra. E qui l'entità del budget<br />

che si rende necessario cresce,<br />

anche a dismisura: attrezzature<br />

di svariata tipologia, attività sul<br />

campo, autoveicoli, licenze software<br />

(non esiste al momento<br />

un'offerta open source matura<br />

in materia di trattamento delle<br />

nuvole di punti), registrazione e<br />

classificazione delle aree rilevate,<br />

hardware.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°2-<strong>2023</strong> 43


NON TROPPO GEORIFERITO<br />

E allora? Disporre di un certo<br />

numero di “Google Car” aiuterebbe,<br />

ma fin dove ci potrebbe<br />

portare e a quali costi?<br />

Dinanzi a un quadro di questo<br />

genere ove l'obiettivo Digital<br />

Twin sia ritenuto importante<br />

o irrinunciabile, esiste un'altra<br />

strada. Percorrerla potrebbe<br />

rivelarsi molto interessante,<br />

soprattutto adesso, quando il<br />

traffico è ancora piuttosto scarso<br />

e su quella strada transitano soltanto<br />

coloro che si sono svegliati<br />

di buon ora.<br />

Nel campo dell'apprendimento<br />

automatico, le reti neurali<br />

sono quanto di meglio. Esse<br />

fondano evidentemente la loro<br />

natura sulle metodologie tipiche<br />

dell'Intelligenza Artificiale<br />

per cosi dire, tradizionale.<br />

Affermano tuttavia uno step decisivo<br />

in più, quello di riconoscere<br />

e rispondere a stimoli non<br />

preprogrammati, per cui sono<br />

adatte a risolvere problemi più o<br />

meno imprevisti, proprio come<br />

fanno le cellule nervose in un<br />

essere umano.<br />

Attraverso le reti neurali è possibile<br />

riconoscere quindi entità<br />

grafiche-geografiche che presentano<br />

per loro natura caratteristiche<br />

non ripetute ma in qualche<br />

modo riconducibili a un livello<br />

di omogeneità, per conoscere il<br />

quale di solito si utilizza il discernimento.<br />

Emergono così opportunità importanti<br />

nella derivazione di una<br />

Cartografia 3D semiautomatica<br />

e costituita da feature classes<br />

ottenute quasi completamente<br />

da forme evolute di machine<br />

learning. Queste feature classes,<br />

livelli logici, layers o come le<br />

vogliamo chiamare in relazione<br />

alla nostra sensibilità e al nostro<br />

background formativo e professionale,<br />

possono quindi riversare<br />

sé stesse all'interno di un<br />

impianto geocartografico tridimensionale,<br />

inclusivo e descrittivo,<br />

completo delle pertinenti<br />

informazioni attributo desunte<br />

invece in modalità tradizionale,<br />

oppure anch'esse recepite da richieste<br />

eseguite ad un service AI<br />

come potrebbe essere lo stesso<br />

chatGPT, magari verticalizzato<br />

sulle informazioni oggettivabili<br />

sul territorio.<br />

Siamo andati un po' veloci, in<br />

quest'ultimo cenno, ma la materia<br />

è avvincente più di quanto<br />

si potrebbe pensare e avremo<br />

credo occasione in un prossimo<br />

articolo. Ora cerchiamo di capire<br />

che cosa potrà succedere sul<br />

mercato.<br />

Una volta che le reti neurali<br />

si affermeranno decisamente<br />

sul riconoscimento delle entità<br />

geografiche, non appena la<br />

percentuale di oggetti riconosciuti<br />

in modo univoco e automatico<br />

oltrepasserà la fatidica<br />

percentuale dell'85 per cento,<br />

cosa che pareggerà i conti con<br />

i rilevamenti LIDAR-SLAM di<br />

natura speditiva (se parliamo di<br />

urbanistica e di Digital Twin,<br />

l'entità delle superfici da attraversare<br />

non consente rilevamenti<br />

statici con alcuno strumento<br />

di precisione), ebbene allora si<br />

valuteranno i costi, che saranno<br />

impietosi nella condanna degli<br />

oggetti di cui al titolo di questo<br />

contributo. Stiamo riferendo al<br />

futuro prossimo, ma la cosa sta<br />

già accadendo.<br />

E c'è di più. Attraverso le reti<br />

neurali è possibile derivare anche<br />

i vettori delle entità geografiche<br />

riconosciute: le nuvole di<br />

punti diventano cioè un semilavorato<br />

di un prodotto completo,<br />

finito e a basso costo,<br />

ove il cerchio della realizzazione<br />

cartografica 3D di una copia<br />

fedele della realtà si va a chiudere.<br />

Allora il cliente finale potrà<br />

optare per una point cloud<br />

oppure per il modello vettoriale<br />

dell'AOI richiesta, in base alle<br />

proprie necessità applicative; in<br />

alternativa potrà avere entrambe,<br />

utilizzando l'una per finalità<br />

a questo punto rappresentative e<br />

l'altro per il calcolo e per la gestione<br />

delle entità cartografiche<br />

rappresentate e a disposizione.<br />

E tutto questo varrà per l'edificato,<br />

per le infrastrutture viarie,<br />

per la vegetazione, e poi per un<br />

numero di livelli logici teoricamente<br />

senza limiti.<br />

Il LIDAR rimarrà ancora per<br />

un po' il cavallo di Troia ideale<br />

per una strategia commerciale<br />

calata sul politicamente corretto<br />

e ricorrente: poggiata cioè sulla<br />

promozione di uno strumento<br />

adatto a sollecitare l'immaginario<br />

collettivo sul piano delle<br />

attività di rilevamento tecnico<br />

di precisione. E lo sarà fino a<br />

quando risulterà sufficientemente<br />

rassicurante esibire l'utilizzo<br />

di questo tipo di sensore<br />

con finalità di vendita o di realizzazione<br />

di servizi conto terzi<br />

attraverso di esso.<br />

Ma il LIDAR è morto. Ne danno<br />

il triste annuncio gli sviluppatori<br />

più avveduti in ambito<br />

AI e GEO-AI. E lo fanno, anche<br />

grazie all'inevitabile supporto in<br />

termini di allineamento dati (e<br />

non di georeferenziazione) delle<br />

piattaforme geografiche libere,<br />

OSM in testa. Non ci fossero<br />

state queste, sarebbe stato un<br />

problema serio. Siamo arrivati<br />

fin qui anche grazie al loro contributo.<br />

“Anyone relying on lidar is doomed.<br />

Doomed” (Elon Musk).<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Lidar; GEO-AI; rete neurali; intelligenza<br />

artificiale; SLAM<br />

AUTORE<br />

Valerio Zunino<br />

info@studiosit.it<br />

StudioSit<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°2-2022


C’è vita nel nostro mondo.<br />

Trasformazione e pubblicazione di dati<br />

territoriali in conformità a INSPIRE<br />

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CON I RILIEVI AEREI IPERSPETTRALI<br />

MONITORIAMO L’AMBIENTE URBANO<br />

E PROPRIETÀ NON VISIBILI ALL’OCCHIO<br />

UMANO<br />

Le proprietà della superficie terrestre, siano esse di origine<br />

naturale o antropica, possono essere indagate in modo<br />

avanzato con rilievi aerei che impiegano isensori iperspettrali,<br />

ovvero camere ottiche che registrano centinaia<br />

di bande all’interno dello spettro elettromagnetico nel<br />

visibile e non visibile, permettendo di ricavare in modo<br />

continuo molte informazioni invisibili all’occhio umano.<br />

Inoltre, se si utilizza un sensore iperspettrale da drone, si<br />

ottiene anche un alto livello di dettaglio spaziale.<br />

È proprio grazie a questi sensori che possiamo studiare<br />

caratteristiche del territorio altrimenti difficilmente monitorabili!<br />

AVT Airborne Sensing Italia esegue rilievi con areo e con<br />

drone avendo a disposizione una vasta gamma di sensori,<br />

ognuno adatto ad un determinato scopo, inclusi i sensori<br />

iperspettrali.<br />

Le applicazioni sono molteplici. In ambiente urbano le<br />

informazioni estratte sono fondamentali per un approccio<br />

intelligente allo urban green deal.<br />

Ad esempio, i prodotti estratti da un volo iperspettrale<br />

sono:<br />

• Mappa del verde urbano<br />

• Mappa di classificazione delle specie arboree<br />

• Stato di salute della vegetazione<br />

• Contenuto d’acqua nella vegetazione<br />

• Mappa dei materiali superficiali di copertura in<br />

ambiente urbano<br />

• Presenza di amianto<br />

• Presenza di pannelli solari<br />

• Mappa di classificazione dell’uso del suolo<br />

L’immagine rappresenta i risultati ottenuti da un volo<br />

iperspettrale eseguito nel Luglio 2022 sulla città di Ferrara<br />

e gentilmente concesso dal Comune di Ferrara. Altre immagini<br />

disponibili qui:<br />

https://rivistageomedia.it/Dati-geografici/con-i-rilieviaerei-iperspettrali-monitoriamo-l-ambiente-urbano-eproprieta-non-visibili-all-occhio-umano<br />

Se siete interessati o volete saperne di più sui prodotti,<br />

contattate l’indirizzo avt.asi@avt.at<br />

www.epsilon-italia.it<br />

www.inspire-helpdesk.eu


AGENDA<br />

2 – 7 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

ISPRS Geospatial Week<br />

<strong>2023</strong><br />

Cairo (Egitto)<br />

https://www.isprs.org/<br />

26-27 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

DroneX Trade<br />

Show&Conference<br />

Londra<br />

https://www.dronexpo.co.uk<br />

10-12 OTTOBRE <strong>2023</strong><br />

INTERGEO <strong>2023</strong><br />

Berlino (Germania)<br />

www.intergeo.de<br />

14-16 NOVEMBRE <strong>2023</strong><br />

TECHNOLOGY FOR<br />

ALL 8<br />

Roma<br />

https://technologyforall.it<br />

5 – 7 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

Commercial UAV Expo<br />

Las Vegas (USA)<br />

https://www.expouav.com/<br />

19-21 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

GeoVet <strong>2023</strong> International<br />

Conference<br />

Abruzzo (Italia)<br />

https://geovet<strong>2023</strong>.izs.it/<br />

27-29 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

65° Convegno Nazionale<br />

SIFET "Intersezioni<br />

disciplinari"<br />

Arezzo (Italia)<br />

www.sifet.org<br />

27–29 SETTEMBRE <strong>2023</strong><br />

Convegno Annuale AIC<br />

DAL PORTULANUS ALLA<br />

CARTOGRAFIA DIGITALE<br />

Rovereto (Italia)<br />

https://aic-cartografia.it/<br />

Roma<br />

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Progetto<br />

pedros<br />

P E R I M E T R A Z I O N E A U T O M A T I C A<br />

D I I N C E N D I C O N D R O N E<br />

E Q U I P A G G I A T O C O N S E N S O R E<br />

S P E C I F I C O<br />

Progetto finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana. ASI N. 2021-10-E.0

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