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Rivista bimestrale - anno XX - Numero 1/<strong>2016</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
URBANISTICA<br />
GNSS<br />
BIM<br />
RILIEVO TOPOGRAFIA<br />
CAD<br />
REMOTE SENSING SPAZIO<br />
EDILIZIA<br />
WEBGIS<br />
UAV<br />
SMART CITY<br />
AMBIENTE<br />
NETWORKS<br />
BENI CULTURALI<br />
LBS<br />
LiDAR<br />
Gen/Feb <strong>2016</strong> anno XX N°1<br />
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />
EGNOS e GALILEO<br />
per salvare vite<br />
umane sulle strade<br />
europee con e-Call<br />
Scansione Laser Terrestre<br />
e Sensori GNSS-RTK<br />
Measuring quality,<br />
understanding the value<br />
Lotta a due tra<br />
Google e Apple
Sotto<br />
controllo<br />
Codevintec Italiana<br />
via Labus 13 - Milano<br />
tel. +39 02 4830.2175<br />
info@codevintec.it<br />
www.codevintec.it<br />
Strumenti per lo studio<br />
del sottosuolo e dei fondali marini.<br />
Sai cosa c’è sotto?<br />
> Studio del sottosuolo<br />
georadar, sismica, geoelettrica,<br />
logger da foro.<br />
> Rappresentazione<br />
dei fondali e delle coste<br />
Multibeam, SideScanSonar,<br />
SubBottom Profiler.<br />
Photo: Sophie Hay<br />
> Vulcanologia<br />
e Monitoraggio sismico<br />
sismometri, gravimetri,<br />
inclinometri.<br />
> Monitoraggio ambientale<br />
e Ingegneria civile<br />
georadar, sismografi, laser<br />
scanner, magnetometri.<br />
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Tecnologie per le Scienze della Terra
Rilievo 3D, siamo pronti?<br />
Per identificare le tendenze attuali nel settore del rilievo 3D, una ricerca di mercato organizzata<br />
congiuntamente da BNP Media e dalla rivista POB ha portato interessanti risultati. L’intervista,<br />
rivolta principalmente ai lettori della rivista americana POB (Point Of Beginning), ha ricevuto<br />
risposta da professionisti che nella maggioranza dei casi - oltre l’80 per cento di tutti i partecipanti –<br />
hanno il ruolo di approvare o raccomandare alle loro aziende l'acquisto di attrezzature. Considerata<br />
la velocità attuale di adozione delle nuove tecnologie, molti geometri professionisti sentono il rischio<br />
professionale di rimanere indietro se non si muovono più che velocemente. Al contempo però, sempre<br />
i geometri segnalano una forte preferenza per gli strumenti tradizionali. Più del 90 per cento utilizza<br />
stazioni totali. L’indagine ha mostrato un lieve calo rispetto allo scorso anno, ma non una variazione<br />
statisticamente significativa. Un gap leggermente più grande è emerso per i sistemi GPS / GNSS il<br />
cui uso aumenta di anno in anno.<br />
Il 28% dei geometri utilizza strumenti specifici per il 3D, con un lieve aumento rispetto al 2015.<br />
Il software di modellazione continua a guidare la lista dei tools utilizzati, passando dal 58 per cento<br />
nel 2015 al 66 per cento nel <strong>2016</strong>. Un aumento più forte si è verificato invece sui laser scanner<br />
terrestri, quasi raddoppiando dal 19 per cento nel 2015 al 37 per cento nel <strong>2016</strong> (dati relativi al<br />
primo trimestre). Una preoccupante anomalia appare nei sistemi LiDAR aerei, che scendono dal 48<br />
al 23 per cento. Sicuramente l’avvento dei droni sta portando grandi problemi per le compagnie che<br />
gestiscono aerei per rilevamento.<br />
Gli intervistati inoltre segnalano che sia i college che le università (stiamo parlando degli Stati Uniti !)<br />
non sono adeguati alla formazione della prossima generazione di geometri che dovrà essere in grado<br />
di applicare la tecnologia 3D in modo corretto.<br />
Uso degli strumenti 3D (da Point of Beginnings e BNP Media)<br />
66% Software di modellazione 3D<br />
54% Nuvole di punti<br />
37% Laser scanner terrestri phase-based<br />
31% Camere fotogrammetriche<br />
31% Laser scanner terrestri time-of-flight<br />
23% Lidar aereo<br />
20% Lidar mobile terrestre<br />
La domanda di servizi 3D è in rapida crescita, secondo quanto riporta la metà degli intervistati.<br />
Una delle interessanti visioni di questa indagine è la percezione di ciò che sta guidando tale domanda.<br />
Il rapporto qualità / prezzo è il parametro principale che guida, ma questo viene sempre più segnalato<br />
come un fattore meno importante.<br />
L’aumento notevole che si registra è nell’uso del 3D nei mercati di largo consumo<br />
(film e videogiochi, per esempio) con un fattore del mercato di consumo che è passato da 3 per cento<br />
nel 2015 al 17 per cento nel <strong>2016</strong>.<br />
Il settore della topografia e cartografia ha abbandonato da tempo la vecchia separazione tra planimetria<br />
e altimetria che era dovuta alla semplificazione necessaria per le strumentazioni disponibili.<br />
Oggi tutti i rilievi nascono 3D e forse non abbiamo ancora messo a punto sistemi di gestione e<br />
valutazione che siano diversi dalle classiche proiezioni ortogonali con sezioni, prospetti e piante,<br />
ormai retaggio della citata separazione plano-altimetrica che riusciva, anche bene comunque, a<br />
rappresentare il mondo tridimensionale tramite proiezioni sui piani assonometrici fondamentali.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REPORTS<br />
Guest<br />
Geomatica per<br />
l’informazione climatica<br />
locale e per i Servizi<br />
Climatici<br />
Un caso di studio per<br />
l’area mediterranea<br />
di Emanuela Caiaffa, Luigi<br />
La Porta e Maurizio Pollino<br />
6<br />
LE RUBRICHE<br />
24 ASSOCIAZIONI<br />
46 MERCATO<br />
50 AGENDA<br />
12<br />
Salvare<br />
vite umane<br />
sulle strade<br />
europee<br />
eCall con<br />
EGNOS e<br />
Galileo<br />
di Marco Lisi<br />
In copertina un'immagine della casa<br />
"Spirent Solutions for the Automotive<br />
Industry". Fra i Servizi wireless, il cui<br />
fondamento è la connettività, rientra<br />
anche e sopratutto il sistema eCall. Ogni<br />
automobile ne sarà predisposta a partire<br />
dall'aprile 2018. L'iniziativa paneuropea<br />
è stata progettata per accelerare i tempi di<br />
risposta circa la gestione delle emergenze<br />
stradali. Questi dispositivi favoriranno la<br />
riduzione dei decessi sulle strade europee.<br />
(Credits: Spirent)<br />
Scansione laser<br />
terrestre e<br />
sensori GNSS-RTK<br />
per la creazione<br />
di modelli spaziali<br />
urbani<br />
di Luigi Colombo<br />
16<br />
geomediaonline.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
INSERZIONISTI<br />
Aerrobotix 15<br />
26 Monitoraggio innovativo<br />
per la gestione<br />
dell’inquinamento<br />
ambientale provocato da<br />
rilasci abusivi di rifiuti<br />
l’esperienza del<br />
progetto DroMEP<br />
di Carmine Massarelli, Maria Rita<br />
Muolo, Vito Felice Uricchio e<br />
Nicola Dongiovanni<br />
Esri Italia 25<br />
Flytop 22<br />
Geogrà 45<br />
Geomax 43<br />
Hexagon S&I 11<br />
Italdron 48<br />
Me.S.A. 31<br />
Planetek 23<br />
Progesoft 46<br />
Sinergis 51<br />
Codevintec 2<br />
Epsilon 37<br />
Geografia<br />
intelligente<br />
e user experience<br />
Lotta a due tra<br />
Google e Apple<br />
nel mondo delle<br />
informazioni<br />
geospaziali per tutti<br />
di Domenico Santarsiero<br />
32<br />
Sistemi Territoriali 50<br />
TECHNOLOGYforALL 47<br />
Teorema 41<br />
Topcon 49<br />
Trimble 52<br />
38 Volunteered<br />
geographic<br />
information<br />
measuring quality,<br />
understanding the<br />
value<br />
by Vyron Antoniu<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
Direttore<br />
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />
Comitato editoriale<br />
Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale, Luigi<br />
Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi,<br />
Michele Fasolo, Flavio Lupia, Beniamino Murgante, Aldo<br />
Riggio, Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Attilio<br />
Selvini, Donato Tufillaro<br />
Direttore Responsabile<br />
FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />
Redazione<br />
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />
redazione@rivistageomedia.it<br />
Diffusione e Amministrazione<br />
TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />
Comunicazione e marketing<br />
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Progetto grafico e impaginazione<br />
DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />
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ISSN 1128-8132<br />
Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
Stampa: SPADAMEDIA srl<br />
VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />
Editore: mediaGEO soc. coop.<br />
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Science<br />
è di €<br />
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Technology Communication<br />
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Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />
riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />
qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />
sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />
Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 20 marzo <strong>2016</strong>.
FOCUS<br />
Geomatica per l’informazione climatica<br />
locale e per i Servizi Climatici<br />
Un caso di studio per l’area mediterranea<br />
di Emanuela Caiaffa,<br />
Luigi La Porta e Maurizio Pollino<br />
La diffusione dei dati relativi ai Cambiamenti<br />
Climatici deve prevedere una comunicazione,<br />
chiara, accessibile e percepibile da tutti: i Servizi<br />
Climatici si pongono come «interpretatori» dei<br />
dati climatici scientifici, da comunicare agli<br />
utenti finali per incontrare le loro necessità.<br />
Fig. 1 - Collocazione dei Servizi Climatici tra dati e osservazioni<br />
scientifiche, modelli previsionali e utenti finali.<br />
Il presente lavoro descrive un<br />
metodo per superare i problemi<br />
legati alla scienza dei<br />
cambiamenti climatici al fine di<br />
rendere quest’ultimi, e tutte le<br />
loro implicazioni, accessibili agli<br />
utenti finali: stakeholders, decisori<br />
politici, cittadini. Un moderno<br />
approccio scientifico, deve<br />
prevedere una comunicazione<br />
sulle condizioni climatiche, con<br />
particolare riguardo al tema dei<br />
cambiamenti climatici, chiara,<br />
accessibile e percettiva per tutti,<br />
soprattutto allo scopo di far sorgere<br />
il giusto interesse per questi<br />
temi. I risultati provenienti dallo<br />
studio dei cambiamenti climatici,<br />
oltre ad essere recepiti dai<br />
responsabili politici, che devono<br />
prendere decisioni che portino<br />
ad azioni concrete per mitigarne<br />
i possibili effetti negativi futuri,<br />
devono anche essere riconosciuti<br />
dai comuni cittadini che dovranno<br />
accettare eventuali restrizioni<br />
potenzialmente condizionanti le<br />
loro abitudini di vita (per esempio<br />
dei propri consumi energetici).<br />
Di conseguenza, appare necessario<br />
rigenerare il mondo dei policy<br />
makers in modo da renderlo più<br />
aperto e partecipe agli strumenti<br />
di comunicazione interattiva di<br />
rete.<br />
Caso di studio e obiettivi<br />
Viene descritto un caso di studio<br />
volto alla definizione di uno strumento<br />
in grado di rispondere ai<br />
seguenti requisiti:<br />
• sviluppare una metodologia in<br />
grado di fornire informazioni<br />
sul clima, a livello regionale, e<br />
anche a scala locale, adeguate,<br />
inerenti alla realtà e funzionali<br />
per le esigenze dei diversi segmenti<br />
della società [1, 2];<br />
• sviluppare uno strumento di<br />
tipo bottom-up, al fine di coinvolgere<br />
le parti interessate e i<br />
responsabili politici sin dalle<br />
prime fasi del processo di ricerca,<br />
con l’obiettivo di avere una<br />
buona visione delle loro specifiche<br />
esigenze a scala regionale e<br />
locale [3];<br />
• sviluppare un’applicazione<br />
WebGIS, basata su casi di<br />
studio relativi a diversi settori<br />
della società, come il turismo,<br />
l’energia, i rischi naturali (ad<br />
esempio, gli incendi) per l’area<br />
del Mediterraneo.<br />
Servizi Climatici: che cosa sono?<br />
I Servizi Climatici (SC) riguardano<br />
la produzione della conoscenza<br />
del clima e la sua comunicazione<br />
allo scopo, tra gli altri, di assicurare<br />
che la migliore disponibile<br />
scienza del clima riesca ad arrivare<br />
come notizia utile per tutti.<br />
I SC forniscono informazioni<br />
realistiche sul clima e funzionali<br />
alle esigenze di diversi fruitori<br />
che vanno dai semplici cittadini,<br />
agli stakeholders, ai responsabili<br />
politici, ai settori industriali ed<br />
agricoli, nonché quelli relativi a<br />
turismo, servizi, salute pubblica,<br />
ecc. Inoltre i SC ci informano<br />
del clima futuro per valutare e, se<br />
necessario, per contrastare le cause<br />
prime dei CC, studiare eventuali<br />
manovre di adattamento e nuove<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
FOCUS<br />
strategie di investimento.<br />
Sostanzialmente tra gli scopi dei<br />
Servizi Climatici ci sono i seguenti<br />
obiettivi:<br />
• compilare informazioni sul clima,<br />
redatte e trasmesse per soddisfare<br />
le esigenze degli utenti;<br />
• fornire informazioni del clima<br />
in modo da supportare il processo<br />
decisionale sia da parte di<br />
individui che di organizzazioni;<br />
• avere a disposizione un meccanismo<br />
di accesso alle informazioni<br />
efficace e che risponda<br />
alle esigenze degli utenti;<br />
• colmare l’ultimo miglio di distanza<br />
tra la grande quantità di<br />
dati climatici e le esigenze degli<br />
utenti finali.<br />
Servizi Climatici: comunicazione e<br />
visualizzazione<br />
Tra i ben noti problemi legati alla<br />
ricerca scientifica climatologica,<br />
si deve tenere conto del problema<br />
della comunicazione dei dati/<br />
risultati e della loro condivisione e<br />
visualizzazione.<br />
L’obiettivo dei Servizi Climatici<br />
è quello di fornire informazioni<br />
climatiche su misura, consultabili<br />
e personalizzabili, al fine di<br />
fornire gli strumenti decisionali<br />
per gli utenti finali, per ridurre<br />
la vulnerabilità delle loro attività<br />
e ottimizzare gli investimenti in<br />
vista della variabilità del clima e<br />
del suo cambiamento. La ricerca<br />
climatologica si basa su climi<br />
passati, presenti e futuri e produce<br />
previsioni su scale temporali<br />
mensili, stagionali o decennali,<br />
facendo anche uso di proiezioni<br />
climatiche a seconda dei diversi<br />
scenari di emissione di gas a effetto<br />
serra. Queste previsioni sono<br />
percepite dai responsabili politici,<br />
dai cittadini, ecc., con un certo<br />
grado di incertezza che diventa<br />
cruciale quando i soggetti interessati<br />
devono formulare misure<br />
di mitigazione che devono essere<br />
comprese e adottate. Un insieme<br />
di caratteristiche distinguono i<br />
dati sui cambiamenti climatici e<br />
si possono riassumere come: l’incertezza,<br />
la tipologia, il modo di<br />
come studiarli, le azioni con cui<br />
mitigarli, ecc. e, infine, ma non di<br />
minore importanza, la maniera di<br />
come comunicarli [4, 5].<br />
Il presente lavoro, utilizzando dati<br />
provenienti da modelli climatologici,<br />
dimostra come la Geomatica<br />
risulta adatta a caratterizzare territorialmente<br />
i fenomeni climatici<br />
coinvolti (figura 1) e quanto si sia<br />
rivelato utile creare un’applicazione<br />
geografica basata sul Web<br />
(WebGIS) per comunicare i dati e<br />
condividere i risultati.<br />
Materiali e metodi<br />
I modelli climatici rappresentano<br />
una buona parte dei processi<br />
fisici di una regione e sono utili<br />
per spiegare le variazioni di temperatura<br />
e precipitazioni, i cambiamenti<br />
di radiazione solare e la<br />
velocità del vento. L’area mediterranea<br />
è particolarmente interessata<br />
dai cambiamenti climatici e ci si<br />
aspetta per il futuro un aumento<br />
di temperatura con estati più secche.<br />
È possibile immaginare come<br />
questo aspetto rivesta la massima<br />
importanza sia per un’area densamente<br />
popolata sia per gli effetti<br />
sulle innumerevoli attività umane<br />
(turismo, agricoltura, piscicoltura,<br />
traffici navali, ecc.) che in essa, e<br />
su di essa insistono.<br />
Ma il vero problema cruciale è<br />
quello di realizzare finalmente<br />
una correlazione reale ed efficace<br />
tra scienziati e pubbliche amministrazioni,<br />
includendo anche<br />
organismi e istituzioni coinvolte<br />
nella preparazione di piani di<br />
prevenzione e nella classificazione<br />
dei potenziali impatti dei cambiamenti<br />
climatici.<br />
Dati iniziali<br />
Il modello regionale accoppiato<br />
PROTHEUS, è composto da<br />
un modello atmosferico regionale<br />
RegCM3 e dal modello<br />
oceanografico MITgcm, unito<br />
dall’accoppiatore OASIS3 [6].<br />
L’orizzonte temporale, di interesse<br />
per lo studio, è il periodo 2010-<br />
2050, al fine di comprendere i<br />
contributi sia di variabilità interdecennale,<br />
sia del cambiamento<br />
climatico. Tra i risultati prodotti<br />
dai modelli climatologici/matematici<br />
le grandezze caratterizzanti<br />
il presente studio sono: Climate<br />
Index (TCI), Wind Power (WP)<br />
e Fire Weather Index (FWI), che<br />
provengono da simulazioni condotte<br />
con i modelli climatologici<br />
MED44i_ERAINT e Protheus.<br />
I risultati delle simulazioni modellistiche<br />
effettuate per l’area<br />
mediterranea sono memorizzati<br />
come file in formato NetCDF<br />
(Network Common Data Form).<br />
Metodologie GIS e WebGIS<br />
Attraverso opportune elaborazioni,<br />
i file NetCDF sono stati<br />
trasformati in un formato GIS<br />
compatibile e opportunamente<br />
strutturati in un progetto GIS.<br />
In questo modo è stato possibile<br />
sfruttare i vantaggi di elaborare<br />
dati georiferiti, aggiungendo un<br />
nuovo significato dal punto di<br />
vista degli Indici Climatici, dato<br />
dalla possibilità di combinare<br />
queste informazioni con altri tipi<br />
Fig. 2 - Architettura<br />
logica del WebGIS<br />
CLIMRUN<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 7
FOCUS<br />
di dati caratterizzanti l’area dal<br />
punto di vista socio-economico.<br />
DataBase geospaziali e mappe<br />
vengono conservati e gestiti in un<br />
appropriato repository: possono<br />
essere visualizzati e interrogati<br />
per mezzo di un desktop GIS o<br />
via web (tramite un’applicazione<br />
WebGIS).<br />
Il WebGIS CLIMRUN<br />
Lo scopo principale del WebGIS<br />
CLIMRUN, dovendo comunicare<br />
risultati climatici, è di rendere<br />
territorialmente compatibili e facili<br />
da gestire, gli output dei modelli<br />
climatici, che forniscono dati sugli<br />
scenari attuali e futuri riguardanti<br />
alcuni temi di interesse come:<br />
Tourism Climatic Index ( TCI)<br />
[7, 8, 9] , Wind Power (WP) [10]<br />
e Fire Weather Index (FWI) [11,<br />
12].<br />
Il WebGIS CLIMRUN, utilizza<br />
software open source, il cui uso è<br />
regolato solo dalla licenza GNU<br />
General Public License. In particolare,<br />
come Web server e Web<br />
application, gli ambienti software<br />
utilizzati sono: GeoServer (http://<br />
geoserver.org) e Geo-Platform<br />
(https://github.com/geosdi/geoplatform)<br />
sviluppato da geoSDI<br />
(www.geosdi.org).<br />
Applicazione WebGIS<br />
L’applicazione WebGIS in oggetto<br />
è accessibile all’indirizzo:<br />
Fig. 3 - Esempio che mostra i cambiamenti del TCI.<br />
http://www.climrun.eu/webgisclimrun/index.html<br />
Dalle simulazioni condotte con<br />
modelli climatologici regionali<br />
come PROTHEUS (che ha un<br />
orizzonte temporale al 2050) e<br />
MED44i_ERAINT sono stati<br />
ricavati i seguenti indici: Tourism<br />
Climate Index (TCI), Wind<br />
Power (WPI), Fire Weather Index<br />
(FWI).<br />
Tourism Climate Index (TCI)<br />
Il TCI è un metodo per quantificare<br />
e classificare un “clima<br />
favorevole”, basato sulla nozione<br />
di “human comfort”, tipicamente<br />
per interessi turistici, con lo scopo<br />
di determinare se e come le risorse<br />
turistiche in Europa possano cambiare<br />
per ragioni legate ai cambiamenti<br />
Climatici [9].<br />
Il TCI è stato sviluppato da<br />
Mieczkowski [13] e consiste di<br />
cinque sub-indici ognuno rappresentato<br />
da una o due variabili<br />
climatiche pesate in accordo con<br />
la loro relativa importanza.<br />
La formula di Mieczkowski è:<br />
TCI = 2˖ [(4C dt<br />
+ C dl<br />
+ 2R+ 2S +W)] = 100 (1)<br />
in cui Cdt è il daytime comfort,<br />
Cdl è il daily comfort, R è la precipitazione,<br />
S è il sunshine e W è<br />
il vento.<br />
Il daytime comfort index Cdt usa<br />
le variabili: temperatura massima<br />
giornaliera e umidità relativa minima<br />
giornaliera ed ha un peso,<br />
nel calcolo del TCI, del 40%. Il<br />
daily comfort index usa le variabili:<br />
temperatura media giornaliera e<br />
umidità relativa ed ha un peso del<br />
10%. Il termine R è la precipitazione<br />
totale con peso del 20%,<br />
mentre S (sunshine) indica le ore<br />
totali di luce del sole con peso del<br />
20%. Infine, W è la velocità media<br />
del vento con peso del 10% [14].<br />
Per ottenere i cambiamenti che<br />
subirà il TCI nell’intervallo futuro<br />
2021-2050 (rispetto a quello<br />
dell’intervallo passato 1961-<br />
1990), si opera, mediante un<br />
approccio GIS-based, una sottrazione<br />
dei files ottenuti dalle elaborazioni<br />
e simulazioni dei modelli.<br />
Nella figura 3, che mostra la differenza<br />
tra le elaborazioni dello scenario<br />
del passato (1961-1990) e lo<br />
scenario previsto (2021-2050), si<br />
può vedere dove e in che misura si<br />
attendono cambiamenti del TCI,<br />
tenendo presente che “rosso” (class<br />
decrease) indica un peggioramento,<br />
che investe proprio l’area del<br />
bacino del Mediterraneo.<br />
Wind Power Index (WPI). I campi<br />
di vento possono essere considerati<br />
come variabile climatica<br />
d’interesse sia per la produzione di<br />
energia da rinnovabili [10], sia per<br />
la previsione del rischio naturale<br />
da incendi boschivi [15]. Oltre le<br />
previsioni now-casting e stagionali,<br />
per quanto riguarda il settore<br />
energetico, sarebbe necessario<br />
disporre di una modellazione<br />
del vento in un arco temporale<br />
più lungo in modo da avere una<br />
buona valutazione locale utile alla<br />
stima dei rischi che potrebbero<br />
influenzare il rendimento degli<br />
investimenti nel tempo.<br />
L’esempio mostrato in figura 8<br />
mostra l’andamento degli scenari,<br />
ottenuti analizzando i set di dati<br />
eolici su tutta l’area europea e<br />
mediterranea. La domanda a cui<br />
rispondere è: quali cambiamenti<br />
ci aspettiamo in termini di energia<br />
eolica?<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
FOCUS<br />
Essa diminuirà o aumenterà nei<br />
prossimi quarant’anni? Mappando<br />
gli scenari WP per i due intervalli<br />
di tempo, e WP_1961_1990,<br />
WP_2021_2050, e determinando<br />
la loro differenza, è stato possibile<br />
calcolare e poi visualizzare, le aree<br />
in cui la WP diminuisce e le aree<br />
in cui aumenta.<br />
Il tematismo del Wind Power,<br />
riportato in figura 4, mostra il<br />
risultato della differenza tra i due<br />
scenari: quello relativo al periodo<br />
2021 2050 e quello relativo al<br />
periodo 1961 1990. La rappresentazione<br />
cromatica mostra l’entità<br />
e la posizione sulla mappa dell’aumento<br />
o del decremento della<br />
Wind Power in termini di GWh/<br />
year. E’ possibile chiaramente<br />
individuare alcune zone, dell’Europa<br />
centrale e di alcune aree<br />
Mediterranee (che appaiono in un<br />
colore più vicino al rosso) in cui<br />
la differenza è in positivo: questo<br />
indica un aspettato aumento della<br />
Wind Power di circa 3 GWh/year.<br />
Fire Weather Index (FWI). E’ facile<br />
intuire quanto importante ed<br />
attuale sia il tema della occorrenza<br />
degli incendi boschivi e della loro<br />
intensità e vastità nonché delle<br />
loro implicazioni con i cambiamenti<br />
climatici. Risultati sulla<br />
tendenza del clima mediterraneo,<br />
sottolineano sempre più estati di<br />
siccità, in alcuni casi anche più<br />
lunghe rispetto alla durata della<br />
normale stagione [15].<br />
Il nome di questo indice, letteralmente<br />
Fuoco Meteo, ci indica<br />
che il FWI dipende fortemente<br />
da parametri meteorologici (come<br />
temperatura, pioggia, vento, etc.).<br />
Per investigare sulle relazioni tra<br />
il rischio incendi e le condizioni<br />
meteorologiche uno dei più<br />
accreditati metodi è il Canadian<br />
Fire Weather Index FWI (http://<br />
cwfis.cfs.nrcan.gc.ca/background/<br />
summary/fwi): un indice basato<br />
sulla meteorologia, sviluppato<br />
in Canada e usato in tutto il<br />
mondo, incluse l’Europa e l’area<br />
Mediterranea.<br />
Fig. 4 - Differenza tra i due scenari: 2021 2050-1961 1990 per il WPI.<br />
Il FWI è un utile strumento per<br />
stimare il pericolo del fuoco, in<br />
un modo generalizzato, basato su<br />
specifiche osservazioni meteorologiche<br />
come: valori medi giornalieri<br />
della temperatura massima<br />
dell’aria, umidità relativa, velocità<br />
del vento, cumulata delle precipitazioni<br />
sulle 24 ore. Tutto questo<br />
per calcolare i valori giornalieri di<br />
FWI.<br />
Per interpretare il trend del FWI<br />
mostrato nella figura 5, è ragionevole<br />
pensare che questo indice<br />
dipende fortemente dai parametri<br />
meteorologici come pioggia, temperatura,<br />
ecc. Le aree con una visibile<br />
differenza nei valori del FWI<br />
sono quelle più affette da siccità,<br />
aumento nel tempo della temperatura<br />
dell’aria, scarsità delle precipitazioni.<br />
Il risultato dello studio<br />
sta nell’individuare dove avviene<br />
il salto da una classe all’altra da<br />
parte dei valori dell’indice stesso.<br />
Il salto della classe può essere in<br />
positivo o in negativo e indica<br />
territorialmente dove ci si aspetta<br />
un cambiamento per il futuro,<br />
nell’intervallo di tempo 2021-<br />
2050. Una applicazione del FWI<br />
nel campo della pianificazione<br />
territoriale e della protezione civile<br />
potrebbe permettere un più efficace<br />
modo di prevenire gli incendi,<br />
una buona protezione delle foreste<br />
in qualsiasi periodo e, in particolar<br />
modo, nei periodi estivi e di<br />
particolare siccità. Tuttavia, è importante<br />
sottolineare che il FWI<br />
Fig. 5 - Differenza tra i due scenari: 2021-2050 (giugno, luglio, agosto) - 1961-1990 (giugno, luglio, agosto).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 9
FOCUS<br />
è calcolato prendendo in considerazione<br />
solo parametri meteorologici<br />
per l’area Mediterranea, non<br />
considerando importanti parametri<br />
come il land cover, le categorie<br />
di vegetazione e l’altitudine. Le<br />
zona con una maggiore differenza<br />
FWI (colore rosso sulla mappa di<br />
figura 6) sono quelle più colpite<br />
dalla siccità, aumento nel tempo<br />
della temperatura dell’aria, la scarsità<br />
piogge, etc.<br />
Conclusioni<br />
Allo scopo di accorciare le distanze<br />
che separano i cittadini<br />
dai politici, ed entrambe le categorie<br />
dal mondo accademico, sta<br />
sempre più avendo successo un<br />
nuovo modo di approcciare le<br />
informazioni tecnico-scientifiche.<br />
Il cambiamento dell’approccio dei<br />
responsabili politici ai problemi<br />
scientifici, fa emergere la necessità<br />
di sviluppare strumenti per aiutare<br />
a fare politica scientifica e tecnologica,<br />
e per condurre ricerca integrata<br />
volta ad individuare gli strumenti<br />
più favorevoli alla costruzione di<br />
una società europea basata sulla<br />
conoscenza.<br />
Il WebGIS CLIMRUN ha<br />
rivelato la sua efficacia nella<br />
pubblicazione e condivisione dei<br />
risultati provenienti da modelli<br />
matematici climatici con la possibilità<br />
di essere coerentemente<br />
legati al territorio. L’utilità del lavoro<br />
è stato quella di vedere dove<br />
insistono le differenze tra i diversi<br />
scenari e quindi dove sono aspettate<br />
variazioni e/o cambiamenti di<br />
temperatura, della disponibilità di<br />
energia eolica, ecc., che possono<br />
influenzare, ad esempio, le attività<br />
umane come il turismo, la produzione<br />
di energia da eolico, ecc.<br />
Infine, l’utilizzo di software opensource,<br />
è stato un fattore chiave in<br />
grado di semplificare la strada per<br />
la diffusione e la condivisione dei<br />
risultati ottenuti nell’ambito delle<br />
attività di ricerca.<br />
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Advances in Science and Research, Copernicus<br />
Publications, 2, pp.77-80 (2008)<br />
ABSTRACT<br />
The present paper describes a methodology<br />
developed for overcoming problems linked to<br />
the climate changes science in order to make<br />
it effectively accessible to end users: stakeholders,<br />
policy makers, citizens. In today’s scientific<br />
approach, communication on climatic information<br />
and on climatic changes condition,<br />
has to be clear, accessible and perceptive to<br />
everyone, to definitely arise the right interest<br />
on such problem. Results coming from climatic<br />
changes Research and Development projects,<br />
in addition to being accepted by policymakers,<br />
that have to take future decisions and practical<br />
actions to mitigate their possible negative<br />
effects, must also be recognized and believed<br />
by ordinary citizens that have to understand<br />
and accept restrictions, for example in energy<br />
consumptions, potentially affecting their habit<br />
of life. Accordingly, it will be necessary to regenerate<br />
policy-making world so as to make it<br />
more direct and potentially open to networking<br />
interactive communication tools.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geomatica; Servizi Climatici; GIS; WebGIS<br />
AUTORE<br />
Emanuela Caiaffa<br />
emanuela.caiaffa@enea.it<br />
Luigi La Porta , Maurizio Pollino<br />
ENEA National Agency for New Technologies,<br />
Energy and Sustainable Economic<br />
Development, UTMEA Energy and Environmental<br />
Modelling Technical Unit,<br />
C.R. Casaccia, Via Anguillarese, 301 – 00123<br />
Rome, Italy<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
FOCUS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 11
FOCUS<br />
Salvare vite umane<br />
sulle strade europee<br />
eCall con EGNOS e Galileo<br />
Fig. 1- Da Aprile 2015, il logo<br />
eCall sta diventando popolare<br />
in Europa (Fonte: Commissione<br />
Europea).<br />
di Marco Lisi<br />
Il 28 aprile 2015 il Parlamento<br />
Europeo ha votato a favore della<br />
“Regulation” (cioè la legge europea)<br />
eCall, che impone a tutti i nuovi<br />
modelli di autovetture e furgoni<br />
leggeri che verranno certificati per il<br />
mercato europeo di essere dotati di<br />
un nuovo sistema automatico per le<br />
emergenze, chiamato per l’appunto<br />
eCall, a partire da aprile 2018.<br />
Fig 2 - le quattro fasi d’intervento del sistema eCall. (Fonte: Commissione Europea).<br />
e<br />
Call sarà un servizio<br />
completamente gratuito,<br />
che fornirà aiuto alle<br />
vittime di incidente stradale il<br />
più rapidamente possibile. In<br />
caso di un grave incidente, l’apparecchiatura<br />
eCall a bordo del<br />
veicolo compone automaticamente<br />
il numero unico di emergenza<br />
europeo 112 e comunica<br />
ai servizi di emergenza la posizione<br />
esatta del veicolo ( e qui<br />
entra in gioco la rete mondiale<br />
dei GNSS, incluso Galileo), il<br />
momento del sinistro e la direzione<br />
di marcia (dato molto<br />
importante sulle autostrade e in<br />
galleria), anche se il conducente<br />
è incosciente o incapace di fare<br />
una chiamata telefonica.<br />
Una richiesta di emergenza<br />
eCall può tuttavia anche essere<br />
attivata manualmente, per<br />
esempio dal testimone di un<br />
grave incidente, premendo un<br />
pulsante di emergenza sul cruscotto<br />
dell’autoveicolo.<br />
Il concetto alla base di eCall<br />
fu originariamente presentato<br />
nel 1999 dai servizi tecnici<br />
della Commissione Europea<br />
all'inizio del progetto Galileo.<br />
Il concetto è stato sviluppato<br />
in una serie di atti legislativi<br />
necessari per rendere possibile<br />
il servizio finale: l'adeguamento<br />
dei centri di risposta di emergenza<br />
pubblica in tutta Europa<br />
(ad esempio, per visualizzare<br />
la posizione dell'incidente su<br />
mappe digitali), la facilitazione<br />
del trasferimento dei dati tra il<br />
veicolo e il centro di emergenza<br />
e, infine, l'inserimento su veicoli<br />
di un dispositivo eCall in<br />
grado di calcolare la posizione<br />
e comunicare con il centro di<br />
emergenza. Quest’ultimo ed<br />
importante atto legislativo si<br />
realizza per mezzo di un nuovo<br />
regolamento di omologazione:<br />
per essere venduti in Europa un<br />
nuovo modello di auto o furgone<br />
leggero deve essere dotato di<br />
un dispositivo eCall, compresa<br />
la funzione GNSS, che ha superato<br />
il relativo collaudo in<br />
laboratori autorizzati.<br />
La Commissione europea ha<br />
proposto per la prima volta il<br />
regolamento sull'omologazione<br />
eCall nel giugno 2013, stimando<br />
che, una volta che il sistema<br />
sarà a regime, potrebbe salvare<br />
centinaia di vite ogni anno e<br />
aiutare le persone ferite ad ottenere<br />
un recupero più rapido. [1]<br />
Il progetto eCall è stato sostenuto<br />
dall’associazione dei costruttori<br />
europei di automobili<br />
(ACEA) e da ERTICO – ITS<br />
(Intelligent Transport System)<br />
Europe, organizzazione che<br />
promuove la ricerca e definisce<br />
standard di settore.<br />
eCall sarà un importante infrastruttura<br />
di servizio europeo,<br />
derivante dalla sinergia di<br />
tecnologie di comunicazione<br />
avanzate con quelle offerte dall’<br />
infrastruttura di posizionamento,<br />
navigazione e sincronizzazione<br />
europea, basata sui sistemi<br />
EGNOS e Galileo.<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
FOCUS<br />
Che cosa è eCall<br />
e come funziona<br />
eCall è un sistema basato sul<br />
numero unico europeo di<br />
emergenza 112 e comprende le<br />
apparecchiature a bordo dei veicoli<br />
(“In-Vehicle System”, IVS)<br />
e l’infrastruttura per ricevere e<br />
gestire la richiesta di soccorso,<br />
che si attiva in modo automatico<br />
tramite sensori di bordo (ad<br />
esempio, quelli degli airbag) o<br />
manualmente.<br />
Il sistema scambia, per mezzo di<br />
reti pubbliche wireless per comunicazioni<br />
mobili, un<br />
set minimo di dati (“Minimum<br />
Set of Data", MSD, contenente<br />
informazioni critiche circa<br />
l’incidente) e stabilisce un canale<br />
audio (sempre basato sul<br />
numero 112) fra gli occupanti<br />
del veicolo ed un eCall "Public<br />
Safety Answering Point" (PSAP),<br />
che è un luogo fisico dove le<br />
chiamate di emergenza vengono<br />
ricevute sotto la responsabilità di<br />
un'autorità pubblica o di un'organizzazione<br />
privata riconosciuta<br />
dallo specifico Stato membro<br />
dell'Unione Europea.<br />
La connessione cellulare può anche<br />
essere attivata manualmente.<br />
In ogni caso, il collegamento<br />
112 voce è identificato come<br />
una chiamata di emergenza da<br />
parte del gestore di rete mobile<br />
(Mobile Network Operator,<br />
MNO), che instrada la chiamata<br />
al centro di interventi di emergenza<br />
o PSAP più appropriato. A<br />
quel punto l'operatore PSAP riceverà<br />
sia la chiamata vocale che<br />
il cosiddetto “insieme minimo di<br />
dati” (MSD), una parola digitale<br />
con una dimensione massima di<br />
140 byte che comprende l'esatta<br />
posizione geografica del veicolo,<br />
la direzione di marcia, la modalità<br />
(automatica o manuale), il numero<br />
di telaio ed altre informazioni<br />
utili ad attivare le squadre<br />
di pronto intervento necessarie<br />
a soccorrere le vittime di incidenti.<br />
L'operatore PSAP è anche<br />
in grado di ascoltare ciò che sta<br />
accadendo all'interno del veicolo<br />
e di parlare con gli occupanti. In<br />
questo modo, i servizi di emergenza<br />
più efficaci possono essere<br />
rapidamente spediti alla scena<br />
dell'incidente: ambulanza, vigili<br />
del fuoco, polizia, ecc.<br />
L'architettura del<br />
sistema eCall<br />
La figura 3 mostra l’architettura<br />
complessiva del sistema eCall.<br />
Un elemento chiave per il successo<br />
di eCall è l'automazione<br />
della notifica dell'incidente stradale,<br />
ovunque in Europa, con gli<br />
stessi standard tecnici e la stessa<br />
qualità del servizio, utilizzando<br />
“Public Land Mobile Networks”<br />
(PLMN) (ad esempio GSM e<br />
UMTS).<br />
Gli standard che descrivono<br />
la trasmissione dei dati eCall<br />
sono stati sviluppati dal Mobile<br />
Standards Group Technical<br />
Committee dello European<br />
Telecommunications Standards<br />
Institute (ETSI), insieme al<br />
3GPP (Third Generation<br />
Partnership Project), di cui<br />
l'ETSI è membro fondatore.<br />
Il 3GPP ha specificato i requisiti<br />
di telecomunicazione del<br />
servizio eCall, i protocolli di<br />
trasmissione dei dati e gli aspetti<br />
della rete di segnalazione. Il<br />
modem utilizzato per trasferire<br />
il MSD dal veicolo al PSAP<br />
è stato anche specificato dal<br />
3GPP.<br />
L’ETSI MSG ha inoltre fornito<br />
una guida generale ed ha<br />
sviluppato specifiche di prova<br />
standardizzate per consentire ai<br />
produttori di apparecchiature<br />
eCall di garantire l'interoperabilità<br />
dei loro prodotti.<br />
Il lavoro è anche in corso per<br />
sviluppare le specifiche ed assicurare<br />
che esse possano essere<br />
implementate su reti LTE / 4G<br />
(ed in futuro 5G).<br />
Le apparecchiature di bordo<br />
(“In-Vehicle Equipment”)<br />
Gli apparati di bordo del sistema<br />
eCall (Figura 4) devono essere in<br />
grado di iniziare, gestire e finalizzare<br />
la procedura di trasmissione<br />
del messaggio di soccorso (attivata<br />
in modo automatico tramite<br />
i sensori a bordo dei veicoli<br />
sensori ovvero manualmente).<br />
Tale messaggio contiene un set<br />
minimo di dati, tra i quali informazioni<br />
sulla posizione derivanti<br />
dal ricevitore di segnali GNSS.<br />
Attraverso le reti pubbliche wireless<br />
per comunicazioni mobili<br />
si deve ottenere un collegamento<br />
Fig. 3 - L’architettura<br />
complessiva del sistema<br />
eCall.<br />
Fig. 4 - Architettura dell’apparato di bordo eCall.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 13
FOCUS<br />
Fig. 5 - Il sistema ERA-GLONASS, realizzato nella<br />
Federazione Russa e compatibilecon il sistema europeo<br />
eCall (Fonte: Glonass Union).<br />
dati/voce quasi istantaneo con il<br />
PSAP più prossimo all’area del<br />
sinistro.<br />
I dati di posizione trasmessi si<br />
riferiscono all’ultima posizione<br />
nota del veicolo determinata<br />
dal ricevitore GNSS di bordo<br />
al momento dell’attivazione del<br />
messaggio. Nel caso in cui le informazioni<br />
disponibili non siano<br />
adeguate a fornire una determinazione<br />
affidabile della posizione,<br />
il dato di posizione conterrà<br />
la migliore stima basata sull’ultima<br />
posizione ottenuta in presenza<br />
di un’adeguata fonte di dati<br />
disponibili, ovvero su un calcolo<br />
basato su altre informazioni<br />
disponibili (“dead-reckoning” o<br />
navigazione stimata).<br />
ECall e GNSS: sfruttando le<br />
sinergie tra le infrastrutture<br />
europee<br />
La disponibilità di informazioni<br />
sulla posizione degli autoveicoli<br />
accurate ed affidabili è un elemento<br />
essenziale per il funzionamento<br />
efficace del sistema eCall.<br />
Per questo motivo il regolamento<br />
eCall prevede l’utilizzo di tutte<br />
le costellazioni di satelliti per la<br />
navigazione esistenti, richiedendo<br />
in particolare la compatibilità<br />
del sistema almeno con i servizi<br />
forniti dai sistemi europei<br />
Galileo ed EGNOS (“European<br />
Geostationary Navigation<br />
Overlay System”). L'obiettivo è<br />
di beneficiare di tutti i segnali<br />
GNSS disponibili per garantire<br />
la migliore disponibilità del segnale<br />
in ogni regione e in ogni<br />
condizione.<br />
Una speciale attenzione è stata<br />
dedicata nella stesura del regolamento<br />
eCall alle molte preoccupazioni<br />
derivanti dal trattamento<br />
dei dati personali relativi agli<br />
individui. La Commissione<br />
Europea ha adottato tutte le<br />
misure necessarie per salvaguardare<br />
la privacy degli occupanti<br />
dei veicoli, previa consultazione<br />
con le autorità nazionali di protezione<br />
dei dati ( i cosiddetti<br />
“Garanti della privacy”) e l'Ufficio<br />
Europeo per la Protezione<br />
dei Dati (“European Data<br />
Protection Supervisor office”).<br />
Il timore principale è che, attraverso<br />
le apparecchiature eCall<br />
installate nei propri veicoli, i<br />
cittadini europei possano essere<br />
continuamente controllati (ad<br />
esempio, nel loro comportamento<br />
di guida) e che, in ultima analisi,<br />
la loro “privacy” possa essere<br />
violata.<br />
Per rispondere a questa preoccupazione,<br />
la specifica dell’apparato<br />
eCall di bordo (“In-Vehicle<br />
System”, IVS) prevede che esso<br />
rimanga inattivo in trasmissione<br />
fino al malaugurato verificarsi<br />
di un grave incidente. Inoltre,<br />
qualsiasi trattamento di dati personali<br />
attraverso il sistema eCall<br />
rispetterà la legislazione in materia<br />
di dati personali e la tutela<br />
dei consumatori.<br />
Lo “stato dell’arte” dei<br />
sistemi di emergenza in<br />
Europa e nel mondo<br />
Sistemi proprietari simili ad<br />
eCall e che si basano su SMS e<br />
reti cellulari sono già oggi forniti<br />
da alcuni produttori di automobili.<br />
Il problema principale è<br />
stato finora la standardizzazione<br />
dei protocolli di comunicazione<br />
e delle apparecchiature a bordo<br />
dei veicoli, per non parlare<br />
della complicazione in termini<br />
di certificazione e di problemi<br />
di responsabilità derivanti dalla<br />
mancanza di una soluzione unica<br />
su scala europea.<br />
In pratica, ad oggi nell’Unione<br />
Europea solo circa l'1% dei<br />
veicoli sono attualmente dotati<br />
di sistemi di emergenza privati;<br />
inoltre, questi sistemi proprietari<br />
non offrono interoperabilità e<br />
continuità di servizio su tutto il<br />
territorio della UE.<br />
Nella Federazione Russa, un<br />
sistema denominato ERA-<br />
GLONASS (Figura 5) è stato<br />
ufficialmente approvato nel gennaio<br />
2015, dopo una risoluzione<br />
del governo della Federazione<br />
russa del 26 Dicembre 2014.<br />
Il sistema è simile a quello europeo<br />
eCall e si basa sulla compatibilità<br />
sia con il sistema globale<br />
di navigazione russo GLONASS<br />
sia con il sistema americano<br />
GPS. Le soluzioni tecnologiche<br />
sviluppate per il sistema ERA-<br />
GLONASS sono compatibili<br />
con eCall e possono essere integrate<br />
nel sistema europeo di<br />
chiamata di emergenza 112.<br />
In Nord America, servizi proprietari<br />
simili ad eCall sono<br />
forniti da alcuni importanti<br />
produttori di auto (ad esempio<br />
il sistema OnStar della General<br />
Motors).<br />
ECall: benefici attesi<br />
ed opportunità future<br />
Il primo e più importante motivo<br />
che ha spinto l'Unione Europea<br />
verso l'adozione del sistema eCall<br />
di chiamata di emergenza in ogni<br />
nuovo autoveicolo sulle strade<br />
d’Europa è la prevista riduzione<br />
dei decessi per incidenti: si stima<br />
che eCall, quando pienamente<br />
operativo, possa salvare ogni<br />
anno almeno 2500 vite umane,<br />
riducendo inoltre la gravità delle<br />
lesioni non mortali e la sofferenza<br />
umana ad esse associata.<br />
Le chiamate di emergenza effettuate<br />
da veicoli o telefoni cellulari<br />
che utilizzano tecnologie wireless<br />
possono già oggi aiutare a ridurre<br />
in modo significativo morti e<br />
feriti in incidenti stradali, ma i<br />
conducenti spesso hanno la consapevolezza<br />
imprecisa della loro<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
FOCUS<br />
posizione, soprattutto se su strade<br />
interurbane o all'estero. Nei casi<br />
più gravi, inoltre, le vittime potrebbero<br />
non essere in grado di<br />
chiamare perché seriamente ferite<br />
o intrappolate nel veicolo.<br />
Ma, anche lasciando da parte i<br />
benefici umanitari per i cittadini<br />
europei, eCall è supportata da un<br />
“business case” molto convincente:<br />
solo nel 2009, ci sono stati in<br />
Europa 1,15 milioni di incidenti<br />
stradali, con circa 35.000 vittime<br />
e 1,5 milioni di feriti: una vera e<br />
propria carneficina! Tutto ciò rappresenta<br />
un costo annuo di circa<br />
160 miliardi di euro per i paesi<br />
europei.<br />
In termini freddamente finanziari,<br />
eCall, offrendo una tempo di<br />
risposta alle emergenze fino al 50<br />
per cento volte più veloce e riducendo<br />
così i morti per incidente<br />
d'auto ed il numero di persone<br />
gravemente ferite, può far risparmiare<br />
ai contribuenti europei<br />
molti miliardi di euro ogni anno<br />
(fino a 20 miliardi di euro, secondo<br />
alcuni studi).<br />
Ulteriori benefici si possono poi<br />
aspettare dalla riduzione degli ingorghi<br />
di traffico causati da incidenti,<br />
con conseguente riduzione<br />
degli sprechi di carburante e delle<br />
emissioni di CO2.<br />
Con l’avvento della tecnologia<br />
eCall, in particolare con la disponibilità<br />
di ogni futuro veicolo<br />
europeo di apparecchiature di<br />
comunicazione e posizionamento<br />
wireless avanzate, si apre una vasta<br />
gamma di possibili applicazioni<br />
e servizi, ad esempio, i cosiddetti<br />
“Location Based Services” (LBS).<br />
Infatti, l'adozione della piattaforma<br />
eCall avvicinerà sicuramente<br />
i due mondi dell’”automotive” e<br />
delle telecomunicazioni.<br />
Case automobilistiche e fornitori<br />
potranno anche offrire una serie<br />
di nuovi servizi a valore aggiunto,<br />
letteralmente rivoluzionando il<br />
loro tradizionale approccio alla<br />
manutenzione e alla logistica.<br />
Con eCall sarà inoltre più facile<br />
implementare le applicazioni già<br />
esistenti, come l'assicurazione<br />
auto telematica "pay-as-youdrive",<br />
i pedaggi stradali elettronici<br />
ed il tracciamento dei veicoli<br />
(“fleet management”). Infine,<br />
è previsto anche un mercato<br />
retrofit. Quando eCall inizierà<br />
ad apparire nei veicoli di nuova<br />
produzione, molti utenti decideranno<br />
di aggiornare il loro veicolo<br />
con prodotti “after-market”.<br />
Uno sguardo al futuro<br />
L'implementazione di sistemi<br />
eCall in tutto il mondo renderà<br />
necessario stabilire requisiti<br />
uniformi per tali sistemi, con la<br />
definizione di un regolamento<br />
relativo ai sistemi di chiamata<br />
d'emergenza in caso di infortuni<br />
a livello delle Nazioni Unite.<br />
Questa iniziativa può favorire<br />
l'interoperabilità tra i sistemi e<br />
facilitare lo sviluppo di soluzioni<br />
armonizzate ai sensi dell’accordo<br />
del 1958 della Commissione<br />
Economica delle Nazioni Unite<br />
per l'Europa (UNECE).<br />
In generale, eCall rappresenta un<br />
ottimo esempio dell’utilizzo di<br />
tecnologie avanzate, in particolare<br />
quelle relative allo spazio ed alla<br />
navigazione, al diretto servizio<br />
dei cittadini. Costituisce inoltre<br />
un atto di presa di responsabilità,<br />
con autentico “spirito di servizio”,<br />
da parte dell’Unione Europea<br />
nell’ambito della gestione delle<br />
infrastrutture critiche della nostra<br />
società.<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
[1] The Impact Assessment performed by the European Commission<br />
in 2011 reports the figures on cost and benefits: http://<br />
ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=2252<br />
[2] “Road safety in the European Union. Trends, statistics and<br />
main challenges”. European Commission, March 2015: http://<br />
ec.europa.eu/transport/road_safety/pdf/vademecum_2015.pdf<br />
PAROLE CHIAVE<br />
eCall; Galileo; GNSS; Regulation; EGNOS<br />
ABSTRACT<br />
The article describes a new life-saving system envisaged for<br />
cars in the near future: eCall. This system was approved by the<br />
European Parliament in April 2015 and obliges all new models<br />
of cars and light vans, that will be certified for the European<br />
market, to integrate eCall automatic In-Vehicle Equipment<br />
for emergencies, starting from April 2018.<br />
AUTORE<br />
Dr. ing. Marco Lisi<br />
marco.lisi@ieee.org<br />
European Space Agency (ESA)<br />
• Rilievi batimetrici automatizzati<br />
• Fotogrammetria delle sponde<br />
• Acquisizione dati e immagini<br />
• Mappatura parametri ambientali<br />
• Attività di ricerca<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 15
REPORTS<br />
SCANSIONE LASER TERRESTRE E<br />
SENSORI GNSS-RTK PER LA CREAZIONE<br />
DI MODELLI SPAZIALI URBANI<br />
di Luigi Colombo<br />
L’articolo sviluppa i temi della<br />
ricostruzione metrica dell’ambiente<br />
urbano e del costruito, attraverso<br />
uno studio effettuato sulla cittadina<br />
termale di San Pellegrino Terme (BG),<br />
ben nota anche per i suoi rilevanti<br />
caratteri Liberty. Vengono descritti sia<br />
la fase di rilevamento con laser scanner<br />
terrestre e geo-referenziazione diretta,<br />
tramite sensori satellitari GNSS-RTK<br />
e la rete NetGeo, sia la costruzione di<br />
un modello 3D multi-scala con texture<br />
fotografiche dell’abitato.<br />
Fig. 1 - Scansione geo-referenziata di punti oggetto.<br />
L’<br />
innovazione tecnologica<br />
nel settore del<br />
rilevamento terrestre<br />
ha portato in anni recenti alla<br />
diffusione di sistemi automatizzati,<br />
comprendenti più sensori<br />
integrati e multi-funzione e l’immagine<br />
fotografica; questi sistemi<br />
possono eseguire sul campo<br />
una serie di operazioni metriche<br />
che vanno dalla georeferenziazione<br />
diretta di oggetti in un<br />
riferimento assegnato, all’acquisizione<br />
rapida delle loro geometrie<br />
spaziali (esterne, interne e<br />
di copertura) e di informazioni<br />
tematiche (colori, materiali,<br />
degrado) attraverso il supporto<br />
di tecnologie 3D, di tipo laser o<br />
fotogrammetriche di prossimità.<br />
I sistemi misurano da terra, sono<br />
trasportati su veicoli stradali o<br />
piccoli aeromobili a pilotaggio<br />
remoto di ultima generazione.<br />
Una fase di acquisizione del dato<br />
così evoluta consente di semplificare<br />
significativamente il processo<br />
di rilievo, incrementando da<br />
un lato la produttività generale e<br />
dall’altro la completezza dei sottoprodotti<br />
metrici di interesse,<br />
vettoriali e raster (prospetti, viste<br />
assonometriche e ortografiche,<br />
sezioni orizzontali e verticali,<br />
carte tematiche dei materiali e<br />
del degrado), estraibili dal modello<br />
3D.<br />
L’articolo affronta il tema del<br />
rilievo multi-scala del territorio<br />
urbano attraverso un’applicazione<br />
sul centro storico dell’abitato<br />
di San Pellegrino Terme; vengono<br />
utilizzate tecniche avanzate<br />
di laser-scanning, di notevole<br />
impegno per l’estensione e per il<br />
grado di dettaglio richiesti, con<br />
lo sguardo attento alle qualità<br />
dei manufatti architettonici e<br />
alla loro storia. Il tutto viene poi<br />
analizzato tramite la creazione di<br />
percorsi immersivi e navigabili<br />
di lettura e indagine nel modello<br />
virtuale ricostruito.<br />
Ne emerge il forte sviluppo ini-<br />
Fig. 2 - Bracket<br />
di ancoraggio del<br />
ricevitore satellitare<br />
sopra lo scanner.<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
ziale di questo insediamento,<br />
pensato per lo svago e il benessere,<br />
seguito da un progressivo decadimento<br />
che solo nuove idee e<br />
un rinnovato amore per il luogo<br />
potranno arrestare.<br />
Standard per la costruzione<br />
di modelli urbani<br />
La costruzione e la gestione di<br />
modelli virtuali 3D dell’ambiente<br />
urbano (city modelling)<br />
sono oggi regolamentate<br />
dall’Open Geospatial<br />
Consortium (OGC) attraverso<br />
lo standard CityGML.<br />
Questi modelli, in genere<br />
multi-scala, trovano applicazioni<br />
territoriali che spaziano,<br />
per esempio, dalla simulazione<br />
del paesaggio alla pianificazione<br />
urbana, dalla gestione di eventi<br />
calamitosi alla verifica della sicurezza<br />
territoriale.<br />
La modellazione presuppone la<br />
discretizzazione di specifiche entità<br />
geometriche selezionate sulla<br />
base di un predefinito livello di<br />
dettaglio (LoD), scelto fra cinque<br />
caratterizzati da una ricchezza<br />
di documentazione crescente<br />
in relazione sia della geometria<br />
degli oggetti sia dei loro contenuti<br />
tematici.<br />
Il modello può comprendere<br />
rappresentazioni multiple di<br />
ciascun oggetto, con attribuzione<br />
di texture per aumentarne il<br />
realismo.<br />
I livelli introdotti variano dalla<br />
semplice rappresentazione 2,5D,<br />
corrispondente al LoD0, fino<br />
alla modellazione 3D, arricchita<br />
anche dagli interni del livello di<br />
dettaglio LoD4. In particolare,<br />
i caratteri distintivi risultano i<br />
seguenti, ben noti:<br />
• LoD0 (si tratta di un modello<br />
2.5D, in cui è presente una<br />
descrizione planimetrica più<br />
l’annotazione delle quote);<br />
• LoD1 (fa riferimento a un<br />
modello solido senza coperture);<br />
Fig. 3 - Organizzazione del rilevamento multi-scala sull’abitato di S. Pellegrino.<br />
• LoD2 (corrisponde a un<br />
modello solido con coperture<br />
e texture);<br />
• LoD3 (si tratta di un modello<br />
architettonico con particolari<br />
costruttivi);<br />
• LoD4 (riguarda un modello<br />
che comprende gli interni e<br />
la navigabilità virtuale).<br />
Sulla base del livello di dettaglio<br />
selezionato, viene stabilita una<br />
metodologia di rilievo, le tecnologie<br />
di supporto e i dati da acquisire,<br />
anche in riferimento alle<br />
finalità di impiego del modello<br />
spaziale.<br />
Rilevamento per<br />
scansione laser terrestre<br />
e per immagini<br />
L’acquisizione con queste tecnologie<br />
fornisce una sequenza<br />
di nuvole dense di punti oggetto<br />
referenziabili in un sistema di riferimento<br />
assegnato.<br />
Tale operazione può essere effettuata<br />
nel caso della scansione laser<br />
sia in modalità indiretta, tramite<br />
punti di controllo (GCP) presegnalizzati<br />
sull’oggetto o coincidenti<br />
con particolari naturali, sia<br />
diretta, utilizzando un sistema di<br />
posizionamento e orientamento<br />
satellitare (GNSS), associato al<br />
sensore di rilevamento laser.<br />
Il sistema di posizionamento satellitare<br />
utilizza dati di correzione<br />
(misure di codice o fase) per la<br />
localizzazione differenziale del<br />
sensore di rilevamento: precisione<br />
XYZ di tipo centimetrico<br />
(s.q.m. al 95%), sia in modalità<br />
interattiva RTK sia in post-processamento<br />
PPK.<br />
Le correzioni di posizione vengono<br />
trasmesse via Internet da una<br />
delle reti di stazioni permanenti<br />
attive sul territorio: per esempio,<br />
in questa applicazione, dalla rete<br />
italiana NetGeo di Topcon.<br />
Risulta pertanto in gran parte superato<br />
l’impiego di punti di controllo<br />
o di particolari naturali comuni<br />
per l’aggregazione spaziale<br />
delle nuvole di punti, nonché per<br />
la loro geo-referenziazione in un<br />
sistema di riferimento univoco.<br />
Il procedimento diretto, cioè<br />
senza utilizzo di particolari per<br />
la connessione, è particolarmente<br />
conveniente in applicazioni<br />
territoriali con aree estese (che<br />
richiedono parecchie scansioni)<br />
quando sia necessario un livello<br />
di dettaglio corrispondente o<br />
inferiore al LoD2 (in analogia<br />
con le scale al 200 o inferiori) e<br />
precisioni di qualche centimetro<br />
nella posizione dei punti oggetto<br />
sul modello.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 17
REPORTS<br />
Fig. 5 - Sequenze operative del processo di rilevamento.<br />
È evidente che laddove la ricezione<br />
del segnale satellitare non<br />
risulti garantita si dovrà procedere<br />
in modalità indiretta o mista.<br />
In ogni caso, è utile collocare sul<br />
modello alcuni punti di controllo<br />
(CP = Check Points), misurando<br />
topograficamente la loro<br />
posizione, così da permettere la<br />
valutazione dell’accuratezza spaziale<br />
(RMS al 95%) raggiunta<br />
nella ricostruzione.<br />
La figura 1 mostra lo schema<br />
operativo adottato per l’acquisizione<br />
geo-referenziata (diretta)<br />
dei punti oggetto: sono utilizzati<br />
un sensore laser (Faro) e due<br />
ricevitori satellitari (Topcon),<br />
montati con un apposito raccordo<br />
rispettivamente sopra lo<br />
scanner (fig. 2) e su un punto di<br />
orientamento (insieme ad una<br />
mira); entrambi i ricevitori, che<br />
operano in modalità staticorapida,<br />
sono connessi telematicamente<br />
ad una rete di correzioni<br />
satellitari (NetGeo) per il loro<br />
posizionamento RTK nel sistema<br />
di riferimento nazionale<br />
(ETRF 2000).<br />
Questo accorgimento operativo,<br />
ripetuto due volte con diverse<br />
costellazioni satellitari, consente<br />
altresì la costruzione di una<br />
pseudo-rete satellitare che fa da<br />
inquadramento geodetico spaziale<br />
al set di scansioni registrate,<br />
con accuratezze poco più che<br />
centimetriche.<br />
La figura 3 mostra l’organizzazione<br />
dei livelli di dettaglio progettati<br />
per l’intervento multiscala<br />
sull’abitato di S. Pellegrino<br />
Terme.<br />
Le scansioni effettuate durante<br />
la campagna di rilevamento<br />
sono state complessivamente<br />
200, con la risoluzione spaziale<br />
media riportata in figura 4. La<br />
consistenza informatica è risultata<br />
di circa 26 GB (Fig. 5).<br />
L’applicazione sull’abitato di S.<br />
Pellegrino Terme è stata progettata<br />
con l’obiettivo di documentare<br />
il territorio e di costruire<br />
percorsi di lettura metrica e<br />
analisi dei caratteri del Liberty e<br />
dell’Art Nouveau presenti negli<br />
edifici dell’abitato.<br />
San Pellegrino Terme è un centro<br />
turistico, un tempo assai alla<br />
moda nel mondo della borghesia<br />
imprenditoriale milanese, situato<br />
lungo la Valle del Brembo<br />
a nord della città di Bergamo.<br />
Famoso da sempre per le sue<br />
acque curative, spicca nel panorama<br />
territoriale locale per<br />
il fascino indiscusso delle sue<br />
architetture e l’eleganza dell’ambiente<br />
urbano.<br />
Tra i gioielli artistici presenti<br />
Fig. 4 - Risoluzione spaziale media delle scansioni.<br />
emerge il Casinò Municipale<br />
(con le due torri) che richiama<br />
quello di Montecarlo, realizzato<br />
tra il 1904 e il 1906 e riportato<br />
recentemente agli antichi splendori,<br />
e l’imponente Grand Hotel<br />
del 1904 che fronteggia, con il<br />
suo prospetto ricco di decori, la<br />
riva sinistra del fiume Brembo.<br />
Si tratta, in questo caso, di un<br />
edificio cupolato di sette piani,<br />
lungo 128 metri e con 250<br />
stanze arredate sfarzosamente,<br />
che è collegato al Casinò e alle<br />
Terme, posti sulla sponda destra<br />
del fiume, dal bel ponte Principe<br />
Umberto I.<br />
Oltre a queste costruzioni, sono<br />
opere pregevoli anche il palazzo<br />
del municipio, la funicolare che<br />
sale alla fonte, gli edifici delle<br />
terme, alcune ville e alberghi, la<br />
stazione della vecchia ferrovia,<br />
tutte edificate agli inizi del secolo<br />
scorso durante gli anni della<br />
Belle Époque.<br />
Gli elementi costruttivi presentano<br />
forti richiami allo stile floreale<br />
(noto anche come Liberty),<br />
che si sviluppò in Europa, come<br />
superamento delle regole neoclassiche<br />
ed espressione dell’Art<br />
Nouveau, dalla fine dell’Ottocento<br />
allo scoppio della Prima<br />
Guerra Mondiale; lo stile va<br />
famoso per i suoi decori: gli<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
stucchi su porte e finestre, i fregi,<br />
le volute e le spirali, le vetrate<br />
dipinte e le rifiniture in ferro<br />
battuto.<br />
Al fine di poter registrare anche<br />
questi caratteri tipologici del<br />
costruito, l’intervento di rilievo<br />
è stato eseguito, come indicato,<br />
su più livelli di dettaglio, che<br />
spaziano dallo zero al quattro<br />
e corrispondono alle scale<br />
1:1000-1:200, 1:100 e 1:50. Si<br />
è utilizzato un laser scanner Faro<br />
Focus X330, con foto-camera<br />
RGB incorporata, caratterizzato<br />
da una lunga portata (circa 350<br />
metri) e dunque particolarmente<br />
efficace per il rilievo di esterni e<br />
di spazi territoriali. Con questa<br />
tecnologia diviene possibile altresì<br />
una riduzione significativa<br />
delle stazioni necessarie per l’acquisizione<br />
delle informazioni,<br />
potendo spaziare agevolmente<br />
fra dettagli costruttivi distribuiti<br />
trasversalmente alla stretta valle<br />
del Brembo.<br />
Percorsi virtuali nel Liberty<br />
L’abitato di San Pellegrino Terme<br />
si sviluppa prevalentemente lungo<br />
il fiume Brembo, secondo un<br />
asse geometrico che va all’incirca<br />
da Sud a Nord (Fig. 6).<br />
Tuttavia, causa l’avvento della<br />
Belle Époque e il rapido sviluppo<br />
dell’insediamento a cavallo<br />
tra Ottocento e Novecento, i<br />
dettami urbani originari verranno<br />
presto superati dalle stravaganze<br />
del Liberty.<br />
Infatti, nel periodo d’oro di<br />
San Pellegrino Terme, il mezzo<br />
più efficace e d’avanguardia per<br />
raggiungere la cittadina termale<br />
era rappresentato dalla linea<br />
ferroviaria. Questo assunto, stravolgendo<br />
la tipica prospettiva<br />
valliva, comportò l’ideale traslazione<br />
verso est dell’asse urbano,<br />
considerando la Stazione FVB<br />
come porta d’accesso privilegiata<br />
del turismo borghese alla “Ville<br />
d’Eau”.<br />
Il viaggiatore tipo, sceso dalle<br />
Fig. 6 - Vista 3D del modello di punti, con il Brembo e il Grand Hotel.<br />
carrozze del treno all’ombra della<br />
pensilina lignea e superate le<br />
porte della stazione, si trovava di<br />
fronte una sorta di “frontiera” tra<br />
il mondo reale di provenienza e<br />
quello dorato di San Pellegrino<br />
Terme (fig. 7).<br />
In Piazza Granelli (la piazza della<br />
Stazione), lo sguardo del viaggiatore<br />
veniva attratto dalla mole<br />
gigantesca del Grand Hotel,<br />
contenitore di lussi e ozio, di nobiltà<br />
e alta borghesia.<br />
A questo punto, il visitatore attento<br />
poteva riconoscere il filo<br />
conduttore del percorso Liberty:<br />
una serie di piloni decorativi<br />
in cemento, ideati dall’arch.<br />
Cavallazzi e ornati con volute<br />
ed elementi curvilinei in ferro<br />
battuto raffiguranti lo stemma<br />
comunale, regolava il flusso dei<br />
Fig. 7 - La stazione della ferrovia Val Brembana.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 19
REPORTS<br />
Fig. 8 - Esempi di elementi e decori Liberty degli edifici di S. Pellegrino Terme.<br />
Fig. 9 - Sezione trasversale al corso del fiume Brembo (restituzione vettoriale e ortofoto).<br />
turisti e contrassegnava la passeggiata<br />
verso i luoghi più belli della<br />
cittadina termale (fig. 8)<br />
Due coppie di pilastri, poste agli<br />
ingressi del Grand Hotel, preannunciano<br />
(ancora oggi) l’inizio<br />
di questo percorso che segue<br />
uno sviluppo Est-Ovest lungo il<br />
Ponte Umberto I, con due altri<br />
ordini di pilastri posti all’inizio<br />
e alla fine della struttura (fig. 9).<br />
Il viaggiatore è così irrimediabilmente<br />
guidato verso Ovest, con<br />
lo sguardo rivolto alle svettanti<br />
torri del Casinò.<br />
La facciata rettilinea dello<br />
Stabilimento termale (fig. 10)<br />
accompagna il visitatore con<br />
colonne, lesene, volute e capitelli<br />
verso il rigoglioso parco secolare<br />
dell’Hotel Terme, che si adagia<br />
perfettamente al pendio dietro<br />
un’altra coppia di piloni del<br />
Cavallazzi.<br />
Continuando il percorso naturale,<br />
si arriva infine al cospetto<br />
dell’esempio più sfarzoso del<br />
Liberty locale, il Grand Kursaal,<br />
cioè il Casinò (fig. 11).<br />
Ma non tutti i visitatori possono<br />
concedersi al gioco d’azzardo;<br />
decisamente più salutare risulta<br />
dunque un soggiorno in altura<br />
negli agresti panorami della<br />
Vetta, condotti dalla Funicolare<br />
San Pellegrino - Kulm, che risale<br />
il fianco della montagna ed è<br />
ora in fase di ristrutturazione<br />
(fig.12).<br />
Più sotto, si apre il lungo<br />
Brembo, che presenta gli alberghi,<br />
i bar e i ristoranti del<br />
passeggio turistico che contraddistingue<br />
questa riva del fiume,<br />
opposta a quella del Grand<br />
Hotel. Il viaggiatore, ormai rapito<br />
da queste atmosfere, si può<br />
immergere nel relax della città,<br />
nel suo sfarzo, nella spensieratezza<br />
dei tanti ambienti che San<br />
Pellegrino Terme offriva e offre<br />
ancora oggi.<br />
Fig. 10 - L’edificio delle Terme (restituzione vettoriale e ortofoto).<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
Fig. 11 - Il Casinò descritto dalle nuvole di punti.<br />
Fig. 12 - La funicolare.<br />
Il percorso virtuale<br />
La creazione di un percorso<br />
virtuale di analisi lungo l’asse<br />
Liberty di San Pellegrino Terme<br />
è stata realizzata attraverso una<br />
campagna di misure effettuata<br />
con laser scanner 3D panoramico:<br />
questo ha condotto alla<br />
costruzione di un modello generale<br />
di punti, colorato e georeferenziato,<br />
in grado di fornire<br />
una documentazione misurabile<br />
e consultabile per molteplici usi.<br />
Il percorso nel Liberty si sviluppa<br />
fra viewpoint (cioè punti di<br />
interesse), scelti come stazioni per<br />
scansioni laser in grado di fornire<br />
una lettura immersiva della<br />
città e delle sue architetture.<br />
L’applicazione proposta sfrutta<br />
le potenzialità del software Faro<br />
Scene, grazie anche all’utilizzo<br />
del plug-in VideoPro adatto alla<br />
gestione di navigazioni interattive<br />
3D che intersecano tutti o<br />
alcuni viewpoint del modello, a<br />
seconda delle impostazioni selezionate<br />
dall’utente. La modalità<br />
di visualizzazione dinamica sul<br />
terreno è integrabile con viste<br />
virtuali dall’alto, generate dal<br />
modello di punti per cogliere<br />
l’effettiva tridimensionalità<br />
dell’urbanizzazione.<br />
In corrispondenza dei punti<br />
d’interesse, sono possibili anche<br />
forme di consultazione statica<br />
delle elaborazioni geometriche e<br />
tematiche inerenti ai singoli oggetti<br />
architettonici.<br />
I limiti dell’applicazione sono<br />
attualmente ritrovabili nella<br />
cospicua mole di dati che il<br />
processore deve elaborare per<br />
il caricamento delle scansioni<br />
del modello. Infatti, se si vuole<br />
realizzare un percorso virtuale<br />
all’interno del modello è necessario<br />
disporre dei dati di tutte le<br />
200 scansioni effettuate, il che<br />
porta irrimediabilmente ad un<br />
surplus di memoria RAM non<br />
sempre sostenibile agevolmente<br />
da un PC.<br />
Misurabilità con Scene<br />
WebShare Cloud<br />
Molto significativa risulta anche<br />
l’applicazione WebShare, utilizzabile<br />
su un server anche privato,<br />
che offre funzionalità interessanti<br />
sia perché abilita la presentazione<br />
dell’intero repertorio delle stazioni<br />
inerenti alla scansione laser<br />
(con le scansioni in vista panoramica<br />
geo-referenziata) sia perché<br />
permette operazioni di misura<br />
lineare, areale e volumetrica (sulle<br />
immagini sferiche corrispondenti)<br />
nonché eventuali collegamenti<br />
ipertestuali (fig. 13).<br />
WebShare permette una più<br />
flessibile lettura e gestione del<br />
territorio rilevato e delle sue antropizzazioni.<br />
Fig.13 - Vista di Scene WebShare con<br />
l’immagine sferica scelta e il set di<br />
quelle disponibili.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 21
REPORTS<br />
Considerazioni finali<br />
L’esperienza sviluppata ha messo<br />
in luce le grandi potenzialità che<br />
la scansione laser terrestre può<br />
offrire per la documentazione e<br />
l’analisi multi-scala del territorio<br />
urbano, soprattutto quando il<br />
sensore sappia garantire portate<br />
elevate, come il nuovo scanner<br />
Focus X330. Tutto questo, anche<br />
a seguito dell’evoluzione<br />
raggiunta nella fase di acquisizione,<br />
contraddistinta sempre<br />
più da automazione e rapidità,<br />
semplicità d’uso e crescente affidabilità.<br />
Il processo di scansione si avvale<br />
in modo massivo del contributo<br />
del software che occupa un<br />
ruolo centrale sia ai fini del collegamento<br />
delle nuvole di punti<br />
sia per la realizzazione di elaborati<br />
tecnici misurabili (rastervettoriali).<br />
La texturizzazione<br />
fotografica e materica è attualmente<br />
meglio integrata con la<br />
geometria acquisita, grazie alla<br />
registrazione diretta di nuvole<br />
di punti colorati da parte degli<br />
scanner più recenti e a una più<br />
efficace classificazione dell’energia<br />
di ritorno a scopi tematici.<br />
Le criticità maggiori riguardano<br />
invece l’utilizzo professionale<br />
del dato 3D e l’estrazione da<br />
esso di elaborati grafici bidimensionali<br />
di tipo vettoriale,<br />
per i quali l’intervento manuale<br />
in affiancamento ai software di<br />
modellazione CAD, generici<br />
o più dedicati all’applicazione,<br />
rappresenta un aspetto essenziale<br />
per la qualità del prodotto<br />
finale. La mole ridondante dei<br />
dati memorizzati rende poi pesanti<br />
le operazioni da effettuare<br />
sul modello, cosa questa che<br />
neppure i processori di ultima<br />
generazione hanno saputo<br />
risolvere concretamente. Si<br />
deve, infine, sottolineare come,<br />
soprattutto in aree fortemente<br />
antropizzate, la geo-referenziazione<br />
diretta acquisti un ruolo<br />
significativo: il fatto di poter<br />
utilizzare sensori satellitari RTK<br />
per il collegamento (diretto e<br />
automatico) delle nuvole, rappresenta<br />
un valore aggiunto del<br />
processo di rilevamento territoriale<br />
(seppure più oneroso) ed<br />
appare sicuramente consigliabile<br />
dove possibile.<br />
Ringraziamenti<br />
Si ringraziano Lorenzo Filippini<br />
e Riccardo Begnis, che su questa<br />
esperienza hanno sviluppato<br />
brillantemente la loro tesi di<br />
laurea magistrale in Ingegneria<br />
Edile, e l’Ing. Giorgio Ubbiali<br />
di DMStrumenti per il supporto<br />
tecnologico durante la campagna<br />
di misure.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
P.J. Besl, N.D. McKay, A method for registration of 3-D<br />
shapes. IEEE Transactions on Pattern Analysis and<br />
Machine Intelligence 14(2), 239–256 (1992)<br />
C. Brenner, C. Dold, N. Ripperda, Coarse orientation<br />
of terrestrial laser scans in urban environments. ISPRS<br />
Journal of Photogrammetry and Remote Sensing 63(1),<br />
4–18 (2008)<br />
C. Strecha, P. Fua, L.Van Gool, A generative model<br />
for true orthorectification, in ISPRS International<br />
CongressSymposiun, Bejing, 2008<br />
M. Doneus, M. Pfennigbauer, N. Studnicka, A. Ullrich,<br />
Terrestrial waveform laser scanning for documentation of<br />
cultural heritage, in XXIIth CIPA Symposium, Kyoto<br />
Japan, 2009<br />
G.V. Vosselman, H. G. Maas, Airborne and terrestrial<br />
laser scanning. Whittles Publishing, Caithness, Scotland,<br />
2010<br />
J. Chow, D.D. Litchi, W.F. Teskey, Accuracy assessment<br />
of the Faro Phocus 3D and Leica HDS 6100 panoramictype<br />
terrestrial laser scanners through point-based and<br />
plane-based user self-calibration, in FIG Working Week,<br />
Rome, 1-15 (2012)<br />
J. Yang, H. Li, Y. Jia, Go-ICP: solving 3D registration<br />
efficiently and globally optimally, in IEEE International<br />
Conference on Computer Vision, 1457–1464 (2013)<br />
L.Colombo, B. Marana, Terrestrial laser scanning for<br />
urban survey: a test-case over the Dalmine company-town,<br />
Territorio Italia 2, 57-69 (2014)<br />
L.Colombo, B. Marana, Terrestrial multi-sensor survey:<br />
field experiences and remarks, Geomedia – Intergeo<br />
Special Issue 3, 20-23 (2014)<br />
L.Colombo, B. Marana, Terrestrial multi-sensor survey,<br />
GeoInformatics 18(3), 18-21 (2015)<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Gnss-Rtk; netgeo; laser scanner; rilievo urbano<br />
ABSTRACT<br />
The paper develops the topics for the metric documentation<br />
of urban environments and buildings through an experimental<br />
test regarding the thermal city of S. Pellegrino Terme, famous<br />
for its Art Noveau characters. The performed process of<br />
terrestrial laser survey, with a direct GNSS-RTK geo-referencing<br />
via a Reference Station Network, and the correspondent<br />
construction of a multi-scale photo-textured model of the site<br />
are described in detail.<br />
AUTORE<br />
Luigi Colombo, luigi.colombo@unibg.it<br />
Università di Bergamo - DISA - Geomatica<br />
Dalmine (BG)<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 23
ASSOCIAZIONI<br />
MERCATO<br />
GEOWEB e mediaGEO<br />
insieme per promuovere<br />
la Geomatica<br />
GEOWEB e mediaGEO hanno<br />
stipulato un accordo di collaborazione<br />
per promuovere l’informazione<br />
legata al settore della Geomatica<br />
e del patrimonio culturale.<br />
GEOWEB S.p.A. impegnata nello<br />
sviluppo e diffusione di servizi<br />
basati sull’Information Technology<br />
rivolti ai professionisti, e<br />
mediaGEO - editrice delle riviste<br />
<strong>GEOmedia</strong> ed Archeomatica<br />
nonché dei relativi portali web<br />
- in virtù del citato accordo, promuoveranno<br />
iniziative indirizzate<br />
a diffondere la Geomatica. Tra le<br />
prime iniziative messe in cantiere<br />
segnaliamo il patrocinio per<br />
il prossimo Forum TECHNO-<br />
LOGY for ALL che si svolgerà<br />
a Roma dal 4 al 6 ottobre <strong>2016</strong><br />
(www.technologyforall.it).<br />
GEOWEB è fra i primi partner<br />
che hanno concesso il patrocinio<br />
al Forum. La collaborazione avviata<br />
riguarda anche l’accesso alle<br />
riviste edite da mediaGEO, che<br />
permetterà ai clienti PREMIUM<br />
di GEOWEB di avere un abbonamento<br />
annuale gratuito alla versione<br />
digitale di <strong>GEOmedia</strong> e Archeomatica<br />
e inoltre la possibilità<br />
di acquistare a prezzi scontati l’abbonamento<br />
annuale delle versioni<br />
cartacee. GEOWEB è nata per lo<br />
sviluppo e la diffusione di servizi<br />
basati sull’Information Technology<br />
rivolti ai professionisti.<br />
La società nasce da un’iniziativa<br />
del Consiglio Nazionale Geometri<br />
e Geometri Laureati e di Sogei<br />
S.p.A. per rendere disponibili un<br />
insieme di servizi mirati a semplificare<br />
l’attività professionale degli<br />
iscritti alla categoria, a migliorare<br />
il rapporto con la Pubblica<br />
Amministrazione e a costituire<br />
nuove opportunità di lavoro.<br />
Maggiori informazioni sui servizi<br />
offerti da GEOWEB sono disponibili<br />
al link<br />
http://www.geoweb.it/servizi/<br />
(Fonte: rivistageomedia.it)<br />
61° CONVEGNO<br />
NAZIONALE SIFET Lecce<br />
MUST - 8-9-10 Giugno <strong>2016</strong><br />
Il convegno SIFET è stato organizzato<br />
in sessioni tematiche.<br />
Ogni sessione sarà composta da<br />
due relazioni invitate di ampio<br />
respiro inerenti lo stato dell’arte<br />
del tema trattato e gli aspetti più<br />
avanzati di ricerca, seguite da alcuni<br />
interventi applicativi specifici<br />
per ogni sessione selezionati tra le<br />
proposte inviate dai partecipanti<br />
(call for abstract). Ove possibile<br />
si darà spazio ad almeno un intervento<br />
sugli aspetti formativi,<br />
e uno degli aspetti professionali<br />
che caratterizzano la nostra associazione.<br />
Le sessioni tematiche<br />
previste quest’anno sono le seguenti:<br />
Nuvole di punti e stampa<br />
3D; Fotogrammetria da drone;<br />
Monitoraggio. Accanto alle sessioni<br />
tematiche, quest’anno si<br />
propongono anche due sessioni<br />
speciali: una sessione “ditte” organizzata<br />
in modo pratico-applicativo<br />
mediante un’operazione di<br />
rilevamento sul campo in un’area<br />
prossima alla sede del convegno.<br />
Le ditte intervenute potranno<br />
affrontare il rilevamento del<br />
tema proposto con le tecniche<br />
di cui dispongono interagendo<br />
direttamente con i partecipanti<br />
al fine di mostrare l’efficacia<br />
delle soluzioni proposte; una<br />
sessione “benchmark” (chairman<br />
Francesco Mancini) di strumenti<br />
software per la fotogrammetria<br />
basata su immagini acquisite da<br />
SAPR. Allo scopo, è stato predisposto<br />
dal Comitato Scientifico<br />
un dataset completo che contiene<br />
immagini acquisite da drone con<br />
GoPro e camera compatta.<br />
La partecipazione a queste attività<br />
è aperta a tutti i soci e alle ditte che<br />
sostengono l’associazione SIFET e<br />
prevede una registrazione gratuita<br />
all’iniziativa con comunicazione<br />
del software e delle modalità che<br />
si intendono seguire (vedi la pagina<br />
relativa sul sito www.sifet.org).<br />
Modulo iscrizione convegno<br />
(Fonte: SIFET)<br />
XX Conferenza Nazionale ASITA - 8-10 Novembre <strong>2016</strong>, Cagliari<br />
La Federazione Italiana delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali ed Ambientali ha concesso il patrocinio per il TECHNOLOGY for ALL <strong>2016</strong><br />
La Conferenza Nazionale ASITA, giunta quest’anno alla 20ma edizione, ha l’obbiettivo di svolgere un ruolo di connessione tra mondo scientifico,<br />
istituzioni, prassi e pratiche territoriali. La Conferenza ASITA è un momento di incontro tra ricercatori, operatori, docenti, professionisti, utilizzatori<br />
pubblici e privati, enti e imprese operanti nei diversi settori del rilevamento, gestione e rappresentazione dei dati territoriali e ambientali. L’obiettivo<br />
scientifico è di favorire il confronto e l’approfondimento su temi specifici promuovendo una visione multidisciplinare e integrata del settore della<br />
Geomatica. Dalla prima edizione, con crescente successo, la manifestazione è divenuta il più importante evento tecnico-scientifico del settore e attrae<br />
costantemente un ampio pubblico di cultori e di specialisti.<br />
Per qualsiasi informazione contattare i seguenti riferimenti:<br />
E-mail: conferenza@asita.it Tel. +39 329 9860457<br />
(Fonte: Asita)<br />
Il Collegio dei Geometri<br />
e dei Geometri Laureati<br />
di Roma ha concesso<br />
il patrocinio e i crediti<br />
formativi al TECHNOLOGY for ALL <strong>2016</strong><br />
Il Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di<br />
Roma ha concesso il patrocinio all’evento TECHNOLOGY for<br />
ALL <strong>2016</strong> che si terrà a Roma il 4, 5 e 6 ottobre <strong>2016</strong>. Sono<br />
molte le tecnologie che interesseranno la categoria e saranno oggetto<br />
della manifestazione che, ricordiamo, prevede una giornata<br />
di dimostrazioni sul campo, interamente condotta dai produttori<br />
e fornitori di strumenti e servizi.<br />
La partecipazione all’evento, per gli iscritti al Collegio dei<br />
Geometri e Geometri Laureati di Roma, darà diritto al riconoscimento<br />
di n. 1 credito formativo professionale ogni due ore fino ad<br />
un massimo di n. 3 CFP. Per la certificazione delle presenze sarà<br />
necessario registrare i propri dati sui moduli che verranno predisposti<br />
e resi disponibili in entrata e in uscita della manifestazione.<br />
L’organizzazione del TECHNOLOGY for ALL <strong>2016</strong> curerà la<br />
trasmissione dei nominativi dei partecipanti al Collegio.<br />
CARTOGRAFIA, PROMOZIONE DEL<br />
TERRITORIO, SMART CITIES<br />
San Benedetto del Tronto, 11 – 13 maggio <strong>2016</strong><br />
Il convegno annuale dell’Associazione Italiana di Cartografia<br />
si terrà l’11-13 maggio a San Benedetto del Tronto.<br />
Il tema, particolarmente innovativo, sicuramente saprà<br />
suscitare l’interesse dei soci, degli appassionati, degli addetti ai lavori. La cartografia,<br />
infatti, viene (anche) proposta come mezzo di promozione del territorio e come strumento<br />
su cui basare la nuova filosofia delle città incentrate su percorsi sostenibili,<br />
laddove sulla qualità della vita, oltre alla razionalizzazione del traffico e dei trasporti<br />
pubblici locali, incidono anche l’informazione, la condivisione, la gestione delle reti,<br />
i flussi di materia e di idee che sostanziano la compagine urbana. Le città intelligenti,<br />
in cui ogni oggetto ed ogni soggetto rispondono a logiche definite sulla base di precisi<br />
parametri guidati da un ordine virtuale, possono infatti trovare nella cartografia il riferimento<br />
fondamentale per governare questi nuovi processi, tanto innovativi quanto<br />
strutturalmente complessi.<br />
Maggiori informazioni sulla pagina dell’associazione relativa al convegno AIC<br />
Per informazioni logistiche sul convegno e sui luoghi di interesse, modalità di iscrizione<br />
e partecipazione, gli aggiornamenti: www.aic-cartografia.it alla voce “Convegno<br />
annuale dell’Associazione Italiana di Cartografia”<br />
technologyforall.it<br />
(Fonte: rivistageomedia.it)<br />
(Fonte: AIC)<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 25
REPORTS<br />
Monitoraggio innovativo per la gestione dell'inquinamento<br />
ambientale provocato da rilasci abusivi di rifiuti<br />
l’esperienza del progetto DroMEP<br />
di Carmine Massarelli, Maria Rita Muolo, Vito Felice Uricchio e Nicola Dongiovanni<br />
La ricerca condotta nell’ambito del progetto Drones for<br />
Monitoring and Environmental Protection (DroMEP) ha<br />
previsto la definizione di una metodologia smart e la<br />
sperimentazione prototipale di tecnologie e protocolli<br />
operativi necessari ad individuare e monitorare, sia dal<br />
punto di vista qualitativo che quantitativo, le discariche<br />
abusive e gli abbandoni incontrollati di rifiuti, evidenziando<br />
l’eventuale presenza di rifiuti speciali pericolosi,<br />
focalizzando l’attenzione sull’amianto in matrice friabile.<br />
Fig. 1 – Il rischio ambientale.<br />
L’<br />
abbandono illegale<br />
di rifiuti pericolosi<br />
costituisce una seria<br />
minaccia per la salute umana<br />
e gli ecosistemi in generale al<br />
punto che anche la legislazione<br />
europea ha introdotto politiche<br />
e misure per promuovere la legalità<br />
in questo campo. In particolare,<br />
la direttiva quadro sui<br />
rifiuti, o la direttiva 2008/98/<br />
CE del Parlamento Europeo e<br />
del Consiglio, del 19 novembre<br />
2008, fornisce un quadro generale<br />
dei criteri di gestione dei rifiuti<br />
e stabilisce le definizioni di<br />
base per la gestione degli stessi<br />
nell'ambito dell'UE.<br />
L’applicazione di tali normative<br />
si basa anche su un costante<br />
controllo del territorio, infatti,<br />
al fine di sostenere gli sforzi per<br />
un monitoraggio più efficace,<br />
anche dal punto di vista economico<br />
è necessario lo sviluppo<br />
finalizzato all’applicazione sistematica<br />
di nuove tecnologie.<br />
Un monitoraggio “sostenibile” è<br />
particolarmente importante per<br />
le aree critiche, come gli ecosistemi<br />
agricoli, le aree protette,<br />
le zone costiere e le zone rurali,<br />
dove il degrado degli habitat<br />
e della biodiversità perso può<br />
essere molto veloce (Tang, Shao,<br />
2015) e dove le distanze e le dif-<br />
Fig. 2 – Le tre aree di studio.<br />
Fig. 3 – Mappa della perimetrazione dell’area test<br />
Gravina di Leucaspide.<br />
26 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
Fig. 4 – Particolare della Gravina di Leucaspide.<br />
ficoltà di accesso sono notevoli.<br />
Gli Aeromobili a Pilotaggio<br />
Remoto (APR) detti anche<br />
Unmanned aerial vehicle (UAV)<br />
hanno subito un forte sviluppo<br />
negli ultimi dieci anni principalmente<br />
grazie agli usi militari,<br />
mentre solo da pochi anni<br />
iniziano a trovare applicazione<br />
per fini scientifici quali raccolta<br />
dati e telerilevamento di prossimità.<br />
Il vantaggio principale<br />
consiste nell’effettuare indagini<br />
a bassa quota che restituiscono<br />
un’informazione più precisa<br />
e dettagliata rispetto a sensori<br />
aviotrasportati o satellitari.<br />
DroMEP è l’acronimo del progetto<br />
Drones for Monitoring and<br />
Environmental Protection che si<br />
propone di contribuire in modo<br />
significativo alla realizzazione di<br />
un sistema di monitoraggio intelligente,<br />
sostenibile, integrato<br />
ed inclusivo per quanto riguarda<br />
la gestione delle problematiche<br />
ambientali legate alla presenza<br />
di rifiuti illecitamente abbandonati<br />
soprattutto se contenenti<br />
amianto in matrice friabile. Il<br />
progetto si pone anche in continuità<br />
con diverse iniziative regionali<br />
già messe in atto in ambito<br />
regionale (Campobasso et<br />
al. 2014; V.F. Uricchio, 2013).<br />
L’aspetto fortemente innovativo<br />
di questo progetto è legato all’uso<br />
di droni e altre tecnologie<br />
smart in zone impervie e difficilmente<br />
accessibili dal personale<br />
preposto al controllo del territorio.<br />
Inoltre, è stata realizzata<br />
un’app che ha reso possibile<br />
segnalare la presenza di nuovi<br />
abbandoni da parte dei cittadini<br />
e di poter meglio individuare le<br />
zone maggiormente soggette a<br />
tali illeciti. Tutti i dati acquisiti,<br />
sono validati e processati prima<br />
di essere caricati in un geodatabase<br />
realizzato con strumenti<br />
open source; le informazioni<br />
sono, inoltre, accessibili tramite<br />
un portale web GIS-oriented<br />
in funzione di una profilazione<br />
utente.<br />
Le diverse tecnologie sono<br />
state testate in alcune aree, di<br />
difficile accesso e molto estese,<br />
individuate della Regione Puglia<br />
dove sono molto frequenti i fenomeni<br />
di abbandono di rifiuti<br />
(Figura 1).<br />
Per queste aree i droni sembrano<br />
essere i più indicati perchè in<br />
grado di effettuare un monitoraggio<br />
con sensori iperspettrali e<br />
termici per verificare la presenza<br />
di amianto e in grado di coprire<br />
grandi aree in breve tempo<br />
(Bassani et al., 2007; Fiumi et<br />
al., 2014). Il test della verità a<br />
terra è stato eseguito con un<br />
Fieldspec.<br />
Materiali e metodi -<br />
Area di studio<br />
L’area di studio è costituita<br />
dalla Gravina di Leucaspide<br />
(Comune di Statte), l’Oasi naturale<br />
della Salina Grande di<br />
Taranto e diversi siti nell’agroecosistema<br />
del Comune di<br />
Capurso (Figura 2).<br />
Gravina di Leucaspide<br />
La Gravina di Leucaspide, monumentale<br />
esempio di fenomeno<br />
carsico, nasce dalla fusione<br />
di altre gravine più piccole,<br />
Amastuola e Triglie; ricca di<br />
grotte, di pareti di roccia tenera<br />
Fig. 5 – Mappa della perimetrazione dell’area test Oasi<br />
Salina Grande di Taranto.<br />
facile da scavare, di vegetazione<br />
e di sorgenti (Valenza e<br />
Triglio), è particolarmente ricca<br />
di testimonianze archeologiche<br />
con la presenza di dolmen, un<br />
villaggio di età greca e numerosi<br />
villaggi rupestri di origine<br />
medievale (Greco, 1998). La<br />
lunghezza complessiva dell’area<br />
individuata è di circa 8 km<br />
(Figura 3 e Figura 4).<br />
Oasi Salina Grande di Taranto<br />
L’Oasi Salina Grande di Taranto<br />
(Figura 5), dichiarata riserva<br />
naturale regionale ai sensi della<br />
legge regionale n. 11/2006 è<br />
caratterizzata da un ambiente<br />
salino ricco di Salicornia ssp.<br />
(pianta erbacea nota per le sue<br />
proprietà medicinali), che da<br />
luogo ai noti salicornieti, habitat<br />
litoranei influenzati dagli<br />
spruzzi di acqua marina tra i<br />
più grandi e più importanti<br />
del Mediterraneo e sud Italia<br />
al punto da essere destinatari<br />
di varie forme di protezione<br />
perché rappresentano ambienti<br />
ricchi di biodiversità e fungono<br />
da riparo e sito di nidificazione,<br />
nonostante la presenza di<br />
una forte antropizzazione delle<br />
aree limitrofe, di diverse specie<br />
protette di uccelli. L’area totale<br />
della salina è di circa 8,6 km 2<br />
per una lunghezza massima di<br />
circa 6 km.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 27
REPORTS<br />
Figura 6 – Esacoptero utilizzato nelle aree test.<br />
I sensori e i droni<br />
Per il raggiungimento degli<br />
obiettivi di progetto, è stata<br />
inizialmente effettuata una ricognizione<br />
dei diversi tipi di droni<br />
esistenti e delle loro caratteristiche<br />
essenziali, come l’autonomia<br />
di volo e payload di carico,<br />
sicurezza della missione, e dei<br />
sensori esistenti installabili.<br />
Le indagini sono state eseguite<br />
da due diversi tipi di droni:<br />
un quadricoptero totalmente<br />
automatizzato e leggero e un<br />
esacoptero con la struttura in<br />
fibra di nylon, carbonio e vetro.<br />
Per le operazioni di rilevamento<br />
nei siti interessati dalla presenza<br />
di qualsiasi tipo di rifiuti e per il<br />
riconoscimento di manufatti in<br />
cemento amianto sono stati utilizzati<br />
una camera ottica RGB,<br />
un sensore termico ed un sensore<br />
iperspettrale aviotrasportato<br />
(Figura 6).<br />
L’uso preliminare di una camera<br />
ottica RGB, ha permesso di<br />
avere una visione sinottica dello<br />
stato dell’ambiente per riconoscere<br />
ed individuare cumuli di<br />
rifiuti non visibili e per verificare<br />
la presenza di essi in caso di<br />
segnalazione precedentemente<br />
effettuata con app. La successiva<br />
attività di caratterizzazione dei<br />
cumuli di rifiuti è stata effettuata<br />
mediante i droni precedentemente<br />
citati, equipaggiati con<br />
camera NIR e camera termica; i<br />
voli sono stati eseguiti in giorni<br />
diversi, tutti effettuati ad una altezza<br />
tra i 30m e i 50m con una<br />
risoluzione di circa 1,5-2,0 cm.<br />
Il successivo impiego del sensore<br />
iperspettrale CASI-1500 della<br />
iTRES Research Ltd., installato<br />
a bordo di velivolo da telerilevamento,<br />
ha consentito l'indagine<br />
della tipologia di materiali, mediante<br />
l'analisi della riflessione<br />
della radiazione solare nell'ambito<br />
di diverse bande strette dello<br />
spettro elettromagnetico (in<br />
totale 48). L'output di una tale<br />
acquisizione è costituito da curve<br />
di risposta, dette "firme spettrali".<br />
La caratterizzazione dei<br />
diversi materiali avviene proprio<br />
attraverso l'analisi di tali firme.<br />
Per l’individuazione della firma<br />
dell’amianto (per la cosiddetta<br />
verità a terra) è stato utilizzato<br />
uno spettroradiometro Fieldspec<br />
4 Hi-Res NG (Figura 7).<br />
La videocar<br />
Si tratta di un sistema progettato<br />
per effettuare in movimento<br />
il rilievo con un elevato livello<br />
di accuratezza. La posizione<br />
accurata del veicolo è ottenuta,<br />
momento per momento durante<br />
la marcia, utilizzando tre<br />
tecnologie ridondanti: un ricevitore<br />
GNSS a doppia frequenza<br />
stabilisce una posizione geospaziale,<br />
un sistema inerziale a 6<br />
assi, Inertial Measurement Unit<br />
(IMU) fornisce l’assetto del<br />
veicolo, e un collegamento a 2<br />
odometri posizionati sulle ruote<br />
del veicolo consente di ottenere<br />
informazioni odometriche.<br />
La sinergia di queste tre tecnologie<br />
fornisce una posizione 3D<br />
del veicolo estremamente precisa<br />
anche in luoghi in cui i segnali<br />
dei satelliti possono essere<br />
bloccati da ostacoli quali edifici,<br />
ponti o file di alberi.<br />
Il sistema IP-S2 utilizzato comprende<br />
n.3 laser scanner LiDAR<br />
Fig. 7 – Acquisizione della firma spettrale dell’amianto per la verità a terra.<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
Fig. 8 – Sistema di acquisizione con videocar.<br />
ad alta risoluzione che coprono<br />
il percorso del veicolo a livello<br />
del suolo e “spazzolano” le aree<br />
adiacenti fino ad una distanza<br />
di 30 metri.<br />
E’ inoltre stata montata una<br />
multifotocamera/telecamera<br />
Ladybug-3 ad alta risoluzione,<br />
a 6 ottiche ciascuna delle quali<br />
ha risoluzione 1600x1200, che<br />
fornisce 6 immagini singole oppure<br />
1 immagine sferica a 360<br />
gradi ad una velocità di 15 fotogrammi<br />
al secondo (Figura 8).<br />
Implementazione della<br />
geo-bancadati e condivisione<br />
dei dati territoriali<br />
Le informazioni acquisite in<br />
seguito a validazione ed elaborazione<br />
diventano uno strato<br />
informativo all’interno dell’infrastruttura<br />
di dati territoriali,<br />
pubblicata su web, creata e<br />
messa a disposizione dell’Autorità<br />
e dei cittadini e associazioni<br />
ambientali. Facendo riferimento<br />
alla “gestione dei dati”<br />
(Figura 9), la piattaforma che<br />
ospita i dati è stata implementata<br />
con Geonode e con l’utilizzo<br />
di software esclusivamente open<br />
source, in grado di memorizzare<br />
i dati geospaziali (PostGIS),<br />
pubblicarli (GeoServer), in<br />
standard OGC, come WMS,<br />
WFS, WCS, costruire metadati<br />
(GeoNetwork), cercare,<br />
esplorare e costruire mappe<br />
(GeoExplorer) il tutto integrato<br />
(Django) in una geoCM<br />
(Bootstrap).<br />
Attraverso Geonode è possibile<br />
gestire gli utenti che possono<br />
caricare, ricercare e utilizzare i<br />
propri dati, con vari livelli di<br />
privacy; ad oggi rappresenta<br />
uno strumento molto efficace<br />
ed estremamente versatile e personalizzabile<br />
(con un minimo<br />
di conoscenza di python) per la<br />
creazione di comunità geospaziali<br />
consapevoli.<br />
Risultati e discussione<br />
I risultati sperimentali indicano<br />
che si è sulla buona strada per<br />
la realizzazione di un sistema<br />
di monitoraggio efficace di<br />
variabili ambientali basato<br />
sull’integrazione di varie tecnologie<br />
smart, efficienti ed a basso<br />
costo.<br />
Fig. 9 – DroMEP data management.<br />
Lo stesso monitoraggio in termini<br />
di dati acquisiti e di aree<br />
esplorate avrebbe richiesto notevoli<br />
risorse se realizzato con<br />
approcci tradizionali.<br />
L’identificazione della firma<br />
spettrale dei materiali contenenti<br />
amianto ed in particolar<br />
modo quelli contenenti amianto<br />
in matrice friabile non è stata<br />
del tutto semplice. Di seguito<br />
si riportano le prime elaborazioni<br />
dei valori acquisiti con il<br />
FieldSpec (Figura 10).<br />
La creazione di un archivio di<br />
firme spettrali consente l’esecuzione<br />
di procedure di classificazione<br />
di immagini acquisite<br />
anche da drone. Sono state<br />
analizzate e confrontate diverse<br />
bande spettrali archivio di firme<br />
spettrali fino ad individuare<br />
caratteristiche particolari in<br />
termini di lunghezze d'onda e<br />
riflettanza. Applicando la classificazione<br />
con le firme spettrali<br />
ricavate è stato possibile individuare<br />
all’interno del territorio<br />
analizzato alcune aree critiche<br />
in cui la presenza di materiale<br />
pericoloso è altamente probabile<br />
(le frecce verdi in Figura 11<br />
indicano aree dove l’amianto è<br />
stato effettivamente rinvenuto).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 29
REPORTS<br />
Tuttavia a causa delle condizioni<br />
meteo delle giornate di<br />
volo (molta umidità e copertura<br />
nuvolosa variabile) "Tuttavia a<br />
causa delle condizioni<br />
meteo delle giornate di<br />
volo (molta umidità e copertura<br />
nuvolosa variabile) sono ancora<br />
in corso idonee elaborazioni<br />
atte ad eseguire un mapping<br />
conforme delle firme sul territorio<br />
indagato."<br />
Fig. 10 – Firma spettrale di vari materiali contenenti amianto e dell’asfalto.<br />
Conclusioni e<br />
prospettive future<br />
L’utilizzo di smart tecnology e la<br />
condivisione delle informazioni<br />
tra i vari soggetti coinvolti<br />
rappresenta un valore aggiunto<br />
verso il raggiungimento di una<br />
comunità consapevole e crescita<br />
sostenibile.<br />
La partecipazione dei cittadini e<br />
delle associazioni di volontariato<br />
risulta essere uno strumento<br />
efficace ed una forza motrice<br />
alle attività di controllo e monitoraggio<br />
del territorio.<br />
La possibilità di personalizzare<br />
in base alle proprie esigenze ed<br />
integrare più smart technology<br />
produce ovviamente risultati<br />
Fig. 11 – Individuazione di manufatti contenenti amianto.<br />
eccezionali. Di contro c'è il<br />
fatto che al giorno d'oggi le<br />
elaborazioni risultano alquanto<br />
complicate e necessitano, pertanto,<br />
di personale altamente<br />
qualificato.<br />
Per quel che concerne questo<br />
aspetto, anche se ci sono metodi<br />
standard per la pre-elaborazione<br />
delle immagini, non ci<br />
sono classificatori di immagine<br />
che possono essere applicati in<br />
modo sistematico. Così, rimane<br />
compito impegnativo e oggetto<br />
di ricerche future, l’individuazione<br />
ed applicazione di classificatori<br />
più potenti ed efficaci<br />
con ampio spettro d’applicazione.<br />
Inoltre le attività future<br />
riguarderanno lo sviluppo<br />
e l’implementazione<br />
anche di algoritmi<br />
di localizzazione<br />
e mapping cooperativi<br />
in cui dati multi-sensoriali<br />
acquisiti dalle<br />
piattaforme robotiche<br />
mobili, anche integrati<br />
con dati satellitari e<br />
aerei ove disponibili,<br />
saranno elaborati al<br />
fine di produrre rappresentazioni<br />
multimodali<br />
e multi-scala<br />
degli ambienti esplorati;<br />
in particolare,<br />
partendo dallo stato<br />
dell’arte delle tecniche<br />
di Simultaneous<br />
Localization And<br />
Mapping (SLAM) e<br />
Structure from Motion<br />
(SfM), la ricerca deve essere<br />
orientata allo sviluppo di nuove<br />
metodologie finalizzate al miglioramento<br />
dell’accuratezza sia<br />
della localizzazione dei veicoli<br />
che delle mappe da essi prodotte.<br />
In particolare, si intendono<br />
investigare le problematiche legate<br />
all’integrazione ed alla coregistrazione<br />
di dati eterogenei<br />
prodotti da diversi sensori, in<br />
tempi diversi o da diversi punti<br />
di vista mediante l’impiego<br />
di algoritmi basati su features<br />
naturali come SIFT, SURF,<br />
FPFH, etc. in combinazione<br />
con tecniche di registrazione<br />
quali ICP, RANSAC, etc.<br />
Le attuali applicazioni con i<br />
droni sono ancora in fase sperimentale,<br />
ma ci si aspetta una<br />
rapida evoluzione tecnologica:<br />
per ottenere risultati sempre più<br />
certi è importante condurre uno<br />
studio sistematico e continuo<br />
sull’evolversi delle tecnologie<br />
e sensori di telerilevamento in<br />
condizioni molto eterogenee.<br />
Ringraziamenti<br />
Questo progetto è stato cofinanziato<br />
dal Living Lab-ICT<br />
Apulia Innovation, un progetto<br />
della Regione Puglia per sperimentare<br />
un nuovo approccio<br />
alla ricerca in cui i ricercatori,<br />
aziende e gruppi organizzati<br />
di cittadini, scambiano idee e<br />
conoscenze, pianificano insieme<br />
un’esperienza innovativa soluzioni<br />
tecnologiche.<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
ZEB 1 | SURVEY IN MOTION<br />
IL CONTRIBUTO È STATO PRESENTATO<br />
ALLA CONFERENZA NAZIONALE ASITA.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Greco A.V. (1998). “Il territorio di Statte. Dagli insediamenti rupestri<br />
alle masserie”, in Umanesimo della Pietra – Riflessioni, pp. 3-39.<br />
Bassani C., Cavalli R.M., Cavalcante F., Cuomo V., Palombo A., Pascucci<br />
S., Pignatti S. (2007) “Deterioration status of asbestos-cement<br />
roofing sheets assessed by analyzing hyperspectral data”. Remote Sensing<br />
of Environment, 109 (3), pp. 361-378<br />
Fiumi L., Congedo L., Meoni C. (2014) “Developing expeditious<br />
methodology for mapping asbestos-cement roof coverings over the<br />
territory of Lazio Region” Applied Geomatics, 6 (1), pp. 37-48.<br />
Tang L., Shao G. (2015). “Drone remote sensing for forestry research<br />
and practices”. Journal of Forestry Research, 7 p. Article in Press.<br />
Campobasso G., Massarelli C., Lopez N., Palmisano V.N., Uricchio<br />
V.F. (2014). “Il contrasto ai traffici illeciti quale forma di prevenzione<br />
della contaminazione dei territori”. Siti Contaminati. Esperienze negli<br />
interventi di risanamento. ISBN: 88-7850-014-3; Edizione CSISA<br />
Uricchio V.F., Massarelli C., Lopez N., Campobasso G. (2013).<br />
“Banche dati di nuova generazione per la gestione del ciclo<br />
dell’amianto in Puglia” Atti 17a Conferenza Nazionale ASITA pagg.<br />
1255-1264, ISBN 978-88-903132-8-8, 5–7.<br />
Arriva in Italia il primo laser scanner<br />
handheld per il mobile mapping.<br />
Basato su tecnologia SLAM,<br />
rappresenta la soluzione ideale<br />
per il rilievo 3D rapido e accurato<br />
di realtà complesse.<br />
Forestale, underground mining,<br />
immobiliare:<br />
rivoluziona il tuo modo di<br />
lavorare!<br />
Presentazione ufficiale del prodotto<br />
a settembre 2015.<br />
Seguirà un programma di roadshow<br />
in Italia nei mesi successivi.<br />
Per maggiorni informazioni scrivere a<br />
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PAROLE CHIAVE<br />
APR; monitoraggio; inquinamento ambientale; tecnologie<br />
ABSTRACT<br />
DroMEP project (Drones for Monitoring and Environmental Protection)<br />
provides the definition of a smart methodology testing prototype<br />
technologies and operational protocols necessary for identifying<br />
and monitoring, both in terms of quality and quantity, the illegal<br />
dumping and uncontrolled abandonment of waste, highlighting the<br />
presence of hazardous waste, especially friable asbestos.<br />
This objective was pursued through the development, integration<br />
and deployment of innovative technologies for data acquisition:<br />
surveys with UAV equipped with multispectral sensors, infrared and<br />
thermal camera, surveys with equipped Videocar, aerial photogrammetric,<br />
hyperspectral and thermal sensors, and spectroradiometric<br />
acquisitions, acquisitions in the field by the citizens via smartphone<br />
app, were carried out.<br />
The project also included the creation of a computerized and interoperable<br />
platform for managing and sharing integrated different spatial<br />
data.<br />
The experience has allowed, therefore, the development of a methodology<br />
of systematic monitoring and repeatable useful for assessing the<br />
environmental quality of territories and the possible presence of risks<br />
for citizens. The information acquired, after processing, they are an<br />
excellent tool for administrators and decision makers for the evaluation<br />
of environmental actions to be implemented for a sustainable<br />
programming.<br />
AUTORE<br />
Carmine Massarelli<br />
carmine.massarelli@ba.irsa.cnr.it<br />
Vito Felice Uricchio<br />
vito.uricchio@ba.irsa.cnr.it<br />
Water Research Institute, National Research Council<br />
Via De Blasio n. 5 - 70132, Bari.<br />
Maria Rita Muolo<br />
mr.muolo@sit-puglia.it<br />
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Application) già partner esclusivo in<br />
Italia della Faro Technologies e della<br />
GeoSLAM UK, rinforza la gamma di<br />
tecnologie d'avanguardia presenti a<br />
livello mondiale nel campo<br />
dell'architettura del survey e della<br />
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mercato nazionale con uno sguardo<br />
all'Europa come supporto<br />
d'eccellenza a tutte quelle aziende<br />
che, resistenti agli anni della crisi,<br />
fanno dell'innovazione il loro cavallo<br />
di battaglia per rendersi altamente<br />
competitive.<br />
Nicola Dongiovanni<br />
n.dongiovanni@sit-puglia.it<br />
Servizi di Informazione Territoriale S.r.l.<br />
P.zza Papa Giovanni Paolo II, 8/1, 70015 Noci (BA).<br />
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P.IVA 11315870011- Cap. Soc. € 500.000,00<br />
Strada Antica di None 2 - 10092 BEINASCO (TO)<br />
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info@mesasrl.it www.mesasrl.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 31
REPORTS<br />
Geografia intelligente<br />
e user experience<br />
Lotta a due tra Google e Apple nel mondo<br />
delle informazioni geospaziali per tutti<br />
di Domenico Santarsiero<br />
Il mondo della geografia intelligente,<br />
ovvero le diverse applicazioni che<br />
negli ultimi dieci anni hanno portato<br />
la geografia digitale e il mondo delle<br />
informazioni geospaziali verso il<br />
mercato consumer, è rappresentato<br />
da tre dei competitors del settore<br />
informatico e della nuova era<br />
Fig.1 - L'interfaccia di Apple e Google partono tutte e due dal globo terrestre.<br />
dell`ICT: Google, Microsoft e<br />
Apple. Quest'ultima ha rilasciato<br />
il sistema MAPPE da non più di<br />
quattro anni (2012) 1 , dapprima<br />
sulla sola piattaforma iOS (iPad<br />
e iPhone) e in seguito sul suo OS<br />
desktop, Mavericks. È proprio da<br />
allora che Mappe, fornito di default,<br />
rappresenta la vera rivoluzione<br />
nel campo del Geospatial 3D per<br />
il mercato consumer, un mercato<br />
potenzialmente infinito, composto<br />
dai miliardi di utenti che usano<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong><br />
smartphone, tablet o PC.<br />
La guerra delle mappe continua<br />
ancora oggi, anche se il mondo della<br />
geomatica sembra non accorgersene.<br />
Con questa nota cercheremo di fare<br />
il punto sui sistemi, le soluzioni, la<br />
storia recente.<br />
NOTA<br />
1) A questo url il documento<br />
di riferimento per<br />
capire cosa contiene il<br />
DB Geospaziale mondiale<br />
Mappe di Apple. http://<br />
gspe21.ls.apple.com/html/<br />
attribution-12.html.<br />
La storia e le tecnologie<br />
L’evoluzione, o rivoluzione<br />
internet, è cominciata un po’<br />
prima del cosìddetto web 2.0,<br />
e comprende una lunga serie<br />
di innovazioni difficilmente<br />
esplorabili in questo articolo.<br />
Per comprendere la storia delle<br />
mappe nell’era di internet<br />
bisognerebbe partire dalle<br />
diverse parole chiave sulle geotecnologie<br />
o, meglio ancora,<br />
gettando uno sguardo alla storia<br />
recente della neo-geography<br />
(https://en.wikipedia.org/wiki/<br />
Neogeography).<br />
Tra le visioni del futuro tecnologico<br />
non bisogna inoltre<br />
tralasciare quelle di personaggi<br />
come Larry Page e Sergey Brin,<br />
fondatori di Google, che da un<br />
lato hanno contribuito a creare<br />
una rivoluzione nell’approccio<br />
facile e di massa al mondo della<br />
geografia intelligente e dall’altro<br />
hanno traghettato le scienze geomatiche<br />
verso applicazioni<br />
consumer oriented.<br />
Per molti dei professionisti<br />
della geomatica,<br />
Google Earth è diventato<br />
una sorta di “acceleratore geomatico”,<br />
così come fu definito<br />
in uno degli editoriali dell’epoca<br />
(2005) sulle stesse pagine di<br />
questa rivista.<br />
Google Earth (GE) nasce infatti<br />
con lo scopo di mettere a punto<br />
uno strumento innovativo<br />
per la ricerca di informazioni<br />
nel web, ma assume in breve<br />
un altissimo valore-simbolo<br />
della modernità di internet.<br />
Ogni giorno milioni di utenti<br />
lo usano per navigare il globo<br />
terrestre in lungo e largo senza<br />
mai stancarsi e, cosa ancora<br />
più incredibile, senza muoversi<br />
dalla propria scrivania. Il tutto<br />
tramite una vera e propria<br />
sensazione di “navigazione”,<br />
dovuta in massima parte ad una<br />
interfaccia innovativa e molto<br />
indovinata; navigazione che può<br />
essere fruita in 3D laddove le<br />
informazioni sono disponibili.<br />
Il modello globale implementato<br />
era in sostanza basato<br />
sul DTM mondiale rilevato<br />
durante la missione SRTM
REPORTS<br />
dello Shuttle (2000), mentre<br />
le informazioni geospaziali<br />
erano un mix di immagini aeree,<br />
satellitari e di cartografie<br />
digitali comprate dai diversi<br />
player globali e locali, poi messe<br />
insieme attraverso processi di<br />
georeferenziazione che, certamente,<br />
non potevano essere<br />
scientificamente rigorosi data la<br />
provenienza spesso incerta dei<br />
dati e data l’impossibilità reale<br />
di fare un lavoro tecnicamente<br />
corretto. Ma il risultato fu più<br />
che eccezionale, e nel giro di<br />
6/12 mesi tutti gli operatori<br />
di piattaforme GIS, anche<br />
tra quelle più blasonate come<br />
ESRI, Intergraph, Bentley e<br />
Autodesk, presi alla sprovvista,<br />
si dovettero adeguare a questo<br />
nuovo modo di accedere ai dati<br />
geografici (non citiamo qui uno<br />
dei primi sistemi che univa le<br />
potenzialità della navigazione<br />
virtuale del dato geografico, e<br />
della interfaccia globale. Questo<br />
sistema anticipava tutte le soluzioni<br />
oggi disponibili sul mercato.<br />
Si chiamava Virtual GIS<br />
ed era una soluzione targata<br />
ERDAS).<br />
Nasce così un nuovo modo di<br />
presentare le informazioni territoriali,<br />
globali e geografiche. Si<br />
parte dalla sfera della terra e si<br />
arriva alle proprie informazioni<br />
con un semplice tocco del mouse.<br />
Si modifica il livello di zoom<br />
e ci si addentra sempre più in<br />
dettaglio nelle informazioni cartografiche<br />
tradizionali o 3D.<br />
Per gli utenti di internet è una<br />
vera e propria manna dal cielo:<br />
dalla visione generale, o meglio<br />
globale, visto che si parla del<br />
globo terrestre, fino alla navigazione<br />
pseudo 3D di street view,<br />
la così detta “user experience”<br />
(esperienza dell’utente, emozione,<br />
e come egli vive l’interfaccia,<br />
e quindi i dati), rappresenta una<br />
novità assoluta e rivoluzionaria<br />
nel rapporto con la geografia e<br />
quindi con il mondo reale delle<br />
immagini geospaziali.<br />
Gli attori e i dati<br />
Nell’era di internet, pian piano,<br />
le informazioni geografiche, topografiche,<br />
geospaziali e dei geospatial<br />
imaging data set, diventano<br />
la pelle del web avanzato<br />
dove cercare informazioni utili,<br />
pianificare il proprio viaggio<br />
oppure navigare in un mondo<br />
lontano, riprodotto con incredibile<br />
fedeltà, pur rimanendo<br />
seduti sul proprio divano.<br />
Territori, nazioni e vita quotidiana,<br />
luoghi che normalmente<br />
percorriamo nelle nostre più comuni<br />
giornate, nell’arco di 5 o<br />
6 anni sono divenute accessibili<br />
on-line: basta seguire l’omino<br />
in basso a destra e portarlo sulla<br />
mappa al solo costo di un click<br />
di mouse, e il nostro luogo è lì,<br />
visibile a 360 gradi, navigabile,<br />
fruibile e immediato. Anche se<br />
in questo contesto le tecnologie<br />
geomatiche hanno un ruolo<br />
assai marginale, lasciando la scena<br />
alle innovazioni apportate<br />
nell’analisi delle immagini, si<br />
tratta comunque di un enorme<br />
passo in avanti che ha di fatto<br />
definito un nuovo paradigma<br />
(un cambio di paradigma fondamentale,<br />
e forse oseremmo<br />
OSM - STORIA BREVE E RIFERIMENTI<br />
Questo libro raccoglie diverse interviste alle persone<br />
che collaboravano o erano parte del team che<br />
ha fatto partire il progetto OSM. Il suo scopo è<br />
quello di fornire un variegato punto di vista sull’arco<br />
del progetto che va all’incirca dal 2004 al 2014.<br />
Dato che intervistare tutti sarebbe stato impossibile<br />
si è cercato di raccogliere la testimonianza delle<br />
persone più presenti e importanti per il progetto.<br />
Quello che troverete nel testo, sono frammenti<br />
storici, aneddoti e punti di vista su un progetto<br />
audace: La mappa del mondo realizzata attraverso<br />
il solo contributo di volontari che hanno fornito<br />
gratuitamente il loro lavoro e i loro dati. Qualcosa<br />
che poteva sembrare incomprensibile un po di<br />
anni fa."<br />
Il libro è invece stato pensato come un volume “as<br />
it is”, ovvero senza tante revisioni e con interviste<br />
dirette ai protagonisti di questa rivoluzione nelle<br />
mappe, e senza mettere in particolare evidenza<br />
persone o episodi, cosi come il genio creativo di<br />
Steve.<br />
Ogni sezione comprende, oltre all’intervista, una<br />
breve biografia dell’interlocutore ed una citazione<br />
sulla mappa preferita. Il testo ha spesso passaggi<br />
ironici, ma il lavoro è stato tedioso e lungo. Il volume<br />
è stato realizzato ricorrendo al crowdfounding<br />
di Kickstarter, e ha raccolto poco meno di 10 mila<br />
dollari in poco tempo. Tutte le interviste sono state<br />
condotte da Steve Coast, mentre il progetto è stato<br />
gestito da Ben Wroe e curato da Barbara Poore.<br />
dire globale, lo si ha nel 2012,<br />
con la disponibilità di Android<br />
4.2 (Jelly Bean), che introduce<br />
a livello consumer il sistema<br />
Photo Sphere. Un approccio<br />
alla realtà completamento<br />
imaging. Riportando indietro<br />
le lancette ai primi sistemi di<br />
Apple per fare foto sferiche, ma<br />
mai decollati).<br />
È poi vero che, l’interfaccia<br />
utilizzata, è del tutto geografica<br />
“”, anche<br />
se in linea di massima si parte<br />
dalla mappa per arrivare ad uno<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 33
REPORTS<br />
stadio di “navigazione nelle informazioni”,<br />
in questo specifico<br />
caso le immagini, non essendoci<br />
ancora un adeguato frame geometrico<br />
3D della realtà.<br />
La battaglia è chiaramente tra i<br />
big della “soft economy”, ovvero<br />
della nuova era digitale, e quindi<br />
tra i soliti noti come Google,<br />
Microsoft e Apple, una vera e<br />
proprio triade con ruoli e visioni<br />
completamente diverse, insite<br />
nel DNA delle aziende stesse.<br />
Di fatto Google la fa da padrone,<br />
essendo l’unica azienda che<br />
è riuscita ad imporre la sua visione<br />
delle informazioni geospaziali<br />
, utilizzate nel più ampio<br />
processo della digitalizzazione<br />
del mondo conosciuto.<br />
A differenza di Microsoft e<br />
WWW.MYGEO.IT/MAPPE-PER-2<br />
Apple, che rimangono aziende<br />
caratterizzate dai prodotti<br />
hardware, Google ha saputo<br />
valorizzare appieno il suo DNA<br />
di azienda completamente “web<br />
oriented”, promuovendo la vera<br />
innovazione nel settore che le è<br />
più congeniale.<br />
E infatti, nonostante un DNA<br />
al 100% IT, prima Microsoft e<br />
poi Apple, hanno dovuto piegarsi<br />
alla potenza comunicativa<br />
e commerciale delle informazioni<br />
geografiche e geospaziali.<br />
Microsoft già in tempi non<br />
sospetti, ovvero nel 2008, cominciò<br />
ad investire nel settore<br />
della fotogrammetria, e sulla<br />
scia di GE cominciò a valorizzare<br />
il suo asset di informazioni<br />
geospaziali, divenute ormai<br />
corpo integrante del suo motore<br />
di ricerca BING. Aprì addirittura<br />
la divisione Microsoft<br />
Photogrammetry, attraverso<br />
l’acquisizione di Vexcel che<br />
produce una delle camere fotogrammetriche<br />
tra le più diffuse<br />
e, ovviamente, software adeguati<br />
alla gestione dei dati.<br />
Oggi l’offerta di Microsoft è<br />
orientata al mondo enterprise attraverso<br />
la soluzione Bing Maps<br />
Platform, innestata sul corporate<br />
web di microsoft all’url http://<br />
www.microsoft.com/maps/.<br />
Apple è forse quella che è arrivata<br />
per ultima sul mercato<br />
delle geoinformazioni diffuse<br />
anche se da sempre è quella che<br />
ha prestato più attenzione verso<br />
il mercato consumer in termini<br />
di mobile applications & positioning.<br />
Da ultima ha quindi cercato<br />
di acquisire il meglio delle<br />
tecnologie e dei dati disponibili,<br />
ed in parte ci è riuscita. I dati<br />
geospaziali sono infatti gli stessi<br />
di BING, avendo realizzato una<br />
transazione globale.<br />
La storia breve delle aziende<br />
● Google - la storia di google la<br />
possiamo semplicemente leggere<br />
su wikipedia, cosi come<br />
quella della nascita della serie<br />
Earth e Map, le applicazioni<br />
geografiche o geospatial di<br />
google. Tutto ha inizio con<br />
l’acquisizione della Keyhole nel<br />
2004, che stava lavorando alla<br />
8 agosto 2015, caldo torrido a Roma. Il caso ha<br />
voluto che nel giro di un’oretta abbia incrociato<br />
due segni premonitori che mi hanno convinto a<br />
confermare il titolo di questo articolo.<br />
Per primo ho incontrato il sistema MMS targato<br />
APPLE: un furgone nero con targa tedesca,<br />
attrezzato con sistemi a 360° ai 4 angoli (laser<br />
scanner, probabilmente dei velodyne a giudicare<br />
dalle dimensioni ridotte) e camere fotografiche.<br />
E dopo venti minuti, nella stessa zona, si materializza<br />
improvvisamente davanti a me la Google<br />
Car, dotata del sistema di ripresa impiegato per<br />
street view.<br />
34 La mia <strong>GEOmedia</strong> conclusione n°1-<strong>2016</strong> è stata una sola: ho fatto<br />
BING, è giunta l’ora di chiudere il mio articolo.
REPORTS<br />
implementazione di XML nel<br />
mondo delle informazioni geografiche<br />
sul web. Siamo insomma<br />
alla nascita dello standard<br />
KML, che deriva proprio da<br />
Keyhole Markup Language, lo<br />
standard Google per le mappe<br />
e non solo. Google mette a<br />
disposizione un esteso set di<br />
servizi, accesso ai dati e tools<br />
geografici per terze parti.<br />
●<br />
● Apple map - il mondo delle<br />
mappe per Apple inizia con il<br />
2007, come documentato nelle<br />
note, ma inizia subito con servizi<br />
e modalità avanzate come<br />
il 3D. Generato non già come<br />
frame GML che fu usato da<br />
Google all’epoca di SketchUp<br />
prima versione, bensì puntando<br />
subito al 3D di nuova generazione,<br />
quello generato “on<br />
the fly”, che vediamo nel box a<br />
destra. Ma Apple fa di più, e<br />
entra nel mondo della navigazione<br />
indoor, che è il prodromo<br />
del mapping globale che si<br />
estende alle mappe 3D del<br />
futuro, vicinissimo al mondo<br />
dei 3D City Models. Compare<br />
quindi nell’era della neogeografia,<br />
il primo standard iBeacon 2 ,<br />
rilasciato a partire da iOS7.<br />
●<br />
●<br />
●<br />
NOTA<br />
2) La tecnologia iBeacon è stata<br />
brevettata da Apple, anche se fa<br />
parte del trend tecnologico legato<br />
al mondo della localizzazione di<br />
prossimità, che deriva in parte dal<br />
mondo dell’RFID, e quindi di ciò<br />
che chiamiamo comunemente anche<br />
indoor positioning. Su questa scia<br />
diverse sono le aziende che operano<br />
già nel settore, sia implementando<br />
la tecnologia BLE che altre basate<br />
comunque su tecniche wireless.<br />
● Microsoft - entra nel<br />
settore della fotogrammetria e<br />
delle informazioni geospaziali<br />
con l’acquisizione di Vexel, che<br />
poi si mimetizza tra le mille<br />
company dell’area Microsoft,<br />
la cui parte hardware migra<br />
in Ultracam, leader insieme a<br />
pochi altri, nel mercato delle<br />
camere fotogrammetriche aeree<br />
di fascia high end. Nasce<br />
cosi l’interesse per il progetto<br />
Virtual_Earth, da cui deriva il<br />
progetto master BING Map 3 , e<br />
sue successive evoluzioni. Bing<br />
si arricchisce poi del database<br />
principale realizzato con i dati<br />
Pictometry 4 rilevati da Blom<br />
ASA, una delle aziende più importanti<br />
nel campo del rilievo<br />
di immagini aeree finalizzate a<br />
popolare i DB Geospaziali di<br />
Microsoft e non solo. In Italia<br />
Blom ha partecipato alle avventure<br />
di una delle nostre più<br />
importanti aziende del settore,<br />
come la CGR di Parma. Infine<br />
’acquisizione di Nokia, ha<br />
portato a Microsoft l’eridità di<br />
Navtech, confluita poi in Here.<br />
●<br />
● Open Street Map (OSM) - è il<br />
fenomeno più importante nel<br />
campo della cartografia globale<br />
della mobilità, ma anche delle<br />
tecnologie collaborative. Open<br />
Street Map nasce da un’idea di<br />
un geniale inglese, Steve Coast,<br />
che nel 2004 viveva tra l’inghilterra<br />
e San Francisco. Il progetto<br />
OSM è uno dei primi progetti<br />
che mette insieme il concetto di<br />
crowd e di mapping, dando vita<br />
al più grande progetto cartografico<br />
su scala mondiale, di un<br />
nuovo approccio che anticipa il<br />
paradigma del mondo crowd,<br />
open e di geografia digitale di<br />
nuova generazione. Questa<br />
bellissima esperienza è raccontata<br />
nel volume da poco date<br />
alle stampe, e finanziato anche<br />
lui attraverso crowdfunding di<br />
Kikstarter, a cui chi scrive ha<br />
contribuito come sostenitore.<br />
3D MESH OTF - MATEMATICA E POTENZA<br />
DI CALCOLO PER I BIG DELLE MAPPE<br />
“ADVANCED”<br />
Il rendering OTF di apple e google.<br />
Il processo di renderizzazione delle immagini<br />
oblique impiegate sui sistemi Google Map e Maps<br />
di Apple, rappresenta l’ultima sfida che si sta tenendo<br />
tra i due player più importanti. Di fatto i<br />
due sistemi funzionano in maniera un po’ diversa,<br />
e i risultati finali lo dimostrano. Sulla piattaforma<br />
Apple è tutto un po più fluido, soprattutto se si<br />
parla dell’hardware di Cupertino (mac, ipad e<br />
iphone). La piattaforma map o earth di Google<br />
ha una velocità di rendering simile a quella di<br />
Apple, ma a volte sembra meno precisa e il risultato<br />
finale è spesso più brutto. Complessivamente<br />
però, il mondo del 3D di Google non ha ancora<br />
trovato nessun competitor alla sua altezza, soprattutto<br />
nell’ambito del 3D vero dei frame geometrici,<br />
che anticipano tutto il mondo che verrà delle<br />
3D City, di cui un bello esempio è il consorzio<br />
allargato per i 3D City Models che trovate a questo<br />
URL: http://www.cybercity3d.com.<br />
Diverse visualizzazioni di mappe di apple.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 35<br />
Notare la griglia di riferimento e la fase iniziale<br />
del rendering.
REPORTS<br />
La info di Mappe v 2.0 di Apple.<br />
I prodotti fotogrammetrici<br />
Ultracam di Microsoft Photogrammetry.<br />
● Tom Tom - la storia di TomTom<br />
inizia con le prime applicazioni<br />
GPS based + Mapping, e viene<br />
promosso all’inizio da Tele<br />
Atlas (la prima recensione del<br />
prodotto in Italia, è degli anni<br />
‘90). Agli albori non è altro<br />
che un navigatore che integra<br />
GPS e dati GIS, con algoritmi<br />
di calcolo dei percorsi e poche<br />
altre cose. La storia è poi cambiata<br />
radicalmente e Tom Tom,<br />
una volta quotata in borsa,<br />
ha avuto la forza di acquisire<br />
le sue stesse ceneri, ovvero le<br />
informazioni geografiche di<br />
Tele Altlas, a cui in parte deve<br />
la sua nascita. Tom Tom figura<br />
oggi tra i più grandi fornitori<br />
di mappe al mondo. Sia per i<br />
portali web, sia per molteplici<br />
navigatori da auto o portatili.<br />
●<br />
● Gli altri - L’evoluzione delle<br />
informazioni geografiche verso<br />
il mondo digitale, come è<br />
ovvio, non inizia con i grandi<br />
player del momento, ma con<br />
una miriade di altre aziende<br />
ancora operative, o acquisite<br />
ed inglobate nell›ambito di<br />
altri progetti. Tele Altlas, ormai<br />
parte di TomTom, che fu la<br />
prima azienda a promuove le<br />
mappe al servizio della mobilità.<br />
Navtech, confluita poi in<br />
Nokia nel 2011, è stata un’altra<br />
delle aziende leader, ma non<br />
possiamo non citarne altre<br />
come Michelen (www.michelen.fr),<br />
o il tentativo italiano di<br />
DeAgostini, anche se di fatto<br />
mai pienamente decollato, e<br />
che 20 anni dopo è finalmente<br />
migrata, come spin-off, nella<br />
produzione di mappe per lo<br />
spazio e non solo (www.geo-<br />
4map.it).<br />
Al contrario di Here (www.<br />
here.com), azienda della galassia<br />
Nokia, che aveva l’ambizioso<br />
programma di digitalizzare il<br />
mondo tramite il laser scanner,<br />
ma che poi nel 2015 è stata<br />
venduta ad un corsorzio di produttori<br />
di auto, in vista delle<br />
tecnologie alla base delle macchine<br />
elettriche, automatiche<br />
e always connect, ma sempre<br />
attenta alle mappe, alla localizzazione<br />
e al sensing.<br />
Diverse sono le aziende che<br />
non cito, come la galassia USA<br />
dove tra le prime troviamo<br />
MapQuest, che compie 20<br />
anni proprio nel <strong>2016</strong>, e altre<br />
ancora che operano negli USA<br />
da diversi decenni.<br />
● Alla stessa maniera merita<br />
una citazione il più antico<br />
motore di ricerca, Yahoo, che<br />
ha attivo da molti anni il suo<br />
yahoo maps. Per una panoramica<br />
completa dei servizi<br />
WMS (Web Map Service), o<br />
anche per un inventario delle<br />
risorse on-line, non rimane<br />
che puntare il mouse su alcune<br />
risorse wikipedia come:<br />
https://en.wikipedia.org/wiki/<br />
Web_Map_Service e https://<br />
en.wikipedia.org/wiki/List_of_<br />
online_map_services.<br />
Conclusioni<br />
Questo breve articolo ha preso<br />
forma circa 2 anni fa, ma solo<br />
ora esce compiuto e pronto<br />
per le stampe. Nel frattempo le<br />
innovazioni intervenute sono<br />
tante, sia per le grandi società,<br />
come hanno dimostrato le<br />
svolte 3D di Google Map e del<br />
Maps di Apple , sia per le innumerevoli<br />
innovazioni che hanno<br />
coinvolto il mondo della geografia<br />
diffusa, che nel prossimo<br />
futuro sarà sempre più presente<br />
nella quotidianeità, arrivando<br />
a permeare tutti gli strati della<br />
nostra società.<br />
NOTE<br />
3) http://en.m.wikipedia.org/wiki/<br />
Bing_Maps_Platform.<br />
4) Pictometry è una tecnica e un<br />
prodotto della EagleView, che consiste<br />
nel rilievo e impiego di immagini obligue<br />
nella realizzazione di foto aeree, e da esse<br />
vengono generate oggi i modelli 3D on<br />
the fly sui sistemi maps di Apple, e in<br />
mille altri progetti e sistemi. L’approccio<br />
pictometry alla fotogrammetria, ha rappresentato<br />
una vera svolta epocale per il<br />
mondo delle informazioni geospaziali.<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
REPORTS<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
- The KML Handbook. A cura di Josie Wernecke. Addison-Wesley<br />
2009. ISBN-13: 978-0-321-52559-8.<br />
- annate <strong>GEOmedia</strong> 1997-2015 www.geomediaonline.it<br />
- Introduction to Neogeography. Andrew J.Turner. O’Reilly<br />
Media 2006. ISBN: 978-0-597-52995-6<br />
- Info e altro (Copyright © 2012-2015 Apple Inc. ) sul prodotto<br />
e sui contenuti di MAP http://gspe21.ls.apple.com/html/attribution-12.html.<br />
I disclaimer o le citation sono all’incirca 135<br />
righe, comprendendo in questo tutto o quasi, a cominciare da<br />
TomTom, passando per Digital Globe, e finendo con i vari DOT<br />
americani (department of Transportation).<br />
- Su wikipedia un ottimo punto di partenza per la storia della Bing<br />
Maps Platform di Microsoft. http://en.m.wikipedia.org/wiki/<br />
Bing_Maps_Platform<br />
- un po di storia http://en.wikipedia.org/wiki/Google_Earth. Qui<br />
le informazioni per seguire i vari gruppi di lavoro sul mondo<br />
della geografia di nuova generazione. Google Earth compresa.<br />
- una ottima risorsa per sviluppatori web e entusiasti neo-geografi.<br />
A cura di Konstantin Delchev. http://www.slideshare.net/kdelchev/maps-29138951?related=2.<br />
- ecco gli strumenti di Google Earth Outreach. Ben 10 applicazioni<br />
per scoprire come gli strumenti Google per la creazione<br />
di mappe possono aiutarti a cambiare il mondo. Earth, Earth<br />
Engine, My Maps, Tour Builder, Open Data Kit, Google Fusion<br />
Tables, Google Map Maker, Google Maps API, Google Street View,<br />
Spreadsheet Mapper.<br />
- http://www.google.com/earth/outreach/tools/index.html<br />
- Primo portale italiano a promuovere le tecnologie Beacon Based<br />
in termini di device e non solo. http://www.beaconitaly.it<br />
- http://www.viamichelin.com, uno dei primi portali geografici di<br />
supporto al mercato consumer e della mobilità.<br />
- Anche se del 2012, questo è un ottimo post per capire come la<br />
geografia di google cambierà il futuro. http://www.theatlantic.<br />
com/technology/archive/2012/09/how-google-builds-its-mapsand-what-it-means-for-the-future-of-everything/261913/<br />
- 4 agosto 98 - sul numero 21 di The Search Engine Report viene<br />
recensito per la prima volta il motore di ricerca Google, che puntava<br />
al dominio di terzo livello dell’università di Stanford http://<br />
google.stanford.edu/.<br />
- questa la time line ufficiale di google http://www.google.com/<br />
about/company/history/<br />
- MapQuest è un’azienda USA del settore cartografico tra le più<br />
vecchie. Acquisita nel 2000 da American Online, ha stretto poi<br />
nel 2007 una partnership importante con General Motors.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geografia intelligente, Google, Apple, Neogeografia,<br />
TomTom, Street View.<br />
ABSTRACT<br />
The world of intelligent geography, namely the different applications in<br />
the past decade have brought digital geography and the world of geospatial<br />
information to the consumer market, is represented by three of the<br />
competitors in the computer industry and the new era dell`ICT: Google,<br />
Microsoft and Apple. The latter has released the MAPS system within<br />
the last four years (2012), first<br />
only on the iOS platform (iPhone and iPad) and later on its desktop OS,<br />
Mavericks. It is from then that MAPS, provided by default, represents<br />
the real revolution in the field of 3D Geospatial for the consumer market,<br />
a potentially infinite market, composed of billions of people who use<br />
smartphone, tablet or PC.<br />
The war of the maps still continues, even though the world of geomatics<br />
seems not to notice.<br />
AUTORE<br />
D.Santarsiero<br />
dsgeo57@gmail.com<br />
www.mygeo.it<br />
www.geo4fun.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 37
GUEST<br />
VOLUNTEERED GEOGRAPHIC INFORMATION<br />
MEASURING QUALITY, UNDERSTANDING THE VALUE<br />
by Vyron Antoniou<br />
The article explores the world<br />
of Volunteered Geographic<br />
Information from birth until today,<br />
observing the actors, the sources<br />
and the problems inherent the data<br />
quality according to ISO standards.<br />
The author underline the potential<br />
Fig. 1 – Adding data to OSM after mapping Brighton Pier. (Source: https://<br />
en.wikipedia.org/ Author: Alexander Kachkaev).<br />
of this social phenomenon in<br />
constant evolution and the impact<br />
this could have, in the very near<br />
future, in the various fields of<br />
geospatial information.<br />
The birth of VGI<br />
In 2007, Mike Goodchild coined<br />
the term Volunteered Geographic<br />
Information (VGI). He was<br />
describing “the widespread engagement<br />
of large numbers of private<br />
citizens, often with little in the way<br />
of formal qualifications, in the<br />
creation of geographic information”<br />
(Goodchild, 2007: p.217). Many<br />
mark the birth of VGI with the<br />
birth of OpenStreetMap (OSM<br />
– www.openstreetmap.org) in<br />
2004. While OSM has played a<br />
key role in the development of the<br />
phenomenon, the fact is that the<br />
crowdsourced and collaborative<br />
creation of spatial content was not<br />
something new.<br />
The creation of VGI was sparked<br />
by a mixture of a different factors<br />
and it is difficult to understand<br />
the quality aspect of VGI without<br />
first examining the factors that<br />
lead to the appearance of this<br />
phenomenon. It is interesting to<br />
realise who these factors are, not<br />
only because some of them are<br />
new to the Geomatics domain<br />
and thus the professionals of<br />
Geographic Information (GI)<br />
need to extend their horizons so<br />
to study and understand them,<br />
but also because these factors are<br />
still the driving force behind the<br />
evolution of VGI. Thus, we need<br />
to have a clear view of their importance<br />
and role if we want to<br />
understand how VGI is evolving<br />
and what the quality caveats that<br />
come with it are.<br />
One of them is the mentality of<br />
collaboration in order to achieve<br />
a goal. VGI mimicked, in a<br />
sense, the mechanisms of Open<br />
Source Software where a team of,<br />
otherwise unrelated, programmers<br />
joined forces to create a free and<br />
open piece of software. In the case<br />
of OSM for example, the equivalent<br />
was to create an open and<br />
free map of the world. This collaboration<br />
was further facilitated<br />
by: i) the proliferation of accurate<br />
and low cost GPS-enabled devices<br />
which turned technology savvy<br />
people into “neo-geographers”<br />
(Turner 2006) and citizen-sensors<br />
(Goodchild 2007), and ii) novel<br />
programming techniques<br />
which transformed Web into a<br />
bi-directional medium regarding<br />
content creation. Moreover,<br />
the turn to spatial applications,<br />
which were freely accessible to the<br />
public, by the technology giants<br />
(e.g. Google, Microsoft, Yahoo!)<br />
drew the attention around spatial<br />
data and applications. On the<br />
other hand, however, the National<br />
Mapping Agencies (NMAs) were,<br />
in effect, keeping Spatial Data<br />
Infrastructures (SDI) out of the<br />
reach of the general public with<br />
high pricing and complicated<br />
licensing terms. The intertwining<br />
of all these factors contributed<br />
to the appearance and the development<br />
of the VGI phenomenon.<br />
What has not been clearly<br />
stated as a contributing factor, but<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
GUEST<br />
yet exists and affects VGI, is the<br />
social component. VGI, before<br />
and above all, is a social phenomenon<br />
and this factor will be further<br />
analysed when we turn the discussion<br />
to VGI quality.<br />
Types and Sources of VGI<br />
Today VGI is omnipresent. It<br />
comes from various sources and<br />
it can be found in many flavours<br />
including toponyms, GPS tracks,<br />
geo-tagged photos, synchronous<br />
micro-blogging, social networking<br />
applications, blogs, sensor measurements,<br />
complete topographic<br />
maps, etc. Topographic VGI can<br />
come as a result of field work or<br />
bulk data import of authoritative<br />
datasets that are now freely available.<br />
It is obvious that all these<br />
sources cannot just fall under one<br />
category. There are many aspects<br />
that can be examined here, but of<br />
particular interest when we examine<br />
the sources and types of VGI<br />
is the focus, the origin, the motivation<br />
and the scope of the VGI<br />
contributors; in a sense if they are<br />
generating VGI in an implicit or<br />
explicit manner and in what context.<br />
Implicit contribution takes<br />
place via websites or applications<br />
where their main focus is on activities<br />
not related to the geospatial<br />
domain. This does not preclude<br />
the presence of a geospatial aspect<br />
as one of the many interesting<br />
features that such applications<br />
could have but spatial information<br />
is neither one of the core features<br />
nor the main motivation of their<br />
contributors. Often, contributors<br />
are not aware of the fact that<br />
their digital presence leaves also<br />
a spatial footprint. On the other<br />
hand, spatially explicit sources,<br />
urge their users to use geography<br />
and location as a motivational and<br />
organisational factor. The narrative<br />
behind these sources asks contributors<br />
to interact directly with<br />
spatial features and consciously focus<br />
their attention into capturing<br />
spatial elements.<br />
Both the source and the type of<br />
VGI play a role in the quality and<br />
value of VGI. However, before<br />
turning to this, we briefly review<br />
the basics of spatial data quality.<br />
Spatial Data Quality<br />
In general, according to ISO<br />
9000 (ISO 2005), quality is the<br />
“degree to which a set of inherent<br />
characteristics fulfils requirements”.<br />
Characteristics (or quality elements)<br />
are defined as distinguishing<br />
features of a product that<br />
can be either inherent or assigned,<br />
and can be either qualitative or<br />
quantitative. Requirement is defined<br />
as a need or an expectation<br />
that is stated, obligatory or generally<br />
implied. Thus, understanding<br />
and measuring quality boils<br />
down to defining the elements of<br />
a product and how these elements<br />
serve the usages expected; in one<br />
word: fitness-for-purpose. While<br />
this might seem as oversimplification,<br />
it is not. Most of the times<br />
it is very difficult to analyse and<br />
measure correctly these inherent<br />
characteristics, and the same applies<br />
in unequivocally defining the<br />
requirements to be met. Spatial<br />
data is no different and the same<br />
rules, and problems, apply when<br />
it comes to understanding and<br />
measuring spatial data quality;<br />
either quality pertains to authoritative<br />
data or VGI.<br />
The discussion about quality becomes<br />
even more intriguing when<br />
product specifications are included<br />
in the equation.<br />
Fig.2 - The scope of ISO 19157 international standard.<br />
This is because a product might<br />
adhere to the existing specifications<br />
but fails to fulfil requirements.<br />
In quality terms, this<br />
product has high internal quality<br />
(i.e. is produced according to specifications),<br />
but it has poor external<br />
quality (i.e. it does not fulfil<br />
its purpose). Again, this is the case<br />
also with spatial data. In other<br />
words, the fact that a VGI dataset<br />
(implicitly or explicitly created) is<br />
created according to some initial<br />
specifications does not necessarily<br />
mean that it can be used to cover<br />
all or any requirements stated by<br />
potential end-users.<br />
Spatial data quality has long been<br />
an interesting topic for academics<br />
and GI professionals alike. There<br />
are obvious reasons for that. GI is<br />
the basic ingredient for all mapping<br />
and geo-spatial products and<br />
applications. If this ingredient is<br />
of poor quality, it just dooms any<br />
other effort. This explains the special<br />
interest shown by NMAs and<br />
corporations for the standardization<br />
of the terms and procedures<br />
used in spatial data quality evaluation.<br />
A prime example towards<br />
this end is the specifications issued<br />
by the International Standards<br />
Organization (ISO) and the<br />
Technical Committee 211 (ISO/<br />
TC211) responsible for the geographic<br />
data. In 2013, a new<br />
international standard was issued,<br />
ISO 19157 (ISO, 2013), which<br />
provides a holistic approach for<br />
spatial data quality (see fig. 2).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 39
GUEST<br />
Spatial Data Quality<br />
Elements<br />
When it comes to the evaluation<br />
of spatial data quality, a basic<br />
component is the characteristics<br />
or elements that compose this<br />
quality. These elements are factors<br />
that can be measured and<br />
the conformance of a dataset can<br />
be documented and reported<br />
to any interesting party. Thus,<br />
spatial data quality elements<br />
provide a tangible façade of a<br />
dataset’s quality, irrespectively of<br />
whether it is an authoritative or<br />
VGI one. First the understanding<br />
and then the assessment of these<br />
elements is fundamental when it<br />
comes to measuring GI quality.<br />
A brief description is provided<br />
(ISO, 2013): i) Completeness,<br />
refers to the presence or absence<br />
of features, their attributes and<br />
relationships compared to the<br />
product’s specification; ii) Logical<br />
consistency, refers the degree of<br />
adherence to logical rules of<br />
data structure, attribution and<br />
relationships as described in product’s<br />
specifications; iii) Positional<br />
accuracy, refers to the accuracy of<br />
the position of features within<br />
a spatial reference system; iv)<br />
Thematic accuracy, refers to the<br />
accuracy of quantitative attributes<br />
and the correctness of nonquantitative<br />
attributes and of<br />
the classifications of features and<br />
their relationships; v) Temporal<br />
quality, refers to the quality of the<br />
temporal attributes and temporal<br />
relationships of features; vi)<br />
Fig. 3 – Motion X GPS and OSM. (Source: https://<br />
en.wikipedia.org/ Author: Harry Wood).<br />
Usability, refers to how a given<br />
dataset can meet specific user<br />
requirements that cannot be described<br />
using the quality elements<br />
described above.<br />
All the spatial quality elements<br />
(with the exception of Usability)<br />
can be further analysed into<br />
quality sub-elements so to better<br />
assess and measure the quality of<br />
a dataset.<br />
Why this is not enough for VGI<br />
The framework suggested by<br />
ISO, and now followed by many<br />
authoritative sources of GI, has<br />
been rigorously developed by<br />
the Geomatics community, and<br />
is serving very well the efforts to<br />
provide a tangible description of<br />
GI quality. However, these guidelines<br />
have been developed in a totally<br />
different context compared<br />
to what we face today. Quality<br />
evaluation guidelines have been<br />
created for authoritative datasets.<br />
Authoritative datasets come from<br />
an ecosystem composed of trained<br />
personnel that follow tested<br />
protocols and procedures, rigor<br />
product specifications, certified<br />
equipment and software, organizational<br />
structures and processes<br />
that work towards a high quality<br />
result, multiple quality control<br />
levels, and of course the absence<br />
of social, spatial or other biases<br />
as most of the authoritative data<br />
come from NMAs. For this kind<br />
of data, ISO standards (or similar<br />
quality evaluation procedures)<br />
will continue to be the basic reference<br />
point. What is not clear,<br />
however, is how to handle VGI<br />
data. First, the evaluation process<br />
cannot easily be implemented.<br />
Evaluating VGI against a reference<br />
dataset (i.e. authoritative data)<br />
is not always possible, due to limited<br />
data availability, contradictory<br />
licensing restrictions or high<br />
procurement costs of the authoritative<br />
data. Moreover, internal or<br />
external quality cannot be easily<br />
assessed as the wiki-based nature<br />
of VGI data results in the absence<br />
of data specifications (Antoniou,<br />
2011). Then it is the nature of<br />
VGI which paints a completely<br />
different picture from the one<br />
described earlier. In this front, the<br />
first element to consider is biases,<br />
both social and spatial ones:<br />
knowledge of language, users’<br />
available time, their technical<br />
capability, origin or cultural differences<br />
are all factors that introduce<br />
subtle or important biases in<br />
VGI datasets. Then is the digital<br />
divide that should make us very<br />
careful about the coverage and representativeness<br />
of the data that is<br />
being collected. A third element<br />
is the GI itself: lack of metadata,<br />
heterogeneity, patch work and<br />
fragmented contributions should<br />
be expected when using VGI.<br />
This includes also high volatility<br />
as frequent changes made by contributors<br />
in important attributes<br />
can deteriorate the overall quality<br />
and the usability of VGI datasets.<br />
New methods for quality<br />
measures in VGI<br />
In this context, researchers need<br />
to explore ways to determine<br />
VGI quality using existing methods<br />
and, in parallel, find new<br />
ways that will suit better the nature<br />
of VGI. The former group<br />
of efforts includes efforts that<br />
adapt the existing measures of<br />
spatial quality elements, discussed<br />
above, to VGI datasets. The<br />
latter refers mainly to research<br />
aiming to reveal intrinsic to VGI<br />
quality indicators, sometimes<br />
new to Geomatics domain, so<br />
to facilitate the understanding<br />
of such data. Here, we turn our<br />
focus to the novel evaluation<br />
efforts that use intrinsic VGI<br />
quality indicators. These indicators<br />
can be grouped in four different<br />
groups: i) data indicators,<br />
ii) demographic indicators, iii)<br />
socio-economic indicators and<br />
iv) indicators about contributors<br />
(Antoniou and Skopeliti 2015).<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
GUEST<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 41
GUEST<br />
Data Indicators. The direct quality<br />
evaluation can be problematic<br />
for VGI. This is because usually<br />
there are no detailed specifications<br />
or the evaluation against<br />
authoritative data might not be<br />
possible, not least because there<br />
is no access to reference data.<br />
Hence, the focus is on indicators<br />
that could reveal VGI quality<br />
by solely examining VGI data.<br />
Such indicators include features’<br />
length and point density in a<br />
square-based grids or feature-level<br />
attributes such as the number<br />
of versions, the stability against<br />
changes and the corrections and<br />
rollbacks of features, the provenance<br />
of contributed features<br />
Demographic Indicators.<br />
As VGI is user generated content,<br />
it is expected that a correlation<br />
between data quality and<br />
demographic data might exist.<br />
Empirical studies revealed the<br />
correlation between the demographics<br />
of an area and the completeness<br />
and positional accuracy<br />
of the data. Also, it has been<br />
shown that the low population<br />
density areas (i.e. rural areas) negatively<br />
affect the completeness<br />
of VGI data. On the contrary,<br />
population density positively<br />
correlates with the number of<br />
contributions, thus affecting data<br />
completeness or positional accuracy<br />
(see for example Zielstra and<br />
Zipf, 2010; Haklay et al, 2010).<br />
Fig. 4 – OpenStreetMap GPS trace density. (Source:<br />
https://en.wikipedia.org/ Author: Eric Fischer).<br />
Socio-economic Indicators.<br />
Closely related to the demographics<br />
is the existing socioeconomic<br />
factors. The grassroots<br />
engineering and the bottom-up<br />
process of VGI turned the research<br />
focus in socio-economic<br />
factors and indeed, it has been<br />
shown that social deprivation<br />
and the underlying socioeconomic<br />
reality of an area considerably<br />
affects completeness<br />
and positional accuracy (Haklay<br />
et al, 2010; Antoniou, 2011).<br />
Similarly, other factors such as<br />
high income and low population<br />
age result into a higher number<br />
of contributions, a positive factor<br />
of VGI quality (Girres and<br />
Touya 2010).<br />
Contributors’ Indicators.<br />
This group of indicators focuses<br />
on revealing the contributor’s<br />
motivation drivers as this can<br />
give a better insight into user<br />
generated data. To this end,<br />
quality indicators can include<br />
the history and the profiling of<br />
contributors or the experience,<br />
recognition and local knowledge<br />
of the individual (Van Exel et al.,<br />
2010). Moreover, the number of<br />
contributors on certain areas or<br />
features has been examined and<br />
it has been positively correlated<br />
with data completeness and<br />
positional accuracy (Keßler and<br />
Groot, 2013).<br />
VGI is a new development for<br />
the Geomatics domain. As such,<br />
some of the existing tools used<br />
so far for the quality evaluation<br />
of GI can be applicable here as<br />
well. However, is evident that<br />
the very nature of VGI imposes<br />
a broader thinking of how to<br />
be more inclusive so to better<br />
analyse the quality of VGI dataset.<br />
As there are still ongoing efforts<br />
to build a solid framework that<br />
will efficiently assess VGI quality,<br />
there is active research around<br />
novel quality indicators.<br />
Understanding VGI value<br />
When we solely focus on measuring<br />
the quality of VGI data,<br />
we run the risk of missing the<br />
bigger picture that this phenomenon<br />
paints: the true value of<br />
VGI. Before VGI, spatial data<br />
was a privilege in the hands of<br />
governments or few corporations.<br />
Datasets where stored in silos<br />
and the vision of functional and<br />
public-serving SDIs was strangling<br />
to stay alive. What VGI<br />
did was to introduce geography<br />
to the general public, increase<br />
awareness of its value and consequently<br />
the demand for up-todate<br />
spatial products; in a sense<br />
VGI managed to spatially enable<br />
our societies. Moreover, VGI<br />
sparked the creation of a virtuous<br />
circle around the linkage between<br />
society and spatial information.<br />
The technological advances facilitated<br />
spatial data collection and<br />
online diffusion, and this made<br />
people familiar with spatial content,<br />
cartographic products and<br />
location based services. This in<br />
turn, created the need for more,<br />
freely available, spatial content<br />
of high quality and thus VGI<br />
sources were better placed to<br />
cover this need resulting to more<br />
crowdsourced spatial content to<br />
become available on the Web.<br />
This positive spiral was also<br />
fuelled by the intrinsic characteristics<br />
of VGI data. First, is the<br />
fact that now we can record how<br />
people value and understand<br />
space. Now, for the first time,<br />
the user’s perception of space is<br />
tangible through the volunteered<br />
recording of spatial features or<br />
phenomena they consider important<br />
to have on a map. Moreover,<br />
as daily life is local by its nature,<br />
VGI supports the recording of<br />
issues that range from health to<br />
entertainment, to education, or<br />
other local-scale activities. Closely<br />
related to this is the fact that VGI<br />
encapsulates the local knowledge<br />
that contributors have. Following<br />
42 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 43
GUEST<br />
Tobler’s law which states that<br />
“everything is related to everything<br />
else but near things are more related<br />
than distant things” (Tobler, 1970:<br />
234) it is not strange that contributions<br />
in VGI tend to be more<br />
accurate in places the contributor<br />
knows best. Another issue is the<br />
extended field of scope. While<br />
VGI become mostly known<br />
from a handful of champion<br />
projects such as OpenStreetMap,<br />
Wikimapia and Geonames,<br />
examples include also data gathering<br />
for air pollution, urban<br />
noise, traffic and congestion<br />
maps, cycle maps, gpx-trail maps<br />
or soil mapping. Most of these<br />
topics were usually under the<br />
radar of the NMAs as their focus<br />
was on few well defined mapping<br />
products. This leads to the fact<br />
that now we can open our horizons<br />
to new geospatial products<br />
and applications. Examples can<br />
be found in the field of urban<br />
sensing and smart cities. Today,<br />
with ubiquitous sensor networks<br />
our living environments are being<br />
transformed into smart cities<br />
where the flow of VGI in terms<br />
of volume and currency opens<br />
the opportunity to monitor and<br />
understand, in an unprecedented<br />
way, what exactly takes place<br />
in every corner of the urban fabric.<br />
Apart from new products,<br />
VGI can also play an important<br />
role in correcting, enriching,<br />
and updating existing datasets.<br />
Furthermore, VGI shortens the<br />
time horizons of geographic data<br />
update as in most cases the time<br />
gap between data capture and<br />
data consumption is minimal.<br />
Finally, most of the times, all these<br />
come with no cost and without<br />
sophisticated and restrictive licensing<br />
agreements.<br />
What is next?<br />
The evolution and possibilities<br />
of VGI in the Geospatial domain<br />
have attracted the interest<br />
of academics and professionals<br />
alike with a growing number of<br />
governments and corporations<br />
leveraging this kind of GI information.<br />
However, it is clear that<br />
while, at this point, VGI cannot<br />
replace proprietary and authoritative<br />
data, it can play a crucial<br />
role in correcting, enriching and<br />
updating existing datasets or provide<br />
the basic information layer<br />
for new products.<br />
VGI has been a growing phenomenon<br />
for over a decade now.<br />
Notwithstanding the acceptance<br />
that it has received so far, the<br />
most important factor that hinders<br />
a more widespread diffusion<br />
is the lack of a stable and standardized<br />
way to evaluate data quality.<br />
Existing and well-established<br />
methods and processes for spatial<br />
data quality evaluation, while<br />
still valid, are not always applicable<br />
to VGI datasets. This drives<br />
researchers and academics into<br />
the study of new methods so to<br />
eloquently answer the pressing<br />
question about “how good is<br />
VGI data?”. The nature and the<br />
creation mechanisms of VGI led<br />
to the analysis of a number of factors.<br />
However, research is still far<br />
from providing concrete answers<br />
and methods regarding the evaluation<br />
of VGI quality. Here, we<br />
just scratched the surface of the<br />
ongoing research on VGI quality<br />
evaluation.<br />
Now, if we had to provide a<br />
prediction for the future, which<br />
is always a challenging task, it<br />
would be that the times ahead<br />
will get extremely interesting in<br />
this field. This optimistic view is<br />
based on the trends which more<br />
or less serve as the driving forces<br />
of VGI: technology and society.<br />
In the technological front, the<br />
evolution in Information and<br />
communications technology<br />
(ICT) will not leave VGI unaffected:<br />
bandwidth will keep<br />
increasing, the cost of hardware<br />
will keep dropping and the number<br />
of people online will keep<br />
growing and thus the pool of<br />
contributors will become larger<br />
and better equipped. This alone<br />
is great news for the future of<br />
VGI. However, the most crucial<br />
role is expected by the spatial data<br />
capturing devices that will proliferate<br />
or be introduced in the<br />
future. On the one hand is the<br />
ubiquity of sensors that passively<br />
collect spatial data, mostly in<br />
urban context. The transformation<br />
of our living environment<br />
into smart cities inevitably passes<br />
through a better understanding<br />
and a more detailed recording of<br />
space and human activity. This<br />
development is based on the<br />
consideration that location and<br />
spatial information are common<br />
goods and promotes their availability<br />
in order to stimulate innovation<br />
(Roche et al. 2012). Then,<br />
is the individually controlled<br />
devices. The spread of drones, for<br />
which we are still exploring their<br />
abilities to contribute in systematic<br />
data gathering, is expected<br />
to bring VGI in a whole new<br />
level. Moreover, the evolution of<br />
the wearable technology, while<br />
still in its early days, is expected<br />
to contribute to the evolution<br />
of VGI. The omnipresence of<br />
wearable sensors is expected to<br />
multiply the availability of spatial<br />
data on the Web. Similar impact<br />
is expected by the development<br />
of indoor positioning and mapping<br />
systems (e.g. Google’s Tango<br />
project) which will extend VGI<br />
into new fields. So, in short, GI<br />
capturing devices, on top of what<br />
it is today available, will cover<br />
also the area of aerial surveying,<br />
of everyday activities and of indoor<br />
mapping, and this is just a<br />
sneak preview of the near future.<br />
In the societal front, the future<br />
could be even more exciting.<br />
Crowdsourcing, volunteerism,<br />
citizen science and social enterprises<br />
are just some of the early<br />
formations which the increased<br />
online connectivity has brought.<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
GUEST<br />
It is really amazing how online<br />
communities address real world<br />
problems and even more impressive<br />
how this grassroots collaboration<br />
overcomes societal barriers<br />
and enables citizens to participate<br />
in the management and improvement<br />
of quality of life. The social<br />
transformation shaped by online<br />
communities will prove equally<br />
important factor in the evolution<br />
of VGI as the technological<br />
advances.<br />
How this ecosystem affects the<br />
understanding of VGI quality?<br />
We need to understand that this<br />
area is highly interdisciplinary in<br />
that intertwines the advances of<br />
many domains. VGI is the grafting<br />
of the underlying social, economic<br />
and technological situation<br />
with the geospatial domain.<br />
It is incarnated with the tangible<br />
recording of citizen’s perception<br />
for space and phenomena they<br />
consider important to have on a<br />
map. However, despite the work<br />
and empirical research available<br />
on the subject of VGI quality, a<br />
solid framework for assessing the<br />
quality of crowdsourced spatial<br />
data is far from being established<br />
for all the reasons explained here.<br />
This should be the next goal for<br />
VGI on our way towards Digital<br />
Earth.<br />
REFERENCES<br />
Antoniou, V. (2011). User generated spatial content: an analysis of the phenomenon and its challenges for mapping<br />
agencies. Ph.D. Thesis, University College London.<br />
Antoniou, V. and Skopeliti, A. (2015). Measures and Indicators of Vgi Quality: An Overview. ISPRS Ann.<br />
Photogramm. Remote Sens. Spatial Inf. Sci., II-3/W5, pp.345-351.<br />
Girres, J. and Touya, G. (2010). Quality Assessment of the French OpenStreetMap Dataset. Transactions<br />
in GIS, 14(4), pp.435-459.<br />
Goodchild, M. (2007). Citizens as sensors: the world of volunteered geography. GeoJournal, 69(4),<br />
pp.211-221.<br />
Haklay, M., Basiouka, S., Antoniou, V. and Ather, A. (2010). How Many Volunteers Does it Take to<br />
Map an Area Well? The Validity of Linus’ Law to Volunteered Geographic Information. The Cartographic<br />
Journal, 47(4), pp.315-322.<br />
International Organisation for Standardisation 2005. ISO 9000: Quality management systems - Fundamentals<br />
and Vocabulary, Geneva: ISO.<br />
International Organisation for Standardisation, 2013. ISO19157:2013 Geographic information - Data quality,<br />
Geneva: ISO.<br />
Keßler, C., de Groot, R. T. A., 2013. Trust as a proxy measure for the quality of Volunteered Geographic<br />
Information in the case of OpenStreetMap. In: Geographic information science at the heart of Europe,<br />
Springer International Publishing, pp. 21-37.<br />
Roche S, Nabian N, Kloeckl K and Ratti C (2012). Are ‘smart cities’ smart enough? In: Rajabifard A<br />
and Coleman D (eds) Spatially Enabling Government, Industry and Citizens: Research Development and<br />
Perspectives.<br />
Tobler, W. (1970). A Computer Movie Simulating Urban Growth in the Detroit Region. Economic<br />
Geography, 46, p.234.<br />
Turner, A. (2006). Introduction to Neogeography. Sebastopol, Calif.: O’Reilly.<br />
Van Exel, M., Dias, E., Fruijtier, S., 2010. The impact of crowdsourcing on spatial data quality indicators.<br />
In: Proceedings of GiScience 2010, Zurich, Switzerland.<br />
Zielstra, D., Zipf, A., 2010. A comparative study of proprietary geodata and volunteered geographic<br />
information for Germany. In: Proceedings of the Thirteenth AGILE International Conference on Geographic<br />
Information Science, Guimarães, Portugal.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
VGI; datasets, GI; spatial data quality<br />
ABSTRACT<br />
Oggi la Volunteer Geographic Information (VGI) è onnipresente. Proviene da varie fonti e può essere trovata in molti<br />
aspetti tra cui toponimi, tracce GPS, foto geo-tag, applicazioni di social networking, blog, misurazioni dei sensori,<br />
mappe topografiche ecc. Può essere il frutto di un lavoro sul campo o di bulk data importati da un dataset autorevole,<br />
disponibile gratuitamente. E' ovvio che tutte queste fonti non possono solo cadere in un'unica categoria. Ci sono<br />
molti aspetti che possono essere esaminati qui, ma di particolare interesse, quando si esaminano le fonti e le tipologie<br />
di VGI, sono l'origine, la motivazione e lo scopo di chi contribuisce alla VGI.<br />
AUTORE<br />
Vyron Antoniou<br />
v.antoniou@ucl.ac.uk<br />
Hellenic Military Academy, Greece<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 45
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46 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 49
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Big Data <strong>2016</strong><br />
Alicante (Spagna)<br />
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11 maggio <strong>2016</strong><br />
Il ruolo dell’informazione<br />
geografica nel contesto<br />
dell’agenda digitale<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/kaw4c<br />
11 - 13 maggio <strong>2016</strong><br />
Convegno AIC <strong>2016</strong><br />
San Benedetto del Tronto<br />
www.geoforall.it/kax4r<br />
24-25 Maggio <strong>2016</strong><br />
Geo Business <strong>2016</strong><br />
London (UK)<br />
www.geoforall.it/k3y39<br />
24 - 26 Maggio <strong>2016</strong><br />
FORUM PA <strong>2016</strong><br />
Roma<br />
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30 maggio 3 Giugno <strong>2016</strong><br />
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L’Aia<br />
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8-10 giugno <strong>2016</strong><br />
Convegno SIFET<br />
Lecce<br />
www.geoforall.it/kax4h<br />
20-24 Giugno <strong>2016</strong><br />
36th EARSeL Symposium<br />
Bonn (Germany)<br />
www.geoforall.it/kawfw<br />
22-24 Giugno<br />
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12-19 Luglio <strong>2016</strong><br />
23rd ISPRS Congress<br />
Praga (Czech Republic)<br />
www.geoforall.it/k3fcd<br />
24-26 agosto <strong>2016</strong><br />
FOSS4G <strong>2016</strong><br />
Bonn (Germania)<br />
www.geoforall.it/kaxry<br />
14-16 settembre <strong>2016</strong><br />
GEOBIA <strong>2016</strong><br />
Enschede (The Netherlands)<br />
www.geoforall.it/ka9ur<br />
4-6 ottobre <strong>2016</strong><br />
TECHNOLOGYforALL<br />
Roma<br />
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11-13 ottobre INTERGEO<br />
<strong>2016</strong><br />
Hamburg (Germania)<br />
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