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GEOmedia_1_2016

La prima rivista italiana di geomatica

La prima rivista italiana di geomatica

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Rivista bimestrale - anno XX - Numero 1/<strong>2016</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

LiDAR<br />

Gen/Feb <strong>2016</strong> anno XX N°1<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

EGNOS e GALILEO<br />

per salvare vite<br />

umane sulle strade<br />

europee con e-Call<br />

Scansione Laser Terrestre<br />

e Sensori GNSS-RTK<br />

Measuring quality,<br />

understanding the value<br />

Lotta a due tra<br />

Google e Apple


Sotto<br />

controllo<br />

Codevintec Italiana<br />

via Labus 13 - Milano<br />

tel. +39 02 4830.2175<br />

info@codevintec.it<br />

www.codevintec.it<br />

Strumenti per lo studio<br />

del sottosuolo e dei fondali marini.<br />

Sai cosa c’è sotto?<br />

> Studio del sottosuolo<br />

georadar, sismica, geoelettrica,<br />

logger da foro.<br />

> Rappresentazione<br />

dei fondali e delle coste<br />

Multibeam, SideScanSonar,<br />

SubBottom Profiler.<br />

Photo: Sophie Hay<br />

> Vulcanologia<br />

e Monitoraggio sismico<br />

sismometri, gravimetri,<br />

inclinometri.<br />

> Monitoraggio ambientale<br />

e Ingegneria civile<br />

georadar, sismografi, laser<br />

scanner, magnetometri.<br />

> Qualificato laboratorio di<br />

Assistenza Tecnica.<br />

> Sistemi disponibili a noleggio.<br />

> Noleggio a lungo termine.<br />

CODEVINTEC<br />

Tecnologie per le Scienze della Terra


Rilievo 3D, siamo pronti?<br />

Per identificare le tendenze attuali nel settore del rilievo 3D, una ricerca di mercato organizzata<br />

congiuntamente da BNP Media e dalla rivista POB ha portato interessanti risultati. L’intervista,<br />

rivolta principalmente ai lettori della rivista americana POB (Point Of Beginning), ha ricevuto<br />

risposta da professionisti che nella maggioranza dei casi - oltre l’80 per cento di tutti i partecipanti –<br />

hanno il ruolo di approvare o raccomandare alle loro aziende l'acquisto di attrezzature. Considerata<br />

la velocità attuale di adozione delle nuove tecnologie, molti geometri professionisti sentono il rischio<br />

professionale di rimanere indietro se non si muovono più che velocemente. Al contempo però, sempre<br />

i geometri segnalano una forte preferenza per gli strumenti tradizionali. Più del 90 per cento utilizza<br />

stazioni totali. L’indagine ha mostrato un lieve calo rispetto allo scorso anno, ma non una variazione<br />

statisticamente significativa. Un gap leggermente più grande è emerso per i sistemi GPS / GNSS il<br />

cui uso aumenta di anno in anno.<br />

Il 28% dei geometri utilizza strumenti specifici per il 3D, con un lieve aumento rispetto al 2015.<br />

Il software di modellazione continua a guidare la lista dei tools utilizzati, passando dal 58 per cento<br />

nel 2015 al 66 per cento nel <strong>2016</strong>. Un aumento più forte si è verificato invece sui laser scanner<br />

terrestri, quasi raddoppiando dal 19 per cento nel 2015 al 37 per cento nel <strong>2016</strong> (dati relativi al<br />

primo trimestre). Una preoccupante anomalia appare nei sistemi LiDAR aerei, che scendono dal 48<br />

al 23 per cento. Sicuramente l’avvento dei droni sta portando grandi problemi per le compagnie che<br />

gestiscono aerei per rilevamento.<br />

Gli intervistati inoltre segnalano che sia i college che le università (stiamo parlando degli Stati Uniti !)<br />

non sono adeguati alla formazione della prossima generazione di geometri che dovrà essere in grado<br />

di applicare la tecnologia 3D in modo corretto.<br />

Uso degli strumenti 3D (da Point of Beginnings e BNP Media)<br />

66% Software di modellazione 3D<br />

54% Nuvole di punti<br />

37% Laser scanner terrestri phase-based<br />

31% Camere fotogrammetriche<br />

31% Laser scanner terrestri time-of-flight<br />

23% Lidar aereo<br />

20% Lidar mobile terrestre<br />

La domanda di servizi 3D è in rapida crescita, secondo quanto riporta la metà degli intervistati.<br />

Una delle interessanti visioni di questa indagine è la percezione di ciò che sta guidando tale domanda.<br />

Il rapporto qualità / prezzo è il parametro principale che guida, ma questo viene sempre più segnalato<br />

come un fattore meno importante.<br />

L’aumento notevole che si registra è nell’uso del 3D nei mercati di largo consumo<br />

(film e videogiochi, per esempio) con un fattore del mercato di consumo che è passato da 3 per cento<br />

nel 2015 al 17 per cento nel <strong>2016</strong>.<br />

Il settore della topografia e cartografia ha abbandonato da tempo la vecchia separazione tra planimetria<br />

e altimetria che era dovuta alla semplificazione necessaria per le strumentazioni disponibili.<br />

Oggi tutti i rilievi nascono 3D e forse non abbiamo ancora messo a punto sistemi di gestione e<br />

valutazione che siano diversi dalle classiche proiezioni ortogonali con sezioni, prospetti e piante,<br />

ormai retaggio della citata separazione plano-altimetrica che riusciva, anche bene comunque, a<br />

rappresentare il mondo tridimensionale tramite proiezioni sui piani assonometrici fondamentali.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORTS<br />

Guest<br />

Geomatica per<br />

l’informazione climatica<br />

locale e per i Servizi<br />

Climatici<br />

Un caso di studio per<br />

l’area mediterranea<br />

di Emanuela Caiaffa, Luigi<br />

La Porta e Maurizio Pollino<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

24 ASSOCIAZIONI<br />

46 MERCATO<br />

50 AGENDA<br />

12<br />

Salvare<br />

vite umane<br />

sulle strade<br />

europee<br />

eCall con<br />

EGNOS e<br />

Galileo<br />

di Marco Lisi<br />

In copertina un'immagine della casa<br />

"Spirent Solutions for the Automotive<br />

Industry". Fra i Servizi wireless, il cui<br />

fondamento è la connettività, rientra<br />

anche e sopratutto il sistema eCall. Ogni<br />

automobile ne sarà predisposta a partire<br />

dall'aprile 2018. L'iniziativa paneuropea<br />

è stata progettata per accelerare i tempi di<br />

risposta circa la gestione delle emergenze<br />

stradali. Questi dispositivi favoriranno la<br />

riduzione dei decessi sulle strade europee.<br />

(Credits: Spirent)<br />

Scansione laser<br />

terrestre e<br />

sensori GNSS-RTK<br />

per la creazione<br />

di modelli spaziali<br />

urbani<br />

di Luigi Colombo<br />

16<br />

geomediaonline.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


INSERZIONISTI<br />

Aerrobotix 15<br />

26 Monitoraggio innovativo<br />

per la gestione<br />

dell’inquinamento<br />

ambientale provocato da<br />

rilasci abusivi di rifiuti<br />

l’esperienza del<br />

progetto DroMEP<br />

di Carmine Massarelli, Maria Rita<br />

Muolo, Vito Felice Uricchio e<br />

Nicola Dongiovanni<br />

Esri Italia 25<br />

Flytop 22<br />

Geogrà 45<br />

Geomax 43<br />

Hexagon S&I 11<br />

Italdron 48<br />

Me.S.A. 31<br />

Planetek 23<br />

Progesoft 46<br />

Sinergis 51<br />

Codevintec 2<br />

Epsilon 37<br />

Geografia<br />

intelligente<br />

e user experience<br />

Lotta a due tra<br />

Google e Apple<br />

nel mondo delle<br />

informazioni<br />

geospaziali per tutti<br />

di Domenico Santarsiero<br />

32<br />

Sistemi Territoriali 50<br />

TECHNOLOGYforALL 47<br />

Teorema 41<br />

Topcon 49<br />

Trimble 52<br />

38 Volunteered<br />

geographic<br />

information<br />

measuring quality,<br />

understanding the<br />

value<br />

by Vyron Antoniu<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale, Luigi<br />

Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele Dussi,<br />

Michele Fasolo, Flavio Lupia, Beniamino Murgante, Aldo<br />

Riggio, Mauro Salvemini, Domenico Santarsiero, Attilio<br />

Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.62279612 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

Condizioni di abbonamento<br />

La quota annuale di abbonamento alla rivista<br />

Science<br />

è di €<br />

&<br />

45,00.<br />

Technology Communication<br />

Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di<br />

ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.<br />

L’editore, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita<br />

revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza<br />

dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.<br />

La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola con i pagamenti.<br />

Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta<br />

dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere<br />

richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.<br />

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />

riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 20 marzo <strong>2016</strong>.


FOCUS<br />

Geomatica per l’informazione climatica<br />

locale e per i Servizi Climatici<br />

Un caso di studio per l’area mediterranea<br />

di Emanuela Caiaffa,<br />

Luigi La Porta e Maurizio Pollino<br />

La diffusione dei dati relativi ai Cambiamenti<br />

Climatici deve prevedere una comunicazione,<br />

chiara, accessibile e percepibile da tutti: i Servizi<br />

Climatici si pongono come «interpretatori» dei<br />

dati climatici scientifici, da comunicare agli<br />

utenti finali per incontrare le loro necessità.<br />

Fig. 1 - Collocazione dei Servizi Climatici tra dati e osservazioni<br />

scientifiche, modelli previsionali e utenti finali.<br />

Il presente lavoro descrive un<br />

metodo per superare i problemi<br />

legati alla scienza dei<br />

cambiamenti climatici al fine di<br />

rendere quest’ultimi, e tutte le<br />

loro implicazioni, accessibili agli<br />

utenti finali: stakeholders, decisori<br />

politici, cittadini. Un moderno<br />

approccio scientifico, deve<br />

prevedere una comunicazione<br />

sulle condizioni climatiche, con<br />

particolare riguardo al tema dei<br />

cambiamenti climatici, chiara,<br />

accessibile e percettiva per tutti,<br />

soprattutto allo scopo di far sorgere<br />

il giusto interesse per questi<br />

temi. I risultati provenienti dallo<br />

studio dei cambiamenti climatici,<br />

oltre ad essere recepiti dai<br />

responsabili politici, che devono<br />

prendere decisioni che portino<br />

ad azioni concrete per mitigarne<br />

i possibili effetti negativi futuri,<br />

devono anche essere riconosciuti<br />

dai comuni cittadini che dovranno<br />

accettare eventuali restrizioni<br />

potenzialmente condizionanti le<br />

loro abitudini di vita (per esempio<br />

dei propri consumi energetici).<br />

Di conseguenza, appare necessario<br />

rigenerare il mondo dei policy<br />

makers in modo da renderlo più<br />

aperto e partecipe agli strumenti<br />

di comunicazione interattiva di<br />

rete.<br />

Caso di studio e obiettivi<br />

Viene descritto un caso di studio<br />

volto alla definizione di uno strumento<br />

in grado di rispondere ai<br />

seguenti requisiti:<br />

• sviluppare una metodologia in<br />

grado di fornire informazioni<br />

sul clima, a livello regionale, e<br />

anche a scala locale, adeguate,<br />

inerenti alla realtà e funzionali<br />

per le esigenze dei diversi segmenti<br />

della società [1, 2];<br />

• sviluppare uno strumento di<br />

tipo bottom-up, al fine di coinvolgere<br />

le parti interessate e i<br />

responsabili politici sin dalle<br />

prime fasi del processo di ricerca,<br />

con l’obiettivo di avere una<br />

buona visione delle loro specifiche<br />

esigenze a scala regionale e<br />

locale [3];<br />

• sviluppare un’applicazione<br />

WebGIS, basata su casi di<br />

studio relativi a diversi settori<br />

della società, come il turismo,<br />

l’energia, i rischi naturali (ad<br />

esempio, gli incendi) per l’area<br />

del Mediterraneo.<br />

Servizi Climatici: che cosa sono?<br />

I Servizi Climatici (SC) riguardano<br />

la produzione della conoscenza<br />

del clima e la sua comunicazione<br />

allo scopo, tra gli altri, di assicurare<br />

che la migliore disponibile<br />

scienza del clima riesca ad arrivare<br />

come notizia utile per tutti.<br />

I SC forniscono informazioni<br />

realistiche sul clima e funzionali<br />

alle esigenze di diversi fruitori<br />

che vanno dai semplici cittadini,<br />

agli stakeholders, ai responsabili<br />

politici, ai settori industriali ed<br />

agricoli, nonché quelli relativi a<br />

turismo, servizi, salute pubblica,<br />

ecc. Inoltre i SC ci informano<br />

del clima futuro per valutare e, se<br />

necessario, per contrastare le cause<br />

prime dei CC, studiare eventuali<br />

manovre di adattamento e nuove<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

strategie di investimento.<br />

Sostanzialmente tra gli scopi dei<br />

Servizi Climatici ci sono i seguenti<br />

obiettivi:<br />

• compilare informazioni sul clima,<br />

redatte e trasmesse per soddisfare<br />

le esigenze degli utenti;<br />

• fornire informazioni del clima<br />

in modo da supportare il processo<br />

decisionale sia da parte di<br />

individui che di organizzazioni;<br />

• avere a disposizione un meccanismo<br />

di accesso alle informazioni<br />

efficace e che risponda<br />

alle esigenze degli utenti;<br />

• colmare l’ultimo miglio di distanza<br />

tra la grande quantità di<br />

dati climatici e le esigenze degli<br />

utenti finali.<br />

Servizi Climatici: comunicazione e<br />

visualizzazione<br />

Tra i ben noti problemi legati alla<br />

ricerca scientifica climatologica,<br />

si deve tenere conto del problema<br />

della comunicazione dei dati/<br />

risultati e della loro condivisione e<br />

visualizzazione.<br />

L’obiettivo dei Servizi Climatici<br />

è quello di fornire informazioni<br />

climatiche su misura, consultabili<br />

e personalizzabili, al fine di<br />

fornire gli strumenti decisionali<br />

per gli utenti finali, per ridurre<br />

la vulnerabilità delle loro attività<br />

e ottimizzare gli investimenti in<br />

vista della variabilità del clima e<br />

del suo cambiamento. La ricerca<br />

climatologica si basa su climi<br />

passati, presenti e futuri e produce<br />

previsioni su scale temporali<br />

mensili, stagionali o decennali,<br />

facendo anche uso di proiezioni<br />

climatiche a seconda dei diversi<br />

scenari di emissione di gas a effetto<br />

serra. Queste previsioni sono<br />

percepite dai responsabili politici,<br />

dai cittadini, ecc., con un certo<br />

grado di incertezza che diventa<br />

cruciale quando i soggetti interessati<br />

devono formulare misure<br />

di mitigazione che devono essere<br />

comprese e adottate. Un insieme<br />

di caratteristiche distinguono i<br />

dati sui cambiamenti climatici e<br />

si possono riassumere come: l’incertezza,<br />

la tipologia, il modo di<br />

come studiarli, le azioni con cui<br />

mitigarli, ecc. e, infine, ma non di<br />

minore importanza, la maniera di<br />

come comunicarli [4, 5].<br />

Il presente lavoro, utilizzando dati<br />

provenienti da modelli climatologici,<br />

dimostra come la Geomatica<br />

risulta adatta a caratterizzare territorialmente<br />

i fenomeni climatici<br />

coinvolti (figura 1) e quanto si sia<br />

rivelato utile creare un’applicazione<br />

geografica basata sul Web<br />

(WebGIS) per comunicare i dati e<br />

condividere i risultati.<br />

Materiali e metodi<br />

I modelli climatici rappresentano<br />

una buona parte dei processi<br />

fisici di una regione e sono utili<br />

per spiegare le variazioni di temperatura<br />

e precipitazioni, i cambiamenti<br />

di radiazione solare e la<br />

velocità del vento. L’area mediterranea<br />

è particolarmente interessata<br />

dai cambiamenti climatici e ci si<br />

aspetta per il futuro un aumento<br />

di temperatura con estati più secche.<br />

È possibile immaginare come<br />

questo aspetto rivesta la massima<br />

importanza sia per un’area densamente<br />

popolata sia per gli effetti<br />

sulle innumerevoli attività umane<br />

(turismo, agricoltura, piscicoltura,<br />

traffici navali, ecc.) che in essa, e<br />

su di essa insistono.<br />

Ma il vero problema cruciale è<br />

quello di realizzare finalmente<br />

una correlazione reale ed efficace<br />

tra scienziati e pubbliche amministrazioni,<br />

includendo anche<br />

organismi e istituzioni coinvolte<br />

nella preparazione di piani di<br />

prevenzione e nella classificazione<br />

dei potenziali impatti dei cambiamenti<br />

climatici.<br />

Dati iniziali<br />

Il modello regionale accoppiato<br />

PROTHEUS, è composto da<br />

un modello atmosferico regionale<br />

RegCM3 e dal modello<br />

oceanografico MITgcm, unito<br />

dall’accoppiatore OASIS3 [6].<br />

L’orizzonte temporale, di interesse<br />

per lo studio, è il periodo 2010-<br />

2050, al fine di comprendere i<br />

contributi sia di variabilità interdecennale,<br />

sia del cambiamento<br />

climatico. Tra i risultati prodotti<br />

dai modelli climatologici/matematici<br />

le grandezze caratterizzanti<br />

il presente studio sono: Climate<br />

Index (TCI), Wind Power (WP)<br />

e Fire Weather Index (FWI), che<br />

provengono da simulazioni condotte<br />

con i modelli climatologici<br />

MED44i_ERAINT e Protheus.<br />

I risultati delle simulazioni modellistiche<br />

effettuate per l’area<br />

mediterranea sono memorizzati<br />

come file in formato NetCDF<br />

(Network Common Data Form).<br />

Metodologie GIS e WebGIS<br />

Attraverso opportune elaborazioni,<br />

i file NetCDF sono stati<br />

trasformati in un formato GIS<br />

compatibile e opportunamente<br />

strutturati in un progetto GIS.<br />

In questo modo è stato possibile<br />

sfruttare i vantaggi di elaborare<br />

dati georiferiti, aggiungendo un<br />

nuovo significato dal punto di<br />

vista degli Indici Climatici, dato<br />

dalla possibilità di combinare<br />

queste informazioni con altri tipi<br />

Fig. 2 - Architettura<br />

logica del WebGIS<br />

CLIMRUN<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 7


FOCUS<br />

di dati caratterizzanti l’area dal<br />

punto di vista socio-economico.<br />

DataBase geospaziali e mappe<br />

vengono conservati e gestiti in un<br />

appropriato repository: possono<br />

essere visualizzati e interrogati<br />

per mezzo di un desktop GIS o<br />

via web (tramite un’applicazione<br />

WebGIS).<br />

Il WebGIS CLIMRUN<br />

Lo scopo principale del WebGIS<br />

CLIMRUN, dovendo comunicare<br />

risultati climatici, è di rendere<br />

territorialmente compatibili e facili<br />

da gestire, gli output dei modelli<br />

climatici, che forniscono dati sugli<br />

scenari attuali e futuri riguardanti<br />

alcuni temi di interesse come:<br />

Tourism Climatic Index ( TCI)<br />

[7, 8, 9] , Wind Power (WP) [10]<br />

e Fire Weather Index (FWI) [11,<br />

12].<br />

Il WebGIS CLIMRUN, utilizza<br />

software open source, il cui uso è<br />

regolato solo dalla licenza GNU<br />

General Public License. In particolare,<br />

come Web server e Web<br />

application, gli ambienti software<br />

utilizzati sono: GeoServer (http://<br />

geoserver.org) e Geo-Platform<br />

(https://github.com/geosdi/geoplatform)<br />

sviluppato da geoSDI<br />

(www.geosdi.org).<br />

Applicazione WebGIS<br />

L’applicazione WebGIS in oggetto<br />

è accessibile all’indirizzo:<br />

Fig. 3 - Esempio che mostra i cambiamenti del TCI.<br />

http://www.climrun.eu/webgisclimrun/index.html<br />

Dalle simulazioni condotte con<br />

modelli climatologici regionali<br />

come PROTHEUS (che ha un<br />

orizzonte temporale al 2050) e<br />

MED44i_ERAINT sono stati<br />

ricavati i seguenti indici: Tourism<br />

Climate Index (TCI), Wind<br />

Power (WPI), Fire Weather Index<br />

(FWI).<br />

Tourism Climate Index (TCI)<br />

Il TCI è un metodo per quantificare<br />

e classificare un “clima<br />

favorevole”, basato sulla nozione<br />

di “human comfort”, tipicamente<br />

per interessi turistici, con lo scopo<br />

di determinare se e come le risorse<br />

turistiche in Europa possano cambiare<br />

per ragioni legate ai cambiamenti<br />

Climatici [9].<br />

Il TCI è stato sviluppato da<br />

Mieczkowski [13] e consiste di<br />

cinque sub-indici ognuno rappresentato<br />

da una o due variabili<br />

climatiche pesate in accordo con<br />

la loro relativa importanza.<br />

La formula di Mieczkowski è:<br />

TCI = 2˖ [(4C dt<br />

+ C dl<br />

+ 2R+ 2S +W)] = 100 (1)<br />

in cui Cdt è il daytime comfort,<br />

Cdl è il daily comfort, R è la precipitazione,<br />

S è il sunshine e W è<br />

il vento.<br />

Il daytime comfort index Cdt usa<br />

le variabili: temperatura massima<br />

giornaliera e umidità relativa minima<br />

giornaliera ed ha un peso,<br />

nel calcolo del TCI, del 40%. Il<br />

daily comfort index usa le variabili:<br />

temperatura media giornaliera e<br />

umidità relativa ed ha un peso del<br />

10%. Il termine R è la precipitazione<br />

totale con peso del 20%,<br />

mentre S (sunshine) indica le ore<br />

totali di luce del sole con peso del<br />

20%. Infine, W è la velocità media<br />

del vento con peso del 10% [14].<br />

Per ottenere i cambiamenti che<br />

subirà il TCI nell’intervallo futuro<br />

2021-2050 (rispetto a quello<br />

dell’intervallo passato 1961-<br />

1990), si opera, mediante un<br />

approccio GIS-based, una sottrazione<br />

dei files ottenuti dalle elaborazioni<br />

e simulazioni dei modelli.<br />

Nella figura 3, che mostra la differenza<br />

tra le elaborazioni dello scenario<br />

del passato (1961-1990) e lo<br />

scenario previsto (2021-2050), si<br />

può vedere dove e in che misura si<br />

attendono cambiamenti del TCI,<br />

tenendo presente che “rosso” (class<br />

decrease) indica un peggioramento,<br />

che investe proprio l’area del<br />

bacino del Mediterraneo.<br />

Wind Power Index (WPI). I campi<br />

di vento possono essere considerati<br />

come variabile climatica<br />

d’interesse sia per la produzione di<br />

energia da rinnovabili [10], sia per<br />

la previsione del rischio naturale<br />

da incendi boschivi [15]. Oltre le<br />

previsioni now-casting e stagionali,<br />

per quanto riguarda il settore<br />

energetico, sarebbe necessario<br />

disporre di una modellazione<br />

del vento in un arco temporale<br />

più lungo in modo da avere una<br />

buona valutazione locale utile alla<br />

stima dei rischi che potrebbero<br />

influenzare il rendimento degli<br />

investimenti nel tempo.<br />

L’esempio mostrato in figura 8<br />

mostra l’andamento degli scenari,<br />

ottenuti analizzando i set di dati<br />

eolici su tutta l’area europea e<br />

mediterranea. La domanda a cui<br />

rispondere è: quali cambiamenti<br />

ci aspettiamo in termini di energia<br />

eolica?<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

Essa diminuirà o aumenterà nei<br />

prossimi quarant’anni? Mappando<br />

gli scenari WP per i due intervalli<br />

di tempo, e WP_1961_1990,<br />

WP_2021_2050, e determinando<br />

la loro differenza, è stato possibile<br />

calcolare e poi visualizzare, le aree<br />

in cui la WP diminuisce e le aree<br />

in cui aumenta.<br />

Il tematismo del Wind Power,<br />

riportato in figura 4, mostra il<br />

risultato della differenza tra i due<br />

scenari: quello relativo al periodo<br />

2021 2050 e quello relativo al<br />

periodo 1961 1990. La rappresentazione<br />

cromatica mostra l’entità<br />

e la posizione sulla mappa dell’aumento<br />

o del decremento della<br />

Wind Power in termini di GWh/<br />

year. E’ possibile chiaramente<br />

individuare alcune zone, dell’Europa<br />

centrale e di alcune aree<br />

Mediterranee (che appaiono in un<br />

colore più vicino al rosso) in cui<br />

la differenza è in positivo: questo<br />

indica un aspettato aumento della<br />

Wind Power di circa 3 GWh/year.<br />

Fire Weather Index (FWI). E’ facile<br />

intuire quanto importante ed<br />

attuale sia il tema della occorrenza<br />

degli incendi boschivi e della loro<br />

intensità e vastità nonché delle<br />

loro implicazioni con i cambiamenti<br />

climatici. Risultati sulla<br />

tendenza del clima mediterraneo,<br />

sottolineano sempre più estati di<br />

siccità, in alcuni casi anche più<br />

lunghe rispetto alla durata della<br />

normale stagione [15].<br />

Il nome di questo indice, letteralmente<br />

Fuoco Meteo, ci indica<br />

che il FWI dipende fortemente<br />

da parametri meteorologici (come<br />

temperatura, pioggia, vento, etc.).<br />

Per investigare sulle relazioni tra<br />

il rischio incendi e le condizioni<br />

meteorologiche uno dei più<br />

accreditati metodi è il Canadian<br />

Fire Weather Index FWI (http://<br />

cwfis.cfs.nrcan.gc.ca/background/<br />

summary/fwi): un indice basato<br />

sulla meteorologia, sviluppato<br />

in Canada e usato in tutto il<br />

mondo, incluse l’Europa e l’area<br />

Mediterranea.<br />

Fig. 4 - Differenza tra i due scenari: 2021 2050-1961 1990 per il WPI.<br />

Il FWI è un utile strumento per<br />

stimare il pericolo del fuoco, in<br />

un modo generalizzato, basato su<br />

specifiche osservazioni meteorologiche<br />

come: valori medi giornalieri<br />

della temperatura massima<br />

dell’aria, umidità relativa, velocità<br />

del vento, cumulata delle precipitazioni<br />

sulle 24 ore. Tutto questo<br />

per calcolare i valori giornalieri di<br />

FWI.<br />

Per interpretare il trend del FWI<br />

mostrato nella figura 5, è ragionevole<br />

pensare che questo indice<br />

dipende fortemente dai parametri<br />

meteorologici come pioggia, temperatura,<br />

ecc. Le aree con una visibile<br />

differenza nei valori del FWI<br />

sono quelle più affette da siccità,<br />

aumento nel tempo della temperatura<br />

dell’aria, scarsità delle precipitazioni.<br />

Il risultato dello studio<br />

sta nell’individuare dove avviene<br />

il salto da una classe all’altra da<br />

parte dei valori dell’indice stesso.<br />

Il salto della classe può essere in<br />

positivo o in negativo e indica<br />

territorialmente dove ci si aspetta<br />

un cambiamento per il futuro,<br />

nell’intervallo di tempo 2021-<br />

2050. Una applicazione del FWI<br />

nel campo della pianificazione<br />

territoriale e della protezione civile<br />

potrebbe permettere un più efficace<br />

modo di prevenire gli incendi,<br />

una buona protezione delle foreste<br />

in qualsiasi periodo e, in particolar<br />

modo, nei periodi estivi e di<br />

particolare siccità. Tuttavia, è importante<br />

sottolineare che il FWI<br />

Fig. 5 - Differenza tra i due scenari: 2021-2050 (giugno, luglio, agosto) - 1961-1990 (giugno, luglio, agosto).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 9


FOCUS<br />

è calcolato prendendo in considerazione<br />

solo parametri meteorologici<br />

per l’area Mediterranea, non<br />

considerando importanti parametri<br />

come il land cover, le categorie<br />

di vegetazione e l’altitudine. Le<br />

zona con una maggiore differenza<br />

FWI (colore rosso sulla mappa di<br />

figura 6) sono quelle più colpite<br />

dalla siccità, aumento nel tempo<br />

della temperatura dell’aria, la scarsità<br />

piogge, etc.<br />

Conclusioni<br />

Allo scopo di accorciare le distanze<br />

che separano i cittadini<br />

dai politici, ed entrambe le categorie<br />

dal mondo accademico, sta<br />

sempre più avendo successo un<br />

nuovo modo di approcciare le<br />

informazioni tecnico-scientifiche.<br />

Il cambiamento dell’approccio dei<br />

responsabili politici ai problemi<br />

scientifici, fa emergere la necessità<br />

di sviluppare strumenti per aiutare<br />

a fare politica scientifica e tecnologica,<br />

e per condurre ricerca integrata<br />

volta ad individuare gli strumenti<br />

più favorevoli alla costruzione di<br />

una società europea basata sulla<br />

conoscenza.<br />

Il WebGIS CLIMRUN ha<br />

rivelato la sua efficacia nella<br />

pubblicazione e condivisione dei<br />

risultati provenienti da modelli<br />

matematici climatici con la possibilità<br />

di essere coerentemente<br />

legati al territorio. L’utilità del lavoro<br />

è stato quella di vedere dove<br />

insistono le differenze tra i diversi<br />

scenari e quindi dove sono aspettate<br />

variazioni e/o cambiamenti di<br />

temperatura, della disponibilità di<br />

energia eolica, ecc., che possono<br />

influenzare, ad esempio, le attività<br />

umane come il turismo, la produzione<br />

di energia da eolico, ecc.<br />

Infine, l’utilizzo di software opensource,<br />

è stato un fattore chiave in<br />

grado di semplificare la strada per<br />

la diffusione e la condivisione dei<br />

risultati ottenuti nell’ambito delle<br />

attività di ricerca.<br />

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Advances in Science and Research, Copernicus<br />

Publications, 2, pp.77-80 (2008)<br />

ABSTRACT<br />

The present paper describes a methodology<br />

developed for overcoming problems linked to<br />

the climate changes science in order to make<br />

it effectively accessible to end users: stakeholders,<br />

policy makers, citizens. In today’s scientific<br />

approach, communication on climatic information<br />

and on climatic changes condition,<br />

has to be clear, accessible and perceptive to<br />

everyone, to definitely arise the right interest<br />

on such problem. Results coming from climatic<br />

changes Research and Development projects,<br />

in addition to being accepted by policymakers,<br />

that have to take future decisions and practical<br />

actions to mitigate their possible negative<br />

effects, must also be recognized and believed<br />

by ordinary citizens that have to understand<br />

and accept restrictions, for example in energy<br />

consumptions, potentially affecting their habit<br />

of life. Accordingly, it will be necessary to regenerate<br />

policy-making world so as to make it<br />

more direct and potentially open to networking<br />

interactive communication tools.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geomatica; Servizi Climatici; GIS; WebGIS<br />

AUTORE<br />

Emanuela Caiaffa<br />

emanuela.caiaffa@enea.it<br />

Luigi La Porta , Maurizio Pollino<br />

ENEA National Agency for New Technologies,<br />

Energy and Sustainable Economic<br />

Development, UTMEA Energy and Environmental<br />

Modelling Technical Unit,<br />

C.R. Casaccia, Via Anguillarese, 301 – 00123<br />

Rome, Italy<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 11


FOCUS<br />

Salvare vite umane<br />

sulle strade europee<br />

eCall con EGNOS e Galileo<br />

Fig. 1- Da Aprile 2015, il logo<br />

eCall sta diventando popolare<br />

in Europa (Fonte: Commissione<br />

Europea).<br />

di Marco Lisi<br />

Il 28 aprile 2015 il Parlamento<br />

Europeo ha votato a favore della<br />

“Regulation” (cioè la legge europea)<br />

eCall, che impone a tutti i nuovi<br />

modelli di autovetture e furgoni<br />

leggeri che verranno certificati per il<br />

mercato europeo di essere dotati di<br />

un nuovo sistema automatico per le<br />

emergenze, chiamato per l’appunto<br />

eCall, a partire da aprile 2018.<br />

Fig 2 - le quattro fasi d’intervento del sistema eCall. (Fonte: Commissione Europea).<br />

e<br />

Call sarà un servizio<br />

completamente gratuito,<br />

che fornirà aiuto alle<br />

vittime di incidente stradale il<br />

più rapidamente possibile. In<br />

caso di un grave incidente, l’apparecchiatura<br />

eCall a bordo del<br />

veicolo compone automaticamente<br />

il numero unico di emergenza<br />

europeo 112 e comunica<br />

ai servizi di emergenza la posizione<br />

esatta del veicolo ( e qui<br />

entra in gioco la rete mondiale<br />

dei GNSS, incluso Galileo), il<br />

momento del sinistro e la direzione<br />

di marcia (dato molto<br />

importante sulle autostrade e in<br />

galleria), anche se il conducente<br />

è incosciente o incapace di fare<br />

una chiamata telefonica.<br />

Una richiesta di emergenza<br />

eCall può tuttavia anche essere<br />

attivata manualmente, per<br />

esempio dal testimone di un<br />

grave incidente, premendo un<br />

pulsante di emergenza sul cruscotto<br />

dell’autoveicolo.<br />

Il concetto alla base di eCall<br />

fu originariamente presentato<br />

nel 1999 dai servizi tecnici<br />

della Commissione Europea<br />

all'inizio del progetto Galileo.<br />

Il concetto è stato sviluppato<br />

in una serie di atti legislativi<br />

necessari per rendere possibile<br />

il servizio finale: l'adeguamento<br />

dei centri di risposta di emergenza<br />

pubblica in tutta Europa<br />

(ad esempio, per visualizzare<br />

la posizione dell'incidente su<br />

mappe digitali), la facilitazione<br />

del trasferimento dei dati tra il<br />

veicolo e il centro di emergenza<br />

e, infine, l'inserimento su veicoli<br />

di un dispositivo eCall in<br />

grado di calcolare la posizione<br />

e comunicare con il centro di<br />

emergenza. Quest’ultimo ed<br />

importante atto legislativo si<br />

realizza per mezzo di un nuovo<br />

regolamento di omologazione:<br />

per essere venduti in Europa un<br />

nuovo modello di auto o furgone<br />

leggero deve essere dotato di<br />

un dispositivo eCall, compresa<br />

la funzione GNSS, che ha superato<br />

il relativo collaudo in<br />

laboratori autorizzati.<br />

La Commissione europea ha<br />

proposto per la prima volta il<br />

regolamento sull'omologazione<br />

eCall nel giugno 2013, stimando<br />

che, una volta che il sistema<br />

sarà a regime, potrebbe salvare<br />

centinaia di vite ogni anno e<br />

aiutare le persone ferite ad ottenere<br />

un recupero più rapido. [1]<br />

Il progetto eCall è stato sostenuto<br />

dall’associazione dei costruttori<br />

europei di automobili<br />

(ACEA) e da ERTICO – ITS<br />

(Intelligent Transport System)<br />

Europe, organizzazione che<br />

promuove la ricerca e definisce<br />

standard di settore.<br />

eCall sarà un importante infrastruttura<br />

di servizio europeo,<br />

derivante dalla sinergia di<br />

tecnologie di comunicazione<br />

avanzate con quelle offerte dall’<br />

infrastruttura di posizionamento,<br />

navigazione e sincronizzazione<br />

europea, basata sui sistemi<br />

EGNOS e Galileo.<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

Che cosa è eCall<br />

e come funziona<br />

eCall è un sistema basato sul<br />

numero unico europeo di<br />

emergenza 112 e comprende le<br />

apparecchiature a bordo dei veicoli<br />

(“In-Vehicle System”, IVS)<br />

e l’infrastruttura per ricevere e<br />

gestire la richiesta di soccorso,<br />

che si attiva in modo automatico<br />

tramite sensori di bordo (ad<br />

esempio, quelli degli airbag) o<br />

manualmente.<br />

Il sistema scambia, per mezzo di<br />

reti pubbliche wireless per comunicazioni<br />

mobili, un<br />

set minimo di dati (“Minimum<br />

Set of Data", MSD, contenente<br />

informazioni critiche circa<br />

l’incidente) e stabilisce un canale<br />

audio (sempre basato sul<br />

numero 112) fra gli occupanti<br />

del veicolo ed un eCall "Public<br />

Safety Answering Point" (PSAP),<br />

che è un luogo fisico dove le<br />

chiamate di emergenza vengono<br />

ricevute sotto la responsabilità di<br />

un'autorità pubblica o di un'organizzazione<br />

privata riconosciuta<br />

dallo specifico Stato membro<br />

dell'Unione Europea.<br />

La connessione cellulare può anche<br />

essere attivata manualmente.<br />

In ogni caso, il collegamento<br />

112 voce è identificato come<br />

una chiamata di emergenza da<br />

parte del gestore di rete mobile<br />

(Mobile Network Operator,<br />

MNO), che instrada la chiamata<br />

al centro di interventi di emergenza<br />

o PSAP più appropriato. A<br />

quel punto l'operatore PSAP riceverà<br />

sia la chiamata vocale che<br />

il cosiddetto “insieme minimo di<br />

dati” (MSD), una parola digitale<br />

con una dimensione massima di<br />

140 byte che comprende l'esatta<br />

posizione geografica del veicolo,<br />

la direzione di marcia, la modalità<br />

(automatica o manuale), il numero<br />

di telaio ed altre informazioni<br />

utili ad attivare le squadre<br />

di pronto intervento necessarie<br />

a soccorrere le vittime di incidenti.<br />

L'operatore PSAP è anche<br />

in grado di ascoltare ciò che sta<br />

accadendo all'interno del veicolo<br />

e di parlare con gli occupanti. In<br />

questo modo, i servizi di emergenza<br />

più efficaci possono essere<br />

rapidamente spediti alla scena<br />

dell'incidente: ambulanza, vigili<br />

del fuoco, polizia, ecc.<br />

L'architettura del<br />

sistema eCall<br />

La figura 3 mostra l’architettura<br />

complessiva del sistema eCall.<br />

Un elemento chiave per il successo<br />

di eCall è l'automazione<br />

della notifica dell'incidente stradale,<br />

ovunque in Europa, con gli<br />

stessi standard tecnici e la stessa<br />

qualità del servizio, utilizzando<br />

“Public Land Mobile Networks”<br />

(PLMN) (ad esempio GSM e<br />

UMTS).<br />

Gli standard che descrivono<br />

la trasmissione dei dati eCall<br />

sono stati sviluppati dal Mobile<br />

Standards Group Technical<br />

Committee dello European<br />

Telecommunications Standards<br />

Institute (ETSI), insieme al<br />

3GPP (Third Generation<br />

Partnership Project), di cui<br />

l'ETSI è membro fondatore.<br />

Il 3GPP ha specificato i requisiti<br />

di telecomunicazione del<br />

servizio eCall, i protocolli di<br />

trasmissione dei dati e gli aspetti<br />

della rete di segnalazione. Il<br />

modem utilizzato per trasferire<br />

il MSD dal veicolo al PSAP<br />

è stato anche specificato dal<br />

3GPP.<br />

L’ETSI MSG ha inoltre fornito<br />

una guida generale ed ha<br />

sviluppato specifiche di prova<br />

standardizzate per consentire ai<br />

produttori di apparecchiature<br />

eCall di garantire l'interoperabilità<br />

dei loro prodotti.<br />

Il lavoro è anche in corso per<br />

sviluppare le specifiche ed assicurare<br />

che esse possano essere<br />

implementate su reti LTE / 4G<br />

(ed in futuro 5G).<br />

Le apparecchiature di bordo<br />

(“In-Vehicle Equipment”)<br />

Gli apparati di bordo del sistema<br />

eCall (Figura 4) devono essere in<br />

grado di iniziare, gestire e finalizzare<br />

la procedura di trasmissione<br />

del messaggio di soccorso (attivata<br />

in modo automatico tramite<br />

i sensori a bordo dei veicoli<br />

sensori ovvero manualmente).<br />

Tale messaggio contiene un set<br />

minimo di dati, tra i quali informazioni<br />

sulla posizione derivanti<br />

dal ricevitore di segnali GNSS.<br />

Attraverso le reti pubbliche wireless<br />

per comunicazioni mobili<br />

si deve ottenere un collegamento<br />

Fig. 3 - L’architettura<br />

complessiva del sistema<br />

eCall.<br />

Fig. 4 - Architettura dell’apparato di bordo eCall.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 13


FOCUS<br />

Fig. 5 - Il sistema ERA-GLONASS, realizzato nella<br />

Federazione Russa e compatibilecon il sistema europeo<br />

eCall (Fonte: Glonass Union).<br />

dati/voce quasi istantaneo con il<br />

PSAP più prossimo all’area del<br />

sinistro.<br />

I dati di posizione trasmessi si<br />

riferiscono all’ultima posizione<br />

nota del veicolo determinata<br />

dal ricevitore GNSS di bordo<br />

al momento dell’attivazione del<br />

messaggio. Nel caso in cui le informazioni<br />

disponibili non siano<br />

adeguate a fornire una determinazione<br />

affidabile della posizione,<br />

il dato di posizione conterrà<br />

la migliore stima basata sull’ultima<br />

posizione ottenuta in presenza<br />

di un’adeguata fonte di dati<br />

disponibili, ovvero su un calcolo<br />

basato su altre informazioni<br />

disponibili (“dead-reckoning” o<br />

navigazione stimata).<br />

ECall e GNSS: sfruttando le<br />

sinergie tra le infrastrutture<br />

europee<br />

La disponibilità di informazioni<br />

sulla posizione degli autoveicoli<br />

accurate ed affidabili è un elemento<br />

essenziale per il funzionamento<br />

efficace del sistema eCall.<br />

Per questo motivo il regolamento<br />

eCall prevede l’utilizzo di tutte<br />

le costellazioni di satelliti per la<br />

navigazione esistenti, richiedendo<br />

in particolare la compatibilità<br />

del sistema almeno con i servizi<br />

forniti dai sistemi europei<br />

Galileo ed EGNOS (“European<br />

Geostationary Navigation<br />

Overlay System”). L'obiettivo è<br />

di beneficiare di tutti i segnali<br />

GNSS disponibili per garantire<br />

la migliore disponibilità del segnale<br />

in ogni regione e in ogni<br />

condizione.<br />

Una speciale attenzione è stata<br />

dedicata nella stesura del regolamento<br />

eCall alle molte preoccupazioni<br />

derivanti dal trattamento<br />

dei dati personali relativi agli<br />

individui. La Commissione<br />

Europea ha adottato tutte le<br />

misure necessarie per salvaguardare<br />

la privacy degli occupanti<br />

dei veicoli, previa consultazione<br />

con le autorità nazionali di protezione<br />

dei dati ( i cosiddetti<br />

“Garanti della privacy”) e l'Ufficio<br />

Europeo per la Protezione<br />

dei Dati (“European Data<br />

Protection Supervisor office”).<br />

Il timore principale è che, attraverso<br />

le apparecchiature eCall<br />

installate nei propri veicoli, i<br />

cittadini europei possano essere<br />

continuamente controllati (ad<br />

esempio, nel loro comportamento<br />

di guida) e che, in ultima analisi,<br />

la loro “privacy” possa essere<br />

violata.<br />

Per rispondere a questa preoccupazione,<br />

la specifica dell’apparato<br />

eCall di bordo (“In-Vehicle<br />

System”, IVS) prevede che esso<br />

rimanga inattivo in trasmissione<br />

fino al malaugurato verificarsi<br />

di un grave incidente. Inoltre,<br />

qualsiasi trattamento di dati personali<br />

attraverso il sistema eCall<br />

rispetterà la legislazione in materia<br />

di dati personali e la tutela<br />

dei consumatori.<br />

Lo “stato dell’arte” dei<br />

sistemi di emergenza in<br />

Europa e nel mondo<br />

Sistemi proprietari simili ad<br />

eCall e che si basano su SMS e<br />

reti cellulari sono già oggi forniti<br />

da alcuni produttori di automobili.<br />

Il problema principale è<br />

stato finora la standardizzazione<br />

dei protocolli di comunicazione<br />

e delle apparecchiature a bordo<br />

dei veicoli, per non parlare<br />

della complicazione in termini<br />

di certificazione e di problemi<br />

di responsabilità derivanti dalla<br />

mancanza di una soluzione unica<br />

su scala europea.<br />

In pratica, ad oggi nell’Unione<br />

Europea solo circa l'1% dei<br />

veicoli sono attualmente dotati<br />

di sistemi di emergenza privati;<br />

inoltre, questi sistemi proprietari<br />

non offrono interoperabilità e<br />

continuità di servizio su tutto il<br />

territorio della UE.<br />

Nella Federazione Russa, un<br />

sistema denominato ERA-<br />

GLONASS (Figura 5) è stato<br />

ufficialmente approvato nel gennaio<br />

2015, dopo una risoluzione<br />

del governo della Federazione<br />

russa del 26 Dicembre 2014.<br />

Il sistema è simile a quello europeo<br />

eCall e si basa sulla compatibilità<br />

sia con il sistema globale<br />

di navigazione russo GLONASS<br />

sia con il sistema americano<br />

GPS. Le soluzioni tecnologiche<br />

sviluppate per il sistema ERA-<br />

GLONASS sono compatibili<br />

con eCall e possono essere integrate<br />

nel sistema europeo di<br />

chiamata di emergenza 112.<br />

In Nord America, servizi proprietari<br />

simili ad eCall sono<br />

forniti da alcuni importanti<br />

produttori di auto (ad esempio<br />

il sistema OnStar della General<br />

Motors).<br />

ECall: benefici attesi<br />

ed opportunità future<br />

Il primo e più importante motivo<br />

che ha spinto l'Unione Europea<br />

verso l'adozione del sistema eCall<br />

di chiamata di emergenza in ogni<br />

nuovo autoveicolo sulle strade<br />

d’Europa è la prevista riduzione<br />

dei decessi per incidenti: si stima<br />

che eCall, quando pienamente<br />

operativo, possa salvare ogni<br />

anno almeno 2500 vite umane,<br />

riducendo inoltre la gravità delle<br />

lesioni non mortali e la sofferenza<br />

umana ad esse associata.<br />

Le chiamate di emergenza effettuate<br />

da veicoli o telefoni cellulari<br />

che utilizzano tecnologie wireless<br />

possono già oggi aiutare a ridurre<br />

in modo significativo morti e<br />

feriti in incidenti stradali, ma i<br />

conducenti spesso hanno la consapevolezza<br />

imprecisa della loro<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

posizione, soprattutto se su strade<br />

interurbane o all'estero. Nei casi<br />

più gravi, inoltre, le vittime potrebbero<br />

non essere in grado di<br />

chiamare perché seriamente ferite<br />

o intrappolate nel veicolo.<br />

Ma, anche lasciando da parte i<br />

benefici umanitari per i cittadini<br />

europei, eCall è supportata da un<br />

“business case” molto convincente:<br />

solo nel 2009, ci sono stati in<br />

Europa 1,15 milioni di incidenti<br />

stradali, con circa 35.000 vittime<br />

e 1,5 milioni di feriti: una vera e<br />

propria carneficina! Tutto ciò rappresenta<br />

un costo annuo di circa<br />

160 miliardi di euro per i paesi<br />

europei.<br />

In termini freddamente finanziari,<br />

eCall, offrendo una tempo di<br />

risposta alle emergenze fino al 50<br />

per cento volte più veloce e riducendo<br />

così i morti per incidente<br />

d'auto ed il numero di persone<br />

gravemente ferite, può far risparmiare<br />

ai contribuenti europei<br />

molti miliardi di euro ogni anno<br />

(fino a 20 miliardi di euro, secondo<br />

alcuni studi).<br />

Ulteriori benefici si possono poi<br />

aspettare dalla riduzione degli ingorghi<br />

di traffico causati da incidenti,<br />

con conseguente riduzione<br />

degli sprechi di carburante e delle<br />

emissioni di CO2.<br />

Con l’avvento della tecnologia<br />

eCall, in particolare con la disponibilità<br />

di ogni futuro veicolo<br />

europeo di apparecchiature di<br />

comunicazione e posizionamento<br />

wireless avanzate, si apre una vasta<br />

gamma di possibili applicazioni<br />

e servizi, ad esempio, i cosiddetti<br />

“Location Based Services” (LBS).<br />

Infatti, l'adozione della piattaforma<br />

eCall avvicinerà sicuramente<br />

i due mondi dell’”automotive” e<br />

delle telecomunicazioni.<br />

Case automobilistiche e fornitori<br />

potranno anche offrire una serie<br />

di nuovi servizi a valore aggiunto,<br />

letteralmente rivoluzionando il<br />

loro tradizionale approccio alla<br />

manutenzione e alla logistica.<br />

Con eCall sarà inoltre più facile<br />

implementare le applicazioni già<br />

esistenti, come l'assicurazione<br />

auto telematica "pay-as-youdrive",<br />

i pedaggi stradali elettronici<br />

ed il tracciamento dei veicoli<br />

(“fleet management”). Infine,<br />

è previsto anche un mercato<br />

retrofit. Quando eCall inizierà<br />

ad apparire nei veicoli di nuova<br />

produzione, molti utenti decideranno<br />

di aggiornare il loro veicolo<br />

con prodotti “after-market”.<br />

Uno sguardo al futuro<br />

L'implementazione di sistemi<br />

eCall in tutto il mondo renderà<br />

necessario stabilire requisiti<br />

uniformi per tali sistemi, con la<br />

definizione di un regolamento<br />

relativo ai sistemi di chiamata<br />

d'emergenza in caso di infortuni<br />

a livello delle Nazioni Unite.<br />

Questa iniziativa può favorire<br />

l'interoperabilità tra i sistemi e<br />

facilitare lo sviluppo di soluzioni<br />

armonizzate ai sensi dell’accordo<br />

del 1958 della Commissione<br />

Economica delle Nazioni Unite<br />

per l'Europa (UNECE).<br />

In generale, eCall rappresenta un<br />

ottimo esempio dell’utilizzo di<br />

tecnologie avanzate, in particolare<br />

quelle relative allo spazio ed alla<br />

navigazione, al diretto servizio<br />

dei cittadini. Costituisce inoltre<br />

un atto di presa di responsabilità,<br />

con autentico “spirito di servizio”,<br />

da parte dell’Unione Europea<br />

nell’ambito della gestione delle<br />

infrastrutture critiche della nostra<br />

società.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

[1] The Impact Assessment performed by the European Commission<br />

in 2011 reports the figures on cost and benefits: http://<br />

ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=2252<br />

[2] “Road safety in the European Union. Trends, statistics and<br />

main challenges”. European Commission, March 2015: http://<br />

ec.europa.eu/transport/road_safety/pdf/vademecum_2015.pdf<br />

PAROLE CHIAVE<br />

eCall; Galileo; GNSS; Regulation; EGNOS<br />

ABSTRACT<br />

The article describes a new life-saving system envisaged for<br />

cars in the near future: eCall. This system was approved by the<br />

European Parliament in April 2015 and obliges all new models<br />

of cars and light vans, that will be certified for the European<br />

market, to integrate eCall automatic In-Vehicle Equipment<br />

for emergencies, starting from April 2018.<br />

AUTORE<br />

Dr. ing. Marco Lisi<br />

marco.lisi@ieee.org<br />

European Space Agency (ESA)<br />

• Rilievi batimetrici automatizzati<br />

• Fotogrammetria delle sponde<br />

• Acquisizione dati e immagini<br />

• Mappatura parametri ambientali<br />

• Attività di ricerca<br />

Vendita – Noleggio - Servizi chiavi in mano, anche con strumentazione cliente<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 15


REPORTS<br />

SCANSIONE LASER TERRESTRE E<br />

SENSORI GNSS-RTK PER LA CREAZIONE<br />

DI MODELLI SPAZIALI URBANI<br />

di Luigi Colombo<br />

L’articolo sviluppa i temi della<br />

ricostruzione metrica dell’ambiente<br />

urbano e del costruito, attraverso<br />

uno studio effettuato sulla cittadina<br />

termale di San Pellegrino Terme (BG),<br />

ben nota anche per i suoi rilevanti<br />

caratteri Liberty. Vengono descritti sia<br />

la fase di rilevamento con laser scanner<br />

terrestre e geo-referenziazione diretta,<br />

tramite sensori satellitari GNSS-RTK<br />

e la rete NetGeo, sia la costruzione di<br />

un modello 3D multi-scala con texture<br />

fotografiche dell’abitato.<br />

Fig. 1 - Scansione geo-referenziata di punti oggetto.<br />

L’<br />

innovazione tecnologica<br />

nel settore del<br />

rilevamento terrestre<br />

ha portato in anni recenti alla<br />

diffusione di sistemi automatizzati,<br />

comprendenti più sensori<br />

integrati e multi-funzione e l’immagine<br />

fotografica; questi sistemi<br />

possono eseguire sul campo<br />

una serie di operazioni metriche<br />

che vanno dalla georeferenziazione<br />

diretta di oggetti in un<br />

riferimento assegnato, all’acquisizione<br />

rapida delle loro geometrie<br />

spaziali (esterne, interne e<br />

di copertura) e di informazioni<br />

tematiche (colori, materiali,<br />

degrado) attraverso il supporto<br />

di tecnologie 3D, di tipo laser o<br />

fotogrammetriche di prossimità.<br />

I sistemi misurano da terra, sono<br />

trasportati su veicoli stradali o<br />

piccoli aeromobili a pilotaggio<br />

remoto di ultima generazione.<br />

Una fase di acquisizione del dato<br />

così evoluta consente di semplificare<br />

significativamente il processo<br />

di rilievo, incrementando da<br />

un lato la produttività generale e<br />

dall’altro la completezza dei sottoprodotti<br />

metrici di interesse,<br />

vettoriali e raster (prospetti, viste<br />

assonometriche e ortografiche,<br />

sezioni orizzontali e verticali,<br />

carte tematiche dei materiali e<br />

del degrado), estraibili dal modello<br />

3D.<br />

L’articolo affronta il tema del<br />

rilievo multi-scala del territorio<br />

urbano attraverso un’applicazione<br />

sul centro storico dell’abitato<br />

di San Pellegrino Terme; vengono<br />

utilizzate tecniche avanzate<br />

di laser-scanning, di notevole<br />

impegno per l’estensione e per il<br />

grado di dettaglio richiesti, con<br />

lo sguardo attento alle qualità<br />

dei manufatti architettonici e<br />

alla loro storia. Il tutto viene poi<br />

analizzato tramite la creazione di<br />

percorsi immersivi e navigabili<br />

di lettura e indagine nel modello<br />

virtuale ricostruito.<br />

Ne emerge il forte sviluppo ini-<br />

Fig. 2 - Bracket<br />

di ancoraggio del<br />

ricevitore satellitare<br />

sopra lo scanner.<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

ziale di questo insediamento,<br />

pensato per lo svago e il benessere,<br />

seguito da un progressivo decadimento<br />

che solo nuove idee e<br />

un rinnovato amore per il luogo<br />

potranno arrestare.<br />

Standard per la costruzione<br />

di modelli urbani<br />

La costruzione e la gestione di<br />

modelli virtuali 3D dell’ambiente<br />

urbano (city modelling)<br />

sono oggi regolamentate<br />

dall’Open Geospatial<br />

Consortium (OGC) attraverso<br />

lo standard CityGML.<br />

Questi modelli, in genere<br />

multi-scala, trovano applicazioni<br />

territoriali che spaziano,<br />

per esempio, dalla simulazione<br />

del paesaggio alla pianificazione<br />

urbana, dalla gestione di eventi<br />

calamitosi alla verifica della sicurezza<br />

territoriale.<br />

La modellazione presuppone la<br />

discretizzazione di specifiche entità<br />

geometriche selezionate sulla<br />

base di un predefinito livello di<br />

dettaglio (LoD), scelto fra cinque<br />

caratterizzati da una ricchezza<br />

di documentazione crescente<br />

in relazione sia della geometria<br />

degli oggetti sia dei loro contenuti<br />

tematici.<br />

Il modello può comprendere<br />

rappresentazioni multiple di<br />

ciascun oggetto, con attribuzione<br />

di texture per aumentarne il<br />

realismo.<br />

I livelli introdotti variano dalla<br />

semplice rappresentazione 2,5D,<br />

corrispondente al LoD0, fino<br />

alla modellazione 3D, arricchita<br />

anche dagli interni del livello di<br />

dettaglio LoD4. In particolare,<br />

i caratteri distintivi risultano i<br />

seguenti, ben noti:<br />

• LoD0 (si tratta di un modello<br />

2.5D, in cui è presente una<br />

descrizione planimetrica più<br />

l’annotazione delle quote);<br />

• LoD1 (fa riferimento a un<br />

modello solido senza coperture);<br />

Fig. 3 - Organizzazione del rilevamento multi-scala sull’abitato di S. Pellegrino.<br />

• LoD2 (corrisponde a un<br />

modello solido con coperture<br />

e texture);<br />

• LoD3 (si tratta di un modello<br />

architettonico con particolari<br />

costruttivi);<br />

• LoD4 (riguarda un modello<br />

che comprende gli interni e<br />

la navigabilità virtuale).<br />

Sulla base del livello di dettaglio<br />

selezionato, viene stabilita una<br />

metodologia di rilievo, le tecnologie<br />

di supporto e i dati da acquisire,<br />

anche in riferimento alle<br />

finalità di impiego del modello<br />

spaziale.<br />

Rilevamento per<br />

scansione laser terrestre<br />

e per immagini<br />

L’acquisizione con queste tecnologie<br />

fornisce una sequenza<br />

di nuvole dense di punti oggetto<br />

referenziabili in un sistema di riferimento<br />

assegnato.<br />

Tale operazione può essere effettuata<br />

nel caso della scansione laser<br />

sia in modalità indiretta, tramite<br />

punti di controllo (GCP) presegnalizzati<br />

sull’oggetto o coincidenti<br />

con particolari naturali, sia<br />

diretta, utilizzando un sistema di<br />

posizionamento e orientamento<br />

satellitare (GNSS), associato al<br />

sensore di rilevamento laser.<br />

Il sistema di posizionamento satellitare<br />

utilizza dati di correzione<br />

(misure di codice o fase) per la<br />

localizzazione differenziale del<br />

sensore di rilevamento: precisione<br />

XYZ di tipo centimetrico<br />

(s.q.m. al 95%), sia in modalità<br />

interattiva RTK sia in post-processamento<br />

PPK.<br />

Le correzioni di posizione vengono<br />

trasmesse via Internet da una<br />

delle reti di stazioni permanenti<br />

attive sul territorio: per esempio,<br />

in questa applicazione, dalla rete<br />

italiana NetGeo di Topcon.<br />

Risulta pertanto in gran parte superato<br />

l’impiego di punti di controllo<br />

o di particolari naturali comuni<br />

per l’aggregazione spaziale<br />

delle nuvole di punti, nonché per<br />

la loro geo-referenziazione in un<br />

sistema di riferimento univoco.<br />

Il procedimento diretto, cioè<br />

senza utilizzo di particolari per<br />

la connessione, è particolarmente<br />

conveniente in applicazioni<br />

territoriali con aree estese (che<br />

richiedono parecchie scansioni)<br />

quando sia necessario un livello<br />

di dettaglio corrispondente o<br />

inferiore al LoD2 (in analogia<br />

con le scale al 200 o inferiori) e<br />

precisioni di qualche centimetro<br />

nella posizione dei punti oggetto<br />

sul modello.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 17


REPORTS<br />

Fig. 5 - Sequenze operative del processo di rilevamento.<br />

È evidente che laddove la ricezione<br />

del segnale satellitare non<br />

risulti garantita si dovrà procedere<br />

in modalità indiretta o mista.<br />

In ogni caso, è utile collocare sul<br />

modello alcuni punti di controllo<br />

(CP = Check Points), misurando<br />

topograficamente la loro<br />

posizione, così da permettere la<br />

valutazione dell’accuratezza spaziale<br />

(RMS al 95%) raggiunta<br />

nella ricostruzione.<br />

La figura 1 mostra lo schema<br />

operativo adottato per l’acquisizione<br />

geo-referenziata (diretta)<br />

dei punti oggetto: sono utilizzati<br />

un sensore laser (Faro) e due<br />

ricevitori satellitari (Topcon),<br />

montati con un apposito raccordo<br />

rispettivamente sopra lo<br />

scanner (fig. 2) e su un punto di<br />

orientamento (insieme ad una<br />

mira); entrambi i ricevitori, che<br />

operano in modalità staticorapida,<br />

sono connessi telematicamente<br />

ad una rete di correzioni<br />

satellitari (NetGeo) per il loro<br />

posizionamento RTK nel sistema<br />

di riferimento nazionale<br />

(ETRF 2000).<br />

Questo accorgimento operativo,<br />

ripetuto due volte con diverse<br />

costellazioni satellitari, consente<br />

altresì la costruzione di una<br />

pseudo-rete satellitare che fa da<br />

inquadramento geodetico spaziale<br />

al set di scansioni registrate,<br />

con accuratezze poco più che<br />

centimetriche.<br />

La figura 3 mostra l’organizzazione<br />

dei livelli di dettaglio progettati<br />

per l’intervento multiscala<br />

sull’abitato di S. Pellegrino<br />

Terme.<br />

Le scansioni effettuate durante<br />

la campagna di rilevamento<br />

sono state complessivamente<br />

200, con la risoluzione spaziale<br />

media riportata in figura 4. La<br />

consistenza informatica è risultata<br />

di circa 26 GB (Fig. 5).<br />

L’applicazione sull’abitato di S.<br />

Pellegrino Terme è stata progettata<br />

con l’obiettivo di documentare<br />

il territorio e di costruire<br />

percorsi di lettura metrica e<br />

analisi dei caratteri del Liberty e<br />

dell’Art Nouveau presenti negli<br />

edifici dell’abitato.<br />

San Pellegrino Terme è un centro<br />

turistico, un tempo assai alla<br />

moda nel mondo della borghesia<br />

imprenditoriale milanese, situato<br />

lungo la Valle del Brembo<br />

a nord della città di Bergamo.<br />

Famoso da sempre per le sue<br />

acque curative, spicca nel panorama<br />

territoriale locale per<br />

il fascino indiscusso delle sue<br />

architetture e l’eleganza dell’ambiente<br />

urbano.<br />

Tra i gioielli artistici presenti<br />

Fig. 4 - Risoluzione spaziale media delle scansioni.<br />

emerge il Casinò Municipale<br />

(con le due torri) che richiama<br />

quello di Montecarlo, realizzato<br />

tra il 1904 e il 1906 e riportato<br />

recentemente agli antichi splendori,<br />

e l’imponente Grand Hotel<br />

del 1904 che fronteggia, con il<br />

suo prospetto ricco di decori, la<br />

riva sinistra del fiume Brembo.<br />

Si tratta, in questo caso, di un<br />

edificio cupolato di sette piani,<br />

lungo 128 metri e con 250<br />

stanze arredate sfarzosamente,<br />

che è collegato al Casinò e alle<br />

Terme, posti sulla sponda destra<br />

del fiume, dal bel ponte Principe<br />

Umberto I.<br />

Oltre a queste costruzioni, sono<br />

opere pregevoli anche il palazzo<br />

del municipio, la funicolare che<br />

sale alla fonte, gli edifici delle<br />

terme, alcune ville e alberghi, la<br />

stazione della vecchia ferrovia,<br />

tutte edificate agli inizi del secolo<br />

scorso durante gli anni della<br />

Belle Époque.<br />

Gli elementi costruttivi presentano<br />

forti richiami allo stile floreale<br />

(noto anche come Liberty),<br />

che si sviluppò in Europa, come<br />

superamento delle regole neoclassiche<br />

ed espressione dell’Art<br />

Nouveau, dalla fine dell’Ottocento<br />

allo scoppio della Prima<br />

Guerra Mondiale; lo stile va<br />

famoso per i suoi decori: gli<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

stucchi su porte e finestre, i fregi,<br />

le volute e le spirali, le vetrate<br />

dipinte e le rifiniture in ferro<br />

battuto.<br />

Al fine di poter registrare anche<br />

questi caratteri tipologici del<br />

costruito, l’intervento di rilievo<br />

è stato eseguito, come indicato,<br />

su più livelli di dettaglio, che<br />

spaziano dallo zero al quattro<br />

e corrispondono alle scale<br />

1:1000-1:200, 1:100 e 1:50. Si<br />

è utilizzato un laser scanner Faro<br />

Focus X330, con foto-camera<br />

RGB incorporata, caratterizzato<br />

da una lunga portata (circa 350<br />

metri) e dunque particolarmente<br />

efficace per il rilievo di esterni e<br />

di spazi territoriali. Con questa<br />

tecnologia diviene possibile altresì<br />

una riduzione significativa<br />

delle stazioni necessarie per l’acquisizione<br />

delle informazioni,<br />

potendo spaziare agevolmente<br />

fra dettagli costruttivi distribuiti<br />

trasversalmente alla stretta valle<br />

del Brembo.<br />

Percorsi virtuali nel Liberty<br />

L’abitato di San Pellegrino Terme<br />

si sviluppa prevalentemente lungo<br />

il fiume Brembo, secondo un<br />

asse geometrico che va all’incirca<br />

da Sud a Nord (Fig. 6).<br />

Tuttavia, causa l’avvento della<br />

Belle Époque e il rapido sviluppo<br />

dell’insediamento a cavallo<br />

tra Ottocento e Novecento, i<br />

dettami urbani originari verranno<br />

presto superati dalle stravaganze<br />

del Liberty.<br />

Infatti, nel periodo d’oro di<br />

San Pellegrino Terme, il mezzo<br />

più efficace e d’avanguardia per<br />

raggiungere la cittadina termale<br />

era rappresentato dalla linea<br />

ferroviaria. Questo assunto, stravolgendo<br />

la tipica prospettiva<br />

valliva, comportò l’ideale traslazione<br />

verso est dell’asse urbano,<br />

considerando la Stazione FVB<br />

come porta d’accesso privilegiata<br />

del turismo borghese alla “Ville<br />

d’Eau”.<br />

Il viaggiatore tipo, sceso dalle<br />

Fig. 6 - Vista 3D del modello di punti, con il Brembo e il Grand Hotel.<br />

carrozze del treno all’ombra della<br />

pensilina lignea e superate le<br />

porte della stazione, si trovava di<br />

fronte una sorta di “frontiera” tra<br />

il mondo reale di provenienza e<br />

quello dorato di San Pellegrino<br />

Terme (fig. 7).<br />

In Piazza Granelli (la piazza della<br />

Stazione), lo sguardo del viaggiatore<br />

veniva attratto dalla mole<br />

gigantesca del Grand Hotel,<br />

contenitore di lussi e ozio, di nobiltà<br />

e alta borghesia.<br />

A questo punto, il visitatore attento<br />

poteva riconoscere il filo<br />

conduttore del percorso Liberty:<br />

una serie di piloni decorativi<br />

in cemento, ideati dall’arch.<br />

Cavallazzi e ornati con volute<br />

ed elementi curvilinei in ferro<br />

battuto raffiguranti lo stemma<br />

comunale, regolava il flusso dei<br />

Fig. 7 - La stazione della ferrovia Val Brembana.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 19


REPORTS<br />

Fig. 8 - Esempi di elementi e decori Liberty degli edifici di S. Pellegrino Terme.<br />

Fig. 9 - Sezione trasversale al corso del fiume Brembo (restituzione vettoriale e ortofoto).<br />

turisti e contrassegnava la passeggiata<br />

verso i luoghi più belli della<br />

cittadina termale (fig. 8)<br />

Due coppie di pilastri, poste agli<br />

ingressi del Grand Hotel, preannunciano<br />

(ancora oggi) l’inizio<br />

di questo percorso che segue<br />

uno sviluppo Est-Ovest lungo il<br />

Ponte Umberto I, con due altri<br />

ordini di pilastri posti all’inizio<br />

e alla fine della struttura (fig. 9).<br />

Il viaggiatore è così irrimediabilmente<br />

guidato verso Ovest, con<br />

lo sguardo rivolto alle svettanti<br />

torri del Casinò.<br />

La facciata rettilinea dello<br />

Stabilimento termale (fig. 10)<br />

accompagna il visitatore con<br />

colonne, lesene, volute e capitelli<br />

verso il rigoglioso parco secolare<br />

dell’Hotel Terme, che si adagia<br />

perfettamente al pendio dietro<br />

un’altra coppia di piloni del<br />

Cavallazzi.<br />

Continuando il percorso naturale,<br />

si arriva infine al cospetto<br />

dell’esempio più sfarzoso del<br />

Liberty locale, il Grand Kursaal,<br />

cioè il Casinò (fig. 11).<br />

Ma non tutti i visitatori possono<br />

concedersi al gioco d’azzardo;<br />

decisamente più salutare risulta<br />

dunque un soggiorno in altura<br />

negli agresti panorami della<br />

Vetta, condotti dalla Funicolare<br />

San Pellegrino - Kulm, che risale<br />

il fianco della montagna ed è<br />

ora in fase di ristrutturazione<br />

(fig.12).<br />

Più sotto, si apre il lungo<br />

Brembo, che presenta gli alberghi,<br />

i bar e i ristoranti del<br />

passeggio turistico che contraddistingue<br />

questa riva del fiume,<br />

opposta a quella del Grand<br />

Hotel. Il viaggiatore, ormai rapito<br />

da queste atmosfere, si può<br />

immergere nel relax della città,<br />

nel suo sfarzo, nella spensieratezza<br />

dei tanti ambienti che San<br />

Pellegrino Terme offriva e offre<br />

ancora oggi.<br />

Fig. 10 - L’edificio delle Terme (restituzione vettoriale e ortofoto).<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

Fig. 11 - Il Casinò descritto dalle nuvole di punti.<br />

Fig. 12 - La funicolare.<br />

Il percorso virtuale<br />

La creazione di un percorso<br />

virtuale di analisi lungo l’asse<br />

Liberty di San Pellegrino Terme<br />

è stata realizzata attraverso una<br />

campagna di misure effettuata<br />

con laser scanner 3D panoramico:<br />

questo ha condotto alla<br />

costruzione di un modello generale<br />

di punti, colorato e georeferenziato,<br />

in grado di fornire<br />

una documentazione misurabile<br />

e consultabile per molteplici usi.<br />

Il percorso nel Liberty si sviluppa<br />

fra viewpoint (cioè punti di<br />

interesse), scelti come stazioni per<br />

scansioni laser in grado di fornire<br />

una lettura immersiva della<br />

città e delle sue architetture.<br />

L’applicazione proposta sfrutta<br />

le potenzialità del software Faro<br />

Scene, grazie anche all’utilizzo<br />

del plug-in VideoPro adatto alla<br />

gestione di navigazioni interattive<br />

3D che intersecano tutti o<br />

alcuni viewpoint del modello, a<br />

seconda delle impostazioni selezionate<br />

dall’utente. La modalità<br />

di visualizzazione dinamica sul<br />

terreno è integrabile con viste<br />

virtuali dall’alto, generate dal<br />

modello di punti per cogliere<br />

l’effettiva tridimensionalità<br />

dell’urbanizzazione.<br />

In corrispondenza dei punti<br />

d’interesse, sono possibili anche<br />

forme di consultazione statica<br />

delle elaborazioni geometriche e<br />

tematiche inerenti ai singoli oggetti<br />

architettonici.<br />

I limiti dell’applicazione sono<br />

attualmente ritrovabili nella<br />

cospicua mole di dati che il<br />

processore deve elaborare per<br />

il caricamento delle scansioni<br />

del modello. Infatti, se si vuole<br />

realizzare un percorso virtuale<br />

all’interno del modello è necessario<br />

disporre dei dati di tutte le<br />

200 scansioni effettuate, il che<br />

porta irrimediabilmente ad un<br />

surplus di memoria RAM non<br />

sempre sostenibile agevolmente<br />

da un PC.<br />

Misurabilità con Scene<br />

WebShare Cloud<br />

Molto significativa risulta anche<br />

l’applicazione WebShare, utilizzabile<br />

su un server anche privato,<br />

che offre funzionalità interessanti<br />

sia perché abilita la presentazione<br />

dell’intero repertorio delle stazioni<br />

inerenti alla scansione laser<br />

(con le scansioni in vista panoramica<br />

geo-referenziata) sia perché<br />

permette operazioni di misura<br />

lineare, areale e volumetrica (sulle<br />

immagini sferiche corrispondenti)<br />

nonché eventuali collegamenti<br />

ipertestuali (fig. 13).<br />

WebShare permette una più<br />

flessibile lettura e gestione del<br />

territorio rilevato e delle sue antropizzazioni.<br />

Fig.13 - Vista di Scene WebShare con<br />

l’immagine sferica scelta e il set di<br />

quelle disponibili.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 21


REPORTS<br />

Considerazioni finali<br />

L’esperienza sviluppata ha messo<br />

in luce le grandi potenzialità che<br />

la scansione laser terrestre può<br />

offrire per la documentazione e<br />

l’analisi multi-scala del territorio<br />

urbano, soprattutto quando il<br />

sensore sappia garantire portate<br />

elevate, come il nuovo scanner<br />

Focus X330. Tutto questo, anche<br />

a seguito dell’evoluzione<br />

raggiunta nella fase di acquisizione,<br />

contraddistinta sempre<br />

più da automazione e rapidità,<br />

semplicità d’uso e crescente affidabilità.<br />

Il processo di scansione si avvale<br />

in modo massivo del contributo<br />

del software che occupa un<br />

ruolo centrale sia ai fini del collegamento<br />

delle nuvole di punti<br />

sia per la realizzazione di elaborati<br />

tecnici misurabili (rastervettoriali).<br />

La texturizzazione<br />

fotografica e materica è attualmente<br />

meglio integrata con la<br />

geometria acquisita, grazie alla<br />

registrazione diretta di nuvole<br />

di punti colorati da parte degli<br />

scanner più recenti e a una più<br />

efficace classificazione dell’energia<br />

di ritorno a scopi tematici.<br />

Le criticità maggiori riguardano<br />

invece l’utilizzo professionale<br />

del dato 3D e l’estrazione da<br />

esso di elaborati grafici bidimensionali<br />

di tipo vettoriale,<br />

per i quali l’intervento manuale<br />

in affiancamento ai software di<br />

modellazione CAD, generici<br />

o più dedicati all’applicazione,<br />

rappresenta un aspetto essenziale<br />

per la qualità del prodotto<br />

finale. La mole ridondante dei<br />

dati memorizzati rende poi pesanti<br />

le operazioni da effettuare<br />

sul modello, cosa questa che<br />

neppure i processori di ultima<br />

generazione hanno saputo<br />

risolvere concretamente. Si<br />

deve, infine, sottolineare come,<br />

soprattutto in aree fortemente<br />

antropizzate, la geo-referenziazione<br />

diretta acquisti un ruolo<br />

significativo: il fatto di poter<br />

utilizzare sensori satellitari RTK<br />

per il collegamento (diretto e<br />

automatico) delle nuvole, rappresenta<br />

un valore aggiunto del<br />

processo di rilevamento territoriale<br />

(seppure più oneroso) ed<br />

appare sicuramente consigliabile<br />

dove possibile.<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringraziano Lorenzo Filippini<br />

e Riccardo Begnis, che su questa<br />

esperienza hanno sviluppato<br />

brillantemente la loro tesi di<br />

laurea magistrale in Ingegneria<br />

Edile, e l’Ing. Giorgio Ubbiali<br />

di DMStrumenti per il supporto<br />

tecnologico durante la campagna<br />

di misure.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

P.J. Besl, N.D. McKay, A method for registration of 3-D<br />

shapes. IEEE Transactions on Pattern Analysis and<br />

Machine Intelligence 14(2), 239–256 (1992)<br />

C. Brenner, C. Dold, N. Ripperda, Coarse orientation<br />

of terrestrial laser scans in urban environments. ISPRS<br />

Journal of Photogrammetry and Remote Sensing 63(1),<br />

4–18 (2008)<br />

C. Strecha, P. Fua, L.Van Gool, A generative model<br />

for true orthorectification, in ISPRS International<br />

CongressSymposiun, Bejing, 2008<br />

M. Doneus, M. Pfennigbauer, N. Studnicka, A. Ullrich,<br />

Terrestrial waveform laser scanning for documentation of<br />

cultural heritage, in XXIIth CIPA Symposium, Kyoto<br />

Japan, 2009<br />

G.V. Vosselman, H. G. Maas, Airborne and terrestrial<br />

laser scanning. Whittles Publishing, Caithness, Scotland,<br />

2010<br />

J. Chow, D.D. Litchi, W.F. Teskey, Accuracy assessment<br />

of the Faro Phocus 3D and Leica HDS 6100 panoramictype<br />

terrestrial laser scanners through point-based and<br />

plane-based user self-calibration, in FIG Working Week,<br />

Rome, 1-15 (2012)<br />

J. Yang, H. Li, Y. Jia, Go-ICP: solving 3D registration<br />

efficiently and globally optimally, in IEEE International<br />

Conference on Computer Vision, 1457–1464 (2013)<br />

L.Colombo, B. Marana, Terrestrial laser scanning for<br />

urban survey: a test-case over the Dalmine company-town,<br />

Territorio Italia 2, 57-69 (2014)<br />

L.Colombo, B. Marana, Terrestrial multi-sensor survey:<br />

field experiences and remarks, Geomedia – Intergeo<br />

Special Issue 3, 20-23 (2014)<br />

L.Colombo, B. Marana, Terrestrial multi-sensor survey,<br />

GeoInformatics 18(3), 18-21 (2015)<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Gnss-Rtk; netgeo; laser scanner; rilievo urbano<br />

ABSTRACT<br />

The paper develops the topics for the metric documentation<br />

of urban environments and buildings through an experimental<br />

test regarding the thermal city of S. Pellegrino Terme, famous<br />

for its Art Noveau characters. The performed process of<br />

terrestrial laser survey, with a direct GNSS-RTK geo-referencing<br />

via a Reference Station Network, and the correspondent<br />

construction of a multi-scale photo-textured model of the site<br />

are described in detail.<br />

AUTORE<br />

Luigi Colombo, luigi.colombo@unibg.it<br />

Università di Bergamo - DISA - Geomatica<br />

Dalmine (BG)<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 23


ASSOCIAZIONI<br />

MERCATO<br />

GEOWEB e mediaGEO<br />

insieme per promuovere<br />

la Geomatica<br />

GEOWEB e mediaGEO hanno<br />

stipulato un accordo di collaborazione<br />

per promuovere l’informazione<br />

legata al settore della Geomatica<br />

e del patrimonio culturale.<br />

GEOWEB S.p.A. impegnata nello<br />

sviluppo e diffusione di servizi<br />

basati sull’Information Technology<br />

rivolti ai professionisti, e<br />

mediaGEO - editrice delle riviste<br />

<strong>GEOmedia</strong> ed Archeomatica<br />

nonché dei relativi portali web<br />

- in virtù del citato accordo, promuoveranno<br />

iniziative indirizzate<br />

a diffondere la Geomatica. Tra le<br />

prime iniziative messe in cantiere<br />

segnaliamo il patrocinio per<br />

il prossimo Forum TECHNO-<br />

LOGY for ALL che si svolgerà<br />

a Roma dal 4 al 6 ottobre <strong>2016</strong><br />

(www.technologyforall.it).<br />

GEOWEB è fra i primi partner<br />

che hanno concesso il patrocinio<br />

al Forum. La collaborazione avviata<br />

riguarda anche l’accesso alle<br />

riviste edite da mediaGEO, che<br />

permetterà ai clienti PREMIUM<br />

di GEOWEB di avere un abbonamento<br />

annuale gratuito alla versione<br />

digitale di <strong>GEOmedia</strong> e Archeomatica<br />

e inoltre la possibilità<br />

di acquistare a prezzi scontati l’abbonamento<br />

annuale delle versioni<br />

cartacee. GEOWEB è nata per lo<br />

sviluppo e la diffusione di servizi<br />

basati sull’Information Technology<br />

rivolti ai professionisti.<br />

La società nasce da un’iniziativa<br />

del Consiglio Nazionale Geometri<br />

e Geometri Laureati e di Sogei<br />

S.p.A. per rendere disponibili un<br />

insieme di servizi mirati a semplificare<br />

l’attività professionale degli<br />

iscritti alla categoria, a migliorare<br />

il rapporto con la Pubblica<br />

Amministrazione e a costituire<br />

nuove opportunità di lavoro.<br />

Maggiori informazioni sui servizi<br />

offerti da GEOWEB sono disponibili<br />

al link<br />

http://www.geoweb.it/servizi/<br />

(Fonte: rivistageomedia.it)<br />

61° CONVEGNO<br />

NAZIONALE SIFET Lecce<br />

MUST - 8-9-10 Giugno <strong>2016</strong><br />

Il convegno SIFET è stato organizzato<br />

in sessioni tematiche.<br />

Ogni sessione sarà composta da<br />

due relazioni invitate di ampio<br />

respiro inerenti lo stato dell’arte<br />

del tema trattato e gli aspetti più<br />

avanzati di ricerca, seguite da alcuni<br />

interventi applicativi specifici<br />

per ogni sessione selezionati tra le<br />

proposte inviate dai partecipanti<br />

(call for abstract). Ove possibile<br />

si darà spazio ad almeno un intervento<br />

sugli aspetti formativi,<br />

e uno degli aspetti professionali<br />

che caratterizzano la nostra associazione.<br />

Le sessioni tematiche<br />

previste quest’anno sono le seguenti:<br />

Nuvole di punti e stampa<br />

3D; Fotogrammetria da drone;<br />

Monitoraggio. Accanto alle sessioni<br />

tematiche, quest’anno si<br />

propongono anche due sessioni<br />

speciali: una sessione “ditte” organizzata<br />

in modo pratico-applicativo<br />

mediante un’operazione di<br />

rilevamento sul campo in un’area<br />

prossima alla sede del convegno.<br />

Le ditte intervenute potranno<br />

affrontare il rilevamento del<br />

tema proposto con le tecniche<br />

di cui dispongono interagendo<br />

direttamente con i partecipanti<br />

al fine di mostrare l’efficacia<br />

delle soluzioni proposte; una<br />

sessione “benchmark” (chairman<br />

Francesco Mancini) di strumenti<br />

software per la fotogrammetria<br />

basata su immagini acquisite da<br />

SAPR. Allo scopo, è stato predisposto<br />

dal Comitato Scientifico<br />

un dataset completo che contiene<br />

immagini acquisite da drone con<br />

GoPro e camera compatta.<br />

La partecipazione a queste attività<br />

è aperta a tutti i soci e alle ditte che<br />

sostengono l’associazione SIFET e<br />

prevede una registrazione gratuita<br />

all’iniziativa con comunicazione<br />

del software e delle modalità che<br />

si intendono seguire (vedi la pagina<br />

relativa sul sito www.sifet.org).<br />

Modulo iscrizione convegno<br />

(Fonte: SIFET)<br />

XX Conferenza Nazionale ASITA - 8-10 Novembre <strong>2016</strong>, Cagliari<br />

La Federazione Italiana delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni Territoriali ed Ambientali ha concesso il patrocinio per il TECHNOLOGY for ALL <strong>2016</strong><br />

La Conferenza Nazionale ASITA, giunta quest’anno alla 20ma edizione, ha l’obbiettivo di svolgere un ruolo di connessione tra mondo scientifico,<br />

istituzioni, prassi e pratiche territoriali. La Conferenza ASITA è un momento di incontro tra ricercatori, operatori, docenti, professionisti, utilizzatori<br />

pubblici e privati, enti e imprese operanti nei diversi settori del rilevamento, gestione e rappresentazione dei dati territoriali e ambientali. L’obiettivo<br />

scientifico è di favorire il confronto e l’approfondimento su temi specifici promuovendo una visione multidisciplinare e integrata del settore della<br />

Geomatica. Dalla prima edizione, con crescente successo, la manifestazione è divenuta il più importante evento tecnico-scientifico del settore e attrae<br />

costantemente un ampio pubblico di cultori e di specialisti.<br />

Per qualsiasi informazione contattare i seguenti riferimenti:<br />

E-mail: conferenza@asita.it Tel. +39 329 9860457<br />

(Fonte: Asita)<br />

Il Collegio dei Geometri<br />

e dei Geometri Laureati<br />

di Roma ha concesso<br />

il patrocinio e i crediti<br />

formativi al TECHNOLOGY for ALL <strong>2016</strong><br />

Il Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di<br />

Roma ha concesso il patrocinio all’evento TECHNOLOGY for<br />

ALL <strong>2016</strong> che si terrà a Roma il 4, 5 e 6 ottobre <strong>2016</strong>. Sono<br />

molte le tecnologie che interesseranno la categoria e saranno oggetto<br />

della manifestazione che, ricordiamo, prevede una giornata<br />

di dimostrazioni sul campo, interamente condotta dai produttori<br />

e fornitori di strumenti e servizi.<br />

La partecipazione all’evento, per gli iscritti al Collegio dei<br />

Geometri e Geometri Laureati di Roma, darà diritto al riconoscimento<br />

di n. 1 credito formativo professionale ogni due ore fino ad<br />

un massimo di n. 3 CFP. Per la certificazione delle presenze sarà<br />

necessario registrare i propri dati sui moduli che verranno predisposti<br />

e resi disponibili in entrata e in uscita della manifestazione.<br />

L’organizzazione del TECHNOLOGY for ALL <strong>2016</strong> curerà la<br />

trasmissione dei nominativi dei partecipanti al Collegio.<br />

CARTOGRAFIA, PROMOZIONE DEL<br />

TERRITORIO, SMART CITIES<br />

San Benedetto del Tronto, 11 – 13 maggio <strong>2016</strong><br />

Il convegno annuale dell’Associazione Italiana di Cartografia<br />

si terrà l’11-13 maggio a San Benedetto del Tronto.<br />

Il tema, particolarmente innovativo, sicuramente saprà<br />

suscitare l’interesse dei soci, degli appassionati, degli addetti ai lavori. La cartografia,<br />

infatti, viene (anche) proposta come mezzo di promozione del territorio e come strumento<br />

su cui basare la nuova filosofia delle città incentrate su percorsi sostenibili,<br />

laddove sulla qualità della vita, oltre alla razionalizzazione del traffico e dei trasporti<br />

pubblici locali, incidono anche l’informazione, la condivisione, la gestione delle reti,<br />

i flussi di materia e di idee che sostanziano la compagine urbana. Le città intelligenti,<br />

in cui ogni oggetto ed ogni soggetto rispondono a logiche definite sulla base di precisi<br />

parametri guidati da un ordine virtuale, possono infatti trovare nella cartografia il riferimento<br />

fondamentale per governare questi nuovi processi, tanto innovativi quanto<br />

strutturalmente complessi.<br />

Maggiori informazioni sulla pagina dell’associazione relativa al convegno AIC<br />

Per informazioni logistiche sul convegno e sui luoghi di interesse, modalità di iscrizione<br />

e partecipazione, gli aggiornamenti: www.aic-cartografia.it alla voce “Convegno<br />

annuale dell’Associazione Italiana di Cartografia”<br />

technologyforall.it<br />

(Fonte: rivistageomedia.it)<br />

(Fonte: AIC)<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 25


REPORTS<br />

Monitoraggio innovativo per la gestione dell'inquinamento<br />

ambientale provocato da rilasci abusivi di rifiuti<br />

l’esperienza del progetto DroMEP<br />

di Carmine Massarelli, Maria Rita Muolo, Vito Felice Uricchio e Nicola Dongiovanni<br />

La ricerca condotta nell’ambito del progetto Drones for<br />

Monitoring and Environmental Protection (DroMEP) ha<br />

previsto la definizione di una metodologia smart e la<br />

sperimentazione prototipale di tecnologie e protocolli<br />

operativi necessari ad individuare e monitorare, sia dal<br />

punto di vista qualitativo che quantitativo, le discariche<br />

abusive e gli abbandoni incontrollati di rifiuti, evidenziando<br />

l’eventuale presenza di rifiuti speciali pericolosi,<br />

focalizzando l’attenzione sull’amianto in matrice friabile.<br />

Fig. 1 – Il rischio ambientale.<br />

L’<br />

abbandono illegale<br />

di rifiuti pericolosi<br />

costituisce una seria<br />

minaccia per la salute umana<br />

e gli ecosistemi in generale al<br />

punto che anche la legislazione<br />

europea ha introdotto politiche<br />

e misure per promuovere la legalità<br />

in questo campo. In particolare,<br />

la direttiva quadro sui<br />

rifiuti, o la direttiva 2008/98/<br />

CE del Parlamento Europeo e<br />

del Consiglio, del 19 novembre<br />

2008, fornisce un quadro generale<br />

dei criteri di gestione dei rifiuti<br />

e stabilisce le definizioni di<br />

base per la gestione degli stessi<br />

nell'ambito dell'UE.<br />

L’applicazione di tali normative<br />

si basa anche su un costante<br />

controllo del territorio, infatti,<br />

al fine di sostenere gli sforzi per<br />

un monitoraggio più efficace,<br />

anche dal punto di vista economico<br />

è necessario lo sviluppo<br />

finalizzato all’applicazione sistematica<br />

di nuove tecnologie.<br />

Un monitoraggio “sostenibile” è<br />

particolarmente importante per<br />

le aree critiche, come gli ecosistemi<br />

agricoli, le aree protette,<br />

le zone costiere e le zone rurali,<br />

dove il degrado degli habitat<br />

e della biodiversità perso può<br />

essere molto veloce (Tang, Shao,<br />

2015) e dove le distanze e le dif-<br />

Fig. 2 – Le tre aree di studio.<br />

Fig. 3 – Mappa della perimetrazione dell’area test<br />

Gravina di Leucaspide.<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

Fig. 4 – Particolare della Gravina di Leucaspide.<br />

ficoltà di accesso sono notevoli.<br />

Gli Aeromobili a Pilotaggio<br />

Remoto (APR) detti anche<br />

Unmanned aerial vehicle (UAV)<br />

hanno subito un forte sviluppo<br />

negli ultimi dieci anni principalmente<br />

grazie agli usi militari,<br />

mentre solo da pochi anni<br />

iniziano a trovare applicazione<br />

per fini scientifici quali raccolta<br />

dati e telerilevamento di prossimità.<br />

Il vantaggio principale<br />

consiste nell’effettuare indagini<br />

a bassa quota che restituiscono<br />

un’informazione più precisa<br />

e dettagliata rispetto a sensori<br />

aviotrasportati o satellitari.<br />

DroMEP è l’acronimo del progetto<br />

Drones for Monitoring and<br />

Environmental Protection che si<br />

propone di contribuire in modo<br />

significativo alla realizzazione di<br />

un sistema di monitoraggio intelligente,<br />

sostenibile, integrato<br />

ed inclusivo per quanto riguarda<br />

la gestione delle problematiche<br />

ambientali legate alla presenza<br />

di rifiuti illecitamente abbandonati<br />

soprattutto se contenenti<br />

amianto in matrice friabile. Il<br />

progetto si pone anche in continuità<br />

con diverse iniziative regionali<br />

già messe in atto in ambito<br />

regionale (Campobasso et<br />

al. 2014; V.F. Uricchio, 2013).<br />

L’aspetto fortemente innovativo<br />

di questo progetto è legato all’uso<br />

di droni e altre tecnologie<br />

smart in zone impervie e difficilmente<br />

accessibili dal personale<br />

preposto al controllo del territorio.<br />

Inoltre, è stata realizzata<br />

un’app che ha reso possibile<br />

segnalare la presenza di nuovi<br />

abbandoni da parte dei cittadini<br />

e di poter meglio individuare le<br />

zone maggiormente soggette a<br />

tali illeciti. Tutti i dati acquisiti,<br />

sono validati e processati prima<br />

di essere caricati in un geodatabase<br />

realizzato con strumenti<br />

open source; le informazioni<br />

sono, inoltre, accessibili tramite<br />

un portale web GIS-oriented<br />

in funzione di una profilazione<br />

utente.<br />

Le diverse tecnologie sono<br />

state testate in alcune aree, di<br />

difficile accesso e molto estese,<br />

individuate della Regione Puglia<br />

dove sono molto frequenti i fenomeni<br />

di abbandono di rifiuti<br />

(Figura 1).<br />

Per queste aree i droni sembrano<br />

essere i più indicati perchè in<br />

grado di effettuare un monitoraggio<br />

con sensori iperspettrali e<br />

termici per verificare la presenza<br />

di amianto e in grado di coprire<br />

grandi aree in breve tempo<br />

(Bassani et al., 2007; Fiumi et<br />

al., 2014). Il test della verità a<br />

terra è stato eseguito con un<br />

Fieldspec.<br />

Materiali e metodi -<br />

Area di studio<br />

L’area di studio è costituita<br />

dalla Gravina di Leucaspide<br />

(Comune di Statte), l’Oasi naturale<br />

della Salina Grande di<br />

Taranto e diversi siti nell’agroecosistema<br />

del Comune di<br />

Capurso (Figura 2).<br />

Gravina di Leucaspide<br />

La Gravina di Leucaspide, monumentale<br />

esempio di fenomeno<br />

carsico, nasce dalla fusione<br />

di altre gravine più piccole,<br />

Amastuola e Triglie; ricca di<br />

grotte, di pareti di roccia tenera<br />

Fig. 5 – Mappa della perimetrazione dell’area test Oasi<br />

Salina Grande di Taranto.<br />

facile da scavare, di vegetazione<br />

e di sorgenti (Valenza e<br />

Triglio), è particolarmente ricca<br />

di testimonianze archeologiche<br />

con la presenza di dolmen, un<br />

villaggio di età greca e numerosi<br />

villaggi rupestri di origine<br />

medievale (Greco, 1998). La<br />

lunghezza complessiva dell’area<br />

individuata è di circa 8 km<br />

(Figura 3 e Figura 4).<br />

Oasi Salina Grande di Taranto<br />

L’Oasi Salina Grande di Taranto<br />

(Figura 5), dichiarata riserva<br />

naturale regionale ai sensi della<br />

legge regionale n. 11/2006 è<br />

caratterizzata da un ambiente<br />

salino ricco di Salicornia ssp.<br />

(pianta erbacea nota per le sue<br />

proprietà medicinali), che da<br />

luogo ai noti salicornieti, habitat<br />

litoranei influenzati dagli<br />

spruzzi di acqua marina tra i<br />

più grandi e più importanti<br />

del Mediterraneo e sud Italia<br />

al punto da essere destinatari<br />

di varie forme di protezione<br />

perché rappresentano ambienti<br />

ricchi di biodiversità e fungono<br />

da riparo e sito di nidificazione,<br />

nonostante la presenza di<br />

una forte antropizzazione delle<br />

aree limitrofe, di diverse specie<br />

protette di uccelli. L’area totale<br />

della salina è di circa 8,6 km 2<br />

per una lunghezza massima di<br />

circa 6 km.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 27


REPORTS<br />

Figura 6 – Esacoptero utilizzato nelle aree test.<br />

I sensori e i droni<br />

Per il raggiungimento degli<br />

obiettivi di progetto, è stata<br />

inizialmente effettuata una ricognizione<br />

dei diversi tipi di droni<br />

esistenti e delle loro caratteristiche<br />

essenziali, come l’autonomia<br />

di volo e payload di carico,<br />

sicurezza della missione, e dei<br />

sensori esistenti installabili.<br />

Le indagini sono state eseguite<br />

da due diversi tipi di droni:<br />

un quadricoptero totalmente<br />

automatizzato e leggero e un<br />

esacoptero con la struttura in<br />

fibra di nylon, carbonio e vetro.<br />

Per le operazioni di rilevamento<br />

nei siti interessati dalla presenza<br />

di qualsiasi tipo di rifiuti e per il<br />

riconoscimento di manufatti in<br />

cemento amianto sono stati utilizzati<br />

una camera ottica RGB,<br />

un sensore termico ed un sensore<br />

iperspettrale aviotrasportato<br />

(Figura 6).<br />

L’uso preliminare di una camera<br />

ottica RGB, ha permesso di<br />

avere una visione sinottica dello<br />

stato dell’ambiente per riconoscere<br />

ed individuare cumuli di<br />

rifiuti non visibili e per verificare<br />

la presenza di essi in caso di<br />

segnalazione precedentemente<br />

effettuata con app. La successiva<br />

attività di caratterizzazione dei<br />

cumuli di rifiuti è stata effettuata<br />

mediante i droni precedentemente<br />

citati, equipaggiati con<br />

camera NIR e camera termica; i<br />

voli sono stati eseguiti in giorni<br />

diversi, tutti effettuati ad una altezza<br />

tra i 30m e i 50m con una<br />

risoluzione di circa 1,5-2,0 cm.<br />

Il successivo impiego del sensore<br />

iperspettrale CASI-1500 della<br />

iTRES Research Ltd., installato<br />

a bordo di velivolo da telerilevamento,<br />

ha consentito l'indagine<br />

della tipologia di materiali, mediante<br />

l'analisi della riflessione<br />

della radiazione solare nell'ambito<br />

di diverse bande strette dello<br />

spettro elettromagnetico (in<br />

totale 48). L'output di una tale<br />

acquisizione è costituito da curve<br />

di risposta, dette "firme spettrali".<br />

La caratterizzazione dei<br />

diversi materiali avviene proprio<br />

attraverso l'analisi di tali firme.<br />

Per l’individuazione della firma<br />

dell’amianto (per la cosiddetta<br />

verità a terra) è stato utilizzato<br />

uno spettroradiometro Fieldspec<br />

4 Hi-Res NG (Figura 7).<br />

La videocar<br />

Si tratta di un sistema progettato<br />

per effettuare in movimento<br />

il rilievo con un elevato livello<br />

di accuratezza. La posizione<br />

accurata del veicolo è ottenuta,<br />

momento per momento durante<br />

la marcia, utilizzando tre<br />

tecnologie ridondanti: un ricevitore<br />

GNSS a doppia frequenza<br />

stabilisce una posizione geospaziale,<br />

un sistema inerziale a 6<br />

assi, Inertial Measurement Unit<br />

(IMU) fornisce l’assetto del<br />

veicolo, e un collegamento a 2<br />

odometri posizionati sulle ruote<br />

del veicolo consente di ottenere<br />

informazioni odometriche.<br />

La sinergia di queste tre tecnologie<br />

fornisce una posizione 3D<br />

del veicolo estremamente precisa<br />

anche in luoghi in cui i segnali<br />

dei satelliti possono essere<br />

bloccati da ostacoli quali edifici,<br />

ponti o file di alberi.<br />

Il sistema IP-S2 utilizzato comprende<br />

n.3 laser scanner LiDAR<br />

Fig. 7 – Acquisizione della firma spettrale dell’amianto per la verità a terra.<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

Fig. 8 – Sistema di acquisizione con videocar.<br />

ad alta risoluzione che coprono<br />

il percorso del veicolo a livello<br />

del suolo e “spazzolano” le aree<br />

adiacenti fino ad una distanza<br />

di 30 metri.<br />

E’ inoltre stata montata una<br />

multifotocamera/telecamera<br />

Ladybug-3 ad alta risoluzione,<br />

a 6 ottiche ciascuna delle quali<br />

ha risoluzione 1600x1200, che<br />

fornisce 6 immagini singole oppure<br />

1 immagine sferica a 360<br />

gradi ad una velocità di 15 fotogrammi<br />

al secondo (Figura 8).<br />

Implementazione della<br />

geo-bancadati e condivisione<br />

dei dati territoriali<br />

Le informazioni acquisite in<br />

seguito a validazione ed elaborazione<br />

diventano uno strato<br />

informativo all’interno dell’infrastruttura<br />

di dati territoriali,<br />

pubblicata su web, creata e<br />

messa a disposizione dell’Autorità<br />

e dei cittadini e associazioni<br />

ambientali. Facendo riferimento<br />

alla “gestione dei dati”<br />

(Figura 9), la piattaforma che<br />

ospita i dati è stata implementata<br />

con Geonode e con l’utilizzo<br />

di software esclusivamente open<br />

source, in grado di memorizzare<br />

i dati geospaziali (PostGIS),<br />

pubblicarli (GeoServer), in<br />

standard OGC, come WMS,<br />

WFS, WCS, costruire metadati<br />

(GeoNetwork), cercare,<br />

esplorare e costruire mappe<br />

(GeoExplorer) il tutto integrato<br />

(Django) in una geoCM<br />

(Bootstrap).<br />

Attraverso Geonode è possibile<br />

gestire gli utenti che possono<br />

caricare, ricercare e utilizzare i<br />

propri dati, con vari livelli di<br />

privacy; ad oggi rappresenta<br />

uno strumento molto efficace<br />

ed estremamente versatile e personalizzabile<br />

(con un minimo<br />

di conoscenza di python) per la<br />

creazione di comunità geospaziali<br />

consapevoli.<br />

Risultati e discussione<br />

I risultati sperimentali indicano<br />

che si è sulla buona strada per<br />

la realizzazione di un sistema<br />

di monitoraggio efficace di<br />

variabili ambientali basato<br />

sull’integrazione di varie tecnologie<br />

smart, efficienti ed a basso<br />

costo.<br />

Fig. 9 – DroMEP data management.<br />

Lo stesso monitoraggio in termini<br />

di dati acquisiti e di aree<br />

esplorate avrebbe richiesto notevoli<br />

risorse se realizzato con<br />

approcci tradizionali.<br />

L’identificazione della firma<br />

spettrale dei materiali contenenti<br />

amianto ed in particolar<br />

modo quelli contenenti amianto<br />

in matrice friabile non è stata<br />

del tutto semplice. Di seguito<br />

si riportano le prime elaborazioni<br />

dei valori acquisiti con il<br />

FieldSpec (Figura 10).<br />

La creazione di un archivio di<br />

firme spettrali consente l’esecuzione<br />

di procedure di classificazione<br />

di immagini acquisite<br />

anche da drone. Sono state<br />

analizzate e confrontate diverse<br />

bande spettrali archivio di firme<br />

spettrali fino ad individuare<br />

caratteristiche particolari in<br />

termini di lunghezze d'onda e<br />

riflettanza. Applicando la classificazione<br />

con le firme spettrali<br />

ricavate è stato possibile individuare<br />

all’interno del territorio<br />

analizzato alcune aree critiche<br />

in cui la presenza di materiale<br />

pericoloso è altamente probabile<br />

(le frecce verdi in Figura 11<br />

indicano aree dove l’amianto è<br />

stato effettivamente rinvenuto).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 29


REPORTS<br />

Tuttavia a causa delle condizioni<br />

meteo delle giornate di<br />

volo (molta umidità e copertura<br />

nuvolosa variabile) "Tuttavia a<br />

causa delle condizioni<br />

meteo delle giornate di<br />

volo (molta umidità e copertura<br />

nuvolosa variabile) sono ancora<br />

in corso idonee elaborazioni<br />

atte ad eseguire un mapping<br />

conforme delle firme sul territorio<br />

indagato."<br />

Fig. 10 – Firma spettrale di vari materiali contenenti amianto e dell’asfalto.<br />

Conclusioni e<br />

prospettive future<br />

L’utilizzo di smart tecnology e la<br />

condivisione delle informazioni<br />

tra i vari soggetti coinvolti<br />

rappresenta un valore aggiunto<br />

verso il raggiungimento di una<br />

comunità consapevole e crescita<br />

sostenibile.<br />

La partecipazione dei cittadini e<br />

delle associazioni di volontariato<br />

risulta essere uno strumento<br />

efficace ed una forza motrice<br />

alle attività di controllo e monitoraggio<br />

del territorio.<br />

La possibilità di personalizzare<br />

in base alle proprie esigenze ed<br />

integrare più smart technology<br />

produce ovviamente risultati<br />

Fig. 11 – Individuazione di manufatti contenenti amianto.<br />

eccezionali. Di contro c'è il<br />

fatto che al giorno d'oggi le<br />

elaborazioni risultano alquanto<br />

complicate e necessitano, pertanto,<br />

di personale altamente<br />

qualificato.<br />

Per quel che concerne questo<br />

aspetto, anche se ci sono metodi<br />

standard per la pre-elaborazione<br />

delle immagini, non ci<br />

sono classificatori di immagine<br />

che possono essere applicati in<br />

modo sistematico. Così, rimane<br />

compito impegnativo e oggetto<br />

di ricerche future, l’individuazione<br />

ed applicazione di classificatori<br />

più potenti ed efficaci<br />

con ampio spettro d’applicazione.<br />

Inoltre le attività future<br />

riguarderanno lo sviluppo<br />

e l’implementazione<br />

anche di algoritmi<br />

di localizzazione<br />

e mapping cooperativi<br />

in cui dati multi-sensoriali<br />

acquisiti dalle<br />

piattaforme robotiche<br />

mobili, anche integrati<br />

con dati satellitari e<br />

aerei ove disponibili,<br />

saranno elaborati al<br />

fine di produrre rappresentazioni<br />

multimodali<br />

e multi-scala<br />

degli ambienti esplorati;<br />

in particolare,<br />

partendo dallo stato<br />

dell’arte delle tecniche<br />

di Simultaneous<br />

Localization And<br />

Mapping (SLAM) e<br />

Structure from Motion<br />

(SfM), la ricerca deve essere<br />

orientata allo sviluppo di nuove<br />

metodologie finalizzate al miglioramento<br />

dell’accuratezza sia<br />

della localizzazione dei veicoli<br />

che delle mappe da essi prodotte.<br />

In particolare, si intendono<br />

investigare le problematiche legate<br />

all’integrazione ed alla coregistrazione<br />

di dati eterogenei<br />

prodotti da diversi sensori, in<br />

tempi diversi o da diversi punti<br />

di vista mediante l’impiego<br />

di algoritmi basati su features<br />

naturali come SIFT, SURF,<br />

FPFH, etc. in combinazione<br />

con tecniche di registrazione<br />

quali ICP, RANSAC, etc.<br />

Le attuali applicazioni con i<br />

droni sono ancora in fase sperimentale,<br />

ma ci si aspetta una<br />

rapida evoluzione tecnologica:<br />

per ottenere risultati sempre più<br />

certi è importante condurre uno<br />

studio sistematico e continuo<br />

sull’evolversi delle tecnologie<br />

e sensori di telerilevamento in<br />

condizioni molto eterogenee.<br />

Ringraziamenti<br />

Questo progetto è stato cofinanziato<br />

dal Living Lab-ICT<br />

Apulia Innovation, un progetto<br />

della Regione Puglia per sperimentare<br />

un nuovo approccio<br />

alla ricerca in cui i ricercatori,<br />

aziende e gruppi organizzati<br />

di cittadini, scambiano idee e<br />

conoscenze, pianificano insieme<br />

un’esperienza innovativa soluzioni<br />

tecnologiche.<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

ZEB 1 | SURVEY IN MOTION<br />

IL CONTRIBUTO È STATO PRESENTATO<br />

ALLA CONFERENZA NAZIONALE ASITA.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Greco A.V. (1998). “Il territorio di Statte. Dagli insediamenti rupestri<br />

alle masserie”, in Umanesimo della Pietra – Riflessioni, pp. 3-39.<br />

Bassani C., Cavalli R.M., Cavalcante F., Cuomo V., Palombo A., Pascucci<br />

S., Pignatti S. (2007) “Deterioration status of asbestos-cement<br />

roofing sheets assessed by analyzing hyperspectral data”. Remote Sensing<br />

of Environment, 109 (3), pp. 361-378<br />

Fiumi L., Congedo L., Meoni C. (2014) “Developing expeditious<br />

methodology for mapping asbestos-cement roof coverings over the<br />

territory of Lazio Region” Applied Geomatics, 6 (1), pp. 37-48.<br />

Tang L., Shao G. (2015). “Drone remote sensing for forestry research<br />

and practices”. Journal of Forestry Research, 7 p. Article in Press.<br />

Campobasso G., Massarelli C., Lopez N., Palmisano V.N., Uricchio<br />

V.F. (2014). “Il contrasto ai traffici illeciti quale forma di prevenzione<br />

della contaminazione dei territori”. Siti Contaminati. Esperienze negli<br />

interventi di risanamento. ISBN: 88-7850-014-3; Edizione CSISA<br />

Uricchio V.F., Massarelli C., Lopez N., Campobasso G. (2013).<br />

“Banche dati di nuova generazione per la gestione del ciclo<br />

dell’amianto in Puglia” Atti 17a Conferenza Nazionale ASITA pagg.<br />

1255-1264, ISBN 978-88-903132-8-8, 5–7.<br />

Arriva in Italia il primo laser scanner<br />

handheld per il mobile mapping.<br />

Basato su tecnologia SLAM,<br />

rappresenta la soluzione ideale<br />

per il rilievo 3D rapido e accurato<br />

di realtà complesse.<br />

Forestale, underground mining,<br />

immobiliare:<br />

rivoluziona il tuo modo di<br />

lavorare!<br />

Presentazione ufficiale del prodotto<br />

a settembre 2015.<br />

Seguirà un programma di roadshow<br />

in Italia nei mesi successivi.<br />

Per maggiorni informazioni scrivere a<br />

info@mesasrl.it.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

APR; monitoraggio; inquinamento ambientale; tecnologie<br />

ABSTRACT<br />

DroMEP project (Drones for Monitoring and Environmental Protection)<br />

provides the definition of a smart methodology testing prototype<br />

technologies and operational protocols necessary for identifying<br />

and monitoring, both in terms of quality and quantity, the illegal<br />

dumping and uncontrolled abandonment of waste, highlighting the<br />

presence of hazardous waste, especially friable asbestos.<br />

This objective was pursued through the development, integration<br />

and deployment of innovative technologies for data acquisition:<br />

surveys with UAV equipped with multispectral sensors, infrared and<br />

thermal camera, surveys with equipped Videocar, aerial photogrammetric,<br />

hyperspectral and thermal sensors, and spectroradiometric<br />

acquisitions, acquisitions in the field by the citizens via smartphone<br />

app, were carried out.<br />

The project also included the creation of a computerized and interoperable<br />

platform for managing and sharing integrated different spatial<br />

data.<br />

The experience has allowed, therefore, the development of a methodology<br />

of systematic monitoring and repeatable useful for assessing the<br />

environmental quality of territories and the possible presence of risks<br />

for citizens. The information acquired, after processing, they are an<br />

excellent tool for administrators and decision makers for the evaluation<br />

of environmental actions to be implemented for a sustainable<br />

programming.<br />

AUTORE<br />

Carmine Massarelli<br />

carmine.massarelli@ba.irsa.cnr.it<br />

Vito Felice Uricchio<br />

vito.uricchio@ba.irsa.cnr.it<br />

Water Research Institute, National Research Council<br />

Via De Blasio n. 5 - 70132, Bari.<br />

Maria Rita Muolo<br />

mr.muolo@sit-puglia.it<br />

Il tuo partner ideale per il rilievo 3D<br />

ME.S.A. srl (Metrology & Survey<br />

Application) già partner esclusivo in<br />

Italia della Faro Technologies e della<br />

GeoSLAM UK, rinforza la gamma di<br />

tecnologie d'avanguardia presenti a<br />

livello mondiale nel campo<br />

dell'architettura del survey e della<br />

metrologia. ME.S.A. srl si propone sul<br />

mercato nazionale con uno sguardo<br />

all'Europa come supporto<br />

d'eccellenza a tutte quelle aziende<br />

che, resistenti agli anni della crisi,<br />

fanno dell'innovazione il loro cavallo<br />

di battaglia per rendersi altamente<br />

competitive.<br />

Nicola Dongiovanni<br />

n.dongiovanni@sit-puglia.it<br />

Servizi di Informazione Territoriale S.r.l.<br />

P.zza Papa Giovanni Paolo II, 8/1, 70015 Noci (BA).<br />

ME.S.A. s.r.l. a Socio Unico<br />

P.IVA 11315870011- Cap. Soc. € 500.000,00<br />

Strada Antica di None 2 - 10092 BEINASCO (TO)<br />

Tel +39 011 3971937 Fax +39 011 3972614<br />

info@mesasrl.it www.mesasrl.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 31


REPORTS<br />

Geografia intelligente<br />

e user experience<br />

Lotta a due tra Google e Apple nel mondo<br />

delle informazioni geospaziali per tutti<br />

di Domenico Santarsiero<br />

Il mondo della geografia intelligente,<br />

ovvero le diverse applicazioni che<br />

negli ultimi dieci anni hanno portato<br />

la geografia digitale e il mondo delle<br />

informazioni geospaziali verso il<br />

mercato consumer, è rappresentato<br />

da tre dei competitors del settore<br />

informatico e della nuova era<br />

Fig.1 - L'interfaccia di Apple e Google partono tutte e due dal globo terrestre.<br />

dell`ICT: Google, Microsoft e<br />

Apple. Quest'ultima ha rilasciato<br />

il sistema MAPPE da non più di<br />

quattro anni (2012) 1 , dapprima<br />

sulla sola piattaforma iOS (iPad<br />

e iPhone) e in seguito sul suo OS<br />

desktop, Mavericks. È proprio da<br />

allora che Mappe, fornito di default,<br />

rappresenta la vera rivoluzione<br />

nel campo del Geospatial 3D per<br />

il mercato consumer, un mercato<br />

potenzialmente infinito, composto<br />

dai miliardi di utenti che usano<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong><br />

smartphone, tablet o PC.<br />

La guerra delle mappe continua<br />

ancora oggi, anche se il mondo della<br />

geomatica sembra non accorgersene.<br />

Con questa nota cercheremo di fare<br />

il punto sui sistemi, le soluzioni, la<br />

storia recente.<br />

NOTA<br />

1) A questo url il documento<br />

di riferimento per<br />

capire cosa contiene il<br />

DB Geospaziale mondiale<br />

Mappe di Apple. http://<br />

gspe21.ls.apple.com/html/<br />

attribution-12.html.<br />

La storia e le tecnologie<br />

L’evoluzione, o rivoluzione<br />

internet, è cominciata un po’<br />

prima del cosìddetto web 2.0,<br />

e comprende una lunga serie<br />

di innovazioni difficilmente<br />

esplorabili in questo articolo.<br />

Per comprendere la storia delle<br />

mappe nell’era di internet<br />

bisognerebbe partire dalle<br />

diverse parole chiave sulle geotecnologie<br />

o, meglio ancora,<br />

gettando uno sguardo alla storia<br />

recente della neo-geography<br />

(https://en.wikipedia.org/wiki/<br />

Neogeography).<br />

Tra le visioni del futuro tecnologico<br />

non bisogna inoltre<br />

tralasciare quelle di personaggi<br />

come Larry Page e Sergey Brin,<br />

fondatori di Google, che da un<br />

lato hanno contribuito a creare<br />

una rivoluzione nell’approccio<br />

facile e di massa al mondo della<br />

geografia intelligente e dall’altro<br />

hanno traghettato le scienze geomatiche<br />

verso applicazioni<br />

consumer oriented.<br />

Per molti dei professionisti<br />

della geomatica,<br />

Google Earth è diventato<br />

una sorta di “acceleratore geomatico”,<br />

così come fu definito<br />

in uno degli editoriali dell’epoca<br />

(2005) sulle stesse pagine di<br />

questa rivista.<br />

Google Earth (GE) nasce infatti<br />

con lo scopo di mettere a punto<br />

uno strumento innovativo<br />

per la ricerca di informazioni<br />

nel web, ma assume in breve<br />

un altissimo valore-simbolo<br />

della modernità di internet.<br />

Ogni giorno milioni di utenti<br />

lo usano per navigare il globo<br />

terrestre in lungo e largo senza<br />

mai stancarsi e, cosa ancora<br />

più incredibile, senza muoversi<br />

dalla propria scrivania. Il tutto<br />

tramite una vera e propria<br />

sensazione di “navigazione”,<br />

dovuta in massima parte ad una<br />

interfaccia innovativa e molto<br />

indovinata; navigazione che può<br />

essere fruita in 3D laddove le<br />

informazioni sono disponibili.<br />

Il modello globale implementato<br />

era in sostanza basato<br />

sul DTM mondiale rilevato<br />

durante la missione SRTM


REPORTS<br />

dello Shuttle (2000), mentre<br />

le informazioni geospaziali<br />

erano un mix di immagini aeree,<br />

satellitari e di cartografie<br />

digitali comprate dai diversi<br />

player globali e locali, poi messe<br />

insieme attraverso processi di<br />

georeferenziazione che, certamente,<br />

non potevano essere<br />

scientificamente rigorosi data la<br />

provenienza spesso incerta dei<br />

dati e data l’impossibilità reale<br />

di fare un lavoro tecnicamente<br />

corretto. Ma il risultato fu più<br />

che eccezionale, e nel giro di<br />

6/12 mesi tutti gli operatori<br />

di piattaforme GIS, anche<br />

tra quelle più blasonate come<br />

ESRI, Intergraph, Bentley e<br />

Autodesk, presi alla sprovvista,<br />

si dovettero adeguare a questo<br />

nuovo modo di accedere ai dati<br />

geografici (non citiamo qui uno<br />

dei primi sistemi che univa le<br />

potenzialità della navigazione<br />

virtuale del dato geografico, e<br />

della interfaccia globale. Questo<br />

sistema anticipava tutte le soluzioni<br />

oggi disponibili sul mercato.<br />

Si chiamava Virtual GIS<br />

ed era una soluzione targata<br />

ERDAS).<br />

Nasce così un nuovo modo di<br />

presentare le informazioni territoriali,<br />

globali e geografiche. Si<br />

parte dalla sfera della terra e si<br />

arriva alle proprie informazioni<br />

con un semplice tocco del mouse.<br />

Si modifica il livello di zoom<br />

e ci si addentra sempre più in<br />

dettaglio nelle informazioni cartografiche<br />

tradizionali o 3D.<br />

Per gli utenti di internet è una<br />

vera e propria manna dal cielo:<br />

dalla visione generale, o meglio<br />

globale, visto che si parla del<br />

globo terrestre, fino alla navigazione<br />

pseudo 3D di street view,<br />

la così detta “user experience”<br />

(esperienza dell’utente, emozione,<br />

e come egli vive l’interfaccia,<br />

e quindi i dati), rappresenta una<br />

novità assoluta e rivoluzionaria<br />

nel rapporto con la geografia e<br />

quindi con il mondo reale delle<br />

immagini geospaziali.<br />

Gli attori e i dati<br />

Nell’era di internet, pian piano,<br />

le informazioni geografiche, topografiche,<br />

geospaziali e dei geospatial<br />

imaging data set, diventano<br />

la pelle del web avanzato<br />

dove cercare informazioni utili,<br />

pianificare il proprio viaggio<br />

oppure navigare in un mondo<br />

lontano, riprodotto con incredibile<br />

fedeltà, pur rimanendo<br />

seduti sul proprio divano.<br />

Territori, nazioni e vita quotidiana,<br />

luoghi che normalmente<br />

percorriamo nelle nostre più comuni<br />

giornate, nell’arco di 5 o<br />

6 anni sono divenute accessibili<br />

on-line: basta seguire l’omino<br />

in basso a destra e portarlo sulla<br />

mappa al solo costo di un click<br />

di mouse, e il nostro luogo è lì,<br />

visibile a 360 gradi, navigabile,<br />

fruibile e immediato. Anche se<br />

in questo contesto le tecnologie<br />

geomatiche hanno un ruolo<br />

assai marginale, lasciando la scena<br />

alle innovazioni apportate<br />

nell’analisi delle immagini, si<br />

tratta comunque di un enorme<br />

passo in avanti che ha di fatto<br />

definito un nuovo paradigma<br />

(un cambio di paradigma fondamentale,<br />

e forse oseremmo<br />

OSM - STORIA BREVE E RIFERIMENTI<br />

Questo libro raccoglie diverse interviste alle persone<br />

che collaboravano o erano parte del team che<br />

ha fatto partire il progetto OSM. Il suo scopo è<br />

quello di fornire un variegato punto di vista sull’arco<br />

del progetto che va all’incirca dal 2004 al 2014.<br />

Dato che intervistare tutti sarebbe stato impossibile<br />

si è cercato di raccogliere la testimonianza delle<br />

persone più presenti e importanti per il progetto.<br />

Quello che troverete nel testo, sono frammenti<br />

storici, aneddoti e punti di vista su un progetto<br />

audace: La mappa del mondo realizzata attraverso<br />

il solo contributo di volontari che hanno fornito<br />

gratuitamente il loro lavoro e i loro dati. Qualcosa<br />

che poteva sembrare incomprensibile un po di<br />

anni fa."<br />

Il libro è invece stato pensato come un volume “as<br />

it is”, ovvero senza tante revisioni e con interviste<br />

dirette ai protagonisti di questa rivoluzione nelle<br />

mappe, e senza mettere in particolare evidenza<br />

persone o episodi, cosi come il genio creativo di<br />

Steve.<br />

Ogni sezione comprende, oltre all’intervista, una<br />

breve biografia dell’interlocutore ed una citazione<br />

sulla mappa preferita. Il testo ha spesso passaggi<br />

ironici, ma il lavoro è stato tedioso e lungo. Il volume<br />

è stato realizzato ricorrendo al crowdfounding<br />

di Kickstarter, e ha raccolto poco meno di 10 mila<br />

dollari in poco tempo. Tutte le interviste sono state<br />

condotte da Steve Coast, mentre il progetto è stato<br />

gestito da Ben Wroe e curato da Barbara Poore.<br />

dire globale, lo si ha nel 2012,<br />

con la disponibilità di Android<br />

4.2 (Jelly Bean), che introduce<br />

a livello consumer il sistema<br />

Photo Sphere. Un approccio<br />

alla realtà completamento<br />

imaging. Riportando indietro<br />

le lancette ai primi sistemi di<br />

Apple per fare foto sferiche, ma<br />

mai decollati).<br />

È poi vero che, l’interfaccia<br />

utilizzata, è del tutto geografica<br />

“”, anche<br />

se in linea di massima si parte<br />

dalla mappa per arrivare ad uno<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 33


REPORTS<br />

stadio di “navigazione nelle informazioni”,<br />

in questo specifico<br />

caso le immagini, non essendoci<br />

ancora un adeguato frame geometrico<br />

3D della realtà.<br />

La battaglia è chiaramente tra i<br />

big della “soft economy”, ovvero<br />

della nuova era digitale, e quindi<br />

tra i soliti noti come Google,<br />

Microsoft e Apple, una vera e<br />

proprio triade con ruoli e visioni<br />

completamente diverse, insite<br />

nel DNA delle aziende stesse.<br />

Di fatto Google la fa da padrone,<br />

essendo l’unica azienda che<br />

è riuscita ad imporre la sua visione<br />

delle informazioni geospaziali<br />

, utilizzate nel più ampio<br />

processo della digitalizzazione<br />

del mondo conosciuto.<br />

A differenza di Microsoft e<br />

WWW.MYGEO.IT/MAPPE-PER-2<br />

Apple, che rimangono aziende<br />

caratterizzate dai prodotti<br />

hardware, Google ha saputo<br />

valorizzare appieno il suo DNA<br />

di azienda completamente “web<br />

oriented”, promuovendo la vera<br />

innovazione nel settore che le è<br />

più congeniale.<br />

E infatti, nonostante un DNA<br />

al 100% IT, prima Microsoft e<br />

poi Apple, hanno dovuto piegarsi<br />

alla potenza comunicativa<br />

e commerciale delle informazioni<br />

geografiche e geospaziali.<br />

Microsoft già in tempi non<br />

sospetti, ovvero nel 2008, cominciò<br />

ad investire nel settore<br />

della fotogrammetria, e sulla<br />

scia di GE cominciò a valorizzare<br />

il suo asset di informazioni<br />

geospaziali, divenute ormai<br />

corpo integrante del suo motore<br />

di ricerca BING. Aprì addirittura<br />

la divisione Microsoft<br />

Photogrammetry, attraverso<br />

l’acquisizione di Vexcel che<br />

produce una delle camere fotogrammetriche<br />

tra le più diffuse<br />

e, ovviamente, software adeguati<br />

alla gestione dei dati.<br />

Oggi l’offerta di Microsoft è<br />

orientata al mondo enterprise attraverso<br />

la soluzione Bing Maps<br />

Platform, innestata sul corporate<br />

web di microsoft all’url http://<br />

www.microsoft.com/maps/.<br />

Apple è forse quella che è arrivata<br />

per ultima sul mercato<br />

delle geoinformazioni diffuse<br />

anche se da sempre è quella che<br />

ha prestato più attenzione verso<br />

il mercato consumer in termini<br />

di mobile applications & positioning.<br />

Da ultima ha quindi cercato<br />

di acquisire il meglio delle<br />

tecnologie e dei dati disponibili,<br />

ed in parte ci è riuscita. I dati<br />

geospaziali sono infatti gli stessi<br />

di BING, avendo realizzato una<br />

transazione globale.<br />

La storia breve delle aziende<br />

● Google - la storia di google la<br />

possiamo semplicemente leggere<br />

su wikipedia, cosi come<br />

quella della nascita della serie<br />

Earth e Map, le applicazioni<br />

geografiche o geospatial di<br />

google. Tutto ha inizio con<br />

l’acquisizione della Keyhole nel<br />

2004, che stava lavorando alla<br />

8 agosto 2015, caldo torrido a Roma. Il caso ha<br />

voluto che nel giro di un’oretta abbia incrociato<br />

due segni premonitori che mi hanno convinto a<br />

confermare il titolo di questo articolo.<br />

Per primo ho incontrato il sistema MMS targato<br />

APPLE: un furgone nero con targa tedesca,<br />

attrezzato con sistemi a 360° ai 4 angoli (laser<br />

scanner, probabilmente dei velodyne a giudicare<br />

dalle dimensioni ridotte) e camere fotografiche.<br />

E dopo venti minuti, nella stessa zona, si materializza<br />

improvvisamente davanti a me la Google<br />

Car, dotata del sistema di ripresa impiegato per<br />

street view.<br />

34 La mia <strong>GEOmedia</strong> conclusione n°1-<strong>2016</strong> è stata una sola: ho fatto<br />

BING, è giunta l’ora di chiudere il mio articolo.


REPORTS<br />

implementazione di XML nel<br />

mondo delle informazioni geografiche<br />

sul web. Siamo insomma<br />

alla nascita dello standard<br />

KML, che deriva proprio da<br />

Keyhole Markup Language, lo<br />

standard Google per le mappe<br />

e non solo. Google mette a<br />

disposizione un esteso set di<br />

servizi, accesso ai dati e tools<br />

geografici per terze parti.<br />

●<br />

● Apple map - il mondo delle<br />

mappe per Apple inizia con il<br />

2007, come documentato nelle<br />

note, ma inizia subito con servizi<br />

e modalità avanzate come<br />

il 3D. Generato non già come<br />

frame GML che fu usato da<br />

Google all’epoca di SketchUp<br />

prima versione, bensì puntando<br />

subito al 3D di nuova generazione,<br />

quello generato “on<br />

the fly”, che vediamo nel box a<br />

destra. Ma Apple fa di più, e<br />

entra nel mondo della navigazione<br />

indoor, che è il prodromo<br />

del mapping globale che si<br />

estende alle mappe 3D del<br />

futuro, vicinissimo al mondo<br />

dei 3D City Models. Compare<br />

quindi nell’era della neogeografia,<br />

il primo standard iBeacon 2 ,<br />

rilasciato a partire da iOS7.<br />

●<br />

●<br />

●<br />

NOTA<br />

2) La tecnologia iBeacon è stata<br />

brevettata da Apple, anche se fa<br />

parte del trend tecnologico legato<br />

al mondo della localizzazione di<br />

prossimità, che deriva in parte dal<br />

mondo dell’RFID, e quindi di ciò<br />

che chiamiamo comunemente anche<br />

indoor positioning. Su questa scia<br />

diverse sono le aziende che operano<br />

già nel settore, sia implementando<br />

la tecnologia BLE che altre basate<br />

comunque su tecniche wireless.<br />

● Microsoft - entra nel<br />

settore della fotogrammetria e<br />

delle informazioni geospaziali<br />

con l’acquisizione di Vexel, che<br />

poi si mimetizza tra le mille<br />

company dell’area Microsoft,<br />

la cui parte hardware migra<br />

in Ultracam, leader insieme a<br />

pochi altri, nel mercato delle<br />

camere fotogrammetriche aeree<br />

di fascia high end. Nasce<br />

cosi l’interesse per il progetto<br />

Virtual_Earth, da cui deriva il<br />

progetto master BING Map 3 , e<br />

sue successive evoluzioni. Bing<br />

si arricchisce poi del database<br />

principale realizzato con i dati<br />

Pictometry 4 rilevati da Blom<br />

ASA, una delle aziende più importanti<br />

nel campo del rilievo<br />

di immagini aeree finalizzate a<br />

popolare i DB Geospaziali di<br />

Microsoft e non solo. In Italia<br />

Blom ha partecipato alle avventure<br />

di una delle nostre più<br />

importanti aziende del settore,<br />

come la CGR di Parma. Infine<br />

’acquisizione di Nokia, ha<br />

portato a Microsoft l’eridità di<br />

Navtech, confluita poi in Here.<br />

●<br />

● Open Street Map (OSM) - è il<br />

fenomeno più importante nel<br />

campo della cartografia globale<br />

della mobilità, ma anche delle<br />

tecnologie collaborative. Open<br />

Street Map nasce da un’idea di<br />

un geniale inglese, Steve Coast,<br />

che nel 2004 viveva tra l’inghilterra<br />

e San Francisco. Il progetto<br />

OSM è uno dei primi progetti<br />

che mette insieme il concetto di<br />

crowd e di mapping, dando vita<br />

al più grande progetto cartografico<br />

su scala mondiale, di un<br />

nuovo approccio che anticipa il<br />

paradigma del mondo crowd,<br />

open e di geografia digitale di<br />

nuova generazione. Questa<br />

bellissima esperienza è raccontata<br />

nel volume da poco date<br />

alle stampe, e finanziato anche<br />

lui attraverso crowdfunding di<br />

Kikstarter, a cui chi scrive ha<br />

contribuito come sostenitore.<br />

3D MESH OTF - MATEMATICA E POTENZA<br />

DI CALCOLO PER I BIG DELLE MAPPE<br />

“ADVANCED”<br />

Il rendering OTF di apple e google.<br />

Il processo di renderizzazione delle immagini<br />

oblique impiegate sui sistemi Google Map e Maps<br />

di Apple, rappresenta l’ultima sfida che si sta tenendo<br />

tra i due player più importanti. Di fatto i<br />

due sistemi funzionano in maniera un po’ diversa,<br />

e i risultati finali lo dimostrano. Sulla piattaforma<br />

Apple è tutto un po più fluido, soprattutto se si<br />

parla dell’hardware di Cupertino (mac, ipad e<br />

iphone). La piattaforma map o earth di Google<br />

ha una velocità di rendering simile a quella di<br />

Apple, ma a volte sembra meno precisa e il risultato<br />

finale è spesso più brutto. Complessivamente<br />

però, il mondo del 3D di Google non ha ancora<br />

trovato nessun competitor alla sua altezza, soprattutto<br />

nell’ambito del 3D vero dei frame geometrici,<br />

che anticipano tutto il mondo che verrà delle<br />

3D City, di cui un bello esempio è il consorzio<br />

allargato per i 3D City Models che trovate a questo<br />

URL: http://www.cybercity3d.com.<br />

Diverse visualizzazioni di mappe di apple.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 35<br />

Notare la griglia di riferimento e la fase iniziale<br />

del rendering.


REPORTS<br />

La info di Mappe v 2.0 di Apple.<br />

I prodotti fotogrammetrici<br />

Ultracam di Microsoft Photogrammetry.<br />

● Tom Tom - la storia di TomTom<br />

inizia con le prime applicazioni<br />

GPS based + Mapping, e viene<br />

promosso all’inizio da Tele<br />

Atlas (la prima recensione del<br />

prodotto in Italia, è degli anni<br />

‘90). Agli albori non è altro<br />

che un navigatore che integra<br />

GPS e dati GIS, con algoritmi<br />

di calcolo dei percorsi e poche<br />

altre cose. La storia è poi cambiata<br />

radicalmente e Tom Tom,<br />

una volta quotata in borsa,<br />

ha avuto la forza di acquisire<br />

le sue stesse ceneri, ovvero le<br />

informazioni geografiche di<br />

Tele Altlas, a cui in parte deve<br />

la sua nascita. Tom Tom figura<br />

oggi tra i più grandi fornitori<br />

di mappe al mondo. Sia per i<br />

portali web, sia per molteplici<br />

navigatori da auto o portatili.<br />

●<br />

● Gli altri - L’evoluzione delle<br />

informazioni geografiche verso<br />

il mondo digitale, come è<br />

ovvio, non inizia con i grandi<br />

player del momento, ma con<br />

una miriade di altre aziende<br />

ancora operative, o acquisite<br />

ed inglobate nell›ambito di<br />

altri progetti. Tele Altlas, ormai<br />

parte di TomTom, che fu la<br />

prima azienda a promuove le<br />

mappe al servizio della mobilità.<br />

Navtech, confluita poi in<br />

Nokia nel 2011, è stata un’altra<br />

delle aziende leader, ma non<br />

possiamo non citarne altre<br />

come Michelen (www.michelen.fr),<br />

o il tentativo italiano di<br />

DeAgostini, anche se di fatto<br />

mai pienamente decollato, e<br />

che 20 anni dopo è finalmente<br />

migrata, come spin-off, nella<br />

produzione di mappe per lo<br />

spazio e non solo (www.geo-<br />

4map.it).<br />

Al contrario di Here (www.<br />

here.com), azienda della galassia<br />

Nokia, che aveva l’ambizioso<br />

programma di digitalizzare il<br />

mondo tramite il laser scanner,<br />

ma che poi nel 2015 è stata<br />

venduta ad un corsorzio di produttori<br />

di auto, in vista delle<br />

tecnologie alla base delle macchine<br />

elettriche, automatiche<br />

e always connect, ma sempre<br />

attenta alle mappe, alla localizzazione<br />

e al sensing.<br />

Diverse sono le aziende che<br />

non cito, come la galassia USA<br />

dove tra le prime troviamo<br />

MapQuest, che compie 20<br />

anni proprio nel <strong>2016</strong>, e altre<br />

ancora che operano negli USA<br />

da diversi decenni.<br />

● Alla stessa maniera merita<br />

una citazione il più antico<br />

motore di ricerca, Yahoo, che<br />

ha attivo da molti anni il suo<br />

yahoo maps. Per una panoramica<br />

completa dei servizi<br />

WMS (Web Map Service), o<br />

anche per un inventario delle<br />

risorse on-line, non rimane<br />

che puntare il mouse su alcune<br />

risorse wikipedia come:<br />

https://en.wikipedia.org/wiki/<br />

Web_Map_Service e https://<br />

en.wikipedia.org/wiki/List_of_<br />

online_map_services.<br />

Conclusioni<br />

Questo breve articolo ha preso<br />

forma circa 2 anni fa, ma solo<br />

ora esce compiuto e pronto<br />

per le stampe. Nel frattempo le<br />

innovazioni intervenute sono<br />

tante, sia per le grandi società,<br />

come hanno dimostrato le<br />

svolte 3D di Google Map e del<br />

Maps di Apple , sia per le innumerevoli<br />

innovazioni che hanno<br />

coinvolto il mondo della geografia<br />

diffusa, che nel prossimo<br />

futuro sarà sempre più presente<br />

nella quotidianeità, arrivando<br />

a permeare tutti gli strati della<br />

nostra società.<br />

NOTE<br />

3) http://en.m.wikipedia.org/wiki/<br />

Bing_Maps_Platform.<br />

4) Pictometry è una tecnica e un<br />

prodotto della EagleView, che consiste<br />

nel rilievo e impiego di immagini obligue<br />

nella realizzazione di foto aeree, e da esse<br />

vengono generate oggi i modelli 3D on<br />

the fly sui sistemi maps di Apple, e in<br />

mille altri progetti e sistemi. L’approccio<br />

pictometry alla fotogrammetria, ha rappresentato<br />

una vera svolta epocale per il<br />

mondo delle informazioni geospaziali.<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


REPORTS<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

- The KML Handbook. A cura di Josie Wernecke. Addison-Wesley<br />

2009. ISBN-13: 978-0-321-52559-8.<br />

- annate <strong>GEOmedia</strong> 1997-2015 www.geomediaonline.it<br />

- Introduction to Neogeography. Andrew J.Turner. O’Reilly<br />

Media 2006. ISBN: 978-0-597-52995-6<br />

- Info e altro (Copyright © 2012-2015 Apple Inc. ) sul prodotto<br />

e sui contenuti di MAP http://gspe21.ls.apple.com/html/attribution-12.html.<br />

I disclaimer o le citation sono all’incirca 135<br />

righe, comprendendo in questo tutto o quasi, a cominciare da<br />

TomTom, passando per Digital Globe, e finendo con i vari DOT<br />

americani (department of Transportation).<br />

- Su wikipedia un ottimo punto di partenza per la storia della Bing<br />

Maps Platform di Microsoft. http://en.m.wikipedia.org/wiki/<br />

Bing_Maps_Platform<br />

- un po di storia http://en.wikipedia.org/wiki/Google_Earth. Qui<br />

le informazioni per seguire i vari gruppi di lavoro sul mondo<br />

della geografia di nuova generazione. Google Earth compresa.<br />

- una ottima risorsa per sviluppatori web e entusiasti neo-geografi.<br />

A cura di Konstantin Delchev. http://www.slideshare.net/kdelchev/maps-29138951?related=2.<br />

- ecco gli strumenti di Google Earth Outreach. Ben 10 applicazioni<br />

per scoprire come gli strumenti Google per la creazione<br />

di mappe possono aiutarti a cambiare il mondo. Earth, Earth<br />

Engine, My Maps, Tour Builder, Open Data Kit, Google Fusion<br />

Tables, Google Map Maker, Google Maps API, Google Street View,<br />

Spreadsheet Mapper.<br />

- http://www.google.com/earth/outreach/tools/index.html<br />

- Primo portale italiano a promuovere le tecnologie Beacon Based<br />

in termini di device e non solo. http://www.beaconitaly.it<br />

- http://www.viamichelin.com, uno dei primi portali geografici di<br />

supporto al mercato consumer e della mobilità.<br />

- Anche se del 2012, questo è un ottimo post per capire come la<br />

geografia di google cambierà il futuro. http://www.theatlantic.<br />

com/technology/archive/2012/09/how-google-builds-its-mapsand-what-it-means-for-the-future-of-everything/261913/<br />

- 4 agosto 98 - sul numero 21 di The Search Engine Report viene<br />

recensito per la prima volta il motore di ricerca Google, che puntava<br />

al dominio di terzo livello dell’università di Stanford http://<br />

google.stanford.edu/.<br />

- questa la time line ufficiale di google http://www.google.com/<br />

about/company/history/<br />

- MapQuest è un’azienda USA del settore cartografico tra le più<br />

vecchie. Acquisita nel 2000 da American Online, ha stretto poi<br />

nel 2007 una partnership importante con General Motors.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geografia intelligente, Google, Apple, Neogeografia,<br />

TomTom, Street View.<br />

ABSTRACT<br />

The world of intelligent geography, namely the different applications in<br />

the past decade have brought digital geography and the world of geospatial<br />

information to the consumer market, is represented by three of the<br />

competitors in the computer industry and the new era dell`ICT: Google,<br />

Microsoft and Apple. The latter has released the MAPS system within<br />

the last four years (2012), first<br />

only on the iOS platform (iPhone and iPad) and later on its desktop OS,<br />

Mavericks. It is from then that MAPS, provided by default, represents<br />

the real revolution in the field of 3D Geospatial for the consumer market,<br />

a potentially infinite market, composed of billions of people who use<br />

smartphone, tablet or PC.<br />

The war of the maps still continues, even though the world of geomatics<br />

seems not to notice.<br />

AUTORE<br />

D.Santarsiero<br />

dsgeo57@gmail.com<br />

www.mygeo.it<br />

www.geo4fun.com<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 37


GUEST<br />

VOLUNTEERED GEOGRAPHIC INFORMATION<br />

MEASURING QUALITY, UNDERSTANDING THE VALUE<br />

by Vyron Antoniou<br />

The article explores the world<br />

of Volunteered Geographic<br />

Information from birth until today,<br />

observing the actors, the sources<br />

and the problems inherent the data<br />

quality according to ISO standards.<br />

The author underline the potential<br />

Fig. 1 – Adding data to OSM after mapping Brighton Pier. (Source: https://<br />

en.wikipedia.org/ Author: Alexander Kachkaev).<br />

of this social phenomenon in<br />

constant evolution and the impact<br />

this could have, in the very near<br />

future, in the various fields of<br />

geospatial information.<br />

The birth of VGI<br />

In 2007, Mike Goodchild coined<br />

the term Volunteered Geographic<br />

Information (VGI). He was<br />

describing “the widespread engagement<br />

of large numbers of private<br />

citizens, often with little in the way<br />

of formal qualifications, in the<br />

creation of geographic information”<br />

(Goodchild, 2007: p.217). Many<br />

mark the birth of VGI with the<br />

birth of OpenStreetMap (OSM<br />

– www.openstreetmap.org) in<br />

2004. While OSM has played a<br />

key role in the development of the<br />

phenomenon, the fact is that the<br />

crowdsourced and collaborative<br />

creation of spatial content was not<br />

something new.<br />

The creation of VGI was sparked<br />

by a mixture of a different factors<br />

and it is difficult to understand<br />

the quality aspect of VGI without<br />

first examining the factors that<br />

lead to the appearance of this<br />

phenomenon. It is interesting to<br />

realise who these factors are, not<br />

only because some of them are<br />

new to the Geomatics domain<br />

and thus the professionals of<br />

Geographic Information (GI)<br />

need to extend their horizons so<br />

to study and understand them,<br />

but also because these factors are<br />

still the driving force behind the<br />

evolution of VGI. Thus, we need<br />

to have a clear view of their importance<br />

and role if we want to<br />

understand how VGI is evolving<br />

and what the quality caveats that<br />

come with it are.<br />

One of them is the mentality of<br />

collaboration in order to achieve<br />

a goal. VGI mimicked, in a<br />

sense, the mechanisms of Open<br />

Source Software where a team of,<br />

otherwise unrelated, programmers<br />

joined forces to create a free and<br />

open piece of software. In the case<br />

of OSM for example, the equivalent<br />

was to create an open and<br />

free map of the world. This collaboration<br />

was further facilitated<br />

by: i) the proliferation of accurate<br />

and low cost GPS-enabled devices<br />

which turned technology savvy<br />

people into “neo-geographers”<br />

(Turner 2006) and citizen-sensors<br />

(Goodchild 2007), and ii) novel<br />

programming techniques<br />

which transformed Web into a<br />

bi-directional medium regarding<br />

content creation. Moreover,<br />

the turn to spatial applications,<br />

which were freely accessible to the<br />

public, by the technology giants<br />

(e.g. Google, Microsoft, Yahoo!)<br />

drew the attention around spatial<br />

data and applications. On the<br />

other hand, however, the National<br />

Mapping Agencies (NMAs) were,<br />

in effect, keeping Spatial Data<br />

Infrastructures (SDI) out of the<br />

reach of the general public with<br />

high pricing and complicated<br />

licensing terms. The intertwining<br />

of all these factors contributed<br />

to the appearance and the development<br />

of the VGI phenomenon.<br />

What has not been clearly<br />

stated as a contributing factor, but<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


GUEST<br />

yet exists and affects VGI, is the<br />

social component. VGI, before<br />

and above all, is a social phenomenon<br />

and this factor will be further<br />

analysed when we turn the discussion<br />

to VGI quality.<br />

Types and Sources of VGI<br />

Today VGI is omnipresent. It<br />

comes from various sources and<br />

it can be found in many flavours<br />

including toponyms, GPS tracks,<br />

geo-tagged photos, synchronous<br />

micro-blogging, social networking<br />

applications, blogs, sensor measurements,<br />

complete topographic<br />

maps, etc. Topographic VGI can<br />

come as a result of field work or<br />

bulk data import of authoritative<br />

datasets that are now freely available.<br />

It is obvious that all these<br />

sources cannot just fall under one<br />

category. There are many aspects<br />

that can be examined here, but of<br />

particular interest when we examine<br />

the sources and types of VGI<br />

is the focus, the origin, the motivation<br />

and the scope of the VGI<br />

contributors; in a sense if they are<br />

generating VGI in an implicit or<br />

explicit manner and in what context.<br />

Implicit contribution takes<br />

place via websites or applications<br />

where their main focus is on activities<br />

not related to the geospatial<br />

domain. This does not preclude<br />

the presence of a geospatial aspect<br />

as one of the many interesting<br />

features that such applications<br />

could have but spatial information<br />

is neither one of the core features<br />

nor the main motivation of their<br />

contributors. Often, contributors<br />

are not aware of the fact that<br />

their digital presence leaves also<br />

a spatial footprint. On the other<br />

hand, spatially explicit sources,<br />

urge their users to use geography<br />

and location as a motivational and<br />

organisational factor. The narrative<br />

behind these sources asks contributors<br />

to interact directly with<br />

spatial features and consciously focus<br />

their attention into capturing<br />

spatial elements.<br />

Both the source and the type of<br />

VGI play a role in the quality and<br />

value of VGI. However, before<br />

turning to this, we briefly review<br />

the basics of spatial data quality.<br />

Spatial Data Quality<br />

In general, according to ISO<br />

9000 (ISO 2005), quality is the<br />

“degree to which a set of inherent<br />

characteristics fulfils requirements”.<br />

Characteristics (or quality elements)<br />

are defined as distinguishing<br />

features of a product that<br />

can be either inherent or assigned,<br />

and can be either qualitative or<br />

quantitative. Requirement is defined<br />

as a need or an expectation<br />

that is stated, obligatory or generally<br />

implied. Thus, understanding<br />

and measuring quality boils<br />

down to defining the elements of<br />

a product and how these elements<br />

serve the usages expected; in one<br />

word: fitness-for-purpose. While<br />

this might seem as oversimplification,<br />

it is not. Most of the times<br />

it is very difficult to analyse and<br />

measure correctly these inherent<br />

characteristics, and the same applies<br />

in unequivocally defining the<br />

requirements to be met. Spatial<br />

data is no different and the same<br />

rules, and problems, apply when<br />

it comes to understanding and<br />

measuring spatial data quality;<br />

either quality pertains to authoritative<br />

data or VGI.<br />

The discussion about quality becomes<br />

even more intriguing when<br />

product specifications are included<br />

in the equation.<br />

Fig.2 - The scope of ISO 19157 international standard.<br />

This is because a product might<br />

adhere to the existing specifications<br />

but fails to fulfil requirements.<br />

In quality terms, this<br />

product has high internal quality<br />

(i.e. is produced according to specifications),<br />

but it has poor external<br />

quality (i.e. it does not fulfil<br />

its purpose). Again, this is the case<br />

also with spatial data. In other<br />

words, the fact that a VGI dataset<br />

(implicitly or explicitly created) is<br />

created according to some initial<br />

specifications does not necessarily<br />

mean that it can be used to cover<br />

all or any requirements stated by<br />

potential end-users.<br />

Spatial data quality has long been<br />

an interesting topic for academics<br />

and GI professionals alike. There<br />

are obvious reasons for that. GI is<br />

the basic ingredient for all mapping<br />

and geo-spatial products and<br />

applications. If this ingredient is<br />

of poor quality, it just dooms any<br />

other effort. This explains the special<br />

interest shown by NMAs and<br />

corporations for the standardization<br />

of the terms and procedures<br />

used in spatial data quality evaluation.<br />

A prime example towards<br />

this end is the specifications issued<br />

by the International Standards<br />

Organization (ISO) and the<br />

Technical Committee 211 (ISO/<br />

TC211) responsible for the geographic<br />

data. In 2013, a new<br />

international standard was issued,<br />

ISO 19157 (ISO, 2013), which<br />

provides a holistic approach for<br />

spatial data quality (see fig. 2).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 39


GUEST<br />

Spatial Data Quality<br />

Elements<br />

When it comes to the evaluation<br />

of spatial data quality, a basic<br />

component is the characteristics<br />

or elements that compose this<br />

quality. These elements are factors<br />

that can be measured and<br />

the conformance of a dataset can<br />

be documented and reported<br />

to any interesting party. Thus,<br />

spatial data quality elements<br />

provide a tangible façade of a<br />

dataset’s quality, irrespectively of<br />

whether it is an authoritative or<br />

VGI one. First the understanding<br />

and then the assessment of these<br />

elements is fundamental when it<br />

comes to measuring GI quality.<br />

A brief description is provided<br />

(ISO, 2013): i) Completeness,<br />

refers to the presence or absence<br />

of features, their attributes and<br />

relationships compared to the<br />

product’s specification; ii) Logical<br />

consistency, refers the degree of<br />

adherence to logical rules of<br />

data structure, attribution and<br />

relationships as described in product’s<br />

specifications; iii) Positional<br />

accuracy, refers to the accuracy of<br />

the position of features within<br />

a spatial reference system; iv)<br />

Thematic accuracy, refers to the<br />

accuracy of quantitative attributes<br />

and the correctness of nonquantitative<br />

attributes and of<br />

the classifications of features and<br />

their relationships; v) Temporal<br />

quality, refers to the quality of the<br />

temporal attributes and temporal<br />

relationships of features; vi)<br />

Fig. 3 – Motion X GPS and OSM. (Source: https://<br />

en.wikipedia.org/ Author: Harry Wood).<br />

Usability, refers to how a given<br />

dataset can meet specific user<br />

requirements that cannot be described<br />

using the quality elements<br />

described above.<br />

All the spatial quality elements<br />

(with the exception of Usability)<br />

can be further analysed into<br />

quality sub-elements so to better<br />

assess and measure the quality of<br />

a dataset.<br />

Why this is not enough for VGI<br />

The framework suggested by<br />

ISO, and now followed by many<br />

authoritative sources of GI, has<br />

been rigorously developed by<br />

the Geomatics community, and<br />

is serving very well the efforts to<br />

provide a tangible description of<br />

GI quality. However, these guidelines<br />

have been developed in a totally<br />

different context compared<br />

to what we face today. Quality<br />

evaluation guidelines have been<br />

created for authoritative datasets.<br />

Authoritative datasets come from<br />

an ecosystem composed of trained<br />

personnel that follow tested<br />

protocols and procedures, rigor<br />

product specifications, certified<br />

equipment and software, organizational<br />

structures and processes<br />

that work towards a high quality<br />

result, multiple quality control<br />

levels, and of course the absence<br />

of social, spatial or other biases<br />

as most of the authoritative data<br />

come from NMAs. For this kind<br />

of data, ISO standards (or similar<br />

quality evaluation procedures)<br />

will continue to be the basic reference<br />

point. What is not clear,<br />

however, is how to handle VGI<br />

data. First, the evaluation process<br />

cannot easily be implemented.<br />

Evaluating VGI against a reference<br />

dataset (i.e. authoritative data)<br />

is not always possible, due to limited<br />

data availability, contradictory<br />

licensing restrictions or high<br />

procurement costs of the authoritative<br />

data. Moreover, internal or<br />

external quality cannot be easily<br />

assessed as the wiki-based nature<br />

of VGI data results in the absence<br />

of data specifications (Antoniou,<br />

2011). Then it is the nature of<br />

VGI which paints a completely<br />

different picture from the one<br />

described earlier. In this front, the<br />

first element to consider is biases,<br />

both social and spatial ones:<br />

knowledge of language, users’<br />

available time, their technical<br />

capability, origin or cultural differences<br />

are all factors that introduce<br />

subtle or important biases in<br />

VGI datasets. Then is the digital<br />

divide that should make us very<br />

careful about the coverage and representativeness<br />

of the data that is<br />

being collected. A third element<br />

is the GI itself: lack of metadata,<br />

heterogeneity, patch work and<br />

fragmented contributions should<br />

be expected when using VGI.<br />

This includes also high volatility<br />

as frequent changes made by contributors<br />

in important attributes<br />

can deteriorate the overall quality<br />

and the usability of VGI datasets.<br />

New methods for quality<br />

measures in VGI<br />

In this context, researchers need<br />

to explore ways to determine<br />

VGI quality using existing methods<br />

and, in parallel, find new<br />

ways that will suit better the nature<br />

of VGI. The former group<br />

of efforts includes efforts that<br />

adapt the existing measures of<br />

spatial quality elements, discussed<br />

above, to VGI datasets. The<br />

latter refers mainly to research<br />

aiming to reveal intrinsic to VGI<br />

quality indicators, sometimes<br />

new to Geomatics domain, so<br />

to facilitate the understanding<br />

of such data. Here, we turn our<br />

focus to the novel evaluation<br />

efforts that use intrinsic VGI<br />

quality indicators. These indicators<br />

can be grouped in four different<br />

groups: i) data indicators,<br />

ii) demographic indicators, iii)<br />

socio-economic indicators and<br />

iv) indicators about contributors<br />

(Antoniou and Skopeliti 2015).<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


GUEST<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 41


GUEST<br />

Data Indicators. The direct quality<br />

evaluation can be problematic<br />

for VGI. This is because usually<br />

there are no detailed specifications<br />

or the evaluation against<br />

authoritative data might not be<br />

possible, not least because there<br />

is no access to reference data.<br />

Hence, the focus is on indicators<br />

that could reveal VGI quality<br />

by solely examining VGI data.<br />

Such indicators include features’<br />

length and point density in a<br />

square-based grids or feature-level<br />

attributes such as the number<br />

of versions, the stability against<br />

changes and the corrections and<br />

rollbacks of features, the provenance<br />

of contributed features<br />

Demographic Indicators.<br />

As VGI is user generated content,<br />

it is expected that a correlation<br />

between data quality and<br />

demographic data might exist.<br />

Empirical studies revealed the<br />

correlation between the demographics<br />

of an area and the completeness<br />

and positional accuracy<br />

of the data. Also, it has been<br />

shown that the low population<br />

density areas (i.e. rural areas) negatively<br />

affect the completeness<br />

of VGI data. On the contrary,<br />

population density positively<br />

correlates with the number of<br />

contributions, thus affecting data<br />

completeness or positional accuracy<br />

(see for example Zielstra and<br />

Zipf, 2010; Haklay et al, 2010).<br />

Fig. 4 – OpenStreetMap GPS trace density. (Source:<br />

https://en.wikipedia.org/ Author: Eric Fischer).<br />

Socio-economic Indicators.<br />

Closely related to the demographics<br />

is the existing socioeconomic<br />

factors. The grassroots<br />

engineering and the bottom-up<br />

process of VGI turned the research<br />

focus in socio-economic<br />

factors and indeed, it has been<br />

shown that social deprivation<br />

and the underlying socioeconomic<br />

reality of an area considerably<br />

affects completeness<br />

and positional accuracy (Haklay<br />

et al, 2010; Antoniou, 2011).<br />

Similarly, other factors such as<br />

high income and low population<br />

age result into a higher number<br />

of contributions, a positive factor<br />

of VGI quality (Girres and<br />

Touya 2010).<br />

Contributors’ Indicators.<br />

This group of indicators focuses<br />

on revealing the contributor’s<br />

motivation drivers as this can<br />

give a better insight into user<br />

generated data. To this end,<br />

quality indicators can include<br />

the history and the profiling of<br />

contributors or the experience,<br />

recognition and local knowledge<br />

of the individual (Van Exel et al.,<br />

2010). Moreover, the number of<br />

contributors on certain areas or<br />

features has been examined and<br />

it has been positively correlated<br />

with data completeness and<br />

positional accuracy (Keßler and<br />

Groot, 2013).<br />

VGI is a new development for<br />

the Geomatics domain. As such,<br />

some of the existing tools used<br />

so far for the quality evaluation<br />

of GI can be applicable here as<br />

well. However, is evident that<br />

the very nature of VGI imposes<br />

a broader thinking of how to<br />

be more inclusive so to better<br />

analyse the quality of VGI dataset.<br />

As there are still ongoing efforts<br />

to build a solid framework that<br />

will efficiently assess VGI quality,<br />

there is active research around<br />

novel quality indicators.<br />

Understanding VGI value<br />

When we solely focus on measuring<br />

the quality of VGI data,<br />

we run the risk of missing the<br />

bigger picture that this phenomenon<br />

paints: the true value of<br />

VGI. Before VGI, spatial data<br />

was a privilege in the hands of<br />

governments or few corporations.<br />

Datasets where stored in silos<br />

and the vision of functional and<br />

public-serving SDIs was strangling<br />

to stay alive. What VGI<br />

did was to introduce geography<br />

to the general public, increase<br />

awareness of its value and consequently<br />

the demand for up-todate<br />

spatial products; in a sense<br />

VGI managed to spatially enable<br />

our societies. Moreover, VGI<br />

sparked the creation of a virtuous<br />

circle around the linkage between<br />

society and spatial information.<br />

The technological advances facilitated<br />

spatial data collection and<br />

online diffusion, and this made<br />

people familiar with spatial content,<br />

cartographic products and<br />

location based services. This in<br />

turn, created the need for more,<br />

freely available, spatial content<br />

of high quality and thus VGI<br />

sources were better placed to<br />

cover this need resulting to more<br />

crowdsourced spatial content to<br />

become available on the Web.<br />

This positive spiral was also<br />

fuelled by the intrinsic characteristics<br />

of VGI data. First, is the<br />

fact that now we can record how<br />

people value and understand<br />

space. Now, for the first time,<br />

the user’s perception of space is<br />

tangible through the volunteered<br />

recording of spatial features or<br />

phenomena they consider important<br />

to have on a map. Moreover,<br />

as daily life is local by its nature,<br />

VGI supports the recording of<br />

issues that range from health to<br />

entertainment, to education, or<br />

other local-scale activities. Closely<br />

related to this is the fact that VGI<br />

encapsulates the local knowledge<br />

that contributors have. Following<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 43


GUEST<br />

Tobler’s law which states that<br />

“everything is related to everything<br />

else but near things are more related<br />

than distant things” (Tobler, 1970:<br />

234) it is not strange that contributions<br />

in VGI tend to be more<br />

accurate in places the contributor<br />

knows best. Another issue is the<br />

extended field of scope. While<br />

VGI become mostly known<br />

from a handful of champion<br />

projects such as OpenStreetMap,<br />

Wikimapia and Geonames,<br />

examples include also data gathering<br />

for air pollution, urban<br />

noise, traffic and congestion<br />

maps, cycle maps, gpx-trail maps<br />

or soil mapping. Most of these<br />

topics were usually under the<br />

radar of the NMAs as their focus<br />

was on few well defined mapping<br />

products. This leads to the fact<br />

that now we can open our horizons<br />

to new geospatial products<br />

and applications. Examples can<br />

be found in the field of urban<br />

sensing and smart cities. Today,<br />

with ubiquitous sensor networks<br />

our living environments are being<br />

transformed into smart cities<br />

where the flow of VGI in terms<br />

of volume and currency opens<br />

the opportunity to monitor and<br />

understand, in an unprecedented<br />

way, what exactly takes place<br />

in every corner of the urban fabric.<br />

Apart from new products,<br />

VGI can also play an important<br />

role in correcting, enriching,<br />

and updating existing datasets.<br />

Furthermore, VGI shortens the<br />

time horizons of geographic data<br />

update as in most cases the time<br />

gap between data capture and<br />

data consumption is minimal.<br />

Finally, most of the times, all these<br />

come with no cost and without<br />

sophisticated and restrictive licensing<br />

agreements.<br />

What is next?<br />

The evolution and possibilities<br />

of VGI in the Geospatial domain<br />

have attracted the interest<br />

of academics and professionals<br />

alike with a growing number of<br />

governments and corporations<br />

leveraging this kind of GI information.<br />

However, it is clear that<br />

while, at this point, VGI cannot<br />

replace proprietary and authoritative<br />

data, it can play a crucial<br />

role in correcting, enriching and<br />

updating existing datasets or provide<br />

the basic information layer<br />

for new products.<br />

VGI has been a growing phenomenon<br />

for over a decade now.<br />

Notwithstanding the acceptance<br />

that it has received so far, the<br />

most important factor that hinders<br />

a more widespread diffusion<br />

is the lack of a stable and standardized<br />

way to evaluate data quality.<br />

Existing and well-established<br />

methods and processes for spatial<br />

data quality evaluation, while<br />

still valid, are not always applicable<br />

to VGI datasets. This drives<br />

researchers and academics into<br />

the study of new methods so to<br />

eloquently answer the pressing<br />

question about “how good is<br />

VGI data?”. The nature and the<br />

creation mechanisms of VGI led<br />

to the analysis of a number of factors.<br />

However, research is still far<br />

from providing concrete answers<br />

and methods regarding the evaluation<br />

of VGI quality. Here, we<br />

just scratched the surface of the<br />

ongoing research on VGI quality<br />

evaluation.<br />

Now, if we had to provide a<br />

prediction for the future, which<br />

is always a challenging task, it<br />

would be that the times ahead<br />

will get extremely interesting in<br />

this field. This optimistic view is<br />

based on the trends which more<br />

or less serve as the driving forces<br />

of VGI: technology and society.<br />

In the technological front, the<br />

evolution in Information and<br />

communications technology<br />

(ICT) will not leave VGI unaffected:<br />

bandwidth will keep<br />

increasing, the cost of hardware<br />

will keep dropping and the number<br />

of people online will keep<br />

growing and thus the pool of<br />

contributors will become larger<br />

and better equipped. This alone<br />

is great news for the future of<br />

VGI. However, the most crucial<br />

role is expected by the spatial data<br />

capturing devices that will proliferate<br />

or be introduced in the<br />

future. On the one hand is the<br />

ubiquity of sensors that passively<br />

collect spatial data, mostly in<br />

urban context. The transformation<br />

of our living environment<br />

into smart cities inevitably passes<br />

through a better understanding<br />

and a more detailed recording of<br />

space and human activity. This<br />

development is based on the<br />

consideration that location and<br />

spatial information are common<br />

goods and promotes their availability<br />

in order to stimulate innovation<br />

(Roche et al. 2012). Then,<br />

is the individually controlled<br />

devices. The spread of drones, for<br />

which we are still exploring their<br />

abilities to contribute in systematic<br />

data gathering, is expected<br />

to bring VGI in a whole new<br />

level. Moreover, the evolution of<br />

the wearable technology, while<br />

still in its early days, is expected<br />

to contribute to the evolution<br />

of VGI. The omnipresence of<br />

wearable sensors is expected to<br />

multiply the availability of spatial<br />

data on the Web. Similar impact<br />

is expected by the development<br />

of indoor positioning and mapping<br />

systems (e.g. Google’s Tango<br />

project) which will extend VGI<br />

into new fields. So, in short, GI<br />

capturing devices, on top of what<br />

it is today available, will cover<br />

also the area of aerial surveying,<br />

of everyday activities and of indoor<br />

mapping, and this is just a<br />

sneak preview of the near future.<br />

In the societal front, the future<br />

could be even more exciting.<br />

Crowdsourcing, volunteerism,<br />

citizen science and social enterprises<br />

are just some of the early<br />

formations which the increased<br />

online connectivity has brought.<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


GUEST<br />

It is really amazing how online<br />

communities address real world<br />

problems and even more impressive<br />

how this grassroots collaboration<br />

overcomes societal barriers<br />

and enables citizens to participate<br />

in the management and improvement<br />

of quality of life. The social<br />

transformation shaped by online<br />

communities will prove equally<br />

important factor in the evolution<br />

of VGI as the technological<br />

advances.<br />

How this ecosystem affects the<br />

understanding of VGI quality?<br />

We need to understand that this<br />

area is highly interdisciplinary in<br />

that intertwines the advances of<br />

many domains. VGI is the grafting<br />

of the underlying social, economic<br />

and technological situation<br />

with the geospatial domain.<br />

It is incarnated with the tangible<br />

recording of citizen’s perception<br />

for space and phenomena they<br />

consider important to have on a<br />

map. However, despite the work<br />

and empirical research available<br />

on the subject of VGI quality, a<br />

solid framework for assessing the<br />

quality of crowdsourced spatial<br />

data is far from being established<br />

for all the reasons explained here.<br />

This should be the next goal for<br />

VGI on our way towards Digital<br />

Earth.<br />

REFERENCES<br />

Antoniou, V. (2011). User generated spatial content: an analysis of the phenomenon and its challenges for mapping<br />

agencies. Ph.D. Thesis, University College London.<br />

Antoniou, V. and Skopeliti, A. (2015). Measures and Indicators of Vgi Quality: An Overview. ISPRS Ann.<br />

Photogramm. Remote Sens. Spatial Inf. Sci., II-3/W5, pp.345-351.<br />

Girres, J. and Touya, G. (2010). Quality Assessment of the French OpenStreetMap Dataset. Transactions<br />

in GIS, 14(4), pp.435-459.<br />

Goodchild, M. (2007). Citizens as sensors: the world of volunteered geography. GeoJournal, 69(4),<br />

pp.211-221.<br />

Haklay, M., Basiouka, S., Antoniou, V. and Ather, A. (2010). How Many Volunteers Does it Take to<br />

Map an Area Well? The Validity of Linus’ Law to Volunteered Geographic Information. The Cartographic<br />

Journal, 47(4), pp.315-322.<br />

International Organisation for Standardisation 2005. ISO 9000: Quality management systems - Fundamentals<br />

and Vocabulary, Geneva: ISO.<br />

International Organisation for Standardisation, 2013. ISO19157:2013 Geographic information - Data quality,<br />

Geneva: ISO.<br />

Keßler, C., de Groot, R. T. A., 2013. Trust as a proxy measure for the quality of Volunteered Geographic<br />

Information in the case of OpenStreetMap. In: Geographic information science at the heart of Europe,<br />

Springer International Publishing, pp. 21-37.<br />

Roche S, Nabian N, Kloeckl K and Ratti C (2012). Are ‘smart cities’ smart enough? In: Rajabifard A<br />

and Coleman D (eds) Spatially Enabling Government, Industry and Citizens: Research Development and<br />

Perspectives.<br />

Tobler, W. (1970). A Computer Movie Simulating Urban Growth in the Detroit Region. Economic<br />

Geography, 46, p.234.<br />

Turner, A. (2006). Introduction to Neogeography. Sebastopol, Calif.: O’Reilly.<br />

Van Exel, M., Dias, E., Fruijtier, S., 2010. The impact of crowdsourcing on spatial data quality indicators.<br />

In: Proceedings of GiScience 2010, Zurich, Switzerland.<br />

Zielstra, D., Zipf, A., 2010. A comparative study of proprietary geodata and volunteered geographic<br />

information for Germany. In: Proceedings of the Thirteenth AGILE International Conference on Geographic<br />

Information Science, Guimarães, Portugal.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

VGI; datasets, GI; spatial data quality<br />

ABSTRACT<br />

Oggi la Volunteer Geographic Information (VGI) è onnipresente. Proviene da varie fonti e può essere trovata in molti<br />

aspetti tra cui toponimi, tracce GPS, foto geo-tag, applicazioni di social networking, blog, misurazioni dei sensori,<br />

mappe topografiche ecc. Può essere il frutto di un lavoro sul campo o di bulk data importati da un dataset autorevole,<br />

disponibile gratuitamente. E' ovvio che tutte queste fonti non possono solo cadere in un'unica categoria. Ci sono<br />

molti aspetti che possono essere esaminati qui, ma di particolare interesse, quando si esaminano le fonti e le tipologie<br />

di VGI, sono l'origine, la motivazione e lo scopo di chi contribuisce alla VGI.<br />

AUTORE<br />

Vyron Antoniou<br />

v.antoniou@ucl.ac.uk<br />

Hellenic Military Academy, Greece<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 45


MERCATO<br />

EXPO Ferroviaria: soluzioni Trimble<br />

dedicate al mondo rail<br />

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Trimble della modularità e dell'integrazione dei processi di trattamento<br />

del dato, rappresenta la soluzione completa per il rilievo del binario<br />

ferroviario, tramviario e metropolitano su base relativa e/o assoluta; il<br />

rilievo della frecciatura digitale; verifiche di transitabilità.<br />

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l'acquisizione e il trattamento dei dati spaziali 3D, anche per l'ambito<br />

ferroviario.<br />

Trimble ha scelto Spektra Srl come distributore unico per il territorio<br />

italiano, delle sue soluzioni dedicate ai professionisti che operano nel<br />

mondo Rail.<br />

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ogni misura a scopo di<br />

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di qualità.<br />

Punti inaccessibili come un palo verticale, angoli, muri, pali della<br />

luce o canali sotto i veicoli parcheggiati possono semplicemente<br />

essere misurati con la funzionalità Tilt & Go. A differenza dai<br />

sistemi che incorporano metodi basati su bussola magnetica, la<br />

funzionalità Tilt & Go può essere utilizzata in prossimità di oggetti<br />

metallici come pali della luce o direttamente sotto le linee<br />

elettriche.<br />

Per aggiungere il massimo comfort e flessibilità ed evitare il<br />

passaggio tra il sistema di livella analogico e il display, Zenith35<br />

viene fornito con una livella elettronica visualizzata direttamente<br />

nel software da campo, migliorando notevolmente la precisione di<br />

centramento.<br />

(Fonte: GEOMAX)<br />

46 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 47


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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2016</strong> 49


AGENDA<br />

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Il Contributo dei Servizi<br />

Satellitari ai trasporti e alla<br />

navigazione<br />

Roma<br />

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13-15 aprile <strong>2016</strong><br />

X° GIS-Forum<br />

Mosca (Russia)<br />

www.geoforall.it/k3cw6<br />

20-21 aprile<br />

Conferenza Utenti Esri Italia<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/kaxhk<br />

26-27 Aprile <strong>2016</strong><br />

GISTAM <strong>2016</strong><br />

Roma<br />

www.geoforall.it/k3hd4<br />

3-5 maggio <strong>2016</strong><br />

Big Data <strong>2016</strong><br />

Alicante (Spagna)<br />

www.geoforall.it/k3c6p<br />

11 maggio <strong>2016</strong><br />

Il ruolo dell’informazione<br />

geografica nel contesto<br />

dell’agenda digitale<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/kaw4c<br />

11 - 13 maggio <strong>2016</strong><br />

Convegno AIC <strong>2016</strong><br />

San Benedetto del Tronto<br />

www.geoforall.it/kax4r<br />

24-25 Maggio <strong>2016</strong><br />

Geo Business <strong>2016</strong><br />

London (UK)<br />

www.geoforall.it/k3y39<br />

24 - 26 Maggio <strong>2016</strong><br />

FORUM PA <strong>2016</strong><br />

Roma<br />

www.geoforall.it/kaxhp<br />

30 maggio 3 Giugno <strong>2016</strong><br />

European Space Solution<br />

L’Aia<br />

www.geoforall.it/kawf9<br />

8-10 giugno <strong>2016</strong><br />

Convegno SIFET<br />

Lecce<br />

www.geoforall.it/kax4h<br />

20-24 Giugno <strong>2016</strong><br />

36th EARSeL Symposium<br />

Bonn (Germany)<br />

www.geoforall.it/kawfw<br />

22-24 Giugno<br />

VIII CONVEGNO AIT<br />

Associazione Italiana di<br />

telerilevamento<br />

Palermo<br />

www.geoforall.it/kax4q<br />

12-19 Luglio <strong>2016</strong><br />

23rd ISPRS Congress<br />

Praga (Czech Republic)<br />

www.geoforall.it/k3fcd<br />

24-26 agosto <strong>2016</strong><br />

FOSS4G <strong>2016</strong><br />

Bonn (Germania)<br />

www.geoforall.it/kaxry<br />

14-16 settembre <strong>2016</strong><br />

GEOBIA <strong>2016</strong><br />

Enschede (The Netherlands)<br />

www.geoforall.it/ka9ur<br />

4-6 ottobre <strong>2016</strong><br />

TECHNOLOGYforALL<br />

Roma<br />

http://www.technologyforall.it<br />

11-13 ottobre INTERGEO<br />

<strong>2016</strong><br />

Hamburg (Germania)<br />

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