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strategie<br />
WP Store (Seul)<br />
One Nation (Parigi)<br />
business e docenti a un tavolo di discussione sul futuro del marketing<br />
interattivo - ha spiegato Spielberg nella sua analisi - Il tema?<br />
L’improvviso grande sviluppo della rete. John Deighton, professor<br />
a Harvard, ha scritto l’introduzione: la promessa del paradigma<br />
interattivo sta nella sua capacità di inserire <strong>più</strong> aspetti umani negli<br />
scambi sulle piattaforme online senza perdere l’economia di scala<br />
del marketing di massa. Deighton naturalmente aveva visto giusto e<br />
avanti. I siti web ci hanno portato la possibilità di personalizzazione<br />
e di raggiungere i consumatori in un modo totalmente differente<br />
rispetto ai consueti strumenti. Ma ora, nel <strong>2016</strong>, il retail creativo sta<br />
prendendo il posto di Internet come forma interattiva <strong>più</strong> avanzata<br />
di brand marketing”.<br />
Il retail creativo è la fusione di marketing esperienziale, retail tradizionale<br />
e il modello dello storytelling scritto. I brand sono già molto<br />
capaci nell’utilizzo di questi tre elementi, ma ora è il momento di<br />
andare ancora <strong>più</strong> avanti.<br />
“Il marketing esperienziale coinvolge direttamente i consumatori<br />
per creare esperienze (di shopping, ma non solo) originali, positive<br />
e memorabili - ha detto Spielberg - Il retail tradizionale mette in<br />
vendita un’accurata selezione di prodotti o servizi per creare reddito.<br />
Chi scrive le storie per lo storytelling crea narrazioni in grado<br />
di esplorare e illuminare relazioni dinamiche, allo stesso tempo<br />
reali e immaginate”.<br />
Le strategie che definiscono il retail creativo architettano esperienze<br />
memorabili che aiutano i consumatori a comprendere il mondo<br />
che li circonda ma allo stesso tempo a incentivare le vendite.<br />
Creano storie nella vita reale che permettono ai consumatori di<br />
partecipare come protagonisti e non solo come utilizzatori di un<br />
prodotto, spettatori o ascoltatori. Spielberg definisce due principali<br />
tipologie di retail creativo: Nonfiction, basato su una community<br />
e Fiction, basato sull’immaginazione.<br />
RETAIL CREATIVO NONFICTION<br />
Kiva Microfunds (conosciuta anche come Kiva.org o <strong>più</strong> semplicemente<br />
Kiva) è un’organizzazione non governativa statunitense<br />
che promuove azioni di microcredito in paesi disagiati attraverso<br />
raccolta di fondi via Internet, ispirandosi all’esperienza della Grameen<br />
Bank del premio Nobel per la pace Muhammad Yunus. È<br />
stata fondata nell’ottobre 2005 a San Francisco dai coniugi Matt<br />
Flannery e Jessica Jackley. Nel dicembre 2015 Greg T.Spielberg<br />
ha festeggiato il lancio di Kiva NYC nello IAC Building a Chelsea.<br />
“Nonostante il design di Frank Gehry per lo spazio esterno e il <strong>più</strong><br />
grande schermo del mondo posizionato al piano terra, l’elemento<br />
<strong>più</strong> coinvolgente dell’evento è stata la gente - ha spiegato Spielberg<br />
- Kiva ha ospitato per l’evento decine di piccole imprese che hanno<br />
presentato i loro prodotti e raccontato le loro storie. Dog Parker<br />
10 Corso Como (Shanghai)<br />
per esempio ha presentato la sua innovativa formula di ospitalità<br />
per cani, Especially Puglia il suo olio d’oliva, dall’albero alla tavola,<br />
regalando anche campioni gratuiti ai presenti. Chi si occupa delle<br />
forme di microcredito e di raccolta fondi per Kiva ha allestito dei<br />
corner dove i nuovi potenziali clienti hanno potuto avere informazioni<br />
e accedere ai servizi. Un gruppo di sostenitori di Kiva, capitanati<br />
dall’ex presidente Bill Clinton, ha poi raccontato al pubblico le<br />
proprie esperienze in ambito crediti e fondi. La regola numero uno<br />
dello storytelling è quella di mostrare, non solo raccontare. Infatti<br />
l’evento di Kiva è riuscito in pieno nel suo intento. Il lancio ha<br />
permesso di mostrare la community newyorkese di Kiva nei suoi<br />
due aspetti: chi ha bisogno di denaro per il suo business e chi<br />
può invece investirlo in un’attività. Ho potuto interagire direttamente<br />
con i responsabili delle piccole imprese e vedere con i miei occhi i<br />
diversi risultati degli investimenti e le relative iniziative. Non ho dovuto<br />
prendere opuscoli, parlare con i responsabili di Kiva, collegarmi<br />
al sito o controllare l’arrivo di un’eventuale mail sul mio cellulare.<br />
Kiva mi ha immerso in un’esperienza fatta di storie vere e in un’ora<br />
e mezza sono passato da un livello di conoscenza zero a quello<br />
<strong>più</strong> profondo. In <strong>più</strong> ho ascoltato il racconto di un presidente, ho<br />
fatto nuove conoscenze e un’esperienza che inciderà sulla mia<br />
memoria lungo tutto l’arco della mia vita, trasformandomi così in<br />
un sostenitore di Kiva”.<br />
RETAIL CREATIVO FICTION<br />
Un altro interessante esempio newyorkese. In questo caso per la<br />
seconda tipologia di retail creativo, il modello Fiction. Se l’evento<br />
di Kiva è durato solo una sera, il Museum of Feelings (museo dei