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affidato a Salvago, oltre che, beninteso, dalla giurisdizione del sultano,<br />
la quale non aveva da scendere nel particolare implicito nell’eterogeneità<br />
dei suoi sconfinati paesi, ma li abbracciava tutti, servendosi di un<br />
lessico univoco e globalizzante, nel quale le innumerevoli particolarità<br />
locali dovevano riconoscersi e ritrovarsi. In questo quadro, l’intervento<br />
del “bosniaco” Ibrahim non appare, dunque, come una semplice reiterazione<br />
del (sacro) ordine imperiale. Mi pare più appropriato individuarvi<br />
semmai una precisazione, resa opportuna dalla frammentazione<br />
del potere nel territorio balcanico e in particolare in Bosnia.<br />
Alla disgregazione politica dei Balcani, pesante eredità dell’epoca<br />
tardo-bizantina, pose rimedio l’unità giurisdizionale garantita dal potere<br />
ottomano e sostenuta dai forti interessi economici e strategici che la<br />
Repubblica di Venezia nutrì nell’area per tutta l’età moderna.<br />
La contiguità territoriale al suo stesso Stato da Mar e alle acque<br />
del Golfo, la presenza di siti e attività di prioritaria importanza imprenditoriale<br />
e commerciale, come le saline, le peschiere, i mulini e<br />
l’allevamento di cavalli, o altri animali da lavoro, facevano della Bosnia<br />
cinque e secentesca un territorio ove lo Stato veneziano, e i singoli<br />
mercanti che facevano capo alla rete potenziata dal governo repubblicano,<br />
aveva interesse a promuovere il rispetto della legalità, che sola<br />
consentiva la libertà e la fortuna dei traffici.<br />
Vista dalla Bosnia, in particolare nella prospettiva di questa difesa<br />
dell’ordine costituito e della legittimità delle istituzioni ottomane che<br />
lo esprimevano, anche la lotta della Serenissima al fenomeno corsaro,<br />
nelle acque che lambivano i tanti centri ottomani e veneziani che<br />
punteggiavano la costa orientale dell’Adriatico, assume un significato<br />
di più ampio respiro, congruo a una potenza che, in particolare in<br />
quell’Oriente vicino che sono i Balcani, concepiva la realizzazione della<br />
propria egemonia ben oltre la pertinenza esclusivamente marittima<br />
o costiera.<br />
Per Venezia, anche nel lungo Seicento della sua crisi, l’interesse<br />
economico non fu mai esclusivamente logistico o meramente marittimo,<br />
tanto più che ridotti, ma significativi erano i suoi possedimenti<br />
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