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Ecoideare Gennaio Febbraio N27

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SERVITÙ MILITARI<br />

E IMPATTO<br />

AMBIENTALE<br />

di Andrea Alessandro Muntoni<br />

…la Sardegna è anche al centro degli interessi militari della NATO,<br />

che nell’Isola ha stabilito moltissime basi militari, sia a terra sia a mare,<br />

nelle quali si svolgono, quotidianamente, attività addestrative…<br />

regione a statuto speciale condivide l’idea dei comitati contro<br />

le basi, oggi più attive che mai. I comitati contro la militarizzazione<br />

e per la smilitarizzazione del territorio isolano lamentano<br />

l’uso indebito e soprattutto inopportuno di aree che altrimenti<br />

sarebbero destinate ad altre attività (culturali, ambientali, di<br />

valorizzazione del patrimonio storico-artistico-archeologico) e,<br />

generalmente, contestano l’inquinamento dell’aria, delle acque,<br />

del suolo e del sottosuolo conseguenti alle attività militari che<br />

si svolgono in mare, sulle coste, sulle sponde di laghi e nei cieli<br />

dell’Isola. In alcuni poligoni sono stati per decenni (dagli anni<br />

settanta del XX secolo alla rima decade del XXI secolo) testati<br />

ordigni con testate esplodenti, che hanno presumibilmente dato<br />

luogo a forme di inquinamento che sarebbe opportuno conoscere<br />

approfonditamente e i cui risultati dovrebbero essere resi pubblici,<br />

a garanzia della salute della popolazione e al fine di poter, laddove<br />

se ne ravvisa la necessità, poter provvedere alle necessarie<br />

opere di bonifica ambientale. Perché ciò accada è necessario che<br />

all’interno delle basi militari vengano effettuati regolarmente dei<br />

monitoraggi ambientali, i cui protocolli dovrebbero esser concordati<br />

tra il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Ambiente,<br />

che agirebbe per mezzo dell’ISPRA e dell’ARPA.<br />

I dati dovrebbero essere resi disponibili alla Regione Autonoma<br />

della Sardegna attraverso l’interfaccia con il progetto del Sistema<br />

informativo regionale ambientale (SIRA), che nasce con l’obiettivo<br />

di diffondere l’informazione ambientale sia ai diversi<br />

livelli della Pubblica Amministrazione, sia alle diverse categorie<br />

di soggetti privati (stakeholder) e prevede la gestione di un’unica<br />

banca dati che accoglie le informazioni ambientali organizzate<br />

secondo le direttive Sinanet. I parametri da monitorare, sia<br />

per mezzo di installazioni fisse sia utilizzando mezzi mobili attrezzati,<br />

dovrebbero riguardare, quanto meno, gli analiti chimico-fisici<br />

già contemplati dal decreto legislativo n. 152 del 2006<br />

(recante norme in materia ambientale). Il piano di indagine (condiviso<br />

e reso noto) dovrebbe essere orientato alla ricerca di eventuali<br />

contaminazioni nelle matrici ambientali e dovrebbe quindi<br />

essere volto ad accertare l’eventuale superamento delle concentrazioni<br />

soglia di contaminazione (CSC), riportate in Allegato<br />

5 al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e, in aggiunta, i seguenti: nano<br />

particelle, composti inorganici, idrocarburi policiclici aromatici<br />

(IPA), policlorobifenili, nitrobenzeni, difenilammine, uranio, torio,<br />

radionuclidi naturali ed artificiali che emettono radiazioni α,<br />

radiazioni β e radiazioni γ, tungsteno, perclorati, composti della<br />

nitro derivanti dal brillamento degli esplosivi.<br />

La trasparenza da parte del Ministero della Difesa relativamente<br />

all’affidamento delle gare per l’erogazione dei servizi di monitoraggio<br />

e analisi e per la diffusione dei dati dovrebbe, nell’interesse<br />

della collettività, superare i vincoli di segretezza che, in<br />

molti casi, hanno impedito all’opinione pubblica di formarsi una<br />

chiara, precisa e corretta idea delle problematiche ambientali e<br />

sanitarie connesse con l’esercizio delle attività addestrative militari<br />

nell’Isola.<br />

Tra l’altro questa richiesta è stata avanzata in più di una occasione,<br />

negli ultimi anni, anche dai sindaci di Villaputzu, Perdasdefogu,<br />

Arbus, Teulada e La Maddalena.<br />

Vale la pena sottolineare, a riguardo, che di fronte all’aumento<br />

dell’incidenza di talune malattie che hanno colpito alcuni militari<br />

operanti nelle basi o che hanno partecipato a missioni all’estero<br />

e ai risultati (parziali) relativi allo stato dell’ambiente nei<br />

poligoni e nelle aree contermini sono state aperte delle indagini<br />

da parte della Procura della Repubblica e sono in corso i lavori<br />

di una commissione parlamentare.■<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

di Sardegna si trova al centro del Mar Mediterraneo<br />

ed è dal tempo dei fenici prima e dei romani poi, sempre<br />

stata considerata in posizione strategica per intercettare<br />

L’Isola<br />

le rotte dei traffici commerciali che si svolgono via mare<br />

(il porto di Caralis lo era per i romani mentre il porto canale<br />

di Cagliari lo è oggi) sia per accogliere, nelle proprie coste e<br />

montagne, i flussi turistici nazionali e internazionali attratti dai<br />

parchi regionali, dalle riserve naturali, dalle zone di protezione<br />

speciale per gli uccelli, dai siti di interesse comunitario.<br />

Ma, a onor del vero, la Sardegna è anche al centro degli interessi<br />

militari della NATO, che nell’Isola ha stabilito moltissime<br />

basi militari, sia a terra sia a mare, nelle quali si svolgono,<br />

quotidianamente, attività addestrative da molti eserciti, marine e<br />

aviazioni di paesi “amici”: Capo Frasca, nella Sardegna occidentale,<br />

dove si svolgono attività di tiro aria-terra e aria-acqua,<br />

con aerei militari che partono dalla base aerea di Decimomannu,<br />

vicino a Cagliari; Perdas de Fogu, nell’interno dell’Isola, dove<br />

si sperimentano missili di ultima generazione e si svolgono altre<br />

esercitazioni; Salto di Quirra e Capo San Lorenzo, sulla costa<br />

orientale della Sardegna, il cui Poligono Sperimentale Interforze<br />

è utilizzato per esercitazioni e prove balistiche; Teulada, sul<br />

mare e nella costa sud occidentale dell’Isola; La Maddalena,<br />

sede del parco nazionale dell’omonimo arcipelago, la cui Isola<br />

di santo Stefano è ancora, di fatto, utilizzata come deposito di<br />

armi, già sede dei sommergibili nucleari della marina degli Stati<br />

Uniti d’America; Decimomannu ed Elmas, aeroporti militari.<br />

La lista sarebbe un po’ più lunga, soprattutto se arricchita dai<br />

vari depositi di armi e alte strutture logistiche, radar e altri “bersagli”<br />

sparsi ovunque nell’Isola e delimitati da rete, filo spinato<br />

e cartelli monitori quasi ovunque. I poligoni militari e le basi<br />

aeronavali hanno dato da lavorare a molte persone, hanno creato<br />

un indotto e, pertanto, non tutta la popolazione residente nella<br />

40 ecoIDEARE - Settembre / Ottobre 2014<br />

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