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LIVORNOnonstop è...<br />
5<br />
storia<br />
Filippo Filippetti, i fratelli Gigli ed altri protagonisti furono uccisi nel contrastare la violenza dello squadrismo fascista<br />
Gli Arditi del Popolo<br />
e gli scontri dell'estate 1921<br />
di Michela Gini<br />
Personalmente, prima di un’accurata<br />
documentazione ispirata<br />
da una visita guidata nei luoghi<br />
della resistenza labronica, sugli<br />
Arditi del Popolo avevo notizie<br />
più mitiche che storiche ma<br />
soprattutto mi sono resa conto<br />
di quanto ignorassi circa le vicende<br />
di coloro che si opposero<br />
da subito al regime. Il movimento<br />
degli Arditi del Popolo,<br />
nato nell’estate del 1921 da una<br />
scissione della sezione romana<br />
degli Arditi d’Italia, sorse con<br />
lo scopo, appunto, di opporsi<br />
alle spedizioni punitive fasciste<br />
e creò vere e proprie milizie per<br />
la protezione dei quartieri e dei<br />
centri oggetto di attacchi armati<br />
da parte delle “squadracce”<br />
nere.<br />
Anche a Livorno l’attività degli<br />
Arditi, alla quale aderirono soprattutto<br />
anarchici, comunisti<br />
e socialisti, fu molto intensa e<br />
raggiunse la sua massima energia<br />
durante l’estate del 1921<br />
quando i militanti si resero protagonisti<br />
di svariati conflitti con<br />
i fascisti e la forza pubblica che<br />
costarono la vita a numerose<br />
persone. Tanto che la nostra città<br />
venne menzionata come esempio<br />
da seguire nel manifesto nazionale<br />
rivolto dall’Associazione<br />
Arditi del Popolo ai lavoratori<br />
italiani.<br />
Continue guerriglie ebbero luogo<br />
in città, soprattutto nel quartiere<br />
S.Marco e nella limitrofa via<br />
Garibaldi, zone in cui l’attivismo<br />
fu fortemente sentito e in cui<br />
avevano sede i più popolari ritrovi<br />
antifascisti come il Bar Bizzi<br />
di via Solferino.<br />
Tra i personaggi di spicco vi furono<br />
gli anarchici ardenzini Nardi<br />
e Baldasseroni, Filippo Filip-<br />
Lapide posta in via Provinciale Pisana a ricordo<br />
della barbara uccisione di Filippo Filippetti.<br />
Lapide posta in via Santo Stefano a ricordo dell'eccidio<br />
nella propria abitazione dei fratelli Gigli.<br />
Lapide posta all'interno dell'atrio del Palazzo Comunale<br />
che ricorda Pietro Gigli e Luigi Geminiani.<br />
petti, muratore e attivista dell’USI<br />
(Unione Sindacale Italiana),<br />
Gilberto Catarsi e Pilade Gigli<br />
uccisi durante gli scontri con<br />
i fascisti.<br />
In riferimento a quest’ultimo, il 2<br />
agosto 1922, durante l’occupazione<br />
militare della città per reprimere<br />
uno sciopero generale,<br />
una squadra fascista fece irruzione<br />
nella casa della famiglia<br />
Gigli, in via Santo Stefano n 20,<br />
uccidendo Pietro Gigli, consigliere<br />
comunale comunista e il<br />
fratello Pilade, tranviere libertario,<br />
in quel momento militare in<br />
licenza, mentre Armando Gigli,<br />
figlio di Pietro, riuscì a fuggire<br />
insieme allo zio Manlio. La madre<br />
Giulia Cantini,<br />
invece,<br />
venne gravemente<br />
ferita da<br />
un colpo di pistola<br />
perdendo<br />
la vista. L’episodio,<br />
ben noto<br />
ai nostri progenitori,<br />
viene ricordato<br />
come<br />
l’eccidio di via<br />
S. Stefano ed<br />
ebbe grande risonanza<br />
nel popolo<br />
labronico.<br />
L’ardito del popolo<br />
Filippo Filippetti,<br />
muratore<br />
anarchico,<br />
cadde invece in<br />
uno scontro a<br />
fuoco nei pressi<br />
di via Provinciale<br />
Pisana.<br />
Nel primo dopoguerra<br />
la presenza<br />
anarchica<br />
in città era<br />
notevole, al<br />
punto da mettere<br />
in difficoltà il<br />
neonato Partito<br />
Comunista che, almeno per i primi<br />
anni, dovette accontentarsi di<br />
un’unica federazione provinciale<br />
insieme a Pisa. Gli Arditi, dunque,<br />
ben prima dei partigiani,<br />
misero in campo una vera e propria<br />
guerriglia contro le provocazioni<br />
e le violenze dei fascisti<br />
che indubbiamente godettero<br />
dell’appoggio dei ceti medi, delle<br />
forze dell’ordine e della Chiesa.<br />
Tale resistenza prese le sembianze<br />
di una vera e propria guerra<br />
civile, tanto che nell’estate del<br />
1922 vi furono forti tensioni e<br />
scontri a cui seguirono violente<br />
repressioni da parte delle forze<br />
dell’ ordine.<br />
Altro nome noto del locale antifascismo<br />
è quello di Ilio “Dario”<br />
Barontini, operaio comunista<br />
che appena tredicenne fu attivo<br />
nel movimento anarchico<br />
livornese. Nel 1921 fu uno dei<br />
protagonisti della scissione comunista<br />
divenendo segretario<br />
della Federazione interprovinciale<br />
Livorno- Pisa del PCI. Fu<br />
più volte arrestato in quanto ritenuto<br />
“capace di commettere<br />
ed organizzare atti terroristici”.<br />
Certo, l’esperienza degli Arditi<br />
del Popolo fu breve, in quanto<br />
furono subito messi fuori legge<br />
e combattuti con la repressione<br />
e il confino ma non per questo<br />
meritano di essere dimenticati,<br />
avendo il merito di aver messo<br />
in atto la prima lotta armata contro<br />
il fascismo nel biennio 1921-<br />
22. Così come non è da dimenticare<br />
l’apporto fondamentale<br />
delle donne che si adoperarono<br />
attivamente durante quegli<br />
anni sostenendo una doppia<br />
lotta contro il fascismo e le violenze<br />
sessiste che da esso si<br />
generavano. Una delle ragazze<br />
di via Pellettier, certa Silvana<br />
Simonetti, ostetrica, partigiana<br />
in Emilia Romagna nella 36 a Brigata<br />
Bianconcini, di famiglia<br />
antifascista, intervistata nel<br />
2004 da un giornalista che le<br />
chiese se avrebbe rifatto la Resistenza<br />
rispose: “Si sì, anche<br />
ora guardi, se un fossi vecchia,<br />
l’ardore lo sento ancora, le rifarei<br />
le rivolverate io…”.<br />
Voglio riportare una citazione<br />
storica, a conclusione di questo<br />
mio modesto apporto alla<br />
memoria degli arditi, che racchiude<br />
in poche parole l’anima<br />
del pensiero che alimentò tanto<br />
coraggio: “(...) fieri del nostro<br />
orgoglio di razza, consci che<br />
la nostra Patria è ovunque siano<br />
popoli oppressi: Operai,<br />
Masse Lavoratrici, Arditi del<br />
Popolo, A noi!”.