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GEOmedia 4 2017

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Rivista bimestrale - anno XXI - Numero 4/<strong>2017</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

LiDAR<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

Lug/Ago <strong>2017</strong> anno XXI N°4<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

Evolution of<br />

Integrated UAV<br />

solutions<br />

DATI TERRITORIALI CON<br />

TECNOLOGIE OPEN IN VENETO<br />

TOPCON DELTA SOLUTION<br />

PER IL MONITORAGGIO<br />

DELLE INFRASTRUTTURE<br />

MONITORAGGIO POST<br />

INCENDIO CON FIRE-SAT


Porta il #fresh surveying nel tuo business con<br />

innovazioni uniche e pratiche di GeoMax<br />

30°<br />

(video) Zoom3D Catalogo Generale Zenith 35 Pro<br />

www.geomax-positioning.it<br />

works when you do


La Geodesy 4.0 di INTERGEO<br />

A settembre scorso si è chiusa a Berlino una tre giorni di fiera relativa a tutto ciò che impatta nel mondo<br />

con il prefisso Geo-. Un incredibile vortice di presentazioni che hanno consentito a chiunque di toccare<br />

con mano l’incredibile rivoluzione che vede alla base la fusione dei mondi della Geodesia con quello della<br />

Geoinformatica. Il motore di tutto è un’onda inarrestabile guidata dalla digitalizzazione di tutto il mondo<br />

che ci circonda da tutti i punti di vista possibili, oggi conosciuti.<br />

La geo information technology che ne deriva è l’espressione dell’unione dei due mondi resa possibile<br />

dall’evoluzione e penetrazione della geomatica nella nostra vita quotidiana.<br />

Siamo in un processo di modellazione del digitale che ovviamente non è fine a sé stesso ma cerca di realizzare<br />

modelli gestibili con la matematica per poter analizzare, prevedere e monitorare ciò che ci circonda per<br />

trovare soluzioni per le questioni sociali relative alla mobilità, all'energia, all'ambiente, alla sicurezza e alla<br />

salute; questioni che non possono essere affrontate senza digitalizzazione.<br />

Circa 580 espositori provenienti da 37 paesi e più di 1.400 delegati in conferenza hanno partecipato alla<br />

fiera internazionale per la geodesia, la geoinformazione e la gestione del territorio portando a Berlino più di<br />

18.000 visitatori da oltre 100 paesi.<br />

Il ritmo con cui avanza la trasformazione digitale è incalzante e le professioni stesse stanno cambiando.<br />

Dobbiamo fare i conti col fatto che i geodeti di ieri stanno diventano i gestori di geodati del domani. La<br />

domanda di coloro che possono portare sul tavolo esperienza geodetica, know-how nella Information<br />

Technology e capacità di gestione è alta. L’integrazione della progettazione infrastrutturale baserà questo mix<br />

di conoscenze per avviarsi al processo integrale che acerbamente passiamo oggi come Building Information<br />

Modeling (BIM), il processo digitale applicato alla progettazione, costruzione e funzionamento di edifici e<br />

infrastrutture.<br />

Un processo che ci porterà finalmente all’evidenza progettuale dell’impatto del costruito sul complesso di<br />

relazioni sottosuolo-territorio-aria-spazio, con la possibilità di introduzione delle molteplici variabili in ballo -<br />

prima neanche pensabili - che unite alla dimensione tempo porteranno alla visione completa del ciclo di vita<br />

di un’opera, fino alla sua ri-trasformazione negli elementi naturali che l’hanno inizialmente assemblata.<br />

Questo tema ha giocato un ruolo ancor più grande in INTERGEO, in particolare perché i geodati sono<br />

il cuore di questo metodo, ancora relativamente nuovo, che chiamiamo BIM; attualmente promosso per<br />

aumentare l'efficienza nel settore delle costruzioni.<br />

Ma il vero obiettivo sarà raggiunto solo quando con i geodati riusciremo a verificare quale sarà il ciclo di ogni<br />

pezzo che compone il complesso edilizio, fino a verificarne il naturale riassorbimento ambientale, al di là di<br />

qualsiasi ipocrita valutazione di impatto ambientale oggi largamente sottostimata.<br />

Allo stato attuale e visto l’enorme investimento che l’industria Geo- continua a portare avanti, non è<br />

ancora possibile dire fino a che punto ci influenzerà la digitalizzazione. L’importante oggi è trovare la giusta<br />

direzione per assicurare che tutti siano preparati quando l'Internet delle cose (IoT) e le metodologie di<br />

intelligenza artificiale ci porteranno a nuove dimensioni di digitalizzazione.<br />

E’ questa la nuova frontiera dell’ingegneria alla quale dobbiamo guardare tenendo presente che la base di<br />

tutto il futuro che stiamo definendo, tramite acronimi come il BIM, la realtà virtuale e aumentata, le città<br />

intelligenti, saranno possibili solo su una matrice di geodati completamente definiti, accurati e effettivamente<br />

rappresentativi del mondo reale.<br />

Su questo siamo d’accordo con Manfred Hauswirth, direttore del Fraunhofer FOKUS che nel suo discorso<br />

di apertura "Digital Networking - the Basis for the City of the Future", ha confermato che i geodati sono tra<br />

i dati più importanti a livello mondiale per la costruzione della rete digitale alla base delle città intelligenti<br />

che stiamo pensando.<br />

Buona lettura, Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REport<br />

GUEst papER<br />

Il sistema FIRE-SAT<br />

pEr il monitoraggio<br />

post-incEndio:<br />

il caso-studio<br />

dEll'incEndio di potEnza<br />

dEl 21-23 luglio 2015<br />

di Antonio LAnorte,<br />

FortunAto de sAntis, BiAgio tucci<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

36 MERCATO<br />

46 AGENDA<br />

Nell’immagine di sfondo si mostra una<br />

parte della Divisione di Sagaing, nel nordovest<br />

dello stato di Myanmar (o Birmania)<br />

e lungo il confine con l’India.<br />

Si osserva la serpentina del fiume Chindwin,<br />

che ha straripato i suoi argini nel<br />

2015 durante un periodo caratterizzato<br />

da grandi inondazioni. Le piogge monsoniche<br />

iniziarono nel mese di luglio e portarono<br />

alla esondazione molti fiumi della<br />

regione, determinando danni estremamente<br />

diffusi e gravi conseguenze per milioni<br />

di persone.<br />

Questa immagine è stata generata utilizzando<br />

due acquisizioni effettuate dal radar di<br />

Sentinel-1 in altrettanti distinti passaggi:<br />

uno prima dell’inondazione del 20 marzo<br />

2015 e l’altra nel corso dell’evento del 4 settembre<br />

2015. La combinazione delle due<br />

acquisizioni mostra i cambiamenti occorsi<br />

a cavallo delle due date, come l’inondazione<br />

di circa 111 mila ettari di terreno su<br />

entrambe i lati degli argini del fiume e che<br />

è mostrata di colore rosso.<br />

La capacità del radar di Sentinel-1A di vedere<br />

attraverso le nuvole, la pioggia ed anche<br />

in condizioni di oscurità rende questo<br />

sensore particolarmente utile nel monitoraggio<br />

delle alluvioni.<br />

Credits: ESA. Traduzione: Gianluca Pititto<br />

14<br />

Gestione e pubblicazione<br />

di dati territoriali con<br />

tecnologie open: le<br />

esperienze maturate con<br />

piccoli e grandi enti del<br />

Veneto<br />

di Roberto Marzocchi, Roberta<br />

Fagandini, Lorenzo Beggiato, Eugenio<br />

Berti, Rosario Ardini, Nicola Freddo,<br />

Tiziano Cosso, Marcello Missagia<br />

In copertina l'immagine<br />

del lancio dell'Unmanned<br />

Aerial Vehicule (UAV) eBee<br />

di Sensefly che si allontana<br />

nel cielo pronto ad iniziare il<br />

proprio lavoro.<br />

20<br />

Delta Solutions:<br />

Sistema di<br />

monitoraggio delle<br />

deformazioni<br />

Riduzione del rischio<br />

nella gestione degli<br />

asset di Chris Emery<br />

geomediaonline.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


24 Come<br />

velocizzare<br />

a dismisura il<br />

processo di<br />

identify su una<br />

mappa<br />

di Massimiliano Bernabè<br />

3DTARGET 35<br />

Aeronike 19<br />

AerRobotix 45<br />

Codevintec 37<br />

Epsilon Italia 18<br />

Esri Italia 23<br />

INSERZIONISTI<br />

Un caso studio<br />

di analisi<br />

geospaziale<br />

applicata alla<br />

mobilità ciclistica:<br />

l’analisi dei flussi<br />

della città di<br />

Napoli<br />

di Massimiliano Moraca,<br />

Carmine Aveta<br />

26<br />

Geogrà 34<br />

Geomax 2<br />

Mesa 36<br />

Planetek Italia 13<br />

Stonex 47<br />

Survey Lab 46<br />

Teorema 31<br />

Topcon 41<br />

Trimble 48<br />

Una metodologia<br />

analitica<br />

applicata alla<br />

razionalizzazione dei<br />

servizi urbani in aree<br />

pedemontane<br />

Ottimizzazione dei servizi<br />

primari nel Comune di Tivoli<br />

di Flavia Lorenzani, Francesca<br />

Perrone, Emanuele Tarquini,<br />

Alessandro Vanich<br />

42<br />

38<br />

Onwards and<br />

upwards: the<br />

evolution of<br />

integrated UAV<br />

solutions<br />

REPETITA<br />

(NON) IUVANT<br />

di Attilio Selvini<br />

32<br />

by Jean-Christophe Zufferey<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,<br />

Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio,<br />

Michele Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia,<br />

Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />

Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

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riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 5 novembre <strong>2017</strong>.


FOCUS<br />

Il sistema FIRE-SAT per il<br />

monitoraggio post-incendio:<br />

il caso-studio dell'incendio di Potenza del 21-23 luglio 2015<br />

di Antonio Lanorte, Fortunato De Santis, Biagio Tucci<br />

I sistemi di monitoraggio satellitare degli<br />

incendi boschivi sono fondamentali per<br />

stimare la probabilità di occorrenza degli<br />

incendi, prevedere la severità potenziale<br />

degli eventi, facilitare la gestione degli<br />

incendi, identificare la severità del danno,<br />

implementare ed indirizzare gli sforzi di<br />

risanamento e restauro ambientale.<br />

Tali sistemi, integrati ad altri strumenti<br />

di informazione geografica, consentono<br />

di caratterizzare gli eventi, agevolando la<br />

loro interpretazione e favorendo una più<br />

razionale organizzazione delle attività d<br />

prevenzione e lotta attiva.<br />

Fig. 1 - Contesto di riferimento dell'area incendiata (in rosso) nei pressi del centro<br />

urbano di Potenza.<br />

Secondo i dati della FAO<br />

(Food and Agricultural Organization)<br />

(FAO, 2007),<br />

ogni anno milioni di ettari di<br />

vegetazione nel mondo sono<br />

colpiti severamente da incendi<br />

connessi a molteplici cause, con<br />

danni a proprietà e mezzi di sostentamento<br />

e spesso perdite di<br />

vite umane. Gli incendi di vegetazione<br />

fuori controllo contribuiscono<br />

inoltre al riscaldamento<br />

globale, all’inquinamento, alla<br />

desertificazione ed alla perdita<br />

di bio-diversità. In alcuni Paesi<br />

esistono agenzie di gestione del<br />

territorio che sulla base di piani<br />

d’azione operano per gestire e<br />

mitigare gli effetti del fuoco con<br />

azioni di previsione e prevenzione,<br />

in altre aree del mondo invece<br />

tali azioni sono poco efficaci<br />

o inesistenti a causa di difficoltà<br />

organizzative e/o economiche. In<br />

ogni caso comunque, sia prima<br />

che durante e dopo l’incendio,<br />

per i soggetti che operano nel<br />

settore della gestione del fuoco<br />

risulta necessario poter avere a<br />

disposizione tecniche e metodologie<br />

accurate, efficienti ed<br />

economiche per stimare il rischio<br />

d’incendio a scala di paesaggio.<br />

Strumenti e tecnologie di previsione<br />

del rischio incendio sono<br />

fondamentali per: 1) stimare la<br />

probabilità di occorrenza degli<br />

incendi, 2) prevedere la severità<br />

potenziale degli eventi, 3) facilitare<br />

la gestione degli incendi, 4)<br />

identificare la severità del danno,<br />

5) implementare ed indirizzare<br />

gli sforzi di risanamento e restauro<br />

ambientale.<br />

Si deve tuttavia tener conto che<br />

il problema della gestione del fenomeno<br />

degli incendi di vegetazione<br />

è molto complesso, perché<br />

comprende una serie di aspetti<br />

connessi alle caratteristiche della<br />

vegetazione, alla morfologia del<br />

territorio, ai fattori meteorologici,<br />

ai fattori antropici. Il rischio<br />

d’incendio quindi è la risultante<br />

di diversi fattori che determinano<br />

l’occorrenza degli incendi e<br />

conseguentemente l’innesco, la<br />

propagazione del fuoco e i suoi<br />

effetti.<br />

Il sistema FIRE-SAT e il monitoraggio<br />

post-incendio<br />

L’Istituto di Metodologie per<br />

l’Analisi Ambientale (IMAA)<br />

del CNR ha messo a punto,<br />

a partire dall’anno 2007 con<br />

sperimentazione pre-operativa<br />

nella regione Basilicata, il sistema<br />

FIRE-SAT di monitoraggio<br />

satellitare per la previsione del<br />

pericolo d’incendio boschivo, la<br />

mappatura delle aree percorse<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

Fig. 2 - In alto: confronto fra immagine Landsat 8 a veri colori pre-fire (a sin.) e post-fire (a destra)<br />

in basso: confronto fra immagine Landsat 8 a falsi colori pre-fire (a sin.) e post-fire (a destra).<br />

dal fuoco e l’analisi dei danni<br />

(Autori vari, 2011-2015; Lanorte<br />

et al, 2010; Lanorte et al.,<br />

2012; Lanorte and Lasaponara,<br />

2012, Lanorte, 2014).<br />

In particolare le attività svolte<br />

nell’ambito di FIRE-SAT sono<br />

state finalizzate a sviluppare<br />

e sperimentare tecniche integrate<br />

(satellitari e non) per la<br />

caratterizzazione e mappatura<br />

dei combustibili vegetali, l’analisi<br />

dei fattori predisponenti<br />

l’incendio, la stima del pericolo<br />

d’incendio boschivo e<br />

d’interfaccia, la simulazione<br />

della propagazione del fuoco, la<br />

perimetrazione delle aree<br />

bruciate con stima del danno<br />

sulla vegetazione e sul suolo e la<br />

valutazione dell’impatto sul sistema<br />

operativo di lotta agli incendi<br />

attualmente in uso presso<br />

la Regione Basilicata.<br />

In questo lavoro un caso studio<br />

di incendio viene utilizzato allo<br />

scopo di evidenziarne le interazioni<br />

con tutti gli elementi<br />

in cui è articolato il sistema<br />

FIRE-SAT. Pertanto l’evento<br />

in questione è stato anzitutto<br />

monitorato attraverso l’uso di<br />

immagini satellitari allo scopo<br />

di mappare i danni che ha<br />

determinato, successivamente<br />

è stato messo in relazione alle<br />

mappe di previsione del pericolo<br />

e infine è stato confrontato<br />

con la simulazione ex-post della<br />

propagazione del fuoco.<br />

L’incendio di Potenza del 21<br />

luglio 2015<br />

Come è desumibile dai report<br />

compilati in Sala Operativa<br />

Unificata Permanente (SOUP)<br />

presso la Protezione Civile della<br />

Regione Basilicata (http://<br />

sor.protezionecivile.basilicata.<br />

it - accesso riservato), l’incendio<br />

individuato come caso di studio<br />

è iniziato il 21 luglio 2015 intorno<br />

alle ore 12:00 in un’area<br />

semirurale alla periferia della<br />

città di Potenza, ai margini di<br />

un’ampia area boscata (Bosco<br />

Pallareta) e della vecchia discarica<br />

comunale non più attiva<br />

da 5 anni. Le operazioni di spegnimento<br />

sono proseguite per il<br />

resto della giornata, con intervento<br />

anche di mezzi aerei, fino<br />

alla comunicazione di chiusura<br />

dell’evento avvenuta intorno<br />

alle 20:30. Tuttavia intorno alle<br />

ore 14:00 del 22 luglio, l’incendio<br />

è ripartito, avvicinandosi<br />

all’area della discarica e costringendo<br />

ad ulteriori interventi<br />

aerei per estinguere le fiamme<br />

fino a chiusura delle attività<br />

intorno alle ore 21:30. Peraltro<br />

le attività di spegnimento sono<br />

proseguite anche nella mattina<br />

del 23 luglio fino al tardo pomeriggio<br />

con interventi a terra<br />

e circa 20 lanci da Canadair.<br />

La cronologia degli eventi testimonia<br />

la pericolosità<br />

dell’evento<br />

e le condizioni<br />

meteorologiche<br />

particolarmente<br />

difficili in cui si è<br />

sviluppato e che<br />

hanno favorito<br />

l’innesco, la propagazione<br />

e anche<br />

le reiterate riprese<br />

dell’incendio.<br />

Particolarmente<br />

delicata è stata<br />

inoltre la gestione dell’area della<br />

vecchia discarica comunale non<br />

attiva, nel tentativo di impedire<br />

il suo diretto coinvolgimento<br />

nell’incendio.<br />

La superficie percorsa dall’incendio<br />

corrisponde a circa 60<br />

ha caratterizzati da praterie<br />

graminoidi con presenza di<br />

vegetazione arbustiva, intervallate<br />

da nuclei di piantagioni di<br />

conifere.<br />

L’incendio si è sviluppato presumibilmente<br />

in direzione ovest/<br />

nord ovest-est/sud est, partendo<br />

da una quota di circa 700 m,<br />

fino a giungere a circa 950 m<br />

nel punto più elevato.<br />

Uso delle immagini satellitari<br />

per la perimetrazione<br />

dell’area percorsa dal fuoco<br />

e la mappatura della severità<br />

dell’incendio<br />

Per il monitoraggio ex post<br />

dell’evento sono state usate 2<br />

immagini satellitari Landsat8<br />

OLI-TIRS fornite gratuitamente<br />

da USGS (United States Geological<br />

Survey) EROS Center<br />

(http://landsat.usgs.gov/).<br />

Fig. 3 - Zona dell' incendio (immagine Google Earth del 29/5/2015) con<br />

punti di vista fotografici (1,2,3,4).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 7


FOCUS<br />

Le date di acquisizione delle<br />

immagini sono il 12 luglio e 28<br />

luglio 2015.<br />

Operational Land Imager<br />

(OLI) e Thermal Infrared Sensor<br />

(TIRS) sono sensori presenti<br />

a bordo del satellite Landsat<br />

8, che è stato lanciato nel Febbraio<br />

2013. Landsat8 acquisisce<br />

immagini con una risoluzione<br />

temporale di 16 giorni su orbita<br />

ripetitiva, quasi polare, eliosincrona<br />

e circolare a 705 km di<br />

altitudine.<br />

Il sensore Operational Land<br />

Imager (OLI) include 9 bande<br />

Landsat 8<br />

Operational<br />

Land Imager<br />

(OLI)<br />

and<br />

Thermal<br />

Infrared<br />

Sensor<br />

(TIRS)<br />

Launched<br />

February 11, 2013<br />

Tab. 1 - Caratteristiche tecniche di Landsat 8<br />

Bands<br />

Wavelength<br />

(micrometers)<br />

Resolution<br />

(meters)<br />

Band 1 - Coastal aerosol 0.43 - 0.45 30<br />

Band 2 - Blue 0.45 - 0.51 30<br />

Band 3 - Green 0.53 - 0.59 30<br />

Band 4 - Red 0.64 - 0.67 30<br />

Band 5 - Near Infrared (NIR) 0.85 - 0.88 30<br />

Band 6 - SWIR 1 1.57 - 1.65 30<br />

Band 7 - SWIR 2 2.11 - 2.29 30<br />

Band 8 - Panchromatic 0.50 - 0.68 15<br />

Band 9 - Cirrus 1.36 - 1.38 30<br />

Band 10 - Thermal Infrared<br />

(TIRS) 1<br />

10.60 - 11.19 100 * (30)<br />

Band 11 - Thermal Infrared<br />

(TIRS) 2<br />

11.50 - 12.51 100 * (30)<br />

Fig. 4 - Foto 1 (Potenza – Località Montegrosso - foto<br />

del 28 luglio 2015).<br />

Fig. 7 - Potenza<br />

– località<br />

Montegrosso<br />

- Punto di vista<br />

Foto 2 prima<br />

dell’incendio<br />

foto Google<br />

earth (Street<br />

View) - dicembre<br />

2008.<br />

Fig. 8 - Foto 3 -<br />

Potenza – località<br />

Montegrosso -<br />

(foto del 28 luglio<br />

2015) - Area di<br />

innesco presunto.<br />

Fig. 5 - Potenza – Località Montegrosso - Punto di vista<br />

Foto 1 prima dell’incendio- foto Google Earth (Street<br />

View) di agosto 2012.<br />

Fig. 6 - Foto 2 - Potenza<br />

– località Montegrosso<br />

- (foto del 28<br />

luglio 2015) - in primo<br />

piano una parte<br />

dell'ex discarica.<br />

Con le frecce bianche<br />

sono evidenziate aree<br />

bruciate che nella figura<br />

successiva sono<br />

visibili nel loro stato<br />

pre-incendio.<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

Fig. 9 - Foto 4 - Potenza – località Montegrosso<br />

(foto del 28 luglio 2015).<br />

spettrali con una risoluzione<br />

spaziale di 30 m per le bande<br />

da 1 a 7 e per la banda 9. La<br />

risoluzione della banda 8 (panchromatic)<br />

è di 15 m.<br />

In confronto alla precedente<br />

missione Landsat (Landsat7) ci<br />

sono due nuove bande: la banda<br />

1 (ultra-blue) è utile per studi<br />

costieri e sull’aerosol e la banda<br />

9 è utile per il rilevamento dei<br />

cirri.<br />

Thermal Infrared Sensor<br />

(TIRS) ha due bande nel termico<br />

(bande 10 e 11) utili per fornire<br />

temperature superficiali più<br />

precise, acquisite a 100 m ma<br />

ricampionate a 30 m nei dati<br />

del prodotto disponbile.<br />

L’uso di immagini LANDSAT<br />

ha innanzitutto permesso di<br />

effettuare una perimetrazione<br />

speditiva dell’area percorsa dal<br />

fuoco. Nella Fig. 2 viene mostrata<br />

l’immagine Landsat 8 del<br />

28 luglio 2015 sia a veri che<br />

a falsi colori, confrontata con<br />

un’immagine pre-fire del 12 luglio<br />

2015.<br />

Nell’immagine a veri colori<br />

(RGB 432) l’area incendiata<br />

appare di colore marrone scuro,<br />

mentre nell’immagine a falsi<br />

colori (RGB 543) la stessa area<br />

risulta di colore verde scuro.<br />

Pochi giorni dopo l’incendio è<br />

stata effettuata una ricognizione<br />

in situ durante la quale attraverso<br />

un report fotografico e analisi<br />

Fig. 10 - Area incendio 3D.<br />

Fig. 11 - Area incendio pre-evento vista del lato ovest - foto Google earth (Street View).<br />

sul campo si sono raccolti dati<br />

per la valutazione dei danni. In<br />

particolare in Fig. 3 vengono<br />

mostrati i punti di vista di quattro<br />

scatti fotografici, mostrati<br />

nelle Figg. 4, 6, 8 e 9. Per le<br />

Foto 1 e 2 viene anche mostrato<br />

un confronto con lo stato preincendio<br />

attraverso foto tratte<br />

dal tool Street View di Google<br />

Earth (Figg. 5 e 7).<br />

La severità dell’incendio è stata<br />

valutata usando le bande Landsat<br />

8 più sensibili ai cambi di<br />

riflettanza post-fire.<br />

In particolare la riflettanza nella<br />

banda dell’infrarosso medio<br />

(OLI7 - SWIR), che è sensibile<br />

al contenuto in acqua sia del<br />

suolo che della vegetazione,<br />

aumenta dopo l’incendio, mentre<br />

nella regione dell’infrarosso<br />

vicino (OLI5 - NIR) si verifica<br />

un declino della riflettanza a<br />

causa della diminuzione del<br />

contenuto in clorofilla della<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 9


FOCUS<br />

fitomassa (Key and Benson,<br />

2006; Lanorte et al., 2013).<br />

Per questa ragione l’indice calcolato<br />

sulla base di queste due<br />

bande sensibili agli effetti del<br />

fuoco (NBR - Normalized Burn<br />

Ratio) è considerato il miglior<br />

indice per identificare le aree<br />

bruciate.<br />

Un’immagine NBR (Fig. 12) è<br />

calcolata normalizzando le bande<br />

5 (NIR) e 7 (SWIR) nell’equazione<br />

1.<br />

Fig. 12 - Mappa dell'indice dNBR.<br />

Fig. 13 - Mappa di severità dell'incendio.<br />

(1)<br />

La mappa ottenuta calcolando<br />

la differenza tra NBR pre e<br />

post-fire (equazione 2) fornisce<br />

una misura del cambio che<br />

quindi può essere utilizzata per<br />

caratterizzare il grado di severità<br />

dell’incendio perché è correlata<br />

alle modifiche ambientali causate<br />

dal fuoco (Figg. 12 e 13)<br />

(2)<br />

Mappe di previsione del<br />

pericolo d’incendio<br />

Allo scopo di stimare la probabilità<br />

di innesco e propagazione<br />

dell’incendio nel periodo e<br />

nell’area in esame, sono state<br />

utilizzate le mappe di previsione<br />

Fig. 14 - Mappa di Fire Severity (dNBR) importata in GoogleEarth- in alto: vista 2D.<br />

del pericolo d’incendio elaborate<br />

nell’ambito delle attività<br />

di supporto operativo previste<br />

dall’Accordo di collaborazione<br />

scientifica tra CNR-IMAA e<br />

Regione Basilicata per la stagione<br />

estiva 2015.<br />

Le mappe di previsione del pericolo<br />

d’incendio sono elaborate<br />

quotidianamente in base ad uno<br />

specifico algoritmo (Lanorte et<br />

al., 2012; Lanorte and Lasaponara,<br />

2012) che stima la probabilità<br />

all’innesco e propagazione<br />

degli incendi di vegetazione (da<br />

nulla ad estrema) utilizzando<br />

dati satellitari a bassa (MODIS)<br />

e media (LANDSAT) risoluzione<br />

spaziale, dati territoriali<br />

(relativi ai combustibili vegetali<br />

e ai fattori topografici), dati<br />

storici sugli incendi e dati meteorologici,<br />

per l’elaborazione<br />

di indici riferibili a parametri<br />

statici e dinamici connessi alla<br />

stima del pericolo d’incendio.<br />

Il modello è finalizzato a fornire<br />

una previsione almeno a 24 ore<br />

Fig. 15 - Mappa di Fire Severity (dNBR) importata in GoogleEarth- a sx: vista 3D; a dx: vista 3D con centro urbano di Potenza sullo sfondo.<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

a b c<br />

Rosso = Pericolo Estremo<br />

Viola = Pericolo Molto Alto<br />

Arancio = Pericolo Alto<br />

Giallo = Pericolo Moderato<br />

Blu = Pericolo Basso<br />

Bianco= No-Fuel (assenza<br />

di combustibili)<br />

Fig. 16 - Mappe di previsione del pericolo d'incendio nell'area e nei giorni dell'evento analizzato.<br />

del pericolo d’incendio in un<br />

dato territorio alla risoluzione<br />

geometrica di 250 metri.<br />

Lo scopo della mappa di pericolo<br />

d’incendio non è predire<br />

i singoli eventi ma stimare la<br />

probabilità di sviluppo (ignition<br />

danger) e propagazione<br />

dell’incendio (fire spread danger).<br />

Pertanto, essa può essere<br />

utilizzata come supporto per<br />

l’identificazione delle aree<br />

più critiche, allo scopo di<br />

coadiuvare la pianificazione<br />

delle azioni di prevenzione e<br />

l’organizzazione delle attività di<br />

estinzione. In effetti il livello di<br />

pericolo (da nullo a estremo)<br />

identifica la diversa capacità di<br />

propagazione dell’incendio a seguito<br />

di innesco e il grado di difficoltà<br />

delle attività di estinzione.<br />

Come mostrato nella Fig.16,<br />

l’area percorsa dal fuoco è stata<br />

sovrapposta alle mappe di previsione<br />

del pericolo d’incendio<br />

dei tre giorni in cui si è sviluppato<br />

l’evento. Ogni mappa<br />

con risoluzione spaziale di 250<br />

metri è stata elaborata il giorno<br />

precedente a quello a cui si riferisce.<br />

Pertanto la mappa elaborata<br />

il 20 luglio in previsione<br />

del giorno successivo in cui inizia<br />

l’evento, segnalava che tutta<br />

l’area interessata fosse classificata<br />

in pericolo d’incendio molto<br />

alto ed estremo (Fig. 16a). Tale<br />

previsione viene confermata anche<br />

per il giorno seguente (Fig.<br />

16b), mentre la mappa relativa<br />

al 23 luglio (Fig. 16b), mostra<br />

una sostanziale diminuzione del<br />

livello di pericolo, sebbene ancora<br />

alto in alcune aree.<br />

Simulazione ex-post della<br />

propagazione dell’incendio<br />

La previsione della propagazione<br />

del fuoco mediante sistemi<br />

di simulazione dell’incendio<br />

basati su modelli fisico-statistici<br />

in grado di fornire informazioni<br />

su come e in quale direzione un<br />

incendio si può sviluppare, rappresenta<br />

un tema di grande interesse<br />

nel settore della gestione<br />

degli incendi di vegetazione.<br />

Nel caso studio qui esaminato<br />

sono state realizzate simulazioni<br />

dell’incendio con l’obiettivo di<br />

verificare quanto il modello potesse<br />

approssimare il perimetro<br />

finale.<br />

Nello specifico è stato utilizzato<br />

il simulatore FARSITE - Fire<br />

Area Simulator (Finney, 2004),<br />

un software gratuito di diffusione<br />

mondiale realizzato dal Missoula<br />

Fire Sciences Laboratory<br />

(USA) che è il simulatore più<br />

adottato per predire il comportamento<br />

del fuoco.<br />

Per poter operare il software<br />

prevede l’inserimento degli<br />

input relativi alla topografia, al<br />

tipo di combustibile, al grado<br />

di copertura della vegetazione e<br />

alle condizioni meteorologiche<br />

della zona in esame, oltre naturalmente<br />

al punto d’innesco<br />

dell’incendio.<br />

FARSITE permette anche di<br />

scegliere tra diverse metodologie<br />

Fig. 17 - Simulazione della propagazione del fuoco (in rosso) senza previsione<br />

di interventi di spegnimento. Il perimetro reale dell'incendio è in blu.<br />

Fig. 18 - Simulazione della propagazione del fuoco (in rosso) con previsione di interventi<br />

di spegnimento da terra (frecce bianche). Il perimetro reale dell'incendio è in blu<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 11


FOCUS<br />

di attacco alle fiamme (barriere<br />

tagliafuoco). Il software può<br />

generare mappe rappresentanti<br />

l’avanzamento del fronte su<br />

diversi passi temporali.<br />

In Fig. 17 è riportata la simulazione<br />

dell’incendio oggetto di<br />

studio con passo temporale di<br />

30 minuti, con velocità del vento<br />

di 20km/h e durata complessiva<br />

di 30 ore senza prevedere<br />

interventi di spegnimento.<br />

Successivamente come mostrato<br />

in Fig. 18 si è ipotizzato<br />

l’intervento da terra in punti<br />

compatibili con esso. Le frecce<br />

bianche indicano le zone in cui<br />

con FARSITE attraverso il tool<br />

“barriera” è stato simulato l’intervento<br />

da terra per cui in esse<br />

il fronte del fuoco viene bloccato<br />

pur essendoci le condizioni<br />

di diffusione dell'incendio.<br />

Conclusioni<br />

Gli incendi di vegetazione sono<br />

considerati una delle maggiori<br />

cause di degrado ambientale, in<br />

grado di compromettere la funzionalità<br />

degli ecosistemi e di<br />

indurre complessi effetti a livello<br />

locale e globale. Il problema<br />

della gestione del fenomeno degli<br />

incendi è molto complesso,<br />

perché comprende una serie<br />

di aspetti connessi alle caratteristiche<br />

della vegetazione, alla<br />

morfologia del territorio, ai fattori<br />

meteorologici, ai fattori antropici.<br />

Risulta pertanto molto<br />

utile un approccio modellistico<br />

in grado di valutare l’efficacia<br />

di possibili strategie politiche di<br />

previsione e controllo del fuoco.<br />

Il sistema FIRE-SAT sviluppato<br />

presso l’Istituto di Metodologie<br />

per l’Analisi Ambientale<br />

(IMAA) del CNR, ha l’obiettivo<br />

di sviluppare algoritmi e<br />

modelli basati su tecnologie di<br />

Osservazione della Terra, con<br />

lo scopo di ottenere, integrare e<br />

gestire, a differente risoluzione<br />

spaziale e temporale, informazioni<br />

sulla vegetazione in funzione<br />

di una stima del rischio<br />

d’incendio anche con risvolti<br />

operativi al fine di supportare le<br />

azioni di tutte le componenti di<br />

Protezione Civile preposte agli<br />

interventi.<br />

Utilizzando come caso studio di<br />

applicazione di FIRE-SAT, un<br />

incendio sviluppatosi in area di<br />

interfaccia nel comune di Potenza<br />

nel mese di luglio 2015,<br />

abbiamo mostrato l’uso di tecniche<br />

EO-based sia per la stima<br />

degli effetti del fuoco sulla vegetazione<br />

che per la previsione<br />

del pericolo d’incendio. Infine<br />

è stata valutata l’applicabilità di<br />

sistemi di simulazione dell’incendio<br />

in grado di prevedere il<br />

comportamento e la propagazione<br />

del fuoco.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Autori vari - Implementazione e sperimentazione di<br />

un modello di previsione del rischio d'incendio boschivo<br />

- Report tecnici 2011, 2012, 2013, 2014, 2015.<br />

Disponibili presso l‘Ufficio di Protezione Civile del<br />

Dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità<br />

della Regione Basilicata.<br />

FAO (Food and Agriculture Organization). Fire management<br />

global assessment 2006. Food and Agriculture<br />

Organization of the United Nations Rome, 2007<br />

Finney M.A. FARSITE: Fire Area Simulator - Model<br />

Development and Evaluation. Ver. 2004. Rocky<br />

Mountain Research Station USDA Forest Service, MT<br />

Key, Carl H.; Benson, Nathan C. 2006. Landscape<br />

Assessment (LA). In: Lutes, Duncan C.; Keane, Robert<br />

E.; Caratti, John F.; Key, Carl H.; Benson, Nathan C.;<br />

Sutherland, Steve; Gangi, Larry J. 2006. FIREMON:<br />

Fire effects monitoring and inventory system. Gen.<br />

Tech. Rep. RMRS-GTR-164-CD. Fort Collins, CO:<br />

U.S. Department of Agriculture, Forest Service, Rocky<br />

Mountain Research Station. p. LA-1-55<br />

Lanorte A, De Santis F, Aromando A, Montesano T.<br />

Lasaponara R, Coluzzi R.: Monitoraggio satellitare per<br />

la previsione del rischio d’incendio Boschivo. Sperimentazione<br />

pre -operativa in Basilicata, Collana "ilmiolibro.it"<br />

(2010) - ISBN: 978-88-8080-117-7<br />

Lanorte A., F. De Santis, A. Aromando, R. Lasaponara:<br />

Low cost pre-operative fire monitoring from fire danger<br />

to severity estimation based on satellite MODIS,<br />

Landsat and ASTER data: the experience of FIRE-SAT<br />

project in the Basilicata region (Italy) (2012) - Computational<br />

Science and Its Applications - ICCSA 2012<br />

Lanorte A., R. Lasaponara: FIRE-SAT un sistema<br />

satellitare per il monitoraggio sistematico, dinamico<br />

ed integrato degli incendi boschivi: la sperimentazione<br />

operativa nella regione Basilicata (2012) - Geomedia<br />

5 (2012)<br />

Lanorte A., M. Danese, R. Lasaponara and B. Murgante:<br />

Multiscale mapping of burn area and severity using<br />

multisensor satellite data and spatial autocorrelation<br />

analysis (2013). International Journal of Applied Earth<br />

Observations and Geoinformation, Vol. 20 (42-51)<br />

Lanorte A.: Applicazioni di Telerilevamento per il<br />

monitoraggio degli incendi. Edizioni Accademiche Italiane<br />

(2014) - ISBN: 978-3-639-65855-2<br />

ABSTRACT<br />

Remote sensing data can usefully support the fire management<br />

operational applications in different spatial<br />

and temporal scales with a synoptic point of view and<br />

low cost technologies. The satellite monitoring systems<br />

together with other geographic information, historical<br />

data and field measurements, can provide the fire management<br />

operators useful tools of fire danger assessment,<br />

fire prevention, fire-fighting and post-fire planning. The<br />

FIRE-SAT monitoring system was applied to a fire event<br />

which developed in a wildland-urban interface area of the<br />

Potenza town (Basilicata, Italy) on July 2015, in order to<br />

assess the fire occurrence danger, to evaluate the fire effects<br />

and to simulate the fire propagation.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Incendi; monitoraggio; osservazione della terra; previsione<br />

pericolo; simulazione; fire severity<br />

AUTORE<br />

Antonio Lanorte<br />

alanorte@imaa.cnr.it<br />

Fortunato De Santis<br />

fortunato.desantis@imaa.cnr.it<br />

Biagio Tucci<br />

biagio.tucci@imaa.cnr.it<br />

Consiglio Nazionale delle Ricerche<br />

Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale<br />

(CNR – IMAA)<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 13


REPORT<br />

Gestione e pubblicazione di dati territoriali<br />

con tecnologie open: le esperienze maturate<br />

con piccoli e grandi enti del Veneto<br />

di Roberto Marzocchi, Roberta Fagandini, Lorenzo Beggiato, Eugenio Berti, Rosario Ardini, Nicola Freddo,<br />

Tiziano Cosso, Marcello Missagia<br />

In questo articolo sono<br />

presentati due esempi<br />

di pubblicazione di<br />

geodata realizzati con<br />

GFOSS per due città<br />

del Veneto: il SitVi 2.0<br />

webGIS del Comune di<br />

Vicenza e il webGIS del<br />

Comune di Legnano.<br />

Fig. 1 – Applicativi utilizzati da SitVI 2.0 e loro interconnesione.<br />

Un moderno geoportale<br />

è un “cruscotto” per<br />

il controllo del territorio<br />

e costituisce un potente<br />

strumento di divulgazione delle<br />

informazioni sia geografiche<br />

che alfanumeriche ad esse associate.<br />

A poco serve pubblicare<br />

solo mappe cartacee o statiche<br />

in formato PDF, essendo i dati<br />

in continuo aggiornamento.<br />

Pubblicare su un geoportale è<br />

sicuramente molto più utile sia<br />

per cittadini e professionisti sia<br />

dal punto di vista di aggiornamento<br />

e trasparenza nei confronti<br />

di tutti coloro che vogliono<br />

essere informati.<br />

Ci sono due aspetti fondamentali<br />

a cui le due soluzioni<br />

presentate in questo contributo<br />

riescono a dare risposta<br />

• da un lato il fatto che un geoportale<br />

non può né soprattutto<br />

deve, essere uno strumento<br />

a se stante, ma al contrario,<br />

per fare fruttare a pieno le<br />

proprie funzionalità, deve<br />

poter interagire con diverse<br />

fonti di dati, con altri strumenti<br />

analoghi e con diversi<br />

interlocutori.<br />

• Inoltre un geoportale è uno<br />

strumento utile non soltanto<br />

per un grande comune, una<br />

città metropolitana o una regione.<br />

Spesso è uno strumento<br />

di fondamentale importanza<br />

anche per i piccoli comuni,<br />

o qualsiasi altro ente, che<br />

debba gestire dati territoriali;<br />

si pensi per esempio agli enti<br />

di promozione territoriale, ai<br />

soggetti che si occupano di<br />

protezione del territorio, alle<br />

grandi aziende che gestiscono<br />

moli di dati geografici o a<br />

singoli professionisti che si<br />

occupano di gestione e/o monitoraggio<br />

del territorio.<br />

In questo senso, basare un geoportale<br />

su strumenti Open<br />

Source diventa importante e<br />

il presente contributo mette<br />

a confronto due sintomatiche<br />

esperienze parallele. Due enti di<br />

Regione Veneto, di dimensioni<br />

ed esigenze differenti, hanno<br />

entrambi scelto soluzioni open,<br />

basate su software geografici<br />

Free e Open Source (GFOSS -<br />

Geographic Free and Open Source<br />

Software) per l’organizzazione<br />

e pubblicazione del proprio<br />

repertorio di dati territoriali. In<br />

un caso una soluzione custom<br />

made e molto evoluta, nell’altro<br />

caso una soluzione basata su un<br />

servizio di hosting, più semplice<br />

ed economica che ugualmente<br />

consente di ottenere un geoportale<br />

dedicato.<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

I due enti presi<br />

come esempio<br />

Vicenza è un comune capoluogo<br />

di provincia che conta<br />

più di 110’000 abitanti e<br />

già da diversi anni è uno dei<br />

comuni più attivi del Veneto<br />

nell’ambito della progettazione,<br />

sviluppo e mantenimento<br />

di un complesso geoDatabase<br />

(geoDB) per la gestione dei<br />

dati territoriali comunali. Già<br />

da diversi anni si avvaleva di un<br />

visualizzatore di dati basato su<br />

librerie open source (Mapserver<br />

ed Openlayers) denominato<br />

SitVi (Sistema Informativo<br />

Territoriale della Città di<br />

Vicenza).<br />

A partire dal 2013 ha avviato<br />

una serie di analisi di fattibilità<br />

volte ad un utilizzo sempre<br />

maggiore di tecnologie open<br />

source nella pubblicazione dei<br />

propri dati geografici e allo sviluppo<br />

di diversi moduli di ricerca<br />

che consentono a cittadini,<br />

professionisti e tecnici comunali<br />

di accedere agevolmente alle informazioni<br />

contenute in banca<br />

dati attraverso l’interfaccia web<br />

utilizzata per la pubblicazione<br />

del dato territoriale. Alla fine<br />

del 2014, a seguito di una gara<br />

sul mercato elettronico della PA<br />

vinta da Gter srl si è dato inizio<br />

al lavoro che ha portato all’attuale<br />

SitVI 2.0 (http://sit.comune.vicenza.it/SitVI/vicenza/)<br />

inaugurato nell’estate del 2015.<br />

Il comune di Legnago, in provincia<br />

di Verona, è invece un<br />

comune di circa 25’000 abitanti,<br />

non capoluogo e per questo<br />

non è dotato al suo interno di<br />

un apposito ufficio per la gestione<br />

del Sistema Informativo<br />

Territoriale, il cui sviluppo è,<br />

come spesso avviene, in carico<br />

a un ufficio dalle molteplici<br />

funzionalità denominato nella<br />

fattispecie ufficio “Ambiente,<br />

S.I.C. (Sistema Informativo<br />

Comunale), Protezione Civile,<br />

Espropri”.<br />

Fig. 2 – Schema di funzionamento del servizio GisHosting.<br />

Tale ente necessitava quindi<br />

di uno strumento snello ed al<br />

tempo stesso economico per la<br />

gestione dei propri dati territoriali.<br />

A partire dalla primavera del<br />

2016, il comune di Legnago ha<br />

scelto di avvalersi di GisHosting<br />

per la realizzazione, in completa<br />

autonomia, del proprio repertorio<br />

cartografico (www.gishosting.gter.it/comunelegnago)<br />

con il duplice scopo di:<br />

• organizzare i propri dati in<br />

un geoDB servendosi di un<br />

DBMS su server anziché avere<br />

dati sparsi su DB desktop<br />

(ESRI shapefile o altri formati<br />

vettoriali);<br />

• pubblicare online il proprio<br />

repertorio di dati<br />

territoriali organizzato<br />

in diversi<br />

progetti.<br />

Le soluzioni tecnologiche<br />

adottate<br />

SitVI 2.0 è stato<br />

prodotto dall’ufficio<br />

Sistema Informativo<br />

Territoriale in collaborazione<br />

con<br />

l’Unità di progetto di<br />

pianificazione strategica<br />

e territoriale<br />

del settore urbanistica<br />

dell’ente stesso.<br />

Rispetto alla precedente<br />

versione esso è<br />

stato completamente<br />

rinnovato dal punto<br />

di vista tecnologico e grafico,<br />

con un grande ampliamento<br />

del ventaglio di funzionalità<br />

offerte. Si tratta di un servizio<br />

consultabile in maniera gratuita<br />

attraverso la rete internet rivolto<br />

a cittadini, professionisti che<br />

operino sul territorio (geometri,<br />

architetti, ingegneri, etc.) e<br />

studiosi che vogliono saperne<br />

di più sul Comune di Vicenza.<br />

Inoltre una sua versione ampliata,<br />

già attiva da febbraio 2015,<br />

è a disposizione degli uffici<br />

comunali attraverso la rete intranet.<br />

L’intero servizio è stato<br />

interamente realizzato con software<br />

geografico free ed open<br />

source (GFOSS).<br />

Fig. 3 – Interfaccia grafica di SITVI 2.0 con particolare del modulo di gestione<br />

del patrimonio comunale che consente una visualizzazione sempre<br />

aggiornata di concessioni in atto e circa l’andamento dei consumi (gas,<br />

elettricità, acqua, etc.)<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 15


REPORT<br />

Come si può notare dalla figura<br />

1, alla base del nuovo sistema<br />

informativo territoriale del<br />

Comune di Vicenza si è instaurata<br />

una fase di migrazione<br />

delle attuali banche dati comunali<br />

che risiedono sul Database<br />

Management System (DBMS)<br />

Oracle a nuove banche dati<br />

basate su DBMS PostgreSQL /<br />

PostGIS attualmente utilizzate<br />

per la sola pubblicazione dei<br />

dati, su cui però si conta, a partire<br />

da quest’anno di migrare<br />

l’intero geoDB comunale. In<br />

particolare nel nuovo geodatabase<br />

(geoDB) si ha una totale<br />

integrazione fra dati geometrici<br />

e alfanumerici provenienti da<br />

diverse banche dati del Comune<br />

(anagrafe, pratiche edilizie,<br />

catasto, etc.). Proprio questa<br />

struttura integrata del geodatabase<br />

consente query complesse<br />

capaci di restituire informazioni<br />

provenienti da diverse fonti.<br />

Per discriminare la visualizzazione<br />

dei dati da parte degli utenti<br />

sono stati creati schemi diversi<br />

per la pubblicazione dei dati in<br />

funzione della tipologia e dei<br />

diversi livelli di accesso.<br />

Come application server si<br />

utilizza Geoserver, mentre<br />

l’interfaccia client del webGIS<br />

è stata realizzata con Heron<br />

Mapping Client, un framework<br />

javascript open source basato su<br />

Openlayers, ExtJS e GeoExt.<br />

Fig. 4 – Particolare dell’interfaccia di GisHosting. Sulla sinistra l’albero dei layer, in lato a<br />

destra un esempio di geolocalizzazione sulla base della cartografia catastale.<br />

Il nuovo webSIT del Comune<br />

di Legnago è invece basato su<br />

GisHosting (figura 2), una soluzione<br />

basata sul software free ed<br />

open source QuantumGIS (nel<br />

seguito QGIS), sempre più diffuso<br />

fra enti territoriali e professionisti<br />

per l’alta affidabilità assolutamente<br />

comparabile con quella<br />

di analoghi software commerciali,<br />

ma privo di costi di licenza e molto<br />

più interoperabile.<br />

Semplicemente utilizzando<br />

QGIS il tecnico comunale<br />

che, tra gli altri compiti, si occupa<br />

del Sistema Informativo<br />

Territoriale, è quindi riuscito ad<br />

organizzare un ricco geoData-<br />

Base PostgreSQL/PostGIS che<br />

contiene più di 90 strati territoriali<br />

(dato al gennaio <strong>2017</strong>) suddivisi<br />

in circa 20 schemi (catasto,<br />

istat, pat, patrimonio, etc.)<br />

che possono così essere mantenuti<br />

sempre aggiornati. Sempre<br />

utilizzando il solo software GIS<br />

desktop lo stesso tecnico, pur<br />

senza specifiche competenze<br />

nell’ambito della pubblicazione<br />

di dati su web, è riuscito ad<br />

organizzare i dati in opportuni<br />

progetti QGIS utili per la pubblicazione<br />

web basata su QGIS<br />

server, come application server,<br />

e Lizmap, un moderno webclient<br />

open source ottimizzato<br />

anche per il mobile.<br />

Tutti i dati e i software sono su<br />

cloud su un server condiviso<br />

con altri enti e realtà, gestito da<br />

Gter e offerto all’Ente con un<br />

canone mensile a tariffe molto<br />

economiche proprio in virtù<br />

della condivisione del server.<br />

Le funzionalità delle due<br />

soluzioni<br />

Il nuovo SitVi conta più di 400<br />

layer pubblicati suddivisi in 12<br />

macroaree di interesse. E’ basato<br />

su un solo geoDB PostGIS ed<br />

è stato realizzato in poco più di<br />

180 giorni di lavoro. In poco<br />

più di un anno (a partire da<br />

agosto 2015) ha registrato più<br />

di 42’000 accessi e più di 3’800<br />

visitatori unici.<br />

Un forte sforzo è stato profuso<br />

per assecondare le richieste del<br />

settore urbanistica comunale,<br />

per cui sono interamente pubblicati<br />

il Piano degli Interventi<br />

(PI) e il Piano di Assetto del<br />

Territorio (PAT), consentendo<br />

di attuare collegamenti fra<br />

normativa (schede e articoli) e<br />

layers del PI.<br />

Grazie all’integrazione fra i diversi<br />

livelli cartografici sempre<br />

aggiornati e alla possibilità di<br />

aggiungerne altri, il sistema offre<br />

non solo una puntuale mappa<br />

territoriale, ma anche la possibilità<br />

di eseguire interrogazioni<br />

estremamente personalizzate,<br />

selezionando solo la tipologia di<br />

informazioni che interessano.<br />

SitVI 2.0 offre anche, a chi ne<br />

avesse la necessità per studio o<br />

lavoro, di scaricare le banche dati<br />

territoriali nei formati digitali<br />

maggiormente diffusi, integrando<br />

e completando dunque il portale<br />

comunale degli Open Data.<br />

I principali moduli di ricerca<br />

sino ad oggi realizzati sono i<br />

seguenti:<br />

• modulo toponomastica: consente<br />

di effettuare lo zoom<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

su un determinato numero<br />

civico, e di visualizzarne gli<br />

interni e l’anagrafica attraverso<br />

un’opportuna tabella;<br />

• modulo rete geodetica: permette<br />

di visualizzare i punti<br />

della fitta rete geodetica<br />

comunale e non solo, di effettuare<br />

zoom, interrogarne gli<br />

attributi e soprattutto generare<br />

monografie dei punti della<br />

rete in formato pdf;<br />

• modulo anagrafe: permette<br />

interrogazioni anagrafiche su<br />

vie, aree irregolari o regolari<br />

(cerchi di diametro prefissato),<br />

o sul singolo civico (solo<br />

lato INTRANET);<br />

• modulo catasto: consente<br />

zoom e visualizzazione intestatari<br />

sia per il catasto fabbricati<br />

che per quello terreni,<br />

la visualizzazione delle planimetrie<br />

del catasto fabbricati<br />

e la produzione di “carotaggi”<br />

ai fini del Certificato di<br />

Destinazione Urbanistica per<br />

le varie particelle del catasto<br />

terreni;<br />

• modulo pratiche edilizie:<br />

consente la visualizzazione su<br />

mappa delle pratiche edilizie<br />

e la loro interrogazione visualizzandone<br />

tutti i dettagli;<br />

• modulo patrimonio comunale:<br />

consente la visualizzazione<br />

su mappa dell’intero patrimonio<br />

immobiliare comunale e<br />

la sua interrogazione visualizzando<br />

nella fattispecie le concessioni<br />

in atto, l’andamento<br />

dei consumi energetici degli<br />

ultimi anni, eventuali certificazioni<br />

energetiche, etc.<br />

L’interfaccia grafica finale è<br />

quella visualizzata in figura 3. In<br />

particolare alla sinistra si ritrova<br />

un albero dei layer con legenda<br />

integrata, al centro la mappa<br />

con relative toolbar di navigazione<br />

e la status bar, mentre sulla<br />

destra si ritrovano una serie<br />

di finestre con i vari moduli di<br />

ricerca.<br />

Per quel che concerne il webSIT<br />

del comune di Legnago esso è<br />

pubblicato attraverso il webclient<br />

Lizmap che consente la<br />

gestione e pubblicazione di:<br />

• sfondi cartografici, livelli<br />

di zoom, geolocalizzazione<br />

tramite GPS, ottimizzazione<br />

della cache su server, etc;<br />

• strumenti di ricerca esterni<br />

(basati su Google,<br />

Openstreetmap, etc) o interni<br />

sui dati presenti nel proprio<br />

geoDB, quali la localizzazione<br />

basata su via e numero civico<br />

o quella per foglio e particella<br />

catastale;<br />

• visualizzazione di dati tabellari,<br />

popup di interrogazione<br />

dei dati, etc.;<br />

• editing online su specifici<br />

layer e per i soli utenti accreditati;<br />

• serie temporali.<br />

Manutenzione e gestione dati<br />

Per quel che riguarda SitVI 2.0,<br />

come visto il prodotto realizzato<br />

è stato progettato per rispondere<br />

a un gran numero di esigenze,<br />

ma l’appalto ha previsto non<br />

solo la semplice implementazione<br />

del visualizzatore cartografico<br />

e dei relativi moduli per l’accesso<br />

semplificato ai dati alfanumerici<br />

del geoDB comunale, ma<br />

anche la realizzazione di opportuni<br />

tool per la gestione in autonomia<br />

dei progetti da parte dei<br />

responsabili del SIT comunale<br />

e un accurato ed approfondito<br />

percorso di formazione dei responsabili<br />

del SIT comunale al<br />

fine di permettere al Comune di<br />

Vicenza di essere completamente<br />

autonomo nella gestione del<br />

geoDB PostGIS, di Geoserver<br />

e anche della pubblicazione di<br />

nuovi dati. Attraverso opportuni<br />

tool sviluppati ad hoc per i<br />

tecnici comunali è possibile:<br />

• creare nuovi progetti di pubblicazione<br />

su temi specifici;<br />

• aggiungere nuovi layer pubblicati;<br />

• modificare i layer pubblicati;<br />

• un aggiornamento sia automatico<br />

(con cadenza giornaliera)<br />

che manuale del geoDB<br />

PostGIS a partire dalle informazioni<br />

che altri settori<br />

comunali aggiornano sul DB<br />

Oracle ancora in uso;<br />

• pubblicazione di nuovi open<br />

data.<br />

Per quel che concerne il comune<br />

di Legnago, la gestione<br />

e manutenzione è ancora più<br />

semplice, in quanto, come anticipato,<br />

tutta la gestione della<br />

cartografia avviene attraverso<br />

QGIS desktop. Infatte grazie<br />

ad un intuitivo plugin di QGIS<br />

(plugin Lizmap) il comune<br />

stesso può gestire in autonomia<br />

le principali funzionalità volte<br />

alla pubblicazione del dato;<br />

per cui, in poche settimane di<br />

lavoro, il comune di Legnago<br />

si è autonomamente dotato di<br />

un proprio portale per la pubblicazione<br />

ed interrogazione<br />

dei dati territoriali sviluppando<br />

opportuni progetti QGIS corrispondenti<br />

alle diverse cartografie<br />

tematiche da pubblicare sul<br />

webSIT (Stradario Comunale e<br />

numerazione civica, Cartografia<br />

Catastale, Piano Regolatore<br />

Generale Comunale, Piani<br />

Attuativi, etc.)<br />

Conclusioni<br />

Nel presente contributo si sono<br />

presentati due casi realizzati<br />

per due diversi Comuni della<br />

Regione Veneto. Il punto in comune<br />

fra le due scelte, a nostro<br />

avviso vincente, è stata l’adesione<br />

a software free ed open<br />

source che ha consentito la realizzazione<br />

di soluzioni differenti,<br />

ma entrambe adatte alle specifiche<br />

esigenze dei due enti sia<br />

prestazionali che economiche.<br />

Il nuovo SitVi 2.0 realizzato dal<br />

Comune di Vicenza rappresenta<br />

un esempio di come si possa realizzare<br />

un portale cartografico<br />

molto customizzato e altamente<br />

performante e user friendly.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 17


REPORT<br />

È una soluzione sicuramente replicabile per<br />

tutti gli enti dotati di un proprio ufficio<br />

dedicato ai Sistemi Informativi Territoriali<br />

e in grado di dotarsi di una propria infrastruttura<br />

informatica.<br />

Il portale del Comune di Legnago rappresenta<br />

invece una soluzione decisamente più<br />

snella che, per quanto meno performante<br />

rispetto a SitVI 2.0, costituisce un ottimo<br />

esempio di come anche un Ente che non si<br />

possa dotare di un’infrastruttura informatica<br />

ad hoc possa comunque dotarsi di un<br />

proprio geoportale utilizzando un server in<br />

cloud e un semplice GIS desktop già in uso<br />

presso l’ente stesso, senza nessun particolare<br />

aggravio di lavoro per uffici che generalmente<br />

debbono ritagliarsi del tempo per la<br />

gestione del dato geografico.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; geoportale; geowebservice; open source<br />

ABSTRACT<br />

In recent years, the use of Gegraphic Free and Open Source Software<br />

(GFOSS) by the Italian public administration is more diffused (CAD, 2013)<br />

even if the suspicion that proprietary software is more able to completely<br />

solve the problem of the management of a complex geoportal of a big municipality<br />

is still present. In this paper we present two examples of publication<br />

of geodata using GFOSS for two different town of Veneto Region (Italy):<br />

the SitVi 2.0, that is the webGIS of the Vicenza Municipality (~ 110’000<br />

inhabitants) and the webGIS of the Legnago town (~ 25’000 inhabitants).<br />

AUTORE<br />

Roberto Marzocchi<br />

roberto.marzocchi@gter.it<br />

Roberta Fagandini<br />

roberta.fagandini@gter.it<br />

Tiziano Cosso<br />

Gter, spin-off Università di Genova, Piazza De Marini 3/61 - 16123<br />

Genova<br />

Lorenzo Beggiato<br />

lbeggiato@comune.vicenza.it<br />

Eugenio Berti,<br />

Rosario Ardini,<br />

Marcello Missagia<br />

Comune di Vicenza, Settore: Risorse umane, organizzazione e segreteria<br />

generale, Corso Palladio,98 - 36100 Vicenza<br />

Nicola Freddo<br />

nicola.freddo@comune.legnago.vr.it<br />

Comune di Legnago (VR), Settore 3° - Lavori Pubblici ed Urbanistica,<br />

Attività Economiche e SUAP Via XX Settembre, 29 - 37045<br />

Legnago<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


Aeronike presenta City Explorer 3D:<br />

know how e innovazione tecnologica<br />

REPORT<br />

Aeronike, presente sul mercato dal 1966,<br />

ha saputo sviluppare negli oltre 40 anni di<br />

vita, tutte le attività legate al rilievo da<br />

piattaforma aerea, completando la filiera<br />

produttiva dotandosi della strumentazione<br />

necessaria per la redazione di cartografia<br />

numerica aerofotogrammetrica ai<br />

diversi livelli di dettaglio e sviluppando<br />

una competenza core sulla restituzione<br />

3D dei dati aerofotogrammetrici.<br />

City Explorer 3D è una piattaforma<br />

tecnologica che consente di ricreare un<br />

modello virtuale 3D integrando dati e<br />

rilievi aerofotogrammetrici provenienti da<br />

diverse fonti (aereo-drone-terrestri) a<br />

supporto delle esigenze dei diversi enti,<br />

assessorati, associazioni, consorzi etc.<br />

Fornisce all’utente un’esperienza immersiva<br />

3D della propria città o del territorio,<br />

del sito o del monumento di interesse.<br />

Al proprio interno è possibile progettare<br />

specifici itinerari turistici (Tour Virtuali)<br />

con il supporto di una voce narrante<br />

multilingue che permette di immergersi a<br />

360° nel contesto.<br />

L’utilizzatore può accedere al tour virtuale<br />

3D immersivo via web, via APP su dispositivi<br />

mobili, usufruendo anche di supporti<br />

tipo Google Cardboard oppure su un<br />

TOTEM / Monitor Touch Screen disponibile<br />

ad esempio nei vari Punti Informativi<br />

con integrazione di contenuti di Realtà<br />

Virtuale e Realtà Aumentata.<br />

Altri ambiti applicativi del Modello 3D del Territorio<br />

Analisi e Pianificazione<br />

Supporto alla progettazione<br />

Analisi 4D<br />

Rilievo 3D su cui realizzare i progetti esecutivi<br />

Ambiente<br />

GIS 3D<br />

per<br />

interrogazioni<br />

Inserimento di cartografia<br />

Verifiche dimensionali<br />

Inserimento di modelli CAD/BIM<br />

Analisi relazioni spaziali<br />

(rapporto pieni e vuoti)<br />

Export<br />

in<br />

formato<br />

CAD<br />

Realizzazione cartografia da modello 3D<br />

Fotoinserimenti<br />

Supporto per verifica impatto ambientale<br />

Simulazioni (idrogeologico, acustico,etc...)<br />

Profili stradali<br />

www.aeronike.com<br />

Aeronike<br />

@aeronikece3d<br />

Aeronike City Explorer 3D<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 19


REPORT<br />

Delta Solutions: Sistema di<br />

monitoraggio delle deformazioni<br />

Riduzione del rischio nella gestione degli asset<br />

di Chris Emery<br />

Il sistema Topcon Delta Solutions per<br />

il monitoraggio delle deformazioni<br />

consiste nella sintesi di un hardware<br />

altamente performante e di un<br />

software intuitivo, che consente la<br />

gestione dei rischi durante l’intero<br />

ciclo di vita degli asset.<br />

Il monitoraggio è essenziale<br />

per comprendere e gestire i<br />

rischi durante l’intero ciclo<br />

di vita delle infrastrutture. E lo<br />

è in modo particolare in questo<br />

momento, in cui il Regno<br />

Unito sta incrementando i<br />

suoi investimenti proprio nelle<br />

infrastrutture. Lo scorso anno,<br />

il governo della Gran Bretagna<br />

si è impegnato ad investire<br />

oltre 25 miliardi di sterline nel<br />

miglioramento di infrastrutture<br />

obsolete, oltre ai<br />

progetti già in fase di realizzazione<br />

come l’HS2<br />

ed il Crossrail 2. La<br />

realizzazione di queste<br />

infrastrutture richiede<br />

anni di lavoro, spesso<br />

in ambienti urbani<br />

e trafficati: di<br />

conseguenza essa<br />

può presentare<br />

rischi elevati per<br />

le aree circostanti,<br />

laddove<br />

movimenti<br />

strutturali o<br />

cedimenti delle<br />

infrastrutture<br />

stesse potrebbero<br />

avere conseguenze<br />

catastrofiche.<br />

Ad esempio, durante<br />

la costruzione<br />

della Stazione della<br />

metropolitana Pinheiros<br />

di San Paolo del Brasile,<br />

a gennaio 2007 si aprì un<br />

enorme cratere all’interno del<br />

cantiere. Allo stesso modo, nel<br />

2009 il crollo di un tunnel della<br />

Stazione della metropolitana<br />

ancora in costruzione causò<br />

una depressione che distrusse<br />

l’archivio storico di Colonia,<br />

il quale conteneva documenti<br />

risalenti fino al 922 d.C.<br />

L’applicazione della tecnologia<br />

di monitoraggio a progetti<br />

infrastrutturali su vasta scala<br />

risulta essenziale nel fornire<br />

dati che consentano di prevenire<br />

disastri come questi,<br />

garantendo, allo stesso tempo,<br />

qualità ed estrema accuratezza<br />

durante la fase di realizzazione.<br />

In particolare nel caso di alcuni<br />

progetti urbani, spesso il<br />

cantiere si trova a pochi metri<br />

da edifici esistenti ed operativi,<br />

come uffici, abitazioni o mezzi<br />

di trasporto: questo significa<br />

che gli operai devono sapere in<br />

ogni momento in che modo il<br />

cantiere reagisce sia alle forze<br />

ambientali che a quelle artificiali.<br />

Monitoraggio dell’intero<br />

ciclo di vita dell’asset<br />

Il monitoraggio, tuttavia, non<br />

è fondamentale solo nella fase<br />

di costruzione: infatti, anche<br />

le infrastrutture obsolete costituiscono<br />

una sfida continua<br />

non soltanto nel Regno Unito,<br />

ma in tutti i Paesi del mondo.<br />

Non esistono strutture eterne,<br />

e, man mano che la popolazione<br />

aumenta, le tensioni<br />

sulle infrastrutture esistenti<br />

non fanno che aumentare.<br />

L’invecchiamento delle infrastrutture,<br />

di per sé, comporta<br />

dei rischi legati a cedimenti potenziali<br />

ed imprevisti. Sia che<br />

si tratti di costruzioni verticali,<br />

come gli edifici, od orizzontali,<br />

come strade e ponti, l’impatto<br />

di un cedimento influisce, oltre<br />

che sulla struttura stessa e<br />

sui suoi occupanti, anche sulle<br />

persone e sugli edifici che si<br />

trovano nell’area circostante.<br />

Il monitoraggio continuo delle<br />

strutture nella fase successiva<br />

alla realizzazione consente di<br />

allungare la durata dell’infrastruttura<br />

stessa, attraverso l’i-<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

dentificazione dello stato di salute<br />

e dei problemi strutturali,<br />

prima che essi si manifestino.<br />

Monitoraggio tradizionale<br />

La raccolta manuale di dati<br />

dettagliati per il monitoraggio<br />

crea dei problemi legati alla<br />

sua stessa natura: i metodi di<br />

monitoraggio tradizionale, infatti,<br />

richiedono squadre di topografi<br />

presenti sul posto, che<br />

raccolgono dati nell’intera area<br />

del cantiere. Successivamente,<br />

questi dati devono essere trasferiti<br />

in ufficio per essere analizzati<br />

e confrontati con dati<br />

di riferimento. Per ottenere<br />

una visione adeguata ed una<br />

comprensione della stabilità<br />

della struttura durante la costruzione,<br />

il team dovrebbe<br />

attenersi ad almeno due set di<br />

dati al giorno per raccogliere<br />

le informazioni man mano che<br />

procedono i lavori. In primo<br />

luogo, questo richiede un enorme<br />

investimento in termini di<br />

tempo ed economici. Inoltre,<br />

cosa più importante, questo<br />

significa anche aumentare il<br />

numero delle persone a rischio<br />

per la loro salute e sicurezza,<br />

specialmente se il cantiere si<br />

trova in un ambiente particolarmente<br />

pericoloso come nel<br />

caso di miniere, gallerie e cantieri<br />

in quota.<br />

Il sistema Topcon Delta<br />

Solutions per il monitoraggio<br />

delle deformazioni<br />

Il nuovo sistema Delta<br />

Solutions per il monitoraggio<br />

delle deformazioni è una combinazione<br />

di hardware e software<br />

all’avanguardia, progettata<br />

appositamente per fornire<br />

un set di dati completo per una<br />

comprensione accurata di qualsiasi<br />

asset. Realizzato per garantire<br />

affidabilità ed accuratezza,<br />

il sistema, integrando tecnologia<br />

di misurazione ad elevata<br />

precisione con un software<br />

avanzato e dati di diversa natura,<br />

consente di incrementare<br />

il livello di conoscenza durante<br />

la realizzazione di complicati<br />

progetti e di rilievi strutturali,<br />

in modo da ridurre i rischi.<br />

Le stazioni totali sono strumenti<br />

molto diffusi per la raccolta<br />

di dati per monitoraggio,<br />

e la possibilità di controllarli<br />

da remoto si è già dimostrata<br />

estremamente efficace. Il nuovo<br />

Delta Link Topcon porta<br />

questa tecnologia un passo<br />

in avanti: con la sua brillante<br />

funzionalità e le dimensioni<br />

compatte, infatti, il Delta Link<br />

si differenzia da tutti gli altri<br />

prodotti sul mercato.<br />

Questo nuovo prodotto offre<br />

un’ampia scelta di caratteristiche<br />

innovative, disponibili su<br />

uno strumento grande quanto<br />

una scatola da scarpe. Tra queste<br />

caratteristiche: controllo<br />

embedded, data buffering,<br />

memoria locale, tecnologie<br />

on board di comunicazione<br />

multipla e gestione intelligente<br />

dell’energia. Ciò significa che<br />

l’unità Delta Link registra in<br />

continuo dati accurati e stabili,<br />

senza alcun impatto da parte<br />

di condizioni esterne avverse.<br />

Nel caso in cui il trasferimento<br />

dei dati fallisca per un qualsiasi<br />

motivo, i dati vengono salvati<br />

sull’unità locale fino a che non<br />

viene ristabilita una connessione<br />

stabile. Allo stesso modo, se<br />

la fonte di alimentazione principale<br />

si interrompe, l’unità<br />

passa automaticamente ad una<br />

delle due fonti di backup, fino<br />

a che la fonte di alimentazione<br />

principale non viene ripristinata.<br />

Piccolo e leggero, il Delta Link<br />

è facile da installare ed è dotato<br />

di classificazione IP65, per cui<br />

è totalmente resistente alla polvere<br />

ed impermeabile. Inoltre è<br />

dotato di una propria stazione<br />

meteorologica integrata, che<br />

misura la temperatura, la pres-<br />

sione e l’umidità. Progettato<br />

per garantire affidabilità e precisione,<br />

il sistema salvaguarda<br />

da qualsiasi interferenza esterna<br />

o malfunzionamento della rete,<br />

in modo da proteggere i dati<br />

affinché siano sempre affidabili.<br />

Delta Log<br />

Oltre al Delta Link, Topcon<br />

ha realizzato anche il Delta<br />

Log: un programma facile da<br />

usare ed intuitivo, installato<br />

sull’unità Delta Link per telecomandare<br />

le stazioni totali.<br />

Tramite il Delta Log, l’utente<br />

può progettare e configurare<br />

un regime di monitoraggio che<br />

può essere locale o da remoto.<br />

Questo programma impiega le<br />

tecnologie esclusive di Topcon<br />

per le stazioni totali, come il<br />

Reflector Prescan, che permette<br />

di identificare velocemente fino<br />

a 100 target per volta.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 21


REPORT<br />

Il Delta Log è provvisto di<br />

funzionalità avanzate che<br />

consentono di gestire le letture,<br />

i tipi di target e la programmazione<br />

dell’attività dello strumento<br />

senza dover essere sul<br />

posto.<br />

Delta Watch<br />

Oltre a garantire un flusso di<br />

lavoro completo e senza interruzioni,<br />

il sistema Delta di<br />

monitoraggio delle deformazioni<br />

include anche il Delta<br />

Watch: il sofisticato pacchetto<br />

Topcon per l’elaborazione dei<br />

dati. Il software di monitoraggio<br />

funziona come una piattaforma,<br />

su cui si registrano, si<br />

confrontano e si processano i<br />

dati geodetici acquisiti in manuale<br />

ed in automatico. Oltre<br />

a consentire la visualizzazione,<br />

la reportistica e le funzioni di<br />

allarme, il Delta Watch include<br />

di serie anche avanzate<br />

funzionalità di compensazione<br />

della rete. Utilizzando il Delta<br />

Watch, l’utente può creare un<br />

numero illimitato di trasformazioni<br />

di sistemi di coordinate,<br />

o ‘sistemi di riferimento locali’,<br />

per ciascun progetto. Mediante<br />

la creazione di questi sistemi di<br />

coordinate, è possibile monitorare<br />

e visualizzare il movimento<br />

di qualsiasi edificio nelle vicinanze<br />

che potrebbe subire gli<br />

effetti diretti del cantiere.<br />

Il software è in grado di<br />

elaborare informazioni geodetiche<br />

provenienti da un numero<br />

illimitato di strumenti che<br />

lavorano allo stesso progetto,<br />

collegati nella stessa rete. In<br />

questo modo si elimina ogni<br />

potenziale anomalia dai dati,<br />

assicurando un dataset preciso,<br />

accurato e completo.<br />

Sistema modulare<br />

Il nuovo sistema Topcon Delta<br />

Solutions per il monitoraggio<br />

delle deformazioni è stato<br />

progettato per essere facile da<br />

usare e per essere integrato<br />

senza interruzioni all’interno<br />

di qualsiasi flusso di lavoro.<br />

Trattandosi di un Sistema modulare,<br />

gli utenti possono scegliere<br />

la tecnologia che ritengono<br />

più idonea sia che si tratti<br />

di un software, sia che si tratti<br />

di una suite completa di prodotti.<br />

Questo approccio modulare<br />

consente di introdurre nel<br />

modulo Delta Sat, oltre ai dati<br />

geodetici terrestri, anche dati<br />

aggiuntivi, come ad esempio<br />

dati GNSS. In questo modo,<br />

gli utilizzatori possono monitorare<br />

gli effetti di movimenti<br />

sospetti causati da importanti<br />

fattori ambientali o geografici,<br />

per giungere ad una comprensione<br />

più dettagliata delle cause<br />

dei movimenti rilevati dalla<br />

stazione totale.<br />

La rivoluzione nel monitoraggio<br />

strutturale<br />

Sistemi automatizzati come il<br />

Delta Solutions stanno rivoluzionando<br />

l’approccio alla gestione<br />

degli asset. Funzionando<br />

come una suite di comando<br />

centralizzata, questa tecnologia<br />

consente di creare dataset dettagliati,<br />

affidabili ed accurati,<br />

tali da poter essere analizzati<br />

rapidamente e da remoto, al<br />

fine di ridurre il rischio durante<br />

l’intero ciclo di vita degli<br />

asset. Inoltre, attraverso l’eliminazione<br />

della latenza potenziale<br />

della rete, grazie all’impiego<br />

di un canale di comunicazione<br />

altamente performante<br />

e di un pacchetto software<br />

smart, il sistema Delta per il<br />

monitoraggio delle deformazioni<br />

è in grado di offrire una<br />

rassicurazione costante sullo<br />

stato di salute di una struttura,<br />

finita o in costruzione.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Monitoraggio; infrastrutture; safety;<br />

asset management; Total station;<br />

GNSS<br />

ABSTRACT<br />

Infrastructures and surrounding areas can<br />

present great risks where structural movement<br />

or failure of infrastructure can result<br />

in catastrophic consequences also for the<br />

people living and working in nearby existing<br />

buildings, besides for the teams of<br />

workers involved in the infrastructures underway.<br />

As a positive and important consequence<br />

of this growing awareness, the increasing<br />

application of systematic techniques for<br />

structural monitoring has proved essential<br />

for risk comprehension and management<br />

throughout the entire life cycle of infrastructures.<br />

In this article reference is made to the remarkable<br />

investments that the UK has been<br />

lately pledging (wishing similar measures<br />

are taken also in our country), both for the<br />

improving of existing aging infrastructures<br />

and for new projects.<br />

In the second part of the article, the hardware<br />

and software components of the Topcon<br />

Delta Solutions modular solution are<br />

analyzed in details: Delta Link, Delta Log<br />

and Delta Watch, designed for ease of use<br />

and seamless integration into any workflow.<br />

AUTORE<br />

Chris Emery<br />

Business Manager - Monitoring Solutions<br />

Europe, Topcon<br />

cemery@topcon.com<br />

Traduzione a cura di Giorgia Ausili<br />

STC – Projects Support, Topcon<br />

Positioning Italy<br />

gausili@topcon.com<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


®<br />

®


REPORT<br />

Come velocizzare a dismisura il<br />

processo di identify su una mappa<br />

Il processo di creazione di una tile cache di mappa utilizzando identificativi univoci<br />

di Massimiliano Bernabe<br />

Individuare e trasmettere<br />

velocemente le chiavi primarie delle<br />

features di una mappa in modo<br />

trasparente per l’utilizzatore finale.<br />

Il processo supporta nativamente<br />

molteplici layer, senza alcun<br />

peggioramento nelle performance.<br />

Noi tutti conosciamo i<br />

tile di mappa e li utilizziamo<br />

per velocizzare<br />

il processo di rendering delle<br />

mappe, a scale predefinite. Ma<br />

cosa succede quando un utente<br />

desidera conoscere di più degli<br />

oggetti che vede a schermo?<br />

Deve effettuare un’operazione di<br />

identify, magari su un numero<br />

considerevole di layer cartogafici.<br />

Fino ad ora questo processo<br />

era lento, e veniva elaborato da<br />

server e database interrogando<br />

indici spaziali, filtrando risultati<br />

e effettuando clip, con l’unico<br />

scopo di ritornare all’utente delle<br />

informazioni aggiuntive su un<br />

ristretto numero di oggetti.<br />

Da oggi, con l’utilizzo di una<br />

nuova buona pratica chiamata<br />

Identification Tiles tutto questo<br />

sarà solo un ricordo.<br />

Mediante l’utilizzo degli Identification<br />

Tiles infatti il processo<br />

di identify può essere demandato<br />

completamente al client<br />

e l’unico compito rimanente<br />

del server di mappa è quello di<br />

repository di informazioni statiche.<br />

Il processo di identificazione<br />

tramite WMS<br />

Il protocollo WMS, definisce<br />

la richiesta GetFeatureInfo per<br />

dare la possibilità al client di<br />

ricevere le informazioni di una<br />

data posizione su una mappa.<br />

Ogni client è obbligato nella richiesta<br />

a fornire i nomi dei layer<br />

nei quali effettuare la ricerca ed<br />

una zona dalla quale estrarre le<br />

informazioni desiderate.<br />

Questa tipologia di richieste genera<br />

un grande quantitativo di<br />

elaborazione lato server di mappa<br />

per essere evasa:<br />

4il server di mappa esegue una<br />

interrogazione sul database<br />

per ogni layer richiesto<br />

4per ogni layer il database utilizza<br />

l’indice spaziale per filtrare<br />

i record che soddisfano<br />

il filtro della richiesta<br />

4se trova dei risultati li comunica<br />

al server di mappa<br />

4il server di mappa compila la<br />

risposta da inviare al client e<br />

la invia<br />

Dopo tutta questa elaborazione<br />

il client deve interpretare la<br />

risposta e visualizzarla in modo<br />

opportuno all’utente.<br />

Il processo di identificazione<br />

tramite Identification Tiles<br />

La buona pratica degli Identification<br />

Tiles definisce come<br />

memorizzare nelle immagini<br />

dei tiles tutte le informazioni<br />

necessarie ad ottenere un identificativo<br />

univoco per ogni feature<br />

all’interno di una mappa. Ogni<br />

feature viene obbligatoriamente<br />

individuata con un UUID versione<br />

4 e queste informazioni<br />

sono già disponibili nei tile di<br />

identificazione.<br />

Il processo diventa quindi il seguente:<br />

4il client conosce la posizione<br />

che l’utente vuole identificare<br />

4il client calcola il corrispondente<br />

Identification Tile e lo<br />

richiede al server<br />

4il server lo invia, è un’immagine<br />

statica che può facilmente<br />

essere cachata a tutti i livelli<br />

4il client estrae dall’identification<br />

tile gli Identificativi delle<br />

feature presenti<br />

4il client richiede al server le<br />

features utilizzando l’identificativo<br />

4il server ad ogni richiesta<br />

risponde con un JSON, informazione<br />

statica che può<br />

essere cacheata a tutti i livelli.<br />

Quindi il server di mappa risponde<br />

solo con informazioni<br />

statiche e non viene eseguita<br />

alcuna elaborazione a livello di<br />

database.<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Limitazioni nell’uso di Identification<br />

Tiles<br />

Non tutte le basi di dati sono<br />

pronte per essere interrogate tramite<br />

Identification Tiles , ma fortunatamente<br />

è facile trasformare<br />

una qualsiasi base dati in modo<br />

da diventare compatibile. Esiste<br />

infatti un’unica limitazione: ogni<br />

feature all’interno della base dati<br />

deve essere univocamente identificata<br />

mediante uno UUID<br />

versione 4.<br />

Creare una cache<br />

di Identification Tiles<br />

Gli Identification Tiles sono una<br />

directory di immagini PNG che<br />

seguono la nomenclatura slippy<br />

map. Ogni PNG contiene<br />

moltissimi UUID, codificati in<br />

modo da essere facilmente interpretati<br />

dall’applicazione client: in<br />

ogni immagine viene individuata<br />

una griglia 64x64 dove ogni cella<br />

è composta da 16 pixel.<br />

Ognuna delle celle ha abbastanza<br />

spazio informativo per contenere<br />

al massimo tre UUID diversi ed<br />

alcune informazioni di controllo.<br />

Risulta quindi obbligatorio<br />

utilizzare il formato PNG in<br />

quanto senza perdita di informazione.<br />

Non è possibile utilizzare<br />

altri formati più compressi come<br />

il jpeg.<br />

Gestione delle richieste<br />

alfanumeriche<br />

Usare gli Identification Tiles per<br />

interrogare una banca dati rende<br />

molto facile il reperimento dei<br />

alcune informazioni fondamentali<br />

(gli identificativi) delle<br />

features, avendo la loro posizione.<br />

Ma come si può rimuovere<br />

completamente la dipendenza<br />

tra il server di mappa e il database?<br />

L’ultimo passo dunque è<br />

quello di esportare il contenuto<br />

del database in molti file JSON,<br />

da memorizzare direttamente<br />

sul server di mappa. I filesystem<br />

moderni gestiscono tranquillamente<br />

diversi milioni di piccoli<br />

file organizzati in sottodirectory.<br />

Col fine di individuare una<br />

nomenclatura utilizzabile in generale,<br />

si devono seguire queste<br />

regole:<br />

4ogni feature del database viene<br />

esportata in un unico file<br />

JSON<br />

4il nome di ogni file JSON è la<br />

rappresentazione in esadecimale<br />

dell’UUID della feature<br />

che contiene<br />

4i nomi dei file son in minuscolo,<br />

ed hanno estensione<br />

“.json”<br />

4usare i primi tre caratteri del<br />

nome del file come nome<br />

della sottodirectory che lo<br />

contiene, in questo modo si<br />

limita il numero di file nella<br />

directory dei dati.<br />

Fumo o arrosto?<br />

L’utilizzo degli Identification Tiles<br />

è una pratica molto innovativa<br />

ed ancora non è standardizzata<br />

in nessun protocollo riconosciuto<br />

a livello internazionale, ma ci<br />

sono già delle implementazioni e<br />

degli esempi funzionanti, di cui<br />

uno rilasciato con licenza EUPL<br />

V.1.1.<br />

Di questa implementazione sono<br />

disponibili:<br />

4tutti gli script e le procedure<br />

SQL per generare gli Identification<br />

Tiles a partire da un<br />

database Postgis<br />

4una implementazione javascript<br />

di esempio<br />

Non sono invece presenti al momento<br />

dei plugin per le maggiori<br />

librerie javascript (OpenLayers,<br />

Leaflet, ...) che integrano questa<br />

funzionalità.<br />

Conclusioni<br />

In conclusione considero questa<br />

una vera innovazione nel campo<br />

dei sistemi informativi territoriali,<br />

ed anche se al corollario mancano<br />

moltissime integrazioni<br />

con i maggiori framework, è una<br />

pratica che vale la pena di considerare<br />

ed implementare, in particolare<br />

nel caso di applicazioni<br />

che devono essere utilizzate da<br />

quantità di utenti in contemporanea<br />

e per le quali i dati di base<br />

sono relativamente fissi.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; maps; layer cartografici; identification<br />

tiles;<br />

ABSTRACT<br />

The article describes how to quickly locate and<br />

transmit the primary features of a map to the end<br />

user. It supports natively multiple layers without<br />

any deterioration in performance.<br />

AUTORE<br />

Massimiliano Bernabe<br />

massimiliano.bernabe@gmail.com<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 25


REPORT<br />

Un caso studio di analisi geospaziale<br />

applicata alla mobilità ciclistica:<br />

l’analisi dei flussi della città di Napoli<br />

di Massimiliano Moraca,<br />

Carmine Aveta<br />

Fig. 1 - La città di Napoli (in blu), le 10 Municipalità che la compongono e le città limitrofe.<br />

Le analisi di seguito riportate<br />

sono tese a analizzare i<br />

dati dell’European Cycling<br />

Challenge 2015 in ottica<br />

geospaziale. Tali analisi,<br />

presentate anche al GIS Day<br />

2016 oltre che al TIS<strong>2017</strong>,<br />

sono state condotte con<br />

l’ausilio dei software open<br />

source QGIS e Postgres/<br />

PostGIS.<br />

L’<br />

obiettivo del presente<br />

documento è<br />

quello di analizzare<br />

i dati della edizione 2015 della<br />

European Cycling Challenge<br />

per la città di Napoli - utilizzata<br />

come caso studio - definendo<br />

una metodologia per la elaborazione<br />

dei dati e presentando<br />

cosi i risultati ottenuti. La città<br />

di Napoli è suddivisa in 10<br />

Municipalità (la suddivisione<br />

in Municipalità è stata presa<br />

come riferimento per le analisi<br />

effettuate), con una superficie<br />

di 117,27 km 2. La città di<br />

Napoli presenta una complessa<br />

configurazione orografica del<br />

territorio - stretta tra le colline<br />

e il mare – e una rete stradale di<br />

circa 1200 km.<br />

La metodologia prevede step<br />

successivi, partendo dagli obiettivi<br />

della campagna di indagine<br />

fino ad arrivare alla modalità<br />

con cui vengono ottenuti tali<br />

dati, e garantisce la replicabilità<br />

a qualsiasi tipo di indagine ottenuta<br />

a partire da un database<br />

georeferenziato.<br />

Tale analisi rappresenta in assoluto<br />

la prima campagna di<br />

indagine sulla mobilità ciclistica<br />

effettuata nella città.<br />

La European Cycling<br />

Challenge<br />

La European Cycling Challenge<br />

(“ECC”), la cui prima edizione<br />

si è svolta nel 2012, è una sfida<br />

a squadre fra ciclisti urbani che<br />

si svolge dal 1 al 31 maggio. La<br />

manifestazione, a cui possono<br />

aderire tutte le città che ne<br />

fanno richiesta, prevede una<br />

competizione “virtuosa” tra i<br />

cittadini delle città coinvolte<br />

basata sui km complessivi che i<br />

ciclisti/cittadini percorreranno<br />

in quel mese, e sul numero di<br />

partecipanti “attivi” di ogni<br />

città. Per contribuire al chilometraggio<br />

della “squadra-città”<br />

è necessario registrare tutti gli<br />

spostamenti in bicicletta tramite<br />

l’App gratuita “Cycling365”,<br />

oppure inserire i propri spostamenti<br />

manualmente tramite il<br />

sito web della manifestazione.<br />

La ECC fornisce alle città partecipanti,<br />

mediante un database,<br />

i dati ricavati attraverso l’uso<br />

dell’App, per la durata della<br />

manifestazione. Per l’edizione<br />

2015, sono stati 99 i cittadini<br />

del Comune di Napoli che<br />

hanno consentito di registrare i<br />

propri spostamenti in bicicletta<br />

nel mese di maggio.<br />

L’App “Cycling 365” ha salvato,<br />

per ogni spostamento registrato,<br />

e con una frequenza di 5<br />

secondi, la posizione dei ciclisti<br />

(tramite GPS) e alcuni dettagli<br />

dello spostamento (identificati-<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

vo dello spostamento, lunghezza<br />

dello spostamento, giorno e<br />

orario dello spostamento) in un<br />

database.<br />

La rete dei percorsi ciclabili<br />

di Napoli è stata istituita con<br />

Ordinanza Sindacale n.1233<br />

del 9/11/2012, e si sviluppa<br />

lungo la direttrice est-ovest della<br />

città, nel tratto pianeggiante costeggiando<br />

il mare, e attraversa<br />

quattro Municipalità: la 10, la<br />

1, la 2 e la 4.<br />

I percorsi ciclabili presenti a<br />

Napoli possono essere suddivisi<br />

in 3 categorie:<br />

Tipo 1: percorsi ciclabili in<br />

sede propria;<br />

Tipo 2. percorsi promiscui<br />

ciclo-pedonali (percorso segnalato<br />

su marciapiede per i<br />

ciclisti, ma con precedenza<br />

per i pedoni);<br />

Tipo 3: percorsi ciclabili in<br />

promiscuo con i veicoli.<br />

La pianificazione del caso<br />

studio<br />

L’estrazione dei risultati dal database<br />

della European Cycling<br />

Challenge ha richiesto lo<br />

sviluppo di una metodologia<br />

basata sui classici schemi di<br />

analisi dell’ingegneria dei trasporti<br />

presenti in letteratura<br />

(Richardson, 1995), e prevede i<br />

seguenti passaggi:<br />

4Definizione degli obiettivi;<br />

4Definizione dei fattori chiave;<br />

4Analisi del fenomeno secondo<br />

i fattori chiave identificati;<br />

4Elaborazione dei dati;<br />

4Valutazione dei risultati.<br />

Il database fornito dall’ECC, in<br />

formato .csv, ha una struttura<br />

nella quale in ogni riga vengono<br />

fornite informazioni circa lo<br />

spostamento registrato (codice<br />

identificativo dello spostamento,<br />

codice del singolo punto<br />

ricadente all’interno dello<br />

Fig. 2 - La rete dei<br />

percorsi ciclabili<br />

della città di Napoli.<br />

spostamento),<br />

informazioni<br />

sul tempo<br />

(giorno in cui<br />

si è effettuato<br />

lo spostamento,<br />

ora, minuto e secondo della<br />

rilevazione) e informazioni di<br />

carattere geografico (latitudine<br />

e longitudine del singolo<br />

punto rilevato mediante GPS).<br />

Consequenzialmente, i fattori<br />

chiave individuati sono due,<br />

“Spazio” e “Tempo”. Tali fattori<br />

chiave sono poi stati suddivisi<br />

in diversi “layer”, ciascuno atto<br />

ad analizzare un diverso aspetto<br />

del fenomeno:<br />

4Fattore chiave “Tempo”:<br />

o Fascia oraria 0-24;<br />

o Fascia oraria 7,30-<br />

9,30 (Fascia oraria<br />

“Mattino”);<br />

o Fascia oraria 16,30-<br />

18,30 (Fascia oraria<br />

“Pomeriggio”);<br />

4Fattore chiave “Spazio”:<br />

o Ambito cittadino;<br />

o Municipalità;<br />

o Matrice O/D;<br />

o Strade del<br />

Comune di<br />

Napoli più<br />

percorse.<br />

Le classificazioni cosi<br />

introdotte consentono<br />

di rispondere alla fase di<br />

definizione degli obiettivi<br />

con un livello di dettaglio<br />

progressivamente<br />

più accurato. Dall’unione dei<br />

layer si ottiene una matrice 3x4<br />

in cui ciascuna delle quattro<br />

sotto-classi del layer “Spazio” è<br />

analizzata secondo le tre diverse<br />

fasce orarie del layer “Tempo”.<br />

L’unione dei layer consente di<br />

effettuare analisi di dettaglio e<br />

valutare se esistono fenomeni<br />

particolari come spostamenti<br />

casa-lavoro e casa-scuola, e<br />

come gli spostamenti si distribuiscono<br />

nell’arco di una fascia<br />

oraria di riferimento e sul territorio.<br />

L’applicazione della<br />

metodologia e l’uso del GIS<br />

L’analisi dei dati è stata condotta<br />

importando il file csv in<br />

Fig. 3 - La metodologia applicata e il raggruppamento<br />

dei risultati ottenuti.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 27


REPORT<br />

ambiente GIS usando il client<br />

QGIS associato a Postgres/<br />

PostGIS. Questo ha consentito<br />

di studiare ciascuna riga presente<br />

nel database. Di particolare<br />

importanza infatti sono state le<br />

colonne che riportano le coordinate<br />

geografiche di ogni riga<br />

(rappresentative di una posizione<br />

specifica raggiunta nell’ambito<br />

del singolo spostamento),<br />

espresse con l’EPSG 4326, la<br />

colonna che identifica il viaggio<br />

denominata TripID, le colonne<br />

con i dati temporali come giorno<br />

della settimana, data ed ora,<br />

e la colonna con i riferimenti<br />

alla distanza progressiva del<br />

viaggio. Importato il csv in ambiente<br />

GIS si è proceduto alla<br />

sua riproiezione usando l’EPSG<br />

32633, sistema di riferimento<br />

geodedico in cui ricade l’area in<br />

esame.<br />

In QGIS è stato quindi possibile<br />

eliminare i viaggi che si<br />

svolgevano totalmente all’esterno<br />

dell’area in esame con<br />

una selezione inversa sui punti<br />

traccia usando come vettore di<br />

selezione i confini comunali di<br />

Napoli scaricati dalla sezione<br />

OpenData del sito del Comune<br />

di Napoli.<br />

In PostGIS grazie alle query<br />

SQL di raggruppamento<br />

si è potuto associare ad ogni<br />

TripID il computo totale dei<br />

km percorsi, le velocità media<br />

ed il giorno in cui è stato effettuato<br />

lo spostamento. Grazie<br />

a queste aggregazioni è stato<br />

possibile eliminare i viaggi che<br />

non ricadevano nelle specifiche<br />

dell’ECC come i viaggi con una<br />

distanza percorsa maggiore di<br />

30km e/o una velocità media<br />

maggiore di 30km/h. In questo<br />

modo si è ottenuto anche il<br />

computo totale degli spostamenti.<br />

I passaggi descritti precedentamente<br />

ci hanno permesso<br />

di ottenere un geodatabase<br />

pronto per gli studi successivi.<br />

Sempre tramite SQL è stato<br />

possibile individuare il primo e<br />

l’ultimo punto di ogni spostamento,<br />

chiamandoli rispettivamente<br />

start ed end, esportando<br />

così il dato in un nuovo vettore<br />

PostGIS.<br />

Si è provveduto poi a creare un<br />

vettore poligonale che contenesse<br />

la suddivisione del Comune<br />

di Napoli nelle sue 10 municipalità<br />

ed i Comuni ad esso<br />

confinanti.<br />

Con una serie di operazioni<br />

di spatial join sono stati poi<br />

associati agli start ed end individuati<br />

precedentemente le<br />

informazioni relative all’area di<br />

inizio e fine del viaggio. Questa<br />

operazione ci ha consentito di<br />

ottenere un vettore puntuale<br />

a cui ad ogni start corrisponde<br />

un’area di partenza, sia essa una<br />

Municipalità o un Comune,<br />

e ad ogni end un’area di fine<br />

viaggio.<br />

Da Open Street Map, per valutare<br />

quali strade dell’area in esame<br />

fossero state maggiormente<br />

utilizzate dai ciclisti, è stato<br />

Fascia oraria Spostamenti Km coperti<br />

prelevato il reticolo stradale<br />

della città di Napoli. Tale reticolo<br />

è stato ripulito dai tracciati<br />

stradali in cui è vietato l’accesso<br />

alle biciclette, come autostrada<br />

e tangenziale o i tracciati<br />

ferroviari. Successivamente è<br />

stato possibile, con uno spatial<br />

join, associare ai punti traccia il<br />

nome della strada percorsa che<br />

ci ha consentito di individuare<br />

le strade con il maggior flusso<br />

di ciclisti.<br />

Infine è stato esportato il vettore<br />

puntuale come file csv per<br />

continuare le indagini con l’ausilio<br />

di Excel con cui grazie ad<br />

una serie di tabelle pivot si sono<br />

estratti i dati di interesse per il<br />

nostro studio.<br />

Analisi dei risultati<br />

Il database dell’ECC ha registrato<br />

oltre mezzo milione di<br />

punti, che rappresentano le “fotografie”<br />

di tutti gli spostamenti<br />

effettuati nel mese di maggio<br />

2015, con un intervallo di 5<br />

secondi.<br />

Km per<br />

spostamento<br />

0 - 24 1.293 7.960,94 6,16<br />

Mattina 213 1.616,78 7,59<br />

Pomeriggio 251 1.409,01 5,59<br />

Tab. 1 - Tabella riassuntiva degli spostamenti e dei chilometri percorsi nella ECC 2015 a Napoli.<br />

Municipalità<br />

Spostamenti registrati<br />

0 - 24 Mattino Pomeriggio<br />

1 713 104 110<br />

2 257 41 35<br />

3 28 8 1<br />

4 293 36 36<br />

5 422 80 87<br />

6 118 27 33<br />

7 27 0 5<br />

8 47 3 5<br />

9 38 8 2<br />

10 542 110 95<br />

Totale 2485 417 409<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong><br />

Tab. 2 - Spostamenti complessivi registrati nelle 10 Municipalità.


REPORT<br />

Fig. 4 -<br />

Mappa di<br />

concentrazione<br />

degli<br />

spostamenti.<br />

Fig. 5 - Sommatoria<br />

degli<br />

spostamenti di<br />

origine e destinazione.<br />

Da precisare il concetto riguardante<br />

la rilevazione della posizione<br />

mediante GPS: numerosi<br />

studi in letteratura (Lindsey,<br />

2013), hanno evidenziato come<br />

l’accuratezza dei dati varia in<br />

un range compreso tra i 5 e i 10<br />

m rispetto alla vera posizione<br />

del ciclista sulla sede stradale,<br />

nonostante questo limite l’accuratezza<br />

della posizione è tale<br />

da rendere corretto associare<br />

alle singole posizioni la giusta<br />

strada.<br />

Spostamenti<br />

Il numero totale di spostamenti<br />

registrati in bici nel corso della<br />

ECC 2015 all’interno del<br />

Comune di Napoli è di 1.293,<br />

mentre i chilometri percorsi in<br />

totale sono stati 7.960, per una<br />

media spostamento pari a 6,16<br />

km/spostamento.<br />

L’analisi del database per le fasce<br />

orarie evidenzia come gli spostamenti<br />

registrati sono spalmati<br />

nell’arco della giornata, senza<br />

registrare particolari picchi riconducibili<br />

a motivi casa-lavoro<br />

Fascia oraria<br />

0-24 Mattino Pomeriggio<br />

Interni Esterni Interni Esterni Interni Esterni<br />

Interni 1193 51 204 5 197 5<br />

Esterni 48 1 4 0 10 1<br />

Tab. 3. Matrice O/D, fascia oraria 0-24.<br />

o casa-scuola. Infatti, solo il<br />

16% degli spostamenti complessivi<br />

sono stati registrati nella<br />

fascia mattutina, mentre sono<br />

il 19,4% quelli registrati nel<br />

pomeriggio. Inoltre si evidenzia<br />

come gli spostamenti mattutini<br />

sono di lunghezza superiori a<br />

quelli pomeridiani (7,59 km per<br />

spostamento, rispetto ai 5,59<br />

km di media registrati nel pomeriggio).<br />

La Tabella 3 mostra il totale<br />

degli spostamenti suddivisi<br />

per tipologie nelle 24 ore.<br />

Oltre il 90% degli spostamenti<br />

complessivi registrati si sono<br />

verificati all’interno della città<br />

di Napoli, con una piccola frazione<br />

di spostamenti da e per<br />

Napoli (spostamenti interniesterni<br />

e esterni-interni).<br />

I risultati complessivi per luogo<br />

di origine e di destinazione<br />

sono presentati nella figura successiva.<br />

I luoghi maggiormente<br />

generatori e destinatari di spostamenti<br />

sono le Municipalità<br />

1, 10 e 5.<br />

Dalle matrici O/D complessive<br />

sono state estrapolate le matrici<br />

relativi ai solo spostamenti con<br />

origine e destinazione interna al<br />

Comune di Napoli. I risultati<br />

sono presentati nelle successive<br />

tabelle. Sulla diagonale principale<br />

è possibile visualizzare<br />

gli spostamenti con origine<br />

e destinazione nella stessa<br />

Municipalità.<br />

Il numero di spostamenti<br />

maggiori, come già evidenziato<br />

in precedenza, riguarda le<br />

Municipalità 1,5 e 10.<br />

Il database della ECC ha consentito<br />

di valutare i flussi ciclistici<br />

transitanti sulle strade della<br />

città di Napoli mediante l’associazione<br />

delle singole righe del<br />

database (dotate di coordinate<br />

geografiche) con la mappa della<br />

città (in ambiente GIS), e quindi<br />

ottenendo i flussi la somma<br />

degli spostamenti ricadenti sulla<br />

singola strada.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 29


REPORT<br />

Nella tabella 5 sono evidenziate<br />

le prime 15 strade più frequentate,<br />

con - in parentesi - le<br />

Municipalità di appartenenza.<br />

Le prime 5 strade in graduatoria<br />

sono tutte con percorso ciclabile<br />

in sede propria, e ricadono nella<br />

Partenza<br />

Strade<br />

Municipalità 1<br />

Municipalità 2<br />

Municipalità 3<br />

Municipalità<br />

Municipalità 1 (Via Caracciolo,<br />

Via Partenope, Via Nazario<br />

Sauro) e nella Municipalità<br />

10 (Via Caio Duilio, Galleria<br />

Laziale). Inoltre, le prime 7<br />

strade presenti nella tabella<br />

sono con percorsi ciclabili di<br />

Spostamenti per fascia oraria<br />

0 - 24 Mattino Pomeriggio<br />

Via F. Caracciolo 1 324 54 65<br />

Via Nazario Sauro<br />

(1)<br />

1 235 40 46<br />

Via Caio Duilio (10) 10 185 44 26<br />

Via Partenope 1 185 30 38<br />

Galleria Laziale 10-1 182 41 22<br />

Via Nuova Agnano 10 171 47 27<br />

Via Toledo 1-2 159 41 25<br />

Corso Umberto I 2 156 22 23<br />

Viale J. F. Kennedy 10 141 37 22<br />

Corso V. Emanuele 1 137 56 27<br />

Via Bagnoli 10 133 45 19<br />

Via Salvator Rosa 2 120 36 15<br />

Viale Augusto 10 91 22 18<br />

Via Torquato Tasso 1 68 31 7<br />

Via Domenico<br />

Fontana<br />

5 63 11 18<br />

Municipalità 4<br />

Municipalità 1 169 35 6 38 20 5 1 - 9 53<br />

Municipalità 2 40 35 1 6 2 - 8 - - 30<br />

Municipalità 3 6 1 2 1 - - - - 1 -<br />

Municipalità 4 40 12 - 41 28 8 1 6 - 3<br />

Municipalità 5 40 5 2 38 102 - - 2 5 29<br />

Municipalità 6 4 1 - 9 1 10 - - - 15<br />

Municipalità 7 - 5 2 3 - - 3 - 1 -<br />

Municipalità 8 2 1 - 3 1 - - 12 - 1<br />

Municipalità 9 11 - 2 - 4 - - - - 3<br />

Municipalità 10 57 35 1 3 26 15 - 4 - 125<br />

Tab. 4 - Matrice O/D degli spostamenti interni al Comune di Napoli – Fascia oraria 0-24.<br />

Municipalità 5<br />

Tab. 5 - Le 15 strade più frequentate per le varie fasce orarie.<br />

Municipalità 6<br />

Municipalità 7<br />

Municipalità 8<br />

Municipalità 9<br />

Municipalità 10<br />

Tipo 1. Infine, con l’eccezione<br />

di Via Toledo – area pedonale<br />

– le strade presenti nella tabella<br />

sono tutte arterie principali per<br />

il traffico veicolare privato.<br />

Conclusioni<br />

L’analisi dei dati rilevati durante<br />

la European Cycling Challenge<br />

ha consentito di valutare per la<br />

prima volta l’effetto prodotto<br />

dall’introduzione percorsi ciclabili<br />

in sede propria nella città di<br />

Napoli, in termini di utilizzo e<br />

di scelta dei percorsi.<br />

I risultati ottenuti hanno evidenziato<br />

come l’utilizzo della<br />

bicicletta è stato preponderante<br />

nelle Municipalità dove esistono<br />

i percorsi ciclabili in sede<br />

propria, o nelle immediate vicinanze<br />

(la Municipalità 1 e la<br />

Municipalità 10). I flussi calano<br />

progressivamente con il crescere<br />

della distanza da tali aree, segno<br />

che bisogna aumentare la<br />

fiducia dei cittadini nelle aree<br />

periferiche, eventualmente realizzando<br />

itinerari protetti.<br />

I risultati della European<br />

Cycling Challenge 2015 hanno<br />

spinto il Comune ad approvare<br />

il progetto di realizzazione di<br />

un percorso ciclabile in Corso<br />

Umberto, una delle strade più<br />

frequentate dai ciclisti secondo<br />

i dati a disposizione (considerando<br />

anche i 2100 passaggi<br />

mensili rilevati - con circa 70<br />

utenti giornalieri - durante la<br />

sperimentazione del servizio<br />

di bike-sharing promosso da<br />

Cleanap e attivo a Napoli nel<br />

2015). Inoltre, nel 2013 erano<br />

già stati approvati dall’Amministrazione<br />

i progetti per la realizzazione<br />

di nuovi percorsi ciclabili<br />

in sede propria nel tratto<br />

adiacente il Porto (Via Marina,<br />

Via Amerigo Vespucci e Via<br />

Alessandro Volta), e nell’Area<br />

Industriale (Via Emanuele<br />

Gianturco), progetti che sono<br />

stati avviati nel 2015 e attualmente<br />

in realizzazione, dotando<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

la città di altri 5 km di percorsi<br />

ciclabili.<br />

Il successo dell’edizione<br />

2015 è stato poi confermato<br />

dai risultati dell’edizione<br />

2016, dove i km registrati<br />

nel mese di Maggio sono<br />

stati 14.701 (quasi il doppio<br />

dell’edizione 2015), e dove<br />

da una prima analisi dei<br />

flussi disponibile sul sito<br />

della manifestazione, emerge<br />

come i percorsi preferiti<br />

siano sostanzialmente gli<br />

stessi della edizione 2015.<br />

Dai risultati della edizione<br />

del 2016, e dalla volontà del<br />

Comune di costruire nuovi<br />

percorsi protetti in sede propria<br />

per i ciclisti, è evidente<br />

come il fenomeno presenti<br />

ampi margini di crescita negli<br />

anni.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Richardson, A. & Ampt, E. & Meyburg, A. 1995. Survey Methods for Transport Planning. Eucalyptus<br />

Press.<br />

Lindsey, G. & Hankey, S. & Wang, X. & Chen, J. 2013. Feasibility of Using GPS to Track Bicycle Lane<br />

Positioning. University of Minnesota, Center for Transportation Studies.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; mobilità sostenibile; GPS; percorsi ciclabili; Napoli<br />

ABSTRACT<br />

In May 2015, the City of Naples and forty others European cities have joined the fourth edition of the European<br />

Cycling Challenge. This event has been created to promote the bicycle as a sustainable transport mean in urban<br />

areas, and lasted for all the month of May.<br />

The event organizer, SRM Reti e Mobilità, provided an app where all citizens/cyclists could enroll and track their<br />

cycle journeys; the app was tracking, with a time interval of five seconds, the cyclist position (using GPS) and some<br />

journey details (journey name, length, speed, besides day and schedule).<br />

These data were registered by the app and saved in a database. Several months after the event, each database has<br />

been sent to the participating cities.<br />

Naples' database has been utilized to evaluate, for the first time, the cycling mobility in the city. Indeed, the City<br />

of Naples developed a cycle network longer than twenty kilometers in the recent years. Therefore, this evaluation<br />

aimed to understand how, when and where the cyclists have been using these paths.<br />

The evaluation required the development of a methodological framework to analyze the database in geospatial<br />

environment.<br />

The final product has been disaggregated in two categories, the territorial evaluation and the temporal evalua-tion.<br />

The territorial evaluation contains O-D matrices, an analysis involving Naples’ districts, and a flow count analysis<br />

for road. The temporal evaluation includes an analysis for each day of the month, for each day of the week (Monday,<br />

Tuesday,and so on), and for two time slots (7,30 – 9,30 A.M. and 4,30 – 6,30 P.M.).<br />

The overall results registered over 7961 kilometers covered and 1308 registered trips, with an average journey<br />

length of 6,07 kilometers and a massive use of the Waterfront cycle path (Via Francesco Caracciolo and Via<br />

Partenope).<br />

AUTORE<br />

Massimiliano Moraca, info@massimilianomoraca.it<br />

Carmine Aveta, carmine.aveta@gmail.com<br />

Dal 1986 Teorema lavora<br />

a fianco dei professionisti<br />

fornendo la tecnologia topografica<br />

più avanzata,<br />

la migliore formazione tecnica,<br />

ed una accurata assistenza<br />

post-vendita,<br />

per rendere più affidabile<br />

e produttivo il vostro lavoro.<br />

leica BlK360°<br />

l’imaging laser scanner che semplifica<br />

il modo in cui gli spazi vengono misurati,<br />

progettati e documentati.<br />

la nuova dimensione nella tecnologia di misura<br />

❚❚Registra le scansioni e visualizza i dati sul campo in pochi istanti, per essere sicuri di aver<br />

catturato tutto ciò che vi serve prima di lasciare il sito di lavoro.<br />

❚❚Genera automaticamente immagini panoramiche a 360° con supporto HDR e flash integrato per<br />

immagini nitide anche in ambienti con scarsa illuminazione.<br />

❚❚Sensore per immagini termiche FLIR ® , nei 30 secondi in cui il BLK360° sta catturando le sue<br />

immagini HDR sferiche, viene anche generata un’immagine termica panoramica da 70° V x 360°O.<br />

❚❚Nuvole di punti ad alta precisione: 360.000 punti/sec. con risoluzione personalizzabile.<br />

❚❚Dimensioni al minimo: solo 16,5 cm x 10 cm con un peso di 1 Kg.<br />

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ReCap Pro, iPad Pro 12,9”, kit di accessori, training formativi da parte di tecnici specialisti.<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 31


GUEST PAPER<br />

Onwards and upwards:<br />

the evolution of integrated UAV solutions<br />

by Jean-Christophe Zufferey<br />

As the geospatial industry looks for<br />

increasingly innovative solutions to<br />

improve operational efficiencies,<br />

Jean-Christophe Zufferey, CEO at<br />

senseFly, examines the impact of<br />

drone technology and outlines key<br />

predictions for 2018.<br />

The unmanned aerial vehicles<br />

(UAV) industry has transformed<br />

in recent years. From increased<br />

awareness of commercial drone<br />

applications to regulations becoming<br />

more accommodating, the<br />

prevalence of, and advances in,<br />

the technology have been significant<br />

and rapid. The result of users<br />

becoming more knowledgeable<br />

about the benefits drones can<br />

offer has led to a growing need for<br />

tools that don’t simply perform<br />

a single function well, but are<br />

integrated, end-to-end solutions<br />

that address businesses’ problems<br />

and deliver a strong return-oninvestment.<br />

Market dynamics<br />

With the market for drone<br />

technology moving so quickly,<br />

manufacturers have needed to<br />

adapt accordingly to meet demand<br />

and provide the right solutions.<br />

Across multiple industries,<br />

including surveying, construction<br />

and agriculture, UAVs have become<br />

more mainstream and with<br />

increasing numbers of commercial<br />

businesses using drones in<br />

everyday operations, ease of use<br />

has never been more important.<br />

Features such as simple set-up and<br />

automated flight and landing are<br />

just a few examples of how processes<br />

are being simplified.<br />

Revolutionary reality<br />

Reality capture has played a major<br />

role in helping to both expand<br />

the reach of UAVs and increase<br />

the appetite for an integrated<br />

approach. Highly accurate data is<br />

gathered and used to provide professionals<br />

with actionable insights<br />

that support decision-making<br />

and streamline ways of working.<br />

For example, aiding smarter<br />

workflows, as well as achieving<br />

cost and efficiency savings, all<br />

remain high on the agenda, and<br />

there is a consistent trend between<br />

the use of complete solutions<br />

and improved performance, both<br />

financially and operationally. For<br />

instance, on average, senseFly customers<br />

that have switched from<br />

terrestrial work methods to using<br />

UAV solutions see between a<br />

five- and ten-fold improvement in<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


GUEST PAPER<br />

cost and efficiency gains. Such<br />

results are indicative of the<br />

change in perception regarding<br />

drones, building trust in the<br />

safety, reliability and performance<br />

of the technology on a<br />

commercial scale.<br />

Looking ahead to 2018<br />

In 2018, we expect to see a<br />

number of existing trends<br />

evolve further, as businesses<br />

demand more from their solutions:<br />

Decision-making tools<br />

The application of UAVs has<br />

changed, both in relation to<br />

the industries that are using<br />

the technology and the way<br />

in which it works. Businesses<br />

don’t simply want a drone to<br />

fly; if they are going to invest, they<br />

want to know that they’re buying<br />

a robust tool that will provide<br />

highly accurate data and inform<br />

decisions at an operational and<br />

board level. To do so, it’s crucial<br />

that drone technology complements<br />

other software packages,<br />

such as data management and<br />

image processing programmes.<br />

At senseFly, we’ve formed strategic<br />

partnerships with other organisations<br />

to simplify and enhance our<br />

data-based approach. For example,<br />

our eBee Plus drone works<br />

in sync with Airware, a platform<br />

that creates georeferenced orthomosaics,<br />

point clouds and surface<br />

models. The result is a smarter, safer<br />

workflow through which users<br />

can process, analyse and act upon<br />

data insights.<br />

End-to-end and integrated<br />

Over the next twelve months,<br />

we expect such partnerships,<br />

alongside investment in R&D<br />

programmes, to play a crucial role<br />

in enhancing and expanding the<br />

reach of end-to-end solutions.<br />

This drive for innovation will<br />

benefit professionals working<br />

across multiple sectors, enabling<br />

them to navigate what we would<br />

term the fourth industrial revolution<br />

by improving the efficiency,<br />

accuracy and sustainability of<br />

data processing and analysis. The<br />

integration of UAV technology<br />

into every day, existing workflows<br />

will also help validate the growing<br />

reputation of drones as essential,<br />

reliable mapping tools. For example,<br />

we recently launched our 360<br />

solutions to improve workflow<br />

integration in the surveying, mining<br />

and quarries, agriculture and<br />

inspection industries, bringing<br />

together senseFly drone hardware<br />

and expertise, and flight planning<br />

and image processing softwares.<br />

Safety focus<br />

With drone adoption set to continue<br />

its upward trajectory in<br />

2018—commercially and in the<br />

prosumer space—we anticipate<br />

that safety will be at the forefront<br />

of regulatory developments.<br />

Following the first European UAV<br />

Traffic Management (UTM)<br />

Day in Geneva, the attention on<br />

UTM has gained more traction<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 33


GUEST PAPER<br />

globally. While NASA is leading<br />

the way on this in the US through<br />

its drone-testing programmes and<br />

collaboration with the NUAIR<br />

Alliance, Italy has been pioneering<br />

the development of drone regulations<br />

in Europe. Since 2015, the<br />

Italian Body for Civil Aviation<br />

has regularly revised its UAV<br />

regulations, to remain abreast of<br />

the unmanned aviation industry<br />

and target specific safety measures,<br />

such as introducing training<br />

requirements for pilots, who<br />

can also be subject to obtaining<br />

flight authorisations. Our team<br />

at senseFly is working to support<br />

greater and safer access to airspace<br />

by continuing to engage with key<br />

stakeholders globally. For example,<br />

our partnership with airspace<br />

management platform, AirMap,<br />

has allowed us to access situational<br />

awareness data to maximise<br />

operational efficiencies. In doing<br />

so, we can provide our customers<br />

with airspace intelligence such as<br />

the locations of critical infrastructure<br />

and real-time alerts, while<br />

also submitting digital flight<br />

notices to more than 125 airports<br />

from senseFly drones.<br />

Meeting market needs<br />

Moving into 2018, actionable<br />

data, better integration and safety<br />

will all have a key part to play.<br />

Our role in this will be to continue<br />

listening to our customers<br />

and optimise our solutions accordingly,<br />

to ensure the technology<br />

we develop is tailored to the<br />

concerns and needs of individual<br />

industries. Not only has this<br />

approach already proved instrumental<br />

to our existing offer, but<br />

it’s given us the insights required<br />

to begin creating even more<br />

advanced systems. For instance,<br />

we know that our customers<br />

want to see greater interoperability<br />

with state-of-the-art software<br />

and graphical user interfaces,<br />

and we are evolving our offer to<br />

continue to meet these demands.<br />

Ultimately, the focus for those<br />

working in the UAV industry in<br />

2018 will be to invest in R&D<br />

and collaborate more closely, to<br />

enable professionals using the<br />

solutions to navigate the skies safely,<br />

efficiently and with complete<br />

peace of mind.<br />

KEYWORDS<br />

Unmanned aerial vehicles (UAVs);<br />

drones; end-to-end solutions; integrated<br />

workflows; UAV regulations<br />

ABSTRACT<br />

The unmanned aerial vehicles (UAV) market<br />

has advanced significantly over the last 12<br />

months. With professionals more aware than<br />

ever of the benefits of drone technology, there<br />

has been a growing need within the industry<br />

to innovate and invest in R&D programmes.<br />

Tools need to be integrated, complete solutions,<br />

marking a move away from users seeing<br />

drones in isolation. Throughout 2018,<br />

this investment in end-to-end is set to address<br />

businesses’ key operational challenges, deliver<br />

a strong return-on-investment and streamline<br />

adherence to emerging regulations.<br />

AUTHOR<br />

Jean-Christophe Zufferey<br />

senseFly Co-founder and CEO<br />

info@sensefly.com<br />

www.sensefly.com<br />

Via Indipendenza, 106<br />

46028 Sermide - Mantova - Italy<br />

Phone +39.0386.62628<br />

info@geogra.it<br />

www.geogra.it<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


MERCATO<br />

LA GEOMATICA A SUPPORTO<br />

DELLA PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO<br />

I Dipartimenti di Studi Umanistici e di Scienze<br />

dell’Università di Roma Tre organizzano anche<br />

quest’anno il Master di II livello DIGITAL EARTH<br />

E SMART GOVERNANCE. Strategie e strumenti GIS<br />

per la gestione dei beni territoriali e culturali.<br />

Il Master si propone di fornire qualificate conoscenze<br />

sull’uso delle più moderne metodologie messe<br />

a disposizione dalla Geomatica (GIS, WebGIS,<br />

modellizzazione dei dati in 3D/4D, rilevamento GPS,<br />

Laser Scanner, UAV/SAPR) e di formare e aggiornare<br />

figure professionali che, attraverso tali strumenti,<br />

siano in grado di analizzare, controllare e<br />

gestire realtà geoambientali complesse e di supportare<br />

possibili strategie di intervento nei processi<br />

di pianificazione e promozione territoriale sostenibile.<br />

Il corso mira a sviluppare:<br />

l’apprendimento delle basi concettuali, teoriche e pratiche<br />

dei GIS, del WebGIS e dei loro campi di applicazione;<br />

l’acquisizione di conoscenze necessarie per il rilevamento<br />

GPS, per lo sviluppo di modelli in 3D e per l’analisi e<br />

l’elaborazione di immagini rilevate da sistemi di pilotaggio<br />

remoto (droni);<br />

l’adozione di strumenti e approcci interdisciplinari (scienze<br />

geografiche, geologiche, botaniche, archeologiche, storiche,<br />

ecc.), applicati all’indagine degli impatti ambientali e<br />

sociali dei sistemi territoriali;<br />

l’individuazione di percorsi di analisi delle opportunità e<br />

delle criticità territoriali e dei relativi indicatori di base.<br />

Il Master è rivolto a neolaureati (Laurea magistrale o vecchio<br />

ordinamento), professionisti, amministratori, funzionari,<br />

dirigenti e tecnici, impegnati a costruire e a sviluppare iniziative<br />

che coinvolgono a vario livello il controllo del territorio e delle<br />

relative infrastrutture e il miglioramento della qualità della vita<br />

(mobilità, insediamento, coesione sociale, azioni partecipative,<br />

erogazione servizi...).<br />

Il Master è rivolto a neolaureati (Laurea magistrale o vecchio<br />

ordinamento), professionisti, amministratori, funzionari,<br />

dirigenti e tecnici, impegnati a costruire e a sviluppare iniziative<br />

che coinvolgono a vario livello il controllo del territorio e delle<br />

relative infrastrutture e il miglioramento della qualità della vita<br />

(mobilità, insediamento, coesione sociale, azioni partecipative,<br />

erogazione servizi...).<br />

DIDATTICA<br />

Il Corso, svolto nella modalità didattica in presenza è organizzato<br />

in: sette insegnamenti (Geografia e cartografia per la gestione del territorio;<br />

Introduzione teorica al Digital Earth; Software GIS; WebGIS;<br />

Software GIS2; Analisi statistica; Applicazioni SMART per la governance<br />

del territorio), articolati al loro interno in moduli didattici;<br />

un ciclo di seminari di studio e di ricerca applicata; e un corso<br />

pratico di GPS e Laser scanner. Un piano formativo, quindi, finalizzato<br />

ad acquisire competenze e capacità tecnologiche per<br />

la progettazione di iniziative a forte contenuto innovativo.<br />

Il primo modulo di base si sofferma sugli aspetti della cartografia<br />

analogica e del processo che ha portato alla cartografia digitale,<br />

nella complessa evoluzione del pensiero geografico. Nel modulo<br />

2 vengono forniti gli strumenti di base che permettono di<br />

comprendere il concetto di Digital Earth e delle potenzialità da esso<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


offerte non solo grazie agli strumenti GIS. Il terzo, quarto e quinto modulo si focalizzano sul<br />

corso base e avanzato del software GIS, sugli strumenti GIS per il web e sulle piattaforme<br />

open source, sottolineando il valore aggiunto rispetto a sistemi “chiusi”. Il sesto modulo<br />

è rivolto a fornire le competenze di base per l’analisi del dato statistico e la costruzione<br />

di data base. Nel modulo 7 si analizza il GIS come sistema metodologico e come strumento<br />

tecnico in specifici usi applicativi, che possono essere affrontati separatamente al fine di<br />

fornire specifiche competenze settoriali. Le ore di Seminario di studio e di ricerca applicata<br />

sono rivolte all’approfondimento di tematiche affrontate durante le ore di didattica in aula<br />

con il coinvolgimento di professionisti operanti nel settore; sono previste anche escursioni<br />

didattiche e partecipazioni a convegni, congressi e giornate di studio su tematiche legate al<br />

mondo digitale. Nel modulo 9 si offre un corso pratico – anche attraverso la partecipazione<br />

a corsi intensivi (4-5 giorni) sul campo – sull’uso di due strumenti tecnici specifici<br />

(GPS e Laser scanner), divenuti ormai indispensabili per ogni attività ricognitiva.<br />

Grazie alla collaborazione con Esri Italia SpA, nel percorso didattico del Master sono<br />

previsti i Corsi Certificati che permetteranno di ottenere, oltre al titolo di Master, l’attestato<br />

di ESRI, riconosciuto a livello internazionale, di utilizzatore desktop ArcGIS.<br />

Sono a disposizione degli studenti alcune agevolazioni sulla tassa di iscrizione. È possibile<br />

applicare una riduzione della tassa di iscrizione ai candidati iscritti ai vari ordini<br />

professionali (riduzione del 20% del costo). Tale riduzione è proporzionale al numero<br />

e tipologia dei corsi frequentati, dopo esame del curriculum dei corsi frequentati<br />

da parte del Consiglio di Corso di Master. Sono infine previste agevolazioni per<br />

dipendenti e collaboratori di enti, aziende o associazioni convenzionati con il Master.<br />

CONOSCENZE E COMPETENZE ORIENTATE AL MONDO DEL LAVORO<br />

Valore aggiunto del Master è la forte sinergia con le realtà imprenditoriali del settore<br />

geomatico, attraverso accordi istituzionali e di collaborazione scientifica, volti a sviluppare<br />

iniziative di ricerca e di formazione nell’ambito della “gestione smart” delle risorse<br />

culturali e ambientali del territorio. A tal fine, l’offerta formativa prevede, come attività<br />

essenziale, un periodo di stage (di tre mesi) presso aziende/istituzioni convenzionate,<br />

finalizzato alla sperimentazione delle conoscenze pratiche e teoriche acquisite e alla<br />

stesura della Tesi finale di Master, su tematiche di interesse comune, di sviluppo e<br />

di ricerca applicata, nello spirito dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.<br />

Gli sbocchi occupazionali del Master comprendono attività per le quali si richiedono<br />

competenze e capacità tecnologiche per la progettazione di iniziative a forte contenuto<br />

innovativo, in particolare nell’ambito delle tematiche prioritarie delineate dalle<br />

direttive europee per la gestione delle risorse culturali e ambientali del territorio e<br />

delle politiche comunitarie. L’organizzazione didattica del Master consente una formazione<br />

continua e la riqualificazione professionale per personale già attivo negli<br />

enti pubblici/privati.<br />

Il Master si svolge presso il Laboratorio geocartografico “Giuseppe Caraci” dell’Università<br />

degli Studi di Roma Tre (Roma - via Ostiense 236, piano terra).<br />

COME ISCRIVERSI<br />

Presentazione domanda di ammissione<br />

La domanda di ammissione deve essere presentata esclusivamente online entro l’11<br />

dicembre <strong>2017</strong>.<br />

A tal fine è necessario effettuare la registrazione al Portale dello Studente, collegandosi<br />

al link http://portalestudente.uniroma3.it e selezionando dal menu, posto sulla<br />

sinistra, la voce Servizi on-line; quindi Accedi ai servizi online > Registrati. Conclusa<br />

la registrazione, il sistema assegnerà le credenziali (un nome utente e una password),<br />

che consentiranno l’accesso all’area riservata del Portale dello Studente e a tutti i<br />

servizi online attivati dall’Ateneo.<br />

Nel caso in cui si riscontrassero problemi nello svolgimento delle procedure online,<br />

si può richiedere assistenza al link: http://portalestudente.uniroma3.it/index.<br />

php?p=assistenza_on-l<br />

Terminata la registrazione, occorrerà effettuare il login e selezionare il corso di proprio<br />

interesse seguendo le indicazioni fornite dal sistema.<br />

Alla domanda di ammissione dovranno essere allegati esclusivamente online i seguenti<br />

documenti:<br />

- Curriculum vitae;<br />

- Documento di identità in corso di validità<br />

Per ulteriori chiarimenti e un aiuto sulle procedure, contattare la Segreteria del Master:<br />

Tel. +39 0657338586 Cel. 3496480272<br />

e-mail: mastergis@uniroma3.it<br />

Orari: martedì, mercoledì, giovedì su appuntamento<br />

MERCATO<br />

Eppur…<br />

si muove?<br />

Interferometro radar da terra<br />

Monitoraggio in tempo reale<br />

di frane e deformazioni,<br />

oltre il millimetro!<br />

Rilievi fino a 4 chilometri<br />

> monitoraggio frane, ponti<br />

e cavalcavia<br />

> prove di carico<br />

> deformazioni dighe e strutture<br />

> analisi modale<br />

> monitoraggio vibrazioni<br />

FastGBSAR Uno strumento, due modalità.<br />

FastGBSAR RAR<br />

Real Aperture Radar<br />

FastGBSAR SAR<br />

Synthetic Aperture Radar<br />

CODEVINTEC<br />

Tecnologie per le Scienze della Terra<br />

Tel. +39 02 4830.2175 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> www.codevintec.it 37


REPORT<br />

REPETITA (NON) IUVANT<br />

di Attilio Selvini<br />

Riflessioni di Attilio<br />

Selvini sulla seconda<br />

prova per l’esame<br />

di abilitazione alla<br />

libera professione di<br />

geometra proposta<br />

dal MIUR.<br />

Questo detto latino di<br />

incerta origine, lo ho<br />

leggermente modificato<br />

con una interposizione negativa.<br />

Siamo di fronte all’ennesimo<br />

incidente in cui spesso incorre il<br />

MIUR (limitato alle prime due<br />

lettere, MI, Ministero dell’Istruzione).<br />

L’anno scorso, come seconda prova<br />

per l’esame di abilitazione alla<br />

libera professione di geometra,<br />

vennero concesse otto ore per risolvere<br />

il problema di ripartizione<br />

di un cosiddetto “quadrilatero”,<br />

che in realtà si rivelò essere semplicemente<br />

un rettangolo (1). In<br />

quest’anno bisestile (ann bisest,<br />

ann funest, dice un “vecchio<br />

adagio” delle mie parti!) il vigile<br />

Ministero ha con fare occhiuto<br />

ridotto le ore da otto a sei. Sì, ma<br />

per un lavoro che ne ha richieste<br />

proprio altrettante a me, avvezzo<br />

da almeno tre quarti di secolo<br />

a risolvere problemi di calcolo<br />

trigonometrico di varia natura, e<br />

naturalmente utilizzando non elaboratore,<br />

AutoCad e plotter, bensì<br />

i soli mezzi concessi ai poveri candidati.<br />

Quindi riga e squadra, con<br />

tanto di compasso e “calcolatrice<br />

non programmabile”, secondo lo<br />

ukase ministeriale (in russo: указ,<br />

che significa ‘editto’, ‘decreto’, con<br />

riferimento all’autorità suprema<br />

dello zar; perciò, ordine perentorio,<br />

impartito con spirito assolutistico;<br />

così dice Wikipedia e prego di<br />

perdonare il suono un poco scurrile<br />

che tale sostantivo russo ha in<br />

alcuni dialetti della nostra bella<br />

lingua!).<br />

Per l’ennesima volta non comprendo<br />

perché un candidato,<br />

se ne è in possesso, non possa<br />

quanto meno usare una buona<br />

HP programmabile in tastiera con<br />

la “notazione polacca”, per evitare<br />

la inutile fatica di risolvere lungamente<br />

per esempio la formula di<br />

Gauss che fornisce l’area di una<br />

figura, dati che ne siano le coordinate<br />

cartesiane dei vertici; oppure<br />

di calcolare le quote di inizio e<br />

partenza di una livelletta di compenso.<br />

Cosa vuole il beneamato<br />

Ministero dai candidati?<br />

Che sappiano risolvere i problemi<br />

della pratica professionale, oppure<br />

che si riducano a battere per ore<br />

inutili, i tasti delle “calcolatrici<br />

non programmabili”? Che follia!<br />

Anche stavolta l’anima bella di<br />

Mariano Cunietti, ordinario<br />

nel Politecnico milanese, quarto<br />

presidente della Società Italiana<br />

di Topografia e Fotogrammetria<br />

e grande amico dei Geometri, si<br />

rivolterà nella sua tomba varesina.<br />

Una delle prime cose che m’insegnò,<br />

al mio ingresso come suo<br />

assistente volontario, fu che la<br />

topografia era tutt’altra cosa del<br />

calcolo trigonometrico: era lavoro<br />

sul terreno, conoscenza accurata<br />

e uso adatto degli strumenti di<br />

misura, intuizione delle modalità<br />

operative più opportune, e prima<br />

di tutto valutazione sia a priori<br />

che a posteriori delle incertezze<br />

di misura, con adatti processi di<br />

compensazione rigorosa secondo<br />

gli imperituri dettami gaussiani<br />

e della statistica applicata. Pur a<br />

distanza di mezzo secolo da allora,<br />

sia il Ministero competente che<br />

la maggioranza degli insegnanti<br />

di topografia negli Istituti Tecnici<br />

(questi ultimi con rare eccezioni)<br />

sono del parere che un topografo<br />

debba saper fare calcoli più o<br />

meno complessi, debba conoscere<br />

formule e teoremi; anche a costo<br />

poi di non saper usare non dico<br />

uno scansore laser oppure un ricevitore<br />

satellitare, ma nemmeno un<br />

modesto livello con stadia più o<br />

meno codificata. E in seguito, che<br />

non debba nemmeno capire che<br />

in un lavoro di calcolo su dati arrestati<br />

al secondo decimale, è stupido<br />

scrivere i risultati con i dieci<br />

o dodici decimali forniti dalla<br />

calcolatrice (mi raccomando: non<br />

programmabile!). Risultati che nel<br />

caso delle distanze o dei dislivelli,<br />

arrivano al significato di nanometri<br />

e picometri, così come ho<br />

visto purtroppo anche quest’anno,<br />

durante la correzione dei temi di<br />

abilitazione di cui sto parlando.<br />

Ma la trascuratezza del Ministero<br />

(vorrei usare un altro sostantivo,<br />

e ci rinuncio per tema di querela)<br />

questa volta è arrivata oltre ogni<br />

limite. Lo stesso tema di topografia,<br />

era già stato fornito per gli<br />

esami di stato del 2012; parola per<br />

parola, virgola per virgola, quesito<br />

per quesito, grafico per grafico:<br />

sono stati cambiati (di poco) solo<br />

i numeri relativi alle coordinate<br />

dei vertici del terreno da trattare<br />

nell’esame, non però la pendenza<br />

della livelletta richiesta (si veda le<br />

figure che seguono).<br />

Sempre a proposito del titolo<br />

di questa nota. Sino alla fine<br />

o quasi degli anni Settanta del<br />

ventesimo secolo, gli esami di<br />

abilitazione (prima, e poi detti di<br />

maturità ma pur sempre abilitanti<br />

all’esercizio professionale) per i<br />

geometri, comprendevano un<br />

tema di calcolo topografico più<br />

o meno complesso. Il calcolo era<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

condotto per via logaritmica, e si<br />

preferivano ovviamente le formule<br />

monomie. Io stesso, negli anni<br />

Sessanta avevo pubblicato formule<br />

risolutive di alcuni problemi di intersezione<br />

con tali caratteristiche.<br />

Ma dalla fine di quel decennio in<br />

poi, l’avvento del calcolo elettronico<br />

mutò la stessa filosofia per<br />

quanto concerneva l’elaborazione<br />

dei dati raccolti in campagna: il<br />

calcolo diveniva secondario come<br />

importanza, visto che comparivano<br />

per l’appunto i “programmi”<br />

in vari linguaggi, dal noto Basic al<br />

Fortran e via seguendo. Non solo,<br />

le calcolatrici “programmabili”<br />

così odiate ancor oggi dal MIUR<br />

si diffondevano ovunque, quindi<br />

anche nell’ambito del lavoro topografico.<br />

Ma l’allora Ministero<br />

della Pubblica Istruzione (cui<br />

seguiranno, in ordine, il MURST<br />

e quindi il MIUR) così del resto<br />

come gli insegnanti di topografia<br />

degli Istituti Tecnici non se ne accorsero<br />

e continuarono imperterriti<br />

a far prevalere il calcolo puro<br />

e semplice nel giudicare la preparazione<br />

topografica degli allievi.<br />

Me ne accorsi in prima persona:<br />

negli anni Ottanta, per i tipi di<br />

Hoepli, io e due insigni colleghi<br />

del Politecnico, mettemmo in<br />

commercio un nuovo testo per i<br />

geometri, detto provocatoriamente<br />

“Fondamenti di rilevamento<br />

generale” diviso in due soli volumi<br />

e non negli allora classici tre per<br />

le corrispondenti classi del corso.<br />

Non solo: di proposito vi mancava<br />

la raccolta di esercizi svolti o<br />

meno, tipici dei testi della concorrenza;<br />

si raccomandava, nella premessa,<br />

di dare maggior peso alla<br />

raccolta di dati e di misure sul terreno,<br />

da elaborare poi sia in classe<br />

che nei compiti di casa. Fu un<br />

buco nell’acqua: quasi nessun docente<br />

volle adottare un tale testo,<br />

tanto che l’editore ci raccomandò<br />

di aggiungere ai due volumi un<br />

terzo libretto coi soliti e consueti<br />

esercizi più o meno svolti!<br />

E ora entriamo nel merito del<br />

testo proposto quest’anno. Un<br />

geometra topografo (vorrei sapere<br />

cosa ne pensa la AGIT?) che fosse<br />

posto di fronte a questo problema,<br />

utilizzerebbe subito per la parte<br />

grafica AutoCad; per la ricerca<br />

della dividente si rifarebbe a Excel,<br />

con le semplici formule fornite<br />

da qualunque manuale, a meno<br />

che non disponga di un adatto<br />

e specifico software. Altrettanto<br />

farebbe per quanto concerne la<br />

curva circolare tangente a tre rettifili.<br />

A questo proposito, lasciatemi<br />

dire che si tratta di una inutile<br />

cattiveria per i poveri candidati:<br />

chi di loro ricorda al momento,<br />

che si parla di uno dei tre “cerchi<br />

ex-iscritti” a un triangolo?<br />

Guarda il caso: nel noto e diffuso<br />

“Nuovo Gasparrelli”, Manuale<br />

del Geometra edito da Hoepli,<br />

edizione ventitreesima del 2007<br />

(2), a pagina L296, punto 16.3.5,<br />

vi è un lungo esempio numerico<br />

di questo caso. Le oltre trecento<br />

pagine dedicate a topografia,<br />

fotogrammetria e cartografia di<br />

questo manuale, hanno per autore<br />

chi scrive ora questo articolo, così<br />

come si potrà vedere dall’elenco<br />

dei collaboratori, distinti per materia.<br />

Le richieste di calcolo dei<br />

vari punti specifici del problema,<br />

dalle coordinate degli estremi della<br />

dividente a quelle dei punto di<br />

tangenza della curva, comportano,<br />

se si opera con semplice calcolatrice<br />

“non programmabile”, alcune<br />

ore. Altrettante ne richiede la parte<br />

altimetrica relativa al “tracciato”<br />

della ipotetica strada, richiesta dal<br />

compilatore del tema; così pure<br />

come parecchio tempo occorre<br />

per trovare la “livelletta di compenso”<br />

avente la pendenza del 2%<br />

(la stessa di quella del problema<br />

del 2012!). La cosa che stupisce è<br />

questa: per la soluzione del tema<br />

proposto lo scorso anno, banale e<br />

richiedente solo l’uso dell’aritmetica<br />

(somme, prodotti e quozienti)<br />

erano state concesse OTTO ore!<br />

Altra osservazione: come si fa a<br />

parlare di “curva tangente ai tre<br />

rettifili ….” quando non di “rettifili”<br />

si tratta, bensì di semplici lati<br />

di un appezzamento di terreno?<br />

Provate a immaginare tre rettifili<br />

stradali purchessia: come si potrebbero<br />

intersecare nello spazio<br />

tridimensionale (se non a quote<br />

diverse) e ditemi come potrebbe<br />

una curva appartenente ad altra<br />

strada essere a loro “tangente”! Di<br />

fatto, basta uno sguardo al disegno<br />

planimetrico per constatare che<br />

la curva semplicemente raccorda<br />

il primo e il terzo lato della nuova<br />

figura, intesi come asse di una<br />

strada, ed è tangente al lato AE.<br />

Altro che “rettifili”!<br />

Torniamo per un momento, alla<br />

benemerita Casa Editrice più che<br />

centenaria Ulrico Hoepli. Nel<br />

1989, giusto una intera generazione<br />

fa, era uscito un bel volume<br />

contenente programmi in “Basic”<br />

per geometri e studenti vari, relativi<br />

a topografia e costruzioni<br />

in genere. L’autore è un noto studioso,<br />

già professore negli Istituti<br />

Tecnici per Geometri e caro<br />

collega di chi scrive: l’ingegner<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 39


REPORT<br />

Andrea Guadagni (3). Tra gli altri,<br />

vi erano programmi aperti per<br />

calcolare le aree secondo la nota<br />

formula di Carl Friedrich Gauss,<br />

per determinare raggi di cerchi<br />

vari, per ripartire superfici agrarie<br />

eccetera. Sottolineo la data: 1989.<br />

Da allora di programmi in linguaggi<br />

informatici vari per risolvere<br />

problemi di topografia (e non)<br />

ne sono usciti molti e molti; ma<br />

il Ministero non se ne è accorto,<br />

nemmeno a proposito della redazione<br />

dei nuovi programmi per la<br />

formazione degli altrettanto nuovi<br />

periti delle costruzioni dell’ambiente<br />

e del territorio: se ne è già<br />

detto in 1) e in 4). E il Ministero<br />

continua imperterrito ad impedire<br />

l’uso non dico di elaboratori<br />

portatili, ma di calcolatrici programmabili<br />

a tastiera con memorie<br />

varie, che un buon topografo<br />

porta di solito anche in campagna<br />

per verifiche rapide e immediate.<br />

Sembra di sognare: questa manfrina<br />

dell’uso di “calcolatrici non<br />

programmabili” ci riporta agli<br />

anni ottanta del secolo scorso,<br />

quando era appena tramontata<br />

l’era delle tavole logaritmiche e dei<br />

valori naturali di buona memoria!<br />

Mi sia permesso di parlare di alcuni<br />

casi che mi hanno coinvolto.<br />

Come professore di ruolo del<br />

Politecnico milanese, più volte<br />

sono stato presidente di commissioni<br />

di concorso per diversi posti<br />

dirigenziali in enti di varia natura.<br />

Ne ricorderò qui solo tre (omne<br />

trinum perfectum!). Concorso per<br />

un posto di dirigente dell’ufficio<br />

tecnico degli Istituto Clinici di<br />

Perfezionamento in Milano; per<br />

un posto di dirigente dell’Ufficio<br />

Tecnico del comune di Seriate<br />

(Bergamo); per un posto di capo<br />

dell’ufficio Sistemi Informativi<br />

Territoriali del comune di Somma<br />

Lombardo (Varese). In tutti questi<br />

casi, così come in altri che qui<br />

non cito, le prove scritte vennero<br />

preparate dalla commissione da<br />

me presieduta, mettendo a disposizione<br />

dei candidati il necessario,<br />

da elaboratore a plotter: vi era<br />

sempre una parte da gestire con<br />

AutoCad riguardante tronchi<br />

stradali, oppure inserimento di<br />

nuove particelle nel locale catasto<br />

e così via. Nessuna inutile prova<br />

di più o meno complesso calcolo<br />

In un caso capitò ai concorrenti di<br />

determinare la freccia di una trave<br />

sottoposta a carico variabile, caso<br />

tipico di un collaudo sia di edifici<br />

che di ponti o cavalcavia, ma sempre<br />

disponendo di adatto elaboratore,<br />

oppure a scelta di calcolatrice<br />

programmabile. A nessuno dei<br />

componenti delle commissioni,<br />

rappresentanti dell’ente e del sindacato<br />

o dell’ordine professionale,<br />

passò mai per la mente di vietare<br />

l’uso di appropriati mezzi di calcolo<br />

e di rappresentazione grafica<br />

degli elaborati.<br />

Ora facciamo un poco di fantasia.<br />

All’esame mi si presenta un<br />

giovane armato di elaboratore<br />

portatile e plotter UNI A4. Non<br />

lo ammetto in aula, dato l’ucaz<br />

(evito l’alfabeto cirillico) ministeriale,<br />

ma da curioso lo metto in<br />

una auletta chiusa poi a chiave,<br />

e gli fornisco (dopo averlo letto<br />

agli altri, ammessi perché armati<br />

di riga, squadra e calcolatrice<br />

non programmabile) il testo del<br />

primo tema. Dopo un paio d’ore,<br />

il giovane mi porta un ottimo disegno,<br />

con tutto quanto richiesto<br />

dal tema ministeriale, ben redatto<br />

e con scritte adatte, particolari<br />

a colore in giusta scala, il tutto<br />

corredato da una buona relazione<br />

scritta in Word. La vicenda si<br />

ripete il secondo giorno, e dopo<br />

una sola ora ecco la soluzione,<br />

fatta in parte con Excel, in parte<br />

con modesti programmi (area<br />

secondo i dettami di Gauss,<br />

distacco della parte est del pentagono,<br />

cerchio ex-iscritto) e in<br />

parte con AutoCad (livelletta di<br />

compenso con tanto di bel grafico<br />

nelle due scale richieste, divise per<br />

planimetria e altimetria). Non<br />

posso ammettere il bravo giovane<br />

all’orale, ma con un colloquio<br />

informale vedo che sa tutto della<br />

professione di Geometra, anzi un<br />

poco di più, dato che sta frequentando<br />

al Politecnico il terz’anno<br />

di ingegneria. Mi racconta anche<br />

le ultime “minimalia” della cosiddetta<br />

“APE” che io nemmeno so<br />

(de minimis non curat praetor!) e sa<br />

pure gli ultimi aggiornamenti del<br />

famoso “ Pregeo” (che purtroppo<br />

mai contribuirà alla formazione di<br />

un catasto moderno e veritiero).<br />

Gli faccio le mie congratulazioni,<br />

e gli dico che mi spiace molto, ma<br />

per il MIUR non è possibile che<br />

si possa iscrivere all’Albo professionale.<br />

Vada magari a Londra,<br />

ove così come in tutto lo UK non<br />

è nemmeno richiesto il titolo di<br />

studio per esercitare la professione,<br />

basta solo dimostrare la propria<br />

capacità professionale.<br />

Questa è, fra le tante altre amenità,<br />

l’Italia del secondo decennio<br />

del secolo ventunesimo. Mala<br />

tempora currunt!.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) C. Monti, A. Selvini A proposito<br />

della buona scuola. Geomedia,<br />

Roma, 2016.<br />

2) AA.VV Nuovo Gasparrelli,<br />

Manuale del Geometra. U.<br />

Hoepli, Milano, 2007.<br />

3) A. Guadagni Programmi di Base<br />

per le costruzioni. U. Hoepli,<br />

Milano, 1989.<br />

4) C. Monti, A. Selvini Riflessioni<br />

su di un programma.ministeriale,<br />

<strong>GEOmedia</strong>, n° 6/2012, Roma.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Topografia; MIUR; professione di<br />

geometra; esame di abilitazione<br />

ABSTRACT<br />

Reflections on the second test for the<br />

qualifying examination to the freelance<br />

profession of surveyor.<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini<br />

Politecnico di Milano, già presidente<br />

della Soc. It. di Topografia<br />

e Fotogrammetria, SIFET<br />

attilio.selvini.polimi@gmail.com<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

SOLUZIONI DI GEOPOSIZIONAMENTO<br />

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© <strong>2017</strong> Topcon Positioning Group<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 41


REPORT<br />

Una metodologia analitica applicata<br />

alla razionalizzazione dei servizi<br />

urbani in aree pedemontane<br />

Ottimizzazione dei servizi primari nel Comune di Tivoli<br />

di Flavia Lorenzani, Francesca<br />

Perrone, Emanuele Tarquini,<br />

Alessandro Vanich<br />

Il progetto si propone di valutare<br />

la distribuzione spaziale dei<br />

servizi primari basilari (quali<br />

farmacie, studi medici e negozi<br />

con generi di prima necessità)<br />

per fasce di popolazione a<br />

ridotta capacità motoria, al<br />

fine di fornire uno strumento<br />

conoscitivo a supporto di una<br />

programmazione e pianificazione<br />

Fig. 1 - Distribuzione della popolazione residente all’interno delle sezioni censuarie<br />

del Comune di Tivoli.<br />

del territorio da parte degli enti<br />

locali adeguata alle esigenze<br />

della popolazione residente.<br />

L’articolo concerne il caso studio<br />

del Comune di Tivoli.<br />

Fig. 2 - Distribuzione della popolazione over 60 sul totale della popolazione<br />

residente all’interno delle sezioni censuarie del Comune di Tivoli.<br />

Nell’ambito della pianificazione<br />

urbana per il<br />

sociale, la tematica della<br />

ridistribuzione dei servizi in funzione<br />

delle necessità espresse dalle<br />

comunità territoriali, sta assumendo<br />

un ruolo di particolare rilievo<br />

nelle scelte di programmazione<br />

territoriale e amministrativa.<br />

Fenomeni demografici e socioeconomici<br />

recenti, quali il progressivo<br />

invecchiamento della<br />

popolazione, l’aumento di unità<br />

familiari costituite da una sola<br />

persona, o comunque l’isolamento<br />

dell’anziano a causa della mobilità<br />

geografica lavorativa delle<br />

fasce di popolazione più giovane,<br />

e l’insorgenza di malattie croniche<br />

nelle fasce di popolazione con età<br />

al di sopra dei 60 anni, ha determinato<br />

lo sviluppo di problemi<br />

legati alla presenza di anziani soli<br />

e non autosufficienti (ISTAT,<br />

2012). Tale fascia di età, a minor<br />

capacità motoria e spesso soggetta<br />

all’insorgenza di malattie croniche,<br />

è quella a maggior rischio di<br />

esclusione dai servizi primari ma,<br />

al contempo, necessita di una accessibilità<br />

agevolata all’uso di tali<br />

servizi (Di Donna et al. 2000).<br />

I servizi primari cui si fa riferimento<br />

sono, oltre ai servizi com-<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


Fig. 3 - Modello 01_service_areas.<br />

REPORT<br />

merciali di generi alimentari di<br />

prima necessità, i servizi sanitari<br />

identificabili sia come grandi centri<br />

sanitari di interesse comunale<br />

o sovracomunale (ospedali, centri<br />

analisi e Aziende Sanitarie Locali)<br />

sia centri sanitari di interesse locale<br />

o di quartiere, i cosiddetti servizi<br />

sanitari di vicinato, costituiti<br />

da studi medici di basi e farmacie<br />

(Signorelli, 2011), in quanto sono<br />

i servizi di cui la fascia di popolazione<br />

in oggetto ha maggior<br />

necessità.<br />

Il contesto territoriale che è stato<br />

analizzato è il Comune di Tivoli,<br />

comune di circa 55.000 abitanti<br />

nella Città Metropolitana di<br />

Roma posto circa 30 km a est dal<br />

capoluogo. Il comune è caratterizzato<br />

dalla presenza di due grandi<br />

frazioni, oltre al nucleo storico,<br />

che per la particolare conformazione<br />

urbanistica del territorio,<br />

caratterizzata da ampie aree archeologiche<br />

e aree produttive di<br />

estrazione di inerti, rappresentano<br />

di fatto insediamenti a ridotta<br />

intercomunicabilità con insorgenza<br />

di problemi connessi con la<br />

distribuzione e raggiungibilità dei<br />

servizi primari (Figura n.1 e 2).<br />

Lo studio tiene conto della normativa<br />

vigente che impone specifiche<br />

norme per quanto riguarda<br />

la realizzazione di sistemi integrati<br />

di intervento e servizi sociali, la<br />

riorganizzazione dell’offerta assistenziale<br />

e la valorizzazione del<br />

patrimonio immobiliare pubblico.<br />

L’esigenza<br />

Esigenza primaria del presente<br />

lavoro è stata quella di sviluppare<br />

in ambiente GIS una procedura<br />

in grado di supportare gli enti<br />

locali, nel caso specifico il Comune<br />

di Tivoli, al fine di provvedere<br />

ad una analisi critica del territorio<br />

e delle sue peculiarità socio-economico-demografiche.<br />

Lo strumento di conoscenza sviluppato<br />

consente in una prima<br />

fase di identificare le problematiche<br />

e le peculiarità del territorio;<br />

ed è propedeutico all’avvio di una<br />

seconda fase volta alla riorganizzazione<br />

dei servizi per la popolazione<br />

nel contesto territoriale.<br />

Il presente lavoro si inquadra<br />

quindi quale strumento conoscitivo<br />

della realtà territoriale a<br />

supporto di processi che i decisori<br />

politici ed amministrativi dovranno<br />

assumere sulla base delle conoscenze<br />

fornite (Scarpelli, 2002),<br />

con il fine ultimo di realizzare dei<br />

Piani Sociali di Zona.<br />

La soluzione<br />

L’analisi territoriale condotta, realizzata<br />

tramite il software ArcGIS<br />

10.1 della ESRI, ha necessitato in<br />

una prima fase dell’identificazione<br />

dei dati disponibili e valutazione<br />

Fig. 4 - Service Area degli studi medici.<br />

della loro attendibilità in base<br />

alla fonte di pubblicazione e<br />

all’aggiornamento dello stesso. I<br />

dati utilizzati sono elencati nella<br />

Tabella 1.<br />

Al fine di valutare la raggiungibilità<br />

dei servizi primari si è costruito<br />

il network della rete stradale<br />

comunale; considerato che la<br />

fascia di popolazione interessata si<br />

muove prevalentemente a piedi o<br />

con i mezzi pubblici, tale network<br />

è stato considerato esclusivamente<br />

come pedonale, ossia non sono<br />

stati considerati i sensi unici o altri<br />

impedimenti che caratterizzano il<br />

traffico automobilistico.<br />

A causa della eterogeneità nei formati<br />

dei dati originari si è dovuto<br />

provvedere a uniformare i dati<br />

disponibili in formato Feature<br />

Class usando sia operazioni di<br />

geocoding, qualora fossero disponibili<br />

gli indirizzi, che operazioni<br />

di conversione da kmz/kml in<br />

formato Feature Class.<br />

Considerato quindi che la fascia<br />

di popolazione analizzata tende a<br />

muoversi maggiormente a piedi,<br />

o con mezzi pubblici, si sono<br />

determinate le distanze massime<br />

percorribili; la definizione delle<br />

stesse si è basata sulla normativa<br />

vigente laddove esistente (D.L.<br />

n.1/2012) o, laddove non esiste<br />

una normativa specifica di settore,<br />

la distanza massima percorribile è<br />

stata valutata in funzione sia della<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 43


REPORT<br />

frequenza con cui un anziano<br />

possa usufruire di un servizio che<br />

della possibilità di raggiungerlo<br />

con mezzi di trasporto.<br />

Data la necessità di semplificare<br />

la successiva modellizzazione si è<br />

uniformata tale distanza massima<br />

percorribile a 500m.<br />

Si è quindi dovuta valutare la<br />

raggiungibilità dei servizi primari<br />

considerati da parte della fascia di<br />

popolazione analizzata. Per far ciò<br />

è stato sviluppato un primo modello<br />

in ambiente GIS (riportato<br />

in Figura n.3) nel quale sono state<br />

definite le Service Area intorno ad<br />

ogni servizio, usando come raggio<br />

di pertinenza di ogni Service Area<br />

la distanza massima percorribile.<br />

Tramite iteratore di Feature Class<br />

il modello è in grado di elaborare<br />

le Service Area di tutti i servizi<br />

primari analizzati.<br />

Da un punto di vista logico è stata<br />

considerata la distanza massima<br />

percorribile a piedi, definita in<br />

500m, sul network stradale da un<br />

servizio primario a un qualsiasi<br />

punto del territorio comunale;<br />

tale assioma deriva dal fatto che<br />

il raggio di pertinenza è pari alla<br />

distanza che un utente dovrebbe<br />

percorrere dalla propria residenza<br />

per raggiungere il servizio primario<br />

in oggetto. L’analisi ha permesso<br />

di evidenziare quali porzioni<br />

di territorio si trovano al di fuori<br />

dell’area afferente ad ogni servizio<br />

(Figura n.4).<br />

In un secondo modello sono state<br />

individuate le aree critiche, ossia<br />

quelle aree ove i servizi per i cittadini<br />

risultano essere scarsamente<br />

presenti, come riportato in Figura<br />

5.<br />

A partire dalle perimetrazioni<br />

delle sezioni censuarie e dai dati<br />

Nome dato Formato Fonte Aggiornamento<br />

Distribuzione popolazione kml Censimento ISTAT 2011<br />

Classi di età popolazione kml Censimento ISTAT 2011<br />

Farmacie/parafarmacie csv con indirizzi OpenData Lazio Feb. 2015<br />

Ospedali csv con indirizzi OpenData Lazio Feb. 2015<br />

ASL csv con indirizzi ASL RM5 2014<br />

Studi medici<br />

Laboratori sanitari<br />

Esercizi commerciali<br />

Viabilità<br />

Uffici postali<br />

Patrimonio catastale disponibile<br />

Fig. 5 - Modello 02_critical_areas.<br />

csv con indirizzi<br />

csv con indirizzi<br />

csv con indirizzi<br />

shapefile<br />

csv con indirizzi<br />

csv con indirizzi<br />

tabellari sulla suddivisione della<br />

popolazione in classi di età, si è<br />

calcolato per ogni sezione di censimento<br />

ricadente nel territorio<br />

comunale il numero assoluto dei<br />

residenti appartenenti alle classi di<br />

età e la densità delle stesse.<br />

All’interno del modello, per ogni<br />

sezione di censimento con una<br />

densità medio-alta di popolazione<br />

residente appartenente a classi di<br />

età sopra i 60 anni, è stata determinata<br />

la somma delle Service<br />

Area precedentemente realizzate.<br />

Tramite funzioni di Intersect si è<br />

trasferito il dato areale della sommatoria<br />

delle Service Area ai dati<br />

lineari del reticolo stradale.<br />

Intersecando le sezioni censuarie<br />

caratterizzate da densità medioalta<br />

di popolazione residente al<br />

di sopra dei 60 anni con le strade<br />

poco servite dai servizi primari, si<br />

sono individuate le aree critiche<br />

(Figura n. 6).<br />

Volendo fornire all’amministrazione<br />

locale una possibile ubicazione<br />

dei servizi primari attualmente<br />

non presenti nel territorio,<br />

si sono individuati gli elementi del<br />

patrimonio catastale disponibile,<br />

ossia quelle aree di demanio pubblico<br />

non ancora utilizzate.<br />

Il modello, tramite funzioni di<br />

clip, permette di individuare quali<br />

ASL RM5<br />

ASL RM5<br />

OpenData Lazio<br />

Open Street Map<br />

Comune Tivoli<br />

Comune Tivoli<br />

2014<br />

2014<br />

Feb. 2015<br />

Feb. 2015<br />

2014<br />

2014<br />

di questi beni catastali ricade nelle<br />

aree critiche e risulta usufruibile<br />

per la ridistribuzione dei servizi<br />

primari mancanti, come riportato<br />

nella Figura n.7.<br />

Il cambiamento<br />

La metodologia analitica adottata<br />

permette di fornire alle amministrazioni<br />

locali strumenti a supporto<br />

dell’attività di pianificazione<br />

dei servizi primari presenti sul territorio.<br />

Una programmazione di<br />

questo tipo, attenta alle dinamiche<br />

territoriali, permette un salto di<br />

qualità ed efficacia nella gestione<br />

delle risorse pubbliche e nella rivalutazione<br />

dei beni pubblici attualmente<br />

inutilizzati (F. Karrer in<br />

Santangelo 2014).<br />

Uno strumento conoscitivo così<br />

definito semplifica i procedimenti<br />

di regolamentazione urbanistica e<br />

territoriale, colmando la necessità<br />

da parte delle amministrazioni di<br />

migliorare la gestione del patrimonio,<br />

nonostante la scarsa disponibilità<br />

economica da destinare al<br />

benessere sociale.<br />

Si ritiene comunque che la metodologia<br />

proposta possa essere ulteriormente<br />

integrata ed ampliata<br />

tramite implementazione della<br />

base dati adottata. Si potrebbe<br />

considerare anche la distribuzione<br />

Fig. 5 - Modello 02_critical_areas.<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Fig. 6 - aree critiche e<br />

servizi primari.<br />

Fig. 7 - Patrimonio catastale<br />

disponibile nelle aree critiche.<br />

del trasporto pubblico locale utilizzato<br />

dalla fascia di popolazione presa in<br />

esame ed i dati di geomarketing delle<br />

attività commerciali per individuare<br />

l’ubicazione dei bacini di utenza.<br />

Inoltre la modellizzazione, avvalendosi<br />

di dati sanitari della popolazione (nel<br />

pieno rispetto della privacy), potrebbe<br />

essere usata per definire le aree con<br />

maggiore concentrazione di soggetti<br />

che necessitano di specifica assistenza<br />

o che necessitano di frequentare centri<br />

di assistenza diurna/farmacie/centri<br />

medici con frequenza elevata, al fine di<br />

realizzare una apposita pianificazione<br />

dei centri stessi e una razionalizzazione<br />

delle risorse economiche spese dalle<br />

amministrazioni locali.<br />

Il servizio proposto serve a fronteggiare<br />

le problematiche di rinnovo urbano<br />

e l’accrescimento della qualità dell’abitare<br />

e può essere applicabile, con eventuali<br />

modifiche del caso, a contesti urbani<br />

di natura e dimensioni variabili.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

Di Donna V., Vallario A., (2000), L’ambiente, risorse e rischi, IX ed., Liguori Editore, Napoli.<br />

ISTAT (2012), 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale<br />

n. 209 del 18 Dicembre 2012.<br />

Santangelo S. (2014), Edilizia sociale e urbanistica. La difficile transizione dalla casa all'abitare, I ed.,<br />

Carocci Editore, Roma.<br />

Scarpelli (2002), Appunti delle lezioni di organizzazione e pianificazione del territorio, I ed., Edizioni<br />

Kappa, Roma.<br />

Signorelli C. (2011), Igiene, Epidemiologia, Sanità pubblica, VI ed., Società Editrice Universo, Roma.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; SERVIZI PRIMARI; COMUNE DI TIVOLI; POPOLAZIONE; QUALITÀ DELLA VITA<br />

ABSTRACT<br />

One of the main debate topics between citizens and people who manage public property is urban quality of<br />

life. The project aims to evaluate the spatial distribution of basic primary services (such as pharmacies, doctors'<br />

offices and shops that sell all the basic necessities) concerning people with reduced mobility, in order to provide<br />

cognitive tools in support of a land-use planning (managed by local authorities), which meets the needs<br />

of the resident population. We decided to consider the village of Tivoli. The city shows some service management<br />

issues, mainly due to the presence of two portions with reduced intermobility. As regards the analysis<br />

of population, starting from the sections of ISTAT data, we evaluated the distribution of the population<br />

characterized by reduced mobility in the different parts, related to the onset of chronic diseases in age groups<br />

above 60 years. This study aims to suggest local authorities to optimize the redistribution of the above-written<br />

services and to improve the accessibility for people with reduced mobility.<br />

AUTORE<br />

Lorenzani Flavia. Master GEO-GST, Univ. Tor Vergata, flavia.lorenzani@gmail.com<br />

Perrone Francesca. Master GEO-GST, Univ. Tor Vergata, francesca.perrone8816@gmail.com<br />

Tarquini Emanuele. Master GEO-GST Univ. Tor Vergata, tarquini.emanuele@hotmail.it<br />

Vanich Alessandro. Master GEO-GST Univ. Tor Vergata, alessandro.vanich@hotmail.it<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 45


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Toulouse (France)<br />

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16-19 Gennaio 2018<br />

Geospatial World Forum<br />

Hyderabad (India)<br />

www.geoforall.it/kwacw<br />

19-22 Febbraio 2018<br />

FOSS4G Italia<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/kwwh3<br />

18-21 marzo 2018<br />

GI4DM 2018 -<br />

Geoinformation for Disaster<br />

Management<br />

Istanbul (Turkey)<br />

www.geoforall.it/kww3r<br />

6-11 maggio 2018<br />

Istanbul (Turkey)<br />

FIG Congress<br />

www.geoforall.it/k9cwx<br />

22 - 23 maggio 2018<br />

London (UK)<br />

GEO Business 2018<br />

www.geoforall.it/kwxyc<br />

13-15 giugno 2018<br />

21st International AGILE<br />

Conference<br />

AGILE 2018 "Geospatial<br />

Technologies for All"<br />

Lund (Sweden)<br />

www.geoforall.it/kw9w4<br />

7-4 giugno 2018<br />

The ISPRS Technical<br />

Commission II Symposium<br />

"Towards Photogrammetry<br />

2020"<br />

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