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Rivista bimestrale - anno XXI - Numero 4/<strong>2017</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
URBANISTICA<br />
GNSS<br />
BIM<br />
RILIEVO TOPOGRAFIA<br />
CAD<br />
REMOTE SENSING SPAZIO<br />
EDILIZIA<br />
WEBGIS<br />
UAV<br />
SMART CITY<br />
AMBIENTE<br />
NETWORKS<br />
LiDAR<br />
BENI CULTURALI<br />
LBS<br />
Lug/Ago <strong>2017</strong> anno XXI N°4<br />
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />
Evolution of<br />
Integrated UAV<br />
solutions<br />
DATI TERRITORIALI CON<br />
TECNOLOGIE OPEN IN VENETO<br />
TOPCON DELTA SOLUTION<br />
PER IL MONITORAGGIO<br />
DELLE INFRASTRUTTURE<br />
MONITORAGGIO POST<br />
INCENDIO CON FIRE-SAT
Porta il #fresh surveying nel tuo business con<br />
innovazioni uniche e pratiche di GeoMax<br />
30°<br />
(video) Zoom3D Catalogo Generale Zenith 35 Pro<br />
www.geomax-positioning.it<br />
works when you do
La Geodesy 4.0 di INTERGEO<br />
A settembre scorso si è chiusa a Berlino una tre giorni di fiera relativa a tutto ciò che impatta nel mondo<br />
con il prefisso Geo-. Un incredibile vortice di presentazioni che hanno consentito a chiunque di toccare<br />
con mano l’incredibile rivoluzione che vede alla base la fusione dei mondi della Geodesia con quello della<br />
Geoinformatica. Il motore di tutto è un’onda inarrestabile guidata dalla digitalizzazione di tutto il mondo<br />
che ci circonda da tutti i punti di vista possibili, oggi conosciuti.<br />
La geo information technology che ne deriva è l’espressione dell’unione dei due mondi resa possibile<br />
dall’evoluzione e penetrazione della geomatica nella nostra vita quotidiana.<br />
Siamo in un processo di modellazione del digitale che ovviamente non è fine a sé stesso ma cerca di realizzare<br />
modelli gestibili con la matematica per poter analizzare, prevedere e monitorare ciò che ci circonda per<br />
trovare soluzioni per le questioni sociali relative alla mobilità, all'energia, all'ambiente, alla sicurezza e alla<br />
salute; questioni che non possono essere affrontate senza digitalizzazione.<br />
Circa 580 espositori provenienti da 37 paesi e più di 1.400 delegati in conferenza hanno partecipato alla<br />
fiera internazionale per la geodesia, la geoinformazione e la gestione del territorio portando a Berlino più di<br />
18.000 visitatori da oltre 100 paesi.<br />
Il ritmo con cui avanza la trasformazione digitale è incalzante e le professioni stesse stanno cambiando.<br />
Dobbiamo fare i conti col fatto che i geodeti di ieri stanno diventano i gestori di geodati del domani. La<br />
domanda di coloro che possono portare sul tavolo esperienza geodetica, know-how nella Information<br />
Technology e capacità di gestione è alta. L’integrazione della progettazione infrastrutturale baserà questo mix<br />
di conoscenze per avviarsi al processo integrale che acerbamente passiamo oggi come Building Information<br />
Modeling (BIM), il processo digitale applicato alla progettazione, costruzione e funzionamento di edifici e<br />
infrastrutture.<br />
Un processo che ci porterà finalmente all’evidenza progettuale dell’impatto del costruito sul complesso di<br />
relazioni sottosuolo-territorio-aria-spazio, con la possibilità di introduzione delle molteplici variabili in ballo -<br />
prima neanche pensabili - che unite alla dimensione tempo porteranno alla visione completa del ciclo di vita<br />
di un’opera, fino alla sua ri-trasformazione negli elementi naturali che l’hanno inizialmente assemblata.<br />
Questo tema ha giocato un ruolo ancor più grande in INTERGEO, in particolare perché i geodati sono<br />
il cuore di questo metodo, ancora relativamente nuovo, che chiamiamo BIM; attualmente promosso per<br />
aumentare l'efficienza nel settore delle costruzioni.<br />
Ma il vero obiettivo sarà raggiunto solo quando con i geodati riusciremo a verificare quale sarà il ciclo di ogni<br />
pezzo che compone il complesso edilizio, fino a verificarne il naturale riassorbimento ambientale, al di là di<br />
qualsiasi ipocrita valutazione di impatto ambientale oggi largamente sottostimata.<br />
Allo stato attuale e visto l’enorme investimento che l’industria Geo- continua a portare avanti, non è<br />
ancora possibile dire fino a che punto ci influenzerà la digitalizzazione. L’importante oggi è trovare la giusta<br />
direzione per assicurare che tutti siano preparati quando l'Internet delle cose (IoT) e le metodologie di<br />
intelligenza artificiale ci porteranno a nuove dimensioni di digitalizzazione.<br />
E’ questa la nuova frontiera dell’ingegneria alla quale dobbiamo guardare tenendo presente che la base di<br />
tutto il futuro che stiamo definendo, tramite acronimi come il BIM, la realtà virtuale e aumentata, le città<br />
intelligenti, saranno possibili solo su una matrice di geodati completamente definiti, accurati e effettivamente<br />
rappresentativi del mondo reale.<br />
Su questo siamo d’accordo con Manfred Hauswirth, direttore del Fraunhofer FOKUS che nel suo discorso<br />
di apertura "Digital Networking - the Basis for the City of the Future", ha confermato che i geodati sono tra<br />
i dati più importanti a livello mondiale per la costruzione della rete digitale alla base delle città intelligenti<br />
che stiamo pensando.<br />
Buona lettura, Renzo Carlucci
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REport<br />
GUEst papER<br />
Il sistema FIRE-SAT<br />
pEr il monitoraggio<br />
post-incEndio:<br />
il caso-studio<br />
dEll'incEndio di potEnza<br />
dEl 21-23 luglio 2015<br />
di Antonio LAnorte,<br />
FortunAto de sAntis, BiAgio tucci<br />
6<br />
LE RUBRICHE<br />
36 MERCATO<br />
46 AGENDA<br />
Nell’immagine di sfondo si mostra una<br />
parte della Divisione di Sagaing, nel nordovest<br />
dello stato di Myanmar (o Birmania)<br />
e lungo il confine con l’India.<br />
Si osserva la serpentina del fiume Chindwin,<br />
che ha straripato i suoi argini nel<br />
2015 durante un periodo caratterizzato<br />
da grandi inondazioni. Le piogge monsoniche<br />
iniziarono nel mese di luglio e portarono<br />
alla esondazione molti fiumi della<br />
regione, determinando danni estremamente<br />
diffusi e gravi conseguenze per milioni<br />
di persone.<br />
Questa immagine è stata generata utilizzando<br />
due acquisizioni effettuate dal radar di<br />
Sentinel-1 in altrettanti distinti passaggi:<br />
uno prima dell’inondazione del 20 marzo<br />
2015 e l’altra nel corso dell’evento del 4 settembre<br />
2015. La combinazione delle due<br />
acquisizioni mostra i cambiamenti occorsi<br />
a cavallo delle due date, come l’inondazione<br />
di circa 111 mila ettari di terreno su<br />
entrambe i lati degli argini del fiume e che<br />
è mostrata di colore rosso.<br />
La capacità del radar di Sentinel-1A di vedere<br />
attraverso le nuvole, la pioggia ed anche<br />
in condizioni di oscurità rende questo<br />
sensore particolarmente utile nel monitoraggio<br />
delle alluvioni.<br />
Credits: ESA. Traduzione: Gianluca Pititto<br />
14<br />
Gestione e pubblicazione<br />
di dati territoriali con<br />
tecnologie open: le<br />
esperienze maturate con<br />
piccoli e grandi enti del<br />
Veneto<br />
di Roberto Marzocchi, Roberta<br />
Fagandini, Lorenzo Beggiato, Eugenio<br />
Berti, Rosario Ardini, Nicola Freddo,<br />
Tiziano Cosso, Marcello Missagia<br />
In copertina l'immagine<br />
del lancio dell'Unmanned<br />
Aerial Vehicule (UAV) eBee<br />
di Sensefly che si allontana<br />
nel cielo pronto ad iniziare il<br />
proprio lavoro.<br />
20<br />
Delta Solutions:<br />
Sistema di<br />
monitoraggio delle<br />
deformazioni<br />
Riduzione del rischio<br />
nella gestione degli<br />
asset di Chris Emery<br />
geomediaonline.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
24 Come<br />
velocizzare<br />
a dismisura il<br />
processo di<br />
identify su una<br />
mappa<br />
di Massimiliano Bernabè<br />
3DTARGET 35<br />
Aeronike 19<br />
AerRobotix 45<br />
Codevintec 37<br />
Epsilon Italia 18<br />
Esri Italia 23<br />
INSERZIONISTI<br />
Un caso studio<br />
di analisi<br />
geospaziale<br />
applicata alla<br />
mobilità ciclistica:<br />
l’analisi dei flussi<br />
della città di<br />
Napoli<br />
di Massimiliano Moraca,<br />
Carmine Aveta<br />
26<br />
Geogrà 34<br />
Geomax 2<br />
Mesa 36<br />
Planetek Italia 13<br />
Stonex 47<br />
Survey Lab 46<br />
Teorema 31<br />
Topcon 41<br />
Trimble 48<br />
Una metodologia<br />
analitica<br />
applicata alla<br />
razionalizzazione dei<br />
servizi urbani in aree<br />
pedemontane<br />
Ottimizzazione dei servizi<br />
primari nel Comune di Tivoli<br />
di Flavia Lorenzani, Francesca<br />
Perrone, Emanuele Tarquini,<br />
Alessandro Vanich<br />
42<br />
38<br />
Onwards and<br />
upwards: the<br />
evolution of<br />
integrated UAV<br />
solutions<br />
REPETITA<br />
(NON) IUVANT<br />
di Attilio Selvini<br />
32<br />
by Jean-Christophe Zufferey<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
Direttore<br />
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />
Comitato editoriale<br />
Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,<br />
Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio,<br />
Michele Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia,<br />
Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />
Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />
Direttore Responsabile<br />
FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />
Redazione<br />
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />
redazione@rivistageomedia.it<br />
Diffusione e Amministrazione<br />
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Comunicazione e marketing<br />
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Progetto grafico e impaginazione<br />
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MediaGEO soc. coop.<br />
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ISSN 1128-8132<br />
Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
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Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 5 novembre <strong>2017</strong>.
FOCUS<br />
Il sistema FIRE-SAT per il<br />
monitoraggio post-incendio:<br />
il caso-studio dell'incendio di Potenza del 21-23 luglio 2015<br />
di Antonio Lanorte, Fortunato De Santis, Biagio Tucci<br />
I sistemi di monitoraggio satellitare degli<br />
incendi boschivi sono fondamentali per<br />
stimare la probabilità di occorrenza degli<br />
incendi, prevedere la severità potenziale<br />
degli eventi, facilitare la gestione degli<br />
incendi, identificare la severità del danno,<br />
implementare ed indirizzare gli sforzi di<br />
risanamento e restauro ambientale.<br />
Tali sistemi, integrati ad altri strumenti<br />
di informazione geografica, consentono<br />
di caratterizzare gli eventi, agevolando la<br />
loro interpretazione e favorendo una più<br />
razionale organizzazione delle attività d<br />
prevenzione e lotta attiva.<br />
Fig. 1 - Contesto di riferimento dell'area incendiata (in rosso) nei pressi del centro<br />
urbano di Potenza.<br />
Secondo i dati della FAO<br />
(Food and Agricultural Organization)<br />
(FAO, 2007),<br />
ogni anno milioni di ettari di<br />
vegetazione nel mondo sono<br />
colpiti severamente da incendi<br />
connessi a molteplici cause, con<br />
danni a proprietà e mezzi di sostentamento<br />
e spesso perdite di<br />
vite umane. Gli incendi di vegetazione<br />
fuori controllo contribuiscono<br />
inoltre al riscaldamento<br />
globale, all’inquinamento, alla<br />
desertificazione ed alla perdita<br />
di bio-diversità. In alcuni Paesi<br />
esistono agenzie di gestione del<br />
territorio che sulla base di piani<br />
d’azione operano per gestire e<br />
mitigare gli effetti del fuoco con<br />
azioni di previsione e prevenzione,<br />
in altre aree del mondo invece<br />
tali azioni sono poco efficaci<br />
o inesistenti a causa di difficoltà<br />
organizzative e/o economiche. In<br />
ogni caso comunque, sia prima<br />
che durante e dopo l’incendio,<br />
per i soggetti che operano nel<br />
settore della gestione del fuoco<br />
risulta necessario poter avere a<br />
disposizione tecniche e metodologie<br />
accurate, efficienti ed<br />
economiche per stimare il rischio<br />
d’incendio a scala di paesaggio.<br />
Strumenti e tecnologie di previsione<br />
del rischio incendio sono<br />
fondamentali per: 1) stimare la<br />
probabilità di occorrenza degli<br />
incendi, 2) prevedere la severità<br />
potenziale degli eventi, 3) facilitare<br />
la gestione degli incendi, 4)<br />
identificare la severità del danno,<br />
5) implementare ed indirizzare<br />
gli sforzi di risanamento e restauro<br />
ambientale.<br />
Si deve tuttavia tener conto che<br />
il problema della gestione del fenomeno<br />
degli incendi di vegetazione<br />
è molto complesso, perché<br />
comprende una serie di aspetti<br />
connessi alle caratteristiche della<br />
vegetazione, alla morfologia del<br />
territorio, ai fattori meteorologici,<br />
ai fattori antropici. Il rischio<br />
d’incendio quindi è la risultante<br />
di diversi fattori che determinano<br />
l’occorrenza degli incendi e<br />
conseguentemente l’innesco, la<br />
propagazione del fuoco e i suoi<br />
effetti.<br />
Il sistema FIRE-SAT e il monitoraggio<br />
post-incendio<br />
L’Istituto di Metodologie per<br />
l’Analisi Ambientale (IMAA)<br />
del CNR ha messo a punto,<br />
a partire dall’anno 2007 con<br />
sperimentazione pre-operativa<br />
nella regione Basilicata, il sistema<br />
FIRE-SAT di monitoraggio<br />
satellitare per la previsione del<br />
pericolo d’incendio boschivo, la<br />
mappatura delle aree percorse<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
FOCUS<br />
Fig. 2 - In alto: confronto fra immagine Landsat 8 a veri colori pre-fire (a sin.) e post-fire (a destra)<br />
in basso: confronto fra immagine Landsat 8 a falsi colori pre-fire (a sin.) e post-fire (a destra).<br />
dal fuoco e l’analisi dei danni<br />
(Autori vari, 2011-2015; Lanorte<br />
et al, 2010; Lanorte et al.,<br />
2012; Lanorte and Lasaponara,<br />
2012, Lanorte, 2014).<br />
In particolare le attività svolte<br />
nell’ambito di FIRE-SAT sono<br />
state finalizzate a sviluppare<br />
e sperimentare tecniche integrate<br />
(satellitari e non) per la<br />
caratterizzazione e mappatura<br />
dei combustibili vegetali, l’analisi<br />
dei fattori predisponenti<br />
l’incendio, la stima del pericolo<br />
d’incendio boschivo e<br />
d’interfaccia, la simulazione<br />
della propagazione del fuoco, la<br />
perimetrazione delle aree<br />
bruciate con stima del danno<br />
sulla vegetazione e sul suolo e la<br />
valutazione dell’impatto sul sistema<br />
operativo di lotta agli incendi<br />
attualmente in uso presso<br />
la Regione Basilicata.<br />
In questo lavoro un caso studio<br />
di incendio viene utilizzato allo<br />
scopo di evidenziarne le interazioni<br />
con tutti gli elementi<br />
in cui è articolato il sistema<br />
FIRE-SAT. Pertanto l’evento<br />
in questione è stato anzitutto<br />
monitorato attraverso l’uso di<br />
immagini satellitari allo scopo<br />
di mappare i danni che ha<br />
determinato, successivamente<br />
è stato messo in relazione alle<br />
mappe di previsione del pericolo<br />
e infine è stato confrontato<br />
con la simulazione ex-post della<br />
propagazione del fuoco.<br />
L’incendio di Potenza del 21<br />
luglio 2015<br />
Come è desumibile dai report<br />
compilati in Sala Operativa<br />
Unificata Permanente (SOUP)<br />
presso la Protezione Civile della<br />
Regione Basilicata (http://<br />
sor.protezionecivile.basilicata.<br />
it - accesso riservato), l’incendio<br />
individuato come caso di studio<br />
è iniziato il 21 luglio 2015 intorno<br />
alle ore 12:00 in un’area<br />
semirurale alla periferia della<br />
città di Potenza, ai margini di<br />
un’ampia area boscata (Bosco<br />
Pallareta) e della vecchia discarica<br />
comunale non più attiva<br />
da 5 anni. Le operazioni di spegnimento<br />
sono proseguite per il<br />
resto della giornata, con intervento<br />
anche di mezzi aerei, fino<br />
alla comunicazione di chiusura<br />
dell’evento avvenuta intorno<br />
alle 20:30. Tuttavia intorno alle<br />
ore 14:00 del 22 luglio, l’incendio<br />
è ripartito, avvicinandosi<br />
all’area della discarica e costringendo<br />
ad ulteriori interventi<br />
aerei per estinguere le fiamme<br />
fino a chiusura delle attività<br />
intorno alle ore 21:30. Peraltro<br />
le attività di spegnimento sono<br />
proseguite anche nella mattina<br />
del 23 luglio fino al tardo pomeriggio<br />
con interventi a terra<br />
e circa 20 lanci da Canadair.<br />
La cronologia degli eventi testimonia<br />
la pericolosità<br />
dell’evento<br />
e le condizioni<br />
meteorologiche<br />
particolarmente<br />
difficili in cui si è<br />
sviluppato e che<br />
hanno favorito<br />
l’innesco, la propagazione<br />
e anche<br />
le reiterate riprese<br />
dell’incendio.<br />
Particolarmente<br />
delicata è stata<br />
inoltre la gestione dell’area della<br />
vecchia discarica comunale non<br />
attiva, nel tentativo di impedire<br />
il suo diretto coinvolgimento<br />
nell’incendio.<br />
La superficie percorsa dall’incendio<br />
corrisponde a circa 60<br />
ha caratterizzati da praterie<br />
graminoidi con presenza di<br />
vegetazione arbustiva, intervallate<br />
da nuclei di piantagioni di<br />
conifere.<br />
L’incendio si è sviluppato presumibilmente<br />
in direzione ovest/<br />
nord ovest-est/sud est, partendo<br />
da una quota di circa 700 m,<br />
fino a giungere a circa 950 m<br />
nel punto più elevato.<br />
Uso delle immagini satellitari<br />
per la perimetrazione<br />
dell’area percorsa dal fuoco<br />
e la mappatura della severità<br />
dell’incendio<br />
Per il monitoraggio ex post<br />
dell’evento sono state usate 2<br />
immagini satellitari Landsat8<br />
OLI-TIRS fornite gratuitamente<br />
da USGS (United States Geological<br />
Survey) EROS Center<br />
(http://landsat.usgs.gov/).<br />
Fig. 3 - Zona dell' incendio (immagine Google Earth del 29/5/2015) con<br />
punti di vista fotografici (1,2,3,4).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 7
FOCUS<br />
Le date di acquisizione delle<br />
immagini sono il 12 luglio e 28<br />
luglio 2015.<br />
Operational Land Imager<br />
(OLI) e Thermal Infrared Sensor<br />
(TIRS) sono sensori presenti<br />
a bordo del satellite Landsat<br />
8, che è stato lanciato nel Febbraio<br />
2013. Landsat8 acquisisce<br />
immagini con una risoluzione<br />
temporale di 16 giorni su orbita<br />
ripetitiva, quasi polare, eliosincrona<br />
e circolare a 705 km di<br />
altitudine.<br />
Il sensore Operational Land<br />
Imager (OLI) include 9 bande<br />
Landsat 8<br />
Operational<br />
Land Imager<br />
(OLI)<br />
and<br />
Thermal<br />
Infrared<br />
Sensor<br />
(TIRS)<br />
Launched<br />
February 11, 2013<br />
Tab. 1 - Caratteristiche tecniche di Landsat 8<br />
Bands<br />
Wavelength<br />
(micrometers)<br />
Resolution<br />
(meters)<br />
Band 1 - Coastal aerosol 0.43 - 0.45 30<br />
Band 2 - Blue 0.45 - 0.51 30<br />
Band 3 - Green 0.53 - 0.59 30<br />
Band 4 - Red 0.64 - 0.67 30<br />
Band 5 - Near Infrared (NIR) 0.85 - 0.88 30<br />
Band 6 - SWIR 1 1.57 - 1.65 30<br />
Band 7 - SWIR 2 2.11 - 2.29 30<br />
Band 8 - Panchromatic 0.50 - 0.68 15<br />
Band 9 - Cirrus 1.36 - 1.38 30<br />
Band 10 - Thermal Infrared<br />
(TIRS) 1<br />
10.60 - 11.19 100 * (30)<br />
Band 11 - Thermal Infrared<br />
(TIRS) 2<br />
11.50 - 12.51 100 * (30)<br />
Fig. 4 - Foto 1 (Potenza – Località Montegrosso - foto<br />
del 28 luglio 2015).<br />
Fig. 7 - Potenza<br />
– località<br />
Montegrosso<br />
- Punto di vista<br />
Foto 2 prima<br />
dell’incendio<br />
foto Google<br />
earth (Street<br />
View) - dicembre<br />
2008.<br />
Fig. 8 - Foto 3 -<br />
Potenza – località<br />
Montegrosso -<br />
(foto del 28 luglio<br />
2015) - Area di<br />
innesco presunto.<br />
Fig. 5 - Potenza – Località Montegrosso - Punto di vista<br />
Foto 1 prima dell’incendio- foto Google Earth (Street<br />
View) di agosto 2012.<br />
Fig. 6 - Foto 2 - Potenza<br />
– località Montegrosso<br />
- (foto del 28<br />
luglio 2015) - in primo<br />
piano una parte<br />
dell'ex discarica.<br />
Con le frecce bianche<br />
sono evidenziate aree<br />
bruciate che nella figura<br />
successiva sono<br />
visibili nel loro stato<br />
pre-incendio.<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
FOCUS<br />
Fig. 9 - Foto 4 - Potenza – località Montegrosso<br />
(foto del 28 luglio 2015).<br />
spettrali con una risoluzione<br />
spaziale di 30 m per le bande<br />
da 1 a 7 e per la banda 9. La<br />
risoluzione della banda 8 (panchromatic)<br />
è di 15 m.<br />
In confronto alla precedente<br />
missione Landsat (Landsat7) ci<br />
sono due nuove bande: la banda<br />
1 (ultra-blue) è utile per studi<br />
costieri e sull’aerosol e la banda<br />
9 è utile per il rilevamento dei<br />
cirri.<br />
Thermal Infrared Sensor<br />
(TIRS) ha due bande nel termico<br />
(bande 10 e 11) utili per fornire<br />
temperature superficiali più<br />
precise, acquisite a 100 m ma<br />
ricampionate a 30 m nei dati<br />
del prodotto disponbile.<br />
L’uso di immagini LANDSAT<br />
ha innanzitutto permesso di<br />
effettuare una perimetrazione<br />
speditiva dell’area percorsa dal<br />
fuoco. Nella Fig. 2 viene mostrata<br />
l’immagine Landsat 8 del<br />
28 luglio 2015 sia a veri che<br />
a falsi colori, confrontata con<br />
un’immagine pre-fire del 12 luglio<br />
2015.<br />
Nell’immagine a veri colori<br />
(RGB 432) l’area incendiata<br />
appare di colore marrone scuro,<br />
mentre nell’immagine a falsi<br />
colori (RGB 543) la stessa area<br />
risulta di colore verde scuro.<br />
Pochi giorni dopo l’incendio è<br />
stata effettuata una ricognizione<br />
in situ durante la quale attraverso<br />
un report fotografico e analisi<br />
Fig. 10 - Area incendio 3D.<br />
Fig. 11 - Area incendio pre-evento vista del lato ovest - foto Google earth (Street View).<br />
sul campo si sono raccolti dati<br />
per la valutazione dei danni. In<br />
particolare in Fig. 3 vengono<br />
mostrati i punti di vista di quattro<br />
scatti fotografici, mostrati<br />
nelle Figg. 4, 6, 8 e 9. Per le<br />
Foto 1 e 2 viene anche mostrato<br />
un confronto con lo stato preincendio<br />
attraverso foto tratte<br />
dal tool Street View di Google<br />
Earth (Figg. 5 e 7).<br />
La severità dell’incendio è stata<br />
valutata usando le bande Landsat<br />
8 più sensibili ai cambi di<br />
riflettanza post-fire.<br />
In particolare la riflettanza nella<br />
banda dell’infrarosso medio<br />
(OLI7 - SWIR), che è sensibile<br />
al contenuto in acqua sia del<br />
suolo che della vegetazione,<br />
aumenta dopo l’incendio, mentre<br />
nella regione dell’infrarosso<br />
vicino (OLI5 - NIR) si verifica<br />
un declino della riflettanza a<br />
causa della diminuzione del<br />
contenuto in clorofilla della<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 9
FOCUS<br />
fitomassa (Key and Benson,<br />
2006; Lanorte et al., 2013).<br />
Per questa ragione l’indice calcolato<br />
sulla base di queste due<br />
bande sensibili agli effetti del<br />
fuoco (NBR - Normalized Burn<br />
Ratio) è considerato il miglior<br />
indice per identificare le aree<br />
bruciate.<br />
Un’immagine NBR (Fig. 12) è<br />
calcolata normalizzando le bande<br />
5 (NIR) e 7 (SWIR) nell’equazione<br />
1.<br />
Fig. 12 - Mappa dell'indice dNBR.<br />
Fig. 13 - Mappa di severità dell'incendio.<br />
(1)<br />
La mappa ottenuta calcolando<br />
la differenza tra NBR pre e<br />
post-fire (equazione 2) fornisce<br />
una misura del cambio che<br />
quindi può essere utilizzata per<br />
caratterizzare il grado di severità<br />
dell’incendio perché è correlata<br />
alle modifiche ambientali causate<br />
dal fuoco (Figg. 12 e 13)<br />
(2)<br />
Mappe di previsione del<br />
pericolo d’incendio<br />
Allo scopo di stimare la probabilità<br />
di innesco e propagazione<br />
dell’incendio nel periodo e<br />
nell’area in esame, sono state<br />
utilizzate le mappe di previsione<br />
Fig. 14 - Mappa di Fire Severity (dNBR) importata in GoogleEarth- in alto: vista 2D.<br />
del pericolo d’incendio elaborate<br />
nell’ambito delle attività<br />
di supporto operativo previste<br />
dall’Accordo di collaborazione<br />
scientifica tra CNR-IMAA e<br />
Regione Basilicata per la stagione<br />
estiva 2015.<br />
Le mappe di previsione del pericolo<br />
d’incendio sono elaborate<br />
quotidianamente in base ad uno<br />
specifico algoritmo (Lanorte et<br />
al., 2012; Lanorte and Lasaponara,<br />
2012) che stima la probabilità<br />
all’innesco e propagazione<br />
degli incendi di vegetazione (da<br />
nulla ad estrema) utilizzando<br />
dati satellitari a bassa (MODIS)<br />
e media (LANDSAT) risoluzione<br />
spaziale, dati territoriali<br />
(relativi ai combustibili vegetali<br />
e ai fattori topografici), dati<br />
storici sugli incendi e dati meteorologici,<br />
per l’elaborazione<br />
di indici riferibili a parametri<br />
statici e dinamici connessi alla<br />
stima del pericolo d’incendio.<br />
Il modello è finalizzato a fornire<br />
una previsione almeno a 24 ore<br />
Fig. 15 - Mappa di Fire Severity (dNBR) importata in GoogleEarth- a sx: vista 3D; a dx: vista 3D con centro urbano di Potenza sullo sfondo.<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
FOCUS<br />
a b c<br />
Rosso = Pericolo Estremo<br />
Viola = Pericolo Molto Alto<br />
Arancio = Pericolo Alto<br />
Giallo = Pericolo Moderato<br />
Blu = Pericolo Basso<br />
Bianco= No-Fuel (assenza<br />
di combustibili)<br />
Fig. 16 - Mappe di previsione del pericolo d'incendio nell'area e nei giorni dell'evento analizzato.<br />
del pericolo d’incendio in un<br />
dato territorio alla risoluzione<br />
geometrica di 250 metri.<br />
Lo scopo della mappa di pericolo<br />
d’incendio non è predire<br />
i singoli eventi ma stimare la<br />
probabilità di sviluppo (ignition<br />
danger) e propagazione<br />
dell’incendio (fire spread danger).<br />
Pertanto, essa può essere<br />
utilizzata come supporto per<br />
l’identificazione delle aree<br />
più critiche, allo scopo di<br />
coadiuvare la pianificazione<br />
delle azioni di prevenzione e<br />
l’organizzazione delle attività di<br />
estinzione. In effetti il livello di<br />
pericolo (da nullo a estremo)<br />
identifica la diversa capacità di<br />
propagazione dell’incendio a seguito<br />
di innesco e il grado di difficoltà<br />
delle attività di estinzione.<br />
Come mostrato nella Fig.16,<br />
l’area percorsa dal fuoco è stata<br />
sovrapposta alle mappe di previsione<br />
del pericolo d’incendio<br />
dei tre giorni in cui si è sviluppato<br />
l’evento. Ogni mappa<br />
con risoluzione spaziale di 250<br />
metri è stata elaborata il giorno<br />
precedente a quello a cui si riferisce.<br />
Pertanto la mappa elaborata<br />
il 20 luglio in previsione<br />
del giorno successivo in cui inizia<br />
l’evento, segnalava che tutta<br />
l’area interessata fosse classificata<br />
in pericolo d’incendio molto<br />
alto ed estremo (Fig. 16a). Tale<br />
previsione viene confermata anche<br />
per il giorno seguente (Fig.<br />
16b), mentre la mappa relativa<br />
al 23 luglio (Fig. 16b), mostra<br />
una sostanziale diminuzione del<br />
livello di pericolo, sebbene ancora<br />
alto in alcune aree.<br />
Simulazione ex-post della<br />
propagazione dell’incendio<br />
La previsione della propagazione<br />
del fuoco mediante sistemi<br />
di simulazione dell’incendio<br />
basati su modelli fisico-statistici<br />
in grado di fornire informazioni<br />
su come e in quale direzione un<br />
incendio si può sviluppare, rappresenta<br />
un tema di grande interesse<br />
nel settore della gestione<br />
degli incendi di vegetazione.<br />
Nel caso studio qui esaminato<br />
sono state realizzate simulazioni<br />
dell’incendio con l’obiettivo di<br />
verificare quanto il modello potesse<br />
approssimare il perimetro<br />
finale.<br />
Nello specifico è stato utilizzato<br />
il simulatore FARSITE - Fire<br />
Area Simulator (Finney, 2004),<br />
un software gratuito di diffusione<br />
mondiale realizzato dal Missoula<br />
Fire Sciences Laboratory<br />
(USA) che è il simulatore più<br />
adottato per predire il comportamento<br />
del fuoco.<br />
Per poter operare il software<br />
prevede l’inserimento degli<br />
input relativi alla topografia, al<br />
tipo di combustibile, al grado<br />
di copertura della vegetazione e<br />
alle condizioni meteorologiche<br />
della zona in esame, oltre naturalmente<br />
al punto d’innesco<br />
dell’incendio.<br />
FARSITE permette anche di<br />
scegliere tra diverse metodologie<br />
Fig. 17 - Simulazione della propagazione del fuoco (in rosso) senza previsione<br />
di interventi di spegnimento. Il perimetro reale dell'incendio è in blu.<br />
Fig. 18 - Simulazione della propagazione del fuoco (in rosso) con previsione di interventi<br />
di spegnimento da terra (frecce bianche). Il perimetro reale dell'incendio è in blu<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 11
FOCUS<br />
di attacco alle fiamme (barriere<br />
tagliafuoco). Il software può<br />
generare mappe rappresentanti<br />
l’avanzamento del fronte su<br />
diversi passi temporali.<br />
In Fig. 17 è riportata la simulazione<br />
dell’incendio oggetto di<br />
studio con passo temporale di<br />
30 minuti, con velocità del vento<br />
di 20km/h e durata complessiva<br />
di 30 ore senza prevedere<br />
interventi di spegnimento.<br />
Successivamente come mostrato<br />
in Fig. 18 si è ipotizzato<br />
l’intervento da terra in punti<br />
compatibili con esso. Le frecce<br />
bianche indicano le zone in cui<br />
con FARSITE attraverso il tool<br />
“barriera” è stato simulato l’intervento<br />
da terra per cui in esse<br />
il fronte del fuoco viene bloccato<br />
pur essendoci le condizioni<br />
di diffusione dell'incendio.<br />
Conclusioni<br />
Gli incendi di vegetazione sono<br />
considerati una delle maggiori<br />
cause di degrado ambientale, in<br />
grado di compromettere la funzionalità<br />
degli ecosistemi e di<br />
indurre complessi effetti a livello<br />
locale e globale. Il problema<br />
della gestione del fenomeno degli<br />
incendi è molto complesso,<br />
perché comprende una serie<br />
di aspetti connessi alle caratteristiche<br />
della vegetazione, alla<br />
morfologia del territorio, ai fattori<br />
meteorologici, ai fattori antropici.<br />
Risulta pertanto molto<br />
utile un approccio modellistico<br />
in grado di valutare l’efficacia<br />
di possibili strategie politiche di<br />
previsione e controllo del fuoco.<br />
Il sistema FIRE-SAT sviluppato<br />
presso l’Istituto di Metodologie<br />
per l’Analisi Ambientale<br />
(IMAA) del CNR, ha l’obiettivo<br />
di sviluppare algoritmi e<br />
modelli basati su tecnologie di<br />
Osservazione della Terra, con<br />
lo scopo di ottenere, integrare e<br />
gestire, a differente risoluzione<br />
spaziale e temporale, informazioni<br />
sulla vegetazione in funzione<br />
di una stima del rischio<br />
d’incendio anche con risvolti<br />
operativi al fine di supportare le<br />
azioni di tutte le componenti di<br />
Protezione Civile preposte agli<br />
interventi.<br />
Utilizzando come caso studio di<br />
applicazione di FIRE-SAT, un<br />
incendio sviluppatosi in area di<br />
interfaccia nel comune di Potenza<br />
nel mese di luglio 2015,<br />
abbiamo mostrato l’uso di tecniche<br />
EO-based sia per la stima<br />
degli effetti del fuoco sulla vegetazione<br />
che per la previsione<br />
del pericolo d’incendio. Infine<br />
è stata valutata l’applicabilità di<br />
sistemi di simulazione dell’incendio<br />
in grado di prevedere il<br />
comportamento e la propagazione<br />
del fuoco.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Autori vari - Implementazione e sperimentazione di<br />
un modello di previsione del rischio d'incendio boschivo<br />
- Report tecnici 2011, 2012, 2013, 2014, 2015.<br />
Disponibili presso l‘Ufficio di Protezione Civile del<br />
Dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità<br />
della Regione Basilicata.<br />
FAO (Food and Agriculture Organization). Fire management<br />
global assessment 2006. Food and Agriculture<br />
Organization of the United Nations Rome, 2007<br />
Finney M.A. FARSITE: Fire Area Simulator - Model<br />
Development and Evaluation. Ver. 2004. Rocky<br />
Mountain Research Station USDA Forest Service, MT<br />
Key, Carl H.; Benson, Nathan C. 2006. Landscape<br />
Assessment (LA). In: Lutes, Duncan C.; Keane, Robert<br />
E.; Caratti, John F.; Key, Carl H.; Benson, Nathan C.;<br />
Sutherland, Steve; Gangi, Larry J. 2006. FIREMON:<br />
Fire effects monitoring and inventory system. Gen.<br />
Tech. Rep. RMRS-GTR-164-CD. Fort Collins, CO:<br />
U.S. Department of Agriculture, Forest Service, Rocky<br />
Mountain Research Station. p. LA-1-55<br />
Lanorte A, De Santis F, Aromando A, Montesano T.<br />
Lasaponara R, Coluzzi R.: Monitoraggio satellitare per<br />
la previsione del rischio d’incendio Boschivo. Sperimentazione<br />
pre -operativa in Basilicata, Collana "ilmiolibro.it"<br />
(2010) - ISBN: 978-88-8080-117-7<br />
Lanorte A., F. De Santis, A. Aromando, R. Lasaponara:<br />
Low cost pre-operative fire monitoring from fire danger<br />
to severity estimation based on satellite MODIS,<br />
Landsat and ASTER data: the experience of FIRE-SAT<br />
project in the Basilicata region (Italy) (2012) - Computational<br />
Science and Its Applications - ICCSA 2012<br />
Lanorte A., R. Lasaponara: FIRE-SAT un sistema<br />
satellitare per il monitoraggio sistematico, dinamico<br />
ed integrato degli incendi boschivi: la sperimentazione<br />
operativa nella regione Basilicata (2012) - Geomedia<br />
5 (2012)<br />
Lanorte A., M. Danese, R. Lasaponara and B. Murgante:<br />
Multiscale mapping of burn area and severity using<br />
multisensor satellite data and spatial autocorrelation<br />
analysis (2013). International Journal of Applied Earth<br />
Observations and Geoinformation, Vol. 20 (42-51)<br />
Lanorte A.: Applicazioni di Telerilevamento per il<br />
monitoraggio degli incendi. Edizioni Accademiche Italiane<br />
(2014) - ISBN: 978-3-639-65855-2<br />
ABSTRACT<br />
Remote sensing data can usefully support the fire management<br />
operational applications in different spatial<br />
and temporal scales with a synoptic point of view and<br />
low cost technologies. The satellite monitoring systems<br />
together with other geographic information, historical<br />
data and field measurements, can provide the fire management<br />
operators useful tools of fire danger assessment,<br />
fire prevention, fire-fighting and post-fire planning. The<br />
FIRE-SAT monitoring system was applied to a fire event<br />
which developed in a wildland-urban interface area of the<br />
Potenza town (Basilicata, Italy) on July 2015, in order to<br />
assess the fire occurrence danger, to evaluate the fire effects<br />
and to simulate the fire propagation.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Incendi; monitoraggio; osservazione della terra; previsione<br />
pericolo; simulazione; fire severity<br />
AUTORE<br />
Antonio Lanorte<br />
alanorte@imaa.cnr.it<br />
Fortunato De Santis<br />
fortunato.desantis@imaa.cnr.it<br />
Biagio Tucci<br />
biagio.tucci@imaa.cnr.it<br />
Consiglio Nazionale delle Ricerche<br />
Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale<br />
(CNR – IMAA)<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
FOCUS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 13
REPORT<br />
Gestione e pubblicazione di dati territoriali<br />
con tecnologie open: le esperienze maturate<br />
con piccoli e grandi enti del Veneto<br />
di Roberto Marzocchi, Roberta Fagandini, Lorenzo Beggiato, Eugenio Berti, Rosario Ardini, Nicola Freddo,<br />
Tiziano Cosso, Marcello Missagia<br />
In questo articolo sono<br />
presentati due esempi<br />
di pubblicazione di<br />
geodata realizzati con<br />
GFOSS per due città<br />
del Veneto: il SitVi 2.0<br />
webGIS del Comune di<br />
Vicenza e il webGIS del<br />
Comune di Legnano.<br />
Fig. 1 – Applicativi utilizzati da SitVI 2.0 e loro interconnesione.<br />
Un moderno geoportale<br />
è un “cruscotto” per<br />
il controllo del territorio<br />
e costituisce un potente<br />
strumento di divulgazione delle<br />
informazioni sia geografiche<br />
che alfanumeriche ad esse associate.<br />
A poco serve pubblicare<br />
solo mappe cartacee o statiche<br />
in formato PDF, essendo i dati<br />
in continuo aggiornamento.<br />
Pubblicare su un geoportale è<br />
sicuramente molto più utile sia<br />
per cittadini e professionisti sia<br />
dal punto di vista di aggiornamento<br />
e trasparenza nei confronti<br />
di tutti coloro che vogliono<br />
essere informati.<br />
Ci sono due aspetti fondamentali<br />
a cui le due soluzioni<br />
presentate in questo contributo<br />
riescono a dare risposta<br />
• da un lato il fatto che un geoportale<br />
non può né soprattutto<br />
deve, essere uno strumento<br />
a se stante, ma al contrario,<br />
per fare fruttare a pieno le<br />
proprie funzionalità, deve<br />
poter interagire con diverse<br />
fonti di dati, con altri strumenti<br />
analoghi e con diversi<br />
interlocutori.<br />
• Inoltre un geoportale è uno<br />
strumento utile non soltanto<br />
per un grande comune, una<br />
città metropolitana o una regione.<br />
Spesso è uno strumento<br />
di fondamentale importanza<br />
anche per i piccoli comuni,<br />
o qualsiasi altro ente, che<br />
debba gestire dati territoriali;<br />
si pensi per esempio agli enti<br />
di promozione territoriale, ai<br />
soggetti che si occupano di<br />
protezione del territorio, alle<br />
grandi aziende che gestiscono<br />
moli di dati geografici o a<br />
singoli professionisti che si<br />
occupano di gestione e/o monitoraggio<br />
del territorio.<br />
In questo senso, basare un geoportale<br />
su strumenti Open<br />
Source diventa importante e<br />
il presente contributo mette<br />
a confronto due sintomatiche<br />
esperienze parallele. Due enti di<br />
Regione Veneto, di dimensioni<br />
ed esigenze differenti, hanno<br />
entrambi scelto soluzioni open,<br />
basate su software geografici<br />
Free e Open Source (GFOSS -<br />
Geographic Free and Open Source<br />
Software) per l’organizzazione<br />
e pubblicazione del proprio<br />
repertorio di dati territoriali. In<br />
un caso una soluzione custom<br />
made e molto evoluta, nell’altro<br />
caso una soluzione basata su un<br />
servizio di hosting, più semplice<br />
ed economica che ugualmente<br />
consente di ottenere un geoportale<br />
dedicato.<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
I due enti presi<br />
come esempio<br />
Vicenza è un comune capoluogo<br />
di provincia che conta<br />
più di 110’000 abitanti e<br />
già da diversi anni è uno dei<br />
comuni più attivi del Veneto<br />
nell’ambito della progettazione,<br />
sviluppo e mantenimento<br />
di un complesso geoDatabase<br />
(geoDB) per la gestione dei<br />
dati territoriali comunali. Già<br />
da diversi anni si avvaleva di un<br />
visualizzatore di dati basato su<br />
librerie open source (Mapserver<br />
ed Openlayers) denominato<br />
SitVi (Sistema Informativo<br />
Territoriale della Città di<br />
Vicenza).<br />
A partire dal 2013 ha avviato<br />
una serie di analisi di fattibilità<br />
volte ad un utilizzo sempre<br />
maggiore di tecnologie open<br />
source nella pubblicazione dei<br />
propri dati geografici e allo sviluppo<br />
di diversi moduli di ricerca<br />
che consentono a cittadini,<br />
professionisti e tecnici comunali<br />
di accedere agevolmente alle informazioni<br />
contenute in banca<br />
dati attraverso l’interfaccia web<br />
utilizzata per la pubblicazione<br />
del dato territoriale. Alla fine<br />
del 2014, a seguito di una gara<br />
sul mercato elettronico della PA<br />
vinta da Gter srl si è dato inizio<br />
al lavoro che ha portato all’attuale<br />
SitVI 2.0 (http://sit.comune.vicenza.it/SitVI/vicenza/)<br />
inaugurato nell’estate del 2015.<br />
Il comune di Legnago, in provincia<br />
di Verona, è invece un<br />
comune di circa 25’000 abitanti,<br />
non capoluogo e per questo<br />
non è dotato al suo interno di<br />
un apposito ufficio per la gestione<br />
del Sistema Informativo<br />
Territoriale, il cui sviluppo è,<br />
come spesso avviene, in carico<br />
a un ufficio dalle molteplici<br />
funzionalità denominato nella<br />
fattispecie ufficio “Ambiente,<br />
S.I.C. (Sistema Informativo<br />
Comunale), Protezione Civile,<br />
Espropri”.<br />
Fig. 2 – Schema di funzionamento del servizio GisHosting.<br />
Tale ente necessitava quindi<br />
di uno strumento snello ed al<br />
tempo stesso economico per la<br />
gestione dei propri dati territoriali.<br />
A partire dalla primavera del<br />
2016, il comune di Legnago ha<br />
scelto di avvalersi di GisHosting<br />
per la realizzazione, in completa<br />
autonomia, del proprio repertorio<br />
cartografico (www.gishosting.gter.it/comunelegnago)<br />
con il duplice scopo di:<br />
• organizzare i propri dati in<br />
un geoDB servendosi di un<br />
DBMS su server anziché avere<br />
dati sparsi su DB desktop<br />
(ESRI shapefile o altri formati<br />
vettoriali);<br />
• pubblicare online il proprio<br />
repertorio di dati<br />
territoriali organizzato<br />
in diversi<br />
progetti.<br />
Le soluzioni tecnologiche<br />
adottate<br />
SitVI 2.0 è stato<br />
prodotto dall’ufficio<br />
Sistema Informativo<br />
Territoriale in collaborazione<br />
con<br />
l’Unità di progetto di<br />
pianificazione strategica<br />
e territoriale<br />
del settore urbanistica<br />
dell’ente stesso.<br />
Rispetto alla precedente<br />
versione esso è<br />
stato completamente<br />
rinnovato dal punto<br />
di vista tecnologico e grafico,<br />
con un grande ampliamento<br />
del ventaglio di funzionalità<br />
offerte. Si tratta di un servizio<br />
consultabile in maniera gratuita<br />
attraverso la rete internet rivolto<br />
a cittadini, professionisti che<br />
operino sul territorio (geometri,<br />
architetti, ingegneri, etc.) e<br />
studiosi che vogliono saperne<br />
di più sul Comune di Vicenza.<br />
Inoltre una sua versione ampliata,<br />
già attiva da febbraio 2015,<br />
è a disposizione degli uffici<br />
comunali attraverso la rete intranet.<br />
L’intero servizio è stato<br />
interamente realizzato con software<br />
geografico free ed open<br />
source (GFOSS).<br />
Fig. 3 – Interfaccia grafica di SITVI 2.0 con particolare del modulo di gestione<br />
del patrimonio comunale che consente una visualizzazione sempre<br />
aggiornata di concessioni in atto e circa l’andamento dei consumi (gas,<br />
elettricità, acqua, etc.)<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 15
REPORT<br />
Come si può notare dalla figura<br />
1, alla base del nuovo sistema<br />
informativo territoriale del<br />
Comune di Vicenza si è instaurata<br />
una fase di migrazione<br />
delle attuali banche dati comunali<br />
che risiedono sul Database<br />
Management System (DBMS)<br />
Oracle a nuove banche dati<br />
basate su DBMS PostgreSQL /<br />
PostGIS attualmente utilizzate<br />
per la sola pubblicazione dei<br />
dati, su cui però si conta, a partire<br />
da quest’anno di migrare<br />
l’intero geoDB comunale. In<br />
particolare nel nuovo geodatabase<br />
(geoDB) si ha una totale<br />
integrazione fra dati geometrici<br />
e alfanumerici provenienti da<br />
diverse banche dati del Comune<br />
(anagrafe, pratiche edilizie,<br />
catasto, etc.). Proprio questa<br />
struttura integrata del geodatabase<br />
consente query complesse<br />
capaci di restituire informazioni<br />
provenienti da diverse fonti.<br />
Per discriminare la visualizzazione<br />
dei dati da parte degli utenti<br />
sono stati creati schemi diversi<br />
per la pubblicazione dei dati in<br />
funzione della tipologia e dei<br />
diversi livelli di accesso.<br />
Come application server si<br />
utilizza Geoserver, mentre<br />
l’interfaccia client del webGIS<br />
è stata realizzata con Heron<br />
Mapping Client, un framework<br />
javascript open source basato su<br />
Openlayers, ExtJS e GeoExt.<br />
Fig. 4 – Particolare dell’interfaccia di GisHosting. Sulla sinistra l’albero dei layer, in lato a<br />
destra un esempio di geolocalizzazione sulla base della cartografia catastale.<br />
Il nuovo webSIT del Comune<br />
di Legnago è invece basato su<br />
GisHosting (figura 2), una soluzione<br />
basata sul software free ed<br />
open source QuantumGIS (nel<br />
seguito QGIS), sempre più diffuso<br />
fra enti territoriali e professionisti<br />
per l’alta affidabilità assolutamente<br />
comparabile con quella<br />
di analoghi software commerciali,<br />
ma privo di costi di licenza e molto<br />
più interoperabile.<br />
Semplicemente utilizzando<br />
QGIS il tecnico comunale<br />
che, tra gli altri compiti, si occupa<br />
del Sistema Informativo<br />
Territoriale, è quindi riuscito ad<br />
organizzare un ricco geoData-<br />
Base PostgreSQL/PostGIS che<br />
contiene più di 90 strati territoriali<br />
(dato al gennaio <strong>2017</strong>) suddivisi<br />
in circa 20 schemi (catasto,<br />
istat, pat, patrimonio, etc.)<br />
che possono così essere mantenuti<br />
sempre aggiornati. Sempre<br />
utilizzando il solo software GIS<br />
desktop lo stesso tecnico, pur<br />
senza specifiche competenze<br />
nell’ambito della pubblicazione<br />
di dati su web, è riuscito ad<br />
organizzare i dati in opportuni<br />
progetti QGIS utili per la pubblicazione<br />
web basata su QGIS<br />
server, come application server,<br />
e Lizmap, un moderno webclient<br />
open source ottimizzato<br />
anche per il mobile.<br />
Tutti i dati e i software sono su<br />
cloud su un server condiviso<br />
con altri enti e realtà, gestito da<br />
Gter e offerto all’Ente con un<br />
canone mensile a tariffe molto<br />
economiche proprio in virtù<br />
della condivisione del server.<br />
Le funzionalità delle due<br />
soluzioni<br />
Il nuovo SitVi conta più di 400<br />
layer pubblicati suddivisi in 12<br />
macroaree di interesse. E’ basato<br />
su un solo geoDB PostGIS ed<br />
è stato realizzato in poco più di<br />
180 giorni di lavoro. In poco<br />
più di un anno (a partire da<br />
agosto 2015) ha registrato più<br />
di 42’000 accessi e più di 3’800<br />
visitatori unici.<br />
Un forte sforzo è stato profuso<br />
per assecondare le richieste del<br />
settore urbanistica comunale,<br />
per cui sono interamente pubblicati<br />
il Piano degli Interventi<br />
(PI) e il Piano di Assetto del<br />
Territorio (PAT), consentendo<br />
di attuare collegamenti fra<br />
normativa (schede e articoli) e<br />
layers del PI.<br />
Grazie all’integrazione fra i diversi<br />
livelli cartografici sempre<br />
aggiornati e alla possibilità di<br />
aggiungerne altri, il sistema offre<br />
non solo una puntuale mappa<br />
territoriale, ma anche la possibilità<br />
di eseguire interrogazioni<br />
estremamente personalizzate,<br />
selezionando solo la tipologia di<br />
informazioni che interessano.<br />
SitVI 2.0 offre anche, a chi ne<br />
avesse la necessità per studio o<br />
lavoro, di scaricare le banche dati<br />
territoriali nei formati digitali<br />
maggiormente diffusi, integrando<br />
e completando dunque il portale<br />
comunale degli Open Data.<br />
I principali moduli di ricerca<br />
sino ad oggi realizzati sono i<br />
seguenti:<br />
• modulo toponomastica: consente<br />
di effettuare lo zoom<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
su un determinato numero<br />
civico, e di visualizzarne gli<br />
interni e l’anagrafica attraverso<br />
un’opportuna tabella;<br />
• modulo rete geodetica: permette<br />
di visualizzare i punti<br />
della fitta rete geodetica<br />
comunale e non solo, di effettuare<br />
zoom, interrogarne gli<br />
attributi e soprattutto generare<br />
monografie dei punti della<br />
rete in formato pdf;<br />
• modulo anagrafe: permette<br />
interrogazioni anagrafiche su<br />
vie, aree irregolari o regolari<br />
(cerchi di diametro prefissato),<br />
o sul singolo civico (solo<br />
lato INTRANET);<br />
• modulo catasto: consente<br />
zoom e visualizzazione intestatari<br />
sia per il catasto fabbricati<br />
che per quello terreni,<br />
la visualizzazione delle planimetrie<br />
del catasto fabbricati<br />
e la produzione di “carotaggi”<br />
ai fini del Certificato di<br />
Destinazione Urbanistica per<br />
le varie particelle del catasto<br />
terreni;<br />
• modulo pratiche edilizie:<br />
consente la visualizzazione su<br />
mappa delle pratiche edilizie<br />
e la loro interrogazione visualizzandone<br />
tutti i dettagli;<br />
• modulo patrimonio comunale:<br />
consente la visualizzazione<br />
su mappa dell’intero patrimonio<br />
immobiliare comunale e<br />
la sua interrogazione visualizzando<br />
nella fattispecie le concessioni<br />
in atto, l’andamento<br />
dei consumi energetici degli<br />
ultimi anni, eventuali certificazioni<br />
energetiche, etc.<br />
L’interfaccia grafica finale è<br />
quella visualizzata in figura 3. In<br />
particolare alla sinistra si ritrova<br />
un albero dei layer con legenda<br />
integrata, al centro la mappa<br />
con relative toolbar di navigazione<br />
e la status bar, mentre sulla<br />
destra si ritrovano una serie<br />
di finestre con i vari moduli di<br />
ricerca.<br />
Per quel che concerne il webSIT<br />
del comune di Legnago esso è<br />
pubblicato attraverso il webclient<br />
Lizmap che consente la<br />
gestione e pubblicazione di:<br />
• sfondi cartografici, livelli<br />
di zoom, geolocalizzazione<br />
tramite GPS, ottimizzazione<br />
della cache su server, etc;<br />
• strumenti di ricerca esterni<br />
(basati su Google,<br />
Openstreetmap, etc) o interni<br />
sui dati presenti nel proprio<br />
geoDB, quali la localizzazione<br />
basata su via e numero civico<br />
o quella per foglio e particella<br />
catastale;<br />
• visualizzazione di dati tabellari,<br />
popup di interrogazione<br />
dei dati, etc.;<br />
• editing online su specifici<br />
layer e per i soli utenti accreditati;<br />
• serie temporali.<br />
Manutenzione e gestione dati<br />
Per quel che riguarda SitVI 2.0,<br />
come visto il prodotto realizzato<br />
è stato progettato per rispondere<br />
a un gran numero di esigenze,<br />
ma l’appalto ha previsto non<br />
solo la semplice implementazione<br />
del visualizzatore cartografico<br />
e dei relativi moduli per l’accesso<br />
semplificato ai dati alfanumerici<br />
del geoDB comunale, ma<br />
anche la realizzazione di opportuni<br />
tool per la gestione in autonomia<br />
dei progetti da parte dei<br />
responsabili del SIT comunale<br />
e un accurato ed approfondito<br />
percorso di formazione dei responsabili<br />
del SIT comunale al<br />
fine di permettere al Comune di<br />
Vicenza di essere completamente<br />
autonomo nella gestione del<br />
geoDB PostGIS, di Geoserver<br />
e anche della pubblicazione di<br />
nuovi dati. Attraverso opportuni<br />
tool sviluppati ad hoc per i<br />
tecnici comunali è possibile:<br />
• creare nuovi progetti di pubblicazione<br />
su temi specifici;<br />
• aggiungere nuovi layer pubblicati;<br />
• modificare i layer pubblicati;<br />
• un aggiornamento sia automatico<br />
(con cadenza giornaliera)<br />
che manuale del geoDB<br />
PostGIS a partire dalle informazioni<br />
che altri settori<br />
comunali aggiornano sul DB<br />
Oracle ancora in uso;<br />
• pubblicazione di nuovi open<br />
data.<br />
Per quel che concerne il comune<br />
di Legnago, la gestione<br />
e manutenzione è ancora più<br />
semplice, in quanto, come anticipato,<br />
tutta la gestione della<br />
cartografia avviene attraverso<br />
QGIS desktop. Infatte grazie<br />
ad un intuitivo plugin di QGIS<br />
(plugin Lizmap) il comune<br />
stesso può gestire in autonomia<br />
le principali funzionalità volte<br />
alla pubblicazione del dato;<br />
per cui, in poche settimane di<br />
lavoro, il comune di Legnago<br />
si è autonomamente dotato di<br />
un proprio portale per la pubblicazione<br />
ed interrogazione<br />
dei dati territoriali sviluppando<br />
opportuni progetti QGIS corrispondenti<br />
alle diverse cartografie<br />
tematiche da pubblicare sul<br />
webSIT (Stradario Comunale e<br />
numerazione civica, Cartografia<br />
Catastale, Piano Regolatore<br />
Generale Comunale, Piani<br />
Attuativi, etc.)<br />
Conclusioni<br />
Nel presente contributo si sono<br />
presentati due casi realizzati<br />
per due diversi Comuni della<br />
Regione Veneto. Il punto in comune<br />
fra le due scelte, a nostro<br />
avviso vincente, è stata l’adesione<br />
a software free ed open<br />
source che ha consentito la realizzazione<br />
di soluzioni differenti,<br />
ma entrambe adatte alle specifiche<br />
esigenze dei due enti sia<br />
prestazionali che economiche.<br />
Il nuovo SitVi 2.0 realizzato dal<br />
Comune di Vicenza rappresenta<br />
un esempio di come si possa realizzare<br />
un portale cartografico<br />
molto customizzato e altamente<br />
performante e user friendly.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 17
REPORT<br />
È una soluzione sicuramente replicabile per<br />
tutti gli enti dotati di un proprio ufficio<br />
dedicato ai Sistemi Informativi Territoriali<br />
e in grado di dotarsi di una propria infrastruttura<br />
informatica.<br />
Il portale del Comune di Legnago rappresenta<br />
invece una soluzione decisamente più<br />
snella che, per quanto meno performante<br />
rispetto a SitVI 2.0, costituisce un ottimo<br />
esempio di come anche un Ente che non si<br />
possa dotare di un’infrastruttura informatica<br />
ad hoc possa comunque dotarsi di un<br />
proprio geoportale utilizzando un server in<br />
cloud e un semplice GIS desktop già in uso<br />
presso l’ente stesso, senza nessun particolare<br />
aggravio di lavoro per uffici che generalmente<br />
debbono ritagliarsi del tempo per la<br />
gestione del dato geografico.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; geoportale; geowebservice; open source<br />
ABSTRACT<br />
In recent years, the use of Gegraphic Free and Open Source Software<br />
(GFOSS) by the Italian public administration is more diffused (CAD, 2013)<br />
even if the suspicion that proprietary software is more able to completely<br />
solve the problem of the management of a complex geoportal of a big municipality<br />
is still present. In this paper we present two examples of publication<br />
of geodata using GFOSS for two different town of Veneto Region (Italy):<br />
the SitVi 2.0, that is the webGIS of the Vicenza Municipality (~ 110’000<br />
inhabitants) and the webGIS of the Legnago town (~ 25’000 inhabitants).<br />
AUTORE<br />
Roberto Marzocchi<br />
roberto.marzocchi@gter.it<br />
Roberta Fagandini<br />
roberta.fagandini@gter.it<br />
Tiziano Cosso<br />
Gter, spin-off Università di Genova, Piazza De Marini 3/61 - 16123<br />
Genova<br />
Lorenzo Beggiato<br />
lbeggiato@comune.vicenza.it<br />
Eugenio Berti,<br />
Rosario Ardini,<br />
Marcello Missagia<br />
Comune di Vicenza, Settore: Risorse umane, organizzazione e segreteria<br />
generale, Corso Palladio,98 - 36100 Vicenza<br />
Nicola Freddo<br />
nicola.freddo@comune.legnago.vr.it<br />
Comune di Legnago (VR), Settore 3° - Lavori Pubblici ed Urbanistica,<br />
Attività Economiche e SUAP Via XX Settembre, 29 - 37045<br />
Legnago<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
Aeronike presenta City Explorer 3D:<br />
know how e innovazione tecnologica<br />
REPORT<br />
Aeronike, presente sul mercato dal 1966,<br />
ha saputo sviluppare negli oltre 40 anni di<br />
vita, tutte le attività legate al rilievo da<br />
piattaforma aerea, completando la filiera<br />
produttiva dotandosi della strumentazione<br />
necessaria per la redazione di cartografia<br />
numerica aerofotogrammetrica ai<br />
diversi livelli di dettaglio e sviluppando<br />
una competenza core sulla restituzione<br />
3D dei dati aerofotogrammetrici.<br />
City Explorer 3D è una piattaforma<br />
tecnologica che consente di ricreare un<br />
modello virtuale 3D integrando dati e<br />
rilievi aerofotogrammetrici provenienti da<br />
diverse fonti (aereo-drone-terrestri) a<br />
supporto delle esigenze dei diversi enti,<br />
assessorati, associazioni, consorzi etc.<br />
Fornisce all’utente un’esperienza immersiva<br />
3D della propria città o del territorio,<br />
del sito o del monumento di interesse.<br />
Al proprio interno è possibile progettare<br />
specifici itinerari turistici (Tour Virtuali)<br />
con il supporto di una voce narrante<br />
multilingue che permette di immergersi a<br />
360° nel contesto.<br />
L’utilizzatore può accedere al tour virtuale<br />
3D immersivo via web, via APP su dispositivi<br />
mobili, usufruendo anche di supporti<br />
tipo Google Cardboard oppure su un<br />
TOTEM / Monitor Touch Screen disponibile<br />
ad esempio nei vari Punti Informativi<br />
con integrazione di contenuti di Realtà<br />
Virtuale e Realtà Aumentata.<br />
Altri ambiti applicativi del Modello 3D del Territorio<br />
Analisi e Pianificazione<br />
Supporto alla progettazione<br />
Analisi 4D<br />
Rilievo 3D su cui realizzare i progetti esecutivi<br />
Ambiente<br />
GIS 3D<br />
per<br />
interrogazioni<br />
Inserimento di cartografia<br />
Verifiche dimensionali<br />
Inserimento di modelli CAD/BIM<br />
Analisi relazioni spaziali<br />
(rapporto pieni e vuoti)<br />
Export<br />
in<br />
formato<br />
CAD<br />
Realizzazione cartografia da modello 3D<br />
Fotoinserimenti<br />
Supporto per verifica impatto ambientale<br />
Simulazioni (idrogeologico, acustico,etc...)<br />
Profili stradali<br />
www.aeronike.com<br />
Aeronike<br />
@aeronikece3d<br />
Aeronike City Explorer 3D<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 19
REPORT<br />
Delta Solutions: Sistema di<br />
monitoraggio delle deformazioni<br />
Riduzione del rischio nella gestione degli asset<br />
di Chris Emery<br />
Il sistema Topcon Delta Solutions per<br />
il monitoraggio delle deformazioni<br />
consiste nella sintesi di un hardware<br />
altamente performante e di un<br />
software intuitivo, che consente la<br />
gestione dei rischi durante l’intero<br />
ciclo di vita degli asset.<br />
Il monitoraggio è essenziale<br />
per comprendere e gestire i<br />
rischi durante l’intero ciclo<br />
di vita delle infrastrutture. E lo<br />
è in modo particolare in questo<br />
momento, in cui il Regno<br />
Unito sta incrementando i<br />
suoi investimenti proprio nelle<br />
infrastrutture. Lo scorso anno,<br />
il governo della Gran Bretagna<br />
si è impegnato ad investire<br />
oltre 25 miliardi di sterline nel<br />
miglioramento di infrastrutture<br />
obsolete, oltre ai<br />
progetti già in fase di realizzazione<br />
come l’HS2<br />
ed il Crossrail 2. La<br />
realizzazione di queste<br />
infrastrutture richiede<br />
anni di lavoro, spesso<br />
in ambienti urbani<br />
e trafficati: di<br />
conseguenza essa<br />
può presentare<br />
rischi elevati per<br />
le aree circostanti,<br />
laddove<br />
movimenti<br />
strutturali o<br />
cedimenti delle<br />
infrastrutture<br />
stesse potrebbero<br />
avere conseguenze<br />
catastrofiche.<br />
Ad esempio, durante<br />
la costruzione<br />
della Stazione della<br />
metropolitana Pinheiros<br />
di San Paolo del Brasile,<br />
a gennaio 2007 si aprì un<br />
enorme cratere all’interno del<br />
cantiere. Allo stesso modo, nel<br />
2009 il crollo di un tunnel della<br />
Stazione della metropolitana<br />
ancora in costruzione causò<br />
una depressione che distrusse<br />
l’archivio storico di Colonia,<br />
il quale conteneva documenti<br />
risalenti fino al 922 d.C.<br />
L’applicazione della tecnologia<br />
di monitoraggio a progetti<br />
infrastrutturali su vasta scala<br />
risulta essenziale nel fornire<br />
dati che consentano di prevenire<br />
disastri come questi,<br />
garantendo, allo stesso tempo,<br />
qualità ed estrema accuratezza<br />
durante la fase di realizzazione.<br />
In particolare nel caso di alcuni<br />
progetti urbani, spesso il<br />
cantiere si trova a pochi metri<br />
da edifici esistenti ed operativi,<br />
come uffici, abitazioni o mezzi<br />
di trasporto: questo significa<br />
che gli operai devono sapere in<br />
ogni momento in che modo il<br />
cantiere reagisce sia alle forze<br />
ambientali che a quelle artificiali.<br />
Monitoraggio dell’intero<br />
ciclo di vita dell’asset<br />
Il monitoraggio, tuttavia, non<br />
è fondamentale solo nella fase<br />
di costruzione: infatti, anche<br />
le infrastrutture obsolete costituiscono<br />
una sfida continua<br />
non soltanto nel Regno Unito,<br />
ma in tutti i Paesi del mondo.<br />
Non esistono strutture eterne,<br />
e, man mano che la popolazione<br />
aumenta, le tensioni<br />
sulle infrastrutture esistenti<br />
non fanno che aumentare.<br />
L’invecchiamento delle infrastrutture,<br />
di per sé, comporta<br />
dei rischi legati a cedimenti potenziali<br />
ed imprevisti. Sia che<br />
si tratti di costruzioni verticali,<br />
come gli edifici, od orizzontali,<br />
come strade e ponti, l’impatto<br />
di un cedimento influisce, oltre<br />
che sulla struttura stessa e<br />
sui suoi occupanti, anche sulle<br />
persone e sugli edifici che si<br />
trovano nell’area circostante.<br />
Il monitoraggio continuo delle<br />
strutture nella fase successiva<br />
alla realizzazione consente di<br />
allungare la durata dell’infrastruttura<br />
stessa, attraverso l’i-<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
dentificazione dello stato di salute<br />
e dei problemi strutturali,<br />
prima che essi si manifestino.<br />
Monitoraggio tradizionale<br />
La raccolta manuale di dati<br />
dettagliati per il monitoraggio<br />
crea dei problemi legati alla<br />
sua stessa natura: i metodi di<br />
monitoraggio tradizionale, infatti,<br />
richiedono squadre di topografi<br />
presenti sul posto, che<br />
raccolgono dati nell’intera area<br />
del cantiere. Successivamente,<br />
questi dati devono essere trasferiti<br />
in ufficio per essere analizzati<br />
e confrontati con dati<br />
di riferimento. Per ottenere<br />
una visione adeguata ed una<br />
comprensione della stabilità<br />
della struttura durante la costruzione,<br />
il team dovrebbe<br />
attenersi ad almeno due set di<br />
dati al giorno per raccogliere<br />
le informazioni man mano che<br />
procedono i lavori. In primo<br />
luogo, questo richiede un enorme<br />
investimento in termini di<br />
tempo ed economici. Inoltre,<br />
cosa più importante, questo<br />
significa anche aumentare il<br />
numero delle persone a rischio<br />
per la loro salute e sicurezza,<br />
specialmente se il cantiere si<br />
trova in un ambiente particolarmente<br />
pericoloso come nel<br />
caso di miniere, gallerie e cantieri<br />
in quota.<br />
Il sistema Topcon Delta<br />
Solutions per il monitoraggio<br />
delle deformazioni<br />
Il nuovo sistema Delta<br />
Solutions per il monitoraggio<br />
delle deformazioni è una combinazione<br />
di hardware e software<br />
all’avanguardia, progettata<br />
appositamente per fornire<br />
un set di dati completo per una<br />
comprensione accurata di qualsiasi<br />
asset. Realizzato per garantire<br />
affidabilità ed accuratezza,<br />
il sistema, integrando tecnologia<br />
di misurazione ad elevata<br />
precisione con un software<br />
avanzato e dati di diversa natura,<br />
consente di incrementare<br />
il livello di conoscenza durante<br />
la realizzazione di complicati<br />
progetti e di rilievi strutturali,<br />
in modo da ridurre i rischi.<br />
Le stazioni totali sono strumenti<br />
molto diffusi per la raccolta<br />
di dati per monitoraggio,<br />
e la possibilità di controllarli<br />
da remoto si è già dimostrata<br />
estremamente efficace. Il nuovo<br />
Delta Link Topcon porta<br />
questa tecnologia un passo<br />
in avanti: con la sua brillante<br />
funzionalità e le dimensioni<br />
compatte, infatti, il Delta Link<br />
si differenzia da tutti gli altri<br />
prodotti sul mercato.<br />
Questo nuovo prodotto offre<br />
un’ampia scelta di caratteristiche<br />
innovative, disponibili su<br />
uno strumento grande quanto<br />
una scatola da scarpe. Tra queste<br />
caratteristiche: controllo<br />
embedded, data buffering,<br />
memoria locale, tecnologie<br />
on board di comunicazione<br />
multipla e gestione intelligente<br />
dell’energia. Ciò significa che<br />
l’unità Delta Link registra in<br />
continuo dati accurati e stabili,<br />
senza alcun impatto da parte<br />
di condizioni esterne avverse.<br />
Nel caso in cui il trasferimento<br />
dei dati fallisca per un qualsiasi<br />
motivo, i dati vengono salvati<br />
sull’unità locale fino a che non<br />
viene ristabilita una connessione<br />
stabile. Allo stesso modo, se<br />
la fonte di alimentazione principale<br />
si interrompe, l’unità<br />
passa automaticamente ad una<br />
delle due fonti di backup, fino<br />
a che la fonte di alimentazione<br />
principale non viene ripristinata.<br />
Piccolo e leggero, il Delta Link<br />
è facile da installare ed è dotato<br />
di classificazione IP65, per cui<br />
è totalmente resistente alla polvere<br />
ed impermeabile. Inoltre è<br />
dotato di una propria stazione<br />
meteorologica integrata, che<br />
misura la temperatura, la pres-<br />
sione e l’umidità. Progettato<br />
per garantire affidabilità e precisione,<br />
il sistema salvaguarda<br />
da qualsiasi interferenza esterna<br />
o malfunzionamento della rete,<br />
in modo da proteggere i dati<br />
affinché siano sempre affidabili.<br />
Delta Log<br />
Oltre al Delta Link, Topcon<br />
ha realizzato anche il Delta<br />
Log: un programma facile da<br />
usare ed intuitivo, installato<br />
sull’unità Delta Link per telecomandare<br />
le stazioni totali.<br />
Tramite il Delta Log, l’utente<br />
può progettare e configurare<br />
un regime di monitoraggio che<br />
può essere locale o da remoto.<br />
Questo programma impiega le<br />
tecnologie esclusive di Topcon<br />
per le stazioni totali, come il<br />
Reflector Prescan, che permette<br />
di identificare velocemente fino<br />
a 100 target per volta.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 21
REPORT<br />
Il Delta Log è provvisto di<br />
funzionalità avanzate che<br />
consentono di gestire le letture,<br />
i tipi di target e la programmazione<br />
dell’attività dello strumento<br />
senza dover essere sul<br />
posto.<br />
Delta Watch<br />
Oltre a garantire un flusso di<br />
lavoro completo e senza interruzioni,<br />
il sistema Delta di<br />
monitoraggio delle deformazioni<br />
include anche il Delta<br />
Watch: il sofisticato pacchetto<br />
Topcon per l’elaborazione dei<br />
dati. Il software di monitoraggio<br />
funziona come una piattaforma,<br />
su cui si registrano, si<br />
confrontano e si processano i<br />
dati geodetici acquisiti in manuale<br />
ed in automatico. Oltre<br />
a consentire la visualizzazione,<br />
la reportistica e le funzioni di<br />
allarme, il Delta Watch include<br />
di serie anche avanzate<br />
funzionalità di compensazione<br />
della rete. Utilizzando il Delta<br />
Watch, l’utente può creare un<br />
numero illimitato di trasformazioni<br />
di sistemi di coordinate,<br />
o ‘sistemi di riferimento locali’,<br />
per ciascun progetto. Mediante<br />
la creazione di questi sistemi di<br />
coordinate, è possibile monitorare<br />
e visualizzare il movimento<br />
di qualsiasi edificio nelle vicinanze<br />
che potrebbe subire gli<br />
effetti diretti del cantiere.<br />
Il software è in grado di<br />
elaborare informazioni geodetiche<br />
provenienti da un numero<br />
illimitato di strumenti che<br />
lavorano allo stesso progetto,<br />
collegati nella stessa rete. In<br />
questo modo si elimina ogni<br />
potenziale anomalia dai dati,<br />
assicurando un dataset preciso,<br />
accurato e completo.<br />
Sistema modulare<br />
Il nuovo sistema Topcon Delta<br />
Solutions per il monitoraggio<br />
delle deformazioni è stato<br />
progettato per essere facile da<br />
usare e per essere integrato<br />
senza interruzioni all’interno<br />
di qualsiasi flusso di lavoro.<br />
Trattandosi di un Sistema modulare,<br />
gli utenti possono scegliere<br />
la tecnologia che ritengono<br />
più idonea sia che si tratti<br />
di un software, sia che si tratti<br />
di una suite completa di prodotti.<br />
Questo approccio modulare<br />
consente di introdurre nel<br />
modulo Delta Sat, oltre ai dati<br />
geodetici terrestri, anche dati<br />
aggiuntivi, come ad esempio<br />
dati GNSS. In questo modo,<br />
gli utilizzatori possono monitorare<br />
gli effetti di movimenti<br />
sospetti causati da importanti<br />
fattori ambientali o geografici,<br />
per giungere ad una comprensione<br />
più dettagliata delle cause<br />
dei movimenti rilevati dalla<br />
stazione totale.<br />
La rivoluzione nel monitoraggio<br />
strutturale<br />
Sistemi automatizzati come il<br />
Delta Solutions stanno rivoluzionando<br />
l’approccio alla gestione<br />
degli asset. Funzionando<br />
come una suite di comando<br />
centralizzata, questa tecnologia<br />
consente di creare dataset dettagliati,<br />
affidabili ed accurati,<br />
tali da poter essere analizzati<br />
rapidamente e da remoto, al<br />
fine di ridurre il rischio durante<br />
l’intero ciclo di vita degli<br />
asset. Inoltre, attraverso l’eliminazione<br />
della latenza potenziale<br />
della rete, grazie all’impiego<br />
di un canale di comunicazione<br />
altamente performante<br />
e di un pacchetto software<br />
smart, il sistema Delta per il<br />
monitoraggio delle deformazioni<br />
è in grado di offrire una<br />
rassicurazione costante sullo<br />
stato di salute di una struttura,<br />
finita o in costruzione.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Monitoraggio; infrastrutture; safety;<br />
asset management; Total station;<br />
GNSS<br />
ABSTRACT<br />
Infrastructures and surrounding areas can<br />
present great risks where structural movement<br />
or failure of infrastructure can result<br />
in catastrophic consequences also for the<br />
people living and working in nearby existing<br />
buildings, besides for the teams of<br />
workers involved in the infrastructures underway.<br />
As a positive and important consequence<br />
of this growing awareness, the increasing<br />
application of systematic techniques for<br />
structural monitoring has proved essential<br />
for risk comprehension and management<br />
throughout the entire life cycle of infrastructures.<br />
In this article reference is made to the remarkable<br />
investments that the UK has been<br />
lately pledging (wishing similar measures<br />
are taken also in our country), both for the<br />
improving of existing aging infrastructures<br />
and for new projects.<br />
In the second part of the article, the hardware<br />
and software components of the Topcon<br />
Delta Solutions modular solution are<br />
analyzed in details: Delta Link, Delta Log<br />
and Delta Watch, designed for ease of use<br />
and seamless integration into any workflow.<br />
AUTORE<br />
Chris Emery<br />
Business Manager - Monitoring Solutions<br />
Europe, Topcon<br />
cemery@topcon.com<br />
Traduzione a cura di Giorgia Ausili<br />
STC – Projects Support, Topcon<br />
Positioning Italy<br />
gausili@topcon.com<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
®<br />
®
REPORT<br />
Come velocizzare a dismisura il<br />
processo di identify su una mappa<br />
Il processo di creazione di una tile cache di mappa utilizzando identificativi univoci<br />
di Massimiliano Bernabe<br />
Individuare e trasmettere<br />
velocemente le chiavi primarie delle<br />
features di una mappa in modo<br />
trasparente per l’utilizzatore finale.<br />
Il processo supporta nativamente<br />
molteplici layer, senza alcun<br />
peggioramento nelle performance.<br />
Noi tutti conosciamo i<br />
tile di mappa e li utilizziamo<br />
per velocizzare<br />
il processo di rendering delle<br />
mappe, a scale predefinite. Ma<br />
cosa succede quando un utente<br />
desidera conoscere di più degli<br />
oggetti che vede a schermo?<br />
Deve effettuare un’operazione di<br />
identify, magari su un numero<br />
considerevole di layer cartogafici.<br />
Fino ad ora questo processo<br />
era lento, e veniva elaborato da<br />
server e database interrogando<br />
indici spaziali, filtrando risultati<br />
e effettuando clip, con l’unico<br />
scopo di ritornare all’utente delle<br />
informazioni aggiuntive su un<br />
ristretto numero di oggetti.<br />
Da oggi, con l’utilizzo di una<br />
nuova buona pratica chiamata<br />
Identification Tiles tutto questo<br />
sarà solo un ricordo.<br />
Mediante l’utilizzo degli Identification<br />
Tiles infatti il processo<br />
di identify può essere demandato<br />
completamente al client<br />
e l’unico compito rimanente<br />
del server di mappa è quello di<br />
repository di informazioni statiche.<br />
Il processo di identificazione<br />
tramite WMS<br />
Il protocollo WMS, definisce<br />
la richiesta GetFeatureInfo per<br />
dare la possibilità al client di<br />
ricevere le informazioni di una<br />
data posizione su una mappa.<br />
Ogni client è obbligato nella richiesta<br />
a fornire i nomi dei layer<br />
nei quali effettuare la ricerca ed<br />
una zona dalla quale estrarre le<br />
informazioni desiderate.<br />
Questa tipologia di richieste genera<br />
un grande quantitativo di<br />
elaborazione lato server di mappa<br />
per essere evasa:<br />
4il server di mappa esegue una<br />
interrogazione sul database<br />
per ogni layer richiesto<br />
4per ogni layer il database utilizza<br />
l’indice spaziale per filtrare<br />
i record che soddisfano<br />
il filtro della richiesta<br />
4se trova dei risultati li comunica<br />
al server di mappa<br />
4il server di mappa compila la<br />
risposta da inviare al client e<br />
la invia<br />
Dopo tutta questa elaborazione<br />
il client deve interpretare la<br />
risposta e visualizzarla in modo<br />
opportuno all’utente.<br />
Il processo di identificazione<br />
tramite Identification Tiles<br />
La buona pratica degli Identification<br />
Tiles definisce come<br />
memorizzare nelle immagini<br />
dei tiles tutte le informazioni<br />
necessarie ad ottenere un identificativo<br />
univoco per ogni feature<br />
all’interno di una mappa. Ogni<br />
feature viene obbligatoriamente<br />
individuata con un UUID versione<br />
4 e queste informazioni<br />
sono già disponibili nei tile di<br />
identificazione.<br />
Il processo diventa quindi il seguente:<br />
4il client conosce la posizione<br />
che l’utente vuole identificare<br />
4il client calcola il corrispondente<br />
Identification Tile e lo<br />
richiede al server<br />
4il server lo invia, è un’immagine<br />
statica che può facilmente<br />
essere cachata a tutti i livelli<br />
4il client estrae dall’identification<br />
tile gli Identificativi delle<br />
feature presenti<br />
4il client richiede al server le<br />
features utilizzando l’identificativo<br />
4il server ad ogni richiesta<br />
risponde con un JSON, informazione<br />
statica che può<br />
essere cacheata a tutti i livelli.<br />
Quindi il server di mappa risponde<br />
solo con informazioni<br />
statiche e non viene eseguita<br />
alcuna elaborazione a livello di<br />
database.<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
Limitazioni nell’uso di Identification<br />
Tiles<br />
Non tutte le basi di dati sono<br />
pronte per essere interrogate tramite<br />
Identification Tiles , ma fortunatamente<br />
è facile trasformare<br />
una qualsiasi base dati in modo<br />
da diventare compatibile. Esiste<br />
infatti un’unica limitazione: ogni<br />
feature all’interno della base dati<br />
deve essere univocamente identificata<br />
mediante uno UUID<br />
versione 4.<br />
Creare una cache<br />
di Identification Tiles<br />
Gli Identification Tiles sono una<br />
directory di immagini PNG che<br />
seguono la nomenclatura slippy<br />
map. Ogni PNG contiene<br />
moltissimi UUID, codificati in<br />
modo da essere facilmente interpretati<br />
dall’applicazione client: in<br />
ogni immagine viene individuata<br />
una griglia 64x64 dove ogni cella<br />
è composta da 16 pixel.<br />
Ognuna delle celle ha abbastanza<br />
spazio informativo per contenere<br />
al massimo tre UUID diversi ed<br />
alcune informazioni di controllo.<br />
Risulta quindi obbligatorio<br />
utilizzare il formato PNG in<br />
quanto senza perdita di informazione.<br />
Non è possibile utilizzare<br />
altri formati più compressi come<br />
il jpeg.<br />
Gestione delle richieste<br />
alfanumeriche<br />
Usare gli Identification Tiles per<br />
interrogare una banca dati rende<br />
molto facile il reperimento dei<br />
alcune informazioni fondamentali<br />
(gli identificativi) delle<br />
features, avendo la loro posizione.<br />
Ma come si può rimuovere<br />
completamente la dipendenza<br />
tra il server di mappa e il database?<br />
L’ultimo passo dunque è<br />
quello di esportare il contenuto<br />
del database in molti file JSON,<br />
da memorizzare direttamente<br />
sul server di mappa. I filesystem<br />
moderni gestiscono tranquillamente<br />
diversi milioni di piccoli<br />
file organizzati in sottodirectory.<br />
Col fine di individuare una<br />
nomenclatura utilizzabile in generale,<br />
si devono seguire queste<br />
regole:<br />
4ogni feature del database viene<br />
esportata in un unico file<br />
JSON<br />
4il nome di ogni file JSON è la<br />
rappresentazione in esadecimale<br />
dell’UUID della feature<br />
che contiene<br />
4i nomi dei file son in minuscolo,<br />
ed hanno estensione<br />
“.json”<br />
4usare i primi tre caratteri del<br />
nome del file come nome<br />
della sottodirectory che lo<br />
contiene, in questo modo si<br />
limita il numero di file nella<br />
directory dei dati.<br />
Fumo o arrosto?<br />
L’utilizzo degli Identification Tiles<br />
è una pratica molto innovativa<br />
ed ancora non è standardizzata<br />
in nessun protocollo riconosciuto<br />
a livello internazionale, ma ci<br />
sono già delle implementazioni e<br />
degli esempi funzionanti, di cui<br />
uno rilasciato con licenza EUPL<br />
V.1.1.<br />
Di questa implementazione sono<br />
disponibili:<br />
4tutti gli script e le procedure<br />
SQL per generare gli Identification<br />
Tiles a partire da un<br />
database Postgis<br />
4una implementazione javascript<br />
di esempio<br />
Non sono invece presenti al momento<br />
dei plugin per le maggiori<br />
librerie javascript (OpenLayers,<br />
Leaflet, ...) che integrano questa<br />
funzionalità.<br />
Conclusioni<br />
In conclusione considero questa<br />
una vera innovazione nel campo<br />
dei sistemi informativi territoriali,<br />
ed anche se al corollario mancano<br />
moltissime integrazioni<br />
con i maggiori framework, è una<br />
pratica che vale la pena di considerare<br />
ed implementare, in particolare<br />
nel caso di applicazioni<br />
che devono essere utilizzate da<br />
quantità di utenti in contemporanea<br />
e per le quali i dati di base<br />
sono relativamente fissi.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; maps; layer cartografici; identification<br />
tiles;<br />
ABSTRACT<br />
The article describes how to quickly locate and<br />
transmit the primary features of a map to the end<br />
user. It supports natively multiple layers without<br />
any deterioration in performance.<br />
AUTORE<br />
Massimiliano Bernabe<br />
massimiliano.bernabe@gmail.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 25
REPORT<br />
Un caso studio di analisi geospaziale<br />
applicata alla mobilità ciclistica:<br />
l’analisi dei flussi della città di Napoli<br />
di Massimiliano Moraca,<br />
Carmine Aveta<br />
Fig. 1 - La città di Napoli (in blu), le 10 Municipalità che la compongono e le città limitrofe.<br />
Le analisi di seguito riportate<br />
sono tese a analizzare i<br />
dati dell’European Cycling<br />
Challenge 2015 in ottica<br />
geospaziale. Tali analisi,<br />
presentate anche al GIS Day<br />
2016 oltre che al TIS<strong>2017</strong>,<br />
sono state condotte con<br />
l’ausilio dei software open<br />
source QGIS e Postgres/<br />
PostGIS.<br />
L’<br />
obiettivo del presente<br />
documento è<br />
quello di analizzare<br />
i dati della edizione 2015 della<br />
European Cycling Challenge<br />
per la città di Napoli - utilizzata<br />
come caso studio - definendo<br />
una metodologia per la elaborazione<br />
dei dati e presentando<br />
cosi i risultati ottenuti. La città<br />
di Napoli è suddivisa in 10<br />
Municipalità (la suddivisione<br />
in Municipalità è stata presa<br />
come riferimento per le analisi<br />
effettuate), con una superficie<br />
di 117,27 km 2. La città di<br />
Napoli presenta una complessa<br />
configurazione orografica del<br />
territorio - stretta tra le colline<br />
e il mare – e una rete stradale di<br />
circa 1200 km.<br />
La metodologia prevede step<br />
successivi, partendo dagli obiettivi<br />
della campagna di indagine<br />
fino ad arrivare alla modalità<br />
con cui vengono ottenuti tali<br />
dati, e garantisce la replicabilità<br />
a qualsiasi tipo di indagine ottenuta<br />
a partire da un database<br />
georeferenziato.<br />
Tale analisi rappresenta in assoluto<br />
la prima campagna di<br />
indagine sulla mobilità ciclistica<br />
effettuata nella città.<br />
La European Cycling<br />
Challenge<br />
La European Cycling Challenge<br />
(“ECC”), la cui prima edizione<br />
si è svolta nel 2012, è una sfida<br />
a squadre fra ciclisti urbani che<br />
si svolge dal 1 al 31 maggio. La<br />
manifestazione, a cui possono<br />
aderire tutte le città che ne<br />
fanno richiesta, prevede una<br />
competizione “virtuosa” tra i<br />
cittadini delle città coinvolte<br />
basata sui km complessivi che i<br />
ciclisti/cittadini percorreranno<br />
in quel mese, e sul numero di<br />
partecipanti “attivi” di ogni<br />
città. Per contribuire al chilometraggio<br />
della “squadra-città”<br />
è necessario registrare tutti gli<br />
spostamenti in bicicletta tramite<br />
l’App gratuita “Cycling365”,<br />
oppure inserire i propri spostamenti<br />
manualmente tramite il<br />
sito web della manifestazione.<br />
La ECC fornisce alle città partecipanti,<br />
mediante un database,<br />
i dati ricavati attraverso l’uso<br />
dell’App, per la durata della<br />
manifestazione. Per l’edizione<br />
2015, sono stati 99 i cittadini<br />
del Comune di Napoli che<br />
hanno consentito di registrare i<br />
propri spostamenti in bicicletta<br />
nel mese di maggio.<br />
L’App “Cycling 365” ha salvato,<br />
per ogni spostamento registrato,<br />
e con una frequenza di 5<br />
secondi, la posizione dei ciclisti<br />
(tramite GPS) e alcuni dettagli<br />
dello spostamento (identificati-<br />
26 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
vo dello spostamento, lunghezza<br />
dello spostamento, giorno e<br />
orario dello spostamento) in un<br />
database.<br />
La rete dei percorsi ciclabili<br />
di Napoli è stata istituita con<br />
Ordinanza Sindacale n.1233<br />
del 9/11/2012, e si sviluppa<br />
lungo la direttrice est-ovest della<br />
città, nel tratto pianeggiante costeggiando<br />
il mare, e attraversa<br />
quattro Municipalità: la 10, la<br />
1, la 2 e la 4.<br />
I percorsi ciclabili presenti a<br />
Napoli possono essere suddivisi<br />
in 3 categorie:<br />
Tipo 1: percorsi ciclabili in<br />
sede propria;<br />
Tipo 2. percorsi promiscui<br />
ciclo-pedonali (percorso segnalato<br />
su marciapiede per i<br />
ciclisti, ma con precedenza<br />
per i pedoni);<br />
Tipo 3: percorsi ciclabili in<br />
promiscuo con i veicoli.<br />
La pianificazione del caso<br />
studio<br />
L’estrazione dei risultati dal database<br />
della European Cycling<br />
Challenge ha richiesto lo<br />
sviluppo di una metodologia<br />
basata sui classici schemi di<br />
analisi dell’ingegneria dei trasporti<br />
presenti in letteratura<br />
(Richardson, 1995), e prevede i<br />
seguenti passaggi:<br />
4Definizione degli obiettivi;<br />
4Definizione dei fattori chiave;<br />
4Analisi del fenomeno secondo<br />
i fattori chiave identificati;<br />
4Elaborazione dei dati;<br />
4Valutazione dei risultati.<br />
Il database fornito dall’ECC, in<br />
formato .csv, ha una struttura<br />
nella quale in ogni riga vengono<br />
fornite informazioni circa lo<br />
spostamento registrato (codice<br />
identificativo dello spostamento,<br />
codice del singolo punto<br />
ricadente all’interno dello<br />
Fig. 2 - La rete dei<br />
percorsi ciclabili<br />
della città di Napoli.<br />
spostamento),<br />
informazioni<br />
sul tempo<br />
(giorno in cui<br />
si è effettuato<br />
lo spostamento,<br />
ora, minuto e secondo della<br />
rilevazione) e informazioni di<br />
carattere geografico (latitudine<br />
e longitudine del singolo<br />
punto rilevato mediante GPS).<br />
Consequenzialmente, i fattori<br />
chiave individuati sono due,<br />
“Spazio” e “Tempo”. Tali fattori<br />
chiave sono poi stati suddivisi<br />
in diversi “layer”, ciascuno atto<br />
ad analizzare un diverso aspetto<br />
del fenomeno:<br />
4Fattore chiave “Tempo”:<br />
o Fascia oraria 0-24;<br />
o Fascia oraria 7,30-<br />
9,30 (Fascia oraria<br />
“Mattino”);<br />
o Fascia oraria 16,30-<br />
18,30 (Fascia oraria<br />
“Pomeriggio”);<br />
4Fattore chiave “Spazio”:<br />
o Ambito cittadino;<br />
o Municipalità;<br />
o Matrice O/D;<br />
o Strade del<br />
Comune di<br />
Napoli più<br />
percorse.<br />
Le classificazioni cosi<br />
introdotte consentono<br />
di rispondere alla fase di<br />
definizione degli obiettivi<br />
con un livello di dettaglio<br />
progressivamente<br />
più accurato. Dall’unione dei<br />
layer si ottiene una matrice 3x4<br />
in cui ciascuna delle quattro<br />
sotto-classi del layer “Spazio” è<br />
analizzata secondo le tre diverse<br />
fasce orarie del layer “Tempo”.<br />
L’unione dei layer consente di<br />
effettuare analisi di dettaglio e<br />
valutare se esistono fenomeni<br />
particolari come spostamenti<br />
casa-lavoro e casa-scuola, e<br />
come gli spostamenti si distribuiscono<br />
nell’arco di una fascia<br />
oraria di riferimento e sul territorio.<br />
L’applicazione della<br />
metodologia e l’uso del GIS<br />
L’analisi dei dati è stata condotta<br />
importando il file csv in<br />
Fig. 3 - La metodologia applicata e il raggruppamento<br />
dei risultati ottenuti.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 27
REPORT<br />
ambiente GIS usando il client<br />
QGIS associato a Postgres/<br />
PostGIS. Questo ha consentito<br />
di studiare ciascuna riga presente<br />
nel database. Di particolare<br />
importanza infatti sono state le<br />
colonne che riportano le coordinate<br />
geografiche di ogni riga<br />
(rappresentative di una posizione<br />
specifica raggiunta nell’ambito<br />
del singolo spostamento),<br />
espresse con l’EPSG 4326, la<br />
colonna che identifica il viaggio<br />
denominata TripID, le colonne<br />
con i dati temporali come giorno<br />
della settimana, data ed ora,<br />
e la colonna con i riferimenti<br />
alla distanza progressiva del<br />
viaggio. Importato il csv in ambiente<br />
GIS si è proceduto alla<br />
sua riproiezione usando l’EPSG<br />
32633, sistema di riferimento<br />
geodedico in cui ricade l’area in<br />
esame.<br />
In QGIS è stato quindi possibile<br />
eliminare i viaggi che si<br />
svolgevano totalmente all’esterno<br />
dell’area in esame con<br />
una selezione inversa sui punti<br />
traccia usando come vettore di<br />
selezione i confini comunali di<br />
Napoli scaricati dalla sezione<br />
OpenData del sito del Comune<br />
di Napoli.<br />
In PostGIS grazie alle query<br />
SQL di raggruppamento<br />
si è potuto associare ad ogni<br />
TripID il computo totale dei<br />
km percorsi, le velocità media<br />
ed il giorno in cui è stato effettuato<br />
lo spostamento. Grazie<br />
a queste aggregazioni è stato<br />
possibile eliminare i viaggi che<br />
non ricadevano nelle specifiche<br />
dell’ECC come i viaggi con una<br />
distanza percorsa maggiore di<br />
30km e/o una velocità media<br />
maggiore di 30km/h. In questo<br />
modo si è ottenuto anche il<br />
computo totale degli spostamenti.<br />
I passaggi descritti precedentamente<br />
ci hanno permesso<br />
di ottenere un geodatabase<br />
pronto per gli studi successivi.<br />
Sempre tramite SQL è stato<br />
possibile individuare il primo e<br />
l’ultimo punto di ogni spostamento,<br />
chiamandoli rispettivamente<br />
start ed end, esportando<br />
così il dato in un nuovo vettore<br />
PostGIS.<br />
Si è provveduto poi a creare un<br />
vettore poligonale che contenesse<br />
la suddivisione del Comune<br />
di Napoli nelle sue 10 municipalità<br />
ed i Comuni ad esso<br />
confinanti.<br />
Con una serie di operazioni<br />
di spatial join sono stati poi<br />
associati agli start ed end individuati<br />
precedentemente le<br />
informazioni relative all’area di<br />
inizio e fine del viaggio. Questa<br />
operazione ci ha consentito di<br />
ottenere un vettore puntuale<br />
a cui ad ogni start corrisponde<br />
un’area di partenza, sia essa una<br />
Municipalità o un Comune,<br />
e ad ogni end un’area di fine<br />
viaggio.<br />
Da Open Street Map, per valutare<br />
quali strade dell’area in esame<br />
fossero state maggiormente<br />
utilizzate dai ciclisti, è stato<br />
Fascia oraria Spostamenti Km coperti<br />
prelevato il reticolo stradale<br />
della città di Napoli. Tale reticolo<br />
è stato ripulito dai tracciati<br />
stradali in cui è vietato l’accesso<br />
alle biciclette, come autostrada<br />
e tangenziale o i tracciati<br />
ferroviari. Successivamente è<br />
stato possibile, con uno spatial<br />
join, associare ai punti traccia il<br />
nome della strada percorsa che<br />
ci ha consentito di individuare<br />
le strade con il maggior flusso<br />
di ciclisti.<br />
Infine è stato esportato il vettore<br />
puntuale come file csv per<br />
continuare le indagini con l’ausilio<br />
di Excel con cui grazie ad<br />
una serie di tabelle pivot si sono<br />
estratti i dati di interesse per il<br />
nostro studio.<br />
Analisi dei risultati<br />
Il database dell’ECC ha registrato<br />
oltre mezzo milione di<br />
punti, che rappresentano le “fotografie”<br />
di tutti gli spostamenti<br />
effettuati nel mese di maggio<br />
2015, con un intervallo di 5<br />
secondi.<br />
Km per<br />
spostamento<br />
0 - 24 1.293 7.960,94 6,16<br />
Mattina 213 1.616,78 7,59<br />
Pomeriggio 251 1.409,01 5,59<br />
Tab. 1 - Tabella riassuntiva degli spostamenti e dei chilometri percorsi nella ECC 2015 a Napoli.<br />
Municipalità<br />
Spostamenti registrati<br />
0 - 24 Mattino Pomeriggio<br />
1 713 104 110<br />
2 257 41 35<br />
3 28 8 1<br />
4 293 36 36<br />
5 422 80 87<br />
6 118 27 33<br />
7 27 0 5<br />
8 47 3 5<br />
9 38 8 2<br />
10 542 110 95<br />
Totale 2485 417 409<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong><br />
Tab. 2 - Spostamenti complessivi registrati nelle 10 Municipalità.
REPORT<br />
Fig. 4 -<br />
Mappa di<br />
concentrazione<br />
degli<br />
spostamenti.<br />
Fig. 5 - Sommatoria<br />
degli<br />
spostamenti di<br />
origine e destinazione.<br />
Da precisare il concetto riguardante<br />
la rilevazione della posizione<br />
mediante GPS: numerosi<br />
studi in letteratura (Lindsey,<br />
2013), hanno evidenziato come<br />
l’accuratezza dei dati varia in<br />
un range compreso tra i 5 e i 10<br />
m rispetto alla vera posizione<br />
del ciclista sulla sede stradale,<br />
nonostante questo limite l’accuratezza<br />
della posizione è tale<br />
da rendere corretto associare<br />
alle singole posizioni la giusta<br />
strada.<br />
Spostamenti<br />
Il numero totale di spostamenti<br />
registrati in bici nel corso della<br />
ECC 2015 all’interno del<br />
Comune di Napoli è di 1.293,<br />
mentre i chilometri percorsi in<br />
totale sono stati 7.960, per una<br />
media spostamento pari a 6,16<br />
km/spostamento.<br />
L’analisi del database per le fasce<br />
orarie evidenzia come gli spostamenti<br />
registrati sono spalmati<br />
nell’arco della giornata, senza<br />
registrare particolari picchi riconducibili<br />
a motivi casa-lavoro<br />
Fascia oraria<br />
0-24 Mattino Pomeriggio<br />
Interni Esterni Interni Esterni Interni Esterni<br />
Interni 1193 51 204 5 197 5<br />
Esterni 48 1 4 0 10 1<br />
Tab. 3. Matrice O/D, fascia oraria 0-24.<br />
o casa-scuola. Infatti, solo il<br />
16% degli spostamenti complessivi<br />
sono stati registrati nella<br />
fascia mattutina, mentre sono<br />
il 19,4% quelli registrati nel<br />
pomeriggio. Inoltre si evidenzia<br />
come gli spostamenti mattutini<br />
sono di lunghezza superiori a<br />
quelli pomeridiani (7,59 km per<br />
spostamento, rispetto ai 5,59<br />
km di media registrati nel pomeriggio).<br />
La Tabella 3 mostra il totale<br />
degli spostamenti suddivisi<br />
per tipologie nelle 24 ore.<br />
Oltre il 90% degli spostamenti<br />
complessivi registrati si sono<br />
verificati all’interno della città<br />
di Napoli, con una piccola frazione<br />
di spostamenti da e per<br />
Napoli (spostamenti interniesterni<br />
e esterni-interni).<br />
I risultati complessivi per luogo<br />
di origine e di destinazione<br />
sono presentati nella figura successiva.<br />
I luoghi maggiormente<br />
generatori e destinatari di spostamenti<br />
sono le Municipalità<br />
1, 10 e 5.<br />
Dalle matrici O/D complessive<br />
sono state estrapolate le matrici<br />
relativi ai solo spostamenti con<br />
origine e destinazione interna al<br />
Comune di Napoli. I risultati<br />
sono presentati nelle successive<br />
tabelle. Sulla diagonale principale<br />
è possibile visualizzare<br />
gli spostamenti con origine<br />
e destinazione nella stessa<br />
Municipalità.<br />
Il numero di spostamenti<br />
maggiori, come già evidenziato<br />
in precedenza, riguarda le<br />
Municipalità 1,5 e 10.<br />
Il database della ECC ha consentito<br />
di valutare i flussi ciclistici<br />
transitanti sulle strade della<br />
città di Napoli mediante l’associazione<br />
delle singole righe del<br />
database (dotate di coordinate<br />
geografiche) con la mappa della<br />
città (in ambiente GIS), e quindi<br />
ottenendo i flussi la somma<br />
degli spostamenti ricadenti sulla<br />
singola strada.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 29
REPORT<br />
Nella tabella 5 sono evidenziate<br />
le prime 15 strade più frequentate,<br />
con - in parentesi - le<br />
Municipalità di appartenenza.<br />
Le prime 5 strade in graduatoria<br />
sono tutte con percorso ciclabile<br />
in sede propria, e ricadono nella<br />
Partenza<br />
Strade<br />
Municipalità 1<br />
Municipalità 2<br />
Municipalità 3<br />
Municipalità<br />
Municipalità 1 (Via Caracciolo,<br />
Via Partenope, Via Nazario<br />
Sauro) e nella Municipalità<br />
10 (Via Caio Duilio, Galleria<br />
Laziale). Inoltre, le prime 7<br />
strade presenti nella tabella<br />
sono con percorsi ciclabili di<br />
Spostamenti per fascia oraria<br />
0 - 24 Mattino Pomeriggio<br />
Via F. Caracciolo 1 324 54 65<br />
Via Nazario Sauro<br />
(1)<br />
1 235 40 46<br />
Via Caio Duilio (10) 10 185 44 26<br />
Via Partenope 1 185 30 38<br />
Galleria Laziale 10-1 182 41 22<br />
Via Nuova Agnano 10 171 47 27<br />
Via Toledo 1-2 159 41 25<br />
Corso Umberto I 2 156 22 23<br />
Viale J. F. Kennedy 10 141 37 22<br />
Corso V. Emanuele 1 137 56 27<br />
Via Bagnoli 10 133 45 19<br />
Via Salvator Rosa 2 120 36 15<br />
Viale Augusto 10 91 22 18<br />
Via Torquato Tasso 1 68 31 7<br />
Via Domenico<br />
Fontana<br />
5 63 11 18<br />
Municipalità 4<br />
Municipalità 1 169 35 6 38 20 5 1 - 9 53<br />
Municipalità 2 40 35 1 6 2 - 8 - - 30<br />
Municipalità 3 6 1 2 1 - - - - 1 -<br />
Municipalità 4 40 12 - 41 28 8 1 6 - 3<br />
Municipalità 5 40 5 2 38 102 - - 2 5 29<br />
Municipalità 6 4 1 - 9 1 10 - - - 15<br />
Municipalità 7 - 5 2 3 - - 3 - 1 -<br />
Municipalità 8 2 1 - 3 1 - - 12 - 1<br />
Municipalità 9 11 - 2 - 4 - - - - 3<br />
Municipalità 10 57 35 1 3 26 15 - 4 - 125<br />
Tab. 4 - Matrice O/D degli spostamenti interni al Comune di Napoli – Fascia oraria 0-24.<br />
Municipalità 5<br />
Tab. 5 - Le 15 strade più frequentate per le varie fasce orarie.<br />
Municipalità 6<br />
Municipalità 7<br />
Municipalità 8<br />
Municipalità 9<br />
Municipalità 10<br />
Tipo 1. Infine, con l’eccezione<br />
di Via Toledo – area pedonale<br />
– le strade presenti nella tabella<br />
sono tutte arterie principali per<br />
il traffico veicolare privato.<br />
Conclusioni<br />
L’analisi dei dati rilevati durante<br />
la European Cycling Challenge<br />
ha consentito di valutare per la<br />
prima volta l’effetto prodotto<br />
dall’introduzione percorsi ciclabili<br />
in sede propria nella città di<br />
Napoli, in termini di utilizzo e<br />
di scelta dei percorsi.<br />
I risultati ottenuti hanno evidenziato<br />
come l’utilizzo della<br />
bicicletta è stato preponderante<br />
nelle Municipalità dove esistono<br />
i percorsi ciclabili in sede<br />
propria, o nelle immediate vicinanze<br />
(la Municipalità 1 e la<br />
Municipalità 10). I flussi calano<br />
progressivamente con il crescere<br />
della distanza da tali aree, segno<br />
che bisogna aumentare la<br />
fiducia dei cittadini nelle aree<br />
periferiche, eventualmente realizzando<br />
itinerari protetti.<br />
I risultati della European<br />
Cycling Challenge 2015 hanno<br />
spinto il Comune ad approvare<br />
il progetto di realizzazione di<br />
un percorso ciclabile in Corso<br />
Umberto, una delle strade più<br />
frequentate dai ciclisti secondo<br />
i dati a disposizione (considerando<br />
anche i 2100 passaggi<br />
mensili rilevati - con circa 70<br />
utenti giornalieri - durante la<br />
sperimentazione del servizio<br />
di bike-sharing promosso da<br />
Cleanap e attivo a Napoli nel<br />
2015). Inoltre, nel 2013 erano<br />
già stati approvati dall’Amministrazione<br />
i progetti per la realizzazione<br />
di nuovi percorsi ciclabili<br />
in sede propria nel tratto<br />
adiacente il Porto (Via Marina,<br />
Via Amerigo Vespucci e Via<br />
Alessandro Volta), e nell’Area<br />
Industriale (Via Emanuele<br />
Gianturco), progetti che sono<br />
stati avviati nel 2015 e attualmente<br />
in realizzazione, dotando<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
la città di altri 5 km di percorsi<br />
ciclabili.<br />
Il successo dell’edizione<br />
2015 è stato poi confermato<br />
dai risultati dell’edizione<br />
2016, dove i km registrati<br />
nel mese di Maggio sono<br />
stati 14.701 (quasi il doppio<br />
dell’edizione 2015), e dove<br />
da una prima analisi dei<br />
flussi disponibile sul sito<br />
della manifestazione, emerge<br />
come i percorsi preferiti<br />
siano sostanzialmente gli<br />
stessi della edizione 2015.<br />
Dai risultati della edizione<br />
del 2016, e dalla volontà del<br />
Comune di costruire nuovi<br />
percorsi protetti in sede propria<br />
per i ciclisti, è evidente<br />
come il fenomeno presenti<br />
ampi margini di crescita negli<br />
anni.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Richardson, A. & Ampt, E. & Meyburg, A. 1995. Survey Methods for Transport Planning. Eucalyptus<br />
Press.<br />
Lindsey, G. & Hankey, S. & Wang, X. & Chen, J. 2013. Feasibility of Using GPS to Track Bicycle Lane<br />
Positioning. University of Minnesota, Center for Transportation Studies.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; mobilità sostenibile; GPS; percorsi ciclabili; Napoli<br />
ABSTRACT<br />
In May 2015, the City of Naples and forty others European cities have joined the fourth edition of the European<br />
Cycling Challenge. This event has been created to promote the bicycle as a sustainable transport mean in urban<br />
areas, and lasted for all the month of May.<br />
The event organizer, SRM Reti e Mobilità, provided an app where all citizens/cyclists could enroll and track their<br />
cycle journeys; the app was tracking, with a time interval of five seconds, the cyclist position (using GPS) and some<br />
journey details (journey name, length, speed, besides day and schedule).<br />
These data were registered by the app and saved in a database. Several months after the event, each database has<br />
been sent to the participating cities.<br />
Naples' database has been utilized to evaluate, for the first time, the cycling mobility in the city. Indeed, the City<br />
of Naples developed a cycle network longer than twenty kilometers in the recent years. Therefore, this evaluation<br />
aimed to understand how, when and where the cyclists have been using these paths.<br />
The evaluation required the development of a methodological framework to analyze the database in geospatial<br />
environment.<br />
The final product has been disaggregated in two categories, the territorial evaluation and the temporal evalua-tion.<br />
The territorial evaluation contains O-D matrices, an analysis involving Naples’ districts, and a flow count analysis<br />
for road. The temporal evaluation includes an analysis for each day of the month, for each day of the week (Monday,<br />
Tuesday,and so on), and for two time slots (7,30 – 9,30 A.M. and 4,30 – 6,30 P.M.).<br />
The overall results registered over 7961 kilometers covered and 1308 registered trips, with an average journey<br />
length of 6,07 kilometers and a massive use of the Waterfront cycle path (Via Francesco Caracciolo and Via<br />
Partenope).<br />
AUTORE<br />
Massimiliano Moraca, info@massimilianomoraca.it<br />
Carmine Aveta, carmine.aveta@gmail.com<br />
Dal 1986 Teorema lavora<br />
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immagini nitide anche in ambienti con scarsa illuminazione.<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 31
GUEST PAPER<br />
Onwards and upwards:<br />
the evolution of integrated UAV solutions<br />
by Jean-Christophe Zufferey<br />
As the geospatial industry looks for<br />
increasingly innovative solutions to<br />
improve operational efficiencies,<br />
Jean-Christophe Zufferey, CEO at<br />
senseFly, examines the impact of<br />
drone technology and outlines key<br />
predictions for 2018.<br />
The unmanned aerial vehicles<br />
(UAV) industry has transformed<br />
in recent years. From increased<br />
awareness of commercial drone<br />
applications to regulations becoming<br />
more accommodating, the<br />
prevalence of, and advances in,<br />
the technology have been significant<br />
and rapid. The result of users<br />
becoming more knowledgeable<br />
about the benefits drones can<br />
offer has led to a growing need for<br />
tools that don’t simply perform<br />
a single function well, but are<br />
integrated, end-to-end solutions<br />
that address businesses’ problems<br />
and deliver a strong return-oninvestment.<br />
Market dynamics<br />
With the market for drone<br />
technology moving so quickly,<br />
manufacturers have needed to<br />
adapt accordingly to meet demand<br />
and provide the right solutions.<br />
Across multiple industries,<br />
including surveying, construction<br />
and agriculture, UAVs have become<br />
more mainstream and with<br />
increasing numbers of commercial<br />
businesses using drones in<br />
everyday operations, ease of use<br />
has never been more important.<br />
Features such as simple set-up and<br />
automated flight and landing are<br />
just a few examples of how processes<br />
are being simplified.<br />
Revolutionary reality<br />
Reality capture has played a major<br />
role in helping to both expand<br />
the reach of UAVs and increase<br />
the appetite for an integrated<br />
approach. Highly accurate data is<br />
gathered and used to provide professionals<br />
with actionable insights<br />
that support decision-making<br />
and streamline ways of working.<br />
For example, aiding smarter<br />
workflows, as well as achieving<br />
cost and efficiency savings, all<br />
remain high on the agenda, and<br />
there is a consistent trend between<br />
the use of complete solutions<br />
and improved performance, both<br />
financially and operationally. For<br />
instance, on average, senseFly customers<br />
that have switched from<br />
terrestrial work methods to using<br />
UAV solutions see between a<br />
five- and ten-fold improvement in<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
GUEST PAPER<br />
cost and efficiency gains. Such<br />
results are indicative of the<br />
change in perception regarding<br />
drones, building trust in the<br />
safety, reliability and performance<br />
of the technology on a<br />
commercial scale.<br />
Looking ahead to 2018<br />
In 2018, we expect to see a<br />
number of existing trends<br />
evolve further, as businesses<br />
demand more from their solutions:<br />
Decision-making tools<br />
The application of UAVs has<br />
changed, both in relation to<br />
the industries that are using<br />
the technology and the way<br />
in which it works. Businesses<br />
don’t simply want a drone to<br />
fly; if they are going to invest, they<br />
want to know that they’re buying<br />
a robust tool that will provide<br />
highly accurate data and inform<br />
decisions at an operational and<br />
board level. To do so, it’s crucial<br />
that drone technology complements<br />
other software packages,<br />
such as data management and<br />
image processing programmes.<br />
At senseFly, we’ve formed strategic<br />
partnerships with other organisations<br />
to simplify and enhance our<br />
data-based approach. For example,<br />
our eBee Plus drone works<br />
in sync with Airware, a platform<br />
that creates georeferenced orthomosaics,<br />
point clouds and surface<br />
models. The result is a smarter, safer<br />
workflow through which users<br />
can process, analyse and act upon<br />
data insights.<br />
End-to-end and integrated<br />
Over the next twelve months,<br />
we expect such partnerships,<br />
alongside investment in R&D<br />
programmes, to play a crucial role<br />
in enhancing and expanding the<br />
reach of end-to-end solutions.<br />
This drive for innovation will<br />
benefit professionals working<br />
across multiple sectors, enabling<br />
them to navigate what we would<br />
term the fourth industrial revolution<br />
by improving the efficiency,<br />
accuracy and sustainability of<br />
data processing and analysis. The<br />
integration of UAV technology<br />
into every day, existing workflows<br />
will also help validate the growing<br />
reputation of drones as essential,<br />
reliable mapping tools. For example,<br />
we recently launched our 360<br />
solutions to improve workflow<br />
integration in the surveying, mining<br />
and quarries, agriculture and<br />
inspection industries, bringing<br />
together senseFly drone hardware<br />
and expertise, and flight planning<br />
and image processing softwares.<br />
Safety focus<br />
With drone adoption set to continue<br />
its upward trajectory in<br />
2018—commercially and in the<br />
prosumer space—we anticipate<br />
that safety will be at the forefront<br />
of regulatory developments.<br />
Following the first European UAV<br />
Traffic Management (UTM)<br />
Day in Geneva, the attention on<br />
UTM has gained more traction<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 33
GUEST PAPER<br />
globally. While NASA is leading<br />
the way on this in the US through<br />
its drone-testing programmes and<br />
collaboration with the NUAIR<br />
Alliance, Italy has been pioneering<br />
the development of drone regulations<br />
in Europe. Since 2015, the<br />
Italian Body for Civil Aviation<br />
has regularly revised its UAV<br />
regulations, to remain abreast of<br />
the unmanned aviation industry<br />
and target specific safety measures,<br />
such as introducing training<br />
requirements for pilots, who<br />
can also be subject to obtaining<br />
flight authorisations. Our team<br />
at senseFly is working to support<br />
greater and safer access to airspace<br />
by continuing to engage with key<br />
stakeholders globally. For example,<br />
our partnership with airspace<br />
management platform, AirMap,<br />
has allowed us to access situational<br />
awareness data to maximise<br />
operational efficiencies. In doing<br />
so, we can provide our customers<br />
with airspace intelligence such as<br />
the locations of critical infrastructure<br />
and real-time alerts, while<br />
also submitting digital flight<br />
notices to more than 125 airports<br />
from senseFly drones.<br />
Meeting market needs<br />
Moving into 2018, actionable<br />
data, better integration and safety<br />
will all have a key part to play.<br />
Our role in this will be to continue<br />
listening to our customers<br />
and optimise our solutions accordingly,<br />
to ensure the technology<br />
we develop is tailored to the<br />
concerns and needs of individual<br />
industries. Not only has this<br />
approach already proved instrumental<br />
to our existing offer, but<br />
it’s given us the insights required<br />
to begin creating even more<br />
advanced systems. For instance,<br />
we know that our customers<br />
want to see greater interoperability<br />
with state-of-the-art software<br />
and graphical user interfaces,<br />
and we are evolving our offer to<br />
continue to meet these demands.<br />
Ultimately, the focus for those<br />
working in the UAV industry in<br />
2018 will be to invest in R&D<br />
and collaborate more closely, to<br />
enable professionals using the<br />
solutions to navigate the skies safely,<br />
efficiently and with complete<br />
peace of mind.<br />
KEYWORDS<br />
Unmanned aerial vehicles (UAVs);<br />
drones; end-to-end solutions; integrated<br />
workflows; UAV regulations<br />
ABSTRACT<br />
The unmanned aerial vehicles (UAV) market<br />
has advanced significantly over the last 12<br />
months. With professionals more aware than<br />
ever of the benefits of drone technology, there<br />
has been a growing need within the industry<br />
to innovate and invest in R&D programmes.<br />
Tools need to be integrated, complete solutions,<br />
marking a move away from users seeing<br />
drones in isolation. Throughout 2018,<br />
this investment in end-to-end is set to address<br />
businesses’ key operational challenges, deliver<br />
a strong return-on-investment and streamline<br />
adherence to emerging regulations.<br />
AUTHOR<br />
Jean-Christophe Zufferey<br />
senseFly Co-founder and CEO<br />
info@sensefly.com<br />
www.sensefly.com<br />
Via Indipendenza, 106<br />
46028 Sermide - Mantova - Italy<br />
Phone +39.0386.62628<br />
info@geogra.it<br />
www.geogra.it<br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
MERCATO<br />
LA GEOMATICA A SUPPORTO<br />
DELLA PROGETTAZIONE DEL TERRITORIO<br />
I Dipartimenti di Studi Umanistici e di Scienze<br />
dell’Università di Roma Tre organizzano anche<br />
quest’anno il Master di II livello DIGITAL EARTH<br />
E SMART GOVERNANCE. Strategie e strumenti GIS<br />
per la gestione dei beni territoriali e culturali.<br />
Il Master si propone di fornire qualificate conoscenze<br />
sull’uso delle più moderne metodologie messe<br />
a disposizione dalla Geomatica (GIS, WebGIS,<br />
modellizzazione dei dati in 3D/4D, rilevamento GPS,<br />
Laser Scanner, UAV/SAPR) e di formare e aggiornare<br />
figure professionali che, attraverso tali strumenti,<br />
siano in grado di analizzare, controllare e<br />
gestire realtà geoambientali complesse e di supportare<br />
possibili strategie di intervento nei processi<br />
di pianificazione e promozione territoriale sostenibile.<br />
Il corso mira a sviluppare:<br />
l’apprendimento delle basi concettuali, teoriche e pratiche<br />
dei GIS, del WebGIS e dei loro campi di applicazione;<br />
l’acquisizione di conoscenze necessarie per il rilevamento<br />
GPS, per lo sviluppo di modelli in 3D e per l’analisi e<br />
l’elaborazione di immagini rilevate da sistemi di pilotaggio<br />
remoto (droni);<br />
l’adozione di strumenti e approcci interdisciplinari (scienze<br />
geografiche, geologiche, botaniche, archeologiche, storiche,<br />
ecc.), applicati all’indagine degli impatti ambientali e<br />
sociali dei sistemi territoriali;<br />
l’individuazione di percorsi di analisi delle opportunità e<br />
delle criticità territoriali e dei relativi indicatori di base.<br />
Il Master è rivolto a neolaureati (Laurea magistrale o vecchio<br />
ordinamento), professionisti, amministratori, funzionari,<br />
dirigenti e tecnici, impegnati a costruire e a sviluppare iniziative<br />
che coinvolgono a vario livello il controllo del territorio e delle<br />
relative infrastrutture e il miglioramento della qualità della vita<br />
(mobilità, insediamento, coesione sociale, azioni partecipative,<br />
erogazione servizi...).<br />
Il Master è rivolto a neolaureati (Laurea magistrale o vecchio<br />
ordinamento), professionisti, amministratori, funzionari,<br />
dirigenti e tecnici, impegnati a costruire e a sviluppare iniziative<br />
che coinvolgono a vario livello il controllo del territorio e delle<br />
relative infrastrutture e il miglioramento della qualità della vita<br />
(mobilità, insediamento, coesione sociale, azioni partecipative,<br />
erogazione servizi...).<br />
DIDATTICA<br />
Il Corso, svolto nella modalità didattica in presenza è organizzato<br />
in: sette insegnamenti (Geografia e cartografia per la gestione del territorio;<br />
Introduzione teorica al Digital Earth; Software GIS; WebGIS;<br />
Software GIS2; Analisi statistica; Applicazioni SMART per la governance<br />
del territorio), articolati al loro interno in moduli didattici;<br />
un ciclo di seminari di studio e di ricerca applicata; e un corso<br />
pratico di GPS e Laser scanner. Un piano formativo, quindi, finalizzato<br />
ad acquisire competenze e capacità tecnologiche per<br />
la progettazione di iniziative a forte contenuto innovativo.<br />
Il primo modulo di base si sofferma sugli aspetti della cartografia<br />
analogica e del processo che ha portato alla cartografia digitale,<br />
nella complessa evoluzione del pensiero geografico. Nel modulo<br />
2 vengono forniti gli strumenti di base che permettono di<br />
comprendere il concetto di Digital Earth e delle potenzialità da esso<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
offerte non solo grazie agli strumenti GIS. Il terzo, quarto e quinto modulo si focalizzano sul<br />
corso base e avanzato del software GIS, sugli strumenti GIS per il web e sulle piattaforme<br />
open source, sottolineando il valore aggiunto rispetto a sistemi “chiusi”. Il sesto modulo<br />
è rivolto a fornire le competenze di base per l’analisi del dato statistico e la costruzione<br />
di data base. Nel modulo 7 si analizza il GIS come sistema metodologico e come strumento<br />
tecnico in specifici usi applicativi, che possono essere affrontati separatamente al fine di<br />
fornire specifiche competenze settoriali. Le ore di Seminario di studio e di ricerca applicata<br />
sono rivolte all’approfondimento di tematiche affrontate durante le ore di didattica in aula<br />
con il coinvolgimento di professionisti operanti nel settore; sono previste anche escursioni<br />
didattiche e partecipazioni a convegni, congressi e giornate di studio su tematiche legate al<br />
mondo digitale. Nel modulo 9 si offre un corso pratico – anche attraverso la partecipazione<br />
a corsi intensivi (4-5 giorni) sul campo – sull’uso di due strumenti tecnici specifici<br />
(GPS e Laser scanner), divenuti ormai indispensabili per ogni attività ricognitiva.<br />
Grazie alla collaborazione con Esri Italia SpA, nel percorso didattico del Master sono<br />
previsti i Corsi Certificati che permetteranno di ottenere, oltre al titolo di Master, l’attestato<br />
di ESRI, riconosciuto a livello internazionale, di utilizzatore desktop ArcGIS.<br />
Sono a disposizione degli studenti alcune agevolazioni sulla tassa di iscrizione. È possibile<br />
applicare una riduzione della tassa di iscrizione ai candidati iscritti ai vari ordini<br />
professionali (riduzione del 20% del costo). Tale riduzione è proporzionale al numero<br />
e tipologia dei corsi frequentati, dopo esame del curriculum dei corsi frequentati<br />
da parte del Consiglio di Corso di Master. Sono infine previste agevolazioni per<br />
dipendenti e collaboratori di enti, aziende o associazioni convenzionati con il Master.<br />
CONOSCENZE E COMPETENZE ORIENTATE AL MONDO DEL LAVORO<br />
Valore aggiunto del Master è la forte sinergia con le realtà imprenditoriali del settore<br />
geomatico, attraverso accordi istituzionali e di collaborazione scientifica, volti a sviluppare<br />
iniziative di ricerca e di formazione nell’ambito della “gestione smart” delle risorse<br />
culturali e ambientali del territorio. A tal fine, l’offerta formativa prevede, come attività<br />
essenziale, un periodo di stage (di tre mesi) presso aziende/istituzioni convenzionate,<br />
finalizzato alla sperimentazione delle conoscenze pratiche e teoriche acquisite e alla<br />
stesura della Tesi finale di Master, su tematiche di interesse comune, di sviluppo e<br />
di ricerca applicata, nello spirito dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.<br />
Gli sbocchi occupazionali del Master comprendono attività per le quali si richiedono<br />
competenze e capacità tecnologiche per la progettazione di iniziative a forte contenuto<br />
innovativo, in particolare nell’ambito delle tematiche prioritarie delineate dalle<br />
direttive europee per la gestione delle risorse culturali e ambientali del territorio e<br />
delle politiche comunitarie. L’organizzazione didattica del Master consente una formazione<br />
continua e la riqualificazione professionale per personale già attivo negli<br />
enti pubblici/privati.<br />
Il Master si svolge presso il Laboratorio geocartografico “Giuseppe Caraci” dell’Università<br />
degli Studi di Roma Tre (Roma - via Ostiense 236, piano terra).<br />
COME ISCRIVERSI<br />
Presentazione domanda di ammissione<br />
La domanda di ammissione deve essere presentata esclusivamente online entro l’11<br />
dicembre <strong>2017</strong>.<br />
A tal fine è necessario effettuare la registrazione al Portale dello Studente, collegandosi<br />
al link http://portalestudente.uniroma3.it e selezionando dal menu, posto sulla<br />
sinistra, la voce Servizi on-line; quindi Accedi ai servizi online > Registrati. Conclusa<br />
la registrazione, il sistema assegnerà le credenziali (un nome utente e una password),<br />
che consentiranno l’accesso all’area riservata del Portale dello Studente e a tutti i<br />
servizi online attivati dall’Ateneo.<br />
Nel caso in cui si riscontrassero problemi nello svolgimento delle procedure online,<br />
si può richiedere assistenza al link: http://portalestudente.uniroma3.it/index.<br />
php?p=assistenza_on-l<br />
Terminata la registrazione, occorrerà effettuare il login e selezionare il corso di proprio<br />
interesse seguendo le indicazioni fornite dal sistema.<br />
Alla domanda di ammissione dovranno essere allegati esclusivamente online i seguenti<br />
documenti:<br />
- Curriculum vitae;<br />
- Documento di identità in corso di validità<br />
Per ulteriori chiarimenti e un aiuto sulle procedure, contattare la Segreteria del Master:<br />
Tel. +39 0657338586 Cel. 3496480272<br />
e-mail: mastergis@uniroma3.it<br />
Orari: martedì, mercoledì, giovedì su appuntamento<br />
MERCATO<br />
Eppur…<br />
si muove?<br />
Interferometro radar da terra<br />
Monitoraggio in tempo reale<br />
di frane e deformazioni,<br />
oltre il millimetro!<br />
Rilievi fino a 4 chilometri<br />
> monitoraggio frane, ponti<br />
e cavalcavia<br />
> prove di carico<br />
> deformazioni dighe e strutture<br />
> analisi modale<br />
> monitoraggio vibrazioni<br />
FastGBSAR Uno strumento, due modalità.<br />
FastGBSAR RAR<br />
Real Aperture Radar<br />
FastGBSAR SAR<br />
Synthetic Aperture Radar<br />
CODEVINTEC<br />
Tecnologie per le Scienze della Terra<br />
Tel. +39 02 4830.2175 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> www.codevintec.it 37
REPORT<br />
REPETITA (NON) IUVANT<br />
di Attilio Selvini<br />
Riflessioni di Attilio<br />
Selvini sulla seconda<br />
prova per l’esame<br />
di abilitazione alla<br />
libera professione di<br />
geometra proposta<br />
dal MIUR.<br />
Questo detto latino di<br />
incerta origine, lo ho<br />
leggermente modificato<br />
con una interposizione negativa.<br />
Siamo di fronte all’ennesimo<br />
incidente in cui spesso incorre il<br />
MIUR (limitato alle prime due<br />
lettere, MI, Ministero dell’Istruzione).<br />
L’anno scorso, come seconda prova<br />
per l’esame di abilitazione alla<br />
libera professione di geometra,<br />
vennero concesse otto ore per risolvere<br />
il problema di ripartizione<br />
di un cosiddetto “quadrilatero”,<br />
che in realtà si rivelò essere semplicemente<br />
un rettangolo (1). In<br />
quest’anno bisestile (ann bisest,<br />
ann funest, dice un “vecchio<br />
adagio” delle mie parti!) il vigile<br />
Ministero ha con fare occhiuto<br />
ridotto le ore da otto a sei. Sì, ma<br />
per un lavoro che ne ha richieste<br />
proprio altrettante a me, avvezzo<br />
da almeno tre quarti di secolo<br />
a risolvere problemi di calcolo<br />
trigonometrico di varia natura, e<br />
naturalmente utilizzando non elaboratore,<br />
AutoCad e plotter, bensì<br />
i soli mezzi concessi ai poveri candidati.<br />
Quindi riga e squadra, con<br />
tanto di compasso e “calcolatrice<br />
non programmabile”, secondo lo<br />
ukase ministeriale (in russo: указ,<br />
che significa ‘editto’, ‘decreto’, con<br />
riferimento all’autorità suprema<br />
dello zar; perciò, ordine perentorio,<br />
impartito con spirito assolutistico;<br />
così dice Wikipedia e prego di<br />
perdonare il suono un poco scurrile<br />
che tale sostantivo russo ha in<br />
alcuni dialetti della nostra bella<br />
lingua!).<br />
Per l’ennesima volta non comprendo<br />
perché un candidato,<br />
se ne è in possesso, non possa<br />
quanto meno usare una buona<br />
HP programmabile in tastiera con<br />
la “notazione polacca”, per evitare<br />
la inutile fatica di risolvere lungamente<br />
per esempio la formula di<br />
Gauss che fornisce l’area di una<br />
figura, dati che ne siano le coordinate<br />
cartesiane dei vertici; oppure<br />
di calcolare le quote di inizio e<br />
partenza di una livelletta di compenso.<br />
Cosa vuole il beneamato<br />
Ministero dai candidati?<br />
Che sappiano risolvere i problemi<br />
della pratica professionale, oppure<br />
che si riducano a battere per ore<br />
inutili, i tasti delle “calcolatrici<br />
non programmabili”? Che follia!<br />
Anche stavolta l’anima bella di<br />
Mariano Cunietti, ordinario<br />
nel Politecnico milanese, quarto<br />
presidente della Società Italiana<br />
di Topografia e Fotogrammetria<br />
e grande amico dei Geometri, si<br />
rivolterà nella sua tomba varesina.<br />
Una delle prime cose che m’insegnò,<br />
al mio ingresso come suo<br />
assistente volontario, fu che la<br />
topografia era tutt’altra cosa del<br />
calcolo trigonometrico: era lavoro<br />
sul terreno, conoscenza accurata<br />
e uso adatto degli strumenti di<br />
misura, intuizione delle modalità<br />
operative più opportune, e prima<br />
di tutto valutazione sia a priori<br />
che a posteriori delle incertezze<br />
di misura, con adatti processi di<br />
compensazione rigorosa secondo<br />
gli imperituri dettami gaussiani<br />
e della statistica applicata. Pur a<br />
distanza di mezzo secolo da allora,<br />
sia il Ministero competente che<br />
la maggioranza degli insegnanti<br />
di topografia negli Istituti Tecnici<br />
(questi ultimi con rare eccezioni)<br />
sono del parere che un topografo<br />
debba saper fare calcoli più o<br />
meno complessi, debba conoscere<br />
formule e teoremi; anche a costo<br />
poi di non saper usare non dico<br />
uno scansore laser oppure un ricevitore<br />
satellitare, ma nemmeno un<br />
modesto livello con stadia più o<br />
meno codificata. E in seguito, che<br />
non debba nemmeno capire che<br />
in un lavoro di calcolo su dati arrestati<br />
al secondo decimale, è stupido<br />
scrivere i risultati con i dieci<br />
o dodici decimali forniti dalla<br />
calcolatrice (mi raccomando: non<br />
programmabile!). Risultati che nel<br />
caso delle distanze o dei dislivelli,<br />
arrivano al significato di nanometri<br />
e picometri, così come ho<br />
visto purtroppo anche quest’anno,<br />
durante la correzione dei temi di<br />
abilitazione di cui sto parlando.<br />
Ma la trascuratezza del Ministero<br />
(vorrei usare un altro sostantivo,<br />
e ci rinuncio per tema di querela)<br />
questa volta è arrivata oltre ogni<br />
limite. Lo stesso tema di topografia,<br />
era già stato fornito per gli<br />
esami di stato del 2012; parola per<br />
parola, virgola per virgola, quesito<br />
per quesito, grafico per grafico:<br />
sono stati cambiati (di poco) solo<br />
i numeri relativi alle coordinate<br />
dei vertici del terreno da trattare<br />
nell’esame, non però la pendenza<br />
della livelletta richiesta (si veda le<br />
figure che seguono).<br />
Sempre a proposito del titolo<br />
di questa nota. Sino alla fine<br />
o quasi degli anni Settanta del<br />
ventesimo secolo, gli esami di<br />
abilitazione (prima, e poi detti di<br />
maturità ma pur sempre abilitanti<br />
all’esercizio professionale) per i<br />
geometri, comprendevano un<br />
tema di calcolo topografico più<br />
o meno complesso. Il calcolo era<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
condotto per via logaritmica, e si<br />
preferivano ovviamente le formule<br />
monomie. Io stesso, negli anni<br />
Sessanta avevo pubblicato formule<br />
risolutive di alcuni problemi di intersezione<br />
con tali caratteristiche.<br />
Ma dalla fine di quel decennio in<br />
poi, l’avvento del calcolo elettronico<br />
mutò la stessa filosofia per<br />
quanto concerneva l’elaborazione<br />
dei dati raccolti in campagna: il<br />
calcolo diveniva secondario come<br />
importanza, visto che comparivano<br />
per l’appunto i “programmi”<br />
in vari linguaggi, dal noto Basic al<br />
Fortran e via seguendo. Non solo,<br />
le calcolatrici “programmabili”<br />
così odiate ancor oggi dal MIUR<br />
si diffondevano ovunque, quindi<br />
anche nell’ambito del lavoro topografico.<br />
Ma l’allora Ministero<br />
della Pubblica Istruzione (cui<br />
seguiranno, in ordine, il MURST<br />
e quindi il MIUR) così del resto<br />
come gli insegnanti di topografia<br />
degli Istituti Tecnici non se ne accorsero<br />
e continuarono imperterriti<br />
a far prevalere il calcolo puro<br />
e semplice nel giudicare la preparazione<br />
topografica degli allievi.<br />
Me ne accorsi in prima persona:<br />
negli anni Ottanta, per i tipi di<br />
Hoepli, io e due insigni colleghi<br />
del Politecnico, mettemmo in<br />
commercio un nuovo testo per i<br />
geometri, detto provocatoriamente<br />
“Fondamenti di rilevamento<br />
generale” diviso in due soli volumi<br />
e non negli allora classici tre per<br />
le corrispondenti classi del corso.<br />
Non solo: di proposito vi mancava<br />
la raccolta di esercizi svolti o<br />
meno, tipici dei testi della concorrenza;<br />
si raccomandava, nella premessa,<br />
di dare maggior peso alla<br />
raccolta di dati e di misure sul terreno,<br />
da elaborare poi sia in classe<br />
che nei compiti di casa. Fu un<br />
buco nell’acqua: quasi nessun docente<br />
volle adottare un tale testo,<br />
tanto che l’editore ci raccomandò<br />
di aggiungere ai due volumi un<br />
terzo libretto coi soliti e consueti<br />
esercizi più o meno svolti!<br />
E ora entriamo nel merito del<br />
testo proposto quest’anno. Un<br />
geometra topografo (vorrei sapere<br />
cosa ne pensa la AGIT?) che fosse<br />
posto di fronte a questo problema,<br />
utilizzerebbe subito per la parte<br />
grafica AutoCad; per la ricerca<br />
della dividente si rifarebbe a Excel,<br />
con le semplici formule fornite<br />
da qualunque manuale, a meno<br />
che non disponga di un adatto<br />
e specifico software. Altrettanto<br />
farebbe per quanto concerne la<br />
curva circolare tangente a tre rettifili.<br />
A questo proposito, lasciatemi<br />
dire che si tratta di una inutile<br />
cattiveria per i poveri candidati:<br />
chi di loro ricorda al momento,<br />
che si parla di uno dei tre “cerchi<br />
ex-iscritti” a un triangolo?<br />
Guarda il caso: nel noto e diffuso<br />
“Nuovo Gasparrelli”, Manuale<br />
del Geometra edito da Hoepli,<br />
edizione ventitreesima del 2007<br />
(2), a pagina L296, punto 16.3.5,<br />
vi è un lungo esempio numerico<br />
di questo caso. Le oltre trecento<br />
pagine dedicate a topografia,<br />
fotogrammetria e cartografia di<br />
questo manuale, hanno per autore<br />
chi scrive ora questo articolo, così<br />
come si potrà vedere dall’elenco<br />
dei collaboratori, distinti per materia.<br />
Le richieste di calcolo dei<br />
vari punti specifici del problema,<br />
dalle coordinate degli estremi della<br />
dividente a quelle dei punto di<br />
tangenza della curva, comportano,<br />
se si opera con semplice calcolatrice<br />
“non programmabile”, alcune<br />
ore. Altrettante ne richiede la parte<br />
altimetrica relativa al “tracciato”<br />
della ipotetica strada, richiesta dal<br />
compilatore del tema; così pure<br />
come parecchio tempo occorre<br />
per trovare la “livelletta di compenso”<br />
avente la pendenza del 2%<br />
(la stessa di quella del problema<br />
del 2012!). La cosa che stupisce è<br />
questa: per la soluzione del tema<br />
proposto lo scorso anno, banale e<br />
richiedente solo l’uso dell’aritmetica<br />
(somme, prodotti e quozienti)<br />
erano state concesse OTTO ore!<br />
Altra osservazione: come si fa a<br />
parlare di “curva tangente ai tre<br />
rettifili ….” quando non di “rettifili”<br />
si tratta, bensì di semplici lati<br />
di un appezzamento di terreno?<br />
Provate a immaginare tre rettifili<br />
stradali purchessia: come si potrebbero<br />
intersecare nello spazio<br />
tridimensionale (se non a quote<br />
diverse) e ditemi come potrebbe<br />
una curva appartenente ad altra<br />
strada essere a loro “tangente”! Di<br />
fatto, basta uno sguardo al disegno<br />
planimetrico per constatare che<br />
la curva semplicemente raccorda<br />
il primo e il terzo lato della nuova<br />
figura, intesi come asse di una<br />
strada, ed è tangente al lato AE.<br />
Altro che “rettifili”!<br />
Torniamo per un momento, alla<br />
benemerita Casa Editrice più che<br />
centenaria Ulrico Hoepli. Nel<br />
1989, giusto una intera generazione<br />
fa, era uscito un bel volume<br />
contenente programmi in “Basic”<br />
per geometri e studenti vari, relativi<br />
a topografia e costruzioni<br />
in genere. L’autore è un noto studioso,<br />
già professore negli Istituti<br />
Tecnici per Geometri e caro<br />
collega di chi scrive: l’ingegner<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 39
REPORT<br />
Andrea Guadagni (3). Tra gli altri,<br />
vi erano programmi aperti per<br />
calcolare le aree secondo la nota<br />
formula di Carl Friedrich Gauss,<br />
per determinare raggi di cerchi<br />
vari, per ripartire superfici agrarie<br />
eccetera. Sottolineo la data: 1989.<br />
Da allora di programmi in linguaggi<br />
informatici vari per risolvere<br />
problemi di topografia (e non)<br />
ne sono usciti molti e molti; ma<br />
il Ministero non se ne è accorto,<br />
nemmeno a proposito della redazione<br />
dei nuovi programmi per la<br />
formazione degli altrettanto nuovi<br />
periti delle costruzioni dell’ambiente<br />
e del territorio: se ne è già<br />
detto in 1) e in 4). E il Ministero<br />
continua imperterrito ad impedire<br />
l’uso non dico di elaboratori<br />
portatili, ma di calcolatrici programmabili<br />
a tastiera con memorie<br />
varie, che un buon topografo<br />
porta di solito anche in campagna<br />
per verifiche rapide e immediate.<br />
Sembra di sognare: questa manfrina<br />
dell’uso di “calcolatrici non<br />
programmabili” ci riporta agli<br />
anni ottanta del secolo scorso,<br />
quando era appena tramontata<br />
l’era delle tavole logaritmiche e dei<br />
valori naturali di buona memoria!<br />
Mi sia permesso di parlare di alcuni<br />
casi che mi hanno coinvolto.<br />
Come professore di ruolo del<br />
Politecnico milanese, più volte<br />
sono stato presidente di commissioni<br />
di concorso per diversi posti<br />
dirigenziali in enti di varia natura.<br />
Ne ricorderò qui solo tre (omne<br />
trinum perfectum!). Concorso per<br />
un posto di dirigente dell’ufficio<br />
tecnico degli Istituto Clinici di<br />
Perfezionamento in Milano; per<br />
un posto di dirigente dell’Ufficio<br />
Tecnico del comune di Seriate<br />
(Bergamo); per un posto di capo<br />
dell’ufficio Sistemi Informativi<br />
Territoriali del comune di Somma<br />
Lombardo (Varese). In tutti questi<br />
casi, così come in altri che qui<br />
non cito, le prove scritte vennero<br />
preparate dalla commissione da<br />
me presieduta, mettendo a disposizione<br />
dei candidati il necessario,<br />
da elaboratore a plotter: vi era<br />
sempre una parte da gestire con<br />
AutoCad riguardante tronchi<br />
stradali, oppure inserimento di<br />
nuove particelle nel locale catasto<br />
e così via. Nessuna inutile prova<br />
di più o meno complesso calcolo<br />
In un caso capitò ai concorrenti di<br />
determinare la freccia di una trave<br />
sottoposta a carico variabile, caso<br />
tipico di un collaudo sia di edifici<br />
che di ponti o cavalcavia, ma sempre<br />
disponendo di adatto elaboratore,<br />
oppure a scelta di calcolatrice<br />
programmabile. A nessuno dei<br />
componenti delle commissioni,<br />
rappresentanti dell’ente e del sindacato<br />
o dell’ordine professionale,<br />
passò mai per la mente di vietare<br />
l’uso di appropriati mezzi di calcolo<br />
e di rappresentazione grafica<br />
degli elaborati.<br />
Ora facciamo un poco di fantasia.<br />
All’esame mi si presenta un<br />
giovane armato di elaboratore<br />
portatile e plotter UNI A4. Non<br />
lo ammetto in aula, dato l’ucaz<br />
(evito l’alfabeto cirillico) ministeriale,<br />
ma da curioso lo metto in<br />
una auletta chiusa poi a chiave,<br />
e gli fornisco (dopo averlo letto<br />
agli altri, ammessi perché armati<br />
di riga, squadra e calcolatrice<br />
non programmabile) il testo del<br />
primo tema. Dopo un paio d’ore,<br />
il giovane mi porta un ottimo disegno,<br />
con tutto quanto richiesto<br />
dal tema ministeriale, ben redatto<br />
e con scritte adatte, particolari<br />
a colore in giusta scala, il tutto<br />
corredato da una buona relazione<br />
scritta in Word. La vicenda si<br />
ripete il secondo giorno, e dopo<br />
una sola ora ecco la soluzione,<br />
fatta in parte con Excel, in parte<br />
con modesti programmi (area<br />
secondo i dettami di Gauss,<br />
distacco della parte est del pentagono,<br />
cerchio ex-iscritto) e in<br />
parte con AutoCad (livelletta di<br />
compenso con tanto di bel grafico<br />
nelle due scale richieste, divise per<br />
planimetria e altimetria). Non<br />
posso ammettere il bravo giovane<br />
all’orale, ma con un colloquio<br />
informale vedo che sa tutto della<br />
professione di Geometra, anzi un<br />
poco di più, dato che sta frequentando<br />
al Politecnico il terz’anno<br />
di ingegneria. Mi racconta anche<br />
le ultime “minimalia” della cosiddetta<br />
“APE” che io nemmeno so<br />
(de minimis non curat praetor!) e sa<br />
pure gli ultimi aggiornamenti del<br />
famoso “ Pregeo” (che purtroppo<br />
mai contribuirà alla formazione di<br />
un catasto moderno e veritiero).<br />
Gli faccio le mie congratulazioni,<br />
e gli dico che mi spiace molto, ma<br />
per il MIUR non è possibile che<br />
si possa iscrivere all’Albo professionale.<br />
Vada magari a Londra,<br />
ove così come in tutto lo UK non<br />
è nemmeno richiesto il titolo di<br />
studio per esercitare la professione,<br />
basta solo dimostrare la propria<br />
capacità professionale.<br />
Questa è, fra le tante altre amenità,<br />
l’Italia del secondo decennio<br />
del secolo ventunesimo. Mala<br />
tempora currunt!.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1) C. Monti, A. Selvini A proposito<br />
della buona scuola. Geomedia,<br />
Roma, 2016.<br />
2) AA.VV Nuovo Gasparrelli,<br />
Manuale del Geometra. U.<br />
Hoepli, Milano, 2007.<br />
3) A. Guadagni Programmi di Base<br />
per le costruzioni. U. Hoepli,<br />
Milano, 1989.<br />
4) C. Monti, A. Selvini Riflessioni<br />
su di un programma.ministeriale,<br />
<strong>GEOmedia</strong>, n° 6/2012, Roma.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Topografia; MIUR; professione di<br />
geometra; esame di abilitazione<br />
ABSTRACT<br />
Reflections on the second test for the<br />
qualifying examination to the freelance<br />
profession of surveyor.<br />
AUTORE<br />
Attilio Selvini<br />
Politecnico di Milano, già presidente<br />
della Soc. It. di Topografia<br />
e Fotogrammetria, SIFET<br />
attilio.selvini.polimi@gmail.com<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 41
REPORT<br />
Una metodologia analitica applicata<br />
alla razionalizzazione dei servizi<br />
urbani in aree pedemontane<br />
Ottimizzazione dei servizi primari nel Comune di Tivoli<br />
di Flavia Lorenzani, Francesca<br />
Perrone, Emanuele Tarquini,<br />
Alessandro Vanich<br />
Il progetto si propone di valutare<br />
la distribuzione spaziale dei<br />
servizi primari basilari (quali<br />
farmacie, studi medici e negozi<br />
con generi di prima necessità)<br />
per fasce di popolazione a<br />
ridotta capacità motoria, al<br />
fine di fornire uno strumento<br />
conoscitivo a supporto di una<br />
programmazione e pianificazione<br />
Fig. 1 - Distribuzione della popolazione residente all’interno delle sezioni censuarie<br />
del Comune di Tivoli.<br />
del territorio da parte degli enti<br />
locali adeguata alle esigenze<br />
della popolazione residente.<br />
L’articolo concerne il caso studio<br />
del Comune di Tivoli.<br />
Fig. 2 - Distribuzione della popolazione over 60 sul totale della popolazione<br />
residente all’interno delle sezioni censuarie del Comune di Tivoli.<br />
Nell’ambito della pianificazione<br />
urbana per il<br />
sociale, la tematica della<br />
ridistribuzione dei servizi in funzione<br />
delle necessità espresse dalle<br />
comunità territoriali, sta assumendo<br />
un ruolo di particolare rilievo<br />
nelle scelte di programmazione<br />
territoriale e amministrativa.<br />
Fenomeni demografici e socioeconomici<br />
recenti, quali il progressivo<br />
invecchiamento della<br />
popolazione, l’aumento di unità<br />
familiari costituite da una sola<br />
persona, o comunque l’isolamento<br />
dell’anziano a causa della mobilità<br />
geografica lavorativa delle<br />
fasce di popolazione più giovane,<br />
e l’insorgenza di malattie croniche<br />
nelle fasce di popolazione con età<br />
al di sopra dei 60 anni, ha determinato<br />
lo sviluppo di problemi<br />
legati alla presenza di anziani soli<br />
e non autosufficienti (ISTAT,<br />
2012). Tale fascia di età, a minor<br />
capacità motoria e spesso soggetta<br />
all’insorgenza di malattie croniche,<br />
è quella a maggior rischio di<br />
esclusione dai servizi primari ma,<br />
al contempo, necessita di una accessibilità<br />
agevolata all’uso di tali<br />
servizi (Di Donna et al. 2000).<br />
I servizi primari cui si fa riferimento<br />
sono, oltre ai servizi com-<br />
42 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
Fig. 3 - Modello 01_service_areas.<br />
REPORT<br />
merciali di generi alimentari di<br />
prima necessità, i servizi sanitari<br />
identificabili sia come grandi centri<br />
sanitari di interesse comunale<br />
o sovracomunale (ospedali, centri<br />
analisi e Aziende Sanitarie Locali)<br />
sia centri sanitari di interesse locale<br />
o di quartiere, i cosiddetti servizi<br />
sanitari di vicinato, costituiti<br />
da studi medici di basi e farmacie<br />
(Signorelli, 2011), in quanto sono<br />
i servizi di cui la fascia di popolazione<br />
in oggetto ha maggior<br />
necessità.<br />
Il contesto territoriale che è stato<br />
analizzato è il Comune di Tivoli,<br />
comune di circa 55.000 abitanti<br />
nella Città Metropolitana di<br />
Roma posto circa 30 km a est dal<br />
capoluogo. Il comune è caratterizzato<br />
dalla presenza di due grandi<br />
frazioni, oltre al nucleo storico,<br />
che per la particolare conformazione<br />
urbanistica del territorio,<br />
caratterizzata da ampie aree archeologiche<br />
e aree produttive di<br />
estrazione di inerti, rappresentano<br />
di fatto insediamenti a ridotta<br />
intercomunicabilità con insorgenza<br />
di problemi connessi con la<br />
distribuzione e raggiungibilità dei<br />
servizi primari (Figura n.1 e 2).<br />
Lo studio tiene conto della normativa<br />
vigente che impone specifiche<br />
norme per quanto riguarda<br />
la realizzazione di sistemi integrati<br />
di intervento e servizi sociali, la<br />
riorganizzazione dell’offerta assistenziale<br />
e la valorizzazione del<br />
patrimonio immobiliare pubblico.<br />
L’esigenza<br />
Esigenza primaria del presente<br />
lavoro è stata quella di sviluppare<br />
in ambiente GIS una procedura<br />
in grado di supportare gli enti<br />
locali, nel caso specifico il Comune<br />
di Tivoli, al fine di provvedere<br />
ad una analisi critica del territorio<br />
e delle sue peculiarità socio-economico-demografiche.<br />
Lo strumento di conoscenza sviluppato<br />
consente in una prima<br />
fase di identificare le problematiche<br />
e le peculiarità del territorio;<br />
ed è propedeutico all’avvio di una<br />
seconda fase volta alla riorganizzazione<br />
dei servizi per la popolazione<br />
nel contesto territoriale.<br />
Il presente lavoro si inquadra<br />
quindi quale strumento conoscitivo<br />
della realtà territoriale a<br />
supporto di processi che i decisori<br />
politici ed amministrativi dovranno<br />
assumere sulla base delle conoscenze<br />
fornite (Scarpelli, 2002),<br />
con il fine ultimo di realizzare dei<br />
Piani Sociali di Zona.<br />
La soluzione<br />
L’analisi territoriale condotta, realizzata<br />
tramite il software ArcGIS<br />
10.1 della ESRI, ha necessitato in<br />
una prima fase dell’identificazione<br />
dei dati disponibili e valutazione<br />
Fig. 4 - Service Area degli studi medici.<br />
della loro attendibilità in base<br />
alla fonte di pubblicazione e<br />
all’aggiornamento dello stesso. I<br />
dati utilizzati sono elencati nella<br />
Tabella 1.<br />
Al fine di valutare la raggiungibilità<br />
dei servizi primari si è costruito<br />
il network della rete stradale<br />
comunale; considerato che la<br />
fascia di popolazione interessata si<br />
muove prevalentemente a piedi o<br />
con i mezzi pubblici, tale network<br />
è stato considerato esclusivamente<br />
come pedonale, ossia non sono<br />
stati considerati i sensi unici o altri<br />
impedimenti che caratterizzano il<br />
traffico automobilistico.<br />
A causa della eterogeneità nei formati<br />
dei dati originari si è dovuto<br />
provvedere a uniformare i dati<br />
disponibili in formato Feature<br />
Class usando sia operazioni di<br />
geocoding, qualora fossero disponibili<br />
gli indirizzi, che operazioni<br />
di conversione da kmz/kml in<br />
formato Feature Class.<br />
Considerato quindi che la fascia<br />
di popolazione analizzata tende a<br />
muoversi maggiormente a piedi,<br />
o con mezzi pubblici, si sono<br />
determinate le distanze massime<br />
percorribili; la definizione delle<br />
stesse si è basata sulla normativa<br />
vigente laddove esistente (D.L.<br />
n.1/2012) o, laddove non esiste<br />
una normativa specifica di settore,<br />
la distanza massima percorribile è<br />
stata valutata in funzione sia della<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 43
REPORT<br />
frequenza con cui un anziano<br />
possa usufruire di un servizio che<br />
della possibilità di raggiungerlo<br />
con mezzi di trasporto.<br />
Data la necessità di semplificare<br />
la successiva modellizzazione si è<br />
uniformata tale distanza massima<br />
percorribile a 500m.<br />
Si è quindi dovuta valutare la<br />
raggiungibilità dei servizi primari<br />
considerati da parte della fascia di<br />
popolazione analizzata. Per far ciò<br />
è stato sviluppato un primo modello<br />
in ambiente GIS (riportato<br />
in Figura n.3) nel quale sono state<br />
definite le Service Area intorno ad<br />
ogni servizio, usando come raggio<br />
di pertinenza di ogni Service Area<br />
la distanza massima percorribile.<br />
Tramite iteratore di Feature Class<br />
il modello è in grado di elaborare<br />
le Service Area di tutti i servizi<br />
primari analizzati.<br />
Da un punto di vista logico è stata<br />
considerata la distanza massima<br />
percorribile a piedi, definita in<br />
500m, sul network stradale da un<br />
servizio primario a un qualsiasi<br />
punto del territorio comunale;<br />
tale assioma deriva dal fatto che<br />
il raggio di pertinenza è pari alla<br />
distanza che un utente dovrebbe<br />
percorrere dalla propria residenza<br />
per raggiungere il servizio primario<br />
in oggetto. L’analisi ha permesso<br />
di evidenziare quali porzioni<br />
di territorio si trovano al di fuori<br />
dell’area afferente ad ogni servizio<br />
(Figura n.4).<br />
In un secondo modello sono state<br />
individuate le aree critiche, ossia<br />
quelle aree ove i servizi per i cittadini<br />
risultano essere scarsamente<br />
presenti, come riportato in Figura<br />
5.<br />
A partire dalle perimetrazioni<br />
delle sezioni censuarie e dai dati<br />
Nome dato Formato Fonte Aggiornamento<br />
Distribuzione popolazione kml Censimento ISTAT 2011<br />
Classi di età popolazione kml Censimento ISTAT 2011<br />
Farmacie/parafarmacie csv con indirizzi OpenData Lazio Feb. 2015<br />
Ospedali csv con indirizzi OpenData Lazio Feb. 2015<br />
ASL csv con indirizzi ASL RM5 2014<br />
Studi medici<br />
Laboratori sanitari<br />
Esercizi commerciali<br />
Viabilità<br />
Uffici postali<br />
Patrimonio catastale disponibile<br />
Fig. 5 - Modello 02_critical_areas.<br />
csv con indirizzi<br />
csv con indirizzi<br />
csv con indirizzi<br />
shapefile<br />
csv con indirizzi<br />
csv con indirizzi<br />
tabellari sulla suddivisione della<br />
popolazione in classi di età, si è<br />
calcolato per ogni sezione di censimento<br />
ricadente nel territorio<br />
comunale il numero assoluto dei<br />
residenti appartenenti alle classi di<br />
età e la densità delle stesse.<br />
All’interno del modello, per ogni<br />
sezione di censimento con una<br />
densità medio-alta di popolazione<br />
residente appartenente a classi di<br />
età sopra i 60 anni, è stata determinata<br />
la somma delle Service<br />
Area precedentemente realizzate.<br />
Tramite funzioni di Intersect si è<br />
trasferito il dato areale della sommatoria<br />
delle Service Area ai dati<br />
lineari del reticolo stradale.<br />
Intersecando le sezioni censuarie<br />
caratterizzate da densità medioalta<br />
di popolazione residente al<br />
di sopra dei 60 anni con le strade<br />
poco servite dai servizi primari, si<br />
sono individuate le aree critiche<br />
(Figura n. 6).<br />
Volendo fornire all’amministrazione<br />
locale una possibile ubicazione<br />
dei servizi primari attualmente<br />
non presenti nel territorio,<br />
si sono individuati gli elementi del<br />
patrimonio catastale disponibile,<br />
ossia quelle aree di demanio pubblico<br />
non ancora utilizzate.<br />
Il modello, tramite funzioni di<br />
clip, permette di individuare quali<br />
ASL RM5<br />
ASL RM5<br />
OpenData Lazio<br />
Open Street Map<br />
Comune Tivoli<br />
Comune Tivoli<br />
2014<br />
2014<br />
Feb. 2015<br />
Feb. 2015<br />
2014<br />
2014<br />
di questi beni catastali ricade nelle<br />
aree critiche e risulta usufruibile<br />
per la ridistribuzione dei servizi<br />
primari mancanti, come riportato<br />
nella Figura n.7.<br />
Il cambiamento<br />
La metodologia analitica adottata<br />
permette di fornire alle amministrazioni<br />
locali strumenti a supporto<br />
dell’attività di pianificazione<br />
dei servizi primari presenti sul territorio.<br />
Una programmazione di<br />
questo tipo, attenta alle dinamiche<br />
territoriali, permette un salto di<br />
qualità ed efficacia nella gestione<br />
delle risorse pubbliche e nella rivalutazione<br />
dei beni pubblici attualmente<br />
inutilizzati (F. Karrer in<br />
Santangelo 2014).<br />
Uno strumento conoscitivo così<br />
definito semplifica i procedimenti<br />
di regolamentazione urbanistica e<br />
territoriale, colmando la necessità<br />
da parte delle amministrazioni di<br />
migliorare la gestione del patrimonio,<br />
nonostante la scarsa disponibilità<br />
economica da destinare al<br />
benessere sociale.<br />
Si ritiene comunque che la metodologia<br />
proposta possa essere ulteriormente<br />
integrata ed ampliata<br />
tramite implementazione della<br />
base dati adottata. Si potrebbe<br />
considerare anche la distribuzione<br />
Fig. 5 - Modello 02_critical_areas.<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong>
REPORT<br />
Fig. 6 - aree critiche e<br />
servizi primari.<br />
Fig. 7 - Patrimonio catastale<br />
disponibile nelle aree critiche.<br />
del trasporto pubblico locale utilizzato<br />
dalla fascia di popolazione presa in<br />
esame ed i dati di geomarketing delle<br />
attività commerciali per individuare<br />
l’ubicazione dei bacini di utenza.<br />
Inoltre la modellizzazione, avvalendosi<br />
di dati sanitari della popolazione (nel<br />
pieno rispetto della privacy), potrebbe<br />
essere usata per definire le aree con<br />
maggiore concentrazione di soggetti<br />
che necessitano di specifica assistenza<br />
o che necessitano di frequentare centri<br />
di assistenza diurna/farmacie/centri<br />
medici con frequenza elevata, al fine di<br />
realizzare una apposita pianificazione<br />
dei centri stessi e una razionalizzazione<br />
delle risorse economiche spese dalle<br />
amministrazioni locali.<br />
Il servizio proposto serve a fronteggiare<br />
le problematiche di rinnovo urbano<br />
e l’accrescimento della qualità dell’abitare<br />
e può essere applicabile, con eventuali<br />
modifiche del caso, a contesti urbani<br />
di natura e dimensioni variabili.<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
Di Donna V., Vallario A., (2000), L’ambiente, risorse e rischi, IX ed., Liguori Editore, Napoli.<br />
ISTAT (2012), 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale<br />
n. 209 del 18 Dicembre 2012.<br />
Santangelo S. (2014), Edilizia sociale e urbanistica. La difficile transizione dalla casa all'abitare, I ed.,<br />
Carocci Editore, Roma.<br />
Scarpelli (2002), Appunti delle lezioni di organizzazione e pianificazione del territorio, I ed., Edizioni<br />
Kappa, Roma.<br />
Signorelli C. (2011), Igiene, Epidemiologia, Sanità pubblica, VI ed., Società Editrice Universo, Roma.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GIS; SERVIZI PRIMARI; COMUNE DI TIVOLI; POPOLAZIONE; QUALITÀ DELLA VITA<br />
ABSTRACT<br />
One of the main debate topics between citizens and people who manage public property is urban quality of<br />
life. The project aims to evaluate the spatial distribution of basic primary services (such as pharmacies, doctors'<br />
offices and shops that sell all the basic necessities) concerning people with reduced mobility, in order to provide<br />
cognitive tools in support of a land-use planning (managed by local authorities), which meets the needs<br />
of the resident population. We decided to consider the village of Tivoli. The city shows some service management<br />
issues, mainly due to the presence of two portions with reduced intermobility. As regards the analysis<br />
of population, starting from the sections of ISTAT data, we evaluated the distribution of the population<br />
characterized by reduced mobility in the different parts, related to the onset of chronic diseases in age groups<br />
above 60 years. This study aims to suggest local authorities to optimize the redistribution of the above-written<br />
services and to improve the accessibility for people with reduced mobility.<br />
AUTORE<br />
Lorenzani Flavia. Master GEO-GST, Univ. Tor Vergata, flavia.lorenzani@gmail.com<br />
Perrone Francesca. Master GEO-GST, Univ. Tor Vergata, francesca.perrone8816@gmail.com<br />
Tarquini Emanuele. Master GEO-GST Univ. Tor Vergata, tarquini.emanuele@hotmail.it<br />
Vanich Alessandro. Master GEO-GST Univ. Tor Vergata, alessandro.vanich@hotmail.it<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°4-<strong>2017</strong> 45
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Toulouse (France)<br />
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16-19 Gennaio 2018<br />
Geospatial World Forum<br />
Hyderabad (India)<br />
www.geoforall.it/kwacw<br />
19-22 Febbraio 2018<br />
FOSS4G Italia<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/kwwh3<br />
18-21 marzo 2018<br />
GI4DM 2018 -<br />
Geoinformation for Disaster<br />
Management<br />
Istanbul (Turkey)<br />
www.geoforall.it/kww3r<br />
6-11 maggio 2018<br />
Istanbul (Turkey)<br />
FIG Congress<br />
www.geoforall.it/k9cwx<br />
22 - 23 maggio 2018<br />
London (UK)<br />
GEO Business 2018<br />
www.geoforall.it/kwxyc<br />
13-15 giugno 2018<br />
21st International AGILE<br />
Conference<br />
AGILE 2018 "Geospatial<br />
Technologies for All"<br />
Lund (Sweden)<br />
www.geoforall.it/kw9w4<br />
7-4 giugno 2018<br />
The ISPRS Technical<br />
Commission II Symposium<br />
"Towards Photogrammetry<br />
2020"<br />
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