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GEOmedia 5 2017

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Rivista bimestrale - anno XXI - Numero 5/<strong>2017</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

LiDAR<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

Sett/Ott <strong>2017</strong> anno XXI N°5<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

Aerofotogrammetria<br />

dalla Documentazione Storica<br />

all’Analisi Agricola con i Droni<br />

DRONI PER<br />

L’AGRICOLTURA<br />

DI PRECISIONE<br />

EVOLUTION OF<br />

INTEGRATED UAV<br />

SOLUTIONS<br />

TRACCIARE UN<br />

LABIRINTO DI MAIS<br />

CON IL GPS


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è appena cominciata<br />

abbiamo creato uno strumento innovativo, versatile<br />

e integrato. trimble SX10 coniuga la tecnologia di una<br />

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Riprendere dall’alto<br />

Fintanto che l’uomo non ha potuto volare e riprendere il territorio dall’alto ha solo immaginato quale poteva essere<br />

la visione da un oggetto volante, quale ad esempio quella che ha poi dato il nome alla classica “vista d’uccello”, oggi<br />

universalmente realizzata con l’uso dei droni.<br />

Il tema di questo numero è la ripresa dall’alto del territorio, effettuata per analizzarne le sue caratteristiche,<br />

che può mirare alla misura topografica attraverso la tecnica aerofotogrammetrica, oppure a telerilevare<br />

informazioni anche oltre il campo del visibile umano o semplicemente per avere una vista aerea senza alcuna<br />

pretesa geometrica o di fotointerpretazione.<br />

Uno degli scopi più trainanti che hanno consentito in pochi decenni sviluppi tecnologici epocali, è stata<br />

nel secolo scorso l’analisi bellica, che mira da una parte ad individuare obiettivi particolari per eliminarli, ad<br />

esempio con il bombardamento, e poi dall’altra a verificare successivamente l’entità del danno effettuato.<br />

Con questa premessa la Royal Air Force britannica ha eseguito migliaia di fotogrammi aerei del nostro<br />

territorio, oggi conservati presso l’Aerofototeca Nazionale, che costituiscono un prezioso ed inestimabile<br />

tesoro informativo dell’Italia anni ’40 -‘50 ancora quasi sconosciuto e in gran parte non digitalizzato.<br />

L'Aerofototeca Nazionale è una struttura di raccolta e di studio del materiale aerofotografico relativo al<br />

territorio italiano, nata nel 1958 come sezione distaccata del Gabinetto Fotografico Nazionale del Ministero<br />

della Pubblica Istruzione. Dal 1975 fa parte dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del<br />

MiBACT.<br />

Nel corso degli anni ha acquisito un patrimonio di oltre due milioni di immagini del territorio italiano, che<br />

datano già dalla fine dell’Ottocento. Tra le immagini più antiche conservate si annoverano quelle del Foro<br />

Romano, riprese ai primi del ‘900 da Giacomo Boni e dalla Brigata Specialisti del Genio; altre immagini di<br />

quel periodo sono pervenute dal Museo Aeronautico Caproni di Trento, dalla Fototeca del 5° Reparto dello<br />

Stato Maggiore dell'Aeronautica, dall'archivio del pittore Francesco Paolo Michetti.<br />

Numerose le collezioni donate o acquistate da società private di rilevazione aerofotografica o produzione di<br />

cartografia, quali Aerofoto Consult, Aerotop, EIRA, ESACTA, E.T.A. Nistri, Fotocielo, I-BUGA, IRTA,<br />

S.A.F. Nistri, SIAT. Alcuni voli di società ancora attive, come CGR e S.A.R.A. Nistri, sono disponibili<br />

soltanto per la consultazione in sede.<br />

Ma tra le collezioni di maggiore importanza citiamo le immagini aerofotogrammetriche stereoscopiche<br />

scattate tra il 1943 e il 1945 dai ricognitori della Royal Air Force britannica (RAF), della United States Army<br />

Air Force (USAAF) e della Luftwaffe tedesca.<br />

Le immagini, ovviamente concentrate solo in zone di “interesse bellico”, sono in corso di catalogazione<br />

e georeferenziazione. Operazione non facile, di cui troviamo resoconto nell’articolo a firma di Shepherd,<br />

Cantoro e Remondino dal titolo “Il potenziale informativo degli archivi di fotografia militare della Seconda<br />

Guerra Mondiale ai fini della protezione civile e dell’analisi del territorio”.<br />

Sempre sul tema dell’osservare dall’alto, seguono in questo numero, testimonianze sull’uso di aeromobili<br />

a pilotaggio remoto (APR o droni nel linguaggio comune) per le analisi di carattere agricolo del territorio,<br />

attività decisamente più pacifiche.<br />

La riduzione dei costi che può portare l’uso di un drone per avere immagini aeree del territorio ha portato<br />

a grandi sviluppi delle tecniche per migliorare coltivazioni, che possono ottimizzare l’uso di fertilizzanti<br />

o di acqua analizzando lo stato di salute vegetazionale delle cultivar. La tecnica è denominata Agricoltura<br />

di Precisione (o Precision Farming) e pur essendo destinata a territori di grande estensione, trova oggi<br />

applicazione, proprio grazie ai droni, anche in limitate estensioni di territorio.<br />

Sistemi di teleguida dei mezzi agricoli, assistiti da droni che scrutano la vegetazione dall’alto inviando<br />

immagini che in tempo reale l’agricoltore elabora sul suo laptop, sono di uso corrente nelle grandi estensioni<br />

agricole mondiali ed anche in Italia si affacciano i primi esperimenti, come ad esempio quelli di agricoltura<br />

di precisione sui vigneti o per la frumenticoltura nei casi studio che vi presentiamo.<br />

Il futuro dei droni nella moderna farming industry è segnato e Nathan Stein, di Sensefly, ce ne porta una<br />

grande testimonianza nella Guest Paper di questo numero.<br />

Buona lettura, Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORT<br />

GUEST PAPER<br />

LE RUBRICHE<br />

Il potenziale<br />

informativo degli<br />

archivi di fotografia<br />

militare della II<br />

Guerra Mondiale ai<br />

fini della protezione<br />

civile e dell’analisi del<br />

territorio<br />

di Elizabeth Jane Shepherd,<br />

Gianluca Cantoro<br />

Fabio Remondino<br />

6<br />

38 COMMEMORAZIONE<br />

50 AGENDA<br />

L'immagine di sfondo nel<br />

Sommario è del 22 agosto<br />

<strong>2017</strong> e ci trasporta nel nord<br />

del Brasile, nel punto in cui il<br />

Rio delle Amazzoni incontra<br />

l’Oceano Atlantico. Le forme<br />

geometriche sono dovute a<br />

coltivazioni agricole, mentre<br />

strade ad andamento lineare<br />

attraversano la restante area di<br />

densa vegetazione. Le foreste<br />

pluviali vengono distrutte a<br />

livello globale ad un ritmo<br />

allarmante. Questo fatto è di<br />

grande rilevanza perchè esse<br />

giocano un ruolo importante<br />

nella formazione del clima<br />

globale. Inoltre questa foreste<br />

ospitano una estesa varietà di<br />

piante, animali ed insetti. Più<br />

di un terzo di tutte le specie<br />

del mondo vivono nella Foresta<br />

Pluviale del Rio delle Amazzoni.<br />

Immagine dal satellite Sentinel-<br />

2A, del programma europeo<br />

Copernicus. Credits ESA.<br />

In copertina una delle<br />

immagini aeree scattate<br />

durante la seconda Guerra<br />

Mondiale della Rpyal Air<br />

Force inglese che oggi fa<br />

parte della raccolta di circa<br />

800.000 immagini custodite<br />

nella Aerofototeca Nazionale<br />

dell'Istituto per il Catalogo<br />

e la Documentazione del<br />

MiBACT.<br />

10<br />

16<br />

Attività sperimentale di<br />

agricoltura di precisione<br />

su vigneto<br />

Confronto tra i sensori<br />

Mapir Survey2 e Parrot<br />

Sequoia<br />

di Simone Kartsiotis, Gianluca<br />

Rossetti, Matteo Turci,<br />

Emanuele Luigi de Angelis<br />

Agricoltura di<br />

Precisione per la<br />

frumenticoltura<br />

toscana: il caso studio<br />

di Marco Mancini,<br />

Anna Dalla Marta, Simone<br />

Orlandini, Marco Napoli,<br />

Simone Gabriele Parisi<br />

geomediaonline.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


24 Agricoltura<br />

di precisione:<br />

l’impegno di<br />

ALPHA Consult<br />

in Europa e<br />

Africa<br />

di Claudia Maltoni,<br />

3DTARGET 33<br />

Agricolus 49<br />

Aeronike 27<br />

AerRobotix 37<br />

Codevintec 32<br />

Epsilon Italia 39<br />

INSERZIONISTI<br />

Una piattaforma<br />

software di supporto<br />

decisionale per la<br />

gestione e l’analisi<br />

di grandi dataset<br />

ambientali<br />

di Raffaele Battaglini,<br />

Valerio Noti, Brunella Raco,<br />

Alessandro Salvadori<br />

28<br />

Elizabeth A. Nerantzis<br />

Esri Italia 23<br />

Geogrà 22<br />

Geomax 52<br />

Mesa 38<br />

Planetek Italia 15<br />

Stonex 43<br />

Survey Lab 48<br />

Teorema 50<br />

TRACCIARE UN<br />

LABIRINTO DI MAIS<br />

CON IL GPS<br />

Il caso del Labirinto<br />

di HORT<br />

di Massimiliano Toppi, Giorgia<br />

44<br />

Il Remote Sensing<br />

per l’individuazione<br />

delle Zone di<br />

Gestione nei vigneti<br />

di Elisabetta Mattioli, Sara<br />

Antognelli, Antonio Natale,<br />

Velia Sartoretti<br />

Topcon 51<br />

Trimble 2<br />

Pandolfi, Francesca Massetani<br />

40<br />

The Future of<br />

Drones in the<br />

Modern Farming<br />

Industry<br />

by Nathan Stein<br />

34<br />

Errata Corrige GEO-media 4 <strong>2017</strong><br />

Il sistema FIRE-SAT per il monitoraggio post-incendio:<br />

il caso-studio dell'incendio di Potenza del 21-23 luglio 2015<br />

Il nome corretto dell'autore nel titolo è Fortunato De Santis<br />

invece di Fortuanto Desantis<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,<br />

Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio,<br />

Michele Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia,<br />

Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />

Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />

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ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

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sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 20 dicembre <strong>2017</strong>.


FOCUS<br />

Il potenziale informativo degli archivi di fotografia<br />

militare della Seconda Guerra Mondiale ai fini<br />

della protezione civile e dell’analisi del territorio<br />

Fotogrammetria, intelligenza artificiale e webGIS al servizio degli archivi fotografici<br />

di Elizabeth Jane Shepherd, Gianluca Cantoro, Fabio Remondino<br />

Durante la Seconda Guerra<br />

Mondiale, la ricognizione<br />

fotografica aerea ebbe un ruolo<br />

decisivo sull'esito delle campagne<br />

alleate in Europa. La visione<br />

dall'alto fornita da fotogrammi<br />

di grande formato ed elevata<br />

risoluzione geometrica<br />

costituiva una fonte primaria<br />

di informazioni per il<br />

monitoraggio delle linee<br />

nemiche, l'identificazione<br />

di bersagli sensibili,<br />

la pianificazione di<br />

attacchi e la valutazione<br />

di danni causati dai<br />

bombardamenti<br />

aerei.<br />

Fig. 1 - Esempi di camere fotografiche (fonte: Wikipedia) usate per ricognizioni aeree durante<br />

la Seconda Guerra Mondiale e grafici delle strisciate di ricognizione (fonte: AFN).<br />

Le ricognizioni aeree venivano<br />

eseguite con aerei<br />

quali British Spitfire,<br />

Mosquito, American P-38<br />

Lightning o P-51 Mustang, e<br />

impiegando camere fotografiche<br />

di medio o grande formato<br />

(K-17, F24, F52), in configurazione<br />

nadirale o obliqua.<br />

Le acquisizioni fotografiche<br />

venivano di norma processate in<br />

tempi brevissimi (a volte anche<br />

allestendo laboratori di stampe<br />

fotografiche di fortuna in tende<br />

militari in prossimità delle basi<br />

aeroportuali) e disseminate nel<br />

teatro di guerra fra gli specialisti<br />

delle varie operazioni.<br />

Al giorno d’oggi la maggior<br />

parte di queste fotografie<br />

è conservata nel Aerial<br />

Reconnaissance Archive - TARA<br />

/ NCAP (http://ncap.org.uk)<br />

e nei National Archives and<br />

Records Administration - NARA<br />

(https://www.archives.gov).<br />

Le foto aeree scattate durante<br />

la Campagna d’Italia<br />

(1943-1945) vennero eseguite<br />

dalla Mediterranean Allied<br />

Photo Reconnaissance Wing<br />

(MAPRW). La MAPRW era<br />

l’arma di ricognizione e intelligence<br />

delle Mediterranean Allied<br />

Air Forces (MAAF), composta<br />

da Royal Air Force (RAF), South<br />

African Air Force (SAAF) e<br />

United States Army Air Force<br />

(USAAF). Quest’attività congiunta<br />

di ricognizione aerea<br />

sull’Italia dal 1943 al 1945 ha<br />

prodotto moltissime fotografie,<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

Fig. 2 - Risultati<br />

della georeferenziazione<br />

automatica di<br />

due blocchi di<br />

immagini e di<br />

alcuni ingombri<br />

delle strisciate,<br />

visualizzate<br />

all’interno del<br />

GIS dell’AFN.<br />

883.005 delle quali oggi sono<br />

conservate a Roma dall’Aerofototeca<br />

Nazionale (AFN),<br />

uno dei due archivi fotografici<br />

dell’Istituto Centrale per il<br />

Catalogo e la Documentazione<br />

(ICCD) del Ministero per i<br />

Beni e le Attività Culturali. Il<br />

fondo MAPRW dell’Aerofototeca<br />

è composto da 600.000<br />

immagini donate dall’American<br />

Academy in Rome nel 1964 e da<br />

283.005 immagini in deposito<br />

dalla British School a Roma a<br />

partire dal 1975. Questo patrimonio<br />

costituisce una delle più<br />

importanti raccolte di fotografie<br />

aeree della II° Guerra Mondiale<br />

in Europa e la più importante<br />

fonte di informazioni storiche<br />

in grado di documentare l’urbanizzazione<br />

del territorio italiano<br />

e le modificazioni agrarie prima<br />

della meccanizzazione agricola.<br />

Le principali caratteristiche di<br />

queste fotografie aeree del periodo<br />

bellico sono:<br />

4il significato storico e la valenza<br />

documentale<br />

4l’alta qualità e il livello di<br />

dettaglio (risoluzione geometrica<br />

generalmente di 1m)<br />

4la ricchezza di informazioni<br />

associate ed associabili<br />

4l’informazione sulle aree<br />

bombardate (ca. 1 milione<br />

di bombe sull’Italia negli<br />

anni 1943-45).<br />

4Come convertire in formato<br />

digitale e sostenibile l’enorme<br />

patrimonio fotografico?<br />

4Come condividere al meglio<br />

questa grande quantità di<br />

dati per ricerca, studio, visualizzazione,<br />

protezione, monitoraggio,<br />

interpretazione?<br />

4Come valorizzarli?<br />

4Come sfruttarne i preziosi<br />

contenuti?<br />

Alcuni progetti in passato<br />

hanno provato a dare risposte<br />

ad alcuni dei quesiti<br />

sopra riportati relativamente<br />

alle immagini aeree della<br />

WWII (per es. Furlanello et<br />

al., 2004; Nocerino et al.,<br />

2012; Marchetti et al., 2012).<br />

Tuttavia, i grandi archivi menzionati<br />

in precedenza conservano<br />

ancora quantità di materiali<br />

fotografici (e relative informazioni)<br />

largamente inesplorati e<br />

difficilmente gestibili con metodi<br />

di archiviazione tradizionali.<br />

Peraltro, le fotografie aeree<br />

storiche presentano sfide conservative<br />

ed archivistiche spesso<br />

uniche e peculiari. I fotogrammi<br />

e i negativi -ove disponibili-<br />

sono infatti spesso in fragili<br />

condizioni fisiche, dovute in<br />

larga parte alla stessa genesi dei<br />

fotogrammi come documenti di<br />

rapida consultazione sul campo<br />

e non come documento pensato<br />

per i posteri. Inoltre, la loro creazione<br />

durante la guerra rende<br />

le fotografie aeree veri e propri<br />

documenti storici al pari di antichi<br />

volumi e dipinti artistici.<br />

Per questi motivi, si sta cercan-<br />

La visione<br />

Le domande alle quali si sta<br />

tentando di rispondere includono:<br />

Fig. 3 - Alcune news pubblicate dai media relative alla scoperta e disinnesco di ordigni bellici in Italia.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 7


FOCUS<br />

do di lanciare un progetto interdisciplinare<br />

al fine di:<br />

1. Digitalizzare il patrimonio<br />

fotografico disponibile<br />

presso l’AFN (sono state<br />

attualmente scansionate ca<br />

90.000 su 880.000). I fotogrammi<br />

aerei sono di norma<br />

di due formati: 24x24 cm<br />

e 18x24 cm. La loro digitalizzazione<br />

(considerando<br />

l’archiviazione e gli utilizzi<br />

successivi delle immagini) è<br />

normalmente eseguita a risoluzione<br />

di 600-1200 dpi.<br />

2. Georeferenziare le immagini<br />

e i poligoni di ingombro<br />

delle strisciate aeree (Fig. 2).<br />

È probabilmente il problema<br />

maggiore: in genere non<br />

ci sono metadati, piani di<br />

volo o altre informazioni<br />

associate alle immagini ed è<br />

necessario (o indispensabile),<br />

vista la mole di dati, un<br />

approccio automatizzato.<br />

Finora la procedura è stata<br />

completamente manuale, in<br />

particolare per l’identificazione<br />

dei punti omologhi,<br />

a causa delle numerose<br />

variabili di un territorio notevolmente<br />

modificato negli<br />

ultimi 70 anni. Ad oggi,<br />

la metodologia più diffusa<br />

prevede l’uso di operatori di<br />

tipo SIFT in grado di individuare<br />

elementi simili in<br />

riprese differenti dello stesso<br />

soggetto, ma tali algoritmi<br />

producono spesso risultati<br />

insoddisfacenti a causa dei<br />

grandi cambiamenti del territorio.<br />

3. Condividere i dati tramite<br />

webGIS.<br />

La pubblicazione dei fotogrammi<br />

o dei loro ingombri<br />

via internet tramite una<br />

interfaccia di facile utilizzo<br />

può dare largo accesso a tali<br />

documenti storici. Tuttavia<br />

questa operazione è strettamente<br />

collegata alle due fasi<br />

precedenti (digitalizzazione<br />

e georeferenziazione) e alla<br />

sistematica e dettagliata<br />

archiviazione delle informazioni<br />

in database strutturati<br />

in grado di associare informazioni<br />

sensibili a coordinate<br />

geografiche o poligoni<br />

di ingombro.<br />

4. Analizzare il territorio, in<br />

particolare per:<br />

a. rilevare le tracce dei<br />

bombardamenti aerei,<br />

pesanti e ripetuti, che<br />

ancora oggi causano<br />

problemi quotidiani al<br />

rinvenimento di ordigni<br />

inesplosi (UXO /<br />

UXB);<br />

b. studiare l’uso e i cambiamenti<br />

del territorio.<br />

Di particolare importanza,<br />

anche ai fini della protezione<br />

civile, è il potenziale informativo<br />

dei fotogrammi aerei storici<br />

legato agli ordigni bellici inesplosi<br />

(sintetizzato dall’acronimo<br />

inglese UXO - UneXploded<br />

Ordnance o UXB - UneXploded<br />

Bombs).<br />

Le statistiche militari del dopoguerra<br />

calcolarono più di 1<br />

milione le bombe sganciate dagli<br />

Alleati sull’Italia nel periodo<br />

1943-45, e di queste tra l’8%<br />

e il 10% (pari a circa 38.000<br />

tonnellate di ordigni) non è<br />

esploso. Ogni anno vengono individuati<br />

numerosi ordigni inesplosi<br />

(Figura 3), con ovvi disagi<br />

e pericoli per la società civile<br />

per il disinnesco e la rimozione<br />

di materiale potenzialmente ancora<br />

pericoloso, ma molti altri<br />

sono ancora nel terreno. I segni<br />

dei bombardamenti sono chiaramente<br />

visibili e documentabili<br />

sulle fotografie storiche e le loro<br />

“impronte” possono pertanto<br />

essere trasferite sul territorio<br />

moderno come strumento di<br />

conoscenza preventivo capace<br />

di limitare o eliminare danni a<br />

distanza di tanti anni.<br />

Le immagini aeree della guerra<br />

sono quindi essenziali per<br />

rilevare i crateri delle bombe<br />

esplose (aree di sicuro bombardamento)<br />

e i possibili punti di<br />

impatto di quelle inesplose. E’<br />

quindi necessario analizzare le<br />

foto esistenti, rilevando le aree<br />

di impatto e analizzandone il<br />

contenuto. Il Ministero della<br />

Difesa ha vari strumenti a disposizione<br />

per l’individuazione<br />

delle aree interessate, ma la documentazione<br />

aerea degli alleati,<br />

che costituisce una base certa<br />

di conoscenza, non è mai stata<br />

considerata nel suo insieme a<br />

livello nazionale, ma solo su<br />

piccole aree o province.<br />

L’uso di algoritmi supervisionati<br />

(machine learning) ha sempre<br />

dato risultati interessanti (Fig.<br />

4), anche se fortemente legati<br />

al training-set a disposizione. Si<br />

stanno ora testando vari metodi<br />

e librerie (Tensor Flow, CNN,<br />

Boosting, ecc.) al fine di migliorare<br />

l’apprendimento automatico,<br />

renderlo piú affidabile<br />

e applicabile su scala nazionale.<br />

Il nostro obiettivo al momento<br />

consiste nel creare una casistica<br />

completa dell’aspetto di ogni<br />

possibile cratere, in rapporto<br />

all’ordigno caduto. Una volta<br />

rilevati i casi più comuni e diffusi,<br />

la sfida si sposterà sul come<br />

distinguere ordigni esplosi dagli<br />

inesplosi.<br />

Obiettivo ultimo sarebbe quindi<br />

quello di giungere alla definizione<br />

di un metodo completamente<br />

automatizzato basato<br />

su un training-set attendibile.<br />

Tale attività richiede comunque<br />

tempi considerevoli, considerata<br />

anche la mancanza attuale di riscontri<br />

puntuali sul terreno e la<br />

difficoltà di testare una per una<br />

le presenze di potenziali ordigni<br />

inesplosi sul terreno (groundtruthing).<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

Fig. 4 - Risultati dell’identificazione supervisionata (machine learning) di crateri di bomba in immagini aeree (sinistra). Crateri di bomba<br />

identificati in un’immagine storica a confronto con un’immagine attuale (destra).<br />

Conclusioni e lavori futuri<br />

Le foto aeree della Seconda<br />

Guerra Mondiale conservate<br />

presso l’Aerofototeca Nazionale<br />

sono una grande risorsa per la<br />

protezione civile e l’analisi del<br />

paesaggio. È necessario pianificare<br />

la conservazione, la condivisione<br />

e la valorizzazione di<br />

questo incredibile patrimonio<br />

per molti aspetti ancora sottostimato<br />

e sottovalutato.<br />

Le attività si devono concentrare<br />

su una diffusione a livello<br />

nazionale attraverso una piattaforma<br />

webGIS (in via di pubblicazione),<br />

il tracciamento digitale<br />

delle aree bombardate, la realizzazione<br />

di mappe di rischio<br />

UXO nelle aree urbane e vicino<br />

ai siti archeologici, ecc.<br />

I metodi di machine learning<br />

stanno fornendo risultati interessanti<br />

ma richiedono un<br />

approccio critico e grandi set di<br />

dati per l’addestramento e l'impiego<br />

a scala nazionale: è quindi<br />

necessario un team interdisciplinare<br />

e un approccio sistematico<br />

che porti avanti il progetto in<br />

tempi e quantità significative<br />

(ad oggi solo il 10% delle foto<br />

analogiche è digitalizzato e pubblicato).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Cantoro, G., 2015: Aerial photogrammetry: when archaeology meets SIFT. In Ivanišević, Veljanovski,<br />

Cowley, Kiarszys & Bugarski (Eds.), Recovering Lost Landscapes, Belgrade, pp.117-128.<br />

Censimento delle raccolte e degli archivi fotografici in Italia: http://www.censimento.fotografia.<br />

italia.it/<br />

Furlanello, C., Merler, S., Menegon, S., Paoli, E., Fontanari, S., 2004: Mapping the Risk of<br />

Unexploded Bombs from World War Two. Italian GRASS users meeting proceedings, Geomatics<br />

Workbooks, pp. 1-2.<br />

Marchetti, A., Shepherd, E.J., Cosci, F., 2012: Geomemories: un punto di raccolta e pubblicazione dei<br />

dati storico geografici. Proc. Workshop Opening the Past. Archaeological Open Data.<br />

Nocerino, E., Menna, F., Remondino, F., 2012: Multi-temporal analysis of landscapes and urban<br />

areas. Int. Archives of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, Vol.<br />

39(4), pp. 85-90.<br />

Shepherd, E., J., Palazzi, D. S., Leone, G., Mavica, M., 2012: La collezione c.d. USAAF dell’Aerofototeca<br />

Nazionale, Archeologia Aerea 6, 2012, pp. 16-32.<br />

Shepherd, E.J., 2015: Le foto aeree della II guerra mondiale conservate in Aerofototeca Nazionale e il<br />

loro potenziale informativo per la sicurezza nazionale. Bollettino di Archeologia, VI, 2015/1, 111-<br />

130.<br />

Shepherd, E.J., 2016: Mapping unexploded ordnance in Italy: the role of World War II aerial photographs.<br />

In B. Stichelbaut, D. Cowley (Eds), Conflict Landscapes and Archaeology from Above,<br />

Ashgate, pp. 205-217.<br />

ABSTRACT<br />

WWII aerial photo reconnaissance played a decisive role in the success of the Allied campaigns in Europe. Repeated<br />

aerial surveys provided information to monitor enemy lines, identify targets, plan attacks and assess damages<br />

inflicted by aerial bombing. Reconnaissance activity in the 1943-45 Italian campaign produced an awesome<br />

number of aerials, 883,005 of whom are kept today by ICCD-Aerofototeca Nazionale (AFN) in Rome. The often<br />

massive scale of bombing has left a lasting legacy across the landscape, as is shown by the problems in dealing with<br />

unexploded ordnance (UXO), still retrieved on a nearly daily basis. The AFN collection is a powerful, though still<br />

underdeveloped record of the landscape of wartime Italy and is essential for the plotting of UXO hazard maps. The<br />

article focuses on the main steps to be taken in order to exploit and share it.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Fotografie aeree, WWII, machine learning, webGIS, UXO<br />

AUTORE<br />

Elizabeth Jane Shepherd<br />

elizabethjane.shepherd@beniculturali.it,<br />

Aerofototeca Nazionale (AFN), ICCD, Roma<br />

web: http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/98/aerofototeca-nazionale<br />

Gianluca Cantoro<br />

gianluca.cantoro@gmail.com<br />

Institute for Mediterranean Studies, Foundation for Research and Technology (FORTH), Grecia<br />

Fabio Remondino<br />

remondino@fbk.eu<br />

3D Optical Metrology unit, Fondazione Bruno Kessler, Trento<br />

web: http://3dom.fbk.eu<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 9


REPORT<br />

Attività sperimentale di agricoltura<br />

di precisione su vigneto<br />

Confronto tra i sensori Mapir Survey2 e Parrot Sequoia<br />

di Simone Kartsiotis, Gianluca Rossetti, Matteo Turci, Emanuele Luigi de Angelis<br />

Nell’estate del <strong>2017</strong> Zephyr e<br />

DroneBee hanno svolto insieme alcune<br />

sperimentazioni con APR (Aeromobili<br />

a Pilotaggio Remoto) sui vigneti<br />

dell’azienda agricola Savignola Paolina<br />

nel Chianti Classico, in Toscana.<br />

I test avevano l’obiettivo di valutare e<br />

di mettere a confronto la qualità dei<br />

dati forniti dalle camere multispettrali<br />

Parrot Sequoia e Mapir Survey2.<br />

Le camere multispettrali<br />

sono in generale progettate<br />

per acquisire separatamente<br />

diverse bande nello spettro della<br />

luce. Misurando opportune caratteristiche<br />

di riflettanza della<br />

vegetazione nelle diverse bande,<br />

è possibile calcolare particolari<br />

indici vegetativi, quali NDVI<br />

(Normalized Index Vegetation<br />

Index) o SAVI (Soil Adjusted<br />

Vegetation Index), che danno informazioni<br />

funzionali sullo stato<br />

di salute della pianta.<br />

L’andamento degli indici è poi visionabile<br />

dall’agronomo attraverso<br />

le cosiddette “mappe di vigore”<br />

generate in post-processing con<br />

appositi software.<br />

Grazie alla loro compattezza e<br />

leggerezza, Sequoia e Mapir sono<br />

fra le camere più utilizzate in attività<br />

di agricoltura di precisione<br />

effettuate con APR. Sebbene siano<br />

entrambe utilizzate con lo scopo<br />

di generare mappe indicizzate,<br />

queste camere hanno differenze<br />

tecnologiche sostanziali che determinano<br />

pratiche diverse per un<br />

loro corretto utilizzo sul campo.<br />

Di seguito vengono riportate le<br />

principali caratteristiche delle due<br />

camere.<br />

Come prima differenza sostanziale,<br />

le Mapir registrano ciascuna<br />

un’unica banda: risulta dunque<br />

necessario imbarcare sull’APR<br />

almeno due camere, ad esempio<br />

RED e NIR, per l’analisi NDVI<br />

(esiste anche la camera multipla<br />

RED+NIR che registra contemporaneamente<br />

le due bande ma,<br />

essendo la camera di tipo single<br />

imager, cioè con un solo sensore<br />

per registrare entrambe le bande,<br />

i dati raccolti soffrono della sovrapposizione<br />

parziale di queste<br />

ultime, conducendo a mappe di<br />

vigore meno accurate). La camera<br />

Sequoia non ha questo problema,<br />

in quanto possiede in un unico<br />

corpo, oltre che un sensore RGB<br />

nel campo del visibile, ben quattro<br />

sensori multispettrali separati<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


Parrot Sequoia:<br />

Mapir Survey2:<br />

REPORT<br />

• Sensore da 1.2 MP per ogni banda +<br />

sensore RGB da 16 MP<br />

• Multi imager<br />

• Global shutter<br />

• Bande narrowband: RED (40 nm) +<br />

GREEN (40 nm) + NIR (40 nm) +<br />

RED EDGE (10 nm)<br />

• Ground Sample Distance (GSD): 13<br />

cm/pixel a 120 m<br />

• GPS, IMU e magnetometro integrati<br />

• Sensore di luminosità integrato<br />

• Peso 108 g (camera+sensore luminosità)<br />

• Prezzo circa 3850 euro €<br />

• Sensore Bayer RGB modificato da<br />

16 MP<br />

• Single Imager<br />

• Rolling Shutter<br />

• 1 Banda broadband a scelta tra:<br />

RED, GREEN, BLUE, NIR<br />

• Disponibile anche la versione con<br />

sensore accoppiato NIR+RED<br />

• Ground Sample Distance (GSD):<br />

4.05 cm/pixel a 120 m<br />

• GPS non integrato<br />

• Sensore di luminosità n\on disponibile<br />

• Calibrazione con 3 curve di riflettanza<br />

note<br />

• Peso 64 g<br />

• Prezzo circa 375 euro €<br />

che consentono l’acquisizione<br />

sincronizzata delle immagini nelle<br />

diverse bande. Per contro, la risoluzione<br />

dei sensori del Sequoia<br />

è più bassa (1.2 MP contro 16<br />

MP di Mapir) e questo può in<br />

parte condurre ad una più bassa<br />

precisione del risultato se si lavora<br />

su colture a filare o a crescita verticale,<br />

come i vigneti. A differenza<br />

di Mapir, Sequoia inoltre integra<br />

al suo interno un set di sensori di<br />

posizione e assetto utilizzati per la<br />

georeferenziazione delle immagini<br />

acquisite, ed un sensore di luminosità<br />

da montare separatamente<br />

sull’APR, che permette la calibrazione<br />

automatica dei quattro sensori<br />

multispettrali. Quest’ultima<br />

caratteristica è molto importante<br />

perché permette un confronto<br />

veritiero fra diverse acquisizioni<br />

effettuate per lo stesso terreno<br />

agricolo ma in condizioni di luce<br />

differenti e/o in periodi diversi:<br />

ciò permette di generare dei valori<br />

assoluti in termini di riflettanza.<br />

Mapir non dispone di un sensore<br />

GPS integrato né di un sensore<br />

di luminosità. Di conseguenza, le<br />

immagini vanno georeferenziate<br />

in post-processing e le acquisizioni<br />

possono perdere di valore se le<br />

condizioni di luce subiscono mutamenti<br />

durante la missione (ad<br />

esempio, se il sole viene coperto<br />

dalle nuvole).<br />

In generale è buona norma non<br />

effettuare rilievi in condizioni<br />

di nuvolosità irregolare bensì in<br />

condizione di cielo sereno o totale<br />

copertura, in modo da evitare<br />

le ombre generate dalle nuvole.<br />

Tuttavia, in condizioni di cielo<br />

coperto, solo la Sequoia può dare<br />

dei risultati corretti, poiché regi-<br />

Fig. 1 - Missione 1 Sequoia - Ortomosaico e modello digitale di superficie (DSM).<br />

Fig. 2 - Missione 1 Sequoia - Mappa NDVI.<br />

Fig. 3 - Missione 2 Sequoia - Ortomosaico e modello digitale di superficie (DSM).<br />

Fig. 4 - Missione 2 Sequoia <strong>GEOmedia</strong> - Mappa n°5-<strong>2017</strong> NDVI. 11


REPORT<br />

Fig. 5 - Missione 3 Sequoia- Ortomosaico e modello digitale di superficie (DSM).<br />

Fig. 6 - Missione 3 Sequoia - Mappa NDVI.<br />

Fig. 7 - Missione 2 Mapir - Ortomosaico e modello digitale di superficie (DSM).<br />

Fig. 8 - Missione 2 Mapir - Mappa NDVI.<br />

stra la luminosità corrente durante<br />

il volo. La georeferenziazione<br />

delle immagini Mapir è dunque<br />

possibile solo utilizzando dati di<br />

posizione e assetto provenienti<br />

da sistemi esterni: in genere si<br />

usano i dati forniti dall’autopilota<br />

dell’APR, se questo li rende disponibili.<br />

In conclusione, si può affermare<br />

che le operazioni di sincronizzazione<br />

di georeferenziazione e<br />

di calibrazione delle immagini<br />

ottenute con le Mapir risultano<br />

decisamente più complesse e<br />

articolate rispetto alla camera<br />

Sequoia. Per contro, quest’ultima<br />

ha un costo d’acquisto maggiore<br />

e una risoluzione dei sensori multispettrali<br />

più bassa, che per certi<br />

tipi di colture potrebbe risultare<br />

uno svantaggio.<br />

I Test<br />

I test di volo sono stati svolti<br />

presso l’azienda agricola Savignola<br />

Paolina nel territorio del Chianti<br />

Classico, dove è stata scelta una<br />

porzione di vigneti su cui Zephyr<br />

ha effettuato tre missioni di rilevamento.<br />

Zephyr utilizza l’APR<br />

EXOS, un esarotore ad elevata<br />

autonomia di produzione propria,<br />

specializzato per operazioni<br />

altamente professionali. Nella<br />

configurazione impiegata sul<br />

campo, Zephyr EXOS montava<br />

una piattaforma stabilizzata a due<br />

assi studiata appositamente per il<br />

Parrot Sequoia. I voli sono stati<br />

effettuati al mattino, a mezzogiorno<br />

e nel primo pomeriggio,<br />

in modo da avere condizioni di<br />

luce differenti per ogni set di immagini.<br />

Durante lo svolgersi del<br />

terzo volo inoltre, il cielo risultava<br />

parzialmente velato da nuvole<br />

passeggere.<br />

Tutte e tre le missioni sono state<br />

pianificate tramite una stazione<br />

di terra. Dopo aver caricato le<br />

missioni nella memoria interna<br />

dell'autopilota, l'APR è in grado<br />

di operare in modalità automatica<br />

mantenendo un'altezza dal<br />

terreno costante. Quest'ultima<br />

funzionalità (terrain following)<br />

risulta necessaria per ottenere<br />

valori corretti di riflettanza su terreni<br />

collinari.<br />

Le altezze sono state impostate a<br />

50 metri (missione 1) e 60 metri<br />

(missione 2 e 3), la velocità di<br />

volo a 5 m/s e overlap dei fotogrammi<br />

imposto all’80%. Prima<br />

di effettuare i voli si è proceduto<br />

con la calibrazione dell’IMU e del<br />

magnetometro di Sequoia; inoltre<br />

prima di ogni singolo volo, sono<br />

state scattate le foto ai bersagli di<br />

calibrazione radiometrica per una<br />

corretta analisi dei dati. Il tempo<br />

impiegato per ogni missione è<br />

stato di 20-25 minuti.<br />

Per le camere Mapir sono state<br />

usate identiche impostazioni di<br />

volo. Tuttavia, è stato operato un<br />

unico volo, effettuato subito dopo<br />

la seconda missione di EXOS (a<br />

mezzogiorno circa). Le camere<br />

Mapir sono state montate a bordo<br />

di un DJI Phantom 3 Pro tramite<br />

apposito supporto.<br />

Per la generazione delle mappe di<br />

vigore è stato utilizzato il software<br />

Pix4D e per il post-processing il<br />

software QGis.<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Il confronto sui risultati è stato<br />

effettuato valutando l’indice<br />

NDVI per entrambe le camere.<br />

Tale indice è definito come il<br />

rapporto, rispettivamente, fra differenza<br />

e la somma dei parametri<br />

NIR e RED ed è uno degli indici<br />

più utilizzati in agricoltura di<br />

precisione per via della sua semplicità<br />

di calcolo e per la capacità<br />

di rivelare stati di stress vegetativo.<br />

Tuttavia la sua stima risulta molto<br />

sensibile alle variazioni atmosferiche<br />

e a fenomeni di disturbo dovuti<br />

alla riflettanza del suolo. Per<br />

ovviare a quest’ultimo problema<br />

è spesso utilizzato l’indice SAVI<br />

che corregge il NDVI rispetti agli<br />

effetti del suolo (cosa particolarmente<br />

importante per i vigneti,<br />

in cui il suolo tra i filari è molto<br />

esposto e potrebbe falsare il risultato<br />

finale).<br />

Risultati – Parrot Sequoia<br />

Di seguito sono visualizzabili figure<br />

a bassa risoluzione relative ai<br />

risultati ottenuti con i tre voli.<br />

Nell’ordine, per ogni missione, si<br />

riportano:<br />

4Ortomosaico e DSM (Digital<br />

Surface Model)<br />

4Mappa NDVI<br />

Si può constatare come i valori<br />

assoluti degli indici ottenuti con i<br />

diversi rilevamenti risultino particolarmente<br />

affidabili, mostrando<br />

valori tra loro molto vicini tra un<br />

test e l’altro. Inoltre, zone di alto<br />

e basso vigore sono rappresentate<br />

qualitativamente bene nelle tre<br />

mappe NDVI.<br />

Questo consente di affermare che:<br />

4i dati sono potenzialmente<br />

confrontabili se acquisiti in<br />

momenti diversi;<br />

4i dati acquisiti sono robusti<br />

rispetto a variazioni moderate<br />

delle condizioni di luce.<br />

Parrot Sequoia, grazie al<br />

sensore di luminosità, risulta<br />

poco sensibile a coperture<br />

leggere e temporanee di nubi<br />

durante la missione. Affinchè<br />

sia garantita la qualità dei<br />

risultati è comunque buona<br />

norma effettuare i voli nelle<br />

ore più calde e in giornate<br />

soleggiate.<br />

La risoluzione della camera<br />

Sequoia risulta sufficiente per<br />

discriminare i filari anche acquisendo<br />

i dati da un’altitudine di 60<br />

metri.<br />

Risultati – Mapir Survey2<br />

Un unico volo è stato effettuato<br />

con due camere Mapir RED e<br />

NIR. Gli ortomosaici sono stati<br />

elaborati secondo le indicazioni<br />

dettagliate reperibili sul sito del<br />

produttore, utilizzando anche appositi<br />

bersagli radiometrici di calibrazione<br />

per normalizzare i dati.<br />

Nell’ordine per ogni missione si<br />

riportano:<br />

4Ortomosaico e DSM<br />

(Digital Surface Model)<br />

4Mappa NDVI<br />

Come si può notare dalle immagini<br />

nella Figura 9, che sono<br />

state scalate sullo stesso intervallo<br />

di valori per un confronto più<br />

efficace, i dati rilevati sono qualitativamente<br />

congruenti tra loro<br />

ma sono abbastanza diversi in<br />

termini di valori assoluti. Dalla<br />

Figura 10, si rileva che la mappa<br />

realizzata con la Mapir ha un<br />

dettaglio maggiore all’interno dei<br />

filari rispetto alla Sequoia, in virtù<br />

di una maggiore risoluzione del<br />

sensore.<br />

Curve di Riflettanza<br />

La figura 12 seguente mostra<br />

l’andamento teorico di tre curve<br />

di riflettanza, chiamate anche<br />

firme spettrali, relative ai casi di<br />

pianta sana, pianta stressata e<br />

suolo. Per i primi due casi si vede<br />

che tra 690 e 740 nm è previsto<br />

un deciso incremento della riflettanza,<br />

proporzionale allo stato di<br />

Fig. 9 - Missione 2 – Confronto Mappe NDVI<br />

Sequoia vs Mapir.<br />

Fig. 10 - Missione 2 – Confronto Mappe NDVI<br />

Sequoia vs Mapir (dettaglio filari).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 13


REPORT<br />

salute della pianta; entrambe le<br />

curve presentano inoltre un punto<br />

di flesso nella zona del RED<br />

EDGE, che separa la riflettanza<br />

VIS dalla riflettanza NIR.<br />

Nei grafici seguenti sono riportate<br />

le curve di riflettanza, con<br />

relativi valori di NDVI, di tre<br />

campioni di suolo e vegetazione<br />

(filare) raccolti durante la missione<br />

2 con camera Sequoia. Le<br />

curve sono state ottenute prendendo<br />

dei punti campione sulle<br />

mappe di riflettanza generate dalle<br />

4 bande rilevate dalla camera<br />

Sequoia (GREEN, RED, RED<br />

EDGE e NIR). Le curve hanno<br />

l’andamento tipico che ci si<br />

aspetterebbe, sia per il suolo che<br />

per la vegetazione. In particolare,<br />

per la vegetazione vigorosa e sana<br />

si notano alti valori di riflettanza<br />

nel NIR (curva verde del primo<br />

grafico), mentre per la vegetazione<br />

meno vigorosa o malata<br />

questa riflettanza è vistosamente<br />

più bassa (curva rossa del primo<br />

grafico). Il suolo ha invece un<br />

andamento crescente con la lunghezza<br />

d’onda e ad un suolo più<br />

umido corrisponde una curva più<br />

bassa.<br />

Nell’ultimo grafico si può infine<br />

notare la sovrapposizione delle<br />

curve di vegetazione e del suolo.<br />

Come ci si poteva aspettare, il<br />

suolo presenta delle riflettanze<br />

maggiori nel campo del visibile e<br />

delle riflettanze minori nel campo<br />

NIR, rispetto ad una vegetazione<br />

sana. I valori di riflettanza, in<br />

termini assoluti, corrispondono a<br />

studi analoghi condotti in passato<br />

sul vigneto.<br />

Fig. 11 - Spettro di riflettanza teorico.<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong><br />

Fig. 12 - Missione<br />

2 – Mappe di<br />

Riflettanza Vegetazione<br />

e Suolo di<br />

3 campioni.<br />

Conclusioni<br />

In conclusione, per riassumere i<br />

risultati dell’esperimento, si può<br />

affermare quanto segue:<br />

4Le camere sono entrambe<br />

efficaci nel discriminare zone a<br />

differente vigore vegetativo.<br />

4Le camere danno risultati qualitativamente<br />

congruenti tra loro.<br />

4La camera Sequoia fornisce<br />

risultati di riflettanza corretti e<br />

confrontabili nel tempo grazie<br />

alle correzioni operate dal sensore<br />

di luminosità.<br />

4Le camere Mapir, avendo una<br />

risoluzione maggiore, permettono<br />

di avere una mappa<br />

NDVI più dettagliata rispetto<br />

a quella generata a partire dai<br />

dati Sequoia.<br />

4Le curve di riflettanza di vegetazione<br />

e suolo ottenute da<br />

campioni sulle mappe ricavate<br />

dalla camera Sequoia rispecchiano<br />

la fisica e la natura del<br />

problema in questione.<br />

La camera Sequoia è stata progettata<br />

per avere dei risultati<br />

numerici di riflettanza corretti<br />

poiché, attraverso la calibrazione<br />

radiometrica ed il sensore di luminosità,<br />

è possibile risalire alla<br />

riflettanza, ossia alla percentuale<br />

di radiazione che viene riflessa<br />

da un oggetto nelle varie bande<br />

analizzate.<br />

Questo è possibile perché, mentre<br />

li sensore multispettrale registra la<br />

radianza, ossia la quantità di luce<br />

riflessa da un oggetto nelle varie<br />

bande, il sensore di luminosità<br />

registra l’irradianza solare, che è<br />

un dato necessario per ottenere la<br />

riflettanza. Infatti, il rapporto tra<br />

radianza e irradianza è proprio la<br />

riflettanza.<br />

Tuttavia, se sono ricercati dei<br />

risultati qualitativi utili a discriminare<br />

le zone ad alto e basso<br />

vigore, le camere Mapir risultano<br />

una soluzione alternativa ed economica,<br />

che incontrano limiti allorquando<br />

una più accurata analisi<br />

quantitativa risulti necessaria.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Precision farming; precision viticulture; agricoltura di<br />

precisione; viticoltura di precisione; drone; multispectral<br />

sensors; sensori multispettrali<br />

ABSTRACT<br />

This report presents a comparison via field-testing between<br />

Parrot Sequoia and Mapir Survey2 multispectral cameras.<br />

Both sensors are commonly used in precision farming activities<br />

conducted by micro-RPAS (drones), thanks to their small<br />

size and light weight. The experimental activity was performed<br />

in summer on the vineyards of the Savignola Paolina agricultural<br />

holding in Tuscany. The sensors were mounted on board<br />

the EXOS drone, a hexacopter developed by Zephyr company<br />

and specifically designed for precision farming operations.<br />

Pros and cons qualities for each cameras are examined by a<br />

comprehensive approach, starting from technical specifications<br />

and continuing with a comparison of the results obtained<br />

on field. The activity was performed by a partnership between<br />

the companies DroneBee and Zephyr.<br />

AUTORE<br />

Simone Kartsiotis<br />

s.kartsiotis@dronebee.it<br />

info@dronebee.it<br />

Gianluca Rossetti<br />

Matteo Turci<br />

Emanuele Luigi de Angelis<br />

info@zephyraerospace.com


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 15


REPORT<br />

Agricoltura di Precisione per la<br />

frumenticoltura toscana: il caso studio<br />

di Marco Mancini, Anna Dalla Marta, Simone Orlandini, Marco Napoli, Simone Gabriele Parisi<br />

Fig 1 - Istallazione della stumentazione per georeferenziazione e sistemi di controllo e<br />

misura su metitrebbiatrici e trattrici.<br />

Gran parte delle aree coltivate a<br />

frumento in Italia sono dislocate<br />

in ambienti caratterizzati da<br />

elevata disomogeneità dal<br />

punto di vista pedologico,<br />

orografico e climatico.<br />

La variabilità dell’ambiente<br />

fisico si riscontra anche nella<br />

crescita e nella produzione del<br />

frumento che mostrano una<br />

differenziazione elevata anche<br />

in aree di coltivazione con<br />

limitate estensioni quali campi<br />

di pochi ettari.<br />

In tale contesto la possibilità<br />

di applicare input di coltivazione<br />

in maniera sitospecifica,<br />

a seconda delle esigenze, ha<br />

risvolti positivi sulla sostenibilità<br />

sia economica sia ambientale.<br />

La necessità attuale per l’introduzione<br />

di applicazioni di agricoltura<br />

di precisione è di avere<br />

nuove figure professionali che<br />

siano in grado di adottare un<br />

approccio sistemico multidisciplinare<br />

che integri conoscenze<br />

di informatica, di telerilevamento,<br />

di cartografia, di sistemi<br />

informativi territoriali, alle<br />

conoscenze agronomiche, oltre<br />

a competenze tecniche legate ai<br />

centri di assistenza delle componenti<br />

meccaniche (Casa R.,<br />

2016).<br />

Nei progetti integrati di Filiera<br />

“Pasta dei Coltivatori Toscani” e<br />

“Grani Antichi Nuove Tecniche<br />

di lavorarione”, supportati dal<br />

Programma di Sviluppo Rurale<br />

della Regione Toscana, in alcune<br />

aziende agricole pioniere<br />

sono state introdotte macchine<br />

operatrici capaci di guida parallela<br />

e di monitorare le rese,<br />

modelli per la distribuzione<br />

sitospecifica del fertilizzante<br />

azotato, sistemi di monitoraggio<br />

remoto ed un dossier aziendale<br />

informatizzato capace di elaborare<br />

e storicizzare le informazioni<br />

colturali parcellari.<br />

L’obiettivo dei progetti è di gestire<br />

agronomicamente, con tecniche<br />

di agricoltura di precisione,<br />

la coltivazione del frumento<br />

e di trasferire le conoscenze alle<br />

aziende agricole ed al Consorzio<br />

Agrario di Siena, coordinatore<br />

dei progetti.<br />

Le azioni svolte per l’introduzione<br />

delle tecniche di fertilizzazione<br />

di precisione sono state:<br />

4introduzione di sistemi di<br />

geoposizionamento e teleguida<br />

nei mezzi meccanici delle<br />

aziende pilota;<br />

4valutazione dello stato vegetazionale<br />

della coltura per<br />

mezzo di monitoraggio remoto;<br />

4fornitura di mappe di prescrizione<br />

per la concimazione di<br />

copertura sitospecifica basate<br />

su monitoraggio remoto della<br />

coltura;<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

4organizzazione delle infomazioni<br />

per la realizzazione di<br />

un dossier aziendale digitale,<br />

4raccolta di infomazioni utili<br />

per la storicizzazione e tracciabilità<br />

delle operazioni<br />

colturali;<br />

Aspetti agronomici della fertilizzazione<br />

azotata di copertura<br />

del frumento<br />

La resa e la qualità del frumento<br />

sono influenzate dal peculiare<br />

andamento meteorologico di<br />

ciascuna annata. Nelle fasi che<br />

vanno dalla semina alla prima<br />

fertilizzazione di copertura,<br />

nelle aree collinari possono verificarsi<br />

condizioni di notevole disomogeneità<br />

vegetativa all’interno<br />

degli appezzamenti produttivi,<br />

sia con eccessi di precipitazioni<br />

che in condizioni di siccità<br />

(Dalla Marta et al., 2011); nel<br />

primo caso troveremo vegetazione<br />

sofferente soprattutto nei<br />

fondovalle, luogo di ristagni<br />

idrici, mentre in caso di siccità<br />

la vegetazione sarà più rigogliosa<br />

nei fondovalle, generalmente<br />

più umidi. Le necessità di azoto<br />

distribuite sono legate alle<br />

aspettative di resa che, a loro<br />

volta sono legate allo stato di<br />

rigoglio vegetativo della coltura<br />

al momento della distribuzione.<br />

La dose di fertilizzante azotato<br />

viene quindi determinata al<br />

momento della distribuzione in<br />

copertura, a fine accestimento<br />

e a metà levata, sulla base dello<br />

stato vegetazionale del frumento<br />

ed in funzione delle aspettative<br />

produttive medie del campo.<br />

In tale contesto la distribuzione<br />

differenziata all’interno di un<br />

appezzamento non può essere<br />

operata a partire dalle mappe<br />

di resa degli anni precedenti,<br />

ma necessità di un monitoraggio<br />

vegetazionale che consenta<br />

di individuare le potenzialità<br />

produttive delle differenti sottozone.<br />

A livello di ricerca, l’obiettivo<br />

è di simulare, attraverso<br />

la modellistica, la crescita e la<br />

produzione partendo da monitoraggio<br />

remoto e simulando<br />

l’effetto di dosi variabili d’azoto<br />

e dalle previsioni climatiche<br />

fino al raggiungimento della<br />

maturità fisiologica.<br />

Macchine operatrici e sistemi<br />

di monitoraggio remoto<br />

I mezzi meccani delle aziende,<br />

in particolare la mietitrebbiatrice<br />

e la trattrice usata per le concimazini,<br />

sono stati cablati e dotati<br />

di sensori e computer della<br />

Trimble. La mietitrebbiatrice è<br />

stata dotata di sensori di portata<br />

per la misurazione delle produzioni,<br />

mentre per la distribuzione<br />

di concime è stato utilizzato<br />

uno spandiconcime a settori<br />

separati della Kuhn (fig.1).<br />

Per migliorare la precisione dei<br />

sistemi di posizionamento e di<br />

navigazione satellitari, durante<br />

le fasi sperimentali del progetto,<br />

si è provveduto al posizionamento<br />

temporaneo di una singola<br />

stazione RTK (Real Time<br />

Kinematic).<br />

Il monitoraggio dello stato vegetazionale<br />

della coltura è stato<br />

effettuato per mezzo delle immagini<br />

satellitari multispettrali<br />

Rapid Eye, capaci di fornire<br />

contemporaneamente informazioni<br />

su ampie aree di territorio.<br />

Sono state acquisite 2 immagini,<br />

la prima nella prima settimana<br />

di marzo, corrispondente alla<br />

fase fenologica di fine accestimento/inizio<br />

levata (prima della<br />

prima concimazione di copertura)<br />

e la seconda nella prima<br />

settimana di aprile, ossia a metà<br />

levata (prima della seconda concimazione<br />

di coperura).<br />

La risoluzione spaziale di circa<br />

5x5 m è idonea alle applicazioni<br />

reali in quanto lo spandiconcime<br />

opera su un fronte di 18 m,<br />

ed è controllabile solamente su<br />

ciascuna delle due giranti, equivalente<br />

a 9 m.<br />

Il monitoraggio remoto dello<br />

Fig. 2 - Mappa dell’indice NDVI RE (Normalized Difference<br />

Vegetation Index Red Edge) elaborata dall’immagine<br />

telerilevata nell’aprile 2012.<br />

stato vegetazionale del frumento<br />

è stato ottenuto a partire da<br />

indici vegetazionali basati sulla<br />

correlazione che sussiste fra le<br />

risposte di riflettanza nelle varie<br />

bande e le variabili biofisiche<br />

della coltura, gli aspetti quantitativi<br />

e qualitativi delle rese<br />

finali (Filella e Peñuelas, 1994;<br />

Cammarano et al., 2011; Dalla<br />

Marta et al., 2015).<br />

Gli indici di vegetazione sono<br />

utilizzati anche a carattere predittivo,<br />

sia direttamente che integrandoli<br />

con modelli colturali<br />

per stimare la resa in granella<br />

del frumento duro (Broge e Leblank,<br />

2000; Labus et al., 2002;<br />

Mkhabela et al., 2011; Dalla<br />

Marta et al., 2015) e per valutare<br />

aspetti qualitativi della produzione<br />

quali il contenuto di<br />

Fig. 3 - relazione fra NDVI_RE e biomassa secca nelle<br />

fasi fenologiche di levata e antesi. La relazione è significativa<br />

nella fase di levata esuccessivamente scompare<br />

nella fase di antesi.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 17


REPORT<br />

Tab. 1 - Indici<br />

di vegetazione<br />

utilizzati in<br />

questo studio,<br />

dove R è la<br />

riflettanza<br />

alla lunghezza<br />

d'onda (nm).<br />

Indice Formula Bibliografia<br />

NDVI (R 780<br />

− R 670<br />

)/(R 780<br />

+ R 670<br />

) Rouse et al., 1974<br />

NDVI RE (R 780<br />

− R 700<br />

)/(R 780<br />

+ R 700<br />

) Gitelson e Merzlyak, 1997<br />

OSAVI (1 + 0.16)(R 800<br />

− R 670<br />

)/(R 800<br />

+ R 670<br />

+ 0.16) Rondeaux et al., 1996<br />

proteine (Hansen et al., 2002;<br />

Guasconi et al., 2011).<br />

Uno dei problemi principali di<br />

questi indici di vegetazione risulta<br />

essere da una parte la difficoltà<br />

di impiego fino a quando<br />

il suolo non è sufficientemente<br />

ricoperto dalla vegetazione,<br />

ossia verso la fine dell’accestimento;<br />

dall’altra, il fenomento<br />

della saturazione dell’indice che<br />

si raggiunge quando la densità<br />

della copertura vegetale, misurata<br />

in indice di area fogliare<br />

(LAI) supera il valore di circa 3.<br />

In questo caso l’indice perde<br />

la capacità di discriminare la<br />

variabilità della vegetazione in<br />

quanto la risposta radiometrica<br />

è sempre simile (Aparicio et<br />

al., 2002). Recentemente viene<br />

molto utilizzato NDVI red edge<br />

(NDVI RE), calcolato impiegando<br />

la banda a cavallo fra i<br />

700 nm, ricavata fra il rosso e<br />

l’infrarosso vicino. Questo ha<br />

fornito stime migliori rispetto<br />

ai tradizionali indici di vegetazione.<br />

Partendo da tali presupposti<br />

sono stati calcolati, per l’intera<br />

area coperta dalle immagini<br />

telerilevate, l’NDVI e l’NDVI<br />

Tab. 2 - Coefficiente<br />

di determinazione<br />

delle<br />

correlazioni tra i<br />

parametri vegetativi<br />

rilevati nella<br />

coltura nelle fasi<br />

fenologiche di levata<br />

e antesi e gli<br />

indici telerilevati,<br />

nell’anno 2012.<br />

In rosso le relazioni<br />

significative.<br />

Valori di significatività:<br />

P≤0.05<br />

con r≥0.45,<br />

P≤0.01 con<br />

r≥0.57, P≤0.001<br />

con r≥0.69.<br />

CHL R 780<br />

/R 550<br />

− 1 Gitelson et al., 2003<br />

LEVATA<br />

ANTESI<br />

RE oltre ad alcuni dei principali<br />

indici similari principalmente<br />

impiegati in bibliografia (tab. 1<br />

e fig. 2).<br />

Dal monitoraggio remoto alle<br />

mappe di prescrizione<br />

La scelta dell’indice con migliore<br />

performance è stata effettuata<br />

tramite un’acquisizione sincrona<br />

di immagini satellitari e misure<br />

puntuali sulla vegetazione. La<br />

variabilità vegetativa in campo<br />

è stata indotta allestendo campi<br />

sperimentali con due differenti<br />

varietà di frumento duro, Miradoux<br />

e Claudio con differenti<br />

livelli di fertilizzazione azotata<br />

(136, 160 e 183 kg di N ad ha).<br />

Il monitoraggio è stato ripetuto<br />

per 3 anni consecutivi. In 18<br />

punti sono stati prelevati campioni<br />

ed effettuate misure volte<br />

a determinare, nelle fasi fenologiche<br />

di metà levata e antesi, il<br />

peso secco della biomassa aerea,<br />

il suo contenuto di N totale, il<br />

LAI e nella fase fenologica di<br />

maturità, la resa, il contenuto di<br />

N totale nella granella.<br />

Dallo studio delle relazioni fra<br />

indici di vegetazione e parametri<br />

della resa finale è emerso<br />

INDEX PS LAI N N<br />

(g ·m -2 ) (m 2 · m -2 ) (%) (g · m -2 )<br />

NDVI 0.806 0.848 -0.044 0.839<br />

NDVI<br />

RE 0.906 0.942 -0.029 0.935<br />

CHL 0.525 0.591 0.043 0.583<br />

OSAVI 0.807 0.848 -0.044 0.840<br />

NDVI -0.001 0.417 0.301 0.145<br />

NDVI<br />

RE 0.008 0.330 0.260 0.135<br />

CHL 0.034 0.395 0.104 0.057<br />

OSAVI -0.001 0.417 0.301 0.145<br />

chiaramente che, indipendentemente<br />

dalla varietà e dal livello<br />

d’azoto totale fornito, nella fase<br />

di metà levata è ben definita la<br />

produttività relativa che avrà la<br />

coltura. Le aree con vegetazione<br />

più rigogliosa saranno maggiormente<br />

produttive. Tale informazione<br />

confuta la necessità<br />

di sostenere la produzione con<br />

livelli d’azoto proporzionali alle<br />

aspettative delle future necessità<br />

della pianta.<br />

Gli indici telerilevati sono stati<br />

poi messi in relazione con indicatori<br />

vegetazionali rilevati<br />

direttamente sulla coltura (peso<br />

secco, LAI, azoto presente sulla<br />

biomassa verde) nelle due fasi<br />

fenologiche di levata e antesi.<br />

L’indice vegetazionale migliore,<br />

per il monitoraggio remoto della<br />

coltura, è risultato l’NDVI-<br />

RE, che ha mostrato le migliori<br />

performance alla prima data<br />

(tab.2), mostrando correlazione<br />

positiva anche con la resa finale.<br />

Questa capacità di descrivere<br />

lo stato del raccolto è risultata<br />

particolarmente efficace in levata,<br />

per due ragioni principali:<br />

in primo luogo, la variabilità<br />

della vegetazione è abbastanza<br />

elevata per essere discriminata e<br />

descritta da indici telerilevati; in<br />

secondo luogo, la fase di levata<br />

rappresenta il tempo ottimale in<br />

cui il terreno è completamente<br />

coperto dalla vegetazione, ma<br />

questa non è sufficientemente<br />

densa per saturare le risposte<br />

radiometriche delle bande<br />

spettrali con cui si calcolano gli<br />

indici telerilevati.<br />

Con valori di sostanza secca fino<br />

a 300-400 g/m 2 e di LAI fino a<br />

circa 3 l’indice telerilevato riesce<br />

a distinguere le differenze fra le<br />

varie aree con differente rigoglio,<br />

mentre al di sopra la risposta<br />

radiometrica della coltura si<br />

uniforma (fig. 3).<br />

Nel periodo fra inizio levata e<br />

metà della levata si apre quindi<br />

una finestra temporale, in cui<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

la vegetazione copre completamente<br />

il suolo e non è troppo<br />

folta, gli indici vegetazionali<br />

elaborati da informazioni telerilevate<br />

consentono di descrivere<br />

abbastanza bene la variabilità<br />

della vegetazione all’interno<br />

delle unità produttive. Normalmente<br />

questa finestra temporale<br />

è collocata fra le due concimazioni<br />

di copertura.<br />

L’immagine satellitare acquisita<br />

nella fase di fine accestimento<br />

– inizio levata (fine marzo- inizio<br />

aprile) può quindi essere<br />

utilizzata per produrre mappe<br />

di prescrizione della seconda<br />

concimazione di copertura. Risulta,<br />

infatti, idonea a descrivere<br />

la variabilità di campo, fornendo<br />

informazioni puntuali sullo<br />

stato della vegetazione (LAI,<br />

biomassa aerea, azoto fogliare),<br />

ed è associabile alle aspettative<br />

di resa finale.<br />

Dal punto di vista operativo<br />

l’acquisizione delle immagini,<br />

l’ortofotorettifica, le correzione<br />

per la trasparenza dell’atmosfera<br />

e l’elaborazione degli indici vegetazionali<br />

è stata esternalizzata<br />

ad una ditta specializzata. Attualmente<br />

risulta molto interessante<br />

anche la possibilità d’impiego<br />

di monitoraggio remoto<br />

attraverso immagini Sentinel<br />

2 la cui risoluzione spaziale di<br />

circa 10x10 m risulta idonea ai<br />

fini operativi.<br />

Mappe di prescrizione e fertilizzazione<br />

sitospecifica<br />

Le mappe vegetazionali costituiscono,<br />

ai fini sperimentali,<br />

un input per i modelli di crescita<br />

e sviluppo della coltura,<br />

quali CERES-Wheat. I modelli<br />

possono essere calibrati con<br />

informazioni dettagliate sulla<br />

vegetazione, derivanti dal monitoraggio<br />

remoto, con dati meteorologici<br />

previsionali, derivanti<br />

dalle previsioni stagionali e da<br />

differenti dosi di fertilizzante, al<br />

fine di individuare la dose ottimale<br />

ai fini della ottimizzazione<br />

delle performance produttive.<br />

Allo stato attuale nel contesto<br />

operativo non sperimentale<br />

è molto difficile operare con<br />

modelli di simulazione che prevedono<br />

una descrizione dettagliata<br />

di tutte le componenti del<br />

agroecosistema. Per questo motivo<br />

la produzione delle mappe<br />

di prescrizione è stata effettuata<br />

senza l’ausilio di modelli di crescita<br />

e sviluppo. Dalla mappa di<br />

NDVI RE sono state estratte le<br />

mappe dei singoli appezzamenti<br />

produttivi e sono state effettuate<br />

operazioni di reclassamento,<br />

suddividendole in categorie<br />

vegetazionali utilizzabili come<br />

discriminanti delle differenti<br />

necessità di apporti nutritivi<br />

(fig. 4).<br />

La scelta della dose media di<br />

fertilizzante azotato viene lasciata<br />

all’agricoltore in base alla<br />

sua conoscenza, esperienza, e<br />

strategia affinata nel contesto<br />

produttivo, sia agronomico, sia<br />

economico. L’agricoltore può<br />

decidere anche la percentuale in<br />

più od in meno da attribuire a<br />

ciascuna categoria.<br />

Mappatura delle rese<br />

Il sistema di monitoraggio continuo<br />

applicato alle metitrebbie<br />

consente la mappatura delle rese.<br />

La procedura di calibrazione<br />

richiede un primo passagio durante<br />

il quale si acquisiscono dati<br />

Fig. 4 - reclassamento della mappa di NDVI RE 12 apr<br />

2013 (a sinistra) ottenuta da immagini Rapid Eye per<br />

la produzione di una mappa utilizzabile per la fertilizzazione<br />

azotata di copertura (a destra).<br />

georeferiti, visibili in tempo reale<br />

dai monitor di bordo (fig. 5).<br />

Al primo scarico della metitrebbia<br />

si misurano le informazioni<br />

esatte circa il peso e l’umidità<br />

relativa e si riutilizzano per la<br />

calibrazione del sistema di monitoraggio.<br />

Queste informazioni<br />

base di conoscenza e costituiscono<br />

un importante elemento<br />

per il miglioramento e l’estensione<br />

delle applicazioni sitospecifiche.<br />

A questo scopo è stato<br />

impiegato il software SITIfarmer,<br />

piattaforma WEB dedicata<br />

all’agricoltura di precisione.<br />

L’impiego del software gestionale<br />

SITI4farmer (www.<br />

siti4farmer.eu)<br />

Il software di ABACO SPA di<br />

Mantova (www.abacogroup.eu)<br />

è stato utilizzato come base per<br />

assolvere alle necessità di operatività<br />

e di storicizzazione delle<br />

Fig. 5 - Mietritrebbiatura <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> con monitoraggio 19<br />

continuo delle rese.


REPORT<br />

Fig. 6 - Dashboard di visualizzazione dell’andamento storico dell'indice NDVI medio sull’intero appezzamento,<br />

con possibilità di visualizzare anche il valore del singolo pixel e confrontare le immagini di due<br />

date differenti per il medesimo appezzamento.<br />

informazioni. Infatti la piattaforma<br />

Siti4farmer, utilizzata in<br />

modalità Cloud, fornisce strumenti<br />

finalizzati alla conoscenza<br />

e monitoraggio del territorio,<br />

all’agricoltura di precisione, alla<br />

pianificazione e controllo delle<br />

attività in campo.<br />

Il Portale permette la rappresentazione<br />

del territorio con una<br />

dotazione di ortofoto aeree certificate<br />

e ad altissima risoluzione<br />

(fino a 20 cm) corredate da<br />

altimetria del terrreno (DTM<br />

– Digital Terrain Model) e del<br />

soprasuolo, come alberi , edifici<br />

(DSM – Digital Surface Model).<br />

Il primo passo dell’implementazione<br />

è stata la gestione dei dati<br />

dell’Azienda Chiarion, oggetto<br />

del caso studio, in Siti4farmer<br />

ed ha previsto l’importazione<br />

dei dati catastali da dossier<br />

aziendale. A seguire si è proceduto<br />

all’assegnazione dei codici<br />

colturali idonei (Agea) per una<br />

corretta compilazione del piano<br />

colturale. Collegata ai suddetti<br />

codici colturali, è presente la<br />

gestione della scala fenologica<br />

secondo lo standard BBCH, la<br />

parametrizzazione comprende<br />

anche l’approndimento radicale<br />

medio per tipologia di terreno<br />

ed i coefficienti colturali (Kc)<br />

per ogni macrofase fenologica.<br />

Una volta completato il piano<br />

colturale, Siti4farmer è in grado<br />

di gestire le attività di Pratica<br />

Agricola, che comprendono:<br />

semina, fertilizzazione, diserbo,<br />

trattamenti con fitofarmaci e<br />

raccolta, e in generale tutte le<br />

attività effettuate negli appezzamenti<br />

oggetto dello studio. Da<br />

sottolineare che il portale è in<br />

grado di gestire le base dati raccolta<br />

dagli strumenti in campo.<br />

Il monitoraggio continuo attraverso<br />

l’indice vegetazionale<br />

NDVI<br />

In Siti4farmer è disponibile<br />

un dataset completo di NDVI<br />

calcolato a partire dalle immagini<br />

riprese dalla costellazione<br />

Sentinel 2A e 2B, Landsat 8<br />

durante la stagione vegetativa<br />

della coltura.<br />

La frequenza di ripresa delle<br />

immagini in caso di cielo sereno<br />

è di 4-5 giorni e la risoluzione<br />

è di circa 10x10 m. La risoluzione<br />

temporale ha consentito<br />

di monitorare costantemente<br />

l’andamento dell’intera stagione<br />

vegetativa cogliendone la<br />

variabilità spaziale e temporale<br />

(fig. 6 e 7). La risoluzione spaziale<br />

per colture con copertura<br />

continua della superficie, quali<br />

il frumento, risulta buona per<br />

effettuare la maggior parte delle<br />

operazioni colturali quali diserbi,<br />

concimazioni, trattamenti<br />

fitosanitari (fig. 6 e 7).<br />

Nell’ambito del progetto sopracitato<br />

sono stati presi in<br />

considerazione gli appezzamenti<br />

a frumento nelle campagne<br />

2016/<strong>2017</strong> situati nel comune di<br />

Monteroni d’Arbia (SI) ed impiegati<br />

in fase sperimentale per<br />

la stima della bontà predittiva.<br />

La possibilità di seguire, attraverso<br />

il software, l’andamento<br />

della vegetazione durante tutta<br />

la stagione costituisce il presupposto<br />

per rendere accessibile<br />

all’agricoltore le informazioni<br />

operative. Occorre sempre<br />

considerare che la fase in cui le<br />

informazioni circa la variabilità<br />

vegetazionale del campo sono<br />

maggiormente attendibili sono<br />

Fig. 7 - sequenza temporale delle immagini NDVI<br />

dai satelliti Sentinel2 e Landsat 8 relative ad un<br />

appezzamento sperimentale dell'Azienda Chiarion,<br />

durante la stagione frumenticola 2016/<strong>2017</strong>.<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

sempre quelle comprese fra la<br />

fine accestimento e la fine levata.<br />

Naturalmente è possibile confrontare<br />

gli andamenti di annate<br />

diverse distinguendo anche<br />

le differenze che sussistono di<br />

anno in anno.<br />

L’immagine NDVI è stata processata<br />

attraverso il software<br />

Siti4farmer con la funzionalità<br />

di editing al fine di ottenere<br />

una base informativa utile per<br />

la formulazione della mappa di<br />

prescrizione (fig. 8).<br />

Gli indici agrometeorologici<br />

Oltre agli indici di vegetatività<br />

(NDVI), a partire dai raster<br />

meteorologici giornalieri (calcolati<br />

grazie ai dati meteorologici<br />

della rete SIR - Toscana e dei<br />

dati previsionali giornalieri a 7<br />

giorni), sono stati calcolati sul<br />

territorio oggetto di studio una<br />

serie di indicatori quali: la temperatura<br />

del terreno a 10 cm di<br />

profondità, la radiazione solare<br />

globale, l’evapotraspirazione potenziale<br />

da coltura di riferimento<br />

(ETo) e l’evapotraspirazione<br />

reale della coltura (ETm) e non<br />

ultimo il bilancio idrico.<br />

Per il bilancio idrico oltre ai<br />

suddetti dati meteorologici si è<br />

reso necessario acquisire i dati<br />

pedologici aziendali, necessari<br />

per determinare l’ampiezza del<br />

“serbatoio” cui la pianta può attingere<br />

la risorsa idrica (AWC).<br />

I DSS standard<br />

Sulla base delle informazioni<br />

provenienti dai dati meteorologici<br />

ed indici agrometeo, sono<br />

stati implementati una serie di<br />

allarmi in grado di controllare<br />

le seguenti casistiche:<br />

di valori superiori ad uno<br />

soglia parametrizzabile e comunque<br />

fissata per default a<br />

0.2 , viene emessa un’allerta<br />

nel caso tale soglia venga<br />

oltrepassata,<br />

3) indice di disomogeneità<br />

all’interno dell’appezzamento,<br />

4) accumulo di risorse termiche<br />

insufficienti per la<br />

maturazione tecnologica/<br />

raccolta.<br />

Conclusioni<br />

L’introduzione dei sistemi e<br />

delle tecniche di fertilizzazione<br />

azotata di precisione ha aperto<br />

la strada per nuove sfide volte<br />

ad ampliare le applicazioni possibili<br />

e a migliorare quelle messe<br />

a punto. La storicizzazione delle<br />

produzioni, i dati sulle caratteristiche<br />

dei suoli, i modelli di<br />

crescita e sviluppo, il miglioramento<br />

delle previsioni stagionali,<br />

consentiranno di migliorare<br />

l’affidabilità delle mappe di<br />

prescrizione e delle fertilizzazioni<br />

e di renderle operative anche<br />

per la concimazione fatta alla<br />

semina, la prima concimazione<br />

di copertura e per le necessità<br />

di altri nutrienti quali fosforo e<br />

potassio.<br />

Tutto ciò è facilitato dall’impiego<br />

di software come SI-<br />

TI4farmer che raccolgono in<br />

un unico ambiente tutti i dati<br />

Fig. 8 - immagine NDVI acquisita in fase di levata<br />

(21/4/2016)reclassata ai fini della somministrazione<br />

della seconda concimazione di copertura.<br />

della campagna, ne forniscono<br />

una visione storica e georiferita<br />

(dove, quando, come) e elaborano<br />

informazioni di “supporto<br />

alle decisioni”. Grazie alle nuove<br />

tecnologie sono ora disponibili,<br />

per tutti gli agricoltori e a<br />

costi contenuti, apparecchiature<br />

di precisione, sensoristica di<br />

1) temperatura del terreno<br />

adatta alla semina;<br />

2) crescita vegetativa non uniforme:<br />

a partire dalle immagini<br />

NDVI, andando a<br />

leggere il valore relativo alla<br />

deviazione standard, in caso<br />

Fig. 9 - dashboard che aggrega gli indici agrometeorologici storici e previsionali calcolati sull’azienda<br />

Chiarion. A: Plot andamento delle temperature massime, minime e precipitazioni giornaliere .<br />

B: Plot andamento dell’evapotraspirazione giornaliera da coltura di riferimento e reale del frumento<br />

duro. C: Plot dell’andamento della radiazione globale giornaliera. D: Plot dell’andamento della<br />

temperatura del terreno minima e massima giornaliera a 10 cm di profondità. E:Plot dell’andamento<br />

del bilancio idrico giornaliero.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 21


REPORT<br />

campo ed algoritmi<br />

complessi per la elaborazione<br />

dei dati.<br />

Questo nuovo modo di<br />

lavorare in agricoltura<br />

è la chiave di volta per<br />

l’ incremento e miglioramento<br />

della produzione,<br />

nell’ottica della<br />

sostenibilità, tracciabilità<br />

e capacità di adattamento<br />

ai cambiamenti<br />

climatici.<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringrazia il Consorzio<br />

Agrario di Siena, il Dr.<br />

Roberto Ceccuzzi, la<br />

Az. Agr. Chiarion, la<br />

Fondazione Cassa di<br />

Risparmio di Firenze<br />

per il supporto fornito.<br />

Il progetto GRani Antichi<br />

Nuove Tecniche<br />

di coltivazione è svolto<br />

nell’ambito della sottomisura<br />

16.2 - PSR<br />

Regione Toscana.<br />

Si ringrazia inoltre per<br />

il supporto fornito: il<br />

Dr. Agr. Pietro Pagliuca.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

APARICIO, N., VILLEGAS, D., ARAUS, J.L., CASADESUS, J. & ROYO, C. (2002). Relationship between<br />

growth traits and spectral vegetation indices in durum wheat. Crop Sci. 42, 1547–1555.<br />

BROGE, N.H. & LEBLANC, E. (2000).Comparing prediction power and stability of broadband and hyperspectral<br />

vegetation indices for estimation of green leaf area index and canopy chlorophyll density. Remote Sensing of<br />

Environment 76, 156-172.<br />

CAMMARANO, D., FITZGERALD, G.J., BASSO, B., CHEN, D., GRACE, P. & O’LEARY, G.J. (2011).<br />

Remote estimation of chlorophyll on two wheat cultivars in two rainfed environments. Crop & Pasture Science<br />

62, 269–275.Casa R. (2016). Agricoltura di precisione. Edagricole. ISBN 978-88-506-5510-6.Dalla Marta A.,<br />

Grifoni D., Mancini M., Zipoli G., Orlandini S. (2011) - The influence of climate on durum wheat quality in<br />

Tuscany, Central Italy. International Journal of Biometeorology, 55, 87-96.<br />

Dalla Marta A., Grifoni D., Mancini M., Orlando F., Guasconi F., Orlandini S. (2015) - Durum wheat in-field<br />

monitoring and early-yield prediction: assessment of potential use of high-resolution satellite imagery in a hilly area<br />

of Tuscany, Central Italy. Journal of Agricultural Science, 153, 68-77<br />

Dalla Marta A., Orlando F., Mancini M., Guasconi F., Motha R., Qu J., Orlandini S. (2015). A simplified index<br />

for an early estimation of durum wheat yield in Tuscany (Central Italy). Field Crops Research, 170, 1-6<br />

FILELLA, I. & PEÑUELAS, J. (1994). The red edge position and shape as indicators of plant chlorophyll content,<br />

biomass and hydric status. International Journal of Remote Sensing 15, 1459-1470.<br />

Guasconi F., Dalla Marta A., Grifoni D., Mancini M., Orlando F., Orlandini S. (2011) - Influence of climate on<br />

durum wheat production and use of remote sensing and weather data to predict quality and quantity of harvests.<br />

Italian Journal of Agrometeorology, 3/2011, 21-28.<br />

HANSEN, P. M., JØRGENSEN, J.R. & THOMSEN, A. (2002). Predicting grain yield and protein content in<br />

winter wheat and spring barley using repeated canopy reflectance measurements and partial least squares regression.<br />

Journal of Agricultural Science, Cambridge 139, 307–318.<br />

LABUS, M.P., NIELSEN, G.A., LAWRENCE, R.L., ENGEL, R. & LONG, D.S. (2002). Wheat yield estimates<br />

using multi-temporal NDVI satellite imagery. International Journal of Remote Sensing, 23, 4169-4180.<br />

MKHABELA, M.S., BULLOCK, P., RAJ, S., WANG, S. & YANG, Y. (2011). Crop yield forecasting on the Canadian<br />

Prairies using MODIS NDVI data. Agricultural and Forest Meteorology 151, 385–393.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Agricoltura di precisione; Rapid Eye; Sentinel-2; monitoraggio remoto; NDVI, DSS<br />

ABSTRACT<br />

Most of the wheat areas in Italy are located in areas characterized by high inhomogeneities from the pedological, orographic<br />

and climatic point of view. In this context, the precision fertilization in function of crop needs, has had a positive<br />

impact on both economic and environmental sustainability.<br />

In the integrated projects of the "Pasta dei Coltivatori Toscani" chain and the " Grani Antichi Nuove Tecniche di lavorazione<br />

", supported by the Rural Development Program of the Tuscany Region, some testing farms have been provided<br />

with operating machines capable of parallel guidance and monitoring yields, precision distribution models for nitrogen<br />

fertilizer, remote monitoring systems, and a computerized business dossier capable of processing and storing parcel information.<br />

This basic knowledge informations are an important element for the improvement and extension of sitospecific<br />

field practice. In this framework, SITIfarmer software was used as a platform dedicated to precision agriculture.<br />

AUTORE<br />

Marco Mancini, marco.mancini@unifi.it<br />

Anna Dalla Marta, Simone Orlandini , Marco Napoli<br />

Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agro-alimentari e dell’Ambiente (DISPAA)<br />

Università di Firenze.<br />

Simone Gabriele Parisi, s.parisi@abacogroup.eu<br />

Abaco S.p.A. , Corso Umberto I, 43, 46100 Mantova,<br />

Via Indipendenza, 106<br />

46028 Sermide - Mantova - Italy<br />

Phone +39.0386.62628<br />

info@geogra.it<br />

www.geogra.it<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

®<br />

®<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 23


REPORT<br />

Agricoltura di precisione: l’impegno<br />

di ALPHA Consult in Europa e Africa<br />

di Claudia Maltoni, Elizabeth A. Nerantzis<br />

Fig. 1 - Trial per l'agricoltura di precisione in Sud Africa.<br />

Il settore agricolo si trova sempre<br />

più spesso ad affrontare nuove<br />

sfide provenienti da scenari<br />

economici, sociali e ambientali in<br />

rapida evoluzione. Questo obbliga<br />

gli agricoltori ad individuare nuove<br />

soluzioni per far fronte a tali<br />

mutamenti. In questo contesto,<br />

l’agricoltura di precisione si<br />

prefigura come una strategia<br />

efficace, che permette di abbattere<br />

i costi e ottimizzare le attività<br />

agricole, come dimostrato da Alpha<br />

Consult durante le sue attività.<br />

Negli ultimi anni, il mercato<br />

dell’agricoltura di<br />

precisione si è evoluto<br />

rapidamente grazie ai continui<br />

progressi tecnologici nel settore<br />

agricolo, volti a rispondere al<br />

bisogno di una produzione sempre<br />

più efficiente, al crescente<br />

consumo di cibo, nonché alla<br />

necessità di sfruttare le risorse<br />

naturali in maniera sostenibile.<br />

Inoltre, i cambiamenti climatici<br />

dovuti all’aumento del riscaldamento<br />

globale hanno reso necessaria<br />

l’adozione di tecnologie<br />

avanzate per migliorare la produttività<br />

e la resa delle colture.<br />

Secondo un rapporto pubblicato<br />

da Mordor Intelligence<br />

(MI, <strong>2017</strong>), nel 2016 il mercato<br />

globale per l’agricoltura di precisione<br />

è stato valutato più di<br />

3 miliardi di dollari e dovrebbe<br />

raggiungere un valore di 7 miliardi<br />

entro la fine del 2022, con<br />

un CAGR previsto del 12,14%<br />

durante il periodo <strong>2017</strong>-2022.<br />

Secondo uno studio del Parlamento<br />

Europeo (EP, 2016)<br />

la diffusione di tecnologia di<br />

precisione risulta tuttavia ancora<br />

lenta nel Vecchio Continente,<br />

soprattutto nell’Europa<br />

meridionale. Basti pensare che<br />

oggi in Italia solo l’1% della<br />

superficie agricola coltivata vede<br />

l’impiego di mezzi di agricoltura<br />

di precisione, anche se il dato<br />

dovrebbe salire al 10% entro il<br />

2021, secondo gli obiettivi del<br />

Ministero delle politiche agricole<br />

alimentari e forestali (Mipaaf,<br />

2016).<br />

Come per l’Italia, in tutta Europa<br />

oggi si assiste ad un crescente<br />

interesse degli operatori del<br />

settore primario per l’agricoltura<br />

di precisione. Il fenomeno<br />

non stupisce, se si considera<br />

che il precision farming spesso<br />

permette alle aziende di produrre<br />

output agricoli maggiori e<br />

migliori con input inferiori,<br />

riducendo i costi di esercizio e<br />

l’impatto sull’ambiente e coniugando<br />

redditività e sostenibilità.<br />

In effetti, sempre stando allo<br />

studio del Parlamento Europeo,<br />

la completa diffusione dell’agricoltura<br />

di precisione potrebbe<br />

avere influenze positive su diversi<br />

aspetti, portando benefici<br />

socio-economici e ambientali.<br />

In particolare, si accenna spesso<br />

al ruolo fondamentale della precision<br />

farming nel supportare<br />

lo sviluppo sostenibile e la sicurezza<br />

alimentare, attualmente<br />

garantite con difficoltà crescenti<br />

nell’economia europea.<br />

È altresì necessario sottolineare<br />

l’importanza delle diverse tecnologie<br />

di precisione e strumenti<br />

per l’acquisizione dei dati, tra<br />

cui sensori montati principalmente<br />

su macchine agricole,<br />

applicazioni per smartphone,<br />

satelliti (ad esempio Sentinel 1<br />

e Sentinel 2) fino ai robot agricoli.<br />

Infine, ma non meno importante,<br />

le soluzioni alla base<br />

dell’agricoltura di precisione<br />

saranno enabler fondamentali<br />

nel processo verso il concetto<br />

dell’autonomous driving (es. per<br />

i trattori).<br />

L’avvento di tecnologie sempre<br />

più sofisticate porta necessariamente<br />

con sé una serie di costi.<br />

In tal senso, i benefici prodotti<br />

dall’agricoltura di precisione<br />

devono (e dovranno) rivelarsi<br />

coerenti con la spesa sostenuta<br />

dagli agricoltori per introdurre<br />

queste nuove tecnologie. È in<br />

questo contesto, che l’attività<br />

di ALPHA Consult si inserisce,<br />

attraverso una serie di analisi<br />

costi-benefici volte proprio a<br />

investigare una tale coerenza<br />

per i principali attori nel settore<br />

agricolo.<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Fig. 2 - I principali servizi di Alpha Consult.<br />

ALPHA Consult<br />

Alpha Consult (www.alphacons.<br />

eu) è una società Europea di<br />

consulenza gestionale focalizzata<br />

principalmente nei settori<br />

GNSS (Global Navigation<br />

Satellite System), EO (Earth<br />

Observation), UAVs (Unmanned<br />

Aerial Vehicle), IoT (Internet<br />

of Things) e relative industry<br />

in Europa e in Africa. Una<br />

lista dei principali servizi offerti<br />

è riportata in figura 2.<br />

Fin dalla sua creazione nel<br />

2009, ALPHA ha lavorato costantemente<br />

con le istituzioni<br />

europee promuovendo analisi<br />

e studi a supporto del valore<br />

aggiunto dell’agricoltura di<br />

precisione. In particolare, attraverso<br />

le sue attività, ALPHA ha<br />

analizzato in dettaglio i benefici<br />

che possono portare al settore<br />

agricolo le tecnologie basate su:<br />

(i) sistemi di navigazione e di<br />

posizionamento come GNSS e<br />

SBAS (Satellite Based Augmentation<br />

System), ed in particolare<br />

Galileo e EGNOS (European<br />

Global Navigation Overlay System);<br />

(ii) sistemi per l’osservazione<br />

terrestre (es. Copernicus);<br />

(iii) sistemi di informazione<br />

geografica (GIS); e (iii) soluzioni<br />

IoT o UAVs (per raccogliere<br />

informazioni). L’analisi è stata<br />

customizzata prendendo in considerazione<br />

diverse variabili (es.<br />

geografia, tipo di coltivazioni,<br />

livello di meccanizzazione) al<br />

fine di sostenere le decisioni<br />

dell’agricoltore nelle diverse fasi,<br />

quali la concimazione delle colture,<br />

la semina o la raccolta.<br />

In questo ambito, ALPHA ha<br />

sviluppato, a seconda dei progetti,<br />

analisi di mercato, analisi<br />

costi-benefici, piani di business,<br />

roadmaps per l’introduzione di<br />

nuove tecnologie. Allo stesso<br />

tempo, si è occupata di stakeholder<br />

engagement (ad es.<br />

tramite interviste e focus group)<br />

e ricerca di nuove opportunità<br />

di finanziamento per il settore<br />

(tra le altre attività, tramite la<br />

partecipazione ad eventi dedicati).<br />

Grazie a questa attività, Alpha<br />

ha maturato una solida competenza<br />

in ambito di precision<br />

agriculture che le ha permesso<br />

di riutilizzare alcuni concetti<br />

tipici del settore (es. “the right<br />

quantity, in the right place, at<br />

the right time” or “autonomous<br />

driving”) anche in ambiti totalmente<br />

diversi come ad esempio<br />

la manutenzione invernale.<br />

L’agricoltura di precisione nei<br />

progetti di Alpha Consult<br />

All’interno del portfolio progetti<br />

di Alpha (più di 100 progetti),<br />

quelli dedicati all’agricoltura<br />

ricoprono da sempre una parte<br />

importante.<br />

Innanzitutto, vanno citati due<br />

framework contract (SUCCESS<br />

e SUCCESS 2) con la Commissione<br />

Europea (2010-<strong>2017</strong>) per<br />

attività a sostengo della cooperazione<br />

internazionale in ambito<br />

navigazione satellitare e dei programmi<br />

EU in ambito GNSS.<br />

L’estensione al continente Africano<br />

dei servizi di SBAS, ed in<br />

particolare EGNOS, è stato il<br />

focus principale del progetto. Le<br />

relative attività sono state portate<br />

avanti congiuntamente da tre<br />

partner: FDC (coordinatore),<br />

DLC (management advisor)<br />

ed ALPHA (in capo alle analisi<br />

economiche e finanziare).<br />

All’ interno del progetto, a<br />

seguito di uno studio dei potenziali<br />

benefici di SBAS ed<br />

EGNOS in vari settori in Africa,<br />

Alpha ha potuto concludere<br />

che l’agricoltura (in particolare<br />

quella di precisione) è da considerarsi<br />

il secondo mercato<br />

(dopo l’aviazione) a poter ricevere<br />

un impatto positivo dall’estensione<br />

di tali sistemi. In particolare,<br />

i sistemi citati potrebbero<br />

permettere una maggiore<br />

precisione, una riduzione dello<br />

spreco degli input, un miglioramento<br />

del sistema di irrigazione<br />

e gestione delle acque. Di conseguenza,<br />

ci si può aspettare una<br />

riduzione di tempo, soldi e fatica,<br />

un’ottimizzazione della produzione<br />

e un aumento dei profitti.<br />

Tutti fattori che non vanno<br />

sottovalutati in un continente<br />

in cui l’agricoltura contribuisce<br />

al 32% del PIL e dà impiego al<br />

65% della popolazione.<br />

Entrando nel dettaglio dell’analisi,<br />

si vede come la maggiore<br />

precisione permessa da SBAS ed<br />

EGNOS abbia un ruolo chiave<br />

per specifiche colture (quelle<br />

senza marker, come ad esempio<br />

i cereali, mais, il riso, la canna<br />

da zucchero, il sorgo e il grano)<br />

Fig.3 - Il team VISCA presso l'azienda vincola Symington (Portogallo).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 25


REPORT<br />

e fasi (quali i trattamenti iniziali<br />

e quelli successivi alla semina).<br />

Durante queste attività, una riduzione<br />

degli input da un minimo<br />

di 2.36% ad un massimo di<br />

3.55% (soprattutto fertilizzanti,<br />

ma anche riduzione del lavoro<br />

e utilizzo dei mezzi) può essere<br />

raggiunta grazie ad EGNOS.<br />

Partendo da queste premesse e<br />

tramite un modello disegnato<br />

da Alpha, sono stati calcolati i<br />

benefici netti relativi all’utilizzo<br />

di EGNOS (e dell’agricoltura<br />

di precisione) in alcuni paesi<br />

dell’Africa Sub-Sahariana (con<br />

un più alto livello di meccanizzazione)<br />

e specificatamente in<br />

Sud Africa.<br />

Insieme alle analisi fatte per<br />

l’agricoltura di precisione in<br />

Africa, Alpha si è occupata di<br />

capire il valore aggiunto della<br />

stessa (tramite tecnologie ancor<br />

più avanzate) in Europa.<br />

Tra gli altri progetti 1 , VISCA<br />

(Vineyards´ Integrated Smart<br />

Climate Application) è il più<br />

recente. VISCA è un progetto<br />

finanziato dall’ Unione Europea<br />

all’interno del programma<br />

Horizon 2020. Il progetto è<br />

iniziato nel <strong>2017</strong> con durata<br />

triennale (2020). VISCA riunisce<br />

una squadra multidisciplinare<br />

di 11 partners europei<br />

tra cui società di servizi meteorologici<br />

e ambientali, enti di<br />

ricerca e università, produttori e<br />

distributori di vino, e società di<br />

consulenza. Il progetto è coordinato<br />

da Meteosim. I partners<br />

del consorzio includono: Barcelona<br />

Supercomputing Center,<br />

Codorniu, Institut De Recerca<br />

I Tecnologia Agroalimentaries,<br />

Istituto Superiore Mario Boella,<br />

Universita degli Studi di Napoli<br />

Federico II, Mastroberardino<br />

Spa, Symington - Vinhos, Universidade<br />

Do Porto, Unite Technique<br />

Du Semide Geie e Alpha<br />

Consult.<br />

VISCA mira a rendere le industrie<br />

vinicole europee resilienti<br />

ai cambiamenti climatici, riducendo<br />

al minimo costi e rischi<br />

attraverso un miglioramento<br />

della gestione della produzione<br />

(qualità e quantità del prodotto<br />

finale). Per raggiungere questo<br />

obiettivo, VISCA fornirà un<br />

servizio climatico (Climate<br />

Service) e un sistema di supporto<br />

decisionale (Decision<br />

Support System) che verranno<br />

testati con tre potenziali utenti<br />

in Italia, Portogallo e Spagna.<br />

Insieme con altre fonti di dati,<br />

il Climate Change Service di<br />

Copernicus sarà utilizzato. Inoltre,<br />

sarà eseguito uno scouting<br />

dei dataset esistenti e disponibili<br />

all’interno del database GEOSS.<br />

Seppur appena cominciato, le<br />

aspettative rispetto ai potenziali<br />

impatti nel settore sono<br />

già elevate. Secondo un primo<br />

feedback da parte di potenziali<br />

utenti interni al Consorzio 2 o<br />

membri del Project Advisory<br />

Board 3 , “VISCA consentirebbe<br />

una previsione di produzione<br />

anticipate di un anno. Questo<br />

avrebbe un impatto immediato<br />

del valore del raccolto di uva del<br />

2%”. Anche qui, sarà compito<br />

di Alpha validare questi benefici<br />

e capire i potenziali costi, al fine<br />

di stimare l’impatto finale per i<br />

viticoltori e valutare, al tempo<br />

stesso, la sua replicabilità ad altri<br />

settori agricoli ad alto valore<br />

aggiunto (es. olive e riso).<br />

NOTE<br />

1 Alcuni esempi di altri progetti/ attività sono: (i) AUDITOR (Advanced Multi-Constellation EGNSS Augmentation<br />

and Monitoring Network and its Application in Precision Agriculture), un progetto H2020 di durata<br />

biennale (2016-<strong>2017</strong>) finanziato dall'Agenzia Europea per il GNSS (GSA) (www.auditor-project.eu); servizi di<br />

consulenza ad hoc per GSA nell'ambito del progetto di implementazione dei piani di ingresso sul mercato di<br />

EGNOS per l’agricoltura di precisione.<br />

2 Codorniu, Mastroberardino and Symington.<br />

3 OIV(International Wine Association), INNOVI (Catalan Wine Cluster), PTV (Plataforma Tecnológica del<br />

Vino), Asso Enology, WMO (Wolrd Meteorological Organization), UNEP (United Nations Development Programme)<br />

Consultant, IOC (International Oil Council), AEMO (Spanish Olive Association), CITOLIVA (Olive<br />

Oil technological Center), Aprol Campania (Olive Oil Organization), DELTAMED (Mediterranean Deltas Association),<br />

EEA (European Environmental Agency), JRC (Joint Research Center).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Precision Agriculture: An opportunity for<br />

EU farmers - Potential support with the<br />

CAP 2014-2020, Study, Directorate-General<br />

for Internal Policies, Policy Department B:<br />

Structural and Cohesion Policies, Agriculture<br />

and Rural Development, 2014. Fonte:<br />

http://www.europarl.europa.eu/RegData/<br />

etudes/note/join/2014/529049/IPOL-AGRI_<br />

NT%282014%29529049_EN.pdf<br />

GNSS Market Report <strong>2017</strong>, EU GNSS<br />

Agency, <strong>2017</strong>. Fonte: https://www.gsa.europa.<br />

eu/<strong>2017</strong>-gnss-market-report<br />

Smart equipment for sustainable agriculture<br />

precision farming: producing more with less,<br />

CEMA (European agricultural machinery),<br />

<strong>2017</strong>. Fonte: http://cema-agri.org/sites/default/files/Smart%20equipment%20for%20<br />

sustainable%20agriculture.pdf<br />

Global Precision Agriculture Market - Growth,<br />

Trends and Forecasts (<strong>2017</strong> - 2022), Mordor<br />

Intelligence, <strong>2017</strong>. Fonte: https://www.mordorintelligence.com/industry-reports/precision-farming-market<br />

“Linee guida per lo sviluppo dell’agricoltura di<br />

precisione in Italia” Mipaaf, 2016. Fonte: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/<br />

ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10349<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Alpha Consult; Agricoltura di precision;<br />

GNSS; Earth Observation; Costs-Benefits<br />

Analysis<br />

ABSTRACT<br />

Precision agriculture is the application of different<br />

technologies and solutions aimed to manage<br />

the variability of agricultural production, in order<br />

to improve crop yield and reduce environmental<br />

impact, by also increasing resilience to climate<br />

change. All in all, these technologies are also key<br />

enabling elements of the foreshadowed autonomous<br />

driving concept realized in the agricultural<br />

domain, applied for tractors and spraying drones,<br />

the documentation of assets and tasks, raising<br />

preparedness for disaster relief, etc.<br />

In recent years, a number of technologies have<br />

been developed leveraging satellite positioning<br />

systems (e.g. Galileo and EGNOS), geographic<br />

information systems (GIS), earth observation<br />

services (e.g. Copernicus), UAVs and/or IoT sensors.<br />

In general, the technology is still far form<br />

level 5 automatization of driving (on the 0-5<br />

ADAS scale), but applications like automatic<br />

steering, tractor guidance, geofencing, livestock<br />

tracking and asset management/documentation<br />

are already quite widespread and their adoption<br />

is expected to grow in the next future.<br />

Nevertheless, the uptake of such sophisticated<br />

technologies necessarily entails a number of costs.<br />

In this sense, the benefits of precision agriculture<br />

must be coherent with the expenditure incurred<br />

by farmers in introducing them. In this context,<br />

throughout different projects, ALPHA Consult's<br />

work and expertise appears crucial to investigate<br />

such coherence for the major players in the agricultural<br />

sector, in particular in Europe and Africa.<br />

AUTORE<br />

Claudia Maltoni<br />

cm@alphacons.eu<br />

Elizabeth A. Nerantzis<br />

en@alphcons.eu<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


Aeronike presenta City Explorer 3D:<br />

know how e innovazione tecnologica<br />

REPORT<br />

Aeronike, presente sul mercato dal 1966,<br />

ha saputo sviluppare negli oltre 40 anni di<br />

vita, tutte le attività legate al rilievo da<br />

piattaforma aerea, completando la filiera<br />

produttiva dotandosi della strumentazione<br />

necessaria per la redazione di cartografia<br />

numerica aerofotogrammetrica ai<br />

diversi livelli di dettaglio e sviluppando<br />

una competenza core sulla restituzione<br />

3D dei dati aerofotogrammetrici.<br />

City Explorer 3D è una piattaforma<br />

tecnologica che consente di ricreare un<br />

modello virtuale 3D integrando dati e<br />

rilievi aerofotogrammetrici provenienti da<br />

diverse fonti (aereo-drone-terrestri) a<br />

supporto delle esigenze dei diversi enti,<br />

assessorati, associazioni, consorzi etc.<br />

Fornisce all’utente un’esperienza immersiva<br />

3D della propria città o del territorio,<br />

del sito o del monumento di interesse.<br />

Al proprio interno è possibile progettare<br />

specifici itinerari turistici (Tour Virtuali)<br />

con il supporto di una voce narrante<br />

multilingue che permette di immergersi a<br />

360° nel contesto.<br />

L’utilizzatore può accedere al tour virtuale<br />

3D immersivo via web, via APP su dispositivi<br />

mobili, usufruendo anche di supporti<br />

tipo Google Cardboard oppure su un<br />

TOTEM / Monitor Touch Screen disponibile<br />

ad esempio nei vari Punti Informativi<br />

con integrazione di contenuti di Realtà<br />

Virtuale e Realtà Aumentata.<br />

Altri ambiti applicativi del Modello 3D del Territorio<br />

Analisi e Pianificazione<br />

Supporto alla progettazione<br />

Analisi 4D<br />

Rilievo 3D su cui realizzare i progetti esecutivi<br />

Ambiente<br />

GIS 3D<br />

per<br />

interrogazioni<br />

Inserimento di cartografia<br />

Verifiche dimensionali<br />

Inserimento di modelli CAD/BIM<br />

Analisi relazioni spaziali<br />

(rapporto pieni e vuoti)<br />

Export<br />

in<br />

formato<br />

CAD<br />

Realizzazione cartografia da modello 3D<br />

Fotoinserimenti<br />

Supporto per verifica impatto ambientale<br />

Simulazioni (idrogeologico, acustico,etc...)<br />

Profili stradali<br />

www.aeronike.com<br />

Aeronike<br />

@aeronikece3d<br />

Aeronike City Explorer 3D<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 27


REPORT<br />

Una piattaforma software di supporto decisionale per<br />

la gestione e l’analisi di grandi dataset ambientali<br />

di Raffaele Battaglini, Valerio Noti, Brunella Raco, Alessandro Salvadori<br />

Fig. 1 - Interfaccia di TL-Ambiens con la rete<br />

di monitoraggio delle acque sotterranee della<br />

discarica “Tiro a Segno” (Cascina, PI).<br />

TL-Ambiens è una piattaforma<br />

software geografica per<br />

l’archiviazione e l’analisi di grandi<br />

dataset ambientali. Il suo utilizzo<br />

sulla rete di monitoraggio di una<br />

discarica per rifiuti speciali ha<br />

permesso di ottimizzare la gestione<br />

dei dati analitici ed è risultato di<br />

fondamentale importanza come<br />

strumento di supporto decisionale<br />

nella soluzione di rilevanti<br />

problematiche ambientali.<br />

Dall’entrata in vigore<br />

del Dlgs 152/2006 il<br />

monitoraggio ambientale<br />

è entrato a far parte a pieno<br />

titolo nella organizzazione di<br />

qualsiasi attività produttiva che<br />

comporti potenziali ricadute<br />

sulle diverse matrici ambientali<br />

(acqua, suolo, aria). Il decreto<br />

demanda infatti il monitoraggio<br />

ai titolari delle attività che sono<br />

obbligati a predisporre piani di<br />

controllo analitici periodici i cui<br />

esiti devono essere comunicati<br />

agli Enti di controllo. All’attività<br />

di monitoraggio di routine del<br />

gestore si somma quella più<br />

sporadica di campionamento e<br />

analisi in contenzioso messa in<br />

atto dagli stessi Enti.<br />

L’insieme di queste attività di<br />

monitoraggio, spesso eseguite<br />

su molti punti di controllo,<br />

con cadenze variabili (da uno<br />

a qualche mese), comportano<br />

negli anni la produzione di<br />

grandi moli di dati analitici;<br />

questi ultimi possono presentare<br />

importanti variabilità sia<br />

intrinseche per la natura delle<br />

matrici analizzate (variabilità<br />

chimica spaziale e temporale) sia<br />

introdotte involontariamente dal<br />

cambiamento delle metodologie<br />

analitiche (ad es. cambio dei limiti<br />

di detezione), delle tecniche di<br />

campionamento ed altro.<br />

Tali variabili naturali o di<br />

metodo devono essere tenute ben<br />

presenti per poter individuare<br />

prontamente ed efficacemente<br />

i mutamenti indotti nel<br />

sistema naturale da eventuali<br />

contaminazioni provocate<br />

dall’attività antropica.<br />

L’utilizzo e l’interpretazione dei<br />

dataset prodotti dai monitoraggi<br />

sono spesso risultati carenti poiché<br />

affrontati dai diversi operatori ed<br />

enti attraverso archivi cartacei o<br />

elettronici, questi ultimi di solito<br />

privi di funzionalità evolute di<br />

ricerca e analisi.<br />

Per risolvere queste problematiche<br />

è stata realizzata una piattaforma<br />

software (denominata TL-<br />

Ambiens), specificamente<br />

progettata per l’archiviazione<br />

dinamica di grandi moli di dati<br />

multitemporali.<br />

Composta da un segmento<br />

geografico (webGIS) e da<br />

un’interfaccia dotata di specifiche<br />

funzionalità di ricerca e analisi<br />

statistica, TL-Ambiens consente<br />

l’archiviazione dei dati analitici<br />

in modo da poter essere filtrati,<br />

interrogati, diagrammati e<br />

rappresentati su base cartografica<br />

oltre alla produzione di elaborati<br />

grafici e di specifica reportistica.<br />

La piattaforma è stata utilizzata<br />

con successo sulla rete di<br />

monitoraggio della discarica per<br />

rifiuti speciali del “Tiro a Segno”<br />

(Cascina – PI; Fig. 1), risultando<br />

di fondamentale importanza<br />

come strumento di supporto<br />

decisionale nella soluzione<br />

di rilevanti problematiche<br />

ambientali.<br />

La discarica oggetto del case<br />

history di seguito illustrato è<br />

gestita dalla Società Ecofor Service<br />

SpA, che utilizza TL-Ambiens<br />

per l’analisi dei dati raccolti sulle<br />

diverse matrici ambientali presso<br />

tutti i suoi impianti.<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


Fig. 2 - Ricerca di dati analitici con visualizzazione del pannello dei risultati tabellari e<br />

dell’ubicazione dei punti di controllo in mappa<br />

Case History: la gestione dei<br />

dati di monitoraggio di una<br />

discarica per rifiuti speciali<br />

La discarica oggetto di studio<br />

poggia su sedimenti caratterizzati<br />

dall’alternanza di orizzonti<br />

prevalentemente limo-argillosi<br />

con discontinue lenti sabbiosolimose<br />

e orizzonti di torba.<br />

Tale insieme di depositi, di<br />

ambiente lagunare e lacustre, si<br />

comporta nel complesso come<br />

un acquitardo e si sovrappone<br />

ai sottostanti orizzonti sabbiosi<br />

e ghiaiosi di ambiente fluviale<br />

presenti a partire da circa 40-<br />

50 m di profondità dal piano<br />

di campagna all’interno dei<br />

quali è ospitato un acquifero di<br />

importanza regionale.<br />

La discarica è dotata di un sistema<br />

di monitoraggio delle acque<br />

sotterranee, costituito da una<br />

serie di 18 piezometri di controllo<br />

distribuiti sia all’interno (Fig.<br />

1) che all’esterno del perimetro<br />

dell’impianto (S6 e Pozzo A).<br />

Ad eccezione di un pozzo (Pozzo<br />

A) che presenta una profondità<br />

oltre i 50 metri, 14 piezometri si<br />

estendono fino ad un massimo<br />

di 15 metri, mentre altri 3<br />

piezometri (N1, N2 e N3),<br />

raggiungono la profondità di 30<br />

metri.<br />

I 18 punti di controllo sopra<br />

elencati sono oggetto di<br />

monitoraggio trimestrale con<br />

un protocollo analitico che<br />

prevede la determinazione<br />

di 59 parametri chimici e<br />

chimico-fisici e di ulteriori 4<br />

parametri isotopici. A questi<br />

dati si aggiungono analoghe<br />

determinazioni condotte sulle<br />

acque di scorrimento superficiale<br />

raccolte dalle canalette e dai fossi<br />

presenti nelle aree contermini<br />

e sul percolato prodotto dalla<br />

discarica (5 punti di prelievo).<br />

Queste analisi sono state<br />

realizzate a partire dal 2001<br />

e fanno parte integrante del<br />

piano di sorveglianza e controllo<br />

dell’impianto. In totale i dati<br />

chimici archiviati al dicembre<br />

2016 sono oltre 25.000 solo per le<br />

acque sotterranee, con indicazione<br />

Funzionalità e caratteristiche<br />

REPORT<br />

principali di TL-AMBIENS<br />

4Visualizzazione della distribuzione spaziale e temporale<br />

dei dati di monitoraggio<br />

4Gestione dei layer geografici (GIS) di matrici, sottomatrici<br />

ambientali, superamenti di soglia<br />

4Ricerche per matrice, sottomatrice, campagna, intervallo<br />

di date, punto di controllo, parametro, range di<br />

valori, metodo analitico, laboratorio<br />

4Output tabellare e in mappa dei risultati con funzionalità<br />

di esportazione<br />

4Visualizzazione immediata di eventuali superamenti<br />

dei livelli e soglie di allarme (es. Concentrazioni Soglie<br />

di Contaminazione, Livelli di Controllo e di Guardia,<br />

limiti normativi, ecc.)<br />

4Realizzazione di mappe tematiche (per concentrazioni,<br />

superamento soglie, ecc.)<br />

4Verifica qualità dei nuovi dati analitici importati (es.<br />

verifica di elettroneutralità con segnalazione testuale e<br />

grafica di eventuali non conformità, difformità dai dati<br />

pregressi)<br />

4Analisi statistica dei dati con strumenti grafici (es. cronogrammi,<br />

scatterplot, diagrammi triangolari, istogrammi,<br />

QQ-Plot, Box-Plot, ecc.) e numerici<br />

4Possibilità di collegamento a documenti esterni (es. certificati<br />

analitici, stratigrafie, ecc..)<br />

4Pannello di controllo con gestione matrici, sottomatrici,<br />

punti di controllo, campagne, ecc..<br />

4Accurata procedura di importazione delle analisi nella<br />

banca dati con normalizzazione dei dati sorgente eterogenei<br />

(es. diversi laboratori, strumentazioni e metodologie<br />

di acquisizione, ecc..) da formati di foglio elettronico<br />

o database template standardizzati<br />

4Modulo per gestione stazioni di monitoraggio continuo<br />

4Realizzazione di report stampabili<br />

4Supporto multi-utenza con parametri di accesso riservati<br />

4Possibilità di gestione di più impianti/aree di interesse<br />

per singolo operatore<br />

dei vari metadati quali metodo<br />

analitico, laboratorio che ha<br />

prodotto il dato, differenziazione<br />

tra valori effettivamente rilevati<br />

e valori inferiori ai limiti di<br />

detezione.<br />

Tutti i dati sopra descritti sono<br />

interrogabili con la possibilità<br />

di impostare filtri per matrice,<br />

sottomatrice, campagna,<br />

intervallo di date, punto di<br />

controllo, parametro, range<br />

di valori, metodo analitico,<br />

laboratorio e di restituire output<br />

tabellari e in mappa dei risultati<br />

(Fig. 2).<br />

I dati di monitoraggio sopra<br />

descritti sono stati normalizzati<br />

e archiviati con procedure<br />

automatiche all’interno del<br />

geodatabase in formato PostGIS<br />

di TL-Ambiens. Quest’ultimo ha<br />

consentito inoltre l’archiviazione<br />

di informazioni relative alle<br />

stratigrafie dei vari piezometri,<br />

Fig. 3 - Pannello di controllo amministrativo per la gestione degli elenchi e l’importazione delle campagne.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 29


REPORT<br />

dei parametri idrogeologici dei<br />

diversi orizzonti e degli esiti<br />

dei test di cessione realizzati sui<br />

sedimenti campionati a varie<br />

profondità, oltre a tutte le ulteriori<br />

informazioni richieste dall’Ente di<br />

controllo al Gestore dell’impianto<br />

per le matrici ambientali<br />

coinvolte.<br />

La piattaforma dispone di<br />

un pannello di controllo<br />

amministrativo all’interno del<br />

quale è possibile archiviare i dati<br />

di monitoraggio mediante la<br />

semplice importazione di fogli<br />

elettronici o tabelle di database<br />

standardizzati. Il gestore ha<br />

infatti chiesto ai vari laboratori di<br />

analisi di fornire i dati secondo<br />

template prestabiliti. In questo<br />

modo, l’attività di popolamento<br />

è risultata estremamente<br />

semplificata consentendo anche la<br />

verifica automatica di qualità dei<br />

nuovi dati analitici (es. verifica di<br />

elettroneutralità con segnalazione<br />

testuale e grafica di eventuali non<br />

conformità, difformità dai dati<br />

pregressi, ecc..). Il pannello di<br />

Fig. 4 - Rappresentazione spaziale dei valori medi delle concentrazioni di As (in µg/L) registrati<br />

nel periodo 2001-2016. In legenda sono indicati gli intervalli di concentrazione<br />

(Range) e il numero di punti di controllo ricadenti in ciascun intervallo (N).<br />

controllo permette inoltre<br />

l’aggiornamento degli elenchi di<br />

matrici, sottomatrici, campagne,<br />

punti di controllo, parametri,<br />

laboratori e metodi analitici per<br />

ogni singolo impianto gestito<br />

(Fig. 3).<br />

Problematica ambientale:<br />

l’origine delle anomalie di<br />

arsenico<br />

Le acque sotterranee intercettate<br />

dalla rete di monitoraggio della<br />

discarica presentano una notevole<br />

variabilità composizionale con<br />

Fig. 5 - QQplot<br />

(in alto;<br />

concentrazioni<br />

sulle ordinate<br />

in µg/L, Z score<br />

sulle ascisse) e<br />

box-plot As categorizzati<br />

sulle<br />

profondità (a<br />

sinistra 5-8 m;<br />

al centro 12-<br />

15 m: a destra<br />

30-33 m; valori<br />

sulle ordinate<br />

in µg/L).<br />

una prevalenza di facies cloruratoalcaline<br />

e bicarbonato - alcalino<br />

terrose. La maggior parte dei<br />

campioni mostra composizioni<br />

compatibili con meccanismi<br />

di mixing tra questi due end<br />

member composizionali, la cui<br />

origine può essere ricondotta,<br />

rispettivamente, alla dissoluzione<br />

di salgemma da parte di acque<br />

meteoriche infiltratesi localmente<br />

e caratterizzate da circolazioni<br />

molto lente e alla dissoluzione di<br />

minerali carbonatici. Sono inoltre<br />

presenti acque solfato calciche<br />

originatesi probabilmente per<br />

dissoluzione di minerali quali<br />

gesso e anidrite, rinvenuti sia in<br />

forma dispersa che cristallina<br />

nei sedimenti locali. La marcata<br />

variabilità spaziale delle acque<br />

testimonia, in accordo con<br />

le evidenze stratigrafiche e<br />

idrogeologiche, la mancanza di<br />

interconnessione tra gli orizzonti<br />

più permeabili presenti all’interno<br />

dei depositi lagunari (probabili<br />

canali di laguna).<br />

In questo contesto geochimico<br />

e idrogeologico, è stata<br />

riscontrata la presenza di elevate<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Fig. 6 - Finestra di generazione dei cronogrammi con l’evoluzione temporale delle concentrazioni<br />

di As (in µg/L ) rilevate nelle acque campionate dai piezometri N1, N2 e N3.<br />

Fig. 7 - Finestra di generazione degli scatterplot. Diagramma As vs Fe in scala logaritmica<br />

(valori in µg/L) per le acque campionate dai piezometri N1, N2 e N3.<br />

Fig. 8 - Diagramma semilogaritmico As (µg/L) vs SO4 (mg/L) per le acque campionate dai<br />

piezometri N1, N2 e N3.<br />

Fig. 9 - Diagramma di correlazione As (µg/L) vs Trizio (U.T.) per le acque campionate dai<br />

piezometri N1, N2 e N3.<br />

concentrazioni di As (fino a 220<br />

µg/L). Il rinvenimento di queste<br />

anomale concentrazioni di arsenico<br />

ha comportato, da parte dell’Ente<br />

di controllo, la prescrizione per<br />

l’avvio di una procedura di indagini<br />

supplementari volte a stabilire se<br />

quanto rilevato fosse da correlare<br />

alla presenza di contaminazioni da<br />

percolato o ad altre cause antropiche o<br />

naturali.<br />

La possibilità di avere a disposizione<br />

una piattaforma software in cui i dati<br />

fossero archiviati e informatizzati<br />

e al cui interno fossero disponibili<br />

strumenti di analisi grafica e numerici,<br />

ha enormemente diminuito i<br />

tempi di elaborazione e facilitato la<br />

comprensione dei fenomeni in atto.<br />

Nella maggior parte dei casi, infatti, i<br />

dati di monitoraggio sono archiviati<br />

sotto forma di certificati analitici<br />

cartacei o pdf o, nel migliore dei casi,<br />

su fogli elettronici di varia struttura<br />

più o meno adatta ad eseguire ricerche<br />

ed elaborazioni dei dati. In questi<br />

casi la sola razionalizzazione delle<br />

informazioni implica un ingente<br />

dispendio di energie e di tempo<br />

paragonabile, o superiore, a quello<br />

necessario per l’analisi dei dati, con<br />

il rischio ulteriore di introduzione di<br />

errori di trascrizione e di perdita di<br />

informazioni.<br />

Attraverso TL-Ambiens i dati sono<br />

stati mappati e diagrammati per<br />

indagare la distribuzione spaziale delle<br />

anomalie di arsenico, per individuare<br />

la presenza di trend temporali e per<br />

evidenziare correlazioni della specie di<br />

interesse con altri parametri chimici<br />

e isotopici. In particolare il software<br />

permette di tematizzare sull’interfaccia<br />

webGIS le concentrazioni dei vari<br />

parametri suddivisi in intervalli<br />

graduati e di eseguire varie tipologie<br />

di diagrammi (es. cronogrammi,<br />

istogrammi, scatterplot, QQ-Plot,<br />

Box-Plot, ecc.).<br />

La rappresentazione spaziale<br />

della concentrazione di As (Fig.<br />

4) e la costruzione dei box plot<br />

categorizzati (Fig. 5) ha indicato<br />

che le concentrazioni più elevate<br />

erano costantemente rinvenute<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 31


REPORT<br />

Eppur… si muove?<br />

nei piezometri di profondità<br />

intermedia (30 m da p.c.) i cui<br />

sondaggi avevano evidenziato<br />

la presenza di orizzonti torbosi,<br />

ossia livelli per i quali è nota la<br />

possibilità di innesco di processi<br />

di rilascio di As e di altri metalli,<br />

quali Mn e Fe, in ambienti<br />

riducenti (Shaefer et al., <strong>2017</strong>;<br />

Dousova et al., 2012 e loro<br />

riferimenti).<br />

L’effettiva presenza di citati<br />

meccanismi di riduzione<br />

della materia organica quali<br />

responsabili dell’arricchimento<br />

in As delle acque sotterranee può<br />

essere verificata analizzando i<br />

rapporti tra questa specie e altri<br />

elementi in traccia che subiscono<br />

lo stesso meccanismo genetico, fra<br />

tutti il Fe. Come evidenziato dal<br />

diagramma As vs Fe (Fig. 7) i due<br />

analiti mostrano effettivamente<br />

una correlazione positiva che<br />

supporta l’ipotesi che le elevate<br />

concentrazioni delle due specie<br />

sia effettivamente da attribuire<br />

ad una origine naturale. Anche<br />

l’osservazione dei rapporti As –<br />

SO 4<br />

(Fig. 8) corrobora questa<br />

ipotesi: infatti, all’aumentare della<br />

concentrazione di solfato, dunque<br />

all’instaurarsi di condizioni<br />

più ossidanti, corrisponde una<br />

riduzione dei contenuti in As.<br />

Per eliminare ogni dubbio circa la<br />

possibilità di un contributo legato<br />

alla discarica è stata verificata la<br />

presenza di eventuali correlazioni<br />

tra l’arsenico e il principale<br />

tracciante del percolato, il trizio<br />

(Tazioli et al., 2002; Fuganti et<br />

al., 2003; Doveri et al., 2008;<br />

Raco et al., 2013). Come è<br />

possibile osservare in figura 9 pur<br />

non essendo stati prodotti dati<br />

isotopici relativi ai campioni dove<br />

è stata riscontrata la maggiore<br />

concentrazione di As, è evidente<br />

come ai valori più elevati di<br />

quest’ultimo corrispondano i<br />

valori minori di trizio. Questa<br />

indicazione esclude chiaramente<br />

che esistano contributi alla<br />

concentrazione di As legati alla<br />

presenza di processi di interazione<br />

tra reflui di discarica e acque<br />

sotterranee.<br />

Conclusioni<br />

La possibilità, da parte del<br />

gestore dell’impianto, di avere<br />

a disposizione, una piattaforma<br />

di archiviazione, interrogazione<br />

e analisi di grandi masse di dati<br />

chimici e non, ha consentito<br />

di affrontare e risolvere una<br />

questione complessa in tempi<br />

rapidi.<br />

Il principale vantaggio di uno<br />

strumento del genere consiste<br />

nel rendere facilmente e<br />

immediatamente disponibile<br />

l’intero storico dei dati di<br />

monitoraggio realizzati sulle<br />

varie matrici ambientali,<br />

archiviati in un unico database<br />

omogeneo e aggiornato. Questa<br />

conoscenza e disponibilità di dati<br />

e strumenti per la loro analisi,<br />

con la possibilità di settare soglie<br />

di attenzione su vari parametri<br />

e punti di controllo, fornisce<br />

un efficace mezzo di gestione<br />

dei dati ambientali che non<br />

dipendono più dalla memoria del<br />

tecnico preposto, ma diventano<br />

parte essenziale del know-how<br />

aziendale.<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringrazia la società Ecofor<br />

Service SpA, in particolare<br />

l’Ing. Alessandro Salvadori<br />

e i suoi preziosi colleghi, per<br />

la disponibilità e lo spirito<br />

collaborativo.<br />

Interferometro<br />

radar da terra<br />

Monitoraggio in tempo reale<br />

di deformazioni, movimenti<br />

e vibrazioni fino a una distanza<br />

di 4 chilometri.<br />

Con precisione di 0,01 millimetri<br />

> monitoraggio frane, ponti<br />

e cavalcavia<br />

> prove di carico<br />

> deformazioni dighe e strutture<br />

> analisi modale<br />

> monitoraggio vibrazioni<br />

FastGBSAR RAR<br />

Real Aperture Radar<br />

Photo: designed by Evening_tao - Freepik.com<br />

FastGBSAR: SAR and RAR<br />

Uno strumento, due modalità.<br />

FastGBSAR SAR<br />

Synthetic Aperture Radar<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; webGIS; TL-Ambiens; monitoraggio ambientale;<br />

Decision Support System (DSS); analisi statistica;<br />

dataset ambientali; ottimizzazione gestione dati<br />

ABSTRACT<br />

TL-Ambiens is a geographical software platform for storing<br />

and analyzing large environmental data sets. Its use<br />

on the monitoring network of a landfill for special waste<br />

has made it possible to optimize the management of analytical<br />

32 data and was <strong>GEOmedia</strong> of fundamental n°5-<strong>2017</strong> importance as a tool<br />

to support decision-making in the solution of significant<br />

environmental problems.<br />

AUTORE<br />

Raffaele Battaglini<br />

r.battaglini@terrelogiche.com<br />

Valerio Noti<br />

valerio.noti@terrelogiche.com<br />

TerreLogiche<br />

Brunella Raco, b.raco@igg.cnr.it<br />

CNR-IGG, Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pisa<br />

Alessandro Salvadori<br />

Ecofor Service SpA<br />

CODEVINTEC<br />

Tecnologie per le Scienze della Terra<br />

ph. +39 02 4830.2175<br />

www.codevintec.it


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 33


GUEST PAPER<br />

The Future of Drones<br />

in the Modern<br />

Farming Industry<br />

by Nathan Stein<br />

With the prominence of precision agriculture platforms<br />

rapidly increasing in the modern farming industry, Nathan<br />

Stein, Ag Solutions Manager at senseFly, explores the key<br />

trends in 2018 and how innovative technologies, such as<br />

unmanned aerial vehicle (UAV) solutions, can meet the dayto-day<br />

challenges ag professionals face.<br />

The modern farming<br />

industry is at a turning<br />

point. With the development<br />

of more advanced farm<br />

management techniques, such<br />

as precision agriculture, industry<br />

professionals now have more<br />

tools than ever to improve the<br />

accuracy and efficiency of processes.<br />

Innovative technologies,<br />

such as unmanned aerial vehicle<br />

(UAV) solutions, also have a<br />

growing presence in this arena,<br />

as the benefits become more apparent<br />

and access to hardware<br />

and software improves.<br />

Such advances have complemented<br />

the ground-based<br />

techniques historically used in<br />

agricultural surveying applications,<br />

and enabled a more holistic<br />

approach to data collection.<br />

This is especially true in the<br />

European agriculture market,<br />

where countries like Italy, which<br />

has more than 12.9 million hectares<br />

of utilised agricultural area<br />

(UAA), are seeing more widespread<br />

acceptance of modern<br />

mapping technologies 1 .<br />

With the agriculture industry<br />

set for greater adoption of advanced<br />

technologies, UAV solutions<br />

are expected to become<br />

more integrated and capable of<br />

meeting the needs of industry<br />

professionals.<br />

Current challenges<br />

While the modern agriculture<br />

industry is learning to adapt to<br />

evolving demands and technologies,<br />

farmers and agronomists<br />

across the globe still face challenges<br />

that can complicate business<br />

operations. For instance,<br />

with world supply at an all-time<br />

high, commodity prices are at<br />

an all-time low, meaning that<br />

budgets have become tighter<br />

and improved resource management<br />

is a necessity. There is also<br />

a growing demand from endusers<br />

for greater product traceability;<br />

consumers want to know<br />

where the goods they buy come<br />

from and how they were grown.<br />

As well as creating a need for<br />

more stringent food safety and<br />

quality control checks, this farm<br />

to fork movement has resulted<br />

in the establishment of more<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong><br />

1 European Union, Eurostat: Agricultural census in Italy [website] http://ec.europa.eu/eurostat/<br />

statistics-explained/index.php/Agricultural_census_in_Italy (retrieved 4 December <strong>2017</strong>)


GUEST PAPER<br />

in-depth, controlled systems<br />

to track and record a product’s<br />

journey, often at additional expense.<br />

Optimising sustainability also<br />

continues to be a key challenge<br />

in the global farming industry.<br />

Agriculture professionals face<br />

pressures to produce more crops<br />

using fewer resources, such as<br />

water and fertiliser, to minimise<br />

the impact on the environment,<br />

public health and animal<br />

welfare. With such fluctuating<br />

market conditions to contend<br />

with, these demands can place<br />

significant strain on operational<br />

efficiency and profitability.<br />

Seeking new opportunities to<br />

economise is therefore vital for<br />

the farming industry.<br />

Past approaches<br />

Prior to the development of<br />

new, advanced technologies,<br />

traditional solutions have been<br />

used to address these challenges;<br />

however, these are typically<br />

time, resource and labour intensive.<br />

For instance, in volatile<br />

market conditions, estimating<br />

annual yield has been a common<br />

approach, to guide decision-making<br />

and help manage<br />

expectations in the face of economic<br />

uncertainty. To successfully<br />

manage traceability, careful<br />

monitoring and record-keeping<br />

of product origin and journey<br />

has played an important role.<br />

Enhancing sustainability has<br />

also relied upon documentation,<br />

with this having often<br />

been achieved by benchmarking<br />

the volume of resources, such<br />

as water, fertiliser and seeds,<br />

required in the previous year, in<br />

an effort to minimise excess.<br />

While these traditional approaches<br />

all once played a<br />

key role in helping farmers to<br />

safeguard their interests and<br />

deal with market fluctuations,<br />

the increased need for more<br />

on-demand insight means that<br />

faster, more efficient solutions<br />

are growing in popularity.<br />

Similarly, with the demand for<br />

large quantities of precise, accurate<br />

data increasing, traditional<br />

terrestrial approaches to crop<br />

monitoring, such as laser scanning<br />

and remote sensing, are<br />

less favourable today due to the<br />

time and labour requirements<br />

these methods necessitate.<br />

Further problems arise when<br />

faced with challenging weather<br />

conditions, which can significantly<br />

impact the time it takes<br />

to map large areas of farmland,<br />

particularly when on-foot, and<br />

can delay projects for days.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 35


GUEST PAPER<br />

The role of UAVs<br />

In light of these challenges, it<br />

is increasingly essential for the<br />

farming industry to explore<br />

new approaches and embrace<br />

innovative precision technologies,<br />

to better navigate the market<br />

and protect profitability.<br />

While drones have been present<br />

in agriculture for many years,<br />

recent developments, such as<br />

improved accuracy and efficiency,<br />

have seen UAVs emerge<br />

as a trustworthy and efficient<br />

data collection tool during crop<br />

season.<br />

In addition to data quality,<br />

drones can play a significant<br />

role in streamlining workflows<br />

and processes, with more resources<br />

being invested in improving<br />

UAV integration with<br />

existing farm management<br />

information systems (FMIS).<br />

For instance, agronomists can<br />

take field boundaries from their<br />

existing FMIS and fly drones<br />

repeatedly during crop season<br />

without re-drawing them, helping<br />

to reduce time spent planning<br />

and in the field. Providers<br />

of drone solutions, such as<br />

senseFly, are leading the way to<br />

support agriculture professionals<br />

in integrating new software<br />

with terrestrial techniques.<br />

Professional, end-to-end solutions,<br />

such as the senseFly Ag<br />

360, provide in-depth aerial<br />

insights to monitor crop development,<br />

increase yield and<br />

reduce inputs. Collaborative<br />

partnerships between hardware<br />

and software manufacturers<br />

enable these solutions to<br />

facilitate more streamlined,<br />

integrated workflows, supporting<br />

agriculture professionals<br />

from data collection through to<br />

processing and analysis. Once<br />

analysed, this data can then be<br />

converted to a prescription,<br />

which is applied to crops using<br />

Mobile Implement Control<br />

System (MICS). These systems<br />

are now installed in many tractors,<br />

and can be used to map<br />

areas of , as well as precisely<br />

apply seed, fertiliser and crop<br />

protection products.<br />

Navigating the challenges<br />

Aside from facilitating more<br />

effective data collection, UAVs<br />

can also help address the key<br />

challenges facing the industry<br />

today. Take unfavourable commodity<br />

markets as an example.<br />

Having an informed, comprehensive<br />

plan is essential to help<br />

determine areas of high and low<br />

production. With highly detailed<br />

measurements, UAVs can<br />

offer accurate insights to guide<br />

decision-making. This data can<br />

also support the streamlining of<br />

product traceability, by providing<br />

a digitised map with the<br />

GPS location of every point in<br />

the journey and enabling farmers<br />

to move away from traditional,<br />

time-consuming written<br />

records.<br />

In addition, the insights from<br />

drone technology can help to<br />

improve the sustainability of<br />

crop production. With this information,<br />

farmers can utilise<br />

optimal quantities of water,<br />

fertiliser and crop protection<br />

to maximise growth, while<br />

minimising excess. This can be<br />

further complemented by other<br />

imaging techniques such as<br />

satellite imagery which, while<br />

providing lower quality data,<br />

can monitor crop changes on<br />

an ongoing, longer term basis<br />

and with less expenditure.<br />

What’s next for UAVs?<br />

While UAVs can offer a wide<br />

range of advantages to farming<br />

professionals, moving from<br />

written and qualitative measurements<br />

to highly accurate<br />

quantitative methods is not always<br />

simple. The integration of<br />

UAVs into existing workflows<br />

has been further impacted by<br />

stringent regulations on agricultural<br />

drone use in Europe. In<br />

Italy specifically, while regulations<br />

have become gradually<br />

more accommodating, there are<br />

still restrictions in place that<br />

have impacted take up. For instance,<br />

regulations put in place<br />

by the Italian aviation authority,<br />

Ente Nazionale per l’Aviazone<br />

Civile (ENAC) dictate that, for<br />

use in critical operations such<br />

as cities, railways and highways,<br />

drones must be below 2kg 2 .<br />

Despite this, as users become<br />

more aware of the operational<br />

and legislative requirements of<br />

commercial drone use and seek<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


to broaden their service offering,<br />

the integration of UAV<br />

solutions is expected to grow in<br />

2018 and the years to come. To<br />

maintain a competitive edge,<br />

many professionals are also<br />

developing UAV programmes<br />

for scouting or fertiliser management,<br />

while hardware<br />

and software providers, like<br />

senseFly, are collaborating to<br />

develop end-to-end solutions<br />

that facilitate more integrated<br />

workflows for rice, corn, soybean,<br />

fruit and nut partners, as<br />

well as vegetable growers. While<br />

more work is needed to create<br />

analytics that can optimise the<br />

data collected, the potential for<br />

integrated drone solutions in<br />

agriculture is significant.<br />

The future of ag<br />

In an evolving, and often volatile<br />

market, a comprehensive<br />

understanding of farm and<br />

crop conditions is essential for<br />

agriculture professionals to<br />

optimise their operations and<br />

increase commercial success.<br />

While ground-based mapping<br />

techniques continue to play<br />

an important role, aerial mapping<br />

systems, like UAVs, can<br />

complement these options,<br />

providing consistent and highly<br />

2 Regolamento ENAC “Mezzi aerei a pilotaggio remoto” (ENAC Regulation “Remotely Piloted Aerial<br />

Vehicles”), 2nd edition, [website], 2015 https://www.enac.gov.it/repository/ContentManagement/information/N122671512/Reg_APR_Ed%202_2.pdf,<br />

(retrieved 4 December <strong>2017</strong>)<br />

accurate insights in a timelier<br />

and more cost-effective fashion.<br />

While the road to widespread<br />

adoption of drones in ag has<br />

not been simple, the benefits –<br />

from time savings to logistical<br />

problem-solving – are evident.<br />

With sustainability in farming<br />

higher on the agenda than ever<br />

before, UAV solutions may<br />

prove to be key in contributing<br />

to safeguarding the environment,<br />

while also protecting and<br />

increasing profitability in the<br />

industry.<br />

KEYWORDS<br />

Unmanned aerial vehicles; UAV; drones; precision<br />

agriculture; end-to-end solutions; integrated<br />

workflows<br />

ABSTRACT<br />

With the modern farming industry continuing to evolve,<br />

and demand for faster, more efficient farmland mapping at<br />

an all-time high, the potential for unmanned aerial vehicles<br />

(UAVs) in the agriculture industry is greater than ever. While<br />

more investment in R&D programmes is required, collaborative<br />

partnerships between hardware and software providers<br />

are enabling the creation of more integrated, end-to-end<br />

drone solutions, capable of meeting the needs of agriculture<br />

professionals worldwide and influencing future developments<br />

in modern farming.<br />

AUTHOR<br />

Nathan Stein,<br />

Ag Solutions Manager Sensefly<br />

info@sensefly<br />

www.sensefly.com<br />

• Rilievi batimetrici automatizzati<br />

• Fotogrammetria delle sponde<br />

• Acquisizione dati e immagini<br />

• Mappatura parametri ambientali<br />

• Attività di ricerca<br />

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COMMEMORAZIONE<br />

A VENT’ANNI DALLA<br />

SCOMPARSA DI<br />

MARIANO CUNIETTI<br />

Luglio 1967, tornavo da<br />

Luino, presidente di una<br />

commissione di esami di<br />

Stato per geometri, insoddisfatto<br />

sia degli esaminandi<br />

che degli esaminatori,<br />

questi ultimi capaci<br />

solo di porre domande<br />

ovvie e soprattutto, per topografia<br />

e costruzioni, ben<br />

lontane dalla realtà di quei<br />

tempi e invece ancorate al<br />

mezzo secolo precedente.<br />

Pensavo ai libri di Piero Chiara e alle poesie di Vittorio Sereni,<br />

nati nella ridente città lombarda poi ricordata in tante loro opere,<br />

e al fatto che il commissario di lettere italiane s’era dimenticato<br />

di questi insigni cittadini nelle interrogazioni. Mi giunse<br />

improvvisa la chiamata al cellulare da parte della segreteria della<br />

Sezione Rilevamento del mio Dipartimento, e rimasi scioccato:<br />

era scomparso, al mattino, Mariano Cunietti, da anni afflitto dal<br />

morbo di Parkinson ma che appena un paio di settimane prima<br />

avevo visitato, insieme all’amico comune Terenzio Mariani<br />

trovandolo come ormai da tempo fiaccato nel corpo, ma come<br />

sempre lucido di mente e ancor capace di sorridere e far battute.<br />

La sua passione per le discipline del rilevamento e della rappresentazione<br />

era totale; quanto si sia speso nella sua vita per<br />

insegnare, in particolare a coloro che considerava i topografi<br />

per eccellenza, i geometri, lo possono testimoniare i suoi colleghi,<br />

i suoi collaboratori, i suoi scritti. Ma da bravo fisico qual<br />

era per formazione, il suo punto di partenza era la misura, nella<br />

sua realtà fisica così come nella sua concezione epistemologica<br />

e in particolare euristica. La “Giornata della misurazione”, nata<br />

quasi per scommessa, divenne via via una palestra nella quale<br />

discutevano alla pari ingegneri e filosofi, fisici e matematici.<br />

Cosa è rimasto, vent’anni dopo la sua dipartita, della topografia,<br />

della fotogrammetria, della tecnica della misura in genere. tipiche<br />

del suo tempo? Ben poco, in particolare nell’ambito della<br />

fotogrammetria. Cosa peserebbe Mariano oggi, delle prese da<br />

camere digitali con obbiettivi per nulla calibrati, con direzioni<br />

oblique sia da terra che dallo spazio, con trattamenti “a posteriori”<br />

che spostano i “pixel” secondo considerazioni probabilistiche<br />

fornite da algoritmi del tipo di quelli usati per la correlazione<br />

delle immagini? Una lunga discussione fra Mariano e chi<br />

scrive queste righe, avvenne negli anni settanta avanzati ed aveva<br />

per tema i dispositivi, allora appena introdotti da Zeiss sulle<br />

camere nadirali (e mutuati da quelli poco tempo prima usati per<br />

le camere militari panoramiche) detti all’inglese FMC “forward<br />

motion compensation”. Come noto, si trattava di traslare di<br />

quantità submillimetriche le pellicole, per evitare il fenomeno<br />

ben noto del “trascinamento” delle immagini in seguito al<br />

moto dell’aereo. Cunietti affermava che così si “rompeva”<br />

la relazione di prospettiva centrale fra oggetto e immagine, che<br />

stava alla base della fotogrammetria. Cosa penserebbe oggi, di<br />

fronte alle diffuse procedure di “trattamento delle immagini” vigenti<br />

nella fotogrammetria attuale, tanto per dire del tipo “SFM”<br />

(Structure From Motion) e delle soluzioni di “Dense Image<br />

Matching” oggi usualmente praticate?<br />

Formatosi al tempo della fotogrammetria analogica, per cui<br />

le immagini erano prevalenti nella loro geometria proiettiva,


MERCATO<br />

Cunietti aveva seguito con estremo interesse la loro virata<br />

nell’ambito delle fotogrammetria analitica, ove il calcolo prevaleva,<br />

ma pur sempre connesso alla misura semplice sull’immagine,<br />

misura in fondo di posizione bidimensionale sulle<br />

lastre via stereocomparatore. La fotogrammetria digitale, con<br />

la relativa trasformazione dell’immagine in “pixel” aveva in<br />

lui sollevato molti dubbi, per esempio sulla rettilineità delle<br />

guide dello scansore e sulla loro ortogonalità: chissà quali sarebbero<br />

stati i suoi ulteriori dubbi sulle deformazioni, rispetto<br />

alla semplice geometria della prospettiva centrale, provocate<br />

da obbiettivi con elevate aberrazioni di figura e dai trattamenti<br />

ulteriori delle immagini digitali. Non ne ebbe il tempo,<br />

e fu un peccato: cosa avremmo udito nelle “Giornate della<br />

Misurazione” se questi argomenti avessero potuto essere discussi<br />

con lui presente?<br />

A proposito; Mariano Cunietti nel suo primo libro sulle misure<br />

aveva ben sottolineato che l’operazione di misura non<br />

esiste in natura, pur esistendovi le grandezze: la misura è<br />

essenzialmente e unicamente opera dell’uomo, e come tutte<br />

le opere dell’uomo non è perfetta: da lì tutti i trattamenti di<br />

tipo statistico e matematico per giungere ad una “valutazione”<br />

della misura che fosse il più possibile vicino al valore “vero”<br />

della grandezza misurata, in un certo ambiente e in un certo<br />

momento. Quale sarebbe stato il suo pensiero, di fronte<br />

al valore del tempo ottenibile oggi con l’orologio “passive<br />

Hydrogen Maser” (PHM) installato sui satelliti della costellazione<br />

Galileo, che offre la stabilità di 1 secondo ogni TRE<br />

milioni di anni? Che strane coincidenze si presentano talvolta<br />

nella vita dell’uomo: il PHM è costruito dalla Finmeccanica-<br />

Selex ES nello stabilimento di Nerviano, creato alla fine degli<br />

anno sessanta del secolo ventesimo per la nuova Salmoiraghi<br />

(allora azienda IRI) poi fagocitata dalla Aeritalia (successivamente<br />

fusa con Selenia, dando vita ad Alenia). Infine quel<br />

complesso andò a Finmeccanica (ora “Leonardo”). Ebbene,<br />

in quell’edificio stette per circa un anno anche chi scrive ora<br />

questa nota, e Mariano Cunietti vi ci andò più di una volta,<br />

proprio per discutere degli ultimi strumenti topografici progettati<br />

(ma poi non più costruiti) dalla vecchia azienda creata<br />

dal Porro che stava ormai per scomparire. Il Maser posto sui<br />

satelliti Galileo consente di determinare la posizione di un<br />

ricevitore satellitare con incertezza bassissima, dato che nella<br />

sua misura del tempo un errore di 0,5 nanosecondi (1 sec ×<br />

10-9) equivale a una incertezza di 15 cm nella misura della<br />

distanza fra satellite e ricevitore.<br />

Nata nel 1982 con cadenza annuale, la “Giornata della misurazione”<br />

si è svolta all’università Roma3 il 22 e 23 giugno 2015;<br />

sotto l’egida del Gruppo Nazionale di Misure Meccaniche e<br />

Termiche e del Gruppo Nazionale di Misure Elettriche ed<br />

Elettroniche. L’edizione 2016 ha visto come sede il Politecnico<br />

di Bari, e quella del <strong>2017</strong> si è svolta a Torino. La “Giornata” è<br />

dal 1998 intestata al suo ideatore, ma il contributo di topografi<br />

e fotogrammetri è ormai in pratica nullo. Che peccato! Un ambiente<br />

che della misura e sin dai tempi di Roma ha fatto il suo<br />

simbolo (pensate ai “gromatici veteres” e ai “mensores” delle<br />

centuriazioni!) non dà più oggi alcun contributo sensibile a<br />

questa manifestazione. Mariano Cunietti si rivolterà nella sua<br />

tomba, anche perché è dimenticato dai più.<br />

Ciò che mi dispiace infatti, è che andando su Google e cercando<br />

“Mariano Cunietti”, vi si trovano migliaia di “link” relativi<br />

ad un suo nipote che lavora con successo nei “media”;<br />

ma nulla o quasi vi si trova per chi fu tra le altre cose, uno dei<br />

più validi e amati Presidenti della nostra Società scientifica, la<br />

“SIFET”, Società Italiana di Topografia e Fotogrammetria. Sic<br />

transit gloria mundi.<br />

Attilio Selvini<br />

già presidente della SIFET<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 39


REPORT<br />

di Massimiliano Toppi, Giorgia<br />

Pandolfi, Francesca Massetani<br />

TRACCIARE UN LABIRINTO<br />

DI MAIS CON IL GPS<br />

Il caso del Labirinto di HORT<br />

Velocizzare e semplificare le<br />

operazioni di tracciamento di un<br />

labirinto di mais, erano queste<br />

le esigenze sul tavolo, ma con<br />

lo sguardo già rivolto al futuro:<br />

guidare direttamente le operazioni<br />

di realizzazione dei percorsi, senza<br />

più necessità di tracciare sul campo<br />

il progetto realizzato in ufficio.<br />

I<br />

labirinti effimeri sono ricavati<br />

da terreni destinati<br />

alla coltivazione di colture<br />

annuali come il mais, e sono<br />

considerati tali in quanto si<br />

sviluppano con un intreccio<br />

di sentieri delimitati da pareti<br />

naturali che rimangono in vita<br />

solamente una stagione.<br />

Questi labirinti vengono realizzati<br />

allo scopo di farli diventare<br />

un vero e proprio palcoscenico<br />

per manifestazioni ed eventi<br />

estivi.<br />

Si sono inizialmente diffusi<br />

negli Stati Uniti e nei paesi anglosassoni,<br />

ma sono arrivati in<br />

Italia per la prima volta recentemente,<br />

in particolare in Emilia<br />

Romagna.<br />

Il Labirinto di HORT<br />

La HORT è una società cooperativa<br />

nata come spin-off<br />

dell’Università Politecnica delle<br />

Marche, costituita nel 2011 con<br />

lo scopo di fornire servizi in<br />

ambito agronomico con finalità<br />

tecniche, ricreative e didattiche.<br />

Dal 2012 progetta e realizza<br />

labirinti di mais nel territorio<br />

marchigiano e il labirinto di<br />

HORT può considerarsi la prima<br />

esperienza di un labirinto di<br />

mais con finalità turistica.<br />

La HORT realizza il primo<br />

labirinto di mais delle Marche<br />

nell’estate 2012 nel comune<br />

di Porto Recanati; il labirinto<br />

raffigurava la Basilica di Loreto<br />

ispirata al territorio che lo ospitava.<br />

Dal 2013 viene realizzato<br />

a Senigallia: il primo raffigurava<br />

la Rocca Roveresca e registrò<br />

ben 8.000 visitatori, il secondo,<br />

dedicato alla cinta muraria rinascimentale,<br />

riuscì a confermare<br />

il numero di visitatori dell’anno<br />

precedente, mentre il terzo, del<br />

2015, ispirato alla facciata del<br />

Palazzo Ducale di Urbino, portò<br />

a oltre 12.000 il numero dei<br />

visitatori.<br />

Nel 2016 la HORT decide di<br />

dedicare il suo labirinto a Bike<br />

the Nobel (candidatura della<br />

bicicletta a premio Nobel per<br />

la pace) la campagna promossa<br />

dalla trasmissione radiofonica<br />

Caterpillar, riproducendone fedelmente<br />

sul campo il logo.<br />

Radio 2 sposa l’iniziativa e<br />

la porta avanti con passione,<br />

fornendo un contributo fondamentale<br />

al raggiungimento<br />

del numero record di visitatori,<br />

arrivando a 15.000 presenze, un<br />

dato che consacra il Labirinto di<br />

HORT come una delle iniziative<br />

imprenditoriali più brillanti<br />

del territorio regionale e che<br />

raccoglie unanimi consensi dal<br />

mondo delle istituzioni locali e<br />

dai tanti turisti che nella stagio-<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

tware topografico Meridiana.<br />

La strumentazione GPS che<br />

Topcon Positioning Italy ha<br />

fornito gratuitamente per il<br />

picchettamento ha garantito<br />

maggiore velocità di esecuzione<br />

e un’assoluta affidabilità e<br />

precisione delle misure nelle<br />

operazioni di trasferimento del<br />

progetto dal modello CAD al<br />

terreno.<br />

Nella fattispecie sono stati utilizzati<br />

ricevitori GNSS Topcon<br />

HiPer V e HiPer HR, entrambi<br />

dotati di controller palmari con<br />

display ad alta visibilità.<br />

Francesca Massetani di HORT,<br />

responsabile tecnico del progetto,<br />

ha detto: “Per la trasposizione<br />

in campo del percorso del<br />

labirinto di mais, la società ha<br />

cercato un metodo innovativo<br />

che permettesse di evitare le operazioni<br />

iniziali di squadro con<br />

strumenti ottici e di velocizzare<br />

il tracciamento manuale dei sentieri,<br />

sostituendo le misurazioni<br />

mediante rotella metrica, con il<br />

picchettamento tramite GPS.<br />

Ne sono derivati vantaggi in terne<br />

estiva affollano la “spiaggia<br />

di velluto” ed il suo entroterra.<br />

Tracciare i progetti con<br />

metodi tradizionali<br />

Fino all’edizione 2016 per le<br />

operazioni di tracciamento sul<br />

campo dei labirinti, la HORT<br />

ha utilizzato le tradizionali<br />

tecniche degli allineamenti e<br />

squadri, realizzati con strumenti<br />

di vecchia generazione: squadro<br />

agrimensorio e cordella metrica,<br />

il che rendeva il lavoro sul campo<br />

lungo e faticoso.<br />

Inoltre, la tecnica dell’irrigazione<br />

a pioggia lasciava il terreno<br />

bagnato e non consentiva di<br />

utilizzare per intero il campo,<br />

riducendo così la potenziale<br />

percorribilità del labirinto.<br />

Il progetto <strong>2017</strong><br />

Per il <strong>2017</strong> la HORT ha progettato<br />

il disegno con l’idea di<br />

raffigurare un tema universale e<br />

lo ha tradotto nella rappresentazione<br />

di un apparecchio radio,<br />

un antico (ma attuale) e nobile,<br />

mezzo di comunicazione che fa<br />

sentire ma non vedere.<br />

La figura della radio con la<br />

sua complessità, si è rivelata<br />

ideale per il progetto del nuovo<br />

labirinto, al quale dona un<br />

tono attraente ed accattivante.<br />

L’aspetto della maggiore complessità<br />

del nuovo progetto lo<br />

si evince inoltre dal fatto che,<br />

secondo una stima della stessa<br />

HORT, si prevede che un visitatore<br />

medio possa compiere il<br />

tragitto all’interno del labirinto<br />

in un’ora e mezzo, percorrendo<br />

fino a 4 km, tempi e distanze<br />

che ipoteticamente possono<br />

ridursi della metà per un visitatore<br />

“infallibile”.<br />

Le maggiori difficoltà dovute<br />

alla complessità del nuovo progetto<br />

hanno spinto la HORT a<br />

cercare nuove soluzioni per la<br />

realizzazione del tracciamento<br />

sul campo, e hanno fatto nascere<br />

l’esigenza di avviare una<br />

collaborazione con un’azienda<br />

di strumentazione topografica<br />

e Topcon ha subito sposato con<br />

entusiasmo la proposta di partecipare<br />

al progetto come sponsor<br />

tecnico.<br />

Francesca Massetani di HORT<br />

aveva le idee molto chiare su<br />

come affrontare il lavoro sul<br />

campo per l’edizione <strong>2017</strong>, e<br />

un breve incontro in Topcon ha<br />

delineato da subito l’opzione<br />

migliore: utilizzare il GPS.<br />

Un paio di successivi meeting<br />

con Gabriele Potenza (Product<br />

Manager di TPI) sono stati sufficienti<br />

per impostare il lavoro<br />

di rilievo del campo di mais e<br />

la successiva georeferenziazione<br />

del progetto CAD all’interno<br />

dell’ambiente grafico del sof-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 41


REPORT<br />

mini di tempo e di accuratezza<br />

soprattutto nella trasposizione<br />

di tratti lunghi, nei quali gli<br />

eventuali errori manuali verrebbero<br />

amplificati. Inoltre, la<br />

soluzione ha permesso di utilizzare<br />

agevolmente tutte le aree<br />

del campo, anche quelle dove la<br />

semina del mais non segue una<br />

direzione regolare, e di realizzare<br />

forme più complesse.<br />

Un auspicabile miglioramento<br />

infine, risiederebbe nella possibilità<br />

di guidare direttamente<br />

le operazioni di realizzazione<br />

dei percorsi, superando la fase<br />

intermedia di picchettamento e<br />

tracciamento”.<br />

Conclusioni<br />

La HORT ha progettato il labirinto<br />

pensandolo come una<br />

grande aula didattica con lo<br />

scopo di avvicinare il pubblico<br />

ai temi della campagna e pertanto<br />

all’interno del labirinto<br />

saranno allestiti pannelli descrittivi<br />

al fine di valorizzare il<br />

territorio.<br />

Sono inoltre previsti eventi di<br />

varia natura, sia a carattere ludico<br />

che rivolti ad un pubblico<br />

professionale, agricoltori compresi,<br />

per far vivere il labirinto<br />

come un luogo sperimentale e<br />

puntare a superare il numero<br />

record di visitatori dello scorso<br />

anno.<br />

Topcon Positioning Italy, orgogliosa<br />

di aver fornito il proprio<br />

contributo al progetto, si congratula<br />

con HORT per aver<br />

superato anche quest’anno il record<br />

di presenze e raccomanda<br />

a tutti visitatori della prossima<br />

edizione di… non perdersi!<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GNSS; picchettamento; innovazione; agricoltura di precisione<br />

ABSTRACT<br />

This job comes from a need of HORT of Ancona, a company born as a spin-off of Università Politecnica<br />

delle Marche, and which now provides agronomic services, to look for an innovative method to<br />

layout the path of a corn labyrinth on the field, a recreational-educational activity of which HORT is<br />

a specialist, as it is about to inaugurate the sixth edition, this year in Senigallia as well, Marche Region.<br />

HORT needed a new solution that would allow it to avoid performing ‘alignment and squares’ operations<br />

with old-fashioned optical instruments, and speed up manual path tracking, a solution that was<br />

found with Topcon Positioning Italy's contribution through the use of modern, multi-constellation<br />

GPS receivers.<br />

AUTORE<br />

Massimiliano Toppi<br />

mtoppi@topcon.com<br />

Marketing Communications Manager c/o Topcon Positioning Italy<br />

Giorgia Pandolfi<br />

giorgia.pandolfi@savoiabenincasa.it<br />

stagista c/o Topcon Positioning Italy<br />

Francesca Massetani<br />

f.massetani@hort.it<br />

Responsabile Tecnico c/o HORT Soc. Coop.<br />

Credits della foto di copertina (labirinto <strong>2017</strong>): Manlio Marchetti<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 43


REPORT<br />

Il Remote Sensing per l’individuazione<br />

delle Zone di Gestione nei vigneti<br />

di Elisabetta Mattioli, Sara<br />

Antognelli, Antonio Natale,<br />

Velia Sartoretti<br />

Le zone di gestione sono<br />

estremamente importanti nella<br />

viticoltura e, più in generale,<br />

nella gestione di qualsiasi<br />

appezzamento secondo le<br />

tecniche del precision farming.<br />

Attraverso nuove tecnologie è<br />

possibile identificare macroaree<br />

all’interno del campo,<br />

omogenee per aspetti vegetativi<br />

e produttivi, con l’obiettivo di<br />

gestire gli appezzamenti in modo<br />

sito specifico.<br />

È<br />

ormai affermata la consapevolezza<br />

che in uno<br />

stesso vigneto aree differenti<br />

possono dare, a parità di<br />

condizioni agronomiche, vini<br />

diversi.<br />

La variabilità spaziale all’interno<br />

di un vigneto è stata da sempre<br />

un problema di difficile misura<br />

e gestione e costituisce una<br />

criticità maggiore che affligge i<br />

viticoltori, soprattutto nella loro<br />

ricerca di valorizzare pienamente<br />

il potenziale enologico delle<br />

proprie uve.<br />

Questa variabilità determina,<br />

infatti, differenze vegetative e<br />

produttive che si ripercuotono<br />

anche pesantemente sul prodotto<br />

finale.<br />

La variabilità, o meglio l’impossibilità<br />

di gestirla, determina<br />

inefficienza di conduzione,<br />

incertezza della produzione e<br />

inconsistenza della qualità.<br />

Gestire la variabilità vuol dire<br />

conoscere i fattori che influenzano<br />

qualità e resa e che possono<br />

essere modificati con una<br />

gestione agronomica informata<br />

e razionale.<br />

Le fonti di variabilità spaziale<br />

in agricoltura sono molteplici,<br />

d’altronde solo alcune di queste<br />

rimangono stabili nel tempo;<br />

altre mutano continuamente in<br />

funzione della stagionalità, degli<br />

eventi climatici e meteorologici,<br />

delle operazioni agronomiche.<br />

Alla gestione della variabilità<br />

spaziale si aggiunge la complessità<br />

della variabilità temporale.<br />

Conoscere, misurare e correlare<br />

l’insieme o una parte di queste<br />

variabili con i risultati quantitativi<br />

e qualitativi della produzione<br />

e soprattutto comprendere in<br />

che modo avviene l’interazione<br />

tra i fattori, conduce, in ultima<br />

istanza, il viticoltore a poter<br />

fare delle predizioni accurate e<br />

spazializzate dei comportamenti<br />

e dei risultati. Questo gli permette<br />

di declinare il paradigma<br />

dell’Agricoltura di Precisione<br />

pianificando in maniera differenziale<br />

o sito specifica la gestione<br />

colturale e le vinificazioni<br />

e trarre il maggior beneficio<br />

possibile dal proprio vigneto.<br />

Alcune delle sfide critiche nel<br />

successo e nella larga adozione<br />

dell’Agricoltura di Precisione<br />

in Europa sono legate al superamento<br />

del rischio di investimento,<br />

alla percezione di complessità<br />

riguardo le soluzioni<br />

tecnologiche e alla determinazione<br />

dei benefici specifici per il<br />

singolo produttore.<br />

Nella valutazione dell’adozione<br />

di tecnologie e metodi del<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Precision Farming, l’agricoltore,<br />

come qualsiasi imprenditore,<br />

considera prima di tutto il profitto<br />

ed i benefici diretti che la<br />

sua attività e l’azienda ne possono<br />

trarre.<br />

Misurare tutte o molte delle<br />

fonti di variabilità spaziale e<br />

temporale che influenzano la<br />

produttività di un vigneto, in<br />

questo senso, appare un processo<br />

costoso ed oneroso, dunque<br />

inappropriato alla realtà aziendale.<br />

Il processo dell’applicazione delle<br />

strategie di gestione sito-specifica<br />

deve iniziare utilizzando<br />

le informazioni già in possesso<br />

delle aziende e proseguire raccogliendo<br />

nuovi dati che possono<br />

essere misurati in campo o acquisiti<br />

tramite analisi di immagini<br />

multispettrali da Remote<br />

Sensing.<br />

Quest’ultimo risulta attualmente<br />

uno dei mezzi più potenti ed<br />

efficienti in termini di rapporto<br />

costi-benefici per l’acquisizione<br />

di dati multitemporali in agricoltura<br />

e che quindi sembrano<br />

meglio rispondere al compromesso<br />

dettato dalla cautela propria<br />

di un’azienda che si affaccia<br />

all’innovazione.<br />

I sensori multispettrali sono<br />

strumenti in grado di registrare<br />

la quantità di energia riflessa<br />

e trasmessa dagli oggetti della<br />

superficie terrestre nelle diverse<br />

lunghezze d’onda dello spettro<br />

elettromagnetico (generalmente<br />

visibile e infrarosso).<br />

Nella loro applicazione agricola,<br />

la quantità di radiazione riflessa<br />

e trasmessa nella regione del<br />

visibile (400-700 nm), è relativamente<br />

bassa, ad eccezione<br />

del picco nella regione del verde<br />

(struttura cellulare e pigmenti<br />

fotosintetici).<br />

Nel vicino infrarosso (700-1350<br />

nm) le foglie assorbono poco, a<br />

causa della struttura del mesofillo<br />

fogliare e quindi la riflettanza<br />

e la trasmittanza sono molto<br />

alte.<br />

Il passaggio tra valori di riflessione<br />

bassi nel rosso ed alti<br />

nell’infrarosso è molto rapido:<br />

questa porzione dello spettro,<br />

denominata Red Edge, è molto<br />

utilizzata nello studio dello stato<br />

di salute della vegetazione.<br />

I dati raccolti per ogni canale<br />

possono essere comparati, combinati<br />

o matematicamente manipolati<br />

per generare indici ed<br />

immagini utili per i viticoltori.<br />

Diversi tipi di indici multi-spettrali<br />

di vegetazione sono stati<br />

sviluppati per massimizzare la<br />

correlazione dell’immagine con<br />

la quantificazione e qualificazione<br />

della vegetazione.<br />

Molti autori hanno dimostrato<br />

che gli indici vegetazionali, tra<br />

cui il più solido è il Normalised<br />

Difference Vegetation Index<br />

(NDVI), sono in grado di fornire<br />

informazioni di valore non<br />

solo circa lo stato vegetativo del<br />

vigneto, ma anche circa la resa e<br />

la composizione delle uve, pH,<br />

acidità, contenuto zuccherino e<br />

componenti fenolici (Lamb et al<br />

2004; Arnó et al 2011).<br />

L’NDVI è correlato all’area<br />

fogliare e costituisce un utile<br />

indicatore dello sviluppo e del<br />

vigore complessivo del vigneto.<br />

Dall’analisi di questo indice si<br />

possono identificare le variazioni<br />

della crescita all’interno del<br />

vigneto, così come identificare e<br />

mappare i cambiamenti che avvengono<br />

tra un anno e un altro.<br />

Le differenze nella crescita possono<br />

seguire uno schema, un<br />

pattern, regolare o casuale.<br />

Schemi regolari con linee dritte<br />

o forme geometriche sono spesso<br />

correlate a differenze dovute<br />

alla cultivar o alla varietà tra<br />

una parcella ed un’altra, oppure<br />

al tipo di portainnesto, alle<br />

diverse pratiche di irrigazione o<br />

concimazione effettuate, o infine<br />

ad altri fattori correlati con<br />

le unità parcellari.<br />

Schemi che invece seguono un<br />

andamento casuale o irrego-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 45


REPORT<br />

lare sono molto più frequenti<br />

e riconducibili a differenze<br />

pedologiche o allo sviluppo di<br />

avversità.<br />

In ogni caso, qualsiasi sia l’andamento<br />

spaziale della variabilità,<br />

le cause delle differenze<br />

di sviluppo devono essere diagnosticate<br />

utilizzando tutte le<br />

informazioni disponibili circa<br />

le variabili delle unità parcellari<br />

combinate necessariamente con<br />

delle verifiche in campo.<br />

Grazie agli elementi di comprensione<br />

delle differenze di<br />

vigoria tra le parcelle e all’interno<br />

delle parcelle, forniti dalle<br />

immagini, il viticoltore può<br />

realizzare dei campionamenti<br />

differenziati e ragionati per porzioni<br />

di vigneto, migliorando<br />

enormemente la significatività e<br />

l’efficienza del campionamento.<br />

Oltre ad identificare aree con<br />

crescita ridotta della chioma o<br />

basso vigore, le immagini sono<br />

molto utili nel rilevare i cambiamenti<br />

interannuali. Le comparazioni<br />

tra un anno ed un<br />

altro possono essere di notevole<br />

supporto nell’identificazione<br />

delle problematiche; aiutano a<br />

discriminare, ad esempio, problematiche<br />

di origine fitosanitaria<br />

dagli effetti delle condizioni<br />

del suolo.<br />

Inoltre, tramite analisi delle<br />

immagini si possono verificare e<br />

monitorare gli effetti conseguenti<br />

alle azioni rimediatrici, per valutarne<br />

l’efficacia. Le immagini<br />

possono essere utilizzate per<br />

tracciare l’andamento colturale<br />

nel tempo, in seguito ad interventi<br />

colturali specifici, come<br />

l’aumento della concimazione,<br />

l’irrigazione differenziale o pratiche<br />

di gestione del suolo sitospecifiche.<br />

Molte aziende utilizzano il<br />

Remote Sensing per migliorare<br />

la qualità del vino attraverso<br />

la vendemmia differenziale basandosi<br />

sull’indice di vigoria,<br />

NDVI. Questo indice è stato<br />

anche correlato con i livelli di<br />

solidi solubili e con il contenuto<br />

fenolico nelle cultivar rosse.<br />

Permettendo a diverse sezioni di<br />

maturare nella stessa misura prima<br />

di vendemmiarle, la qualità<br />

complessiva del vino migliora. I<br />

blocchi che storicamente hanno<br />

prodotto vini di qualità media,<br />

possono generare vini di qualità<br />

nettamente superiore quando<br />

scelti sulla base della maturità<br />

uniforme. Nonostante la sua<br />

predominanza applicativa,<br />

l’NDVI non è l’unico indice in<br />

grado di fornire informazioni<br />

utili all’agricoltore, molti altri<br />

sono riconosciuti come espressione<br />

indiretta ma correlata con<br />

specifici parametri di campo.<br />

Inoltre è necessario rendere gli<br />

indici dei prodotti operativamente<br />

fruibili dall’azienda attraverso<br />

la loro generalizzazione e<br />

semplificazione in aree omogenee<br />

di risposta multispettrale o<br />

zone di gestione.<br />

Le zone di gestione sono estremamente<br />

importanti per l’agricoltura<br />

di precisione, identificando<br />

macro-aree all’interno del<br />

campo in cui i fattori limitanti<br />

sono diversi dal resto dell’appezzamento,<br />

permettono e<br />

guidano la gestione agronomica<br />

differenziale o sito specifica.<br />

Le zone di gestione possono essere<br />

create dalla generalizzazione<br />

di un unico indice, derivare dalla<br />

sovrapposizione di più indici<br />

multispettrali, oppure dall’integrazione<br />

di dati da satellite<br />

con dati di diversa origine (es.<br />

da monitoraggio in campo) che<br />

definiscono una diversa variabilità<br />

spaziale specifica per ciascun<br />

fattore rilevato.<br />

Le zone di gestione si distinguono,<br />

quindi, in:<br />

4 factor-specific: derivanti<br />

dalla generalizzazione di un<br />

indice alla volta interpretato<br />

in funzione delle correlazioni<br />

verificate tra i suoi valori e<br />

specifici fenomeni in campo.<br />

Alcuni degli indici che si<br />

sono dimostrati espressione<br />

significativa di un carattere<br />

sono ad esempio il CHLRE<br />

- Chlorophyll Red-edge<br />

(Gitelson 2011, 2013): correlato<br />

alla clorofilla presente<br />

nella pianta, e quindi in<br />

grado di rilevare deficit dello<br />

stato vegetativo, NDMI<br />

- Normalized Difference<br />

Moisture Index correlato con<br />

il deficit idrico.<br />

In questo scenario, le zone risultano<br />

internamente uniformi<br />

per livello di un fattore di stress<br />

specifico come stress idrico,<br />

stress nutrizionale, presenza di<br />

fitopatie ecc.; subiscono facilmente<br />

variazioni nel tempo in<br />

relazione alla variazione di eventi<br />

climatici e pratiche colturali.<br />

Le zone di gestione factorspecific<br />

possono dare informazioni<br />

per la gestione di un<br />

singolo fattore di produzione.<br />

Ad esempio, indici basati sullo<br />

SWIR (Short Wave Infrared),<br />

indicando un diverso livello di<br />

46 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

stress idrico, possono essere utilizzati<br />

per informazioni accurate<br />

sull’irrigazione.<br />

Le zone di gestione factor specific<br />

possono essere integrate in<br />

funzioni ancora più avanzate,<br />

poiché grazie ai dati da satellite<br />

e a modelli di bilancio idrico e<br />

nutrizionale, è possibile produrre<br />

mappe di prescrizione dettagliate<br />

che permetteranno anche<br />

la spazializzazione differenziale<br />

delle quantità di input da somministrare<br />

alla coltura.<br />

4 multipurpose: derivate<br />

cioè dalla sovrapposizione<br />

ragionata di più indici<br />

multispettrali. Alcuni degli<br />

indici integrati a creare un<br />

indice globale di benessere<br />

sono il già citato NDVI oltre<br />

al CHLRE, l’NDMI ed<br />

altri.<br />

Le zone risultano internamente<br />

uniformi per livello di benessere<br />

della coltura, dovuto a diversi fattori<br />

correlati, come vigoria, stress<br />

idrico e fitopatie; sono tendenzialmente<br />

stabili nel tempo.<br />

Le zone di gestione multipurpose<br />

suddividono il campo in<br />

diversi livelli di benessere della<br />

coltura (solitamente 3 o 5) e<br />

possono essere utilizzate come<br />

un’efficace guida per le osservazioni<br />

in campo, in quanto<br />

permettono l’identificazione di<br />

sub-campioni statisticamente<br />

rappresentativi all’interno di<br />

ogni zona. In base alle conoscenze<br />

dell’agricoltore, ai dati<br />

da campionamento e agli indici<br />

utilizzati, queste zone di gestione<br />

possono essere utilizzate<br />

anche per eseguire concimazioni,<br />

irrigazioni, trattamenti fitosanitari<br />

e raccolta con tecniche<br />

differenziate.<br />

Una piattaforma per la gestione<br />

dell’azienda agricola<br />

La piattaforma Agricolus è una<br />

soluzione completa per l’azienda<br />

agricola, in quanto permette<br />

di gestire i diversi aspetti della<br />

produzione. Agricolus ha una<br />

struttura modulare flessibile,<br />

che permette una configurazione<br />

personalizzata del sistema. In<br />

questo modo, la piattaforma è<br />

facilmente adattabile alle esigenze<br />

di diversi utilizzatori.<br />

La versione Free di Agricolus<br />

supporta le decisioni comuni a<br />

diverse colture. Questa versione<br />

contiene funzionalità di base<br />

che permettono la georeferenziazione<br />

e la gestione degli<br />

appezzamenti, offrendo un<br />

semplice ed efficace strumento<br />

cartografico per il controllo<br />

completo delle colture presenti<br />

in azienda. Inoltre, permette<br />

la caratterizzazione pedologica<br />

degli appezzamenti mediante<br />

la spazializzazione dei risultati<br />

delle analisi del suolo comunemente<br />

effettuate dalle aziende<br />

agricole e fornisce alcuni indici<br />

da satellite che descrivono la<br />

vigoria delle colture. Su questa<br />

base, disponibile gratuitamente,<br />

si innestano funzionalità più<br />

avanzate.<br />

Agricolus propone anche una<br />

versione Premium, in cui sono<br />

disponibili funzioni avanzate<br />

applicabili a più colture, che<br />

permettono il calcolo del fabbisogno<br />

irriguo o nutrizionale, la<br />

gestione delle rotazioni colturali<br />

e la definizione delle zone di gestione<br />

dei campi. Gli innovativi<br />

algoritmi proposti da Agricolus<br />

permettono di confrontare tra<br />

loro le zone di gestione di tutti i<br />

campi aziendali coltivati con la<br />

stessa varietà o coltura, in modo<br />

da offrire un supporto efficace<br />

alla calendarizzazione delle operazioni<br />

colturali a livello aziendale.<br />

Inoltre, Agricolus permette<br />

di utilizzare le zone di gestione<br />

come base per funzionalità<br />

avanzate, in quanto, integrando<br />

modelli di bilancio idrico e nutrizionale,<br />

permette di produrre<br />

mappe di prescrizione dettagliate<br />

per la spazializzazione differenziale<br />

delle quantità di input<br />

da somministrare alla coltura.<br />

Alcune colture presentano<br />

caratteristiche peculiari, che<br />

implicano che gli agricoltori si<br />

confrontino ogni giorno con<br />

problematiche specifiche. Per<br />

queste colture, Agricolus propone<br />

alcuni moduli crop-specific<br />

che beneficiano di efficaci algoritmi<br />

predittivi dello stadio<br />

di sviluppo dei patogeni, e di<br />

funzionalità specifiche per la<br />

raccolta dei dati in campo tipici<br />

di ciascuna coltura. Ad esempio,<br />

il modulo Oliwes permette la<br />

gestione accurata dell’oliveto,<br />

grazie ad apposite funzionalità<br />

che permettono di monitorare<br />

le infestazioni di mosca dell’olivo<br />

(Bactrocera Oleae) ed altri patogeni<br />

specifici, mentre Tobacco<br />

DSS permette un’efficace gestione<br />

colturale e fitopatologica del<br />

tabacco. Grape DSS permette<br />

di ottimizzare la gestione del vigneto,<br />

grazie a modelli e funzionalità<br />

per la gestione dei principali<br />

parassiti e delle più delicate<br />

operazioni colturali. GrapeDSS<br />

supporta anche la raccolta dati<br />

per il monitoraggio qualitativo e<br />

quantitativo dei diversi vitigni,<br />

permettendo di visualizzare cartograficamente<br />

e graficamente i<br />

principali parametri qualitativi,<br />

lo stato di maturazione e le stime<br />

anticipate della resa.<br />

Un caso applicativo su vigneto<br />

Nell’annata 2016/17, le zone di<br />

gestione sono state identificate<br />

in un’azienda vitivinicola del<br />

centro Italia. L’azienda si estende<br />

per circa 100 ha, in media<br />

collina. L’annata 2016/17 è stata<br />

caratterizzata da una situazione<br />

di stress idrico che ha caratterizzato<br />

tutto il centro Italia e ha<br />

determinato un’anticipazione<br />

del periodo di raccolta dell’uva,<br />

con un decremento delle rese<br />

rispetto alla media.<br />

Il modulo Remote Sensing ha<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 47


REPORT<br />

permesso di definire le zone di gestione generiche<br />

utilizzando i soli dati da satellite. Le<br />

zone di gestione sono state determinate sulla<br />

base di indici di vegetazione, di clorofilla e di<br />

stress idrico e in seguito validate con osservazioni<br />

visive in campo, che hanno confermato<br />

l’effettiva corrispondenza con il livello di stress<br />

mostrato dalle colture attraverso sintomi come<br />

ridotta greenness delle foglie, e ridotta vegetazione.<br />

Grazie alle zone di gestione, l’azienda ha<br />

potuto eseguire il campionamento stratificato<br />

in campo dei principali parametri quantitativi<br />

(numero di grappoli e peso medio dei<br />

grappoli) migliorando la rappresentatività del<br />

campione con un numero inferiore di prelievi.<br />

Questo ha permesso la stima precoce della resa<br />

e la valutazione della necessità di diradamento<br />

di ciascun campo. La stessa procedura è stata<br />

applicata al monitoraggio dei parametri qualitativi<br />

(zuccheri, pH e acidità). L’azienda ha<br />

potuto monitorare la variazione dello stadio<br />

di maturazione dei vitigni nel tempo per ogni<br />

zona. A causa della siccità che ha caratterizzato<br />

l’annata e la maturazione precoce, le zone di<br />

gestione sono risultate particolarmente utili<br />

per gestire la vendemmia differenziale.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

Lamb, D.W., Weedon, M.M., Bramley, R.G.V. (2004) Using Remote Sensing to<br />

predict grape phenolics and colour at harvest in a Cabernet Sauvignon vineyard.<br />

Arnó, J., Rosell, J.R., Blanco, R., Ramos, M.C., Martínez-Casasnovas, J.A. (2011)<br />

Spatial variability in grape yield and quality influenced by soil and crop nutrition<br />

characteristics.<br />

Viña, A., Gitelson, A.A., Nguy-Robertson, A.L., Yi Peng. (2011) Comparison of different<br />

vegetation indices for the remote assessment of green leaf area index of crops.<br />

Clevers, J.G.P.W., Gitelson, A.A. (2013) Remote estimation of crop and grass chlorophyll<br />

and nitrogen content using red-edge bands on Sentinel-2 and -3.<br />

Ji, L., Zhang, L., Wylie, B.K., Rover, J.A., (2010) On the terminology of the spectral<br />

vegetation index (NIR – SWIR)/(NIR + SWIR), International Journal of Remote<br />

Sensing.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

REMOTE SENSING; VIGNETO; PRECISION FARMING; AGRICOLUS<br />

ABSTRACT<br />

Spatial variability inside a vineyard has been always difficult to be measured in order to<br />

valorize the enological potential of the grapes. Remote Sensing is a technique that can<br />

be used for improving wine quality through the identification of Management Zones<br />

in the fields and the consequent differential grape harvest. The technique is based on<br />

the use of Vigor Vegetation Indices, that allow to identify the variations of the grape<br />

growth and the composition of the grape in the vineyard, and the changes that happen<br />

over time. Agricolus software provides these features and it has been used successfully<br />

in some vineyards in the center of Italy.<br />

AUTORE<br />

Elisabetta Mattioli, e.mattioli@agricolus.com<br />

Sara Antognelli, s.antognelli@agricolus.com<br />

Antonio Natale, a.natale@agricolus.com<br />

Velia Sartoretti, v.sartoretti@agricolus.com<br />

Agricolus srl<br />

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48 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong><br />

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This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020<br />

research and innovation programme under grant agreement No 720121


REPORT<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2017</strong> 49


AGENDA<br />

18-21 marzo 2018<br />

GI4DM 2018 -<br />

Geoinformation for Disaster<br />

Management<br />

Istanbul (Turkey)<br />

www.geoforall.it/kww3r<br />

16-19 Gennaio 2018<br />

Geospatial World Forum<br />

Hyderabad (India)<br />

www.geoforall.it/kwacw<br />

23 – 24 Gennaio 2018<br />

Praga (Repubblica Ceca)<br />

Prague INSPIRE Hack 2018<br />

www.geoforall.it/kwuxk<br />

19-22 Febbraio 2018<br />

FOSS4G Italia<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/kwwh3<br />

20-23 marzo 2018<br />

3rd GEO Data Providers<br />

Workshop<br />

Frascati<br />

www.geoforall.it/kwu3y<br />

26 - 29 March 2018<br />

RSCy2018 Cyprus Sixth<br />

International Conference on<br />

Remote Sensing and Geoinformation<br />

of Environment<br />

Cyprus<br />

www.geoforall.it/kwukw<br />

6-11 maggio 2018<br />

Istanbul (Turkey)<br />

FIG Congress<br />

www.geoforall.it/k9cwx<br />

22 - 23 maggio 2018<br />

London (UK)<br />

GEO Business 2018<br />

www.geoforall.it/kwxyc<br />

30-31 Maggio 2018<br />

Simposio NIRITALIA 2018<br />

Genova<br />

www.geoforall.it/kwwyq<br />

7-4 giugno 2018<br />

The ISPRS Technical<br />

Commission II Symposium<br />

"Towards Photogrammetry<br />

2020"<br />

Riva del Garda (Italy)<br />

www.geoforall.it/kwwfa<br />

13-15 giugno 2018<br />

21st International AGILE<br />

Conference<br />

AGILE 2018 "Geospatial<br />

Technologies for All"<br />

Lund (Sweden)<br />

www.geoforall.it/kw9w4<br />

10 - 13 settembre 2018<br />

2018 SPIE Remote Sensing<br />

symposium<br />

Berlin (Germany)<br />

www.geoforall.it/kwuxx<br />

19 - 21 Settembre 2018<br />

Remtech Expo 2018<br />

Ferrara<br />

www.geoforall.it/kwwyr<br />

16 - 18 ottobre 2018<br />

INTERGEO 2018<br />

Frankfurt (Germany)<br />

www.geoforall.it/kwux9<br />

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❚❚Dimensioni Spot Laser 8mm x 20mm a 50 metri<br />

❚❚Doppio Display da 5” WVGA a colori Touch Screen ❚❚Tecnologia di misura brevettata Wave Form Digitizing (WFD)<br />

❚❚IP65/MIL-STD-810G<br />

❚❚Fotocamera grandangolare campo di vista di 19.4°,<br />

❚❚Temperatura operativa da -20°C a +50°C<br />

sensore da 5 MPixel CMOS<br />

❚❚Motorizzazione basata su tecnologia Piezo<br />

❚❚Fotocamera coassiale campo di vista 1.5°<br />

(velocità 200gon/sec.)<br />

❚❚Messa a fuoco automatica - 30 ingrandimenti (Autofocus)<br />

❚❚Precisione angolare Hz e V 1” (0.3mgon)<br />

❚❚Live Stream a 20Hz<br />

❚❚Nuova tecnologia di ricerca automatica del Target “ATR Plus” ❚❚Immagini collegate ai dati misurati<br />

❚❚Tecnologia brevettata MERGETEC<br />

❚❚Visualizzazione e gestione del rilievo in 3D a bordo<br />

❚❚Scansione Laser con precisione angolare di 1” fino a (scansioni e misure puntuali TPS/GNSS)<br />

1000 metri<br />

❚❚Gestione applicativi specifici (monitoraggio ambientale e<br />

❚❚Velocità di scansione di 1000pti/sec. fino a 300 metri As Built, ambito ferroviario, costruzione di gallerie ecc.)<br />

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