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TRAKS MAGAZINE 12

TRAKS MAGAZINE cambia faccia: con il nuovo numero tutto rinnovato dal punto di vista grafico arriva anche l'edizione italiana e artisti anche stranieri o mainstream in copertina. Si (ri)parte da Zibba, TC&I, Joshua Hyslop, John Malcovitch!, Perina, Felloni, Serpe in Seno e molti altri!

TRAKS MAGAZINE cambia faccia: con il nuovo numero tutto rinnovato dal punto di vista grafico arriva anche l'edizione italiana e artisti anche stranieri o mainstream in copertina. Si (ri)parte da Zibba, TC&I, Joshua Hyslop, John Malcovitch!, Perina, Felloni, Serpe in Seno e molti altri!

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intervista<br />

Serpe in seno<br />

Arrivate dalla periferia di Treviso<br />

e amate molto i suoni pesanti,<br />

sporchi e cattivi. Potete<br />

raccontare qualcos’altro a proposito<br />

dei Serpe in Seno?<br />

Non abbiamo tatuaggi. Non siamo<br />

contrari, forse, non abbiamo bisogno<br />

di tatuaggi. Siamo persone più<br />

o meno semplici, piuttosto opposti<br />

fra di noi in tutto. Non ascoltiamo<br />

la stessa musica e quando non suoniamo<br />

facciamo cose diverse. Ridiamo.<br />

Capita sia difficile trovarsi<br />

d’accordo, si scende a compromessi.<br />

Parliamo. Tre è un numero che<br />

permette una maggioranza veloce,<br />

vige la democrazia, così è più facile<br />

scrollarsi delle responsabilità. Cospiriamo.<br />

La maggioranza non raggiunge<br />

mai l’unanimità, voto unanime?<br />

Scelta sbagliata. Fine del gioco.<br />

Inserire una moneta. Non abbiamo<br />

tatuaggi.<br />

Leggo dalla presentazione del<br />

vostro disco: “l’attività live comincia<br />

dopo diversi mesi di<br />

lisergica sperimentazione sui<br />

suoni sui ritmi e sulle vibrazioni,<br />

e sul loro effetto sul fisico<br />

umano”. Che effetti ha sul fisico<br />

la vostra musica?<br />

Stiamo facendo dei test su alcune<br />

persone, cavie per esperimenti, ma<br />

è ancora presto per parlare di risultati<br />

certi. Alcune prove sono state<br />

eseguite invano su degli scimpanzè<br />

provenienti da Camerun e Nigeria,<br />

dove la musica già ce l’avevano,<br />

ma qui preferiscono Netflix. Per<br />

migliori risultati, forse la domanda<br />

andrebbe fatta a chi ha ascoltato il<br />

disco, tuttavia, su di noi che la facciamo,<br />

be’, ci lascia piacevolmente<br />

stanchi. Espelliamo tossine. Il fischio<br />

nelle orecchie sfuma nell’arco<br />

della notte. La voce e le vesciche<br />

si rimarginano. E’ un allenamento<br />

come un altro. Mantiene un filo di<br />

elettricità nel corpo.<br />

Vorrei sapere qualcosa di più<br />

della genesi de “La Ballata del<br />

Vile”<br />

La ballata del vile,<br />

dapprima “la ballata<br />

dell’oste e del vile” e da<br />

bozza “canzone dell’ubriacone”,<br />

è un pezzo intriso<br />

di vino fino ai vari significati. E’<br />

un percorso sfocato nell’eccesso di<br />

alcool. Spalla a spalla con il muro.<br />

E’ vagare senza meta né orologio<br />

da un’insegna accesa a un’altra,<br />

scherzando con chi ti piace, urlando<br />

contro a chi non ti piace. Nella<br />

maggior parte di entrambi i casi, le<br />

stesse persone. La ballata è ridere<br />

di qualcuno che vomita. E’ pisciare<br />

in un vicolo o pisciarsi addosso.<br />

E’ la consapevolezza del maledirsi<br />

il mattino che segue, e il conforto<br />

di ritrovare lo stesso sgabello, sedercisi,<br />

e ordinare il primo giro col<br />

sorriso sfacciato. La ballata è rollìo<br />

e residuo d’equilibrio. E’ l’attimo di<br />

lucidità alle quattro del mattino. La<br />

ballata, è il tempo che ti serve. Viviamo<br />

in un paese coltivato a nebbie<br />

e vigneti dove la tradizione è<br />

cultura. Ti aspettavi qualcos’altro?<br />

Chi io? No.<br />

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