syndicom rivista N. 4 - Ridateci il nostro tempo!
Il periodico syndicom offre informazioni dal sindacato e dalla politica: la nostra rivista fa luce sui retroscena, mette ordine e offre spazio anche per la cultura e l’intrattenimento. La rivista cura il dialogo sui social media e informa riguardo ai più importanti eventi, servizi e offerte di formazione del sindacato e di organizzazioni vicine.
Il periodico syndicom offre informazioni dal sindacato e dalla politica: la nostra rivista fa luce sui retroscena, mette ordine e offre spazio anche per la cultura e l’intrattenimento. La rivista cura il dialogo sui social media e informa riguardo ai più importanti eventi, servizi e offerte di formazione del sindacato e di organizzazioni vicine.
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26 Rubriche<br />
Idee<br />
Il tuo biglietto da visita<br />
Alcuni corsi Helias si rivolgono a<br />
specialisti del settore, come i grafici<br />
e i comunicatori visivi. Altri, invece,<br />
sono indirizzati a un pubblico più<br />
ampio. Come “L’offerta è <strong>il</strong> tuo biglietto<br />
da visita” (in giugno a Bellinzona),<br />
che è stato concepito per gli<br />
indipendenti di tutte le professioni,<br />
in un’epoca in cui <strong>il</strong> lavoro freelance<br />
si sta diffondendo sempre di più. “Il<br />
ruolo più importante in un’offerta –<br />
spiega <strong>il</strong> docente Stefano Gazzaniga<br />
– lo gioca <strong>il</strong> rapporto qualità-prezzo,<br />
che è spesso determinante per <strong>il</strong> suo<br />
successo. Tuttavia è possib<strong>il</strong>e migliorare<br />
considerevolmente la propria<br />
posizione indipendentemente<br />
da esso, prestando attenzione nel<br />
seguire i consigli riguardo ai contenuti,<br />
alla strutturazione e alla formulazione<br />
dell’offerta, che verranno<br />
discussi durante <strong>il</strong> corso. Un’offerta<br />
precisa e ben strutturata evidenzia<br />
un approccio professionale al lavoro,<br />
aumentando la possib<strong>il</strong>ità che <strong>il</strong><br />
cliente scelga di affidarsi a una persona<br />
piuttosto che a un’altra”. Il<br />
corso sarà orientato alla pratica, fornendo<br />
spunti di discussione e i partecipanti<br />
saranno chiamati a portare<br />
le proprie esperienze professionali.<br />
Il corso è rivolto a indipendenti,<br />
rappresentanti ma anche ai collaboratori<br />
attivi nella vendita interna<br />
di tutta la comunicazione. Nei due<br />
incontri previsti, ogni partecipante<br />
porterà alcune proprie offerte, che<br />
verranno discusse e analizzate e verranno<br />
elaborati consigli in modo da<br />
presentare non solo un’offerta, bensì<br />
voi stessi, la vostra attività e soprattutto<br />
la vostra professionalità.<br />
Il docente, Stefano Gazzaniga vicedirettore<br />
di viscom Svizzera, responsab<strong>il</strong>e<br />
dei settori innovazione, management<br />
e ambiente, si occupa<br />
della formazione in Ticino.<br />
(Giovanni Valerio)<br />
La lista dei corsi Helias e i formulari di<br />
iscrizione si trovano al sito helias.ch<br />
© F<strong>il</strong>mcoopi<br />
Molestie sessuali, zona grigia<br />
Nina non vuole dipendere da nessuno.<br />
Ha una bambina frutto di una<br />
relazione di pochi mesi, terminata<br />
prima che scoprisse di essere incinta,<br />
e un compagno presente ma un<br />
po’ immaturo. Il curriculum perfetto<br />
per cercare lavoro presso la prestigiosa<br />
clinica per anziani “Baratta”<br />
gestita da religiosi: sì, perché oltre<br />
la cortina del perbenismo, l’Istituto<br />
conserva un turpe segreto. Al direttore<br />
piace andare a letto con le sue<br />
dipendenti, soprattutto se sono carine<br />
e sole come Nina (interpretata da<br />
un’intensa Cristiana Capotondi), la<br />
quale una sera viene convocata nel<br />
suo ufficio e subisce insistenti avance<br />
sessuali. Questa, in breve, la trama<br />
di “Nome di donna”, <strong>il</strong> nuovo<br />
f<strong>il</strong>m di Marco Tullio Giordana, che è<br />
riuscito ad affrontare un tema attualissimo,<br />
quello delle molestie sul<br />
luogo di lavoro. Il direttore non stupra,<br />
non obbliga le dipendenti ad un<br />
rapporto sessuale al di là della loro<br />
volontà, semplicemente propone e<br />
assegna promozioni in base alla<br />
maggiore o minore disponib<strong>il</strong>ità<br />
delle sottoposte. “Nome di donna”<br />
indaga su una zona grigia attorno<br />
alla quale occorre ancora riflettere,<br />
su una realtà che si tende ancora ad<br />
accettare passivamente come “normale”,<br />
e che invece è <strong>il</strong>legale. La prepotenza<br />
può essere morbida come <strong>il</strong><br />
velluto, affettata, e in questo caso lo<br />
è. Ma Nina ha lo sguardo fiero e anche<br />
se ha paura, anche se non ce la<br />
fa ad affrontare da sola le alleanze<br />
masch<strong>il</strong>i del direttore sostenute da<br />
quelle femmin<strong>il</strong>i, contatta un sindacato<br />
e inizia a lottare come una leonessa.<br />
Porterà <strong>il</strong> direttore e i suoi<br />
amici in Tribunale. Magistrale la regia<br />
di Marco Tullio Giordana, che affida<br />
molto agli sguardi e ai s<strong>il</strong>enzi,<br />
riuscendo a lavorare la paura come<br />
se fosse plast<strong>il</strong>ina. La frase da incollare<br />
di fronte al letto? “Vincerai tu.<br />
E sai perché? Perché hai ragione”.<br />
(Laura Di Corcia)<br />
”Nome di donna”, di Marco Tullio Giordana,<br />
nelle sale della Svizzera italiana<br />
Una Posta da rinazionalizzare<br />
“Fu l’inizio di un cambiamento nefasto,<br />
l’inizio della fine di un’azienda<br />
attenta allo sv<strong>il</strong>uppo economico<br />
e sociale, alla riduzione delle disuguaglianze,<br />
nonché al trattamento<br />
equo degli abitanti del <strong>nostro</strong> paese,<br />
indipendentemente dal luogo di domic<strong>il</strong>io”.<br />
L’inizio citato da Graziano<br />
Pestoni nel suo brioso libro sulla<br />
privatizzazione della Posta è <strong>il</strong> 1997.<br />
In quell’anno la Posta svizzera cessò<br />
di essere un servizio pubblico e divenne<br />
un’azienda come le altre. Fu<br />
l’inizio della fine. Pestoni spiega<br />
come si è arrivati a questa scelta e<br />
quali sono state le conseguenze. I<br />
settori redditizi, come le telecomunicazioni<br />
o la consegna dei pacchi<br />
nelle zone urbane, furono privatizzati<br />
o liberalizzati. Mentre i servizi<br />
deficitari, come la consegna nelle<br />
zone periferiche, furono lasciate<br />
alla Posta alla quale, però, fu imposto<br />
di realizzare ut<strong>il</strong>i. Una scelta presa<br />
in maniera autonoma dai nostri<br />
rappresentanti politici impregnati<br />
(e inf<strong>il</strong>trati) dal dogma neo-liberale.<br />
Il libro spiega come si è arrivati a<br />
questa situazione che, nel corso degli<br />
anni, ha poi trasformato la nostra<br />
Posta nell’antipatica società<br />
anonima che conosciamo oggi. Perché<br />
quelle scelte politiche hanno<br />
avuto un impatto sul servizio pubblico<br />
e sulle condizioni di lavoro.<br />
Oggi la Posta è quell’azienda che per<br />
adempiere al suo mandato di fare<br />
ut<strong>il</strong>i ha truccato i conti a danno della<br />
stessa collettività che ne detiene<br />
pur sempre la proprietà (vedi scandalo<br />
CarPostal). Il libro di Graziano<br />
Pestoni arriva così al momento giusto.<br />
Al momento in cui occorre riflettere<br />
su un cambio di rotta. Un<br />
cambiamento che, seguendo l’autore,<br />
possiamo riassumere con una<br />
parola: ri-nazionalizzazione.<br />
(Federico Franchini)<br />
Graziano Pestoni, La privatizzazione della<br />
Posta svizzera, 15.- CHF (10.- soci <strong>syndicom</strong>)