Jolly Roger_01_06
Jolly Roger Magazine - numero VI anno I - luglio/agosto 2018
Jolly Roger Magazine - numero VI anno I - luglio/agosto 2018
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artisti<br />
artisti<br />
assomigliare alla realtà, come<br />
i particolari anatomici di un ritratto<br />
inseguono la somiglianza,<br />
ma nulla aggiungono alla verità<br />
figurativa dell’immagine.<br />
Mentre scansa l’ambientazione<br />
di marca fiamminga, l’interesse<br />
di Rivieri per la natura morta<br />
sembra piuttosto riallacciarsi<br />
all’epoca d’oro dei bodegones,<br />
quei dipinti con roba da mangiare<br />
messa in posa, che da Juan<br />
Sánchez Cotán in poi, e almeno<br />
fino a Zurbaran, Velasquez e<br />
Goya, sono caratteristica peculiare<br />
della pittura spagnola: una<br />
scena spoglia su sfondo scuro,<br />
con pochi oggetti in primo piail<br />
mondo contadino, in cui nulla<br />
si gettava, contrariamente a<br />
questa società dei consumi. La<br />
fetta di pane con cui facevo merenda<br />
da bambino e altre piccole<br />
usanze, che ricordano la mia<br />
infanzia, si ripercuotono nella<br />
mia arte, caratterizzata dall’autenticità<br />
delle cose semplici.<br />
I ragazzi di oggi non sono più<br />
abituati a quegli odori e a quei<br />
sapori e in me c’è questa capacità<br />
di ritrovare quegli elementi<br />
più profondi della nostra cultura<br />
e anche i miei collezionisti<br />
apprezzano questo lato della<br />
mia arte.<br />
Quali tecniche utilizza?<br />
Quando lavoro su tela utilizzo<br />
prevalentemente la tecnica ad<br />
olio, che mi dà la possibilità di<br />
plasmare la materia. E’ lunga e<br />
impegnativa, ma dà il suo risultato.<br />
Ho una lunga esperienza<br />
anche come decoratore, in restauri<br />
pittorici dei palazzi nobili<br />
di fine ‘800. Rinfrescavo il<br />
vecchio con nature e decorazioni<br />
floreali tipiche dell’epoca ed<br />
eseguivo questo tipo di lavoro<br />
con tempere vinili inalterabili<br />
nel tempo, che hanno affinità<br />
con i vecchi affreschi di partenza.<br />
Decoravo con pigmenti<br />
studiati appositamente per dare<br />
continuità alle opere origina-<br />
rie. Talvolta utilizzavo anche il<br />
graffiato, ma in questo caso, dipendeva<br />
tutto dalla base di partenza<br />
e dagli affreschi iniziali.<br />
Recentemente ha esposto a<br />
Palazzo del Pegaso, sede del<br />
Consiglio Regionale. Quante<br />
creazioni ha portato? Ce le<br />
presenta?<br />
Ventuno tele di un formato<br />
abbastanza grande, solo una<br />
era di dimensioni più ridotte<br />
25x50 e consiste in una natura<br />
morta, nello specifico dell’uva<br />
e dei chicchi all’interno di un<br />
vecchio tegolo recuperato, che<br />
in origine era abbandonato nel<br />
cuore dell’Impruneta. Mi aveva<br />
attratto quell’oggetto e così<br />
l’ho portato a casa, nella mia<br />
campagna per ripulirlo e l’ho<br />
utilizzato come vassoio che ho<br />
riempito d’uva, creando una<br />
composizione interessante da<br />
un punto di vista cromatico,<br />
che richiama il vino, la terra<br />
di Siena. Diciotto erano opere<br />
di collezionisti, la più grande è<br />
1,10 mt x 1,50 mt. Ho portato<br />
anche Arlecchino, un dipinto<br />
dalle più svariate tonalità di colori;<br />
mio figlio aveva assunto<br />
una posizione tipica della maschera<br />
di Arlecchino e da qui è<br />
nato “Il dubbio di Arlecchino”.<br />
Ci sono poi opere definite, nella<br />
presentazione di Massimo Bertozzi,<br />
affini alla pittura spagnola.<br />
Massimo Bertozzi, il curatore<br />
della mostra ha scritto nella<br />
sua introduzione: “Rivieri sembra<br />
sempre ricominciare dal<br />
presupposto che, pur essendo<br />
un genere popolare, la natura<br />
morta presenta ancora segreti<br />
da svelare e che non potrà mai<br />
essere ridotta solo, come spesso<br />
si fa, a un semplice esercizio<br />
accademico di composizione,<br />
uso del colore e gusto formale<br />
degli oggetti.<br />
Per questo le sue impaginazioni<br />
sono così poco fiamminghe: la<br />
spazialità dell’immagine conta<br />
sempre di più che l’ambientazione<br />
degli oggetti.<br />
Forse solo nell’esuberanza dei<br />
“Trofei di caccia”, per via di<br />
quei vivaci rimbalzi di colore,<br />
e i morbidi trapassi di luce sulla<br />
superficie dei piumaggi, e le<br />
ombre che scandiscono la solidità<br />
degli oggetti, si intravedere<br />
un vero interesse per l’ambientazione<br />
di cose che devono<br />
ANNO I • NUMERO VI • luglio/agosto 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />
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