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Jolly Roger Magazine - numero VI anno I - luglio/agosto 2018

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sarafian says<br />

sarafian says<br />

to e hanno segnato l’inconscio<br />

collettivo di più generazioni.<br />

C’era BOB che usciva da dietro<br />

il divano, tracciando una netta<br />

linea di demarcazione tra quanto<br />

poteva definirsi spaventoso<br />

prima e dopo di lui. Nottetempo<br />

chiavava la giovane e defunta<br />

protagonista servendosi del vascello<br />

(inconsapevole) del padre<br />

(Bob era un’entità merdosa<br />

proveniente da un altra dimensione,<br />

la Loggia Nera); al piano<br />

di sotto, in preda a incomprensibili<br />

visioni, la madre della ragazza<br />

si stordiva con alcool e<br />

psicofarmaci.<br />

Comparivano giganti, nani, e<br />

nel prequel “Fuoco Cammina<br />

con Me”, addirittura David<br />

Bowie.<br />

Poco o niente veniva spiegato.<br />

Di colpo, lo show finì con un<br />

cliffhanger pazzesco.<br />

Non ci sarebbe stato alcun seguito<br />

causa uno share insoddisfacente,<br />

o dissidi tra Lynch e<br />

la produzione.<br />

Nel ventennio successivo, il visionario<br />

artista ha confezionato<br />

alcuni capolavori e qualche cagata:<br />

alla visone di “Mulholland<br />

Drive” mi sono addormentato<br />

sulla sedia, salvo risvegliarmi<br />

di colpo quando parte la scena<br />

lesbo.<br />

Ho invece apprezzato moltissimo<br />

“Cuore Selvaggio”, soprattutto<br />

quando Wilem Dafoe, che<br />

qui compare per la prima e unica<br />

volta coi suoi veri denti, piscia<br />

contro un muro commentando<br />

il proprio flusso urinario;<br />

o quando inciampa e si spara<br />

via la faccia con lo shotgun. Internet<br />

trabocca delle centinaia<br />

di ipotesi formulate dai fan di<br />

Twin Peaks, a quanto pare mezzo<br />

mondo almeno, nei venticinque<br />

anni che separano l’originale<br />

dalla “serie evento”. Si è<br />

ipotizzato che esista un macro<br />

universo Lynchiano in cui le linee<br />

narrative convergono, si intersecano<br />

e formano un unico<br />

continuum.<br />

Ci ho sperato anch’io, da accanito<br />

onanista, ma dopo il sequel,<br />

mi sono visto costretto a<br />

togliere finalmente la mano dal<br />

cazzo.<br />

Lynch rifugge ogni forma di<br />

coerenza, la sua opera è bislacca:<br />

può piacere o non piacere,<br />

tanto lui di noi se ne frega.<br />

Bastardo.<br />

L’ho amato tanto quanto oggi<br />

lo detesto.<br />

I diciotto estenuanti episodi del<br />

ritorno a Twin Peaks sono, a<br />

parte il pilot, mortalmente noiosi,<br />

inconcludenti, idioti e sostanzialmente,<br />

uno sberleffo ai<br />

danni di chi ci ha creduto.<br />

Ogni puntata si conclude con<br />

l’esibizione markettara di un<br />

musicista (tra i quali alcuni<br />

mostri sacri come Trent Reznor<br />

e Eddie Vedder) scelto personalmente<br />

da Lynch col criterio<br />

che sospetto adottasse anche ai<br />

tempi del casting originale: saperci<br />

fare di bocca; non si contano<br />

le guest star ultrafamose<br />

che hanno fatto a botte pur di<br />

partecipare a ‘sta merda: Tim<br />

Roth, Jennifer Jason Leigh,<br />

Jim Belushi, Robert Knepper...<br />

ognuno interpreta ruoli imbarazzanti<br />

oltre che inutili.<br />

Su tutti giganteggia Kyle MacLachlan,<br />

il leggendario agente<br />

Cooper. Peccato che la stragrande<br />

maggioranza del tempo<br />

sia relegato a interpretare una<br />

versione decerebrata del suo<br />

storico personaggio, e non è<br />

che le cose migliorino poi tanto<br />

quando rinsavisce. Se la cava<br />

meglio nella parte del doppelganger<br />

infernale, ma anche in<br />

questo caso, la trama è talmente<br />

svogliata e fiacca che ben presto<br />

ogni auspicio favorevole va<br />

allegramente a farsi fottere nel<br />

culo.<br />

Lo sentite l’ODIO? Spero proprio<br />

di sì!<br />

Bob viene riesumato utilizzando<br />

vecchie immagini del volto<br />

di Frank Silva (l’ex tecnico<br />

promosso attore ha nel frattempo<br />

lasciato questo mondo).<br />

L’essere che ha dato forma ai<br />

nostri incubi per più di un ventennio<br />

esce di scena liquidato<br />

con un cazzotto da parte del<br />

più insulso deus ex machina di<br />

sempre, un anonimo coglione<br />

dotato del potere di OnePunch-<br />

Man (vedi l’omonimo anime),<br />

conferitogli da un magico guanto<br />

da giardinaggio.<br />

Chi ancora conserva qualche<br />

neurone non può fare a meno<br />

di sentirsi come Linda Lovelace<br />

nel corso della sua illustre<br />

carriera, ma senza godere in<br />

quanto sprovvisto di un clitoride<br />

nell’esofago.<br />

Quando attraversi la strada<br />

guarda attentamente a destra e<br />

a sinistra, David: potrei essere<br />

nei paraggi.<br />

ANNO I • NUMERO VI • luglio/agosto 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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