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insalate in Puglia - Coltura & Cultura

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otanica<br />

Indivia o <strong>in</strong>salata belga o Witloof<br />

Indivia riccia<br />

10<br />

Scarola e <strong>in</strong>divia<br />

Tra le specie appartenenti al genere Chicorium, oltre alle cicoria,<br />

riveste notevole importanza per l’orticoltura la C. endivia L., che<br />

comprende i gruppi latifolium (scarola) e crispum (<strong>in</strong>divia o endivia),<br />

il cui corredo cromosomico è 2n = 18. Il term<strong>in</strong>e <strong>in</strong>divia deriva<br />

probabilmente dal term<strong>in</strong>e arabo <strong>in</strong>duba. C. endivia, che si trova<br />

solo <strong>in</strong> coltivazione, fu domesticata probabilmente nel bac<strong>in</strong>o del<br />

Mediterraneo partendo da C. endivia L. subsp. pumilum (Jacq.)<br />

Cout., che viene considerata tra i progenitori dell’<strong>in</strong>divia e della<br />

scarola <strong>in</strong>sieme a C. calvum Sch. Bip. ex Asch. Si ipotizza che<br />

gli antichi Egizi l’abbiano conosciuta, anche se nessun reperto lo<br />

conferma.<br />

I Romani secondo Pl<strong>in</strong>io il Vecchio (23-79 d.C.) consumavano<br />

l’<strong>in</strong>divia e il poeta Marco Valerio Marziale (40-104 d.C.) la ricorda<br />

piacevolmente nei suoi scritti. Di sicuro era coltivata nell’Europa<br />

centrale del XVI secolo. Il cuoco Antonio Lat<strong>in</strong>i (1642-1696) cita<br />

la scarola e V<strong>in</strong>cenzo Corrado nel libro Del cibo pitagorico (1781)<br />

riporta numerose pietanze a base di <strong>in</strong>divia; la scarola risulta consumata<br />

anche nel monastero dei Santi Agnese e Paolo di Trani<br />

(BA) durante il mese di marzo, novembre e dicembre del 1753.<br />

La scarola e l’<strong>in</strong>divia presentano apparato radicale costituito da<br />

numerose radici che si approfondiscono f<strong>in</strong>o a 30-40 cm. La parte<br />

epigea è formata da una rosetta di foglie di numero variabile da<br />

40 a 70, con lembo allungato, liscio, glabro, a marg<strong>in</strong>e <strong>in</strong>tero o<br />

dentato nella scarola, arricciato con profonde <strong>in</strong>senature e marg<strong>in</strong>e<br />

più o meno <strong>in</strong>tensamente <strong>in</strong>crespato nell’<strong>in</strong>divia. In entrambi i

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