insalate in Puglia - Coltura & Cultura
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<strong>in</strong> un’orticoltura <strong>in</strong> cui l’<strong>in</strong>cendio è ancora la fase di partenza della<br />
coltivazione, e qu<strong>in</strong>di si rimane pur sempre nell’ambito dell’ignicoltura,<br />
ma il terreno disboscato viene, almeno <strong>in</strong> forma rudimentale,<br />
lavorato alla zappa (e più tardi all’aratro) e poi sem<strong>in</strong>ato.<br />
Come si è visto, questo tipo di agricoltura è chiamato a livello <strong>in</strong>ternazionale<br />
slash and burn (taglia e brucia) o swidden (radurare),<br />
anche perché i Paesi dell’Europa settentrionale e centrale e del<br />
versante settentrionale delle Alpi, dove sono ubicate le università<br />
presso le quali <strong>in</strong> prevalenza sono state teorizzate l’archeologia,<br />
l’etnografia, le scienze preistoriche a impostazione moderna, sono<br />
prossime ai territori <strong>in</strong> cui l’agricoltura basata sul taglia e brucia è<br />
stata praticata s<strong>in</strong>o a epoca recente: Paesi a clima fresco e umido<br />
<strong>in</strong> cui per disboscare era necessario, appunto per via dell’umidità,<br />
tagliare le fronde e lasciarle essiccare per poterle bruciare. Questa<br />
operazione <strong>in</strong>vece non è necessaria nei Paesi aridi o semiaridi,<br />
come per esempio molti di quelli mediterranei. Nel Neolitico, il<br />
taglio veniva effettuato anche nell’Europa centrale e settentriona-<br />
a<br />
b<br />
d<br />
e f<br />
Ciclomorfi e fratte: a), b) ciclomorfi rispettivamente delle Alpi centrali<br />
e occidentali; c) coppelle nelle <strong>in</strong>cisioni rupestri scand<strong>in</strong>ave;<br />
d), e) coppelle nelle <strong>in</strong>cisioni rupestri galiziane; f) paesaggio a fratte<br />
<strong>in</strong> un’<strong>in</strong>cisione rupestre della Valcamonica<br />
c<br />
31<br />
<strong><strong>in</strong>salate</strong> e il fuoco<br />
Ciclomorfi e fratte<br />
• I ciclomorfi sono cerchi concentrici,<br />
spesso <strong>in</strong>cavati (<strong>in</strong> tal caso sono<br />
chiamati anche coppelle), talora<br />
raggiati, talora suddivisi <strong>in</strong> settori,<br />
che rappresentano un simbolo della<br />
fertilità. Possono riprodurre <strong>in</strong> forma<br />
più o meno stilizzata gli organi<br />
riproduttivi femm<strong>in</strong>ili, ma anche<br />
il sole, la polla d’acqua delle sorgenti,<br />
il falò (visto dall’alto), cioè il fuoco<br />
che, dopo l’<strong>in</strong>cendio, fa crescere erbe<br />
commestibili (<strong><strong>in</strong>salate</strong>) e virgulti nelle<br />
steppe e nelle boscaglie. Tali simboli<br />
sono diffusi dal Sahara alla Svezia.<br />
Dato il loro significato universale,<br />
compaiono nei molti contesti diversi<br />
• Le fratte sono appezzamenti di<br />
terreno boschivo di proprietà comune,<br />
disboscati con il fuoco, sui quali<br />
dopo l’<strong>in</strong>cendio si sviluppavano molte<br />
erbe commestibili. Tali appezzamenti<br />
<strong>in</strong> epoche più recenti venivano<br />
coltivati. Le fratte venivano praticate<br />
periodicamente <strong>in</strong>tercalando periodi<br />
di riposo, durante i quali avveniva<br />
il rimboschimento temporaneo. La<br />
mappa rappresentata nel punto f<br />
della figura a lato, risalente, secondo<br />
la datazione del Centro Camuno<br />
di Studi Preistorici, all’epoca di<br />
passaggio Bronzo-Ferro (1000 a.C.<br />
circa), rappresenta presumibilmente<br />
un paesaggio a fratte, di cui la più<br />
grande (quella punteggiata) è <strong>in</strong> fase<br />
di lavorazione. L’agricoltura delle<br />
fratte, allora predom<strong>in</strong>ante, era basata<br />
sull’assegnazione temporanea delle<br />
fratte, per sorteggio