NUTSPAPER castagna

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Paese Tonnellate Europa: 143.256 Italia 50.889 Grecia 31.557 Portogallo 26.780 Spagna 16.185 Francia 8.642 Albania 6.040 Bosnia-Erzegovina 1.141 Macedonia 501 Bulgaria 500 Polonia 413 Ucraina 226 Ungheria 223 IMPORT & EXPORT Europa e Asia sono anche le principali aree degli scambi commerciali di castagne [Dati Faostat, 2013]. Continenti IMPORT (Tonnellate) EXPORT (Tonnellate) Mondiale 124.397 125.094 Europa 65.302 63.468 Asia 49.710 58.844 America 7.719 2.618 Africa 1.651 145 Oceania 15 19 Per quanto riguarda l’Europa, il primo esportatore è il Portogallo (16.153 tonnellate), seguito da Italia (14.148 tonnellate) e Spagna (13.690 tonnellate), mentre l’importatore principale è l’Italia (32.036 tonnellate) a cui seguono Francia (7.609 tonnellate) e Germania (4.315 tonnellate). Tuttavia, nel ventennio compreso tra il 1993 e il 2013, l’Italia ha aumentato la sua quota d’importazione, diminuendo invece le quantità di esportazioni. Per quanto riguarda l’Asia, Cina, Giappone e Thailandia sono i maggiori importatori, mentre Cina, Corea e Turchia sono i maggiori esportatori mondiali. ESIGENZE CLIMATICHE E CICLO VEGETATIVO Il castagno europeo è più sano, produttivo e longevo laddove cresce in condizioni a lui ottimali, ossia in zone temperate, abbastanza umide, ben esposte al sole, con terreni profondi e privi di ristagni idrici. È una pianta latifoglia eliofila e mesofila, amica cioè della luce e delle condizioni termo-pluviometriche intermedie, ed è presente nelle regioni montuose temperate e temperato-calde, dove si coltiva fra i 300 e i 1000-1200 m sul livello del mare, in funzione della latitudine e delle caratteristiche climatiche delle singole zone castanicole. Sebbene sia considerata una pianta eminentemente eliofila, predilige esposizioni a Nord-Nord Est poiché meno soggette a periodi siccitosi estivi e con minori escursioni termiche invernali e tra le differenti stagioni. In funzione di alcune caratteristiche pedologiche i terreni possono essere suddivisi in fasce di idoneità alla coltura del castagno, che predilige quelli acidi, leggermente acidi o neutri (pH compreso tra 4,5 e 7,0), freschi, leggeri, profondi e ben drenati, ricchi di sostanze organiche (più del 2%), fertili e con buon contenuto di potassio e fosforo. Rifugge pertanto i suoli asfittici, impermeabili e con ristagni idrici, ove sono favoriti i marciumi radicali e il mal dell’inchiostro. Sono da evitare i suoli con presenza di calcare attivo, nei confronti del quale il castagno è molto sensibile: cresce e fruttifica sui terreni calcarei solo se lo strato più superficiale, quello esplorato dalle radici, è totalmente decalcificato oppure ricco di inclusioni selcifere. Va però detto che la tolleranza al calcare aumenta laddove le precipitazioni sono abbondanti, quando i suoli sono ben dotati di potassio, e che la lettiera prodotta dai suoi residui vegetali, non facilmente degradabile, contribuisce ad acidificare il suolo e a mitigare le situazioni più estreme. Se piantato su terreni a reazione alcalina, il castagno europeo deperisce rapidamente e poi muore. Si adatta anche a terreni superficiali purché leggeri e ben provvisti di elementi fertilizzanti. I terreni pesanti asfittici, argillosi e soggetti a ristagni idrici, favoriscono invece l’insediamento e lo sviluppo di pericolosi marciumi radicali, causati da Armillaria sp., Pythium sp. e soprattutto Phytophthora sp. Nei primi anni d’impianto lo sviluppo è fortemente limitato se nel terreno sono assenti le micorrize, la flora microbica specifica, che invece è naturalmente già insediata nei suoli dei castagneti adulti. Riguardo alla temperatura, il castagno è una specie mesotermica atta a vivere in tutte quelle zone caratterizzate da una temperatura media annua compresa fra gli 8°C e i 15°C e da una temperatura media mensile superiore ai 10°C per almeno sei mesi l’anno. Temperature fredde autunnali possono rallentare la crescita delle castagne e impedire l’apertura dei ricci. Inoltre, in autunno e all’inizio dell’inverno, valori di temperatura inferiori a 15°C possono provocare fenditure nelle grosse branche. N/18
Le fasi fenologiche Germogliamento Le gemme mostrano le prime punte verdi delle nuove foglie. Temperature di fine inverno e primaverili inferiori a 0°C possono causare la morte dei germogli fruttiferi dell’anno, mentre il ritorno del freddo in primavera, tra aprile e maggio, può danneggiare le gemme appena schiuse. Sul fronte delle precipitazioni, al castagno sono sufficienti 1000-1400 mm di pioggia annua. Durante la fase vegetativa possono essere sufficienti anche solo 800 mm, purché le piogge siano ben distribuite nei mesi. Generalmente non patisce l’eccesso d’acqua, mentre soffre le carenze estive; un corretto apporto idrico è molto importante durante tutta l’estate benché il periodo più critico sia quello del mese di agosto, durante il quale avviene l’ingrossamento del frutto. Parlando di luce, il castagno è considerato una specie mediamente esigente, capace di tollerare l’ombra nelle fasi di sviluppo giovanili. Tuttavia, condizioni di pieno isolamento e di elevata disponibilità luminosa sono indispensabili ai fini di un’abbondante fruttificazione. Il germogliamento avviene a primavera inoltrata, indicativamente tra fine marzo e fine aprile, in ragione dell’elevato fabbisogno di calore della pianta. Il periodo che intercorre fra la comparsa delle prime foglie e la maturazione dei frutti varia da 140 a 185 giorni. La fioritura ha inizio fra giugno e luglio, a seconda delle cultivar e dell’ambiente. I ricci fecondati iniziano immediatamente a trasformarsi in ricci spinosi, che raggiungono le loro dimensioni finali tra settembre e ottobre. Nel periodo che va da agosto a ottobre si verifica la maturazione e la caduta dei frutti, frangente in cui gli ibridi euro-giapponesi sono i più precoci. Fra fine ottobre e metà novembre inizia l’ingiallimento e la caduta delle foglie. TECNICHE COLTURALI Piantumazioni Le operazioni di impianto proseguono sino all’avvento dei primi geli che, potendo giungere anche a dicembre avanzato, possono perciò consentire una buona disponibilità di tempo. Qualora nel periodo autunnale (novembre e dicembre) non fosse stato possibile effettuare o completare tali operazioni, è necessario riprenderle immediatamente dopo i geli, a partire da marzo, completarle entro l’inizio o la metà di aprile, a seconda delle zone. Scelta del portinnesto Al momento dell’impianto del frutteto, la scelta del portinnesto è di fondamentale importanza per l’adattamento della coltura alle diverse condizioni pedologiche, ambientali ed agronomiche, al fine di garantire un’ottimale riuscita degli impianti. Possono derivare sia dalla semina di frutti selezionati che dal trapianto di semenzali. Nel caso di ricostituzione di castagneti esistenti si possono utilizzare come portinnesti i polloni ricacciati Inizio dello sviluppo fogliare Dalle gemme sono spuntate e si sono aperte le prime foglie. Tutta la superficie della foglia e la base della lamina fogliare sono visibili. Sviluppo generale delle foglie Il 50% delle foglie sull'albero si è sviluppato (in media 3 foglie ogni gemma). Tutta la superficie della foglia e la base della lamina fogliare sono visibili. Inizio della fioritura Su ognuna delle infiorescenze maschili si sono allungate e sono ben visibili le antere del primo fiore. Fioritura generale Il 50% dei fiori maschili è aperto, cioè le antere sono allungate. Termine della fioritura Il 95% dei fiori maschili è appassito oppure le infiorescenze sono cadute. Inizio della maturazione dei frutti I primi ricci hanno mutato colore da verde a marrone, si sono aperti e i frutti lucidi cadono, singolarmente o dentro il riccio. Maturazione generale dei frutti Il 50% dei frutti è caduto, singolarmente o nei ricci Inizio della colorazione delle foglie Il 10% della superficie fogliare estiva dell'albero ha assunto colorazione autunnale (da giallo a bruno) oppure è già caduta. Questa fase non va confusa con l'essiccamento delle foglie, conseguenza di periodi di calura, siccità o di altri fattori, che avviene notevolmente prima. Colorazione generale delle foglie Il 50% della superficie fogliare estiva dell'albero ha assunto colorazione autunnale (da giallo a bruno) oppure è già caduta. Come sopra, questa fase non va confusa con l'essiccamento delle foglie, conseguenza di periodi di calura, siccità o di altri fattori, che avviene notevolmente prima. Caduta generale delle foglie Il 50% della superficie fogliare dell'albero è caduta. La caduta di foglie causata da grandine, venti tempestosi, siccità o parassiti è da contrassegnare. N/19
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