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TRAKS MAGAZINE #19

Nuovo numero per TRAKS MAGAZINE: in copertina Johnny Casini, poi spazio per MAC, Progetto Panico, Francesco Mascio, Umberto Ti., Frances P, Mico Argirò, Canecapovolto, Fab, Zuin, Elena Sanchi e molti altri

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insonnia. Alla soglia dei dodici<br />

anni mi sono avvicinato alla musica,<br />

per l’esattezza al pianoforte.<br />

Ho iniziato a studiare in una<br />

realtà la cui natura accademica<br />

e competitiva mi mise in grossa<br />

difficoltà. Guerra in casa, grosse<br />

difficoltà fuori casa. A quindici<br />

anni iniziai a scrivere canzoni, in<br />

realtà cominciai a comporre linee<br />

di pianoforte. La dislessia mi stava<br />

abbandonando, ma avevo ancora<br />

difficoltà a scrivere, perfino<br />

dei testi. A sedici anni vi fu una<br />

svolta, oserei dire un miracolo;<br />

dal giorno alla notte acquistai una<br />

fluidità nello scrivere che solo<br />

qualche mese prima nemmeno<br />

nei sogni l’avrei sfiorata. Per essere<br />

chiaro, alle scuole medie non arrivavo<br />

mai alla sufficienza quando<br />

si trattava del classico tema d’italiano.<br />

E poi mi rivoltavo rabbioso<br />

quando sentivo parlare di tutor o<br />

logopedisti. Senza alcuna ragione<br />

scientifica, da dislessico grave,<br />

incapace di mettere insieme due<br />

concetti in una frase, diventai assai<br />

fluido e proficuo nella scrittura.<br />

Scrivevo canzoni e poesie.<br />

Solo a diciannove anni arrivai a<br />

conoscere la libertà che ti penetra<br />

nelle viscere quando ti dedichi a<br />

un romanzo. Ma facciamo un passo<br />

indietro! La dislessia miracolosamente<br />

mi lasciò libero,<br />

ma passai dalla padella alla<br />

brace. Divenni abulico, persi<br />

sessanta chili in nove mesi. E<br />

poi le prime droghe. E poi la<br />

depressione. E senza accorgermi<br />

divenni una mina vagante.<br />

E sopratutto un uomo. La<br />

musica, le canzoni non hanno<br />

assolutamente, per quanto mi<br />

riguarda, una funzione terapeutica.<br />

Non sublimo il dolore<br />

attraverso la musica. Faccio<br />

musica che prende vita dal dolore.<br />

Scrivo canzoni perché, oltre alla<br />

scrittura, non so fare null’altro; e<br />

in virtù del fatto che non faccio<br />

fatica a tirare fuori canzoni, io<br />

amo le cose facili e non potrei non<br />

godere di questo privilegio che<br />

coccola da un lato il mio ozio, e<br />

dall’altro il mio ego.<br />

In copertina ci sei tu allo specchio<br />

e molte canzoni sembrano<br />

scavare nella tua carne viva. Non<br />

hai nessuna remora nel presentare<br />

te stesso in modo così sincero<br />

e senza filtri?<br />

In virtù di come ho risposto alla<br />

prima domanda vi sembra che<br />

abbia remore a darmi voce con<br />

questa crudezza e questa attitudine<br />

truce che avete colto nelle mie<br />

canzoni? Sono stato un grande<br />

bugiardo, un grande manipolatore,<br />

poi ho deciso di smettere,<br />

perché la menzogna è una droga,<br />

ti ripaga istantaneamente, dopodiché<br />

ti si ritorce contro con un’ira<br />

mortale.<br />

Come nasce “Livore” e perché<br />

hai scelto una canzone così dura<br />

e disperata come biglietto da visita<br />

del disco?<br />

Livore nasce in dieci minuti,<br />

dopo una bottiglia di vino bevuta<br />

a stomaco vuoto. Naturalmente<br />

parlo del testo e della<br />

sequenza di accordi. Poi gli arrangiamenti<br />

sono stati curati da<br />

Luca Spaggiari, il mio produttore.<br />

E Nicola Manzan (Bologna<br />

Violenta) con i suoi violini l’ha<br />

valorizzata al meglio. Per quanto<br />

riguarda la scelta di fare uscire<br />

come primo singolo dell’album<br />

Livore non è stata frutto di una<br />

mia decisione<br />

Che cosa ha offerto il produttore<br />

Luca Spaggiari al tuo disco?<br />

Luca si è occupato della produzione<br />

artistica. Si è dedicato alla<br />

maggior parte degli arrangiamenti<br />

e ha suonato lui stesso le<br />

chitarre, i bassi e i sinth. Parlo<br />

delle registrazioni del disco ovviamente.<br />

E non nascondo che<br />

senza Luca con assoluta e granitica<br />

certezza non sarei qui a rispondere<br />

alle vostre domande.<br />

Tre nomi di cantautori contemporanei<br />

che ti piacciono?<br />

Andrea Appino (da solista), Brunori<br />

ed Emidio Clementi.<br />

10<br />

11

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