TRAKS MAGAZINE #19
Nuovo numero per TRAKS MAGAZINE: in copertina Johnny Casini, poi spazio per MAC, Progetto Panico, Francesco Mascio, Umberto Ti., Frances P, Mico Argirò, Canecapovolto, Fab, Zuin, Elena Sanchi e molti altri
Nuovo numero per TRAKS MAGAZINE: in copertina Johnny Casini, poi spazio per MAC, Progetto Panico, Francesco Mascio, Umberto Ti., Frances P, Mico Argirò, Canecapovolto, Fab, Zuin, Elena Sanchi e molti altri
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CANECAPOVOLTO<br />
Con un’attività pluriennale alle spalle nel campo della musica sperimentale,<br />
Canecapovolto presenta il nuovo album “Normale”. Gli abbiamo rivolto<br />
qualche domanda<br />
Puoi raccontare la tua storia fin<br />
qui?<br />
canecapovolto nasce nel 1992 dedicandosi<br />
al video e alle arti visive.<br />
Qualche anno più tardi scrivemmo<br />
e realizzammo un primo<br />
Radiodramma (che fu acquistato<br />
da Radio Rai) un film senza immagini,<br />
in poche parole. Inizia un<br />
periodo di ricerca attraverso la<br />
produzione di questi lavori (sia in<br />
lingua italiana che in inglese) con<br />
la premessa che suoni, rumori,<br />
musiche e parole riuscissero a ge-<br />
nerare immagini negli ascoltatori.<br />
Iniziammo anche a fare “field recordings”<br />
con l’obiettivo di realizzare<br />
composizioni “musicali”<br />
e anche di costituire un archivio<br />
suddiviso tematicamente (che a<br />
tutt’oggi conta quasi 3000 suoni).<br />
Quando ho iniziato a suonare mi<br />
è sembrato naturale utilizzare registrazioni<br />
microfoniche all’interno<br />
delle composizioni e cercare<br />
relazioni con la musica. Ultimamente<br />
mi sono dedicato alle tastiere<br />
modificate con la tecnica<br />
del circuit-bending e alle prospettive<br />
musicali possibili. Ho subito<br />
amato questa pratica perché i cortocircuiti<br />
che si vengono a creare<br />
azionando manopole e interruttori<br />
rendono queste vecchie tastiere<br />
Casio degli anni ‘80 incontrollabili<br />
e sfuggenti e perché questa non-estetica<br />
espressiva mi consente di<br />
tenermi lontano dalla retorica e<br />
dall’ambiguità delle musiche sperimentali<br />
basate sul noise.<br />
Hai raccolto questo materiale<br />
durante molti anni di lavoro.<br />
Come sei arrivato a sentire che<br />
era giunta la conclusione per il<br />
tuo lavoro di ricerca ed elaborazione?<br />
Normale racchiude vari cicli di<br />
esperienze dal circuit-bending<br />
alle composizioni realizzate con il<br />
cut-up, ai primi esperimenti con<br />
le drummachine etc. Ci sono ad<br />
esempio 2 brani realizzati collegando<br />
un sequencer analogico<br />
al pianoforte virtuale di Garage<br />
Band; in pratica la struttura armonica/melodica<br />
viene creata al volo<br />
azionando decine di interruttori<br />
e potenziometri e non suonando<br />
una tastiera. Ho scoperto per<br />
caso che si poteva fare e devo dire<br />
che errori e limiti delle cosiddette<br />
“macchine” sono spesso molto<br />
istruttivi. Tutto ciò viene chiamato<br />
“inconscio tecnologico” ma stiamo<br />
notando che le tecnologie più<br />
recenti non concedono tutto questo<br />
spazio alla mente di musicisti<br />
e autori in genere…<br />
“Normale” è composto di molti<br />
brani con una spiccata estetica<br />
glitch e con una “passione” per<br />
le voci interrotte: che cosa volevi<br />
trasmettere con questo tipo di<br />
composizioni?<br />
Non sono un appassionato del glitch<br />
ma mi interessa molto la strut-<br />
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