TRAKS MAGAZINE #19
Nuovo numero per TRAKS MAGAZINE: in copertina Johnny Casini, poi spazio per MAC, Progetto Panico, Francesco Mascio, Umberto Ti., Frances P, Mico Argirò, Canecapovolto, Fab, Zuin, Elena Sanchi e molti altri
Nuovo numero per TRAKS MAGAZINE: in copertina Johnny Casini, poi spazio per MAC, Progetto Panico, Francesco Mascio, Umberto Ti., Frances P, Mico Argirò, Canecapovolto, Fab, Zuin, Elena Sanchi e molti altri
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tura della musica minimalista, in<br />
cui vengono progettate variazioni<br />
in riferimento alle ripetizioni. Alcuni<br />
brani di Normale sono basati<br />
più precisamente sul cut-up<br />
inventato da William Burroughs<br />
(vedi per esempio il cortometraggio<br />
The Cut ups del 1966 dove<br />
questo metodo viene applicato sia<br />
al montaggio visivo che a quello<br />
sonoro). Mi piace che le parole<br />
possano essere utilizzate come<br />
suoni e strutture, al di là della loro<br />
intellegibilità e comprensione.<br />
Per il progetto parallelo The Ox<br />
sto utilizzando spesso anche voci<br />
narranti inglesi generate da un<br />
software ‘text-to-speech’.<br />
Lavori spesso in duo: che dinamiche<br />
si formano all’interno della<br />
collaborazione con altri per<br />
una ricerca sonora che talvolta,<br />
almeno da fuori, può sembrare<br />
un po’ “autistica”?<br />
Lavoro in duo con il progetto<br />
Kinothon (un set di improvvi-<br />
sazione visuale e sonora), poi ci<br />
sono Istituto No (con un chitarrista),<br />
Siddhi/cc (con un amico,<br />
musica elettroacustica) e Pragma<br />
(con una cantante e studiosa della<br />
voce, stavolta utilizzo un violoncello,<br />
microfoni a contatto e altri<br />
strumenti a corda). Viene sperimentata<br />
ogni volta soprattutto la<br />
relazione e l’interplay con un’altra<br />
persona e questa è una grandissima<br />
opportunità in un periodo<br />
contraddistinto dalla difficoltà di<br />
“ascolto” dell’altro da noi. Con The<br />
Ox, infine, sto scoprendo quanto<br />
spazio può esserci tra la cosiddetta<br />
intelligent dance music e la musica<br />
“sperimentale”; Il cd è appena<br />
uscito, autoprodotto, e si chiama<br />
infatti “Dance that noise”.<br />
Sono curioso di sapere com’è la<br />
resa dal vivo della tua musica:<br />
che cosa si può aspettare chi viene<br />
a vederti dal vivo?<br />
Bella domanda. In genere gli spettatori<br />
di musiche estreme o di ricerca<br />
attendono di essere annichiliti<br />
da muri di suono o addirittura<br />
un’esperienza punitiva! E del resto<br />
sappiamo che alcuni musicisti non<br />
sono molto interessati al pubblico.<br />
Per me è diverso, gli ascoltatori di<br />
fatto completano l’opera sonora e<br />
sperimentare secondo me implica<br />
sempre la ricerca di una relazione<br />
(magari controversa) con chi ci<br />
ascolta e ci vede… Dal vivo suono<br />
di solito tastiere modificate e batterie<br />
elettroniche proprio perché<br />
trovo divertente fare coesistere un<br />
sistema imprevedibile con uno assolutamente<br />
prevedibile. E’ tutto!<br />
canecapovolto@gmail.com<br />
www.scuolafuorinorma.it<br />
https://canecapovolto.bandcamp.<br />
com/<br />
https://vimeo.com/canecapovolto<br />
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