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D // Passeggiate - Alpi Marittime e Liguri

TOP 20 TRA ALPI MARITTIME E LANGHE 8 guide con gli itinerari più belli per scoprire il territorio tra le Alpi Marittime e le Langhe. La collana "Top20 tra le Alpi Marittime e Langhe" è realizzata nell'ambito del "FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - PSR 2014/2020" da Aree Protette Alpi Marittime in collaborazione con Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida, Unione Montana Valli Monregalesi, Unione Montana Alta Val Tanaro, Unione Montana Alpi Marittime e con il supporto di Piemonte Outdoor.

TOP 20 TRA ALPI MARITTIME E LANGHE
8 guide con gli itinerari più belli per scoprire il territorio tra le Alpi Marittime e le Langhe.

La collana "Top20 tra le Alpi Marittime e Langhe" è realizzata nell'ambito del "FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - PSR 2014/2020" da Aree Protette Alpi Marittime in collaborazione con Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida, Unione Montana Valli Monregalesi, Unione Montana Alta Val Tanaro, Unione Montana Alpi Marittime e con il supporto di Piemonte Outdoor.

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PASSEGGIATE<br />

<strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e <strong>Liguri</strong><br />

D


Coordinamento generale<br />

Aree Protette <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

www.areeprotettealpimarittime.it<br />

Partner<br />

Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida<br />

Unione Montana Valli Monregalesi<br />

Unione Montana Alta Val Tanaro<br />

Unione Montana <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

Coordinamento tecnico<br />

SEAcoop stp<br />

Testi<br />

Gabriele Gallo e Irene Borgna<br />

Referenze fotografiche<br />

Foto di Gabriele Gallo<br />

e di Alessandro Beltrame (p.8), Archivio APAM (p.11), Giorgio Bernardi (pp.9↓, 22, 23↓,<br />

24↓), Irene Borgna (pp.18, 30, 14, 15, 17, 18, 19↑, 24↑, 49), Piero Borgna (pp.13, 19↓,<br />

20, 21, 34, 35, 36, 39, 40, 41, 43, 44, 45), Gian Luca Bottini (p.26), Claudio Camaglio (p.6),<br />

Emanuele Gallo (p.27), Pietro Gallo (pp.7↑, 66, 67, 68↑, 69, 71, 72, 78, 79, 88),<br />

Roberto Malacrida (23↑), Laura Monteleone (p.86), Ormea Outdoor & Mountain Biking<br />

(p.77→), Enzo Piacenza (p.29←), Michael Sveikutis (15↓), Bartolomeo Vigna (p. 57),<br />

Nanni Villani (p.38, 42)<br />

In copertina: Val Tanaro, © Giorgio Bernardi<br />

Cartografia (scala 1:50.000)<br />

Fraternali Editore<br />

Direzione artistica e progetto grafico<br />

Bottini comunic@zioni visive + Volume1 visual design<br />

Stampa<br />

L'Artistica Savigliano (Cn), Edizione 2019


SOMMARIO<br />

5<br />

10<br />

13<br />

14<br />

18<br />

22<br />

26<br />

30<br />

34<br />

38<br />

42<br />

46<br />

50<br />

54<br />

58<br />

62<br />

66<br />

70<br />

74<br />

78<br />

82<br />

86<br />

90<br />

94<br />

96<br />

Il territorio<br />

Note tecniche<br />

Le passeggiate<br />

01 // Anello del Bandito e delle Farfalle<br />

02 // Anello di Monte Murìn<br />

03 // Anello del bosco bandito di Palanfrè<br />

04 // Sentiero Valerio Tassone<br />

05 // Anello del Bric Berciassa<br />

06 // Anello di Bric della Croce<br />

07 // Via delle Borgate<br />

08 // Anello della Roccarina<br />

09 // Anello della Via del Sale<br />

10 // Colle del Prel – Rifugio Balma<br />

11 // Anello delle Case Rocce<br />

12 // Anello delle Vie del Culto<br />

13 // Anello delle Sorgenti<br />

14 // Anello Valcasotto – Le Surie – Valcasotto<br />

15 // Anello delle Vene del Tanaro<br />

16 // Chionea – Chioraira<br />

17 // Anello di Pian dell’Arma<br />

18 // Alto – Caprauna lungo l’Arma di Via<br />

19 // Colla di Casotto – Bric Mindino<br />

20 // Anello di Pietra Ardena<br />

Mappa d'insieme<br />

Approfondimenti<br />

3


4<br />

Guardando verso la vetta<br />

del Bric Mindino


IL TERRITORIO<br />

5<br />

GLI ITINERARI PIÙ BELLI PER SCOPRIRE E VIVERE<br />

IL TERRITORIO TRA LE ALPI MARITTIME E LE LANGHE<br />

Gli itinerari presenti nella collana “Top20 tra <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e Langhe”<br />

rappresentano un’accurata selezione di affascinanti proposte escursionistiche,<br />

volte a esplorare il suggestivo territorio che si estende dalle celebri vette<br />

delle “<strong>Alpi</strong> del Mediterraneo”, sito attualmente candidato a diventare<br />

Patrimonio Naturale dell’UNESCO, ai dolci declivi delle Langhe, paesaggio<br />

culturale che si avvale del titolo di Patrimonio Mondiale sin dal 2014. Sono<br />

molteplici e differenti i paesaggi che caratterizzano un’area straordinaria,<br />

in grado di offrire a ogni tipologia di escursionista una gamma di attività<br />

outdoor estremamente variegata e di proporre percorsi naturalistici e culturali<br />

con caratteristiche adatte a ogni stagione.<br />

Questa pubblicazione presenta la descrizione di 20 suggestive escursioni che<br />

si dipanano tra la Valle Gesso e la Valle Tanaro, sfiorando cime che superano<br />

i 3.000 m di quota e lambendo territori che si affacciano direttamente<br />

sul mare, per un intreccio naturalistico e paesaggistico di prim’ordine.


6<br />

TRA ALPI LIGURI E ALPI MARITTIME<br />

Il territorio montano compreso tra la Bocchetta di Altare (conosciuta dai più come<br />

Colle di Cadibona) e il Colle della Maddalena è senza dubbio vasto ed eterogeneo,<br />

al punto da includere ufficialmente dal 2005 due differenti sottosezioni orografiche<br />

dell’arco alpino: le <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> protese appunto tra Cadibona e il Colle di Tenda e<br />

le <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, distese a loro volta dal Tenda al Maddalena. Una separazione<br />

sancita dalla Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema <strong>Alpi</strong>no<br />

per evidenziare la differente caratterizzazione geologica dei due areali, con le<br />

rocce carsiche a prevalere nel primo caso e lo gneiss e il granito ad avere la meglio<br />

nel secondo. Una distinzione, però, non ancora assimilata dall’opinione pubblica<br />

che persiste ad indicare l’intero comparto come <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> o <strong>Alpi</strong> del Mare.<br />

Un’alterità morfologica e paesaggistica che comunque affascina e stupisce,<br />

soprattutto per le tante peculiarità naturalistiche e storiche custodite dalle<br />

singole asperità montuose. Percorrendo le proposte escursionistiche qui<br />

presentate, potrà allora capitare di respirare l’atmosfera più mite della Valle<br />

Tanaro, dove le cicatrici della civiltà alpina di un tempo si percepiscono ancora<br />

nei muretti a secco e nei terrazzamenti posti localmente al di sopra dei 1500 m<br />

di quota. Un territorio sospeso tra Italia e Francia, Piemonte e <strong>Liguri</strong>a,<br />

montagna e mare, che si scorge non a caso dalla cima del Bric Mindino o<br />

dall’intero crinale del Monte Armetta. Natura e paesaggio, si è detto, ma anche<br />

storia e architettura, come la Cappella dei Santi Giulitta e Quirico di Bagnasco,<br />

la duecentesca Cappella di Madonna Guarneri a Caprauna o l’intero cuore<br />

storico di Garessio, inserito non a caso tra i Borghi più Belli d’Italia. Una vallata<br />

con reticoli idrografici superficiali pressoché inesistenti, impregnata tuttavia<br />

di eccellenze ipogee senza eguali tra le <strong>Alpi</strong> Occidentali, con veri e propri<br />

santuari per la speleologia internazionale (Piaggia Bella) e spettacoli naturali<br />

degni di nota come la risorgenza delle Vene o il più celebre Pis del Pesio<br />

alla testata dell’omonima valle, effige evidente del carsismo dell’area.


← La Grotta di Bossea<br />

↑ Giochi invernali nei pressi<br />

della cima del Bric Mindino<br />

↓ Il Santuario di Madonna<br />

del Lago<br />

7<br />

Dalla Valle Tanaro ci si potrà in seguito spostare alle Valli Casotto e Corsaglia,<br />

talvolta sporcate dalle vecchie impronte del turismo sciistico di massa, ma custodi<br />

altresì di veri e propri patrimoni di origine antropica come il Castello di Casotto<br />

(nato come Certosa di San Brunone nell’XI secolo) o di derivazione prettamente<br />

naturale come la Grotta di Bossea, prima cavità ipogea turistica d’Italia (1874).<br />

Proseguendo verso occidente, poi, una tappa d’obbligo nelle Valli Maudagna ed<br />

Ellero, storiche mete alpine della borghesia monregalese. Qui si potrà per esempio<br />

apprezzare l’anima cangiante di Frabosa Soprana, località dal florido passato<br />

sciistico (paese natale di Eugenio Bonicco, atleta olimpico e allenatore di caratura<br />

nazionale) e oggi celebre per le prelibatezze enogastronomiche (Raschera D.O.P.)<br />

e le peculiarità artigianali (i coltelli frabusàn oggi De. C. O.) e culturali, come<br />

la minoranza linguistica del kyé e la tradizionale architettura montana con il tetto<br />

racchiuso. Dall’eterogeneità turistica di Roccaforte Mondovì con le Terme di Lurisia,<br />

il Monte Pigna e i borghi sostenibili come Prea e Baracco, a Chiusa di Pesio, quindi,<br />

capoluogo dell’omonima valle, climaticamente tra le più interessanti dell’intero


8<br />

arco alpino cuneese e sede del Parco Naturale del Marguareis (oggi Ente<br />

di gestione delle Aree Protette delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>) dal 1978. Una terra selvaggia,<br />

un cuore verde che pulsa di biodiversità floristica e di storia, con la meravigliosa<br />

Certosa di Pesio quale fulcro centrale del corridoio vallivo. Ancora verso occidente,<br />

poi, fino a lambire Boves e Peveragno, protetti dalla sagoma della Bisalta,<br />

la montagna “due volte alta” la cui fisionomia è da sempre un punto di riferimento<br />

per i cuneesi. Castagneti, sentieri, ruscelli incontaminati, ma soprattutto i ricordi<br />

della Resistenza che proprio da Boves (città Medaglia d’Oro al Valor Militare e<br />

Medaglia d’Oro al Valor Civile) mosse i suoi primi passi nel settembre del 1943.<br />

Ancora a ovest si incontrerà la Valle Vermenagna, che etimologicamente parrebbe<br />

rimandare a vermenaneus, in riferimento al culto pagano della verbena, pianta<br />

sacra ai Romani e piuttosto abbondante sulle sponde dell’omonimo corso<br />

d’acqua. In tal senso un’ipotetica sosta a Vernante (con lo straordinario Bosco<br />

Bandito di Palanfrè e l’affascinante itinerario urbano tra i murales di Pinocchio,<br />

realizzati negli anni a ricordo di Attilio Mussino, principale disegnatore<br />

del capolavoro di Collodi e vernantese d’adozione) o a Limone Piemonte,<br />

perla sciistica e turistica delle <strong>Alpi</strong> di Cuneo, è altamente consigliata.<br />

Un ultimo scarto occidentale, infine, prima di raggiungere la Valle Gesso,<br />

dall’idrogeografia particolarmente interessante in virtù di quell’improvvisa<br />

apertura a ventaglio a monte di Valdieri. Tre i valloni principali a loro volta<br />

suddivisi in diversi rami secondari: il primo, conosciuto come Gesso della Valletta,<br />

conduce a Sant’Anna di Valdieri e da qui alle Terme, per poi articolarsi nel Vallone<br />

del Valasco e nella Valle della Valletta, che sfocia nell’ameno Pian della Casa<br />

del Re. Da Valdieri fino alla Diga della Piastra si sviluppa invece il Gesso<br />

di Entracque vero e proprio, bipartito poi in Rio Bucera – Vallone della Rovina e<br />

in Gesso della Barra, diretto a San Giacomo di Entracque Valle e al Gesso Rifugio - Il Lago Soria Ellena<br />

delle Portette<br />

(parallelamente ad esso, in direzione del Monte Clapier, si dipana viceversa<br />

→→ Il Gias Vaccarile soprano<br />

il Vallone di Monte Colombo). Da Trinità di Entracque, infine, e il Marguareis ha inizio dal il Colle cosiddetto<br />

Vallone del Sabbione, attraversato dal Rio Busset e a sua Vaccarile volta ospitante


← Il castello di Casotto<br />

↑ Maschio di capriolo a Prati<br />

Sagnàs<br />

↓ Centro faunistico “Uomini<br />

e Lupi” – l'area faunistica<br />

in località Casermette<br />

(Entracque)<br />

9<br />

una diramazione finale conosciuta come Vallone dell’Ischietto. In questo groviglio<br />

morfologico trova spazio una rete escursionistica di altissimo livello, a sua volta<br />

immersa nel Parco Naturale delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, che forma con il limitrofo Parc<br />

National du Mercantour un’area protetta di oltre 100.000 ettari. Tra i contenitori<br />

museali degni di nota, l’innovativo Centro Faunistico “Uomini e Lupi” di Entracque,<br />

volto a sensibilizzare l’opinione pubblica circa il ritorno naturale del lupo sulle <strong>Alpi</strong><br />

e ospitante in un apposito recinto alcuni esemplari feriti e incapaci di ritornare<br />

alla vita normale o nati direttamente in cattività.<br />

Un intreccio tra il domestico e il naturale, insomma, quale metafora più efficace<br />

per descrivere l’intero territorio delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> e <strong>Marittime</strong>, ideale per escursioni<br />

brevi e rilassanti ma capace altresì di soddisfare le richieste degli escursionisti<br />

più esigenti.


NOTE TECNICHE<br />

10<br />

// SCALA DELLE DIFFICOLTÀ DEL CAI<br />

Le difficoltà complessive di ciascun itinerario sono indicate dalle sigle<br />

convenzionali adottate dal Club <strong>Alpi</strong>no Italiano:<br />

T = per turisti: itinerari che si svolgono su stradine o su sentieri ben tracciati,<br />

agevoli e con dislivelli piuttosto contenuti.<br />

E = per escursionisti: itinerari su sentiero o comunque con percorso<br />

abbastanza evidente, che però richiedono una maggiore esperienza e<br />

allenamento alla fatica. A volte possono presentare brevi tratti esposti<br />

o elementari passaggi su roccia.<br />

EE = per escursionisti esperti: itinerari che presentano tratti esposti,<br />

passaggi su roccia o possibili segmenti in assenza di sentiero.<br />

// SEGNALETICA VERTICALE E ORIZZONTALE<br />

La segnaletica verticale, standardizzata con una legge regionale, è costituita<br />

da paline con frecce direzionali o placchette bianco-rosse. La segnaletica<br />

orizzontale è costituita da tacche segnavia bianche e rosse affiancate.<br />

Su terreni aperti, ovvero dove sia difficile realizzare la segnaletica orizzontale,<br />

si ricorre a paletti segnavia in legno, sui quali sono riportate le tacche bianche<br />

e rosse. Su quei terreni aperti che non consentono il posizionamento<br />

dei paletti, poiché caratterizzati dalla presenza di rocce o detriti, si ricorre<br />

ai cosiddetti “ometti”, piccoli cumuli di pietre accatastate che indicano<br />

il percorso da seguire. Nella pagina a fianco è riportato il modello di una freccia<br />

di direzione con destinazioni, quote e tempi di percorrenza. All’estrema sinistra è<br />

presente il codice del sentiero (la lettera minuscola indica le eventuali varianti),<br />

i quadratini neri sono disponibili ad accogliere eventuali pittogrammi. In basso<br />

sono raffigurati un segnavia semplice, sulla sinistra, e un segnavia a bandierina,<br />

sulla destra: quest’ultimo, conosciuto anche come “segnaletica di continuità”,<br />

riporta il codice del sentiero. Entrambi, generalmente applicati a vernice, possono


000a<br />

Prima destinazione<br />

Altre informazioni turistiche<br />

Seconda destinazione<br />

Altre informazioni turistiche<br />

Terza destinazione<br />

Altre informazioni turistiche<br />

0000 m 0:00 h<br />

0000 m<br />

0:00 h<br />

0000 m 0:00 h<br />

11<br />

essere costituiti anche da una placchetta in laminato plastico.<br />

Nella nostra provincia, il codice che individua i sentieri è formato da una lettera<br />

e da un numero, composto da una o due cifre. La lettera individua una vallata<br />

della provincia o, al più, un versante di essa, mentre il numero caratterizza<br />

univocamente il sentiero nella valle in questione. Si parte dalla A per la Val Tanaro,<br />

e si finisce con la V per la Valle Po.<br />

Nella pratica, la segnaletica, sia orizzontale<br />

che verticale, sta convergendo verso<br />

quanto prescritto dalla legislazione vigente,<br />

Esistono tuttavia eccezioni e deroghe:<br />

alcune di esse sono legittime, come<br />

la segnaletica verticale nel Parco delle <strong>Alpi</strong><br />

<strong>Marittime</strong> – gialla e uniformata<br />

al confinante Parc du Mercantour –, altre<br />

sono frutto di una buona dose di fantasia<br />

da parte di chi è chiamato a realizzarle.<br />

Su alcuni sentieri meno frequentati,<br />

infine, resistono ancora le paline in legno<br />

pantografato e le vecchie tacche rosse, blu<br />

o gialle, utilizzate per la tracciatura alcuni<br />

decenni or sono.<br />

// SCORCIATOIE<br />

Le scorciatoie possono causare parecchi danni, sia all’ambiente che<br />

all’escursionista: velocizzano l’erosione del suolo da parte delle acque<br />

meteoriche, distruggono flora che potrebbe impiegare anni a ricrescere,<br />

complicano l’orientamento e l’individuazione del sentiero corretto, richiedono<br />

un dispendio maggiore di energie, sia in salita che in discesa. Tutto questo<br />

per guadagnare qualche minuto: non percorretele!


12<br />

// DESTRA E SINISTRA<br />

Quando non specificato diversamente, nelle descrizioni dei percorsi “destra” e<br />

“sinistra” sono riferite al senso di marcia. Dove indicato, è possibile ci si riferisca<br />

alla destra o sinistra idrografica di un vallone. In questo secondo caso,<br />

per esempio, la destra idrografica corrisponderà alla nostra destra una volta posti<br />

con la schiena rivolta alla sorgente del corso d'acqua, guardando nella direzione<br />

verso cui questo scorre.<br />

// TEMPI DI PERCORRENZA<br />

I tempi di percorrenza indicati si riferiscono a quelli per escursionisti medi,<br />

e non per assidui frequentatori dei sentieri di montagna. Sono calcolati<br />

con un apposito software a partire dalla traccia GPS, in modo da renderli<br />

il più possibili oggettivi e uniformi tra le varie escursioni. Si tratta sempre<br />

e comunque di tempi indicativi, che ciascuno potrà modificare in base al<br />

proprio allenamento e alle proprie capacità.<br />

// QUOTE<br />

Le quote sono prevalentemente tratte dalla cartografia di Fraternali Editore.<br />

Ove non presenti, nemmeno su altra cartografia disponibile, le quote sono<br />

ricavate con strumentazione satellitare (GPS), corretta con dati cartografici<br />

di elevazione. La misura delle quote è comunque soggetta a errore, e deve<br />

essere considerata indicativa.<br />

// SOCCORSO ALPINO<br />

Sui sentieri italiani, in caso di necessità, il numero telefonico da comporre è il 112,<br />

facente capo al centralino unico per le emergenze, al quale bisognerà specificare<br />

che stiamo richiedendo soccorso in montagna. A causa della possibile assenza<br />

di segnale in quota, c’è la possibilità che occorra spostarsi, anche di parecchio,<br />

per telefonare: se disponete di un ricevitore GPS, ricordatevi di segnare<br />

le coordinate del luogo in cui serve soccorso, e comunicatele alla centrale<br />

operativa. Nell’ipotesi che venga inviato l'elicottero per il soccorso, è<br />

fondamentale saper descrivere le condizioni meteo locali e individuare, se<br />

possibile, una zona per l'atterraggio lontana da cavi sospesi, ben visibile dall'alto<br />

e priva di ostacoli come alberi o pali in un raggio di 100 metri, preferibilmente<br />

sopraelevata e con fondo solido. Posizionatevi ai margini del luogo prescelto<br />

per l'atterraggio, con il vento alle spalle e le due braccia alzate verso il cielo,<br />

per indicare la necessità di soccorso.


LE PASSEGGIATE<br />

13<br />

Tetti Comba


14<br />

//01<br />

ANELLO<br />

DEL BANDITO E<br />

DELLE FARFALLE


Nel 2016 è stato inaugurato<br />

in Valle Gesso il breve ma suggestivo<br />

“Sentiero delle farfalle”, nel comune<br />

di Valdieri, all’ombra dell’imponente<br />

massiccio calcareo di Rocca<br />

San Giovanni-Saben, sede<br />

dell'omonima Riserva naturale.<br />

Qui negli anni passati era attiva una grande<br />

cava di ghiaia a cielo aperto: gli enormi gradoni<br />

dell’ex sito estrattivo Cementir, che ancora<br />

segnano le pareti rocciose, sono l’habitat<br />

d’elezione di Papilio alexanor, una rara e<br />

bellissima farfalla striata.<br />

Per salvarla dall’estinzione, le Aree protette<br />

delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> hanno promosso<br />

il recupero dell’area di cava, rendendola<br />

visitabile. Il Sentiero delle farfalle vero e proprio<br />

richiede circa mezz’ora di visita: per rendere<br />

l’escursione più interessante si procede<br />

sulle due sponde del torrente Gesso<br />

beneficiando della bella pista ciclabile.<br />

Si toccano così l’assolata frazione di Andonno,<br />

le famose Grotte del Bandito, antica dimora<br />

dell’orso delle caverne e oggi Riserva naturale,<br />

il capoluogo Valdieri, dove è d’obbligo<br />

una sosta per rifocillarsi e, infine, il breve<br />

ma suggestivo circuito dedicato ai lepidotteri.<br />

Facile e con un dislivello modestissimo,<br />

l’itinerario naturalistico e culturale può essere<br />

percorso a piedi o in mtb.<br />

← Inizio del Sentiero<br />

delle farfalle ai piedi<br />

della ex cava Cementir<br />

↑ All’interno del sito<br />

della ex cava Cementir<br />

↓ Farfalla della specie<br />

Papilio alexanor<br />

→ DAI DIAMANTI<br />

NON NASCE NIENTE,<br />

NELLE CAVE<br />

NASCONO I FIOR<br />

Papilio alexanor si trova<br />

ormai in pochi posti<br />

in Italia: ambita<br />

dai collezionisti, la farfalla<br />

è a rischio di estinzione.<br />

L’area dell’ex cava<br />

di calcare Cementir è<br />

particolarmente favorevole<br />

alla riproduzione di questa<br />

specie perché è calda,<br />

umida e soprattutto ricca<br />

di Ptychotis saxifraga,<br />

una piccola pianta che<br />

cresce sulle rocce del sito<br />

di estrazione e che è<br />

la preferita dai bruchi<br />

della farfalla.<br />

15


16<br />

→ LE GROTTE DEL BANDITO<br />

Quando è unica nel suo genere, ogni cosa<br />

diventa preziosa. È il caso delle piccole<br />

Grotte del Bandito: importanti perché unico<br />

sistema carsico della Valle Gesso.<br />

Qui sono stati ritrovati resti di Ursus<br />

spelaeus, l'antico orso delle caverne.<br />

Qui i valligiani hanno scavato a lungo<br />

in cerca di pagliuzze d'oro, e guadagnandosi<br />

la sinistra fama di “banditi”. Qui, sfruttando<br />

il clima stabile delle grotte, svernano<br />

colonie di Chirotteri, il cui letargo non va<br />

assolutamente disturbato, pena<br />

la morte dei pipistrelli. Qui vivono specie<br />

di invertebrati perfettamente adattati<br />

all'ambiente sotterraneo. Per il loro<br />

interesse naturalistico e archeologico,<br />

le Grotte del Bandito sono oggi una Riserva<br />

naturale ricompresa nel SIC IT1160056 “<strong>Alpi</strong><br />

<strong>Marittime</strong>”: esse sono sottoposte a tutela<br />

e l'accesso alle cavità è limitato.<br />

// 0 1<br />

ANELLO<br />

DEL BANDITO<br />

E DELLE FARFALLE<br />

T<br />

2:30/3:00 h<br />

+100/-100 m<br />

Chiesa di San Giovanni<br />

(747 m)<br />

Si parcheggia l’auto<br />

nel vasto spiazzo nei pressi<br />

della Cappella in rovina<br />

di San Giovanni, appena<br />

prima dell’abitato<br />

di Valdieri. Se si vuole evitare<br />

l’attraversamento<br />

della Provinciale, ci sono<br />

alcuni posti auto di fronte,<br />

proprio all’attacco<br />

del sentiero.<br />

// ITINERARIO<br />

Dalla bacheca di fronte alla cappella si imbocca a destra la strada bianca<br />

nella zona di cava in direzione Andonno (palina). Al primo bivio al piede dei<br />

gradoni si prende a destra (masso con tacca): il sentiero che arriva da Valdieri sarà<br />

quello utilizzato per il rientro. Si procede prima in salita poi scendendo di nuovo<br />

al livello della strada per risalire lungo un rio all’ombra di arbusti e castagni<br />

e quindi attraversare su sterrata in discesa fino alle prime case di Andonno,<br />

lasciandosi sulla sinistra la Cappella della Madonna del Gerbetto (punto acqua).<br />

Arrivati nella piazza della frazione di Andonno, si scende fino alla Provinciale, che<br />

si attraversa per raggiungere e attraversare a sua volta il ponte sul torrente Gesso.<br />

In breve si raggiunge l’ombrosa borgata di Tetto Bandito: qui inizia la ciclabile che<br />

si imbocca a destra per arrivare in breve all’ombra dell’incombente parete calcarea<br />

che cela le Grotte del Bandito. In primavera meglio non sostare troppo a lungo<br />

causa rischio di caduta massi. Si costeggia una sorta di spiaggia erbosa lungo<br />

il torrente Gesso e si risale in saliscendi verso la borgata di Cialombard.<br />

Si continua verso monte tra coltivi, pascoli e filari di frassini. In corrispondenza<br />

di un allevamento di trote si svolta a destra sul ponte per raggiungere in breve<br />

Valdieri. Si può approfittare della fontana detta “della Bela Rosìn” per dissetarsi<br />

davanti alla villa liberty sede delle Aree Protette delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> per poi risalire<br />

in direzione del municipio. Prima del municipio si svolta a destra in Via Umberto I,<br />

un balcone panoramico esposto a sud che si percorre fino alla tettoia che protegge


.<br />

ima<br />

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876<br />

.<br />

1144<br />

1029<br />

.<br />

968<br />

d' Engai<br />

Scombes<br />

Colletto<br />

1670<br />

Cima<br />

Saben<br />

Valdieri<br />

860<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Cima<br />

Roccaston<br />

1382<br />

.<br />

1499<br />

Cava<br />

d`Ardesia<br />

1080<br />

. Riserva Naturale<br />

.1085<br />

Rocca San<br />

Giovanni Saben<br />

773<br />

Vallone Costasaler<br />

Vallone Formantinera<br />

1037<br />

797<br />

882<br />

.<br />

1476<br />

Rocca<br />

San Giovanni<br />

S.Bastiano<br />

Vallone Splaiera<br />

Necropoli<br />

.<br />

759<br />

.<br />

753<br />

.<br />

818<br />

Monte<br />

la Bastia<br />

1092<br />

.<br />

747<br />

S.Giovanni<br />

Punta<br />

la Sea<br />

S.P.22<br />

Comba dell` Infernetto<br />

852 .<br />

Il<br />

Castellazzo<br />

720<br />

C o s t a M a l a n c e<br />

760<br />

.<br />

Monfranco<br />

.<br />

1126<br />

731<br />

Tetti<br />

del Bandito<br />

Riserva Naturale<br />

Grotte del Bandito<br />

1081<br />

Panetto<br />

Tetti<br />

Monfranco<br />

Frazione Andonno<br />

.<br />

1084<br />

.<br />

943<br />

Tetti<br />

Barlotto<br />

Torrente Gesso<br />

Tetti<br />

del Sabione<br />

Monte<br />

Colognè<br />

.<br />

.753<br />

938 Tetti<br />

Tabanot<br />

Tetti<br />

871 Pion<br />

Tetti<br />

Quattino Tetto<br />

982 Brinda<br />

Tetti<br />

Crivella soprano<br />

.<br />

684<br />

V a l l e d i R o a s<br />

V a l l o n e S. B e r n a r d o<br />

. Barca<br />

Rocca<br />

S.Croce<br />

900<br />

→ UN CIMITERO Rocca PER VIP VECCHIO Vanciarampi<br />

1219<br />

. 1713<br />

La<br />

Bara Bianca<br />

DI MIGLIAIA . DI ANNI<br />

Tetti<br />

1276<br />

Taschet<br />

.<br />

Punta<br />

781<br />

1618<br />

La necropoli si Bec trova lungo la strada<br />

Rocciai<br />

Ghincia<br />

. 1347<br />

.1355<br />

vecchia per Valdieri, 1484 . all'interno<br />

Monte<br />

Passo<br />

.<br />

1266<br />

di una suggestiva conca<br />

Corno<br />

naturale alle pendici<br />

dei Giorsin<br />

della Rocca San Giovanni . e della 1850<br />

Punta Punta<br />

.<br />

.<br />

1505 di Giaime<br />

Saben, che ospitano la Riserva . naturale<br />

1556<br />

Rocce della<br />

Scregna<br />

Pironetto<br />

omonima. Alte pareti rocciose proteggono<br />

. .<br />

.<br />

.<br />

852<br />

1500<br />

1449<br />

1826<br />

il pianoro dalle fredde correnti<br />

881<br />

.<br />

. Puntasettentrionali<br />

della 1525<br />

1615<br />

1354 Splaiera<br />

Sede e favoriscono un clima caldo e secco,<br />

.<br />

Passo<br />

1634<br />

Parco S.Giovanni<br />

1669 Passo Prato<br />

con poche . .<br />

890 precipitazioni anche nei dimesi<br />

Costabella<br />

della Colla Passo 1521<br />

. 1345<br />

del Van<br />

invernali. È probabilmente per questi Punta Balmarossa<br />

1816<br />

motivi, oltre che per l'ottima posizione<br />

con vista sulla confluenza dei due rami<br />

del torrente Gesso, che nell'Età del Bronzo e<br />

del Ferro sono stati collocate in questo sito<br />

le tombe di alcuni personaggi importanti<br />

della comunità, forse capi o sacerdoti.<br />

Sono state rinvenute undici sepolture<br />

a incinerazione, un cenotafio e alcune fosse<br />

rituali: i molti reperti sono conservati<br />

nel museo nella piazza del municipio.<br />

PONTILE<br />

↑↑ Grotte del Bandito<br />

↑ Ricostruzione di capanna<br />

e fornace dell’Età del Bronzo<br />

presso la necropoli di Valdieri<br />

il sito della necropoli di Valdieri. Qui si svolta a sinistra e si imbocca il sentiero<br />

delle farfalle vero e proprio, dando la preferenza al ramo più interessante, quello<br />

che corre al piede della falesia. Seguendo le tacche bianche e rosse si raggiunge<br />

il sito della ex cava, dove in primavera ed estate si può osservare il lavorio<br />

degli insetti. Si procede verso est fino a che non si ritorna al punto di partenza.<br />

ISARD<br />

1157<br />

V a l<br />

92


18<br />

//02<br />

ANELLO<br />

DI MONTE<br />

MURÌN


Il percorso tocca due ariosi belvedere<br />

su Limone e sull’alta Val Vermenagna,<br />

← Dal belvedere<br />

↑ Indicazione per il belvedere<br />

di Roccia del Murìn<br />

↓ Panorama dalla Roccia<br />

del Murìn<br />

unendo le due frazioni abbandonate<br />

19<br />

di Tetti Veuva e Tetti Gallìn.<br />

Un’immersione nel verde e<br />

nella quiete a due passi dal centro<br />

di Limone.<br />

Panoramico anello su sterrato e sentiero<br />

consigliabile in primavera e in autunno,<br />

ma gradevole anche d'estate perché protetto<br />

per tre quarti dall’ombra dei boschi.<br />

Chi lo desidera può allungare l’itinerario e<br />

spingersi fino al colletto dell’Almellina,<br />

aumentando però l’impegno fisico e il tempo<br />

richiesti. La prima parte del percorso, appena<br />

a monte del complesso residenziale di Parco<br />

Murìn, è resa ancora più interessante<br />

dalla presenza di pannelli (installati nel 2016)<br />

che illustrano le principali essenze arboree<br />

e arbustive della zona, accompagnando<br />

le descrizioni con note di curiosità. Si imparano<br />

così a conoscere e distinguere le diverse specie<br />

di aceri e olmi, il sambuco nero, l’abete bianco<br />

e quello rosso, il pero corvino, le tamerici e<br />

si scopre che il pruno del Delfinato, da cui<br />

si ricavava un olio curativo per i reumatismi,<br />

il famigerato huile de marmottier, tradotto<br />

goffamente come “olio di marmotta”<br />

ha portato allo sterminio di parecchi animali<br />

per ricavarne inutili unguenti.<br />

→ LIMONE<br />

PIEMONTE, CHE<br />

STRANO NOME<br />

Limone deve la sua<br />

importanza al passo<br />

di Monte Cornio ovvero<br />

il Colle di Tenda, uno dei<br />

valichi più bassi dell’arco<br />

alpino, antichissima via<br />

marenga (ovvero “che<br />

porta al mare”) tra la<br />

Pianura Padana e la riviera<br />

ligure e francese. Per alcuni<br />

il nome della città deriva<br />

dal provenzale li mount,<br />

i monti; secondo altri<br />

deriva piuttosto dal greco<br />

antico leimon “luogo<br />

erboso, ricco di pascoli”:<br />

tutti concordano<br />

nell’affermare che il noto<br />

agrume divenuto simbolo<br />

della città non c’entri nulla.


20<br />

// ITINERARIO<br />

Si imbocca la strada asfaltata che sale verso il grande complesso residenziale<br />

(indicazioni in legno per Murìn – Tetti Veuva) fino a che l’asfaltata, nei pressi<br />

dei palazzi, non diventa una sterrata che stacca sulla sinistra e si inoltra subito<br />

nel bosco, dove i numerosi pannelli botanici invitano a brevi e interessanti<br />

soste. Continuando il cammino, al di sopra della strada si notano gli scheletri<br />

in cemento di due palazzi mai terminati e ormai inglobati dalla vegetazione.<br />

Passati i due ecomostri, la strada diventa sentiero: poche decine di metri<br />

dopo, vale la pena imboccare la deviazione sulla destra che in pochi minuti<br />

conduce a un roccioso belvedere affacciato su Limone e sulle cime circostanti.<br />

Si torna sui propri passi e si prosegue il cammino, prima all’ombra dei faggi<br />

e quindi in un bel vialetto di bosso, sempreverde dal legno molto resistente<br />

indicatissimo per i manici dei coltelli. Si raggiunge in breve la borgata<br />

disabitata di Tetto Veuva, dove si interrompono i pannelli dedicati alle piante<br />

locali: ci si consola con un secondo comodo belvedere, munito di panchina.<br />

Seguendo le indicazioni per Tetti Galìn e Colletto Almellina si procede<br />

in direzione sud-est fino a raggiungere il bivio Galìn/Murìn e Colletto Almellina/<br />

Cros (giro molto appagante, ma più lungo e faticoso). Si procede in piano<br />

per la frazione abbandonata di Tetti Galìn, che si raggiunge dopo poco.<br />

In primavera la fioritura dei ciliegi presso i resti delle case si fonde con il bianco<br />

delle vette più alte, illuminando l’aria. Il sentiero perde quota velocemente<br />

con una serie di tornanti prima in ambiente aperto, poi all’ombra di abeti<br />

e quindi di nuovo sotto a un bosco misto di latifoglie: numerosi, grandi e<br />

popolatissimi sono i formicai in questo tratto di percorso. Al bivio successivo<br />

si prende a destra e si passa sotto a una piccola falesia attrezzata (panchine)<br />

prima di ricongiungersi alla sterrata iniziale. Da qui si percorre l’ultimo tratto<br />

a ritroso per ritornare in breve al punto di partenza.


1577<br />

Colette<br />

1402<br />

20<br />

1051<br />

Casali<br />

Giocet<br />

onte<br />

ecchio<br />

1092<br />

San<br />

Maurizio<br />

1066<br />

.<br />

1077<br />

1188<br />

Tetti<br />

Veuva<br />

Roccia<br />

del Murin<br />

Bec<br />

Cucco<br />

.<br />

. Monte<br />

1320<br />

.<br />

Murin<br />

Tetti<br />

Galino<br />

Casali<br />

Brozer<br />

1432<br />

1596<br />

Bec<br />

Cornigion .<br />

1381<br />

1592<br />

Tetti<br />

Almellina<br />

1411<br />

Casali<br />

Braia<br />

1282<br />

Valle Armellina<br />

C<br />

M<br />

Miniera<br />

Ubaiet<br />

M<br />

Limone Piemonte<br />

1218<br />

Tetti<br />

Catalin<br />

Tetti<br />

Gigant<br />

Maira<br />

Mognin<br />

.<br />

Sant'<br />

Anna<br />

Limonetto<br />

1280<br />

1281<br />

Tetti<br />

Gianet<br />

1200<br />

Bragard<br />

.<br />

Tetti<br />

1300<br />

Ziton<br />

Tetti<br />

Gross<br />

SS20<br />

1419<br />

Quota<br />

1400<br />

.<br />

1294<br />

. 1195 .<br />

Tetti<br />

Biava<br />

1258<br />

1307<br />

Gherra<br />

San<br />

Pancrazio<br />

1048<br />

1220<br />

Tetti<br />

Maschetta<br />

.<br />

1483<br />

1518<br />

.<br />

Punta<br />

Buffe<br />

.<br />

1075<br />

La<br />

Grogia<br />

.<br />

1545<br />

.<br />

1174<br />

Casali<br />

Brick<br />

Fontana<br />

Borraccia<br />

1520<br />

1510<br />

Tetti<br />

Astegiani<br />

1179<br />

1144<br />

Casali<br />

Magher<br />

1448<br />

Maire<br />

Savoia<br />

1500<br />

1558<br />

.<br />

Rifugio<br />

Capanna<br />

Chiara<br />

Maire<br />

Rocca<br />

Rossa<br />

Bec 1485<br />

Castellaccio<br />

1631<br />

Lago<br />

.<br />

Il<br />

Crest<br />

.<br />

1851<br />

Secco 1651 .<br />

Limone (1035 m)<br />

Monte Bec<br />

1765 Alpetta Valletta<br />

Si consiglia di lasciare . l’auto<br />

1925<br />

in via Valleggia: subito dopo<br />

il sottopasso<br />

Lago<br />

ferroviario,<br />

Terrasole<br />

sulla destra 1776 accanto . al<br />

casotto che ripara i cassonetti<br />

ci sono alcuni posteggi<br />

gratuiti. L’escursione inizia<br />

dalla rampa asfaltata posta<br />

di fronte, che si alza dietro<br />

alla ferrovia verso le pendici<br />

del Monte Murìn e il massiccio<br />

complesso residenziale che si<br />

staglia alla sua base.<br />

Vallone Gherra<br />

// 0 2 San<br />

Giovanni<br />

1242 ANELLO<br />

1227<br />

DI MONTE<br />

MURÌN<br />

1330<br />

E<br />

2:00/2:30 h<br />

+210/-210 m ca.<br />

.<br />

1500<br />

21<br />

1959<br />

Vallone San<br />

F<br />

Tes<br />

Sa<br />

1661<br />

d<br />

→ Non ci sono punti acqua<br />

lungo il percorso.<br />

←← Panorama sugli impianti<br />

abbandonati del Cros e su Cima<br />

della Fascia<br />

←↑La Roccia del Murìn vista<br />

dal basso<br />

←↓ Tetto Galìn


22<br />

//03<br />

ANELLO<br />

DEL BOSCO<br />

BANDITO<br />

DI PALANFRÈ


Facile anello alla scoperta dei dintorni<br />

della bella frazione di Palanfrè,<br />

una manciata di baite in pietra<br />

← La borgata di Palanfrè<br />

↑ Faggeta, Palanfrè<br />

↓ Comitiva all'inizio<br />

del percorso, nel Vallone<br />

di Pianard<br />

arroccate a quasi 1400 metri di quota<br />

23<br />

ai margini di un grande anfiteatro<br />

erboso che si alza verso Costa<br />

Pianard. Palanfrè è la montagna<br />

dolce, amica: d’estate l’aria è percorsa<br />

da profumi d’erba, echi, scampanellii<br />

e richiami di animali in alpeggio.<br />

Abbandonata negli anni Settanta, dal 2002<br />

la borgata è tornata a vivere grazie alla famiglia<br />

Giordano, che anima la frazione con l’azienda<br />

agricola e la gestione del rifugio escursionistico<br />

L’Arbergh. Palanfrè si trova in una posizione<br />

a rischio per le valanghe. Per questo motivo,<br />

già dai primi anni del '700, ma probabilmente<br />

anche prima, era stato vietato (“bandito”)<br />

il taglio della faggeta a monte delle case:<br />

gli alberi facevano da paravalanghe naturale.<br />

I “Bandi Campestri” custoditi negli archivi<br />

del comune di Vernante, datati 1741, sono<br />

la prima testimonianza scritta dello stato<br />

di protezione cui era sottoposto il bosco.<br />

La faggeta, con una estensione di una decina<br />

di ettari, è toccata solo marginalmente<br />

dal percorso ad anello, che permette tuttavia<br />

di apprezzare alcuni degli alberi più grandi<br />

e antichi.


24<br />

→ I “GIGANTI” DI PALANFRÈ<br />

DESCRITTI DAL CERCATORE<br />

DI ALBERI TIZIANO FRATUS<br />

Così ritrae i faggi di Palanfrè uno che<br />

di piante straordinarie se ne intende,<br />

il “cercatore di alberi” e Homo radix Tiziano<br />

Fratus: “Spiando nel cuore interno<br />

[della faggeta di Palanfrè], si possono<br />

individuare decine di grandi esemplari,<br />

i tronchi scarabocchiati di umido.<br />

Il maggiore ha perso un grosso ramo<br />

alcuni inverni fa, a causa degli strappi<br />

di una tempesta invernale; si stima un’età<br />

prossima ai 300/350 anni, 495 centimetri<br />

la circonferenza. Un secondo faggio<br />

di 450 centimetri è addossato a un masso,<br />

quattro branche dai sei metri in su.<br />

Salendo, poco prima di uscire seguendo<br />

il sentiero che vira alla vostra destra<br />

nei prati, accostate una mezzaluna lignea<br />

di grossi faggi, l’ultimo dei quali è contorto,<br />

avvitato su sé stesso in senso orario:<br />

375 centimetri la pancia”.<br />

// 0 3<br />

ANELLO DEL BOSCO<br />

BANDITO<br />

DI PALANFRÈ<br />

E<br />

1:30 h ca.<br />

+215/-215 m<br />

Palanfrè (1379 m)<br />

Da Vernante al semaforo<br />

imboccare a destra<br />

la strada per la Val Grande<br />

e percorrerla ignorando<br />

il bivio sulla sinistra<br />

per Folchi fino a raggiungere<br />

la frazione di Palanfrè.<br />

Parcheggiare nel grande<br />

spiazzo asfaltato<br />

sulla destra, appena prima<br />

di raggiungere la parte<br />

superiore della borgata<br />

(divieto d’accesso ai non<br />

residenti).<br />

→ È possibile rifornirsi<br />

d’acqua alla fontana presso<br />

la chiesetta a monte<br />

del parcheggio.<br />

← Contorti “giganti grigi”<br />

del bosco bandito<br />

↑ La borgata di Palanfrè vista<br />

da sud, al termine dell’anello


Valera<br />

o<br />

.<br />

.<br />

2306<br />

Monte<br />

Pianard<br />

ua<br />

ne Cairas<br />

1759<br />

1876<br />

2439<br />

Plissè<br />

.<br />

Il Merà<br />

Rocca<br />

d`Orel<br />

Gias<br />

Pianard.<br />

1933<br />

2203.<br />

.<br />

Monte<br />

Garbella<br />

Bric<br />

dell`Olmo<br />

.<br />

2126<br />

2173 Colle<br />

della Garbella<br />

Costa di Pianard<br />

2306<br />

// . ITINERARIO<br />

Val Garbella<br />

.1897<br />

Pascariund<br />

Gias Garbella<br />

Costa Garbella<br />

Vallone del Sabbione<br />

La Valletta<br />

.<br />

1565.<br />

Gias<br />

del Chiot<br />

Costa del Colombo<br />

1891<br />

Monte<br />

la Croce<br />

.<br />

1958<br />

Gias<br />

Piàmiàn<br />

1479.<br />

Gias<br />

della<br />

Barma<br />

Stubietta<br />

1425<br />

.<br />

Vallone degli Alberghi<br />

1490<br />

.<br />

1504<br />

1372<br />

Tetti<br />

Paluret<br />

Tetto<br />

Fuet<br />

Palanfrè<br />

1205<br />

Costa Lausea<br />

Vallone Franco<br />

Piano<br />

Tetto<br />

Baru<br />

1170.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Bric<br />

Brusatà<br />

.<br />

1715<br />

2002<br />

della<br />

1161<br />

1070<br />

Vallone Grande<br />

Campaula<br />

.<br />

Reina<br />

Tetto<br />

Vertamun<br />

1400<br />

Tetto<br />

Folchi<br />

1025<br />

Gias<br />

Creusa Sottano<br />

.<br />

.<br />

1088<br />

Tetti<br />

Creusa<br />

1952<br />

Sul lato nord-ovest del parcheggio subito<br />

1642.<br />

a valle della parte superiore<br />

dell’abitato di Palanfrè (1379 m) si imbocca una pista sterrata nei pressi<br />

di una bacheca del Parco che Monte in breve conduce a un bivio. Si ignora il ramo<br />

Colombo<br />

di Gias destra Valera che conduce a Vernante . per la Via di Tèit e si imbocca il ramo<br />

Sottano<br />

1731<br />

di sinistra (tacche gialle) che inizia 2261 a salire . dolcemente in mezzo a noccioli<br />

1583<br />

.<br />

2238<br />

.<br />

e ciliegi selvatici. Appena fuori dall’arbusteto, sulle pendici del Monte Croce<br />

Passo<br />

2337<br />

Gias<br />

Monte<br />

.<br />

si scorgono della<br />

. dei torrioni di una curiosa roccia Vilazzo sedimentaria simile<br />

Guglielma<br />

2115<br />

1896.<br />

Monte Creusa<br />

a un cemento in cui siano rimaste incastrate delle pietre: è il conglomerato. .<br />

2170<br />

Ciotto Mien<br />

In questo tratto il sentiero risale verso 2384<br />

2228<br />

sud lungo il rio tra ginepri, salici, . rose<br />

Cima<br />

Lago<br />

canine, .<br />

Plisser sambuco rosso, betulle e maggiociondoli. VilazzoL’impluvio è anche 2378 il canale<br />

. 2318<br />

Cima della<br />

2039 .<br />

. 2224<br />

Passo di<br />

in cui si accumula una valanga Guglielma che spesso perdura fino a primavera inoltrata.<br />

Ciotto Mien<br />

Un tratto di salita più ripido porta ad attraversare il piccolo rio, passando<br />

sulla sua destra orografica, e a raggiungere i pascoli di Pianard. Il sentiero<br />

quindi spiana, piegando verso sinistra e, con percorso quasi a ritroso,<br />

si addentra in un boschetto di latifoglie. Si attraversa un ruscello che<br />

nella stagione calda è asciutto e si raggiunge la bandita vera e propria.<br />

Si scende ora abbastanza ripidi ai margini della splendida faggeta, passando<br />

a fianco di alberi secolari, almeno uno dei quali supera i 350 anni. Il sentiero<br />

sbocca su una mulattiera che si segue in discesa verso destra in direzione<br />

Palanfrè. Poco oltre, la mulattiera si immette su una strada sterrata, che anche<br />

in questo caso si segue verso destra, perdendo quota con un paio di tornanti.<br />

Al terzo tornante si lascia a destra la mulattiera per il Lago degli Alberghi e<br />

il Lago inferiore del Frisson e si prosegue verso sinistra. La sterrata si immette<br />

a sua volta su una stradina asfaltata che costeggia dal basso la bella borgata<br />

di Palanfrè per poi condurre alla piccola cappella della frazione e, da lì,<br />

al punto di partenza dell'itinerario.<br />

Vallone Valet<br />

1374<br />

1385<br />

25<br />

.<br />

1603<br />

Tetto<br />

Marun<br />

Passo<br />

Gioso<br />

Lagun<br />

Va<br />

C<br />

Gio<br />

.<br />

2073


26<br />

//04<br />

SENTIERO<br />

VALERIO<br />

TASSONE


Il Sentiero “Valerio Tassone” (SVT) è<br />

un bell'itinerario ad anello tracciato,<br />

segnalato e mantenuto da un gruppo<br />

di volontari di Robilante, decisi<br />

a ricordare un amico prematuramente<br />

scomparso in montagna.<br />

Inaugurato nel 2017, il percorso<br />

si sviluppa sulla sinistra orografica<br />

della Valle Vermenagna con partenza<br />

da Robilante.<br />

Lungo il percorso su comode sterrate e<br />

sentieri ben tracciati e ottimamente indicati<br />

(segnaletica arancione), si toccano numerose<br />

di vecchie borgate prima di raggiungere<br />

il favoloso belvedere della Madonnina<br />

della Luce – da dove lo sguardo spazia<br />

sul paese di Robilante e sulle colline bovesane,<br />

dal Prato del Soglio fino alla Bisalta – e<br />

la famosa dorsale prativa di Madonna<br />

delle Piagge. Si propone qui una versione<br />

dell’anello adatta a tutti, che evita la parte<br />

più impegnativa dell’itinerario, consigliata<br />

ad escursionisti esperti. Percorribile in ogni<br />

stagione, è particolarmente indicato<br />

in primavera e in autunno, per godere<br />

delle fioriture nei prati e dei colori di faggi e<br />

castagni in ottobre. Completa la proposta<br />

un breve ma interessante e curatissimo<br />

percorso di scoperta del bosco adatto ai più<br />

piccoli e consigliato per le famiglie che parte<br />

a poca distanza dal SVT.<br />

← Madonna delle Piagge<br />

↑ Fra i castagni, salendo verso<br />

Tetto Rascasso<br />

↓ Il pannello all’ingresso<br />

del percorso didattico “La magia<br />

del bosco” in località Balme<br />

→ LA MAGIA<br />

DEL BOSCO E I MUSEI<br />

DI ROBILANTE<br />

In via Balme un simpatico<br />

e piacevole percorso<br />

didattico lungo 1,5 km<br />

conduce alla scoperta<br />

del bosco e dei suoi<br />

abitanti. Il folletto Tatò<br />

insegna ai più piccoli<br />

come i nomi degli alberi,<br />

come si calcola la loro età e<br />

quali animali vivono<br />

nel bosco. Ancora, è<br />

possibile integrare<br />

l’escursione con la visita<br />

ai tre interessanti musei<br />

di Robilante: il Museo<br />

della Fisarmonica,<br />

il Museo del Suono e<br />

della Comunicazione e<br />

il Museo ferroviario<br />

(per info e orari:<br />

chiedere in Comune).<br />

27


28<br />

Vallone<br />

1064<br />

Valle di Roaschia<br />

ISARD<br />

Tabona<br />

V a l l o n e d e l l a F r e i d a<br />

Torrente Biale<br />

678<br />

Val Malanus<br />

Tetto<br />

Fornace<br />

763<br />

. .<br />

Tetto<br />

Monte<br />

Cherro<br />

dei Cros<br />

→ JORS DE ‘SNIVE<br />

// 0 4<br />

Tetti<br />

SENTIERO<br />

Giorgio Bertaina, meglio conosciuto in valle<br />

Brignola<br />

VALERIO 687 TASSONE<br />

Vermenagna con lo pseudonimo di Jòrs<br />

.<br />

684<br />

de 'Snive è nato il 24 aprile 1902 e ha<br />

E<br />

Tetto<br />

Fantino<br />

trascorso tutta la vita nella borgata di Snive, Tetti<br />

del Sabione 4:00/4:30 h Tetto<br />

in un soleggiato versante posto a 1200 metri<br />

Costa<br />

Tetto<br />

Ghibaud Tetto<br />

di quota, sotto la conca prativa<br />

Monte +740/-740 m<br />

Tonietto<br />

Colognè<br />

850 Tetto<br />

delle Piagge, nel Vallone Agnelli di Robilante.<br />

867<br />

.<br />

Fenere<br />

1157Robilante (686 m)<br />

Pastore, contadino e scultore autodidatta<br />

Colla<br />

Ruera<br />

lavorava prevalentemente con il coltello,<br />

Il sentiero 1091 ha inizio<br />

al pascolo o nei giorni d'inverno, bastoni e<br />

dal Museo della fisarmonica .<br />

.753<br />

1144<br />

di Robilante, in via Ghiglione<br />

gruppi scultorei. Jòrs de 'Snive intagliava<br />

n. 7: pochi metri Colletto prima Seuil .<br />

906<br />

il legno con uno stile unico il suo mondo:<br />

1135<br />

938 Tetti<br />

della chiesa, alla di Fantin rotonda,<br />

oltre agli animali domestici e selvatici ha Tabanot<br />

Tetto Rei<br />

svoltare a destra in Tetto via Rive<br />

Tetti<br />

1105<br />

ritratto famiglie di frazionisti, ballerini e<br />

871 Pion Ghiglione e parcheggiare<br />

Tetto<br />

Tetto Prefetto<br />

suonatori di musiche tradizionali. Jòrs<br />

poco più<br />

Gheina<br />

avanti sul lato<br />

Tetti<br />

S.Rocco<br />

Quattino Tetto<br />

Tetto Tetto<br />

regalava le sue opere: un centinaio di sculture<br />

destro della strada (prestare<br />

982 Brinda<br />

Noriola Chiotti 1216<br />

attenzione al disco orario).<br />

sono oggi custodite presso molte famiglie<br />

Tetti Punto . acqua presso<br />

803<br />

dei dintorni. Anche se oggi a Snive rimangono Crivella soprano 922 il posteggio. In alternativa Tetto<br />

solo pietre e ricordi, lamiere arrugginite e<br />

si Roaschia può lasciare l'auto Franchini<br />

1073 .<br />

travi anneriti dal fumo e dal tempo, se è vero in piazza Marconi.<br />

Tetto<br />

che “chi lascia una traccia non muore per Punta<br />

883.<br />

Muni 951<br />

Rocciaia<br />

davvero” anche se Jòrs de 'Snive è morto<br />

Tetto<br />

. 1347<br />

. Peire<br />

Tetti Monte<br />

il 26 settembre 1976, non se n’è mai andato.<br />

Virotta Sottana<br />

1266 Casternaud .883<br />

. 1289<br />

Tetti<br />

1037 Virotta 1350<br />

Soprana<br />

.<br />

Pironetto<br />

.<br />

Punta<br />

// ITINERARIO<br />

1449<br />

della Riva<br />

Si prosegue su via Ghiglione per circa 100 Colla la<br />

. m, quindi si svolta a sinistra (cartello<br />

1357<br />

1634 .<br />

Busunera<br />

1204<br />

SVT) imboccando lo stretto vicolo adiacente all’antico mulino del paese. .<br />

1521<br />

Punta<br />

La strada diventa sterrata e dopo 200 m (palina) si imbocca Baral il sentiero in salita<br />

Punta<br />

1763<br />

nel bosco di castagni. Il saliscendi tocca diverse borgate (“tetti” . nella parlata Culet<br />

. Punta<br />

1714<br />

.<br />

locale): tetto Valla, Gaia, Frega sottano e soprano, del Van Martinas, Casot del Bosch<br />

1417<br />

1972<br />

Puma, Adreit e Violetta, superando diversi rii 1922 e cascatelle Monte e raggiungendo<br />

Monte<br />

1826<br />

Testa Balur<br />

infine, dopo un ultimo passaggio in faggeta, .<br />

.<br />

Passo della tetto 1952 Rescasso (fontana e primo 1829<br />

1588<br />

.<br />

dei percorsi di rientro). Con un po’ di attenzione<br />

Passera<br />

si può scoprire una bella<br />

Rifugio Balur<br />

1177 .<br />

Monte<br />

Monte<br />

crocifissione datata 1789 di Jors Boneto, pittore Guardiola di Paesana, . che Boneto Testas ha<br />

1988<br />

lasciato in diverse vallate cuneesi pregevoli affreschi. Si tralascia 1951 la stradina<br />

che conduce a tetto Snive e si segue il sentiero che si addentra Passo nella “Bandita<br />

del<br />

Violetta” (così chiamata perché, con una legge emanata il 20 Canton giugno 1877,<br />

era stato bandito il taglio dei faggi che proteggevano la strada e la valle<br />

sottostante dalle valanghe). Dopo circa 750 m di cammino, il panorama si apre<br />

su Monte Vecchio, Bric Castea e Bec Baral. Si traversa a destra fino al pilone<br />

votivo di Snive, dal quale lo sguardo spazia su Bussaia, Punta dell’Aiera e<br />

Servatun. Dal pilone in breve si raggiunge il minuscolo laghetto delle Piagge<br />

Vallone di Brignola<br />

Rio la Sieia<br />

Colognè<br />

Vallone<br />

Te<br />

Av<br />

Vallone di B<br />

T<br />

Lom<br />

M<br />

Ma<br />

Co<br />

Vallone Ciapusa


Tetto<br />

Cressi<br />

tti<br />

ena<br />

Pian della .<br />

959 . Reina<br />

964<br />

1082<br />

1028<br />

.<br />

980<br />

Tetto 1004<br />

Centin<br />

Bric<br />

.<br />

di Vola<br />

1034 .<br />

1450 Monte<br />

Tetto<br />

Pena<br />

Massa<br />

Soprano<br />

1065<br />

1442<br />

1113 .<br />

Punta<br />

Ciuchè<br />

1188<br />

. Bec . 1336 1354<br />

della<br />

Ciapera<br />

Colla .<br />

. Giorgia<br />

1288 Grande<br />

1366<br />

1451<br />

.<br />

Cherro<br />

rignola<br />

etto<br />

bardo<br />

Tetto<br />

Beloimo<br />

1152<br />

.<br />

820<br />

Tetto<br />

Gore<br />

1028<br />

onte 1032<br />

luna<br />

Vallone Biale<br />

.<br />

sta del Liret<br />

1041<br />

Tetto<br />

Limbo<br />

.<br />

.<br />

Punta<br />

del Brusà<br />

1114<br />

706<br />

1271<br />

Vallone Bartiulet<br />

Bandita di Vola<br />

914<br />

790<br />

Vallone Cressi<br />

Monte<br />

Plunea<br />

Tetto<br />

Goderie<br />

Mori<br />

Tetto<br />

Cioma<br />

Tetto<br />

Griva<br />

1395<br />

Colla di<br />

Monte Cala<br />

1170<br />

.<br />

Serra Saraiundo<br />

1276<br />

.<br />

1390<br />

713<br />

Tetto<br />

Noeiti<br />

Colla<br />

Guderie<br />

1306<br />

Battista<br />

Massa<br />

Punta<br />

Roccarina<br />

.<br />

823<br />

927<br />

.1164<br />

Tetto<br />

Firens<br />

Madonna<br />

delle Piagge<br />

Tetto<br />

Catinas<br />

Tetto<br />

Massa<br />

.<br />

.<br />

872<br />

Pilone<br />

Cioma<br />

1033<br />

961<br />

Vallone Cialancie<br />

1191<br />

1235<br />

951<br />

Tetto<br />

Sordello<br />

Tetto<br />

Bonassera<br />

Tetti<br />

Sariund<br />

Tetto<br />

Carasun<br />

Tetti<br />

Cërsè<br />

Truc<br />

Castel<br />

.<br />

.<br />

972<br />

.<br />

Tetto<br />

964 Lessibel<br />

1184<br />

766<br />

1159<br />

Bandita Violetta<br />

Tetto<br />

Snive<br />

817<br />

Tetto<br />

Sella<br />

Tetto<br />

Rescasso<br />

Tetto 968<br />

Violetta<br />

1156<br />

1266<br />

Vallone Bralongia<br />

954<br />

.<br />

S.Giacomo<br />

955<br />

798<br />

Tetto<br />

Rola<br />

750<br />

. 991<br />

.<br />

664<br />

813 .<br />

Tetto<br />

Giop<br />

Tetto<br />

Centin<br />

Mundèt<br />

Robilante<br />

Tetto<br />

Nebbia<br />

915<br />

Vallone Bralongia<br />

.<br />

678<br />

1039<br />

Tetto<br />

Cuca<br />

903<br />

842<br />

Sutan<br />

Costa Croce Coltura<br />

Tetto<br />

Cascina<br />

Tetto<br />

Piulot<br />

←← Madonna delle Piagge<br />

← Scultura dedicata a Notu<br />

Tetto<br />

Sunadour Neuf presso il Museo<br />

989<br />

della Fisarmonica, insieme<br />

a Jors de ’Snive 910<br />

Tetto . figura simbolo<br />

di Robilante1039<br />

Tetto<br />

Fussa<br />

Carlet<br />

1202<br />

Pignuna<br />

.<br />

727<br />

Rocca<br />

Molere<br />

755<br />

Tetti<br />

Serre<br />

Tetto<br />

Freddo<br />

Torrente Vermenagna<br />

707<br />

735<br />

Tetto<br />

Barberis<br />

Tetto<br />

Sitoa<br />

Vallone Secco<br />

.<br />

792<br />

.<br />

Tetto<br />

Pettavino<br />

Sottano<br />

.<br />

.<br />

Truc<br />

Murgiun<br />

Tetto<br />

Giudice<br />

Monte<br />

. Bianco<br />

1209<br />

761<br />

755<br />

866<br />

823<br />

858<br />

936<br />

812<br />

.<br />

Vallone<br />

SS 20<br />

Tetto<br />

Ruinas<br />

865<br />

Tetto<br />

Bepdin<br />

726<br />

883<br />

Tetto<br />

Caminet<br />

803<br />

857<br />

Tetto<br />

Grosso<br />

770<br />

870<br />

Tetto<br />

Verdura<br />

Tetto<br />

Boschi<br />

Tetto<br />

Giop<br />

Vermanera<br />

Tetto<br />

Marsola<br />

818<br />

T<br />

S<br />

Te<br />

Mal<br />

Tetto<br />

Pettavi<br />

Sopran<br />

940<br />

Valle Pettavino<br />

1300 Colla di<br />

Prarosso<br />

Vernante<br />

Tetti<br />

Punta<br />

.1351<br />

Seculèe<br />

Tetti<br />

Tetti Goderie<br />

1067<br />

Pertus<br />

e, con Prarosso percorso leggermente più impegnativo, la Madonnina della Luce<br />

851<br />

(panchina.<br />

gigante stile “Big 1399.<br />

Bench” e splendido punto panoramico visibile Tetto<br />

1719<br />

1314<br />

Tetti 916.<br />

Rumesin<br />

anche di notte dalla piana cuneese per via di una Tettiluce alimentata<br />

Marghee<br />

Sufranin da pannelli<br />

Büseia<br />

solari). Con facile discesa si raggiunge la piana delle Piagge con la sua bella<br />

chiesetta, dove si imbocca il secondo percorso di rientro. Si attraversa il prato<br />

in discesa in direzione nord e si imbocca il sentiero, poi sterrata, nel bosco,<br />

scendendo tralasciando ogni diverticolo laterale superando Tetto Fantino,<br />

Tetto Lessibel e Tetto Casto, dove ci si ricongiunge con il tracciato originale<br />

appena prima di rientrare in paese.<br />

.<br />

T<br />

del C<br />

.<br />

966<br />

1021<br />

114<br />

d<br />

103


30<br />

//05<br />

ANELLO<br />

DEL BRIC<br />

BERCIASSA


Bell’anello molto vario e panoramico,<br />

consigliabile anche con le racchette<br />

da neve, con affacci mozzafiato<br />

← Verso l'alta Val Vermenagna<br />

↑ Panorama da Bric Berciassa<br />

sulla Bisalta innevata<br />

sulla pianura cuneese e sull’arco<br />

alpino, dalla Rocca dell’Abisso<br />

31<br />

al Monte Rosa. Il percorso si svolge<br />

quasi interamente su strade sterrate<br />

e su sentiero, con l’unica eccezione<br />

dell’ultimo tratto in piano su strada<br />

asfaltata poco frequentata.<br />

Tra gli ambienti più suggestivi e di pregio che<br />

si incontrano lungo il percorso, ci sono<br />

splendidi castagneti da frutto – una specie<br />

di incrocio fra un bosco e un giardino. Balza<br />

agli occhi il contrasto fra il bosco curato,<br />

i castagneti abbandonati, l’aspetto intricato<br />

dei cedui di castagno e le tristi piantumazioni<br />

di abeti, frutto della poco astuta politica<br />

di estirpare i castagni per sostituirli con abeti<br />

in funzione della vicina cartiera. Come tutti<br />

gli ambienti intensamente vissuti e coltivati<br />

fino a tempi molto recenti, il percorso è<br />

costellato dai segni di una vivace e devota<br />

comunità – muretti e ricoveri in pietra a secco,<br />

edicole votive, pietre di confine. Chissà quanti<br />

sapranno notare, fra il Colle Bercia e il Pilone<br />

della Battaglia, la curiosa pietra di confine<br />

a base triangolare con incise le iniziali<br />

dei tre comuni di cui segna il punto di incontro:<br />

Roccavione, Robilante e Boves.<br />

→ UN PILONE<br />

PER RICORDARE<br />

UN ANTICO SCONTRO<br />

Ubicato nella frazione<br />

del Malandré, il Pilone<br />

della Battaglia ricorda<br />

un episodio del conflitto<br />

tra il Marchese di Saluzzo,<br />

Tommaso I, e le truppe<br />

di Carlo d’Angiò cui<br />

il marchese si era ribellato.<br />

Mentre l’esercito angioino<br />

tenta il rientro in Provenza<br />

per la Valle Vermenagna,<br />

viene accerchiato<br />

nei pressi di Roccavione<br />

dalle forze della Lega<br />

imperiale e il 10<br />

novembre 1275 si tiene<br />

un’aspra battaglia.<br />

Il combattimento si svolge<br />

nella stretta piana tra<br />

Roccavione e Imperiale:<br />

le forze angioine, la cui<br />

cavalleria non riesce<br />

a manovrare in un luogo<br />

così angusto, sono<br />

duramente sconfitte e<br />

i soldati presi prigionieri.


32<br />

→ UN BUCO<br />

PER NASCONDERE I PIEDI<br />

Presso il Bec Berciassa si apre il cosiddetto<br />

Garb d'la Reina o Rana Jana,<br />

una spaccatura nella roccia profonda<br />

qualche metro legata alla leggendaria<br />

figura della regina Giovanna I d'Angiò.<br />

Qui, al contrario delle vicine Valli Gesso<br />

e Stura, dove la Reina Jana è ricordata<br />

come una dama benevola protettrice<br />

del suo popolo, Giovanna incarna<br />

al contrario l’essere demoniaco<br />

delle leggende medievali. Si racconta<br />

infatti che in viaggio da Napoli verso<br />

la Provenza, la regina si stabilì nei pressi<br />

del Bric Berciassa. Di lì a poco venne<br />

una pestilenza, interpretata dagli abitanti<br />

del luogo come un castigo divino<br />

per la presenza della peccatrice. Il popolo<br />

pregò Giovanna di andarsene. La regina<br />

acconsentì, ma in cambio pretese un paio<br />

di scarpe e fu allora, quando estrasse<br />

i piedi dalla frattura, che si scoprì il suo<br />

terribile segreto: la regina aveva<br />

delle zampe di gallina perché era<br />

una strega.<br />

// 0 5<br />

ANELLO DEL BRIC<br />

BERCIASSA<br />

E<br />

3:30/4:00 h<br />

+650/-650 m<br />

Tetto Sales (643 m)<br />

Da Cuneo seguire<br />

per Boves – Fontanelle.<br />

Alla rotonda al termine<br />

del rettilineo di Fontanelle,<br />

imboccare Via Provinciale<br />

di Boves (seconda uscita)<br />

e, alla successiva rotonda,<br />

imboccare la seconda uscita<br />

per Roccavione centro.<br />

Al bivio prendere a sinistra<br />

la strada che passa sotto<br />

al cavalcavia della strada<br />

a scorrimento veloce<br />

della Val Vermenagna e<br />

quindi svoltare a destra<br />

in direzione di Tetto Sales.<br />

Parcheggio lungo la strada<br />

nei pressi della frazione.<br />

// ITINERARIO<br />

Da Tetto Sales seguire le indicazioni per Bric Berciassa, iniziando a salire lungo<br />

la sterrata in un castagneto. Si raggiunge un bivio segnalato, proseguendo<br />

a sinistra. Si oltrepassa Tetto Patacino: la strada diventa sentiero e sale ripida verso<br />

il Pilone dell’Arnostia, posto su un panoramico cocuzzolo da cui la vista spazia<br />

dalla Rocca dell’Abisso al Monte Rosa. Ritornati al colletto, si prende sulla sinistra<br />

il sentiero in leggera salita, seguendo il filo della dorsale. Con alcuni saliscendi<br />

si raggiunge la panoramica cima del Bric Berciassa (961 m), segnalata da un curioso<br />

pilone di vetta dedicato a Santa Maria. Si comincia a scendere passando accanto<br />

alla voragine del Garb della Reina per poi continuare in saliscendi attraverso<br />

boschi misti di noccioli e aceri e tratti rimboschiti a conifere. All’unico bivio (palina<br />

N45/12) si segue la traccia a sinistra in salita. Si raggiunge in discesa il Colle Bercia<br />

(906 m), dove si trova un pilone votivo molto rovinato. Da qui si imbocca la traccia<br />

in salita seminascosta dietro al pilone, che sale ripidissima lungo il filo del versante<br />

per poi raggiungere in leggera discesa un ampio colletto. Da qui si prosegue dritti su<br />

di un ripido pendio rimboschito (i resti di un artigianale impianto di risalita dentro


.<br />

.<br />

37<br />

771<br />

vione<br />

706<br />

Bandita di Vola<br />

Tetto<br />

Massa<br />

Soprano<br />

914<br />

790<br />

.<br />

1082<br />

655<br />

Monte<br />

Cuccetto<br />

.<br />

1002<br />

Vallone Cressi<br />

Tetto<br />

Cioma<br />

Tetto<br />

Griva<br />

.<br />

Bric<br />

di Vola<br />

.<br />

1450<br />

Tetto<br />

Mori<br />

Pian della<br />

959 Reina<br />

Fiume Gesso<br />

Tetto Sales<br />

Tetti<br />

Giordana<br />

1028<br />

713<br />

Tetto<br />

Noeiti<br />

Tetto 1004<br />

Centin<br />

Monte<br />

Pena<br />

1442<br />

.<br />

.<br />

La Dormiosa<br />

671<br />

Tetto<br />

Battista<br />

Massa<br />

Punta<br />

Roccarina<br />

.<br />

Pilone<br />

Cioma<br />

1033<br />

980<br />

823<br />

927<br />

622<br />

791<br />

SS20<br />

961<br />

Vallone Cialancie<br />

Tetto<br />

Massa<br />

Truc<br />

Castel<br />

.<br />

872<br />

Tetto 964<br />

Firens<br />

.<br />

972<br />

.<br />

Tetto<br />

Lessibel<br />

1159<br />

.<br />

San<br />

Dalmazzo<br />

658<br />

Tetto<br />

Sella<br />

.<br />

Tetto 684<br />

Grillo<br />

645<br />

808<br />

. 662<br />

Tetto<br />

Bric Mala<br />

Berciassa<br />

905<br />

Pilone<br />

Arnostia<br />

665<br />

Tetto<br />

Giulia<br />

Tetto<br />

Pian Sottano<br />

653<br />

766<br />

817<br />

798<br />

614<br />

750<br />

.<br />

664<br />

Abbadia<br />

Tetto<br />

Giop<br />

956<br />

.735<br />

Tetto<br />

Cascina<br />

.<br />

Robilante<br />

678<br />

792<br />

Tetto<br />

Pignuna<br />

Colle<br />

Bercia<br />

727<br />

.<br />

620 683<br />

San<br />

Giovanni<br />

903<br />

722<br />

880<br />

Tetto<br />

Freddo<br />

Tetto<br />

Mattia<br />

.<br />

707<br />

735<br />

981<br />

887<br />

761<br />

Tetto<br />

Barberis<br />

.<br />

866<br />

792<br />

.<br />

803<br />

.<br />

803<br />

766<br />

Colletto<br />

Ramonda<br />

965<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Località<br />

Pasturone<br />

. Truc<br />

Murgnie<br />

865<br />

Tetto<br />

Bepdin<br />

726<br />

883<br />

Tetto<br />

Caminet<br />

857<br />

770<br />

870<br />

728<br />

669<br />

Tetto<br />

Grendi<br />

804<br />

Tetto<br />

Verdura<br />

755<br />

← Il primo Tetto castagneto curato<br />

che si incontra Sitoa lungo il percorso<br />

858<br />

↑ Panorama da Bric . Berciassa<br />

sulla pianura in primavera<br />

. 729<br />

Tetto<br />

Ariou<br />

Tetto<br />

Oliva<br />

860<br />

.<br />

940<br />

Tetto<br />

Splun<br />

1021<br />

.<br />

910<br />

Tetto<br />

Malizia<br />

Sant<br />

Anton<br />

.<br />

.<br />

76<br />

957<br />

B<br />

C<br />

de<br />

1100<br />

1<br />

a un piccolo casotto a lato del sentiero rivelano come qualche decennio fa questo<br />

pendio fosse usato per una casereccia pratica dello sci) fino a raggiungere una<br />

spianata e, di lì a poco, prendendo a sinistra, il Pilone della Battaglia. Si prosegue<br />

nuovamente in discesa fino a una selletta dove c’è un crocevia di sentieri. Qui si<br />

segue con una curva a gomito la traccia non segnalata in leggera salita in direzione<br />

ovest, tralasciando quello quasi parallelo che va al Pilone San Sebastiano.<br />

La traccia segnata di nuovo in bianco-rosso taglia il versante in un bosco di conifere<br />

fino a incrociare la strada sterrata che si imbocca a sinistra in discesa. Si tiene<br />

la destra a un primo bivio in corrispondenza di un tornante e si continua<br />

a scendere. Dopo alcune svolte, a un cartello di attenzione alle mine si prende<br />

a destra pressoché in piano in direzione di una borgata in corso di ristrutturazione<br />

(aprile 2018). La strada si fa sentiero e ben presto ci si ritrova ad attraversare un bel<br />

castagneto raggiungendo Tetto Cin Bianc. Da qui, sempre in discesa si raggiunge<br />

la zona mineraria e si attraversa la strada di servizio per proseguire in discesa fino<br />

a che la strada non diventa asfaltata nei pressi di Tetti Noisa. Si segue la strada<br />

asfaltata in direzione Roccavione fino a tornare al punto di partenza.


34<br />

//06<br />

ANELLO<br />

DI BRIC<br />

DELLA CROCE


Percorso ad anello piuttosto lungo e<br />

impegnativo, ma anche panoramico<br />

e di soddisfazione, che si svolge<br />

sulle pendici della Bisalta, sui versanti<br />

di Boves e Peveragno.<br />

Partendo da Castellar di Boves<br />

si raggiungono alcune belle borgate<br />

scartate dagli itinerari abituali<br />

percorrendo il piacevole tracciato<br />

di “via Grima”, antica strada che<br />

collegava il Piemonte alla Provenza,<br />

sulla quale pare sia transitato<br />

addirittura Napoleone Bonaparte<br />

in marcia dal Colle di Tenda verso<br />

il Monregalese.<br />

L'itinerario raggiunge il Colle Bercia e<br />

si sfiora Fontana Cappa per coronare la gita<br />

con la conquista di un dente roccioso<br />

dai molti nomi: Bric della Croce, Bric Croè o,<br />

più semplicemente, il Rucàs per la gente<br />

del posto. Tra castagneti da frutto, ampie<br />

radure, ripidi valloncelli e spettacolari<br />

mezzacosta all’ombra di faggi e betulle,<br />

il percorso è vario e non annoia. Consigliabile<br />

in particolare in primavera e in autunno,<br />

in assenza di neve può essere una valida<br />

proposta anche per un’escursione invernale.<br />

La discesa riserva delle sorprese: nella val<br />

Fredda sono ancora visibili le tracce<br />

dell’estrazione dell’uranio, iniziata nel<br />

dopoguerra e costata la vita a molti minatori.<br />

← Salendo nel castagneto verso<br />

Tetto Battaglia<br />

↑ Forno di Tetti Fenera<br />

→→ Ingresso di una delle miniere<br />

di uranio<br />

→→→ Maschio di capriolo a Prati<br />

Sagnàs<br />

→ LE MINIERE<br />

D’URANIO<br />

DELLA BISALTA<br />

La prima a scoprire<br />

la radioattività cuneese<br />

è stata il premio nobel<br />

Marie Curie. Nel 1949,<br />

la Montecatini acquistò la<br />

concessione della Bisalta.<br />

Un cantiere venne aperto<br />

in Val Fredda e dal 1950<br />

iniziò l'estrazione.<br />

Per dieci anni la miniera<br />

funzionò a pieno regime.<br />

Esaurito il filone<br />

estrattivo, la Montecatini<br />

annunciò la chiusura<br />

nel 1951, definitiva<br />

nel 1962. Oggi l’ingresso<br />

della miniera è<br />

evidenziato dai cartelli<br />

firmati dal meccanico<br />

della miniera Andrea<br />

Castellino, unico<br />

superstite di tutti<br />

i lavoratori, morti<br />

per patologie legate<br />

all’esposizione<br />

al materiale radioattivo.<br />

35


36<br />

→ BISALTA: LA MONTAGNA DI CUNEO<br />

Il profilo del Monviso è inconfondibile e imponente, ma per i cuneesi<br />

la montagna di casa resta sempre la Bisalta, protesa sulla pianura come<br />

la prua di una nave o – a detta di alcuni – come il posteriore di un drago che<br />

alla pianura dà le spalle. Montagna abbastanza vicina per far parte del campo<br />

visivo e della vita di ciascuno, ma già sufficientemente lontana per diventare<br />

oggetto di storie, leggende, misteri. A partire dal nome: Bis-alta, cioè due<br />

volte alta per le due cime o bi-saltus, cioè doppio avvallamento come risulta<br />

spostandone la visione di pochi chilometri? Una montagna, due avvallamenti,<br />

tre punte. Numeri magici per chi è propenso a crederci. Secondo la leggenda,<br />

in origine la Bisalta aveva una punta sola. In una bella notte di luna piena<br />

un montanaro stava cercando di rientrare alla sua baita in Bisalta, ubriaco dopo<br />

una serata all’osteria del paese. Continuava a cadere e rotolare bestemmiando<br />

contro la montagna che gli nascondeva la luna, alla cui luce avrebbe potuto<br />

procedere con speditezza. All’ennesima imprecazione, comparve il diavolo che<br />

si offrì di fargli luce in cambio della sua anima. Il montanaro accettò e il diavolo,<br />

con un semplice gesto, tagliò una fetta di montagna e la luna riapparve.<br />

Ma il montanaro non sapeva scrivere e così, quando il diavolo gli sottopose,<br />

per la firma, il contratto di cessione dell’anima, appose la croce di fronte<br />

alla quale il povero diavolo si diede alla fuga con la sua fetta di montagna.<br />

// ITINERARIO<br />

Si prende la sterrata in salita non segnata che sale nel castagneto (tralasciare<br />

bivio sulla destra pochi metri dopo la partenza). Si raggiunge Tetto Battaglia e<br />

si prosegue sul sentiero nel fitto bosco di castagni. Un traverso verso destra riporta<br />

all’interno del bosco prima di sfociare tra gli spazi aperti e le belle case dei Tetti<br />

Comba. Appena oltre, si abbandona la sterrata e, nei pressi di un segnale stradale<br />

di divieto si svolta a destra (tacche gialle) su via Grima. Il percorso continua<br />

in piano tra boschi di castagni e betulle, mantenendo la destra a un bivio.<br />

Si lasciano sulla sinistra alcune case e il forno della borgata. Nei pressi dei ruderi<br />

di Tetto Battaia (punto acqua), si trascura il bivio a destra e si costeggiano i resti<br />

della frazione a monte. Il percorso prosegue in piano fino a una seconda croce<br />

in legno, nei pressi dei tralicci dell’alta tensione. Seguendo le tacche gialle ci si<br />

inoltra nel fitto bosco di latifoglie. Più avanti la stradina si restringe, riprende<br />

a salire e, svoltando verso sinistra, conduce in un tratto privo di alberi (Prati Sagnàs).


1562<br />

723<br />

.<br />

ta<br />

ard<br />

2 .<br />

.<br />

etto<br />

ame 720<br />

la<br />

9<br />

Tetto<br />

Merlot<br />

2 726 744<br />

Tetto<br />

Marcionda<br />

Tetto<br />

a Lana<br />

844<br />

schi<br />

888<br />

8<br />

net<br />

etto<br />

reta<br />

sot<br />

ardie"<br />

nis<br />

1076<br />

635<br />

Tetti<br />

Meni<br />

758<br />

Tetto<br />

Larcia<br />

San<br />

Giacomo<br />

Tetto<br />

Isabella<br />

954<br />

Tetto<br />

Grosso<br />

Truc<br />

la Croce<br />

1116 .<br />

Gianet<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

1054 .<br />

Cima<br />

Bercia<br />

. 1253<br />

1338.<br />

.<br />

.<br />

Bric<br />

// 0Sor 6 Magior<br />

. 1081<br />

ANELLO . DI BRIC<br />

.<br />

1191 DELLA CROCE<br />

Cima<br />

Croce .<br />

1267<br />

1151<br />

.<br />

E<br />

Sella<br />

Artondù<br />

4:00/4:30 h<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Peiron<br />

Bric<br />

Carleret<br />

.<br />

1432 Cima<br />

1018<br />

Giasetto<br />

1677<br />

Si continua il percorso mantenendo .<br />

la sinistra a un bivio, si attraversano due .<br />

1549<br />

.<br />

1394<br />

impluvi, infine con una ripida 1454 rampa si raggiunge Colle Bercia, dove si prosegue<br />

1569<br />

verso<br />

1091.<br />

sinistra (est), con alcuni lunghi tornanti. 2080 . Poco<br />

2257<br />

prima di raggiungere Gias Fontana Pravinè<br />

1687 Sottano<br />

Cappa (a 10' di Exdistanza), Rifugio si lascia la sterrata<br />

Bec Rosso<br />

in piano per un ripido sentiero<br />

Garb 1403 .<br />

1500<br />

a sinistra 1913<br />

. che conduce in breve alla vetta del Monte Croce o Rucàs. Ripreso<br />

1282<br />

il sentiero si raggiunge un traliccio: svoltando a destra si entra per un breve<br />

Madonna<br />

2262.<br />

tratto nel vallone dei Pini di Peveragno, ignorando poco dopo una sterrata che risale<br />

1565<br />

1723<br />

a Fontana Cappa. Svoltando ora verso sinistra (nord), si giunge<br />

1979<br />

a Tetti Ser, dove<br />

Gias Sot<br />

1451<br />

si svolta Giasa sinistra. Mantenendo la sinistra anche al bivio successivo, si<br />

Ceresole<br />

Bric<br />

Gias Giraud<br />

raggiungono 1524 in discesa Tetto Cava e Tetti Fenera. La 2403strada scende nella Val 1839<br />

Costa<br />

Fredda, Passodove si notano 1529 i resti di un ingresso delle cave di uranio della Bisalta.<br />

Ceresole<br />

Rossa<br />

Si arriva quindi al Colletto di San Giovenale, dove si imbocca la sterrata<br />

sulla sinistra nel bosco. Svoltando ancora a sinistra al fondo si imbocca l'asfaltata<br />

di via Tetti Molettino, percorrendone qualche centinaio di metri fino alla strada<br />

per Castellar, che si segue fino al parcheggio.<br />

Buscajè<br />

Tetto<br />

Boerla<br />

Castellar<br />

870<br />

1624<br />

758<br />

658<br />

642<br />

Tetto<br />

Mol<br />

917<br />

1008<br />

648<br />

Tetto<br />

Miclas<br />

Costabella<br />

664<br />

Tetto<br />

Linda<br />

Tetto<br />

Barale<br />

1051<br />

1043<br />

Torrente Colla<br />

674<br />

Tetto<br />

Pol<br />

Tetto<br />

Marro<br />

Baudine<br />

1189<br />

619<br />

Rivoira<br />

636<br />

Tetto .<br />

Lisot 651<br />

706<br />

724<br />

757<br />

806<br />

855<br />

Minet<br />

995 1100<br />

Valle Cialangie<br />

Rio Colla<br />

Tetto<br />

Vuria<br />

685<br />

Cascina<br />

Giovan<br />

739<br />

Tetto Truc<br />

881 Ramosi<br />

Sciolla<br />

Frange<br />

Tetto<br />

Cumba<br />

826 1012<br />

1185<br />

793<br />

842<br />

Colletto<br />

923<br />

938<br />

928<br />

1241<br />

Colle<br />

Bercia<br />

Madami<br />

800<br />

Croce<br />

Romana<br />

1054<br />

Tetto<br />

Cava<br />

893 . 941<br />

793 Tetto Barano<br />

Fenera<br />

978<br />

Val Fredda<br />

1083<br />

1276<br />

702<br />

891<br />

1492<br />

Cima<br />

di Sieis<br />

Pian la Soglia<br />

901<br />

654<br />

Costa Raviola<br />

1616<br />

689<br />

1014<br />

Case<br />

Ser<br />

.<br />

1424<br />

705<br />

Tetto<br />

Barale<br />

.<br />

867<br />

667<br />

Costa Pantas<br />

1901.<br />

632<br />

San<br />

Giovenale<br />

Grima<br />

821<br />

.<br />

1431<br />

1402<br />

Fontana<br />

Cappa<br />

Vallone Ravlada<br />

. .<br />

Tetti<br />

Marro<br />

Tetto<br />

della Notte<br />

Madonna<br />

dei Boschi<br />

695<br />

Castellar 1781 di . Boves Testa(718 m)<br />

delle .<br />

Si 1786 parcheggia . Gore la macchina 1464<br />

Chiesetta<br />

nello spiazzo degli alpinidel vallone .<br />

Sergent (cartello), 500 m<br />

1532<br />

dopo il cartello che Gias indica<br />

Pusin<br />

la frazione di Castellar<br />

di Boves Monte<br />

. sulla sinistra.<br />

Besimauda<br />

2231<br />

.<br />

(Bisalta)<br />

1616 1925<br />

2156<br />

656<br />

721<br />

759<br />

Tetti Verdiola<br />

Soprani<br />

802<br />

918<br />

801 Tetti<br />

Eretta<br />

828<br />

Bric<br />

Filosa<br />

915 1021<br />

Taddeo<br />

Tre Becchi<br />

Rio Josina dell'Eretta<br />

936<br />

Gorgia Ser<br />

1589<br />

684<br />

+760/-760 m<br />

Vallone Croeusa<br />

734<br />

Gorgia Lampion<br />

Vallone Sot<br />

1602<br />

785<br />

1467<br />

Sep<br />

Gorgia della Galleria<br />

644<br />

717 .<br />

Truc<br />

Rame<br />

.<br />

.<br />

911<br />

. 1465<br />

Groppo del<br />

1330<br />

Gias Pravinè<br />

Soprano<br />

1819<br />

912<br />

Vallone del Sabot<br />

1386<br />

656<br />

Te<br />

L<br />

1239<br />

Bric<br />

della Cia<br />

Serra Barmetta<br />

Gorgia Gireaud<br />

Tavio<br />

37<br />

Valle Salto dell`Asino<br />

Gias Mo<br />

. 1632<br />

Cima<br />

Pravin<br />

Vallone Prav


38<br />

//07<br />

ANELLO<br />

DELLA VIA<br />

DELLE BORGATE


Un percorso ad anello di media<br />

montagna su sentiero e strade<br />

sterrate generalmente ben segnalato<br />

che attraversa alcune suggestive<br />

borgate della Valle Pesio: alcune<br />

abbandonate, altre ristrutturate<br />

e abitate – tutte testimoni di come<br />

un tempo non molto lontano si<br />

potesse vivere in equilibrio sull’alpe,<br />

interpretando al meglio la morfologia<br />

dei versanti per evitare le valanghe,<br />

utilizzando i punti acqua disponibili<br />

e sfruttando le materie prime<br />

disponibili in loco.<br />

In primavera, l’itinerario permette di godere<br />

delle splendide fioriture dei ciliegi selvatici<br />

che fanno da controcanto alla neve sulle vette<br />

più alte, in autunno i boschi si accendono dei<br />

magnifici colori di faggi e castagni. In inverno<br />

l’anello è percorribile con le racchette da<br />

neve e in ogni stagione offre a camminatori e<br />

ciaspolatori bellissimi panorami sulla Bisalta<br />

e su Bric Costarossa. Attraversando le borgate<br />

è possibile notare il sapiente uso degli spazi<br />

degli alpigiaini che hanno costruivano in modo<br />

da sfruttare al meglio il calore e la luce del sole<br />

(cui le case rivolgono il lato lungo), al riparo<br />

delle valanghe e vicino a fonti d’acqua.<br />

← La splendida borgata<br />

di Tetti Baudinet<br />

↑ L’edificio principale<br />

di borgata Castel<br />

↓ La Cappella dell’Olocco<br />

→ LA CAPPELLA<br />

DELL’OLOCCO<br />

La cappella è stata edificata<br />

sullo spartiacque fra<br />

le valli Pesio ed Ellero<br />

in sostituzione di un pilone<br />

votivo del 1700 che<br />

ospitava una statua<br />

miracolosa della Madonna.<br />

L’edificio è citato anche<br />

con il nome di Santa Maria<br />

Assunta, ma per i chiusani<br />

è conosciuto con il nome<br />

di “pilone dell’Olocco”.<br />

Il termine “olocco” deriva<br />

probabilmente dalla parola<br />

dialettale ulùc, che indica<br />

l’allocco, un rapace<br />

notturno facile da udire<br />

nelle notti primaverili con<br />

i suoi versi normalmente<br />

e ingiustamente associati<br />

a cattivi auspici.<br />

39


← Panorama da borgata<br />

Baudinet<br />

↑ Nella faggeta finale<br />

→↑ Il forno di borgata Castel<br />

→↓ Tetti Fuggìn, la prima<br />

delle borgate che si incontrano<br />

// ITINERARIO<br />

Dalla Cappella dell’Olocco si imbocca il sentiero in discesa in direzione di borgata<br />

Fuggìn (palina). Superati due impluvi, un comodo mezzacosta conduce alle case,<br />

che si attraversano per imboccare in discesa la sterrata di accesso alla borgata,<br />

per poi prendere, dopo circa 150 m, il sentiero che si stacca in salita sulla sinistra.<br />

Prestando attenzione a non perdere le tracce, qui non molto evidenti, si attraversa<br />

in direzione sud est un castagneto e si raggiunge la borgata Nonetta. Passando<br />

sotto alle case, il sentiero attraversa due rii su ponticelli in legno e si immette<br />

su una sterrata. Scesi (a destra) lungo la carrareccia per poche decine di metri,<br />

si svolta a sinistra sul sentiero per Tetti Mauri che rientra nel castagneto, lascia<br />

una mulattiera a sinistra, attraversa i ruderi di Tetti Biroe e infine si incunea<br />

in uno stretto valloncello per uscirne nei pressi di Tetti Castel, cui si giunge<br />

con un breve tratto pianeggiante. Trascurata la via diretta per Tetti Baudinet,<br />

si scende la pista sterrata di accesso alla borgata per immettersi su un’altra<br />

sterrata che si segue verso sinistra fino a Tetti Rumanìn. Si prosegue attraverso<br />

un pendio invaso da giovani frassini fino alla grande borgata in rovina di Tetti<br />

Mauri. Da qui, si raggiunge la strada sterrata e la si imbocca a sinistra in salita dopo<br />

un ponticello. Si prende quota dolcemente e, trascurato il bivio sulla destra<br />

per Borgata Colletto, si prosegue fino a raggiungere la borgata di Baudinet,<br />

su un poggio assolato e panoramico. Si sale quindi lungo il costone prativo<br />

con due ampie svolte che portano alle Stalle Baudinet (punto acqua). Lasciati<br />

gli edifici in pietra sulla destra, il sentiero si porta a sinistra di un lunghissimo<br />

muretto a secco e sale ripido nel ceduo di faggio. La salita prosegue lungo<br />

il crinale, seguendo il sentiero principale. Quando questo piega deciso a sinistra<br />

(nord) finalmente spiana e prosegue in saliscendi tagliando scoscesi pendii fino<br />

alla strada asfaltata, che si imbocca a sinistra in discesa per il rientro.


etto<br />

asas<br />

.889<br />

4<br />

Tetti<br />

aban<br />

lla<br />

ell'Oy<br />

836<br />

Costa<br />

.<br />

800<br />

Tetti<br />

Turtu<br />

Tetto<br />

Rugè<br />

.<br />

la Serra<br />

erra della Piastra<br />

806<br />

Tetti<br />

Teresia<br />

705<br />

Cascina<br />

Barona<br />

726<br />

805<br />

Tetto<br />

Cagne<br />

686<br />

686<br />

Vigna<br />

762<br />

. Monte<br />

Morondo<br />

1013 .<br />

742<br />

680<br />

Stalle<br />

Cappella dell'Olocco<br />

Gambera<br />

Sottana<br />

784<br />

Borgata<br />

Fiolera<br />

762<br />

Castel<br />

873<br />

Colletto<br />

828<br />

968<br />

.<br />

Rocca<br />

1030<br />

S.Bartolomeo<br />

Baussalina<br />

752<br />

1104 .<br />

1063<br />

822<br />

. 1232<br />

Lavandin Rocca Luchin<br />

857<br />

857<br />

856<br />

etti<br />

acül<br />

.<br />

866<br />

1042<br />

. 783 Giassetto<br />

etto 865<br />

ianotto<br />

1048<br />

.<br />

843<br />

Terre<br />

Prà da Turta<br />

806 .<br />

.<br />

1038<br />

1228<br />

cina<br />

1125<br />

reria Cascina<br />

Tumbarel<br />

S.Paolo<br />

. 1052<br />

S.Bruno<br />

868<br />

sa<br />

io<br />

1284<br />

3<br />

. 970<br />

872<br />

SP42<br />

662<br />

892<br />

879<br />

.<br />

923<br />

1075<br />

Tetti<br />

Stalle<br />

Fuggin Rivoira<br />

917 Tetti<br />

Fidè<br />

Tetto<br />

844.<br />

Nonetta<br />

898 1199<br />

Tetti<br />

Biroe<br />

Borgata<br />

Baudinet<br />

903<br />

985<br />

1115<br />

1225<br />

.<br />

del Bagel<br />

867<br />

Vallone dei Mauri<br />

Vallone Cavalet<br />

989<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Case<br />

Marte<br />

974<br />

Tetti<br />

Maurizio<br />

1049<br />

1135<br />

1317<br />

.<br />

Testa<br />

della Struna<br />

.<br />

.<br />

1447<br />

939.<br />

1052.<br />

Stalle<br />

Pian Garac<br />

Gias Mascarone<br />

Sottano<br />

Gias Mascarone<br />

di Mezzo<br />

1429<br />

915<br />

Lurisia<br />

870<br />

Stalle<br />

del Re<br />

1034<br />

Costa Serra Lunga<br />

Vallone di San Bruno<br />

1548<br />

. 793<br />

762<br />

Case<br />

Valcocca<br />

Rocca<br />

Soprana<br />

.<br />

. 1462<br />

1284<br />

1251<br />

1459<br />

//07<br />

Tregs<br />

VIA DELLE BORGATE<br />

1450<br />

. Roccelle<br />

soprane<br />

.<br />

1264<br />

E<br />

Zucco Alto<br />

1362<br />

Case<br />

Ciordello<br />

810<br />

+430/-430 m<br />

Monte<br />

Pigna<br />

Cappella 1761 . dell’Olocco (985m)<br />

Da Chiusa di Pesio risalire<br />

1582 la Valle Pesio fino<br />

lla frazione Vigna:<br />

Ponte<br />

all’ingresso della borgata<br />

del sale<br />

si svolta a sinistra<br />

976 .<br />

su una minuscola stradina<br />

(bacheca di legno) che<br />

. 1644<br />

attraversa un nucleo<br />

di case per La inerpicarsi ripida<br />

Gardiola<br />

e stretta 1884 alla Cappella<br />

dell'Olocco. Alcuni posti auto<br />

disponibili nei pressi.<br />

1749 1814 .<br />

1655<br />

744<br />

Gias<br />

703<br />

717<br />

La<br />

Ciavera<br />

822<br />

Rio degli Asili<br />

1503<br />

3:00/3:30 h<br />

Mascarone<br />

Gardiola<br />

1055<br />

Costa Mascarone<br />

. → della L’ “integrale”<br />

Crösa<br />

Ponte Murato .<br />

della “Via delle Borgate”<br />

comprenderebbe anche<br />

il tratto iniziale (da percorrere<br />

sia all’andata che al ritorno)<br />

che collega il Colle del Morté<br />

con la Cappella dell’Olocco,<br />

una lunga cavalcata lungo<br />

la displuviale tra le valli Ellero<br />

e Pesio, che negli ultimi anni<br />

ha perso un po’ di interesse<br />

a causa dell'apertura di piste<br />

forestali. Rimane in ogni caso<br />

un’opportunità a disposizione<br />

per chi volesse allungare<br />

il giro.<br />

.<br />

Rio di Valcocca<br />

Stalle<br />

Cussa<br />

722<br />

1217<br />

Baita<br />

Monte Pigna<br />

Maciap<br />

.<br />

983<br />

.<br />

1005<br />

911<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

872<br />

Il<br />

Brichet<br />

1219<br />

Pera<br />

Riunda<br />

41<br />

Roccelle<br />

Sottane<br />

Torrente Ellero<br />

Rif<br />

Loc. P<br />

Roto<br />

132<br />

Casa<br />

del sale<br />

989<br />

1068<br />

1167<br />

11<br />

B<br />

Borgo


42<br />

//08<br />

ANELLO<br />

DELLA<br />

ROCCARINA


Facile anello immerso nel verde,<br />

consigliato a piedi nelle mezze<br />

stagioni o con le racchette da neve<br />

quando l'innevamento lo consente.<br />

Vario e panoramico, offre i suoi<br />

scorci migliori sulle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong><br />

dai ruderi della Grangia del Castellar,<br />

primo nucleo certosino in Valle Pesio,<br />

antecedente alla costruzione<br />

della Certosa.<br />

Poco più a valle della Grangia del Castellar,<br />

un comodo modo per gustarsi le vette dell’alta<br />

valle è farlo seduti sulla grande panchina<br />

viola che si incontra lungo il percorso. L’anello<br />

culmina sulla cima del poggio dove sorgono<br />

i resti della sorprendente palazzina di caccia<br />

ottocentesca di Mombrisone. I ruderi lasciano<br />

solo intuire l’originalità e l’antico splendore<br />

del castello, un tempo rivestito in pietra<br />

scalpellata e in marmo. Lungo il cammino<br />

si incontra il piccolo specchio d'acqua<br />

della Peschiera, interessante da un punto di<br />

vista naturalistico soprattutto all'inizio della<br />

primavera, quando gli anfibi lo scelgono come<br />

luogo per l'accoppiamento e la deposizione<br />

delle uova. Il prato dell’area attrezzata della<br />

Roccarina, i resti di una fornace a calce e<br />

il vicino villaggio archeodidattico completano<br />

i punti di interesse di questo breve ma<br />

appagante itinerario, sempre ben segnalato.<br />

← La Grangia del Castellar<br />

↑ Lungo il sentiero: panorama<br />

sulle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong><br />

↓ Il villaggio acheodidattico<br />

“Flamulasca”<br />

→ IL PARCO<br />

ARCHEODIDATTICO<br />

Il parco archeodidattico<br />

nasce a integrazione<br />

della sezione archeologica<br />

del Museo “Giuseppe<br />

Avena”. La vita preistorica<br />

viene illustrata attraverso<br />

la ricostruzione della parte<br />

di un villaggio dell'Età<br />

del Bronzo finale (XII-VIII<br />

sec. a.C.) dedicata<br />

alle attività manifatturiere.<br />

In questa ricostruzione<br />

troviamo la tettoia<br />

per la metallurgia,<br />

una grossa capanna per<br />

la lavorazione di metalli,<br />

ossa e corna, una capanna<br />

di dimensioni minori<br />

per la lavorazione<br />

della terracotta, un vasca<br />

per l'argilla e una fornace<br />

per la terracotta.<br />

43


44<br />

// ITINERARIO<br />

Si imbocca in salita la sterrata chiusa dalla sbarra, dopo un centinaio<br />

di metri si gira a sinistra e si raggiunge in breve il parco archeodidattico<br />

della Roccarina. Si prosegue in salita per la Grangia del Castellar e al bivio<br />

immediatamente successivo si svolta a destra in direzione Roccarina<br />

per raggiungere i resti della grangia, da dove il panorama è magnifico.<br />

Tornati sui propri passi, al bivio si prosegue ora dritti in direzione Mombrisone/<br />

Peschiere. Raggiunto un trivio, si procede dritti verso la colorata panchina<br />

gigante per una pausa. Si tralasciano quindi le due sterrate di destra e<br />

di centro e si svolta perentoriamente a sinistra seguendo per Mombrisone e<br />

attraversando un bel bosco di castagni. Oltrepassata una villa bianca si giunge<br />

a un trivio, dove si procede a sinistra. La sterrata diventa un sentiero che,<br />

alternando tratti ripidi e pianeggianti, in breve conduce a un bivio: a destra<br />

si raggiungono i ruderi della chiesa di S. Andrea, procedendo dritti si attraversa<br />

un bosco di conifere e faggi per giungere ai piedi del poggio di Mombrisone.<br />

Si prosegue dritti, tralasciando a destra la sterrata che conduce a una cascina<br />

e a sinistra il sentiero che si inoltra nella faggeta per salire decisi al castello,<br />

punto più alto del percorso (700 m). Si scende nella faggeta seguendo<br />

la sterrata e al bivio si svolta decisamente verso destra. Giunti a una sbarra,<br />

si procede in direzione Chiusa/Certosa/Peschiere fino a uno spiazzo<br />

con un manufatto in lamiera sulla sinistra. Si trascura la sterrata a destra,<br />

chiusa da una sbarra, e ci si inoltra sul sentiero per Peschiere/Peveragno che,<br />

con una ripida ma breve discesa conduce alla sterrata sottostante.<br />

Qui si procede verso sinistra raggiungendo in breve il piccolo specchio d’acqua<br />

che si costeggia lasciandolo sulla sinistra per continuare sulla sterrata ora<br />

in leggera salita. Giunti a un quadrivio si svolta a sinistra verso Chiusa/Certosa/<br />

Roccarina. L’ampia sterrata conduce alla panchina gigante: da qui si ripercorre<br />

in senso inverso l’itinerario fino al parcheggio.


li<br />

679<br />

.<br />

.<br />

Poggio<br />

Terre Carle<br />

974<br />

.<br />

.<br />

Monte<br />

Fallonio<br />

. 699<br />

846<br />

.<br />

Poggio<br />

Castelvecchio<br />

rin<br />

.<br />

Tetti<br />

Busca<br />

625<br />

ntefallonio<br />

620<br />

569<br />

602<br />

Tetti<br />

Capperoni<br />

560<br />

585<br />

Case<br />

Fornace<br />

Case 630<br />

Madonnia<br />

693<br />

888<br />

Tetto<br />

Brignone<br />

.<br />

Cascina<br />

Nuova<br />

. 567<br />

575<br />

. 564<br />

581<br />

Cascina<br />

. 594<br />

Colombo<br />

700<br />

. Babezza<br />

Bric<br />

620<br />

. 689 Castello<br />

Mombrisone 725.<br />

622<br />

832<br />

.<br />

811 . Bric<br />

Cavaliere<br />

Cascina<br />

Marro<br />

Piancampo<br />

la Serra<br />

Costa<br />

.<br />

605<br />

Cascina<br />

Peschiera<br />

608<br />

723<br />

.<br />

686<br />

Rio Gironda<br />

Tetto Pulu<br />

689<br />

552 .<br />

Roccarina<br />

644<br />

780<br />

945<br />

825<br />

Scauret<br />

→ IL CASTELLO DI MOMBRISONE 686<br />

725<br />

Borgata<br />

ti Il Cavalier Giuseppe 776 Rovina Avena era un vero<br />

a<br />

.<br />

643<br />

etti “boss” Pradeboni locale: era proprietario . della<br />

860<br />

ossi<br />

686<br />

Certosa, Garroda lui trasformata in 805stabilimento<br />

9<br />

886<br />

Tetto<br />

idroterapico, Bric<br />

della Biasas fabbrica di vetri e<br />

Fusare<br />

.889<br />

cristalli<br />

Tetto<br />

ori . di Chiusa Pesio e di numerosi<br />

1047 Bric Bluva<br />

Cagne<br />

.<br />

686<br />

terreni. Nel<br />

008<br />

10111840 fece costruire<br />

662<br />

alla sommità<br />

943<br />

del poggio di Mombrisone<br />

.934<br />

1014<br />

una La originale palazzina Tetti di caccia 671<br />

Truna<br />

Caban<br />

in stile<br />

Tetti<br />

neoclassico immersa in un grande<br />

Ciot 812<br />

806<br />

cche 1075<br />

.<br />

olente “giardino inglese”. Gradinate, marmi, Gambera<br />

.<br />

Sottana<br />

lucernari, stucchi, dipinti 784<br />

Vigna con scene<br />

680<br />

di caccia: l’edificio a pianta ottagonale era<br />

un piccolo gioiello dove ricevere gli amici<br />

godendo di un magnifico panorama sulle<br />

<strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>. Negli ultimi anni il Comune,<br />

divenuto proprietario dell’area, ha avviato<br />

un progetto di recupero della struttura.<br />

Ravere<br />

Serra della Piastra<br />

722<br />

634<br />

602<br />

613<br />

Stalle<br />

Cappella<br />

dell'Olocco<br />

879<br />

923<br />

555<br />

.<br />

710<br />

Castello<br />

Mirabello<br />

.<br />

Case<br />

Regna<br />

714<br />

.<br />

.<br />

Monte<br />

Cavanero<br />

596<br />

Chiusa di Pesio<br />

Monte<br />

Rossetto<br />

791 .<br />

696<br />

.<br />

Possibilità di parcheggio<br />

939.<br />

985<br />

974<br />

in uno slargo sterrato<br />

sulla destra della provinciale<br />

Stalle<br />

Chiusa-Certosa, del Re<br />

1049<br />

300 metri<br />

.<br />

1034<br />

la sede del Parco naturale del<br />

Marguareis e una cinquantina<br />

di metri prima della chiesa di<br />

S. Anna (dal parcheggio parte<br />

una strada sterrata chiusa da<br />

una sbarra ed è ben evidente<br />

la presenza di un pannello<br />

esplicativo del Parco).<br />

.<br />

Case<br />

Fuggin<br />

Marte 915<br />

867 Tetti<br />

Maurizio<br />

870<br />

Monte<br />

Baudinet<br />

726 .<br />

Case<br />

Paolo Re<br />

758<br />

.<br />

Case<br />

Candeile<br />

787<br />

Fantino<br />

574<br />

637 601<br />

854<br />

698<br />

664<br />

674<br />

Cascina<br />

Testa<br />

Frati 618<br />

di Radeschi<br />

.<br />

817<br />

Tetto<br />

Blotta<br />

626<br />

Cascina Tetto .<br />

Piagna Pastorello 866<br />

// . 0 8<br />

789<br />

641<br />

ANELLO<br />

.<br />

DELLA ROCCARINA<br />

Bric Terme di<br />

E di Adent Lurisia<br />

989 .<br />

744<br />

1:30/2:00 h<br />

Testa<br />

+200/-200 della Struna<br />

Case m ca. .<br />

Vallone del Bagel<br />

S. Anna (600 m)<br />

Case<br />

Gola<br />

775<br />

Se<br />

650<br />

Seccatoio<br />

Il Moriaro<br />

703<br />

747<br />

711<br />

686<br />

717<br />

678<br />

76.<br />

Colle<br />

del Mortè<br />

45<br />

. 6<br />

Case<br />

Ciordello<br />

810<br />

La<br />

Ciavera<br />

822<br />

.<br />

→ Anello percorribile anche in<br />

inverno con racchette da neve.<br />

←←← Ruderi della Grangia<br />

del Castellar<br />

←←↑ Il Laghetto delle Peschiere<br />

←←↓ La “Big Bench” installata<br />

a cura dell’associazione locale<br />

“Gira e Tuira”<br />

← Il Castello di Mombrisone<br />

in veste invernale


46<br />

//09<br />

ANELLO<br />

DELLA VIA<br />

DEL SALE


Breve passeggiata nel cuore<br />

della Valle Ellero lungo l’antica Via<br />

del Sale che collegava la pianura<br />

← Un tratto dell’itinerario<br />

conclusivo<br />

↑ Scorcio in prossimità<br />

della Casa del Sale<br />

piemontese con la riviera ligure.<br />

Secondo alcuni studiosi tale itinerario<br />

47<br />

seguiva a sua volta la cosiddetta<br />

Via Pompeia, voluta e realizzata<br />

nel corso del I secolo a. C. dal Console<br />

Pompeo Stabone per mettere<br />

in relazione le attuali cittadine di Alba<br />

e di Albenga.<br />

La proposta escursionistica qui presentata<br />

si svolge quindi su fondo lastricato/erboso<br />

prima e su asfalto poi, sfruttando al ritorno<br />

la recente carrozzabile diretta a Pian Marchisio<br />

e da qui alla testata della valle. Consigliato<br />

pressoché in tutte le stagioni, l’itinerario ben<br />

si addice anche per il periodo estivo:<br />

nonostante la quota modesta, infatti, gran<br />

parte del percorso si snoda sotto il fresco<br />

abbraccio boschivo ai margini del torrente<br />

Ellero, garantendo un tuffo rigenerante<br />

nella natura più incontaminata. Le diverse aree<br />

attrezzate toccate dal sentiero consentono<br />

inoltre a ciascun fruitore di regalarsi una pausa<br />

ristorativa all’aria aperta perfetta per tutta<br />

la famiglia. Nel cuore di Rastello e in località<br />

Casa del Sale, infine, sono presenti appositi<br />

punti acqua.<br />

→ L’ANTICA VIA<br />

DEL SALE<br />

Il fondo lastricato<br />

irregolare incontrato<br />

lungo l’itinerario, sarebbe<br />

riconducibile secondo<br />

alcuni al cosiddetto “opus<br />

rude” romano,<br />

una pavimentazione<br />

di lastroni quadrangolari<br />

di calcare o selce<br />

dalle giunture non<br />

perfette, voluto in loco<br />

dal Console Gneo Pompeo<br />

Strabone nel I secolo a. C.<br />

per collegare Alba<br />

Pompeia (l’attuale<br />

Alba) e Alba Ingauna<br />

(Albenga). Storicamente<br />

più accreditato, invece,<br />

l’utilizzo di questo stesso<br />

collegamento tra il XVI<br />

e il XVII secolo quale<br />

“Via del Sale” tra<br />

il Piemonte e la <strong>Liguri</strong>a,<br />

con trasporti e commerci<br />

di sale, vino, olio e farina.


48<br />

// ITINERARIO<br />

Incamminarsi sulla rotabile asfaltata che si inoltra nel cuore della borgata,<br />

tralasciando a destra l’itinerario diretto verso il Rifugio Mondovì. Costeggiare<br />

alcune abitazioni e la Chiesa di San Martino, quindi, al fondo del centro<br />

abitato, imboccare la mulattiera che si stacca sulla sinistra. Proseguire<br />

sul facile camminamento che attraversa pressoché in pianura un vecchio<br />

castagneto da frutto e costeggiare il torrente Ellero fino ad incrociare<br />

una sterrata anch’essa proveniente da Rastello. Attraversare quest’ultima e<br />

continuare sulla mulattiera, ora dal fondo lastricato, che persiste ad inoltrarsi<br />

nel bosco misto. Prendere quota gradualmente per mezzo di strappi un poco<br />

più pronunciati e superare un pendio franoso (apposita cartellonistica), oltre<br />

il quale si raggiunge una verde area attrezzata su cui sorgono caratteristiche<br />

rocce montonate. Procedere ancora sull’itinerario che ritorna a costeggiare<br />

il torrente, trascurare le indicazioni a destra per il Gorgo dei Tigli (al di là<br />

del ponte una traccia conduce alla strada asfaltata usata per il ritorno), quindi<br />

sfociare sulla mulattiera inerbita che si muove in direzione sud consentendo<br />

un bel colpo d’occhio sui contrafforti più elevati della Valle Ellero. Oltrepassare<br />

l’indicazione della vecchia Casa del Sale (cartellonistica fissa) e proseguire<br />

ancora sul tracciato fino a raggiungere l’amena radura verdeggiante che<br />

si apre a monte del Ponte della Casa del Sale (0h 50’-1h 00’ dalla partenza).<br />

Svoltare quindi a destra, in discesa, lungo la rotabile asfaltata superando<br />

il torrente Ellero prima e l’area attrezzata Maciap poi e continuare<br />

sulla strada che percorre la sinistra idrografica della valle tra faggete e<br />

castagneti. Dopo alcune belle abitazioni recentemente ristrutturate, ignorare<br />

a sinistra due differenti diramazioni laterali private. Raggiungere infine il ponte<br />

terminale sull’Ellero che conduce a Rastello e ritornare al luogo di partenza<br />

attraversando di nuovo l’intera borgata.


Lunga<br />

1548<br />

arone<br />

no<br />

e<br />

Monte<br />

Pigna<br />

1761 .<br />

1655<br />

.<br />

1582<br />

1644<br />

Mascarone<br />

Gardiola<br />

1362<br />

.<br />

1503<br />

.<br />

1450<br />

Baita<br />

Monte Pigna<br />

1459<br />

Tregs<br />

Roccelle<br />

soprane<br />

1264<br />

Ponte<br />

del sale<br />

Gias<br />

. della A monte Crösa della frazione Ponte Muratodi . Prea, posta<br />

1505<br />

1223<br />

sul lato opposto della valle rispetto<br />

1543<br />

a Rastello, Cima sorge il caratteristico Santuario<br />

Piastra<br />

di Sant’Anna. . Costruito nel XVIII secolo<br />

1858<br />

1311<br />

1605<br />

Cima<br />

in sostituzione di un’antica cappella<br />

Baus d'<br />

Durand<br />

2094<br />

.<br />

l' Ulae progettato Casino secondo la tradizione<br />

del Cars<br />

1864<br />

da un’artista d’oltralpe in fuga<br />

dalla Rivoluzione 1797 Francese, l’edificio<br />

Punta<br />

Rifugio Comino<br />

Pellerina si configura come (privato) l’unico esemplare<br />

1514 Passo<br />

2097<br />

. della Colletta<br />

lletto di barocco francese tra i luoghi sacri<br />

1611<br />

llerina<br />

del Piemonte. Dalla pianta a superficie<br />

quadrata e dalla facciata suddivisa<br />

in due ordini, in virtù della sua posizione ha<br />

rappresentato per secoli un rifugio sicuro<br />

per viandanti, pastori e semplici pellegrini.<br />

.<br />

Roccelle<br />

Sottane<br />

911<br />

.<br />

.<br />

→ SANT’ANNA . DI PREA<br />

1749 1814<br />

della Piastra<br />

La<br />

Gardiola<br />

1884<br />

Carset<br />

Costa Mascarone<br />

Maciap<br />

976<br />

Pera<br />

Riunda<br />

Torrente Ellero<br />

Pian di ma<br />

Casa<br />

del sale<br />

989<br />

.<br />

1068<br />

1167<br />

1203<br />

Rifreddo<br />

.<br />

1139<br />

Loc. Pietra<br />

Rotonda<br />

1321<br />

Roccelle<br />

Rognone<br />

.<br />

Bric<br />

Borgognone<br />

Rio Capanne<br />

.<br />

1043<br />

1000<br />

Frè<br />

830<br />

.<br />

1312<br />

873<br />

1181<br />

Bric<br />

Perrino .<br />

1140<br />

1061<br />

Il Pino<br />

Rastello<br />

(Stalle Colletto)<br />

il Cappelletto<br />

Sella<br />

della<br />

Turra<br />

1079<br />

Case<br />

Borrello<br />

2082<br />

779<br />

Borrello<br />

1741<br />

Rifugio<br />

"Mettolo Castelino<br />

Oreste Gastone"<br />

.<br />

.<br />

Balmassi<br />

1618<br />

1101<br />

1433<br />

.<br />

1503<br />

.<br />

1740<br />

.<br />

1233<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Rifugio<br />

"F.I.E. Artesina"<br />

1310<br />

1481<br />

1191<br />

La<br />

Celletta<br />

1755<br />

Trucca<br />

// 0 9<br />

Ceresole<br />

. 1838<br />

ANELLO DELLA VIA Sella<br />

Pogliola<br />

DEL SALE<br />

1612<br />

T<br />

1:30/2:00 h<br />

180 m<br />

Costa della Turra<br />

1732<br />

Cima Fo<br />

133<br />

Ca<br />

Cup<br />

Case<br />

Baraba`<br />

131<br />

1598<br />

Passo<br />

Scalette<br />

1238<br />

Colle F<br />

I<br />

Arte<br />

.1497<br />

Rastello (825 1949 m)<br />

1950 .<br />

186<br />

Colla<br />

Lag<br />

L’itinerario Bauzano ha inizio<br />

delle Sc<br />

Laghetto<br />

dalla borgata di Rastello, Mondolè<br />

Rocche<br />

ai margini della quale 2126<br />

un ampio parcheggio<br />

consente di abbandonare<br />

i veicoli in tutta comodità.<br />

→ In caso di pioggia, la parte<br />

iniziale dell’antico selciato<br />

in pietra può risultare<br />

scivolosa. Prestare infine<br />

attenzione al breve tratto<br />

franoso che conduce<br />

alla prima area attrezzata<br />

(apposita cartellonistica<br />

di avvertimento).<br />

49<br />

Q<br />

←← Caratteristica costruzione<br />

in pietra sulla via del ritorno<br />

← Santuario di Sant’Anna<br />

di Prea


50<br />

//10<br />

COLLE DEL PREL<br />

– RIFUGIO BALMA


Tradizionale passeggiata estiva<br />

nel cuore nel cuore del comprensorio<br />

del Mondolé Ski, sullo spartiacque<br />

tra la Valle Maudagna e la Valle<br />

Corsaglia. L’itinerario (che si svolge<br />

← Scorcio estivo in direzione<br />

del Monte Mondolé<br />

↑ Guardando verso Prato<br />

Nevoso<br />

interamente su sterrata percorribile<br />

comunque con qualsiasi tipo<br />

51<br />

di autoveicolo) consente un bel colpo<br />

d’occhio sulla pianura monregalese<br />

prima e sull’intero arco alpino<br />

cuneese poi, presentando in tarda<br />

primavera-inizio estate anche<br />

una bella fioritura di rododendri.<br />

Gli escursionisti più esperti che lo desiderano,<br />

possono altresì compiere una traversata<br />

libera lungo le diverse asperità che<br />

contornano la rotabile come Punta<br />

del Vallon, Cima Artesinera e Cima Vuran,<br />

dalle quali si può godere di una bella visuale<br />

sulla Valle Corsaglia e su buona parte<br />

delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> (sconsigliato in caso<br />

di nebbia). Il percorso si dipana tra le piste<br />

da sci più elevate di Prato Nevoso (le cui<br />

tracce sono evidenti nelle seggiovie e<br />

nei cannoni per l’innevamento artificiale)<br />

e attraversa, nella parte iniziale, alcuni<br />

tracciati del bike park. Da notare, infine,<br />

la forte contrapposizione tra lo sviluppo<br />

antropico della Valle Maudagna e il mondo<br />

più selvaggio della Corsaglia, che si apre<br />

a sudest del Rifugio Balma.<br />

→ LA GROTTA<br />

DI GHIACCIO<br />

DEL MONDOLÉ<br />

Posta nel versante più<br />

ombroso del Mondolé,<br />

la grotta è stata utilizzata<br />

fin dal Settecento come<br />

cava di ghiaccio.<br />

Ancora oggi all’interno<br />

della stessa è in effetti<br />

possibile ammirare<br />

nei primi metri d’ingresso<br />

stalagmiti lucenti ed<br />

esteticamente pregevoli,<br />

create da una rara<br />

combinazione tra<br />

la conformazione<br />

rocciosa della zona, l’aria<br />

proveniente dall’esterno e<br />

le correnti fredde interne,<br />

figlie del sovrastante<br />

bacino di neve semiperenne.<br />

L’accesso non è<br />

particolarmente agevole,<br />

ma può avvenire<br />

seguendo le apposite<br />

tacche azzurre<br />

rintracciabili a monte<br />

del Lago delle Scalette.


→ IL RIFUGIO BALMA<br />

Inaugurato ufficialmente il 6 agosto 1906<br />

come ristoro per gli alpini del Battaglione<br />

Mondovì impegnati nei campi estivi,<br />

il Rifugio Balma (il cui nome rimanda proprio<br />

alla radice prelatina “bal”, ricovero o riparo)<br />

è gestito da oltre un secolo dalla famiglia<br />

Allegro. L’intero edificio venne incendiato<br />

per ben due volte nel corso della Seconda<br />

Guerra Mondiale poiché divenuto una base<br />

partigiana, prima di essere ricostruito e<br />

di arrivare ad assumere negli anni<br />

la fisionomia attuale. Nei pressi dello stesso,<br />

infine, sorgono altresì una casa alpina<br />

e la Cappella di Madonna della Neve.<br />

↑ Praterie estive salendo<br />

al Rifugio Balma<br />

→ il Rifugio Balma<br />

– Ettore Allegro<br />

// ITINERARIO<br />

Ai margini meridionali dell’ampio piazzale del Colle del Prel, incamminarsi<br />

sulla rotabile asfaltata verso sud, seguendo le indicazioni per il Rifugio<br />

della Balma. Dopo poche centinaia di metri l’itinerario diviene sterrato:<br />

continuare quindi sull’ampia carrareccia dal fondo regolare, superando<br />

i tracciati riservati alle mountain bike e immergendosi in un affascinante<br />

paesaggio prativo (segnato, soprattutto nella prima parte, da un crocevia<br />

di lance per la neve artificiale e di impianti sciistici) che pare involarsi verso<br />

la pianura cuneese. Superato un panoramico punto ristoro, piegare ancora<br />

verso sud percorrendo la sterrata che prende quota con pendenze modeste<br />

ma costanti, fino a portarsi ai piedi di Punta del Vallon. Raggiungere quindi<br />

il cosiddetto Pian dei Gorghi (0h 40’ circa dalla partenza) e ignorare<br />

le diramazioni a sinistra verso le Trucche del Pré e la testata della Valle Corsaglia,<br />

proseguendo sull’itinerario sterrato principale che taglia nuovamente<br />

un pendio erboso destinato allo sci. Costeggiare poi le pendici di Cima<br />

Artesinera sempre lungo la sterrata che si fa temporaneamente più ripida,<br />

ma che permette di godere di un affascinante colpo d’occhio sulla pianura.<br />

Lambire i versanti prativi di Punta Alpet e raggiungere in breve, sempre<br />

con la carrareccia, il pianoro dove sorge il Rifugio della Balma (1h 15’- 1h 30’<br />

dalla partenza) e l’adiacente Colletto Balma. Pressoché sulla verticale<br />

di quest’ultimo si stacca la piramide irregolare del Monte Mondolé (raggiungibile<br />

in circa 1h 30’/1h 40’ dal Rifugio, difficoltà E), il cui toponimo è da sempre<br />

motivo di dibattito tra i linguisti della zona. Per alcuni parrebbe infatti derivare<br />

da “Monte del Lago”, in virtù del piccolo lago di origine carsica presente<br />

nel versante settentrionale, coperto da un nevaio fino a tarda stagione;<br />

per altri, viceversa, potrebbe discendere da “Mont d'Elle”, cioè “Monte d'Ellero”,<br />

con evidente riferimento al corso d'acqua che attraversa la città di Mondovì.


to)<br />

1<br />

ifugio<br />

Artesina"<br />

a<br />

le<br />

la<br />

12<br />

1732<br />

etto<br />

dolè<br />

.<br />

lè<br />

Case<br />

Cuppe<br />

Case<br />

Baraba`<br />

1314<br />

1598<br />

Passo<br />

Scalette<br />

126<br />

2214<br />

.1497<br />

.<br />

Rocche Giardina<br />

2141<br />

. .<br />

.<br />

Rocche di Seirasso<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Case<br />

Benin<br />

I Giovannini<br />

Artesina<br />

1950<br />

1860<br />

Lago<br />

delle Scalette<br />

2382<br />

2097<br />

Colletta<br />

Seirasso<br />

rno<br />

2181<br />

1380<br />

Quarti<br />

2134<br />

.<br />

Case<br />

Bergamino<br />

1200<br />

1990<br />

1128<br />

1201<br />

1388<br />

Trucca<br />

del<br />

Buontempo<br />

.<br />

1594<br />

1478<br />

Sella<br />

Balma<br />

Le Trucche<br />

.<br />

.<br />

1221<br />

Case<br />

l'Uccello<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Trucca<br />

la Comuna .<br />

1623<br />

1776<br />

Trucca<br />

il Gaviot<br />

1933<br />

1845<br />

1868<br />

1614<br />

.<br />

Rifugio<br />

B. Merlo<br />

1885<br />

Case<br />

Dase<br />

1953 Sella<br />

di Seirasso<br />

Alpe<br />

Seirasso<br />

2147<br />

1868<br />

1700<br />

1970<br />

1886<br />

La Balma<br />

.<br />

1842<br />

Prinzi<br />

1260<br />

1430<br />

Rio Giovacchini<br />

1252<br />

.<br />

Colletto<br />

Balma<br />

.<br />

.<br />

1426<br />

1514<br />

1463 .<br />

1915<br />

.<br />

.<br />

Alpe<br />

Sarle<br />

1743<br />

1930<br />

.<br />

1588<br />

1770.<br />

1750<br />

Case<br />

Monmo<br />

1354<br />

1548 .<br />

1460<br />

Alpe<br />

Mierzè<br />

1663<br />

1620<br />

1532<br />

Case<br />

Arfel<br />

Trucca<br />

Sapè<br />

.<br />

.<br />

1510<br />

Prato Nevoso<br />

1700<br />

.1772<br />

. Punta<br />

Alpet<br />

.<br />

1928<br />

Cima Vuran<br />

Rifugio Balma<br />

Le Vigne<br />

Balma di Seirasso<br />

1933<br />

1952<br />

Colle<br />

Dente<br />

Brignola<br />

1695<br />

.<br />

Trucca<br />

la Balmetta<br />

1905<br />

1557<br />

1769<br />

1602<br />

1922<br />

1716<br />

.<br />

2061<br />

.<br />

1480<br />

.<br />

1738<br />

1740<br />

1615<br />

1762<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Monte<br />

Malanotte<br />

Cima<br />

Ciujera<br />

.<br />

.<br />

1558 .<br />

1380 .<br />

Trucche<br />

delle Piè<br />

.<br />

.1305<br />

// 1 0<br />

1333 .<br />

COLLE DEL PREL<br />

– RIFUGIO .<br />

1400 BALMA<br />

. 1658<br />

Sella<br />

Piagna<br />

T<br />

Sella<br />

Spa<br />

1520<br />

1824<br />

1550<br />

Alpe<br />

Mezzarina<br />

1779 1702<br />

1999<br />

Moro<br />

Colla<br />

del Prel<br />

.<br />

Cima<br />

Artesinera<br />

Mierzera<br />

Il Malpasso<br />

Monte<br />

Fantino<br />

2094<br />

Piano Camozzera<br />

Le Buccere<br />

1828<br />

Rio della Spa<br />

Spa<br />

1328<br />

.<br />

1363<br />

Tetti<br />

Lorgane<br />

1280<br />

Case<br />

Columbè<br />

Case<br />

1417 Morussi<br />

Case<br />

Monastero<br />

Case<br />

Ciarancia 1318<br />

Lubet<br />

Punta<br />

del Vallon<br />

1480<br />

. Tetti<br />

1490 del Formaggio<br />

1797<br />

1688<br />

1695<br />

Rio di Sbornina<br />

1163<br />

.<br />

1197<br />

Monte<br />

Merdenzone<br />

.<br />

1098.<br />

Case<br />

Farneri<br />

Stalle della<br />

Balma Mezzana 1275<br />

1723<br />

1130<br />

Serre Murau<br />

Tanassa<br />

1:15/1:30 h ▶ in ascesa;<br />

2:15/2:30 h ▶ a/r<br />

270m<br />

Colle del Prel (1610 m)<br />

L’itinerario ha inizio nei<br />

pressi dell’ampio Piazzale<br />

del Colle del Prel, posto<br />

a monte della celebre conca<br />

di Prato Nevoso a circa 1610<br />

metri di quota.<br />

.<br />

1609<br />

1764<br />

1375<br />

Casera<br />

Vecchia<br />

1538<br />

Trucc<br />

.<br />

Il<br />

Castellazzo<br />

.<br />

1528<br />

1173<br />

Rio di Rocci<br />

Costa Roccia<br />

53<br />

.<br />

la<br />

1489 Case<br />

della C<br />

Stalle<br />

di Arie<br />

Rio Sotta Crosa<br />

B<br />

C<br />

Ca<br />

1<br />

R


54<br />

//11<br />

ANELLO<br />

DELLE CASE<br />

ROCCE


← Panoramica salendo verso<br />

le Case Pajana<br />

↑ Scorcio prativo dopo Case<br />

Rocce Soprane<br />

Facile escursione sulle propaggini<br />

55<br />

montuose più occidentali<br />

del comune di Frabosa Soprana,<br />

lungo sentieri poco battuti in ambienti<br />

incontaminati e ricchi di fascino.<br />

A eccezione del tratto iniziale e finale che<br />

si svolgono su asfalto, gran parte dell’itinerario<br />

si sviluppa ora su facile carrareccia, ora<br />

su mulattiera parzialmente inerbita, ora<br />

su sentiero prativo o boscoso, attraversando<br />

in particolare faggete, castagneti e<br />

prato-pascoli degni di nota.<br />

Fino alla località Pasquieraux si costeggia<br />

inoltre la storica seggiovia di Monte Moro,<br />

un tempo fiore all’occhiello della vocazione<br />

sciistica di Frabosa. Inaugurato il 19 dicembre<br />

1948, infatti, il primo impianto di Monte Moro<br />

divenne per il tempo il più lungo d'Europa<br />

con i suoi 2024m di lunghezza orizzontale.<br />

A testimonianza del suo glorioso passato, poi,<br />

la stessa Frabosa installò nel 1970/71<br />

la Cabinovia del Monte Malanotte (smantellata<br />

negli anni Ottanta e oggi riconvertita<br />

in semplice seggiovia), la prima a quattro posti<br />

funzionante in tutta Italia. Lungo il percorso,<br />

infine, non si trovano punti d’acqua potabile se<br />

non in località Serro o nel centro di Frabosa,<br />

di fatto all’inizio e alla fine del tracciato.<br />

→ IL MARMO<br />

DI FRABOSA<br />

I comuni di Frabosa<br />

Soprana e Frabosa<br />

Sottana hanno ospitavano<br />

un tempo due tra i bacini<br />

marmiferi più attivi e<br />

apprezzati del Piemonte:<br />

quello della Valle<br />

Maudagna (con il Verzino<br />

di Frabosa, il Bigio<br />

di Frabosa e il Nero<br />

Nuvolato di Miroglio) e<br />

quello della Valle Corsaglia<br />

con il Nero Vallone<br />

di Frabosa e il Bigio Venato<br />

di Moncervetto.<br />

Tali litotipi marmorei<br />

trovarono un ampio<br />

utilizzo artistico, al punto<br />

da venire ad esempio<br />

utilizzati nella volta<br />

della Cappella della Sacra<br />

Sindone del Duomo<br />

di Torino e nell’Altare<br />

Maggiore della Basilica<br />

di Superga sempre<br />

nel capoluogo<br />

piemontese.


Annunziata<br />

.<br />

io Frera<br />

755<br />

.<br />

56<br />

// ITINERARIO<br />

914<br />

. 661<br />

.<br />

Norea<br />

. 1108<br />

Casali<br />

694<br />

.<br />

.<br />

Bric<br />

Persico<br />

Miroglio<br />

696<br />

1064<br />

Bric<br />

829<br />

Baracco .<br />

Cima<br />

.<br />

902<br />

.<br />

Friosa<br />

.<br />

861<br />

908<br />

1100<br />

Cava<br />

.<br />

891.<br />

995<br />

767<br />

.<br />

822<br />

Prea .<br />

876<br />

.<br />

.<br />

742<br />

. Friosa<br />

Colle<br />

.<br />

902 928<br />

761 Baracco<br />

979<br />

779<br />

Borrello<br />

1061<br />

.<br />

1101<br />

I Rastelli<br />

644<br />

684 .<br />

I Ponzi<br />

659 .<br />

758<br />

1181<br />

Bric .<br />

Perrino .<br />

1140<br />

Il Pino<br />

.<br />

Cima Fornelli<br />

1332 .<br />

.<br />

1238<br />

Colle Fornelli<br />

Case<br />

Cuppe<br />

Quarti<br />

Colletto<br />

Merlatti<br />

975<br />

Case<br />

Pellone<br />

Falesia<br />

dei Distretti<br />

1128<br />

(Stalle Colletto)<br />

.<br />

Da Piazza Marconi procedere verso monte seguendo il Cappelletto le indicazioni<br />

.<br />

Case<br />

per la caserma dei Carabinieri posta in località Truna. Superare<br />

1191<br />

diverse<br />

1079<br />

Benin<br />

abitazioni private e alcune strutture ricettive, costeggiando (sempre in salita e<br />

Case<br />

su strada asfaltata) la seggiovia di Monte Moro fino a località Baraba`<br />

. Pasquieraux.<br />

1314<br />

1233<br />

Qui piegare a destra e continuare sulla rotabile, ora sterrata, che prende quota . 1221<br />

1201<br />

Balmassi<br />

Case<br />

fino ad un modesto colletto. Imboccare a sinistra la ripida mulattiera che I Giovannini sale l'Uccell<br />

nel bosco e portarsi così ai ruderi di Case Pajana. Abbandonare poi la rotabile Case<br />

La<br />

Bergamino .<br />

principale che prosegue a sinistra e tenere la destra costeggiando Celletta i ruderi<br />

1200<br />

1618<br />

Rifugio<br />

stessi lungo un sentiero erboso che sfocia in un folto . castagneto. 1503 "F.I.E. Artesina" Continuare Trucc<br />

1310 Artesina del<br />

sul tracciato che si snoda sempre nel fitto bosco fino a lambire le cosiddette<br />

Buontem<br />

Case Rocce Soprane, acme altitudinale dell’itinerario. Proseguire sul sentiero 1380 .<br />

1433<br />

1594<br />

.<br />

erboso ora in campo aperto, superare un tratto 1741 acquitrinoso specie nei mesi 1388<br />

1614<br />

Rifugio<br />

. 1481<br />

primaverili e autunnali e guadare il piccolo Rio "Mettolo Canà, Castelinoraggiungendo poco . 1478 .<br />

Oreste Gastone" Trucca<br />

Truc<br />

dopo altri ruderi dopo un nuovo passaggio nel bosco. Continuare Ceresole in piano la Com<br />

ed entrare quindi in una folta e ombrosa faggeta, prima di perdere quota<br />

con pendenze temporaneamente importanti. In prossimità di un nuovo guado<br />

girare subito a destra (indicazioni per Serro) e proseguire sul sentiero che<br />

ritorna a discendere con tornanti brevi e ravvicinati. Al termine della faggeta<br />

raggiungere Case Rocce Sottane e mantenere la destra in discesa fino ad<br />

un nuovo rudere isolato. Qui piegare a destra sempre in discesa<br />

(cartellonistica) e rientrare nel bosco tenendo la sinistra e costeggiando il Rio<br />

Biale. Procedere sulla mulattiera dal fondo pietroso che costeggia il corso<br />

d’acqua fino ad incontrare una sterrata nei pressi di alcune abitazioni.<br />

Svoltare a destra in leggera salita raggiungendo (di nuovo su asfalto)<br />

la piazza principale di Serro. Girare infine a destra in salita lungo la Provinciale<br />

e riportarsi ai margini di Frabosa Capoluogo, per poi ritornare in breve<br />

in Piazza Marconi.<br />

1074<br />

.<br />

106<br />

Ri


1<br />

.<br />

.<br />

833<br />

790<br />

Miroglio<br />

775<br />

Bric<br />

Rodorera .<br />

Cima<br />

del Fai<br />

1147 .<br />

.<br />

.<br />

Rocca Davì<br />

.<br />

. 1102<br />

.<br />

1270<br />

Case<br />

Ciampasso<br />

1108<br />

1262<br />

.<br />

1358<br />

Gruppo<br />

. del Dente<br />

1230<br />

711<br />

879<br />

.<br />

1605<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Case<br />

873<br />

.<br />

. Tartagna<br />

894 San Sebastiano<br />

. .<br />

981<br />

936 Monte<br />

Pelato<br />

778<br />

.<br />

.<br />

858 1198<br />

1036<br />

.<br />

. .<br />

790<br />

986<br />

880<br />

Serro 868<br />

. .<br />

1004<br />

Grotte del<br />

Caudano<br />

1150<br />

Case<br />

Colletto<br />

975<br />

Case<br />

Rocce Sottane<br />

1196<br />

1340<br />

982<br />

Frabosa Soprana<br />

Case<br />

Berniè Lanza<br />

Villa<br />

1108<br />

La 1021<br />

1062 Croce<br />

1049<br />

941<br />

Case Frabosa<br />

Varino Nuova<br />

I Chiatti<br />

1143<br />

Garacci<br />

1130<br />

Case<br />

Sapina<br />

Bric<br />

Masocca<br />

1081 .<br />

Monte<br />

Sapel<br />

.<br />

814 .<br />

.<br />

.<br />

Cima 1023<br />

820<br />

.<br />

Baita delle 1671<br />

Ciandre<br />

. . 973<br />

Stelle<br />

Tetti<br />

1223<br />

939<br />

.<br />

1338<br />

Monte<br />

Cilota // 1 1<br />

Cascina → LA GROTTA DI BOSSEA<br />

. Moro<br />

Burrino<br />

Prinzi<br />

1363 ANELLO 1098.<br />

DELLE CASE<br />

Case<br />

Tetti<br />

.<br />

928<br />

1260<br />

1738<br />

Sempre Monmo nel comune di Frabosa Soprana<br />

.<br />

Lorgane<br />

ROCCE<br />

948<br />

Griseri<br />

1354<br />

1550<br />

940<br />

.<br />

1130<br />

760<br />

ma geograficamente posta nel corridoio<br />

.<br />

T/E<br />

orografico della Valle Corsaglia, sorge 1328<br />

1024 .<br />

1163 .<br />

Seccata<br />

798<br />

la Grotta di Bossea, tra le 1740 più<br />

Prato Nevoso<br />

. note cavità<br />

1280 2:00/2:30 h<br />

1173<br />

Monte<br />

Case<br />

ipogee a livello Columbè<br />

1620 regionale e nazionale.<br />

.<br />

Malanotte<br />

1380 . 250 m<br />

Roattini 910<br />

1430<br />

o Prima grotta italiana ad aprire i battenti<br />

Case<br />

Case .<br />

Case<br />

1115<br />

1514<br />

Rian<br />

1460<br />

1417 Morussi<br />

Daseai turisti nel lontano . 1874 e seconda<br />

Frabosa<br />

1197<br />

Capoluogo (900 m)<br />

Case<br />

1510<br />

1615<br />

in assoluto in Europa Colla dopo Postumia<br />

1520<br />

Monastero Case<br />

. Case<br />

L’itinerario<br />

del Prel<br />

Farneri ha inizio<br />

Ciarancia 1318<br />

a (Slovenia), .<br />

è conosciuta per l’affascinante da Piazza Marconi (nucleo<br />

1306<br />

1252<br />

po<br />

Sala del Tempio 1532 e per la grande<br />

centrale di Frabosa Soprana<br />

Case<br />

. 1305<br />

1280.<br />

Colla<br />

biodiversità 1426<br />

.<br />

Arfel faunistica 1695<br />

.<br />

custodita, oltre<br />

Capoluogo), nei pressi di Mora<br />

Trucca<br />

Cima<br />

Case<br />

che per ospitare altresì un importante<br />

della quale è possibile<br />

1480<br />

1318.<br />

le Stalle<br />

1548 . la Balmetta 1762 Ciujera<br />

laboratorio carsologico . . Tetti lasciare i veicoli.<br />

1557 gestito da diverse 1490 del Formaggio<br />

1108<br />

ca Stalle<br />

.<br />

1824<br />

una istituzioni del territorio.<br />

la Penna<br />

o Giovacchini<br />

Cima<br />

Castelletto<br />

io Bati<br />

Rio della Sona<br />

Rio Gavot<br />

Costa di Labia<br />

Lubet<br />

905<br />

1093<br />

.<br />

dagnola<br />

Case<br />

Pellissera<br />

.<br />

Case<br />

Rizzi<br />

Forneri<br />

1137<br />

910<br />

Roggeri<br />

772<br />

Filippi<br />

Straluzzo<br />

886<br />

Campovecchio<br />

1000<br />

775 .<br />

Lanza<br />

Serra<br />

Rio di Roccia Bianca<br />

Costa Roccia Bianca<br />

1000<br />

655<br />

.<br />

933<br />

835<br />

.<br />

.<br />

Partiare<br />

825<br />

→ In caso di forti piogge,<br />

prestare attenzione<br />

al guado del Rio Canà e<br />

alla discesa nella faggeta<br />

in direzione di Case Rocce<br />

Sottane.<br />

Bottero<br />

57<br />

Serra di Artic<br />

.<br />

703 T<br />

.<br />

.<br />

69.<br />

6<br />

666<br />

Ro<br />

700<br />

9<br />

C<br />

U<br />

←← Pascoli sotto Case Rocce<br />

Sottane<br />

← All'interno della Grotta<br />

di Bossea


58<br />

//12<br />

ANELLO<br />

DELLE VIE<br />

DEL CULTO


Facile escursione tra le diverse anime<br />

← Un tratto dell’itinerario<br />

↑ Una panoramica del sito<br />

archeologico<br />

di Montaldo alla scoperta dei tanti<br />

edifici sacri che le differenti borgate<br />

59<br />

comunali ancora oggi custodiscono.<br />

Il percorso si snoda ora su asfalto<br />

(specie nei tratti di collegamento<br />

tra un nucleo abitato e l’altro), ora su<br />

facili sterrate che attraversano boschi<br />

di castagno antichi e scenografici.<br />

La particolare posizione rialzata di Montaldo,<br />

inoltre, permette di apprezzare scorci<br />

panoramici verso la pianura monregalese e<br />

in direzione delle asperità montuose<br />

circostanti. Di origini molto antiche, Montaldo<br />

viene per la prima volta nominato su scritti<br />

ufficiali nel 1041 in un diploma di Enrico<br />

III, nel quale si fa in particolare riferimento<br />

al Romitorio di Sant’Ambrogio (risalente<br />

probabilmente al X secolo e ubicato lungo<br />

il tracciato qui proposto). Pregevole in tal<br />

senso anche la pianta medievale della borgata<br />

di Roà Marenca, nel cuore della quale si trova<br />

la Cappella di San Rocco, custode a sua volta<br />

di due lapidi murate del periodo romano.<br />

Consigliato infine in tutte le stagioni, l’itinerario<br />

può contare su molte fontane dislocate lungo<br />

il cammino che ne agevolano la percorrenza<br />

anche durante il periodo estivo.<br />

→ IL SITO<br />

ARCHEOLOGICO<br />

DI MONTALDO<br />

Nei pressi del Capoluogo<br />

è possibile visitare<br />

un sito archeologico<br />

di assoluto rilievo che<br />

si dipana attorno<br />

ai numerosi reperti storici<br />

rinvenuti nella zona.<br />

Una raffinata balconata<br />

lignea accompagna<br />

il visitatore alla scoperta<br />

delle antiche fondamenta<br />

dei due castelli medievali<br />

che dominavano<br />

l’intero abitato, risalenti<br />

rispettivamente al XIII<br />

secolo e al XV secolo.<br />

L’area del castrum<br />

è stata poi suddivisa<br />

in nove differenti sezioni,<br />

all’interno delle quali<br />

si intuiscono ora i confini<br />

della domus signorile,<br />

ora il perimetro<br />

della torre, ora<br />

le fondamenta dei muri<br />

di cinta.


60<br />

// ITINERARIO<br />

Incamminarsi sulla Provinciale in direzione di Sant’Anna di Collarea e di fronte<br />

alla Cappella di S. Antonio, svoltare a destra verso il centro sportivo Canalot.<br />

Costeggiare i diversi impianti per mezzo di una strada asfaltata e raggiungere<br />

la Fontana Celeste, dove ha inizio lo sterrato. Al primo bivio piegare a sinistra<br />

e superare il Rio Fossato, quindi procedere su di un bel sentiero che sfocia<br />

in un pianoro prativo. Qui tenere la destra in falsopiano tra boschetti e prati,<br />

imboccare una carrareccia sotto Case Calupo, girare a sinistra e risalire<br />

di nuovo su asfalto fino alla Cappella di S. Bartolomeo. Tenere poi la sinistra<br />

e continuare su Via Calupo fino alla Cappella di S. Lucia; qui procedere diritti<br />

lambendo la minuta Cappella di S. Spirito e, una volta sulla Provinciale,<br />

attraversarla proseguendo su Via Roà Piana, superando la Chiesa<br />

di S. Giuseppe prima e l’intera borgata poi. Al termine dell’asfalto tenere<br />

la sinistra su sterrata e immettersi nel bosco, raggiungendo la Cappella<br />

di S. Sebastiano e poco dopo quella di S. Giorgio, seguendo in tal senso<br />

l’itinerario di destra in discesa. Da S. Giorgio ignorare la rotabile di destra<br />

e continuare in mezzo ad un bel castagneto, mantenendo la sinistra<br />

ad una successiva diramazione.<br />

In località La Croce svoltare poi a destra in discesa sempre su sterrato e<br />

sfociare nei pressi del Romitorio di S. Ambrogio. Raggiunta la Provinciale<br />

percorrerla verso monte fino al bivio per Roà Marenca, quindi ai margini<br />

di quest’ultima risalire il ripido viottolo che parte a fianco della Cappella<br />

di S. Rocco. Tornati sulla Provinciale, percorrerla per pochi metri a sinistra e<br />

poi prendere sul lato opposto una rampa acciottolata che diviene sterrata<br />

in breve. Continuare sull’itinerario principale ignorando alcune diramazioni<br />

secondarie, quindi svoltare a sinistra e ritornare nel centro di Roà Piana<br />

sul percorso dell’andata. Raggiunta infine S. Lucia, percorrere il viottolo<br />

in salita sulla destra che riporta poi al punto di partenza.


dei Boschi<br />

della Neve<br />

577 .<br />

522<br />

.<br />

Elena<br />

639<br />

.<br />

. .644<br />

Bric Camerano<br />

707<br />

637<br />

. 732<br />

.<br />

.<br />

599<br />

La Croce<br />

609<br />

675<br />

.<br />

. .<br />

547<br />

. .<br />

541<br />

615<br />

.<br />

. Case<br />

. 753<br />

Marco<br />

605 .<br />

597<br />

632<br />

709<br />

.<br />

.<br />

Ponte<br />

. 695<br />

806<br />

.<br />

.<br />

.<br />

517<br />

719<br />

Sottano<br />

.<br />

682<br />

San<br />

533<br />

Blisio<br />

723<br />

. .<br />

Giorgio<br />

759 .<br />

San<br />

658<br />

704<br />

.<br />

.<br />

Giacobba<br />

Sebastiano<br />

714<br />

539<br />

.<br />

Truc C. Ghiseri Bric Rivoera<br />

.<br />

779<br />

721<br />

. Roà<br />

Frabusè<br />

Case<br />

.<br />

706. . Marenca<br />

667<br />

718<br />

781<br />

Friosa<br />

.<br />

Roburentello<br />

634 . Oberti<br />

Sordi<br />

Roà Piana<br />

865<br />

.<br />

759<br />

.<br />

.<br />

756 621. Bric<br />

.<br />

.<br />

. 790<br />

Case<br />

delle<br />

773<br />

Calupo<br />

// 1Vigne<br />

2<br />

585<br />

770<br />

697<br />

.<br />

554.<br />

Montaldo<br />

ANELLO 812<br />

. DELLE 748<br />

Corvo VIE<br />

779 .<br />

943 .<br />

di Mondovi<br />

DEL<br />

.<br />

. .<br />

La Cascina CULTO<br />

Bric San<br />

743<br />

564<br />

.<br />

629<br />

Bernardo 815<br />

.<br />

691 T<br />

Case Roà<br />

Case 899<br />

Buschera .<br />

Ponte dei Deviglia<br />

di Volpe<br />

747<br />

. Bric della<br />

Codovilla<br />

822<br />

Gorrazzi 778<br />

Croce<br />

2:00/2:30 h<br />

.<br />

.<br />

842<br />

916<br />

875<br />

.<br />

683<br />

860<br />

.<br />

Monte<br />

Roatte<br />

926<br />

.<br />

844.<br />

. 946<br />

220 m<br />

→ LA CAPPELLA DI SAN GIORGIO Grosso<br />

811<br />

Roburent . 916<br />

.<br />

.<br />

se 657<br />

Case . 936<br />

Case<br />

dini<br />

746<br />

Case<br />

Nasi<br />

.<br />

Costacalda Montaldo Capoluogo (790 m)<br />

Conosciuta anticamente Mollineri come “ad nemus”, Bric Case<br />

Case<br />

Sant'Anna<br />

Roccarina<br />

923<br />

Scarrone Gariè<br />

993<br />

cioè “presso . 1015<br />

.<br />

1004<br />

.<br />

Collarea la boscaglia”, . un tempo<br />

L’itinerario ha inizio dalla<br />

649<br />

868<br />

793<br />

. 1000<br />

.858<br />

Bric<br />

Rocca 787<br />

1<br />

la cappella avrebbe dovuto occupare<br />

piazzetta centrale di<br />

. 703 807<br />

Marole<br />

dell'Aquila<br />

.<br />

. .<br />

uno spazio maggiore dell’attuale, .<br />

Montaldo Mondovì, a fianco<br />

1060 1018<br />

738<br />

.<br />

San Bernardo<br />

857<br />

972<br />

. 930 .<br />

995<br />

dell’ufficio postale 852 880e poco<br />

con Villeroalcuni portici utilizzati come rifugio . 950<br />

900<br />

distante dal municipio.<br />

654 773<br />

929<br />

Case da pellegrini .<br />

684 .<br />

e viandanti. Alle dipendenze<br />

San<br />

1074<br />

Giustè<br />

.<br />

Luigi Case<br />

.<br />

1015<br />

774<br />

.910<br />

del vicino regime monastico . 925 del Romitorio .<br />

750 Carletto<br />

Bric Stella<br />

868<br />

Case<br />

Chiappe<br />

. 940 882<br />

1066<br />

.<br />

. di Sant’Ambrogio, Case Case la costruzione<br />

Case<br />

803<br />

Avei Calleri Pruche . San Giacomo<br />

951<br />

1007<br />

custodisce sopra l’altare 721 una tela forse .<br />

980<br />

820<br />

.<br />

982<br />

cinquecentesca raffigurante San Giorgio .<br />

che uccide il drago. Quest’ultima non è<br />

però visibile dalla finestrella esterna se non<br />

quando il sole, allo zenit, riesce a far fluire<br />

all’interno un fascio di raggi luminosi.<br />

Rio Benento<br />

Rio Corso<br />

Vautrù<br />

Tovo<br />

Surie<br />

Rio Freddo<br />

Uvaglio<br />

Vignali<br />

61<br />

Bricasso<br />

Buzi<br />

C<br />

Vi<br />

7<br />

C<br />

P<br />

Case<br />

Berton<br />

1<br />

B<br />

N<br />

←← Panoramica da Montaldo<br />

Capoluogo<br />

↑ La caratteristica Cappella<br />

di S. Lucia<br />

← Il Romitorio di Sant’Ambrogio


62<br />

//13<br />

ANELLO<br />

DELLE SORGENTI


Facile percorso ad anello che si snoda<br />

ai piedi del Bric Colmé (1297 m<br />

di quota) tra i boschi e i prati che<br />

sovrastano l’abitato di San Giacomo<br />

← in prossimità della Croce<br />

dei Cardini<br />

↑ Le rinnovate Stalle<br />

Groppignano con il tipico tetto<br />

racchiuso<br />

di Roburent. Particolarmente<br />

63<br />

consigliato in primavera e in autunno,<br />

l’itinerario consente di godere<br />

(specie nella parte finale)<br />

di un bel colpo d’occhio sulla pianura<br />

monregalese e su parte dell’arco<br />

alpino della provincia di Cuneo.<br />

Disteso in prevalenza su strade sterrate e<br />

mulattiere inerbite, il percorso consente<br />

parimenti di scorgere i segni della civiltà<br />

alpina di un tempo, attraversando castagneti<br />

da frutto, seccatoi e rinnovate abitazioni che<br />

riprendono i canoni architettonici del secolo<br />

scorso. Nella fase di discesa, inoltre, si sfiorano<br />

alcune delle piste da sci del comprensorio<br />

di San Giacomo di Roburent – Monte<br />

Alpet, esteso per trentacinque chilometri e<br />

composto da nove impianti di risalita tra cui<br />

due seggiovie, sei skilift e un tapis-roulant.<br />

Contraddistinto infine da un’apposita<br />

segnaletica precisa e diffusa e attrezzato<br />

con pannelli divulgativi specifici, il tracciato<br />

rientra nella fitta rete escursionistica promossa<br />

dall’Associazione Culturale Parpaiun,<br />

di cui si possono trovare maggiori dettagli<br />

nell’approfondimento relativo.<br />

→ IL TETTO<br />

RACCHIUSO<br />

Diffusa esclusivamente<br />

tra l’alta Valle Tanaro e<br />

le Valli Corsaglia, Ellero,<br />

Maudagna e Roburentello,<br />

questa tecnica costruttiva<br />

prevedeva l’elevazione<br />

della muratura<br />

dei frontespizi oltre<br />

il colmo del tetto<br />

stesso (come si evince<br />

dalle rinnovate Stalle<br />

Groppignano), al fine<br />

di proteggerlo dal vento,<br />

dalle intemperie e<br />

secondariamente<br />

dagli incendi.<br />

Il tetto vero e proprio era<br />

costituito da paglia<br />

di segale, sostituita<br />

negli anni dalla più<br />

comoda lamiera,<br />

mentre la muratura<br />

in eccedenza veniva<br />

ricoperta con lose<br />

in pietra disposte<br />

a gradini per evitarne<br />

lo scivolamento.


64<br />

// ITINERARIO<br />

Dalla Parrocchiale di San Giacomo proseguire sulla Provinciale 183 in<br />

direzione sud, tralasciando sulla destra la diramazione per Mondovì. Superare<br />

la strettoia e imboccare poco dopo la strada asfaltata a destra (Via Sapel).<br />

Costeggiare alcune recenti abitazioni in pietra quindi, in prossimità<br />

di un pilone votivo, tenere la destra trascurando a sinistra l’itinerario<br />

del ritorno (Via dei Cannoni). Continuare sulla strada, ora sterrata, che entra<br />

nel bosco tra castagni, faggi e betulle, fino a raggiungere il caratteristico Bosco<br />

delle Fate; qui tenere la sinistra proseguendo sulla bella mulattiera che prende<br />

quota gradualmente mantenendosi sempre nel bosco e al successivo bivio<br />

trascurare l’itinerario di destra procedendo diritti. Oltrepassare le Sorgenti<br />

Groppignano e piegare verso sinistra fino a sfociare nel caratteristico pianoro<br />

delle Stalle Groppignano, nei pressi delle quali un’attenta cartellonistica<br />

sottolinea la valenza architettonica del tetto racchiuso. Superati i due edifici,<br />

mantenersi sul sentiero in salita seguendo le indicazioni per la Croce<br />

dei Cardini. Svoltare poco dopo a sinistra ad un bivio solo apparente e<br />

continuare sulla mulattiera che sale ora in direzione della Croce dei Cardini<br />

con pendenze continue e talvolta moderate. Raggiunta la Croce (0h 50’/1h 10’)<br />

incamminarsi sul primo tracciato che discende a sinistra, ignorando le altre<br />

diramazioni successive. Procedere sulla pista inerbita che consente una bella<br />

visuale sull’arco alpino aggirando la cima del Bric Colmé e trascurare dopo<br />

poche centinaia di metri una mulattiera sulla sinistra. Raggiunta la stazione<br />

di monte dello Skilift Sapel, lasciarsi sulla destra le ampie distese prative<br />

delle piste da sci e mantenere la sinistra, inoltrandosi poco dopo in uno stretto<br />

camminamento che si snoda tra frassini e pruni selvatici. Continuando<br />

sulla Via dei Cannoni, ridiscendere infine verso San Giacomo raggiungendo<br />

il pilone votivo intravisto all’andata e ritornando in breve sulla Provinciale.


Stella<br />

.<br />

3<br />

888<br />

820<br />

.<br />

.<br />

glio<br />

.<br />

Rifugio 1070<br />

.<br />

Maddalena<br />

gli<br />

lia<br />

742.<br />

.<br />

Curamelli<br />

se<br />

iano<br />

78<br />

1093<br />

Bottera<br />

Rio Stella<br />

Volpi<br />

1084<br />

ttanei<br />

823 Mirà<br />

Scarrone<br />

Case<br />

Avei<br />

1221<br />

.<br />

Rio Corso<br />

.<br />

895<br />

Bric<br />

Cannilo<br />

.<br />

1261<br />

Piali<br />

1225<br />

Case<br />

Calleri<br />

721<br />

.<br />

800<br />

909<br />

.<br />

.<br />

.<br />

868<br />

Case<br />

Pruche<br />

1043<br />

Pilone<br />

di San Bernardo<br />

Case<br />

Bertola<br />

858<br />

.<br />

1170<br />

925<br />

Case<br />

Chiappe<br />

San Giacomo .<br />

920<br />

1180 .<br />

.<br />

.<br />

1010<br />

1023<br />

951<br />

.<br />

.<br />

1017<br />

.<br />

1012<br />

. 1090<br />

Foresta<br />

1007.<br />

.<br />

.<br />

Croce<br />

dei<br />

Cardini<br />

.<br />

Case<br />

Dolci<br />

.<br />

.<br />

750 Carletto<br />

940 882<br />

968<br />

1120<br />

.<br />

992<br />

.<br />

. Bric<br />

Colme`<br />

. 1295<br />

1283<br />

1228<br />

Bric<br />

Miazzola<br />

. 1050<br />

Case<br />

Faggi<br />

.<br />

980<br />

1102<br />

1158<br />

I Cardini<br />

Rio Roburentello<br />

Sotti<br />

1103<br />

973<br />

.<br />

Case<br />

Inasi<br />

863<br />

Case<br />

Buie<br />

928<br />

Case<br />

Scianare<br />

966<br />

980.<br />

Furu<br />

Case<br />

Giacconi<br />

905<br />

Calleri<br />

908<br />

.<br />

980<br />

.<br />

950<br />

1019<br />

.<br />

Lorte<br />

Serra<br />

.<br />

.<br />

973<br />

1373<br />

1050<br />

Case<br />

822<br />

.<br />

1220 Durei<br />

1048 .<br />

Cerese<br />

.<br />

850 811<br />

1123<br />

1375<br />

. 1191<br />

997<br />

1330<br />

1360.<br />

.<br />

1520<br />

970<br />

.<br />

Case<br />

.<br />

Pianetta<br />

// 1 3 . Bric<br />

1258<br />

903<br />

→ LA RETE ESCURSIONISTICA<br />

1210<br />

dei Tie` L`Assunta<br />

877<br />

. 1350 1490<br />

ANELLO .<br />

1071<br />

DI PARPAIUN<br />

1070.<br />

Barberis<br />

1098<br />

DELLE .<br />

Le Arotte<br />

SORGENTI<br />

1283<br />

1598<br />

.<br />

A partire I Sotti dal 2009<br />

1188<br />

nel cosiddetto<br />

1603 Case<br />

Case<br />

Staglione<br />

Ferrere<br />

1610<br />

T<br />

comprensorio 1398<br />

834<br />

. .<br />

turistico di San Giacomo<br />

1264 Monte<br />

Case Case<br />

1018<br />

.<br />

.<br />

Berteri Ravotti<br />

di Roburent 1058<br />

1560<br />

Prà di<br />

(esteso tra i comuni Alpet<br />

1:45/2:00 h<br />

1208 1047<br />

di Roburent stesso, Pamparato Case e Montaldo<br />

Gore<br />

300 m<br />

.<br />

Mondovì, 793 Manera tra le dorsali delle<br />

940<br />

1230 Valli Casotto,<br />

Roccia<br />

Ponte<br />

Roburentello e Corsaglia) è attiva Pamparina<br />

Murato<br />

.<br />

S. Giacomo di Roburent .<br />

871<br />

1511<br />

1037<br />

l’Associazione . Culturale<br />

.<br />

974 . 930<br />

Case<br />

Parpaiun, artefice (1040 m)<br />

Vuzio 1090<br />

della fitta rete sentieristica . che<br />

Case<br />

oggi<br />

L’itinerario ha inizio<br />

1060<br />

Potitta<br />

952<br />

si sviluppa tra le asperità montuose<br />

1218<br />

ai margini dell’abitato<br />

di San Giacomo di Roburent,<br />

della zona. Più di cento chilometri che<br />

nei pressi di Via Sapel.<br />

sfiorano come un filo increspato d’alta<br />

Per comodità logistica,<br />

quota tutte le peculiarità naturalistiche,<br />

gli autoveicoli possono<br />

storiche e architettoniche del territorio.<br />

essere abbandonati<br />

Maggiori informazioni su percorsi e attività nei pressi della Parrocchiale.<br />

sul portale associativo www.parpaiun.org.<br />

952<br />

950<br />

Buzi<br />

Torrente Casotto<br />

→ In caso di piogge<br />

insistenti, possibili tratti<br />

fangosi e acquitrinosi nella<br />

prima parte del tracciato,<br />

tra il Bosco delle Fate e<br />

le Stalle Groppignano.<br />

1066<br />

.<br />

971<br />

Case<br />

Costa<br />

885<br />

Borgo<br />

Riviera<br />

790<br />

65<br />

1204<br />

997<br />

.<br />

C<br />

C<br />

819<br />

.<br />

Case<br />

Palacchi<br />

I Chinelli<br />

100<br />

C<br />

B<br />

So<br />

1366<br />

S<br />

←←← Scorcio delle Stalle<br />

Groppignano<br />

←← Un tratto boschivo<br />

dell’itinerario<br />

← Una panoramica radura<br />

prima di ridiscendere<br />

a San Giacomo di Roburent


66<br />

//14<br />

ANELLO<br />

VALCASOTTO<br />

– LE SURIE<br />

– VALCASOTTO


Ideale soprattutto in primavera<br />

o in autunno, l'itinerario consente<br />

un’immersione completa nella civiltà<br />

← La Chiesa di San Ludovico<br />

a Valcasotto<br />

↑ Scorcio nei pressi di Cascina<br />

La Grangia<br />

alpina di un tempo grazie a sterrate<br />

e a mulattiere che attraversano<br />

67<br />

straordinari castagneti da frutto,<br />

lambendo costruzioni e borgate<br />

ancora odoranti di storia e di vita<br />

e proiettando l'escursionista<br />

tra peculiarità naturalistiche,<br />

storiche e artistiche di pregio.<br />

Tra queste il Castello di Casotto e il mulino<br />

napoleonico di Valcasotto, perfettamente<br />

ristrutturato e oggi acme estetico dell’intera<br />

borgata. All’interno di quest’ultima (accanto<br />

ad una locanda recentemente ristrutturata)<br />

sorgono poi i locali di stagionatura dei<br />

formaggi d’alpeggio di Beppino Occelli, realtà<br />

produttiva conosciuta a livello internazionale.<br />

Accanto agli spazi riservati alle degustazioni<br />

guidate, anche un’aula didattica a servizio<br />

dell’Università di Scienze Gastronomiche<br />

di Pollenzo (Bra), nata nel 2004 con l’intento<br />

di favorire lo sviluppo di una nuova agricoltura<br />

sostenibile, capace di ragionare secondo<br />

un approccio interdisciplinare in grado<br />

di miscelare le scienze e le tecnologie<br />

alimentari con le scienze sociali, umane,<br />

biologiche e agrarie.<br />

→ LA LEGGENDA<br />

DI PAMPARATO<br />

Di indiscusso fascino è<br />

l’etimologia del toponimo<br />

Pamparato, nei confini<br />

del quale rientra<br />

la frazione di Valcasotto:<br />

secondo alcuni, infatti,<br />

il nome troverebbe<br />

riscontro in un’antica<br />

leggenda, secondo cui<br />

gli abitanti ormai<br />

allo strenuo per l’assedio<br />

dei Saraceni, inviarono<br />

al di fuori delle mura<br />

un cane con in bocca<br />

una pagnotta intrisa<br />

di vino, ad indicare<br />

un’assoluta abbondanza<br />

di viveri e sperando così<br />

di far desistere<br />

gli invasori. Questi ultimi,<br />

esclamando “Habent<br />

panem paratum!”<br />

(“Hanno il pane<br />

condito!”), si sarebbero<br />

a quel punto<br />

effettivamente ritirati,<br />

delusi e affranti.


68<br />

← Il viale di accesso al Castello<br />

di Casotto<br />

↑ Cappella di Sant'Anna<br />

e San Grato<br />

→ Il Castello di Casotto<br />

// ITINERARIO<br />

Incamminarsi sulla Provinciale 178 in direzione di Garessio fino ad incontrare,<br />

sulla destra ai margini dell’abitato, una deviazione asfaltata in discesa<br />

verso il cimitero. Nei pressi di quest’ultimo tenersi a sinistra, costeggiando<br />

la Cappella di San Rocco e proseguire sulla traccia che costeggia l’edificio<br />

in un bosco misto di frassini, faggi e castagni. Proseguire sull’itinerario<br />

pressoché pianeggiante facendo attenzione alla vegetazione folta e al fondo<br />

acquitrinoso. Costeggiare i ruderi della Cascina del Seccatoio e procedere<br />

sulla mulattiera, ora più evidente, che sale con pendenze esigue fino<br />

a raggiungere la Correria. Sfociati sull’ampio piazzale, trascurare la strada<br />

asfaltata a sinistra e quella sterrata in discesa sulla destra, imboccando<br />

invece la bella carrozzabile che conduce al Castello, esteticamente pregevole<br />

anche dall’esterno. Ritornati nei pressi della Correria, incamminarsi stavolta<br />

sulla rotabile asfaltata in salita che raggiunge la Provinciale e percorrere<br />

quest’ultima in discesa per qualche decina di metri, prima di imboccare<br />

la sterrata che sale sulla destra al termine della curva. Raggiungere Cascina<br />

La Grangia e continuare sulla carrareccia che prende quota con alcuni<br />

tornanti. Al secondo di questi mantenere la sinistra, ignorando a destra<br />

la strada per la Colla di Pian del Bal. Incrociata una carrozzabile che sale<br />

da Valcasotto, mantenere la destra verso le Surie trascurando, poco dopo,<br />

un sentiero in discesa sempre per Valcasotto. Raggiunta la borgata (punto<br />

acqua), ci si può spingere fino alla settecentesca Cappella di Sant’Anna e<br />

San Grato posta ai margini dell’abitato. Ritornare quindi sui propri passi<br />

trascurando ancora una volta il sentiero per Valcasotto e svoltare invece<br />

a destra lungo la strada sterrata in discesa. L’itinerario attraversa pregevoli<br />

castagneti da frutto, lambisce le Case Romagnoli e raggiunge infine la Chiesa<br />

di San Ludovico, costeggiando la quale ci si ritrova nuovamente nella piazzetta<br />

di Valcasotto.


1270<br />

Stalle<br />

del Nascio<br />

.<br />

Bric<br />

Castellano<br />

.<br />

Case<br />

Navonera<br />

1243<br />

1482<br />

1354<br />

Colla<br />

lla Navonera<br />

ette<br />

Frassanea<br />

.<br />

1011<br />

.<br />

1118<br />

1115<br />

Case<br />

Piano<br />

Briccazzo 948<br />

1092<br />

Punta .<br />

del Nascio<br />

962<br />

.<br />

Valcasotto<br />

1256<br />

. 928<br />

I<br />

Ghini<br />

1226<br />

Bric<br />

Tagliantino<br />

1180 . 1218<br />

Tagliante<br />

.<br />

Stalle<br />

Surlot<br />

1260<br />

Case<br />

Selvatici<br />

Rio Ciapperassa<br />

Rio Bura<br />

1167<br />

Rio di Moscardina<br />

952<br />

Case<br />

Dare`<br />

Case<br />

Palacchi<br />

I Chinelli<br />

1080<br />

1050<br />

Rio dei Frecci<br />

1225<br />

Case<br />

Nuova<br />

Surie<br />

1215<br />

.<br />

La Gatiera<br />

1000<br />

1072<br />

1298<br />

Colletto<br />

dei Sandri<br />

Case<br />

Galli<br />

Marcianti<br />

1423<br />

I Perrini<br />

1246<br />

1136<br />

Correira<br />

1413<br />

.<br />

Bric<br />

dei Sandri<br />

1515<br />

.<br />

Il Baraccone<br />

1464<br />

Cascina<br />

delle Gombe<br />

1195<br />

1060<br />

Torrente Casotto<br />

1128<br />

.<br />

Castello<br />

. Reale<br />

1089 di Casotto<br />

Cascina<br />

Mindino<br />

1330<br />

Costa Vatè<br />

.<br />

1174<br />

.<br />

1539<br />

.<br />

1549<br />

C<br />

Pian<br />

Bric<br />

Nei<br />

.<br />

1670<br />

.<br />

1518<br />

17<br />

Rio della Go<br />

1108<br />

1<br />

Rocca<br />

1350 .<br />

dei Balbi<br />

Bric<br />

.<br />

dei Sapetti<br />

1398<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Rocc<br />

1410 1058<br />

1379<br />

Ponte<br />

1520<br />

. Case<br />

.<br />

. Rasc<br />

1352<br />

Balbi della Marmorea<br />

1200<br />

.<br />

1312<br />

1123<br />

1128<br />

.<br />

. 1313<br />

. 1478<br />

1325<br />

.<br />

Rocca<br />

. 1447<br />

del Lupo // 1 4<br />

→ IL CASTELLO 1278 DI CASOTTO . .<br />

1351<br />

Case<br />

1368<br />

.<br />

ANELLO<br />

1329<br />

1347<br />

Ninade<br />

.<br />

1563<br />

1430<br />

.<br />

1270<br />

Fondato .<br />

. .<br />

1395in prima battuta come monastero VALCASOTTO<br />

Punta<br />

1298<br />

C<br />

1445<br />

. .<br />

1390<br />

certosino nel 1172, flagellato più volte della Sapea – LE SURIE<br />

1379 C<br />

. . 1390<br />

1338<br />

1652<br />

. 1413<br />

dai predoni e danneggiato a più riprese<br />

– VALCASOTTO .<br />

.<br />

.<br />

1414 Bric dei 1357<br />

da incendi dolosi, l’edificio venne privato<br />

1670<br />

T<br />

. Giassetti<br />

1442.<br />

1430<br />

.<br />

di ogni bene tra 1802 e 1803, prima<br />

1725 .<br />

Gias<br />

di essere acquistato da Carlo Alberto<br />

2:00/2:30 del Roccassone h<br />

. Bric del<br />

1542<br />

1642.<br />

1528 Praietto<br />

nel 1837. Il Castello di Casotto<br />

Bric di<br />

Mezzodì 290 1663<br />

.1430<br />

.<br />

. m<br />

. .<br />

1558<br />

134<br />

nella sua forma attuale divenne quindi 1932 Monte<br />

.<br />

1678<br />

1581 . Mussiglione<br />

una sfarzosa residenza reale di caccia e<br />

Valcasotto (966 m) . 1789<br />

1448<br />

.<br />

.<br />

1943<br />

1730 1600<br />

Monte .<br />

una dimora estiva di Casa Savoia fino Cima 1846<br />

.<br />

Berlino<br />

.<br />

.<br />

PraiettoRaggiungere l’abitato<br />

al 1881, 1782 quando 1630 fu ceduto ai privati.<br />

1752<br />

. di Valcasotto da<br />

.<br />

1926<br />

.1662<br />

Recentemente l’intero stabile è stato infine<br />

Alpe di Frere<br />

acquistato dalla Regione Piemonte che ha<br />

avviato profondi lavori di restauro ad oggi<br />

non ancora terminati.<br />

Irroi<br />

Pamparato o da Garessio<br />

e abbandonare i veicoli<br />

nella piazzetta centrale,<br />

sfruttando nel caso il recente<br />

parcheggio costruito<br />

a beneficio della borgata.<br />

o<br />

69<br />

I Mojazz<br />

La Bandita<br />

→ Ad inizio stagione<br />

il transito nella prima parte<br />

del percorso (da San Rocco<br />

alla Correria) può presentarsi<br />

un poco insidioso per via<br />

del fondo acquitrinoso<br />

e della vegetazione folta.<br />

Prudenza soprattutto<br />

nei pressi della Cascina<br />

del Seccatoio, dove le tracce<br />

divengono meno evidenti.


70<br />

//15<br />

ANELLO<br />

DELLE VENE<br />

DEL TANARO


← Il Rifugio Mongioie<br />

↑ Veduta da Pian Rosso<br />

Caratteristico e facile percorso ad<br />

71<br />

anello particolarmente consigliato<br />

in tarda primavera o all’inizio<br />

dell’autunno.<br />

Il colpo d’occhio sul versante meridionale<br />

del Mongioie, il Sentiero Natura Ignazio<br />

Abbo che si snoda tra larici, pini, prati e<br />

pascoli e l’affascinante ponte sospeso<br />

installato nei pressi delle Vene del Tanaro,<br />

sono solamente alcuni degli elementi unici<br />

che contraddistinguono l’intero tracciato,<br />

inserito in uno degli angoli più suggestivi<br />

dell’intera Valle Tanaro e posto ai margini<br />

sudorientali dell’ex Parco Naturale del<br />

Marguareis, oggi amministrato dall’Ente<br />

di gestione delle Aree Protette delle <strong>Alpi</strong><br />

<strong>Marittime</strong>. Merita infine di essere qui<br />

ricordato che proprio nei pressi delle Vene<br />

del Tanaro e della contigua Grotta delle<br />

Fuse (raggiungibile in circa 0h 15’ su sentiero<br />

riservato ad Escursionisti Esperti),<br />

si trova la risorgiva dell’intero sistema<br />

carsico del Mongoioie, noto tra le altre cose<br />

per la celerità dei suoi drenaggi: la portata<br />

complessiva delle suddette sorgenti, infatti,<br />

può incrementarsi anche durante<br />

un semplice temporale estivo, passando<br />

in poco più di un'ora da 40litri/secondo<br />

a ben 5000litri/secondo.<br />

→ IL GIRO<br />

DEL MARGUAREIS<br />

Il Rifugio Mongioie rientra<br />

nel celebre itinerario<br />

escursionistico<br />

del Giro del Marguareis,<br />

un percorso ad anello<br />

lungo 53 km e<br />

dal dislivello complessivo<br />

di circa 3600 m (in salita)<br />

che si snoda tra<br />

le pendici carsiche<br />

del più importante<br />

massiccio delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>,<br />

toccando le Valli Tanaro,<br />

Pesio ed Ellero.<br />

Cinque differenti tappe<br />

per altrettanti giorni<br />

di cammino pernottando<br />

nelle principali strutture<br />

ricettive d’alta quota<br />

presenti in loco: Rifugio<br />

Mongioie come detto,<br />

Rifugio Don Barbera,<br />

Rifugio Pian delle Gorre,<br />

Rifugio Garelli e Rifugio<br />

Mondovì.


72<br />

// ITINERARIO<br />

Incamminarsi sul vicolo in cemento che si stacca a fianco della Chiesa,<br />

mantenere la destra poco dopo e procedere sull’ampia mulattiera inerbita<br />

che prende quota con pendenze talvolta moderate. Guadare un ruscello<br />

e raggiungere in seguito un piccolo ripiano verdeggiante (punto acqua).<br />

Dopo pochi tornanti in prossimità dell’ampio Pian Rosso, svoltare a sinistra<br />

raggiungendo dapprima un abbeveratoio e successivamente il Rifugio<br />

Mongioie (0h 45’/1h 00’ dalla partenza). Superare l’edificio e proseguire<br />

in direzione ovest seguendo le indicazioni per le Vene del Tanaro, mantenendo<br />

dapprima la sinistra lungo una sterrata in discesa, quindi la destra<br />

imboccando un agevole sentiero. Attraversare il bosco misto di larici e pini fino<br />

a raggiungere un bivio. Qui svoltare a destra in salita in direzione della Colla<br />

di Carnino, tralasciando l’itinerario di sinistra utilizzato per il ritorno. Superato<br />

un impluvio, continuare sul percorso dal fondo più pietroso e raggiungere<br />

così le caratteristiche Vene del Tanaro. Attraversare lo spettacolare ponte<br />

sospeso, quindi tenersi a destra dopo pochi metri, percorrendo in senso<br />

opposto l’itinerario che sovrasta il ponte stesso. Ritornati sul tracciato<br />

dell’andata, continuare in discesa sul sentiero ormai familiare e raggiungere<br />

in breve il bivio già scorto in precedenza, mantenendo la destra, in discesa,<br />

verso Viozene. Trascurare poco dopo una diramazione verso Pianche e<br />

tenere la sinistra verso Viozene – Montenegro. Raggiunte alcune case private,<br />

continuare sull’itinerario (dapprima sterrato poi in cemento) che perde quota<br />

gradualmente piegando verso oriente, per poi abbandonarlo in prossimità<br />

di un tornante a destra, imboccando un sentiero sulla sinistra (indicazioni<br />

su pali di legno). Superare una croce di ferro e un paio di impluvi prima<br />

di imbattersi nuovamente su una strada asfaltata e cementata. Qui mantenere<br />

la destra in discesa e ritornare in breve sulla Provinciale che attraversa<br />

Viozene.


eia<br />

arnino<br />

feriore<br />

761<br />

1359<br />

1270<br />

Rocca<br />

delle<br />

Donzelle<br />

.<br />

1516<br />

.<br />

1586<br />

1931<br />

.<br />

. Il<br />

Castellazzo<br />

.<br />

1216<br />

Ponte<br />

Tibetano<br />

1.<br />

1536<br />

1944<br />

1654<br />

.<br />

Garbo<br />

del Manco<br />

.<br />

1767<br />

1583 Grotta<br />

delle Vene<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

. 1547<br />

1280 .<br />

1416 Montenegro<br />

.<br />

Piumini<br />

Pianche<br />

Viozene<br />

1353 Mussi .<br />

.<br />

1230<br />

.<br />

1281 .<br />

1556<br />

Rocca di<br />

a delle→ IL SENTIERO Piano Cavallo NATURA Cima di<br />

scette<br />

1240<br />

Piano Cavallo<br />

Füsa<br />

Cima<br />

.<br />

. Gran parte dell’itinerario Cantalupo qui 1906proposto<br />

.<br />

1262<br />

1896<br />

rientra nel cosiddetto . “Sentiero Natura<br />

1893<br />

Carnino-Viozene”, promosso dall’ex Parco<br />

1606<br />

Naturale del Marguareis e ricavato lungo<br />

il camminamento Piniella<br />

1549<br />

Colla che un tempo univa<br />

Soprana<br />

Bassa<br />

l’abitato 1608 di Viozene<br />

1393<br />

. con quello di Carnino Bric<br />

Bric<br />

dell' Ase<br />

Inferiore. Ricco dei Posi di pannelli<br />

Piniella<br />

informativi Morga di che .<br />

Sottana<br />

1678<br />

.<br />

Baccialone<br />

1281<br />

1433<br />

illustrano 1312<br />

. la Poggio flora, la fauna e i fenomeni<br />

Agnelli<br />

Morga<br />

1656<br />

. carsici tipici . di questi luoghi, il tracciato del Pova<br />

1606<br />

1511 presenta Ciai un dislivello modesto (420 m<br />

Veggi<br />

Le circa) e un tempo di percorrenza medio<br />

Salse<br />

1351<br />

(2:45/3:15 h), raggiungendo . il suo acme<br />

altitudinale alla Colla<br />

1532di Carnino (1597 m<br />

di quota, 0h 30’ circa dalle Vene).<br />

e<br />

Vallone delle Saline<br />

so<br />

garè<br />

umbassa<br />

gro<br />

Zorz<br />

Rio Pian Cavallo<br />

1594<br />

Colla<br />

di Carnino<br />

Rio Brigobello<br />

Pian di Selle<br />

Rocche del Manco<br />

1420<br />

.<br />

1382<br />

Valle<br />

Passo<br />

del Cavallo<br />

2238<br />

della<br />

Fuse<br />

1311<br />

Piano Cavallo<br />

Boschetti Garzo<br />

Arpetta<br />

1674<br />

I Garbi<br />

Rio della Piniella<br />

Maddalena<br />

Gola de<br />

1817<br />

1704<br />

1550<br />

Rifugio<br />

Mongioie<br />

1484<br />

1357<br />

1268 Talea<br />

1154<br />

Tetti di<br />

Piano Rossetto<br />

Muri<br />

.<br />

1134<br />

Bric del<br />

Pagano<br />

Martinelle<br />

.<br />

.<br />

// 1 5<br />

ANELLO<br />

DELLE Monte VENE<br />

Cimone<br />

DEL TANAROGarbo<br />

. del Cimone<br />

1832<br />

T/E<br />

.<br />

Alpe di Cosio<br />

1488<br />

1187<br />

1670<br />

1274<br />

Torrente Regioso<br />

1040<br />

La Fascia<br />

1554<br />

3:00/3:30 . h<br />

Va<br />

Valle<br />

1265<br />

.<br />

1442<br />

Case<br />

Cappon<br />

Bausi<br />

1771<br />

1318<br />

Toria<br />

C. Bruciata<br />

1209<br />

1108<br />

Cuchera<br />

1488<br />

380 m<br />

Dova<br />

Sottana<br />

Viozene 1334 (1242<br />

1300<br />

m)<br />

Dova<br />

1191<br />

Soprana<br />

Case<br />

Raggiunta<br />

Sanla frazione<br />

1350 Entravalle<br />

di Viozene Bernardo<br />

Case di per mezzo<br />

1114<br />

della Sotto Crosa Provinciale 154, Case<br />

dell'Isola<br />

988<br />

Trucco delle Fa<br />

1497<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Case 1342<br />

Bausun<br />

Case<br />

Frasse<br />

1080<br />

1777<br />

Piano del Pino<br />

Rio Re Bianco<br />

Costa Ciccion<br />

Torrente Negrone<br />

abbandonare i veicoli<br />

nei pressi della Parrocchiale<br />

o nell’ampio piazzale posto<br />

poco più avanti in prossimità<br />

del cimitero.<br />

73<br />

Cima de<br />

1162<br />

Alma<br />

B<br />

.<br />

962<br />

→ La percorribilità o meno<br />

del ponte sospeso è figlia<br />

evidentemente degli eventi<br />

meteorologici: valanghe<br />

o piogge intense possono<br />

infatti minarne la stabilità.<br />

←← Scorcio autunnale salendo<br />

al Rifugio Mongioie<br />

← Il caratteristico ponte<br />

sospeso sulle Vene del Tanaro


74<br />

//16<br />

CHIONEA<br />

– CHIORAIRA


Il presente itinerario altro non è<br />

che un breve tratto della ben più<br />

celebre Balconata di Ormea,<br />

← Un tratto dell’itinerario<br />

↑ Castagno secolare nei pressi<br />

di Porcirette Sottane<br />

una delle proposte escursionistiche<br />

più frequentate e conosciute<br />

75<br />

dell’intera Valle Tanaro.<br />

Estesa per circa 40 km, infatti,<br />

la Balconata unisce le due frazioni<br />

geograficamente più distanti<br />

del comune di Ormea, Eca (ad est)<br />

e Viozene ad ovest.<br />

Le quote comprese fra gli 850 e i 1500 m,<br />

i dislivelli abbordabili, le tappe personalizzabili,<br />

la confortante presenza tra gli altri del Rifugio<br />

di Chionea e le salite mai estreme, rendono<br />

l’intero percorso adatto a tutti gli escursionisti<br />

e particolarmente indicato nei mesi primaverili<br />

e autunnali. Numerose ed eterogenee, inoltre,<br />

le peculiarità che si possono incontrare lungo<br />

il cammino: borgate abbandonate, eroici<br />

avamposti montanari abitati tutto l’anno,<br />

castagni secolari, edicole votive, pascoli alpini<br />

e laghi nascosti. Un tuffo caleidoscopico<br />

nella montagna più autentica, insomma, reso<br />

possibile dall’intuizione della Sezione di Ormea<br />

del CAI, che per prima ha voluto riprendere e<br />

promuovere il tracciato, che unisce oggi nove<br />

frazioni e ventotto borgate, per una distanza<br />

complessiva da distribuire ipoteticamente<br />

in cinque differenti tappe.<br />

→ LE TAPPE<br />

DELLA BALCONATA<br />

DI ORMEA<br />

Come si è già avuto modo<br />

di ricordare, il percorso<br />

della Balconata di Ormea<br />

può essere suddiviso<br />

in cinque differenti tappe:<br />

da San Giacomo di Eca<br />

a Villaro (1:45/2:00 h),<br />

da Villaro a Chionea<br />

(2:35/3:00 h), da Chionea<br />

agli Aimoni (parzialmente<br />

descritta nel presente<br />

itinerario nel tratto<br />

Chionea – Chioraira;<br />

1:30/1:45 h nel complesso),<br />

dagli Aimoni a Quarzina<br />

(2:20 h circa di cammino<br />

complessivo) o<br />

da Chionea direttamente<br />

a Quarzina attraverso<br />

La Colma (2:30/3:00 h)<br />

e infine da Quarzina<br />

a Viozene per la tappa<br />

conclusiva e più faticosa<br />

(3:15/3:45 h).


76<br />

// ITINERARIO<br />

Imboccare la stradina asfaltata che si stacca a sinistra della Chiesa<br />

di Santa Maria Assunta, transitando in breve davanti al caratteristico Museo<br />

dei Ricordi. Usciti dal centro abitato, continuare sull’itinerario ora sterrato<br />

mantenendo la destra ad una prima diramazione e seguendo le apposite<br />

indicazioni per la Balconata di Ormea. Proseguire quindi sulla bella<br />

mulattiera che con pendenze pressoché nulle entra in uno storico castagneto<br />

e lambisce alberi plurisecolari, consentendo altresì un bel colpo d’occhio<br />

su splendidi terrazzamenti e muretti a secco. Raggiungere così Porcirette<br />

Sottane e continuare diritti seguendo le tacche bianche e rosse, tralasciando<br />

le indicazioni per Porcirette Soprane e ignorando una rotabile a sinistra<br />

che scende verso il centro della piccola borgata. Procedere sull’itinerario<br />

pressoché pianeggiante e ombroso fino a Case Rian, ai margini delle quali<br />

(a destra) sorge la vecchia parrocchiale, dalla facciata spoglia e biancastra.<br />

Mantenere la sinistra in leggera discesa costeggiando alcune abitazioni,<br />

prima di continuare sulla mulattiera che perde ora quota con pendenze<br />

temporaneamente moderate fino al Rio Chiapino. Superare il corso d’acqua<br />

per mezzo dello storico ponte in pietra e della recente passerella lignea<br />

installata dopo l’alluvione del novembre 2016, quindi procedere sull’itinerario<br />

parzialmente lastricato che risale il crinale con alcuni tornanti. Sfociare<br />

su una nuova mulattiera inerbita (mantenendo la destra in leggera salita o<br />

continuando diritti, visto che i due itinerari si ricongiungono comunque<br />

in breve) e seguirla fino ai margini di Chioraira. Qui, ritrovato l’asfalto, svoltare<br />

a sinistra in discesa ed entrare in paese (0h 40’ – 0h 50’), all’interno del quale<br />

sorgono diverse fontane. Per chi volesse allungare il cammino, è possibile<br />

raggiungere la soleggiata borgata La Colletta e da qui la frazione Aimoni<br />

(1h 00’ da Chioraira). Per il ritorno seguire evidentemente il medesimo percorso.


io Archetti<br />

Costone Moradulnu<br />

Ciapera<br />

La Pizza<br />

Rocche dei Butti<br />

Rivarini<br />

Collarea<br />

Rio Moglia<br />

Rinchiorea<br />

Abbi<br />

1045<br />

Pinale<br />

Rio Cantarana<br />

Fiume Tanaro<br />

Baulè<br />

.<br />

Caranche<br />

1119<br />

. .<br />

1633 .<br />

Villar<br />

973<br />

933<br />

Case<br />

962<br />

1568<br />

.<br />

.<br />

1531<br />

1180<br />

910 Airola<br />

. .<br />

.<br />

910 C<br />

.<br />

1366<br />

.<br />

. 960<br />

le P<br />

Case .<br />

Colla<br />

.<br />

.<br />

1223 1066<br />

Pronzai<br />

Case<br />

72<br />

Tetti<br />

858 Teco<br />

.<br />

1287<br />

Chionea<br />

.<br />

Soprani<br />

Case Ortai<br />

1215 .<br />

Chionea<br />

.<br />

1094<br />

1154<br />

702<br />

Case<br />

787<br />

834.<br />

.<br />

Riano<br />

Poggio<br />

Porcirette<br />

.<br />

.<br />

1191<br />

sottane<br />

1102<br />

Stalle<br />

.<br />

La Madonnina<br />

La Costa Rizzì<br />

741<br />

Colletto<br />

.<br />

936<br />

.<br />

924.<br />

.<br />

. .<br />

909.<br />

1312<br />

Chioraira<br />

901<br />

961<br />

1186<br />

Molino<br />

Ponte dei<br />

1097<br />

del Fossato<br />

Sospiri<br />

.<br />

Coturin<br />

. . . Colletta<br />

977<br />

.<br />

. 808 Ormea<br />

1261<br />

1060<br />

1052<br />

864<br />

863<br />

735.<br />

.<br />

.<br />

o . 1562<br />

922<br />

Case<br />

.<br />

.<br />

1<br />

. .<br />

750<br />

Fasce<br />

1481<br />

949<br />

823<br />

.<br />

1005<br />

San<br />

784<br />

Bossieta<br />

1364 .<br />

Vespi<br />

866<br />

1095<br />

Giovanni<br />

946<br />

Battista<br />

.<br />

.<br />

.<br />

Campo<br />

1217<br />

849<br />

. .<br />

Comune 970<br />

gio<br />

.<br />

1523<br />

1577<br />

.<br />

752<br />

998<br />

acchi<br />

.<br />

.<br />

Calcagnea<br />

1537<br />

1035 878<br />

// 1 6<br />

. → IL MUSEO .<br />

.<br />

PoggioDEI RICORDI Aimoni<br />

1023 1237<br />

la Colma<br />

CHIONEA<br />

1449.<br />

Nel cuore di Chionea sorge l’affascinante<br />

.<br />

Bossi<br />

1366 Rocca<br />

– CHIORAIRA<br />

1141<br />

Castel<br />

958 <strong>Alpi</strong>sella<br />

Museo dei Ricordi, . dedicato alla civiltà<br />

769<br />

Paiano<br />

1028 .<br />

<strong>Alpi</strong><br />

.<br />

1344<br />

.<br />

T<br />

1128<br />

.<br />

Brignacchi<br />

. . . 1093 Sop<br />

6 alpina di un tempo. Custode degli usi,<br />

1169<br />

1152<br />

973<br />

974<br />

dei costumi e dei tanti attrezzi utilizzati<br />

0:40/0:50 h<br />

Sen<br />

Ailan dai contadini<br />

. . locali dei secoli scorsi,<br />

1:20/1:40 h ▶ a/r<br />

1140<br />

975 .<br />

.1089<br />

1266<br />

1097<br />

il contenitore museale si è recentemente Cantarana<br />

.<br />

Bavi<br />

Fontana<br />

100 m<br />

1<br />

783<br />

Fraja<br />

Balma del<br />

arricchito Case della Valmarenca . cosiddetta Scuola<br />

Messere<br />

Figalli<br />

933<br />

Prale<br />

822<br />

1336<br />

de<br />

dei Ricordi, Grotta dell'Orso<br />

.<br />

1148<br />

817 una fedele . riproposizione<br />

Chionea (1110 m)<br />

790 .<br />

.<br />

1111<br />

. 952<br />

941<br />

1<br />

dell’ambiente .<br />

Ponte scolastico del 1920.<br />

939 Dal centro Merlini di Ormea (Piazza<br />

.<br />

1113<br />

.<br />

Case<br />

di Nava 1013 Rocca<br />

.<br />

.<br />

Case<br />

I vecchi banchi<br />

Pizzo<br />

Slanciata<br />

in legno si affiancano 1096 829<br />

1017 della Libertà)<br />

Soprane<br />

raggiungere Baratti 1328. 14<br />

nina<br />

.<br />

Rocca<br />

1005<br />

1025<br />

. così agli antichi mobili, Ferraira per un viaggio<br />

la frazione di Chionea<br />

1140<br />

. .<br />

.<br />

. .<br />

1401<br />

1203<br />

1439<br />

1212 imperdibile 1058 nella 1271 storia e nel passato.<br />

per mezzo di una stretta<br />

. 877<br />

1113<br />

.<br />

847. .<br />

1301 Case<br />

1038 .<br />

Per informazioni . strada asfaltata e<br />

Cava e visite:<br />

Rocca<br />

. 1143<br />

1247<br />

abbandonare i veicoli nei .<br />

info@museo-chionea.com<br />

pressi della Parrocchiale<br />

telefono +33 680 869896 (n° francese).<br />

(posti disponibili limitati).<br />

SS28<br />

Rocche<br />

Scapitte<br />

Langa<br />

Albareto<br />

Rocche Balcatte<br />

Isola Scura<br />

Cascine<br />

Rio Bossi<br />

.<br />

Rio Bossieta<br />

Rio di Prale<br />

1242<br />

Costa di Prale<br />

Elzo<br />

Lunghi<br />

Gorreto<br />

Ciazzo<br />

Vallette<br />

. 1070<br />

77<br />

Campo Comune<br />

Fasc<br />

Rio Boss<br />

←← Veduta di Chionea<br />

da Chioraira<br />

← Ponte sul Rio Chiapino<br />

↑ Museo dei ricordi


78<br />

//17<br />

ANELLO<br />

DI PIAN<br />

DELL’ARMA


Escursione parzialmente ad anello<br />

← Vista autunnale sulla Valle<br />

Pennavaire<br />

↑ La suggestiva Cappella<br />

di Madonna Guarneri<br />

nella selvaggia Valle Pennavaire,<br />

lungo antiche mulattiere segnate<br />

79<br />

da terrazzamenti e muri a secco<br />

(un unico tratto asfaltato e metà<br />

percorso) e arricchite da diverse<br />

peculiarità artistiche o naturalistiche.<br />

Tra queste la meravigliosa Cappella<br />

di Madonna Guarneri (risalente al XIII secolo<br />

e posta lungo il vecchio collegamento che<br />

metteva in relazione il comune di Caprauna<br />

con i suoi pascoli più elevati) per visitare<br />

la quale è possibile rivolgersi al vicino Rifugio<br />

di Pian dell’Arma e le caratteristiche falesie<br />

dell’Arma, che si aprono invece sul versante<br />

meridionale del massiccio Armetta-Dubasso<br />

e che rappresentano un vero e proprio<br />

paradiso per gli amanti dell’arrampicata.<br />

La presenza lungo la tratta dell’accogliente<br />

Rifugio di Pian dell’Arma (punto ristoro e<br />

punto acqua), agevola inoltre la percorribilità<br />

dell’itinerario. Gli escursionisti più allenati,<br />

infine, possono parimenti cimentarsi<br />

con la salita al Monte Armetta (1739 m<br />

di quota), acme altitudinale delle cosiddette<br />

Prealpi <strong>Liguri</strong> e vetta panoramica da cui si può<br />

godere di un bel colpo d’occhio sulla città<br />

di Ormea, sull’omonimo Pizzo e su buona parte<br />

delle asperità delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>.<br />

→ LA RAPA<br />

DI CAPRAUNA<br />

Celebre ortaggio<br />

a prevalente consumo<br />

invernale, la Rapa<br />

di Caprauna (Brassica<br />

rapa subsp. rapa)<br />

si contraddistingue<br />

per il suo sapore<br />

mediamente dolce,<br />

evidente soprattutto<br />

negli esemplari<br />

dalla colorazione gialla<br />

più intensa. Tutelata da<br />

alcuni anni dall’omonimo<br />

Presidio Slow Food,<br />

la sua produzione<br />

continua ad essere<br />

quantitativamente esigua<br />

e limitata ai territori<br />

comunali di Alto e<br />

di Caprauna.<br />

Di particolare interesse<br />

culturale, poi,<br />

la fisionomia di alcune<br />

coltivazioni, che sfruttano<br />

ancora i terrazzamenti<br />

retti da muri a secco<br />

realizzati nei secoli scorsi.


80<br />

// ITINERARIO<br />

Incamminarsi sulla stradina lastricata che si stacca sotto ad un portico,<br />

a fianco della Confraternita di S. Antonino. Continuare sull’itinerario<br />

gradinato, raggiungere i vecchi lavatoi e svoltare a sinistra (ancora su scalini),<br />

lasciandosi sulla destra la graziosa Cappella di S. Bernardo. Raggiunta<br />

la SP 216, attraversarla e imboccare la ripida mulattiera che ha inizio pochi<br />

metri avanti. Ai margini di borgata Ruora, superare un impluvio quindi tenere<br />

la destra, in forte salita, dapprima su sentiero, quindi su strada cementata.<br />

In uscita dal nucleo abitato, poi, girare a sinistra lungo un bel camminamento<br />

che taglia il versante in direzione ovest. Dopo un tratto nel bosco misto,<br />

incrociare nuovamente la Provinciale percorrendo qualche metro in salita<br />

verso destra, prima di imboccare una deviazione a sinistra che lambisce<br />

un altare votivo. Sfociati per l’ennesima volta sulla strada asfaltata, seguirla<br />

per pochi metri questa volta verso sinistra e continuare in seguito sul sentiero<br />

che si stacca a destra in salita (cartellonistica), fino a raggiungere la strada<br />

sterrata diretta al Colle S. Bartolomeo. Attraversarla semplicemente anche<br />

in questo caso e continuare sulla traccia che termina poco dopo su una nuova<br />

carrareccia. Girare a questo punto a destra e raggiungere in breve il Rifugio<br />

Pian dell’Arma (1h 15’ – 1h 30’). Contornato il piccolo parco giochi, proseguire<br />

sulla mulattiera diretta alla Colla Bassa e, in prossimità di un bivio, svoltare<br />

a destra in discesa, incrociando nuovamente dopo circa 10’ la sterrata diretta<br />

al Colle S. Bartolomeo. Percorrerla verso sinistra per qualche centinaio<br />

di metri, prima di tenere la destra, in discesa, verso Madonna Guarneri.<br />

Da qui continuare sulla traccia poco visibile che discende a destra fino ad<br />

incontrare la strada asfaltata. Percorrerla verso destra in leggera salita<br />

per circa 350 metri e ritrovare così il tragitto dell’andata, imboccando a sinistra<br />

la mulattiera già percorsa che discende verso Caprauna.


o<br />

nea<br />

1515<br />

. .<br />

1023 1237<br />

Bossi<br />

.<br />

1141<br />

1648<br />

58 <strong>Alpi</strong>sella<br />

<strong>Alpi</strong>sella<br />

.<br />

. . 1093 Soprana<br />

1188 Colla<br />

973<br />

Bassa<br />

1570<br />

1421 .<br />

1614<br />

1148<br />

ase<br />

ratti<br />

52<br />

1203<br />

1336<br />

Fontana<br />

Fraja<br />

1328.<br />

. 1439 .<br />

.<br />

Monte<br />

della Guardia<br />

.<br />

.<br />

1247<br />

. .<br />

. 1246<br />

1303<br />

1621<br />

1484<br />

1420<br />

1658<br />

.<br />

Rifugio Pian<br />

dell'Arma<br />

.<br />

1462<br />

.<br />

1101<br />

.<br />

.<br />

1251<br />

Rocca delle Penne<br />

. o Pennone<br />

→ IL MUSEO ETNOGRAFICO<br />

1503 Rocca<br />

.<br />

. Tramontina 1476<br />

Rocca<br />

.<br />

.<br />

Inaugurato . Aquilanel 2000 1357 nei locali<br />

1483<br />

Case di della .973 1128 ex scuola elementare 1371 e posto a fianco<br />

Marise<br />

1320<br />

del municipio, il sito museale custodisce<br />

.1018<br />

872<br />

tre differenti sezioni: una naturalistica<br />

. 969<br />

con documenti storici e fotografici<br />

1241<br />

.<br />

1108<br />

.<br />

sulle grotte, .<br />

. sulla flora e sulla fauna<br />

900<br />

della zona, 798.<br />

una etnografica con abiti<br />

1047<br />

Rocca<br />

. 1133<br />

.<br />

Armo e oggetti della tradizione contadina<br />

Guardiale<br />

di un tempo e una storica Casa 882<br />

. contenente<br />

dei Campi<br />

Tetto<br />

riproduzioni 820<br />

. e calchi Bandiadi reperti dell'età 1027 del Frate<br />

806<br />

.<br />

. 666<br />

910<br />

. .<br />

978<br />

del Ferro, del Bronzo e dell'epoca romana<br />

provenienti dall’intera Valle Pennavaire.<br />

Per maggiori informazioni sui giorni e<br />

gli orari di apertura: comune di Caprauna,<br />

(+39) 0174 391812.<br />

949<br />

78<br />

822<br />

Ravin<br />

Conioli<br />

Campo<br />

Passo<br />

di Prale<br />

Rio Bossi<br />

Piano dei Prati<br />

Riane<br />

Ciazza<br />

Vallon<br />

Cuni<br />

.<br />

1555<br />

1397<br />

Cà<br />

.<br />

du Lu<br />

Case 1286<br />

dell'Arma<br />

1339<br />

1141<br />

1382<br />

Colle di<br />

Caprauna<br />

Costa dei Prati<br />

1295<br />

Camporosso<br />

Campi Rossi<br />

.<br />

1255<br />

1077<br />

.<br />

Laboraira<br />

1521<br />

1511<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

1470<br />

.<br />

1139<br />

1067<br />

Santuario<br />

dell'Assunta<br />

.<br />

1492<br />

920<br />

Penne<br />

Chiappe<br />

Bandita<br />

1310<br />

.<br />

Cian del Ciappe<br />

.<br />

.<br />

1599<br />

Passo<br />

dei Sii<br />

. 1152<br />

.<br />

1264<br />

Madonna<br />

Guarneri<br />

1157<br />

Ruora<br />

1042<br />

Caprauna<br />

Merizzi<br />

.<br />

.<br />

.<br />

1389<br />

Case<br />

Porcile<br />

975<br />

986<br />

Chiazzuola 903<br />

Rio Pennavaira<br />

1190<br />

1048<br />

1115<br />

1484<br />

.<br />

928<br />

.<br />

1544<br />

.<br />

Poggio<br />

Valle Pennavaira<br />

Brutto<br />

1491<br />

Monte<br />

Pesauto<br />

Case<br />

dei Fan<br />

1311 // 1 7<br />

.<br />

ANELLO DI PIAN<br />

Monte<br />

Bello DELL’ARMA<br />

.<br />

835<br />

T/E<br />

Pezza dei Quaranta<br />

Armassi<br />

Sellette<br />

Bandia<br />

.<br />

.<br />

1321<br />

848<br />

Ponte<br />

Romano<br />

Mondino<br />

1035<br />

2:45/3:15 h<br />

Faelli<br />

Santissimi<br />

Cosma<br />

e Damiano<br />

1446 1502<br />

1468<br />

Colletta<br />

Pian Desebe<br />

1409<br />

.<br />

1085<br />

Ferraia<br />

1367<br />

877<br />

1. 403 .<br />

435 m<br />

1160<br />

.<br />

. 1060<br />

Comune di Caprauna (940 m)<br />

.<br />

.<br />

1142 978<br />

.<br />

Raggiungere Monte<br />

Cucco 1053<br />

il comune<br />

di Caprauna e lasciare<br />

844.<br />

Tetti Ciapai<br />

i veicoli . in Piazza<br />

di<br />

990<br />

Sant’Antonino, Panigazze dalla quale ha<br />

inizio il sentiero qui descritto.<br />

Cian Boniverti<br />

Fenin<br />

.<br />

.<br />

1350<br />

Case<br />

Sei<br />

.<br />

853<br />

.<br />

.<br />

1209<br />

.1115<br />

1371<br />

.<br />

1272<br />

Dente di<br />

Caprauna<br />

.<br />

866 637<br />

1089<br />

→ L'anello è eventualmente<br />

fruibile anche in inverno<br />

con le ciaspole.<br />

.<br />

849<br />

Cavatorta<br />

Borghetto<br />

Linai<br />

81<br />

910<br />

1508<br />

1545<br />

Ri<br />

1<br />

85<br />

M<br />

de<br />

1155<br />

Prati d<br />

Cresp<br />

Airegra<br />

←← Il Rifugio Pian dell’Arma<br />

← La Cappella di San Bernardo<br />

del XIV secolo<br />

↑ Il comune di Caprauna, sede<br />

del Museo etnografico


82<br />

//18<br />

ALTO<br />

– CAPRAUNA<br />

LUNGO L’ARMA<br />

DI VIA


← Scorcio di Alto e del Castello<br />

dei Conti Cepollini<br />

↑ Scorcio su Caprauna e<br />

sulla selvaggia Valle Pennavaire<br />

Un tuffo selvaggio in una vallata<br />

83<br />

sospesa tra Piemonte e <strong>Liguri</strong>a lungo<br />

l’antica strada di collegamento<br />

tra Alto e Caprauna.<br />

L’itinerario, privo di difficoltà, sfrutta in effetti<br />

la vecchia via di comunicazione che un tempo<br />

univa il comune di Alto a quello di Caprauna,<br />

attraversando boschi terrazzati, superando<br />

un gruppetto di case diroccate (conosciute<br />

popolarmente con l’epiteto de “l'Arma da Via”)<br />

e costeggiando il profondo solco vallivo in cui<br />

scorre il Rio Pennavaire.<br />

Diversi gli scorci interessanti, figli soprattutto<br />

della natura lussureggiante presente<br />

nella zona. Gli amanti dell’arrampicata, poi,<br />

si possono cimentare con due differenti<br />

palestre di roccia poste lungo il percorso,<br />

mentre gli escursionisti più impavidi hanno<br />

la possibilità di raggiungere (grazie ad<br />

una diramazione poco segnalata all’inizio<br />

dell’itinerario) il corso d’acqua e attraversarlo<br />

per mezzo di un affascinante ponte medievale,<br />

prima di muoversi in discesa verso la Cascata<br />

del Rio Ferraia alta circa venticinque metri.<br />

Sfociando nella piazza principale di entrambi<br />

i paesi, infine, il presente itinerario consente<br />

di poter usufruire tutto l’anno di punti d’acqua<br />

ben accessibili.<br />

→ IL CASTELLO<br />

Costruito in una posizione<br />

dominante al di sopra<br />

di uno sperone roccioso<br />

sui resti di una precedente<br />

fortificazione, il Castello<br />

di Alto è stato infeudato<br />

nel 1320 ai Conti<br />

Cepollini, in quel tempo<br />

Signori di Alto e<br />

di Caprauna.<br />

Saccheggiato e in parte<br />

distrutto durante<br />

l’occupazione francese,<br />

è tuttavia riuscito<br />

a conservare<br />

la sua fisionomia<br />

medievale, arricchita<br />

in tempi più recenti<br />

da una graziosa loggia<br />

da cui si può scorgere<br />

il mare nelle giornate più<br />

terse. In giorni prefissati<br />

nel periodo estivo, infine,<br />

è possibile visitarlo<br />

con un accompagnamento<br />

guidato.


84<br />

// ITINERARIO<br />

Incamminarsi su Via Fischia il Vento (che si stacca sul lato opposto rispetto<br />

alla Chiesa di San Michele, costeggiando il campo sportivo) e dopo<br />

un centinaio di metri, in prossimità dei lavatoi, tenere la sinistra in discesa<br />

seguendo la cartellonistica. Raggiunto l’Oratorio di San Sebastiano<br />

(con affreschi del XV secolo), mantenere la destra in discesa lungo la bella<br />

mulattiera che percorre la sinistra idrografica della valle. Tralasciare due<br />

diramazioni a sinistra dirette al Rio Pennavaire e continuare diritti sul tracciato<br />

principale, raggiungendo in breve una palestra di roccia. Oltrepassata<br />

quest’ultima, proseguire sul percorso che si snoda tra un’ombrosa boscaglia<br />

mista, sfruttando terrapieni e muri a secco realizzati nei secoli scorsi. Ormai<br />

nel cuore del bosco, lambire quindi i ruderi della cosiddetta Arma da Via e<br />

procedere sulla mulattiera che raggiunge poco dopo l’ingresso della Grotta<br />

di Taramburla (1h 00’). L’itinerario, trasformatosi ora in un’ampia sterrata,<br />

sfiora i resti di una vecchia cava prima di sfociare su una strada asfaltata.<br />

Qui tenere la sinistra e proseguire su asfalto fino alle soglie delle Case Sottane<br />

di Caprauna, ai margini delle quali è possibile scegliere tra due differenti<br />

opzioni: salire a destra in forte salita all’interno della borgata (itinerario<br />

consigliato per la discesa; pregevole la Cappella di Madonna delle Neve)<br />

oppure procedere diritti contornando il centro abitato e tenendo poi la destra,<br />

in salita, ad una successiva diramazione. In prossimità di un tornante a monte<br />

di Case Sottane (dove i due percorsi si incontrano), continuare in salita lungo<br />

la rotabile asfaltata che prende quota con altri due tornanti, portandosi alle<br />

soglie di Caprauna Capoluogo. Percorrere infine l’ultima rampa di asfalto<br />

che conduce in Piazza Sant’Antonino, sede del municipio e del caratteristico<br />

Museo Etnografico (punto acqua in fondo alla piazza). Per il ritorno seguire<br />

il percorso dell’andata, con l’eventuale digressione presso Case Sottane.


6<br />

a<br />

.<br />

ne<br />

920<br />

.<br />

Ruora<br />

. 1042<br />

Caprauna<br />

Passo<br />

dei Sii<br />

. 1152<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.1115<br />

1089<br />

→ IL SANTUARIO DI MADONNA .<br />

41 DEL LAGO<br />

Santissimi<br />

1190 .<br />

Cosma<br />

1160<br />

.<br />

.<br />

Posto a circa 1000 e Damiano m di quota 1060 e distante<br />

3 km dal centro . di Alto, il Santuario . 910sorge<br />

3<br />

1142 978<br />

.<br />

lungo le sponde Monte di un minuto specchio<br />

1048<br />

Cucco 1053<br />

d’acqua, 844.<br />

Tetto<br />

Merizzi a sua volta inserito in una<br />

del Frate<br />

Tetti Ciapai<br />

scenografica . conca naturale di attrezzata<br />

.<br />

978<br />

990 Panigazze<br />

per il picnic. La struttura originaria 724.<br />

825<br />

(risalente Bonvicino al 1600) era dedicata alla<br />

.<br />

Nostra Signora della Visitazione, . 639<br />

Colla<br />

691<br />

ma<br />

555<br />

Domenica venne rimaneggiata più volte, subendo<br />

702<br />

.<br />

563<br />

importanti lavori di ampliamento<br />

.<br />

752.<br />

Gavenola nel 1842,<br />

786<br />

660<br />

fino a trasformarsi in una locanda. Canto<br />

Il Santuario nella sua veste attuale, invece,<br />

è stato edificato alla fine del XIX secolo ed<br />

ospita la Festa della Madonna del Lago<br />

la prima domenica di luglio.<br />

e<br />

50.<br />

1310<br />

1141<br />

Ciappe<br />

1264<br />

Madonna<br />

Guarneri<br />

1157<br />

986<br />

Chiazzuola<br />

Porcile<br />

1311<br />

975<br />

903<br />

Rio Pennavaira<br />

1115<br />

928<br />

Poggio<br />

Valle Pennavaira<br />

Brutto<br />

Monte<br />

Bello<br />

Pezza dei Quaranta<br />

Brusai<br />

Armassi<br />

Sellette<br />

Mondino<br />

Cian Boniverti<br />

Fasce di Prai<br />

Case<br />

dei Fan<br />

Bandia<br />

Pian Ambrogio<br />

1321<br />

848<br />

Ponte<br />

Romano<br />

Teruzzi<br />

1035<br />

Faelli<br />

1468<br />

Colletta<br />

Pian Desebe<br />

1085<br />

Saretto<br />

Ferraia<br />

.<br />

835<br />

Fenin<br />

877<br />

Sigara<br />

1350<br />

Case<br />

Sei<br />

853<br />

1209<br />

Dente di<br />

Caprauna<br />

866<br />

1371<br />

637<br />

.<br />

1272<br />

.<br />

849<br />

Cavatorta<br />

Borghetto<br />

Linai<br />

Monte Dorata<br />

1205<br />

Dubasso<br />

Bancolaidi<br />

1396<br />

.<br />

856<br />

Risso<br />

.<br />

Madonna<br />

del Monte<br />

1155<br />

1161<br />

Fontane<br />

Prati del Monte<br />

Crespone<br />

Airegrande<br />

Costa<br />

1219<br />

520<br />

885<br />

.<br />

785<br />

859<br />

Crosette<br />

.<br />

828 .<br />

1111 .<br />

Rocca<br />

Asperiosa<br />

1206 .<br />

972<br />

Chiapparo<br />

944<br />

.<br />

Rocca<br />

del Bozzaro<br />

. 1004<br />

1015<br />

.<br />

788<br />

// 1 8 Croce<br />

di Bastie<br />

ALTO Santuario – CAPRAUNA<br />

933<br />

santi<br />

. Cosma e Damiano .<br />

LUNGO L’ARMA<br />

DI VIA<br />

.<br />

810<br />

.<br />

Cascina<br />

Dogliu<br />

1091<br />

.<br />

Case<br />

Griuppo<br />

. 863<br />

875 .<br />

704<br />

.<br />

788 .<br />

Truc<br />

Rocca<br />

.<br />

1:30/2:00 h ▶ in ascesa;<br />

2:45/3:30 h ▶ a/r Prato<br />

Aquila<br />

370 m d'Arroscia Aira<br />

. . 734<br />

700<br />

Canto<br />

Comune di Alto (645 m)<br />

625<br />

.<br />

Montà<br />

Raggiunto il piccolo<br />

.<br />

d'Aquila<br />

centro abitato di Leverone Alto,<br />

625<br />

lasciare i veicoli<br />

nella piazza principale<br />

ai piedi dell’affascinante<br />

Castello dei Conti Cepollini.<br />

569<br />

Rio Pennavaira<br />

Sotto Bozzaro<br />

Armasse<br />

Cioso<br />

Colla<br />

TBassa<br />

Fontanelle<br />

Piani<br />

Rio Croso<br />

930<br />

769<br />

962<br />

Scazzaia<br />

640<br />

.<br />

Alto<br />

Castello<br />

dell'Aquila<br />

827<br />

85<br />

.<br />

414<br />

Rocca<br />

Grande<br />

.<br />

Aracà<br />

Affreddure<br />

Rio Ga<br />

55<br />

8<br />

Costa del<br />

←← Un tratto del selvaggio<br />

itinerario lungo il Rio<br />

Pennavaire<br />

← La Cappella di Madonna<br />

della Neve presso Case Sottane<br />

di Caprauna


86<br />

//19<br />

COLLA<br />

DI CASOTTO<br />

– BRIC MINDINO


Nonostante il discreto dislivello<br />

complessivo, l’escursione si svolge<br />

← Panorami autunnali durante<br />

la salita<br />

↑ L’abitato di Garessio<br />

interamente su strada sterrata, senza<br />

presentare alcuna difficoltà di ascesa.<br />

87<br />

Il Bric Mindino è una delle montagne<br />

più conosciute della Valle Tanaro,<br />

nonché una delle più frequentate<br />

e apprezzate dell’intero territorio<br />

monregalese in virtù della particolare<br />

ubicazione geografica occupata.<br />

I suoi 1879 metri di altitudine, infatti,<br />

consentono uno strepitoso colpo d’occhio<br />

su buona parte dell’arco alpino cuneese<br />

(dalle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> stesse alle imponenti <strong>Alpi</strong><br />

<strong>Marittime</strong>, fino al Monviso), con digressioni<br />

analogamente eterogenee verso la pianura<br />

piemontese e il Mar Ligure e permettono<br />

parimenti di intuire, nelle giornate più terse,<br />

i contrafforti rocciosi delle <strong>Alpi</strong> Valdostane.<br />

Cima più elevata della medio-bassa Valle<br />

Tanaro, inoltre, il Mindino domina altresì<br />

l’intera insenatura della Valle Mongia e<br />

il verdeggiante solco orografico della Valle<br />

Casotto. Come anticipato il percorso qui<br />

descritto segue per intero la rotabile sterrata,<br />

ma è comunque possibile usufruire di alcune<br />

scorciatoie segnalate lungo il cammino, privo<br />

tuttavia di punti d’acqua facilmente accessibili.<br />

→ GARESSIO 2000<br />

Storico corridoio<br />

di passaggio tra la Valle<br />

Tanaro e le vallate<br />

monregalesi, in tempi<br />

più recenti la Colla<br />

di Casotto si è<br />

trasformata nella base<br />

degli impianti di risalita<br />

di Garessio 2000.<br />

Concepita inizialmente<br />

negli anni Sessanta,<br />

la località sciistica<br />

si è poi ampliata<br />

negli anni Ottanta<br />

con nuovi impianti<br />

sui versanti settentrionali<br />

dei monti Berlino,<br />

Grosso e Mussiglione e<br />

con la realizzazione<br />

dei complessi residenziali.<br />

Tra gli anni Novanta e<br />

Duemila diversi fallimenti<br />

hanno di fatto azzerato<br />

lo sviluppo dell’area,<br />

che ha ripreso<br />

parzialmente a funzionare<br />

solo nell’inverno<br />

2017/2018.


Briccazzo<br />

1092<br />

Punta .<br />

del Nascio<br />

. 1256<br />

I<br />

Ghini<br />

1180<br />

Case<br />

Selvatici<br />

Tagliante<br />

1167<br />

948<br />

Case<br />

Ferriera<br />

Bric<br />

Tagliantino<br />

. 1218<br />

.<br />

928<br />

Valcasotto<br />

962<br />

La Gatiera<br />

1000<br />

.<br />

1072<br />

1136<br />

Correira<br />

88<br />

Rocca<br />

dei Balbi<br />

.<br />

1410<br />

Case<br />

Balbi<br />

1312<br />

1278<br />

Case<br />

Ninade<br />

1395<br />

Rio di Moscardina<br />

Case<br />

Dare`<br />

1108<br />

.<br />

1058<br />

Ponte<br />

della Marmorea<br />

.<br />

1128<br />

.<br />

1270<br />

1050<br />

Rio dei Frecci<br />

.<br />

1325<br />

. .<br />

1445 1390<br />

Marcianti<br />

Bric<br />

dei Sapetti<br />

. 1379<br />

.<br />

1200<br />

. 1313<br />

Rocca<br />

del Lupo<br />

.<br />

1430<br />

Punta<br />

della Sapea<br />

.<br />

1652<br />

Torrente<br />

// ITINERARIO<br />

Bric di<br />

Guardando in direzione di Garessio, imboccare la strada sterrata .1430<br />

che si stacca<br />

Mezzodì<br />

1932 . Mont<br />

sulla sinistra a fianco dei complessi residenziali (cartellonistica). Dopo<br />

1678<br />

pochi<br />

. Mussigl<br />

1448<br />

.<br />

.<br />

1943<br />

metri ignorare una ripida mulattiera a sinistra e continuare sulla carrareccia<br />

Cim<br />

principale che taglia il versante in direzione nordest con pendenze pressoché<br />

.<br />

.<br />

Prai<br />

1782 1630<br />

1752<br />

nulle. Dopo circa 1 km, tralasciare due nuove diramazioni in discesa<br />

.<br />

Briccazzo<br />

1<br />

1573 . .<br />

sulla destra e procedere sulla sterrata che prende Rifugio quota con un ampio 1640<br />

Cella<br />

Manolino<br />

tornante a sinistra. In prossimità di un modesto . Bassa<br />

1905 slargo proseguire ancora<br />

. 1751<br />

Monte .<br />

.<br />

2007<br />

sulla sterrata a destra (tornante), trascurando l’ennesima deviazione<br />

Rocca<br />

Grosso<br />

1637<br />

a sinistra diretta alla Colla di Casotto, quindi dell'Aquila ignorare poco dopo un’analoga<br />

. 1796<br />

1851<br />

mulattiera inerbita a destra. Ormai nel cuore della faggeta, Bric continuare<br />

dell'Oc Colla Bassa<br />

diritti verso il Bric Mindino (indicazioni) tralasciando l’agevole itinerario che<br />

conduce a Pratorotondo (a destra), fino ad incrociare a sinistra un sentiero<br />

ben segnalato che si inoltra nella faggeta. Per chi lo volesse imboccare, tale<br />

percorso altro non è che una semplice scorciatoia dell’itinerario principale,<br />

che sfocerà di nuovo nella strada sterrata al termine del bosco. Giunti oltre<br />

i 1600 m di quota circa (1h 00’ / 1h 15’ dalla partenza), la sterrata si trasforma<br />

in un’agile mulattiera parzialmente lastricata che, al di fuori della faggeta,<br />

consente un bel colpo d’occhio sull’abitato di Garessio, contornando la base<br />

delle Rocce del Rascazzo. L’itinerario si muove ora sinuosamente tra pascoli,<br />

ginepri e rododendri, permettendo di scorgere la sagoma del Mindino e<br />

la sua imponente croce di vetta. Proseguire quindi sulla sterrata che, piegando<br />

prima a sinistra e poi a destra, risale il costone terminale fino alla cima.<br />

Anche in questo caso è possibile intraprendere il sentiero secondario che<br />

taglia il versante con pendenze anche moderate, accorciando evidentemente<br />

i tempi di ascesa. Per il ritorno, infine, percorrere l’itinerario dell’andata<br />

usufruendo, nel caso, delle scorciatoie sopra citate.<br />

Rio Bura<br />

1642.<br />

.<br />

1725


Cascina<br />

delle Gombe<br />

1195<br />

.<br />

1368<br />

926<br />

1060<br />

Casotto<br />

e<br />

ione<br />

a<br />

etto<br />

.<br />

1128<br />

.<br />

.<br />

Castello<br />

Reale<br />

1089 di Casotto<br />

1123<br />

Cascina<br />

Mindino<br />

1330<br />

Costa Vatè<br />

.<br />

1174<br />

1398 .<br />

Irroi<br />

.<br />

1539<br />

.<br />

1520<br />

.<br />

1670<br />

I Mojazzi<br />

.<br />

1518<br />

1724<br />

.<br />

.<br />

1775<br />

Rio della Gombetta<br />

1777<br />

.<br />

Rocce del<br />

Rascazzo<br />

La Bandita<br />

.<br />

di Prato<br />

1693<br />

Rotondo<br />

1304<br />

.<br />

.<br />

Bric del Monte Mindino<br />

Pratopiano<br />

.<br />

.<br />

1194.<br />

1490<br />

Garelli<br />

1878<br />

.<br />

. 1593 .1410<br />

1060<br />

Cunni<br />

Rive<br />

1080<br />

1410 .<br />

979<br />

1038<br />

1374.<br />

.<br />

. 1328<br />

1596<br />

.<br />

.<br />

1822<br />

Costa Bruciata<br />

Rio Brutto<br />

Rocce Bassiette<br />

Rio di Piangranone<br />

1<br />

. 109<br />

Costa di Maggio<br />

Barche<br />

Campo Piano<br />

1283<br />

Bava<br />

Bologna 1148<br />

Rasoi<br />

. 1447<br />

1351<br />

.<br />

1329<br />

1347<br />

1427<br />

.<br />

.<br />

Borgo<br />

. .<br />

.<br />

1146<br />

1298<br />

1379 Colle di Casotto<br />

1188.<br />

.<br />

. 1390<br />

1338 . 1413<br />

1268<br />

. .<br />

.<br />

1131<br />

1359<br />

.<br />

.<br />

.<br />

1414 Bric dei 1357<br />

.<br />

.<br />

1190 1115<br />

1280<br />

Cappello<br />

Giassetti<br />

1442.<br />

1430<br />

.<br />

1029<br />

877<br />

.<br />

Gias<br />

Sarezzo<br />

Cascina<br />

// 1 9<br />

del Roccassone<br />

Cappello<br />

→ LA CROCE DEL . BRIC<br />

Bric delMINDINO<br />

.<br />

1542<br />

1528 Praietto<br />

775<br />

COLLA 1067 DI CASOTTO .<br />

.<br />

. .<br />

Nascio<br />

1663 Inaugurata il 14 settembre 1219<br />

1558 1969 e voluta<br />

–<br />

1343<br />

Rio BRIC di LuviaMINDINO<br />

da Don Francesco . Roà, allora parroco<br />

881<br />

.<br />

1789<br />

T<br />

.<br />

1600<br />

810<br />

di Mindino, 1730<br />

Monte l’imponente . croce di vetta è alta<br />

1846<br />

.<br />

.<br />

992<br />

ben venticinque<br />

Berlinometri ed è realizzata<br />

1057 1:45/2:15 . h ▶ in ascesa;<br />

.<br />

.<br />

.<br />

in tubolari in ferro e pannelli . 1532di policarbonato 3:00/3:30 h ▶ a/r<br />

1332<br />

898<br />

Rifugio<br />

1662<br />

1183<br />

semitrasparenti. Savona<br />

.<br />

Pian La Bersi sua installazione<br />

1553<br />

1557<br />

1489<br />

. .<br />

500 m 1199<br />

.<br />

.<br />

ha richiesto dieci anni di lavori,<br />

1088<br />

1527 tra cui<br />

.<br />

Rifugio<br />

1418<br />

1471<br />

la costruzione della . rotabile sterrata Silvietto che<br />

Colla di Casotto (1379 m)<br />

1407<br />

. .<br />

. Case<br />

Case<br />

1466<br />

Case<br />

Case . Bosso<br />

Pecul<br />

1003<br />

ancora oggi collega la cima stessa alla Colla . Balbi<br />

. .<br />

1700 1563<br />

1254<br />

922<br />

.<br />

Mulattieri<br />

L’itinerario ha inizio<br />

1366<br />

1109<br />

di Casotto. Dedicata .<br />

Stalla Caseai della caduti di tutte<br />

1294 Case Ravotti<br />

ai margini meridionali<br />

Mutti Biallera .<br />

Parone<br />

1229<br />

le guerre, nel 2002 grazie all’intervento .<br />

della Colla di Casotto, .<br />

dei volontari dell’ANA di Garessio, è stata<br />

nei pressi della rotabile<br />

altresì dotata di un impianto di illuminazione<br />

asfaltata che conduce<br />

al complesso residenziale<br />

alimentato con pannelli fotovoltaici.<br />

di Garessio 2000.<br />

Luvia<br />

1003<br />

Case<br />

Bertolini<br />

1015<br />

89<br />

714 .<br />

1278<br />

Case de<br />

Bellore<br />

1033<br />

Car<br />

.<br />

1<br />

11<br />

1<br />

Min<br />

Colombina<br />

.<br />

854<br />

P<br />

S<br />

→ Nel periodo invernale,<br />

fruibile con le ciaspole.<br />

←←← Giochi invernali nei pressi<br />

della cima<br />

←← L’imponente croce di vetta<br />

del Bric Mindino<br />

← Scorcio estivo in direzione<br />

del Monte Antoroto


90<br />

//20<br />

ANELLO<br />

DI PIETRA<br />

ARDENA


Piacevole escursione ad anello<br />

che si snoda sulle prime alture che<br />

← La sommità di Pietra Ardena<br />

↑ Un tratto dell’itinerario<br />

sovrastano il caratteristico borgo<br />

storico di Garessio. L’itinerario<br />

91<br />

si distende su percorsi eterogenei,<br />

presentando un fondo asfaltato<br />

all’inizio e alla fine, un sentiero<br />

lastricato nella parte intermedia e<br />

una comoda carrareccia sterrata<br />

nella parte di discesa.<br />

Degno di nota, poi, l’ambiente boschivo<br />

attraversato che rimanda alla castanicoltura,<br />

particolarmente florida nella zona durante<br />

il secolo scorso. In tal senso, ad esempio,<br />

si possono ancora intuire alcuni vecchi<br />

terrazzamenti sui quali troneggiano esemplari<br />

di castagno storici dal tronco imponente.<br />

Per chi lo desidera, poi, partendo dall’itinerario<br />

qui descritto è possibile raggiungere<br />

la sommità di Pietra Ardena (1100 m di quota,<br />

difficoltà E, relativa cartellonistica durante<br />

la salita) e da questa godere di un bellissimo<br />

panorama sulla città di Garessio e sulla media<br />

Valle Tanaro. Gli unici punti d’acqua utili<br />

per l’intero percorso, infine, si trovano nel<br />

cuore del borgo storico e fanno parte di un<br />

apposito itinerario realizzato negli anni scorsi,<br />

volto a valorizzare le tante fontane presenti<br />

sul territorio comunale.<br />

→ IL PAESE<br />

DELL’ACQUA<br />

Immerso nel verde<br />

delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> lungo<br />

una fertile distesa<br />

pianeggiante, Garessio<br />

si contraddistingue<br />

da sempre per<br />

l’abbondanza e la qualità<br />

delle sue acque.<br />

Sede della celebre<br />

azienda San Bernardo<br />

(nata nel 1926 e<br />

considerata dai locali<br />

come “fonte miracolosa”),<br />

la città custodisce anche<br />

un apposito Parco Fonti<br />

San Bernardo indicato<br />

per fini terapeutici e<br />

aperto nel solo periodo<br />

estivo. Nel centro<br />

del paese, infine,<br />

si trovano altresì alcuni<br />

itinerari escursionistici<br />

che ruotano proprio<br />

intorno alle diverse<br />

fontane e sorgenti<br />

d’acqua presenti<br />

sul territorio.


92<br />

// ITINERARIO<br />

Attraversata la Provinciale 582, incamminarsi verso fondovalle (a sinistra)<br />

e imboccare dopo circa cinquanta metri la prima strada a destra in leggera<br />

salita. Al successivo bivio tenere ancora la destra in Via Cavour e addentrarsi<br />

così nel borgo storico. Ignorando tutte le diramazioni laterali, proseguire<br />

sulla strada principale lasciandosi il municipio sulla sinistra e uscire<br />

dal centro abitato. Qui riattraversare la Provinciale diretta al Colle<br />

San Bernardo e proseguire sulla stessa per pochi metri, fino ad incontrare<br />

un ponticello sulla destra (Ponte dei Corni). Attraversarlo e piegare stavolta<br />

a sinistra su una mulattiera inerbita prima e lastricata poi, seguendo<br />

le indicazioni per Pietra Ardena. Inoltrarsi nel rado bosco mantenendo ancora<br />

la sinistra ad una successiva diramazione e continuare sull’itinerario che<br />

prende quota con pendenze moderate. In un castagneto ora più rigoglioso,<br />

procedere sul percorso principale ignorando dopo circa 0h 30’ le indicazioni<br />

per Pietra Ardena, mantenendo la sinistra in direzione del Pilone di Sant’Anna.<br />

Continuare sul percorso principale tralasciando poco dopo una sterrata<br />

sulla destra, quindi immergersi in un bosco misto ora più ombroso fino<br />

a raggiungere il cosiddetto Colletto di Pennino, acme altitudinale del percorso<br />

(1h 10’/ 1h 30’ dalla partenza). Qui svoltare a destra in discesa, oltrepassare<br />

Case Fasiani e continuare sul bel sentiero che attraversa castagni secolari<br />

regalando altresì un bello scorcio sulla sommità di Pietra Ardena.<br />

Raggiunta una sterrata, svoltare a sinistra in direzione di Garessio La Trinità e<br />

procedere sull’itinerario principale ignorando poco dopo un’analoga sterrata<br />

sulla sinistra. In prossimità di un tornante a sinistra, mantenere poi la destra<br />

imboccando una mulattiera contornata da bei muretti a secco. Al termine<br />

della discesa, riprendere l’asfalto e tenere la destra al successivo bivio.<br />

Ritornati sulla Provinciale 582, svoltare infine a destra per ritornare in breve<br />

al punto di partenza.


.<br />

624 Case<br />

679<br />

.<br />

.<br />

dei Prati<br />

. Santuario . 795<br />

597<br />

San Valsorda 665<br />

Costanzo<br />

di Valsorda<br />

645<br />

648.<br />

655. . .<br />

.<br />

Garessio<br />

790<br />

.<br />

Case<br />

810<br />

Saccheri<br />

615<br />

. .<br />

.<br />

Rampazzo .<br />

814<br />

Santa Lucia<br />

872<br />

. 577 di Borgoratto<br />

655<br />

665 649<br />

. . 703.<br />

Case<br />

Nani 789<br />

.<br />

080<br />

1042 .<br />

Borgo<br />

. Case<br />

Piave<br />

650 Grollero<br />

Grappiolo<br />

605.<br />

.<br />

.<br />

709.<br />

705<br />

Ponte .<br />

705<br />

714<br />

822<br />

dei Corni 640<br />

. Monte<br />

.<br />

.<br />

. .<br />

San<br />

970 Monte<br />

Cornarea<br />

732<br />

Mauro<br />

. Pennoni Sottani<br />

Pietra<br />

738<br />

654 .<br />

2<br />

878<br />

. Ardena<br />

803<br />

699<br />

.<br />

724<br />

.<br />

. Il Martinetto Case<br />

Carrara<br />

760.<br />

1103<br />

Nani<br />

Case<br />

Trappa<br />

595<br />

. .<br />

Case . 742<br />

Fasiani<br />

607<br />

Facelli<br />

837.<br />

840 . 990<br />

Case<br />

830<br />

. .<br />

795.<br />

del Mezzo<br />

1049<br />

avotti<br />

645 .<br />

.<br />

.770 Case 888<br />

755<br />

.<br />

.<br />

690<br />

.<br />

Case<br />

dell`<br />

8<br />

1025<br />

Arnando<br />

Arciprete<br />

.<br />

863 .<br />

925 826.<br />

.<br />

.<br />

. 700<br />

730<br />

969<br />

.<br />

ttirava<br />

908<br />

.<br />

Case<br />

838 .<br />

Case Fasiani Colletto<br />

905<br />

Mecca<br />

di 989<br />

.<br />

.<br />

Colle<br />

1020<br />

. . Pennino<br />

San<br />

865<br />

961<br />

916<br />

Bernardo<br />

Case<br />

998 .<br />

1131<br />

.<br />

1028. Gabbiani<br />

892<br />

.<br />

.<br />

1150<br />

.<br />

1057 // 2 0 .<br />

Sant'<br />

983 1010<br />

→ UNO<br />

Bric<br />

DEI BORGHI PIÙ BELLI<br />

.<br />

.<br />

della Penna<br />

Anna<br />

1100 ANELLO 855<br />

. .<br />

.<br />

DI PIETRA<br />

920<br />

D’ITALIA 1375<br />

Poggio<br />

. .<br />

1125 1015<br />

1091.<br />

ARDENA . Coppa<br />

1056<br />

. 1066<br />

d`Oro<br />

Il cosiddetto Borgo 1140<br />

907 .<br />

.<br />

. Maggiore di Garessio Monte<br />

Mattia<br />

1143<br />

Pennino T/E<br />

.<br />

.<br />

.<br />

.<br />

1087<br />

879<br />

fa parte,<br />

1314<br />

come già anticipato, dei Borghi<br />

.<br />

725<br />

1272<br />

Case<br />

Case<br />

Case Pamparino<br />

Lisotti<br />

1064.<br />

più CaseBelli Truc d’Italia 1312<br />

.<br />

in virtù del suo Bocchino impianto 2:15/2:45 h<br />

Pamparino<br />

Villarchiosso Prato<br />

delle . 1158<br />

Soprane medievale del Poco e delle sue peculiarità Meraviglie storiche<br />

370 m .<br />

a .<br />

812<br />

zione Case e artistiche di pregio. Tra queste meritano<br />

1260<br />

. . 1180<br />

Villaro<br />

. 797<br />

di . essere qui menzionate<br />

1352.<br />

1229 la Porta Rose<br />

Borgo 995 di Garessio . (630 m) Pian<br />

.<br />

dei Fiori<br />

993<br />

. 1025<br />

1249<br />

(oggi galleria d’arte), la bellissima piazzetta<br />

.<br />

1318<br />

. Raggiunto l’abitato 895 .<br />

di San Giovanni, il campanile 1472<br />

948<br />

. Monte romanicogotico<br />

della Chiesa di Santa Galero Maria Extra<br />

801<br />

di Garessio, procedere lungo<br />

1383<br />

.<br />

la Provinciale 582 diretta .<br />

1709 889<br />

. .<br />

1714<br />

Moenia e l’imponente Parrocchiale<br />

al Colle San Bernardo. 1016<br />

. .<br />

di Maria Vergine Assunta, in origine<br />

Lungo la strada in<br />

prossimità dell’ex centro<br />

convento dominicano. Da segnalare,<br />

ippico, si trova un ampio<br />

inoltre, la Pinacoteca Civica e il Museo<br />

piazzale dove poter lasciare<br />

Civico.<br />

i veicoli.<br />

Piane della Penna<br />

Rio Chiosso<br />

Bossea<br />

Le Strette<br />

Monta<br />

Rio di San Bernardo<br />

Pian del Bergo<br />

Case<br />

Castellini<br />

Ca<br />

Ta<br />

9<br />

Case<br />

Dani<br />

.<br />

Case<br />

London<br />

Case<br />

Pigliana<br />

Case<br />

Rio Barchetto<br />

C<br />

1<br />

8<br />

Rio Roncomarso<br />

93<br />

954<br />

→ In caso di pioggia il primo<br />

tratto può presentarsi<br />

fangoso e acquitrinoso.<br />

←← Panoramica in direzione<br />

del Monte Antoroto<br />

← La bella Piazzetta<br />

di San Giovanni


To<br />

p 20<br />

TRA ALPI<br />

MARITTIME<br />

E LANGHE<br />

D<br />

BOVES<br />

ROCCAVIONE<br />

01 05<br />

PEVERAGNO<br />

VALDIERI<br />

ROASCHIA<br />

ROBILANTE<br />

06<br />

ENTRACQUE<br />

04<br />

VERNANTE<br />

02<br />

03<br />

LIMONE PIEMONTE<br />

Bern<br />

Lyon<br />

Genève<br />

Torino<br />

A32<br />

Grenoble<br />

A6<br />

Cuneo A33<br />

A5<br />

A4<br />

Milano<br />

Genova<br />

Marseille<br />

Nice


08 12<br />

ROCCAFORTE MONDOVÌ<br />

CHIUSA DI PESIO<br />

FRABOSA SOTTANA<br />

MONTALDO DI MONDOVÌ<br />

07<br />

FRABOSA SOPRANA<br />

13<br />

11<br />

ROBURENT<br />

PAMPARATO<br />

09<br />

10<br />

14<br />

19<br />

GARESSIO<br />

15 16<br />

ORMEA<br />

17<br />

20<br />

UPEGA<br />

ALTO<br />

CAPRAUNA<br />

18<br />

BRIGA ALTA


APPROFONDIMENTI<br />

96<br />

// LIBRI E GUIDE<br />

AA.VV., La Guida del Parco Alta Valle Pesio e Tanaro,<br />

Blu Edizioni, 2000<br />

AA.VV., La Guida del Parco <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>,<br />

Blu Edizioni, 2000<br />

AA.VV., Le Valli tra i Parchi, Più Eventi Edizioni, 2018<br />

Bernardi G., La Valle Gesso, Ghibaudo, 2000<br />

Kleider M., Batzing W., Trekking dal Colle di Tenda<br />

al Colle di Nava – 43 itinerari nelle Valli Vermenagna,<br />

Colla, Pesio, Ellero, Maudagna, Corsaglia, Casotto,<br />

Tanaro, GEM Communication, 2011<br />

Mattio C.A., I più bei sentieri della provincia<br />

di Cuneo, Blu Edizioni, 2009<br />

Mattio C.A., <strong>Passeggiate</strong> nelle valli cuneesi,<br />

Blu Edizioni, 2012<br />

Mazzucco F., Sui sentieri di Roccaforte Mondovì:<br />

Valle Ellero e Lurisia, Compagnia dei librai, 2007<br />

Parodi A., Pockaj R., Costa A., Nel cuore delle <strong>Alpi</strong><br />

<strong>Liguri</strong>, collana Sentieri e Rifugi, Parodi Editore, 2012<br />

Parodi A., Pockaj R., Costa A., Sentieri e meraviglie<br />

delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, collana Sentieri e Rifugi,<br />

Parodi Editore, 2010<br />

Pockaj R., S. Delfino, I sentieri della storia,<br />

Blu Edizioni, 2014<br />

Pockaj R., Le fortificazioni della Valle Gesso,<br />

Blu Edizioni, 2013<br />

// SITI<br />

alpicuneesi.it<br />

areeprotettealpimarittime.it<br />

cuneotrekking.com<br />

gambeinspalla.org<br />

piemonteoutdoor.it<br />

trekkingnordovest.com<br />

trek.marittimemercantour.eu<br />

// CARTE<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 15 Valle Gesso, Parco Naturale<br />

delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 16 Val Vermenagna, Valle Pesio,<br />

Alta Valle Ellero, Parco Naturale<br />

del Marguareis<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 19 Alta Val Tanaro, Alta Valle<br />

Arroscia, Alta Valle Argentina<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 22 Mondovì, Val Ellero,<br />

Val Maudagna, Val Corsaglia,<br />

Val Casotto<br />

Fraternali Editore, 1:25.000<br />

n. 26 Bassa Val Tanaro, Val Bormida<br />

e Cebano<br />

Fraternali Editore, 1:50.000<br />

n. 50-4 Cuneo Valli Monregalesi, Val<br />

Vermenagna, Val Pesio,<br />

Alta Val Tanaro<br />

Istituto Geografico Centrale, 1:50.000<br />

n. 8 <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e <strong>Liguri</strong><br />

Istituto Geografico Centrale, 1:50.000<br />

n. 18 Le Langhe meridionali

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