D // Passeggiate - Alpi Marittime e Liguri
TOP 20 TRA ALPI MARITTIME E LANGHE
8 guide con gli itinerari più belli per scoprire il territorio tra le Alpi Marittime e le Langhe.
La collana "Top20 tra le Alpi Marittime e Langhe" è realizzata nell'ambito del "FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - PSR 2014/2020" da Aree Protette Alpi Marittime in collaborazione con Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida, Unione Montana Valli Monregalesi, Unione Montana Alta Val Tanaro, Unione Montana Alpi Marittime e con il supporto di Piemonte Outdoor.
TOP 20 TRA ALPI MARITTIME E LANGHE
8 guide con gli itinerari più belli per scoprire il territorio tra le Alpi Marittime e le Langhe.
La collana "Top20 tra le Alpi Marittime e Langhe" è realizzata nell'ambito del "FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - PSR 2014/2020" da Aree Protette Alpi Marittime in collaborazione con Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida, Unione Montana Valli Monregalesi, Unione Montana Alta Val Tanaro, Unione Montana Alpi Marittime e con il supporto di Piemonte Outdoor.
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PASSEGGIATE<br />
<strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e <strong>Liguri</strong><br />
D
Coordinamento generale<br />
Aree Protette <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />
www.areeprotettealpimarittime.it<br />
Partner<br />
Unione Montana Valli Mongia Cevetta Langa Cebana Alta Valle Bormida<br />
Unione Montana Valli Monregalesi<br />
Unione Montana Alta Val Tanaro<br />
Unione Montana <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />
Coordinamento tecnico<br />
SEAcoop stp<br />
Testi<br />
Gabriele Gallo e Irene Borgna<br />
Referenze fotografiche<br />
Foto di Gabriele Gallo<br />
e di Alessandro Beltrame (p.8), Archivio APAM (p.11), Giorgio Bernardi (pp.9↓, 22, 23↓,<br />
24↓), Irene Borgna (pp.18, 30, 14, 15, 17, 18, 19↑, 24↑, 49), Piero Borgna (pp.13, 19↓,<br />
20, 21, 34, 35, 36, 39, 40, 41, 43, 44, 45), Gian Luca Bottini (p.26), Claudio Camaglio (p.6),<br />
Emanuele Gallo (p.27), Pietro Gallo (pp.7↑, 66, 67, 68↑, 69, 71, 72, 78, 79, 88),<br />
Roberto Malacrida (23↑), Laura Monteleone (p.86), Ormea Outdoor & Mountain Biking<br />
(p.77→), Enzo Piacenza (p.29←), Michael Sveikutis (15↓), Bartolomeo Vigna (p. 57),<br />
Nanni Villani (p.38, 42)<br />
In copertina: Val Tanaro, © Giorgio Bernardi<br />
Cartografia (scala 1:50.000)<br />
Fraternali Editore<br />
Direzione artistica e progetto grafico<br />
Bottini comunic@zioni visive + Volume1 visual design<br />
Stampa<br />
L'Artistica Savigliano (Cn), Edizione 2019
SOMMARIO<br />
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96<br />
Il territorio<br />
Note tecniche<br />
Le passeggiate<br />
01 // Anello del Bandito e delle Farfalle<br />
02 // Anello di Monte Murìn<br />
03 // Anello del bosco bandito di Palanfrè<br />
04 // Sentiero Valerio Tassone<br />
05 // Anello del Bric Berciassa<br />
06 // Anello di Bric della Croce<br />
07 // Via delle Borgate<br />
08 // Anello della Roccarina<br />
09 // Anello della Via del Sale<br />
10 // Colle del Prel – Rifugio Balma<br />
11 // Anello delle Case Rocce<br />
12 // Anello delle Vie del Culto<br />
13 // Anello delle Sorgenti<br />
14 // Anello Valcasotto – Le Surie – Valcasotto<br />
15 // Anello delle Vene del Tanaro<br />
16 // Chionea – Chioraira<br />
17 // Anello di Pian dell’Arma<br />
18 // Alto – Caprauna lungo l’Arma di Via<br />
19 // Colla di Casotto – Bric Mindino<br />
20 // Anello di Pietra Ardena<br />
Mappa d'insieme<br />
Approfondimenti<br />
3
4<br />
Guardando verso la vetta<br />
del Bric Mindino
IL TERRITORIO<br />
5<br />
GLI ITINERARI PIÙ BELLI PER SCOPRIRE E VIVERE<br />
IL TERRITORIO TRA LE ALPI MARITTIME E LE LANGHE<br />
Gli itinerari presenti nella collana “Top20 tra <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e Langhe”<br />
rappresentano un’accurata selezione di affascinanti proposte escursionistiche,<br />
volte a esplorare il suggestivo territorio che si estende dalle celebri vette<br />
delle “<strong>Alpi</strong> del Mediterraneo”, sito attualmente candidato a diventare<br />
Patrimonio Naturale dell’UNESCO, ai dolci declivi delle Langhe, paesaggio<br />
culturale che si avvale del titolo di Patrimonio Mondiale sin dal 2014. Sono<br />
molteplici e differenti i paesaggi che caratterizzano un’area straordinaria,<br />
in grado di offrire a ogni tipologia di escursionista una gamma di attività<br />
outdoor estremamente variegata e di proporre percorsi naturalistici e culturali<br />
con caratteristiche adatte a ogni stagione.<br />
Questa pubblicazione presenta la descrizione di 20 suggestive escursioni che<br />
si dipanano tra la Valle Gesso e la Valle Tanaro, sfiorando cime che superano<br />
i 3.000 m di quota e lambendo territori che si affacciano direttamente<br />
sul mare, per un intreccio naturalistico e paesaggistico di prim’ordine.
6<br />
TRA ALPI LIGURI E ALPI MARITTIME<br />
Il territorio montano compreso tra la Bocchetta di Altare (conosciuta dai più come<br />
Colle di Cadibona) e il Colle della Maddalena è senza dubbio vasto ed eterogeneo,<br />
al punto da includere ufficialmente dal 2005 due differenti sottosezioni orografiche<br />
dell’arco alpino: le <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> protese appunto tra Cadibona e il Colle di Tenda e<br />
le <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, distese a loro volta dal Tenda al Maddalena. Una separazione<br />
sancita dalla Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema <strong>Alpi</strong>no<br />
per evidenziare la differente caratterizzazione geologica dei due areali, con le<br />
rocce carsiche a prevalere nel primo caso e lo gneiss e il granito ad avere la meglio<br />
nel secondo. Una distinzione, però, non ancora assimilata dall’opinione pubblica<br />
che persiste ad indicare l’intero comparto come <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> o <strong>Alpi</strong> del Mare.<br />
Un’alterità morfologica e paesaggistica che comunque affascina e stupisce,<br />
soprattutto per le tante peculiarità naturalistiche e storiche custodite dalle<br />
singole asperità montuose. Percorrendo le proposte escursionistiche qui<br />
presentate, potrà allora capitare di respirare l’atmosfera più mite della Valle<br />
Tanaro, dove le cicatrici della civiltà alpina di un tempo si percepiscono ancora<br />
nei muretti a secco e nei terrazzamenti posti localmente al di sopra dei 1500 m<br />
di quota. Un territorio sospeso tra Italia e Francia, Piemonte e <strong>Liguri</strong>a,<br />
montagna e mare, che si scorge non a caso dalla cima del Bric Mindino o<br />
dall’intero crinale del Monte Armetta. Natura e paesaggio, si è detto, ma anche<br />
storia e architettura, come la Cappella dei Santi Giulitta e Quirico di Bagnasco,<br />
la duecentesca Cappella di Madonna Guarneri a Caprauna o l’intero cuore<br />
storico di Garessio, inserito non a caso tra i Borghi più Belli d’Italia. Una vallata<br />
con reticoli idrografici superficiali pressoché inesistenti, impregnata tuttavia<br />
di eccellenze ipogee senza eguali tra le <strong>Alpi</strong> Occidentali, con veri e propri<br />
santuari per la speleologia internazionale (Piaggia Bella) e spettacoli naturali<br />
degni di nota come la risorgenza delle Vene o il più celebre Pis del Pesio<br />
alla testata dell’omonima valle, effige evidente del carsismo dell’area.
← La Grotta di Bossea<br />
↑ Giochi invernali nei pressi<br />
della cima del Bric Mindino<br />
↓ Il Santuario di Madonna<br />
del Lago<br />
7<br />
Dalla Valle Tanaro ci si potrà in seguito spostare alle Valli Casotto e Corsaglia,<br />
talvolta sporcate dalle vecchie impronte del turismo sciistico di massa, ma custodi<br />
altresì di veri e propri patrimoni di origine antropica come il Castello di Casotto<br />
(nato come Certosa di San Brunone nell’XI secolo) o di derivazione prettamente<br />
naturale come la Grotta di Bossea, prima cavità ipogea turistica d’Italia (1874).<br />
Proseguendo verso occidente, poi, una tappa d’obbligo nelle Valli Maudagna ed<br />
Ellero, storiche mete alpine della borghesia monregalese. Qui si potrà per esempio<br />
apprezzare l’anima cangiante di Frabosa Soprana, località dal florido passato<br />
sciistico (paese natale di Eugenio Bonicco, atleta olimpico e allenatore di caratura<br />
nazionale) e oggi celebre per le prelibatezze enogastronomiche (Raschera D.O.P.)<br />
e le peculiarità artigianali (i coltelli frabusàn oggi De. C. O.) e culturali, come<br />
la minoranza linguistica del kyé e la tradizionale architettura montana con il tetto<br />
racchiuso. Dall’eterogeneità turistica di Roccaforte Mondovì con le Terme di Lurisia,<br />
il Monte Pigna e i borghi sostenibili come Prea e Baracco, a Chiusa di Pesio, quindi,<br />
capoluogo dell’omonima valle, climaticamente tra le più interessanti dell’intero
8<br />
arco alpino cuneese e sede del Parco Naturale del Marguareis (oggi Ente<br />
di gestione delle Aree Protette delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>) dal 1978. Una terra selvaggia,<br />
un cuore verde che pulsa di biodiversità floristica e di storia, con la meravigliosa<br />
Certosa di Pesio quale fulcro centrale del corridoio vallivo. Ancora verso occidente,<br />
poi, fino a lambire Boves e Peveragno, protetti dalla sagoma della Bisalta,<br />
la montagna “due volte alta” la cui fisionomia è da sempre un punto di riferimento<br />
per i cuneesi. Castagneti, sentieri, ruscelli incontaminati, ma soprattutto i ricordi<br />
della Resistenza che proprio da Boves (città Medaglia d’Oro al Valor Militare e<br />
Medaglia d’Oro al Valor Civile) mosse i suoi primi passi nel settembre del 1943.<br />
Ancora a ovest si incontrerà la Valle Vermenagna, che etimologicamente parrebbe<br />
rimandare a vermenaneus, in riferimento al culto pagano della verbena, pianta<br />
sacra ai Romani e piuttosto abbondante sulle sponde dell’omonimo corso<br />
d’acqua. In tal senso un’ipotetica sosta a Vernante (con lo straordinario Bosco<br />
Bandito di Palanfrè e l’affascinante itinerario urbano tra i murales di Pinocchio,<br />
realizzati negli anni a ricordo di Attilio Mussino, principale disegnatore<br />
del capolavoro di Collodi e vernantese d’adozione) o a Limone Piemonte,<br />
perla sciistica e turistica delle <strong>Alpi</strong> di Cuneo, è altamente consigliata.<br />
Un ultimo scarto occidentale, infine, prima di raggiungere la Valle Gesso,<br />
dall’idrogeografia particolarmente interessante in virtù di quell’improvvisa<br />
apertura a ventaglio a monte di Valdieri. Tre i valloni principali a loro volta<br />
suddivisi in diversi rami secondari: il primo, conosciuto come Gesso della Valletta,<br />
conduce a Sant’Anna di Valdieri e da qui alle Terme, per poi articolarsi nel Vallone<br />
del Valasco e nella Valle della Valletta, che sfocia nell’ameno Pian della Casa<br />
del Re. Da Valdieri fino alla Diga della Piastra si sviluppa invece il Gesso<br />
di Entracque vero e proprio, bipartito poi in Rio Bucera – Vallone della Rovina e<br />
in Gesso della Barra, diretto a San Giacomo di Entracque Valle e al Gesso Rifugio - Il Lago Soria Ellena<br />
delle Portette<br />
(parallelamente ad esso, in direzione del Monte Clapier, si dipana viceversa<br />
→→ Il Gias Vaccarile soprano<br />
il Vallone di Monte Colombo). Da Trinità di Entracque, infine, e il Marguareis ha inizio dal il Colle cosiddetto<br />
Vallone del Sabbione, attraversato dal Rio Busset e a sua Vaccarile volta ospitante
← Il castello di Casotto<br />
↑ Maschio di capriolo a Prati<br />
Sagnàs<br />
↓ Centro faunistico “Uomini<br />
e Lupi” – l'area faunistica<br />
in località Casermette<br />
(Entracque)<br />
9<br />
una diramazione finale conosciuta come Vallone dell’Ischietto. In questo groviglio<br />
morfologico trova spazio una rete escursionistica di altissimo livello, a sua volta<br />
immersa nel Parco Naturale delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, che forma con il limitrofo Parc<br />
National du Mercantour un’area protetta di oltre 100.000 ettari. Tra i contenitori<br />
museali degni di nota, l’innovativo Centro Faunistico “Uomini e Lupi” di Entracque,<br />
volto a sensibilizzare l’opinione pubblica circa il ritorno naturale del lupo sulle <strong>Alpi</strong><br />
e ospitante in un apposito recinto alcuni esemplari feriti e incapaci di ritornare<br />
alla vita normale o nati direttamente in cattività.<br />
Un intreccio tra il domestico e il naturale, insomma, quale metafora più efficace<br />
per descrivere l’intero territorio delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> e <strong>Marittime</strong>, ideale per escursioni<br />
brevi e rilassanti ma capace altresì di soddisfare le richieste degli escursionisti<br />
più esigenti.
NOTE TECNICHE<br />
10<br />
// SCALA DELLE DIFFICOLTÀ DEL CAI<br />
Le difficoltà complessive di ciascun itinerario sono indicate dalle sigle<br />
convenzionali adottate dal Club <strong>Alpi</strong>no Italiano:<br />
T = per turisti: itinerari che si svolgono su stradine o su sentieri ben tracciati,<br />
agevoli e con dislivelli piuttosto contenuti.<br />
E = per escursionisti: itinerari su sentiero o comunque con percorso<br />
abbastanza evidente, che però richiedono una maggiore esperienza e<br />
allenamento alla fatica. A volte possono presentare brevi tratti esposti<br />
o elementari passaggi su roccia.<br />
EE = per escursionisti esperti: itinerari che presentano tratti esposti,<br />
passaggi su roccia o possibili segmenti in assenza di sentiero.<br />
// SEGNALETICA VERTICALE E ORIZZONTALE<br />
La segnaletica verticale, standardizzata con una legge regionale, è costituita<br />
da paline con frecce direzionali o placchette bianco-rosse. La segnaletica<br />
orizzontale è costituita da tacche segnavia bianche e rosse affiancate.<br />
Su terreni aperti, ovvero dove sia difficile realizzare la segnaletica orizzontale,<br />
si ricorre a paletti segnavia in legno, sui quali sono riportate le tacche bianche<br />
e rosse. Su quei terreni aperti che non consentono il posizionamento<br />
dei paletti, poiché caratterizzati dalla presenza di rocce o detriti, si ricorre<br />
ai cosiddetti “ometti”, piccoli cumuli di pietre accatastate che indicano<br />
il percorso da seguire. Nella pagina a fianco è riportato il modello di una freccia<br />
di direzione con destinazioni, quote e tempi di percorrenza. All’estrema sinistra è<br />
presente il codice del sentiero (la lettera minuscola indica le eventuali varianti),<br />
i quadratini neri sono disponibili ad accogliere eventuali pittogrammi. In basso<br />
sono raffigurati un segnavia semplice, sulla sinistra, e un segnavia a bandierina,<br />
sulla destra: quest’ultimo, conosciuto anche come “segnaletica di continuità”,<br />
riporta il codice del sentiero. Entrambi, generalmente applicati a vernice, possono
000a<br />
Prima destinazione<br />
Altre informazioni turistiche<br />
Seconda destinazione<br />
Altre informazioni turistiche<br />
Terza destinazione<br />
Altre informazioni turistiche<br />
0000 m 0:00 h<br />
0000 m<br />
0:00 h<br />
0000 m 0:00 h<br />
11<br />
essere costituiti anche da una placchetta in laminato plastico.<br />
Nella nostra provincia, il codice che individua i sentieri è formato da una lettera<br />
e da un numero, composto da una o due cifre. La lettera individua una vallata<br />
della provincia o, al più, un versante di essa, mentre il numero caratterizza<br />
univocamente il sentiero nella valle in questione. Si parte dalla A per la Val Tanaro,<br />
e si finisce con la V per la Valle Po.<br />
Nella pratica, la segnaletica, sia orizzontale<br />
che verticale, sta convergendo verso<br />
quanto prescritto dalla legislazione vigente,<br />
Esistono tuttavia eccezioni e deroghe:<br />
alcune di esse sono legittime, come<br />
la segnaletica verticale nel Parco delle <strong>Alpi</strong><br />
<strong>Marittime</strong> – gialla e uniformata<br />
al confinante Parc du Mercantour –, altre<br />
sono frutto di una buona dose di fantasia<br />
da parte di chi è chiamato a realizzarle.<br />
Su alcuni sentieri meno frequentati,<br />
infine, resistono ancora le paline in legno<br />
pantografato e le vecchie tacche rosse, blu<br />
o gialle, utilizzate per la tracciatura alcuni<br />
decenni or sono.<br />
// SCORCIATOIE<br />
Le scorciatoie possono causare parecchi danni, sia all’ambiente che<br />
all’escursionista: velocizzano l’erosione del suolo da parte delle acque<br />
meteoriche, distruggono flora che potrebbe impiegare anni a ricrescere,<br />
complicano l’orientamento e l’individuazione del sentiero corretto, richiedono<br />
un dispendio maggiore di energie, sia in salita che in discesa. Tutto questo<br />
per guadagnare qualche minuto: non percorretele!
12<br />
// DESTRA E SINISTRA<br />
Quando non specificato diversamente, nelle descrizioni dei percorsi “destra” e<br />
“sinistra” sono riferite al senso di marcia. Dove indicato, è possibile ci si riferisca<br />
alla destra o sinistra idrografica di un vallone. In questo secondo caso,<br />
per esempio, la destra idrografica corrisponderà alla nostra destra una volta posti<br />
con la schiena rivolta alla sorgente del corso d'acqua, guardando nella direzione<br />
verso cui questo scorre.<br />
// TEMPI DI PERCORRENZA<br />
I tempi di percorrenza indicati si riferiscono a quelli per escursionisti medi,<br />
e non per assidui frequentatori dei sentieri di montagna. Sono calcolati<br />
con un apposito software a partire dalla traccia GPS, in modo da renderli<br />
il più possibili oggettivi e uniformi tra le varie escursioni. Si tratta sempre<br />
e comunque di tempi indicativi, che ciascuno potrà modificare in base al<br />
proprio allenamento e alle proprie capacità.<br />
// QUOTE<br />
Le quote sono prevalentemente tratte dalla cartografia di Fraternali Editore.<br />
Ove non presenti, nemmeno su altra cartografia disponibile, le quote sono<br />
ricavate con strumentazione satellitare (GPS), corretta con dati cartografici<br />
di elevazione. La misura delle quote è comunque soggetta a errore, e deve<br />
essere considerata indicativa.<br />
// SOCCORSO ALPINO<br />
Sui sentieri italiani, in caso di necessità, il numero telefonico da comporre è il 112,<br />
facente capo al centralino unico per le emergenze, al quale bisognerà specificare<br />
che stiamo richiedendo soccorso in montagna. A causa della possibile assenza<br />
di segnale in quota, c’è la possibilità che occorra spostarsi, anche di parecchio,<br />
per telefonare: se disponete di un ricevitore GPS, ricordatevi di segnare<br />
le coordinate del luogo in cui serve soccorso, e comunicatele alla centrale<br />
operativa. Nell’ipotesi che venga inviato l'elicottero per il soccorso, è<br />
fondamentale saper descrivere le condizioni meteo locali e individuare, se<br />
possibile, una zona per l'atterraggio lontana da cavi sospesi, ben visibile dall'alto<br />
e priva di ostacoli come alberi o pali in un raggio di 100 metri, preferibilmente<br />
sopraelevata e con fondo solido. Posizionatevi ai margini del luogo prescelto<br />
per l'atterraggio, con il vento alle spalle e le due braccia alzate verso il cielo,<br />
per indicare la necessità di soccorso.
LE PASSEGGIATE<br />
13<br />
Tetti Comba
14<br />
//01<br />
ANELLO<br />
DEL BANDITO E<br />
DELLE FARFALLE
Nel 2016 è stato inaugurato<br />
in Valle Gesso il breve ma suggestivo<br />
“Sentiero delle farfalle”, nel comune<br />
di Valdieri, all’ombra dell’imponente<br />
massiccio calcareo di Rocca<br />
San Giovanni-Saben, sede<br />
dell'omonima Riserva naturale.<br />
Qui negli anni passati era attiva una grande<br />
cava di ghiaia a cielo aperto: gli enormi gradoni<br />
dell’ex sito estrattivo Cementir, che ancora<br />
segnano le pareti rocciose, sono l’habitat<br />
d’elezione di Papilio alexanor, una rara e<br />
bellissima farfalla striata.<br />
Per salvarla dall’estinzione, le Aree protette<br />
delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> hanno promosso<br />
il recupero dell’area di cava, rendendola<br />
visitabile. Il Sentiero delle farfalle vero e proprio<br />
richiede circa mezz’ora di visita: per rendere<br />
l’escursione più interessante si procede<br />
sulle due sponde del torrente Gesso<br />
beneficiando della bella pista ciclabile.<br />
Si toccano così l’assolata frazione di Andonno,<br />
le famose Grotte del Bandito, antica dimora<br />
dell’orso delle caverne e oggi Riserva naturale,<br />
il capoluogo Valdieri, dove è d’obbligo<br />
una sosta per rifocillarsi e, infine, il breve<br />
ma suggestivo circuito dedicato ai lepidotteri.<br />
Facile e con un dislivello modestissimo,<br />
l’itinerario naturalistico e culturale può essere<br />
percorso a piedi o in mtb.<br />
← Inizio del Sentiero<br />
delle farfalle ai piedi<br />
della ex cava Cementir<br />
↑ All’interno del sito<br />
della ex cava Cementir<br />
↓ Farfalla della specie<br />
Papilio alexanor<br />
→ DAI DIAMANTI<br />
NON NASCE NIENTE,<br />
NELLE CAVE<br />
NASCONO I FIOR<br />
Papilio alexanor si trova<br />
ormai in pochi posti<br />
in Italia: ambita<br />
dai collezionisti, la farfalla<br />
è a rischio di estinzione.<br />
L’area dell’ex cava<br />
di calcare Cementir è<br />
particolarmente favorevole<br />
alla riproduzione di questa<br />
specie perché è calda,<br />
umida e soprattutto ricca<br />
di Ptychotis saxifraga,<br />
una piccola pianta che<br />
cresce sulle rocce del sito<br />
di estrazione e che è<br />
la preferita dai bruchi<br />
della farfalla.<br />
15
16<br />
→ LE GROTTE DEL BANDITO<br />
Quando è unica nel suo genere, ogni cosa<br />
diventa preziosa. È il caso delle piccole<br />
Grotte del Bandito: importanti perché unico<br />
sistema carsico della Valle Gesso.<br />
Qui sono stati ritrovati resti di Ursus<br />
spelaeus, l'antico orso delle caverne.<br />
Qui i valligiani hanno scavato a lungo<br />
in cerca di pagliuzze d'oro, e guadagnandosi<br />
la sinistra fama di “banditi”. Qui, sfruttando<br />
il clima stabile delle grotte, svernano<br />
colonie di Chirotteri, il cui letargo non va<br />
assolutamente disturbato, pena<br />
la morte dei pipistrelli. Qui vivono specie<br />
di invertebrati perfettamente adattati<br />
all'ambiente sotterraneo. Per il loro<br />
interesse naturalistico e archeologico,<br />
le Grotte del Bandito sono oggi una Riserva<br />
naturale ricompresa nel SIC IT1160056 “<strong>Alpi</strong><br />
<strong>Marittime</strong>”: esse sono sottoposte a tutela<br />
e l'accesso alle cavità è limitato.<br />
// 0 1<br />
ANELLO<br />
DEL BANDITO<br />
E DELLE FARFALLE<br />
T<br />
2:30/3:00 h<br />
+100/-100 m<br />
Chiesa di San Giovanni<br />
(747 m)<br />
Si parcheggia l’auto<br />
nel vasto spiazzo nei pressi<br />
della Cappella in rovina<br />
di San Giovanni, appena<br />
prima dell’abitato<br />
di Valdieri. Se si vuole evitare<br />
l’attraversamento<br />
della Provinciale, ci sono<br />
alcuni posti auto di fronte,<br />
proprio all’attacco<br />
del sentiero.<br />
// ITINERARIO<br />
Dalla bacheca di fronte alla cappella si imbocca a destra la strada bianca<br />
nella zona di cava in direzione Andonno (palina). Al primo bivio al piede dei<br />
gradoni si prende a destra (masso con tacca): il sentiero che arriva da Valdieri sarà<br />
quello utilizzato per il rientro. Si procede prima in salita poi scendendo di nuovo<br />
al livello della strada per risalire lungo un rio all’ombra di arbusti e castagni<br />
e quindi attraversare su sterrata in discesa fino alle prime case di Andonno,<br />
lasciandosi sulla sinistra la Cappella della Madonna del Gerbetto (punto acqua).<br />
Arrivati nella piazza della frazione di Andonno, si scende fino alla Provinciale, che<br />
si attraversa per raggiungere e attraversare a sua volta il ponte sul torrente Gesso.<br />
In breve si raggiunge l’ombrosa borgata di Tetto Bandito: qui inizia la ciclabile che<br />
si imbocca a destra per arrivare in breve all’ombra dell’incombente parete calcarea<br />
che cela le Grotte del Bandito. In primavera meglio non sostare troppo a lungo<br />
causa rischio di caduta massi. Si costeggia una sorta di spiaggia erbosa lungo<br />
il torrente Gesso e si risale in saliscendi verso la borgata di Cialombard.<br />
Si continua verso monte tra coltivi, pascoli e filari di frassini. In corrispondenza<br />
di un allevamento di trote si svolta a destra sul ponte per raggiungere in breve<br />
Valdieri. Si può approfittare della fontana detta “della Bela Rosìn” per dissetarsi<br />
davanti alla villa liberty sede delle Aree Protette delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> per poi risalire<br />
in direzione del municipio. Prima del municipio si svolta a destra in Via Umberto I,<br />
un balcone panoramico esposto a sud che si percorre fino alla tettoia che protegge
.<br />
ima<br />
sousa<br />
1673<br />
ce<br />
sousa<br />
31.<br />
.<br />
1116<br />
ri<br />
Va le<br />
.<br />
Tetti<br />
Capeta<br />
809<br />
ascinetta<br />
809<br />
876<br />
.<br />
1144<br />
1029<br />
.<br />
968<br />
d' Engai<br />
Scombes<br />
Colletto<br />
1670<br />
Cima<br />
Saben<br />
Valdieri<br />
860<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Cima<br />
Roccaston<br />
1382<br />
.<br />
1499<br />
Cava<br />
d`Ardesia<br />
1080<br />
. Riserva Naturale<br />
.1085<br />
Rocca San<br />
Giovanni Saben<br />
773<br />
Vallone Costasaler<br />
Vallone Formantinera<br />
1037<br />
797<br />
882<br />
.<br />
1476<br />
Rocca<br />
San Giovanni<br />
S.Bastiano<br />
Vallone Splaiera<br />
Necropoli<br />
.<br />
759<br />
.<br />
753<br />
.<br />
818<br />
Monte<br />
la Bastia<br />
1092<br />
.<br />
747<br />
S.Giovanni<br />
Punta<br />
la Sea<br />
S.P.22<br />
Comba dell` Infernetto<br />
852 .<br />
Il<br />
Castellazzo<br />
720<br />
C o s t a M a l a n c e<br />
760<br />
.<br />
Monfranco<br />
.<br />
1126<br />
731<br />
Tetti<br />
del Bandito<br />
Riserva Naturale<br />
Grotte del Bandito<br />
1081<br />
Panetto<br />
Tetti<br />
Monfranco<br />
Frazione Andonno<br />
.<br />
1084<br />
.<br />
943<br />
Tetti<br />
Barlotto<br />
Torrente Gesso<br />
Tetti<br />
del Sabione<br />
Monte<br />
Colognè<br />
.<br />
.753<br />
938 Tetti<br />
Tabanot<br />
Tetti<br />
871 Pion<br />
Tetti<br />
Quattino Tetto<br />
982 Brinda<br />
Tetti<br />
Crivella soprano<br />
.<br />
684<br />
V a l l e d i R o a s<br />
V a l l o n e S. B e r n a r d o<br />
. Barca<br />
Rocca<br />
S.Croce<br />
900<br />
→ UN CIMITERO Rocca PER VIP VECCHIO Vanciarampi<br />
1219<br />
. 1713<br />
La<br />
Bara Bianca<br />
DI MIGLIAIA . DI ANNI<br />
Tetti<br />
1276<br />
Taschet<br />
.<br />
Punta<br />
781<br />
1618<br />
La necropoli si Bec trova lungo la strada<br />
Rocciai<br />
Ghincia<br />
. 1347<br />
.1355<br />
vecchia per Valdieri, 1484 . all'interno<br />
Monte<br />
Passo<br />
.<br />
1266<br />
di una suggestiva conca<br />
Corno<br />
naturale alle pendici<br />
dei Giorsin<br />
della Rocca San Giovanni . e della 1850<br />
Punta Punta<br />
.<br />
.<br />
1505 di Giaime<br />
Saben, che ospitano la Riserva . naturale<br />
1556<br />
Rocce della<br />
Scregna<br />
Pironetto<br />
omonima. Alte pareti rocciose proteggono<br />
. .<br />
.<br />
.<br />
852<br />
1500<br />
1449<br />
1826<br />
il pianoro dalle fredde correnti<br />
881<br />
.<br />
. Puntasettentrionali<br />
della 1525<br />
1615<br />
1354 Splaiera<br />
Sede e favoriscono un clima caldo e secco,<br />
.<br />
Passo<br />
1634<br />
Parco S.Giovanni<br />
1669 Passo Prato<br />
con poche . .<br />
890 precipitazioni anche nei dimesi<br />
Costabella<br />
della Colla Passo 1521<br />
. 1345<br />
del Van<br />
invernali. È probabilmente per questi Punta Balmarossa<br />
1816<br />
motivi, oltre che per l'ottima posizione<br />
con vista sulla confluenza dei due rami<br />
del torrente Gesso, che nell'Età del Bronzo e<br />
del Ferro sono stati collocate in questo sito<br />
le tombe di alcuni personaggi importanti<br />
della comunità, forse capi o sacerdoti.<br />
Sono state rinvenute undici sepolture<br />
a incinerazione, un cenotafio e alcune fosse<br />
rituali: i molti reperti sono conservati<br />
nel museo nella piazza del municipio.<br />
PONTILE<br />
↑↑ Grotte del Bandito<br />
↑ Ricostruzione di capanna<br />
e fornace dell’Età del Bronzo<br />
presso la necropoli di Valdieri<br />
il sito della necropoli di Valdieri. Qui si svolta a sinistra e si imbocca il sentiero<br />
delle farfalle vero e proprio, dando la preferenza al ramo più interessante, quello<br />
che corre al piede della falesia. Seguendo le tacche bianche e rosse si raggiunge<br />
il sito della ex cava, dove in primavera ed estate si può osservare il lavorio<br />
degli insetti. Si procede verso est fino a che non si ritorna al punto di partenza.<br />
ISARD<br />
1157<br />
V a l<br />
92
18<br />
//02<br />
ANELLO<br />
DI MONTE<br />
MURÌN
Il percorso tocca due ariosi belvedere<br />
su Limone e sull’alta Val Vermenagna,<br />
← Dal belvedere<br />
↑ Indicazione per il belvedere<br />
di Roccia del Murìn<br />
↓ Panorama dalla Roccia<br />
del Murìn<br />
unendo le due frazioni abbandonate<br />
19<br />
di Tetti Veuva e Tetti Gallìn.<br />
Un’immersione nel verde e<br />
nella quiete a due passi dal centro<br />
di Limone.<br />
Panoramico anello su sterrato e sentiero<br />
consigliabile in primavera e in autunno,<br />
ma gradevole anche d'estate perché protetto<br />
per tre quarti dall’ombra dei boschi.<br />
Chi lo desidera può allungare l’itinerario e<br />
spingersi fino al colletto dell’Almellina,<br />
aumentando però l’impegno fisico e il tempo<br />
richiesti. La prima parte del percorso, appena<br />
a monte del complesso residenziale di Parco<br />
Murìn, è resa ancora più interessante<br />
dalla presenza di pannelli (installati nel 2016)<br />
che illustrano le principali essenze arboree<br />
e arbustive della zona, accompagnando<br />
le descrizioni con note di curiosità. Si imparano<br />
così a conoscere e distinguere le diverse specie<br />
di aceri e olmi, il sambuco nero, l’abete bianco<br />
e quello rosso, il pero corvino, le tamerici e<br />
si scopre che il pruno del Delfinato, da cui<br />
si ricavava un olio curativo per i reumatismi,<br />
il famigerato huile de marmottier, tradotto<br />
goffamente come “olio di marmotta”<br />
ha portato allo sterminio di parecchi animali<br />
per ricavarne inutili unguenti.<br />
→ LIMONE<br />
PIEMONTE, CHE<br />
STRANO NOME<br />
Limone deve la sua<br />
importanza al passo<br />
di Monte Cornio ovvero<br />
il Colle di Tenda, uno dei<br />
valichi più bassi dell’arco<br />
alpino, antichissima via<br />
marenga (ovvero “che<br />
porta al mare”) tra la<br />
Pianura Padana e la riviera<br />
ligure e francese. Per alcuni<br />
il nome della città deriva<br />
dal provenzale li mount,<br />
i monti; secondo altri<br />
deriva piuttosto dal greco<br />
antico leimon “luogo<br />
erboso, ricco di pascoli”:<br />
tutti concordano<br />
nell’affermare che il noto<br />
agrume divenuto simbolo<br />
della città non c’entri nulla.
20<br />
// ITINERARIO<br />
Si imbocca la strada asfaltata che sale verso il grande complesso residenziale<br />
(indicazioni in legno per Murìn – Tetti Veuva) fino a che l’asfaltata, nei pressi<br />
dei palazzi, non diventa una sterrata che stacca sulla sinistra e si inoltra subito<br />
nel bosco, dove i numerosi pannelli botanici invitano a brevi e interessanti<br />
soste. Continuando il cammino, al di sopra della strada si notano gli scheletri<br />
in cemento di due palazzi mai terminati e ormai inglobati dalla vegetazione.<br />
Passati i due ecomostri, la strada diventa sentiero: poche decine di metri<br />
dopo, vale la pena imboccare la deviazione sulla destra che in pochi minuti<br />
conduce a un roccioso belvedere affacciato su Limone e sulle cime circostanti.<br />
Si torna sui propri passi e si prosegue il cammino, prima all’ombra dei faggi<br />
e quindi in un bel vialetto di bosso, sempreverde dal legno molto resistente<br />
indicatissimo per i manici dei coltelli. Si raggiunge in breve la borgata<br />
disabitata di Tetto Veuva, dove si interrompono i pannelli dedicati alle piante<br />
locali: ci si consola con un secondo comodo belvedere, munito di panchina.<br />
Seguendo le indicazioni per Tetti Galìn e Colletto Almellina si procede<br />
in direzione sud-est fino a raggiungere il bivio Galìn/Murìn e Colletto Almellina/<br />
Cros (giro molto appagante, ma più lungo e faticoso). Si procede in piano<br />
per la frazione abbandonata di Tetti Galìn, che si raggiunge dopo poco.<br />
In primavera la fioritura dei ciliegi presso i resti delle case si fonde con il bianco<br />
delle vette più alte, illuminando l’aria. Il sentiero perde quota velocemente<br />
con una serie di tornanti prima in ambiente aperto, poi all’ombra di abeti<br />
e quindi di nuovo sotto a un bosco misto di latifoglie: numerosi, grandi e<br />
popolatissimi sono i formicai in questo tratto di percorso. Al bivio successivo<br />
si prende a destra e si passa sotto a una piccola falesia attrezzata (panchine)<br />
prima di ricongiungersi alla sterrata iniziale. Da qui si percorre l’ultimo tratto<br />
a ritroso per ritornare in breve al punto di partenza.
1577<br />
Colette<br />
1402<br />
20<br />
1051<br />
Casali<br />
Giocet<br />
onte<br />
ecchio<br />
1092<br />
San<br />
Maurizio<br />
1066<br />
.<br />
1077<br />
1188<br />
Tetti<br />
Veuva<br />
Roccia<br />
del Murin<br />
Bec<br />
Cucco<br />
.<br />
. Monte<br />
1320<br />
.<br />
Murin<br />
Tetti<br />
Galino<br />
Casali<br />
Brozer<br />
1432<br />
1596<br />
Bec<br />
Cornigion .<br />
1381<br />
1592<br />
Tetti<br />
Almellina<br />
1411<br />
Casali<br />
Braia<br />
1282<br />
Valle Armellina<br />
C<br />
M<br />
Miniera<br />
Ubaiet<br />
M<br />
Limone Piemonte<br />
1218<br />
Tetti<br />
Catalin<br />
Tetti<br />
Gigant<br />
Maira<br />
Mognin<br />
.<br />
Sant'<br />
Anna<br />
Limonetto<br />
1280<br />
1281<br />
Tetti<br />
Gianet<br />
1200<br />
Bragard<br />
.<br />
Tetti<br />
1300<br />
Ziton<br />
Tetti<br />
Gross<br />
SS20<br />
1419<br />
Quota<br />
1400<br />
.<br />
1294<br />
. 1195 .<br />
Tetti<br />
Biava<br />
1258<br />
1307<br />
Gherra<br />
San<br />
Pancrazio<br />
1048<br />
1220<br />
Tetti<br />
Maschetta<br />
.<br />
1483<br />
1518<br />
.<br />
Punta<br />
Buffe<br />
.<br />
1075<br />
La<br />
Grogia<br />
.<br />
1545<br />
.<br />
1174<br />
Casali<br />
Brick<br />
Fontana<br />
Borraccia<br />
1520<br />
1510<br />
Tetti<br />
Astegiani<br />
1179<br />
1144<br />
Casali<br />
Magher<br />
1448<br />
Maire<br />
Savoia<br />
1500<br />
1558<br />
.<br />
Rifugio<br />
Capanna<br />
Chiara<br />
Maire<br />
Rocca<br />
Rossa<br />
Bec 1485<br />
Castellaccio<br />
1631<br />
Lago<br />
.<br />
Il<br />
Crest<br />
.<br />
1851<br />
Secco 1651 .<br />
Limone (1035 m)<br />
Monte Bec<br />
1765 Alpetta Valletta<br />
Si consiglia di lasciare . l’auto<br />
1925<br />
in via Valleggia: subito dopo<br />
il sottopasso<br />
Lago<br />
ferroviario,<br />
Terrasole<br />
sulla destra 1776 accanto . al<br />
casotto che ripara i cassonetti<br />
ci sono alcuni posteggi<br />
gratuiti. L’escursione inizia<br />
dalla rampa asfaltata posta<br />
di fronte, che si alza dietro<br />
alla ferrovia verso le pendici<br />
del Monte Murìn e il massiccio<br />
complesso residenziale che si<br />
staglia alla sua base.<br />
Vallone Gherra<br />
// 0 2 San<br />
Giovanni<br />
1242 ANELLO<br />
1227<br />
DI MONTE<br />
MURÌN<br />
1330<br />
E<br />
2:00/2:30 h<br />
+210/-210 m ca.<br />
.<br />
1500<br />
21<br />
1959<br />
Vallone San<br />
F<br />
Tes<br />
Sa<br />
1661<br />
d<br />
→ Non ci sono punti acqua<br />
lungo il percorso.<br />
←← Panorama sugli impianti<br />
abbandonati del Cros e su Cima<br />
della Fascia<br />
←↑La Roccia del Murìn vista<br />
dal basso<br />
←↓ Tetto Galìn
22<br />
//03<br />
ANELLO<br />
DEL BOSCO<br />
BANDITO<br />
DI PALANFRÈ
Facile anello alla scoperta dei dintorni<br />
della bella frazione di Palanfrè,<br />
una manciata di baite in pietra<br />
← La borgata di Palanfrè<br />
↑ Faggeta, Palanfrè<br />
↓ Comitiva all'inizio<br />
del percorso, nel Vallone<br />
di Pianard<br />
arroccate a quasi 1400 metri di quota<br />
23<br />
ai margini di un grande anfiteatro<br />
erboso che si alza verso Costa<br />
Pianard. Palanfrè è la montagna<br />
dolce, amica: d’estate l’aria è percorsa<br />
da profumi d’erba, echi, scampanellii<br />
e richiami di animali in alpeggio.<br />
Abbandonata negli anni Settanta, dal 2002<br />
la borgata è tornata a vivere grazie alla famiglia<br />
Giordano, che anima la frazione con l’azienda<br />
agricola e la gestione del rifugio escursionistico<br />
L’Arbergh. Palanfrè si trova in una posizione<br />
a rischio per le valanghe. Per questo motivo,<br />
già dai primi anni del '700, ma probabilmente<br />
anche prima, era stato vietato (“bandito”)<br />
il taglio della faggeta a monte delle case:<br />
gli alberi facevano da paravalanghe naturale.<br />
I “Bandi Campestri” custoditi negli archivi<br />
del comune di Vernante, datati 1741, sono<br />
la prima testimonianza scritta dello stato<br />
di protezione cui era sottoposto il bosco.<br />
La faggeta, con una estensione di una decina<br />
di ettari, è toccata solo marginalmente<br />
dal percorso ad anello, che permette tuttavia<br />
di apprezzare alcuni degli alberi più grandi<br />
e antichi.
24<br />
→ I “GIGANTI” DI PALANFRÈ<br />
DESCRITTI DAL CERCATORE<br />
DI ALBERI TIZIANO FRATUS<br />
Così ritrae i faggi di Palanfrè uno che<br />
di piante straordinarie se ne intende,<br />
il “cercatore di alberi” e Homo radix Tiziano<br />
Fratus: “Spiando nel cuore interno<br />
[della faggeta di Palanfrè], si possono<br />
individuare decine di grandi esemplari,<br />
i tronchi scarabocchiati di umido.<br />
Il maggiore ha perso un grosso ramo<br />
alcuni inverni fa, a causa degli strappi<br />
di una tempesta invernale; si stima un’età<br />
prossima ai 300/350 anni, 495 centimetri<br />
la circonferenza. Un secondo faggio<br />
di 450 centimetri è addossato a un masso,<br />
quattro branche dai sei metri in su.<br />
Salendo, poco prima di uscire seguendo<br />
il sentiero che vira alla vostra destra<br />
nei prati, accostate una mezzaluna lignea<br />
di grossi faggi, l’ultimo dei quali è contorto,<br />
avvitato su sé stesso in senso orario:<br />
375 centimetri la pancia”.<br />
// 0 3<br />
ANELLO DEL BOSCO<br />
BANDITO<br />
DI PALANFRÈ<br />
E<br />
1:30 h ca.<br />
+215/-215 m<br />
Palanfrè (1379 m)<br />
Da Vernante al semaforo<br />
imboccare a destra<br />
la strada per la Val Grande<br />
e percorrerla ignorando<br />
il bivio sulla sinistra<br />
per Folchi fino a raggiungere<br />
la frazione di Palanfrè.<br />
Parcheggiare nel grande<br />
spiazzo asfaltato<br />
sulla destra, appena prima<br />
di raggiungere la parte<br />
superiore della borgata<br />
(divieto d’accesso ai non<br />
residenti).<br />
→ È possibile rifornirsi<br />
d’acqua alla fontana presso<br />
la chiesetta a monte<br />
del parcheggio.<br />
← Contorti “giganti grigi”<br />
del bosco bandito<br />
↑ La borgata di Palanfrè vista<br />
da sud, al termine dell’anello
Valera<br />
o<br />
.<br />
.<br />
2306<br />
Monte<br />
Pianard<br />
ua<br />
ne Cairas<br />
1759<br />
1876<br />
2439<br />
Plissè<br />
.<br />
Il Merà<br />
Rocca<br />
d`Orel<br />
Gias<br />
Pianard.<br />
1933<br />
2203.<br />
.<br />
Monte<br />
Garbella<br />
Bric<br />
dell`Olmo<br />
.<br />
2126<br />
2173 Colle<br />
della Garbella<br />
Costa di Pianard<br />
2306<br />
// . ITINERARIO<br />
Val Garbella<br />
.1897<br />
Pascariund<br />
Gias Garbella<br />
Costa Garbella<br />
Vallone del Sabbione<br />
La Valletta<br />
.<br />
1565.<br />
Gias<br />
del Chiot<br />
Costa del Colombo<br />
1891<br />
Monte<br />
la Croce<br />
.<br />
1958<br />
Gias<br />
Piàmiàn<br />
1479.<br />
Gias<br />
della<br />
Barma<br />
Stubietta<br />
1425<br />
.<br />
Vallone degli Alberghi<br />
1490<br />
.<br />
1504<br />
1372<br />
Tetti<br />
Paluret<br />
Tetto<br />
Fuet<br />
Palanfrè<br />
1205<br />
Costa Lausea<br />
Vallone Franco<br />
Piano<br />
Tetto<br />
Baru<br />
1170.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Bric<br />
Brusatà<br />
.<br />
1715<br />
2002<br />
della<br />
1161<br />
1070<br />
Vallone Grande<br />
Campaula<br />
.<br />
Reina<br />
Tetto<br />
Vertamun<br />
1400<br />
Tetto<br />
Folchi<br />
1025<br />
Gias<br />
Creusa Sottano<br />
.<br />
.<br />
1088<br />
Tetti<br />
Creusa<br />
1952<br />
Sul lato nord-ovest del parcheggio subito<br />
1642.<br />
a valle della parte superiore<br />
dell’abitato di Palanfrè (1379 m) si imbocca una pista sterrata nei pressi<br />
di una bacheca del Parco che Monte in breve conduce a un bivio. Si ignora il ramo<br />
Colombo<br />
di Gias destra Valera che conduce a Vernante . per la Via di Tèit e si imbocca il ramo<br />
Sottano<br />
1731<br />
di sinistra (tacche gialle) che inizia 2261 a salire . dolcemente in mezzo a noccioli<br />
1583<br />
.<br />
2238<br />
.<br />
e ciliegi selvatici. Appena fuori dall’arbusteto, sulle pendici del Monte Croce<br />
Passo<br />
2337<br />
Gias<br />
Monte<br />
.<br />
si scorgono della<br />
. dei torrioni di una curiosa roccia Vilazzo sedimentaria simile<br />
Guglielma<br />
2115<br />
1896.<br />
Monte Creusa<br />
a un cemento in cui siano rimaste incastrate delle pietre: è il conglomerato. .<br />
2170<br />
Ciotto Mien<br />
In questo tratto il sentiero risale verso 2384<br />
2228<br />
sud lungo il rio tra ginepri, salici, . rose<br />
Cima<br />
Lago<br />
canine, .<br />
Plisser sambuco rosso, betulle e maggiociondoli. VilazzoL’impluvio è anche 2378 il canale<br />
. 2318<br />
Cima della<br />
2039 .<br />
. 2224<br />
Passo di<br />
in cui si accumula una valanga Guglielma che spesso perdura fino a primavera inoltrata.<br />
Ciotto Mien<br />
Un tratto di salita più ripido porta ad attraversare il piccolo rio, passando<br />
sulla sua destra orografica, e a raggiungere i pascoli di Pianard. Il sentiero<br />
quindi spiana, piegando verso sinistra e, con percorso quasi a ritroso,<br />
si addentra in un boschetto di latifoglie. Si attraversa un ruscello che<br />
nella stagione calda è asciutto e si raggiunge la bandita vera e propria.<br />
Si scende ora abbastanza ripidi ai margini della splendida faggeta, passando<br />
a fianco di alberi secolari, almeno uno dei quali supera i 350 anni. Il sentiero<br />
sbocca su una mulattiera che si segue in discesa verso destra in direzione<br />
Palanfrè. Poco oltre, la mulattiera si immette su una strada sterrata, che anche<br />
in questo caso si segue verso destra, perdendo quota con un paio di tornanti.<br />
Al terzo tornante si lascia a destra la mulattiera per il Lago degli Alberghi e<br />
il Lago inferiore del Frisson e si prosegue verso sinistra. La sterrata si immette<br />
a sua volta su una stradina asfaltata che costeggia dal basso la bella borgata<br />
di Palanfrè per poi condurre alla piccola cappella della frazione e, da lì,<br />
al punto di partenza dell'itinerario.<br />
Vallone Valet<br />
1374<br />
1385<br />
25<br />
.<br />
1603<br />
Tetto<br />
Marun<br />
Passo<br />
Gioso<br />
Lagun<br />
Va<br />
C<br />
Gio<br />
.<br />
2073
26<br />
//04<br />
SENTIERO<br />
VALERIO<br />
TASSONE
Il Sentiero “Valerio Tassone” (SVT) è<br />
un bell'itinerario ad anello tracciato,<br />
segnalato e mantenuto da un gruppo<br />
di volontari di Robilante, decisi<br />
a ricordare un amico prematuramente<br />
scomparso in montagna.<br />
Inaugurato nel 2017, il percorso<br />
si sviluppa sulla sinistra orografica<br />
della Valle Vermenagna con partenza<br />
da Robilante.<br />
Lungo il percorso su comode sterrate e<br />
sentieri ben tracciati e ottimamente indicati<br />
(segnaletica arancione), si toccano numerose<br />
di vecchie borgate prima di raggiungere<br />
il favoloso belvedere della Madonnina<br />
della Luce – da dove lo sguardo spazia<br />
sul paese di Robilante e sulle colline bovesane,<br />
dal Prato del Soglio fino alla Bisalta – e<br />
la famosa dorsale prativa di Madonna<br />
delle Piagge. Si propone qui una versione<br />
dell’anello adatta a tutti, che evita la parte<br />
più impegnativa dell’itinerario, consigliata<br />
ad escursionisti esperti. Percorribile in ogni<br />
stagione, è particolarmente indicato<br />
in primavera e in autunno, per godere<br />
delle fioriture nei prati e dei colori di faggi e<br />
castagni in ottobre. Completa la proposta<br />
un breve ma interessante e curatissimo<br />
percorso di scoperta del bosco adatto ai più<br />
piccoli e consigliato per le famiglie che parte<br />
a poca distanza dal SVT.<br />
← Madonna delle Piagge<br />
↑ Fra i castagni, salendo verso<br />
Tetto Rascasso<br />
↓ Il pannello all’ingresso<br />
del percorso didattico “La magia<br />
del bosco” in località Balme<br />
→ LA MAGIA<br />
DEL BOSCO E I MUSEI<br />
DI ROBILANTE<br />
In via Balme un simpatico<br />
e piacevole percorso<br />
didattico lungo 1,5 km<br />
conduce alla scoperta<br />
del bosco e dei suoi<br />
abitanti. Il folletto Tatò<br />
insegna ai più piccoli<br />
come i nomi degli alberi,<br />
come si calcola la loro età e<br />
quali animali vivono<br />
nel bosco. Ancora, è<br />
possibile integrare<br />
l’escursione con la visita<br />
ai tre interessanti musei<br />
di Robilante: il Museo<br />
della Fisarmonica,<br />
il Museo del Suono e<br />
della Comunicazione e<br />
il Museo ferroviario<br />
(per info e orari:<br />
chiedere in Comune).<br />
27
28<br />
Vallone<br />
1064<br />
Valle di Roaschia<br />
ISARD<br />
Tabona<br />
V a l l o n e d e l l a F r e i d a<br />
Torrente Biale<br />
678<br />
Val Malanus<br />
Tetto<br />
Fornace<br />
763<br />
. .<br />
Tetto<br />
Monte<br />
Cherro<br />
dei Cros<br />
→ JORS DE ‘SNIVE<br />
// 0 4<br />
Tetti<br />
SENTIERO<br />
Giorgio Bertaina, meglio conosciuto in valle<br />
Brignola<br />
VALERIO 687 TASSONE<br />
Vermenagna con lo pseudonimo di Jòrs<br />
.<br />
684<br />
de 'Snive è nato il 24 aprile 1902 e ha<br />
E<br />
Tetto<br />
Fantino<br />
trascorso tutta la vita nella borgata di Snive, Tetti<br />
del Sabione 4:00/4:30 h Tetto<br />
in un soleggiato versante posto a 1200 metri<br />
Costa<br />
Tetto<br />
Ghibaud Tetto<br />
di quota, sotto la conca prativa<br />
Monte +740/-740 m<br />
Tonietto<br />
Colognè<br />
850 Tetto<br />
delle Piagge, nel Vallone Agnelli di Robilante.<br />
867<br />
.<br />
Fenere<br />
1157Robilante (686 m)<br />
Pastore, contadino e scultore autodidatta<br />
Colla<br />
Ruera<br />
lavorava prevalentemente con il coltello,<br />
Il sentiero 1091 ha inizio<br />
al pascolo o nei giorni d'inverno, bastoni e<br />
dal Museo della fisarmonica .<br />
.753<br />
1144<br />
di Robilante, in via Ghiglione<br />
gruppi scultorei. Jòrs de 'Snive intagliava<br />
n. 7: pochi metri Colletto prima Seuil .<br />
906<br />
il legno con uno stile unico il suo mondo:<br />
1135<br />
938 Tetti<br />
della chiesa, alla di Fantin rotonda,<br />
oltre agli animali domestici e selvatici ha Tabanot<br />
Tetto Rei<br />
svoltare a destra in Tetto via Rive<br />
Tetti<br />
1105<br />
ritratto famiglie di frazionisti, ballerini e<br />
871 Pion Ghiglione e parcheggiare<br />
Tetto<br />
Tetto Prefetto<br />
suonatori di musiche tradizionali. Jòrs<br />
poco più<br />
Gheina<br />
avanti sul lato<br />
Tetti<br />
S.Rocco<br />
Quattino Tetto<br />
Tetto Tetto<br />
regalava le sue opere: un centinaio di sculture<br />
destro della strada (prestare<br />
982 Brinda<br />
Noriola Chiotti 1216<br />
attenzione al disco orario).<br />
sono oggi custodite presso molte famiglie<br />
Tetti Punto . acqua presso<br />
803<br />
dei dintorni. Anche se oggi a Snive rimangono Crivella soprano 922 il posteggio. In alternativa Tetto<br />
solo pietre e ricordi, lamiere arrugginite e<br />
si Roaschia può lasciare l'auto Franchini<br />
1073 .<br />
travi anneriti dal fumo e dal tempo, se è vero in piazza Marconi.<br />
Tetto<br />
che “chi lascia una traccia non muore per Punta<br />
883.<br />
Muni 951<br />
Rocciaia<br />
davvero” anche se Jòrs de 'Snive è morto<br />
Tetto<br />
. 1347<br />
. Peire<br />
Tetti Monte<br />
il 26 settembre 1976, non se n’è mai andato.<br />
Virotta Sottana<br />
1266 Casternaud .883<br />
. 1289<br />
Tetti<br />
1037 Virotta 1350<br />
Soprana<br />
.<br />
Pironetto<br />
.<br />
Punta<br />
// ITINERARIO<br />
1449<br />
della Riva<br />
Si prosegue su via Ghiglione per circa 100 Colla la<br />
. m, quindi si svolta a sinistra (cartello<br />
1357<br />
1634 .<br />
Busunera<br />
1204<br />
SVT) imboccando lo stretto vicolo adiacente all’antico mulino del paese. .<br />
1521<br />
Punta<br />
La strada diventa sterrata e dopo 200 m (palina) si imbocca Baral il sentiero in salita<br />
Punta<br />
1763<br />
nel bosco di castagni. Il saliscendi tocca diverse borgate (“tetti” . nella parlata Culet<br />
. Punta<br />
1714<br />
.<br />
locale): tetto Valla, Gaia, Frega sottano e soprano, del Van Martinas, Casot del Bosch<br />
1417<br />
1972<br />
Puma, Adreit e Violetta, superando diversi rii 1922 e cascatelle Monte e raggiungendo<br />
Monte<br />
1826<br />
Testa Balur<br />
infine, dopo un ultimo passaggio in faggeta, .<br />
.<br />
Passo della tetto 1952 Rescasso (fontana e primo 1829<br />
1588<br />
.<br />
dei percorsi di rientro). Con un po’ di attenzione<br />
Passera<br />
si può scoprire una bella<br />
Rifugio Balur<br />
1177 .<br />
Monte<br />
Monte<br />
crocifissione datata 1789 di Jors Boneto, pittore Guardiola di Paesana, . che Boneto Testas ha<br />
1988<br />
lasciato in diverse vallate cuneesi pregevoli affreschi. Si tralascia 1951 la stradina<br />
che conduce a tetto Snive e si segue il sentiero che si addentra Passo nella “Bandita<br />
del<br />
Violetta” (così chiamata perché, con una legge emanata il 20 Canton giugno 1877,<br />
era stato bandito il taglio dei faggi che proteggevano la strada e la valle<br />
sottostante dalle valanghe). Dopo circa 750 m di cammino, il panorama si apre<br />
su Monte Vecchio, Bric Castea e Bec Baral. Si traversa a destra fino al pilone<br />
votivo di Snive, dal quale lo sguardo spazia su Bussaia, Punta dell’Aiera e<br />
Servatun. Dal pilone in breve si raggiunge il minuscolo laghetto delle Piagge<br />
Vallone di Brignola<br />
Rio la Sieia<br />
Colognè<br />
Vallone<br />
Te<br />
Av<br />
Vallone di B<br />
T<br />
Lom<br />
M<br />
Ma<br />
Co<br />
Vallone Ciapusa
Tetto<br />
Cressi<br />
tti<br />
ena<br />
Pian della .<br />
959 . Reina<br />
964<br />
1082<br />
1028<br />
.<br />
980<br />
Tetto 1004<br />
Centin<br />
Bric<br />
.<br />
di Vola<br />
1034 .<br />
1450 Monte<br />
Tetto<br />
Pena<br />
Massa<br />
Soprano<br />
1065<br />
1442<br />
1113 .<br />
Punta<br />
Ciuchè<br />
1188<br />
. Bec . 1336 1354<br />
della<br />
Ciapera<br />
Colla .<br />
. Giorgia<br />
1288 Grande<br />
1366<br />
1451<br />
.<br />
Cherro<br />
rignola<br />
etto<br />
bardo<br />
Tetto<br />
Beloimo<br />
1152<br />
.<br />
820<br />
Tetto<br />
Gore<br />
1028<br />
onte 1032<br />
luna<br />
Vallone Biale<br />
.<br />
sta del Liret<br />
1041<br />
Tetto<br />
Limbo<br />
.<br />
.<br />
Punta<br />
del Brusà<br />
1114<br />
706<br />
1271<br />
Vallone Bartiulet<br />
Bandita di Vola<br />
914<br />
790<br />
Vallone Cressi<br />
Monte<br />
Plunea<br />
Tetto<br />
Goderie<br />
Mori<br />
Tetto<br />
Cioma<br />
Tetto<br />
Griva<br />
1395<br />
Colla di<br />
Monte Cala<br />
1170<br />
.<br />
Serra Saraiundo<br />
1276<br />
.<br />
1390<br />
713<br />
Tetto<br />
Noeiti<br />
Colla<br />
Guderie<br />
1306<br />
Battista<br />
Massa<br />
Punta<br />
Roccarina<br />
.<br />
823<br />
927<br />
.1164<br />
Tetto<br />
Firens<br />
Madonna<br />
delle Piagge<br />
Tetto<br />
Catinas<br />
Tetto<br />
Massa<br />
.<br />
.<br />
872<br />
Pilone<br />
Cioma<br />
1033<br />
961<br />
Vallone Cialancie<br />
1191<br />
1235<br />
951<br />
Tetto<br />
Sordello<br />
Tetto<br />
Bonassera<br />
Tetti<br />
Sariund<br />
Tetto<br />
Carasun<br />
Tetti<br />
Cërsè<br />
Truc<br />
Castel<br />
.<br />
.<br />
972<br />
.<br />
Tetto<br />
964 Lessibel<br />
1184<br />
766<br />
1159<br />
Bandita Violetta<br />
Tetto<br />
Snive<br />
817<br />
Tetto<br />
Sella<br />
Tetto<br />
Rescasso<br />
Tetto 968<br />
Violetta<br />
1156<br />
1266<br />
Vallone Bralongia<br />
954<br />
.<br />
S.Giacomo<br />
955<br />
798<br />
Tetto<br />
Rola<br />
750<br />
. 991<br />
.<br />
664<br />
813 .<br />
Tetto<br />
Giop<br />
Tetto<br />
Centin<br />
Mundèt<br />
Robilante<br />
Tetto<br />
Nebbia<br />
915<br />
Vallone Bralongia<br />
.<br />
678<br />
1039<br />
Tetto<br />
Cuca<br />
903<br />
842<br />
Sutan<br />
Costa Croce Coltura<br />
Tetto<br />
Cascina<br />
Tetto<br />
Piulot<br />
←← Madonna delle Piagge<br />
← Scultura dedicata a Notu<br />
Tetto<br />
Sunadour Neuf presso il Museo<br />
989<br />
della Fisarmonica, insieme<br />
a Jors de ’Snive 910<br />
Tetto . figura simbolo<br />
di Robilante1039<br />
Tetto<br />
Fussa<br />
Carlet<br />
1202<br />
Pignuna<br />
.<br />
727<br />
Rocca<br />
Molere<br />
755<br />
Tetti<br />
Serre<br />
Tetto<br />
Freddo<br />
Torrente Vermenagna<br />
707<br />
735<br />
Tetto<br />
Barberis<br />
Tetto<br />
Sitoa<br />
Vallone Secco<br />
.<br />
792<br />
.<br />
Tetto<br />
Pettavino<br />
Sottano<br />
.<br />
.<br />
Truc<br />
Murgiun<br />
Tetto<br />
Giudice<br />
Monte<br />
. Bianco<br />
1209<br />
761<br />
755<br />
866<br />
823<br />
858<br />
936<br />
812<br />
.<br />
Vallone<br />
SS 20<br />
Tetto<br />
Ruinas<br />
865<br />
Tetto<br />
Bepdin<br />
726<br />
883<br />
Tetto<br />
Caminet<br />
803<br />
857<br />
Tetto<br />
Grosso<br />
770<br />
870<br />
Tetto<br />
Verdura<br />
Tetto<br />
Boschi<br />
Tetto<br />
Giop<br />
Vermanera<br />
Tetto<br />
Marsola<br />
818<br />
T<br />
S<br />
Te<br />
Mal<br />
Tetto<br />
Pettavi<br />
Sopran<br />
940<br />
Valle Pettavino<br />
1300 Colla di<br />
Prarosso<br />
Vernante<br />
Tetti<br />
Punta<br />
.1351<br />
Seculèe<br />
Tetti<br />
Tetti Goderie<br />
1067<br />
Pertus<br />
e, con Prarosso percorso leggermente più impegnativo, la Madonnina della Luce<br />
851<br />
(panchina.<br />
gigante stile “Big 1399.<br />
Bench” e splendido punto panoramico visibile Tetto<br />
1719<br />
1314<br />
Tetti 916.<br />
Rumesin<br />
anche di notte dalla piana cuneese per via di una Tettiluce alimentata<br />
Marghee<br />
Sufranin da pannelli<br />
Büseia<br />
solari). Con facile discesa si raggiunge la piana delle Piagge con la sua bella<br />
chiesetta, dove si imbocca il secondo percorso di rientro. Si attraversa il prato<br />
in discesa in direzione nord e si imbocca il sentiero, poi sterrata, nel bosco,<br />
scendendo tralasciando ogni diverticolo laterale superando Tetto Fantino,<br />
Tetto Lessibel e Tetto Casto, dove ci si ricongiunge con il tracciato originale<br />
appena prima di rientrare in paese.<br />
.<br />
T<br />
del C<br />
.<br />
966<br />
1021<br />
114<br />
d<br />
103
30<br />
//05<br />
ANELLO<br />
DEL BRIC<br />
BERCIASSA
Bell’anello molto vario e panoramico,<br />
consigliabile anche con le racchette<br />
da neve, con affacci mozzafiato<br />
← Verso l'alta Val Vermenagna<br />
↑ Panorama da Bric Berciassa<br />
sulla Bisalta innevata<br />
sulla pianura cuneese e sull’arco<br />
alpino, dalla Rocca dell’Abisso<br />
31<br />
al Monte Rosa. Il percorso si svolge<br />
quasi interamente su strade sterrate<br />
e su sentiero, con l’unica eccezione<br />
dell’ultimo tratto in piano su strada<br />
asfaltata poco frequentata.<br />
Tra gli ambienti più suggestivi e di pregio che<br />
si incontrano lungo il percorso, ci sono<br />
splendidi castagneti da frutto – una specie<br />
di incrocio fra un bosco e un giardino. Balza<br />
agli occhi il contrasto fra il bosco curato,<br />
i castagneti abbandonati, l’aspetto intricato<br />
dei cedui di castagno e le tristi piantumazioni<br />
di abeti, frutto della poco astuta politica<br />
di estirpare i castagni per sostituirli con abeti<br />
in funzione della vicina cartiera. Come tutti<br />
gli ambienti intensamente vissuti e coltivati<br />
fino a tempi molto recenti, il percorso è<br />
costellato dai segni di una vivace e devota<br />
comunità – muretti e ricoveri in pietra a secco,<br />
edicole votive, pietre di confine. Chissà quanti<br />
sapranno notare, fra il Colle Bercia e il Pilone<br />
della Battaglia, la curiosa pietra di confine<br />
a base triangolare con incise le iniziali<br />
dei tre comuni di cui segna il punto di incontro:<br />
Roccavione, Robilante e Boves.<br />
→ UN PILONE<br />
PER RICORDARE<br />
UN ANTICO SCONTRO<br />
Ubicato nella frazione<br />
del Malandré, il Pilone<br />
della Battaglia ricorda<br />
un episodio del conflitto<br />
tra il Marchese di Saluzzo,<br />
Tommaso I, e le truppe<br />
di Carlo d’Angiò cui<br />
il marchese si era ribellato.<br />
Mentre l’esercito angioino<br />
tenta il rientro in Provenza<br />
per la Valle Vermenagna,<br />
viene accerchiato<br />
nei pressi di Roccavione<br />
dalle forze della Lega<br />
imperiale e il 10<br />
novembre 1275 si tiene<br />
un’aspra battaglia.<br />
Il combattimento si svolge<br />
nella stretta piana tra<br />
Roccavione e Imperiale:<br />
le forze angioine, la cui<br />
cavalleria non riesce<br />
a manovrare in un luogo<br />
così angusto, sono<br />
duramente sconfitte e<br />
i soldati presi prigionieri.
32<br />
→ UN BUCO<br />
PER NASCONDERE I PIEDI<br />
Presso il Bec Berciassa si apre il cosiddetto<br />
Garb d'la Reina o Rana Jana,<br />
una spaccatura nella roccia profonda<br />
qualche metro legata alla leggendaria<br />
figura della regina Giovanna I d'Angiò.<br />
Qui, al contrario delle vicine Valli Gesso<br />
e Stura, dove la Reina Jana è ricordata<br />
come una dama benevola protettrice<br />
del suo popolo, Giovanna incarna<br />
al contrario l’essere demoniaco<br />
delle leggende medievali. Si racconta<br />
infatti che in viaggio da Napoli verso<br />
la Provenza, la regina si stabilì nei pressi<br />
del Bric Berciassa. Di lì a poco venne<br />
una pestilenza, interpretata dagli abitanti<br />
del luogo come un castigo divino<br />
per la presenza della peccatrice. Il popolo<br />
pregò Giovanna di andarsene. La regina<br />
acconsentì, ma in cambio pretese un paio<br />
di scarpe e fu allora, quando estrasse<br />
i piedi dalla frattura, che si scoprì il suo<br />
terribile segreto: la regina aveva<br />
delle zampe di gallina perché era<br />
una strega.<br />
// 0 5<br />
ANELLO DEL BRIC<br />
BERCIASSA<br />
E<br />
3:30/4:00 h<br />
+650/-650 m<br />
Tetto Sales (643 m)<br />
Da Cuneo seguire<br />
per Boves – Fontanelle.<br />
Alla rotonda al termine<br />
del rettilineo di Fontanelle,<br />
imboccare Via Provinciale<br />
di Boves (seconda uscita)<br />
e, alla successiva rotonda,<br />
imboccare la seconda uscita<br />
per Roccavione centro.<br />
Al bivio prendere a sinistra<br />
la strada che passa sotto<br />
al cavalcavia della strada<br />
a scorrimento veloce<br />
della Val Vermenagna e<br />
quindi svoltare a destra<br />
in direzione di Tetto Sales.<br />
Parcheggio lungo la strada<br />
nei pressi della frazione.<br />
// ITINERARIO<br />
Da Tetto Sales seguire le indicazioni per Bric Berciassa, iniziando a salire lungo<br />
la sterrata in un castagneto. Si raggiunge un bivio segnalato, proseguendo<br />
a sinistra. Si oltrepassa Tetto Patacino: la strada diventa sentiero e sale ripida verso<br />
il Pilone dell’Arnostia, posto su un panoramico cocuzzolo da cui la vista spazia<br />
dalla Rocca dell’Abisso al Monte Rosa. Ritornati al colletto, si prende sulla sinistra<br />
il sentiero in leggera salita, seguendo il filo della dorsale. Con alcuni saliscendi<br />
si raggiunge la panoramica cima del Bric Berciassa (961 m), segnalata da un curioso<br />
pilone di vetta dedicato a Santa Maria. Si comincia a scendere passando accanto<br />
alla voragine del Garb della Reina per poi continuare in saliscendi attraverso<br />
boschi misti di noccioli e aceri e tratti rimboschiti a conifere. All’unico bivio (palina<br />
N45/12) si segue la traccia a sinistra in salita. Si raggiunge in discesa il Colle Bercia<br />
(906 m), dove si trova un pilone votivo molto rovinato. Da qui si imbocca la traccia<br />
in salita seminascosta dietro al pilone, che sale ripidissima lungo il filo del versante<br />
per poi raggiungere in leggera discesa un ampio colletto. Da qui si prosegue dritti su<br />
di un ripido pendio rimboschito (i resti di un artigianale impianto di risalita dentro
.<br />
.<br />
37<br />
771<br />
vione<br />
706<br />
Bandita di Vola<br />
Tetto<br />
Massa<br />
Soprano<br />
914<br />
790<br />
.<br />
1082<br />
655<br />
Monte<br />
Cuccetto<br />
.<br />
1002<br />
Vallone Cressi<br />
Tetto<br />
Cioma<br />
Tetto<br />
Griva<br />
.<br />
Bric<br />
di Vola<br />
.<br />
1450<br />
Tetto<br />
Mori<br />
Pian della<br />
959 Reina<br />
Fiume Gesso<br />
Tetto Sales<br />
Tetti<br />
Giordana<br />
1028<br />
713<br />
Tetto<br />
Noeiti<br />
Tetto 1004<br />
Centin<br />
Monte<br />
Pena<br />
1442<br />
.<br />
.<br />
La Dormiosa<br />
671<br />
Tetto<br />
Battista<br />
Massa<br />
Punta<br />
Roccarina<br />
.<br />
Pilone<br />
Cioma<br />
1033<br />
980<br />
823<br />
927<br />
622<br />
791<br />
SS20<br />
961<br />
Vallone Cialancie<br />
Tetto<br />
Massa<br />
Truc<br />
Castel<br />
.<br />
872<br />
Tetto 964<br />
Firens<br />
.<br />
972<br />
.<br />
Tetto<br />
Lessibel<br />
1159<br />
.<br />
San<br />
Dalmazzo<br />
658<br />
Tetto<br />
Sella<br />
.<br />
Tetto 684<br />
Grillo<br />
645<br />
808<br />
. 662<br />
Tetto<br />
Bric Mala<br />
Berciassa<br />
905<br />
Pilone<br />
Arnostia<br />
665<br />
Tetto<br />
Giulia<br />
Tetto<br />
Pian Sottano<br />
653<br />
766<br />
817<br />
798<br />
614<br />
750<br />
.<br />
664<br />
Abbadia<br />
Tetto<br />
Giop<br />
956<br />
.735<br />
Tetto<br />
Cascina<br />
.<br />
Robilante<br />
678<br />
792<br />
Tetto<br />
Pignuna<br />
Colle<br />
Bercia<br />
727<br />
.<br />
620 683<br />
San<br />
Giovanni<br />
903<br />
722<br />
880<br />
Tetto<br />
Freddo<br />
Tetto<br />
Mattia<br />
.<br />
707<br />
735<br />
981<br />
887<br />
761<br />
Tetto<br />
Barberis<br />
.<br />
866<br />
792<br />
.<br />
803<br />
.<br />
803<br />
766<br />
Colletto<br />
Ramonda<br />
965<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Località<br />
Pasturone<br />
. Truc<br />
Murgnie<br />
865<br />
Tetto<br />
Bepdin<br />
726<br />
883<br />
Tetto<br />
Caminet<br />
857<br />
770<br />
870<br />
728<br />
669<br />
Tetto<br />
Grendi<br />
804<br />
Tetto<br />
Verdura<br />
755<br />
← Il primo Tetto castagneto curato<br />
che si incontra Sitoa lungo il percorso<br />
858<br />
↑ Panorama da Bric . Berciassa<br />
sulla pianura in primavera<br />
. 729<br />
Tetto<br />
Ariou<br />
Tetto<br />
Oliva<br />
860<br />
.<br />
940<br />
Tetto<br />
Splun<br />
1021<br />
.<br />
910<br />
Tetto<br />
Malizia<br />
Sant<br />
Anton<br />
.<br />
.<br />
76<br />
957<br />
B<br />
C<br />
de<br />
1100<br />
1<br />
a un piccolo casotto a lato del sentiero rivelano come qualche decennio fa questo<br />
pendio fosse usato per una casereccia pratica dello sci) fino a raggiungere una<br />
spianata e, di lì a poco, prendendo a sinistra, il Pilone della Battaglia. Si prosegue<br />
nuovamente in discesa fino a una selletta dove c’è un crocevia di sentieri. Qui si<br />
segue con una curva a gomito la traccia non segnalata in leggera salita in direzione<br />
ovest, tralasciando quello quasi parallelo che va al Pilone San Sebastiano.<br />
La traccia segnata di nuovo in bianco-rosso taglia il versante in un bosco di conifere<br />
fino a incrociare la strada sterrata che si imbocca a sinistra in discesa. Si tiene<br />
la destra a un primo bivio in corrispondenza di un tornante e si continua<br />
a scendere. Dopo alcune svolte, a un cartello di attenzione alle mine si prende<br />
a destra pressoché in piano in direzione di una borgata in corso di ristrutturazione<br />
(aprile 2018). La strada si fa sentiero e ben presto ci si ritrova ad attraversare un bel<br />
castagneto raggiungendo Tetto Cin Bianc. Da qui, sempre in discesa si raggiunge<br />
la zona mineraria e si attraversa la strada di servizio per proseguire in discesa fino<br />
a che la strada non diventa asfaltata nei pressi di Tetti Noisa. Si segue la strada<br />
asfaltata in direzione Roccavione fino a tornare al punto di partenza.
34<br />
//06<br />
ANELLO<br />
DI BRIC<br />
DELLA CROCE
Percorso ad anello piuttosto lungo e<br />
impegnativo, ma anche panoramico<br />
e di soddisfazione, che si svolge<br />
sulle pendici della Bisalta, sui versanti<br />
di Boves e Peveragno.<br />
Partendo da Castellar di Boves<br />
si raggiungono alcune belle borgate<br />
scartate dagli itinerari abituali<br />
percorrendo il piacevole tracciato<br />
di “via Grima”, antica strada che<br />
collegava il Piemonte alla Provenza,<br />
sulla quale pare sia transitato<br />
addirittura Napoleone Bonaparte<br />
in marcia dal Colle di Tenda verso<br />
il Monregalese.<br />
L'itinerario raggiunge il Colle Bercia e<br />
si sfiora Fontana Cappa per coronare la gita<br />
con la conquista di un dente roccioso<br />
dai molti nomi: Bric della Croce, Bric Croè o,<br />
più semplicemente, il Rucàs per la gente<br />
del posto. Tra castagneti da frutto, ampie<br />
radure, ripidi valloncelli e spettacolari<br />
mezzacosta all’ombra di faggi e betulle,<br />
il percorso è vario e non annoia. Consigliabile<br />
in particolare in primavera e in autunno,<br />
in assenza di neve può essere una valida<br />
proposta anche per un’escursione invernale.<br />
La discesa riserva delle sorprese: nella val<br />
Fredda sono ancora visibili le tracce<br />
dell’estrazione dell’uranio, iniziata nel<br />
dopoguerra e costata la vita a molti minatori.<br />
← Salendo nel castagneto verso<br />
Tetto Battaglia<br />
↑ Forno di Tetti Fenera<br />
→→ Ingresso di una delle miniere<br />
di uranio<br />
→→→ Maschio di capriolo a Prati<br />
Sagnàs<br />
→ LE MINIERE<br />
D’URANIO<br />
DELLA BISALTA<br />
La prima a scoprire<br />
la radioattività cuneese<br />
è stata il premio nobel<br />
Marie Curie. Nel 1949,<br />
la Montecatini acquistò la<br />
concessione della Bisalta.<br />
Un cantiere venne aperto<br />
in Val Fredda e dal 1950<br />
iniziò l'estrazione.<br />
Per dieci anni la miniera<br />
funzionò a pieno regime.<br />
Esaurito il filone<br />
estrattivo, la Montecatini<br />
annunciò la chiusura<br />
nel 1951, definitiva<br />
nel 1962. Oggi l’ingresso<br />
della miniera è<br />
evidenziato dai cartelli<br />
firmati dal meccanico<br />
della miniera Andrea<br />
Castellino, unico<br />
superstite di tutti<br />
i lavoratori, morti<br />
per patologie legate<br />
all’esposizione<br />
al materiale radioattivo.<br />
35
36<br />
→ BISALTA: LA MONTAGNA DI CUNEO<br />
Il profilo del Monviso è inconfondibile e imponente, ma per i cuneesi<br />
la montagna di casa resta sempre la Bisalta, protesa sulla pianura come<br />
la prua di una nave o – a detta di alcuni – come il posteriore di un drago che<br />
alla pianura dà le spalle. Montagna abbastanza vicina per far parte del campo<br />
visivo e della vita di ciascuno, ma già sufficientemente lontana per diventare<br />
oggetto di storie, leggende, misteri. A partire dal nome: Bis-alta, cioè due<br />
volte alta per le due cime o bi-saltus, cioè doppio avvallamento come risulta<br />
spostandone la visione di pochi chilometri? Una montagna, due avvallamenti,<br />
tre punte. Numeri magici per chi è propenso a crederci. Secondo la leggenda,<br />
in origine la Bisalta aveva una punta sola. In una bella notte di luna piena<br />
un montanaro stava cercando di rientrare alla sua baita in Bisalta, ubriaco dopo<br />
una serata all’osteria del paese. Continuava a cadere e rotolare bestemmiando<br />
contro la montagna che gli nascondeva la luna, alla cui luce avrebbe potuto<br />
procedere con speditezza. All’ennesima imprecazione, comparve il diavolo che<br />
si offrì di fargli luce in cambio della sua anima. Il montanaro accettò e il diavolo,<br />
con un semplice gesto, tagliò una fetta di montagna e la luna riapparve.<br />
Ma il montanaro non sapeva scrivere e così, quando il diavolo gli sottopose,<br />
per la firma, il contratto di cessione dell’anima, appose la croce di fronte<br />
alla quale il povero diavolo si diede alla fuga con la sua fetta di montagna.<br />
// ITINERARIO<br />
Si prende la sterrata in salita non segnata che sale nel castagneto (tralasciare<br />
bivio sulla destra pochi metri dopo la partenza). Si raggiunge Tetto Battaglia e<br />
si prosegue sul sentiero nel fitto bosco di castagni. Un traverso verso destra riporta<br />
all’interno del bosco prima di sfociare tra gli spazi aperti e le belle case dei Tetti<br />
Comba. Appena oltre, si abbandona la sterrata e, nei pressi di un segnale stradale<br />
di divieto si svolta a destra (tacche gialle) su via Grima. Il percorso continua<br />
in piano tra boschi di castagni e betulle, mantenendo la destra a un bivio.<br />
Si lasciano sulla sinistra alcune case e il forno della borgata. Nei pressi dei ruderi<br />
di Tetto Battaia (punto acqua), si trascura il bivio a destra e si costeggiano i resti<br />
della frazione a monte. Il percorso prosegue in piano fino a una seconda croce<br />
in legno, nei pressi dei tralicci dell’alta tensione. Seguendo le tacche gialle ci si<br />
inoltra nel fitto bosco di latifoglie. Più avanti la stradina si restringe, riprende<br />
a salire e, svoltando verso sinistra, conduce in un tratto privo di alberi (Prati Sagnàs).
1562<br />
723<br />
.<br />
ta<br />
ard<br />
2 .<br />
.<br />
etto<br />
ame 720<br />
la<br />
9<br />
Tetto<br />
Merlot<br />
2 726 744<br />
Tetto<br />
Marcionda<br />
Tetto<br />
a Lana<br />
844<br />
schi<br />
888<br />
8<br />
net<br />
etto<br />
reta<br />
sot<br />
ardie"<br />
nis<br />
1076<br />
635<br />
Tetti<br />
Meni<br />
758<br />
Tetto<br />
Larcia<br />
San<br />
Giacomo<br />
Tetto<br />
Isabella<br />
954<br />
Tetto<br />
Grosso<br />
Truc<br />
la Croce<br />
1116 .<br />
Gianet<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
1054 .<br />
Cima<br />
Bercia<br />
. 1253<br />
1338.<br />
.<br />
.<br />
Bric<br />
// 0Sor 6 Magior<br />
. 1081<br />
ANELLO . DI BRIC<br />
.<br />
1191 DELLA CROCE<br />
Cima<br />
Croce .<br />
1267<br />
1151<br />
.<br />
E<br />
Sella<br />
Artondù<br />
4:00/4:30 h<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Peiron<br />
Bric<br />
Carleret<br />
.<br />
1432 Cima<br />
1018<br />
Giasetto<br />
1677<br />
Si continua il percorso mantenendo .<br />
la sinistra a un bivio, si attraversano due .<br />
1549<br />
.<br />
1394<br />
impluvi, infine con una ripida 1454 rampa si raggiunge Colle Bercia, dove si prosegue<br />
1569<br />
verso<br />
1091.<br />
sinistra (est), con alcuni lunghi tornanti. 2080 . Poco<br />
2257<br />
prima di raggiungere Gias Fontana Pravinè<br />
1687 Sottano<br />
Cappa (a 10' di Exdistanza), Rifugio si lascia la sterrata<br />
Bec Rosso<br />
in piano per un ripido sentiero<br />
Garb 1403 .<br />
1500<br />
a sinistra 1913<br />
. che conduce in breve alla vetta del Monte Croce o Rucàs. Ripreso<br />
1282<br />
il sentiero si raggiunge un traliccio: svoltando a destra si entra per un breve<br />
Madonna<br />
2262.<br />
tratto nel vallone dei Pini di Peveragno, ignorando poco dopo una sterrata che risale<br />
1565<br />
1723<br />
a Fontana Cappa. Svoltando ora verso sinistra (nord), si giunge<br />
1979<br />
a Tetti Ser, dove<br />
Gias Sot<br />
1451<br />
si svolta Giasa sinistra. Mantenendo la sinistra anche al bivio successivo, si<br />
Ceresole<br />
Bric<br />
Gias Giraud<br />
raggiungono 1524 in discesa Tetto Cava e Tetti Fenera. La 2403strada scende nella Val 1839<br />
Costa<br />
Fredda, Passodove si notano 1529 i resti di un ingresso delle cave di uranio della Bisalta.<br />
Ceresole<br />
Rossa<br />
Si arriva quindi al Colletto di San Giovenale, dove si imbocca la sterrata<br />
sulla sinistra nel bosco. Svoltando ancora a sinistra al fondo si imbocca l'asfaltata<br />
di via Tetti Molettino, percorrendone qualche centinaio di metri fino alla strada<br />
per Castellar, che si segue fino al parcheggio.<br />
Buscajè<br />
Tetto<br />
Boerla<br />
Castellar<br />
870<br />
1624<br />
758<br />
658<br />
642<br />
Tetto<br />
Mol<br />
917<br />
1008<br />
648<br />
Tetto<br />
Miclas<br />
Costabella<br />
664<br />
Tetto<br />
Linda<br />
Tetto<br />
Barale<br />
1051<br />
1043<br />
Torrente Colla<br />
674<br />
Tetto<br />
Pol<br />
Tetto<br />
Marro<br />
Baudine<br />
1189<br />
619<br />
Rivoira<br />
636<br />
Tetto .<br />
Lisot 651<br />
706<br />
724<br />
757<br />
806<br />
855<br />
Minet<br />
995 1100<br />
Valle Cialangie<br />
Rio Colla<br />
Tetto<br />
Vuria<br />
685<br />
Cascina<br />
Giovan<br />
739<br />
Tetto Truc<br />
881 Ramosi<br />
Sciolla<br />
Frange<br />
Tetto<br />
Cumba<br />
826 1012<br />
1185<br />
793<br />
842<br />
Colletto<br />
923<br />
938<br />
928<br />
1241<br />
Colle<br />
Bercia<br />
Madami<br />
800<br />
Croce<br />
Romana<br />
1054<br />
Tetto<br />
Cava<br />
893 . 941<br />
793 Tetto Barano<br />
Fenera<br />
978<br />
Val Fredda<br />
1083<br />
1276<br />
702<br />
891<br />
1492<br />
Cima<br />
di Sieis<br />
Pian la Soglia<br />
901<br />
654<br />
Costa Raviola<br />
1616<br />
689<br />
1014<br />
Case<br />
Ser<br />
.<br />
1424<br />
705<br />
Tetto<br />
Barale<br />
.<br />
867<br />
667<br />
Costa Pantas<br />
1901.<br />
632<br />
San<br />
Giovenale<br />
Grima<br />
821<br />
.<br />
1431<br />
1402<br />
Fontana<br />
Cappa<br />
Vallone Ravlada<br />
. .<br />
Tetti<br />
Marro<br />
Tetto<br />
della Notte<br />
Madonna<br />
dei Boschi<br />
695<br />
Castellar 1781 di . Boves Testa(718 m)<br />
delle .<br />
Si 1786 parcheggia . Gore la macchina 1464<br />
Chiesetta<br />
nello spiazzo degli alpinidel vallone .<br />
Sergent (cartello), 500 m<br />
1532<br />
dopo il cartello che Gias indica<br />
Pusin<br />
la frazione di Castellar<br />
di Boves Monte<br />
. sulla sinistra.<br />
Besimauda<br />
2231<br />
.<br />
(Bisalta)<br />
1616 1925<br />
2156<br />
656<br />
721<br />
759<br />
Tetti Verdiola<br />
Soprani<br />
802<br />
918<br />
801 Tetti<br />
Eretta<br />
828<br />
Bric<br />
Filosa<br />
915 1021<br />
Taddeo<br />
Tre Becchi<br />
Rio Josina dell'Eretta<br />
936<br />
Gorgia Ser<br />
1589<br />
684<br />
+760/-760 m<br />
Vallone Croeusa<br />
734<br />
Gorgia Lampion<br />
Vallone Sot<br />
1602<br />
785<br />
1467<br />
Sep<br />
Gorgia della Galleria<br />
644<br />
717 .<br />
Truc<br />
Rame<br />
.<br />
.<br />
911<br />
. 1465<br />
Groppo del<br />
1330<br />
Gias Pravinè<br />
Soprano<br />
1819<br />
912<br />
Vallone del Sabot<br />
1386<br />
656<br />
Te<br />
L<br />
1239<br />
Bric<br />
della Cia<br />
Serra Barmetta<br />
Gorgia Gireaud<br />
Tavio<br />
37<br />
Valle Salto dell`Asino<br />
Gias Mo<br />
. 1632<br />
Cima<br />
Pravin<br />
Vallone Prav
38<br />
//07<br />
ANELLO<br />
DELLA VIA<br />
DELLE BORGATE
Un percorso ad anello di media<br />
montagna su sentiero e strade<br />
sterrate generalmente ben segnalato<br />
che attraversa alcune suggestive<br />
borgate della Valle Pesio: alcune<br />
abbandonate, altre ristrutturate<br />
e abitate – tutte testimoni di come<br />
un tempo non molto lontano si<br />
potesse vivere in equilibrio sull’alpe,<br />
interpretando al meglio la morfologia<br />
dei versanti per evitare le valanghe,<br />
utilizzando i punti acqua disponibili<br />
e sfruttando le materie prime<br />
disponibili in loco.<br />
In primavera, l’itinerario permette di godere<br />
delle splendide fioriture dei ciliegi selvatici<br />
che fanno da controcanto alla neve sulle vette<br />
più alte, in autunno i boschi si accendono dei<br />
magnifici colori di faggi e castagni. In inverno<br />
l’anello è percorribile con le racchette da<br />
neve e in ogni stagione offre a camminatori e<br />
ciaspolatori bellissimi panorami sulla Bisalta<br />
e su Bric Costarossa. Attraversando le borgate<br />
è possibile notare il sapiente uso degli spazi<br />
degli alpigiaini che hanno costruivano in modo<br />
da sfruttare al meglio il calore e la luce del sole<br />
(cui le case rivolgono il lato lungo), al riparo<br />
delle valanghe e vicino a fonti d’acqua.<br />
← La splendida borgata<br />
di Tetti Baudinet<br />
↑ L’edificio principale<br />
di borgata Castel<br />
↓ La Cappella dell’Olocco<br />
→ LA CAPPELLA<br />
DELL’OLOCCO<br />
La cappella è stata edificata<br />
sullo spartiacque fra<br />
le valli Pesio ed Ellero<br />
in sostituzione di un pilone<br />
votivo del 1700 che<br />
ospitava una statua<br />
miracolosa della Madonna.<br />
L’edificio è citato anche<br />
con il nome di Santa Maria<br />
Assunta, ma per i chiusani<br />
è conosciuto con il nome<br />
di “pilone dell’Olocco”.<br />
Il termine “olocco” deriva<br />
probabilmente dalla parola<br />
dialettale ulùc, che indica<br />
l’allocco, un rapace<br />
notturno facile da udire<br />
nelle notti primaverili con<br />
i suoi versi normalmente<br />
e ingiustamente associati<br />
a cattivi auspici.<br />
39
← Panorama da borgata<br />
Baudinet<br />
↑ Nella faggeta finale<br />
→↑ Il forno di borgata Castel<br />
→↓ Tetti Fuggìn, la prima<br />
delle borgate che si incontrano<br />
// ITINERARIO<br />
Dalla Cappella dell’Olocco si imbocca il sentiero in discesa in direzione di borgata<br />
Fuggìn (palina). Superati due impluvi, un comodo mezzacosta conduce alle case,<br />
che si attraversano per imboccare in discesa la sterrata di accesso alla borgata,<br />
per poi prendere, dopo circa 150 m, il sentiero che si stacca in salita sulla sinistra.<br />
Prestando attenzione a non perdere le tracce, qui non molto evidenti, si attraversa<br />
in direzione sud est un castagneto e si raggiunge la borgata Nonetta. Passando<br />
sotto alle case, il sentiero attraversa due rii su ponticelli in legno e si immette<br />
su una sterrata. Scesi (a destra) lungo la carrareccia per poche decine di metri,<br />
si svolta a sinistra sul sentiero per Tetti Mauri che rientra nel castagneto, lascia<br />
una mulattiera a sinistra, attraversa i ruderi di Tetti Biroe e infine si incunea<br />
in uno stretto valloncello per uscirne nei pressi di Tetti Castel, cui si giunge<br />
con un breve tratto pianeggiante. Trascurata la via diretta per Tetti Baudinet,<br />
si scende la pista sterrata di accesso alla borgata per immettersi su un’altra<br />
sterrata che si segue verso sinistra fino a Tetti Rumanìn. Si prosegue attraverso<br />
un pendio invaso da giovani frassini fino alla grande borgata in rovina di Tetti<br />
Mauri. Da qui, si raggiunge la strada sterrata e la si imbocca a sinistra in salita dopo<br />
un ponticello. Si prende quota dolcemente e, trascurato il bivio sulla destra<br />
per Borgata Colletto, si prosegue fino a raggiungere la borgata di Baudinet,<br />
su un poggio assolato e panoramico. Si sale quindi lungo il costone prativo<br />
con due ampie svolte che portano alle Stalle Baudinet (punto acqua). Lasciati<br />
gli edifici in pietra sulla destra, il sentiero si porta a sinistra di un lunghissimo<br />
muretto a secco e sale ripido nel ceduo di faggio. La salita prosegue lungo<br />
il crinale, seguendo il sentiero principale. Quando questo piega deciso a sinistra<br />
(nord) finalmente spiana e prosegue in saliscendi tagliando scoscesi pendii fino<br />
alla strada asfaltata, che si imbocca a sinistra in discesa per il rientro.
etto<br />
asas<br />
.889<br />
4<br />
Tetti<br />
aban<br />
lla<br />
ell'Oy<br />
836<br />
Costa<br />
.<br />
800<br />
Tetti<br />
Turtu<br />
Tetto<br />
Rugè<br />
.<br />
la Serra<br />
erra della Piastra<br />
806<br />
Tetti<br />
Teresia<br />
705<br />
Cascina<br />
Barona<br />
726<br />
805<br />
Tetto<br />
Cagne<br />
686<br />
686<br />
Vigna<br />
762<br />
. Monte<br />
Morondo<br />
1013 .<br />
742<br />
680<br />
Stalle<br />
Cappella dell'Olocco<br />
Gambera<br />
Sottana<br />
784<br />
Borgata<br />
Fiolera<br />
762<br />
Castel<br />
873<br />
Colletto<br />
828<br />
968<br />
.<br />
Rocca<br />
1030<br />
S.Bartolomeo<br />
Baussalina<br />
752<br />
1104 .<br />
1063<br />
822<br />
. 1232<br />
Lavandin Rocca Luchin<br />
857<br />
857<br />
856<br />
etti<br />
acül<br />
.<br />
866<br />
1042<br />
. 783 Giassetto<br />
etto 865<br />
ianotto<br />
1048<br />
.<br />
843<br />
Terre<br />
Prà da Turta<br />
806 .<br />
.<br />
1038<br />
1228<br />
cina<br />
1125<br />
reria Cascina<br />
Tumbarel<br />
S.Paolo<br />
. 1052<br />
S.Bruno<br />
868<br />
sa<br />
io<br />
1284<br />
3<br />
. 970<br />
872<br />
SP42<br />
662<br />
892<br />
879<br />
.<br />
923<br />
1075<br />
Tetti<br />
Stalle<br />
Fuggin Rivoira<br />
917 Tetti<br />
Fidè<br />
Tetto<br />
844.<br />
Nonetta<br />
898 1199<br />
Tetti<br />
Biroe<br />
Borgata<br />
Baudinet<br />
903<br />
985<br />
1115<br />
1225<br />
.<br />
del Bagel<br />
867<br />
Vallone dei Mauri<br />
Vallone Cavalet<br />
989<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Case<br />
Marte<br />
974<br />
Tetti<br />
Maurizio<br />
1049<br />
1135<br />
1317<br />
.<br />
Testa<br />
della Struna<br />
.<br />
.<br />
1447<br />
939.<br />
1052.<br />
Stalle<br />
Pian Garac<br />
Gias Mascarone<br />
Sottano<br />
Gias Mascarone<br />
di Mezzo<br />
1429<br />
915<br />
Lurisia<br />
870<br />
Stalle<br />
del Re<br />
1034<br />
Costa Serra Lunga<br />
Vallone di San Bruno<br />
1548<br />
. 793<br />
762<br />
Case<br />
Valcocca<br />
Rocca<br />
Soprana<br />
.<br />
. 1462<br />
1284<br />
1251<br />
1459<br />
//07<br />
Tregs<br />
VIA DELLE BORGATE<br />
1450<br />
. Roccelle<br />
soprane<br />
.<br />
1264<br />
E<br />
Zucco Alto<br />
1362<br />
Case<br />
Ciordello<br />
810<br />
+430/-430 m<br />
Monte<br />
Pigna<br />
Cappella 1761 . dell’Olocco (985m)<br />
Da Chiusa di Pesio risalire<br />
1582 la Valle Pesio fino<br />
lla frazione Vigna:<br />
Ponte<br />
all’ingresso della borgata<br />
del sale<br />
si svolta a sinistra<br />
976 .<br />
su una minuscola stradina<br />
(bacheca di legno) che<br />
. 1644<br />
attraversa un nucleo<br />
di case per La inerpicarsi ripida<br />
Gardiola<br />
e stretta 1884 alla Cappella<br />
dell'Olocco. Alcuni posti auto<br />
disponibili nei pressi.<br />
1749 1814 .<br />
1655<br />
744<br />
Gias<br />
703<br />
717<br />
La<br />
Ciavera<br />
822<br />
Rio degli Asili<br />
1503<br />
3:00/3:30 h<br />
Mascarone<br />
Gardiola<br />
1055<br />
Costa Mascarone<br />
. → della L’ “integrale”<br />
Crösa<br />
Ponte Murato .<br />
della “Via delle Borgate”<br />
comprenderebbe anche<br />
il tratto iniziale (da percorrere<br />
sia all’andata che al ritorno)<br />
che collega il Colle del Morté<br />
con la Cappella dell’Olocco,<br />
una lunga cavalcata lungo<br />
la displuviale tra le valli Ellero<br />
e Pesio, che negli ultimi anni<br />
ha perso un po’ di interesse<br />
a causa dell'apertura di piste<br />
forestali. Rimane in ogni caso<br />
un’opportunità a disposizione<br />
per chi volesse allungare<br />
il giro.<br />
.<br />
Rio di Valcocca<br />
Stalle<br />
Cussa<br />
722<br />
1217<br />
Baita<br />
Monte Pigna<br />
Maciap<br />
.<br />
983<br />
.<br />
1005<br />
911<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
872<br />
Il<br />
Brichet<br />
1219<br />
Pera<br />
Riunda<br />
41<br />
Roccelle<br />
Sottane<br />
Torrente Ellero<br />
Rif<br />
Loc. P<br />
Roto<br />
132<br />
Casa<br />
del sale<br />
989<br />
1068<br />
1167<br />
11<br />
B<br />
Borgo
42<br />
//08<br />
ANELLO<br />
DELLA<br />
ROCCARINA
Facile anello immerso nel verde,<br />
consigliato a piedi nelle mezze<br />
stagioni o con le racchette da neve<br />
quando l'innevamento lo consente.<br />
Vario e panoramico, offre i suoi<br />
scorci migliori sulle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong><br />
dai ruderi della Grangia del Castellar,<br />
primo nucleo certosino in Valle Pesio,<br />
antecedente alla costruzione<br />
della Certosa.<br />
Poco più a valle della Grangia del Castellar,<br />
un comodo modo per gustarsi le vette dell’alta<br />
valle è farlo seduti sulla grande panchina<br />
viola che si incontra lungo il percorso. L’anello<br />
culmina sulla cima del poggio dove sorgono<br />
i resti della sorprendente palazzina di caccia<br />
ottocentesca di Mombrisone. I ruderi lasciano<br />
solo intuire l’originalità e l’antico splendore<br />
del castello, un tempo rivestito in pietra<br />
scalpellata e in marmo. Lungo il cammino<br />
si incontra il piccolo specchio d'acqua<br />
della Peschiera, interessante da un punto di<br />
vista naturalistico soprattutto all'inizio della<br />
primavera, quando gli anfibi lo scelgono come<br />
luogo per l'accoppiamento e la deposizione<br />
delle uova. Il prato dell’area attrezzata della<br />
Roccarina, i resti di una fornace a calce e<br />
il vicino villaggio archeodidattico completano<br />
i punti di interesse di questo breve ma<br />
appagante itinerario, sempre ben segnalato.<br />
← La Grangia del Castellar<br />
↑ Lungo il sentiero: panorama<br />
sulle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong><br />
↓ Il villaggio acheodidattico<br />
“Flamulasca”<br />
→ IL PARCO<br />
ARCHEODIDATTICO<br />
Il parco archeodidattico<br />
nasce a integrazione<br />
della sezione archeologica<br />
del Museo “Giuseppe<br />
Avena”. La vita preistorica<br />
viene illustrata attraverso<br />
la ricostruzione della parte<br />
di un villaggio dell'Età<br />
del Bronzo finale (XII-VIII<br />
sec. a.C.) dedicata<br />
alle attività manifatturiere.<br />
In questa ricostruzione<br />
troviamo la tettoia<br />
per la metallurgia,<br />
una grossa capanna per<br />
la lavorazione di metalli,<br />
ossa e corna, una capanna<br />
di dimensioni minori<br />
per la lavorazione<br />
della terracotta, un vasca<br />
per l'argilla e una fornace<br />
per la terracotta.<br />
43
44<br />
// ITINERARIO<br />
Si imbocca in salita la sterrata chiusa dalla sbarra, dopo un centinaio<br />
di metri si gira a sinistra e si raggiunge in breve il parco archeodidattico<br />
della Roccarina. Si prosegue in salita per la Grangia del Castellar e al bivio<br />
immediatamente successivo si svolta a destra in direzione Roccarina<br />
per raggiungere i resti della grangia, da dove il panorama è magnifico.<br />
Tornati sui propri passi, al bivio si prosegue ora dritti in direzione Mombrisone/<br />
Peschiere. Raggiunto un trivio, si procede dritti verso la colorata panchina<br />
gigante per una pausa. Si tralasciano quindi le due sterrate di destra e<br />
di centro e si svolta perentoriamente a sinistra seguendo per Mombrisone e<br />
attraversando un bel bosco di castagni. Oltrepassata una villa bianca si giunge<br />
a un trivio, dove si procede a sinistra. La sterrata diventa un sentiero che,<br />
alternando tratti ripidi e pianeggianti, in breve conduce a un bivio: a destra<br />
si raggiungono i ruderi della chiesa di S. Andrea, procedendo dritti si attraversa<br />
un bosco di conifere e faggi per giungere ai piedi del poggio di Mombrisone.<br />
Si prosegue dritti, tralasciando a destra la sterrata che conduce a una cascina<br />
e a sinistra il sentiero che si inoltra nella faggeta per salire decisi al castello,<br />
punto più alto del percorso (700 m). Si scende nella faggeta seguendo<br />
la sterrata e al bivio si svolta decisamente verso destra. Giunti a una sbarra,<br />
si procede in direzione Chiusa/Certosa/Peschiere fino a uno spiazzo<br />
con un manufatto in lamiera sulla sinistra. Si trascura la sterrata a destra,<br />
chiusa da una sbarra, e ci si inoltra sul sentiero per Peschiere/Peveragno che,<br />
con una ripida ma breve discesa conduce alla sterrata sottostante.<br />
Qui si procede verso sinistra raggiungendo in breve il piccolo specchio d’acqua<br />
che si costeggia lasciandolo sulla sinistra per continuare sulla sterrata ora<br />
in leggera salita. Giunti a un quadrivio si svolta a sinistra verso Chiusa/Certosa/<br />
Roccarina. L’ampia sterrata conduce alla panchina gigante: da qui si ripercorre<br />
in senso inverso l’itinerario fino al parcheggio.
li<br />
679<br />
.<br />
.<br />
Poggio<br />
Terre Carle<br />
974<br />
.<br />
.<br />
Monte<br />
Fallonio<br />
. 699<br />
846<br />
.<br />
Poggio<br />
Castelvecchio<br />
rin<br />
.<br />
Tetti<br />
Busca<br />
625<br />
ntefallonio<br />
620<br />
569<br />
602<br />
Tetti<br />
Capperoni<br />
560<br />
585<br />
Case<br />
Fornace<br />
Case 630<br />
Madonnia<br />
693<br />
888<br />
Tetto<br />
Brignone<br />
.<br />
Cascina<br />
Nuova<br />
. 567<br />
575<br />
. 564<br />
581<br />
Cascina<br />
. 594<br />
Colombo<br />
700<br />
. Babezza<br />
Bric<br />
620<br />
. 689 Castello<br />
Mombrisone 725.<br />
622<br />
832<br />
.<br />
811 . Bric<br />
Cavaliere<br />
Cascina<br />
Marro<br />
Piancampo<br />
la Serra<br />
Costa<br />
.<br />
605<br />
Cascina<br />
Peschiera<br />
608<br />
723<br />
.<br />
686<br />
Rio Gironda<br />
Tetto Pulu<br />
689<br />
552 .<br />
Roccarina<br />
644<br />
780<br />
945<br />
825<br />
Scauret<br />
→ IL CASTELLO DI MOMBRISONE 686<br />
725<br />
Borgata<br />
ti Il Cavalier Giuseppe 776 Rovina Avena era un vero<br />
a<br />
.<br />
643<br />
etti “boss” Pradeboni locale: era proprietario . della<br />
860<br />
ossi<br />
686<br />
Certosa, Garroda lui trasformata in 805stabilimento<br />
9<br />
886<br />
Tetto<br />
idroterapico, Bric<br />
della Biasas fabbrica di vetri e<br />
Fusare<br />
.889<br />
cristalli<br />
Tetto<br />
ori . di Chiusa Pesio e di numerosi<br />
1047 Bric Bluva<br />
Cagne<br />
.<br />
686<br />
terreni. Nel<br />
008<br />
10111840 fece costruire<br />
662<br />
alla sommità<br />
943<br />
del poggio di Mombrisone<br />
.934<br />
1014<br />
una La originale palazzina Tetti di caccia 671<br />
Truna<br />
Caban<br />
in stile<br />
Tetti<br />
neoclassico immersa in un grande<br />
Ciot 812<br />
806<br />
cche 1075<br />
.<br />
olente “giardino inglese”. Gradinate, marmi, Gambera<br />
.<br />
Sottana<br />
lucernari, stucchi, dipinti 784<br />
Vigna con scene<br />
680<br />
di caccia: l’edificio a pianta ottagonale era<br />
un piccolo gioiello dove ricevere gli amici<br />
godendo di un magnifico panorama sulle<br />
<strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>. Negli ultimi anni il Comune,<br />
divenuto proprietario dell’area, ha avviato<br />
un progetto di recupero della struttura.<br />
Ravere<br />
Serra della Piastra<br />
722<br />
634<br />
602<br />
613<br />
Stalle<br />
Cappella<br />
dell'Olocco<br />
879<br />
923<br />
555<br />
.<br />
710<br />
Castello<br />
Mirabello<br />
.<br />
Case<br />
Regna<br />
714<br />
.<br />
.<br />
Monte<br />
Cavanero<br />
596<br />
Chiusa di Pesio<br />
Monte<br />
Rossetto<br />
791 .<br />
696<br />
.<br />
Possibilità di parcheggio<br />
939.<br />
985<br />
974<br />
in uno slargo sterrato<br />
sulla destra della provinciale<br />
Stalle<br />
Chiusa-Certosa, del Re<br />
1049<br />
300 metri<br />
.<br />
1034<br />
la sede del Parco naturale del<br />
Marguareis e una cinquantina<br />
di metri prima della chiesa di<br />
S. Anna (dal parcheggio parte<br />
una strada sterrata chiusa da<br />
una sbarra ed è ben evidente<br />
la presenza di un pannello<br />
esplicativo del Parco).<br />
.<br />
Case<br />
Fuggin<br />
Marte 915<br />
867 Tetti<br />
Maurizio<br />
870<br />
Monte<br />
Baudinet<br />
726 .<br />
Case<br />
Paolo Re<br />
758<br />
.<br />
Case<br />
Candeile<br />
787<br />
Fantino<br />
574<br />
637 601<br />
854<br />
698<br />
664<br />
674<br />
Cascina<br />
Testa<br />
Frati 618<br />
di Radeschi<br />
.<br />
817<br />
Tetto<br />
Blotta<br />
626<br />
Cascina Tetto .<br />
Piagna Pastorello 866<br />
// . 0 8<br />
789<br />
641<br />
ANELLO<br />
.<br />
DELLA ROCCARINA<br />
Bric Terme di<br />
E di Adent Lurisia<br />
989 .<br />
744<br />
1:30/2:00 h<br />
Testa<br />
+200/-200 della Struna<br />
Case m ca. .<br />
Vallone del Bagel<br />
S. Anna (600 m)<br />
Case<br />
Gola<br />
775<br />
Se<br />
650<br />
Seccatoio<br />
Il Moriaro<br />
703<br />
747<br />
711<br />
686<br />
717<br />
678<br />
76.<br />
Colle<br />
del Mortè<br />
45<br />
. 6<br />
Case<br />
Ciordello<br />
810<br />
La<br />
Ciavera<br />
822<br />
.<br />
→ Anello percorribile anche in<br />
inverno con racchette da neve.<br />
←←← Ruderi della Grangia<br />
del Castellar<br />
←←↑ Il Laghetto delle Peschiere<br />
←←↓ La “Big Bench” installata<br />
a cura dell’associazione locale<br />
“Gira e Tuira”<br />
← Il Castello di Mombrisone<br />
in veste invernale
46<br />
//09<br />
ANELLO<br />
DELLA VIA<br />
DEL SALE
Breve passeggiata nel cuore<br />
della Valle Ellero lungo l’antica Via<br />
del Sale che collegava la pianura<br />
← Un tratto dell’itinerario<br />
conclusivo<br />
↑ Scorcio in prossimità<br />
della Casa del Sale<br />
piemontese con la riviera ligure.<br />
Secondo alcuni studiosi tale itinerario<br />
47<br />
seguiva a sua volta la cosiddetta<br />
Via Pompeia, voluta e realizzata<br />
nel corso del I secolo a. C. dal Console<br />
Pompeo Stabone per mettere<br />
in relazione le attuali cittadine di Alba<br />
e di Albenga.<br />
La proposta escursionistica qui presentata<br />
si svolge quindi su fondo lastricato/erboso<br />
prima e su asfalto poi, sfruttando al ritorno<br />
la recente carrozzabile diretta a Pian Marchisio<br />
e da qui alla testata della valle. Consigliato<br />
pressoché in tutte le stagioni, l’itinerario ben<br />
si addice anche per il periodo estivo:<br />
nonostante la quota modesta, infatti, gran<br />
parte del percorso si snoda sotto il fresco<br />
abbraccio boschivo ai margini del torrente<br />
Ellero, garantendo un tuffo rigenerante<br />
nella natura più incontaminata. Le diverse aree<br />
attrezzate toccate dal sentiero consentono<br />
inoltre a ciascun fruitore di regalarsi una pausa<br />
ristorativa all’aria aperta perfetta per tutta<br />
la famiglia. Nel cuore di Rastello e in località<br />
Casa del Sale, infine, sono presenti appositi<br />
punti acqua.<br />
→ L’ANTICA VIA<br />
DEL SALE<br />
Il fondo lastricato<br />
irregolare incontrato<br />
lungo l’itinerario, sarebbe<br />
riconducibile secondo<br />
alcuni al cosiddetto “opus<br />
rude” romano,<br />
una pavimentazione<br />
di lastroni quadrangolari<br />
di calcare o selce<br />
dalle giunture non<br />
perfette, voluto in loco<br />
dal Console Gneo Pompeo<br />
Strabone nel I secolo a. C.<br />
per collegare Alba<br />
Pompeia (l’attuale<br />
Alba) e Alba Ingauna<br />
(Albenga). Storicamente<br />
più accreditato, invece,<br />
l’utilizzo di questo stesso<br />
collegamento tra il XVI<br />
e il XVII secolo quale<br />
“Via del Sale” tra<br />
il Piemonte e la <strong>Liguri</strong>a,<br />
con trasporti e commerci<br />
di sale, vino, olio e farina.
48<br />
// ITINERARIO<br />
Incamminarsi sulla rotabile asfaltata che si inoltra nel cuore della borgata,<br />
tralasciando a destra l’itinerario diretto verso il Rifugio Mondovì. Costeggiare<br />
alcune abitazioni e la Chiesa di San Martino, quindi, al fondo del centro<br />
abitato, imboccare la mulattiera che si stacca sulla sinistra. Proseguire<br />
sul facile camminamento che attraversa pressoché in pianura un vecchio<br />
castagneto da frutto e costeggiare il torrente Ellero fino ad incrociare<br />
una sterrata anch’essa proveniente da Rastello. Attraversare quest’ultima e<br />
continuare sulla mulattiera, ora dal fondo lastricato, che persiste ad inoltrarsi<br />
nel bosco misto. Prendere quota gradualmente per mezzo di strappi un poco<br />
più pronunciati e superare un pendio franoso (apposita cartellonistica), oltre<br />
il quale si raggiunge una verde area attrezzata su cui sorgono caratteristiche<br />
rocce montonate. Procedere ancora sull’itinerario che ritorna a costeggiare<br />
il torrente, trascurare le indicazioni a destra per il Gorgo dei Tigli (al di là<br />
del ponte una traccia conduce alla strada asfaltata usata per il ritorno), quindi<br />
sfociare sulla mulattiera inerbita che si muove in direzione sud consentendo<br />
un bel colpo d’occhio sui contrafforti più elevati della Valle Ellero. Oltrepassare<br />
l’indicazione della vecchia Casa del Sale (cartellonistica fissa) e proseguire<br />
ancora sul tracciato fino a raggiungere l’amena radura verdeggiante che<br />
si apre a monte del Ponte della Casa del Sale (0h 50’-1h 00’ dalla partenza).<br />
Svoltare quindi a destra, in discesa, lungo la rotabile asfaltata superando<br />
il torrente Ellero prima e l’area attrezzata Maciap poi e continuare<br />
sulla strada che percorre la sinistra idrografica della valle tra faggete e<br />
castagneti. Dopo alcune belle abitazioni recentemente ristrutturate, ignorare<br />
a sinistra due differenti diramazioni laterali private. Raggiungere infine il ponte<br />
terminale sull’Ellero che conduce a Rastello e ritornare al luogo di partenza<br />
attraversando di nuovo l’intera borgata.
Lunga<br />
1548<br />
arone<br />
no<br />
e<br />
Monte<br />
Pigna<br />
1761 .<br />
1655<br />
.<br />
1582<br />
1644<br />
Mascarone<br />
Gardiola<br />
1362<br />
.<br />
1503<br />
.<br />
1450<br />
Baita<br />
Monte Pigna<br />
1459<br />
Tregs<br />
Roccelle<br />
soprane<br />
1264<br />
Ponte<br />
del sale<br />
Gias<br />
. della A monte Crösa della frazione Ponte Muratodi . Prea, posta<br />
1505<br />
1223<br />
sul lato opposto della valle rispetto<br />
1543<br />
a Rastello, Cima sorge il caratteristico Santuario<br />
Piastra<br />
di Sant’Anna. . Costruito nel XVIII secolo<br />
1858<br />
1311<br />
1605<br />
Cima<br />
in sostituzione di un’antica cappella<br />
Baus d'<br />
Durand<br />
2094<br />
.<br />
l' Ulae progettato Casino secondo la tradizione<br />
del Cars<br />
1864<br />
da un’artista d’oltralpe in fuga<br />
dalla Rivoluzione 1797 Francese, l’edificio<br />
Punta<br />
Rifugio Comino<br />
Pellerina si configura come (privato) l’unico esemplare<br />
1514 Passo<br />
2097<br />
. della Colletta<br />
lletto di barocco francese tra i luoghi sacri<br />
1611<br />
llerina<br />
del Piemonte. Dalla pianta a superficie<br />
quadrata e dalla facciata suddivisa<br />
in due ordini, in virtù della sua posizione ha<br />
rappresentato per secoli un rifugio sicuro<br />
per viandanti, pastori e semplici pellegrini.<br />
.<br />
Roccelle<br />
Sottane<br />
911<br />
.<br />
.<br />
→ SANT’ANNA . DI PREA<br />
1749 1814<br />
della Piastra<br />
La<br />
Gardiola<br />
1884<br />
Carset<br />
Costa Mascarone<br />
Maciap<br />
976<br />
Pera<br />
Riunda<br />
Torrente Ellero<br />
Pian di ma<br />
Casa<br />
del sale<br />
989<br />
.<br />
1068<br />
1167<br />
1203<br />
Rifreddo<br />
.<br />
1139<br />
Loc. Pietra<br />
Rotonda<br />
1321<br />
Roccelle<br />
Rognone<br />
.<br />
Bric<br />
Borgognone<br />
Rio Capanne<br />
.<br />
1043<br />
1000<br />
Frè<br />
830<br />
.<br />
1312<br />
873<br />
1181<br />
Bric<br />
Perrino .<br />
1140<br />
1061<br />
Il Pino<br />
Rastello<br />
(Stalle Colletto)<br />
il Cappelletto<br />
Sella<br />
della<br />
Turra<br />
1079<br />
Case<br />
Borrello<br />
2082<br />
779<br />
Borrello<br />
1741<br />
Rifugio<br />
"Mettolo Castelino<br />
Oreste Gastone"<br />
.<br />
.<br />
Balmassi<br />
1618<br />
1101<br />
1433<br />
.<br />
1503<br />
.<br />
1740<br />
.<br />
1233<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Rifugio<br />
"F.I.E. Artesina"<br />
1310<br />
1481<br />
1191<br />
La<br />
Celletta<br />
1755<br />
Trucca<br />
// 0 9<br />
Ceresole<br />
. 1838<br />
ANELLO DELLA VIA Sella<br />
Pogliola<br />
DEL SALE<br />
1612<br />
T<br />
1:30/2:00 h<br />
180 m<br />
Costa della Turra<br />
1732<br />
Cima Fo<br />
133<br />
Ca<br />
Cup<br />
Case<br />
Baraba`<br />
131<br />
1598<br />
Passo<br />
Scalette<br />
1238<br />
Colle F<br />
I<br />
Arte<br />
.1497<br />
Rastello (825 1949 m)<br />
1950 .<br />
186<br />
Colla<br />
Lag<br />
L’itinerario Bauzano ha inizio<br />
delle Sc<br />
Laghetto<br />
dalla borgata di Rastello, Mondolè<br />
Rocche<br />
ai margini della quale 2126<br />
un ampio parcheggio<br />
consente di abbandonare<br />
i veicoli in tutta comodità.<br />
→ In caso di pioggia, la parte<br />
iniziale dell’antico selciato<br />
in pietra può risultare<br />
scivolosa. Prestare infine<br />
attenzione al breve tratto<br />
franoso che conduce<br />
alla prima area attrezzata<br />
(apposita cartellonistica<br />
di avvertimento).<br />
49<br />
Q<br />
←← Caratteristica costruzione<br />
in pietra sulla via del ritorno<br />
← Santuario di Sant’Anna<br />
di Prea
50<br />
//10<br />
COLLE DEL PREL<br />
– RIFUGIO BALMA
Tradizionale passeggiata estiva<br />
nel cuore nel cuore del comprensorio<br />
del Mondolé Ski, sullo spartiacque<br />
tra la Valle Maudagna e la Valle<br />
Corsaglia. L’itinerario (che si svolge<br />
← Scorcio estivo in direzione<br />
del Monte Mondolé<br />
↑ Guardando verso Prato<br />
Nevoso<br />
interamente su sterrata percorribile<br />
comunque con qualsiasi tipo<br />
51<br />
di autoveicolo) consente un bel colpo<br />
d’occhio sulla pianura monregalese<br />
prima e sull’intero arco alpino<br />
cuneese poi, presentando in tarda<br />
primavera-inizio estate anche<br />
una bella fioritura di rododendri.<br />
Gli escursionisti più esperti che lo desiderano,<br />
possono altresì compiere una traversata<br />
libera lungo le diverse asperità che<br />
contornano la rotabile come Punta<br />
del Vallon, Cima Artesinera e Cima Vuran,<br />
dalle quali si può godere di una bella visuale<br />
sulla Valle Corsaglia e su buona parte<br />
delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> (sconsigliato in caso<br />
di nebbia). Il percorso si dipana tra le piste<br />
da sci più elevate di Prato Nevoso (le cui<br />
tracce sono evidenti nelle seggiovie e<br />
nei cannoni per l’innevamento artificiale)<br />
e attraversa, nella parte iniziale, alcuni<br />
tracciati del bike park. Da notare, infine,<br />
la forte contrapposizione tra lo sviluppo<br />
antropico della Valle Maudagna e il mondo<br />
più selvaggio della Corsaglia, che si apre<br />
a sudest del Rifugio Balma.<br />
→ LA GROTTA<br />
DI GHIACCIO<br />
DEL MONDOLÉ<br />
Posta nel versante più<br />
ombroso del Mondolé,<br />
la grotta è stata utilizzata<br />
fin dal Settecento come<br />
cava di ghiaccio.<br />
Ancora oggi all’interno<br />
della stessa è in effetti<br />
possibile ammirare<br />
nei primi metri d’ingresso<br />
stalagmiti lucenti ed<br />
esteticamente pregevoli,<br />
create da una rara<br />
combinazione tra<br />
la conformazione<br />
rocciosa della zona, l’aria<br />
proveniente dall’esterno e<br />
le correnti fredde interne,<br />
figlie del sovrastante<br />
bacino di neve semiperenne.<br />
L’accesso non è<br />
particolarmente agevole,<br />
ma può avvenire<br />
seguendo le apposite<br />
tacche azzurre<br />
rintracciabili a monte<br />
del Lago delle Scalette.
→ IL RIFUGIO BALMA<br />
Inaugurato ufficialmente il 6 agosto 1906<br />
come ristoro per gli alpini del Battaglione<br />
Mondovì impegnati nei campi estivi,<br />
il Rifugio Balma (il cui nome rimanda proprio<br />
alla radice prelatina “bal”, ricovero o riparo)<br />
è gestito da oltre un secolo dalla famiglia<br />
Allegro. L’intero edificio venne incendiato<br />
per ben due volte nel corso della Seconda<br />
Guerra Mondiale poiché divenuto una base<br />
partigiana, prima di essere ricostruito e<br />
di arrivare ad assumere negli anni<br />
la fisionomia attuale. Nei pressi dello stesso,<br />
infine, sorgono altresì una casa alpina<br />
e la Cappella di Madonna della Neve.<br />
↑ Praterie estive salendo<br />
al Rifugio Balma<br />
→ il Rifugio Balma<br />
– Ettore Allegro<br />
// ITINERARIO<br />
Ai margini meridionali dell’ampio piazzale del Colle del Prel, incamminarsi<br />
sulla rotabile asfaltata verso sud, seguendo le indicazioni per il Rifugio<br />
della Balma. Dopo poche centinaia di metri l’itinerario diviene sterrato:<br />
continuare quindi sull’ampia carrareccia dal fondo regolare, superando<br />
i tracciati riservati alle mountain bike e immergendosi in un affascinante<br />
paesaggio prativo (segnato, soprattutto nella prima parte, da un crocevia<br />
di lance per la neve artificiale e di impianti sciistici) che pare involarsi verso<br />
la pianura cuneese. Superato un panoramico punto ristoro, piegare ancora<br />
verso sud percorrendo la sterrata che prende quota con pendenze modeste<br />
ma costanti, fino a portarsi ai piedi di Punta del Vallon. Raggiungere quindi<br />
il cosiddetto Pian dei Gorghi (0h 40’ circa dalla partenza) e ignorare<br />
le diramazioni a sinistra verso le Trucche del Pré e la testata della Valle Corsaglia,<br />
proseguendo sull’itinerario sterrato principale che taglia nuovamente<br />
un pendio erboso destinato allo sci. Costeggiare poi le pendici di Cima<br />
Artesinera sempre lungo la sterrata che si fa temporaneamente più ripida,<br />
ma che permette di godere di un affascinante colpo d’occhio sulla pianura.<br />
Lambire i versanti prativi di Punta Alpet e raggiungere in breve, sempre<br />
con la carrareccia, il pianoro dove sorge il Rifugio della Balma (1h 15’- 1h 30’<br />
dalla partenza) e l’adiacente Colletto Balma. Pressoché sulla verticale<br />
di quest’ultimo si stacca la piramide irregolare del Monte Mondolé (raggiungibile<br />
in circa 1h 30’/1h 40’ dal Rifugio, difficoltà E), il cui toponimo è da sempre<br />
motivo di dibattito tra i linguisti della zona. Per alcuni parrebbe infatti derivare<br />
da “Monte del Lago”, in virtù del piccolo lago di origine carsica presente<br />
nel versante settentrionale, coperto da un nevaio fino a tarda stagione;<br />
per altri, viceversa, potrebbe discendere da “Mont d'Elle”, cioè “Monte d'Ellero”,<br />
con evidente riferimento al corso d'acqua che attraversa la città di Mondovì.
to)<br />
1<br />
ifugio<br />
Artesina"<br />
a<br />
le<br />
la<br />
12<br />
1732<br />
etto<br />
dolè<br />
.<br />
lè<br />
Case<br />
Cuppe<br />
Case<br />
Baraba`<br />
1314<br />
1598<br />
Passo<br />
Scalette<br />
126<br />
2214<br />
.1497<br />
.<br />
Rocche Giardina<br />
2141<br />
. .<br />
.<br />
Rocche di Seirasso<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Case<br />
Benin<br />
I Giovannini<br />
Artesina<br />
1950<br />
1860<br />
Lago<br />
delle Scalette<br />
2382<br />
2097<br />
Colletta<br />
Seirasso<br />
rno<br />
2181<br />
1380<br />
Quarti<br />
2134<br />
.<br />
Case<br />
Bergamino<br />
1200<br />
1990<br />
1128<br />
1201<br />
1388<br />
Trucca<br />
del<br />
Buontempo<br />
.<br />
1594<br />
1478<br />
Sella<br />
Balma<br />
Le Trucche<br />
.<br />
.<br />
1221<br />
Case<br />
l'Uccello<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Trucca<br />
la Comuna .<br />
1623<br />
1776<br />
Trucca<br />
il Gaviot<br />
1933<br />
1845<br />
1868<br />
1614<br />
.<br />
Rifugio<br />
B. Merlo<br />
1885<br />
Case<br />
Dase<br />
1953 Sella<br />
di Seirasso<br />
Alpe<br />
Seirasso<br />
2147<br />
1868<br />
1700<br />
1970<br />
1886<br />
La Balma<br />
.<br />
1842<br />
Prinzi<br />
1260<br />
1430<br />
Rio Giovacchini<br />
1252<br />
.<br />
Colletto<br />
Balma<br />
.<br />
.<br />
1426<br />
1514<br />
1463 .<br />
1915<br />
.<br />
.<br />
Alpe<br />
Sarle<br />
1743<br />
1930<br />
.<br />
1588<br />
1770.<br />
1750<br />
Case<br />
Monmo<br />
1354<br />
1548 .<br />
1460<br />
Alpe<br />
Mierzè<br />
1663<br />
1620<br />
1532<br />
Case<br />
Arfel<br />
Trucca<br />
Sapè<br />
.<br />
.<br />
1510<br />
Prato Nevoso<br />
1700<br />
.1772<br />
. Punta<br />
Alpet<br />
.<br />
1928<br />
Cima Vuran<br />
Rifugio Balma<br />
Le Vigne<br />
Balma di Seirasso<br />
1933<br />
1952<br />
Colle<br />
Dente<br />
Brignola<br />
1695<br />
.<br />
Trucca<br />
la Balmetta<br />
1905<br />
1557<br />
1769<br />
1602<br />
1922<br />
1716<br />
.<br />
2061<br />
.<br />
1480<br />
.<br />
1738<br />
1740<br />
1615<br />
1762<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Monte<br />
Malanotte<br />
Cima<br />
Ciujera<br />
.<br />
.<br />
1558 .<br />
1380 .<br />
Trucche<br />
delle Piè<br />
.<br />
.1305<br />
// 1 0<br />
1333 .<br />
COLLE DEL PREL<br />
– RIFUGIO .<br />
1400 BALMA<br />
. 1658<br />
Sella<br />
Piagna<br />
T<br />
Sella<br />
Spa<br />
1520<br />
1824<br />
1550<br />
Alpe<br />
Mezzarina<br />
1779 1702<br />
1999<br />
Moro<br />
Colla<br />
del Prel<br />
.<br />
Cima<br />
Artesinera<br />
Mierzera<br />
Il Malpasso<br />
Monte<br />
Fantino<br />
2094<br />
Piano Camozzera<br />
Le Buccere<br />
1828<br />
Rio della Spa<br />
Spa<br />
1328<br />
.<br />
1363<br />
Tetti<br />
Lorgane<br />
1280<br />
Case<br />
Columbè<br />
Case<br />
1417 Morussi<br />
Case<br />
Monastero<br />
Case<br />
Ciarancia 1318<br />
Lubet<br />
Punta<br />
del Vallon<br />
1480<br />
. Tetti<br />
1490 del Formaggio<br />
1797<br />
1688<br />
1695<br />
Rio di Sbornina<br />
1163<br />
.<br />
1197<br />
Monte<br />
Merdenzone<br />
.<br />
1098.<br />
Case<br />
Farneri<br />
Stalle della<br />
Balma Mezzana 1275<br />
1723<br />
1130<br />
Serre Murau<br />
Tanassa<br />
1:15/1:30 h ▶ in ascesa;<br />
2:15/2:30 h ▶ a/r<br />
270m<br />
Colle del Prel (1610 m)<br />
L’itinerario ha inizio nei<br />
pressi dell’ampio Piazzale<br />
del Colle del Prel, posto<br />
a monte della celebre conca<br />
di Prato Nevoso a circa 1610<br />
metri di quota.<br />
.<br />
1609<br />
1764<br />
1375<br />
Casera<br />
Vecchia<br />
1538<br />
Trucc<br />
.<br />
Il<br />
Castellazzo<br />
.<br />
1528<br />
1173<br />
Rio di Rocci<br />
Costa Roccia<br />
53<br />
.<br />
la<br />
1489 Case<br />
della C<br />
Stalle<br />
di Arie<br />
Rio Sotta Crosa<br />
B<br />
C<br />
Ca<br />
1<br />
R
54<br />
//11<br />
ANELLO<br />
DELLE CASE<br />
ROCCE
← Panoramica salendo verso<br />
le Case Pajana<br />
↑ Scorcio prativo dopo Case<br />
Rocce Soprane<br />
Facile escursione sulle propaggini<br />
55<br />
montuose più occidentali<br />
del comune di Frabosa Soprana,<br />
lungo sentieri poco battuti in ambienti<br />
incontaminati e ricchi di fascino.<br />
A eccezione del tratto iniziale e finale che<br />
si svolgono su asfalto, gran parte dell’itinerario<br />
si sviluppa ora su facile carrareccia, ora<br />
su mulattiera parzialmente inerbita, ora<br />
su sentiero prativo o boscoso, attraversando<br />
in particolare faggete, castagneti e<br />
prato-pascoli degni di nota.<br />
Fino alla località Pasquieraux si costeggia<br />
inoltre la storica seggiovia di Monte Moro,<br />
un tempo fiore all’occhiello della vocazione<br />
sciistica di Frabosa. Inaugurato il 19 dicembre<br />
1948, infatti, il primo impianto di Monte Moro<br />
divenne per il tempo il più lungo d'Europa<br />
con i suoi 2024m di lunghezza orizzontale.<br />
A testimonianza del suo glorioso passato, poi,<br />
la stessa Frabosa installò nel 1970/71<br />
la Cabinovia del Monte Malanotte (smantellata<br />
negli anni Ottanta e oggi riconvertita<br />
in semplice seggiovia), la prima a quattro posti<br />
funzionante in tutta Italia. Lungo il percorso,<br />
infine, non si trovano punti d’acqua potabile se<br />
non in località Serro o nel centro di Frabosa,<br />
di fatto all’inizio e alla fine del tracciato.<br />
→ IL MARMO<br />
DI FRABOSA<br />
I comuni di Frabosa<br />
Soprana e Frabosa<br />
Sottana hanno ospitavano<br />
un tempo due tra i bacini<br />
marmiferi più attivi e<br />
apprezzati del Piemonte:<br />
quello della Valle<br />
Maudagna (con il Verzino<br />
di Frabosa, il Bigio<br />
di Frabosa e il Nero<br />
Nuvolato di Miroglio) e<br />
quello della Valle Corsaglia<br />
con il Nero Vallone<br />
di Frabosa e il Bigio Venato<br />
di Moncervetto.<br />
Tali litotipi marmorei<br />
trovarono un ampio<br />
utilizzo artistico, al punto<br />
da venire ad esempio<br />
utilizzati nella volta<br />
della Cappella della Sacra<br />
Sindone del Duomo<br />
di Torino e nell’Altare<br />
Maggiore della Basilica<br />
di Superga sempre<br />
nel capoluogo<br />
piemontese.
Annunziata<br />
.<br />
io Frera<br />
755<br />
.<br />
56<br />
// ITINERARIO<br />
914<br />
. 661<br />
.<br />
Norea<br />
. 1108<br />
Casali<br />
694<br />
.<br />
.<br />
Bric<br />
Persico<br />
Miroglio<br />
696<br />
1064<br />
Bric<br />
829<br />
Baracco .<br />
Cima<br />
.<br />
902<br />
.<br />
Friosa<br />
.<br />
861<br />
908<br />
1100<br />
Cava<br />
.<br />
891.<br />
995<br />
767<br />
.<br />
822<br />
Prea .<br />
876<br />
.<br />
.<br />
742<br />
. Friosa<br />
Colle<br />
.<br />
902 928<br />
761 Baracco<br />
979<br />
779<br />
Borrello<br />
1061<br />
.<br />
1101<br />
I Rastelli<br />
644<br />
684 .<br />
I Ponzi<br />
659 .<br />
758<br />
1181<br />
Bric .<br />
Perrino .<br />
1140<br />
Il Pino<br />
.<br />
Cima Fornelli<br />
1332 .<br />
.<br />
1238<br />
Colle Fornelli<br />
Case<br />
Cuppe<br />
Quarti<br />
Colletto<br />
Merlatti<br />
975<br />
Case<br />
Pellone<br />
Falesia<br />
dei Distretti<br />
1128<br />
(Stalle Colletto)<br />
.<br />
Da Piazza Marconi procedere verso monte seguendo il Cappelletto le indicazioni<br />
.<br />
Case<br />
per la caserma dei Carabinieri posta in località Truna. Superare<br />
1191<br />
diverse<br />
1079<br />
Benin<br />
abitazioni private e alcune strutture ricettive, costeggiando (sempre in salita e<br />
Case<br />
su strada asfaltata) la seggiovia di Monte Moro fino a località Baraba`<br />
. Pasquieraux.<br />
1314<br />
1233<br />
Qui piegare a destra e continuare sulla rotabile, ora sterrata, che prende quota . 1221<br />
1201<br />
Balmassi<br />
Case<br />
fino ad un modesto colletto. Imboccare a sinistra la ripida mulattiera che I Giovannini sale l'Uccell<br />
nel bosco e portarsi così ai ruderi di Case Pajana. Abbandonare poi la rotabile Case<br />
La<br />
Bergamino .<br />
principale che prosegue a sinistra e tenere la destra costeggiando Celletta i ruderi<br />
1200<br />
1618<br />
Rifugio<br />
stessi lungo un sentiero erboso che sfocia in un folto . castagneto. 1503 "F.I.E. Artesina" Continuare Trucc<br />
1310 Artesina del<br />
sul tracciato che si snoda sempre nel fitto bosco fino a lambire le cosiddette<br />
Buontem<br />
Case Rocce Soprane, acme altitudinale dell’itinerario. Proseguire sul sentiero 1380 .<br />
1433<br />
1594<br />
.<br />
erboso ora in campo aperto, superare un tratto 1741 acquitrinoso specie nei mesi 1388<br />
1614<br />
Rifugio<br />
. 1481<br />
primaverili e autunnali e guadare il piccolo Rio "Mettolo Canà, Castelinoraggiungendo poco . 1478 .<br />
Oreste Gastone" Trucca<br />
Truc<br />
dopo altri ruderi dopo un nuovo passaggio nel bosco. Continuare Ceresole in piano la Com<br />
ed entrare quindi in una folta e ombrosa faggeta, prima di perdere quota<br />
con pendenze temporaneamente importanti. In prossimità di un nuovo guado<br />
girare subito a destra (indicazioni per Serro) e proseguire sul sentiero che<br />
ritorna a discendere con tornanti brevi e ravvicinati. Al termine della faggeta<br />
raggiungere Case Rocce Sottane e mantenere la destra in discesa fino ad<br />
un nuovo rudere isolato. Qui piegare a destra sempre in discesa<br />
(cartellonistica) e rientrare nel bosco tenendo la sinistra e costeggiando il Rio<br />
Biale. Procedere sulla mulattiera dal fondo pietroso che costeggia il corso<br />
d’acqua fino ad incontrare una sterrata nei pressi di alcune abitazioni.<br />
Svoltare a destra in leggera salita raggiungendo (di nuovo su asfalto)<br />
la piazza principale di Serro. Girare infine a destra in salita lungo la Provinciale<br />
e riportarsi ai margini di Frabosa Capoluogo, per poi ritornare in breve<br />
in Piazza Marconi.<br />
1074<br />
.<br />
106<br />
Ri
1<br />
.<br />
.<br />
833<br />
790<br />
Miroglio<br />
775<br />
Bric<br />
Rodorera .<br />
Cima<br />
del Fai<br />
1147 .<br />
.<br />
.<br />
Rocca Davì<br />
.<br />
. 1102<br />
.<br />
1270<br />
Case<br />
Ciampasso<br />
1108<br />
1262<br />
.<br />
1358<br />
Gruppo<br />
. del Dente<br />
1230<br />
711<br />
879<br />
.<br />
1605<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Case<br />
873<br />
.<br />
. Tartagna<br />
894 San Sebastiano<br />
. .<br />
981<br />
936 Monte<br />
Pelato<br />
778<br />
.<br />
.<br />
858 1198<br />
1036<br />
.<br />
. .<br />
790<br />
986<br />
880<br />
Serro 868<br />
. .<br />
1004<br />
Grotte del<br />
Caudano<br />
1150<br />
Case<br />
Colletto<br />
975<br />
Case<br />
Rocce Sottane<br />
1196<br />
1340<br />
982<br />
Frabosa Soprana<br />
Case<br />
Berniè Lanza<br />
Villa<br />
1108<br />
La 1021<br />
1062 Croce<br />
1049<br />
941<br />
Case Frabosa<br />
Varino Nuova<br />
I Chiatti<br />
1143<br />
Garacci<br />
1130<br />
Case<br />
Sapina<br />
Bric<br />
Masocca<br />
1081 .<br />
Monte<br />
Sapel<br />
.<br />
814 .<br />
.<br />
.<br />
Cima 1023<br />
820<br />
.<br />
Baita delle 1671<br />
Ciandre<br />
. . 973<br />
Stelle<br />
Tetti<br />
1223<br />
939<br />
.<br />
1338<br />
Monte<br />
Cilota // 1 1<br />
Cascina → LA GROTTA DI BOSSEA<br />
. Moro<br />
Burrino<br />
Prinzi<br />
1363 ANELLO 1098.<br />
DELLE CASE<br />
Case<br />
Tetti<br />
.<br />
928<br />
1260<br />
1738<br />
Sempre Monmo nel comune di Frabosa Soprana<br />
.<br />
Lorgane<br />
ROCCE<br />
948<br />
Griseri<br />
1354<br />
1550<br />
940<br />
.<br />
1130<br />
760<br />
ma geograficamente posta nel corridoio<br />
.<br />
T/E<br />
orografico della Valle Corsaglia, sorge 1328<br />
1024 .<br />
1163 .<br />
Seccata<br />
798<br />
la Grotta di Bossea, tra le 1740 più<br />
Prato Nevoso<br />
. note cavità<br />
1280 2:00/2:30 h<br />
1173<br />
Monte<br />
Case<br />
ipogee a livello Columbè<br />
1620 regionale e nazionale.<br />
.<br />
Malanotte<br />
1380 . 250 m<br />
Roattini 910<br />
1430<br />
o Prima grotta italiana ad aprire i battenti<br />
Case<br />
Case .<br />
Case<br />
1115<br />
1514<br />
Rian<br />
1460<br />
1417 Morussi<br />
Daseai turisti nel lontano . 1874 e seconda<br />
Frabosa<br />
1197<br />
Capoluogo (900 m)<br />
Case<br />
1510<br />
1615<br />
in assoluto in Europa Colla dopo Postumia<br />
1520<br />
Monastero Case<br />
. Case<br />
L’itinerario<br />
del Prel<br />
Farneri ha inizio<br />
Ciarancia 1318<br />
a (Slovenia), .<br />
è conosciuta per l’affascinante da Piazza Marconi (nucleo<br />
1306<br />
1252<br />
po<br />
Sala del Tempio 1532 e per la grande<br />
centrale di Frabosa Soprana<br />
Case<br />
. 1305<br />
1280.<br />
Colla<br />
biodiversità 1426<br />
.<br />
Arfel faunistica 1695<br />
.<br />
custodita, oltre<br />
Capoluogo), nei pressi di Mora<br />
Trucca<br />
Cima<br />
Case<br />
che per ospitare altresì un importante<br />
della quale è possibile<br />
1480<br />
1318.<br />
le Stalle<br />
1548 . la Balmetta 1762 Ciujera<br />
laboratorio carsologico . . Tetti lasciare i veicoli.<br />
1557 gestito da diverse 1490 del Formaggio<br />
1108<br />
ca Stalle<br />
.<br />
1824<br />
una istituzioni del territorio.<br />
la Penna<br />
o Giovacchini<br />
Cima<br />
Castelletto<br />
io Bati<br />
Rio della Sona<br />
Rio Gavot<br />
Costa di Labia<br />
Lubet<br />
905<br />
1093<br />
.<br />
dagnola<br />
Case<br />
Pellissera<br />
.<br />
Case<br />
Rizzi<br />
Forneri<br />
1137<br />
910<br />
Roggeri<br />
772<br />
Filippi<br />
Straluzzo<br />
886<br />
Campovecchio<br />
1000<br />
775 .<br />
Lanza<br />
Serra<br />
Rio di Roccia Bianca<br />
Costa Roccia Bianca<br />
1000<br />
655<br />
.<br />
933<br />
835<br />
.<br />
.<br />
Partiare<br />
825<br />
→ In caso di forti piogge,<br />
prestare attenzione<br />
al guado del Rio Canà e<br />
alla discesa nella faggeta<br />
in direzione di Case Rocce<br />
Sottane.<br />
Bottero<br />
57<br />
Serra di Artic<br />
.<br />
703 T<br />
.<br />
.<br />
69.<br />
6<br />
666<br />
Ro<br />
700<br />
9<br />
C<br />
U<br />
←← Pascoli sotto Case Rocce<br />
Sottane<br />
← All'interno della Grotta<br />
di Bossea
58<br />
//12<br />
ANELLO<br />
DELLE VIE<br />
DEL CULTO
Facile escursione tra le diverse anime<br />
← Un tratto dell’itinerario<br />
↑ Una panoramica del sito<br />
archeologico<br />
di Montaldo alla scoperta dei tanti<br />
edifici sacri che le differenti borgate<br />
59<br />
comunali ancora oggi custodiscono.<br />
Il percorso si snoda ora su asfalto<br />
(specie nei tratti di collegamento<br />
tra un nucleo abitato e l’altro), ora su<br />
facili sterrate che attraversano boschi<br />
di castagno antichi e scenografici.<br />
La particolare posizione rialzata di Montaldo,<br />
inoltre, permette di apprezzare scorci<br />
panoramici verso la pianura monregalese e<br />
in direzione delle asperità montuose<br />
circostanti. Di origini molto antiche, Montaldo<br />
viene per la prima volta nominato su scritti<br />
ufficiali nel 1041 in un diploma di Enrico<br />
III, nel quale si fa in particolare riferimento<br />
al Romitorio di Sant’Ambrogio (risalente<br />
probabilmente al X secolo e ubicato lungo<br />
il tracciato qui proposto). Pregevole in tal<br />
senso anche la pianta medievale della borgata<br />
di Roà Marenca, nel cuore della quale si trova<br />
la Cappella di San Rocco, custode a sua volta<br />
di due lapidi murate del periodo romano.<br />
Consigliato infine in tutte le stagioni, l’itinerario<br />
può contare su molte fontane dislocate lungo<br />
il cammino che ne agevolano la percorrenza<br />
anche durante il periodo estivo.<br />
→ IL SITO<br />
ARCHEOLOGICO<br />
DI MONTALDO<br />
Nei pressi del Capoluogo<br />
è possibile visitare<br />
un sito archeologico<br />
di assoluto rilievo che<br />
si dipana attorno<br />
ai numerosi reperti storici<br />
rinvenuti nella zona.<br />
Una raffinata balconata<br />
lignea accompagna<br />
il visitatore alla scoperta<br />
delle antiche fondamenta<br />
dei due castelli medievali<br />
che dominavano<br />
l’intero abitato, risalenti<br />
rispettivamente al XIII<br />
secolo e al XV secolo.<br />
L’area del castrum<br />
è stata poi suddivisa<br />
in nove differenti sezioni,<br />
all’interno delle quali<br />
si intuiscono ora i confini<br />
della domus signorile,<br />
ora il perimetro<br />
della torre, ora<br />
le fondamenta dei muri<br />
di cinta.
60<br />
// ITINERARIO<br />
Incamminarsi sulla Provinciale in direzione di Sant’Anna di Collarea e di fronte<br />
alla Cappella di S. Antonio, svoltare a destra verso il centro sportivo Canalot.<br />
Costeggiare i diversi impianti per mezzo di una strada asfaltata e raggiungere<br />
la Fontana Celeste, dove ha inizio lo sterrato. Al primo bivio piegare a sinistra<br />
e superare il Rio Fossato, quindi procedere su di un bel sentiero che sfocia<br />
in un pianoro prativo. Qui tenere la destra in falsopiano tra boschetti e prati,<br />
imboccare una carrareccia sotto Case Calupo, girare a sinistra e risalire<br />
di nuovo su asfalto fino alla Cappella di S. Bartolomeo. Tenere poi la sinistra<br />
e continuare su Via Calupo fino alla Cappella di S. Lucia; qui procedere diritti<br />
lambendo la minuta Cappella di S. Spirito e, una volta sulla Provinciale,<br />
attraversarla proseguendo su Via Roà Piana, superando la Chiesa<br />
di S. Giuseppe prima e l’intera borgata poi. Al termine dell’asfalto tenere<br />
la sinistra su sterrata e immettersi nel bosco, raggiungendo la Cappella<br />
di S. Sebastiano e poco dopo quella di S. Giorgio, seguendo in tal senso<br />
l’itinerario di destra in discesa. Da S. Giorgio ignorare la rotabile di destra<br />
e continuare in mezzo ad un bel castagneto, mantenendo la sinistra<br />
ad una successiva diramazione.<br />
In località La Croce svoltare poi a destra in discesa sempre su sterrato e<br />
sfociare nei pressi del Romitorio di S. Ambrogio. Raggiunta la Provinciale<br />
percorrerla verso monte fino al bivio per Roà Marenca, quindi ai margini<br />
di quest’ultima risalire il ripido viottolo che parte a fianco della Cappella<br />
di S. Rocco. Tornati sulla Provinciale, percorrerla per pochi metri a sinistra e<br />
poi prendere sul lato opposto una rampa acciottolata che diviene sterrata<br />
in breve. Continuare sull’itinerario principale ignorando alcune diramazioni<br />
secondarie, quindi svoltare a sinistra e ritornare nel centro di Roà Piana<br />
sul percorso dell’andata. Raggiunta infine S. Lucia, percorrere il viottolo<br />
in salita sulla destra che riporta poi al punto di partenza.
dei Boschi<br />
della Neve<br />
577 .<br />
522<br />
.<br />
Elena<br />
639<br />
.<br />
. .644<br />
Bric Camerano<br />
707<br />
637<br />
. 732<br />
.<br />
.<br />
599<br />
La Croce<br />
609<br />
675<br />
.<br />
. .<br />
547<br />
. .<br />
541<br />
615<br />
.<br />
. Case<br />
. 753<br />
Marco<br />
605 .<br />
597<br />
632<br />
709<br />
.<br />
.<br />
Ponte<br />
. 695<br />
806<br />
.<br />
.<br />
.<br />
517<br />
719<br />
Sottano<br />
.<br />
682<br />
San<br />
533<br />
Blisio<br />
723<br />
. .<br />
Giorgio<br />
759 .<br />
San<br />
658<br />
704<br />
.<br />
.<br />
Giacobba<br />
Sebastiano<br />
714<br />
539<br />
.<br />
Truc C. Ghiseri Bric Rivoera<br />
.<br />
779<br />
721<br />
. Roà<br />
Frabusè<br />
Case<br />
.<br />
706. . Marenca<br />
667<br />
718<br />
781<br />
Friosa<br />
.<br />
Roburentello<br />
634 . Oberti<br />
Sordi<br />
Roà Piana<br />
865<br />
.<br />
759<br />
.<br />
.<br />
756 621. Bric<br />
.<br />
.<br />
. 790<br />
Case<br />
delle<br />
773<br />
Calupo<br />
// 1Vigne<br />
2<br />
585<br />
770<br />
697<br />
.<br />
554.<br />
Montaldo<br />
ANELLO 812<br />
. DELLE 748<br />
Corvo VIE<br />
779 .<br />
943 .<br />
di Mondovi<br />
DEL<br />
.<br />
. .<br />
La Cascina CULTO<br />
Bric San<br />
743<br />
564<br />
.<br />
629<br />
Bernardo 815<br />
.<br />
691 T<br />
Case Roà<br />
Case 899<br />
Buschera .<br />
Ponte dei Deviglia<br />
di Volpe<br />
747<br />
. Bric della<br />
Codovilla<br />
822<br />
Gorrazzi 778<br />
Croce<br />
2:00/2:30 h<br />
.<br />
.<br />
842<br />
916<br />
875<br />
.<br />
683<br />
860<br />
.<br />
Monte<br />
Roatte<br />
926<br />
.<br />
844.<br />
. 946<br />
220 m<br />
→ LA CAPPELLA DI SAN GIORGIO Grosso<br />
811<br />
Roburent . 916<br />
.<br />
.<br />
se 657<br />
Case . 936<br />
Case<br />
dini<br />
746<br />
Case<br />
Nasi<br />
.<br />
Costacalda Montaldo Capoluogo (790 m)<br />
Conosciuta anticamente Mollineri come “ad nemus”, Bric Case<br />
Case<br />
Sant'Anna<br />
Roccarina<br />
923<br />
Scarrone Gariè<br />
993<br />
cioè “presso . 1015<br />
.<br />
1004<br />
.<br />
Collarea la boscaglia”, . un tempo<br />
L’itinerario ha inizio dalla<br />
649<br />
868<br />
793<br />
. 1000<br />
.858<br />
Bric<br />
Rocca 787<br />
1<br />
la cappella avrebbe dovuto occupare<br />
piazzetta centrale di<br />
. 703 807<br />
Marole<br />
dell'Aquila<br />
.<br />
. .<br />
uno spazio maggiore dell’attuale, .<br />
Montaldo Mondovì, a fianco<br />
1060 1018<br />
738<br />
.<br />
San Bernardo<br />
857<br />
972<br />
. 930 .<br />
995<br />
dell’ufficio postale 852 880e poco<br />
con Villeroalcuni portici utilizzati come rifugio . 950<br />
900<br />
distante dal municipio.<br />
654 773<br />
929<br />
Case da pellegrini .<br />
684 .<br />
e viandanti. Alle dipendenze<br />
San<br />
1074<br />
Giustè<br />
.<br />
Luigi Case<br />
.<br />
1015<br />
774<br />
.910<br />
del vicino regime monastico . 925 del Romitorio .<br />
750 Carletto<br />
Bric Stella<br />
868<br />
Case<br />
Chiappe<br />
. 940 882<br />
1066<br />
.<br />
. di Sant’Ambrogio, Case Case la costruzione<br />
Case<br />
803<br />
Avei Calleri Pruche . San Giacomo<br />
951<br />
1007<br />
custodisce sopra l’altare 721 una tela forse .<br />
980<br />
820<br />
.<br />
982<br />
cinquecentesca raffigurante San Giorgio .<br />
che uccide il drago. Quest’ultima non è<br />
però visibile dalla finestrella esterna se non<br />
quando il sole, allo zenit, riesce a far fluire<br />
all’interno un fascio di raggi luminosi.<br />
Rio Benento<br />
Rio Corso<br />
Vautrù<br />
Tovo<br />
Surie<br />
Rio Freddo<br />
Uvaglio<br />
Vignali<br />
61<br />
Bricasso<br />
Buzi<br />
C<br />
Vi<br />
7<br />
C<br />
P<br />
Case<br />
Berton<br />
1<br />
B<br />
N<br />
←← Panoramica da Montaldo<br />
Capoluogo<br />
↑ La caratteristica Cappella<br />
di S. Lucia<br />
← Il Romitorio di Sant’Ambrogio
62<br />
//13<br />
ANELLO<br />
DELLE SORGENTI
Facile percorso ad anello che si snoda<br />
ai piedi del Bric Colmé (1297 m<br />
di quota) tra i boschi e i prati che<br />
sovrastano l’abitato di San Giacomo<br />
← in prossimità della Croce<br />
dei Cardini<br />
↑ Le rinnovate Stalle<br />
Groppignano con il tipico tetto<br />
racchiuso<br />
di Roburent. Particolarmente<br />
63<br />
consigliato in primavera e in autunno,<br />
l’itinerario consente di godere<br />
(specie nella parte finale)<br />
di un bel colpo d’occhio sulla pianura<br />
monregalese e su parte dell’arco<br />
alpino della provincia di Cuneo.<br />
Disteso in prevalenza su strade sterrate e<br />
mulattiere inerbite, il percorso consente<br />
parimenti di scorgere i segni della civiltà<br />
alpina di un tempo, attraversando castagneti<br />
da frutto, seccatoi e rinnovate abitazioni che<br />
riprendono i canoni architettonici del secolo<br />
scorso. Nella fase di discesa, inoltre, si sfiorano<br />
alcune delle piste da sci del comprensorio<br />
di San Giacomo di Roburent – Monte<br />
Alpet, esteso per trentacinque chilometri e<br />
composto da nove impianti di risalita tra cui<br />
due seggiovie, sei skilift e un tapis-roulant.<br />
Contraddistinto infine da un’apposita<br />
segnaletica precisa e diffusa e attrezzato<br />
con pannelli divulgativi specifici, il tracciato<br />
rientra nella fitta rete escursionistica promossa<br />
dall’Associazione Culturale Parpaiun,<br />
di cui si possono trovare maggiori dettagli<br />
nell’approfondimento relativo.<br />
→ IL TETTO<br />
RACCHIUSO<br />
Diffusa esclusivamente<br />
tra l’alta Valle Tanaro e<br />
le Valli Corsaglia, Ellero,<br />
Maudagna e Roburentello,<br />
questa tecnica costruttiva<br />
prevedeva l’elevazione<br />
della muratura<br />
dei frontespizi oltre<br />
il colmo del tetto<br />
stesso (come si evince<br />
dalle rinnovate Stalle<br />
Groppignano), al fine<br />
di proteggerlo dal vento,<br />
dalle intemperie e<br />
secondariamente<br />
dagli incendi.<br />
Il tetto vero e proprio era<br />
costituito da paglia<br />
di segale, sostituita<br />
negli anni dalla più<br />
comoda lamiera,<br />
mentre la muratura<br />
in eccedenza veniva<br />
ricoperta con lose<br />
in pietra disposte<br />
a gradini per evitarne<br />
lo scivolamento.
64<br />
// ITINERARIO<br />
Dalla Parrocchiale di San Giacomo proseguire sulla Provinciale 183 in<br />
direzione sud, tralasciando sulla destra la diramazione per Mondovì. Superare<br />
la strettoia e imboccare poco dopo la strada asfaltata a destra (Via Sapel).<br />
Costeggiare alcune recenti abitazioni in pietra quindi, in prossimità<br />
di un pilone votivo, tenere la destra trascurando a sinistra l’itinerario<br />
del ritorno (Via dei Cannoni). Continuare sulla strada, ora sterrata, che entra<br />
nel bosco tra castagni, faggi e betulle, fino a raggiungere il caratteristico Bosco<br />
delle Fate; qui tenere la sinistra proseguendo sulla bella mulattiera che prende<br />
quota gradualmente mantenendosi sempre nel bosco e al successivo bivio<br />
trascurare l’itinerario di destra procedendo diritti. Oltrepassare le Sorgenti<br />
Groppignano e piegare verso sinistra fino a sfociare nel caratteristico pianoro<br />
delle Stalle Groppignano, nei pressi delle quali un’attenta cartellonistica<br />
sottolinea la valenza architettonica del tetto racchiuso. Superati i due edifici,<br />
mantenersi sul sentiero in salita seguendo le indicazioni per la Croce<br />
dei Cardini. Svoltare poco dopo a sinistra ad un bivio solo apparente e<br />
continuare sulla mulattiera che sale ora in direzione della Croce dei Cardini<br />
con pendenze continue e talvolta moderate. Raggiunta la Croce (0h 50’/1h 10’)<br />
incamminarsi sul primo tracciato che discende a sinistra, ignorando le altre<br />
diramazioni successive. Procedere sulla pista inerbita che consente una bella<br />
visuale sull’arco alpino aggirando la cima del Bric Colmé e trascurare dopo<br />
poche centinaia di metri una mulattiera sulla sinistra. Raggiunta la stazione<br />
di monte dello Skilift Sapel, lasciarsi sulla destra le ampie distese prative<br />
delle piste da sci e mantenere la sinistra, inoltrandosi poco dopo in uno stretto<br />
camminamento che si snoda tra frassini e pruni selvatici. Continuando<br />
sulla Via dei Cannoni, ridiscendere infine verso San Giacomo raggiungendo<br />
il pilone votivo intravisto all’andata e ritornando in breve sulla Provinciale.
Stella<br />
.<br />
3<br />
888<br />
820<br />
.<br />
.<br />
glio<br />
.<br />
Rifugio 1070<br />
.<br />
Maddalena<br />
gli<br />
lia<br />
742.<br />
.<br />
Curamelli<br />
se<br />
iano<br />
78<br />
1093<br />
Bottera<br />
Rio Stella<br />
Volpi<br />
1084<br />
ttanei<br />
823 Mirà<br />
Scarrone<br />
Case<br />
Avei<br />
1221<br />
.<br />
Rio Corso<br />
.<br />
895<br />
Bric<br />
Cannilo<br />
.<br />
1261<br />
Piali<br />
1225<br />
Case<br />
Calleri<br />
721<br />
.<br />
800<br />
909<br />
.<br />
.<br />
.<br />
868<br />
Case<br />
Pruche<br />
1043<br />
Pilone<br />
di San Bernardo<br />
Case<br />
Bertola<br />
858<br />
.<br />
1170<br />
925<br />
Case<br />
Chiappe<br />
San Giacomo .<br />
920<br />
1180 .<br />
.<br />
.<br />
1010<br />
1023<br />
951<br />
.<br />
.<br />
1017<br />
.<br />
1012<br />
. 1090<br />
Foresta<br />
1007.<br />
.<br />
.<br />
Croce<br />
dei<br />
Cardini<br />
.<br />
Case<br />
Dolci<br />
.<br />
.<br />
750 Carletto<br />
940 882<br />
968<br />
1120<br />
.<br />
992<br />
.<br />
. Bric<br />
Colme`<br />
. 1295<br />
1283<br />
1228<br />
Bric<br />
Miazzola<br />
. 1050<br />
Case<br />
Faggi<br />
.<br />
980<br />
1102<br />
1158<br />
I Cardini<br />
Rio Roburentello<br />
Sotti<br />
1103<br />
973<br />
.<br />
Case<br />
Inasi<br />
863<br />
Case<br />
Buie<br />
928<br />
Case<br />
Scianare<br />
966<br />
980.<br />
Furu<br />
Case<br />
Giacconi<br />
905<br />
Calleri<br />
908<br />
.<br />
980<br />
.<br />
950<br />
1019<br />
.<br />
Lorte<br />
Serra<br />
.<br />
.<br />
973<br />
1373<br />
1050<br />
Case<br />
822<br />
.<br />
1220 Durei<br />
1048 .<br />
Cerese<br />
.<br />
850 811<br />
1123<br />
1375<br />
. 1191<br />
997<br />
1330<br />
1360.<br />
.<br />
1520<br />
970<br />
.<br />
Case<br />
.<br />
Pianetta<br />
// 1 3 . Bric<br />
1258<br />
903<br />
→ LA RETE ESCURSIONISTICA<br />
1210<br />
dei Tie` L`Assunta<br />
877<br />
. 1350 1490<br />
ANELLO .<br />
1071<br />
DI PARPAIUN<br />
1070.<br />
Barberis<br />
1098<br />
DELLE .<br />
Le Arotte<br />
SORGENTI<br />
1283<br />
1598<br />
.<br />
A partire I Sotti dal 2009<br />
1188<br />
nel cosiddetto<br />
1603 Case<br />
Case<br />
Staglione<br />
Ferrere<br />
1610<br />
T<br />
comprensorio 1398<br />
834<br />
. .<br />
turistico di San Giacomo<br />
1264 Monte<br />
Case Case<br />
1018<br />
.<br />
.<br />
Berteri Ravotti<br />
di Roburent 1058<br />
1560<br />
Prà di<br />
(esteso tra i comuni Alpet<br />
1:45/2:00 h<br />
1208 1047<br />
di Roburent stesso, Pamparato Case e Montaldo<br />
Gore<br />
300 m<br />
.<br />
Mondovì, 793 Manera tra le dorsali delle<br />
940<br />
1230 Valli Casotto,<br />
Roccia<br />
Ponte<br />
Roburentello e Corsaglia) è attiva Pamparina<br />
Murato<br />
.<br />
S. Giacomo di Roburent .<br />
871<br />
1511<br />
1037<br />
l’Associazione . Culturale<br />
.<br />
974 . 930<br />
Case<br />
Parpaiun, artefice (1040 m)<br />
Vuzio 1090<br />
della fitta rete sentieristica . che<br />
Case<br />
oggi<br />
L’itinerario ha inizio<br />
1060<br />
Potitta<br />
952<br />
si sviluppa tra le asperità montuose<br />
1218<br />
ai margini dell’abitato<br />
di San Giacomo di Roburent,<br />
della zona. Più di cento chilometri che<br />
nei pressi di Via Sapel.<br />
sfiorano come un filo increspato d’alta<br />
Per comodità logistica,<br />
quota tutte le peculiarità naturalistiche,<br />
gli autoveicoli possono<br />
storiche e architettoniche del territorio.<br />
essere abbandonati<br />
Maggiori informazioni su percorsi e attività nei pressi della Parrocchiale.<br />
sul portale associativo www.parpaiun.org.<br />
952<br />
950<br />
Buzi<br />
Torrente Casotto<br />
→ In caso di piogge<br />
insistenti, possibili tratti<br />
fangosi e acquitrinosi nella<br />
prima parte del tracciato,<br />
tra il Bosco delle Fate e<br />
le Stalle Groppignano.<br />
1066<br />
.<br />
971<br />
Case<br />
Costa<br />
885<br />
Borgo<br />
Riviera<br />
790<br />
65<br />
1204<br />
997<br />
.<br />
C<br />
C<br />
819<br />
.<br />
Case<br />
Palacchi<br />
I Chinelli<br />
100<br />
C<br />
B<br />
So<br />
1366<br />
S<br />
←←← Scorcio delle Stalle<br />
Groppignano<br />
←← Un tratto boschivo<br />
dell’itinerario<br />
← Una panoramica radura<br />
prima di ridiscendere<br />
a San Giacomo di Roburent
66<br />
//14<br />
ANELLO<br />
VALCASOTTO<br />
– LE SURIE<br />
– VALCASOTTO
Ideale soprattutto in primavera<br />
o in autunno, l'itinerario consente<br />
un’immersione completa nella civiltà<br />
← La Chiesa di San Ludovico<br />
a Valcasotto<br />
↑ Scorcio nei pressi di Cascina<br />
La Grangia<br />
alpina di un tempo grazie a sterrate<br />
e a mulattiere che attraversano<br />
67<br />
straordinari castagneti da frutto,<br />
lambendo costruzioni e borgate<br />
ancora odoranti di storia e di vita<br />
e proiettando l'escursionista<br />
tra peculiarità naturalistiche,<br />
storiche e artistiche di pregio.<br />
Tra queste il Castello di Casotto e il mulino<br />
napoleonico di Valcasotto, perfettamente<br />
ristrutturato e oggi acme estetico dell’intera<br />
borgata. All’interno di quest’ultima (accanto<br />
ad una locanda recentemente ristrutturata)<br />
sorgono poi i locali di stagionatura dei<br />
formaggi d’alpeggio di Beppino Occelli, realtà<br />
produttiva conosciuta a livello internazionale.<br />
Accanto agli spazi riservati alle degustazioni<br />
guidate, anche un’aula didattica a servizio<br />
dell’Università di Scienze Gastronomiche<br />
di Pollenzo (Bra), nata nel 2004 con l’intento<br />
di favorire lo sviluppo di una nuova agricoltura<br />
sostenibile, capace di ragionare secondo<br />
un approccio interdisciplinare in grado<br />
di miscelare le scienze e le tecnologie<br />
alimentari con le scienze sociali, umane,<br />
biologiche e agrarie.<br />
→ LA LEGGENDA<br />
DI PAMPARATO<br />
Di indiscusso fascino è<br />
l’etimologia del toponimo<br />
Pamparato, nei confini<br />
del quale rientra<br />
la frazione di Valcasotto:<br />
secondo alcuni, infatti,<br />
il nome troverebbe<br />
riscontro in un’antica<br />
leggenda, secondo cui<br />
gli abitanti ormai<br />
allo strenuo per l’assedio<br />
dei Saraceni, inviarono<br />
al di fuori delle mura<br />
un cane con in bocca<br />
una pagnotta intrisa<br />
di vino, ad indicare<br />
un’assoluta abbondanza<br />
di viveri e sperando così<br />
di far desistere<br />
gli invasori. Questi ultimi,<br />
esclamando “Habent<br />
panem paratum!”<br />
(“Hanno il pane<br />
condito!”), si sarebbero<br />
a quel punto<br />
effettivamente ritirati,<br />
delusi e affranti.
68<br />
← Il viale di accesso al Castello<br />
di Casotto<br />
↑ Cappella di Sant'Anna<br />
e San Grato<br />
→ Il Castello di Casotto<br />
// ITINERARIO<br />
Incamminarsi sulla Provinciale 178 in direzione di Garessio fino ad incontrare,<br />
sulla destra ai margini dell’abitato, una deviazione asfaltata in discesa<br />
verso il cimitero. Nei pressi di quest’ultimo tenersi a sinistra, costeggiando<br />
la Cappella di San Rocco e proseguire sulla traccia che costeggia l’edificio<br />
in un bosco misto di frassini, faggi e castagni. Proseguire sull’itinerario<br />
pressoché pianeggiante facendo attenzione alla vegetazione folta e al fondo<br />
acquitrinoso. Costeggiare i ruderi della Cascina del Seccatoio e procedere<br />
sulla mulattiera, ora più evidente, che sale con pendenze esigue fino<br />
a raggiungere la Correria. Sfociati sull’ampio piazzale, trascurare la strada<br />
asfaltata a sinistra e quella sterrata in discesa sulla destra, imboccando<br />
invece la bella carrozzabile che conduce al Castello, esteticamente pregevole<br />
anche dall’esterno. Ritornati nei pressi della Correria, incamminarsi stavolta<br />
sulla rotabile asfaltata in salita che raggiunge la Provinciale e percorrere<br />
quest’ultima in discesa per qualche decina di metri, prima di imboccare<br />
la sterrata che sale sulla destra al termine della curva. Raggiungere Cascina<br />
La Grangia e continuare sulla carrareccia che prende quota con alcuni<br />
tornanti. Al secondo di questi mantenere la sinistra, ignorando a destra<br />
la strada per la Colla di Pian del Bal. Incrociata una carrozzabile che sale<br />
da Valcasotto, mantenere la destra verso le Surie trascurando, poco dopo,<br />
un sentiero in discesa sempre per Valcasotto. Raggiunta la borgata (punto<br />
acqua), ci si può spingere fino alla settecentesca Cappella di Sant’Anna e<br />
San Grato posta ai margini dell’abitato. Ritornare quindi sui propri passi<br />
trascurando ancora una volta il sentiero per Valcasotto e svoltare invece<br />
a destra lungo la strada sterrata in discesa. L’itinerario attraversa pregevoli<br />
castagneti da frutto, lambisce le Case Romagnoli e raggiunge infine la Chiesa<br />
di San Ludovico, costeggiando la quale ci si ritrova nuovamente nella piazzetta<br />
di Valcasotto.
1270<br />
Stalle<br />
del Nascio<br />
.<br />
Bric<br />
Castellano<br />
.<br />
Case<br />
Navonera<br />
1243<br />
1482<br />
1354<br />
Colla<br />
lla Navonera<br />
ette<br />
Frassanea<br />
.<br />
1011<br />
.<br />
1118<br />
1115<br />
Case<br />
Piano<br />
Briccazzo 948<br />
1092<br />
Punta .<br />
del Nascio<br />
962<br />
.<br />
Valcasotto<br />
1256<br />
. 928<br />
I<br />
Ghini<br />
1226<br />
Bric<br />
Tagliantino<br />
1180 . 1218<br />
Tagliante<br />
.<br />
Stalle<br />
Surlot<br />
1260<br />
Case<br />
Selvatici<br />
Rio Ciapperassa<br />
Rio Bura<br />
1167<br />
Rio di Moscardina<br />
952<br />
Case<br />
Dare`<br />
Case<br />
Palacchi<br />
I Chinelli<br />
1080<br />
1050<br />
Rio dei Frecci<br />
1225<br />
Case<br />
Nuova<br />
Surie<br />
1215<br />
.<br />
La Gatiera<br />
1000<br />
1072<br />
1298<br />
Colletto<br />
dei Sandri<br />
Case<br />
Galli<br />
Marcianti<br />
1423<br />
I Perrini<br />
1246<br />
1136<br />
Correira<br />
1413<br />
.<br />
Bric<br />
dei Sandri<br />
1515<br />
.<br />
Il Baraccone<br />
1464<br />
Cascina<br />
delle Gombe<br />
1195<br />
1060<br />
Torrente Casotto<br />
1128<br />
.<br />
Castello<br />
. Reale<br />
1089 di Casotto<br />
Cascina<br />
Mindino<br />
1330<br />
Costa Vatè<br />
.<br />
1174<br />
.<br />
1539<br />
.<br />
1549<br />
C<br />
Pian<br />
Bric<br />
Nei<br />
.<br />
1670<br />
.<br />
1518<br />
17<br />
Rio della Go<br />
1108<br />
1<br />
Rocca<br />
1350 .<br />
dei Balbi<br />
Bric<br />
.<br />
dei Sapetti<br />
1398<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Rocc<br />
1410 1058<br />
1379<br />
Ponte<br />
1520<br />
. Case<br />
.<br />
. Rasc<br />
1352<br />
Balbi della Marmorea<br />
1200<br />
.<br />
1312<br />
1123<br />
1128<br />
.<br />
. 1313<br />
. 1478<br />
1325<br />
.<br />
Rocca<br />
. 1447<br />
del Lupo // 1 4<br />
→ IL CASTELLO 1278 DI CASOTTO . .<br />
1351<br />
Case<br />
1368<br />
.<br />
ANELLO<br />
1329<br />
1347<br />
Ninade<br />
.<br />
1563<br />
1430<br />
.<br />
1270<br />
Fondato .<br />
. .<br />
1395in prima battuta come monastero VALCASOTTO<br />
Punta<br />
1298<br />
C<br />
1445<br />
. .<br />
1390<br />
certosino nel 1172, flagellato più volte della Sapea – LE SURIE<br />
1379 C<br />
. . 1390<br />
1338<br />
1652<br />
. 1413<br />
dai predoni e danneggiato a più riprese<br />
– VALCASOTTO .<br />
.<br />
.<br />
1414 Bric dei 1357<br />
da incendi dolosi, l’edificio venne privato<br />
1670<br />
T<br />
. Giassetti<br />
1442.<br />
1430<br />
.<br />
di ogni bene tra 1802 e 1803, prima<br />
1725 .<br />
Gias<br />
di essere acquistato da Carlo Alberto<br />
2:00/2:30 del Roccassone h<br />
. Bric del<br />
1542<br />
1642.<br />
1528 Praietto<br />
nel 1837. Il Castello di Casotto<br />
Bric di<br />
Mezzodì 290 1663<br />
.1430<br />
.<br />
. m<br />
. .<br />
1558<br />
134<br />
nella sua forma attuale divenne quindi 1932 Monte<br />
.<br />
1678<br />
1581 . Mussiglione<br />
una sfarzosa residenza reale di caccia e<br />
Valcasotto (966 m) . 1789<br />
1448<br />
.<br />
.<br />
1943<br />
1730 1600<br />
Monte .<br />
una dimora estiva di Casa Savoia fino Cima 1846<br />
.<br />
Berlino<br />
.<br />
.<br />
PraiettoRaggiungere l’abitato<br />
al 1881, 1782 quando 1630 fu ceduto ai privati.<br />
1752<br />
. di Valcasotto da<br />
.<br />
1926<br />
.1662<br />
Recentemente l’intero stabile è stato infine<br />
Alpe di Frere<br />
acquistato dalla Regione Piemonte che ha<br />
avviato profondi lavori di restauro ad oggi<br />
non ancora terminati.<br />
Irroi<br />
Pamparato o da Garessio<br />
e abbandonare i veicoli<br />
nella piazzetta centrale,<br />
sfruttando nel caso il recente<br />
parcheggio costruito<br />
a beneficio della borgata.<br />
o<br />
69<br />
I Mojazz<br />
La Bandita<br />
→ Ad inizio stagione<br />
il transito nella prima parte<br />
del percorso (da San Rocco<br />
alla Correria) può presentarsi<br />
un poco insidioso per via<br />
del fondo acquitrinoso<br />
e della vegetazione folta.<br />
Prudenza soprattutto<br />
nei pressi della Cascina<br />
del Seccatoio, dove le tracce<br />
divengono meno evidenti.
70<br />
//15<br />
ANELLO<br />
DELLE VENE<br />
DEL TANARO
← Il Rifugio Mongioie<br />
↑ Veduta da Pian Rosso<br />
Caratteristico e facile percorso ad<br />
71<br />
anello particolarmente consigliato<br />
in tarda primavera o all’inizio<br />
dell’autunno.<br />
Il colpo d’occhio sul versante meridionale<br />
del Mongioie, il Sentiero Natura Ignazio<br />
Abbo che si snoda tra larici, pini, prati e<br />
pascoli e l’affascinante ponte sospeso<br />
installato nei pressi delle Vene del Tanaro,<br />
sono solamente alcuni degli elementi unici<br />
che contraddistinguono l’intero tracciato,<br />
inserito in uno degli angoli più suggestivi<br />
dell’intera Valle Tanaro e posto ai margini<br />
sudorientali dell’ex Parco Naturale del<br />
Marguareis, oggi amministrato dall’Ente<br />
di gestione delle Aree Protette delle <strong>Alpi</strong><br />
<strong>Marittime</strong>. Merita infine di essere qui<br />
ricordato che proprio nei pressi delle Vene<br />
del Tanaro e della contigua Grotta delle<br />
Fuse (raggiungibile in circa 0h 15’ su sentiero<br />
riservato ad Escursionisti Esperti),<br />
si trova la risorgiva dell’intero sistema<br />
carsico del Mongoioie, noto tra le altre cose<br />
per la celerità dei suoi drenaggi: la portata<br />
complessiva delle suddette sorgenti, infatti,<br />
può incrementarsi anche durante<br />
un semplice temporale estivo, passando<br />
in poco più di un'ora da 40litri/secondo<br />
a ben 5000litri/secondo.<br />
→ IL GIRO<br />
DEL MARGUAREIS<br />
Il Rifugio Mongioie rientra<br />
nel celebre itinerario<br />
escursionistico<br />
del Giro del Marguareis,<br />
un percorso ad anello<br />
lungo 53 km e<br />
dal dislivello complessivo<br />
di circa 3600 m (in salita)<br />
che si snoda tra<br />
le pendici carsiche<br />
del più importante<br />
massiccio delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>,<br />
toccando le Valli Tanaro,<br />
Pesio ed Ellero.<br />
Cinque differenti tappe<br />
per altrettanti giorni<br />
di cammino pernottando<br />
nelle principali strutture<br />
ricettive d’alta quota<br />
presenti in loco: Rifugio<br />
Mongioie come detto,<br />
Rifugio Don Barbera,<br />
Rifugio Pian delle Gorre,<br />
Rifugio Garelli e Rifugio<br />
Mondovì.
72<br />
// ITINERARIO<br />
Incamminarsi sul vicolo in cemento che si stacca a fianco della Chiesa,<br />
mantenere la destra poco dopo e procedere sull’ampia mulattiera inerbita<br />
che prende quota con pendenze talvolta moderate. Guadare un ruscello<br />
e raggiungere in seguito un piccolo ripiano verdeggiante (punto acqua).<br />
Dopo pochi tornanti in prossimità dell’ampio Pian Rosso, svoltare a sinistra<br />
raggiungendo dapprima un abbeveratoio e successivamente il Rifugio<br />
Mongioie (0h 45’/1h 00’ dalla partenza). Superare l’edificio e proseguire<br />
in direzione ovest seguendo le indicazioni per le Vene del Tanaro, mantenendo<br />
dapprima la sinistra lungo una sterrata in discesa, quindi la destra<br />
imboccando un agevole sentiero. Attraversare il bosco misto di larici e pini fino<br />
a raggiungere un bivio. Qui svoltare a destra in salita in direzione della Colla<br />
di Carnino, tralasciando l’itinerario di sinistra utilizzato per il ritorno. Superato<br />
un impluvio, continuare sul percorso dal fondo più pietroso e raggiungere<br />
così le caratteristiche Vene del Tanaro. Attraversare lo spettacolare ponte<br />
sospeso, quindi tenersi a destra dopo pochi metri, percorrendo in senso<br />
opposto l’itinerario che sovrasta il ponte stesso. Ritornati sul tracciato<br />
dell’andata, continuare in discesa sul sentiero ormai familiare e raggiungere<br />
in breve il bivio già scorto in precedenza, mantenendo la destra, in discesa,<br />
verso Viozene. Trascurare poco dopo una diramazione verso Pianche e<br />
tenere la sinistra verso Viozene – Montenegro. Raggiunte alcune case private,<br />
continuare sull’itinerario (dapprima sterrato poi in cemento) che perde quota<br />
gradualmente piegando verso oriente, per poi abbandonarlo in prossimità<br />
di un tornante a destra, imboccando un sentiero sulla sinistra (indicazioni<br />
su pali di legno). Superare una croce di ferro e un paio di impluvi prima<br />
di imbattersi nuovamente su una strada asfaltata e cementata. Qui mantenere<br />
la destra in discesa e ritornare in breve sulla Provinciale che attraversa<br />
Viozene.
eia<br />
arnino<br />
feriore<br />
761<br />
1359<br />
1270<br />
Rocca<br />
delle<br />
Donzelle<br />
.<br />
1516<br />
.<br />
1586<br />
1931<br />
.<br />
. Il<br />
Castellazzo<br />
.<br />
1216<br />
Ponte<br />
Tibetano<br />
1.<br />
1536<br />
1944<br />
1654<br />
.<br />
Garbo<br />
del Manco<br />
.<br />
1767<br />
1583 Grotta<br />
delle Vene<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
. 1547<br />
1280 .<br />
1416 Montenegro<br />
.<br />
Piumini<br />
Pianche<br />
Viozene<br />
1353 Mussi .<br />
.<br />
1230<br />
.<br />
1281 .<br />
1556<br />
Rocca di<br />
a delle→ IL SENTIERO Piano Cavallo NATURA Cima di<br />
scette<br />
1240<br />
Piano Cavallo<br />
Füsa<br />
Cima<br />
.<br />
. Gran parte dell’itinerario Cantalupo qui 1906proposto<br />
.<br />
1262<br />
1896<br />
rientra nel cosiddetto . “Sentiero Natura<br />
1893<br />
Carnino-Viozene”, promosso dall’ex Parco<br />
1606<br />
Naturale del Marguareis e ricavato lungo<br />
il camminamento Piniella<br />
1549<br />
Colla che un tempo univa<br />
Soprana<br />
Bassa<br />
l’abitato 1608 di Viozene<br />
1393<br />
. con quello di Carnino Bric<br />
Bric<br />
dell' Ase<br />
Inferiore. Ricco dei Posi di pannelli<br />
Piniella<br />
informativi Morga di che .<br />
Sottana<br />
1678<br />
.<br />
Baccialone<br />
1281<br />
1433<br />
illustrano 1312<br />
. la Poggio flora, la fauna e i fenomeni<br />
Agnelli<br />
Morga<br />
1656<br />
. carsici tipici . di questi luoghi, il tracciato del Pova<br />
1606<br />
1511 presenta Ciai un dislivello modesto (420 m<br />
Veggi<br />
Le circa) e un tempo di percorrenza medio<br />
Salse<br />
1351<br />
(2:45/3:15 h), raggiungendo . il suo acme<br />
altitudinale alla Colla<br />
1532di Carnino (1597 m<br />
di quota, 0h 30’ circa dalle Vene).<br />
e<br />
Vallone delle Saline<br />
so<br />
garè<br />
umbassa<br />
gro<br />
Zorz<br />
Rio Pian Cavallo<br />
1594<br />
Colla<br />
di Carnino<br />
Rio Brigobello<br />
Pian di Selle<br />
Rocche del Manco<br />
1420<br />
.<br />
1382<br />
Valle<br />
Passo<br />
del Cavallo<br />
2238<br />
della<br />
Fuse<br />
1311<br />
Piano Cavallo<br />
Boschetti Garzo<br />
Arpetta<br />
1674<br />
I Garbi<br />
Rio della Piniella<br />
Maddalena<br />
Gola de<br />
1817<br />
1704<br />
1550<br />
Rifugio<br />
Mongioie<br />
1484<br />
1357<br />
1268 Talea<br />
1154<br />
Tetti di<br />
Piano Rossetto<br />
Muri<br />
.<br />
1134<br />
Bric del<br />
Pagano<br />
Martinelle<br />
.<br />
.<br />
// 1 5<br />
ANELLO<br />
DELLE Monte VENE<br />
Cimone<br />
DEL TANAROGarbo<br />
. del Cimone<br />
1832<br />
T/E<br />
.<br />
Alpe di Cosio<br />
1488<br />
1187<br />
1670<br />
1274<br />
Torrente Regioso<br />
1040<br />
La Fascia<br />
1554<br />
3:00/3:30 . h<br />
Va<br />
Valle<br />
1265<br />
.<br />
1442<br />
Case<br />
Cappon<br />
Bausi<br />
1771<br />
1318<br />
Toria<br />
C. Bruciata<br />
1209<br />
1108<br />
Cuchera<br />
1488<br />
380 m<br />
Dova<br />
Sottana<br />
Viozene 1334 (1242<br />
1300<br />
m)<br />
Dova<br />
1191<br />
Soprana<br />
Case<br />
Raggiunta<br />
Sanla frazione<br />
1350 Entravalle<br />
di Viozene Bernardo<br />
Case di per mezzo<br />
1114<br />
della Sotto Crosa Provinciale 154, Case<br />
dell'Isola<br />
988<br />
Trucco delle Fa<br />
1497<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Case 1342<br />
Bausun<br />
Case<br />
Frasse<br />
1080<br />
1777<br />
Piano del Pino<br />
Rio Re Bianco<br />
Costa Ciccion<br />
Torrente Negrone<br />
abbandonare i veicoli<br />
nei pressi della Parrocchiale<br />
o nell’ampio piazzale posto<br />
poco più avanti in prossimità<br />
del cimitero.<br />
73<br />
Cima de<br />
1162<br />
Alma<br />
B<br />
.<br />
962<br />
→ La percorribilità o meno<br />
del ponte sospeso è figlia<br />
evidentemente degli eventi<br />
meteorologici: valanghe<br />
o piogge intense possono<br />
infatti minarne la stabilità.<br />
←← Scorcio autunnale salendo<br />
al Rifugio Mongioie<br />
← Il caratteristico ponte<br />
sospeso sulle Vene del Tanaro
74<br />
//16<br />
CHIONEA<br />
– CHIORAIRA
Il presente itinerario altro non è<br />
che un breve tratto della ben più<br />
celebre Balconata di Ormea,<br />
← Un tratto dell’itinerario<br />
↑ Castagno secolare nei pressi<br />
di Porcirette Sottane<br />
una delle proposte escursionistiche<br />
più frequentate e conosciute<br />
75<br />
dell’intera Valle Tanaro.<br />
Estesa per circa 40 km, infatti,<br />
la Balconata unisce le due frazioni<br />
geograficamente più distanti<br />
del comune di Ormea, Eca (ad est)<br />
e Viozene ad ovest.<br />
Le quote comprese fra gli 850 e i 1500 m,<br />
i dislivelli abbordabili, le tappe personalizzabili,<br />
la confortante presenza tra gli altri del Rifugio<br />
di Chionea e le salite mai estreme, rendono<br />
l’intero percorso adatto a tutti gli escursionisti<br />
e particolarmente indicato nei mesi primaverili<br />
e autunnali. Numerose ed eterogenee, inoltre,<br />
le peculiarità che si possono incontrare lungo<br />
il cammino: borgate abbandonate, eroici<br />
avamposti montanari abitati tutto l’anno,<br />
castagni secolari, edicole votive, pascoli alpini<br />
e laghi nascosti. Un tuffo caleidoscopico<br />
nella montagna più autentica, insomma, reso<br />
possibile dall’intuizione della Sezione di Ormea<br />
del CAI, che per prima ha voluto riprendere e<br />
promuovere il tracciato, che unisce oggi nove<br />
frazioni e ventotto borgate, per una distanza<br />
complessiva da distribuire ipoteticamente<br />
in cinque differenti tappe.<br />
→ LE TAPPE<br />
DELLA BALCONATA<br />
DI ORMEA<br />
Come si è già avuto modo<br />
di ricordare, il percorso<br />
della Balconata di Ormea<br />
può essere suddiviso<br />
in cinque differenti tappe:<br />
da San Giacomo di Eca<br />
a Villaro (1:45/2:00 h),<br />
da Villaro a Chionea<br />
(2:35/3:00 h), da Chionea<br />
agli Aimoni (parzialmente<br />
descritta nel presente<br />
itinerario nel tratto<br />
Chionea – Chioraira;<br />
1:30/1:45 h nel complesso),<br />
dagli Aimoni a Quarzina<br />
(2:20 h circa di cammino<br />
complessivo) o<br />
da Chionea direttamente<br />
a Quarzina attraverso<br />
La Colma (2:30/3:00 h)<br />
e infine da Quarzina<br />
a Viozene per la tappa<br />
conclusiva e più faticosa<br />
(3:15/3:45 h).
76<br />
// ITINERARIO<br />
Imboccare la stradina asfaltata che si stacca a sinistra della Chiesa<br />
di Santa Maria Assunta, transitando in breve davanti al caratteristico Museo<br />
dei Ricordi. Usciti dal centro abitato, continuare sull’itinerario ora sterrato<br />
mantenendo la destra ad una prima diramazione e seguendo le apposite<br />
indicazioni per la Balconata di Ormea. Proseguire quindi sulla bella<br />
mulattiera che con pendenze pressoché nulle entra in uno storico castagneto<br />
e lambisce alberi plurisecolari, consentendo altresì un bel colpo d’occhio<br />
su splendidi terrazzamenti e muretti a secco. Raggiungere così Porcirette<br />
Sottane e continuare diritti seguendo le tacche bianche e rosse, tralasciando<br />
le indicazioni per Porcirette Soprane e ignorando una rotabile a sinistra<br />
che scende verso il centro della piccola borgata. Procedere sull’itinerario<br />
pressoché pianeggiante e ombroso fino a Case Rian, ai margini delle quali<br />
(a destra) sorge la vecchia parrocchiale, dalla facciata spoglia e biancastra.<br />
Mantenere la sinistra in leggera discesa costeggiando alcune abitazioni,<br />
prima di continuare sulla mulattiera che perde ora quota con pendenze<br />
temporaneamente moderate fino al Rio Chiapino. Superare il corso d’acqua<br />
per mezzo dello storico ponte in pietra e della recente passerella lignea<br />
installata dopo l’alluvione del novembre 2016, quindi procedere sull’itinerario<br />
parzialmente lastricato che risale il crinale con alcuni tornanti. Sfociare<br />
su una nuova mulattiera inerbita (mantenendo la destra in leggera salita o<br />
continuando diritti, visto che i due itinerari si ricongiungono comunque<br />
in breve) e seguirla fino ai margini di Chioraira. Qui, ritrovato l’asfalto, svoltare<br />
a sinistra in discesa ed entrare in paese (0h 40’ – 0h 50’), all’interno del quale<br />
sorgono diverse fontane. Per chi volesse allungare il cammino, è possibile<br />
raggiungere la soleggiata borgata La Colletta e da qui la frazione Aimoni<br />
(1h 00’ da Chioraira). Per il ritorno seguire evidentemente il medesimo percorso.
io Archetti<br />
Costone Moradulnu<br />
Ciapera<br />
La Pizza<br />
Rocche dei Butti<br />
Rivarini<br />
Collarea<br />
Rio Moglia<br />
Rinchiorea<br />
Abbi<br />
1045<br />
Pinale<br />
Rio Cantarana<br />
Fiume Tanaro<br />
Baulè<br />
.<br />
Caranche<br />
1119<br />
. .<br />
1633 .<br />
Villar<br />
973<br />
933<br />
Case<br />
962<br />
1568<br />
.<br />
.<br />
1531<br />
1180<br />
910 Airola<br />
. .<br />
.<br />
910 C<br />
.<br />
1366<br />
.<br />
. 960<br />
le P<br />
Case .<br />
Colla<br />
.<br />
.<br />
1223 1066<br />
Pronzai<br />
Case<br />
72<br />
Tetti<br />
858 Teco<br />
.<br />
1287<br />
Chionea<br />
.<br />
Soprani<br />
Case Ortai<br />
1215 .<br />
Chionea<br />
.<br />
1094<br />
1154<br />
702<br />
Case<br />
787<br />
834.<br />
.<br />
Riano<br />
Poggio<br />
Porcirette<br />
.<br />
.<br />
1191<br />
sottane<br />
1102<br />
Stalle<br />
.<br />
La Madonnina<br />
La Costa Rizzì<br />
741<br />
Colletto<br />
.<br />
936<br />
.<br />
924.<br />
.<br />
. .<br />
909.<br />
1312<br />
Chioraira<br />
901<br />
961<br />
1186<br />
Molino<br />
Ponte dei<br />
1097<br />
del Fossato<br />
Sospiri<br />
.<br />
Coturin<br />
. . . Colletta<br />
977<br />
.<br />
. 808 Ormea<br />
1261<br />
1060<br />
1052<br />
864<br />
863<br />
735.<br />
.<br />
.<br />
o . 1562<br />
922<br />
Case<br />
.<br />
.<br />
1<br />
. .<br />
750<br />
Fasce<br />
1481<br />
949<br />
823<br />
.<br />
1005<br />
San<br />
784<br />
Bossieta<br />
1364 .<br />
Vespi<br />
866<br />
1095<br />
Giovanni<br />
946<br />
Battista<br />
.<br />
.<br />
.<br />
Campo<br />
1217<br />
849<br />
. .<br />
Comune 970<br />
gio<br />
.<br />
1523<br />
1577<br />
.<br />
752<br />
998<br />
acchi<br />
.<br />
.<br />
Calcagnea<br />
1537<br />
1035 878<br />
// 1 6<br />
. → IL MUSEO .<br />
.<br />
PoggioDEI RICORDI Aimoni<br />
1023 1237<br />
la Colma<br />
CHIONEA<br />
1449.<br />
Nel cuore di Chionea sorge l’affascinante<br />
.<br />
Bossi<br />
1366 Rocca<br />
– CHIORAIRA<br />
1141<br />
Castel<br />
958 <strong>Alpi</strong>sella<br />
Museo dei Ricordi, . dedicato alla civiltà<br />
769<br />
Paiano<br />
1028 .<br />
<strong>Alpi</strong><br />
.<br />
1344<br />
.<br />
T<br />
1128<br />
.<br />
Brignacchi<br />
. . . 1093 Sop<br />
6 alpina di un tempo. Custode degli usi,<br />
1169<br />
1152<br />
973<br />
974<br />
dei costumi e dei tanti attrezzi utilizzati<br />
0:40/0:50 h<br />
Sen<br />
Ailan dai contadini<br />
. . locali dei secoli scorsi,<br />
1:20/1:40 h ▶ a/r<br />
1140<br />
975 .<br />
.1089<br />
1266<br />
1097<br />
il contenitore museale si è recentemente Cantarana<br />
.<br />
Bavi<br />
Fontana<br />
100 m<br />
1<br />
783<br />
Fraja<br />
Balma del<br />
arricchito Case della Valmarenca . cosiddetta Scuola<br />
Messere<br />
Figalli<br />
933<br />
Prale<br />
822<br />
1336<br />
de<br />
dei Ricordi, Grotta dell'Orso<br />
.<br />
1148<br />
817 una fedele . riproposizione<br />
Chionea (1110 m)<br />
790 .<br />
.<br />
1111<br />
. 952<br />
941<br />
1<br />
dell’ambiente .<br />
Ponte scolastico del 1920.<br />
939 Dal centro Merlini di Ormea (Piazza<br />
.<br />
1113<br />
.<br />
Case<br />
di Nava 1013 Rocca<br />
.<br />
.<br />
Case<br />
I vecchi banchi<br />
Pizzo<br />
Slanciata<br />
in legno si affiancano 1096 829<br />
1017 della Libertà)<br />
Soprane<br />
raggiungere Baratti 1328. 14<br />
nina<br />
.<br />
Rocca<br />
1005<br />
1025<br />
. così agli antichi mobili, Ferraira per un viaggio<br />
la frazione di Chionea<br />
1140<br />
. .<br />
.<br />
. .<br />
1401<br />
1203<br />
1439<br />
1212 imperdibile 1058 nella 1271 storia e nel passato.<br />
per mezzo di una stretta<br />
. 877<br />
1113<br />
.<br />
847. .<br />
1301 Case<br />
1038 .<br />
Per informazioni . strada asfaltata e<br />
Cava e visite:<br />
Rocca<br />
. 1143<br />
1247<br />
abbandonare i veicoli nei .<br />
info@museo-chionea.com<br />
pressi della Parrocchiale<br />
telefono +33 680 869896 (n° francese).<br />
(posti disponibili limitati).<br />
SS28<br />
Rocche<br />
Scapitte<br />
Langa<br />
Albareto<br />
Rocche Balcatte<br />
Isola Scura<br />
Cascine<br />
Rio Bossi<br />
.<br />
Rio Bossieta<br />
Rio di Prale<br />
1242<br />
Costa di Prale<br />
Elzo<br />
Lunghi<br />
Gorreto<br />
Ciazzo<br />
Vallette<br />
. 1070<br />
77<br />
Campo Comune<br />
Fasc<br />
Rio Boss<br />
←← Veduta di Chionea<br />
da Chioraira<br />
← Ponte sul Rio Chiapino<br />
↑ Museo dei ricordi
78<br />
//17<br />
ANELLO<br />
DI PIAN<br />
DELL’ARMA
Escursione parzialmente ad anello<br />
← Vista autunnale sulla Valle<br />
Pennavaire<br />
↑ La suggestiva Cappella<br />
di Madonna Guarneri<br />
nella selvaggia Valle Pennavaire,<br />
lungo antiche mulattiere segnate<br />
79<br />
da terrazzamenti e muri a secco<br />
(un unico tratto asfaltato e metà<br />
percorso) e arricchite da diverse<br />
peculiarità artistiche o naturalistiche.<br />
Tra queste la meravigliosa Cappella<br />
di Madonna Guarneri (risalente al XIII secolo<br />
e posta lungo il vecchio collegamento che<br />
metteva in relazione il comune di Caprauna<br />
con i suoi pascoli più elevati) per visitare<br />
la quale è possibile rivolgersi al vicino Rifugio<br />
di Pian dell’Arma e le caratteristiche falesie<br />
dell’Arma, che si aprono invece sul versante<br />
meridionale del massiccio Armetta-Dubasso<br />
e che rappresentano un vero e proprio<br />
paradiso per gli amanti dell’arrampicata.<br />
La presenza lungo la tratta dell’accogliente<br />
Rifugio di Pian dell’Arma (punto ristoro e<br />
punto acqua), agevola inoltre la percorribilità<br />
dell’itinerario. Gli escursionisti più allenati,<br />
infine, possono parimenti cimentarsi<br />
con la salita al Monte Armetta (1739 m<br />
di quota), acme altitudinale delle cosiddette<br />
Prealpi <strong>Liguri</strong> e vetta panoramica da cui si può<br />
godere di un bel colpo d’occhio sulla città<br />
di Ormea, sull’omonimo Pizzo e su buona parte<br />
delle asperità delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong>.<br />
→ LA RAPA<br />
DI CAPRAUNA<br />
Celebre ortaggio<br />
a prevalente consumo<br />
invernale, la Rapa<br />
di Caprauna (Brassica<br />
rapa subsp. rapa)<br />
si contraddistingue<br />
per il suo sapore<br />
mediamente dolce,<br />
evidente soprattutto<br />
negli esemplari<br />
dalla colorazione gialla<br />
più intensa. Tutelata da<br />
alcuni anni dall’omonimo<br />
Presidio Slow Food,<br />
la sua produzione<br />
continua ad essere<br />
quantitativamente esigua<br />
e limitata ai territori<br />
comunali di Alto e<br />
di Caprauna.<br />
Di particolare interesse<br />
culturale, poi,<br />
la fisionomia di alcune<br />
coltivazioni, che sfruttano<br />
ancora i terrazzamenti<br />
retti da muri a secco<br />
realizzati nei secoli scorsi.
80<br />
// ITINERARIO<br />
Incamminarsi sulla stradina lastricata che si stacca sotto ad un portico,<br />
a fianco della Confraternita di S. Antonino. Continuare sull’itinerario<br />
gradinato, raggiungere i vecchi lavatoi e svoltare a sinistra (ancora su scalini),<br />
lasciandosi sulla destra la graziosa Cappella di S. Bernardo. Raggiunta<br />
la SP 216, attraversarla e imboccare la ripida mulattiera che ha inizio pochi<br />
metri avanti. Ai margini di borgata Ruora, superare un impluvio quindi tenere<br />
la destra, in forte salita, dapprima su sentiero, quindi su strada cementata.<br />
In uscita dal nucleo abitato, poi, girare a sinistra lungo un bel camminamento<br />
che taglia il versante in direzione ovest. Dopo un tratto nel bosco misto,<br />
incrociare nuovamente la Provinciale percorrendo qualche metro in salita<br />
verso destra, prima di imboccare una deviazione a sinistra che lambisce<br />
un altare votivo. Sfociati per l’ennesima volta sulla strada asfaltata, seguirla<br />
per pochi metri questa volta verso sinistra e continuare in seguito sul sentiero<br />
che si stacca a destra in salita (cartellonistica), fino a raggiungere la strada<br />
sterrata diretta al Colle S. Bartolomeo. Attraversarla semplicemente anche<br />
in questo caso e continuare sulla traccia che termina poco dopo su una nuova<br />
carrareccia. Girare a questo punto a destra e raggiungere in breve il Rifugio<br />
Pian dell’Arma (1h 15’ – 1h 30’). Contornato il piccolo parco giochi, proseguire<br />
sulla mulattiera diretta alla Colla Bassa e, in prossimità di un bivio, svoltare<br />
a destra in discesa, incrociando nuovamente dopo circa 10’ la sterrata diretta<br />
al Colle S. Bartolomeo. Percorrerla verso sinistra per qualche centinaio<br />
di metri, prima di tenere la destra, in discesa, verso Madonna Guarneri.<br />
Da qui continuare sulla traccia poco visibile che discende a destra fino ad<br />
incontrare la strada asfaltata. Percorrerla verso destra in leggera salita<br />
per circa 350 metri e ritrovare così il tragitto dell’andata, imboccando a sinistra<br />
la mulattiera già percorsa che discende verso Caprauna.
o<br />
nea<br />
1515<br />
. .<br />
1023 1237<br />
Bossi<br />
.<br />
1141<br />
1648<br />
58 <strong>Alpi</strong>sella<br />
<strong>Alpi</strong>sella<br />
.<br />
. . 1093 Soprana<br />
1188 Colla<br />
973<br />
Bassa<br />
1570<br />
1421 .<br />
1614<br />
1148<br />
ase<br />
ratti<br />
52<br />
1203<br />
1336<br />
Fontana<br />
Fraja<br />
1328.<br />
. 1439 .<br />
.<br />
Monte<br />
della Guardia<br />
.<br />
.<br />
1247<br />
. .<br />
. 1246<br />
1303<br />
1621<br />
1484<br />
1420<br />
1658<br />
.<br />
Rifugio Pian<br />
dell'Arma<br />
.<br />
1462<br />
.<br />
1101<br />
.<br />
.<br />
1251<br />
Rocca delle Penne<br />
. o Pennone<br />
→ IL MUSEO ETNOGRAFICO<br />
1503 Rocca<br />
.<br />
. Tramontina 1476<br />
Rocca<br />
.<br />
.<br />
Inaugurato . Aquilanel 2000 1357 nei locali<br />
1483<br />
Case di della .973 1128 ex scuola elementare 1371 e posto a fianco<br />
Marise<br />
1320<br />
del municipio, il sito museale custodisce<br />
.1018<br />
872<br />
tre differenti sezioni: una naturalistica<br />
. 969<br />
con documenti storici e fotografici<br />
1241<br />
.<br />
1108<br />
.<br />
sulle grotte, .<br />
. sulla flora e sulla fauna<br />
900<br />
della zona, 798.<br />
una etnografica con abiti<br />
1047<br />
Rocca<br />
. 1133<br />
.<br />
Armo e oggetti della tradizione contadina<br />
Guardiale<br />
di un tempo e una storica Casa 882<br />
. contenente<br />
dei Campi<br />
Tetto<br />
riproduzioni 820<br />
. e calchi Bandiadi reperti dell'età 1027 del Frate<br />
806<br />
.<br />
. 666<br />
910<br />
. .<br />
978<br />
del Ferro, del Bronzo e dell'epoca romana<br />
provenienti dall’intera Valle Pennavaire.<br />
Per maggiori informazioni sui giorni e<br />
gli orari di apertura: comune di Caprauna,<br />
(+39) 0174 391812.<br />
949<br />
78<br />
822<br />
Ravin<br />
Conioli<br />
Campo<br />
Passo<br />
di Prale<br />
Rio Bossi<br />
Piano dei Prati<br />
Riane<br />
Ciazza<br />
Vallon<br />
Cuni<br />
.<br />
1555<br />
1397<br />
Cà<br />
.<br />
du Lu<br />
Case 1286<br />
dell'Arma<br />
1339<br />
1141<br />
1382<br />
Colle di<br />
Caprauna<br />
Costa dei Prati<br />
1295<br />
Camporosso<br />
Campi Rossi<br />
.<br />
1255<br />
1077<br />
.<br />
Laboraira<br />
1521<br />
1511<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
1470<br />
.<br />
1139<br />
1067<br />
Santuario<br />
dell'Assunta<br />
.<br />
1492<br />
920<br />
Penne<br />
Chiappe<br />
Bandita<br />
1310<br />
.<br />
Cian del Ciappe<br />
.<br />
.<br />
1599<br />
Passo<br />
dei Sii<br />
. 1152<br />
.<br />
1264<br />
Madonna<br />
Guarneri<br />
1157<br />
Ruora<br />
1042<br />
Caprauna<br />
Merizzi<br />
.<br />
.<br />
.<br />
1389<br />
Case<br />
Porcile<br />
975<br />
986<br />
Chiazzuola 903<br />
Rio Pennavaira<br />
1190<br />
1048<br />
1115<br />
1484<br />
.<br />
928<br />
.<br />
1544<br />
.<br />
Poggio<br />
Valle Pennavaira<br />
Brutto<br />
1491<br />
Monte<br />
Pesauto<br />
Case<br />
dei Fan<br />
1311 // 1 7<br />
.<br />
ANELLO DI PIAN<br />
Monte<br />
Bello DELL’ARMA<br />
.<br />
835<br />
T/E<br />
Pezza dei Quaranta<br />
Armassi<br />
Sellette<br />
Bandia<br />
.<br />
.<br />
1321<br />
848<br />
Ponte<br />
Romano<br />
Mondino<br />
1035<br />
2:45/3:15 h<br />
Faelli<br />
Santissimi<br />
Cosma<br />
e Damiano<br />
1446 1502<br />
1468<br />
Colletta<br />
Pian Desebe<br />
1409<br />
.<br />
1085<br />
Ferraia<br />
1367<br />
877<br />
1. 403 .<br />
435 m<br />
1160<br />
.<br />
. 1060<br />
Comune di Caprauna (940 m)<br />
.<br />
.<br />
1142 978<br />
.<br />
Raggiungere Monte<br />
Cucco 1053<br />
il comune<br />
di Caprauna e lasciare<br />
844.<br />
Tetti Ciapai<br />
i veicoli . in Piazza<br />
di<br />
990<br />
Sant’Antonino, Panigazze dalla quale ha<br />
inizio il sentiero qui descritto.<br />
Cian Boniverti<br />
Fenin<br />
.<br />
.<br />
1350<br />
Case<br />
Sei<br />
.<br />
853<br />
.<br />
.<br />
1209<br />
.1115<br />
1371<br />
.<br />
1272<br />
Dente di<br />
Caprauna<br />
.<br />
866 637<br />
1089<br />
→ L'anello è eventualmente<br />
fruibile anche in inverno<br />
con le ciaspole.<br />
.<br />
849<br />
Cavatorta<br />
Borghetto<br />
Linai<br />
81<br />
910<br />
1508<br />
1545<br />
Ri<br />
1<br />
85<br />
M<br />
de<br />
1155<br />
Prati d<br />
Cresp<br />
Airegra<br />
←← Il Rifugio Pian dell’Arma<br />
← La Cappella di San Bernardo<br />
del XIV secolo<br />
↑ Il comune di Caprauna, sede<br />
del Museo etnografico
82<br />
//18<br />
ALTO<br />
– CAPRAUNA<br />
LUNGO L’ARMA<br />
DI VIA
← Scorcio di Alto e del Castello<br />
dei Conti Cepollini<br />
↑ Scorcio su Caprauna e<br />
sulla selvaggia Valle Pennavaire<br />
Un tuffo selvaggio in una vallata<br />
83<br />
sospesa tra Piemonte e <strong>Liguri</strong>a lungo<br />
l’antica strada di collegamento<br />
tra Alto e Caprauna.<br />
L’itinerario, privo di difficoltà, sfrutta in effetti<br />
la vecchia via di comunicazione che un tempo<br />
univa il comune di Alto a quello di Caprauna,<br />
attraversando boschi terrazzati, superando<br />
un gruppetto di case diroccate (conosciute<br />
popolarmente con l’epiteto de “l'Arma da Via”)<br />
e costeggiando il profondo solco vallivo in cui<br />
scorre il Rio Pennavaire.<br />
Diversi gli scorci interessanti, figli soprattutto<br />
della natura lussureggiante presente<br />
nella zona. Gli amanti dell’arrampicata, poi,<br />
si possono cimentare con due differenti<br />
palestre di roccia poste lungo il percorso,<br />
mentre gli escursionisti più impavidi hanno<br />
la possibilità di raggiungere (grazie ad<br />
una diramazione poco segnalata all’inizio<br />
dell’itinerario) il corso d’acqua e attraversarlo<br />
per mezzo di un affascinante ponte medievale,<br />
prima di muoversi in discesa verso la Cascata<br />
del Rio Ferraia alta circa venticinque metri.<br />
Sfociando nella piazza principale di entrambi<br />
i paesi, infine, il presente itinerario consente<br />
di poter usufruire tutto l’anno di punti d’acqua<br />
ben accessibili.<br />
→ IL CASTELLO<br />
Costruito in una posizione<br />
dominante al di sopra<br />
di uno sperone roccioso<br />
sui resti di una precedente<br />
fortificazione, il Castello<br />
di Alto è stato infeudato<br />
nel 1320 ai Conti<br />
Cepollini, in quel tempo<br />
Signori di Alto e<br />
di Caprauna.<br />
Saccheggiato e in parte<br />
distrutto durante<br />
l’occupazione francese,<br />
è tuttavia riuscito<br />
a conservare<br />
la sua fisionomia<br />
medievale, arricchita<br />
in tempi più recenti<br />
da una graziosa loggia<br />
da cui si può scorgere<br />
il mare nelle giornate più<br />
terse. In giorni prefissati<br />
nel periodo estivo, infine,<br />
è possibile visitarlo<br />
con un accompagnamento<br />
guidato.
84<br />
// ITINERARIO<br />
Incamminarsi su Via Fischia il Vento (che si stacca sul lato opposto rispetto<br />
alla Chiesa di San Michele, costeggiando il campo sportivo) e dopo<br />
un centinaio di metri, in prossimità dei lavatoi, tenere la sinistra in discesa<br />
seguendo la cartellonistica. Raggiunto l’Oratorio di San Sebastiano<br />
(con affreschi del XV secolo), mantenere la destra in discesa lungo la bella<br />
mulattiera che percorre la sinistra idrografica della valle. Tralasciare due<br />
diramazioni a sinistra dirette al Rio Pennavaire e continuare diritti sul tracciato<br />
principale, raggiungendo in breve una palestra di roccia. Oltrepassata<br />
quest’ultima, proseguire sul percorso che si snoda tra un’ombrosa boscaglia<br />
mista, sfruttando terrapieni e muri a secco realizzati nei secoli scorsi. Ormai<br />
nel cuore del bosco, lambire quindi i ruderi della cosiddetta Arma da Via e<br />
procedere sulla mulattiera che raggiunge poco dopo l’ingresso della Grotta<br />
di Taramburla (1h 00’). L’itinerario, trasformatosi ora in un’ampia sterrata,<br />
sfiora i resti di una vecchia cava prima di sfociare su una strada asfaltata.<br />
Qui tenere la sinistra e proseguire su asfalto fino alle soglie delle Case Sottane<br />
di Caprauna, ai margini delle quali è possibile scegliere tra due differenti<br />
opzioni: salire a destra in forte salita all’interno della borgata (itinerario<br />
consigliato per la discesa; pregevole la Cappella di Madonna delle Neve)<br />
oppure procedere diritti contornando il centro abitato e tenendo poi la destra,<br />
in salita, ad una successiva diramazione. In prossimità di un tornante a monte<br />
di Case Sottane (dove i due percorsi si incontrano), continuare in salita lungo<br />
la rotabile asfaltata che prende quota con altri due tornanti, portandosi alle<br />
soglie di Caprauna Capoluogo. Percorrere infine l’ultima rampa di asfalto<br />
che conduce in Piazza Sant’Antonino, sede del municipio e del caratteristico<br />
Museo Etnografico (punto acqua in fondo alla piazza). Per il ritorno seguire<br />
il percorso dell’andata, con l’eventuale digressione presso Case Sottane.
6<br />
a<br />
.<br />
ne<br />
920<br />
.<br />
Ruora<br />
. 1042<br />
Caprauna<br />
Passo<br />
dei Sii<br />
. 1152<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.1115<br />
1089<br />
→ IL SANTUARIO DI MADONNA .<br />
41 DEL LAGO<br />
Santissimi<br />
1190 .<br />
Cosma<br />
1160<br />
.<br />
.<br />
Posto a circa 1000 e Damiano m di quota 1060 e distante<br />
3 km dal centro . di Alto, il Santuario . 910sorge<br />
3<br />
1142 978<br />
.<br />
lungo le sponde Monte di un minuto specchio<br />
1048<br />
Cucco 1053<br />
d’acqua, 844.<br />
Tetto<br />
Merizzi a sua volta inserito in una<br />
del Frate<br />
Tetti Ciapai<br />
scenografica . conca naturale di attrezzata<br />
.<br />
978<br />
990 Panigazze<br />
per il picnic. La struttura originaria 724.<br />
825<br />
(risalente Bonvicino al 1600) era dedicata alla<br />
.<br />
Nostra Signora della Visitazione, . 639<br />
Colla<br />
691<br />
ma<br />
555<br />
Domenica venne rimaneggiata più volte, subendo<br />
702<br />
.<br />
563<br />
importanti lavori di ampliamento<br />
.<br />
752.<br />
Gavenola nel 1842,<br />
786<br />
660<br />
fino a trasformarsi in una locanda. Canto<br />
Il Santuario nella sua veste attuale, invece,<br />
è stato edificato alla fine del XIX secolo ed<br />
ospita la Festa della Madonna del Lago<br />
la prima domenica di luglio.<br />
e<br />
50.<br />
1310<br />
1141<br />
Ciappe<br />
1264<br />
Madonna<br />
Guarneri<br />
1157<br />
986<br />
Chiazzuola<br />
Porcile<br />
1311<br />
975<br />
903<br />
Rio Pennavaira<br />
1115<br />
928<br />
Poggio<br />
Valle Pennavaira<br />
Brutto<br />
Monte<br />
Bello<br />
Pezza dei Quaranta<br />
Brusai<br />
Armassi<br />
Sellette<br />
Mondino<br />
Cian Boniverti<br />
Fasce di Prai<br />
Case<br />
dei Fan<br />
Bandia<br />
Pian Ambrogio<br />
1321<br />
848<br />
Ponte<br />
Romano<br />
Teruzzi<br />
1035<br />
Faelli<br />
1468<br />
Colletta<br />
Pian Desebe<br />
1085<br />
Saretto<br />
Ferraia<br />
.<br />
835<br />
Fenin<br />
877<br />
Sigara<br />
1350<br />
Case<br />
Sei<br />
853<br />
1209<br />
Dente di<br />
Caprauna<br />
866<br />
1371<br />
637<br />
.<br />
1272<br />
.<br />
849<br />
Cavatorta<br />
Borghetto<br />
Linai<br />
Monte Dorata<br />
1205<br />
Dubasso<br />
Bancolaidi<br />
1396<br />
.<br />
856<br />
Risso<br />
.<br />
Madonna<br />
del Monte<br />
1155<br />
1161<br />
Fontane<br />
Prati del Monte<br />
Crespone<br />
Airegrande<br />
Costa<br />
1219<br />
520<br />
885<br />
.<br />
785<br />
859<br />
Crosette<br />
.<br />
828 .<br />
1111 .<br />
Rocca<br />
Asperiosa<br />
1206 .<br />
972<br />
Chiapparo<br />
944<br />
.<br />
Rocca<br />
del Bozzaro<br />
. 1004<br />
1015<br />
.<br />
788<br />
// 1 8 Croce<br />
di Bastie<br />
ALTO Santuario – CAPRAUNA<br />
933<br />
santi<br />
. Cosma e Damiano .<br />
LUNGO L’ARMA<br />
DI VIA<br />
.<br />
810<br />
.<br />
Cascina<br />
Dogliu<br />
1091<br />
.<br />
Case<br />
Griuppo<br />
. 863<br />
875 .<br />
704<br />
.<br />
788 .<br />
Truc<br />
Rocca<br />
.<br />
1:30/2:00 h ▶ in ascesa;<br />
2:45/3:30 h ▶ a/r Prato<br />
Aquila<br />
370 m d'Arroscia Aira<br />
. . 734<br />
700<br />
Canto<br />
Comune di Alto (645 m)<br />
625<br />
.<br />
Montà<br />
Raggiunto il piccolo<br />
.<br />
d'Aquila<br />
centro abitato di Leverone Alto,<br />
625<br />
lasciare i veicoli<br />
nella piazza principale<br />
ai piedi dell’affascinante<br />
Castello dei Conti Cepollini.<br />
569<br />
Rio Pennavaira<br />
Sotto Bozzaro<br />
Armasse<br />
Cioso<br />
Colla<br />
TBassa<br />
Fontanelle<br />
Piani<br />
Rio Croso<br />
930<br />
769<br />
962<br />
Scazzaia<br />
640<br />
.<br />
Alto<br />
Castello<br />
dell'Aquila<br />
827<br />
85<br />
.<br />
414<br />
Rocca<br />
Grande<br />
.<br />
Aracà<br />
Affreddure<br />
Rio Ga<br />
55<br />
8<br />
Costa del<br />
←← Un tratto del selvaggio<br />
itinerario lungo il Rio<br />
Pennavaire<br />
← La Cappella di Madonna<br />
della Neve presso Case Sottane<br />
di Caprauna
86<br />
//19<br />
COLLA<br />
DI CASOTTO<br />
– BRIC MINDINO
Nonostante il discreto dislivello<br />
complessivo, l’escursione si svolge<br />
← Panorami autunnali durante<br />
la salita<br />
↑ L’abitato di Garessio<br />
interamente su strada sterrata, senza<br />
presentare alcuna difficoltà di ascesa.<br />
87<br />
Il Bric Mindino è una delle montagne<br />
più conosciute della Valle Tanaro,<br />
nonché una delle più frequentate<br />
e apprezzate dell’intero territorio<br />
monregalese in virtù della particolare<br />
ubicazione geografica occupata.<br />
I suoi 1879 metri di altitudine, infatti,<br />
consentono uno strepitoso colpo d’occhio<br />
su buona parte dell’arco alpino cuneese<br />
(dalle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> stesse alle imponenti <strong>Alpi</strong><br />
<strong>Marittime</strong>, fino al Monviso), con digressioni<br />
analogamente eterogenee verso la pianura<br />
piemontese e il Mar Ligure e permettono<br />
parimenti di intuire, nelle giornate più terse,<br />
i contrafforti rocciosi delle <strong>Alpi</strong> Valdostane.<br />
Cima più elevata della medio-bassa Valle<br />
Tanaro, inoltre, il Mindino domina altresì<br />
l’intera insenatura della Valle Mongia e<br />
il verdeggiante solco orografico della Valle<br />
Casotto. Come anticipato il percorso qui<br />
descritto segue per intero la rotabile sterrata,<br />
ma è comunque possibile usufruire di alcune<br />
scorciatoie segnalate lungo il cammino, privo<br />
tuttavia di punti d’acqua facilmente accessibili.<br />
→ GARESSIO 2000<br />
Storico corridoio<br />
di passaggio tra la Valle<br />
Tanaro e le vallate<br />
monregalesi, in tempi<br />
più recenti la Colla<br />
di Casotto si è<br />
trasformata nella base<br />
degli impianti di risalita<br />
di Garessio 2000.<br />
Concepita inizialmente<br />
negli anni Sessanta,<br />
la località sciistica<br />
si è poi ampliata<br />
negli anni Ottanta<br />
con nuovi impianti<br />
sui versanti settentrionali<br />
dei monti Berlino,<br />
Grosso e Mussiglione e<br />
con la realizzazione<br />
dei complessi residenziali.<br />
Tra gli anni Novanta e<br />
Duemila diversi fallimenti<br />
hanno di fatto azzerato<br />
lo sviluppo dell’area,<br />
che ha ripreso<br />
parzialmente a funzionare<br />
solo nell’inverno<br />
2017/2018.
Briccazzo<br />
1092<br />
Punta .<br />
del Nascio<br />
. 1256<br />
I<br />
Ghini<br />
1180<br />
Case<br />
Selvatici<br />
Tagliante<br />
1167<br />
948<br />
Case<br />
Ferriera<br />
Bric<br />
Tagliantino<br />
. 1218<br />
.<br />
928<br />
Valcasotto<br />
962<br />
La Gatiera<br />
1000<br />
.<br />
1072<br />
1136<br />
Correira<br />
88<br />
Rocca<br />
dei Balbi<br />
.<br />
1410<br />
Case<br />
Balbi<br />
1312<br />
1278<br />
Case<br />
Ninade<br />
1395<br />
Rio di Moscardina<br />
Case<br />
Dare`<br />
1108<br />
.<br />
1058<br />
Ponte<br />
della Marmorea<br />
.<br />
1128<br />
.<br />
1270<br />
1050<br />
Rio dei Frecci<br />
.<br />
1325<br />
. .<br />
1445 1390<br />
Marcianti<br />
Bric<br />
dei Sapetti<br />
. 1379<br />
.<br />
1200<br />
. 1313<br />
Rocca<br />
del Lupo<br />
.<br />
1430<br />
Punta<br />
della Sapea<br />
.<br />
1652<br />
Torrente<br />
// ITINERARIO<br />
Bric di<br />
Guardando in direzione di Garessio, imboccare la strada sterrata .1430<br />
che si stacca<br />
Mezzodì<br />
1932 . Mont<br />
sulla sinistra a fianco dei complessi residenziali (cartellonistica). Dopo<br />
1678<br />
pochi<br />
. Mussigl<br />
1448<br />
.<br />
.<br />
1943<br />
metri ignorare una ripida mulattiera a sinistra e continuare sulla carrareccia<br />
Cim<br />
principale che taglia il versante in direzione nordest con pendenze pressoché<br />
.<br />
.<br />
Prai<br />
1782 1630<br />
1752<br />
nulle. Dopo circa 1 km, tralasciare due nuove diramazioni in discesa<br />
.<br />
Briccazzo<br />
1<br />
1573 . .<br />
sulla destra e procedere sulla sterrata che prende Rifugio quota con un ampio 1640<br />
Cella<br />
Manolino<br />
tornante a sinistra. In prossimità di un modesto . Bassa<br />
1905 slargo proseguire ancora<br />
. 1751<br />
Monte .<br />
.<br />
2007<br />
sulla sterrata a destra (tornante), trascurando l’ennesima deviazione<br />
Rocca<br />
Grosso<br />
1637<br />
a sinistra diretta alla Colla di Casotto, quindi dell'Aquila ignorare poco dopo un’analoga<br />
. 1796<br />
1851<br />
mulattiera inerbita a destra. Ormai nel cuore della faggeta, Bric continuare<br />
dell'Oc Colla Bassa<br />
diritti verso il Bric Mindino (indicazioni) tralasciando l’agevole itinerario che<br />
conduce a Pratorotondo (a destra), fino ad incrociare a sinistra un sentiero<br />
ben segnalato che si inoltra nella faggeta. Per chi lo volesse imboccare, tale<br />
percorso altro non è che una semplice scorciatoia dell’itinerario principale,<br />
che sfocerà di nuovo nella strada sterrata al termine del bosco. Giunti oltre<br />
i 1600 m di quota circa (1h 00’ / 1h 15’ dalla partenza), la sterrata si trasforma<br />
in un’agile mulattiera parzialmente lastricata che, al di fuori della faggeta,<br />
consente un bel colpo d’occhio sull’abitato di Garessio, contornando la base<br />
delle Rocce del Rascazzo. L’itinerario si muove ora sinuosamente tra pascoli,<br />
ginepri e rododendri, permettendo di scorgere la sagoma del Mindino e<br />
la sua imponente croce di vetta. Proseguire quindi sulla sterrata che, piegando<br />
prima a sinistra e poi a destra, risale il costone terminale fino alla cima.<br />
Anche in questo caso è possibile intraprendere il sentiero secondario che<br />
taglia il versante con pendenze anche moderate, accorciando evidentemente<br />
i tempi di ascesa. Per il ritorno, infine, percorrere l’itinerario dell’andata<br />
usufruendo, nel caso, delle scorciatoie sopra citate.<br />
Rio Bura<br />
1642.<br />
.<br />
1725
Cascina<br />
delle Gombe<br />
1195<br />
.<br />
1368<br />
926<br />
1060<br />
Casotto<br />
e<br />
ione<br />
a<br />
etto<br />
.<br />
1128<br />
.<br />
.<br />
Castello<br />
Reale<br />
1089 di Casotto<br />
1123<br />
Cascina<br />
Mindino<br />
1330<br />
Costa Vatè<br />
.<br />
1174<br />
1398 .<br />
Irroi<br />
.<br />
1539<br />
.<br />
1520<br />
.<br />
1670<br />
I Mojazzi<br />
.<br />
1518<br />
1724<br />
.<br />
.<br />
1775<br />
Rio della Gombetta<br />
1777<br />
.<br />
Rocce del<br />
Rascazzo<br />
La Bandita<br />
.<br />
di Prato<br />
1693<br />
Rotondo<br />
1304<br />
.<br />
.<br />
Bric del Monte Mindino<br />
Pratopiano<br />
.<br />
.<br />
1194.<br />
1490<br />
Garelli<br />
1878<br />
.<br />
. 1593 .1410<br />
1060<br />
Cunni<br />
Rive<br />
1080<br />
1410 .<br />
979<br />
1038<br />
1374.<br />
.<br />
. 1328<br />
1596<br />
.<br />
.<br />
1822<br />
Costa Bruciata<br />
Rio Brutto<br />
Rocce Bassiette<br />
Rio di Piangranone<br />
1<br />
. 109<br />
Costa di Maggio<br />
Barche<br />
Campo Piano<br />
1283<br />
Bava<br />
Bologna 1148<br />
Rasoi<br />
. 1447<br />
1351<br />
.<br />
1329<br />
1347<br />
1427<br />
.<br />
.<br />
Borgo<br />
. .<br />
.<br />
1146<br />
1298<br />
1379 Colle di Casotto<br />
1188.<br />
.<br />
. 1390<br />
1338 . 1413<br />
1268<br />
. .<br />
.<br />
1131<br />
1359<br />
.<br />
.<br />
.<br />
1414 Bric dei 1357<br />
.<br />
.<br />
1190 1115<br />
1280<br />
Cappello<br />
Giassetti<br />
1442.<br />
1430<br />
.<br />
1029<br />
877<br />
.<br />
Gias<br />
Sarezzo<br />
Cascina<br />
// 1 9<br />
del Roccassone<br />
Cappello<br />
→ LA CROCE DEL . BRIC<br />
Bric delMINDINO<br />
.<br />
1542<br />
1528 Praietto<br />
775<br />
COLLA 1067 DI CASOTTO .<br />
.<br />
. .<br />
Nascio<br />
1663 Inaugurata il 14 settembre 1219<br />
1558 1969 e voluta<br />
–<br />
1343<br />
Rio BRIC di LuviaMINDINO<br />
da Don Francesco . Roà, allora parroco<br />
881<br />
.<br />
1789<br />
T<br />
.<br />
1600<br />
810<br />
di Mindino, 1730<br />
Monte l’imponente . croce di vetta è alta<br />
1846<br />
.<br />
.<br />
992<br />
ben venticinque<br />
Berlinometri ed è realizzata<br />
1057 1:45/2:15 . h ▶ in ascesa;<br />
.<br />
.<br />
.<br />
in tubolari in ferro e pannelli . 1532di policarbonato 3:00/3:30 h ▶ a/r<br />
1332<br />
898<br />
Rifugio<br />
1662<br />
1183<br />
semitrasparenti. Savona<br />
.<br />
Pian La Bersi sua installazione<br />
1553<br />
1557<br />
1489<br />
. .<br />
500 m 1199<br />
.<br />
.<br />
ha richiesto dieci anni di lavori,<br />
1088<br />
1527 tra cui<br />
.<br />
Rifugio<br />
1418<br />
1471<br />
la costruzione della . rotabile sterrata Silvietto che<br />
Colla di Casotto (1379 m)<br />
1407<br />
. .<br />
. Case<br />
Case<br />
1466<br />
Case<br />
Case . Bosso<br />
Pecul<br />
1003<br />
ancora oggi collega la cima stessa alla Colla . Balbi<br />
. .<br />
1700 1563<br />
1254<br />
922<br />
.<br />
Mulattieri<br />
L’itinerario ha inizio<br />
1366<br />
1109<br />
di Casotto. Dedicata .<br />
Stalla Caseai della caduti di tutte<br />
1294 Case Ravotti<br />
ai margini meridionali<br />
Mutti Biallera .<br />
Parone<br />
1229<br />
le guerre, nel 2002 grazie all’intervento .<br />
della Colla di Casotto, .<br />
dei volontari dell’ANA di Garessio, è stata<br />
nei pressi della rotabile<br />
altresì dotata di un impianto di illuminazione<br />
asfaltata che conduce<br />
al complesso residenziale<br />
alimentato con pannelli fotovoltaici.<br />
di Garessio 2000.<br />
Luvia<br />
1003<br />
Case<br />
Bertolini<br />
1015<br />
89<br />
714 .<br />
1278<br />
Case de<br />
Bellore<br />
1033<br />
Car<br />
.<br />
1<br />
11<br />
1<br />
Min<br />
Colombina<br />
.<br />
854<br />
P<br />
S<br />
→ Nel periodo invernale,<br />
fruibile con le ciaspole.<br />
←←← Giochi invernali nei pressi<br />
della cima<br />
←← L’imponente croce di vetta<br />
del Bric Mindino<br />
← Scorcio estivo in direzione<br />
del Monte Antoroto
90<br />
//20<br />
ANELLO<br />
DI PIETRA<br />
ARDENA
Piacevole escursione ad anello<br />
che si snoda sulle prime alture che<br />
← La sommità di Pietra Ardena<br />
↑ Un tratto dell’itinerario<br />
sovrastano il caratteristico borgo<br />
storico di Garessio. L’itinerario<br />
91<br />
si distende su percorsi eterogenei,<br />
presentando un fondo asfaltato<br />
all’inizio e alla fine, un sentiero<br />
lastricato nella parte intermedia e<br />
una comoda carrareccia sterrata<br />
nella parte di discesa.<br />
Degno di nota, poi, l’ambiente boschivo<br />
attraversato che rimanda alla castanicoltura,<br />
particolarmente florida nella zona durante<br />
il secolo scorso. In tal senso, ad esempio,<br />
si possono ancora intuire alcuni vecchi<br />
terrazzamenti sui quali troneggiano esemplari<br />
di castagno storici dal tronco imponente.<br />
Per chi lo desidera, poi, partendo dall’itinerario<br />
qui descritto è possibile raggiungere<br />
la sommità di Pietra Ardena (1100 m di quota,<br />
difficoltà E, relativa cartellonistica durante<br />
la salita) e da questa godere di un bellissimo<br />
panorama sulla città di Garessio e sulla media<br />
Valle Tanaro. Gli unici punti d’acqua utili<br />
per l’intero percorso, infine, si trovano nel<br />
cuore del borgo storico e fanno parte di un<br />
apposito itinerario realizzato negli anni scorsi,<br />
volto a valorizzare le tante fontane presenti<br />
sul territorio comunale.<br />
→ IL PAESE<br />
DELL’ACQUA<br />
Immerso nel verde<br />
delle <strong>Alpi</strong> <strong>Liguri</strong> lungo<br />
una fertile distesa<br />
pianeggiante, Garessio<br />
si contraddistingue<br />
da sempre per<br />
l’abbondanza e la qualità<br />
delle sue acque.<br />
Sede della celebre<br />
azienda San Bernardo<br />
(nata nel 1926 e<br />
considerata dai locali<br />
come “fonte miracolosa”),<br />
la città custodisce anche<br />
un apposito Parco Fonti<br />
San Bernardo indicato<br />
per fini terapeutici e<br />
aperto nel solo periodo<br />
estivo. Nel centro<br />
del paese, infine,<br />
si trovano altresì alcuni<br />
itinerari escursionistici<br />
che ruotano proprio<br />
intorno alle diverse<br />
fontane e sorgenti<br />
d’acqua presenti<br />
sul territorio.
92<br />
// ITINERARIO<br />
Attraversata la Provinciale 582, incamminarsi verso fondovalle (a sinistra)<br />
e imboccare dopo circa cinquanta metri la prima strada a destra in leggera<br />
salita. Al successivo bivio tenere ancora la destra in Via Cavour e addentrarsi<br />
così nel borgo storico. Ignorando tutte le diramazioni laterali, proseguire<br />
sulla strada principale lasciandosi il municipio sulla sinistra e uscire<br />
dal centro abitato. Qui riattraversare la Provinciale diretta al Colle<br />
San Bernardo e proseguire sulla stessa per pochi metri, fino ad incontrare<br />
un ponticello sulla destra (Ponte dei Corni). Attraversarlo e piegare stavolta<br />
a sinistra su una mulattiera inerbita prima e lastricata poi, seguendo<br />
le indicazioni per Pietra Ardena. Inoltrarsi nel rado bosco mantenendo ancora<br />
la sinistra ad una successiva diramazione e continuare sull’itinerario che<br />
prende quota con pendenze moderate. In un castagneto ora più rigoglioso,<br />
procedere sul percorso principale ignorando dopo circa 0h 30’ le indicazioni<br />
per Pietra Ardena, mantenendo la sinistra in direzione del Pilone di Sant’Anna.<br />
Continuare sul percorso principale tralasciando poco dopo una sterrata<br />
sulla destra, quindi immergersi in un bosco misto ora più ombroso fino<br />
a raggiungere il cosiddetto Colletto di Pennino, acme altitudinale del percorso<br />
(1h 10’/ 1h 30’ dalla partenza). Qui svoltare a destra in discesa, oltrepassare<br />
Case Fasiani e continuare sul bel sentiero che attraversa castagni secolari<br />
regalando altresì un bello scorcio sulla sommità di Pietra Ardena.<br />
Raggiunta una sterrata, svoltare a sinistra in direzione di Garessio La Trinità e<br />
procedere sull’itinerario principale ignorando poco dopo un’analoga sterrata<br />
sulla sinistra. In prossimità di un tornante a sinistra, mantenere poi la destra<br />
imboccando una mulattiera contornata da bei muretti a secco. Al termine<br />
della discesa, riprendere l’asfalto e tenere la destra al successivo bivio.<br />
Ritornati sulla Provinciale 582, svoltare infine a destra per ritornare in breve<br />
al punto di partenza.
.<br />
624 Case<br />
679<br />
.<br />
.<br />
dei Prati<br />
. Santuario . 795<br />
597<br />
San Valsorda 665<br />
Costanzo<br />
di Valsorda<br />
645<br />
648.<br />
655. . .<br />
.<br />
Garessio<br />
790<br />
.<br />
Case<br />
810<br />
Saccheri<br />
615<br />
. .<br />
.<br />
Rampazzo .<br />
814<br />
Santa Lucia<br />
872<br />
. 577 di Borgoratto<br />
655<br />
665 649<br />
. . 703.<br />
Case<br />
Nani 789<br />
.<br />
080<br />
1042 .<br />
Borgo<br />
. Case<br />
Piave<br />
650 Grollero<br />
Grappiolo<br />
605.<br />
.<br />
.<br />
709.<br />
705<br />
Ponte .<br />
705<br />
714<br />
822<br />
dei Corni 640<br />
. Monte<br />
.<br />
.<br />
. .<br />
San<br />
970 Monte<br />
Cornarea<br />
732<br />
Mauro<br />
. Pennoni Sottani<br />
Pietra<br />
738<br />
654 .<br />
2<br />
878<br />
. Ardena<br />
803<br />
699<br />
.<br />
724<br />
.<br />
. Il Martinetto Case<br />
Carrara<br />
760.<br />
1103<br />
Nani<br />
Case<br />
Trappa<br />
595<br />
. .<br />
Case . 742<br />
Fasiani<br />
607<br />
Facelli<br />
837.<br />
840 . 990<br />
Case<br />
830<br />
. .<br />
795.<br />
del Mezzo<br />
1049<br />
avotti<br />
645 .<br />
.<br />
.770 Case 888<br />
755<br />
.<br />
.<br />
690<br />
.<br />
Case<br />
dell`<br />
8<br />
1025<br />
Arnando<br />
Arciprete<br />
.<br />
863 .<br />
925 826.<br />
.<br />
.<br />
. 700<br />
730<br />
969<br />
.<br />
ttirava<br />
908<br />
.<br />
Case<br />
838 .<br />
Case Fasiani Colletto<br />
905<br />
Mecca<br />
di 989<br />
.<br />
.<br />
Colle<br />
1020<br />
. . Pennino<br />
San<br />
865<br />
961<br />
916<br />
Bernardo<br />
Case<br />
998 .<br />
1131<br />
.<br />
1028. Gabbiani<br />
892<br />
.<br />
.<br />
1150<br />
.<br />
1057 // 2 0 .<br />
Sant'<br />
983 1010<br />
→ UNO<br />
Bric<br />
DEI BORGHI PIÙ BELLI<br />
.<br />
.<br />
della Penna<br />
Anna<br />
1100 ANELLO 855<br />
. .<br />
.<br />
DI PIETRA<br />
920<br />
D’ITALIA 1375<br />
Poggio<br />
. .<br />
1125 1015<br />
1091.<br />
ARDENA . Coppa<br />
1056<br />
. 1066<br />
d`Oro<br />
Il cosiddetto Borgo 1140<br />
907 .<br />
.<br />
. Maggiore di Garessio Monte<br />
Mattia<br />
1143<br />
Pennino T/E<br />
.<br />
.<br />
.<br />
.<br />
1087<br />
879<br />
fa parte,<br />
1314<br />
come già anticipato, dei Borghi<br />
.<br />
725<br />
1272<br />
Case<br />
Case<br />
Case Pamparino<br />
Lisotti<br />
1064.<br />
più CaseBelli Truc d’Italia 1312<br />
.<br />
in virtù del suo Bocchino impianto 2:15/2:45 h<br />
Pamparino<br />
Villarchiosso Prato<br />
delle . 1158<br />
Soprane medievale del Poco e delle sue peculiarità Meraviglie storiche<br />
370 m .<br />
a .<br />
812<br />
zione Case e artistiche di pregio. Tra queste meritano<br />
1260<br />
. . 1180<br />
Villaro<br />
. 797<br />
di . essere qui menzionate<br />
1352.<br />
1229 la Porta Rose<br />
Borgo 995 di Garessio . (630 m) Pian<br />
.<br />
dei Fiori<br />
993<br />
. 1025<br />
1249<br />
(oggi galleria d’arte), la bellissima piazzetta<br />
.<br />
1318<br />
. Raggiunto l’abitato 895 .<br />
di San Giovanni, il campanile 1472<br />
948<br />
. Monte romanicogotico<br />
della Chiesa di Santa Galero Maria Extra<br />
801<br />
di Garessio, procedere lungo<br />
1383<br />
.<br />
la Provinciale 582 diretta .<br />
1709 889<br />
. .<br />
1714<br />
Moenia e l’imponente Parrocchiale<br />
al Colle San Bernardo. 1016<br />
. .<br />
di Maria Vergine Assunta, in origine<br />
Lungo la strada in<br />
prossimità dell’ex centro<br />
convento dominicano. Da segnalare,<br />
ippico, si trova un ampio<br />
inoltre, la Pinacoteca Civica e il Museo<br />
piazzale dove poter lasciare<br />
Civico.<br />
i veicoli.<br />
Piane della Penna<br />
Rio Chiosso<br />
Bossea<br />
Le Strette<br />
Monta<br />
Rio di San Bernardo<br />
Pian del Bergo<br />
Case<br />
Castellini<br />
Ca<br />
Ta<br />
9<br />
Case<br />
Dani<br />
.<br />
Case<br />
London<br />
Case<br />
Pigliana<br />
Case<br />
Rio Barchetto<br />
C<br />
1<br />
8<br />
Rio Roncomarso<br />
93<br />
954<br />
→ In caso di pioggia il primo<br />
tratto può presentarsi<br />
fangoso e acquitrinoso.<br />
←← Panoramica in direzione<br />
del Monte Antoroto<br />
← La bella Piazzetta<br />
di San Giovanni
To<br />
p 20<br />
TRA ALPI<br />
MARITTIME<br />
E LANGHE<br />
D<br />
BOVES<br />
ROCCAVIONE<br />
01 05<br />
PEVERAGNO<br />
VALDIERI<br />
ROASCHIA<br />
ROBILANTE<br />
06<br />
ENTRACQUE<br />
04<br />
VERNANTE<br />
02<br />
03<br />
LIMONE PIEMONTE<br />
Bern<br />
Lyon<br />
Genève<br />
Torino<br />
A32<br />
Grenoble<br />
A6<br />
Cuneo A33<br />
A5<br />
A4<br />
Milano<br />
Genova<br />
Marseille<br />
Nice
08 12<br />
ROCCAFORTE MONDOVÌ<br />
CHIUSA DI PESIO<br />
FRABOSA SOTTANA<br />
MONTALDO DI MONDOVÌ<br />
07<br />
FRABOSA SOPRANA<br />
13<br />
11<br />
ROBURENT<br />
PAMPARATO<br />
09<br />
10<br />
14<br />
19<br />
GARESSIO<br />
15 16<br />
ORMEA<br />
17<br />
20<br />
UPEGA<br />
ALTO<br />
CAPRAUNA<br />
18<br />
BRIGA ALTA
APPROFONDIMENTI<br />
96<br />
// LIBRI E GUIDE<br />
AA.VV., La Guida del Parco Alta Valle Pesio e Tanaro,<br />
Blu Edizioni, 2000<br />
AA.VV., La Guida del Parco <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>,<br />
Blu Edizioni, 2000<br />
AA.VV., Le Valli tra i Parchi, Più Eventi Edizioni, 2018<br />
Bernardi G., La Valle Gesso, Ghibaudo, 2000<br />
Kleider M., Batzing W., Trekking dal Colle di Tenda<br />
al Colle di Nava – 43 itinerari nelle Valli Vermenagna,<br />
Colla, Pesio, Ellero, Maudagna, Corsaglia, Casotto,<br />
Tanaro, GEM Communication, 2011<br />
Mattio C.A., I più bei sentieri della provincia<br />
di Cuneo, Blu Edizioni, 2009<br />
Mattio C.A., <strong>Passeggiate</strong> nelle valli cuneesi,<br />
Blu Edizioni, 2012<br />
Mazzucco F., Sui sentieri di Roccaforte Mondovì:<br />
Valle Ellero e Lurisia, Compagnia dei librai, 2007<br />
Parodi A., Pockaj R., Costa A., Nel cuore delle <strong>Alpi</strong><br />
<strong>Liguri</strong>, collana Sentieri e Rifugi, Parodi Editore, 2012<br />
Parodi A., Pockaj R., Costa A., Sentieri e meraviglie<br />
delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong>, collana Sentieri e Rifugi,<br />
Parodi Editore, 2010<br />
Pockaj R., S. Delfino, I sentieri della storia,<br />
Blu Edizioni, 2014<br />
Pockaj R., Le fortificazioni della Valle Gesso,<br />
Blu Edizioni, 2013<br />
// SITI<br />
alpicuneesi.it<br />
areeprotettealpimarittime.it<br />
cuneotrekking.com<br />
gambeinspalla.org<br />
piemonteoutdoor.it<br />
trekkingnordovest.com<br />
trek.marittimemercantour.eu<br />
// CARTE<br />
Fraternali Editore, 1:25.000<br />
n. 15 Valle Gesso, Parco Naturale<br />
delle <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong><br />
Fraternali Editore, 1:25.000<br />
n. 16 Val Vermenagna, Valle Pesio,<br />
Alta Valle Ellero, Parco Naturale<br />
del Marguareis<br />
Fraternali Editore, 1:25.000<br />
n. 19 Alta Val Tanaro, Alta Valle<br />
Arroscia, Alta Valle Argentina<br />
Fraternali Editore, 1:25.000<br />
n. 22 Mondovì, Val Ellero,<br />
Val Maudagna, Val Corsaglia,<br />
Val Casotto<br />
Fraternali Editore, 1:25.000<br />
n. 26 Bassa Val Tanaro, Val Bormida<br />
e Cebano<br />
Fraternali Editore, 1:50.000<br />
n. 50-4 Cuneo Valli Monregalesi, Val<br />
Vermenagna, Val Pesio,<br />
Alta Val Tanaro<br />
Istituto Geografico Centrale, 1:50.000<br />
n. 8 <strong>Alpi</strong> <strong>Marittime</strong> e <strong>Liguri</strong><br />
Istituto Geografico Centrale, 1:50.000<br />
n. 18 Le Langhe meridionali