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Messale Romano

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XXX )RINOPI E 1E PER L'USO DEL MESSALE ROMANO

Fatto questo, il sacerdote si reca alla sede. Terminato

il canto d'ingresso, tutti in piedi, sacerdote e fedeli,

fanno il segno della croce. Il sacerdote dice: lei nome

J -·glio e d· Ilo Spirito Santo (In nomine

t ttht et Spiritus S1n ri); il popolo risponde:

m , , Poi, rivolto al popolo, e allargando le braccia, il

sacerdote lo saluta con una delle formule proposte. Egli

stesso, o un altro ministro idoneo può fare una breve introduzione

alla Messa del giorno.

Dopo l' atto penitenziale, si dicono il • iOl.

e il , secondo le rubriche (nn. 30-31). Il può

essere iniziato o dallo stesso celebrante, o dai cantori, o

anche da tutti insieme.

Quindi il sacerdote invita il popolo alla preghiera, dicendo

a mani giunte: l reghl.'lmo (Oremu.>). E tutti

insieme con il sacerdote pregano, per breve tempo, in

silenzio. Poi il sacerdote, con le braccia allargate,

dice la colletta; al termine di questa, il popolo acclama:

L

Terminata l'orazione, il lettore si reca all'ambone e

proclama la prima lettura; tutti l'ascoltano seduti, e alla

fine rispondono con l'acclamazione.

Dopo la lettura, il salmista o il cantore, o lo stesso

lettore, canta o legge il salmo; il popolo vi prende parte

con il ritornello (cfr n. 36).

J1 Poi, se c'è una seconda lettura prima del Vangelo,

il lettore la proclama all'ambone, come si è detto sopra;

tutti siedono e stanno in ascolto, e alla fine rispondono

con l'acclamazione.

Segue l' o un altro canto, secondo il tempo

liturgico (cfr nn. 37-39).

Mentre si canta l' 11 o un altro canto, se si usa

l'incenso, il sacerdote lo mette nel turibolo. Quindi, a

mani giunte, e inchinato davanti all'altare, dice sottovoce

il t• il• 10 cuo ·e (Mund cor meun).

44 Poi se il libro dei Vangeli è sull'altare, lo prende e,

preceduto dai ministri, che possono portare l'incenso e i

ceri, si reca all'ambone.

All'ambone il sacerdote apre il libro e dice:

{D<

), e quindi

) ... ., (l "

• .), tracciando con il pollice il segno di croce sul libro e

sulla propria persona, in fronte, sulla bocca e sul petto.

Poi, se si usa il turibolo, incensa il libro. Dopo l'acclamazione

del popolo, il sacerdote legge ad alta voce il

Vangelo. Terminata la lettura, bacia il libro, dicendo

sottovoce: .a parola del V1ngelo e-1 l 1 recr·

(Pt • l ·h dic a d ·Il ). Al Vangelo

segue l'acclamazione del popolo secondo l'uso della

regione.

Quando manca il lettore, il sacerdote stesso proclama

tutte le letture e, se necessario, anche i canti interlezionali,

stando all'ambone. Quivi, se lo si usa, pone l' incenso

nel turi bolo e dice, inchinandosi il ._ - ~

( :IJe\.""l).

97. L'omelia si tiene alla sede o all'ambone.

Il Simbolo (C ·euo) viene detto dal sacerdote insieme

con il popolo (cfr n. 44). Nel dire le parole ,.;-

ra dello 5-muto 'tL o .. e 1 ( t.s

S ~ .. et ), tutti si inchinano;

nelle feste dell'Annunciazione (2S marzo) e del

Natale del Si111ore (2S dicembre) tutti genuflettono.

Poi si dice la preghiera universale o preghiera dei fedeli;

il sacerdote la dirige dalia sede o dall'ambone; il popolo

vi partecipa nella parte che gli spetta (cfr nn. 45-47).

L

Dopo la preghiera dei fedeli, ha inizio il canto di

offertorio (cfr n. SO), mentre i ministri collocano sull'altare

il corporale, il purificatoio, ll calice e il messale.

l ) Sarà bene che la partecipazione dei fedeli si manifesti

con l'offerta sia del pane e del vino per la celebrazione

dell'Eucaristia, sia di altri doni, per le necessità

della Chiesa e dei poveri.

Le offerte dei fedeli sono opportunamente ricevute dal

sacerdote aiutato dai ministri e deposte in luogo adatto;

invece il pane e il vino per l'Eucaristia si portano all'altare.

All'altare il sacerdote riceve dal ministro la patena

con il pane, e tenendola con entrambe le mani un po'

sollevata sull'altare, recita la formula prescritta; quindi

depone la patena con il pane sopra il corporale.

Poi, stando a lato dell'altare, riceve dal ministro

l'ampollina, e versa il vino e un po' d'acqua nel calice,

dicendo sottovoce la formula prescritta. Ritornato al

centro dell'altare, prend.e il calice e tenendolo un po' sollevato

con entrambe le mani, dice la formula prescritta;

quindi depone il calice sul corporale e, se occorre, lo copre

con la palla.

lnfme, inchinandosi, dice sottovoce: I.Jt rtili e penti­

f riiU humtl '\t.~).

l (l

1M Secondo l'opportunità, il sacerdote incensa quindi

le offerte e l'altare; a sua volta il ministro incensa il celebrante

e il popolo.

Dopo la preghiera lJ ~~ (l

) oppure dopo l'incensazione, il sacerdote, stando

a lato dell'altare, si lava le mani con l'acqua versatagli

dal ministro, dicendo sottovoce la formula prescritta.

Ritornato al centro dell'altare, rivolto al popolo,

lo invita, anche con il gesto delle mani (allargandole ericongiungendole)

a pregare, dicendo: J 1 1"

(O atl rr ltl .). Dopo la risposta del popolo, dice con le

braccia allargate, l'orazione sopra le offerte; al termine

il popolo acclama:

Quindi il sacerdote inizia la Preghiera eucaristica.

Allargando le braccia dice: o r m

), prosegue dicendo:

~ ), e intanto innalza le mani; poi, con le

braccia aperte, soggiunge: ·e

(C. ig- ). Dopo

che il popolo ha risposto:

(Dit),

il sacerdote continua il prefazio; e,

al termine di esso, a mani giunte, canta o dice ad alta voce

insieme con i ministri e il popolo:

t«J (S.m. u, )(cfr n. SS b).

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