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Giorni nostri scuola chiusa

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<strong>Giorni</strong> Nostri<br />

pagina3<br />

Ugento, Viaggio d’istruzione e<br />

gemellaggio, 12-16 novembre<br />

2018.<br />

Non capita spesso di andare in<br />

gita anche con il proprio<br />

dirigente. A noi è successo in<br />

occasione della nostra prima<br />

calata ad Ugento.<br />

Un episodio, tra i tanti.<br />

Cantare insieme fa gruppo, fa<br />

sentire amici, crea una complicità<br />

difficile da tradursi con le parole.<br />

Non per niente di solito è al<br />

ritorno da una gita che si<br />

intonano i cori sul pullman,<br />

Che cosa rimane quando una<br />

persona ci lascia?<br />

Immagini, sensazioni, esperienze.<br />

Ma in quel grande ammasso di<br />

ricordi, alcuni, pochi, sembrano<br />

emergere come a voler uno<br />

spazio tutto loro, a voler ribadire<br />

l'essenza di chi non è più tra noi.<br />

La prima volta che abbiamo visto<br />

Luisa, la nostra preside, noi<br />

ancora non appartenevamo a<br />

questo Istituto.<br />

Una riorganizzazione delle scuole<br />

vicentine avrebbe dirottato il<br />

nostro plesso sotto la sua<br />

dirigenza e per questo, in un<br />

caldo pomeriggio di giugno noi<br />

due e qualche altra collega<br />

avevamo deciso di prendere<br />

parte, come uditori, alla riunione<br />

che concludeva l'anno scolastico.<br />

Ci colpì subito il suo sorriso, un<br />

m i s t o d i b e n e v o l e n z a e<br />

determinazione, una<br />

quando confidenza e intesa si<br />

sprecano e si vorrebbe non<br />

tornare più a casa.<br />

Un po’ per scherzo e un po’<br />

perché, trascorsi un paio di giorni<br />

in terra salentina, eravamo<br />

totalmente inebriati dal clima<br />

pugliese, una sera abbiamo deciso<br />

di imparare O tamburieddhu mia,<br />

Il tamburello mio…, un pezzetto<br />

di un brano che generalmente<br />

accompagna il ballo della pizzica,<br />

ritoccato qua e là nel testo per<br />

adattarlo ai quei giorni. Con la<br />

prof. Nicchio alla chitarra e la<br />

dichiarazione spontanea di<br />

benvenuto che ci accoglieva nella<br />

nuova realtà.<br />

Il suo sorriso, un po' sornione,<br />

l'abbiamo ritrovato tutte le volte<br />

che abbiamo avuto a che fare con<br />

lei.<br />

Ci piaceva come splendeva il suo<br />

volto mentre, impegnata in mille<br />

cose da sistemare e da “far<br />

ingranare”, trasmetteva la<br />

passione per quello che faceva, la<br />

certezza che ogni fatica era<br />

orientata per il bene della <strong>scuola</strong> e<br />

soprattutto dei ragazzi. Aveva nel<br />

cuore tutti i suoi alunni, tutti, dai<br />

più piccolini ai più grandi.<br />

L'ultima volta che ci siamo parlate<br />

è stata un lungo scambio di<br />

opinioni su cosa vuol dire<br />

insegnare oggi e su come farlo al<br />

meglio senza lasciarci andare alla<br />

sfiducia perché i ragazzi vengono<br />

prima di tutto e nessuno sforzo<br />

prof. Babbolin con il tamburello<br />

in mano, ci siamo uniti in un<br />

canto dove risate e note si sono<br />

spese per dar vita a un momento<br />

indimenticabile, di gioia infinita,<br />

di amicizia, che andava oltre il<br />

ruolo di ognuno, che fosse<br />

alunno, insegnante o dirigente.<br />

Lei, la nostra Preside Luisa Basso,<br />

era una di noi, con la sua<br />

semplice autorevolezza e la<br />

capacità di farci sentire tutti uniti<br />

e importanti.<br />

Beatrice Rigon<br />

Foscolo<br />

deve sembrare eccessivo pur di<br />

aiutarli nel loro percorso.<br />

Quel giorno non sapevamo che<br />

non l'avremmo più rivista e<br />

sentita, ma ora, a ripensarci, non<br />

avremmo avuto un modo<br />

migliore per salutarci: ci eravamo<br />

incontrate su un terreno comune<br />

che è l’amore per quello che si fa.<br />

Pensiamo che questo sia il<br />

messaggio che ci ha lasciato e che<br />

avrebbe sicuramente voluto dare<br />

ad ogni giovane: vivere con<br />

p a s s i o n e , o g n i g i o r n o ,<br />

impegnandosi per ottenere ciò<br />

che si vuole, con fatica certo, ma<br />

con la certezza che poi sulle<br />

labbra apparirà un sorriso, un<br />

sorriso determinato e<br />

benevolente, proprio come il suo.<br />

OrnellaAchille<br />

MaddalenaMaistro<br />

Negri<br />

“Cara Luisa,<br />

mi piace chiamarla per nome in<br />

questo momento…senza per<br />

questo venir meno al rispetto e<br />

alla considerazione che ho per lei,<br />

Preside… La penso come farfalla<br />

leggera nei cieli delle montagne<br />

che tanto ama, libera di andare<br />

controvento, nel sole, di posarsi<br />

ovunque il pensiero la voglia<br />

portare…. La penso qui, dove è<br />

ancora viva e presente…. E non<br />

posso che ringraziarla per tutto<br />

ciò che ho imparato sia<br />

professionalmente che<br />

umanamente in questi anni di<br />

lavoro insieme, per la sua capacità<br />

di ascoltare con mente lucida ma<br />

anche con cuore aperto, per<br />

l’entusiasmo che ha sempre<br />

contraddistinto ogni proposta e<br />

per l’aver condiviso un’idea di<br />

<strong>scuola</strong> così attenta ad ogni<br />

persona…<br />

Grazie per quel sorriso sempre<br />

pronto….<br />

Grazie per averci accompagnati a<br />

diventare un vero Istituto<br />

Comprensivo, dove scuole<br />

dell’Infanzia, Primarie e<br />

Secondarie hanno da subito<br />

lavorato insieme con un unico<br />

intento: il benessere di tutti gli<br />

alunni.<br />

Grazie per l’incontro delle nostre<br />

strade…”<br />

Michela Parise<br />

Mistrorigo<br />

3

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