go sorride. Continua a studiare e i suoi risultati miglioranocon grande soddisfazione di tutta la famiglia.Chissà forse anche nonno è soddisfatto di lui e chissà se in ungiorno di “schizzo” glielo avrebbe mai confessato. Diego siricorderà sempre di quel giorno in cui il nonno con le sue storiegli ha cambiato la vita .SPAGNUOLO PAOLO Classe IIB41
SEZIONE 9Ritratto su telaRiuscivo a vederla, ancora lì seduta, la stanza buia e solo quellafioca luce ad illuminarla, come una madonnina nella sua nicchia.La sera tardi era l’unico momento della sua interminabilegiornata in cui il lavoro e tutte le faccende di casa eranosvolte. Lì in quello spicchio di tempo, seduta sulla poltrona,trovava il tempo di mandare su e giù il filo tra le trame diquella tela, nel silenzio. In quei momenti riuscivo a sentire ilsuono dell’ago quando trapassa la tela e il filo che scorreva.Era ostinata a finirlo in fretta per dare vita a quel gatto ches t a v a r i c a m a n d o .Mia madre è ancora giovane e molto bella; capelli lunghi escuri, occhi verdi, fisico asciutto, sempre sorridente e solare.Il ricordo che ho però di quel periodo è di una donna in làcon gli anni, con le prime rughe, gli occhi tristi, il viso cupo ele “borse” sotto gli occhi. La scomparsa del suo adorato mici o l ’ a v e v a c a m b i a t a .Mizio così si chiamava, un nome di origine indiana, con significatodi “bianco, candido”, come il suo soffice pelo. Dopo ottoanni nella nostra famiglia ormai ne era parte a tutti gli effetti.Lui e mia madre erano in simbiosi perfetta, uno conoscevagià le mosse dell’altro. Quando lei camminava lui era sempretra i suoi piedi, ma non lo calpestava mai, sembrava ballasseroun valzer in perfetta sintonia. Mizio non miagolava, emettevastrani versi per farsi capire e mia madre azzeccava semprequello che voleva. Era affezionato a tutti, ma per lei dovevaprovare un’adorazione speciale, la guardava sempre con quegliocchioni innamorati, quasi a venerarla. L’aspettava al cancelloper ore con aria quasi preoccupata, non riuscivamo a distoglierloda lì, non ci filava neanche in cambio dei suoi croccantinipreferiti. Quando compariva la macchina di mia madrelui scodinzolava, Quando scendeva dalla macchina cominciavaad emettere un suo strano verso simile a quello di un grillo.Allora mia madre una volta in casa gli riempiva la ciotolinadi croccantini e lui finalmente si rilassava e mangiava così leiriusciva a salutare me, mio fratello e mio padre senza averlotra i piedi. Io purtroppo sono allergico al pelo del gatto quindiMizio frequentava la casa per poco tempo durante il giorno.Abbiamo però un giardino enorme con alberi dove erasolito arrampicarsi e una cantina dove mio padre tiene gli attrezzida lavoro e la legna del neanche fosse stato un cane, ecambiava espressione, tra i baffi sembrava sorridesse. camino , d o v e M i z i o l a n o t t e d o r m i v a .Ricordo un giorno quando si presentò davanti a mia madrebaldanzoso con un piccolo topolino in bocca, io e mio fratelloci demmo alla fuga, invece no- tai mia madrecontenta come quel giorno che mio p a d r earrivò da lei con quindici ro- s erosse. Bah, valle a capire l edonne! Tutte le mattinealle 6:30 era davanti la42