Racconta Koine 2020
Racconta Koiné seconda edizione, anno 2020. La raccolta di racconti scritti dai ragazzi degli Istituti Scolastici di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova che hanno partecipato al progetto “L’Atelier Koiné” sul tema della Memoria. Una insieme di racconti che descrivono la memoria e le mille sfaccettature che questa parola evoca nei giovani scrittori. Il 4 Giugno 2020 si terrà la premiazione in un evento online alla partecipazione di una giuria esterna
Racconta Koiné seconda edizione, anno 2020.
La raccolta di racconti scritti dai ragazzi degli Istituti Scolastici di Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova che hanno partecipato al progetto “L’Atelier Koiné” sul tema della Memoria.
Una insieme di racconti che descrivono la memoria e le mille sfaccettature che questa parola evoca nei giovani scrittori. Il 4 Giugno 2020 si terrà la premiazione in un evento online alla partecipazione di una giuria esterna
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
SEZIONE 13
La memoria in una foto
Dì recente con la mia famiglia sono andata a vedere una mostra
fotografica. Girando fra le foto, ne ho notata una in bianco
e nero che raffigurava un ragazzo di spalle. Il ragazzo era
in una foresta e guardava una casa in lontananza. Quella foto
mi ha trasmesso malinconia ed ho cominciato a farmi mille
domande. Ad un tratto un ragazzo si è avvicinato a me, dicendomi:
‘Ti piace la foto?” Io un po’ intimidita ho risposto di sì.
Lui si è presentato: “Ciao, sono Mamadou, ho scattato questa
foto quando avevo la tua età. Quella era la mia casa. Questa
foto è per me un ricordo”. Incuriosita gli ho chiesto se ora
abitava in Italia e lui mi ha raccontato la sua storia.
“Cominciò tutto una decina di anni fa. Con la mia famiglia
abitavamo in Costa d’Avorio, vicino ad una foresta. Scoppiò
la guerra. Uomini armati fecero irruzione nel villaggio. Mia
mamma mi disse di scappare nel bosco e di aspettare. I miei
genitori furono uccisi e di loro mi rimase solo una foto. Ero solo,
smarrito. Decisi di partire, era troppo pericoloso stare lì.
Mi unii ad una famiglia per affrontare il viaggio. In Libia fummo
arrestati dalle milizie. Scoprirono la foto dei miei genitori
e la strapparono. Non mi rimaneva nulla di loro. Fu così che
capii l’importanza della fotografia che ha il potere di conservare
il passato. La fotografia è memoria. Una volta liberati, abbiamo
preso un barcone per l’Italia. Il viaggio durò una settimana,
era rischioso e mi spaventava, ma era l’unica via d’uscita.
Sbarcai in Sicilia e finii in un centro d’accoglienza per minori.
Un uomo del centro, scoprendo la mia passione, mi regalò
una macchina fotografica. Ora faccio il fotografo e a volte vado
in Africa per tenere corsi dedicati ai bambini. Tornando lì
provo malinconia, ma poi sorrido e penso “Ce l’ho fetta!”.
Questa storia mi ha molto colpito, penso rappresenti la speranza
di tutti coloro che vivono l’inferno ma combattono per
un domani migliore.
Russo Sophie 2A
69