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La frenata rigenerativa funziona anche in montagna?
Certo e questo porta una EV a consumare meno di una termica in montagna, perché buona
parte dell’energia spesa salendo viene recuperata scendendo. Attenzione, però: la frenata
rigenerativa cessa di funzionare quando la batteria è completamente carica. È dunque
buona norma non caricare completamente l’auto nel caso di sosta in quota, per permettere
il recupero di energia durante la discesa, anche se le auto elettriche moderne, in realtà, si
tengono un buffer per avere la frenata rigenerativa anche in discesa con carica 100%.
Che succede quando finisco l’energia contenuta nella batteria?
Il concetto è lo stesso di un’auto termica: devo fare rifornimento. Diversamente dalle termiche
però, non è sempre necessaria una sosta a una stazione di ricarica perché possono
ricaricarsi a casa o sul posto di lavoro.
Cos’è il “carichino”?
In gergo viene chiamato “carichino” o “centellinare” quella che in sostanza è una wallbox
portatile. È indicato anche con l’acronimo internazionale IC-CPD (In-Cable Control and Protection
Device). A differenza della wallbox vera e propria esso però si collega all’impianto
elettrico esistente tramite una presa di tipo Schuko oppure tramite una presa di tipo industriale
(le cosiddette “CEE” blu). Alcuni modelli prevedono la possibilità di regolare la quantità
massima di corrente erogata all’auto. In Europa il carichino omologato per uso in quanto
tale non presenta rischi, dato che tutte le sue componenti sono state opportunamente
dimensionate per reggere il carico, ma altrettanto non si può dire per il ramo dell’impianto
elettrico che conduce dalla presa al contatore. È perciò sempre consigliabile (e si sta diffondendo
da parte dei produttori l’abitudine di includere questa cautela nelle avvertenze d’uso
dei dispositivi) usare il carichino in modo occasionale e non continuativo. Alcuni carichini ben
costruiti hanno comunque un circuito che misura la temperatura della spina e, nel caso che
questa si innalzi, interrompono il circuito. È comunque prudente verificare periodicamente
se la ricarica sta continuando per evitare brutte soprese al mattino. A questo proposito si
leggano le domande contenute nei capitoli dedicati alle ricariche.
Perché l’autonomia di una elettrica cambia con la stagione?
Le batterie elettriche sono progettate per funzionare a una certa temperatura; tollerano
scostamenti anche elevati da tale temperatura ottimale di funzionamento ma i processi
chimici che regolano la carica e scarica dell’energia diventano meno efficienti quanto maggiori
sono gli scostamenti. Inoltre nelle stagioni rigide o molto calde il consumo del circuito
di climatizzazione aumenta, rendendo ancora più marcate le diversità. Per questa ragione
un’auto elettrica che abbia una autonomia omologata di 400 km ne può percorrere anche
450 d’estate e solo 350 d’inverno.
L’auto elettrica espone i suoi occupanti a campi magnetici?
No, i campi magnetici necessari al funzionamento del motore elettrico sono concentrati in
un volume molto piccolo in corrispondenza di esso e non arrivano all’abitacolo.
L’auto elettrica presenta rischi di folgorazione quando piove o se la lavo?
Un’auto elettrica presenta minori rischi di folgorazione di un qualsiasi elettrodomestico;
se l’impianto è in buone condizioni essi sono del tutto trascurabili. Ancor più che negli
elettrodomestici le auto elettriche sono inoltre dotate di numerosi circuiti di sicurezza che
controllano continuamente che non vi siano dispersioni.
Inoltre, si tratta di impianti realizzati in modo da essere completamente impermeabili e
adatti all’uso in ambienti umidi o addirittura bagnati, in modo che nessun rischio di folgorazione
esista né nell’utilizzo né nelle operazioni di ricarica.
Treni, filobus, tram e sottomarini sono tutti mezzi elettrici e non hanno problemi con l’acqua.
GreenNotes 14