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Greennotes mobilita elettrica_final ok1

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La ricarica in AC è molto indicata quando si hanno tempi morti da riempire per esempio al

ristorante, al cinema, mentre si fa la spesa.

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53.

Perché utilizzare prese e connettori specifici e non le prese comuni

domestiche o industriali?

Le prese e i connettori che abbiamo visto alla domanda #47, non solo sono realizzati per

funzionare in sicurezza alle correnti e alle tensioni in uso per la ricarica, ma sono dotati di

contatti pilota ausiliari che abilitano le funzioni “pilota” di controllo, sicurezza e comunicazione.

Per esempio, accoppiando autoveicolo, wallbox e cavo di connessione di potenze

diverse, la ricarica avverrà automaticamente alla massima potenza accettata da tutti i

dispositivi, senza alcuna necessità di regolazione da parte dell’utente. Un’altra importante

funzione di sicurezza è che prese, spine e cavi, a differenza di quelli comuni, sono sempre

privi di tensione se il veicolo non è correttamente collegato e pronto per la ricarica.

Come si caricano le eBike?

La ricarica delle eBike (biciclette elettriche), pedelec, monopattini e simili – sempre più

diffusi nelle nostre città – esulano da quanto illustrato nel resto di questo GreenNotes e

neanche rientrano nella classificazione dei modi 1, 2, 3 e 4. Normalmente le eBike si caricano

con caricabatteria esterno a bassissima tensione di sicurezza in un modo non molto

diverso dalla ricarica di un computer portatile; spesso è anche possibile caricare la batteria

staccandola dal veicolo.

Dato che non sono ancora stati standardizzati i connettori per questi veicoli e batterie, non

è possibile realizzazione stazioni di ricarica universali per le eBike di tutte le marche. La

soluzione più diffusa sono strutture di ricarica dotate di semplici prese Schuko dalle quali

gli utenti alimenteranno il proprio caricabatteria portatile. Le medesime prese a volte sono

messe a disposizione anche per la ricarica di computer, tablet, telefonini.

Posso ricaricare sotto la pioggia/neve?

Tutti i circuiti e i collegamenti per la ricarica dei veicoli elettrici sono progettati per essere

impermeabili; inoltre l’erogazione di corrente inizia solo quando auto e stazione di ricarica

hanno stabilito il circuito e hanno accertato che non vi siano problemi. Tuttavia, permangono

rischi di scossa elettrica in caso di utilizzo di adattatori, prolunghe e con ogni accessorio

non specificatamente dedicato alla ricarica e al funzionamento all’aperto. Anche l’utilizzo

del carichino IC-CPD sotto le intemperie richiede qualche cautela, soprattutto per ciò che

riguarda la presa di alimentazione che potrebbe non essere adeguatamente protetta contro

la pioggia.

Quali tipi di stazioni di ricarica esistono?

Le stazioni aperte al pubblico sono essenzialmente di tre tipi:

• Stazioni AC con potenze tra 3 e 22kW – di solito prive di cavo, richiedono per l’utilizzo

il cavo Tipo2-Tipo2 (vedi domanda #44) – connettore Tipo2

• Prese AC su stazioni DC – in molte stazioni DC è presente anche un connettore AC

Tipo2 per la ricarica fino a 43 kW

• Stazioni DC con potenze comprese tra 50 e 150 kW – connettore CCS o ChaDeMo

• Stazione DC “High Power Charging” (HPC) con potenze superiori a 150 kW sino a 350

kW – connettore CCS

In tutti questi casi, la potenza indicata è quella massima erogabile dalla stazione. La ricarica

avverrà in realtà a un valore determinato dall’automobile collegata (vedere domande #54

e #56).

Si noti da ultimo che la potenze massime dipendono anche dalla tensione di lavoro della

batteria: i 350 kW sono raggiungibili solo dalle auto con batteria a 800V, se essa è da 400V

la potenza massima possibile è la metà (175 kW) perché il limite è dato dai 350A massimi

supportabili dal connettore CCS.

GreenNotes 24

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