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Greennotes mobilita elettrica_final ok1

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Dunque non solo una EV oggi produce (a seconda del Paese in cui circola) da un quarto

alla metà delle emissioni di una ICE equivalente, ma nei prossimi vent’anni questa

frazione potrebbe ridursi a meno del 10%.

In generale, comunque, l’accoppiata centrale termoelettrica + auto elettrica è più

efficiente dell’accoppiata raffineria + auto a benzina: l’inquinamento si riduce notevolmente

proprio per la minore energia primaria necessaria.

112.

113.

114.

Non è meglio aspettare l’idrogeno?

L’idrogeno è un vettore energetico molto promettente per usi particolari; purtroppo

sulla Terra tutto l’idrogeno molecolare da milioni di anni si è ossidato andando a formare

acqua. Per estrarlo e usarlo in una vettura elettrica a cella di combustibile allo

stato attuale non ci sono che due processi: l’elettrolisi dell’acqua e l’idrolizzazione del

metano, processo che purtroppo emette CO 2

la cui cattura e sequestro è una promettente

(e costosa) tecnologia su cui si sta lavorando da tempo, ma che ancora non è

arrivata a maturazione.

Nel gergo dell’industria, si chiama idrogeno verde quello ottenuto da elettrolisi dell’acqua

usando EE rinnovabile, idrogeno azzurro quello ottenuto da idrolizzazione del metano

con sequestro di CO 2

e idrogeno marrone (o grigio) quello ottenuto da idrolizzazione

senza sequestro. Il costo dell’idrogeno verde è talmente proibitivo che attualmente

il 98% dell’idrogeno usato industrialmente è idrogeno marrone, nell’attesa che maturi

la tecnologia per il sequestro della CO 2

attualmente allo studio.

Ritengo che il trasporto pesante e quello navale offrano interessanti sbocchi di applicazione

della mobilità a idrogeno, mentre penso che la sua applicazione per la mobilità

personale non sia altrettanto promettente, a patto, naturalmente, che maturi la tecnologia

di cattura e sequestro.

Per una trattazione un po’ più approfondita si può leggere questo articolo 30 .

Perché è sbagliato dire che una EV inquina zero?

Perché la produzione del mezzo e la produzione dell’energia elettrica che esso consuma

generano emissioni. Ovviamente, è vero che sono nulle le emissioni da parte di

una EV durante il suo utilizzo. Sono molti gli studi che misurano il cosiddetto Life Cycle

Assessment (produzione + uso + fine vita) di una vettura elettrica confrontandolo con

quello di una equivalente endotermica (un elenco parziale può essere trovato a questo

articolo 31 ).

In estrema sintesi, una EV, tenendo conto di tutto quanto sopra, genera nell’intero ciclo

di vita tra il 25% e il 50% delle emissioni provocate da una ICE.

È vero che ci vogliono 80.000 km per pareggiare le maggiori emissioni

dovute alla produzione di una EV rispetto a una ICE ?

Questa conclusione è frutto di uno “studio” fortemente criticato da Alex Liebreich con

l’aiuto del professor Auke Hoekstra dell’Università di Eindhoven in un articolo piuttosto

divertente pubblicato su Linkedin 32 e dando origine al cosiddetto “Astongate”, un piccolo

scandalo ove i committenti dello studio controverso sono stati accusati di aver voluto

distorcere i fatti per rallentare l’appetito dei consumatori per le vetture elettriche.

La conclusione del prof. Hoekstra è che il punto di pareggio nelle emissioni si raggiunge

invece già dopo i primi 25.000 km.

30 https: /onewedge.com/2020/09/28/lidrogeno-ci-salvera/

31 https: /onewedge.com/2018/10/31/lifecycle-ghg-emissions/

32 http: /bit.ly/3nl1fcy

GreenNotes 38

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