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Accanto, una scena de Il padre<br />

di August Strindberg, proposto<br />

dalla compagnia La Zonta di<br />

Thiene (foto di Saverio Strozzo).<br />

Sotto, un momento di Opera<br />

XXX - I semi della follia di<br />

Teatroimmagine<br />

uno strappo potente, che mi<br />

ha costretto a salire sul palco<br />

con le stampelle per l’ultimo<br />

spettacolo prima del lockdown.<br />

Abbiamo debuttato con L’amore<br />

migliora la vita di Angelo Longoni<br />

e l’abbiamo praticamente<br />

sospeso subito, con grande<br />

dispiacere, perché ci tenevamo<br />

tanto. Poi era il centenario<br />

di Gianni Rodari: sono partito<br />

in quarta per allestire qualcosa<br />

di bello da dedicargli con<br />

gli amici di Barbapedana, con i<br />

quali collaboriamo da anni, ma<br />

anche lì dopo tre appuntamenti<br />

si è fermato tutto. Lo stesso<br />

per la Giornata della Memoria:<br />

avevo trovato un testo davvero<br />

stupendo, ma non c’è stato<br />

modo di arrivare in fondo. Va<br />

detto che io non sono uno da<br />

streaming, non fa per me. L’unica<br />

cosa che mi ha tirato un<br />

po’ su il morale è stata “Teatro<br />

sotto la luna”, la manifestazione<br />

organizzata da FITA Veneto<br />

e UNPLI ad agosto. Una cosa<br />

bellissima, davvero. Insomma,<br />

un po’ questi eventi, un po’ altre<br />

cose... devo dire che sono in<br />

depressione artistica». Il gruppo<br />

potrà aiutare? «Vedremo.<br />

Ci sono queste cose imbastite,<br />

c’è lo spettacolo di Longoni, ma<br />

adesso saranno sei mesi che<br />

sono praticamente fermo, non<br />

avrei voglia di cercare dell’altro<br />

ed è strano per me. Il teatro è<br />

sempre stato una benzina: ma<br />

questo anno e mezzo è come<br />

se mi avesse fatto perdere la<br />

percezione di quanto sia davvero<br />

importante nella mia vita.<br />

Spero che il ritorno sul palco,<br />

appena si potrà, mi faccia ritrovare<br />

l’entusiasmo e la voglia di<br />

continuare».<br />

Una serie di fortunate coincidenze<br />

ha invece attenuato un<br />

po’ l’impatto della pandemia<br />

sull’attività artistica de La Zonta<br />

di Thiene, come spiega il<br />

regista Giampiero Pozza: «Nel<br />

febbraio 2020 avevamo deciso<br />

di provare un nuovo modo di<br />

allestire uno spettacolo, di sperimentare<br />

un po’. Appena presa<br />

la decisione, come sappiamo, si<br />

è fermato tutto, ma il fatto che<br />

ci fossero entusiamo e voglia di<br />

nuovo ci ha permesso di metterci<br />

comunque al lavoro, sia<br />

online sia, per quel poco che si<br />

è potuto, in presenza. Ci stiamo<br />

Amore e odio<br />

verso il web:<br />

chi lo ha<br />

affrontato<br />

come palco da<br />

sperimentare,<br />

chi ha preferito<br />

non farlo<br />

lavorando anche adesso: è un<br />

percorso lungo e complesso,<br />

per il quale siamo partiti dai<br />

personaggi di un testo di Karel<br />

Čapek facendo improvvisazione,<br />

calandoli in altre situazioni,<br />

immaginando una storia completamente<br />

nuova e scrivendo<br />

insieme il copione dello spettacolo,<br />

che si intitolerà Medusa.<br />

C’è una parte fisica che adesso<br />

naturalmente manca e sappiamo<br />

già che il recupero degli spazi,<br />

dello stare in scena, non sarà<br />

facile». Con la creatività, quindi,<br />

si sono dovuti confrontare<br />

tutti i componenti del gruppo:<br />

«C’era e c’è grande desiderio di<br />

entrare in questa dimensione,<br />

di avere quel momento in cui<br />

ci si trova e si viaggia in qualche<br />

modo, si apre una fessura nel<br />

reale per trapassarlo e andare<br />

altrove. Sono anche uscite cose<br />

che non so se sarebbero venute<br />

fuori in un contesto “normale”:<br />

momenti emozionali, personali.<br />

Certo questo per me non è<br />

teatro, il teatro è altro. Ma abbiamo<br />

lavorato e continuiamo<br />

a farlo per avere un testo su cui<br />

fare davvero teatro».<br />

Tensione creativa ben presente<br />

anche in casa Teatroimmagine<br />

di Salzano, in provincia di<br />

Venezia: «In questi mesi abbiamo<br />

lavorato sui testi che già<br />

avevamo in mente di allestire<br />

o riallestire - spiega Roberto<br />

Zamengo -, quindi no, la creatività<br />

non si è spenta. Certo per<br />

noi che facciamo più che altro<br />

commedia dell’arte è diffcile<br />

non creare dal vivo, ma siamo<br />

andati avanti comunque, pur<br />

in una situazione diversa. Cambiare?<br />

Sergio Leone diceva che<br />

nel bagaglio della commedia<br />

dell’arte ci sono tutti i perso-<br />

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